Volume 2
Paesaggi della Valle Camonica: trasformazioni e permanenze
Temi ed esplorazioni progettuali a cura di Anna Lambertini in collaborazione con Stella Fabbri, Gianna Fedeli, Giovanni Grapeggia, Lorenzo Nofroni, Luca Dorbolò contributi di Dario Furlanetto e Guido Calvi
Il volume pubblica parte degli esiti dello studio: “Trasformazioni e Permanenze dei Paesaggi Camuni. Letture diagnostiche e interpretazioni progettuali” elaborato nell’ambito della Convenzione stipulata nel maggio 2017 tra la Comunità Montana della Valle Camonica/Parco Adamello e il Dipartimento di Architettura/ Landscape Design Lab dell’Università degli Studi di Firenze, in seguito a selezione di candidatura inviata a manifestazione di interesse per espletamento di attività di ricerca. Il progetto si inserisce nel più ampio programma “Ciclabilità, mobilità sostenibile e riordino paesaggistico: verso un territorio ad elevata sostenibilità socioeconomica e di qualità ambientale nella Valle dei Segni”, finanziato nell’ambito del Bando Fondazione Cariplo “Interventi emblematici 2014”. Il lavoro è stato svolto da maggio a dicembre 2017 da un gruppo interdisciplinare di ricercatori, professionisti e neo-laureati costituito nell’ambito del Landscape Design Lab (direttore scientifico Gabriele Paolinelli) del sistema DIDA Labs del Dipartimento di Architettura di UniFi.
C12 Componenti del gruppo di ricerca
Anna Lambertini, architetto e paesaggista, prof. associato Architettura del paesaggio, coordinamento scientifico Stella Fabbri, architetto, borsista di ricerca Unifi/Dida Gianna Fedeli, architetto paesaggista, borsista di ricerca Unifi/Dida Giovanni Grapeggia, dottore in scienze forestali, professionista incaricato Lorenzo Nofroni, architetto e paesaggista, Phd in Progettazione ambientale, borsista di ricerca Unifi/Dida
INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA DEI COMPARTI INDUSTRIALI. RICONFIGURARE L’AREA INDUSTRIALE DI MALONNO
Dario Furlanetto, biologo, direttore del Parco Adamello Guido Calvi, dottore agronomo, funzionario del Parco Adamello Luca Dorbolò, architetto paesaggista, professionista incaricato Comunità Montana Valle Camonica/Parco dell’Adamello
Editing e cura dell’impostazione editoriale Stella Fabbri, Gianna Fedeli, Lorenzo Nofroni
TRASFORMAZIONI E PERMANENZE DEI PAESAGGI CAMUNI.
Volume 2
Paesaggi della Valle Camonica: trasformazioni e permanenze
Temi ed esplorazioni progettuali a cura di Anna Lambertini
in collaborazione con Stella Fabbri, Gianna Fedeli, Giovanni Grapeggia, Lorenzo Nofroni, Luca Dorbolò contributi di Dario Furlanetto e Guido Calvi
INDICE
0_
Paesaggio come progetto
p.03
Temi e ambiti di esplorazione progettuale
p.05
Anna Lambertini
Anna Lambertini
1_
Paesaggi dei margini urbani in Alta Valle
2_
Integrazione paesaggistica dei comparti industriali
3_
Sistemi di spazi aperti e paesaggi urbani del fondovalle
Ipotesi per un parco agro-fluviale centrale dell’Oglio a Darfo/Boario Terme
p.44
4_
Il Passo di Crocedomini
p.56
5_
La cura dei paesaggi terrazzati
Nuovi scenari per Ponte di Legno
Luca Dorbolò, Gianna Fedeli, Anna Lambertini, Lorenzo Nofroni
Riconfigurare Malonno
Stella Fabbri, Anna Lambertini
Stella Fabbri, Anna Lambertini
Gestire i paesaggi alpini e i pascoli d’alta quota
p.06 p.26
Giovanni Grapeggia
Quattro aree rappresentative in Valle Camonica: Lago Moro, Cimbergo, Conoidi della Concarena, Vezza d’Oglio
p.64
Giovanni Grapeggia con contributi di Gianna Fedeli
6_
Interventi di miglioramento ambientale e paesaggistico Interventi di miglioramento ambientale e paesaggistico Progettare con i materiali vegetali
p.70
Giovanni Grapeggia con contributi di Gianna Fedeli e Anna Lambertini
7_
L’architettura della strada
Ripensare al ruolo paesaggistico delle infrastrutture lineari per la mobilità
p.86
8_
Strada e Paesaggio in Valle Camonica. Esplorazioni progettuali su 6 ambiti significativi rispetto a 9 categorie di intervento
p.94
Riferimenti bibliografici
p.102
Luca Dorbolò, Lorenzo Nofroni con la collaborazione di Matteo Passera
Lorenzo Nofroni, con la collaborazione di Matteo Passera
0
PAESAGGIO COME PROGETTO Anna Lambertini
Questo volume raccoglie le proposte progettuali finalizzate alla riconfigurazione e alla conservazione attiva di alcuni luoghi e paesaggi in Valle Camonica, elaborate nell’ambito della ricerca “Trasformazioni e Permanenze dei Paesaggi Camuni. Letture diagnostiche e interpretazioni progettuali” . In considerazione dell’estensione dell’area di studio (che ha interessato 43 comuni e circa 140 ettari di superficie territoriale complessiva) e della complessità di scenari e dinamiche evolutive da indagare, il gruppo di lavoro ha colto l’occasione per sperimentare un percorso di metodo per un piano-progetto dei paesaggi camuni, inteso come possibile strumento di supporto operativo per le amministrazioni comunali locali, anche in considerazione dell’avvio dell’iter di riconoscimento della Valle Camonica quale “Riserva della Biosfera” nell’ambito del programma MaB dell’Unesco. La ricerca, a livello generale, è stata sviluppata rispetto a tre principali obiettivi: - costruzione di un quadro conoscitivo di orientamento generale; - definizione di elaborati di sintesi interpretativa e di indirizzo strategico; - esplorazione di possibili scenari di riconfigurazione paesaggistica di luoghi e territori, scelti in riferimento ad alcuni obiettivi chiave di qualità, sulla base dell’individuazione di temi prioritari di intervento. Tradizionalmente un processo di piano-progetto viene presentato come una progressione lineare di attività e di fasi di lavoro. La ricerca ha tenuto conto invece delle opportunità offerte dall’adozione di una logica di tipo incrementale e ricorsivo. E’ stata condotta applicando criteri, strumenti e metodi di lavoro propri della progettazione paesaggistica, disciplina che permette di lavorare simultaneamente alle diverse scale, attitudine che consiste “nel padroneggiare simultaneamente l’insieme e il dettaglio, quel che è vicino e quel che è lontano” (Michel Corajoud, 2016), nello spazio e nel tempo.
Le attività dei vari componenti del gruppo di ricerca sono state coordinate così da poter indagare in maniera integrata su differenti scale spaziali (interpretazione del sistema territoriale della Valle Camonica e approfondimenti su ambiti e campioni rappresentativi), e temporali (letture diacroniche e scenari di trasformazione con proiezioni progettuali). Si è tentato di lavorare simultaneamente tanto alla composizione di un quadro conoscitivo alla macro-scala, dunque di visione di sistema, quanto all’elaborazione di letture alla scala intermedia e di singolo luogo, verificando al contempo con prime sperimentazioni progettuali efficacia e coerenza delle chiavi interpretative e valutative adottate, in modo da integrare, correggere e implementare via via il quadro conoscitivo e gli elaborati di sintesi. La ricerca intende dimostrare l’utilità di un pianoprogetto di paesaggio di livello intercomunale, inteso come strumento strategico e operativo adeguato a orientare interventi di trasformazione e gestione coordinata del bene comune paesaggio rispetto a più scale, da attuare in forma condivisa tra diversi enti territoriali e rispetto ai vari livelli amministrativi. Anche in applicazione del principio di maggiore definizione delineato dal Piano Paesaggistico della Regione Lombardia, il piano-progetto si configura come un dispositivo d’indirizzo adatto a operare sulla dimensione complessa dei paesaggi della Valle Camonica e dell’Alto Sebino, oggetto della candidatura a Riserva Mab Unesco (che interessa l’intero territorio di una Comunità Montana e ne coinvolge altre due). Il paesaggio, nella sua più ampia accezione di realtà fisica, percepita e socio-simbolica in continua evoluzione e di spazio di vita di popolazioni umane, animali e vegetali, assume il valore di paradigma per orientare strategicamente processi di trasformazione territoriale e suggerire tattiche per promuovere una qualità paesaggistica diffusa nei differenti luoghi e contesti.
La ricerca è stata condotta da un gruppo interdisciplinare di ricercatori, professionisti e laureandi,costituito nell’ambito del Landscape Design Lab del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze.
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TEMI ED AMBITI DI ESPLORAZIONE PROGETTUALE
1
PAESAGGI DEI MARGINI URBANI IN ALTA VALLE. NUOVI SCENARI PER PONTE DI LEGNO.
2
INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA DEI COMPARTI INDUSTRIALI. RICONFIGURARE MALONNO
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SISTEMI DI SPAZI APERTI DEI PAESAGGI URBANI DEL FONDOVALLE. . IPOTESI PER UN PARCO AGRO-FLUVIALE CENTRALE DELL’OGLIO A DARFO BOARIO TERME IL PASSO DI CROCEDOMINI. GESTIRE I PAESAGGI ALPINI E I PASCOLI D’ALTA QUOTA. LA CURA DEI PAESAGGI TERRAZZATI. QUATTRO AREE RAPPRESENTATIVE IN VALLE CAMONICA: [ 5.1 ] VEZZA D’OGLIO [ 5.2 ] CIMBERGO [ 5.3 ] CONOIDI DELLA CONCARENA [ 5.4 ] LAGO MORO INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO. PROGETTARE CON I MATERIALI VEGETALI.
L’ARCHITETTURA DELLA STRADA. RIPENSARE AI PAESAGGI DELLE INFRASTRUTTURE LINEARI PER LA MOBILITÀ. STRADA E PAESAGGIO IN VALLE CAMONICA. ESPLORAZIONI PROGETTUALI SU 6 AMBITI SIGNIFICATIVI RISPETTO A 9 CATEGORIE DI INTERVENTO: [ 8.1 ] PORTA DI VALLE [ 8.2 ] CIVIDATE CAMUNO [ 8.3 ] BRENO [ 8.4 ] CAPO DI PONTE - SELLERO [ 8.5 ] EDOLO [ 8.6 ] PASSO DEL TONALE
AMBITI DI ESPLORAZIONE PROGETTUALE
In considerazione della varietà morfologica, di scenari insediativi, di situazioni ambientali e della complessità di processi di trasformazione che connotano la Valle Camonica, ma anche della estensione del territorio di studio, fin dalle prime fasi di lavoro il gruppo di ricerca ha scelto di assumere il corridoio stradale della Statale 42, il tracciato della pista ciclabile e il corso fluviale dell’Oglio come dispositivi lineari, spaziali e paesaggistici rispetto ai quali impostare un itinerario più approfondito di lettura critica e scegliere temi e ambiti di esplorazione progettuale. Gli effetti delle dinamiche paesaggistiche che interessano la Valle Camonica sono ben percepibili percorrendo la Strada Statale 42 del Tonale e della Mendola, che attraversa tutta la valle alpina, costituendone il principale asse di collegamento da Lovere fino a Ponte di Legno. Il tracciato stradale asseconda il corso del fiume Oglio, importante risorsa naturale, paesaggistica e ambientale per tutto il fondovalle, riconosciuta come un elemento primario della Rete Ecologica Regionale della Lombardia. In seguito ai primi sopralluoghi effettuati in Valle, e alla redazione di appunti disegnati percorrendo ripetutamente la statale nelle due direzioni con l’obiettivo di formarsi un’idea in movimento dell’ossatura di base del fondovalle, è stata predisposta fin dalle iniziali fasi operative una bozza di mappa dei luoghi e dei temi di progetto possibili, in cui sono stati evidenziati alcuni nodi spaziali sensibili. Una lista delle maggiori criticità connesse alle dinamiche evolutive, redatta in maniera speditiva facendo riferimento a tre categorie di paesaggi, ha permesso di mettere a fuoco alcune tematiche che hanno poi orientato la scelta dei luoghi su cui condurre le esplorazioni progettuali. Ecco di seguito riportata la lista delle criticità di
carattere generale: Paesaggi urbani del fondovalle: disordine funzionale e figurativo; degrado delle tipologie edilizie dei tessuti più recenti; perdita di leggibilità delle componenti storiche; perdita di una forma del costruito; mancanza di definizione dei bordi; fenomeni di dispersione insediativa e di consumo di suolo; presenza di aree produttive in abbandono; assenza di piani del colore; carenza di capitale vegetale nelle nuove aree edificate e nei comparti produttivi; fenomeni di degrado lungo l’asta fluviale dell’Oglio; impatto visuale della cartellonistica e della segnaletica lungo alcuni corridoi stradali. Paesaggi agricoli del primo versante: fenomeni di abbandono dei coltivi; degrado delle strutture dei terrazzamenti; degrado del patrimonio architettonico storico; presenza di opere e manufatti non correttamente integrati; fenomeni di “colonizzazione urbana” di aree rurali; colonizzazione dei pascoli da parte di vegetazione arborea e arbustiva; fenomeni di alterazione della qualità della rete viaria rurale. Paesaggi montani e d’alta quota: espansione del bosco a discapito delle praterie d’alta quota; problemi di dissesto idrogeologico; effetti di degrado provocati dalla pressione turistica; fenomeni di disturbo indotti dall’inserimento di tralicci e linee elettriche; fattori di disturbo e alterazione creati dall’inserimento e dalla gestione degli impianti sciistici; mancata integrazione paesaggistica di opere e manufatti legati all’accoglienza turistica. Nella carta riportata a lato sono illustrate distribuzione e localizzazione dei luoghi di esplorazione progettuale, che sono stati individuati anche sulla base dei colloqui e delle indicazioni raccolte dal gruppo di ricerca presso i referenti della Comunità Montana Valle Camonica/Parco dell’Adamello. 5
1
PAESAGGI DEI MARGINI URBANI IN ALTA VALLE NUOVI SCENARI PER PONTE DI LEGNO Luca Dorbolò, Gianna Fedeli, Anna Lambertini, Lorenzo Nofroni
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Uno degli ambiti scelti dall’unità di ricerca ai fini delle disordine figurativo e la mancata integrazione tra interpretazioni progettuali riguarda una porzione di sistema del costruito, sistema delle infrastrutture per paesaggio del fondo valle nel territorio comunale la mobilità e sistema degli spazi aperti. Nei cosiddetti di Ponte di Legno. Il motivo di questa scelta risiede paesaggi ordinari (i paesaggi della vita di tutti nell’intenzione di esplorare possibili scenari di giorni, secondo la definizione della Convenzione riconfigurazione di una fascia di margine urbano, in Europea del Paesaggio) dei margini urbani che un’area dell’alta Valle fortemente sollecitata dalle accompagnano il tracciato della statale 42, in Uno degli ambiti scelti dall’unità di ricerca particolare, per e funzionale dell’interfaccia tra fondovalle, dinamiche di trasformazione connesse alla presenza gli spazi aperti del fondovalle risultano primo elaborare un approfondimento progettuale versante, montagna. delle infrastrutture per il turismo e dei domini sciistici. spesso ridotti nelle dimensioni, frammentati e non porzione disciistico paesaggio urbano sempre nel condotta nella fase di costruzione del quadro E, come riguarda è noto, iluna comprensorio di Ponte inL’analisi continuità tra loro. Accessibilità e mobilità territorio comunale di Ponte di Legno. conoscitivo e di lettura valutativa della struttura e di Legno, Temù e Tonale, è il più importante della pedonali e ciclabili sono limitate, e negativamente Il motivo di questa scelta risiede nell’intenzione delle dinamiche evolutive del paesaggio Valle Camonica: da solo ospita il 55% delle presenze condizionate dal sistema stradale a veloce urbano di esplorare possibili scenari di riconfigurazione di fondovalle, ha permesso di evidenziare come, turistiche annuali totali. scorrimento. paesaggistica di una fascia di margine urbano in aree frangia, l’espansione Il demanio sciabile di Ponte di Legno, che si estende La ss 42in siparticolare configura nelle infatti, in di corrispondenza alta valle, in un’area fortemente sollecitata dalle insediativa degli ultimi decenni a Ponte complessivamente per circa 13,50 chilometri dell’abitato di Ponte di Legno, da una parte comedi Legno dinamiche di trasformazione connesse alla presenza abbia determinato un consumo significativo di quadrati, è quasi interamente ricompreso nel Parco potente dispositivo percettivo delle qualità sceniche delle infrastrutture per il turismo e dei domini sciistici. suolo libero, generando conflitti di compatibilità e dell’Adamello, ad eccezione di una piccola porzione e visuali del sistema dei versanti montani, dall’altra Quello di Ponte di Legno, Temù e Tonale costituisce di interferenza tra sistema del costruito, sistema delle all’interno del territorio del Parco dello Stelvio. Inserita come fattore critico di frammentazione paesaggistica come paesaggistico è noto il più importante comprensorio infrastrutture per urbano la mobilità e sistemaQui, degli spazi in un contesto di eccezionale valore sciistico e funzionale del margine sud-orientale. della Valle Camonica, che da solo determina il aperti. Nei cosiddetti paesaggi ordinari (i per la presenza di risorse ambientali e naturali di dove il paesaggio urbano di fondovalle entra inpaesaggi 55% delle presenze turistiche annuali totali. Grazie di tutti giorni,montano secondointeressato la definizione della notevole rilevanza, l’articolata rete di infrastrutture, relazionedella con ilvita primo versante anche ai recenti investimenti fatti nelle infrastrutture Convenzione Europea del Paesaggio) dei margini impianti, strutture ricettive, complessi residenziali per dalle infrastrutture del comprensorio sciistico, l’unità sciistiche, tali presenze hanno avuto negli ultimi urbani che accompagnano il tracciato della seconde case, nata in particolare per supportare il di ricerca si è proposta di reinterpretare il sistema statale anni un leggero incremento del 2% (cfr. Segni di connessioni 42, gli spazi aperti delaperti. fondovalle risultano turismo bianco e la fruizione dei domini sciabili nel delle e degli spazi Il tema della spesso Futuro. Prospettive per un nuovo sviluppo della Valle ridotti nelle dimensioni, frammentati e non periodo invernale, a Ponte di Legno ha assunto il configurazione del paesaggio attraversato dallasempre in Camonica, 2016). continuità traattualmente loro. carattere di componente dominante, determinando strada statale, che costituisce una Inserita in un contesto paesaggistico di eccezionale Accessibilità e mobilità pedonali e ciclabili anche un significativo cambio dell’assetto strutturale criticità per la presenza di elementi incongrui e per lain queste valore per la presenza di risorse ambientali e naturali fasce risultano limitate e fortemente e funzionale dell’interfaccia tra fondovalle, primo mancanza di interconnessione tra i diversi vuoti condizionate e gli di notevole rilevanza, collocata in prossimità di aperti dal attestati sistema stradale a veloce scorrimento. versante, montagna. spazi lungo i bordi, è apparso come sistema di aree L’unità di ricerca ha inteso reinterpretare il Le analisiune importante le valutazioni condotte nellanaturali fase diprotette, una preziosa opportunità ai fini del dunque miglioramento l’articolata rete di infrastrutture, impianti, strutture sistema delle connessioni e degli spazi di un costruzione del quadro conoscitivo e di sintesi della qualità paesaggistica reale e percepita.aperti Il ricettive, complessi residenziali per seconde tratto significativo del margine sud di Ponte di Legno, interpretativa hanno permesso di evidenziare come, margine urbano è riletto come interfaccia strategico case, nata particolare per l’espansione supportare il turismo perabitato ridefinire funzionamento e configurazione di un in particolare nelle in aree di frangia, tra centro e sistema degli impianti sciistici, bianco e la fruizione dei domini sciistici nel periodo paesaggio urbano ordinario riletto come sequenza insediativa degli ultimi decenni a Ponte di Legno ma anche come gradiente d’innesto paesaggistico invernale, anon Ponte ha assunto il carattere di luoghi e spazi abitabilidi eeccezionale come interfaccia abbia determinato solodi unLegno consumo irrazionale tra paesaggi ordinari e paesaggi di componente dominante, determinando in strategico tra centro abitato e sistema degli impianti di suolo libero, ma abbia generato anche un certo valore. particolare un cambio netto dell’assetto strutturale sciistici. Estratto dalla Carta delle Unità di Paesaggio, elaborazione unità di ricerca, LDL DIDA Unifi - 2017
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_PAESAGGIO E TERRITORIO: MORFOLOGIA E LITOLOGIA Detriti di falda e frane Quarzodioriti e tonaliti Ghiaie, blocchi e limi Marmi
Ghiacciaio Anfiboliti
Laghi d’Avio e Benedetto - Monte Adamello
Fonte: http://www.parcoadamello.it/ - foto di Mauro Speziari
Il profilo del Monte Adamello
Fonte: http://www.parcoadamello.it/ - foto di Mauro Speziari
Il sistema insediativo di fondovalle di Ponte di Legno Fonte: http://www.italiaatavola.net - foto di Graziano Filippini
Ponte di Legno è il comune della Valle Camonica con la maggiore estensione territoriale e il primo a Nord del sistema insediativo che connota il paesaggio urbano lineare di fondovalle. Si trova al confine, segnato dal Passo del Tonale, tra Lombardia e Trentino Alto-Adige. I nuclei abitati si sono sviluppati nell’ampia piana prativa, in parte coltivata e in parte naturale, posta fra i gruppi montuosi dell’Ortles-Cevedale a Nord e dell’Adamello-Presanella a Sud-Ovest, che costituiscono la prima cerchia montana a ridosso della valle. In questo tratto di fondovalle confluiscono i torrenti Narcianello e Frigidolfo, da cui si forma il fiume Oglio.
Graniti e granodioriti Filadi e micascisti filladici
Vedretta del Pisgana
Pargneiss a due miche Micascisti argentei
Altitudine: 3.000 m s.l.m
Ghiaie sabbie e limi
Ponte di Legno Altitudine: 1.257 m s.l.m Superficie: 100,43 kmq Numero abitanti: 1.728 ca. Frazioni: 1. Valbione 2. Precasaglio 3. Zaonno 4. Poia 5. Passo del Tonale
Passo del Tonale
Altitudine: 1.884 m s.l.m
5
1 2
Il territorio comunale comprende un sistema di risorse ambientali e naturali di eccezionale valore e ricade all’interno di due aree naturali protette di rilevanza sovra locale: il Parco Nazionale dello Stelvio (ZPS n° 57) e il Parco Regionale dell’Adamello che comprende al suo interno il Parco Naturale dell’Adamello (ZPS n° 10), corrispondente in gran parte alle aree poste alle quote più elevate e alle porzioni scarsamente antropizzate. Sono inoltre presenti alcuni Siti di Interesse Comunitario: n°24 Ghiacciaio dell’Adamello e n°35 Torbiere del Tonale e, al confine con il comune di Edolo e Saviore dell’Adamello, il n°42 Versanti dell’Avio. La superficie libera da queste tutele corrisponde a circa il 7, 26 % dell’intero territorio comunale.
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3
Laghi d’Avio e Benedetto
4
Altitudine: 1.908 - 1.929 m s.l.m
Temù
PAESAGGIO E TURISMO_ Impianti di risalita Comprensorio di Ponte di Legno, Passo del Tonale e Temù
Campo da golf
domini sciistici
Piste da sci nel periodo estivo - Corno d’Aola (1920m)
Ponte di Legno visto dalla seggiovia nel periodo invernale Fonte: http://www.gazzettadellevalli.it - ©Photo Digital Veclani
Fiume Oglio
Piste da sci nel periodo estivo - Valbione (1500m)
PONTE DI LEGNO: UNA STAZIONE SCIISTICA E L’IMMAGINARIO DEL TURISMO DI MONTAGNA Il comune di Ponte di Legno vanta una consolidata tradizione come stazione turistica legata agli sport invernali e alle attività escursionistiche in alta montagna. La sua caratterizzazione come centro turistico alpino ha origine all’inizio del Novecento: nel 1912 Ponte di Legno viene nominata dal Touring Club Italiano prima stazione italiana di turismo e sport invernali. Ancora oggi Ponte di Legno si caratterizza come il centro della Valle Camonica a maggiore attrattiva turistica, che presenta anche il numero più elevato di strutture alberghiere e ricettive. Il comprensorio sciistico dell’Alta Valle ospita il 55% delle presenze turistiche totali annuali del territorio camune.
Il grande albergo (1920)
Fonte:http://www.bresciavintage.it/brescia-antica/ cartoline/ponte-legno-pineta-grande-albergo-anni-20/
Foto storica di Ponte di Legno (anni ‘50)
Fote: http://www.intercam.it/tomo/album/paese/ponte.htm
Trampolino gigante (anni ‘60)
Fote:http://www.terrazzani-zoanno.org/Dalaunia/_private/htmponte/_private/ trampolino.htm
Impiantidi risalita - Ponte di Legno (anni ‘60)
Fote: http://www.intercam.it/tomo/album/paese/ponte.htm
Trampolino gigante - Igino Rizzi (1950)
Fonte:http://www.gazzettadellevalli.it/edolo/pontedi-legno
Il rifugio Corno d’Aola - Ponte di Legno (1955)
Fonte:https://www.ebay.it/itm/PONTE-DI-LEGNO-RIFUGIOCORNO-D-039-AOLA-/350704879676
Impianti di risalita - Corno d’Aola (anni ‘60)
Fote: http://www.intercam.it/tomo/album/paese/ponte.htm
9
_SEQUENZE EVOLUTIVE DEI SISTEMI DI PAESAGGIO Evoluzione storica del sistema insediativo di Ponte di Legno (Fonte: PTCP Provincia di Brescia)
Pezzo
Precasaglio
1 Soglia - 1885 2 Soglia - 1913 3 Soglia - 1931 4 Soglia - 1955 5 Soglia - 1971 6 Soglia - 1981 7 Soglia - 1991 8 Soglia - 1994 9 Soglia - 2008 insediativo 9 Soglia - 2008 servizi
Zoanno
Ponte di Legno
Passo del Tonale
Territorio comunale di Ponte di Legno
Poia Temù
Valbione
Confine comunale
10
Tessuto edificato
Corsi d’acqua principali
Viabilità principale - SS42
Domini sciistici
FORESTALE 1954 2015
2015
SOVRAPPOSTO
SOVRAPPOSTO
2015
AGRICOLO 1954
URBANO 1954 2015 SOVRAPPOSTO
1954
SOVRAPPOSTO
Il sistema urbano era contraddistinto da nuclei insediativi di modeste dimensioni, che evidenziavano una struttura organizzativa densa e compatta, sviluppata per piani paralleli in accordo con le morfologie del terreno. Il sistema agricolo invece era caratterizzato da superfici a prato diffuse nelle aree di fondovalle e di primo versante, nettamente dominanti anche rispetto al sistema urbano e forestale. La struttura è organica, estesa in continuità trasversale tra i versanti opposti dell’ambito di analisi, mentre a partire dalle prime pendenze dei rilievi dei versanti le aree a prato si distribuiscono a “macchia di leopardo”, con tessere circondate da superfici boscate di dimensioni minori a mano a mano che si sale in quota, dove risultano sostituite dalle praterie alpine. Per quanto riguarda il sistema forestale, esso risulta essere denso e compatto su tutta l’area.
