Il progetto: le lunghe navi
ratterizzate da uno sviluppo irregolare, quasi agricolo. Il canale rientra così nelle priorità strategiche del Comune di rivitalizzare il territorio e quindi anche il paesaggio della città, con lo scopo esplicito di favorirne la percorribilità pedonale e ciclabile attraverso anche il centro storico. Tra le aree di trasformazione elencate dal R.U. risulta di particolare interesse la zona del mercato ortofrutticolo, che comprende la stazione dismessa di Viareggio Scalo. L’area, che è stretta dal canale, dalle abitazioni del primo Novecento e dalla linea ferroviaria, è chiaramente una zona cerniera tra i quartieri Darsena, Campo D’aviazione e Centro Storico. pubblica prevede un deflusso verso ovest delle percorrenze ad alta velocità, spostando così l’attenzione verso una mobilità sostenibile lungo il canale e la previsione di un sottopasso ciclo-pedonale connesso all’area commerciale oltre ferrovia. Il mercato ortofrutticolo è in stato di degrado. Coerentemente con le legislazioni del PIT il piano prevede una ristrutturazione urbanistica del corpo di fabbrica destinata ad utilizzo per attività cultura-
li. Per l’edificio della vecchia stazione e il deposito merci è previsto un intervento di ristrutturazione edilizia conservativa con destinazione direzionale e pubblici servizi. L’area del mercato ortofrutticolo è una zona di cerniera tra diverse parti della città, soffocata però dalla linea ferroviaria e dallo scorrimento carrabile ad alta velocità, trasformandola in un grande spartitraffico abbandonato. La presenza del mercato, ormai degradato, e della vecchia Stazione Scalo, non sembrano riportare il sapore e l’atmosfera ottocentesca, con i turisti che attraversavano il parco ed il piazzale, in stretto rapporto con la Torre Matilde, per raggiungere la spiaggia. Le banchine del canale non sentono più il cantare di storie del mare, che rimangono isolate dall’area separate dalla via Coppino. Osservando ‘i fatti urbani’ della città di Viareggio, è evidente la mancanza di una centralità rivolta alle arti estetiche, intesa come luogo di incontro e ricerca. Una previsione recente del Comune di spostare alcuni uffici amministrativi all’interno del Palazzo delle Muse, dove oggi è presen-
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Inquadramento
fatti urbani nucleo storico - 1500 espansione ottocentesca espansione successica mare e canali area di progetto linea ferroviaria
progetto, matrice storica e fatti urbani
Torre Matilde
Darsena Lucca
Ex mercato ortofrutticolo
Inquadramento area di progetto stato di fatto
Vecchia Stazione Viareggio Scalo
te la Biblioteca di Viareggio, la Fondazione GAMC, ed il Centro Documentario Storico, genera la variante chiave al piano, spostando le funzioni culturali e ricreative della Fondazioni lungo l’area della Darsena.
Il principio insediativo, attraverso queste considerazioni e le direttive del Regolamento Urbanistico, si fonda sulle direttrici del canale e della linea ferroviaria, identificando una matrice statica, ovvero quella parallela al piccolo corso d’acqua; ed una dinamica, quella della ferrovia che separa la Darsena ed il Centro dalle zone del Terminetto e Varignano. Si delineano così due logiche volte da una parte a rivitalizzare il canale attraverso destinazioni d’uso che possano popolare nuovamente le banchine del Burlamacca, e dall’altra creare un flusso dinamico, mediante architetture che creino un raccordo
della frammentazione generata dal turismo e dall’uso dell’automobile, recuperando il rapporto con lo spazio ed il degrado visivo della linea ferroviaria. I nuovi copri di fabbrica creano una regolarità ed omogeneità dell’ambiente che sembrava irrecuperabile. La riorganizzazione urbana del traffico e delle sue strade, predilige uno spostamento sostenibile, prevedendo un percorso ciclo-pedonale che colleghi il Centro alla zona periferica con i nuovi centri commerciali del Terminetto, attraverso un sottopasso. La scelta di posizionare i parcheggi nell’area sud, avvalora questo criterio di una città futura fondata sugli spostamenti a bassa velocità. I percorsi del parco ortogonali fra loro, sembrano riprendere la “idea principiata” del Valentini e delineano le aree di sosta e gli ingressi agli edifici, con il recupero della piazzale della vec-
chia stazione come fulcro centrale del percorso. Si definiscono le zone di verde dal carattere selvaggio, tipico della pineta di levante, oggi Parco Naturale. I lunghi filari di alberi sulla via Nicola Pisano, mantengono il loro carattere di schermatura, lasciando però permeabile alle residenze l’accesso al parco. Il canale è dominato dagli alti Platani che vengono conservati nella loro posizione attuale.
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Fotografia
l'area di progetto vista dal Canale Burlamacca
Prospettiva dal Canale Burlamacca
_Stato
di fatto
L’area chiusa dal canale e dalla linea ferroviaria risulta frammentata dal mercato degradato, necessità di una ricucitura urbana con una mobilità flessibile della zona, attraverso la demolizione degli edifici del mercato e della ferrovia.
_Direttrici
Identificati il canale Burlamacca e la linea ferroviaria come le matrici della riorganizzazione urbana, si prevede un riassetto della mobilità, generando due aree distinte e le rispettive volumetrie di massima, legate alla memoria storica ed affettiva
_Flussi
I nuovi corpi di fabbrica si modellano sulle direttrici dei flussi statici e dinamici, riferiti alle matrici di partenza, generando soste e percorsi principali, in rapporto alle destinazioni d’uso degli edifici. Il canale e la piazza sono i punti focali della nuova area
_Nuove
centralità
Definiti i percorsi secondari che delineano anche le aree di verde urbano attrezzato, gli edifici rimasti bassi per lasciare libera la prospettiva, si elevano con i loro copri di fabbrica lignei, identificando le nuove centralità, in rapporto con la Torre Matilde
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nuova fondazione GAMC
complesso lungo canale
_complesso lungo canale
Schemi funzionali
A. laboratorio di quartiere - caffetteria
B. nuova fondazione GAMC
C. nuovo centro civico
D. ex deposito ferroviario - auditorium
1. lungo canale
2. essenze - terzo paesaggio
3. parco attrezzato lungo strada
4. piazza della vecchia stazione
5. parco attrezzato lungo strada
6. parcheggi
aree verdi
laboratori di quartiere - caffetteria nuova fondazione GAMC
aree verdi 1 2 3.
