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La preesistenza genera progetto

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Profili biografici

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Il caso studio di Torri, Siena

La serie di pubblicazioni scientifiche Ricerche | architettura, design, territorio ha l’obiettivo di diffondere i risultati delle ricerche e dei progetti realizzati dal Dipartimento di Architettura DIDA dell’Università degli Studi di Firenze in ambito nazionale e internazionale. Ogni volume è soggetto ad una procedura di accettazione e valutazione qualitativa basata sul giudizio tra pari affidata al Comitato Scientifico Editoriale del Dipartimento di Architettura. Tutte le pubblicazioni sono inoltre open access sul Web, per favorire non solo la diffusione ma anche una valutazione aperta a tutta la comunità scientifica internazionale.

Il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze promuove e sostiene questa collana per offrire un contributo alla ricerca internazionale sul progetto sia sul piano teorico-critico che operativo.

The Research | architecture, design, and territory series of scientific publications has the purpose of disseminating the results of national and international research and project carried out by the Department of Architecture of the University of Florence (DIDA).

The volumes are subject to a qualitative process of acceptance and evaluation based on peer review, which is entrusted to the Scientific Publications Committee of the Department of Architecture. Furthermore, all publications are available on an open-access basis on the Internet, which not only favors their diffusion, but also fosters an effective evaluation from the entire international scientific community.

The Department of Architecture of the University of Florence promotes and supports this series in order to offer a useful contribution to international research on architectural design, both at the theoretico-critical and operative levels.

Editor-in-Chief

Saverio Mecca | University of Florence, Italy

Scientific Board

Gianpiero Alfarano | University of Florence, Italy; Mario Bevilacqua | University of Florence, Italy; Daniela Bosia | Politecnico di Torino, Italy; Susanna Caccia Gherardini | University of Florence, Italy; Maria De Santis | University of Florence, Italy; Letizia Dipasquale | University of Florence, Italy; Giulio Giovannoni | University of Florence, Italy; Lamia Hadda | University of Florence, Italy; Anna Lambertini | University of Florence, Italy; Tomaso Monestiroli | Politecnico di Milano, Italy; Francesca Mugnai | University of Florence, Italy; Paola

Puma | University of Florence, Italy; Ombretta Romice | University of Strathclyde, United Kingdom; Luisa Rovero | University of Florence, Italy; Marco Tanganelli | University of Florence, Italy

International Scientific Board

Francesco Saverio Fera | University of Bologna, Italy; Pablo Rodríguez Navarro | Universitat Politècnica de València, Spain; Nicola Braghieri | EPFL - Swiss Federal Institute of Technology in Lausanne, Switzerland; Lucina Caravaggi | University of Rome La Sapienza, Italy; Federico Cinquepalmi | ISPRA, The Italian Institute for Environmental Protection and Research, Italy; Margaret Crawford, University of California Berkeley, United States; Maria Grazia D’Amelio | University of Rome Tor Vergata, Italy; Carlo Francini | Comune di Firenze, Italy; Sebastian Garcia Garrido | University of Malaga, Spain; Xiaoning Hua | NanJing University, China; Medina Lasansky | Cornell University, United Sta tes ; Jesus Leache | University of Zaragoza, Spain; Heater Hyde Minor | University of Notre Dame, France; Danilo Palazzo | University of Cincinnati, United States; Silvia Ross | University College Cork, Ireland; Monica Rossi | Leipzig University of Applied Sciences, Germany; Jolanta Sroczynska | Cracow University of Technology, Poland progetto grafico didacommunicationlab

Il volume è l’esito di un progetto di ricerca condotto dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze.

La pubblicazione è stata oggetto di una procedura di accettazione e valutazione qualitativa basata sul giudizio tra pari affidata dal Comitato Scientifico del Dipartimento DIDA con il sistema di blind review. Tutte le pubblicazioni del Dipartimento di Architettura DIDA sono open access sul web, favorendo una valutazione effettiva aperta a tutta la comunità scientifica internazionale.

