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Ivano Mortaruolo

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Sergio Palma

Sergio Palma

La necrofilia negli uccelli

Considerazioni generali e rappresentazione di alcuni casi segnalati nella letteratura scientifica

di IVANOMORTARUOLO, foto AUTORIVARI

Prima parte

La parola necrofilia venne proposta, intorno alla metà del secolo XIX, dallo psichiatra belga Joseph Guislain (1797-1860) nelle sue Leçons sur les phrénopathies. Tale nome ha radici greche: nekros= morto e filia = amore. La connessione fra i due termini appare evidente, ma per la definizione del fenomeno preferisco affidarmi alle parole di Erich Fromm (1900-1980), che nella sua opera “Anatomia della distruttività umana” dedica ampio spazio a questa perversione: “Il termine necrofilia, amore per i morti, è stato applicato generalmente soltanto a due tipi di fenomeni: (1) la necrofilia sessuale, il desiderio maschile di avere un rapporto sessuale o qualsiasi altro tipo di contatto sessuale con il cadavere femminile, e (2) la necrofilia non sessuale, il desiderio di toccare cadaveri, di starvi vicino, di guardarli e, particolarmente, di smembrarli”. Questa realtà, che induce gli uomini a essere “dominati dalla più sfrenata delle pulsioni” (Sigmund Freud, 1856-1939), era nota sin dall’antichità. Una testimonianza ce la propone lo storico e reporter ante litteramErodoto (ca. 485 a.C.- ca. 425 a.C.). Sembra infatti che il processo d’imbalsamazione di giovani e belle donne avvenisse dopo diversi giorni dal decesso, al fine di scoraggiare, dato l’incipiente stato di decomposizione, eventuali tentazioni da parte degli addetti a tale compito (1). Va tuttavia evidenziato che questo comportamento, seppur nei suoi aspetti esteriori, non è circoscritto al solo Homo sapiens, bensì interessa vari esponenti di eterogenee classi animali: Mammiferi, Rettili, Anfibi, Insetti e, naturalmente, Uccelli. Prima di proporre un succinto elenco degli animali ascritti alle prime quattro categorie tassonomiche e, successivamente, una rappresentazione con sufficienti dettagli su alcune specie ornitiche interessate dal fenomeno, desidero fare qualche considerazione sul neologismo inglese davian (davian behaviour), che costituisce un sinonimo del termine necrofilia (anche detta tanatofilia). A coniare questo nuovo nome è stato lo zoologo Robert Dickerman (1926-2015), dopo

Germani reali. “Copula forzata”. Fonte iconografica: Maurizio Bonora

Questo comportamento, seppur nei suoi aspetti esteriori, non è circoscritto al solo Homo sapiens, bensì interessa vari esponenti di eterogenee classi animali

Germani reali. Questa seconda foto evidenzia una situazione ancor più pericolosa per la femmina. Infatti, non sono rari i casi in cui la vittima riporti gravi danni o, addirittura, soccomba per annegamento. Fonte iconografica: Maurizio Bonora

Tortore lamentose americane. Il maschio è colto in fase precopulatoria nella quale dà varie beccate al conspecifico morto. Fonte iconografica: Ralph e Yancey, 2008 Tortora lamentosa americana. La foto costituisce, insieme a quella precedente, la prima documentazione di necrofilia in questa specie. Fonte iconografica: Ralph e Yancey, 2008