lungo canale essenze - terzo paesaggio parco attrezzato lungo strada
complesso piazza vecchia stazione
_complesso piazza vecchia stazione
lungo canale essenze - terzo paesaggio parco attrezzato lungo strada
Le destinazioni d’uso prevedono un dislocamento delle attività della Fondazione GAMC, ed il Centro Documentario Storico, all’interno dell’area, con l’aggiunta funzioni di laboratori artigianali da destinare al quartiere. Si definisce un sistema urbano delle arti, dove opera e cittadino si fondono, dando un valore metaforico all’immagine dei nuovi spazi ed un’identità culturale della città.
complesso piazza vecchia stazione
B
nuovo centro civico ex deposito ferroviario - auditorium
Il museo nella società contemporanea viene interpretato come collettore sociale, luogo di incontro tra istanze storiche ed estetiche. Il progetto è così divisibile in due aree, separate dalla strada a bassa percorrenze, ed unite da un sistema di piazze e percorsi attraverso zone di verde attrezzato, che parte dalla Torre Matilde, passando per il ponte di Pisa e quindi il canale Burlamacca, sino al recupero della vecchia stazione
aree verdi 1
2
3.
Viareggio Scalo e del deposito merci adiacente. Un percorso legato alla memoria storica ed affettiva, cercando di recuperare i segni che riportino il cittadino ad un rapporto con la città, senza sentirsi privo di punti di riferimento. Il nuovo Centro Documentario interpreta il ruolo della storia, della conservazione storica, recuperando la spazialità e l’asse mare monti del vecchio piazzale. Il deposito merci conserva il suo involucro ospitando all’interno un auditorium, per conferenze e spettacoli serali; mentre il volto affettivo viene affidato alle due strutture della nuova sede della Fondazione, con il recupero del canale.
Tipologie piante
Le linee prospettiche del progetto accentuano il paesaggio circostante, eliminando la frammentazione del vecchio mercato ortofrutticolo, e creano un collegamento visivo fra il canale, la nuova piazza, e la Torre Matilde. Gli unici elementi che svettano sono i piani alti del Museo e la torre del Centro Documentario, imponendosi come nuovi punti di rifermento della città della nuova scena urbana. Caratterizzati dal gioco di trasparenze derivate dalla sovrapposizione delle ampie vetrate e della schermature di listelli in legno ‘argentato’, sembrano ricordare un processo artistico, lasciando sempre un rapporto diretto con Viareggio.
piazza della vecchia stazione parco attrezzato lungo strada parcheggi
Gli edifici mantengono una loro omogeneità sia strutturale che materica, con lunghe facciate in cemento e vetro modulate mantenendo libera la prospettiva e lo sguardo verso il contesto.
ex deposito ferroviario - auditorium
_alberature
Cinnamomum camphora Cupressus sempervirens
Punica granatum
Vitex agnus castus
Quercus suber
_essenze
Achillea millefolium
Artemisia lanata
Asteriscus maritimus
Cistus
Helichrysum italicum
Helichrysum orientale
Nepeta racemosa
Phlomis purpurea
Salvia Bee’s Bliss
Santolina chamaecyparissus
Tulbaghia violacea
Verbena bonariensis
Stachys lanata
25
0 6 10 15 30 0 6 10 15 30 B
A
6 P la n i vo l umetrico 1: 5 0 0 A B A B
C 4 D 5
1 2. 3
A 1 B 2 3
nuovo
civico
centro
6
C 4 D 5
pagina precedente Planivolumetrico
Memoria storica
Centro Documentario
Il nuovo centro Documentario Storico, prevede la demolizione della vecchia Stazione Scalo. Sorge parallelo alla linea ferroviaria e adiacente al deposito merci. L’intenzione nasce dal voler riportare una memoria storica, la memoria della vecchia piazza ottocentesca con il suo clima di collettività. Il volume infatti poggia di fronte alla nuova piazza, che mantenendo l’asse est-ovest, trasforma il nuovo archivio nel protagonista di una scenografia paesaggistica mescolata fra i monti ed i cavi ferroviari. Il restauro del deposito merci chiude lo scenario e la quinta della piazza, con la costruzione di gradoni ed un basamento che tengono insieme i due edifici, archivio ed auditorium. La piastra del piano terra, in successione con i materiali del mu-
seo, cemento e vetro, dà continuità tra la piazza ed il suo interno, chiudendosi solo verso il lato ferroviario. Il blocco è spezzato da una galleria coperta che conduce alla fermata provvisoria del treno per uno spostamento locale, ed il piccolo locale verso nord ospita la biglietteria e la sala d’attesa. Come per gli edifici lungo il canale, tutto il piano terra è tenuto insieme da una modulazione che si riflette negli ambienti interni, e dalla pensilina d’acciaio che contorna tutto il corpo di fabbrica. La suddetta indica anche l’ingresso alla Centro Documentario, che oltre alla piccola sala per le consultazioni e letture pubbliche, è caratterizzata soprattutto dalla torre sfalsata verso la ferrovia. Qui sono in attività gli uffici e le sale per la consultazione degli archivi. Il perimetro del piano terra in cemento, si chiude verso l’ester-
no, lasciando la privacy del lettore, che ottiene luce diffusa dal grande vuoto che si genera tra la struttura in cemento armato che contiene i compact degli archivi e la struttura in legno, anche qui di listelli. Il blocco compatto, chiuso per proteggere i libri dalla luce, si innalza lungo tutta l’altezza, portando di riflesso la luce verso il piano basso. La struttura trasparente che caratterizza la facciata perimetrale della torre, consente la visione dalla piazza dell’archivio, che diventa il cervello della città. I piani superiori sono divisi in sezioni di diverse tematiche, che rispecchiano le attuali del Centro Documentario in Piazza Mazzini. La distribuzione avviene attraverso una scala in cemento armato con rifiniture in legno. Essa corre lungo i piani del centro documentario in maniera continua ed è visibile dal grande vuoto ri-
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Schizzi di progetto pagina precedente Prospettiva della nuova fondazione GAMC, in rapporto con la Torre Matilde
0 2 5 0 E e 1 8 9 10 11 12 5 6 7 5 4 2 5 3 13 13 14
cavato all'acceso dell'archivio ed anche dall'esterno grazie alla facciata in listelli di legno, dove ogni rampa sembra volare. Il blocco di cemento dell'archivio e la scala, sostenute da piastre in cemento armato generano un effetto di sospensione degli elementi insieme all'ingresso della luce attraverso le alte lame di legno. La parete verso la ferrovia viene schermata per limitare l'ingresso del rumore dovuta dal passaggio dei treni, e puntualizzare lo sguardo verso il degrado della periferia attraverso delle singole aperture. Il vuoto ed il distacco dalla struttura perimetrale, termina infatti nei momenti di sosta per i lavoratori dell’archivio con le aperture che consentono la visione verso il contesto.
