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Ivano Mortaruolo

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Antonio Sposito

Antonio Sposito

Sul Diamante pappagallo Erythrura psittacea (Gmelin, 1789)

Note di tassonomia e nomenclatura

testo di IVANOMORTARUOLO, foto V. FERRARA, WIKIPEDIA, BIODIVERSITYHERITAGELIBRARY

Femmina di Diamante pappagallo Erythrura psittacea. È una specie monotipica ed endemica della Nuova Caledonia, foto e allevamento: Vittorio Ferrara

Le vicende che in qualche modo s’inseriscono nella storia tassonomica del Diamante pappagalloErythrura psittacea(una specie monotipica ed endemica dell’isola della Nuova Caledonia) partono da lontano e, conseguentemente, richiedono una narrazione più ricca di particolari. Pertanto, prego il lettore di seguirmi con benevola attenzione; in cambio cercherò di proporre gli argomenti con estrema sintesi. Nel Settecento, ma anche nei periodi precedenti, regnava un grande “caos tassonomico” e la causa va ricercata in una certa resistenza a seguire gli orientamenti comuni, forse rafforzata dalle spinte narcisistiche che ogni singolo naturalista coltivava. Scaturiva così un’anarchia nella nomenclatura che spesso spingeva ad attribuire numerosi nomi alla stessa specie, rendendone l’identificazione piuttosto ardua. Questa situazione di disagio e precarietà venne superata grazie alla perseveranza, agli studi e alle pubblicazioni dello svedese Carlo Linneo (1707-1778). Costui era un medico,

Nel Settecento, ma anche nei periodi precedenti, regnava un grande “caos tassonomico”

John Latham (1740-1837), fonte: Wikipedia

botanico, zoologo e accademico che cercò di dare un ordine a tanti orientamenti arbitrari, fissando delle regole semplici, facilmente attuabili. Sostanzialmente, propose l’applicazione di una nomenclatura binomia (1) (genere e specie) in lingua latina (2) e di uno schema diagnostico essenziale e ben ponderato, in grado di fornire con poche parole indicazioni sufficienti per individuare la specie descritta. Linneo applicò tale modalità classificatoria nella sua celeberrima opera Systema Naturae, che per la prima volta venne pubblicata nel 1736 e alla quale seguirono altre dodici edizioni. Giova rilevare che, per il Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica, la decima edizione, data alle stampe nel 1758, costituisce l’opera da cui prende l’abbrivio l’attuale nomenclatura scientifica per gli animali. Le proposte di Linneo ben presto riscossero un rilevante consenso; non a caso successivamente fu definito “il grande nomenclatore” o “il padre della tassonomia” ma agli inizi non sempre vi furono accettazioni supine da parte di qualche naturalista. E qui entra in scena l’inglese John Latham (1740-1837). Figlio di un medico, esercitò anch’egli la medesima professione fino all’età di cinquantasei anni, dopo di che si dedicò esclusivamente all’ornitologia. Ebbe così la possibilità di visitare vari musei e collezioni private, dove erano confluiti specimina zoologici provenienti dall’Australia e da diverse aree dell’Oceano Pacifico meridionale esplorate dalle spedizioni di James Cook (1728-1779). Molti degli uccelli osservati non erano ancora stati descritti ed essendo Latham pure un pittore ne realizzò la raffigurazione, creando complessivamente un corpus iconografico di tutto rispetto comprendente 106 esemplari. Tutto questo bagaglio di osservazioni, di informazioni raccolte, di studi e di illustrazioni confluì in un’apprezzabile opera dal titolo A General Synopsis of Birds,composta da tre volumi per un totale di 2230 pagine e pubblicata dal 1781 al 1801. A pag. 287 del volume II (parte I) Latham descrisse il Diamante pappagallo proponendo solo il nome volgare di Parrot Finch e corredando lo scritto con una tavola policroma (la n. 98). L’autore commise, dunque, l’ingenuità imperdonabile di non attribuire un nome in lingua latina a tutte le nuove specie, forse sottovalutando l’autorevolezza che la comunità scientifica aveva accordato alle idee linneane. Ben presto il nostro si rese conto che gli errori commessi potevano spingerlo nell’alveo della riprovazione e

Ornitografia riproducente il D. pappagallo, tratta dall’opera A General Synopsis of Birds(1781 -1805) di John Latham, fonte: Biodiversity Heritage Library

Le proposte di Linneo ben presto riscossero un rilevante consenso; non a caso successivamente fu definito “il grande nomenclatore”

Descrizione del Diamante pappagallo tratta dall’opera A General Synopsis of Birds di John Latham, fonte: Biodiversity Heritage Library

dell’emarginazione culturale; tentò quindi una faticosa opera di “risanamento tassonomico” consistente nella pubblicazione dell’Index ornithologicus (1790 -1809), con il quale adottò il sistema binomiale per tutti i volatili. Purtroppo tale azione emendativa non venne coronata dal successo, perché troppo in ritardo. A questo punto è necessario prendere in esame l’ulteriore personaggio che caratterizza la nostra storia: mi riferisco al medico, biologo, chimico ed entomologo Johann Friedrich Gmelin (1748-1804). Gmelin era un predestinato al successo scientifico, in quanto discendeva da una tradizione famigliare di ricercatori, accademici e farmacisti di Tubinga (una città della Germania sud-occidentale). I suoi interessi lo portarono a mettersi in contatto con Linneo, condividendone gli insegnamenti. Da buon “apostolo” (così il Maestro apostrofava affettuosamente i suoi discepoli, circa una ventina) effettuò un viaggio in Iran per scopi naturalistici e si fece carico di arricchire l’opera Systema Naturae con la descrizione di oltre 350 nuove specie, gran parte delle quali attinte dai volumi A General Synopsis of Birds di John Latham. La pubblicazione avvenne nel 1789 e costituì la tredicesima e ultima edizione dell’opera linneana. Pertanto, in base al cosiddetto principio di priorità(3), le descrizioni effettuate da Gmelin vennero ritenute valide perché antecedenti a quelle dell’autore inglese. Fu così che il Diamante pappagallo acquisì il nome scientifico di Fringilla psittacea. Per giungere all’attuale nomenclatura si dovette attendere il 1850, quando Carlo Luciano Bonaparte (1803-1857), nipote del noto generale francese, ascrisse il volatile in esame al genere

