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Pierluigi Mengacci

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Giovanni Canali

Giovanni Canali

La Ginestrella

Un’erba misconosciuta, “poca bela ma l’è bona e la fa bèn”

testo di PIERLUIGIMENGACCI, FOTOP. MENGACCI, PIANTE-SPONTANEE.IT

Premessa Siamo a fine novembre, finalmente è riapparso il sole; la nebbia che ci ha tediato per alcuni giorni, dopo che le nuvole avevano scaricato a terra barili di pioggia, è finalmente scomparsa. È il periodo in cui i primi temporali invernali fanno ricrescere nuove rosette di tarassaco, cicoria selvatica, crespigno, piantaggine che l’estate aveva nascosto, mescolate ad altre erbe selvatiche ed ai petali bianchi delle margherite che spiccano tra il grigio-verde del prato. La bella giornata solatia, un cielo azzurro senza nuvole, un’arietta di bora leggermente frizzante mi hanno invogliato a fare un giretto in cerca di nuove rosette basali di qualche erba mangereccia. Assieme a mia moglie perlustriamo il nostro giardino-frutteto che, in questo periodo, ci ha sem-

Dal libretto dei miei appunti orto-ornitofili e non solo

pre “regalato” tenere rosette per una misticanza di insalata e per soddisfare il mio desiderio di servirle anche ai canarini! Mentre raccolgo una rosetta di tarassaco, Angela mi chiama: -Gigi vieni qui… ci sono diversi “ceppi” nuovi da raccogliere, alcuni “scarpégn” (crespigni) ed altri che mi sembrano “caccialepre”-. Mi avvicino: i “scarpégn” si distinguono bene, ma, mentre raccolgo quelli che sembrano “caccialepre”, mi sorgono dei dubbi. Ne colgo uno: la piccola venatura rossiccia, non per-

Ginestrella in primo piano Rosette basali di Ginestrella nel giardino dell'autore

Condrilla juncea fusto con fiore, fonte: piante spontanee.it

cettibile da lontano, delle prime foglie basali, più evidente verso il cuore, e la tonalità del verde delle foglie più tenue, mi hanno fatto pensare ad un’altra erba diversa dal “caccialepre”. Rivolto a mia moglie: -Angela, non mi sembrano dei “caccialepre” ma un’altra erba di cui mi sfugge il nome. E lei: -Fammi vedere... Non è per caso che si tratti della “ginestrella” che raccoglieva anche tua madre?-. Il riferimento a mia madre mi ha riportato subito alla memoria il suo detto: “La ginestrela l’è poca bela, ma l’è bona e la fa bèn!”,quando le chiedevo perché raccogliesse quell’erba tutta contorta e frastagliata!