Il progetto dell’auditorium prevede il mantenimento delle copertura e delle pareti perimetrali del deposito merci.
Le aperture infatti sono sull’asse delle esistenti, con la progettazione di nuove chiusure. Gli interni si distribuiscono tramite un grande foyer, accessibile immediatamente dalla piazza e da una lunga rampa arrivando dal parcheggio. Rimangono separati dalle pareti esistenti permettendo il passaggio attraverso due corridoi perimetrali. L’accesso alla sala, anch’essa posta centralmente rispetto alle chiusure esterne, è posto dietro al palco. Se ad un primo impatto la sala non sembra avere caratteri distintivi, percorrendo i corridoi laterali lungo le sinuose linee del ballatoio ligneo, l’osservatore arrivato alla gradonata percepisce subito la similitudine con un profonda banchina, o il solco di una nave.
Il legno ancora una volta domina lo spazio, che attraverso l’uso di tende fonoassorbenti scure lungo le pare -
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pagina precedente Planimetria piano terra
1. hall - centro documentazione storica
2. sala lettura - emeroteca
3.sala lettura scaffale aperto
4.sala consultazione - ufficio
5.servizi
6. info point - edicola
7. biglietteria stazione - sala attesa
8. foyer auditorium
9. auditorium
10. magazzino 11. sala macchine 12. guardaroba
13. piazza vecchia stazione
14. fermata stazione 0 2 5 0
Sezione E
Ee e 0 2 5 0
E
e
ti perimetrali, viene esaltato dal contrasto chiaro scuro. Le travi in legno del contro soffitto per la qualità acustica e i pannelli delle pareti dello scavo listellate, generano un ambiente intimo e riparato. Lo spettatore uscendo dal piccolo auditorium, si ritrova nella nuova piazza, accompagnato dalla torre lignea e la facciata del centro documentario, alzando lo sguardo trova la relazione storica con la Torre Matilde, lasciato libero dalle volumetrie della nuova fondazione e dal suo parco.
Prospettiva della piazza del nuovo centro documentario storico
Esploso assonometrico
Livello + 13.95
Archivio
sezione Lorenzo Viani
Livello + 10.75
Archivio
fototeca
Livello + 7.55
Archivio
cartoteca
Livello +4.35
Archivio
biblioteca
emeroteca
Livello +0.00
Archivio
biblioteca - sala lettura
ufficio
zona consultazione
servizi
fermata stazione
Auditorium
foyer - biglietteria
servizi
sala macchine
Livello + 13.95 Livello + 10.75 Livello + 7.55 Livello + 4.35 Livello + 0.00
Memoria affettiva
Nuova sede GAMC
La nuova sede Gamc nasce sulle rive del canale Burlamacca, con un impianto di carattere cantieristico, e si inserisce nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo seguendo le linee direttrici del canale e della linea ferroviaria. I due volumi con le loro facciate alternate da cemento e vetro, generano attraverso la modulazione di queste ultime, un sistema di percorsi e soste in continua relazione tra interno ed esterno. I corpi di fabbrica si separano per garantire un utilizzo del parco e della banchina a diverse ore del giorno. Sono tenuti insieme da una sottile linea d’acciaio scuro che, oltre ad avere la funzione di frangisole, sembra condurre il visitatore lungo i nuovi tracciati, segnando gli ingressi alle strutture. La lunga facciata in legno del piano superiore è
la protagonista, il suo profilo allungato richiama le architetture cantieristiche e delle navi. La proprietà della trasparenza del volume insieme alla sovrapposizione delle schermature lignee, permette allo sguardo dello spettatore di non soffermarsi ma di attraversala fino a portare l’attenzione oltre il limite fisico dell’opera stessa. Come un grosso relitto incagliato sulla riva, bagnato dal mare che porta con sé i segni del tempo, data anche dalla sua forma ad ovale verso nord, si impone come un vero riparo delle arti, dove si realizza e racconta la storia della città attraverso la sua collezione.
L’incontro dei due assi segna l’ingresso alla struttura perpendicolare al canale.
Il museo si sviluppa longitudinalmente delineato da una struttura continua che funge poi da basamento per la struttura lignea del primo piano, con-
tornata da una piastra su quasi tutto il perimetro tranne che per la punta ovale. Il corpo di fabbrica centrale, il ‘cantiere’, attraverso un processo di sottrazione, genera un vuoto attivo, lasciando correre libera la struttura portante del piano superiore sorretto dalle torrette dei blocchi scale
La hall, collocata in posizione centrale, distribuisce in maniera chiara le sale museali, i blocchi scale, il book shop e le zone amministrative. Questi ultimi sono collocati nel blocco adiacente alla strada carrabile verso la ferrovia, creando quindi una separazione con la zona pubblica e la mobilità carrabile, consentendo allo stesso tempo un autonomia di accessi per le zone di lavoro e del deposito.
