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Sergio Palma

Il Border canary

di SERGIOPALMA, foto S. GIANNETTI

Questa Razza di canarino, un tempo molto più popolare rispetto ad altre esistenti ai giorni d’oggi, non è particolarmente antica. Infatti, nella grande opera di R.L. Wallace “The Canary Book” nella quale nel 1893 si descrivevano alcuni standard dei canarini già allevati in quell’epoca, non era menzionata. Anche se nell’introduzione di quell’edizione, la terza, l’autore dichiarava di aver rivisto e aggiornato il suo lavoro con l’inclusione di “particolari di una varietà ancora poco nota e chiamata Border Fancy”. Però, già allo scoppio della prima guerra mondiale, l’allevamento del “Border” si era ben consolidato tra i cultori dell’ornitologia inglese. I primi libri su questa Razza furono pubblicati proprio nel primo decennio del ventesimo secolo, compreso un trattato completo sulla razza ed altre più antiche. L’origine del Border risiede nel canarino comune (attuale canarino di colore), il quale era ampiamente allevato su entrambi i lati del confine angloscozzese, da cui trae il nome, appunto: il “Border”. Fu in quella zona che i Canarini vennero gradualmente migliorati nella tipologia, poi standardizzati come forma e posizione; lì nacque il primo Club: correva l’anno 1890 quando fu adottato l’attuale nome della razza. L’epiteto “fancy” appare anche nei nomi di molte altre razze britanniche: la connotazione è quella di un tipo di canarino da esposizione ed appositamente allevato rispetto alla varietà comune dalla quale proviene. Potremmo definire la parola “fancy” usata in questo contesto come “creato per particolari punti di bellezza, basati su specifiche fantasiose e/o arbitrarie”. Il Border in quei tempi era un uccellino piccolo, ordinato e attivo che, in apparenza, non era diverso dal Fife Fancy di oggi; così rimase per quasi mezzo secolo, affettuosamente conosciuto nell’immaginario degli allevatori come la “piccola gemma”. Negli anni dell’immediato dopoguerra della seconda guerra mondiale, i Border cominciarono ad aumentare di dimensioni, chiaramente con l’aiuto di “sangue” esterno (probabilmente Norwich) e quel canarino, più grande, iniziò presto a trovare il favore degli allevatori e, successivamente, dei Giudici. Sebbene una certa reazione a questo aumento di taglia si sia successivamente verificata, i Border moderni sono di una taglia maggiore dei loro antenati (molti di loro troppo grandi, direbbero alcuni critici; infatti, ben oltre i 16 cm... non voglio entrare in questa spirale e disquisire su Size, Taglia, Lunghezza etc.) e differiscono anche in alcuni dettagli rispetto alla concezione originale della razza, sebbene la maggior parte degli ideali primari siano ancora di grande importanza. È stato spesso detto, ma non si dice più, che il