Alcuni dati botanico-storici La Ginestrella (Chondrilla juncea) è una delle molte erbe misconosciute i cui nomi dialettali sono anche lattugaccio, lattaiola, erba pizzuta, ecc. ma è chiamata più frequentemente con il nomeGinestrellaperché nella fase della fioritura somiglia ad una piccola ginestra. È una pianta che cresce spontanea in tutto il territorio italiano e la troviamo presente nei prati aridi, negli incolti, in prossimità di strade interpoderali, di fossi e fra le stoppie del grano; purtroppo la sua presenza è sempre più rara a causa delle colture intensive e dei diserbanti.Il termine Chondrillaha origine dal greco chondrus= seme, cartilagine ma anche grumo, per via del lattice emesso dalla pianta spezzata che si rapprende in grumi a contatto con l’aria; il nome della specie,juncea, si riferisce alla forma a giunco del fusto (steli senza foglie). LaGinestrella è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae, a ciclo biologico perenne o biennale. Le radici sono fittonanti. Il fusto o asse floreale è eretto, spesso privo di foglie; può raggiungere un’altezza fino a un metro ed ha la parte basale piena di ispidi peli rivolti in basso. Le foglie si dividono in basali e cauline. Quelle basali sono a forma di rosetta con la caratteristica disposizione in senso parallelo ai raggi solari (pianta bussola), a tre strati di foglie. Sono glabre, frastagliate, grossolanamente dentate e leggermente spinulose ai bordi; sono di colore verde tenue, con una venatura rossiccia che appare più marcata verso il cuore. Le foglie cauline, ovvero quelle disposte lungo il fusto, sono più piccole e presentano una lamina dalla forma lineare, con bordi spinulosi. L’infiorescenza è composta da capolini spesso raccolti in fascetti da 2 a 4, posti all’ascella delle foglie superiori del fusto. I fiori ligulati (corolla a base spianata), di colore giallo, compaiono in estate e restano aperti solo nelle ore mattutine; sono ermafroditi e vengono impollinati da diversi insetti. I frutti sono dei piccoli acheni con pappo che, trasportati dal vento, permettono la propagazione della pianta. Al termine della fioritura la pianta appassisce per riapparire l’autunno successivo dopo una copiosa pioggia. Durante l’inverno le gemme, protette dalla neve o da una lettiera, rimangono attaccate al terreno. Fin dai tempi antichi, il concetto di “cibo come medicina” (Ippocrate) che spesso ho richiamato nei miei scritti, ha portato l’uomo a cercare, raccogliere ed utilizzare i prodotti della terra non solo come alimento ma anche per scopi medicinali. Alla Chondrilla junceafa cenno Dioscoride (I secolo d. C.) nella sua “Materia Medica” elencando alcune proprietà medicinali della piantae del suo lattice, utile nei periodi mestruali delle donne, contro la vitiligine e racconta anche che la radice mescolata al vino si possa impiegare contro i morsi delle vipere. Galeno (II secolo d. C.) la descriveva soprattutto come pianta alimentare, con pochi cenni all’utilizzo come pianta medicinale, preferendo la dolceChondrillaalle più amare cicorie selvatiche. Anche il medico senese Pietro Andrea Mattioli nei suoi “Discorsi” (1578) e nelle sue illustrazioni della Chondrilla junceasostiene che i contadini toscani fossero molto ghiotti di quella delizia del palato e l’avrebbero mangiata più volentieri rispetto alle più amare cicorie selvatiche.Tutto ciò dimostra che la “Ginestrella” o “lattugaccio”, come oggi viene chiamata, sin dai tempi antichi fosse assai apprezzata in campo culinario e molto poco in quello medicinale. Nel corso degli anni, però, la medicina popolare ha preso in considerazione anche quest’erba e ne ha evidenziato alcuni benefici, attribuendole proprietà digestive, disintossicanti dell’organismo, ricostituenti e aperitive. Il suo lattice ancora oggi è considerato cauterizzante e antiverrucoso. Col trascorrere degli anni e soprattutto nel secolo scorso, le erbe selvatiche sono state rivalutate e dai “mercatini delle erbe” sono entrate in erboristeria e fitoterapia a seguito di numerosi studi scientifici sulle loro proprietà nutraceutiche. Anche la Chondrilla junceaè fra le specie vegetali spontanee che hanno avuto tale percorso ed è stata studiata dalle università di Camerino e Perugia sotto gli aspetti fitoecologici e nutrizionali, ai fini della conoscenza, recupero e valorizzazione delle risorse ambientali di Marche e Umbria.

Tabella dei valori nutrizionali

della Chondrilla juncea

per 100 grammi di prodotto edibile (*)

Acqua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87,8 gr. Proteine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1,9 gr. Lipidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0,5 gr. Carboidrati . . . . . . . . . . . . . . . . .2,0 gr. Ceneri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1,8 gr. Fibra alimentare . . . . . . . . . . . . .5,8 gr. Energia (Kcal.) . . . . . . . . . . . . . . .19,60 MINERALI Ferro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4,9 mg. Calcio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .159 mg. Fosforo . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12,7 mg. Sodio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3,8 mg. Potassio . . . . . . . . . . . . . . . . .1277 mg. Magnesio . . . . . . . . . . . . . . . . .100 mg. VITAMINE Vit. A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .356 ng. Vit. E . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2728 ng. Vit. C . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .n.c. Beta-carotene . . . . . . . . . . . .2134 ng. Polifenoli totali . . . . . . . . . . .1043 ng.