Allo stato attuale il sistema urbano presenta una struttura insediativa fortemente dispersiva che si sviluppa a macchia d’olio. Le estensioni delle superfici prative di fondovalle, pur risultando prevalenti rispetto al sistema forestale, sono fortemente contratte rispetto alle estensioni del 1954. Lo sviluppo insediativo recente ha determinato una riduzione e una frammentazione delle superfici disponibili, in alcuni casi l’interruzione della continuità trasversale tra i versanti ed un elevato livello di interferenza reciproca in corrispondenza dei margini urbani. Questo incide in modo significativo anche sulle prestazioni qualitative-funzionali delle aree coltivate e in generale degli spazi aperti di fondovalle che talvolta assumono carattere di residualità ed isolamento. Il sistema forestale si struttura con maggiore consistenza ed organicità lungo le pendici dei due versanti montani fino al limite altitudinale dei boschi.
Dal 1954 ad oggi il sistema urbano ed infrastrutturale ha evidenziato una forte crescita e un rapido sviluppo con un incremento delle superfici insediate nelle aree del fondovalle. Questo fenomeno appare più evidente in corrispondenza delle sfrangiature dei margini esterni delle polarità urbane di Ponte di Legno e Temù, dove maggiori sono anche le interferenze con gli spazi aperti di fondovalle. Tale sviluppo ha inolte fortemente compromesso le aree prative che non solo sono dimunuite ma alcune evidenziano segnali di abbandono con tendenza all’avanzamento delle aree boscate a partire dai versanti. Il sistema forestale risulta invece soggetto a dinamiche di trasformazione meno evidenti, seppur in alcuni casi si evidenzi un processo di avanzamento delle aree boscate rispetto a quelle coltivate. Si struttura con maggiore consistenza ed organicità lungo le pendici dei due versanti montani fino al limite altitudinale dei boschi.
11
_PAESAGGIO DEI MARGINI URBANI: FUNZIONI PREVALENTI DEGLI SPAZI APERTI
1b
2b
5a
4a/4b
SISTEMA DELLA MOBILITÀ PUBBLICA
Fermate Autobus
3c
Linea dell’autobus
SISTEMA DELLA MOBILITÀ CICLOPEDONALE 1
2
SPAZI APERTI URBANI 1a
Piazze
1b
Aree di verde urbano
1c
Aree sportive
1d
Campo da golf
SPAZI APERTI DELLE INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ 2a
Strade
2b
Parcheggi
2c
Vuoti interclusi nel sistema infrastrutturale
Uso ciclabile, non separata fisicamente da strada, fondo continuo/ asfaltato, doppia corsia Uso ciclabile, separata fisicamente da strada, fondo continuo/ asfaltato, doppia corsia
3
SPAZI APERTI DELLA FASCIA FLUVIALE
Uso promiscuo con macchine, non separata fisicamente da strada, fondo continuo/asfaltato, nessuna corsia identificata (no segnaletica a terra)
3a
Fiume Oglio
3b
Margine fluviale e sistema arginale
Uso promiscuo con pedoni, separata fisicamente da strada, fondo continuo/asfaltato, spazio corrispondente a due corsie anche se non segnate a terra
3c
Parco fluviale locale
Uso promiscuo con pedoni, separata fisicamente da strada, fondo continuo/asfaltato, spazio corrispondente a una corsia anche se non segnate a terra Uso promiscuo con pedoni, separata fisicamente da strada, fondo sterrato, spazio come per doppia corsia
4
AMBITO DI APPROFONDIMENTO PROGETTUALE
5
3a
3a
Fiume Figidolfo
SPAZI APERTI DEI VERSANTI MONTANI 4a
Boschi
4b
Prati
SPAZI APERTI DEGLI IMPIANTI SCIISTICI E TURISTICO RECETTIVI 5a
Impianti di fondovalle ai margini dell’urbano
5b
Impianti di alta quota
5c
Piste da sci Impianti di risalita
12
Fiume Narcello
4a
4b 1a
3a
1c 1b
2a 2b
5a
2c
3b
3c
5c
5b
1d
13
_STRATEGIE PER LA RICONFIGURAZIONE PAESAGGISTICA CRITICITÀ
A
B
E F
B
Discontinuità dei percorsi ciclo.pedonali e perdita di leggibilità dei tracciati della mobilità dolce in alcuni tratti urbani. Necessità di migliorare l’accessibilità pedonale e ciclabile al sistema del primo versante e dell’area del dominio sciistico, aumentando le infrastrutture di attraversamento per la mobilità dolce lungo la SS42 e riorganizzando il layout di quelle esistenti.
C
Mancanza di integrazione e interrelazione tra i diversi tipi di spazi aperti attestati lungo la fascia fluviale, i margini urbani e i bordi delle infrastrutture stradali.
D
Mancanza di un network integrato e diversificato per opportunità di fruizione di punti di sosta, spazi pubblici e nodi attrezzati lungo i percorsi ciclabili
E
Disordine figurativo e eterogeneità di linguaggi costruttivi degli insediamenti urbani recenti attestati lungo il tracciato della SS 42
F
Necessità di riorganizzare il sistema delle connessioni veicolari e pedo-ciclabili e di definire dei nodi di interscambio tra le diverse forme di mobilità
F
B
D
B
A
C
C
TEMI DI ATTENZIONE PROGETTUALE: MIGLIORARE IL SISTEMA DELLE CONNESSIONI
Asse viario di cesura urbana tra insediamento di fondovalle e sistema di primo versante Bordi stradali da riconfigurare per migliorare la qualita’ paesaggistica e favorire connessioni funzionali ed ecologiche Nodi di interscambio della mobilità da migliorare Percorsi ciclo-pedonali esistenti Percorsi di implementazione del sistema ciclopedonale (previsioni PRG, proposte di progetto) Infrastrutture di attraversamento pedonale e carrabile critiche per la mobilità dolce Infrastrutture di attraversamento pedonale e carrabile con mobilità dolce in sicurezza Infrastrutture di attraversamento pedonale e ciclabile Possibilità di mettere a sistema diversi spazi aperti esistenti (vuoti di margine, bordi stradali, parco fluviale, spazi verdi pubblici, aree agricole residue)
14
RICONFIGURARE I MARGINI URBANI: AZIONI DI PROGETTO E OBIETTIVI DI QUALITÀ_ INTERVENTI PUNTUALI RIPENSARE LA QUALITÀ DEGLI SPAZI PUBBLICI valutazione attenta delle opere vegetali da utilizzare e dell’integrazione degli elementi di arredo urbano.
AREE DI SOSTA sistemazione paesaggistica lungo i percorsi ciclo-pedonali per migliorarne la funzionalità e l’accessibilità.
RIORGANIZZARE IL SISTEMA DEI PARCHEGGI diminuire il consumo di suolo, migliorare la qualità organizzativa delle aree di sosta e razionalizzare i flussi della mobilità.
INTERVENTI DI SISTEMA RIORGANIZZAZIONE DELLA VIABILITÀ sistemazione della viabilità attraverso il disegno e la riiorganizzazione della mobilità, con l’iserimento di rotatorie che agevolano l’ingresso al centro urbano e agli impianti sciistici.
SISTEMAZIONE DEI MARGINI STRADALI
AMPLIAMENTO DELLA RETE CICLO-PEDONALE potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali per la permeabilità della città e la percorribilità dei differenti spazi attrezzati.
SISTEMAZIONE DEI MARGINI URBANI inserimento di vegetazione arborea di accompagnamento al percorso ciclopedonale con funzione di filtro fra l’edificato e le piste.
RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI PARCHEGGI
16 45 47
50
25
10
38
45
10 40
70
Sistemazione lungo pista
SISTEMAZIONE LUNGO PISTA inserimento di elementi landmark al margine della pista che possono avere diverse funzioni (misurazione altezza neve, delimitazione percorso, illuminazione,etc..)
Numero dei posti auto di progetto: 648
Numero dei posti auto attuali: 631
115
OBIETTIVI DI QUALITÀ E RIFERIMENTI PROGETTUALI
110 60
7 40 150
60
50
6
50
sostituzione dei guard rail lungo strada e sistemazione delle aree verdi ai margini della strada per la valorizzazione dei percorcosi e delle visuali.
25
150
60
Aprire visuali
Riqualificare i fronti stradali: parcheggi multipiano come landmark urbani. Parcheggio multipiano:
Percorsi cicloponali
Joao Gomes Da Silva, Bicycle path cais do sodré. Lisbona.
Gradolì & Sanz, Parco tecnologico. Paterna (ES)
Ridefinire margine urbani Sistemazione bordi stradali
Riordino del sistema stradale
Ripensare arredo urbano
Implementare le onnessioni ciclo-pedonale
Renzo Piano, Base Luna Rossa. Valencia (ES)
Calvo L’Orange, Urbanitzaciò del Segre. Barcellona
Arian de Bondt , SolaRoad. Olanda
15
_SCENARI DI TRASFORMAZIONE: MASTERPLAN PER UN NUOVO PAESAGGIO DELLE INFRASTRUTTURE
SCHEMI DEI FLUSSI
PROPOSTA DI PROGETTO
MOBILITÀ VEICOLARE PRIVATA
MOBILITÀ PUBBLICA
MOBILITÀ PEDONALE-CICLABILE
16
1
STATO ATTUALE: PLANIMETRIA
AZIONI DI PROGETTO 1
PARCHEGGIO MULTIPIANO Realizzazione di parcheggi multipiano fuoriterra - con altezza massima 8m - per ridurre il consumo di suolo dei parcheggi in superficie ed introdurre dei landmark urbani.
2
ROTATORIA Sistemazione della viabilità principale attraverso l’inserimento di rotatorie che consentono un migliore scorrimento del traffico veicolare verso il centro urbano e gli impianti sciistici.
3
MARGINI STRADALI Miglioramento e valorizzazione dei margini stradali attraverso la messa a dimora di alberature e/o la gestione differenziata delle fasce inerbite.
4
PISTA CICLOPEDONALE Potenziamento della rete ciclopedonale per incrementare l’accessibilità e la permeabilità del sistema urbano, aumentando la connettività dolce con le piste da sci e le aree attrezzate.
5
USO MULTIFUNZIONALE DEI PARCHEGGI A RASO Riconfigurazione e riqualificazione del parcheggio interpretato come tessera di un sistema integrato di spazi pubblici con diversi ruoli e funzioni. Oltre alla funzione di spazio aperto di servizio al sistema della mobilità, il parcheggio potrebbe accogliere funzioni di mercato,area gioco, contenitore di eventi stagionali (concerti, cinema sotto le stelle, sagre).
6
MESSA A SISTEMA DI SPAZI VERDI E AREE PUBBLICHE Realizzazione di una sequenza di spazi pubblici e piccole aree ricreative lungo la viabilità ciclopedonale, per favorire l’attività all’aria aperta tutto l’anno e contribuire ad una corretta gestione delle fasce di margine urbano e fluviale.
6 5 4 Fermata bus
2 3
Scala di elaborazione originale - 1:2.000
17
_SCENARI DI TRASFORMAZIONE: MASTERPLAN PER UN NUOVO PAESAGGIO DELLE INFRASTRUTTURE
ALBERATURE E VEGETAZIONE ERBACEA DI PROGETTO Legenda delle specie erbacee presenti
Legenda delle specie arboree presenti
- Achillea tomentosa L. - Agrostis capillaris L. - Anthyllis gr. vulneraria L. - Arnica montana L. - Cynosurus cristatus L. - Dactylis glomerata L. - Festuca melanopsis Foggi, Graz. Rossi & Signorini - Geum montanum L. - Holcus lanatus L. - Lolium perenne L. - Nardus stricta L- Salvia pratensis L. - Trifolium pratense L. - Trifolium repens L.
Ap - Acer pseudoplatanus (altezza: 25/40 m) Bp - Betula pendula (altezza: 15/30 m) Fe - Fraxinus excelsior (altezza: 30/40 m) Pt - Popolus tremula (altezza: 20/25 m) Sa - Sorbus aucuparia (altezza: 15/20 m) Sc - Salix caprea (altezza: 2/3 m)
K-MAP
SESTI D’IMPIANTO DEL GRUPPO
PLANIMETRIA DI PROGETTO
30 m 20 m
A
Pt
Pt Pt
Sa Sa
Pt
Pt
Bp Sa
Sa Bp
Sa Pt
Sa
Sa
Bp
Sa
Bp
Bp
Sa
Ap
Fe
Sa Pt
Bp
Sc
Sc
Bp
B
Bp
SESTI D’IMPIANTO DEL FILARE - FILTRO B
Sc
Pt
C
30 m 20 m
Ap
Pt
Ap
Ap
Bp
Ap
So
Bp
Pt
Bp
Ap Fe Fe
Sa
18
Bp
A
Pt Pt
Pt Sc Sc
Pt
Fe
Pt
Sc
Bp
Bp
Bp
Sa
Pt Sc Pt
Pt
Sc Bp
Sc
Fe
Ap
Pt
Sa
Pt Sc
Pt
Sa
Ap Bp
Ap
Bp
Sc Sc Bp Sc Pt
Fe
Sc
Sc
Bp
Sc
Sc Bp
Bp
Ap
Sa Bp
Pt
Ap
Sa
Pt Sa
Ap
Pt Sa Ap
INTERVENTO DI RICONFIGURAZIONE PAESAGGISTICA LUNGO LA SS42 E DI MIGLIORAMENTO DELLE CONNESSIONI CICLO-PEDOANLI
SCENARIO ATTUALE
SCENARIO DI PROGETTO
Pt Fe Fe
Fe
Fe
Sa Ap
Fe Sa
Fe Sa
Sa
Fe
Pt
Fe Fe
Pt
Ap
Ap
Sa Bp
Pt
Ap
Pt
Sa
Ap Fe
Fe
Fe
Fe
Pt
Ap
Sa
Pt
Pt
Pt
Fe
Pt
Pt Bp Sa
Ap
Pt
Ap
Pt Ap
Bp
Bp
Sa
Sa Pt
Pt
Fe
Pt
Fe
Ap
Sa Bp
Ap
Ap
Ap
Ap
Ap Ap
Ap
Ap
C
Sa
Sa
Fe
Ap
Sa
Fe
Pt Pt
Scala di elaborazione originale - 1:2.000
19
_SCENARI DI TRASFORMAZIONE: RIPENSARE IL SISTEMA DEI PARCHEGGI SEZIONE BB - SOTTOPASSO PEDONALE DELLA SS42 E MARGINE URBANO Scala di elaborazione originale - 1:500
PRIMA
DOPO
20
Marciapiede
Strada
Sottopasso pedonale
Parcheggi sotterranei
SEZIONE AA - PARCHEGGIO ALL’INGRESSO DELLA CITTÀ Scala di elaborazione originale - 1:500
K-MAP
A A
PRIMA
ALBERATURE DI PROGETTO Parcheggio a raso
Parcheggio multipiano Bp
Betula pendula
Strada
DOPO
Fe
Fraxinus excelsior
Pt
Popolus tremula
Sc
Salix caprea
SS42
Pista
PARCHEGGIO A RASO - Stalli in asfalto drenante colorato: rosso bruciato - Aree di stazionamento e circolazione in asfalto drenante: grigio
Fe
Fe
Fe PARCHEGGIO MULTIPIANO CON TETTO VERDE ESTENSIVO A PRATO FIORITO Utilizzo di specie floristiche dell’alta Valle Camonica (esempio):
Fe
Fe
Fe
- Achillea tomentosa L. - Agrostis capillaris L. - Anthyllis gr. vulneraria L. - Arnica montana L. - Cynosurus cristatus L. - Dactylis glomerata L. PISTA CICLABILE E PERCORSI PEDONALI
Sc
Bp Fe
Fe
L’utilizzo di pavimentazioni differenziate per materiali, colori, segnaletica a terra, può favorire la definizione di diverse sequenze dei tracciati pedonali e ciclabili in funzione dei vari contesti e paesaggi attraversati. In particolare è preferibile utilizzare asfalti colorati nei tratti urbani e pavimentazioni in terra stabilizzata nei tratti extraurbani o che attraversano ambiti naturali e/o territori agricoli. Palette ambito urbano
Palette ambito extraurbano
21
_APPROFONDIMENTO PROGETTUALE: IL PARCHEGGIO MULTIFUNZIONALE PARCHEGGIO MULTIFUNZIONALE: SCHEMI DI USO E DELLE POSSIBILI ATTIVITÀ L’area del parcheggio assume varie configurazioni ospitando attività e forme d’uso diversificate e coesistenti rispetto a differenti coordinate temporali e stagionali.
SCHEMA DEI FLUSSI E MOBILITÀ
Inserimento di un parcheggio multipiano su due livelli. L’edificio, da progettare come vero e proprio landmark urbano, può servire da supporto per playground verticali, proiezioni, installazioni.
INSERIMENTO DI UN’AREA CON PAVIMENTAZIONE GIOCO
PLANIMETRIA DEL PARCHEGGIO Alberature esistenti
22
Alberature di progetto: Ap - Acer pseudoplatanus; Bp - Betula pendula; Fe - Fraxinus excelsior; Pt - Popolus tremula; So - Sorbus aucuparia; Sc - Salix caprea
USI TEMPORANEI: MERCATINI, FIERE, CINEMA ALL’APERTO
APPROFONDIMENTO PROGETTUALE: LA ROTATORIA_ STATO ATTUALE
SEZIONE DI PROGETTO Trattamento delle fasce di bordo strada e della rotatoria con semina di praterie fiorite. Selezione di specie floristiche da effettuare anche rispetto alle opportunitĂ di definizione di sequenze diversificate dei tratti stradali, da caratterizzare attraverso la composizione di collezioni botaniche. Piante erbacee
Piante erbacee
Nardus stricta L
Scala di elaborazione originale - 1:1000
Agrostis capillaris L.
Festuca melanopsis Foggi, Graz. Rossi & Signorini
Area piste da sci
Passaggio pedonale
Arnica montana L.
Rotatoria
PROPOSTA DI PROGETTO Alberature di progetto: Ap - Acer pseudoplatanus; Bp - Betula pendula; Fe - Fraxinus excelsior; Pt - Popolus tremula; So - Sorbus aucuparia
Alberature esistenti
Pb
So
Ap Ap
Bp
So Pb
Pt So
Fe
Scala di elaborazione originale - 1:500
23
_SOLUZIONI DI INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA
SCENARIO ATTUALE 24
SCENARIO DI TRASFORMAZIONE 25
Sostituzione dei guardrail esistenti con altre tipologie più adatte al contesto
Definizione di linee guida per la cartellonistica lungo i bordi stradali
Inserimento di una rotatoria per migliorare il sistema della mobilità
Inserimento di pannelli fotovoltaici con LED colorati
Studio di un piano del colore per migliorare la qualità percepita del paesaggio urbano
2
INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA DEI COMPARTI INDUSTRIALI RICONFIGURARE MALONNO Stella Fabbri, Anna Lambertini
Per estensione di superfici occupate, tipologie costruttive, attività ospitate, gli insediamenti produttivi e le aree industriali possono costituire rilevanti criticità dal punto di vista ambientale, ecologico e paesaggistico. La loro corretta integrazione costituisce un tema importante della pianificazione spaziale e della progettazione ambientale e paesaggistica: sono sempre più numerosi gli studi e le ricerche elaborati, anche in ambito internazionale, che mirano a definire indirizzi e linee guida per orientare gli interventi di realizzazione di questa tipologia di insediamenti (tra i numerosi contributi, particolarmente utile risulta la la Guia d’integraciò paisatgistica. Poligons industrials i setors d’activitat economica, pubblicata nel 2007 dal Department de Politica Territorialeì i Obres Publiques, Generalitat de Catalunya). In linea generale, una pianificazione e progettazione dei comparti industriali basata su criteri d’integrazione paesaggistica dovrebbe tendere a : - contenere il consumo di suolo libero, evitando la realizzazione di opere sovradimensionate e di insediamenti troppo estesi e articolati in maniera poco razionale; - garantire una corretta relazione ambientale, formale e figurativa tra il comparto e il contesto che lo ospita, lavorando sui movimenti di terra, le strutture vegetali, gli spazi aperti, l’attenta verifica dei rapporti tra pieni e vuoti e tra volumi e superfici occupate, con l’obiettivo di concorrere alla composizione di un nuovo paesaggio, dove ogni elemento risulti parte integrata di un sistema complesso di diverse componenti interrelate; - promuovere, quando e dove possibile, l’utilizzo di tetti verdi per ridurre l’effetto isola di calore, così come l’adozione di tecniche di water sensitive design per ridurre l’impatto delle superfici permeabilizzate.
Estratto dalla Carta delle Unità di Paesaggio, elaborazione unità di ricerca, LDL DIDA Unifi - 2017
Alcuni di questi criteri di massima possono essere adottati anche per guidare opportuni processi di riconfigurazione paesaggistica e riqualificazione ambientale di comparti esistenti, con l’obiettivo di migliorare la qualità complessiva di ambiti compromessi da convulse dinamiche di
urbanizzazione. In Valle Camonica, dove molti territori urbani del fondovalle sono segnati dalla presenza di disordinati e impattanti comparti produttivi e industriali di recente realizzazione, il tema della rigenerazione e della riparazione di questi territori degradati rappresenta una sfida importante e un obiettivo prioritario di qualità paesaggistica. Per esplorare possibili soluzioni di riconfigurazione paesaggistica di aree industriali e produttive attive e/o inattive, la ricerca ha scelto come ambito di sperimentazione progettuale il comparto di Malonno, nell’alta Valle, in una zona di conurbazione con caratteri tipici del fenomeno dello sprawl, caratterizzata da disordine organizzativo, bordi indefiniti e da un alto livello di dispersione insediativa. Qui si è inteso tradurre in criteri operativi e scenari alternativi alcune misure di riparazione di un paesaggio degradato dal recente intervento di costruzione di una serie di massicci capannoni. Il comparto produttivo s’inserisce al margine nord del territorio comunale di fondovalle, in una fascia lungo la SS 42, non lontano dal corso del fiume Oglio e al limite dei confini del Parco Regionale dell’Adamello. I segni macrografici dei capannoni, alcuni dei quali mai entrati in funzione e attualmente in stato di abbandono, si combinano con quelli più minuti delle residenze sparse, sorte in prossimità del nucleo storico di Miravalle. Gli scenari di trasformazione esplorati intendono mostrare gli effetti di azioni d’intervento basate sull’applicazione di essenziali strategie di base: messa a dimora di strutture e trame di vegetazione che possano riorganizzare bordi e sequenze spaziali e al contempo ricomporre un sistema di connessioni biologiche; introduzione di schermi e filtri visuali; riduzione dell’impatto dei volumi edificati mediante inserimento di involucri edilizi, uso del colore, realizzazione di tetti verdi; riuso delle strutture esistenti come contenitori di nuove funzioni di interesse pubblico e collettivo; riorganizzazione del sistema delle connessioni e degli spazi aperti delle infrastrutture per la mobilità.
_PAESAGGIO E TERRITORIO: MORFOLOGIA E LITOLOGIA arenarie, marne, siltiti, argilliti, calcari; siderite
1
ghiaie, sabbie e limi filladi e micascisti filladici ‘’filladi quarzifere’’ Auct.
Filladi e micascisti filladici filladi quarzifere Auct.
prasiniti ghiaie, blocchi, limi conglomerati, arenarie rioliti + o - alcal., daciti e subord. trachiti e latiti
gneiss granitici e granodioritici,tal. occhiadini; porfiroid
2
filladi e micascisti filladici filladi quarzifere Auct.
Area industriale di Malonno Superficie: 380.000 mq. Numero fabbricati: 13
1
Comune di Malonno
3
Altitudine: 596 m s.l.m Superficie: 31,46 kmq Numero abitanti: 3 204 ca.
e
um Fi
4
2 3
io
gl
O
SS 42 L’area in esame fa parte del comune di Malonno, comune dell’Alta Valle Camonica di circa 3 200 abitanti e dall’estensione di 31,46 kmq. Caratterizzato dalla presenza dell’ampia zona industriale, quest’area si inserisce al margine nord del territorio comunale di fondovalle di Malonno, in un contesto di mixitè insediativa, dove al pattern dei grandi capannoni si combina quello più minuto delle residenze sparse, sorte in prossimità del nucleo storico di Miravalle. 28
Berzo Demo
Altitudine: 785 m s.l.m. Superficie: 15,46 kmq Numero abitanti: 1 662 ca.
Strada per il
Passo del Vivione
(1828s.l.m.)
