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restituire
un disegno urbano che, seppur più movimentato risulta più compatto. Una quarta opzione, la soluzione ‘volume zero’ potrebbe invece lasciare libera la piazza e trasformare l’area, individuata nell’insediamento 1, in un parco verde composto da sedute e vegetazione. Tutte queste ipotesi sono dunque accumunate dalla medesima necessità di stabilire un collegamento tra la quota della piazza e la quota di Via del Borgo, tenendo nelle dimensioni e nei passi il ‘chiasso’3 della città medievale, che diventa così elemento fisso di tutti gli scenari.
Sulle tracce delle mura antiche
Il progetto abitativo riprende le mosse dal prototipo di casa a schiera sviluppato da Mies van der Rohe a Lafayette Park4 (Detroit), organizzato intorno ad un blocco centrale destinato ai servizi, che permette dunque di rendere fruibili il piano terra ed il primo piano, garantendo continuità alla casa. Non c’è quindi alcuna interruzione nei prospetti liberi e, aumentando l’illuminazione, la casa acquista una maggiore vivibilità, lasciando penetrare il bosco di Siena vecchia all’interno degli spazi dell’abitazione stessa. La composizione del nuovo fronte sulla piazza, riprendendo i motivi e le mosse dal progetto di Lafayette Park, è generato quindi da un nucleo abitativo, un centro civico con facciata vetrata ed una torre panoramica, che sul piano strutturale rappresentano la tipica casa tra due muri presente all’interno del borgo.
Pavilion Appartments di Mies a Lafayette Park.
Le case a Lafayette Park di Mies
"L’insediamento di Lafayette Park a Detroit, costruito nella seconda metà degli anni Cinquanta da Ludwig Hilberseimer e Ludwig Mies van der Rohe, dal paesaggista Alfred Caldwell e dal promotore Herbert Greenwald, costituisce un importante riferimento teorico e progettuale per i temi legati alle forme degli insediamenti. La collaborazione tra i due maestri tedeschi, Ludwig Mies van der Rohe e Ludwig Hilberseimer, costituisce un capitolo significativo per la comprensione della storia dell’architettura del Movimento Moderno." ( Bruno, Del Bo, Scotti 2018)
L’architettura precedentemente descritta riporta con sé i tratti caratteristici ‘miesiani’, con elementi strutturali pronunciati e pannelli di vetro piano, dove la caratteristica austerità è mitigata dalla configurazione degli edifici e del paesaggio circostante. Le case a schiera sono identiche, barre a due piani disposte perpendicolarmente e parallelamente l’una all’altra, in una conformazione che, seppur rigida, appare regolarizzata, seppur
Abitazioni _ case per due
1 hall / ingresso 10.50 mq
2 cucina 4.00 mq
3 ripostiglio / lavanderia 2.50 mq
4 soggiorno / pranzo 11.30 mq
5 studio / sala lettura 10.30 mq
6 bagno 4.00 mq
7 camera 14.00 mq
Centro civico_ torre panoramica
8 hall / ingresso 5.50 mq
9 sala polifunzionale 20.00 mq
10 torre panoramica 5.50 mq
11 terrazza panoramica 20.50 mq geometricamente rettilinea, appare ammorbidita dal verde e da una serie di visioni scelte. L’idea di riproporre in un contesto come quello di Torri le abitazioni di Lafayette Park potrebbe apparire come un gesto forzato, ma permette, in realtà, di garantire la configurazione di un nuovo modello abitativo, necessario a definire uno spazio intimo sufficiente e prezioso che sappia rispondere in modo appropriato alla sempre più complessa domanda abitativa. Occorre, ormai, riuscire a fornire soluzioni abitative che sappiano integrare la dimensione del risiedere con quella dell’abitare in un senso più generale, ipotizzando quartieri ed interventi edilizi capaci di rispondere in maniera flessibile al mutare delle istanze e delle popolazioni residenti e capaci al contempo di integrarsi con il contesto storico, come nel caso della ricerca di progetto qui presentata.