La medicina popolare ne ha evidenziato alcuni benefici, attribuendole proprietà digestive, disintossicanti dell’organismo, ricostituenti e aperitive

Proprietà e benefici derivanti dall’utilizzo della Ginestrella Gli studi eseguiti dalle suddette università hanno dimostrato e avvalorato, grazie alle attuali tecniche analitiche, le proprietà e qualità nu traceutiche che vengono attribuite dalla tradizione popolare alla Chondrilla juncea. Fra tutte, è emerso l’alto contenuto di nutrienti antiossidanti, vale a direquelle sostanze che sono capaci di contrastare le reazioni chimiche che danno origine ai radicali liberi. Nel caso specifico, trattasidel buon contenuto di betacarotene, vitamina Ee polifenoli (vedi tabella). È risaputo che molti antiossidanti vengono quotidianamente introdotti nell’organismo attraverso il cibo. Da qui nasce l’importanza di una sana ed equilibrata alimentazione che favorisca l’introduzione di tutte le sostanze antiossidanti necessarie, molte delle quali si trovano in abbondanza nella frutta e nella verdura. Oggi che lo stress ossidativo è comunemente ritenuto (e diversi studi lo hanno dimostrato) responsabile dello sviluppo di numerose patologie de generative, come quelle a carico del sistema cardiocircolatorio, del colesterolo cattivo LDL, di alcune forme tumorali, del sistema immunitario,

Alcuni antiossidanti - valori-orac fonte Mauro Cirillo Antiossidanti, fonte: greenMe.it

dell’accelerazione del processo fisiologico dell’invecchiamento fino al coinvolgimento del sistema nervoso centrale, anche la Ginestrella, in un’alimentazione equilibrata, apporta la propria quota di antiossidanti necessaria per mantenere il benessere dell’organismo. È stato calcolato da esperti nutrizionisti che per proteggere il nostro organismo dai danni dei radicali liberi sia sufficiente consumare un quantitativo di antiossidanti pari a 5000 dosi ORAC al giorno, che possono corrispondere a 5 porzioni di frutta e verdure. ORAC è l’acronimo di Oxygen Radicals Absorbance Capacity (capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno), ovvero è la misura della proprietà antiossidante di ogni singolo alimento. Il valore della Chondrilla juncea espresso in ORAC (μmol TE/100g) è pari a 427 e se lo rapportiamo ad altri alimenti vegetali tipo carota (355), sedano (512), cavolo (508), zucchina (180), pomodoro (546), vediamo che il suo valore è molto simile. Pertanto, anche la “nostra” Ginestrella,assieme ad altri alimenti, in una dieta varia e bilanciata, può fornire all’organismo un buon contributo di nutrienti antiossidanti che ci possono far raggiungere il valore di protezione sopra richiamato. Va fatto presente, però, che pur avendo la letteratura scientifica ampiamente dimostrato che gli antiossidanti rivestono un ruolo molto importante per la salute, non è ancora del tutto dimostrato se sia trasferibile tal quale sul corpo umano l’effetto dell’elevato valore ORAC, rilevato in laboratorio. Comunque, dal mio punto di vista, e non sono un nutrizionista, posso modestamente dire che la natura ci fornisce in ogni stagione molti alimenti (fra cui frutta e verdure) che in una dieta sana, varia ed equilibrata possono apportare al nostro all’organismo un insieme di antiossidanti (anche se non nella quantità delle tabelle ORAC) utili e necessari contro i vari problemi causati dallo stress ossidativo sopra menzionato. Pertanto, anche per i nostri volatili, secondo me, è opportuna e consigliabile un’alimentazione varia ed equilibrata, integrando i soliti misti di semi e pastoncini con prodotti vegetali di stagione quali verdure e frutta; logicamente con le dovute precauzioni e preferendo prodotti provenienti da colture biologiche o da luoghi lontani da fonti inquinanti. Oltre alla virtù antiossidante, come detto, vengono accreditate alla Ginestrella proprietà digestive, disintossicanti dell’organismo, ricostituenti e aperitive; proprietà che possono esserci utili anche nei nostri allevamenti ornitologici nelle varie fasi di vita dei volatili. Inoltre, il latice che quest’erba secerne si è dimostrato cauterizzante ed antiverrucoso. L’utilizzo principale della Ginestrella è senza dubbio gastronomico. Nella mia tavola entra a fine estate dopo un bell’acquazzone e vi rientra anche a fine inverno e per tutta la primavera (fin quando riesco a trovarla), sia da sola che mista ad altre erbe spontanee in misticanze di insalata o cotte, “ammorbidendo” l’amaro delle cicorie o di altre erbe. Nello stesso periodo la fornisco anche ai miei canarini, tal quale, pulita e asciutta o frullata per inumidire il pastoncino (senza dimenticare l’acqua di cottura). Mia madre era una grande estimatrice della Ginestrellaed era più che convinta che consumarla cruda, da

