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Francesco Di Giorgio
La comunicazione canora
di FRANCESCODIGIORGIO, foto G. MARSON
La comunicazione, intesa come processo circolare, richiede la presenza di una fonte che trasmette un messaggio, di un canale tramite il quale il messaggio “viaggia”, di un destinatario che riceve e, per la comprensione del messaggio, di un sistema di codifica in fase di emissione e di decodifica in fase di ricezione (stesso codice). L’emittente è rappresentato nel nostro caso dal canarino adulto formatore, il messaggio dello standard canoro, il canale dall’ambiente (senza rumori, in penombra, con temperatura appropriata), il destinatario dall’esemplare novello. Gli strumenti impiegati nella comunicazione sono di natura sillabico – musicale, oppure non appartenenti alla sfera della comunicazione fonatoria, quali le pause, la mimica, i contatti visivi. Per i passaggi che hanno carattere di ambiguità, di novità, di difficoltà, la trasmissione più efficace rimane quella faccia a faccia; infatti, questo mezzo consente di avere tutte le informazioni del contesto e soprattutto di avere feedbackimmediati sulla avvenuta ricezione dei messaggi, sulla qualità della ricezione e sulla corretta comprensione. L’efficacia della comprensione di un messaggio dipende in parte dal sistema cognitivo che decodifica gli stimoli, fino ad attribuire loro una serie di significati. Nel processo di decodifica, il dato percettivo può essere fonte di distorsione (come la successiva elaborazione cognitiva) e, per esempio, in un messaggio (frase di canto) si potranno percepire solo alcuni suoni o alcuni si
percepiranno in modo distorto. I dati che provengono dal soggetto (canarino istruttore), dai messaggi e dal contesto (e le relazioni fra questi) sono le informazioni di base che permettono al giovane cantore di costruire ipotesi di ordine psicologico e di dedurre significati, ma in questo processo sono molti e frequenti gli errori in cui cade. Spesso si trova a costruire una canzone che deriva per conferma, oppure presta attenzione solo ad alcuni dei molteplici dati di un contesto ed il rischio di “sbagliare” è maggiore tanto quanto è ridotto il numero delle informazioni analizzate. Alla corretta percezione del messaggio e del suo contenuto deve seguire un’accettazione di tipo psicologico dei contenuti e delle implicazioni supposte; necessita quindi una concordanza di schemi cognitivi e motivazioni fra i soggetti interagenti. L’accettazione psicologica del messaggio dipende in larga parte dalla rilevanza percepita per la risoluzione dei propri problemi, dalla chiarezza in contrapposizione all’ambiguità dell’informazione, dalla congruenza dei contenuti e dei possibili effetti del messaggio con le motivazioni, i desideri e obiettivi del ricevente. La comunicazione si può definire “efficace” se priva di distorsioni ed in sintonia con gli schemi. Come accade per lo sviluppo culturale del bambino, il processo attraverso cui il giovane canarino riesce ad aumentare le proprie possibilità canore si articola su queste linee: 1)Sente un reale desiderio verso una nuova possibilità solo se questa rientra nelle sue potenzialità; 2)Le incertezze, le difficoltà, i blocchi interni non gli vanno negati, e neanche esaltati, devono essere elaborati; 3)L’aspetto principale è che riceva nuove possibilità per avere maggiore possibilità di scelta fra queste; 4)Il pensiero positivo gli aumenta la possibilità di intraprendere il processo e di evitare l’annichilimento causato dal pensiero negativo; 5)L’azione gli permette un’accuratezza maggiore nell’esame di realtà e una maggiore consapevolezza delle proprie risorse. A questo punto si sarà sviluppato un rapporto positivo e funzionale fra gli interlocutori. Si deve evitare, in ogni caso e comunque, la tentazione di prendere per mano l’interlocutore allievo. È necessaria la fiducia nelle proprie risorse, il formatore è solo uno strumento per guidare il processo, non una madre. Il rischio è implicito durante tutte le fasi del processo e diventa importante che l’ornicoltore si interroghi spesso e analizzi a fondo i fatti.
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