Il terremoto del 2012 in Emilia ha colpito il tessuto urbano delle città, alterando il rapporto tra spazi vuoti e pieni: le rovine e le demolizioni conseguenti hanno rivelato il rapporto tra parti inattese, mentre le aree inedificate, interne o esterne, hanno acquisito un valore strategico per la delocalizzazione di parti della città, spesso apparentemente solo provvisorie, innescando un’inversione di valore tra spazi pieni e vuoti, dentro e fuori la città. Anche se è difficile pensare a una trasformazione fisica di una città consolidata seppur piccola, è possibile intervenire invece più facilmente nella sua forma funzionale, relativamente intangibile, ma comunque efficace per un suo ripensamento. Esperienze di Laboratori didattici, Tesi di Laurea e Concorsi di Progettazione, in maniera coordinata hanno sondato tali possibilità di crescita urbana oltre la ricostruzione, con proposte di architetture attualizzate, inserite in scenari urbani aggiornati, da restituire alle comunità per il loro re-insediamento.