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Giovanni Canali
Editoriale
Confronti impegnativi
di GIOVANNI CANALI
Avolte bisogna affrontare situazioni difficili e dibattiti impegnativi. Alcune fattispecie non sono evitabili, poiché attengono a nostri precisi interessi. Alcuni di noi non amano confrontarsi con politici o persone appartenenti a correnti di pensiero ostili all’allevamento amatoriale, per non dire all’allevamento a prescindere. In effetti, negli allevamenti intensivi non si può dire che gli animali possano stare bene. Quindi sarà anche utile sottolineare che i nostri non sono allevamenti intensivi e che le gabbiette da esposizione sono utilizzate per breve tempo. Questo aspetto dell’uso limitatissimo nel tempo delle gabbiette da esposizione sarebbe bene sottolinearlo anche con cartelli nelle mostre. Talora l’amore per gli animali sembra essere eccessivo, arrivando quasi ad una umanizzazione. La grande maggioranza di noi, per non dire tutti, ama la natura e gli animali, tuttavia apprezza l’allevamento degli uccellini. Del resto, apparteniamo ad associazioni di allevatori amatoriali di uccelli e non vi è alcuna contraddizione in questo, come cercherò di spiegare e come ho già cercato di fare più volte. In qualche caso ci sono state critiche pesanti ed anche contestazioni alle nostre mostre, che certo non ci fanno piacere. In questi casi è bene tentare, quando è possibile, anche se difficile, un colloquio. Prima di gettare la spugna ed arrivare ad un muro contro muro (che peraltro non dobbiamo temere) è bene, secondo me, tentare sempre un confronto civile anche quando appare difficilissimo, ma non impossibile. Occorrono certo diplomazia, pazienza e soprattutto competenza, poiché bisogna cimentarsi anche ad alto livello. Gli argomenti non ci mancano, l’importante è conoscerli e saperli presentare con efficacia. Un primo argomento è quello che non abbiamo soggetti di cattura, ma solo nati in ambiente controllato. Certo, in passato le catture ci sono state e non potremo negarlo, ma ora alleviamo i discendenti da molte generazioni, i canarini addirittura da oltre cinque secoli. Dovremo anche prevenire o confutare la possibile contestazione di catture abusive. Intanto non dire che siano impossibili ma sottolineare che sarebbero ben poco utili e comunque rarissime, auspicando anche le più severe sanzioni per eventuali episodi del genere. Mai difendere chi, anche socio, avesse commesso abusi del genere. L’inopportunità di tali catture è spiegabile con il fatto che i ceppi domestici si riproducono facilmente, mentre è ben difficile far riprodurre soggetti di cattura. Non solo, ma i ceppi domestici sono selezionati e migliori per i nostri fini, anche espositivi. Si potrà anche fare cenno alle diverse mutazioni. Soggetti selvatici potrebbero essere accettati solo se vittime di incidenti o di caccia, per cui non più adatti alla vita in libertà. Inoltre, è bene rilevare che i soggetti di cattura hanno comportamenti diversi in gabbia. Posso ricordare un episodio di alcuni anni or sono. Ero direttore mostra e stavo dando una mano per una riffa quando venni avvertito che era venuta la Guardia forestale (allora non erano ancora Carabinieri forestali); mollai tutto e corsi ad accoglierli. Eravamo del tutto in regola, ma essendo come carattere molto apprensivo mi stavo preoccupando a prescindere. Li vidi davanti ad un pannello ove erano esposti dei ciuffolotti; ebbene, un Tenente colonnello spiegava ai suoi dipendenti che l’anello era regolare, ma che la natura di domestici di quei soggetti era evidente anche per le movenze tranquille che avevano nelle gabbiette da esposizione e, se non ricordo male, anche per altri motivi, come alcuni mutati. Mi tranquillizzai, quel signore era evidentemente molto ben preparato. Mentalmente lo classificai fra i “capenti”; io divido l’umanità in due categorie: i “capenti”, cioè quelli che capiscono, ed i “non capenti”, cioè quelli che non capiscono. Avere a che fare con i “capenti” è agevole, specialmente se si hanno buoni argomenti, mentre con i “non capenti” è sempre un problema, a volte insormontabile; talora dicono perfino