Erythrura (Erythrura psittacea) nella Johann Friedrich Gmelin (1748-1804), fonte: Wikipedia

Descrizione del Diamante pappagallo tratta dall’opera linneana Systema Naturae (tomo I, parte II) del 1789, aggiornata da Johann Friedrich Gmelin. Dal punto di vista tassonomico è considerata la prima descrizione valida, fonte: Biodiversity Heritage Library

pubblicazione Conspectus Generum Avium (pag. 457). Quindi, se si desidera proporre il nome scientifico per intero, si dovrà scrivere Erythrura psittacea (Gmelin, 1789) una sola volta e, preferibilmente, inserito nel titolo o nella parte iniziale dello scritto. Naturalmente, prima e dopo la data (1850) che determinò l’attribuzione del nome definitivo vi furono varie proposte, alcune delle quali evidenziavano incertezza o scarsità di conoscenze ornitologiche ovvero offrivano succinte informazioni (alcune interessanti). Cito alcuni esempi. Louis Jean Pierre Vieillot (1748-1831), a pag. 56 dell’Histoire naturelle des plus beaux oiseaux chanteur de la zone torride (pubblicato a Parigi nel 1805 per i tipi di J.E. Dufour), attribuisce al Diamante pappagallo il nome diAcalanthe e ne propone una policroma ornitografia (la tavola n. 31). Fornisce pure la notizia che, sino ad allora, l’uccello era sconosciuto e che si ignoravano le caratteristiche fenotipiche della femmina. Questa informazione si rivela utile per tracciare l’arco temporale entro il quale il volatile fu importato in Francia, poiché altre fonti indicano che a Parigi, nel 1873, era già segnalata la sua presenza e che nel 1886 se ne ottenne la riproduzione. Continuando con l’elenco dei sinonimi attribuiti al Diamante pappagallo, si giunge allo sventurato naturalista scozzese John MacGillivray (18211867). Purtroppo condusse un’esistenza disordinata che lo portò ad abbandonare la moglie malata e i figli e ad essere sopraffatto dall’alcolismo e dall’indigenza. Nel suo scritto Description of a New species of Grass Finch from New Caledonia,pubblicato negliThe Annales and Magazine of Natural History (volume II- serie III, pagg. 263-264, 1858), propone il nome di Poëphila paddoniin segno di riconoscenza verso il capitano James Paddon, responsabile delle stazioni della Nuova Caledonia e di alcune isole vicine. Estrelda psittacea è invece la denominazione presentata dall’inglese George Robert Gray (1808-1872) con la sua List of New Caledonian Birds, pubblicata nel 1859 nelProceeding of the Zoological Society of London (parte XXVII, pag. 164, 1859). Per ultimo, segnalo il tedesco Johann Reinhold Forster (1729-1798), un naturalista e docente universitario che nel 1772 prese parte alla seconda spedizione di James Cook. Al suo ritorno scrisse l’opera Descriptiones animalium, nella quale traccia una sorta di resoconto cronologico delle osservazioni effettuate durante il viaggio negli anni 1772, 1773 e 1774. Alle pagg. 273 e 274, che nel diario corrispondono al giorno 12 settembre 1774, propone il nome diFringilla pulchella (dal latino: bella, carina). Nella descrizione del volatile, l’autore non nasconde le proprie perplessità sull’originalità della segnalazione: ipotizza, infatti, che potrebbe trattarsi anche di un Diamante quadricolore, allora conosciuto col nome scientifico diLoxia prasina.La pubblicazione del libro avvennesuccessivamente alla morte di Forster: nel 1844 se ne fece carico Henrico Lichtenstein.

Se si desidera proporre il nome scientifico per intero, si dovrà scrivere Erythrura psittacea (Gmelin, 1789)

Ricerca effettuata per conto del Parrot Finches European Club

NOTE

(1)In realtà Linneo non fu il primo ad aver adottato la nomenclatura binomia, ma sicuramente ebbe il merito di averla standardizzata e semplificata. (2)In base agli articoli 11.2 e 11.3 del Codice

Internazionale di Nomenclatura Zoologica (l’ultima edizione è stata pubblicata il primo gennaio 2000), i nomi scientifici devono essere scritti utilizzando le 26 lettere dell’alfabeto latino, escludendo recisamente vari segni come, per esempio, accenti, trattini d’unione, punteggiatura eccetera. Le parole da utilizzare devono essere latine, greche o di altre lingue, purché “latinizzate” appropriatamente. (3)Il principio di priorità è uno dei cardini della nomenclatura zoologica e botanica in base al quale, se a un taxon sono stati attribuiti vari nomi, si sceglierà quello proposto per primo.

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