Area industriale di Forno Allione
4
UNITÀ DI PAESAGGIO E LOCALIZZAZIONE DELL’AREA DI STUDIO_ CARTA DELLE UNITÀ DI PAESAGGIO
L’AREA DI STUDIO IN RIFERIMENTO ALLA INTERPRETAZIONE DELLE UNITÀ DI PAESAGGIO
AREA DI STUDIO
AREA DI STUDIO
Scala di elaborazione della carta: 1:50.000
UNITÀ DI PAESAGGIO PAESAGGIO URBANO DELLA MIXITÈ INSEDIATIVA DI FONDOVALLE Corridoio insediativo di Cedegolo, Berzo e Forno Allione Sistema insediativo di alta valle e della conurbazione di Malonno Sistema Insediativo della conurbazione di Sonico e Edolo PAESAGGIO DEI VERSANTI MONTANI BOSCATI Paesaggio dei versanti montani della Valle di Scalve Paesaggio del versante montano dell’Adamello Paesaggio del versante montano della Valle di Sant’Antonio
29
30
1954
1954 Al 1954 l’urbanizzazione si limitava a piccoli nuclei storici separati tra loro e densamente popolati. Il primo versante, era interessato da insediamenti sparsi ed isolati, circondati dalle aree a prato-pascolo. Il fondovalle era dominato da estese superfici a prato che risalivano e caratterizzavano anche il primo versante, con estensioni consistenti e continuative. Il sistema forestale di fondovalle era caratterizzato da formazioni ripariali del fiume Oglio. Nella parte più meridionale della conurbazione di Malonno era inoltre più evidente un sistema di siepi e filari che riprende, le orditure del paesaggio agricolo.
2015
2015 - ATTUALE Al 2015 la situazione risulta profondamente modificata. Il sistema agricolo ha subito processi di forte contrazione con il parziale abbandono delle aree coltivate di primo versante, avanzamento del bosco, ed alle espansioni insediative di fondovalle. La maggior disponibilità di superfici piane di fondovalle ha consentito una rapida espansione del tessuto residenziale, con un’organizzazione spesso disordinata, discontinua e con margini fortemente sfrangiati. Qui i prati risultano spesso frammentati e isolati, hanno perso l’originaria connotazione agricoloproduttiva e potrebbero risultare potenzialmente vulnerabili ad ulteriori processi di trasformazione.
SOVRAPPOSTO
FORESTALE
AGRICOLO
1954 2015 SOVRAPPOSTO
SOVRAPPOSTO
2015
URBANO 1954
_SEQUENZE EVOLUTIVE DEI SISTEMI DI PAESAGGIO
TRASFORMAZIONI Dal ’54 ad oggi è possibile stimare un incremento di circa il 500% delle superfici urbanizzate in particolar modo dell’area di fondovalle, a discapito delle aree a prato-pascolo. Si evidenzia come in quest’area i complessi industriali interessino la quasi totalità delle superfici di fondovalle, dando il via ad un sistema urbano di tipo lineare diffuso. Le aree di versante, a parte alcune superfici prative e a colture legnose ancora presenti e organizzate in modo organico ed esteso, molte altre sono andate perdute a seguito di processi di abbandono, evidenziati dalla sostituzione dei prati con il bosco o dall’avanzamento del cespuglieto in aree agricole.
L’AREA INDUSTRIALE E IL SUO CONTESTO: STRUTTURA E COMPONENTI DI PAESAGGIO_ Ciclovia del fiume Oglio Ponti Petenziamento della ciclabile Viabilità pedonale esistente
01_ INSEDIAMENTO URBANO
Connessioni pedonali da potenziare
SISTEMA DELLA MOBILITÀ CICLO - PEDONALE
Nucleo residenziale di Miravalle
01_ INSEDIAMENTO INDUSTRIALE Presenza di capannoni non attivi.
01_AREE CON FENOMENI DI ABBANDONO
08_SISTEMA FORESTALE
Bosco di latifoglie e conifere.
06_SISTEMA AGRICOLO Aree prative
3
2 Linea TPL locale
1
Fermate TPL
4
Ferrovia Stazioni ferroviarie
08_SISTEMA FORESTALE
06_SISTEMA AGRICOLO
04_INFRASTRUTTURE PER L’ENERGIA
Aree prative
02_INFRASTRUTTURE DELLA MOBILITÀ SS 42
05_SISTEMA FLUVIALE DELL’OGLIO
Passaggio di elettrodotti in linea aerea elettrodotti in linea aerea a doppia palificazione.
SISTEMA DELLA MOBILITÀ PUBBLICA
Bosco misto di latifoglie e conifere.
31
_L’AREA INDUSTRIALE E IL SUO CONTESTO: STRUTTURA E COMPONENTI DI PAESAGGIO INSEDIAMENTI URBANI
INSEDIAMENTO URBANO L’area industriale si inserisce al margine comunale di Malonno e si configura come elemento di forte frammentazione paesistica, caratterizzato anche dalla presenza di residenze sparse e in prossimità dell’aggregato storico di Miravalle. Nella fascia interna dell’area industriale si trovano tre edifici con caratteristiche misto residenziale/produttivo. INSEDIAMENTI INDUSTRIALI
AREA URBANIZZATA
1. INSEDIAMENTI
AREA INDUSTRIALE DI MALONNO Si sviluppa lungo la SS 42. Nell’area sono presenti 4 corpi industriali attualmente non in uso, di elevate dimensioni e posti in prossimità della viabilità principale.
08 07
09
13
12
11
AREA INDUSTRIALE DI MALONNO
10
07_ ATTIVA
02_ ATTIVA
08_ ATTIVA
Area coperta : 13.410 mq Presente solo lo scheletro. SINTESI COSTRUZIONI IN LEGNO
01
03_ INATTIVA 06
04
03
05.2
02
Area coperta : 12.880 mq
04_ Parzialmente ATTIVA
SANDRIM SRL nel settore nord, quello sud è adibito a magazzino Area coperta : 16.835 mq
05_ Parzialmente ATTIVA
05.3 05.1
01_ INATTIVA
05.4
Asticher srl, meccanica di precisione
09_ ATTIVA 10_ ATTIVA Ditta Toloni
11_ ATTIVA
SIM Informatica + Falegnameria lato sud-est
05.1_Italimprese - Impresa edile 05.2_Edil Brixia - Materiali per l’edilizia 05.3_INATTIVA
12_ ATTIVA
06_ ATTIVA
13_ ATTIVA
AREA CON FENOMENI DI DEGRADO Presente un’area di deposito di inerti con fenomeni di ricolonizzazione vegetale.
32
San Grato Spa, forgiature metalli
Magic Ink, macchine da ufficio Rosa Camuna Ambiente
IL SISTEMA DEGLI SPAZI APERTI: CLASSI DI RUOLO FUNZIONALALE E PAESAGGISTICO_
7
3a
4
3c
2
3c
1c
3
6
1 5
1d
3b
5
1a
1e 4b
2b
7
4c
4e
K-MAP SPAZI APERTI
4b
1b
VARCO DI CONNESSIONE
1 SPAZI DI SERVIZIO DELLE ATTIVITÀ INDUSTRIALI / COMMERCIALI / PRODUTTIVE
4c 1e
1a Piazzali interni (asfaltati)
3a
Viabilità di servizio interna
2a
1b Vuoti di margine / suolo permeabile 1c Aiuole / porzioni di suolo fertile
2b
1d Area di deposito / stoccaggio materiale 4a
1e Area di deposito di materiali di cava / ambito con fenomeni di degrado paesaggistico e ambientale
2b 3b
2 SPAZI DI SERVIZIO DEL SISTEMA MISTO RESIDENZIALE/INDUSTRIALE
4e
2a 2b
2a Piazzali interni e viabilità di servizio(asfaltati)
1a
2b Aiuole / porzioni di suolo fertile 2c Area di deposito / stoccaggio materiale
1c
3b
3 GIARDINI E AREE DI PERTINENZA DELLE RESIDENZE 3a
3a Piazzali interni e viabilità di servizio(asfaltati)
6
3b Aiuole / porzioni di suolo fertile 3c Orti
1b
1a
4 SPAZI APERTI DELLE INFRASTRUTTURE STRADALI
5b
5a
4e Vuoti di margine / porzioni di suolo fertile 5 AREE DI MARGINE URBANO E FLUVIALE
1a
3c 4e
4a 3b
4c Piazzali e Parcheggi 4d Fasce alberate lungo strada
5a
3a
4b Rotatorie
4c
1c
5b
4a Viabilità
7
4d
7
5a Prati a libera dinamica evolutiva 1b
5b Alberi isolati e aree boscate isolate 5c Aree in abbandono con fenomeni di degrado
1b
6 SISTEMA FLUVIALE DELL’OGLIO 0
50
100m 7 SISTEMA FORESTALE
33
_CRITICITÀ E POTENZIALITÀ
4_MARGINI DEL FIUME OGLIO
3_MARGINI URBANI E SPAZI APERTI
2_PERCORRIBILITÀ E ACCESSI
1_COMPLESSO INDUSTRIALE
CRITICITÀ
VEGETAZIONE POTENZIALE POTENZIALITÀ CRITICITÀ
1 presenza di capannoni non utilizzati 2 disturbo visivo 3
frammentazione paesaggistica
4
consumo di suolo e di paesaggio di qualità
buona accessibilità e visibilità 1 dell’area
2
possibilità di riuso dei capannoni e di integrazione 2 di nuove funzioni economiche e/o sociali-ricreative
1
3
disponibilità di spazi aperti 3 e vuoti interstiziali da riconfigurare
3 fenomeni di 1 frammentazione
2
bassa qualità visiva del paesaggio stradale
disordine figurativo e disturbo visivo determinato 3 da presenza diffusa di cartellonistica e infrastrutture a rete
1 possibilità di trattamento dei margini stradali con messa a dimora di nuove alberature stradali, modellamento dei 1 bordi, progettazione di un sistema coordinato di elementi di arredo e cartellonistica
possibilità di configurazione 1 di un sistema diversificato e multifunzionale di spazi aperti
1
fenomeni di frammentazione
2
disordine figurativo
possibilità di migliorare i 2 rapporti funzionali e percettivi tra luogo e contesto
3
mancanza di connessioni tra le aree libere presenti
possibilità di aumentare il 3 capitale vegetale
percezione di paesaggio 1 monotono lungo la strada principale mancanza di visuale e di 2 connessione con il fiume Oglio presenza di vaste aree 3 verdi non accessibili o non utilizzate
34
POTENZIALITÀ
opportunità di ridefinizione di un sistema multifunzionale 1 articolato e interconnessodi spazi aperti
2
prossimità con il corridoio fluviale dell’Oglio
elevato potenziale in termini 3 di connettività ecologica e funzionale
3
2
1
1
3
STRATEGIE PER LA RICONFIGURAZIONE PAESAGGISTICA_ INTERVENTI NEGLI SPAZI APERTI / AREE DI MARGINE MESSA A DIMORA DI FILARI ARBOREO-ARBUSTIVI DENSI / LIMITE DEL BOSCO
REALIZZAZIONE DI VARCHI NELLE AREE DENSAMENTE ALBERATE per permettere l’accesso e la visuale diretta del al fiume
VARCHI AREE BOSCATE
MESSA A DIMORA DI FILARI ARBOREO-ARBUSTIVI STRUTTURANTI
INSERIMENTO DI AREE ATTREZZATE E POCKET PARK
Feyssine Park,Lione, Ilex Paysage Urbanisme
MOBILITÀ_SPAZI APERTI DELLE INFRASTRUTTURE STRADALI RIPENSARE LO SVINCOLO E LE ROTATORIE Riorganizzare rotatorie e margini stradali come parti di un sistema integrato di spazi aperti e trasformarli in dispositivi paesaggistici
RIORGANIZZAZIONE FUNZIONALE E PAESAGGISTICA DEI PARCHEGGI Interventi di depaving per incremento delle superfici permeabili. Messa a dimora di vegetazione arboreaarbustiva. Riorganizzazione dei passaggi pedonali. Riconfigurazione dei margini dell’area a parcheggio per una migliore integrazione nel contesto.
LA MOBILITÀ CICLO PEDONALE
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE DEL PAESAGGIO DI CAVA
CICLOVIA DEL FIUME OGLIO In via di completamento da integrare puntualmente con aree di sosta attrezzata
PRIMA FASE Inserimento di quinte vegetali ai margini dell’area, lungo la strada per mitigare l’impatto visivo.
CONNESSIONE ALLA CICLOVIA DEL FIUME OGLIO
SECONDA FASE Riqualificazione dell’area di cava e di deposito materiali, e realizzazione di un’area a parco tematico
Previsione di nuovi tratti per l’integrazione dell’area industriale nella mobilità ciclo-pedonale
VARCO
LE ATTIVITÀ INDUSTRIALI / COMMERCIALI / PRODUTTIVE INSERIMENTO DI TETTI GIARDINO
SS 42
Ma
lon
no
RICONFIGURAZIONE DEGLI INVOLUCRI DEI CAPANNONI
Zap’Ados, Calais, Bang Architectes
Minerva, Breno, Ozmo
Ford Motor Company, Dearborn, MI, USA
CONVERSIONE DEI CAPANNONI: INTRODUZIONE DI NUOVE FUNZIONI POLO DIDATTICO-RICREATIVO
CENTRO PER SPORT INDOOR
Landscape Garden Centers, Minnesota Ave
Frew Park Arena Play Structure, Brisbane, Guymer Bailey Landscape
Zap’Ados, Calais, Bang Architectes
Fiume Oglio
GARDEN CENTER
0
250m
Le Polyèdre, Lille, Béal & Blanckaert
35
_AZIONI DI PROGETTO E OBIETTIVI DI QUALITÀ
B A C
A.1
A.2
B
C
K-MAP
A_RAFFORZARE LE CONNESSIONI CON IL PARCO FLUVIALE SCENARIO DI TRASFORMAZIONE
STATO ATTUALE
A.1
A.2 SS 42
A.1
Margine fluviale
fiume Oglio
A.2
margine fluviale
Parco fluviale dell’Oglio sistema di connessione della valle
Margine urbano
B_RIPENSARE AL RUOLO DEI CAPANNONI INATTIVI: DA SCATOLE VUOTE A CONTENITORI MULTIFUNZIONALI STATO ATTUALE
SCENARIO DI TRASFORMAZIONE
Capannone Industriale Inutilizzato
Parcheggio
SS 42 + rotonda
Riqualificazione paesaggistica dell’area di cava e realizzazione di un Parco tematico Play-ground
Deposito di cava Centro per l’arrampicata indoor
C_MARGINI DA VIVERE STATO ATTUALE
SCENARIO DI TRASFORMAZIONE
Margine urbano
36
Strada secondaria
Marciapiede
Capannone industriale
Pocket Park
Messa a dimora di alberature stradali
Realizzazione di attraversamenti pedonali sicuri
_AZIONI DI PROGETTO E OBIETTIVI DI QUALITÀ PRIMA
ATTUALE CONFIGURAZIONE_blocco compatto di grandi dimensioni compartimentabile in 2/4 unità. Superficie esterna quasi unicamente costituita da pannelli prefabbricati in cemento. Le aree di pertinenza dei capannoni comprendono ampie superfici asfaltate non differenziate e senza presenza di vegetazione.
RINATURALIZZAZIONE potenziamento delle componenti naturali e incremento delle superfici permeabili. RIGENERAZIONE E INTEGRAZIONE gestione differenziata degli involucri e dei volumi delle aree industriali. Integrazione di soluzioni per il risparmio energetico e per un migliore uso delle risorse: aumento delle superfici permeabile, utilizzo di energie rinnovabili, realizzazione dove possibile di verde pensile estensivo; applicazione di soluzioni di water sensitive design.
DOPO
NUOVE COMPONENTI DI PAESAGGIO
SOLUZIONI PER L’INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA DELL’AREA INDUSTRIALE
FACCIATE_modifica delle facciate da rendere disponibili per murales e installazioni artistiche (wall art) da inserire nel progetto della Valle dei Segni. In alternativa utilizzo di nuovi involucri edilizi anche attraverso l’uso di materiali da rivestimento differenziati e applicazione di brisoleil.
MODIFICA DEI VOLUMI_possibilità di articolare
i volumi con lsoluzioni di alternanza tra vuoti e pieni mediante l’inserimento di corti intrerne, esterne e logge per permettere la suddivisione in unità più piccole, con maggiore esposizione solare interna per usi differenziati. Soluzione a maggiore investimento iniziale ma con elevato miglioramento estetico funzionale più attrattivo verso nuovi investitori.
LA QUINTA FACCIATA_inserimento di tetti verdi e rivestimenti vegetali in copertura con soluzioni integrate di water sensitive design per la raccolta ed il rilascio graduale dell’acqua piovana.
37
_STRUTTURE VEGETALI E SPECIE BOTANICHE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ PAESAGGISTICA
STRUTTURE VEGETALI: AREA BOSCATA E ALBERI ESISTENTI
1
6
PARCHEGGIO [ Riferimento a pagina C 9.3 ] Interventi di depaving finalizzati alla sostituzione di tessere asfaltate/suolo impermeabile, con tessere di suolo fertile utile a ospitare nuovi impianti arboriei e arbustivi.
2
TESTATE DEI PARCHEGGI [ Riferimento a pagina C 9.3 ]
3
ROTATORIE E MARGINI DELLA VIABILITÀ PRINCIPALE
7
FILARI - QUINTE
6A
FILARI MULTIPLI IRREGOLARI Monofilare a più piani: Sesto di impianto 4-6m. Dimensione complessiva della struttura: > 10m
Monofilare a più piani: Sesto di impianto 2-8, dimensione della struttura struttura 4-6, altezza 25-30m.
Consociazioni di erbacee, arbusti e alberi per rafforzamento della testata del parcheggio principale, con funzione di filtro e implementazione ecologica.
Semina di prati fioriti con specie erbacee della flora alpina nelle rotatorie e negli spazi interstiziali delle infrastrutture stradali come strategia paesaggistica finalizzata all’aumento della biodiversità in contesti urbanizzati e per mettere a sistema frammenti di spazi aperti.
5m
Ca
6m Ap
4 MARGINE DELLA VIABILITÀ SECONDARIA Inserimento di una fascia filtro arborea-arbustiva lungoi margini stradali del comparto industriale per aumentare il livello di l’integrazione paesaggistica. La messa a dimora di un struttura di vegetazione polispecifica lineare discontinua consente di spezzare la monotonia visuale del profilo compatto dei capannoni.
8m
6B
Pa
Po
Pa
Ap
Po
File multiple regolari a più piani: Sesto di impianto 6-12, dimensione della struttura struttura 10-20, altezza 25-30m.
Ap
10
m
Po
Ac
Po
6m Qr
SPECIE ARBOREE Ac_ Ap_
6 7
38
Ca_ Fe_ Pa_ Po_ Qr_ So_ Ti_ Pc_
SPECIE ARBUSTIVE
Acer campestre Acer platanoides e pseudoplatanus
Co_ La_
Carpinus betulus Fraxinus excelsior Prunus avium Populus alba Quercus robur Sorbus aria e terminalis Tilia cordata Pyrus Carelliana
4 5 7
Sn_ So_ Cs_ Eu_ Ps_ Rc_
Corilus Avellana Laburnum anagyroides e alpinum Sambucus nigra Sorbus torminalis e aria Carnus Sanguinea Euonymus europeanus e latifolius Prunus Spinosa Rosa Canina
Ca
Ac
Ca Ca So
Ca
Ap
Fe
So
Fe
Fe 4m
Ap
Ap
Fe
Fe
So
MARGINI INTERNI DI PERTINENZA DEI CAPANNONI INDUSTRIALI Aumento della superficie di suolo permeabile nelle aree di pertinenza dei capannoni, da attuare utilizzando l’ampiezza massima possibile consentita dalla necessità d’uso degli spazi di servizio. Questa azione consentirà la messa a dimora di un filare lungo le fasce interne di margine di alberature alternate a masse arbustive lineari su superfici erbose.
So
Ca
Ac
5
Ap
Fe
SPECIE ERBACEE
Po
Ac
Po
Cynosurus cristatus L. Festuca rubra subsp. commutata (Gaudin) Markgr.-Dann. (=F.nigrescens) Dactylis glomerata L. Poa pratensis L. Festuca melanopsis Foggi, Rossi & Signorini Trifolium pratense L. Trifolium repens L. Hieracium villosum Jacq. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre Pilosella officinarum Vaill. (=Hieracium pilosella) Nardus stricta L. Anthoxanthum odoratum L. Festuca melanopsis Foggi, Graz. Rossi & Signorini Agrostis capillaris L. Trisetaria flavescens (L.) Baumg. (=Trisetum flavescens) Geum montanum L. Arnica montana L.
8
SUPERFICI A PRATO
9
TETTI GIARDINO
Realizzazione di coperture con sistemi di verde estensivo, che prevedono l’utilizzo di manti erbosi costituiti da specie erbacee della flora locale ( vedi elenco ).
Achillea tomentosa L. Scorzoneroides helvetica (Mérat) Holub (=Leontodon helveticus) Holcus lanatus L. Arrhenatherum elatius (L.) P. Beauv. ex J. & C. Presl Pascoli pingui piano montano Cynosurus cristatus L. Festuca rubra subsp. commutata (Gaudin) Markgr.-Dann. (=F.nigrescens) Lolium perenne L. Trifolium pratense L. Trifolium repens L. Dactylis glomerata L. Salvia pratensis L. Medicago lupulina L. Anthyllis gr. vulneraria L
SPECIE FLORISTICHE Campanula montanus L. Campanula Madium L. Campanula thyrsoides L. Anemonastrum Narcissiflorum L. Holub Achillea tomentosa 2 3 4 9 Gentiana lutea L. Phyteuma spicatum L. Woodsia alpina Impatiens noli-tangere Amelanchier ovalis Medik. Arctostaphylos uva-ursi L. Genista radiata Laburnum Alpinum Bercht. & J. Presl 2 3 4 5 Lonicera caerulea L.
SCENARI DI TRASFORMAZIONE: MASTERPLAN PER UN NUOVO PAESAGGIO INDUSTRIALE_ 1
NUOVA CENTRALITÀ TRA LA MEDIA E L’ALTA VALLE Strategie di rigenerazione dei capannoni industriali inutilizzati. Indviduazione delle possibili destinazioni d’uso orientate alla riqualificazione dell’intera area (ad esempio: centro per l’arrampicata indoor, centro per Economia Circolare, parkhouse..)
7
2
VIA CICLOPEDONALE Integrazione e completamento dei tratti di viabilità ciclabile e pedonale di servizio a collegamento dell’area industriale con la Ciclovia dell’Oglio e con il centro urbano di Malonno.
3
3
LE AREE A PARCHEGGIO Interventi di integrazione paesaggistica dei parcheggi (riconfigurazione dei layout con inserimento di alberature, introduzione di rain garden, azioni di depaving, trattamento della pavimentazione).
4 5
4
I MARGINI STRADALI Interventi di riconfigurazione del lay-out stradale, per ridefinire il sistema dei bordi e migliorare, dove possibile e necessario, le connessioni pedonali.
5
LA ROTATORIA
Valorizzazione delle rotatorie come dispositivo del paesaggio.
10
3
6
STRADA STATALE 42
Miglioramento del rapporto tra strada e paesaggio attraversato 4
1
7
7
6
2
6
8
LE QUINTE VEGETALI Potenziamento delle componenti del paesaggio vegetale e messa a dimora di specie eco-compatibili con il contesto, per la costituzione di corridoi ecologici attraverso le aree urbanizzate. La messa a dimora di specie alberate permetterà di creare connessioni trasversali della valle.
8
GLI ELETTRODOTTI Mitigazione dell’impatto visuale prodotto dal sistema degli elettrodotti, prevedendo, dove possibile, interventi puntuali di parziale interramento, o di ricolorazione volta a diminuire il loro impatto visivo.
