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Francesco Di Giorgio
Canaricoltura malinoista, tappe selettive
di FRANCESCODIGIORGIO, foto G. MARSON
All’inizio della selezione del canarino da canto Malinois–Waterslager gli allevatori fiamminghi ebbero da subito un’idea fissa: far imitare dai loro volatili il canto dell’Usignolo (o Rossignolo nell’italiano arcaico). Questo, Re dei Silvani, era d’altronde – e lo è tuttora – il miglior cantore per via del suo ricco repertorio incomparabile nelle forti note metalliche e ugualmente fascinoso in quelle d’acqua in movimento. Ho sentito sin da ragazzino le sue melodie quando mi recavo con un amico, appassionatissimo di nostrani, in una località a noi vicina attraversata dal fiume, quindi ricca di vegetazione e tranquillità dove potevamo ascoltare, raccolti in religioso silenzio, il canto dell’ugola d’oro. Tutt’oggi mi domando come possa un essere così piccolo e fragile come l’usignolo o lo stesso cantore di Malines emettere con tanta facilità un canto così vasto e trapunto di differenti note e melodie. Proseguendo, dopo questa piccola
Sovra ogni altro augellin Vago e gentile, spiega leggiadro canto la sirena dei boschi, il rosignuolo, in mille fogge il suo cantar distingue, e trasforma una lingua in mille lingue.
mia divagazione emotiva, pare che i primi allevatori cercavano di procurarsi Usignoli di cattura per imporli come maestri cantori ai loro canarini. Ma il volatile in questione inizia il suo canto in primavera mentre il canarino lo fa dal mese di settembre in poi, quindi bisognava far coincidere i tempi del loro canto procurando al silvano una muta forzata affinché riprendesse le sue melodie a fine estate. Seguendo questo stratagemma i due canti avrebbero dovuto combaciare grazie alla scuola impartita dall’Usignolo. Qui, però, vennero fuori degli inghippi! Quando ai nostri cantori diamo un maestro d’altro ceppo e indirizzo (figuriamoci se è d’altra specie!), perdiamo il canto esistente ed otteniamo novelli dequalificati (per impossibilità loro di rinnegare il substrato genetico). Infatti il “Re dei boschi”, che possiede un timbro più forte e metallico, come avrebbe potuto istruire il Malinois, che ha nella struttura siringea altre attitudini? Da questo si evince che con l’imitazione quelle creature abbiano potuto apprendere ben poco e che abbiano appreso più di quanto sono stati addestrati facendo sentir loro dal vivo le melodie di movimenti d’acqua in ambienti particolari e adatti ad una buona ricezione. I suoni metallici, poi, li avranno tramandati quei canarini di minatori belgi che per compagnia e per sicurezza della propria vita (fughe di grisù) li tenevano nelle gallerie delle miniere. Qui i rumori più frequenti erano quelli dei picconi che si schiantavano con forza sulla roccia e quelli dei carrelli che trasportavano i minerali ai lavatori. Così gli Staaltonen, i Tjonks, i Tjoks e in parte il suono della Rollende sono stati incorporati dal vivo. Quindi gli allevatori più che usare l’Usignolo come maestro, hanno osservato le sue caratteristiche e poi con la selezione e la cura dei particolari canori hanno sempre più avvicinato il canto dell’alato fiammingo a quello del più celebre e conosciuto volatile che “trasforma una lingua in mille lingue”. In tempi moderni, poi, senz’altro hanno fatto il resto i sonigrammi creati in laboratorio, dove hanno impostato le canzoni con in primo piano le melodie più importanti. Oggi, nel sentire un Waterslager ben addestrato, ci si domanda: è veramente secondo all’Usignolo? Per questo i veri appassionati impostano nel migliore dei modi la selezione per ottenere sempre di più e ripartire con nuova lena se dovessero incappare in qualche delusione.