Se all’esterno il carattere dominante è quello cantieristico, quasi di astrazione dal tempo, il
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pagina precedente Prospettiva dell'ingresso alla nuova fondazione GAMC
Schizzi di progetto
Maquette di progetto planimetria scala 1:200
Esploso assonometrico
Livello + 4.35
Museo
sala Lorenzo Viani
Livello + 0.00
Museo hall
bookshop
sala mostre temporanee
sala mostre permanenti
sala video proiezioni amministrazione
sala macchine
Lungo canale
bar caffetteria
laboratorio di quartiere
laboratorio didattico
foyer laboratorio stamperia d'arte
servizi
Livello +0.00
Museo
servizi
guardaroba armadietti
deposito
Stamperia d'arte
laboratorio stamperia
deposito
cortile
Livello - 4.35
Livello + 4.35
Livello + 0.00
5 10 B b A a 4 13 14 17 16 15 1 5 6 3 2 8 9 10 10 10 11 12 7 17
pagina precedente Planimetria piano terra
1. hall - nuova fondazione GAMC
2. bookshop
3. guardaroba
grande doppio volume della biglietteria svela da subito la matrice legata alla marineria velica. L’uso del legno nella struttura delle coperture, nelle finiture dei contro-soffitti e nei ballatoi del primo piano, costruiscono lo spazio con richiamo alle arti dei maestri d’ascia. Il vuoto generato nella sala d’accesso è dominato dalla prima visione della struttura a capriate in legno che condurrà poi il visitatore lungo le sale del museo. La luce che filtra dalle facciate di listelli in legno genera dei contrasti che esaltano le forme dello scafo, e determina il contrasto fra cemento e legno.
La sala temporanea è progettata come uno spazio flessibile per accogliere diverse tipologie di mostra, posta sulla punta della ‘nave’, è caratterizzata dalla forte presenza della struttura della copertura e il contrasto fra luce e
ombra che accentua la morbida forma ovale del perimetro murario. Il blocco in cemento che sporge quasi a sfidare la forza di gravità accenna già la struttura e conformazione dello spazio che accoglie la collezione di Lorenzo Viani. Le sale permanenti si trovano quindi in asse con la hall all’interno del perimetro murario del ‘cantiere’. Le sale sono distribuite dal lungo corridoio vetrato largo 3.5m caratterizzato dalle strutture ligne del soffitto con le travi a vista e controsoffitti listellati ed i pilastri in legno che seguono il ritmo degli infissi della vetrata. L'espediente distributivo oltre ad essere di introduzione alle sale, mantiene vivo il rapporto con il parco e la città, dando anche una sosta e divisione dalla mostra.
Qui, il rapporto si inverte con la struttura del primo piano, il quale si sviluppa longitudinalmente come un vero e
proprio ponte sorretto dai blocchi scale: i vuoti posti ai lati delle sale lasciano penetrare la luce dall’alto, che bagna le pareti perimetrali permettendo un’ illuminazione diffusa, ottemperata dalla presenza anche di luci artificiali posti sui controsoffitti di cartongesso, per la mostra.
Il continuo contatto visivo tra gli spazi sia del corridoio, sia del piano superiore, caratterizzati e scanditi anche dalla struttura modulare, conducono il visitatore all’aula finale del piano terra, dove è raccontata la storia della fondazione e di Viani, a cui è dedicato l’interno piano superiore.
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4. galleria mostre temporanee
5. galleria mostre permanenti
6. museo della fondazione
7. sala video proiezioni - conferenze
8. foyer amministrativo - segreteria
9. ufficio direzione
10. uffici personale
11. sala riunioni
12. sala macchine
13. caffetteria
14. laboratorio didattico
15. laboratorio di quartiere
16. foyer laboratorio stamperia d’arte
17. servizi
Prospetto nord 0 2 5 0 E e 0 2 5 0 E e
18. giardino laboratorio stamperia d’arte
Prospettiva della hall nuova fondazione GAMC
Prospetto Est
Sezione Bb
Prospetto Sud
Sezione Aa
D d 1,5 1,7 1,9 1,4 5,8 2,1 1,6 2,1 1,5 1,5 1,4 5,1 1,8 1,8 6,1 2,1 2,5 1,4 31,7 1,4 4,8 6,4 1,6 3,1 6,4 4,8 1,4 3,2 1,9 5,1 0,4 0,9 1,6 7 6 5 4 3 2 1
_Sala Lorenzo Viani, Benedizione dei morti del mare
_Sala Lorenzo Viani, Grafica e pittura
_Sala accoglienza, Scultura, Testa di pazza. Scultura in creta, piedistallo in acciaio scuro. Profilo metallico saldato spessore 30 mm
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Planimetria piano +4.35
Il suddetto piano si profila quindi come un percorso unico, con una continua diversità di rapporti fra mostra e architettura.
Salito l’ultimo gradino delle scale nei blocchi di cemento lo sguardo è rivolto alla città, velato dal gioco di chiaro e scuro delle gelosie lignee. Lo spazio che esibisce l’unica scultura dell’artista viareggino si presenta come una grande terrazza delineata da una panca continua in legno. L'ingresso libero della luce e la possibilità di muoversi liberamente intorno alla scultura sono scelte ancorate al tipo mostra. Ancora una volta sono le strutture e la loro sincerità strutturale che conformano la qualità spaziale.
La sala centrale divisa secondo le tematiche care all’artista, è progettata per contenere l’intera collezione comunale dedicata a Viani. Le pareti perime-
trali di cartongesso, disegnano gli spazi da allestire grazie ai profili di legno, che le donano un carattere ed un ordine quasi giapponese.
Il vuoto tra la sala-ponte e lo spazio delle permanenti è mascherato proprio da queste ultime, e torna visibile solo nella parte centrale, dove due aperture simmetriche si aprono alla città ed ai monti, per confermare il rapporto fra l’artista e la città. Accompagnata dalla costante visione dello ‘scafo’, la lunga nave si trasforma nella metafora del viaggio, un lungo percorso in un’unica navata sulla vita di Lorenzo Viani.
“Il dipinto non può vivere nell'isolamento. Ha bisogno dello sguardo di un osservatore sensibile per potersi ridestare e sviluppare. Senza quello sguardo il dipinto muore” (Rothko, 2007).
Lo spazio architettonico così ottenuto precisa l’opera, piuttosto che iso-
larla, e scompare l’aspetto di contenitore di stanza. La diffusione della luce filtrata dai listelli rimbalza sulla superficie inclinata della copertura, diffondendosi nell’ambiente, esaltando le linee marcate della lunga nave, riparo dell’arte dell’artista viareggino. Il blocco scale che chiude il percorso ciclico museale riportando il visitatore alla hall di ingresso separa quasi in maniera intima l’ultima sala in aggetto sulla temporanea. Questa sala custodisce il quadro la “Benedizione dei morti del mare”, una delle prime opere acquistate dalla fondazione GAMC, in uno spazio conformato alle sue dimensione. Il significato del quadro chiude il percorso riportando alla memoria i dolori del mare e le conseguenze che esso porta.