Bibliografia
Blaser W., Mies Van Der Rohe, Continuing the Chicago School of Architecture, Birkhauser Architecture, 1981;
Canestrelli A., L’abbazia di Torri, a cura di Andrea Barlucchi, edizione Betti s.r.l., 2019, Siena;
Collotti F., Restauro Creativo voce in Semerani L. (a cura di), Dizionario critico illustrato delle voci più utili all’architetto moderno, Faenza: Edizioni C.E.L.I., 1993;
Collotti F., Appunti per una teoria dell’architettura, Luzern: Quart Verlag, 2002;
Collotti F., Idea civile di architettura - Scritti scelti 1990-2017, Siracusa: LetteraVentidue, 2018;
Cortonesi G., Un gioiello nel senese, La storia di Torri, della sua Abbazia e dei personaggi più illustri, Pro loco Sovicille, Collana di ricerche storiche sulle località del Comune di Sovicille N.1, 2015, Siena;
Del Bo A., Lafayette Park. Detroit. Scritti sulla costruzione della città, Aion, 2018;
Krohn C., Mies Van Der Rohe – The Built Work, Walter de Gruyter GmbH,2014;
Waldheim C., Hilberseimer / Mies van der Rohe Lafayette Park Detroit, Prestel, 2004;
Documentazione d’archivio
Fontani M., Da frusta e da randello, Pro loco Sovicille 2005.
Jacopo Jacopozzi G., Il soave sorriso della sirena Pro loco Sovicille settembre 2008.
Paolini L., Torri e il suo Chiostro tra passato,presente e futuro. Pro loco Sovicille.
Fonti indirette consultate
Archivio di Stato di Siena, Mappe del catasto toscano, Comunità di Torri. 1825
Pit - Piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico, Regione Toscana, 2015 del luogo. dalla memoria al progetto • Torri, l’utilizzo dello spazio pubblico Foto tratta dalla mostra allestita per la Festa di Santa Mustiola a Torri, 2014 Premessa
Marco Corridori Giulia Francesconi
Il progetto di valorizzazione degli spazi pubblici di Torri nasce dalla volontà della comunità locale di prendersi cura del proprio spazio. Tale volontà si è tradotta in un processo partecipativo che ha portato l’amministrazione comunale a realizzare un piccolo stralcio dei lavori in Piazza Maestro Ristoro e ad affidare la progettazione per lo studio di un intervento più ampio che riguardasse la riqualificazione di tutti gli spazi pubblici all’interno della cerchia muraria. Tale progettualità è risultata tra le proposte ammesse al contributo per i fondi della Regione Toscana relativi al bando "Interventi di sostegno per le città murate e le fortificazioni della Toscana" dell’anno 2021, permettendo così di concretizzare il processo di riqualificazione.
Dal punto di vista progettuale le scelte adottate rappresentano il punto di arrivo di un percorso di studi fondato sulla conoscenza dei manufatti e del contesto territoriale e sociale. Tale percorso è stato condotto in maniera multidisciplinare, cercando di integrare le informazioni provenienti da campi diversi. La ricerca delle fonti scritto-grafiche in archivio, l’indagine sul campo, attuata attraverso il rilievo geometrico-dimensionale, l’analisi sulla consistenza muraria degli edifici e, soprattutto, il confronto diretto con la comunità (attraverso tavoli condivisi) sono stati gli strumenti necessari alla redazione del progetto.
Con la consapevolezza che l’azione progettuale ha il compito di essere portatrice e garante della trasmissibilità della memoria, si è comunque deciso di inserire degli elementi di innovazione al fine di valorizzare e potenziare il patrimonio esistente sfruttando il suo pregio storico e rendendolo partecipe dei continui mutamenti che interessano il tessuto urbano e il suo contesto territoriale.