7
POCKET PARK
10
RICONFIGURAZIONE PAESAGGISTICA E REALIZZAZIONE DI UN’AREA A PARCO RICREATIVO
6 7
va ira M n co ne sio es
6
nn
LE CONNESSIONI
6
lle
SS 42 - Viabilità carrabile principale Viabilità carrabile secondaria Viabilità di servizio dei capannoni Strade interne di collegamento centri minori Mobilità ciclo-pedonale Mobilità pedonale Percorsi interni ai parcheggi
9
co
6
9
7
0
50
100m
39
_IL PARCHEGGIO COME TESSERA DI PAESAGGIO
Ap
Ap
Ap
A
Ti Ap
Fe Ap
Acer campestre Acer platanoides e pseudoplatanus Carpinus betulus Fraxinus excelsior Prunus avium Populus alba Quercus robur Sorbus aria e terminalis Tilia cordata
_Ac _Ap
Pa
_Ca _Fe _Pa _Po _Qr _So _Ti
Ti
ARBUSTI Laburnum anagyroides e alpinum
Ap
Ap
ALBERI
Ap
Fe Ap Ac
Ac
Ti
Ap
Fe
Ap
Pa
Ap
Ac La
_La 0
50
100m
Stralcio della planimetria pag. C 10.0
40
PARCHEGGIO 2
1_PRIMA FASE: IMPLEMENTAZIONE CAPITALE VEGETALE
PARCHEGGIO 2
Planimetria
Parcheggio
TOTALE POSTI AUTO: 42
PARCHEGGIO 2_ POSTI AUTO: 26 POSTI AUTO PER DISABILI: 1
SUOLO FERTILE
Parcheggio
scala 1:500
Aumento delle superfici drenanti
parcheggio in prato carrabile
Pa
Margine fluviale
prato fiorito
Guardrail in legno o corten Ac
Pa - Prunus avium
Pc
SS 42
parcheggio per disabili
spazio esterno
Pc
Ac - Acer campestre Ac Pc Pc - Pyrus calleryana
Pc
Populus alba
Populus alba
spazio interno
Suolo fertile
CONFIGURAZIONE DEL NUOVO PARCHEGGIO
passaggio pedonale
A_SEZIONE_ATTUALE
Superficie asfaltata
A_SEZIONE_SCENARIO
PARCHEGGIO 1_ POSTI AUTO: 67 POSTI AUTO PER DISABILI: 7 POSTI AUTOTRENI: 3 TOTALE POSTI AUTO: 74
Acer Campestre
POSTI AUTO: 26 POSTI AUTO PER DISABILI: 1 AREE IN CUI AVVIARE L’IMPLEMENTAZIONE VEGETALE
A
Acer Campestre
SUOLO FERTILE
PARCHEGGIO 2_
Guard rail
TOTALE POSTI AUTO: 78
PARCHEGGIO 1_ POSTI AUTO: 42 POSTI AUTO PER DISABILI: 0 POSTI AUTOTRENI: 5
P1
PARCHEGGIO 1
Acer Campestre
POSTI AUTO: Non segnati
PARCHEGGIO 1
2_MIGLIORAMENTO GENERALE
PARCHEGGIO 2_
POSTI AUTO: 78 POSTI AUTO PER DISABILI: 0 POSTI AUTOTRENI: 5
P2
margine fluviale
PARCHEGGIO 1_
spazio interno non asfaltato
0_STATO ATTUALE
PARCHEGGIO 1
PARCHEGGIO 2
41
_SOLUZIONI PER L’INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA
SCENARIO ATTUALE 42
SCENARIO DI TRASFORMAZIONE 43
Introduzione di un piano del colore
Riconfigurazione paesaggistica delle rotatorie con semina di prati fioriti
Utilizzo di pannelli microforati, brisoleil e colorazioni per una migliore integrazione dei capannoni industriali
Interventi di depaving , aumento della vegetazione e riorganizzazione del parcheggio
Sostituzione dei guardrail con tipologie e materiali piĂš integrati nel contesto come legno o corten
Inserimento di quinte arboree per migliorare l’immagine paesaggistica
Sostituzione dei guardrail con tipologie e materiali congrui come legno o corten
Inserimento di una pensilina per gli autobus
Miglioramento delle connessioni pedonali
Introduzione di quinte vegetali per schermare l’area di cava
3
SISTEMI DI SPAZI APERTI E PAESAGGI DI FONDOVALLE IPOTESI PER UN PARCO AGRO-FLUVIALE DEL FIUME OGLIO A DARFO BOARIO TERME Stella Fabbri, Anna Lambertini
Estratto dalla Carta delle Unità di Paesaggio, elaborazione unità di ricerca, LDL DIDA Unifi - 2017
Il sistema insediativo a carattere policentrico che connota il territorio comunale di Darfo Boario Terme presenta un’articolazione urbana piuttosto diversificata, con prevalenza di sistemi lineari sviluppati in modo continuativo lungo gli assi infrastrutturali. Grazie alla presenza di estese superfici agricole, di consistenti aree naturali lungo il corridoio del fiume Oglio e di ampie porzioni di suolo libero, questo ambito presenta molte potenzialità in termini di riqualificazione paesaggistica e di sperimentazione di innovativi strumenti di piano-progetto e gestione dei paesaggi locali. Per questo l’ambito di fondovalle compreso tra Montecchio e Pian di Borno, a ridosso del Monticolo e lungo il corso del fiume Oglio, è stato scelto per un approfondimento progettuale finalizzato alla definizione di uno scenario di Parco agro-fluviale, categoria di intervento che permette di assegnare allo spazio aperto e al territorio agricolo residuale un ruolo strutturante e connettivo primario. Articolato in ambiti tematici integrati (differenziati per gradienti di naturalità, funzioni, usi e sottoposti a forme di gestione diversificata) il Parco agro-fluviale centrale dell’Oglio consentirebbe di ricomporre in un sistema unico interconnesso l’attuale insieme di aree libere e permetterebbe di garantire la conservazione attiva dei varchi ecologici trasversali rimasti. La realizzazione di un Parco agro-fluviale centrale dell’Oglio potrebbe essere colta come occasione per sperimentare l’applicazione di un Contratto di Fiume o Contratto di Paesaggio locale. Strumento che comincia a trovare applicazione anche nel nostro paese, iI Contratto di Fiume è un accordo volontario che può essere siglato tra enti pubblici, privati e associazioni, per attuare interventi contro il degrado ecologico e paesaggistico degli ambiti fluviali, promuovere misure di riqualificazione territoriale e ambientale, orientare azioni condivise di cura dei luoghi. Si tratta in sostanza di una forma di programmazione negoziata e partecipata, in grado di conciliare i diversi interessi di vari soggetti: con un Contratto di Fiume attori pubblici e privati s’impegnano a rispettare obiettivi comuni, per reinterpretare, secondo una visione a lungo termine e condivisa, gli usi e le funzioni multiple dei corsi d’acqua, dei loro ambiti e delle risorse idriche del bacino. La possibilità di sperimentare con successo nel Comune di Darfo Boario Terme questo tipo di strumento, che basa la sua efficacia sull’attivazione di processi
partecipativi aperti e inclusivi, è avvalorata dal ruolo attivo e propositivo che potrebbero assumere la Comunità Montana della Valle Camonica e il Parco dell’Adamello, e associazioni di cittadinanza attiva come quella dei Los Chicos Buenos, collaborando con l’amministrazione comunale di Darfo Boario Terme alla sperimentazione di un progetto pilota. La realizzazione del Parco agro-fluviale consentirebbe di precisare, attraverso la definizione di criteri, linee guida e scenari progettuali, una sequenza coerente di obiettivi di qualità paesaggistica e di azioni, da tradurre in progetti/interventi (sia di sistema che puntuali) attuabili con differenti tempistiche, livelli di trasformazione e risorse economiche, tutte riconducibili a una strategia unitaria. In tal senso, lo strumento del Contratto di Fiume potrebbe essere reinterpretato secondo un’accezione sperimentale più ampia, innovativa e mirata, come Contratto di Paesaggio locale, con l’obiettivo di costruire uno strumento di concertazione “tra coloro che abitano un territorio e coloro che lo governano/amministrano, tra quanti intendono tutelare le risorse naturali, gli agricoltori, coloro che vogliono costruire (i proprietari fondiari) e i poteri pubblici che controllano gli strumenti urbanistici” (Donadieu, 2014). Il Parco agro-fluviale potrebbe ad esempio promuovere forme di agricoltura biologica; pratiche di coltivazione legate alla trasmissione del patrimonio rurale tradizionale; l’introduzione di specie orticole finalizzate al recupero di antiche varietà orticole e di piante da frutto. Potrebbe inoltre concorrere alla composizione di un health landscape, da mettere a sistema con il complesso termale di Boario Terme. Poichè “se i suoli sono agricoli (e in generale privati), i poteri pubblici hanno la possibilità di preservarli non solamente per la produzione di beni agroalimentari destinati alla città e ai suoi abitanti, ma anche come spazi aperti disponibili per essere attraversati con itinerari pedonali, ciclabili, equestri.” (Donadieu, 2014). La combinazione tra spazi agricoli produttivi, aree naturali, spazi attrezzati con funzione ricreativa verrebbe a costituire così un articolato paesaggio multifunzionale. Un paesaggio agricolo-produttivo e ricreativo, con valenza didattica e turistica, di connessione e riorganizzazione delle relazioni spaziali ed ecologiche tra i differenti nuclei urbani, che rivestirebbe un importante ruolo come bene comune, disponibile alla fruizione quotidiana da parte di abitanti, residenti, turisti.
_INQUADRAMENTO TERRITORIALE Rocce calcaree
Depositi
Fiume Oglio
Monticolo
Sito archeologico
Bario Terme Archeopark
Terme
Darfo
Lago Moro
Rocce conglomeratiche
Rocce arenacee
Rocce cristalline intrusive
Rocce metamorfiche
1 2 5 3
4
COMPONENTI DEL PAESAGGIO
1
46
2
3
4
5
UNITÀ DI PAESAGGIO_ CARTA DELLE UNIÀ DI PAESAGGIO
UNITÀ CHE INTERESSANO L’AREA DI STUDIO
AREA DI STUDIO
Scala di elaborazione della carta: 1:50.000
AREA DI STUDIO
UNITÀ DI PAESAGGIO PAESAGGIO URBANO DELLA MIXITÈ INSEDIATIVA DI FONDOVALLE Sistema insediativo della Bassa Valle Camonica e della Porta meridionale d’accesso alla Valle Sistema insediativo della Bassa Valle Camonica ambito, dei rilievi isolati e della città lineare diffusa PAESAGGIO INSEDIATIVO E AGRICOLO DEL PRIMO VERSANTE Paesaggio del primo versante di Lovere Paesaggio del primo versante della bassa Valle Camonica e del Lago Moro PAESAGGIO DEI VERSANTI MONTANI BOSCATI Paesaggio del versante montano occidentale della Bassa Valle Camonica Paesaggio del versante montano orientale della Bassa Valle Camonica
0
5
10km
47
_FUNZIONI PREVALENTI DEGLI SPAZI APERTI
48
49
_OBIETTIVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA
50
MASTERPLAN PER UN NUOVO PARCO AGRO-FLUVIALE DELL’OGLIO_
51
_MASTERPLAN PER UN NUOVO PARCO AGRO-FLUVIALE DELL’OGLIO
PARCO AGRICOLO-FLUVIALE DELL’OGLIO Itinerario ciclabile didattico narrativo del Parco Agricolo-Fluviale dell’Oglio
2
Rete Ciclopedonale Esistente Rete Ciclopedonale di progetto Sentieristica Sistema delle siepi di campo - esistenti Sistema delle siepi di campo - di progetto
IL NUOVO SISTEMA DI SPAZI APERTI A PREVALENTE CARATTERE RICREATIVO E DI VALORIZZAZIONE PAESAGGISTICA 1_Parco-Passeggiata del Frutteto Urbano 2_Parco urbano-didattico di Montecchio 3_Spiaggia giardino urbano sul fiume 4_Svincolo della Biodiversità 5_Parco lineare del Monticolo 6_Bosco-Parco Ludico Ricreativo 7_Spiaggia Urbana dell’Oglio 8_Bosco Giardino Playground 9_Parco Lineare-Fluviale di Sacca e Plemo 10_Parco Agro-Urbano di Pian di Borno 11_Vivaio sperimentale per la produzione di specie erbacee della flora alpina della Valle Camonica
52
1
10
4
5 3
9
8
11
4 6 7
0
1km
2km Scala 1 : 20.000
53
54
12
2 3 4
4 8
5
6 7 9 11
PARCO AGRO-URBANO DI PIAN DI BORNO
VIVAIO SPERIMENTALE PER LA PRODUZIONE DI SPECIE ERBACEE DELLA FLORA ALPINA DELLA VALLE CAMONICA
PARCO LINEARE-FLUVIALE DI SACCA E PLEMO
SPIAGGIA URBANA DELL’OGLIO
BOSCO GIARDINO PLAYGROUND
BOSCO-PARCO LUDICO RICREATIVO
PARCO LINEARE DEL MONTICOLO
SVINCOLO DELLA BIODIVERSITÀ
SPIAGGIA GIARDINO URBANO SUL FIUME
TERME DI BOARIO
PARCO URBANO-DIDATTICO DI MONTECCHIO
_ILNUOVO PARCO AGRO-FLUVIALE DELL’OGLIO: UN AMBITO DI SPERIMENTAZIONE PER UN CONTRATTO DI PAESAGGIO LOCALE
10
PROPOSTE DI PROGETTO: LA PISTA CICLABILE DELL’OGLIO COME PERCORSO NARRATIVO_
55
4
IL PASSO CROCEDOMINI GESTIRE I PAESAGGI ALPINI E I PASCOLI D’ALTA QUOTA Giovanni Grapeggia
Estratto dalla Carta delle Unità di Paesaggio, elaborazione unità di ricerca, LDL DIDA Unifi - 2017
Le praterie alpine in Valle Camonica occupano i versanti oltre il limite del bosco presentandosi in formazioni più o meno continue fino ad una quota di 2600 - 2800 mslm (le condizioni ecologiche locali determinano una forte variabilità), con una estensione complessiva di 6000 ettari. Un terzo di queste superfici, circa 3000 ettari è rappresentato dalle praterie del complesso pascolivo del passo Crocedomini-Gaver. Questa vasta area è addossata al bordo orientale del limite amministrativo della Valle Camonica (media Valle Camonica secondo la suddivisione convenzionale) che divide la Lombardia dal Trentino, ed è ricompresa quasi interamente nei versanti alti dei territori comunali di Breno e, in in piccola parte di Bienno. L’area, di particolare interesse naturalistico e paesaggistico è inserita in un articolato sistema di aree protette: Parco dell’Adamello, ZPS “Parco Naturale Adamello”, SIC “Pascoli del Crocedomini”. La complessa natura geologica della Valle Camonica ha determinato una grande varietà di litotipi. Nell’area prativa del Crocedomini
dominano due grandi gruppi con caratterisctiche chimiche opposte (rocce calcaree a reazione tendenzialmente alcaline e rocce a matrice cristallina, con reazione acida) che determinano la grande ricchezza floristica di queste praterie. Un altro fattore che ha contribuito, e contribuisce tuttora, a questa varietà di specie erbacee è l’attività pascoliva, praticata da secoli: le variazioni in più o in meno del carico pascolivo inducono variazioni sulla composizione del cotico e sulla diffusione della componente arborea e arbustiva. Le praterie del Crocedomini e il sistema degli alpeggi presente, per la ricchezza di valori naturalistici, ecologici e socio-culturali, sono stati tutelati con l’istituzione di un Sito di Interesse Comunitario denominato “Pascoli del Crocedomini e Alta Valle del Caffaro”. Le misure di conservazione e le tutele espresse negli strumenti di gestione dell’area protetta sono indirizzate anche alle attività umane legate all’alpeggio, che contribuiscono in maniera rilevante al mantenimento di equilibri ecologici e biodiversità.
_PRATERIE E ALPEGGI: AMBIENTI NATURALI DI RILEVANTE VALORE PAESAGGISTICO ED ECOLOGICO SIC IT2070006 pascoli del Crocedomini, Alta Val Caffaro HABITAT DI PRATERIA 6150 - Formazioni erbose boreo-alpine silicee 6170 - Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine 6230* - Formazioni erbosea Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell’Europa continentale) 7140 - Torbiere di transizione e instabili HABITAT FORESTALI 4070* - Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron Hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti) 9410 - Foreste acidofile montane e subalpine di peccio 9420 - Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus Cembra
* in grassetto gli habitat prioritari
La rilevanza delle risorse naturalistiche presenti nell’area del Crocedomini è testimoniata dalla quantità di specie faunistiche e floristiche di grande importanza per rarità di distribuzione, determinata anche dalla fragilità degli habitat dove vivono. Numerose in particolare le specie floristiche endemiche e le rarità botaniche, a cui si deve l’istituzione del SIC Pascoli del Crocedomini. Tra le tante specie floristiche, si ricorda ad esempio la Pianella di venere (Cyprypedium calceolus), presente in Valle Camonica solo in una stazione dell’area del Crocedomini. 1
Distribuzione delle praterie alpine in Valle Camonica (Elaborazione di Giovanni Grapeggia - scala originale 1:50.000)
58
2
3
4
5
6
7
8
9
1_ Campanula rainieri 2_ Cyprypedium calceolus 3_ Fritillaria tubaeformis 4_ Primula glaucescens 5_ Saxifraga hostii 6_ Saxifraga vandellii 7_ Lanius collurio (averla piccola) 8_ Glaucidium passerinum (civetta nana) 9_ Lanius collurio (averla piccola)
Ghiacciai Rocce conclomeratiche Rocce magnatiche effusive Depositi morenici Rocce calcaree
Rocce arenacee
TIPI LITOLOGICI (SCALA 1:10.000)
UNITÀ DI PAESAGGIO (SCALA 1:10.000)
Rocce metamorfiche
UNITA’ DI PAESAGGIO 28 PAESAGGIO ALPINO DI CROCEDOMINI E BLUMONE, DELLA VALLE DEL CAFFARO E DELL’ALTA VALSABBIA COMUNI INTERESSATI: Bagolino, Bienno, Braone, Breno, Ceto, Collio, Niardo
COMPONENTI STRUTTURALI PRESENTI Malghe e alpeggi Forte caratterizzazione culturale dei comuni Presenza di borghi di mezza valle Parco dell’Adamello e 2 SIC (IT2070006, IT2070012) Aree boscate con superfici molto rilevanti Paesaggio prevalentemente alpino con borghi di montagna Paesaggio wilderness (oltre i 2000 mt) Presenza di elementi culturali molto rilevanti Presenza di importanti comprensori sciistici Presenza di rete di canalizzazione e turbinazione delle acque per produzione di energia idroelettrica, dighe di alta quota
Rocce cristalline intrisive
Limiti comunali
Curve di livello
Viabilità principale
Idrografia Prati, pascoli e alpeggi
DISTRIBUZIONE DELLE AREE FORESTALI E DEI PASCOLI (SCALA 1:10.000)
DESCRIZIONE Sistema delle praterie e delle malghe a ridosso degli ultimi contrafforti meridionali della vasta placca cristallina del gruppo dell’Adamello. In gran parte ricade nel SIC “PASCOLI DI CROCEDOMINI-ALTA VAL CAFFARO”. La presenza di malghe diffuse attorno alle quali si strutturano superfici estese a prateria di alta quota, ha in questo sistema una concentrazione del tutto superiore al resto del comprensorio. All’attività di queste malghe è potenzialmente associabile il mantenimento del paesaggio rurale di versante come evidenziato dall’analisi diacronica delle trasformazioni dal 1954 ad oggi.
Depositi
Rupi e affioramenti rocciosi Arbisteti Boschi
59
_COMPONENTI DEL PAESAGGIO E DINAMICHE EVOLUTIVE
Le praterie alpine del Crocedomini-Gaver rappresentano, per molti aspetti, uno dei più importanti complessi pastorali della Valle Camonica, anche per la sua estensione, con oltre 3.000 ettari di praterie che occupano una fascia altimetrica di circa 1000 metri di quota, da 1500 a 2500 m.s.l.m. con un grande potenziale pascolivo e di produzione casearia di qualità. L’area costituisce una forte attrattiva per il turismo verde e alpino, favorita dalla presenza di una estesa rete di sentieri e percorsi escursionistici e da un sistema di rifugi/bivacchi.
SISTEMA NATURALE
PRATERIE ALPINE La vegetazione erbacea tra il limite del bosco e il limite dell’orizzonte nivale, laddove la natura del terreno lo consente, crea un cotico continuo con composizione specifica variabile, soprattutto, in funzione della natura del substrato e della disponibilità idrica. A tali fattori naturali che condizionano la composizione e la struttura del cotico si aggiungono, e non meno importanti, fattori legati all’uso di questi territori a partire dal pascolo e dalle attività annesse. AREE FORESTALI I boschi che si interfacciano con le praterie alpine, al limite della vegetazione arborea, hanno struttura e composizione diversa dalle selve sottostanti. In questi orizzonti gli alberi, prevalentemente larici, si raggruppano per nuclei più o meno distanti tra loro, a formare un tessuto lacunoso dove arbusti e praterie si alternano creando scenari di grande interesse paesaggistico ed ecologico-naturalistico.
AREE DI TRANSIZIONE BOSCO-PASCOLO Le aree marginali ecotonali tra una formazione vegetazionale ed un’altra rivestono un ruolo ecologico di grande rilevanza, manifestando, con trasformazioni relativamente veloci del paesaggio, tutte le tensioni esistenti tra i diversi ecosistemi. Il ruolo delle attività antropiche e in particolare le modalità di gestione delle aree di transizione, costituiscono un fattore determinante nei processi evolutivi del paesaggio.
VIABILITÀ PRINCIPALE VIABILITÀ SILVO-PASTORALE
SISTEMA ANTROPICO
SENTIERI L’accessibilità di questi territori alpini è elevata, con una corposa dotazione di viabilità, a partire dall’asse viario principale, la statale 669 del Passo di Crocedomini, a cui si combina una densa rete di strade ad uso silvo-pastorale, con uno sviluppo complessivo superiore ai 130 km. Anche la dotazione di viabilità di interesse escursionistico è importante, con uno sviluppo di 137 km. MALGA Anche la presenza di malghe è rilevante, con 27 insediamenti sul totale di 71 censite in tutta la Valle Camonica, a conferma sia dell’importanza di questo comparto pascolivo, sia della relazioni tra le attività umane e i sistemi naturali.
BIVACCO
RIFUGIO
RISTORO
A supporto di un turismo prevalentemente di tipo escursionistico, questo territorio comprende 2 ristori, 5 rifugi alpini gestiti e 5 bivacchi. La statale del Crocedomini si distingue sia per la panoramicità del percorso, e costituisce un collegamento tra Lombardia e Trentino. Occorre considerare inoltre l’importanza, anche ai fini turistici, delle attività di malga, legata alla vendita diretta di prodotti caseari di grande qualità, che costituisce un fattore di incremento dell’attrattiva del territorio in tutte le stagioni.
60
Le analisi comparate dell’uso del suolo al 1954 e al 2015, ed in particolare quelle relative all’estensione delle praterie alpine e dei boschi ricadenti nell’area del Crocedomini (comuni di Breno e Bienno), evidenziano alcune trasformazioni modeste in termini di superfici interessate, ma importanti dal punto di vista ecologico e paesaggistico: l’estensione dei prati si è contratta di oltre 500 ettari nel sessantennio indicato, a seguito di una espansione della vegetazione legnosa (alberi e arbusti). Questo processo, oltre a determinare una perdita di risorse economiche importanti nel territorio alpino, porta ad una riduzione della ricchezza floristica e della biodiversità. Nelle sequenze di approfondimenti cartografici riportati è possibile rilevare come soprattutto nei margini fra bosco e prateria e nei versanti più accidentati si siano concentrate le trasformazioni descritte.
61
_TEMI DI GESTIONE E ATTENZIONE PROGETTUALE
SISTEMA NATURALE
SISTEMA NATURALE
CRITICITÀ
62
1
Aree degradate da fenomeni di sovra pascolamento e sotto pascolamento.
2
Calpestio, costipazione del terreno, erosione dei versanti, sentieramento dei pendii, dovuta al concentramento delle mandrie all’interno dell’alpeggio.
3
Degradazione localizzata del cotico erboso a causa della diffusione di specie nitrofile nelle aree di concentramento del bestiame.
4
Abbandono delle superfici pabulari più svantaggiate con invasione di specie arbustive pioniere e successivo avanzamento del bosco.
5
Conoscenza del patrimonio naturalistico del territorio limitata a pochi studiosi appassionati.
1
Insufficienti investimenti sul fondo agricolo che non permettono la modernizzazione strutturale.
2
Limitati punti di abbeverata con concentrazione del bestiame e rischio di degrado.
3
Disordine figurativo e disturbo visivo determinato da presenza diffusa di elementi dissonanti (cartellonistica, cassonetti per rifiuti, guard rail).
4
Circolazione di veicoli al di fuori delle piste presenti; manutenzione della viabilità agro-silvo-pastorali insufficiente con conseguente innesco di fenomeni erosivi .
POTENZIALITÀ
AZIONI PROGETTUALI
1
Presenza di attività economiche basate sull’utilizzo sostenibile delle risorse naturali che costituiscono un valido presidio per il mantenimento dei valori presenti.
Le zone con forte erosione e degrado vanno mantenute “protette” dal carico del bestiame, utilizzando recinzioni elettrificate e praticando la trasemina con specie locali per limitare l’erosione stessa.
2
Presenza di vegetazione con elevata ricchezza floristica .
3
Presenza di coperture vegetale che contrasta fenomeni di erosione.
La turnazione del pascolo è sempre la soluzione migliore che sta alla base di una buona gestione per il mantenimento dell’ecosistema pascolo. Per turnazione non si intende semplicemente l’utilizzo di svariate superfici pabulari, ma anche la diversificazione degli animali utilizzatori (bovini, caprini, equini), della loro tipologia (vitelli, vacche da latte, ...) e delle razze. Questa diversificazione è necessaria per garantire all’interno della stessa superficie, la presenza di bestie con abitudini alimentari e “di movimento” diverse.
2
In queste aree sarebbe necessaria l’asportazione della biomassa (sfalcio e raccolta delle specie nitrofile) o, meglio, lo spostamento delle mandrie.
3
Se l’arbusteto ha raggiunto una copertura inferiore al 40% della superficie, è possibile recuperare il pascolo cercando di bloccare l’avanzamento degli arbusti con l’utilizzo di specie rustiche come capre e cavalli che, calpastando ed avendo una dieta meno selettiva rispetto ai bovini, provocano l’arresto delle specie invasive. Capre e cavalli sono indicati anche per le quote più alte ed i pascoli più poveri.
4
Sono necessarie iniziative per aumentare la divulgazione e renderne accessibile la conoscenza ad un range più ampio della popolazione (attività didattiche di educazione ambientale, cartellonistica esaustiva sui sentieri escursionistici e/o nei pressi di malghe e rifugi, …).
5
I punti acqua, così come i punti sale, costituiscono un forte richiamo per la concentrazione del bestiame, da qui la necessità di aumentarne il numero per meglio distribuirne la fruizione. Gli studi specifici di settore hanno evidenziato che la distanza ottimale tra questi punti dovrebbe essere intorno ai 400 m, così da non stancare le bestie ed ottenere la massima produttività, cercando di disporre la strumentazione necessaria nelle zone dove tendenzialmente le bestie non vanno.
1
Lungo le strade panoramiche, qualora non sussistano controindicazioni, è opportuno mantenere dei varchi aperti nella vegetazione spontanea che consentano di apprezzare gli scorci esistenti.
2
E’ necessaria una corretta manutenzione della viabilità presente, congiunta ad una riduzione del passaggio dei mezzi, limitata ai soli addetti ai lavori (valutando la possibilità di chiudere il passaggio con sbarre o catene). Laddove vi sono situazioni di danni da erosione è opportuno intervenire per riprofilare e livellare il terreno per ricostituire il cotico oppure valutare se necessita l’apertura di una nuova pista con le opportune opere di regimazione delle acque.
3
1
Presenza di produzione casearie di elevata qualità e possibilità di vendita diretta in malga
2
Presenza di strutture turistico-ricettive.
3
Presenza di una cospicua rete di sentieri e itinerari escursionistici con livelli diversi di difficoltà.