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“perché no” oppure “perché sì”. Naturalmente in quel caso non ebbi alcun problema, anzi potei apprezzare la preparazione di quell’ufficiale. Auguriamoci, quindi, di avere a che fare sempre con persone capaci e senza pregiudizi. In ogni caso, penso che sia molto utile avere contatti con tutti gli enti pubblici preposti a controlli nel nostro campo. Il loro dovere devono farlo sempre e saper avere una interlocuzione costruttiva ci può aiutare, specialmente in caso di leggi o regolamenti poco chiari. Un argomento importante per giustificare l’allevamento amatoriale è la possibilità di salvare specie arischio di estinzione in natura. Già la presenza di domestici rende inutile il bracconaggio. Inoltre, esiste la possibilità di reintroduzioni quando si dispone di ceppi geneticamente puri e non troppo modificati dalla selezione. Gli esempi di utilità dell’allevamento a tale scopo sono diversi; io cito sempre uno dei più emblematici, cioè l’oca nene delle isole Hawaii, salvata dall’estinzione grazie ad animali allevati in Inghilterra, ma ve ne sono molti altri. Un contributo dell’allevamento c’è stato con diverse altre specie, anche rapaci, in particolare con il condor della California con l’allevamento e le relative reintroduzioni. Con l’ara di Spix siamo arrivati in ritardo per lo stato libero, ma tuttavia è presente allo stato domestico. Un argomento ulteriore è che gli animali da compagnia svolgono una importante funzione (i cosiddetti pet) nota anche come pet therapy. Se è accettata per cani e gatti, non vi è valido motivo per rifiutarla agli uccelli, anche se meno diffusa. Un altro argomento, sul quale però non sempre è opportuno insistere, poiché da non tutti accettato, è che le razze allevate possono avere una valenza artistica. Nel canarino il canto è paragonabile alla musica, la forma e posizione alla scultura ed il colore alla pittura. Se l’interlocutore contestasse questo aspetto sarebbe bene passare ad altri argomenti. Un argomento di forte valore è che l’allevamento consente studi scientifici non possibili in natura; del resto, già i nidi artificiali consentono osservazioni non possibili con nidi naturali, specialmente se in cavità di alberi. Se ci venissero chiesti esempi, potremmo parlare di studi sull’alimentazione o di genetica (potremmo citare anche studi nostri: geni modificatori e particolarità, come nella mutazione intenso ed altro), nonché di imprinting citando l’oca Martina di Konrad Lorenz; senza oche in domesticità sarebbe stato più problematico. Si potrebbe cominciare la dissertazione, qualora ve ne fosse il tempo, partendo dall’inizio. La domesticazione, assieme all’agricoltura, ha inciso moltissimo sulla civiltà umana, anzi direi che senza agricoltura e domesticazione si farebbe fatica ad avere una civiltà progredita, non essendo possibile l’urbanesimo. Una critica che può esserci mossa potrebbe riguardare razze a selezione molto spinta e con caratteristiche poco funzionali. Pensiamo al Gibber italicus, spesso additato come “sgorbio”, ad Agi ed altro. Qui non potremo essere troppo enfatici nella difesa, ma se non altro potremo far notare che non ci sono danni rilevanti poiché non abbiamo, ad esempio, canne nasali corte che rendono difficile la respirazione come in certe razze canine e feline. Inoltre, non ci sono difficoltà di deposizione, mentre in certe razze canine bisogna ricorrere al parto cesareo per bacino troppo stretto rispetto alla testa. Sul Gibber potremo, nel caso, citare l’aspetto stilizzato da alcuni apprezzato e per l’Agi e il parigino l’aspetto quasi floreale. A livello politico, come ho sottolineato in altre sedi, è importantissimo sapersi muovere. Le leggi e i regolamenti devono essere rispettati, anche se errati, per evitare sanzioni: “duralexsed lex”. Per questo è estremamente utile cercare considerazione presso politici, di qualunque partito, sensibili alle nostre esigenze. Essendo le nostre associazioni, come la FOI, apolitiche e apartitiche, possiamo muoverci a tutto campo. Ricordo sorridendo che molti anni or sono (c’era ancora la prima repubblica) al fine di avere un posto adatto per la nostra mostra, a Parma vennero contattati tutti i partiti presenti in comune... del resto, c’erano soci di tutti gli orientamenti. Quando parlo di politica, ovviamente, intendo a tutto campo, non solo nazionale ma anche locale. Direi addirittura specialmente locale, visto che diverse competenze appartengono alle province (solo teoricamente abolite) ed alle regioni. Ci sono leggi regionali diverse e spetta ai raggruppamenti ed alle associazioni essere bene informati, non soltanto alla FOI. Essere informati e cercare di interloquire, ovviamente. Parlando con i politici si può, anzi direi che si deve, parlare anche dell’indotto costituito dalle imprese che lavorano nel nostro settore, aspetto di non trascurabile rilievo economico ed occupazionale. Tuttavia, parlando con altri interlocutori, questo aspetto va accennato con cautela, poiché ci potremmo sentir rispondere che “non si accettano ricatti occupazionali”; in questo caso è bene non insistere, sottolineando altri argomenti, come quelli trattati sopra, e sarà probabilmente meglio evitare o anche accennare solo di sfuggita all’aspetto artistico.