L’utilizzo principale della Ginestrella è senza dubbio gastronomico. Nella mia tavola entra a fine estate dopo un bell’acquazzone e vi rientra anche a fine inverno e per tutta la primavera

sola, condita con olio e limone fosse un ottimo rimedio contro l’acidità di stomaco. Era inoltre talmente certa delle sue proprietà benefiche che la utilizzava tritata assieme a tarassaco, ortica, crusca e pane raffermo per il pastone che faceva per le galline! Altro uso culinario che ho appreso sempre da mia madre: cucinare i fusti primaverili e di inizio estate della Ginestrella, di sapore dolciastro, per una gustosa frittatina (meno amara di quella con i turioni degli asparagi selvatici). La consiglio volentieri a chi ha possibilità di reperirli; sicuramente mi darà atto della sua squisitezza!

Conclusione In una alimentazione razionale ed equilibrata, dove è previsto il consumo di tutte le tipologie di alimenti nei corretti rapporti qualità-quantità, i vegetali in genere e le specie selvatiche in particolare, seguendone la stagionalità e varietà, assumono un ruolo molto importante se non basilare per il benessere della salute, grazie alle loro caratteristiche intrinseche e soprattutto all’apportodi antiossidanti. Anche questa misconosciuta Ginestrella,che la natura ci offre in determinati periodi dell’anno, mi ha ulteriormente convinto che ogni specie spontanea commestibile possa offrire un contributo rilevante per il benessere dell’organismo, e che, soprattutto, non abbiamo bisogno di ricorrere ad integratori speciali o ad esotici “superfood” per fornire al nostro corpo e a quello dei nostri volatili prodotti antiossidanti di sintesi. Chiudo ribadendo che un’alimentazione, anche per i nostri volatili, integrata con una dieta ricca di prodotti vegetali stagionali e locali, possibilmente provenienti da colture biologiche, è senza dubbio un’alimentazione che preserva l’organismo dai danni dei radicali liberi ed è anche “una scelta responsabile che mette insieme meno costi, meno inquinamenti e contribuisce alla sostenibilità ambientale”, come ho già scritto nella premessa all’articolo “Il Fico” (I.O. n.01 del 2022). E che dire dei benefici che arreca l’at-

Canarini all'assalto della Ginestrella

tività fisica per cercare e raccogliere le “nostre erbe”? Ad maiora, semper

Alcune fonti:

- (*)http://www.accademiaerbecampagnole.eu/limportanza-degli-usi-tradizionali-e-gli-aspetti-nutra-

ceutici-di-alcune-piante-selvatiche-commestibili/) -https://www.viversano.net/alimentazione/dietae-salute/la-scala-orac-il-potere-antiossidante-degli-alimenti/ -https://www.accademiaerbecampagnole.eu/laginestrella-la-regina-delle-insalate-miste/ -http://perladieta.blogspot.com/2012/10/il-potere-antiossidante-degli-alimenti.html

Rosette basali pronte per i canarini

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