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Dove non si perde neanche un bambino di Beniamino Piscopo
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Quel piccolo-grande uomo di Valeria Grimaldi
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Lucio e la leggenda dello “stronzo” bevitore di Emilio Roberto Brucato
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Chi sono i “Marta sui Tubi” ? di Salvo Ognibene
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Dams (un corso incompreso) di Laura Pergolizzi
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INTERNATIONAL http://issuu.com/dvc.international Pag.8 La redazione: redazione@diecieventicinque.it http://www.diecieventicinque.it/
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1968
Dove non si perde neanche un bambino ha forgiato le schiere di artisti che in ogni tempo, hanno lottato per mantenere alta la qualità delle canzoni nostrane. Del resto, pensandoci bene, quale se non la città italiana del comunismo ma di buon senso, della cultura e della controcultura, organizzata ma che ogni di Beniamino Piscopo tanto vuole atteggiarsela ad anarchica, poteva essere incubatrice più perfetta? Lucio Dalla e Francesco Guccini erano gli Lucio sarebbe stato Dalla senza le sue antenati, i mani musicali del periodo passeggiate domenicali in piazza Grande, classico i cui vinili ispiravano gli mentre cresceva stimolato dalla città in strimpellatori di note, a cavallo tra gli cui non si perde neanche un bambino? anni sessanta e settanta. Oggi, attraversando i giardini di piazza Vasco invece è arrivato dopo, Cavour, può capitare di ascoltare un paio monopolizzando gli anni ottanta, quelli di tizi con voce vagamente rotta, dire “ Lì del chic e dell’eccessivo, quelli abitava Lucio Dalla” indicando il lungo contaminati dal disimpegno e dal piano di un palazzo borghese. barbarismo crauto, pater tanto È passato un anno dalla sua morte, e i dell’avanguardismo quanto dell’elettro bolognesi quel signore tappetto, busone, dance tamarra. Negli anni novanta c’è ricoperto da una consistente peluria che stata l’ondata del tortellini pop. Il periodo tradiva le sue origini terrone, e dotato post classico ha visto l’affermarsi di della voce più bella che abbia cantato la “cinni” in vespa, di boy band debitrici di lingua italiana, lo ricordano ancora con costumi e sonorità sassoni, e di hit che l’affetto ma soprattutto con la devozione dagli Appennini sono celermente scese a che solo agli eroi mitologici veniva valle, risuonando nei walkman e nelle elargito. audiocassette di tutto il suolo Italico. Parallelamente a tutti questi periodi si E di lui infatti, la città ne parla come di un sviluppava la scena underground, che eroe o di un dio pagano. Il grande jazzista, badate, in tutte le sue molteplici forme il grande autore, il grande cantante, il non ha mai percorso una vita a se, ma grande scopritore di talenti…Per Bologna scevra di pregiudizi si è spesso concessa a tutte queste qualità e la musica leggera in situazioni di amichevole promiscuità con generale, sono cose troppo importanti per la scena pop, intesa come popolare, e non farti elevare, soprattutto dopo la viceversa. morte, allo status di semidio. Qualcuno considererebbe tale caratteristica, segno di La Storia della musica italiana è anche la una società diversamente laicizzata. Io storia di una città insomma. Bologna e credo che la radice vada piuttosto l’Emilia, sono il catino che spartanamente ricercata nell’amore che Bologna nutre
per la bellezza, in tutte le sue arti, in tutte le sue forme. Ed esserne fonte, tanto basta per farti ricevere dalla città rispetto e gratitudine. È questo che rende il capoluogo emiliano speciale. Perché con le sue mille identità che la rendono inconfondibile, Bologna non colpisce a prima vista. A un turista di passaggio apparirebbe l’ennesima graziosa città del centro nord, in stile gotico- romanico- rinascimentale che, come le altre della zona, ha toccato il suo splendore nell’età comunale. Bella, ma non come Firenze, caratteristica ma non più di Siena o Perugia. Bologna però conquista gradualmente, il tempo necessario a cogliere quell’aria di libertà, tolleranza e sperimentazione e soprattutto di abituarsi alla meravigliosa idea che stia sempre per succedere qualcosa. Perché Bologna è una città in divenire, qui tutto si crea e tutto si distrugge: mode, tendenze, ideologie. Cose che passano come molte delle persone che vi vivono. È una città in divenire, perché parte della sua gente lo è. Ogni anno, col finire dell’estate e l’inizio dell’anno accademico, si ripete da mille anni circa a questa parte, il rituale della semina di nuove idee, nuove passioni, nuove personalità. È questo il suo segreto, svelato il suo miracolo. E per gente che arriva e che renderà Bologna un po’ diversa, c’è gente che parte, per sempre un po’ bolognese e un po’ cambiata, rispetto a quando era arrivata.