aver scorto un cadavere di Scoiattolo di terra a tredici strisce (Ictidomys tridecemlineatus) sul quale un conspecifico si sdraiò ed eseguì un apparente accoppiamento. Peculiare appare la fonte che ha ispirato lo studioso, poiché si tratta di una breve filastrocca nella quale un vecchio minatore di nome Davi teneva nella sua grotta il cadavere di una prostituta, risparmiando, così, i soldi delle prestazioni. Ma al di là dei singolari aspetti etimologici, Dickerman ha avuto il merito di forgiare un termine alternativo, che va ben oltre la sua valenza lessicografica e crea una sorta di sbarramento fra la necrofilia nell’uomo e quella negli animali, evidenziando così la diversità anche eziologica dei due fenomeni. Non a caso nella letteratura scientifica di lingua inglese con la parola davian (davian behaviour) s’intende la necrofilia negli animali. Presento ora, come dianzi accennato, un sommario elenco delle specie che sono state coinvolte dal fenomeno in esame, tratto sia da varie pubblicazioni sia da filmati visibili sul Web. Mammiferi: Gatto domestico Felis silvestris catus, Cane domestico Canis lupus familiaris, Topo comuneMus domesticus, Conigliodomestico Oryctolagus cuniculus domesticus, Scoiattolo di terra a tredici strisce (Ictidomys tridecemlineatus), Scoiattolo di terra di Richardson Spermophilus richardsoni, Lontra marina meridionale Enhydra lutris nereis, Tasso comune Meles meles, Cangurogrigio occidentale Macropus fuliginusus, Leone marino della Nuova Zelanda (o di Hooker) Phocarctos hookeri, Tursiope Tursiops truncatus, Megattera Megaptera novaeangliae. Rettili e Anfibi: Tegu gigante argentino Salvator merianae, Lucertola leopardo Ameiva ameiva, Lucertola senza orecchieHolbrookia maculata, Lucertola spinosa Sceloporus zosteromus,Cobra d’acqua Helicops carinicaudus, Serpentegiarrettiera Thamnophis sirtalis parietalis, Serpente a sonagli della prateria Crotalus viridis, Rana comuneRana temporaria, Rana dalle zampe rosse della California Rana draytonii, Rana zampe gialle Rana boylii, Rana amazzonicaRhinella proboscidea, Rospo comune asiatico Duttaphrynus melanostictus. Insetti: una cicala del sud-est asiatico dal nome scientifico Criptotympana atrata (2). Ciò posto, passo a proporre una rassegna di casi osservati nel mondo degli uccelli.

Germani reali Mentre era noto da tempo (1988) un caso di necrofilia eterosessuale nei Germani reali Anas platyrhynchos, la prima e finora unica segnalazione di un episodio che ha per protagonisti due maschi è avvenuta nel 2001. L’autore di questa originale osservazione è Cornelis Moeliker, managing directordel Natuurhistorisch Musuem di Rotterdam, e l’accaduto si è svolto il 5 giugno del 1995 all’esterno del Museo stesso. Questi i fatti. Moeliker, sentendo un gran botto proveniente dalla vetrata del piano inferiore dell’edificio, accorse per accertare l’entità dei danni. Fu così che vide un Germano reale maschio a terra, deceduto a seguito della violenta collisione e in posizione prona. Accanto al palmipede vi era un altro maschio conspecifico (in pieno piumaggio riproduttivo, mentre l’altro palesava una muta post-riproduttiva), il quale poco dopo iniziò una vigorosa attività copulatoria protrattasi per ben settantacinque minuti, interrotta solo da due brevissime pause (la prima durata tre minuti e la seconda di un sol minuto). La “crudele scena” (così è scritto nell’articolo) cessò con l’avvi-

cinarsi dell’autore, ma il pennuto non fuggì, bensì si allontanò di qualche metro. Argutamente Moeliker ritiene che l’episodio non sia frutto di una mera casualità, in quanto l’arco temporale in cui è avvenuta la morte e l’accoppiamento è brevissimo. Molto verosimilmente il Germano deceduto era vittima di un inseguimento a scopo di “stupro” (3) e, nel tentativo di sottrarsi all’aggressione, non è stato in grado di evitare la collisione con la vetrata del Museo. Del resto tali comportamenti, definiti pursuit behaviour o anche attempted rape flight, non sono rari in questa specie. Si sono verificati anche episodi abnormi in cui una dozzina di esemplari maschi hanno inseguito in volo una sola femmina. Va evidenziato che tali manifestazioni aggressive interessano pure i soggetti accoppiati, fenomeno questo che gli etologi di lingua inglese definiscono forced extra-pair copulation (FEPC) e che noi potremmo tradurre come “rapporti coercitivi esterni alla coppia”. In altre parole, si tratta di un’ulteriore strategia riproduttiva che consente ai maschi di ottenere maggiori fitness, peraltro adottata da cinquantacinque specie di uccelli acquatici. A favorire la diffusione di tale comportamento ha senz’altro contribuito la presenza, ovviamente nel maschio, del pene o organo intromettente, che permette accoppiamenti sia in acqua sia senza la collaborazione della femmina (McKinney e Evarts, 1997) e, nel contempo, consente di depositare lo sperma più vicino al sito di raccolta, ottenendo così maggiori possibilità di fecondazione. Non vanno però sottovalutate le strategie difensive attuate dalle femmine, che sono in grado di circoscrivere le nascite dei “figli indesiderati” al solo 2-5%, risultato questo considerevole, se si pensa che il 40% degli accoppiamenti è imposto. Nella specie in esame vi è anche un evidente rapporto fra morfologia del pene e attività sessuale coercitiva, poiché a una rilevante lunghezza dell’organo fanno riscontro numerose espressioni di tale violenza (Brennan et alii, 2007). Per quanto attiene all’omosessualità, si ritiene che nei Germani reali sia valutabile fra il 2 e il 19% (Bagemihl in Moeliker, 2001). Del resto questo fenomeno è comune a gran parte degli Anseriformi, anche se, come più volte ha argomentato Konrad Lorenz, in alcune specie il legame è spesso esente da rapporti sessuali.