1
63
5
LA CURA DEI PAESAGGI TERRAZZATI QUATTRO AREE RAPPRESENTATIVE IN VALLE CAMONICA: LAGO MORO, CIMBERGO, CONOIDI DELLA CONCARENA, VEZZA D’OGLIO Giovanni Grapeggia con contributi di Gianna Fedeli
Estratto dalla Carta delle Unità di Paesaggio, elaborazione unità di ricerca, LDL DIDA Unifi - 2017
Sistemazioni testimoniali di un comune patrimonio storico insediativo e di un’economia rurale tradizionale, i sistemi terrazzati sono il prodotto di antiche e attente pratiche agricole che utilizzavano i versanti inclinati per la coltivazione, riducendone la pendenza con la realizzazione di muretti di sostegno in pietra a secco. In Valle Camonica le superfici terrazzate sono distribuite prevalentemente nei primi versanti, in contiguità con il fondo valle e limitatamente alle esposizioni più favorevoli: per questo risultano ben visibili percorrendo le principali linee di mobilità della valle. Presenti in tutti i settori della Valle Camonica (alta, media e bassa), nonostante la percentuale non elevata di territorio occupato, i terrazzamenti vanno considerati come segni caratterizzanti l’immagine paesaggistica del territorio camune. Sono preziosi manufatti rurali che, oltre al ruolo storicoculturale, identitario, agro-economico, rivestono un sostanziale ruolo idrogeologico, in quanto tecnica di stabilizzazione del versante contro potenziali erosioni dovute all’eccessivo deflusso delle acque ed ecologico, poiché costituiscono habitat preziosi per microfauna e specie floristiche, accumulano calore e sono collettori di rugiada notturna e umidità (cfr. Sangiorgi F., Branduini P., Calvi G., 2006). Nel corso degli ultimi decenni molti dei sistemi terrazzati camuni, soprattutto nelle aree più critiche dal punto di vista morfologico e dell’accessibilità,
sono andati incontro a processi di abbandono che hanno favorito l’ingresso di vegetazione arbustiva e arborea e hanno modificato significativamente assetto e qualità dei paesaggi del primo versante. Per questo, il Parco dell’Adamello e la Comunità Montana della Valle Camonica ne promuovono in maniera attiva la salvaguardia e il recupero, con particolare attenzione alle modalità di rifacimento delle opere murarie di sostegno che, realizzate in pietra locale montata a secco, con tessiture e materiali costruttivi diversificati in base alle differenti zone della valle, richiedono l’applicazione di criteri e sensibilità proprie della categoria del restauro. Il Parco, oltre a svolgere attività divulgativa sul valore dei terrazzamenti, grazie allo specifico Programma per il recupero e la rivitalizzazione dei paesaggi terrazzati avviato nel 2006, si è impegnato direttamente in azioni di restauro delle opere esistenti, consentendo il recupero, già alla fine del 2013, di oltre 4500 mq di paramento murario. Un insieme di buone pratiche e un modello di gestione di conservazione attiva dei paesaggi rurali da replicare. Per una verifica delle dinamiche evolutive e una lettura delle principali criticità e potenzialità connesse alla gestione dei paesaggi terrazzati in Valla Camonica, nella ricerca sono state prese in esame quattro aree ritenute particolarmente rappresentative, scelte anche in riferimento alla distribuzione in bassa, media e alta valle.
_PAESAGGI TERRAZZATI IN VALLE CAMONICA La ricerca, attraverso una lettura degli usi del suolo attuali, ha permesso di rilevare che le superfici terrazzate, in uso e in abbandono, in Valle Camonica caratterizzano almeno 5.244 ettari di territorio e, in via prioritaria, le Unità di paesaggio locali riferite alla categoria denominata “Paesaggio insediativo del primo versante”.
Terrazzamenti su terreni poco inclinati in alta valle con sistemazioni a ciglione (senza muretto a secco), un tempo utilizzati per colture cerealicole di montagna.
1 Vezza d’Oglio 2. Cimbergo 3. Conoidi della Concarena 4. Lago Moro
1 Piccoli appezzamenti residuali con muretti ancora in ottimo stato; dietro il bosco avanza. Terrazzamenti in abbandono: gli alberi sono cresciuti sul muro a secco che inevitabilmente si degrada.
1
2
2 3
3 Terrazzamenti in bassa valle su versanti molto ripidi: le condizioni climatiche consentono colture più remunerative come la vite e l’ulivo, ma si tratta di attività agricole “di resistenza” e spesso amatoriali.
4
4 66
2 3
3_CONOIDE DELLA CONCARENA
1
2_CIMBERGO
1_VEZZA D’OGLIO
LOCALIZZAZIONE DELLE QUATTRO AREE RISPETTO ALLE UNITÀ DI PAESAGGIO_
4_LAGO MORO
4
67
_TRASFORMAZIONI DELL’USO DEL SUOLO
1_VEZZA D’OGLIO
1_VEZZA D’OGLIO
TRASFORMAZIONI DELL’USO DEL SUOLO DA 1954 AD OGGI Tabella di raffronto della distribuzione in ettari dei principali usi del suolo sui terreni terrazzati della Valle Camonica tra il 1954 e il 2015: Anno rilevamento
1954
2015
Variazioni %
Seminativo
713
167
-327
Colture legnose
40
141
90
Prati permanenti
2803
2982
6
Castagneto da frutto
160
220
27
Vegetazione naturale
1795
1702
-5
Area antropizzata
52
143
64
68
3_CONOIDE DELLA CONCARENA
2015
4_LAGO MORO
4_LAGO MORO
3_CONOIDE DELLA CONCARENA
1954
2015
2_CIMBERGO
2_CIMBERGO
1954
Il confronto tra i rilevamenti di uso del suolo del 1954 con quelli attuali, effettuati utilizzando le medesime classi, mette in evidenza alcune trasformazioni, modeste in termini assoluti, ma importanti dal punto di vista paesaggistico e sociale. I prati permanenti e la vegetazione naturale rimangono le classi più diffuse con piccole ma significative variazioni: in aumento i primi e in diminuzione la seconda. I seminativi si sono sensibilmente ridotti mentre le colture legnose, vigneti e frutteti, sono decuplicate. Anche i castagneti sono aumentati. Tutte queste variazioni confermano un processo avviato già da qualche anno di recupero delle aree agricole terrazzate, sottratte alla vegetazione spontanea e ai seminativi per mettere a coltura produzioni di pregio e di maggiore redditività. In questa ripresa delle colture terrazzate non sono secondari fattori umani come la passione e la gratificazione personale in un contesto produttivo ancora marginale dal punto di vista economico.
TEMI DI GESTIONE E ATTENZIONE PROGETTUALE_
VALORE ECOLOGICO
VALORE IDROLOGICO
VALORE AGRONOMICO ED ECONOMICO
VALORE COLTURALE, STORICO E IDENTITARIO
CRITICITÀ 1
2
3
1
Abbandono dell’attività agricola nelle aree terrazzate più marginali con conseguente arresto della pratica dei terrazzamenti e declino dei manufatti esistenti.
POTENZIALITÀ 1
Disponibilità di un patrimonio storico comune diffuso e visibile.
2
Valorizzazione del significato identitario dei segni dei terrazzamenti come espressione dei “paesaggi fatti a mano” nell’ambito della Valle dei Segni.
3
Presenza attiva del Parco dell’Adamello e della Comunità Montana della Valle Camonica come attori istituzionali capaci di orientare azioni, progetti e misure strategiche integrate di sistema di livello intercomunale.
Perdita di coltivazioni locali: varietà di antichi frutti, vite, cereali minori (orzo, segale, grano saraceno, frumento). Mancanza di vincoli specifici per la salvaguardia e il restauro dei manufatti. Ad esempio, divieto di uso di leganti cementizi per il recupero dei muri dei terrazzamenti e obbligatorio ricorso a tecniche tradizionali per la costituzione dei muretti a secco.
Costi elevati dell’attività agricola in aree terrazzate, dovuti alla ridotta possibilità di meccanizzazione e ad un maggior impiego di manodopera.
2
Produzione agricola limitata e dimensionata per il solo auto-consumo famigliare.
3
Mancanza di dati precisi relativi alla consistenza e alla localizzazione dei terrazzamenti.
1
La mancanza di manutenzione limita la buona regimazione delle acque meteoriche, provocando smottamenti che coinvolgono diversi terrazzamenti e compromettono la stabilità dei versanti.
1
Invasione di specie arbustive e successivo avanzamento di specie arboree con conseguente degrado dei terrazzamenti.
2
Perdita di microhabitat per flora e microfauna.
AZIONI PROGETTUALI Promuovere un censimento dei terrazzamenti della Valle Camonica.
1
Realizzazione di itinerari tematici di scoperta dei paesaggi terrazzati della Valle Camonica, con integrazione di dispositivi paesaggistici didattico-conoscitivi, anche finalizzati al riconoscimento dei diversi materiali costruttivi impiegati nelle varie zone (ad esempio arenarie nella zona di Nadro di Ceto e Cimbergo; calcari marnosi e marne nerastre nella Valle del Crocedomini); dei vari microhabitat ospitati e, naturalmente, delle pratiche e dei tipi di coltivazione. Messa a punto di misure per incentivare l’apertura di piccole strutture ricettive.
3
Reintroduzione di colture cerealicole minori, in particolare segale, grano saraceno e orzo (progetto promosso dalla Comunità Montana della Valle Camonica) con l’obiettivo di produrre materie prime per la trasformazione in farine, arricchire l’offerta alimentare e incentivare l’utilizzo dei prodotti stessi nella ristorazione e nella panificazione, per riproporre i piatti tipici della tradizione camune.
4
Attivazione di workshop didattici e laboratori di autocostruzione mediante programmi di collaborazione con scuole e università, associazioni culturali, enti locali. I terrazzamenti, inseriti nell’architettura rurale oggetto di tutela da parte della legislazione nazionale (L. 24/12/2003, n. 378), vanno costantemente mantenuti; in più si deve proseguire con l’opera di recupero di quelli abbandonati. E’ necessario poter usufruire di contributi (o defiscalizzazioni) a sostegno di un’agricoltura che presenta costi elevati ed anche per la formazione di personale che operi senza alterare lo stato dei luoghi (utilizzo di pietre strettamente del luogo, tecnica costruttiva esclusivamente a secco, rispetto della sagoma, delle dimensioni e del tracciato originale).
1
Le aree agricole terrazzate costituiscono un importante capitale fondiario che consente la coltivazione di colture di elevato pregio economico e culturale: castagneti, vigneti, oliveti, alberi da frutto di antiche varietà (meli e peri), lamponi ed altri piccoli frutti, actinidia.
2
Valorizzazione delle aree agricole terrazzate ai fini turistici attraverso l’attivazione di itinerari tematici e didattico-ricreativi.
3
Implementazione e promozione del marchio Sapori di Valle Camonica per la valorizzazione dei prodotti delle coltivazioni dei paesaggi terrazzati.
1
Stabilizzazione dei versanti, contro le potenziali erosioni dovute all’eccessivo deflusso delle acque.
1
Rafforzamento dell’agro-biodiversità locale: come è noto i muri costituiscono preziose nicchie ecologiche per la flora rupicola e la piccola fauna selvatica, inoltre creano un microclima più mite e favorevole all’apparato radicale delle piantine, grazie al calore immagazzinato dalle pietre stesse.
2
2
Promozione dei prodotti agricoli e gastronomici locali nei mercati del fondovalle (vendita a Km 0).
1
Costituzione di un Osservatorio locale per i paesaggi terrazzati della Valle Camonica finalizzato anche all’attivazione di misure.
2
Realizzazione di piccoli parchi agricoli comuni dei paesaggi terrazzati di prossimità gestiti da enti locali e/o cooperative/associazioni, dedicati a coltivazioni sperimentali di frutti antichi e piccolo frutti con possibilità di raccolta diretta a pagamento da parte di residenti e turisti.
3
Attività didattiche e di divulgazione sul ruolo ecologico dei terrazzamenti.
1
Attivazione di workshop tematici e laboratori ecologici didattici in situ per scuole primarie e secondarie.
2
Creazione di itinerari dei giardini verticali spontanei dei terrazzamenti della Valle Camonica mediante messa a dimora nei muretti a secco di speciali collezioni floristiche alpina
3
5
6
Regolazione delle funzioni microclimatiche, funzione di frangivento.
69
6
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO PROGETTARE CON I MATERIALI VEGETALI Giovanni Grapeggia con contributi di Gianna Fedeli e Anna Lambertini
Carta delle unità di paesaggio (Elaborazione del gruppo di ricerca LDL/DIDA Unifi - scala originale 1:50.000)
La complessa articolazione geo-morfologica, pedologica e climatica del territorio della Valle Camonica ha favorito lo sviluppo naturale di numerosi tipi vegetazionali, composti da una notevole varietà di specie floristiche, anche rare, che si aggregano per affinità ecologiche. Con l’obiettivo di fornire alcuni utili strumenti di lavoro e indirizzo progettuale finalizzati alla scelta di piante (alberi, arbusti, erbacee e tappezzanti) da impiegare in interventi di riqualificazione ambientale e in opere di riconfigurazione paesaggistica di spazi aperti – urbani, periurbani, agricoli – , sono stati individuati degli elenchi floristici, riferiti prevalentemente alla vegetazione spontanea della Valle Camonica, articolati rispetto alle differenti morfologie di crescita: alberi, arbusti, piante erbacee da fiore e specie erbacee per praterie. Lo scopo di questo approfondimento tematico esplorato nell’ambito della ricerca, è di promuovere una differente cultura del progetto e della gestione degli spazi aperti e delle cosiddette opere a verde, pubbliche o private, evidenziando una questione fondamentale connessa al concetto di qualità paesaggistica e ambientale complessiva spesso trascurata o sottovalutata: scelta e disposizione della componente vegetale. Gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di opere a verde potrebbero essere vantaggiosamente orientati verso un impiego consapevole (vale a dire impostato su valutazioni di carattere ecologico, paesaggistico, storicoculturale) di materiali vegetali ispirati dalla flora specifica dei territori camuni. E questo lavorando tanto alla piccola scala, come a quella media e a quella di sistema territoriale; nei paesaggi urbani della mixitè insediativa di fondovalle così come nei più piccoli nuclei montani; nelle aree industriali come in quelle residenziali; nella definizione dei nuovi paesaggi così come nella conservazione attiva dei centri storici. Avendo cura di considerare in maniera integrata aspetti ecologici, economici e gestionali, di valorizzazione figurativa e di caratterizzazione estetica e percettiva, i progetti di trasformazione e di riqualificazione urbana e ambientale così orientati potrebbero concorrere alla costruzione e/o al rafforzamento di una comune coscienza paesaggistica dei luoghi e dei territori, basata anche sul riconoscimento delle peculiarità del paesaggio vegetale presente nei diversi ambiti della Valle. I materiali presentati nelle pagine seguenti intendono suggerire soprattutto criteri e indicazioni di metodo. Tutt’altro che esaustivi, si propongono di fornire alcune chiavi interpretative per il progetto
e possono costituire una base per una successiva e più approfondita ricerca mirata su questo tema. Una tabella propone quattro gruppi di piante, erbacee e arbustive, della flora alpina, elencate in ordine alfabetico e suddivise in considerazione di due principali fasce o orizzonti altitudinali, che identificano ambiti con condizioni ecologiche relativamente omogenee, tali da determinare lo sviluppo di coperture vegetali formate da specie aventi esigenze simili e compatibili. Nelle dinamiche naturali, al variare della quota, mutando le condizioni ecologiche, cambia il tipo di vegetazione. Allo stesso modo, al variare delle sequenze di paesaggio urbano e degli scenari insediativi, potrebbero variare le palette botaniche da impiegare e le composizioni vegetali da impiegare, anche in riferimento ai diversi settori della Valle, agli specifici contesti storicoinsediativi, alle condizioni ambientali. Fasce di praterie fiorite, accompagnate da siepi arbustive polispecifiche, potrebbero ad esempio accompagnare i bordi dei percorsi ciclabili e quelli stradali, laddove esistono superfici libere a disposizione ai margini, e caratterizzare anche rotatorie e vuoti “a perdere” delle infrastrutture per la mobilità. Impostando un progetto di sistema tale da coinvolgere in unico indirizzo strategico, proattivo e di visione globale e integrata, tutto il territorio della Valle, sarebbe possibile superare i limiti di una progettazione e di una gestione degli spazi aperti e dei vuoti delle infrastrutture operata per singoli interventi, in emergenza, all’interno dei confini amministrativi dei singoli comuni. Le tabelle con l’elenco floristico sono accompagnate da alcune schede che propongono un’esemplificazione di pattern e schemi di impianto, impostati in riferimento a due principali obiettivi di qualità: creazione di fasce di vegetazione con prevalente funzione schermante e di definizione di filtri visivi; realizzazione di interventi finalizzati ad incrementare la qualità ecologica e ambientale. Liste di specie arboree e arbustive da considerare per la messa a dimora di strutture paesaggistiche vegetali – ad esempio alberate, filari, fasce e macchie boscate - sono stati inseriti per proporre possibili matrici di impianto e schemi di piantagione. L’auspicio è quello di favorire un cambio di prospettiva in merito al ruolo della scelta delle piante nei progetti di trasformazione di luoghi e territori e di scoraggiare attitudini progettuali e di pratica manutentiva che portano troppo spesso alla banalizzazione del paesaggio ordinario e alla ripetizione di clichè orticolo-giardinieri insostenibili sia sul piano ecologico che culturale e figurativo.
_CRITERI DI SCELTA DEL MATERIALE VEGETALE
ASSOCIAZIONI NATURALI BOSCATE Boschi di latifoglie pedemontani e submontani Boschi di orniello e carpino nero Boschi a prevalenza di castagno Boschi di latifoglie miste Boschi di faggio Boschi montani Boschi di faggio Boschi di conifere Boschi alto montani Boschi di conifere Boschi di larice e altre formazioni minori Praterie alpine Boschi di orniello e carpino nero
SCHEMI D’IMPIANTO DELLE STRUTTURE VEGETALI
Boschi di latifoglie pedemontani e submontani
Nelle schede successive sono suggeriti alcuni possibili pattern di piantagione, intesi come schemi compositivi di strutture di vegetazione arborea-arbustiva, definiti sulla base dei seguenti parametri: • composizione specifica • geometria di impianto • sesti di impianto • area di insidenza (spazio occupato sul piano) • altezza media a maturità • morfologie di crescita e tessitura delle chiome.
Su substrati calcarei su SCHEMI D’IMPIANTO DELLE STRUTTURE VEGETALI perficiali (decalcificati) e cristallini in esposizioni asciutte Alberi: Betula pendula e Quercus petraea, Quercus pubescens come specie dominanti e Acer campestre, Castanea sativa, Pinus sylvestris come specie accessorie. Arbusti: Berberis vulgaris, Cytisus scoparius, Prunus spinosa, Juniperus communis .
La variazione di questi parametri determina modelli in grado di massimizzare la funzione prevalente dell’impianto vegetale attesa in un dato contesto, e in riferimento a uno specifico obiettivo paesaggistico. Mettendo in relazione i diversi fattori di scelta con la grande varietà di condizioni ecologiche presente in Valle Camonica, è possibile realizzare innumerevoli combinazioni arboreo-arbustive, basate su diverse matrici di impianto. Sulla base delle diverse tipologie di matrice e in riferimento a differenti forme di impianto (regolare, irregolare ) e facendo attenzione ai corretti sesti di piantagione, si potranno sviluppare altri pattern di vegetazione idonei a condizioni ecologiche diverse da quelle prese in esame, sostituendo le specie presenti con quelle adatte alle mutate condizioni stazionali, suggerite nelle “associazioni naturali di riferimento” descritte. I pattern presentati sono suddivisi in due gruppi che riferiscono a due principali obiettivi di qualità, per funzione prevalente attesa: Gruppo A - funzione ecologico-naturalistica A1 – Consociazioni per condizioni climatiche mesofile su terreni di buona qualita’ (per es. ex coltivi di fondo valle fino a edolo) A2 - Consociazioni per condizioni climatiche continentali su terreni tendenzialmente acidi e/o decalcificati (per es. fondo valle e versanti da edolo fino a 1500 m.s.l.m.) Gruppo B - funzione di schermatura/mitigazione impatto visivo B1 – Consociazioni per condizioni climatiche mesofile su terreni di buona qualita’ (per es. ex coltivi di fondo valle fino a edolo) B2 - Consociazioni per condizioni climatiche continentali su terreni tendenzialmente acidi e/o decalcificati (per es. fondo valle e versanti da edolo fino a 1500 m.s.l.m.)
72
Su substrati calcarei superficiali in esposizioni fresche Alberi: boschi a prevalenza di Ostrya carpinifolia e Fraxinus ornus a cui si associano Acer campestre, Acer pseudoplatanus, Castanea sativa, Fraxinus excelsior, Prunus avium, Quercus cerris, Quercus petraea, Quercus pubescens, Sorbus aria, Tilia cordata, Sorbus domestic, Sorbus torminalis,. Arbusti: Amelanchier ovalis, Cornus sanguinea, Cornus mas, Cotinus coggygria, Crataegus monogyna, Euonymus europaeus, Euonymus latifolius, Frangula alnus, Ilex aquifolium, Laburnum anagyroides, Laburnum alpinum, Prunus mahaleb, Prunus spinosa, Rhamnus cathartica, Staphylea pinnata,. Tilio-Acereti di forra e base dei versanti esposti a nord Alberi: soprassuoli costituiti in varia misura da Acer pseudoplatanus, Acer platanoides, Carpinus betulus, Fagus sylvatica, Fraxinus excelsior, Sorbus aria, Sorbus aucuparia e Tilia cordata. Arbusti: Crataegus monogyna, Euonymus europaeus, Euonymus latifolius, Lonicera alpigen, Ilex aquifolium, Rhamnus alpina, Staphylea pinnata. Per ogni gruppo funzionale i pattern proposti nelle schede seguenti sono raggruppati per esigenze ecologiche e pedoclimatiche, seguendo le modalità di aggregazione della vegetazione spontanea in Valle Camonica, che assecondano prevalentemente i piani altitudinali e le conseguenti variazioni climatiche. Alcune specie impiegate nella progettazione:
Berberis vulgaris
Lonicera alpigena
Salix caprea
Sambucus racemosa
Sorbus aria
Staphylea pinnata
SPECIE ERBACEE E SUFFRUTTICOSE
SPECIE PER PRATI E PASCOLI
Con lo stesso criterio usato per le specie legnose sono state scelte le specie erbacee e suffrutticose, delle quali sono stati realizzati due repertori, dividendo la flora da utilizzare per la progettazione di aree prative o pascolive dalle altre, più interessanti per impianti dove necessita un valore scenico e visuale-percettivo più elevato. La flora alpina è molto ricca di specie che si adattano alle più diverse ed estreme condizioni ambientali, oltre a possedere frequentemente caratteri estetici di grande valore. Questi due requisiti le rendono particolarmente idonee ad un uso paesaggistico, per il quale occorrono altri due parametri: la possibilità di riprodurle a costi sostenibili e la reale capacità di raggiungere gli obiettivi colturali attesi. La produzione e diffusione di alcune di queste specie, consentirebbe di intervenire in modo maggiormente sensibile alla specificità dei luoghi e dei loro contesti, con la possibilità di curare in maniera coerente anche le operazioni più banali come la cura di una semplice aiuola urbana o la configurazione di una rotatoria stradale, dove attualmente si tendono invece ad usare le stesse composizioni botaniche (basate spesso sulla presunta maggiore economicità dell’intervento e sulla disponibilità della grande distribuzione e della produzione generica vivaistica), dai borghi urbani affacciati sul Lago d’Iseo ai Passi alpini. Anche gli interventi di piccola entità, se pensati e progettati come tessere di un sistema più complesso, potrebbero concorrere alla riqualificazione paesaggistica della Valle su grande scala. Per questo motivo, sebbene la vivaistica si interessi già di molte specie alpine, si ritiene possa essere di grande utilità la realizzazione di alcuni vivai sperimentali in almeno due situazioni ecologiche diverse che, coinvolgendo anche l’Università della Montagna e operatori locali, potrebbero mirare alla produzione di flora alpina e testare molte specie spontanee potenzialmente interessanti per gli scopi indicati.
Area insubrica e collinare-submontana (200-600 m)
Una delle aree idonee alla realizzazione di un vivaio di questo tipo è stata individuata presso Darfo, all’interno di quello che potrebbe diventare il nuovo sistema di Parco agro-fluviale centrale dell’Oglio, dove è presente una vasta piana alluvionale ad uso agricolo, oggetto di uno specifico approfondimento progettuale. Dal punto di vista ecologico, questa area potrebbe ospitare la flora tipica del piano basale fino al piano submontano del castagneto. Per la flora più marcatamente alpina, una zona idonea potrebbe essere individuata nell’alta valle, tra Edolo e Ponte di Legno. Qui potrebbero essere ospitate le specie montane e subalpine.
Agrostemma githago L. (segetale) Anthyllis vulneraria L. Brachypodium caespitosum (Host) Roem. & Schult. Bromopsis erecta (Huds.) Fourr. subsp. erecta Cyanus segetum Hill (segetale) Echium vulgare L. Legousia speculum-veneris (L.) Chaix (segetale) Leucanthemum vulgare Lam. subsp. vulgare Lolium perenne L. Lotus corniculatus L. Medicago lupolina L. Onobrychis viciifolia Scop. Papaver rhoeas L. subsp. rhoeas (segetale) Salvia pratensis L. Schedonorus pratensis (Huds.) P. Beauv. Trifolium pratense L.
Alta Valle: presso Ponte di Legno
Media Valle: Sonico campo coltivazione di peri e meli antichi
Piano montano e subalpino (da 800 e 1500 m) suolo calcareo
Aconitum napellus L. emend. Cynosurus cristatus L. Dactylis glomerata L. Festuca melanopsis Foggi, Rossi & Signorini Festuca rubra subsp. commutata (Gaudin) Markgr.-Dann. (=F.nigrescens) Pilosella officinarum Vaill. Poa pratensis L. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre Skalický Hieracium villosum Jacq. Trifolium pratense L. Trifolium repens L.
Media Valle: Capo di Ponte orto/giardino sperimentale di antiche coltivazioni cerealicole
Bassa Valle: Darfo Boario Terme orto/frutteto della biodiversità locale
suolo a reazione acida
Achillea tomentosa L. Agrostis capillaris L. Anthoxanthum odoratum L. Arnica montana L. Arrhenatherum elatius (L.) P. Beauv. ex J. & C. Presl Festuca melanopsis Foggi, Graz. Rossi & Signorini Holcus lanatus L. Nardus stricta L. Scorzoneroides helvetica (Mérat) Holub Trisetaria flavescens (L.) Baumg.
Pascoli pingui del piano montano
Anthyllis gr. vulneraria L. Cynosurus cristatus L. Dactylis glomerata L. Festuca rubra subsp. commutata (Gaudin) Markgr.-Dann. Lolium perenne L. Medicago lupulina L. Salvia pratensis L. Trifolium pratense L. Trifolium repens L.