Contesto territoriale
Il territorio delle colline di Siena è tra le immagini archetipiche più note della Toscana. Consacrato come un’icona paesistica, questo paesaggio è contraddistinto da una struttura profonda, resistente e in buona parte ancora integra e leggibile, fondata su specifiche e caratterizzanti relazioni: il rapporto tra il sistema insediativo storico, colture e morfologia del rilievo,
Il tra manufatti edilizi e paesaggio agrario, tra caratteri geomorfologici e disposizione del bosco. Un paesaggio storicamente modellato dalla diffusione della mezzadria e dai processi di modificazione territoriale ad essa legati, capillarmente connesso con gli insediamenti che, dai centri abitati fino ai poderi, reca ovunque l’impronta di una pervasiva opera dell’uomo.
Il succedersi e compenetrarsi di formazioni sociali e modi di produzione diversi ha strutturato versanti, sommità e crinali con un’edificazione compatta o isolata, localizzandovi centri abitati, complessi edificati e viabilità strategiche.1
Il nucleo rurale di Torri rappresenta uno dei pochi esempi di completa conservazione dei valori storici e architettonici del territorio ed è testimone di una memoria da preservare. Il villaggio nasce per ragioni strettamente legate alle attività agricole, caratteristica che ha definito in modo chiaro anche il suo sviluppo. All’interno dei suoi confini murati, lo spirito del luogo rimane pressoché immutato, definito dalla presenza di manufatti principalmente destinati alle attività rurali e artigianali come la fattoria, la falegnameria, il frantoio, il forno e i lavatoi pubblici. A partire dalla seconda metà del ‘900, la progressiva industrializzazione del territorio e il conseguente spopolamento delle campagne ha provocato la perdita della sua originaria centralità. Questa dinamica ha fatto sì che non si innescassero quei processi di trasformazione che in molti casi hanno provocato un progressivo abbandono dei caratteri storici e peculiari dell’architettura rurale permettendo a Torri di mantenere una memoria quasi del tutto intatta. A testimonianza di ciò è frequente imbattersi in ambienti nei quali si possono ancora scorgere gli attrezzi sui tavoli e i macchinari da lavoro che lasciano percepire un passato ancora presente.
Ad accrescere ulteriormente il valore di questo centro storico è la presenza dell’antico monastero, fulcro dello sviluppo dell’intero abitato, intorno al quale si era formato un piccolo agglomerato di abitazioni divenute poi villaggio.
Un’altra peculiare caratteristica è che una buona porzione degli immobili del paese fanno parte della proprietà della Villa; questa circostanza, grazie ad una gestione di tipo conservativo degli immobili, ha tutelato e tramandato i valori storici e materici del passato; d’altro canto questa condizione ha provocato anche un effetto negativo a causa dell’immobilismo che ha portato a situazioni di degrado di alcuni spazi pubblici e l’abbandono di alcuni luoghi simbolici come la fattoria, il frantoio e l’antico forno. Un’altra problematica importante deriva dallo stato di conservazione di molti edifici che necessitano di importanti opere di restauro. La mancanza di adeguati spazi di sosta inoltre, costringe gli abitanti ad occupare con le autovetture l’intera Piazza Centrale, impedendo così lo sviluppo della vita sociale all’interno dello
Chiostro dell’Abbazia di Santa Mustiola.
Si intravedono tutti i materiali di cui si compone l’abitato di Torri spazio pubblico. Per risolvere questa problematica risulta evidente che il recupero materiale delle pavimentazioni e l’inserimento di un nuovo sistema di arredo urbano sarebbe del tutto insufficiente per restituire la vocazione allo scambio e all’incontro che caratterizza da sempre il sistema urbano della piazza. In tale direzione l’utilizzo di un’area vicino alla porta di ingresso per un nuovo parcheggio ad uso degli abitanti del borgo potrebbe completare adeguatamente una concreta riqualificazione.
Il progetto di valorizzazione
Il progetto ha come obiettivo la riqualificazione dei principali spazi pubblici del borgo di Torri. Gli interventi si concentrano sui luoghi più significativi e vanno a ridisegnare l’ideale percorso che, dalla porta di ingresso, giunge fino alla Piazza Centrale, percorrendo le vie interne che si immettono in Piazza Maestro Ristoro fino a ricongiungersi con Via del Borgo.