Piccioni selvatici Un singolare episodio, occorso il 27 giugno 1983 sulla strada statale A65 nel centro di Settle (Yorkshire settentrionale), viene segnalato da Evelyn Slavid e Julia Taylor (1987). Un Piccione selvatico Columba livia fu investito da un’autoe giaceva sull’asfalto privo della testa con le ali leggermente spiegate, il busto inclinato in avanti e con lo sterno che poggiava sul suolo. Appena il traffico si diradò, un secondo Piccione si posò accanto al cadavere esibendo il displaydi corteggiamento, al quale seguirono vigorosi movimenti copulatori, nonostante si fosse formata una fila di macchine. A una successiva ispezione emerse che il volatile morto aveva un anellino metallico sulla zampa. Molto verosimilmente, ipotizzano gli autori, si trattava di un Piccione da competizione che, esausto, era atterrato sulla strada per essere poi travolto da un’auto. Sull’inconsueto comportamento necrofilo non viene fornita alcuna valutazione, ma in calce alla nota è riportata un’osservazione di Derek Goodwin effettuata su Cordon blu Uraeginthus angolensis.Secondo questo ornitologo, i maschi durante la fase riproduttiva possono attivare patterns copulatori ogni qualvolta percepiscano sia un’incapacità di resistere da parte di una femmina in estro (quindi disponibile all’accoppiamento), sia in presenza di soggetti malati. Quest’ultimo aspetto l’ho riscontrato anche fra gli “umili e miti” Passeri del Giappone immettendo in una gabbia, che da tempo ospita vari soggetti, un esemplare giovane e intimorito oppure un adulto agonizzante. Dopo un iniziale disorientamento, cui fa seguito un allarme diffuso, si viene a creare una situazione parossistica che spinge i maschi ad abusare della vittima. Talvolta lo sventurato intruso soccombe, ma il “furore erotico” sembra non cessare immediatamente per qualche esemplare.

Sterne dalle redini. L’immagine si riferisce al momento successivo all’accoppiamento. Fonte iconografica: Fulton, 2016

Tortore lamentose americane In un ranch nei pressi della città di Raymond (Sierra Nevada, California centrale) fu trovato un cadavere di Tortora lamentosa americana Zenaida

macroura(non viene indicato il sesso, ma si può presumere che fosse una femmina). Il corpo giaceva sotto a una mangiatoia contenente semi di cartamo e intorno vi erano alcune Tortore e uccelli di altre specie. Il rinvenimento avvenne l’otto luglio del 2017 intorno alle ore 9, mentre solo alle 15,10 un maschio conspecifico si avvicinava al cadavere beccando ripetutamente intorno all’area toracica, dopodiché saltava sul corpo ed effettuava movimenti copulatori sostanzialmente sulla zona interessata dalle beccate. Gli autori della segnalazione, Bill Ralf e Franklin Yancey (2017), evidenziano che tali colpi di becco sono paragonabili a quelli che costituiscono gli schemi fissi di corteggiamento attuati dai maschi quando le femmine diventano consenzienti (e pertanto non fuggono alle avances ricevute). Un altro elemento di un certo rilievo potrebbe essere costituito dalla temperatura del corpo, forse simile a quella di un’esemplare in vita, poiché esposto al sole (alle ore 17 i valori ambientali erano pari a 42,5°). Nella nota di segnalazione non viene aggiunto altro.