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Quel piccolo-grande uomo
di Valeria Grimaldi La prima volta che ho messo piede qui a Bologna, mia sorella mi raccontò di aver incontrato Lucio Dalla per strada. Aveva un maglione blu elettrico con dei rombi bianchi e fucsia. Non potevo crederci: mi sembrava impossibile che un personaggio di quella portata caminasse tranquillo sotto i portici e salutasse la gente per strada, pur non conoscendola. Invece lei me lo raccontava come se fosse un fatto normale, di ordinaria bolognesità. Passati due anni, purtroppo, prima di quel primo marzo 2012, non ho avuto la fortuna di imbattermici anche io. Ma è come se l'avessi fatto. Chiunque avrà scoperto di averlo incontrato molte volte in questa vita, lunga o corta che sia. Perchè Lucio Dalla è Bologna, e Bologna con Lucio ha perso la parte del suo cuore costantemente pulsante. Un cuore che continua a battere nelle sue canzoni, che riecheggiano e vengono trasportate dal vento, inebriando l'aria e rendendo la quotidianità un pò meno sofferta. Basta affacciarsi nella sua Piazza Grande, che per ultima l'ha ospitato e accarezzato con cinquantamila mani puntate verso il cielo, per sentire quell'accenno di chitarra, lieve, intenso... a modo mio, avrei bisogno di carezze anche io... la mia casa è Piazza Grande, voglio morire in Piazza Grande...
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Completamente fuori dagli schemi, sembrava come se quei piccoli occhiali non riuscissero a vedere limiti, ma solo orizzonti in costante movimento: i suoi cinquant'anni di carriera musicale non possono essere etichettati in alcun genere, racchiusi in nessuno schema prefissato. Lucio era come l'acqua, assumeva la forma di dove si trovava, riuscendone a catturare l'essenza più profonda. ... il pensiero come l'oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare... Ascoltarlo è come riscoprirsi all'infinito: ripercorrere la tua vita, e allo stesso tempo viverla attraverso quelle parole, contagiati da quella musica. Attenti al Lupo è stata una delle colonne sonore della mia infanzia: quella casetta piccola, quell'omino piccolo, probabilmente lui stesso... e ha un cappello piccolo così, con dentro un sogno da realizzare, e più ci pensa più non sa aspettare! Le rondini...niente di più comune oltrepassa i nostri cieli. Sei a Piazza S. Stefano, o percorri i viali e tutte le porte...ai giardini Margherita, al Pratello...alzi gli occhi, le vedi, e non può che venirti in mente quel piccolo-grande uomo che ha reso il cielo ancora più infinito, dove ti ci puoi perdere, ma puoi anche ritrovarti... vorrei seguire ogni battito del mio cuore, per capire cosa succede dentro e cos'è che lo muove. Ogni volta che qualcuno ci ferma per strada nel pieno centro di Bologna, per chiedere un indicazione, ti verrebbe subito da esclamare ma "nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino"...! E magari anche quella volta si trattava di
uno di Berlino, che ti guarda con la faccia strana e non ti capisce...perchè l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale. Il 4 marzo Bologna è stata di nuovo in piedi con l'orecchio teso per ricordarlo. Il concerto tributo che si sta organizzando, vedrà sfilare sul palco amici del mondo dello spettacolo, da Gianni Morandi a Fiorella Mannoia, da Zucchero a Ron, Luca Carboni, Renato Zero e tanti altri. Il giorno del suo 70° compleanno, "a giocare a carte e a bere vino", le luci della sua città risplenderanno e i sorrisi di tutti coloro che lo portano ancora dentro di sè saranno il regalo più bello. Forse è solo questo l'unico modo per descrivere l'indescrivibile Lucio. Di fronte alla morte si sente il bisogno di tornare indietro, di ripercorrere una strada parallela alla nostra che scorgevamo da lontano, e che in qualche modo ci è entrata dentro, così. Una scintilla. Una piccola miccia era lì, nascosta dentro di te, e ad un certo punto esplode. Roberto Vecchioni a "Che tempo che fa", commentando le parole della canzone L'anno che verrà, ha detto "il poeta non ha addosso solo la sua vita, ha addosso la vita di tutti...e questo è un atto d'amore senza fine". Lucio non era un poeta: non solo quello almeno. Era soprattutto una scintilla d'amore: piccola, allo stesso tempo maestosa... e senza fine. ...Ma sì, è la vita che finisce: ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva felice e ricominciò il suo canto...