Dipartimento di Architettura

Università degli Studi di Firenze didapress

Dipartimento di Architettura

Università degli Studi di Firenze via della Mattonaia, 8 Firenze 50121

© 2023

ISBN 978-88-3338-180-0

Stampato su carta di pura cellulosa Fedrigoni Arcoset

Giuseppe Gugliotti Sindaco del Comune di Sovicille

La toponomastica è, spesso, rivelatrice della vocazione dei luoghi. E’ così nel borgo di Torri dove la denominazione ‘Piazza Centrale’ indica una centralità fisica – centro del paese, o anche di una più vasta porzione di territorio – ma, insieme, evoca la profonda attitudine di uno spazio urbano che, per diversi secoli, con la vicina Abbazia benedettina, è stato centro di una rete di relazioni civiche, religiose, politiche, diplomatiche di straordinaria rilevanza per la storia della Repubblica di Siena.

Una cifra, quest’ultima, che si è espressa anche in scelte urbanistiche ed edilizie, oltrechè architettoniche, che meritano di essere indagate in maniera più articolata. La collaborazione fra Comune di Sovicille e Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze comincia proprio da Torri: dal fascino di un abitato nel quale la storia si è stratificata fino a mescolarsi con la vita quotidiana e in cui, dunque, più che altrove, nel momento in cui si è avviato un percorso di recupero urbanistico, è stato possibile maturare la consapevolezza che lo studio e la rielaborazione condivisa del ‘passato’ rappresentano la precondizione essenziale e imprescindibile per generare una progettualità nuova, a misura delle esigenze del tempo di oggi. Perché non può darsi riqualificazione urbana senza comprensione profonda dello spirito dei luoghi, senza rilievo delle ragioni che hanno animato l’organizzazione degli spazi della città. D’altronde, la ‘rigenerazione urbana’ è autenticamente tale se, attraverso il recupero, rispettoso, partecipato e coraggiosamente innovativo, del patrimonio edilizio e urbanistico, diventa progetto di rigenerazione delle comunità; se, in altre parole, riesce a restituire un ambiente capace di accompagnare e consolidare uno stare insieme sostenibile e coeso, animato da persone che si conoscono, si riconoscono reciprocamente e, insieme, si riconoscono nel proprio spazio di vita e nei suoi simboli (le piazze, le vie, le chiese, etc.), con l’orgoglio di un’appartenenza che potremmo definire un’ ‘identità buona’, antidoto allo ‘spaesamento’, generatrice, invece, di sicurezza, solidarietà, vicinanza, accoglienza.

In questa logica, il progetto per Torri ha acquisito, allora, sempre di più i connotati di un caso di studio e di una buona pratica. Non un semplice disegno redatto da un progettista e approvato dall’Amministrazione, ma un processo di confronto e di coinvolgimento che ha visto il protagonismo di cittadini, associazioni, architetti, Università, Comune, altre Istituzioni. La cittadinanza sollecitava spazi riconsegnati alla socialità, l’Amministrazione Comunale ha raccolto l’istanza e se ne è fatta carico; i professionisti incaricati e il Dipartimento di Architettura, con il supporto della Sovrintendenza, hanno avviato una ricerca storico-topografica indispensabile per elaborare una progettualità che armonizzasse sapientemente antico e moderno; i privati hanno messo mano a investimenti di ristrutturazione del patrimonio edilizio coerenti con l’impianto progettuale complessivo. In definitiva, ha preso forza una sinergia che è anche diventata laboratorio di cittadinanza, intesa nel senso più pieno del termine: amore per l’abitare la città. Da qui è partito il rapporto fra Comune e Università e nostra intenzione è proseguire nel solco tracciato, aprendo la riflessione anche su argomenti ulteriori rispetto al primo ambito di studio che ha riguardato il rapporto con la città medievale. Un’interessante sfida di urbanistica partecipata, sarà, ad esempio, quella di prefigurare interventi che diano un senso armonico e comunitariamente sostenibile a centri urbani cresciuti ‘per mera addizione’, senza un’anima precisa, negli anni del boom edilizio.