41 Sezione Dd
1. accoglienza sala Lorenzo Viani
2. sala I - scuola ed infanzia
3. sala II - famiglia
4. sala III - città e mare
5. sala IV - teste e ritratti
6. sala V - pittura
0 2 5 0 E e 0 2 5 0 E e
7. sala VI - Benedizione dei morti del mare
Prospettiva della sala espositiva Lorenzo Viani
43 Esploso assonometrico del piano +4.35
Maquette di progetto sezione scala 1:50
Maquette di progetto sezione scala 1:50
C c 6 4 3 5 2 8 9 10 7 11 1 9
Le funzioni di quartiere e di servizio al museo sono collocate invece nella stecca parallela al canale. Distribuita da una hall centrale, si suddivide longitudinalmente secondo una schema legato alla modulazione strutturale e alle logiche di soleggiamento, evidenziato anche dalla diversità delle due facciate nord-sud. Scandita dalla struttura delle travi in legno a vista, infatti, la parte nord contiene funzioni di quartiere, quali i servizi di ristorazione e bar e i laboratori didattici utilizzati anche dal museo.
La facciata che corre lungo quasi tutto il corpo di fabbrica, caratterizzata da infissi in acciaio zincato, lascia libero l’accesso con la piazza lungo il canale con lo sguardo verso il Burlamacca e la Torre Matilde. La sezione rivela la presenza del piano interrato, dove i laboratori di stamperia d’arte produco-
no le xilografie. Dalla hall verso il parco, la scala in legno che corre lungo il muro di cemento, chiuso poiché collocato a sud, accompagna i clienti in uno spazio di accoglienza caratterizzato ancora una volta dal contrasto dei materiali, accentuato dalla luce zenitale garantita dai lucernari a soffitto.
Le travi lamellari che tornano a vista nel grande vuoto sorreggono una sottostruttura metallica per gli infissi della vetrata. L’intradosso dell’apertura prevede l’utilizzo di pannelli in vetro satinato per una corretta diffusione della luce. La struttura della scala è in cemento ancorata alla parete portante, con la trave a vista. Lo stacco marcato tra il cemento e le componenti lignee a listelli di 4 cm alternati da fessure altrettanto uguali, vuole ribadire la sincerità delle strutture e conferire allo spazio un carattere confortevole.
Il primo ambiente è espositivo per le opere prodotte dai laboratori. La sezione della parete in cemento si interrompe drasticamente scavando uno spazio illuminato artificialmente in continuità con il doppio volume di ingresso. Le zone di lavoro, raggiungibili da un corridoio coperto che ospita i magazzini per le opere, si aprono invece su un cortile privato, caratterizzato da una piccola rampa verde, che diventa il luogo intimo della produzione di xilografie.
47 Sezione Cc
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Planimetria piano -4.35
1. accoglienza laboratori
2. sala espositiva
3. laboratorio stamperia d'arte
4. sala stampe
5. magazzino
6. cortile
7. deposito fondazione
8. guardaroba - armadietti
9. servizi
10. spogliatoio personale fondazione
0 2 5 0 E e 0 2 5 0 E e
11. sala pulizie
Prospettiva
dello spazio espositivo dei laboratori
49 Esploso assonometrico del piano -4.35
“Noi non riconosciamo alcun problema formale, bensì soltanto problemi costruttivi, La forma non è il fine, bensì il risultato del nostro lavoro. Non esiste alcuna forma in sé […] la forma come fine è formalismo, e noi lo rifiutiamo. Altrettanto poco aspiriamo a uno stile. Anche la volontà di stile è formalista. Noi abbiamo altre preoccupazioni. Ci preme sostanzialmente di liberare la pratica del costruire dalla speculazione estetica, e di riportare il costruire a ciò che deve esclusivamente essere, ossia COSTRUIRE.”
(L. Mies van der Rohe, 1923)
Riflessioni sul costruire
La citazione di Mies van der Rohe, chiarisce da subito che il riferimento alla marineria velica non è un mero formalismo. La sua memoria, come abbiamo più volte citato, ‘affettiva’, vuole sì da un lato richiamare l’atmosfera e gli scenari dell’umile villaggio di pescatori, ma soprattutto acquisire la conoscenza e la consapevolezza del saper costruire dei maestri d’ascia del tempo.
“L'architettura dipende dal proprio tempo. È la cristallizzazione della sua intima struttura, il graduale dispiegamento della sua forma” (Mies van der Rohe, 1950 citato in Martì Arìs, 2017). Il valore dell’opera risiede nel suo utilizzo, quello di conformare uno spazio a misura dell’opera artistica che espone, diventando un tutt’uno con essa e con la storia della sua civiltà.
La struttura è l’espressione della costruzione, che appartiene all’epoca e non all’individuo, espressione quindi della civilizzazione in cui sorge. Le strutture dell’edificio sono la composizione elementare di parti architettoniche che nel loro insieme la rendono complessa. Come la costruzione complessa di un opera d’arte dove le componenti che la formano sono riconoscibili, la sincerità strutturale rende l’architettura immediatamente esplicita e con una propria forte identità. La progettazione delle strutture parte dalle considerazione geologiche dell’area, delineando così le fasi di costruzione e tempi di cantieristica che si rispecchiano poi nella scelta dei materiali e nella loro estetica. Infatti se lo scavo e la fondazione, insieme al piano terra dei corpi di fabbrica sono un tipo di costruzione in sito, le
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pagina precedente Prospettiva della sala temporanea
Schizzi di progetto
Maquette di progetto dettaglio struttura scala 1:100
componenti dei volumi che svettano sopra le strutture continue, sono l’espressione di una progettazione prefabbricata, con il montaggio in cantiere delle parti lignee tra loro e il fissaggio alle armature dei piani sottostanti. Il terreno, data la vicinanza al canale e al mare, è costituito prevalentemente da suolo sabbioso con possibile presenza di falda acquifera al di sotto dei 2m di profondità.