Sterne dalle redini Nell’Isola dei Pinguini (Penguin Island), a sud-ovest dell’Australia, il biologo Graham R. Fulton (2016) ha osservato e documentato fotograficamente un caso di necrofilia nella Sterna dalle redini Onychoprion anaethetusverificatosiil giorno 31 dicembre 2010. L’autore riferisce di essere stato particolarmente colpito dalla non comune durata dell’unione, poiché si è protratta per meno di trenta secondi, peraltro interrotta improvvisamente dall’avvicinarsi dell’uomo. Fulton ha infatti rilevato che, in precedenti osservazioni su questi uccelli, d’ordinario le copule hanno una durata più circoscritta, realizzandosi nell’arco di tre-dieci secondi. Molto verosimilmente l’insolito protrarsi del rapporto potrebbe essere stato favorito dalla mancanza di resistenza da parte del “soggetto passivo”, così ipotizza l’autore. Vengono altresì proposte stringate informazioni sulla densità delle Sterne dalle redini nell’isola (cito un dato: il 4 dicembre 2010 vi erano 102 esemplari e nel 31 dello stesso mese e anno il numero era salito a 3892), sulla simultaneità della nidificazione nella colonia e una breve rassegna di casi di necrofilia segnalati nella stampa specialistica.

Pinguini di adelia Nell’immaginario collettivo questi uccelli sono depositari di caratteristiche positive come la fedeltà coniugale, le buone maniere, la capacità di accettare e risolvere gli eventi avversi, ecc. I pinguini, rispetto agli altri uccelli, godono inoltre di un particolare favore da parte dei bambini. Questa realtà è emersa anche da un’indagine svolta su un campionario di 12.000 giovani inglesi di età compresa fra i quattro e i quattordici anni (Desmond Morris, 1981). Tutto ciò non fa che confermare la simpatia e l’attrazione che suscitano questi strani uccelli. Indubbiamente la loro andatura un po’ goffa, le zampe corte e il corpo di forma ovale sono caratteristiche che costituiscono dei potenti “segnali infantili”, i quali, come è noto, evocano sensazioni di tenerezza o di protezione. Non trascurabile è poi la posizione verticale del loro corpo, particolarità questa tipica dell’uomo e riscontrabile solo in pochi animali, la quale può favorire spinte antropomorfiche (vale a dire, in estrema sintesi, la tendenza ad attribuire agli animali capacità psichiche simili a quelle umane). Sottolineo questi aspetti di spiccato segno positivo per evidenziare, di converso, le “imbarazzanti” scoperte del medico inglese George Murray Levick (1876-1956), che trascorse in Antartide vari periodi, tra il 1910 e il 1913, al seguito della spedizione scientifica “Terra Nova” comandata da Robert Falcon Scott. Levick ebbe modo di osservare quattro colonie di Pinguini di Adelia Pygoscelis adeliae, in prevalenza presso Capo Adare, e, contrariamente alle sue aspettative, fu testimone di eventi che confliggevano con la sua rigorosa morale di retaggio “vittoriano”. Vide così maschi che facevano sesso fra loro (colgo l’occasione per segnalare che, a quel tempo, in Inghilterra l’omosessualità era considerata reato), altri praticavano l’onanismo, gruppi di giovani maschi che violentavano femmine e piccoli (non a caso lo studioso li definiva hooligans) ed ebbe modo di osservare anche un accoppiamento con una femmina morta l’anno precedente. Questi peculiari aspetti della sessualità turbarono fortemente Levick, spingendolo a raccogliere le sue osservazioni in appunti intitolati Sexual life of Adelaide penguin eparzialmente scritti in greco antico, con l’evidente scopo di celarne i contenuti ai più. Terminata la missione antartica, fece ritorno a Londra dove l’anno successivo (1914) pubblicò la monografia di orientamento divulgativo dal titolo Antartic penguin, a study of their social habits. Nel 1915 diede alle stampe il libro