La riqualificazione parte dalla volontà dell’Amministrazione e delle associazioni locali di restituire la giusta importanza agli spazi pubblici, ad oggi svalutati nel loro valore intrinseco poiché ingolfati dalla presenza delle vetture in sosta e dal degrado dei materiali. La nuova pavimentazione sarà l’elemento che principalmente restituirà qualità agli spazi pubblici del borgo. Il segno architettonico che il progetto vuole lasciare, seppure in maniera discreta, trae spunto dai segni caratteristici e fondativi del territorio: la maglia di ricorsi in pietra ricorda infatti la trama dei terreni coltivati tipici delle aree agricole limitrofe. Il tema dell’agricoltura e della vita ad essa legata è infatti quello che più identifica la storia e la natura del borgo di Torri che fin dalla sua origine ha organizzato le sue dinamiche economiche e sociali attorno alla produzione e lavorazione del grano. L’altro elemento che il disegno degli spazi pubblici vuole riscoprire è quello della viabilità storica che in maniera non invadente viene riscoperto con ricorsi integrati nella pavimentazione. Dalla ricerca storica infatti è emerso che lo spazio aperto più importante del borgo anticamente non fosse del tutto libero da costruzioni e che via Curva probabilmente continuava il suo percorso fino al circuito murario.
I materiali
Documenti storici riportano che i monaci dell’Abbazia di Torri nel corso del Trecento attivarono un’importante fornace per la produzione e la cottura di argilla, un segnale che conferma la grande attenzione riservata all’utilizzo dei materiali locali. Il materiale che maggiormente caratterizza gli edifici principali del borgo è comunemente chiamato ‘pietra di Torri’, una pietra calcarea di colore bianco grigiastro proveniente da cave
Concept del progetto
Gli studi preliminari che hanno portato alla definizione del progetto oggi non più attive, situate nei pressi del paese. Tale materiale è stato utilizzato nella costruzione degli edifici più importanti dell’abitato: per gli elementi costruttivi del chiostro, per il rivestimento della facciata laterale della chiesa di Santa Mustiola e per il tratto di pavimentazione attualmente visibile in corrispondenza della piazzetta del Vescovado. Da tale importante testimonianza, e da alcune immagini storiche, si evince che la posa degli elementi lapidei era a lisca di pesce e proseguiva lungo tutta via del Borgo, unica via originariamente pavimentata. Quest’ultima attualmente non presenta più la pavimentazione antica che è stata sostituita con una nuova pavimentazione in pietra, non rispettando né il materiale originario né la posa degli elementi.
La scelta dei materiali del progetto fa riferimento all’analisi storica del borgo e allo studio dei materiali esistenti; le piazze e la viabilità interna, ad esclusione di via del Borgo che conduceva direttamente all’Abbazia, con ogni probabilità infatti, nascevano in terra battuta. Da qui la scelta di utilizzare un sistema di pavimentazione architettonica con ghiaia a vista che, grazie alla possibilità di utilizzare degli aggregati naturali caratteristici della zona e presenti in cave limitrofe, restituisce a Torri un’ immagine coerente con il contesto storico e paesaggistico. Tale materiale a bassa porosità, fibrorinforzato, con una buona resistenza agli effetti dei cicli di gelo/disgelo, ha la qualità di mantenere le caratteristiche di carrabilità necessarie per permettere il transito di vetture che per necessità dovranno attraversare il centro storico. Il disegno delle pezzature di pavimentazione, che daranno vita al disegno degli spazi pubblici, sarà scandito da ricorsi in pietra calcarea di colorazione compatibile con il contesto architettonico e paesaggistico esistente e da profili metallici con finitura brunita. Anche le caditoie a fessura per l’allontanamento delle acque avranno l’aspetto di sottili profili metallici. Il richiamo alla pietra calcarea locale sarà utilizzato anche in prossimità delle soglie dei prospetti principali che si affacciano sugli spazi pubblici.