Questo ha condizionato le scelte progettuali del tipo di scavo e impermeabilizzazione. Lo scavo infatti, con metodo basilare a cielo aperto con scarpata laterale, avviene grazie al sistema di drenaggio verticale della falda superficiale, detto ‘well point’ (o punta di pozzo). Questa procedura provoca l’abbassamento temporaneo della superficie della falda freatica consentendo sia di poter lavorare all’asciutto sia di impe-
dire il franamento delle pareti scavate. Il sistema prevede l’installazione di due file di punte lungo il perimetro dell’edificio ad una profondità superiore allo scavo. L’impianto è completato da un collettore di aspirazione orizzontale e la tubazione di scarico nel canale. La struttura del piano interrato quindi, una volta effettuato lo scavo e previsto il totale rivestimento di quest’ultimo con materiale impermeabilizzante in PVC, prevede la messa in opera della fondazione a platea continua e delle pareti portanti. L’allargamento del blocco centrale, serve ad ottemperare la spinta idraulica dal basso verso l’alto, con il rischio di sollevamento, tramite il principio di archimede, aumentando il peso del corpo di fabbrica. Inoltre permette di creare degli scannafossi controterra con pareti di spessore maggiore. Il sistema di impermeabiliz-
zazione delle pareti e fondazione utilizzato è il sistema ‘vasca bianca’ della ditta SIKA, che offre una soluzione integrata alle guaine impermeabilizzanti. Formata da calcestruzzo impermeabile combinato con opportuni sistemi di sigillatura dei giunti sia di costruzione che di movimento, offre prestazioni e durabilità, resistenza alle infiltrazioni e risalita capillare. Inoltre l’utilizzo di additivi speciali, come super-plastificanti o cristalli attivi, limita le micro-lesioni da ritiro, con una compattazione del materiale. In particolare vengono utilizzati waterstop in PVC, applicati sull’asse di congiunzione tra la parete controterra e la fondazione; tubi d’iniezione e nastri idro-espandenti che limitano la fessurazione.
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1,1 2,6 0,4 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 3,7 3,8 4,9 4,1 3,2 1,6 1,6 3,2 5 6 0 y y 1 z 2 3 z 5 6 X2 X X2’ X3 X X5 X5’ X6 X6’ X X7’ X X8’ X X9’ X X X X12’ X X X X15’ X X X X X
Approfondimento struttura capriata
E A H C M D B G L F N O
Legenda
A. Solaio di copertura
Strato di ghiaia
Massetto delle pendenze in cls alleggerito
Guaina impermeabilizzante
Strato coibentazione in sughero
Pannello per isolamento termico
Barriera al vapore
Soletta in cls collaborante con lamiera
Grecata
Trave portante in legno lamellare, Sistema a capriata
B. Sistema vetrato
Sistema frangisole in listelli di legno di Larice verniciato
Sistema di oscuramento tende a
Scomparsa
Intelaiatura portante in legno
Lamellare
Infisso in legno con doppiovetro
Laminato temperato
C. Solaio Interpiano
Pavimentazione in parquet
Pannello per isolamento acustico
getto in ca
Finitura interna con intonaco
Controsoffitto in cartongesso
D. Solaio di copertura
Tetto giardino sedum
Massetto delle pendenze in cls
Alleggerito
Guaina impermeabilizzante
Strato coibentazione in sughero
Pannello per isolamento termico
Barriera al vapore
Soletta in cls collaborante con lamiera
Grecata
Trave secondaria in legno lamellare
Controsoffitto in listelli di legno (listello 30x40 mm)
Profilo strip led luce artificiale
Interposto a listelli controsoffitto
E. Pavimentazione esterna
Pavimentazione in lastre di cemento
In ghiaietto lavato, misto granito dell’
Elba
Strato di malta livellante
Massetto delle pendenze in cls
Alleggerito con canale di raccolta delle
Acque piovane
Guaina impermeabilizzante
Sottofondo
Terreno
F. Sistema di vetratura
Finitura esterna in cls lavato (ditta Coplan)
Pannello per isolamento termico
Trave secondaria in legno lamellare
Profilo sistema EBE 65 a taglio
Termico (Secco) acciaio zincato
Montante in legno lamellare
Sistema di oscuramento a scomparsa
G. Chiusura verticale interna
Finitura esterna in cls lavato (ditta Coplan)
Pannello per isolamento termico
Getto in ca
Finitura interna con intonaco
H. Solaio interpiano
Pavimentazione in lastre di cemento
Resina su malta di alloggiamento
Massetto in cls alleggerito
Portaimpianti e pannello portatubi con carta anticondensa
Pannello per isolamento termico
Struttura portante in ca
Finitura interna con intonaco
Controsoffitto in cartongesso
O. Pensilina
Struttura principale in alluminio scuro
Profilo a C
Lame frangisole in alluminio scuro
I. Chiusura verticale controterra
Strato di impermeabilizzazione in PVC (sika)
Sistema nastri sigillanti idrofili per Giunti di movimento
Profili idroespandenti per giunti di Costruzione
Getto in cls con additivi
Struttura portante in ca
L. Chiusura verticale quota -4.35
Getto cls con additivi
Barriera al vapore
Pannello per isolamento termico
Struttura portante in ca
Finitura interna con intonaco
M. Solaio controterra _ quota -4.35
Pavimentazione in lastre di cemento
Resina su malta di allogiamento
Massetto in cls alleggerito
Portaimpianti e pannello portatubi con carta anticondensa
Barriera al vapore
Pannello per isolamento termico
Getto in cls con rete elettrosaldata
Vespaio areato con moduli di tipo iglù
Sistema nastri sigillanti idrofili per Giunti di movimento
Profili idroespandenti
Platea in ca
Magrone
Una volta conclusa la costruzione delle fondazioni si procede con le chiusure perimetrali dell’edificio a piano terra. Sono posate in opera, di spessore 60 cm circa, con uno di isolante spesso 120 mm. La finitura esterna tramite un processo di lavaggio, garantito dalla ditta Coplan, assume un aspetto graffiato che conferisce ai volumi un aspetto monolitico, slanciato dalle fughe dei casseri. L’effetto sgraffiato, ripetuto anche nell’interno per le finiture in intonaco, rende meno rigido il confronto con le lunghe pareti, accompagnate dalle ombre della pensilina in alluminio. La suddetta pensilina è strutturata da un profilo a C 200x50 che corre lungo l’esterno, parallelamente alla parete. I travetti perpendicolari scandiscono il passo delle lamine in alluminio che fungono da frangisole, alte 140 mm. La loro altezza ribas-
sata rispetto alla struttura principale, permette alla copertura in laminato di legno di inserirsi nel modulo della pensilina e coprire gli ingressi. L’ossatura delle pareti al piano terra, come già descritto, è in calcestruzzo armato, ottenuto con trattamenti che riducono l’emissione di anidride carbonica e il trattenimento di umidità.