Piano alpino (da 1600 a2000 m) suolo calcareo
Aconitum napellus L. emend. Skalický Anthyllis vulneraria L. Aster alpinus L. Calamagrostis varia (Schrad.) Host Carex sempervirens Vill. Festuca melanopsis Foggi, Graz. Rossi & Signorini Festuca rubra subsp. commutata (Gaudin) Markgr.-Dann. (=F.nigrescens) Poa alpina L. Trifolium pratense L. Senecio doronicum (L.) L. Sesleria caerulea (L.) Ard.
suolo a reazione acida
Foto: Archivio fotografico Comunità Montana delle Valle Camonica - Parco dell’Adamello
LOCALIZZAZIONE OTTIMALE PER VIVAI SPERIMENTALI PER LA FLORA ALPINA - Individuazione di aree idonee dal punto di vista fitoclimatico
Agrostis capillaris L. Carex sempervirens Vill. Festuca melanopsis Foggi, Graz. Rossi & Signorini Festuca scabriculmis subsp. luedii Markgr.-Dann Nardus stricta L. Trifolium alpinum L. Trifolium pratense L. Sorzoneroides helvetica (Mérat) Holub
Nuovi scenari per Darfo-Boario Terme: Il parco agro-fluviale centrale dell’Oglio
Prossimità al centro urbano Presenza di una rete capillare di connessioni carrabili, ciclabili e pedonali Facilità di approvvigionamento idrico
Vivaio sperimentale per la produzione di specie erbacee della flora alpina della Valle Camonica (Possibile area di localizzazione)
73
_ELENCO DI SPECIE SPONTANEE CON ATTRATTIVE FIORITURE STAGIONALI
SPECIE
Achillea tomentosa L.
Aconitum napellus L. emend. Skallicky
HABITUS ERBACEO - Specie spontanee con fiori
FASCIA ALTITUDINALE 800 - 1500
Anemonastrum narcissiflorum (L.) Holub
Aquilegia atrata W.D.J Koch
Arnica montana L.
Campanula medium L.
Campanula thyrsoides L.
Cyanus montanus (L.) Hill
74
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
NOTE
20-50 cm
maggio/ agosto
ind. (acido)
sole (+)
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, contenitori ampi
Disponibile presso vivai specializzati: Vivaio Flora Conservation, Vivaio Vivalpi
50-200 cm
giugno/ agosto
organico (neutro)
mezzombra (++)
Aree marginali e bordi stradali in prossimità di boschi e zone ricche di acqua
Non disponibile presso vivaispecializzati
SPECIE
Gentiana lutea L.
Geum montanum L.
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
40-150 cm
giugno/ agosto
calcareo (neutroalcalino)
sole
Aiuole, contenitori ampi, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, in prossimità di boschi purchè in terreni non troppo umidi
10-20 cm
giugno/ agosto
siliceo
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, contenitori
15-30 cm
luglio/ agosto
calcareo (alcalino)
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti, contenitori purchè terreno povero
20-80 cm
giugno/ agosto
sabbioso ma ricco di humus
ombra (++)
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, contenitori ampi purchè in zone fresche e ombrose
25-80 cm
giugno/ luglio
ricco di humus
ombra/ mezzombra (+)
Aiuole, aree marginali e bordi stradali parzialmente boscati, contenitori ampi purchè in zone fresche e ombrose
20-50 cm
giugno/ luglio
calcareo
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti, contenitori purchè terreno drenato
fino a 60 cm
giugno/ agosto
argilloso e ricco di humus
sole (++)
Aiuole, aree marginali e bordi stradali parzialmente boscati, contenitori ampi purchè in zone fresche e terreno ricco di azoto
3-15 cm (lunghezza fronde)
giugno/ settembre
calcareo (neutrobasico)
ombra/ mezzombra (+)
Giardini rocciosi e terreni ricche di scgeletro in aree ombreggiate, fessure in muri a secco
NOTE
Molto velenosa
20-50 cm
maggio/ luglio
calcareo (neutro)
sole (++)
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, contenitori ampi
Hieracium villosum Jacq.
fino a 70 cm
maggio/ luglio
ricco di humus
mezzombra
Aiuole, aree marginali e bordi stradali vicino a boschi e macchie, contenitori
Impatiens noli-tangere L.
20-50 cm
giugno/ agosto
ind. (acido)
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, contenitori ampi
20-80 cm
maggio/ giugno
calcareo
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, contenitori ampi
30-50 cm
giugno/ agosto
calcareo/ carbonatico
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, contenitori ampi
Trollius europaeus L.
20-80 cm
maggio/ agosto
ind.
mezzombra
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, contenitori ampi in prossimità di boschi
Woodsia alpina (Bolton) Gray
Phyteuma spicatum L.
Non disponibile presso vivai specializzati
Pulsatilla alpina (L.) Delarbre
Non disponibile presso vivai specializzati
Non disponibile presso vivai specializzati
SPECIE
Amelanchier ovalis Medik.
Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng
HABITUS ARBUSTIVO - Specie spontanee con fiori
FASCIA ALTITUDINALE 800 - 1500
Genista radiata (L.) Scop.
Hypericum androsaemum L.
Laburnum alpinum (Mill.) Bercht. & J.Presl
Lonicera alpigena L.
Lonicera caerulea L.
Lonicera nigra (L.)
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
1-3 m
aprile/ meggio
calcareo
-
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, siepi e fasce ecotonali, contenitori purchè in zone con estati fresche
20-100 cm
giugno/ agosto
-
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, come copri suolo anti erosione in scarpate, contenitori
20-60 cm
maggio/ luglio
calcareo
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali in terreni ricchi di scheletro in esposizioni calde, come copri suolo anti erosione in scarpate, contenitori
Pianta “tappezzante”
Aiuole, aree marginali e bordi stradali come copri suolo, contenitori purchè in ombreggiate
Non disponibile presso vivai specializzati
50-100 cm
fino a 6 m
0,50-2,50 m
0,50-1,50 m
fino 2 m
maggio/ luglio
-
maggio/ luglio
ind.
maggio/ luglio
calcareo
giugno/ luglio
maggio/ giugno
ombra (++)
NOTE
SPECIE
Rhamnus alpina L. subsp.alpina
Rosa montana L.
Rubus saxatilis L.
Sambucus racemosa L.
mezzombra (++)
Aree marginali, scarpate, margini di boschi, aiuole grandi, alberature stradali di piccola taglia in zone poco assolate
sole/ mezzombra (+)
Aree marginali, scarpate, margini di boschi, aiuole e contenitori grandi, in zone poco assolate e rocciose purchè con terreno fresco
ind. (acido)
sole/ mezzombra (++)
Aree marginali, scarpate, margini di boschi alpini, aiuole, in terreni acidificati e brughiere
Vaccinium uliginosum L.
(neutro, poco acido)
sole/ mezzombra (++)
Aree marginali, scarpate, margini di boschi alpini, aiuole, in terreni acidificati e brughiere
Vaccinium vitis-idaea L.
Sorbus chamaemespillus (L.) Crantz
Staphylea pinnata L.
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
1-3 m
maggio/ giugno
calcareo
sole/ mezzombra (+)
Aiuole, aree marginali e bordi stradali in terreni ricchi di scheletro e poco evoluti (pianta pioniera)
1-3 m
giugno/ luglio
-
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali in terreni ricchi di scheletro e poco evoluti (pianta pioniera)
20-40 cm
giugno/ agosto
-
mezzombra
Aree marginali, scarpate, margini di boschi, aiuole e contenitori grandi, in zone poco assolate e con terreno fresco
fino a 5 m
maggio/ luglio
-
ombra/ mezzombra
Aree marginali, scarpate, margini di boschi, aiuole e contenitori grandi, in zone poco assolate e con terreno fresco
0,5-1,5 m
giugno/ luglio
calcareo (alcalino neutro)
sole
Aree marginali, scarpate, margini di boschi, aiuole e contenitori grandi, in zone poco assolate e con terreno fresco
fino a 5 m
aprile/ giugno
calcareo (alcalino)
ombra/ mezzombra
Aree marginali, scarpate rocciose, margini di boschi mesotermofili, aiuole
fino a 75 cm
maggio/ luglio
(acido)
-
Aree marginali, brughiere, boschi, aiuole e contenitori con terreno acido e in zone con clima alpino
10-30 cm
maggio/ luglio
(acido)
-
Aree marginali, brughiere, boschi, aiuole e contenitori con terreno acido e in zone con clima alpino
NOTE
Non disponibile presso vivai specializzati Pianta “tappezzante”
75
_ELENCO DI SPECIE SPONTANEE CON ATTRATTIVE FIORITURE STAGIONALI
SPECIE
Achillea Clavennae L.
Achillea erba-rotta All.
HABITUS ERBACEO - Specie spontanee con fiori
FASCIA ALTITUDINALE 1600 - 2000
Achillea nana L.
Aconitum napellus L. emend. Skalický
Arnica montana L.
Artemisia umbelliformis Lam.
Aster alpinus L.
Astragalus alopecurus Pall. (=A. centralpinus)
76
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
10-30 cm
luglio/ settembre
calcareo (alcalino)
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti, contenitori purchè terreno drenato e poco fertile
12-18 cm
luglio/ agosto
siliceo
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti, contenitori purchè terreno drenato e poco fertile
5-10 cm
luglio/ settembre
siliceo (acido)
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti, contenitori purchè terreno drenato e poco fertile
50-200 cm
giugno/ agosto
organico (neutro)
mezzombra (++)
Aree marginali e bordi stradali in prossimità di boschi e zone ricche di acqua
20-50 cm
6-12 cm
6-15 cm
30-40 cm
giugno/ agosto
(acido)
sole
agosto/ settembre
calcareo (neutro)
sole
luglio/ agosto
ind. (non troppo acido)
sole
giugno/ luglio
calcareo
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, contenitori ampi
Aiuole, aree marginali, ghaioni e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti oltre il limite del bosco, contenitori purchè terreno drenato e poco fertile Aiuole, margini e scarpate, piccoli contenitori in diverse condizioni pedoclimatiche
Aiuole, contenitori, margini e scarpate soleggiate con terreno asciutto, prati steppici
NOTE
SPECIE
Campanula barbata L.
Campanula scheuchzeri Vill. subsp. scheuchzeri
Eryngium alpinum L.
Non disponibile presso vivai specializzati
Gentiana acaulis L.
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
10-40 cm
luglio/ agosto
ind. (acido)
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti, contenitori purchè terreno drenato e poco fertile
10-40 cm
giugno/ agosto
ind. (acido)
sole
Aiuole, aree marginali e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti, contenitori con terreno abbastanza fertile
30-100 cm
luglio/ settembre
calcareo (alcalino neutro)
sole (++)
Aiuole, aree marginali e bordi stradali ricchi di scheletro, prati polifiti, contenitori con terreno abbastanza fertile
5-10 cm
maggio/ luglio
siliceo (acido)
sole
Aiuole, prati polifiti, contenitori piccoli
20-60 cm
luglio/ agosto
-
sole
Aiuole, prati polifiti, contenitori piccoli
5-15 cm
aprile/luglio
calcareo (alcalino neutro)
sole
Aiuole, prati magri e sassosi, contenitori piccoli
40-150 cm
giugno/ agosto
calcareo
sole
Aiuole, contenitori ampi, aree marginali e bordi stradali, prati polifiti, in prossimità di boschi purchè in terreni non troppo umidi
20-50 cm
luglio/ agosto
siliceo (acido)
sole
Aiuole, contenitori piccoli, margini e prati magri e sassosi su suoli silicei
NOTE
Molto velenosa
Gentiana burseri subsp. villarsii (Griseb.) Rouy
Gentiana clusii E.P. Perrier & Songeon
Gentiana lutea L.
Gentiana punctata L.
Non disponibile presso vivai specializzati
Leontopodium alpinum Cass.
HABITUS ERBACEO - Specie spontanee con fiori
FASCIA ALTITUDINALE 1600 - 2000
Papaver alpinum subsp rhaeticum (Leresche) Markgr. (=P. aurantiacum)
Potentilla nitida L.
Pulsatilla alpina (L.) Delarbre
Senecio doronicum (L.) L.
Silene acaulis (L.) Jacq.
Woodsia alpina (Bolton) Gray
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
10-30 cm
luglio/ agosto
calcareo (basico)
sole (asciutto)
Aiuole, contenitori piccoli, margini e prati magri e sassosi e con terreno asciutto
5-15 cm
luglio/ agosto
calcareo
-
Aiuole, contenitori piccoli, margini e prati magri e sassosi
5-15 cm
luglio/ settembre
calcareo (basico)
sole (asciutto)
Aiuole, contenitori piccoli, margini e prati magri e sassosi, terreni da consolidare
20-50 cm
giugno/ luglio
calcareo
sole
Aiuole, contenitori piccoli, margini e prati magri e sassosi, terreni da consolidare
20-70 cm
giugno/ agosto
calcareo
sole
Aiuole, contenitori piccoli, margini e prati magri e sassosi, terreni da consolidare
1-5 cm
maggio/ agosto
calcareo
sole
Aiuole, contenitori piccoli, margini e prati magri e sassosi, terreni da consolidare
Pianta “tappezzante”
Giardini rocciosi e terreni ricche di scheletro in aree ombreggiate, fessure in muri a secco
Non disponibile presso vivai specializzati
3-15 cm (lunghezza fronde)
giugno/ settembre
calcareo
sole
SPECIE
NOTE
Alnus viridis (Chaix) DC.
Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng.
Daphne alpina L.
HABITUS ARBUSTIVO - Specie spontanee con fiori
SPECIE
Daphne mezereum L.
Dryas octopetala L.
Empetrum hermaphroditum Hagerup
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
NOTE
1-3 m
aprile/ giugno
siliceo
ombra (++)
Ripristini naturalistici su terreni freschi e ricchi di acqua. Anche in aiuole e grandi contenitori
20-100 cm
giugno/ agosto
-
sole
Aiuole, contenitori piccoli, margini e prati magri e sassosi, terreni da consolidare
30-100 cm
aprile/ giugno
calcareo
-
Giardini rocciosi e terreni ricche di scheletro, contenitori
30-70 cm
marzo/ giugno
calcareo (basico)
ombra (++)
Margini di boschi, aiuole e contenitori grandi, in zone poco assolate e con terreno fresco e ricco
8-12 cm
giugno/ agosto
calcareo
-
Giardini rocciosi e terreni ricche di scheletro, contenitori
Pianta “tappezzante”
10-20 cm
maggio/ giugno
ind. (acido)
-
Giardini rocciosi e terreni ricche di scheletro, contenitori
Non disponibile presso vivai specializzati Pianta “tappezzante”
Juniperus sabina L.
Kalmia procumbens (L.) Gift, Kron & Stevens ex Galasso, Banfi & F. Conti (=Loiseleuria procumbens)
1-1,5 m
aprile/ giugno
ind. (acido)
-
Giardini rocciosi e terreni ricche di scheletro
2-10 cm
giugno/ luglio
siliceo (acido)
sole
Giardini rocciosi e terreni ricche di scheletro, ambiente alpino
Pianta “tappezzante”
77
_ELENCO DI SPECIE SPONTANEE CON ATTRATTIVE FIORITURE STAGIONALI
SPECIE
Laburnum alpinum (Mill.) Bercht. & J. Presl
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
fino a 6 m
maggio/ luglio
ind.
mezzombra (++)
Terreni fertili e freschi, in aree forestali
NOTE
SPECIE
Rubus saxatilis L.
ALTEZZA
FIORITURA
TERRENO/PH
LUCE/ UMIDITÀ
POSSIBILI IMPIEGHI
NOTE
20-40 cm
-
-
mezzombra
Aree forestali montane, margini stradali, siepi, contenitori
Non disponibile presso vivai specializzati Pianta “tappezzante”
Lonicera alpigena L.
HABITUS ARBUSTIVO - Specie spontanee con fiori
FASCIA ALTITUDINALE 1600-2000
Lonicera caerulea L.
Pinus mugo Turra
Rhododendron ferrugineum L.
Rhododendron hirsutum L.
Rhodothamnus chamaecistus (L.) Rchb.
Rosa pendulina L.
78
0,50-1,5 m
maggio/ luglio
calcareo
soleggiato (+)
Terreni fertili e freschi, in aree forestali con faggio
0,50-1,5 m
giugno/ luglio
ind. (acido)
(++)
Ambienti di brughiera con suolo ricco di umidità, contenitori in ambiente alpino
maggio/ luglio
calcareo (basico)
luce (+)
giugno/ luglio
siliceo
ombra (+)
giugno/ luglio
calcareo (basico)
sole
aprile/ agosto
calcare (basico)
sole/ombra (++)
2-5 m
30-100 cm
30-60 cm
10-40 cm
30-200 cm
giugno/ luglio
ind.
mezzombra
Salix glabra Scop.
Salix helvetica Vill.
Zone assolate su terreni ricchi di scheletro, contenitori grandi
Salix reticulata L.
Ambienti di brughiera con suolo ricco di umidità, contenitori in ambiente alpino
Pianta “tappezzante”
Ambienti di brughiera con suolo ricco di umidità, contenitori in ambiente alpino
Pianta “tappezzante”
Zone ombrose su terreni ricchi di scheletro a matrice calcarea, contenitori
Non disponibile presso vivai specializzati
Aree forestali montane, margini stradali, siepi, contenitori
Salix waldsteiniana Willd.
Sambucus racemosa L.
Sorbus chamaemespilus (L.) Crantz
0,5-1,5 m
maggio/ luglio
calcareo
(++)
Zone con molta umidità su terreni ricchi di scheletro, contenitori grandi
30-80 cm
giugno/ luglio
-
-
Zone alpine nevose, su terreni ricchi di scheletro, contenitori medi
Pianta “tappezzante”
20-250 cm
giugno/ agosto
calcareo
ombra
Zone alpine nevose, su terreni ricchi di scheletro, contenitori grandi
Pianta “tappezzante”
20-150 m
giugno/ luglio
calcareo
ombra
Zone alpine nevose, su terreni ricchi di scheletro, contenitori grandi
fino a 5 m
maggio/ luglio
calcareo
ombra/ mezzombra
Zone alpine nevose, su terreni ricchi di scheletro, contenitori grandi
0,5-1,5 m
giugno/ luglio
(basico)
sole
Ambienti di brughiera con suolo ricco di umidità, contenitori medi in ambiente alpino
fino a 75 cm
maggio/ luglio
(acido)
-
Ambienti di brughiera con suolo ricco di umidità, contenitori piccoli in ambiente alpino
Pianta “tappezzante”
Vaccinium uliginosum L.
Elaborazione di Matteo Passera
SCENARIO ATTUALE Riconfigurazione dei margini stradali con riqualificazione delle connessioni pedonaliattraverso l’utilizzo di pavimentazioni in asfalto colorato
Realizzazione di fasce di prateria fiorita a bordo strada con finalità di incremento della biodiversità e di qualificazione paesaggistica
Integrazione di fasce arboreo arbustive per la continuità dei corridoi biologici
SCENARI DI TRASFORMAZIONE_
K-MAP - COMUNE MALONNO
SCENARIO DI TRASFORMAZIONE
79
_ PATTERN ESEMPLIFICATIVI DI STRUTTURE DI VEGETAZIONE FUNZIONE PREVALENTE > ECOLOGICO-PAESAGGISTICA (Impianti di vegetazione idonea alla realizzazione di riconnessioni ecologiche, imboschimenti, interventi di miglioramento ambientale)
Composizione per ambiti fluviali e zone riparie: 20 - 25 m
Composizione per ambiti fluviali e zone riparie: 20 - 25 m
20 - 25 m
Composizione per ambiti fluviali e zone riparie:
Fascia ecotonale arbustica
80
6m
20 - 25 m Fascia ecotonale arbustica
6m
Composizione con piano arbustivo interfilare:
20 - 25 m
15 - 30 m
Monofilare con una o più specie a maglia larga tipo piantata, filare maritato (eventuale filare di vite o arbusti per produzione frutti minori):
8m
A1.C FASCE BOSCATE
8m
20 - 25 m
12 m
6-10 m
16 m
A1.B FILARE ALBERATO DOPPIO
20 - 25 m
8m
15 - 30 m
6-10 m
12 m
8 - 10 m
8m
15 - 20 m
IMPIEGHI: perimetri e divisione di lotti agricoli, margini stradali, bordi di ciclovie, margine di fossi e scoli, scarpate fluviali.
6-10 m
La matrice d’impianto arboreo-arbustivo con prevalente funzione ecologica ha come obiettivi prioritari la rapida copertura del suolo e la strutturazione di un ecosistema in grado di evolvere in maniera autonoma, con interventi estremamente ridotti, che si traduce in un basso costo di realizzazione e gestione. In linea di massima si usa materiale di 2-3 anni di ottima qualità e provenienza idonea allevato in contenitore e messo a dimora con sesti relativamente stretti: 3x3, 3x4, 4x4. La geometria dell’impianto può essere regolare o libera. Nel primo caso per diversi anni sarà percepibile la rigidità dello schema che può condizionare la percezione visiva del contesto paesaggistico ma consentirà una circolazione dei mezzi all’interno per la manutenzione dei primi anni. La presenza di lacune incolte all’interno dei popolamenti aumenta le nicchie ecologiche e favorisce la biodiversità.
A1.A MONOFILARE ALBERATO POLISPECIFICO PER SPAZI RIDOTTI
16 m
12 m
IMPIEGHI: corridoi e connesisioni ecologiche in spazi ridotti, perimetri e divisione di lotti agricoli, bordi di ciclovie, margine di fossi e scoli, scarpate fluviali.
IMPIEGHI: corridoi e connesisioni ecologiche in spazi ampi, margine di fossi e scoli, scarpate fluviali.
A1 CONSOCIAZIONI PER CONDIZIONI CLIMATICHE MESOFILE SU TERRENI DI BUONA QUALITÀ ASSOCIAZIONI NATURALI DI RIFERIMENTO: Boschi di latifoglie pedemontani e submontani (fino a 600-900 m)
Disposizione geometrica
A1.D AREE BOSCATE
3 -4 m
-
QUALITÀ ECOLOGICA
SPECIE UTILIZZATE Ac - Acer campestre Ap - Acer platanoides e Acer pseudoplatanus Bv - Berberis vulgaris Ca - Carpinus betulus Cm - Crataegus monogyna Co - Corylus avellana Cs - Cornus sanguinea El - Euonymus latifolius Fe - Fraxinus excelsior La - Laburnum anagyroides e alpinum Pa - Prunus avium Pc - Prunus cerasifera Py - Pyrus communis e Pyrus calleryana Ps - Prunus spinosa Rc - Rosa canina Ru - Rubus s.p. Sn - Sambucus nigra So - Sorbus torminalis e aria
+
3 -4 m
A2 CONSOCIAZIONI PER CONDIZIONI CLIMATICHE MESOFILE SU TERRENI TENDENZIALMENTE ACIDI ASSOCIAZIONI NATURALI DI RIFERIMENTO: Boschi di montani
Disposizione naturale Una specie
Più specie con disposizione a macchia
Più specie con lacune
Con fascia ecotonale arbustiva
SPECIE UTILIZZATE Ab - Abies alba e Picea abies Ai - Alnus incana Ap - Acer platanoides e Acer pseudoplatanus Av - Alnus viridis Bp - Betula pendula Bv - Berberis vulgaris Co - Corylus avellana Fe - Fraxinus excelsior Fs - Fagus sylvatica La - Laburnum anagyroides e alpinum Ms - Malus sylvestris Pa - Prunus avium Pt - Populus tremula Ri - Rubus idaeus Sa - Salix caprea Se - Salix eleagnos e Salix purpurea So - Sorbus aucuparia Sr - Sambucus racemosa
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_ PATTERN ESEMPLIFICATIVI DI STRUTTURE DI VEGETAZIONE FUNZIONE PREVALENTE > SCHERMATURA, MITIGAZIONE IMPATTO VISIVO (Impianti arborei e/o arbustivi ad elevata densità con struttura orizzontale e verticale articolata per massimizzare l’effetto schermante)
Disposizione naturale 20 - 25 m
10 - 15 m
8 - 12 m
Disposizione geometrica
4m
L’uso di specie con altezza e portamento diversi consentono una migliore mitigazione della struttura impattante.
82
8m
IMPIEGHI: margini e scarpate stradali, bordi di ciclovie, perimetri e divisione di lotti agricoli, margine di fossi e scoli.
> 10 m
m
20 - 25 m
10
Fascia ecotonale arbustica
15 - 30 m
20 - 25 m
8m
B1.C FILE MULTIPLE IRREGOLARI CON UNA O PIÙ SPECIE
10 m 4m
10 - 15 m
15 - 20 m 6-8m 8m
15 - 20 m
4m
6-8m
La creazione di macchie alberate lontano dalla strada verso il fiume mantiene libera la visuale dello skyline alpino e nel contempo le piante a gruppi hanno una efficienza ecologica e paesaggistica migliore .
B1.A MONOFILARE CON UNA O PIÙ SPECIE
2-4m
B1.B FIE MULTIPLE REGOLARI CON STRUTTURA VERTICALE A PIÙ PIANI
4-6m
6m
4m 8m
IMPIEGHI: fasce filtro per mitigare l’mpatto visivo di grandi struttutre con abbastanza spazio a disposizione.
IMPIEGHI: margini e scarpate stradali, perimetri e divisione di lotti agricoli, margine di fossi e scoli(molto spazio a disposizione).
20 - 25 m
B1.E MACCHIE ARBOREE
20 -25 m
2-4m <3m 2m
<2m
1m
4m
8m
Disposizione naturale
10 m
Alberi di 1° e 2° grandezza: Acer platanoides Acer pseudoplatanus Carpinus betulus Fraxinus excelsior Prunus avum Tilia platyphyllos
<3m
B1.D SIEPI E BORDURE ARBUSTIVE POLISPECIFICHE SEMPLICI
1-2m
4-6m
Alberi di 3° grandezza: Acer campestre Laburnum alpinum Laburnum anagyroides Sorbus aria
8m
IMPIEGHI: margini e scarpate stradali, perimetri e divisione di lotti agricoli, margine di fossi e scoli (con poco spazio a disposizione).