Lucio e la leggenda dello “stronzo” bevitore
di Emilio Roberto Brucato Più di mille km separano Bologna dalla Sicilia. Due mondi apparentemente distanti e diversi ma uniti da un filo comune: i siciliani. I siciliani che raggiungono il capoluogo emiliano per studio o lavoro e magari sono capaci di realizzare belle cose come questa rivista. Raramente invece si vedono bolognesi migrare al sud e infatti ci voleva un genio enigmatico come Lucio Dalla per osservarne il percorso inverso.
Ad un anno dalla sua scomparsa non potevamo non ricordare un bolognese che si è autocelebrato “…son siciliano…mezzo africano…”. E non potevamo non ricordare che mentre “la lava in fiamme scende la collina” dalla sua casa di Milo si godeva lo spettacolo. Molti siciliani, orgogliosamente, hanno apprezzato la sua presenza sulle pendici dell’Etna, per una decina d’anni vicino di casa del collega Franco Battiato. Solo in pochi invece hanno avuto il piacere di apprezzare il Lucio Dalla enoproduttore. Il suo vino, infatti, finiva su poche tavole selezionate direttamente dai suoi vitigni. Solo gli amici, invitati nel suo salotto o sulla sua barca hanno avuto modo di degustare il pregiato rosso e soprattutto il “bianco superiore” della sua produzione. Pare fosse di altissima gradazione tant’è
che una volta Carmelo Bene si prese una sbornia tale che la sera dopo, premiando il cantautore bolognese al Festival di Taormina, lo apostrofò: “Ecco quello stronzetto di Lucio Dalla”. Da quel momento il vino si chiamò “Stronzetto dell’Etna”. Nome sicuramente non commerciale ma questa passione era nata solo per amore del vino e anche un po’ per gioco. L’etichetta era speciale: disegnata dall’artista Aldo Mondino, scomparso nel 2005, compare Lucio vestito da derviscio. Carmelo Bene, quella sera, lo definì il miglior vino della Sicilia. Probabilmente il grande attore salentino esagerava ma indubbiamente la degustazione dello Stronzetto è ormai leggenda. Insieme a tutto il curioso mondo del bolognese/siciliano Lucio.
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Chi sono i “Marta sui Tubi” ? Cromatica con quel piccolo genio bolognese alla voce e al clarinetto.
http://videodrome-xl.blogautore.repubblic a.it/2013/02/08/marta-sui-tubi-cinque-la-l una-le-spine/ “Dalla ha messo le ali a questa canzone, subito entrato in top ten su iTunes. Hanno rendendola molto più bella. E non partecipato al Festival di Sanremo con i potremo mai cantarla dal vivo”dirà due brani “Dispari” e “Vorrei” e che dir Giovanni Gulino, siciliano e voce del si voglia sono stati loro la vera novità. di Salvo Ognibene gruppo come l’altro Carmelo Pipitone. Novità per il cosiddetto “grande Un gruppo nato nel 2002 a Marsala, poco pubblico” tanto da essere oggetto di Bologna 22 gennaio 2012, i Marta sui prima del trasferimento a Bologna e battutine di vario genere a cui hanno Tubi al Teatro Navile, arrivo tardi, a attualmente composto anche dalla batteria risposto con la solita ironia e l’irriducibile concerto appena finito, mi fermo a parlare di Ivan Paolini (2004) e dalle tastiere di grinta che li contraddistingue. Una con un’amica fin quando mi volto e vedo Paolo Pischedda (2008) e dal violoncello presenza di “rottura” la loro, una presenza un signore che scuote la testa e ripete di Mattia Boschi (2008). annunciata per prima tra i 14 partecipanti “Fantastici, fantastici”. E’ Lucio Dalla. Muovono i primi passi a Bologna tra e su cui Fazio aveva scommesso Ha appena finito un’incredibile duetto con cover ed inediti e nel 2003 arriva l’album definendoli un eccellenza. Il premio è loro sulle note di “Disperato Erotico “Muscoli e dei”, il primo dei cinque. Nel andato a Marco Mengoni ma sono loro i Stomp”. Tornerà il giorno dopo e 2008 i Marta sui Tubi fondano veri vincitori, hanno affrontato critiche e duetteranno ancora con “L’anno che un’etichetta discografica, la Tamburi palco con una incredibile normalità. Che verrà” per poi dire: “quello dei Marta sui Usati, il cui nome è un anagramma del poi loro non si sforzano di essere normali Tubi è il live più bello che si possa sentire nome della band ma la svolta arriva nella perché sanno bene che “chi è speciale è in Italia”. primavera del 2011 grazie al boom di sempre il più normale”. Destini incrociati i loro, Bologna, la “Carne con gli occhi”. Il 2013 è l’anno Sicilia, la Musica ed una collaborazione del nuovo disco "Cinque - La Luna e le Noi intanto li aspettiamo il 3 aprile a immediata tanto da “riarrangiare” spine" Bologna.