Border lipocromico pezzato, foto: S. Giannetti

Border è un uccello ideale per i principianti... io rettificherei in “facoltosi principianti”. Nel caso in cui dovesse esserci un’implicazione del fatto che siano “facili” da allevare, va precisato che esemplari di prima qualità sono altrettanto difficili da ottenere, come in qualsiasi altra razza di canarino. Ciò che si intende è che i Border non sono più disponibili presso negozi di animali, rivenditori o piccoli allevatori; questi animali, una volta resistenti e vigorosi, da qualche decennio, probabilmente per una spinta selettiva messa pisce anche canarini di varie razze in cui, oltre a implicare il tratto gastroenterico superiore, può interessare i tessuti neurali con manifestazioni di barcollamento, rotolamento e difficoltà a salire sui posatoi; da qui anche una incapacità a riprodursi, perché come detto il virus, oltre ad attaccare la parte superiore del tratto gastroenterico, si annida nei tessuti neurali. Fin dagli inizi, il Border ha vissuto un altalenante up-and-downdella sua popolarità e ora non ha più tanti allevatori a lui devoti come una volta; questo cagenerali, un buon Border dovrebbe immediatamente creare un’impressione di completa simmetria con proporzioni perfette in tutte le sue parti. Anticamente per il Border era permessa anche la colorazione ma poi, a seguito di un referendum tra gli allevatori, questa pratica fu bandita nel 1901. In effetti, alle esposizioni di qualsiasi livello la competizione può essere piuttosto severa, con classi che includono molte categorie affollate, fino a 40 o 50 uccelli negli eventi principali; quindi, chiaramente l’allevatore non dovrebbe lasciare nulla al caso per assicurarsi che i suoi canarini siano sulla cavalla esprimendo tutto la loro bellezza, in modo che compaiano davanti al giudice al culmine della loro forma. Occorre una scrupolosa attenzione ai dettagli nelle questioni attinenti alla gabbia ed al suo allestimento, secondo quanto stabilito dallo standard del Border. Tutto l’addestramento preliminare dei canarini novelli è lo stesso di quello consigliato per le altre razze. Nelle fasi successive, tuttavia, devono essere allenati non solo a stare dritti sulle zampe e a mantenere una posizione tipica della razza anche quando non è richiesto da stimoli esterni, ma anche a muoversi con un’azione libera e spensierata da un posatoio all’altro. Un ottimo Border dovrebbe saltare da una bacchetta all’altra abbastanza facilmente e con un perfetto equilibrio, che non prevede l’uso delle ali né l’instabilità alla fine. Il Border dovrebbe essere addestrato a rimanere sui posatoi e non a tuffarsi continuamente sul fondo della gabbia, né attaccarsi ai fili della stessa, azione che potrebbe portare il giudice ad escluderlo immediatamente dalla competizione. Il tipo di gabbia in cui sono esposti i Border è noto come “dewar show cage”. È fondamentalmente una gabbia metallica aperta interamente dipinta di nero, di forma rettangolare, con misure di circa 31 cm lunghezza per 11,50 cm di larghezza ed ha una parte superiore arcuata che è alta 23 cm ai lati e raggiunge i 29 cm all’apice. A sinistra c’è una porta scorrevole e sul lato opposto, sul pavimento, c’è una mangiatoia parzialmente coperta ma con una fessura per consentire l’accesso al cibo

Border lipocromico, foto: S. Giannetti

in atto da alcuni allevatori specialmente d’Oltremanica, hanno visto svilupparsi come problema primario una riduzione della capacità riproduttiva ed una spiccata sensibilità a malattie parassitarie, batteriche e virali. Alcuni ceppi hanno manifestato sintomi riconducibili ad infezioni virali da Bornavirus con manifestazioni cliniche sia nei pulli che negli adulti; in questi ultimi il virus si manifesta con sintomi neurologici dai quali deriva una incapacità a riprodursi. Secondo le riviste “Journal of Virology” e “National Library of Medicine”, il virus è diffuso nei pappagalli ma colnarino oggi rimane relegato nelle mani di pochi facoltosi allevatori. In alcune delle nostre razze di canarino, certe caratteristiche sono state sviluppate ad un livello molto alto; in effetti, agli occhi di alcuni presenta limiti irragionevoli, ma “la bellezza è negli occhi di chi guarda”. Vale a dire che il Border Fancy non ha particolarità accattivanti come può essere un ciuffo, o le arricciature o una posizione strana ma è un uccello semplice, pulito, dritto sulle zampe, uniformemente equilibrato in cui nessuna caratteristica particolare predomina se non l’eleganza. In termini

da parte dell’uccello. I posatoi della gabbia da esposizione hanno un diametro di circa 12 mm, con dei tagli a spirale sulle superfici. Hanno un bordo smussato che deve essere posizionato con la parte smussata rivolta verso il basso. I posatoi devono essere posti nella gabbia equidistanti da entrambe le estremità e con sei sbarre libere tra loro. Si usano i beverini esterni aperti a bicchiere che possono essere in plastica, anche se i più conservatori li usano ancora in vetro retti da un anello di filo posto all’altezza del posatoio di sinistra. Sulla base della gabbia, per non far sporcare le zampe e/o la coda, conviene porre del tutolo o faggiolino. È nell’interesse dell’espositore assicurarsi che tutti i dettagli siano rigorosamente rispettati, altrimenti per certo il suo beniamino partirà svantaggiato rispetto ad altri che alloggiano una gabbia pulita e ben allestita.

Border melaninico pezzato, foto: S. Giannetti

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