4m
B1 CONSOCIAZIONI PER CONDIZIONI CLIMATICHE MESOFILE SU TERRENI DI BUONA QUALITÀ ASSOCIAZIONI NATURALI DI RIFERIMENTO: Boschi di latifoglie pedemontani e submontani (fino a 600-900 m) SPECIE UTILIZZATE Ac - Acer campestre Ap - Acer platanoides e Acer pseudoplatanus Bv - Berberis vulgaris Ca - Carpinus betulus Cm - Crataegus monogyna Co - Corylus avellana Cs - Cornus sanguinea El - Euonymus latifolius Fe - Fraxinus excelsior La - Laburnum anagyroides e alpinum Pa - Prunus avium Pc - Prunus cerasifera Py - Pyrus communis e Pyrus calleryana Ps - Prunus spinosa Rc - Rosa canina Ru - Rubus s.p. Sn - Sambucus nigra So - Sorbus torminalis e aria
3-4m
8 -12 m
3-5m
Disposizione geometrica regolare
Arbusti: Corylus avellana Cornus sanguinea Prunus cerasifera Prunus spinosa
IMPIEGHI: fasce filtro e macchie boscate per mitigare l’impatto visivo di grandi strutture con molto spazio a disposizione.
B2 CONSOCIAZIONI PER CONDIZIONI CLIMATICHE MESOFILE SU TERRENI TENDENZIALMENTE ACIDI ASSOCIAZIONI NATURALI DI RIFERIMENTO: Boschi di montani SPECIE UTILIZZATE Ab - Abies alba e Picea abies Ai - Alnus incana Ap - Acer platanoides e Acer pseudoplatanus Av - Alnus viridis Bp - Betula pendula Bv - Berberis vulgaris Co - Corylus avellana Fe - Fraxinus excelsior Fs - Fagus sylvatica La - Laburnum anagyroides e alpinum Ms - Malus sylvestris Pa - Prunus avium Pt - Populus tremula Ri - Rubus idaeus Rc - Rosa canina Sa - Salix caprea Se - Salix eleagnos e Salix purpurea So - Sorbus aucuparia Sr - Sambucus racemosa
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_SCENARI DI TRASFORMAZIONE
SCENARIO ATTUALE
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SCENARIO DI TRASFORMAZIONE
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Elaborazione di Matteo Passera
Inserimento di nuovi guardrail con migliori caratteristiche materiche.
Messa a dimora di una struttura di vegetazione lineare con alberature di prima grandezza come schermo visivo lungo il margine caratterizzato dalla presenza di insediamenti produttivi e industriali di bassa qualitĂ edilizia.
Realizzazione di fasce di prateria fiorita a bordo strada.
7
L’ARCHITETTURA DELLA STRADA RIPENSARE AL RUOLO PAESAGGISTICO DELLE INFRASTRUTTURE LINEARI PER LA MOBILITÀ Luca Dorbolò, Lorenzo Nofroni con la collaborazione di Matteo Passera
Valori visuali (esistenti e potenziali): landmark e orizzonti visivi
Paesaggio vegetale
Detrattori visivi Segnaletica stradale, dispositivi informativi, potenziali superfici di comunicazione
Connessioni pedonali e ciclabili
Il sistema viario di attraversamento della valle in direzione Nord-Sud è caratterizzato dalla presenza della Strada Statale 42. Questa strada a scorrimento veloce, assieme alla Via Nazionale, rappresenta un elemento strategico rilevante, non solo dal punto di vista della mobilità carrabile, ma anche rispetto al racconto visivo-esperienziale percepibile in movimento lungo la strada e come potenziale elemento di valorizzazione del sistema di percorribilità ciclabile ed escursionistica della Valle. Con l’indagine sui paesaggi percepiti e l’analisi visiva percorrendo la SS42, lo studio identifica le componenti semiologiche che caratterizzano l’esperienza percettiva in movimento durante l’attraversamento della Valle. Il quadro conoscitivo si compone di un’analisi delle caratterizzazione territoriale, ovvero un’indagine che ha come obiettivo quello di individuare, per i diversi tratti di strada in cui è razionabile lo sviluppo dell’infrastruttura, quali componenti territoriali risultano essere caratterizzanti il rapporto tra infrastruttura e sistema di spazi aperti attraversati. In particolare l’indagine mette in risalto come l’alternanza di sistemi di spazi aperti relativi agli insediamenti urbani e di frangia, a spazi legati alla caratterizzazione agricolo-rurale e a sazi funzionali al sistema ambientale della valle, determina una sostanziale diversificazione della valle tra Bassa, Media e Alta valle. Durante l’attraversamento del territorio della bassa valle il rapporto tra infrastruttura e sistema di spazi aperti è caratterizzato dalla presenza di numerosi insediamenti produttivi e dal tessuto del sistema
urbano diffuso mentre i sistemi di spazi aperti di tipo agricolo-rurale o funzionale al sistema ambientale risultano interclusi o residuali. Nella media valle l’alternanza di tratti caratterizzati da sistemi insediativi urbani e sistemi agricolo-rurali è più bilanciata, il risultato è la concentrazione in alcuni condizioni di conflitto in presenza di insediamenti produttivi con particolare riferimento al sistema dei bacini per la produzione dell’energia e delle aree di escavazione e di accumulo di inerti. Nell’alta valle, dove la strada assume una conformazione di versante, la caratterizzazione principale è determinata dal rapporto con i versanti montani, con le coperture boschive e l’attraversamento dei centri urbani dei paesi dell’alta valle. Lo studio dell’architettura della strada ha permesso di analizzare il rapporto tra la conformazione stradale e le componenti che caratterizzano la fisionomia igegneristico-architettonica dell’infrastruttura. L’indagine ha permesso di svolgere una preliminare ricognizione rispetto alla presenza di rilevati stradali, viadotti, gallerie, tratti in trincea e su versante, delle componenti di vegetazione presenti nei bordi stradali, rispetto agli spazi di pertinenza della strada, con particolare riferimento agli snodi e ai punti di ingresso-uscita dallass42, la presenza di aree di servizio e di piazzole per la sosta. Tramite la sintesi valutativa sono state identificatedelle criticità e delle potenzialità suddivise secondo una logica di temi progettuali e rispetto all’identificazione di luoghi prioritari ove l’intervento di riconfigurazione risulterebbe di particolare efficacia.
B1.1 - CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA INFORMATIVO E SEMIOLOGICO DELLA STRADA
Fig. 1 - [1.a] Uscita galleria Portale Nord, Pisogne: La riconfigurazione del portale e degli elementi che costituiscono il bordo stradale, permette di migliorare in senso semiologico-funzionale, l’ingresso dei viaggiatori in Valle.
INQUADRAMENTO TEMATICO La percezione del territorio lungo la strada è accompagnata dalla lettura dei segnali di servizio e di sicurezza, oltre che da una serie di dispositivi pubblicitari e informativi collocati sui bordi stradali o nella prima quinta visiva. Questi elementi, considerati nelle combinazioni disposte con l’interferenza visiva delle linee dell’infrastruttura elettrica, della vegetazione o del fronte degli edifici, causa sconnessioni e interruzioni del racconto visivo in movimento, caratterizzato dal profilo delle principali vette dei versanti montani. CRITICITÀ Assenza di un immediata riconoscibilità degli ingressi in valle; presenza di interferenze visive nei tratti di maggiore visibilità delle vette principali; necessità di riordino del rapporto tra segnaletica orizzontale, verticale, dispositivi di controllo e sicurezza e cartellonistica informativa o pubblicitaria. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ: Adozione di un sistema omologato e omogeneo esistente di dispositivi per la cartellonistica informativa o pubblicitaria (rif. Progetto per la valorizzazione a fini turistici della viabilità della Valle Camonica; Servizio Tecnico LL. PP. Comunità Montana della Valle Camonica); disponibilità di sufficienti fasce di margine stradale per eventuale installazione di dispositivi di valorizzazione visiva; possibilità di intervento sulla vegetazione arborea e arbustiva presente; possibilità di sviluppo di accordi pubblico-provati per la gestione di alcuni fronti edificati, con landmark paesaggistici, quinte informative e o interventi di wall-art.. OBIETTIVI Caratterizzazione degli ingressi in Valle; valorizzazione dei principali canali visuali e quinte sceniche delle vette simboliche della Valle Camonica; riordino semiologico-visivo del rapporto tra segnaletica stradale e del sistema di dispositivi pubblicitari e informativi. SCENARIO PROGETTUALE: Realizzazione di quinte di accompagnamento visivo con elevata caratterizzazione architettonica o cromatica da inserire in prossimità dei portali delle gallerie di ingresso in valle (es. Cino Zucchi, ingresso galleria VedeggioCassarate, Lugano, 2012); taglio selettivo della vegetazione di bordo, installazione di dispositivi per l’evidenziazione delle emergenze visive o utilizzo di arte grafica informativa sulle pareti delle quinte edificate.
LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 1a] Uscita galleria Portale Nord su tratto di raccordo SPS10 a SS42 Direzione Sud (DS), Direzione Nord (DN), Pisogne 1b] Uscita galleria Portale Nord su SS42 (DS, DN), Costa Volpino 1c] Tratto di SS42 tra Uscita Pian Camuno e Uscita Darfo Boario Terme (DN), valorizzazione della vista dell’Adamello 1d] Tra l’uscita Darfo Boario Terme (DN) e Uscita Esine (DS), valorizzazione della vista del Monticolo 1e] Uscita Esine (DS), valorizzazione delle viste della Concarena e del Pizzo Badile.
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B1.2 - INTERAZIONE CON IL SISTEMA DELLE PERCORRENZE CICLO-PEDONALI
Fig. 2 - [2.b] Darfo, Strada per Fucine, Via Cimavilla: le uscite rappresentano dei nodi strategici per le connessione di scambio intermodale con la ciclo-pista Regionale e il sistema escursionistico dei sentieri della valle
B1.3 - INTERAZIONE CON IL SISTEMA DELLE CONNESSIONI ECOLOGICHE
Fig.3 - [3.b] Varchi tra il Fiume Oglio e le area pedemontane dei Comune di Gianico e Darfo-Boario Terme: i bordi stradali e le aree di pertinenza al margine dell’infrastruttura possono essere risprogettati in funzione della riconnessione ecologica trasversale all’asta fluviale dell’Oglio
INQUADRAMENTO TEMATICO La strada a scorrimento veloce, può rappresentare per la viabilità locale e la percorribilità lenta, un fattore di sconnessione (criticità) o di valorizzazione (potenzialità) del sistema di percorribilità territoriale. La velocità dell’attraversamento e la lentezza dell’osservazione, possono essere connesse attraverso un sistema organizzato di nodi di scambio intermodale. La realizzazione o il potenziamento dei nodi di scambio è strategico per una maggiore accessibilità e percorribilità dei luoghi comunitari della Valle. CRITICITÀ Attuale sotto utilizzo della strada come sistema informativo e di valorizzazione dei sistemi a mobilità lenta; assenza di nodi di interscambio tra la strada di scorrimento veloce e il sistema di percorrenze ciclo-sentieristiche e pedonali; assenza di un riordino coordinato delle aree di pertinenza della strada in prossimità delle nodi di interscabio o di tratti di passaggio ravvicinato delle ciclopiste e dei sentieri. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ Presenza della ciclo-pista dell’Oglio e di una fitta rete di sentieri escursionistici che attraversano la valle; presenza di spazi di bordo e aree di pertinenza dell’infrastruttura stradale utilizzabili, opportunità di utilizzare parcheggi e aree di sosta in prossimità dei raccordi con il sistema di percorrenze ciclo-sentieristiche; presenza di una linea ferroviaria di attraversamento della valle con numerose stazioni di fermata. OBIETTIVI Necessità di un sistema informativo lungo la strada per segnalare la presenza dei nodi di interscambio con ciclopiste e sistema dei sentieri; favorire lo scambio modale di percorrenza del territorio da modalità di attraversamento veloce a modalità di osservazione lenta; rigenerare luoghi e percorsi marginali collegati all’infrastruttura o nelle prossimità dei percorsi della ciclopista e del sistema sentieristico. SCENARIO PROGETTUALE Riconfigurazione di alcune componenti dei bordi stradali per la formazione di un sistema informativo e di valorizzazione dei nodi di interscambio con ciclopiste e sistema dei sentieri; realizzazione di nodi di interscambio utilizzando spazi di pertinenza della strada o aree di sosta e parcheggio esistenti, in punti strategici di prossimità con la ciclopista dell’Oglio e con il sistema sentieristico di valle; utilizzo di luoghi e percorsi marginali per la realizzazione di nuovi transetti di raccordo tra la strada e il sistema delle ciclopiste e dei sentieri escursionistici di valle.
INQUADRAMENTO TEMATICO La strada, con la sua architettura, può determinare condizioni di conflitto funzionale con il sistema delle connessioni ecologiche. La riconfigurazione degli spazi di bordo, soprattutto in luoghi strategici in prossimità di varchi ecologici di connessione trasversale funzionanti o potenzialmente attivabili, costituisce un tema di rilevante importanza, nell’ottica di un rapporto più sinergico tra l’infrastruttura e gli ecosistemi attraversati. CRITICITÀ Gli spazi di pertinenza dell’infrastruttura, le fasce di bordo stradale e gli spazi aperti prospicienti il corridoio infrastrutturale, non sono organizzati e predisposti per svolgere funzioni connettive dal punto di vista ecologico. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ Fasce di bordo e aree di pertinenza della strada con presenza di vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea, permanenza di strutture di vegetazione delle sistemazioni agrarie (siepi di campo, filari) nelle aree prospicienti il corridoio infrastrutturale, possibilità di utilizzare spazi residuali e fasce interstiziali tra l’infrastruttura e le aree urbanizzate. OBIETTIVI Ridurre la frammentazione e la scarsa interconnessione dei sistemi di spazi aperti che si interpongono all’edificato e al passaggio delle infrastrutture all’interno di varchi di connessione trasversale alla valle. SCENARIO PROGETTUALE Interventi di deframmentazione e potenziamento ecologico con miglioramento delle prestazioni ecologiche delle strutture di vegetazione presenti o con l’inserimento di nuove strutture di vegetazione (filari, siepi di campo, strisce di prato).
LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 2a] uscita Pian Camuno: sistema di scambio intermodale macchina/treno - bicicletta/itinerari escursionistici 2b] uscita Boario Terme connessione e scambio intermodale con ciclo-pista Regionale 2c] Cividate Camuno: spazi del sotto-viadotto e margini stradali in relazione alla ciclo-pista regionale 2d] Capo di Ponte: transetto di collegamento con ciclo-pista regionale 2e] Berzo Demo - Forno Allione: Sistema di scambio intermodale 2f] Edolo: Sistema di scambio intermodale.
LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 3a] varchi di Pian Camuno 3b] varchi tra il Fiume Oglio e le aree pedemontane dei comuni di Gianico e Darfo-Boario Terme 3c] Breno: frammentazione del sistema delle aree golenali e ripariali del fiume Oglio 3d] varchi tra il Fiume Oglio e l’area pedemontana del Comune di Malonno 3e] varco nella fascia di territorio non urbanizzato tra Sonico e Edolo
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B1.4 - GESTIONE DEL SISTEMA DEI MARGINI STRADALI
Fig. 4 - [4.b] Darfo Boario Terme - Esine: la gestione della vegetazione e in specifico il taglio selettivo di alberi e arbusti, può contribuire a ridurre l’effetto di evidenziazione del passaggio dell’infrastruttura e la conseguente cesura visiva.
INQUADRAMENTO TEMATICO I margini della strada sono costituiti da un insieme di superfici (fasce di sicurezza pavimentate, slarghi di emergenza, fasce con vegetazione, scarpate dei rilevati stradali, base dei muri di contenimento) e componenti (barriere frangivento, barriere acustiche, guardrail) tale insieme determina delle quinte visive che accompagnano l’osservazione dei contesti attraversati. Per effetto dell’intervisibilità, gli stessi elementi che compongono le quinte visive, possono caratterizzare anche la percezione visiva della strada dai luoghi circostanti. La gestione dei margini stradali e la caratterizzazione delle componenti di bordo, attraverso una progettazione sensibile agli aspetti morfo-semiotici e percettivi, permette di armonizzare il rapporto tra strada e contesti attraversati operando sulle componenti lineari di margine facenti parte della strada CRITICITÀ Per alcuni tratti stradali la percezione visiva è caratterizzata da un effetto di cesura e di sottolineatura dell’infrastruttura dovuto alla quinta compatta della vegetazione arborea e arbustiva; necessità di selezionare una gamma di barriere e dispositivi di sicurezza in grado di valorizzare il racconto visivo-esperienziale percepibile in movimento lungo la strada; assenza di una gestione multifunzionale delle fasce di bordo con particolare riferimento ai tratti in cui la strada è limitrofa a percorsi ciclo-pedonali. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ Presenza di ampie fasce di spazi aperti di margine; necessità di sostituire dispositivi di sicurezza e barriere in stato di obsolescenza; necessità di intervenire con potature di riduzione o riforma della vegetazione arborea e arbustiva presente nelle fasce di bordo e nelle scarpate dei rilevati stradali. OBIETTIVI Risolvere o ridurre l’effetto di cesura visiva e di sottolineatura dell’infrastruttura; installazione di una gamma diversificata di dispositivi lineari di accompagnamento della strada (dispositivi di sicurezza e delle barriere); gestione multifunzionale delle fasce di bordo; realizzazione di filtri e barriere visive con strutture vegetali. SCENARIO PROGETTUALE In riferimento ai tratti ove l’effetto di cesura visiva e di sottolineatura dell’infrastruttura risulti fattore con elevata criticità e si rilevino condizioni opportune per l’intervento, si operi attraverso il taglio selettivo della vegetazione; ove opportuno e in occasione della sostituzione dei dispositivi di sicurezza o barriere, si segua un criterio di diversificazione materica e cromatica volta a valorizzare il racconto visivo-esperienziale percepibile in movimento. LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 4a] Pisogne - Pian Camuno -Darfo Boario Terme: gestione delle fasce laterali per ridurre i conflitti visivo-percettivo tra strada, insediamenti produttivi e aree agricole 4b] Darfo Boario Terme - Esine: gestione della vegetazione presente nelle fasce laterali per ridurre l’effetto di evidenziazione del passaggio dell’infrastruttura e la conseguente cesura visiva. 4c] Cividate Camuno: utilizzo del margine stradale per l’inserimento di sistemi di vegetazione di accompagnamento alla pista ciclabile e al sentiero escursionistico. 4d] Malonno - Sonico: caratterizzazione dei margini stradali, delle barriere e dei dispositivi di sicurezza 4e] Ponte di Legno-Passo del Tonale: caratterizzazione dei margini stradali, delle barriere e dei dispositivi di sicurezza.
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B1.5 - CONFIGURAZIONE DELLE AREE DI SOSTA E DEI PUNTI DI OSSERVAZIONE
Fig. 5 - [5.d] Aree di sosta lungo il tratto di strada che conduce al Passo del Tonale: la collocazione di nuove attrezzature per la sosta e l’osservazione, permette di riconfigurare interi tratti della strada, con una migliore gestione degli spazi di bordo e della vegetazione oltreché degli elementi di arredo e di servizio che possono essere collocati lungo la strada.
TEMA 6 - GESTIONE DEGLI SPAZI DI PERTINENZA DEI NODI INFRASTRUTTURALI
Fig.6 - [6e] Uscita di Breno: gli spazi di pertinenza della strada possono diventare supporti strategici per la riorganizzazione ecologicamente funzionale, inoltre spazi di pertinenza e oggetti segnaletici della strada costituiscono opportunità di intervento per la riconfigurazione semiologica e paesaggistica dei bordi stradali e del rapporto tra strada e paesaggio attraversato.
INQUADRAMENTO TEMATICO Le aree di sosta e i punti panoramici rappresentano luoghi strategici per operare uno scambio modale nella forma di percezione del territorio e del paesaggio, da una visione in movimento a una statica. Questi spazi rappresentano luoghi chiave per l’osservazione del territorio, per suggerire valori visuali, informare e rendere consapevoli i viaggiatori del ricco patrimonio di elementi visibili o intuibili che può essere colto durante l’attraversamento della valle, oltreché per facilitare e rendere confortevole la sosta di viaggio. CRITICITÀ Nelle aree di servizio e nelle zone di sosta ricavate nel margine stradale si trovano condizioni di ridotta disponibilità di spazio, in particolare nelle piazzole di sosta nei tratti in cui il tracciato ha le caratteristiche di strada di versante e montana; scarsa presenza di spazi attrezzati per la sosta e l’osservazione. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ Presenza di aree di servizio e di sosta lungo tutto lo sviluppo del tracciato; possibilità di diversificare il contenuto informativo delle aree attrezzate per la sosta; presenza di contesti liberi dall’edificato e con scorci e panoramiche di rilevante valore visuale. OBIETTIVI Utilizzare aree di servizio e zone sosta in luoghi di particolare valore strategico dovuto a scorci e panoramiche rilevanti per realizzare punti di osservazione. SCENARIO PROGETTUALE Utilizzare spazi marginali delle aree di servizio e zone di sosta lungo strada, ove lo spazio le renda fattivamente utilizzabili, per realizzare zone attrezzate con dispositivi informativi e sistemi di guida visuale per valorizzare scorci e panoramiche di rilevante valore.
INQUADRAMENTO TEMATICO Gli snodi di ingresso-uscità dalla strada e le intersezioni con altre infrastrutture stradali principali, sono accompagnate da spazi di servizio necessari al corretto funzionamento dei tracciati stradali di raccordo. Sono presenti rampe con scarpate e zone intercluse nel fascio stradale, in cui la vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea, può rappresentare, non solo una dotazione di accompagnamento visivo o di riduzione dell’impatto percettivo, ma, in alcuni specifici casi, anche una risorsa per il potenziamento del sistema ecologico. CRITICITÀ Assenza di una gestione dei sistemi di vegetazione orientata alla funzionalità visivo-percettiva e, in specifici casi, attenta alle necessità funzionali dal punto di vista ecologico. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ Possibilità di utilizzare spazi marginali di notevoli dimensioni; posizione in zone di margine urbano o nelle vicinanze dell’asta fluviale o di altri importanti nodi della rete ecologica; presenza di vegetazione arborea e arbustiva in età adulta con possibilità di interventi mirati al potenziamento ecologico. OBIETTIVI Aumento della funzionalità visivo-percettiva e, in specifici casi, potenziamento della funzionalità ecologica. SCENARIO PROGETTUALE Realizzazione di impianti di vegetazione mirati all’accompagnamento visivo o al potenziamento ecologico; diradamento selettivo o gestione diversificata della vegetazione presente.
LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 5a] area di servizio di Esine: potenziamento del sistema informativo 5b] area di servizio di Braone: potenziamento del sistema informativo, realizzazione di punti di osservazione 5c] area di servizio di Malonno: potenziamento del sistema informativo, realizzazione di punti di osservazione 5d] aree di sosta lungo strada Passo del Tonale: realizzazione di punti di osservazione
LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 6a] intersezione SS42-SP510 Pian Camuno: riconfigurazione del sistema di vegetazione e potenziamento ecologico degli spazi di pertinenza infrastrutturale 6b] intersezione Via Nazionale-SS42 Darfo Boario Terme: riconfigurazione del sistema di vegetazione 6c] Uscita di Darfo Boario Terme: riconfigurazione del sistema di vegetazione e potenziamento ecologico degli spazi di pertinenza infrastrutturale 6d] Uscita di Cividate Camuno: riconfigurazione del sistema di vegetazione e potenziamento ecologico degli spazi di pertinenza infrastrutturale 6e] Uscita di Breno: potenziamento ecologico degli spazi di pertinenza infrastrutturale 6f] Uscita di Ceto: riconfigurazione del sistema di vegetazione e potenziamento ecologico degli spazi di pertinenza infrastrutturale 6g] Uscita di Capo di Ponte: riconfigurazione del sistema di vegetazione
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B1.7 - CONFIGURAZIONE DEGLI SPAZI DEI SOTTO-VIADOTTI E DEI SOTTOPASSAGGI
Fig. 7 - [7.c] Ponte-viadotto di Capo di Ponte - Sellero: sviluppo delle potenzialità degli spazi del sotto-viadotto per le realizzazione dei nodi di interscambio con le percorrenze ciclo-pedonali e sentieristiche
INQUADRAMENTO TEMATICO I sotto-viadotti, ove accessibili e in specifici casi di attraversamento di aree urbane o rurali, possono rappresentare una risorsa di spazi utilizzabili in senso multifunzionale soprattutto in ragione della permeabilità che consentono al piano di campagna e per le proprie specificità architettoniche. Dunque i sotto-viadotti sono un’opportunità di spazi a sussidio dello spazio pubblico “convenzionale” favorendo l’inserimento di funzioni che non hanno ancora trovato collocazione all’interno di strade, piazze o giardini pubblici integrati nel tessuto urbano. CRITICITÀ Lo spazio a disposizione può essere limitato o condizionato da limitazioni di accesso e utilizzo; la collocazione in aree di frangia urbana o in zone marginale spesso determina configurazioni dequalificate; non vengono sfruttate a pieno le opportunità fornite dal sotto-viadotto o dal sottopassaggio quando sono presenti intersezione con il sistema dei percorsi pedo-ciclabili e dei sentieri escursionistici. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ Opportunità di utilizzare spazi marginali in ambito urbano e di frangia; presenza di percorsi pedo-ciclabili e sentieri rurali che vengono intercettati lungo lo sviluppo dei sotto-viadotti; necessità di aree per realizzare nodi di interscambio con gli itinerari pedo-ciclabili ed escursionistici; necessità di aree per localizzare attività ludiche e sportive ancora non collocate all’interno della dotazione di spazi pubblici della Valle. OBIETTIVI Favorire l’inserimento in ambito urbano e di frangia di funzioni ludiche e sportive che non hanno ancora trovato collocazione all’interno di strade, piazze o giardini; potenziare i nodi di interscambio con gli itinerari pedociclabili ed escursionistici; migliorare il rapporto relazionale e funzionale tra l’infrastruttura stradale e i territori attraversati. SCENARIO PROGETTUALE Realizzazione di spazi attrezzati per attività ludiche e sportive connesse, in specifici casi, ai percorsi ciclopedonali e agli itinerari escursionistici che intercettano l’infrastruttura, utilizzare gli spazi marginali del sottoviadotto collegati alle strade carrabili e alle intersezioni con la ss42 per la realizzazione di nodi di interscambio con i percorsi pedo-ciclabili ed escursionistici.
LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 7a] Viadotto di Cividate Camuno: sviluppo delle potenzialità degli spazi del sotto-viadotto in ambito urbano 7b] Viadotto di Breno: multifunzionalità del sotto-viadotto per il potenziamento della percorribilità della valle 7c] Ponte-viadotto di Capo di Ponte - Sellero: sviluppo delle potenzialità degli spazi del sotto-viadotto per le realizzazione dei nodi di interscambio con le percorrenze ciclo-pedonali e sentieristiche 7d] Ponte-viadotto di Saletto (Berzo Demo): multifunzionalità del sotto-viadotto per il potenziamento della percorribilità della valle
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B1.8 - ATTRAVERSAMENTO DELLE AREE PRODUTTIVE E DI FRANGIA URBANA
B1.9 - ATTRAVERSAMENTO DELLE AREE URBANE E DEI NUCLEI STORICI
Fig. 8 - [8.a] Area produttiva e commerciali di Pian Camuno: riduzione degli effetti di conflittualità visivo-percettiva attraverso la riconfigurazione dei bordi stradali e delle quinte visive determinate dai fronti degli edifici dell’insediamento produttivo.
Fig. 9 - [9.b] Attraversamento del centro urbano e del nucleo storico di Edolo: glispazi di pertinenza della strada e le fasce di bordo possono essere messe a sistema con gli spazi aperti dei contesti urbani attraversati.
INQUADRAMENTO TEMATICO L’attraversamento delle aree produttive e commerciali genera effetti di accrescimento della conflittualità visivo-percettiva con il contesto, le quinti edificate dei fabbricati determinano una barriera dequalificata che costituisce una cesura continua, compatta e ripetitiva. In contiguità con gli insediamenti e la strada sono collocati spazi marginali e sotto-utilizzati o zone con funzioni espulse dai centri urbani (depositi, zone di escavazione). Si addensano in questi contesi anche le aree e gli edifici abbandonati. Un indirizzo progettuale volto alla rifunzionalizzazione degli spazi di pertinenza dell’infrastruttura, secondo una logica multi-funzionale e di riconfigurazione visivo-percettiva, potrebbe costituire occasione per riordinare alcune specifiche aree di frangia urbana. CRITICITÀ Necessità di un raccordo con gli strumenti di pianificazione locale e con la programmazione economica dei soggetti privati; assenza o scarsità di spazi utili allo sviluppo di uno scenario progettuale efficace. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ Opportunità di intervenire per il riordino e la ricucitura degli insediamenti con il territorio in specifici ambiti di frangia urbana; opportunità di intervenire per il riordino del rapporto tra strada-edificato in particolari condizioni di criticità; presenza di edifici abbandonati e spazi di margine o residuali, non utilizzati. OBIETTIVI Sviluppo di azioni di riordino e ricucitura di specifiche area industriale e produttive; riordino del rapporto tra strada ed edificato in funzione di una riduzione dell’effetto di cesura visivo-percettiva; miglioramento funzionale ed ecologico del sistema degli spazi di margine e di pertinenza degli insediamenti produttivi. SCENARIO PROGETTUALE riqualificazione di spazi di pertinenza dell’infrastruttura e messa a sistema con gli edifici e gli spazi in disuso; riqualificazione di aree per l’escavazione di inerti, inserimento di fasce alberate o altri sistemi di vegetazione per il potenziamento ecologico o la riduzione dei conflitti con aree di particolare valore ambientale, interventi diretti sui capannoni e opere di compensazione della superficie impearmeabilizzata.
INQUADRAMENTO TEMATICO Da Malonno al Passo del Tonale la SS42 si sviluppa lungo il tracciato della via Nazionale e attraversa numerosi centri urbani. L’attraversamento, oltre a determinare criticità funzionali e di sicurezza, produce condizioni di dequalificazione del contesto urbano o di mancato sviluppo delle potenzialità legate agli scenari visivopercettivi dei contesti attraversati. Una progettazione orientata al riordino dei rapporti funzionali tra edificato e strada, per mezzo di un migliore utilizzo degli spazi di pertinenza della strada, e teso allo sviluppo delle potenzialità visivo-percettive, attraverso la progettazione e il riordino di oggetti e dispositivi segnelaiticoinformativi, potrebbe costituire occasione per migliorare gli stessi contesti urbani attraversati. CRITICITÀ Criticità funzionali e di sicurezza; in specifici contesti di valore storico-testimoniale si creano condizioni di dequalificazione del contesto urbano; mancato sviluppo delle potenzialità legate agli scenari visivo-percettivi dei contesti attraversati; monofunzionalità della strada e frammentazione dei contesti urbani con particolare riferimento ai sistemi di percorrenza pedonale. POTENZIALITÀ e OPPORTUNITÀ Possibilità di riordinare e mettere a sistema spazi di pertinenza della strada (marciapiedi, parcheggi, aree risiduali, ecc.); opportunità di sviluppare le potenzialità legate agli scenari visivo-percettivi dei contesti attraversati. OBIETTIVI Riordino dei rapporti funzionali tra edificato e strada; sviluppo delle potenzialità visivo-percettive, miglioramento dei contesti urbani attraversati in riferimento alla risoluzione delle condizioni di frammentazione del sistema di percorrenza pedonale. SCENARIO PROGETTUALE Utilizzo multifunzionale degli spazi di pertinenza della strada; progettazione e il riordino di oggetti e dispositivi segnelaitico-informativi; realizzazione di sistemi di rallentamento e di sicurezza stradale come ad esempio l’inserimento di rotatorie.
LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 8a] Area produttiva e commerciali di Pian Camuno: riduzione degli effetti di conflittualità visivo-percettiva 8b] Aree produttive e commerciali di Esine: riduzione degli effetti di conflittualità visivo-percettiva 8c] Area produttiva e commerciale di Breno: riduzione degli effetti di conflittualità visivo-percettiva e sviluppo delle opportunità di riordino delle aree del margine urbano 8d] Attraversamento dell’area urbana di Morradino (Sellero): riordino del rapporto strada-insediamento produttivo 8e] Attraversamento dell’area produttiva di Forno Allione (Berzo Demo): riordino del rapporto strada-insediamento produttivo 8f] Area produttiva e commerciale di Malonno: riduzione degli effetti di conflittualità visivo-percettiva e sviluppo delle opportunità di riordino delle aree del margine urbano
LUOGHI PRIORITARI DI INTERVENTO 9a] attraversamento del centro urbano di Malonno 9b] attraversamento del centro urbano e del nucleo storico di Edolo 9c]attraversamento dei borghi storici di Incudine e Davena 9d] attraversamento del centro urbano e del nucleo storico di Vezza D’Oglio 9e] attraversamento del centro urbano e del nucleo storico di Temù 9f] attraversamento del centro urbano di Ponte di Legno
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STRADA E PAESAGGIO IN VALLE CAMONICA. ESPLORAZIONI PROGETTUALI SU 6 AMBITI SIGNIFICATIVI RISPETTO A 9 CATEGORIE DI INTERVENTO
PORTA DI VALLE, CIVIDATE CAMUNO, BRENO, CAPO DI PONTE / SELLERO, EDOLO, PASSO DEL TONALE Lorenzo Nofroni con la collaborazione di Matteo Passera
Lo sviluppo di alcune esplorazioni progettuali rispetto al tema della riconfigurazione della strada statale 42 è finalizzato a sperimentare ipotesi di miglioramento del rapporto tra infrastruttura e sistema di spazi aperti attraversati. A tale scopo sono stati identificati 9 temi chiave e 6 ambiti significativi su cui testare le possibili alternative di scenario. I 9 temi progettuali si ricollegano alla sintesi valutativa rispetto a criticità e potenzialità precedentemente individuate e distinte per categorie e temi di progetto. I 9 temi sono: - - - - - - -
Configurazione del sistema informativo e semiologico della strada; Interazione con il sistema delle percorrenze ciclosentieristiche e pedonali; Interazione con il sistema delle connessioni ecologiche; Gestione del sistema dei margini stradali (fasce di bordo, barriere e dispositivi di sicurezza); Configurazione delle aree di sosta e dei punti di osservazione; Gestione degli spazi di pertinenza dei nodi infrastrutturali; Configurazione degli spazi dei sotto-viadotti e dei sottopassaggi; Attraversamento delle aree produttive e di frangia urbana; Attraversamento delle aree urbane e dei nuclei storici.
Per ogni tema sono stati evidenziati degli obiettivi di qualità da perseguire attraverso una serie di specifiche azioni progettuali che fanno riferimento a una diversificata gamma di buone pratiche rilevabili
nel panorama nazionale e internazionale. Per ogni tema, l’applicazione degli obiettivi conduce allo sviluppo di uno scenario progettuale. L’attività di ricerca si è focalizzata sull’individuazione di luoghi prioritari, dove si è ritenuto che soluzioni puntuali di riconfigurazione paesaggistica potessero determinare effetti positivi rispetto al più ampio contesto della Valle. Sono stati pertanto selezionati i 6 ambiti di seguito elencati: -
Porta di Valle: riconfigurazione dei portali di galleria;
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Cividate Camuno: relazioni tra strada e percorsi pedo-ciclabili urbani e extraurbani con la configurazione del sottoviadotto in ambito urbano;
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Breno: relazioni tra strada e aree fluviali con pressioni insediative;
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Capo di Ponte - Sellero: rIconfigurazione dello spazio dei sotto viadotti e rapporto con il sistema di percosri pedo-ciclabili;
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Edolo: superamento dei conflitti configurativi dell’attraversamento del centro urbano;
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Passo del Tonale: riconfigurazione dei bordi, delle aree di sosta e dei punti di osservazione, della strada di versante, relazioni tra strada e aree di servizio agli impianti sciistici.
PORTA DI VALLE, PISOGNE L’esplorazione progettuale verte sulla possibilità di riconfigurare alcuni elementi dell’architettura stradale, orientando le scelte progettuali verso una maggiore significatività delle componenti semiologiche che possono essere percepite lungo il viaggio. L’applicazione di questo aspetto progettuale in luoghi individuati lungo tutto lo sviluppo della strada, consente di creare una serie di elementi di riferimento iconici che, assieme alla valorizzazione delle quinte visive e dei riferimenti architettonico-culturali presenti, possono arricchire il racconto visivo-esperienziale del viaggiatore.
riconfigurazione e messa a sistema degli spazi di pertinenza dell’infrastruttura e dei sotto-viadotti
salvaguardi dei varchi ecologici esistenti e implementazione del capitale vegetale
installazione di dispositivi segnaletici e informativi
installazione di dispositivi segnaletici e informativi
I portali delle gallerie, e in particolare il portale di ingresso in Valle della SP 510 nel comune di Pisogne, oggetto della presente esplorazione, e il portale della SS42 nel comune di Costa Volpino, rappresentano importanti momenti percettivi che hanno esigenza di essere riconfigurati anche attraverso l’inserimento di elementi architettonici. Questi nuovi oggetti del bordo stradale possono avere la funzione di frangisole per evitare l’effetto abbagliamento, funzioni di sicurezza e di supporto alla segnaletica stradale verticale e contemporaneamente possono contribuire alla definizione di una quinta visiva che valorizza gli scenari dei profili montani e degli elementi storico-architettonici e culturali esistenti. Nello scenario progettuale è stata foto-montata un’immagine del Portale della galleria Vedeggio–Cassarate a Lugano, Svizzera, su progetto dell’architetto Cino Zucchi. L’utilizzo di sistemi grafico-informativi, attraverso l’applicazione di arte pittorica paretale e pavimentale, possono caratterizzare ulteriormente alcuni tratti di galleria e strada. Altro importante tema di attenzione progettuale è riferito alle componenti informative e di sicurezza esistenti che possono essere sostituite o integrate con forme e materiali di più alta qualità. Infine deve essere posta attenzione agli spazi residuali che accompagnano il passaggio dell’infrastruttura, questi spazi, con le componenti di vegetazione esistenti, possono essere gestiti orientando le scelte di manutenzione ordinaria e straordinaria verso la salvaguardia e il potenziamento dei corridoi ecologici e degli elementi di valore ambientale presenti.
Portale della galleria: scenario attuale
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Portale della galleria: scenario di trasformazione
CIVIDATE CAMUNO La strada rappresenta un bordo urbano intorno al quale si attestano una diversificata gamma di condizioni territoriali: dalle residuali aree agricolo-rurali, alle zone di frangia urbana per poi attraversare aree urbane consolidate e centri storici. L’esplorazione progettuale intende costruire uno scenario alternativo allo stato attuale nel quale le caratteristiche architettoniche della strada e le componenti che ne definiscono bordi e sistemi segnaletici, vengono integrati in un progetto orientato alla valorizzazione dei percorsi ciclo-pedonali esistenti, tramite l’inserimento di elementi di utilità e informativi per rendere più confortevole l’itinerario.
interventi di ricomposizione dei varchi ecologici tramite l’integrazione dei filari alberati e delle siepi di campo esistenti
gestione degli spazi di pertinenza dell’ infrastruttura e delle scarpate dei bosri stradali
installazione di dispositivi segnaletici e informativi
Nella riconfigurazione del rapporto strada-percorso pedo-ciclabile, è possibile prevedere l’inserimento di sistemi di vegetazione che permettano una implementazione della funzionalità ecologica dei bordi stradali e delle fasce di territorio che l’infrastruttura attraversa. Il tema della ricostruzione di varchi ecologici in prossimità di corridoi esistenti o potenziali, può essere ottenuto attraverso la gestione dei filari alberati e siepi di campo che organizzano la struttura del territorio agricolo-rurale, o attraverso la gestione ecologica degli spazi di pertinenza dell’infrastruttura come le scarpate dei rilevati o le aree funzionali al sistema dei nodi viari di ingresso e uscita. In queste aree gli interventi potrebbero rientrare nella gestione ordinaria della vegetazione con obiettivi di miglioramento delle prestazioni ecologiche (es. potature e abbattimenti selettivi).
Riconfigurazione del sotto-viadotto per il potenziamento delle interconnessioni con i percorsi ciclo-pedonali e l’inserimento di nuove funzioni ludico-ricreative
In fine, ripensare gli spazi dei sotto-viadotto potrebbe favorire il potenziamento e la qualificazione del contesto attraversato dai percorsi ciclo-pedonali, oltreché permettere la realizzazione di spazi multifunzionali che accolgano attività ludiche e ricreative che non trovano collocazione all’interno degli spazi pubblici consolidati. Nello scenario alternativo è possibile cogliere una ipotesi di riconfigurazione dell’area a parcheggio del sotto-viadotto di Cividate Camuno con un intervento di arte pavimentale che permette di sfruttare lo spazio, quando non utilizzato per lo stallo delle auto, come playground e area sosta collegata al percorso ciclo-pedonale.
Sotto-viadotto di Cividate Camuno: scenario attuale
Sotto-viadotto di Cividate Camuno: scenario di trasformazione
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BRENO
L’esplorazione progettuale di Breno consente di identificare uno scenario nel quale la riconfigurazione degli elementi della strada può coinvolgere anche aree ed edifici inseriti nel contesto di insediamenti produttivi e di frangia urbana nelle vicinanze o a ridosso delle aree di pertinenza fluviale del Fiume Oglio. Una progettazione sensibile al tema della riconnessione semiologica tra la strada e il territorio attraversato può determinare un effetto di complessiva riconfigurazione, a partire dalla semplice attenzione progettuale posta sulla forma e sui materiali delle componenti dei bordi stradali, come ad esempio i guardrail, le barriere acustiche e gli elementi di segnaletica e informativi. Inoltre l’impiego di aree di pertinenza della strada e delle superfici delle quinte visive edificate, può condurre al miglioramento delle prestazioni funzionali degli insediamenti anche in senso ecologico.
gestione degli spazi di pertinenza dei nodi infrastrutturali
opere di compensazione della superficie impearmeabilizzata
installazione di dispositivi segnaletici e informativi
interventi sulle coperture e le quinte murarie dei capannoni
Le componenti dei bordi stradali possono essere riprogettati dal punto di vista materico e della forma per avere una connotazione più caratteristica e significativamente sito-specifica rispetto al contesto attraversato. Gli elementi di segnaletica stradale potrebbero essere implementati, in continuità con quanto già fatto nel contesto del “Progetto per la valorizzazione a fini turistici della viabilità della Valle Camonica” (LL. PP. Comunità Montana della Valle Camonica). In alcuni particolari condizioni, potrebbero essere sfruttate pareti degli edifici produttivi e recinzioni in vicinanza dell’infrastruttura, per configurare, tramite l’utilizzo di arte pittorica paretale, le quinte visive di prossimità alla strada. Le aree di pertinenza della strada collocate nelle enclave dei nodi infrastrutturali potrebbero essere impiegate come bacini di laminazione, di detenzione, accumulo e rilascio controllato, delle acque piovane per compensare gli effetti negativi delle superfici impermeabilizzate. Un tale scenario potrebbe essere perseguito anche grazie alla costituzione di un partenariato tra i vari enti pubblici, gli operatori privati e la plurima e diversificata composizione di stakeholders del territorio, che attraverso un contratto di paesaggio potrebbero perseguire l’obiettivo comune di qualificare il territorio creando valori aggiunti di tipo economico, sociale e ambientale, come effetto del miglioramento delle condizioni paesaggistiche collegate al rapporto tra infrastruttura e territorio attraversato.
Uscita di Breno: scenario attuale
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Uscita di Breno: scenario di trasformazione
CAPO DI PONTE / SELLERO
Il nodo infrastrutturale di Sellero – Capo di Ponte è uno dei luoghi più significativi per esplorare gli sviluppi progettuali in un ambito territoriale in cui forme e processi insediativi hanno determinato, nella loro stratificazione storica, una forte criticità nei confronti del sistema ambientale del Fiume Oglio. Ripensare il rapporto tra strada e paesaggio, in considerazione dell’esperienza percettivo - visiva che è possibile cogliere lungo il percorso del viadotto e del ponte di Sellero - Capo di Ponte, può diventare strategico anche rispetto al miglioramento funzionale e qualitativo degli insediamenti, in primo luogo dell’area produttiva di Capo di Ponte e del sistema del bacino idrico della centrale elettrica ENEL. Rispetto a queste componenti del paesaggio, la cui criticità principale è determinata dall’assenza di un organizzazione sistematica e di insieme di edifici, spazi pubblici e aree di pertinenza private, è possibile considerare lo spazio dell’infrastruttura e in particolare i luoghi del sotto-viadotto, come una risorsa, un nodo strategico, per attivare o potenziare gli itinerari di percorrenza ciclo-pedonale e sentieristica e la dotazione di aree pubbliche accessibili e fruibili per attività sportive e ludiche. Per tali motivi l’esplorazione progettuale sviluppa l’idea di creare un sistema ottimizzato e qualificato di percorrenze, fruizioni e percezioni, atto a valorizzare spazi ed elementi scenografici (ad esempio il bacino idrico della centrale ENEL) attraverso la valorizzazione di luoghi sotto-utilizzati o abbandonati.
ri-configurazione degli spazi del sotto viadotto punto di interscambio con la ciclopista e i sentieri
ripensare l’involucro del grande contenitore industriale
riqualificazione delle aree di estrazione e dei depositi e messa a sistema dedegli spazi aperti in relazione con il parco fluviale dell’Oglio
realizzazione di percorsi di raccordo alla ciclopista e ai sentieri
il bacino idrico Enel riletto come landmark paesaggistico alla macroscala: effetto scultura ambientale
Nello scenario viene ipotizzata una riconfigurazione del sottoviadotto tramite la riabilitazione dello spazio, a partire dallo sfruttamento delle potenzialità create per via della diretta connessione con la ciclo-pista dell’Oglio. In questo luogo, attraversato dalle strade in ingresso e uscita dalla SS42, la realizzazione di un punto di sosta e di interscambio modale automobile-bicicletta, potrebbe incrementare il numero di fruitori dei percorsi ciclo-pedonali e stimolare una riorganizzazione dei tratti di sentieri collegati o raggiungibili da questo nodo.
Sotto-viadotto di Sellero: scenario attuale
Sotto-viadotto di Sellero: scenario di trasformazione
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EDOLO La SS42 attraversa numerosi centri urbani, il passaggio della strada in contesti fortemente sensibili rispetto alla sicurezza e fruibilità degli spazi pedonali, alla qualità degli spazi pubblici che si attestano lungo la strada e nei confronti del rapporto tra l’infrastruttura e le quinte urbane degli edifici, costituisce un tema di rilevante criticità.
Riqualificazione e messa a sistema degli spazi aperti pubblici in relazione con la strada
realizzazione di percorsi di raccordo alla ciclo-pista e ai sentieri escursionistici
interconnessioni con il sistema della mobilità ferroviaria e i percorsi ciclopedonali urbani
ri-configurazione degli spazi stradali e dei bordi per la valorizzazione del centro urbano
L’esplorazione progettuale, permette di sviluppare un’ipotesi di riconfigurazione urbana a partire dalla gestione delle componenti del paesaggio attraversato, con la finalità di favorire una maggiore condizione e percezione di sicurezza nelle aree pedonali esistenti o potenziali, la qualificazione e messa a sistema degli spazi pubblici attestati lungo la strada e la valorizzazione delle quinte urbane e degli scenari storico-culturali esistenti. La ri-conciliazione tra centri urbani e luoghi della strada, può avvenire ripensando l’infrastruttura e le sue componenti, non più solo come spazio necessario al passaggio dei veicoli, ma anche come risorsa di aree pubbliche multifunzionali e strumento di evidenziazione degli scenari e delle quinte visive più rilevanti dal punto di vista dell’esperienza percettiva in movimento. Nello scenario alternativo, la riconfigurazione del contesto della strada avviene tramite un’attenzione progettuale orientata a definire forme e materiali delle componenti di bordo, sistemi segnaletici e informativi nella pavimentazione stradale. La riconfigurazione di alcuni oggetti urbani, quali ad esempio le pensiline o le aree di servizio e di rifornimento può rappresentare l’occasione per porre attenzione alle connotazioni simbolicopercettive di scorci e scenari di particolare valore visuale.
Attraversamento dell centro urbano di Edolo: scenario attuale
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Attraversamento dell centro urbano di Edolo: scenario di trasformazione
PASSO DEL TONALE La SS42, nei tratti di versate montano, assume una configurazione tipica delle strade di montagna: tracciato sinuoso, presenza di numerose curve e tratti in pendenza, architettura della strada caratterizzata da scarpate e trincee. Tra il passo del Tonale e Ponte di Legno, l’attraversamento dei versanti è accompagnato, non solo dalla presenza di boschi di conifere e prati stabili d’alta quota, che caratterizzano anche gli scenari panoramici percepibili in movimento lungo la strada, ma anche dalla presenza delle infrastrutture e degli impianti di risalita dei domini sciistici e dalle aree di pertinenza e di sosta collegate agli insediamenti turistici.
valorizzazione dei margini deila strada di versante: posizionamento di nuovi guard rail, trattamento paesaggistico dei bordi e integrazione con dispositivi informativi
riqualificazione e messa a sistema dedegli spazi di pertinenza stradale e delle infrastrutture sciistiche, delle aree di servizio e delle piazzole di sosta
identificazione e realizzazione di varchi visuali con tagli selettivi nella massa boscata per la valorizzazione di tratti panoramici significativi
realizzazione di punti di sosta come nodi di interscambio e accesso al sistema sentieristico
L’esplorazione progettuale permette di sperimentare una diversa configurazione del rapporto tra strada e paesaggio montano, considerando come elemento strategico di ricomposizione paesaggistica, lo spazio e le componenti del bordo stradale. Ad esempio le piazzole di sosta, le aree di servizio e i parcheggi collocati lungo la strada, costituiscono un patrimonio di elementi che possono essere messi a sistema secondo una logica di caratterizzazione e valorizzazione del paesaggio percepito lungo tutto lo sviluppo lineare della strada di versante. Nello scenario alternativo la riconfigurazione di una piazzola di sosta, diventa occasione per gestire e qualificare gli elementi di bordo e sperimentare una serie di soluzioni progettuali che rispondono a una strategia più ampia di valorizzazione di scorci e panoramiche di particolare valore. In questo senso è necessario porre attenzione ad altri temi quali ad esempio, il raccordo funzionale con le forme e i processi di gestione del bosco e dei suoi margini, l’inserimento di cartellonistica per qualificare e rendere più confortevoli gli itinerari, l’installazione di piccole strutture che valorizzino i punti di osservazione e di sosta.
Piazzola di sosta sulla strada per il Passo del Tonale: scenario attuale
Piazzola di sosta sulla strada per il Passo del Tonale: scenario di trasformazione
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Il lavoro qui illustrato rappresenta uno strumento in grado di raccogliere in modo omnicomprensivo i valori, le qualità, le risorse ma anche le criticità di un territorio complesso quale quello della Valle Camonica e di orientarne la trasformazione. Con orgoglio ringrazio lo staff dell’Università degli Studi di Firenze, rappresentato in particolare dalla prof.ssa Anna Lambertini, per la professionalità e la competenza tecnica dimostrata nel coordinamento scientifico del lavoro, ma anche per la sensibilità di cogliere, nei brevi tempi imposti dalla ricerca, l’anima e l’essenza del nostro territorio. Un ringraziamento speciale al direttore del Parco dell’Adamello, Dario Furlanetto, ed a tutti i suoi collaboratori che con dedizione e operosità hanno contribuito a raggiungere un altro importante risultato per la Comunità Montana di Valle Camonica. di Oliviero Valzelli - Presidente Comunità Montana di Valle Camonica Il gruppo di ricerca ringrazia i tecnici, i funzionari e i referenti della Comunità Montana Valle Camonica e del Parco dell’Adamello, per il fondamentale supporto dato ai fini della ricerca. Si ringrazia la Provincia Autonoma di Trento, Agea, Area coordinamento Sistema integrato di Gestione e Controllo, Sistemi informativi e Tecnologici, per aver autorizzato all’uso, ai fini esclusivi della ricerca, delle ortofoto digitali effettuate nell’anno 2014 e relative alla copertura del territorio del Parco Adamello Brenta necessarie per il completamento del campo cartografico nella carte tematiche redatte in scala 1/50.000.
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Si ringraziano inoltre i laureandi e le laureande dei corsi di laurea magistrale in Architettura e Architettura del Paesaggio dell’Università degli Studi di Firenze che hanno deciso di contribuire con le loro tesi di diploma finale allo sviluppo di ulteriori esplorazioni progettuali: Malvina Biolcati Chiara Bordoni Valeria Curro Riccardo Mosconi Agnese Orlandi Matteo Passera Matteo Pro Laura Tinarelli
INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA DEI COMPARTI INDUSTRIALI. RICONFIGURARE L’AREA INDUSTRIALE DI MALONNO
Si ringrazia in particolare Matteo Passera per il prezioso contributo fornito ai fini della redazione del presente volume.
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