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DAMS (un corso incompreso) Un corso di laurea incompreso: l’utopia e la realtà del modello Dams di Bologna. Bologna dei cantautori, del teatro, dei dibattiti politici, della cultura senza sconti. Non sarà certo la nascita dei “fratelli Sperimentazione: questa la parola gemelli '' a Torino, Roma Tre, Padova, d’ordine di chi, negli anni ‘70, si Firenze e Palermo, a cambiare il volto del immatricolava come studente del corso di titolo di studi. Ci penserà, piuttosto, la Laurea in Discipline delle Arti, della Riforma Universitaria del 2000, Musica e dello Spettacolo presso la introduttiva della nuova classe di laurea Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Alma ministeriale in Scienze e Tecnologie delle Mater di Bologna: “il primo ed unico in Arti, della Musica, dello Spettacolo e Italia”, il nuovo, il famoso, anzi della Moda. Accolta con entusiasmo da famosissimo, Dams “ di Eco”. molti Atenei, non ha invece convinto chi Marchio di fabbrica dell’Università di oggi parla di inflazione del modello Bologna, era il vanto di chi aveva spinto bolognese. affinchè l’essere esperto di Arti, Musica, Spettacolo non fosse cosa aleatoria, ma un Pur mantenendo il primato per qualità e titolo concreto, una voce definita del numero di studenti, circa settemila, il curriculum vitae e garanzia di qualità. Dams, e non solo quello dell’Alma Mater, Andrea Pazienza, Stefano Bartezzaghi, non gode più della stessa attenzione di un Carlo Mazzacurati sono solo pochi tempo, e non è certo colpa della legittima esempi di quello che diventerà negli anni 'concorrenza' . ottanta e novanta il Dams, fenomeno d’attrazione per un gran numero di In via Zamboni è possibile raccogliere giovani. bigliettini del tipo 'cerco coinquilino/a, no animali, no fumatori, no Dams ' , e spesso Quello sì che era il luogo giusto perché le studenti di Facolta' come Medicina o penne della critica d’arte potessero essere Giurisprudenza si sentono legittimati a esercitate, perché gli intellettuali, e storcere il naso di fronte allo stravagante aspiranti tali, potessero confrontarsi tra materiale di studio dei colleghi del Dams. l’esclusività dei programmi e degli strumenti didattici e l’eccellenza del Per loro (grandi pensatori) la didattica corpo docenti. Il tutto nel cuore della pratica equivale a ' far nulla'. di Laura Pergolizzi
Questo ' snobismo' universitario non rimane realtà isolata. Le Facoltà di Lettere sono a rischio, e gli aspiranti architetti si trovano continuamente a giustificare perché non hanno scelto l'Ingegneria dai piu' sbocchi. Gli ultimi porti sicuri sembrano gli Atenei privati, quelli che garantiscono stage su stage nelle più importanti redazioni dall’altra parte del mondo, che ti fanno conoscere grandi personalità inserendoti nell’ambiente. Se paghi, ovviamente. 'In un Paese in cui i primi tagli sono sempre quelli alla cultura e gli unici teatri a vivere sembrano essere gli occupati, le piccole librerie svendono, i cinema a pagamento sono vuoti e i cineforum gratuiti pure, non c'è da meravigliarsi': così esordisce con amarezza un ex 'damsiano', oggi studente in Chimica: 'Mi ero iscritto per passione, non avevo altro sogno che quello. Dopo sei mesi e' arrivata la paura per il futuro, il terrore di far pagare alla mia famiglia anni di tasse senza sapere se un giorno sarei stato in grado di restituire loro qualche soddisfazione. Oggi faccio qualcosa che nonostante tutto inizia a piacermi. Non era il mio più grande sogno, ma mi fa dormire la notte '.
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So, what you do? You can go to school to improve your position or you can migrate to other countries. In other words, you may end up a week at home because you are "$3&>"*<$91;"@'1$/&@$.):1$)*$?,"*#"<$"*#$91;"@'1$)'$*&%$ your time of the month. Differently, you may gain a new )#1*%)%/<$3!);!$>"/$,&$=0&>$5".)1*6$%&$5)>>),0"*%6$&0$=0&>$ 5C@.,"0)"*6$%&$5D@>"*)"*67$ Sometimes, you do know what to say. You then write an article to tell your story. This is what we have done, hoping a bit that among a spiritual election and a political one, 5%!1/6$>"/$'%&($%!1)0$30&*,$'(1*#)*,$01:)13E'F7 Diego Ottaviano
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