Nelle lunghe vetrate il sistema continuo si interrompe, alternandosi con un sistema puntiforme. Nel caso specifico le travi in legno lamellare di larice, dimensionate 80x25 cm, che sorreggono le coperture con tetto giardino, si ancorano alle murature di cls, mentre lungo le vetrate, scandite da infissi in acciaio zincato (profilo EBE della Secco), scaricano su montati in legno, 30x15 cm. Questo sistema di strutture continue su cui poggiano le travi lignee della copertura, corre lungo qua-
si l’intero piano terra con un passo regolare di 6,4 m, scaricando poi nella fondazione a platea del piano interrato. Un sistema di travature secondarie sempre in legno lamellare si colloca nell’asse mediano del modulo fatta accezione del cantiere centrale. Il modulo è visibile dalle travi a vista, rafforzato dalla progettazione dei controsoffitti in listelli di legno, fissati in pannelli di cartongesso, che arricchiscono lo spazio. Il loro spessore di 4,5 cm alternato da vuoti di stessa dimensione consente l’inserimento delle luci artificiali, strip-led. L’orditura dei solai è poi irrigidita dalla messa in opera di solette in cls collaborante con lamiera grecata bullonata alle travi. Diverso è il discorso per le strutture che colmano il vuoto del ‘cantiere’.
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100 mm 30 mm 40 mm 120 mm 180 mm 500x150 mm 90x40 mm 300x150 mm 80 mm 25 mm 300 mm 20 mm 300 mm 100 mm 30 mm 40 mm 120 mm 180 mm 800x250 mm 80 mm 120 mm 800x250 mm 65x80 mm 300x120 mm 80 mm 150 mm 350 mm 80 mm 120 mm 300 mm 20 mm 80 mm 120 mm 300 mm 20 mm 30 mm 150 mm 120 mm 300 mm 20 mm 60 mm 1200x40 mm 45x40 mm 30 mm 150 mm 120 mm 300 mm 300 mm 500 mm 150 mm 100 mm 50 mm 150 mm 300 mm pagina precedente Dettaglio costruttivo 0 2.5 0.5 1.5
stabilizzato
H D L M C A E G B
Legenda
A. Solaio di copertura
Strato di ghiaia
Massetto delle pendenze in cls alleggerito
Guaina impermeabilizzante
Strato coibentazione in sughero
Pannello per isolamento termico
Barriera al vapore
Soletta in cls collaborante con lamiera
Grecata
Trave secondaria in legno lamellare, Sistema a capriata
B. Capriata
Capriata in travi di legno lamellare, con fissaggio tramite bullonatura e flange in acciaio
Rivestimento in pannelli di legno noce scuro
Trave portante di chiusura capriata
C. Sistema vetrato
Sistema frangisole in listelli di legno di larice verniciato
Sistema di oscuramento tende a scomparsa
Intelaiatura portante in legno
lamellare
Infisso in legno con doppiovetro
laminato
D. Chiusura verticale blocco scale
Finitura esterna in con intonaco (graffiato come cls)
Getto in ca
Finitura interna con intonaco
E. Solaio Interpiano
Pavimentazione in parquet
Pannello per isolamento acustico
Getto in ca
Finitura interna con intonaco
Controsoffitto cartongesso
F. Chiusura verticale esposizioni
Finitura esterna con intonaco (graffiato come cls)
Pannello eps fonoassorbente
Strututra metallica, profili L in acciaio
Portaimpianti e fissaggio quadri
Pannello eps fonoassorbente
Finitura interna in cartongesso
G. Solaio interpiano
Pavimentazione in lastre di cemento
Resina su malta di alloggiamento
Massetto in cls alleggerito
Portaimpianti e pannello portatubi con carta anticondensa
Pannello per isolamento termico
Struttura portante in ca
Finitura interna con intonaco
Controsoffitto in cartongesso
H. Chiusura verticale esterna
Finitura esterna in cls lavato (ditta Coplan)
Pannello per isolamento termico
Getto in ca
Finitura interna con intonaco
I. Solaio controterra _ quota -4.35
Pavimentazione in lastre di cemento
Resina su malta di alloggiamento
Massetto in cls alleggerito
Portaimpianti e pannello portatubi con carta anticondensa
Barriera al vapore
Pannello per isolamento termico
Getto in cls con rete elettrosaldata
Vespaio areato con moduli di tipo iglù in plastica
Sistema nastri sigillanti idrofili per Giunti di movimento
Profili idroespandenti per giunti di costruzione
Platea in ca
Magrone
L. Chiusura verticale quota -4.35
Getto cls con additivi
Barriera al vapore
Pannello per isolamento termico
Struttura portante in ca
Finitura interna con intonaco
M. Chiusura verticale controterra
Strato di impermeabilizzazione in PVC (sika)
Sistema nastri sigillanti idrofili per Giunti di movimento
Profili idroespandenti per giunti di costruzione
Getto in cls con additivi
Struttura portante in ca
Il sistema, per così dire a ponte, in calcestruzzo armato che corre lungo le sale permanenti, passando per la hall e la sala temporanea, è scandito sempre dal passo regolare di 6,4 m, con travi in cls armato 100x30 cm circa, controventate da solai con getto in c.a. di 30 cm, per irrigidire la struttura soprattutto nelle parti a sbalzo. Il solaio, con finitura in parquet, procede quasi interamente lungo il blocco museale, staccandosi dalle pareti perimetrali, lasciando così che le pareti delle sale al piano terra vengano bagnate di luce zenitale. Scarica principalmente sulle pareti divisorie delle sale permanenti e sui blocchi armati delle scale, che corrono fino alla fondazione, e si ancora alle pareti perimetrali nei ballatoi del doppio volume della hall e in quelli di uscita delle risalite, per garantire un irrigidimento al mo-
vimento della struttura. Le pareti della sala espositiva dedicata a Lorenzo Viani, sono in cartongesso con una loro sottostruttura metallica, rendendoli così più leggeri e per gli sforzi sul solaio. I blocchi scale non si innalzano fino al tetto formando quindi un appoggio per la strutture a capriata della ‘scafo della nave’. La composizione delle parti strutturali di questa chiusura definisce l’intero piano primo, poggiando sulle pareti perimetrali del ‘cantiere’.