Gruppo di Pinguini di Adelia. Fonte iconografica: Scott Ableman/Flickr/Lifegate

Natural history of Adélin penguin, che costituiva il testo ufficiale della suddetta spedizione antartica. Ed è proprio per questa sua caratteristica che si ritenne di escludere dal volume i prefati appunti sui costumi sessuali, al fine di non ingenerare imbarazzo e sdegno fra i lettori (peraltro, dato il taglio tecnico e scientifico degli argomenti, i destinatari del volume erano per lo più personaggi del mondo accademico). Tuttavia, si decise di utilizzare tali appunti per una ristretta cerchia di studiosi e se ne stamparono cento copie, delle quali però la quasi totalità andò perduta nel tempo. Fortunatamente nel 2012 Douglas Russell, curatore della Sezione di Oologia del Museo di Storia Naturale di Londra, ha rinvenuto fra le carte dell’istituto una copia del Sexual life of Adelaide penguin, proponendone successivamente un resoconto dei contenuti sulla rivista Polar Record (Russell et alii, 2012). Levick ha avuto l’indubbio merito di essere stato il primo studioso della biologia dei Pinguini di Adelia, evidenziandone particolari aspetti della vita sessuale e diventando così una sorta di “apripista” per un gruppo di zoologici che, dalle sue osservazioni, hanno preso l’abbrivio per interessanti, ulteriori indagini. Così, per citare un esempio, David Ainley (uno dei coautori della pubblicazione appena citata) ha effettuato esperimenti di un certo interesse che propongo in rapidissima sintesi. L’autore ha posto su vari nidi un modello in posizione prona, tipica delle femmine in estro, ed è così emerso che i maschi riproduttori (non ancora accoppiatisi) e non riproduttori anziani coprivano l’oggetto per poi scacciarlo dal nido stesso. La potenza di tali pulsioni copulatorie era tale che anche la sola testa di uno zimbello, ancorché provvista degli adesivi che fungevano da occhi e poggiata su una roccia che poteva ricordare vagamente la forma corporea di un Pinguino, ha indotto un maschio all’unione. Prima di lasciarsi andare a facili antropomorfismi, che potrebbero influenzare negativamente la valutazione dei suddetti avvenimenti, va considerato sia che il rapporto fra i sessi (sex ratio) è a sfavore dei maschi (pertanto buona parte non può godere dei “benefici coniugali”) sia che il ciclo riproduttivo è circoscritto a poche settimane, spesso in affollatissime aree (si è sostenuto anche che, a causa di tale ristretto arco temporale, i giovani maschi non avrebbero occasione di maturare un’esperienza atta a rispondere adeguatamente ai vari stimoli di natura sessuale). Sta di fatto che, a mio giudizio, le suddette due condizioni generano forti tensioni e creano i presupposti per stati di frustrazione, che possono sfociare in azioni apparentemente abnormi e forse inquietanti (ulteriori dettagli a seguire, nella parte dedicata alle considerazioni generali).

Una delle pagine degli appunti presi da Levick sui costumi sessuali dei Pinguini di Adelia. L’autore fu talmente turbato dalle osservazioni fatte, che fu spinto a descrivere in greco antico gli aspetti più “imbarazzanti”, in modo da non essere letto dai più. Fonte iconografica: Russel et alii, 2012

Copertina del secondo libro di Levick sulla biologia dei Pinguini di Adelia che, peraltro, costituiva una sorta di testo ufficiale della spedizione antartica alla quale aveva partecipato l’autore. Fonte iconografica: https://www.antipodean.com/pages/books/16897/gmurray-levick/natural-history-of-the-adelie-penguin

Note

(1)Evidenzio che questa narrazione di Erodoto non è stata supinamente accolta da tutti. Benedetta Colella, infatti, ritiene che probabilmente si tratti di una diceria dei

Greci poiché, a causa della gran mole di lavoro cui erano sottoposti gli imbalsamatori, i cadaveri delle donne venivano trattati successivamente. (2)La segnalazione di questa peculiare necrofilia è stata effettuata da Ji-Shen Wane e

Victor Benno Meyer-Rochow (First report of necrophilia in the form of necrocoitus among insects, involving two male Cryptotympara atrata...2020). In seno al loro scritto è anche evidenziato che il secondo autore ha osservato un maschio di Guppy Lebistes reticulatus (un piccolo pesce molto noto agli acquariofili) intento a corteggiare una femmina morta e tentando di penetrarla con il suo organo copulatore (gonopodio). (3)Alcuni autori preferiscono omettere la parola “stupro” e sostituirla con “copula forzata” quando si tratta del fenomeno che attiene agli animali.

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