Nuovi spazi urbani
Il processo di riqualificazione, del quale il progetto vuole essere elemento propulsore, ha come obiettivo quello di riattivare quelle sinergie perdute della vita di comunità. Il progetto propone di riscoprire i luoghi con maggior valore architettonico e sociale attraverso la collocazione di sedute e di zone d’ombra. Da queste considerazioni nasce il progetto di sistemazione del verde che prevede il posizionamento di essenze arboree coerenti con il contesto paesaggistico e di aiuole che ospiteranno essenze aromatiche. Tali elementi vanno a organizzare le attuali sistemazioni di iniziativa privata e spontanea nei pressi delle abitazioni che si affacciano sullo spazio pubblico mantenendone tuttavia la dimensione ‘domestica’ e condivisa del loro utilizzo.
Uno degli elementi più emblematici è il recupero della fontana, intervento che si collega al restauro delle vecchie fonti che si trovano appena fuori dal circuito murario, un’azione che mira a riscoprire il valore simbolico dell’acqua ricucendo una qualità fondante per lo sviluppo della vita cittadina.
La disposizione del nuovo arredo urbano trae spunto dalle dinamiche sociali che storicamente caratterizzavano la vita degli abitanti nell’utilizzo degli spazi pubblici. Il fine di riqualificare gli spazi storici porta a favorire un nuovo sviluppo delle dinamiche sociali che, nei centri abitati minori, sono andate inaridendosi. Da queste considerazioni si è deciso di riproporre alcune sedute nella piazza principale in prossimità di quel muretto attorno al quale gli abitanti si riunivano in passato. In piazza Maestro Ristoro, le testimonianze orali e i segni ancora visibili nelle murature tramandano la presenza di una pensilina lignea a sbalzo sotto la quale era presente una panchina. Tale spunto è stato riproposto collocando una panca con seduta in pietra calcarea protetta da una pensilina con struttura metallica leggera e copertura lignea che, pur non ancorandosi alle strutture preesistenti, garantisce, come in passato, la protezione dagli agenti atmosferici.
Il progetto degli spazi pubblici. Simulazione dell’intervento di recupero.
Illuminazione
Per quanto riguarda la nuova illuminazione, la genesi del progetto ha cercato un dialogo con il recente sistema di illuminazione pubblica inaugurato nell’estate del 2020. Questa illuminazione, che interessa tutto il borgo, ad esclusione della piazza principale, presenta dei corpi illuminanti a lanterna con fissaggio a parete tramite braccio in colore brunito. Nel caso della Piazza Centrale, non potendo utilizzare lo stesso sistema illuminante adottato per il resto del paese poiché inadatto ad illuminare la grande superficie, si è optato per un sistema a proiettori che permette di mimetizzare la dimensione del corpo illuminante, evitando così un confronto estetico con le lanterne esistenti. I nuovi elementi avranno dimensioni ridotte (elementi cubici con lato di circa 20cm) e saranno posti nel sotto-gronda degli edifici che si affacciano sulla piazza. Nella porzione di piazza più lontana dai fronti degli edifici l’illuminazione sarà assicurata da apparecchi ad incasso, applicati a terra a fianco del fusto delle nuove alberature. L’ultima porzione illuminata sarà il tratto di viabilità che dalla porta del paese conduce alla piazza. In questo caso il sistema illuminante scelto sarà ad incasso a pavimento con effetto a luce lavata washwall che valorizzerà il percorso di ingresso del borgo creando un effetto scenografico sull’antica muratura a confine con l’abbazia.
L’obiettivo del progetto degli spazi pubblici non è solo quello di determinare solo una ‘funzione’ per un determinato luogo ma è importante saperlo valorizzare in quanto essere unico, sia nella sua peculiarità avvalorata dal pregio storico sia nel suo carattere sociale e collettivo, rendendolo un ‘organismo vivo’ del tempo in cui si colloca.
Bibliografia
Brandi C. 1977, Teoria del Restauro, Einaudi, Torino.
Canestrelli A. a cura di A. Barlucchi 2015, L’Abbazia di Torri, Betti editrice, Siena. Torsello P. B., 2006, Figure di pietra. Architettura e restauro, Marsilio, Venezia.
Particolare della facciata di Piazza Vescovado a Torri