I pilastri in legno lamellare 30x15 cm, scandiscono la facciata vetrata del corpo di fabbrica, con un passo modulare di 3,2 m; ancorandosi all’armatura delle pareti in c.a con delle barre filettate ed affogate, tramite una flangia d’acciaio bullonata.
La trave orizzontale ad altezza 3,1 m irrigidisce la struttura, consentendo la costruzione e l’installazione delle com-
ponenti vetrate. La gelosia in listelli di legno divisa in pannelli, è fissata agli elementi verticali ed orizzontali della facciata tramite una sottostruttura orizzontale che le distanzia dai montanti verticali, consentendo l’apertura a soffietto dei pannelli e la conseguente pulizia esterna delle vetrate. Tra quest’ultimo e la struttura è previsto anche l’installazione di un tende a scomparsa per l’eventuale oscuramento degli ambienti espositivi dalla luce solare (ditta svizzera Kästli Storen AG).
Pilastri e blocchi scale costituiscono quindi il sostegno della capriata rovescia che corre lunga per quasi novanta metri. Lo scheletro ligneo, che richiama le strutture navali dei maestri d’ascia che resero la marineria velica viareggina un icona in tutto il mondo composto da travi la-
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temperato 100 mm 30 mm 40 mm 120 mm 180 mm 500x150 mm 500x150 mm 30 mm 800x150 mm 20 mm 300 mm 20 mm 80 mm 25 mm 300 mm 20 mm 20 mm 30 mm 50x20 mm 30 mm 20 mm 30 mm 150 mm 120 mm 300 mm 20 mm 60 mm 80 mm 120 mm 300 mm 20 mm 30 mm 150 mm 120 mm 300 mm 300 mm 500 mm 150 mm 80 mm 120 mm 300 mm 20 mm 80 mm 150 mm 350 mm 90x40 mm 300x150 mm pagina precedente Dettaglio costruttivo 0 2.5 0.5 1.5
C A B
mellari fissate con flange di acciaio a scomparsa e sistemi di incastro a tasca per le travi trasversali. La capriata si modula con un passo di 3,2 m in asse con la struttura dei pilastri, rafforzata dalla ‘chiglia’ in legno, costituita da tre travi, sagomate per il fissaggio della capriata.
Le travi permettono anche il passaggio degli impianti di areazione e illuminazione, schermati da una grata metallica scura. La struttura regolare varia negli estremi del lungo corpo di fabbrica, in particolare nella geometria della zona ovale, in prossimità della sala temporanea, dove le travi capriate ruotano in asse con il perimetro, per mantenere in facciata un passo regolare dei pilastri, visibile dall’esterno e dall’interno. Qui la ‘chiglia’ si interrompe lasciando correre la trave in mediana dell’arco che chiude la nave, conferen-
do un profilo slanciato alla copertura, proprio come la navi “gallettate” descritte nei libri di Mario Tobino. La scelta di una struttura complessa a livello geometrico trova risposta nella volontà di integrare progetto e struttura, oltre che rendere il percorso espositivo un elemento unico con l’architettura.
Inoltre il rivestimento in legno di noce, scuro, serve alla diffusione misurata della luce negli ambienti, controllata dall’aggiunta dei faretti e strip led alla distanza idonea in rapporto con l’altezza. Il risultato è una sala flessibile alle scelte di allestimento, consapevole del tipo e quantità di opere da esporre.
La chiusura del piano primo delineando così il carattere di trasparenza e sincerità strutturale del ‘cantiere’ chiude con una copertura piana in cls collaborante e lamiera grecata. Le installazioni e le compartizioni tecniche, sono in-
tegrate nelle scelte progettuali, sia per l’illuminazione che areazione. Il riscaldamento e raffreddamento degli ambienti è garantito dai pannelli radianti nel pavimento.
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Approfondimento capriata - nodi pagina precedente Esploso assonometrico dettaglio capriata
A _ Nodo capriata - pilastro B _ Nodo capriata - trave centrale C _ Nodo pilastro - parte c.a.
Letteratura generale
Agamben G. 2013, L’uomo senza contenuto, Quodilibet, Macerata.
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Filmografia
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Fago G. 2000, Sulla spiaggia e di là dal molo
Moholy-Nagy L. 1933, Architects’ Congress
Monicelli M. 2006, Le rose del Deserto
Risi D. 1985, Scemo di guerra
Risi D. 1961, Una vita difficile
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Tofanelli A. 2005, Contronatura
Sitografia
http://www.comune.viareggio.lu.it/
http://www502.regione.toscana.it/
http://www.gamc.it
https://www.viareggiocomera.it
61 Bibliografia
63 Presentazione 5 Fabrizio F. V. Arrigoni Dalle lande paludose alla Perla del Tirreno 7 Due facce contrapposte dal canale 13 Collezione GAMC, Lorenzo Viani 17 Il progetto: le lunghe navi 17 Memoria storica, centro documentario 27 Memoria affettiva, nuova sede GAMC 33 Riflessioni sul costruire 51 Bibliografia 61 Indice
Finito di stampare per conto di didapress
Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze giugno 2023
Viareggio, città toscana della Versilia, ha una storia recente. Camminando sulle banchine del canale Burlamacca, la città assume un aspetto nostalgico. Lontani sono i ricordi del primo villaggio cinquecentesco, delle battaglie marinare e delle terre paludose. Il canale porta con sé i “segni” di un intimo rapporto della città con il mare. Elemento di collegamento e divisione delle due anime di Viareggio: la città marinara e cantieristica, la Darsena, e la realtà turistica lungo la costa. Il progetto nasce sulle rive di questa sinuosa linea d’acqua, che scorre dal mare ai monti. Una trasformazione architettonica ed urbana ispirata alle opere dell’artista e scrittore Lorenzo Viani. Un nuovo centro culturale dove memoria storica ed affettiva trovano sovrano riparo sotto le lunghe navi.
Valerio Cerri Architetto dello studio Cerri Pandolfi Architetti e Dottorando in Progettazione architettonica e urbana a Firenze dal 2022. Si forma presso la Scuola di Architettura dell’Università di Firenze, dove si laurea con lode e dignità di pubblicazione nel 2020. Cultore della materia dal 2016.
ISBN 978-88-3338-184-8