Un’altra storia da scrivere insieme, alla quale stiamo già lavorando.

Francesco Collotti DIDA Università degli Studi di Firenze

Il caso studio di Torri schizzo su lucido Torri è un insediamento incastellato che nel toponimo tiene dentro un tipo edilizio preciso e la memoria di come la schiena costruita della collina fosse punteggiata di emergenze.

Il bordo che cinge il grappolo di case è allungato su un fianco della collina simile a quelle che vedi qui vicino se volgi lo sguardo. Se fai l’esercizio di togliere l’urbanistica alla geografia ritrovi qui a fianco, dalla parte opposta di Siena, alcune dita di colline che si inerpicano segnate nella controluce da filari precisi di olivi che salgono con sesto d’impianto regolare e antica fatica dell’uomo (e delle donne) su questa terra.

Le case del borgo (o forse meglio del villaggio) poste sul limite del pendio, e che son quasi muri di sostegno a tener dentro Torri come in un cestino, hanno ancora voglia di farsi mura e mostrano basamenti generosi con rade aperture alla base che vanno infittendosi verso l’alto a guardare il paesaggio d’intorno.

Con Chiara Simoncini, Eliana Martinelli, Giada Cerri, Giulia Sagarriga Visconti e Milo Agnorelli abbiamo avuto il privilegio di studiare questo luogo per il semestre del Laboratorio di Progettazione dell’Architettura V 2021-2022 (Milo in particolare ci si era già avvicinato con la propria tesi di laurea qualche tempo prima).

In questa ricerca siamo stati in parte agevolati dal fatto che qui un gruppo di ricercatori e di giovani architetti coordinato da Marco Corridori aveva rilevato in precedenza il sistema degli spazi pubblici e condotto una riflessione progettuale alla scala di alcune piazzette e lastricature.

Di tutte queste ricerche e questi lavori diamo conto nelle pagine che seguono.

Abbiamo cercato di capire innanzitutto una regola, una sequenza, le sue ragionevoli eccezioni, insomma dei limiti razionali e dei dati certi da cui partire.

Abbiamo preso misure coi passi e con le braccia, traguardato enfilade tra i vecchi archi e i muri storti, cercato con gli occhi il campanile dell’abbazia che domina e conclude il borgo con il suo chiostro (fin troppo ben) rifatto, ridisegnato più e più volte gli uni sugli altri fili di strada e linee di colmo a capire che cosa avessero da raccontarci.

Abbiamo indagato i pochi tratti incerti del vecchio edificato laddove si potesse inserire un pezzo di progetto necessario a far comprendere le ragioni del nuovo nel vecchio, oppure con gesti minimali a ritrovare l’antico per levare, togliendo elementi successivi talvolta incongrui rispetto al tutto pieno del borgo originario. Coi disegni rifatti a mano, schizzati grossi e poi sempre più fini, abbiamo ritrovato analogie e allineamenti che forse furono chiari solo agli antichi facitori di questo borgo in un tempo di cantiere che si perde nei secoli addietro. Col disegno sempre andando dietro alla realtà dei luoghi, abbiamo immaginato di ritrovare dei vuoti e dei pieni, talvolta disegnando il vuoto come pieno a carpirne quasi la solidità del limite, il contenitore che dava forma al vuoto stesso.

Alcune delle nostre allieve e dei nostri allievi hanno lavorato sul completamento della parte centrale dello slargo dove un tempo forse sorgeva una spina di casa che scandiva la sequenza di piccole corti attorno a cui si organizza ancora oggi l’abitato. Altri gruppi si sono invece misurati col connettere per punti di torri e corpi una sequenza di sguardi che il luogo portava con sé.

Il tutto comunque ancora una volta a dimostrare come in questo nostro bellissimo Paese, l’antico e le preesistenze siano in grado ancora oggi di generare progetto di architettura.

Tipi e paesaggi

• Il ‘Palazzaccio’ nei pressi di Sovicille

Foto: G. Biffoli, n. 78 (Biffoli, Ferrara, 1966)

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