SwiMMing in a Big dReSS
Il progetto Swimming in a big dress nasce dal desiderio di relazionarsi con un corpo in movimento, costruire volumi ed abiti che prendano vita ed esaltino le loro forme attraverso il movimento, come se fosse una scultura vivente che continua a cambiare la sua forma.
All’interno della ricerca, si introduce il mondo della danza che viene esplorato ed usato per combattere la rigidità del personaggio invitandolo ad invocare la sua autenticità attraverso la spontaneità emotiva.
La danza ci permette di esplorare il nostro corpo e di liberare alcune movenze addormentate dalla vergogna che ci impongono le ‘restrizioni sociali’, credendo così che la persona si liberi e possa dare via ad un flusso libero e spontaneo di sentimenti.
“Dance dance, otherwise we are lost”1.
La relazione tra corpo e abito è studiata anche attraverso l’uso di tessuti pesanti e leggeri, coprenti e trasparenti, che aderiscono al corpo non lasciando niente all’immaginazione, oppure si allontano esageratamente creando forme che vanno ben al di là del corpo. L’uso di tessuti pesanti e coprenti serve a realizzare forme solide e decise che mescolate a tessuti leggeri, trasparenti e cascanti che vestono il corpo ma non lo nascondono, la forma dell’abito si sfoca verso quella del corpo e viceversa.
Volumi opulenti si articolano intorno al corpo ma permettono ugualmente un grande range di movimento ed espressione.
Prende vita una collezione womenswear di capi al limite tra il costume teatrale e l’abito quotidiano.
Swimming in a big dress è un abito rosso, una seconda pelle, una performance, una casa.
L’immagine di abiti fluttuanti da cui escono braccia e gambe che spensierate disegnano nell’aria linee delicate e sinuose.
BackLigHting
danCing
Red tHingS
cReatiVity
tHe MOveMent Of pina BauScH
gRit
geOMetRy
tigHtS
tHe cOLOuRs Of MatiSSe
aMpLeneSS
BRisKness
fLying
caRefReeneSS
cRepe papeR
tuLLe
Mc 1 R
tHeatRe
OpuLence
pLaStic
aRcHitectuRe
tHe fLOating peOpLe
tHe ORiginaLity Of Rei KawaKuBO
tHe peRfoRManCes Of VaneSsa BeeCROft
Rain
“
Il corpo e' una realta' senza la quale niente e' possibile , ma oltre la quale si deve anche saper andare. Esso ci da' qualcosa di molto concreto , che si puo' toccare e sentire e che ci commuove. ”
Pina BauschRiceRca ViSiva
La ricerca visiva di Swimming in a big dress parte da una raccolta di immagini di corpi in movimento a cui vengono disegnati volumi ed abiti dinamici e fluidi che prendono vita attraverso il danzatore.
Il mondo della danza viene esplorato per studiare gli indumenti base indossati dai ballerini, nella loro evoluzione storica, per comprendere quali forme e quali materiali si adattassero meglio ad eseguire movimenti in totale libertà.
Danza, movimento, corpo e forma sono le parole chiave della ricerca. La danza e il movimento ci invitano a lasciarci andare alla spontaneità emotiva per sentirci liberi.
Il corpo è indagato come simbolo culturale ed elemento comune sulla quale si basano i progetti e le riflessioni sia nel campo della moda che della danza. Ma è anche una realtà fisica da superare, ad ogni nuovo progetto deve essere ripensata la sua funzione e la sua fisicità.
La forma viene pensata per vestire e svestire il corpo in movimento e come questo dovrà influire per esaltare la sua resa visiva.
La forma è studiata anche per relazionarsi con il corpo all’interno della performance, creare con lui e su di lui un effetto scenico, un interazione utile a pensare e a disegnare il movimento.
Isadora Duncun
Dance is the movement of the universe concentrated in an individual "
La progettazione parte dallo studio degli indumenti indossati dai ballerini nella loro evoluzione storica in base all’epoca, agli stili, al tipo di spettacolo e alla moda.
Ne sono emerse quattro tipologie che, identificate come una sorta di divisa, sono state sviluppate nelle quattro silhouette della collezione. La prima divisa è un body con calze e tutu della danza classica, la seconda invece è composta da un indumento aderente, un body, diverso dal primo, che aderisce e copre il corpo dal collo ai piedi e come una seconda pelle, rivela ogni muscolo, simile se vogliamo, anche al body usato dagli acrobati nel circo. La terza divisa si identifica nel costume per la performance, ovvero un capo studiato per fare parte della coreografia. La quarta ed ultima, è un vestito sottoveste introdotto all’inizio del ventesimo secolo ispirato dai movimenti naturali di Isadora Duncan che caratterizzarono una nuova era per la danza.
“Free-flowing costumes and loose hair permitted a great freedom of dance movement”.
Partendo da queste quattro ‘divise’ base, per lo sviluppo delle silhouette non si è potuto prescindere dalle valenze di magia e di sogno che moda e danza sono da sempre chiamate ad esprimere. La progettazione si è volta ad aggiungere enfasi, opulenza e ‘grandeur’
“Giocare” con l’enfasi significa innanzitutto concepire volumi importanti, sontuosi ed avvolgenti. Anche i volumi importanti derivano necessariamente dall’elaborazione di forme elementari”.
Infine, per lo sviluppo di forme scultoree sul corpo, si aggiungono alla ricerca esperimenti sul Tyvek, un tessuto non tessuto.
sHOOting
fOtOgRafa: aLice fORtuna
MOdeLLa: aLLegRa Sieni
StyLing: diLetta BOnOLLO
Swimming in a big dress
Progetto di tesi
Corso di laurea triennale
Design della moda
Relatore: Patrizia Fiorenza
Diletta Bonollo
IUAV Venezia
marzo 2019