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Il fattore scurente nel Diamante di Gould
di GIANCARLOLOTIERZO, foto G. LOTIERZO, ELADIORUBIOMARTIN, SEVERINOSABATO, ANTONIOMONDA, SALVATORECASTALDO, MARIOPROCIDA
Esaminando tutte le sorprese che in questi ultimi anni ci ha riservato il Diamante di Gould, volevo condividere l’attenzione su un fenotipo particolare, sconosciuto da molti, da altri spesso non accettato, che è il fattore scurente, noto con il termine “Dark Factor”degli anglosassoni. È una vera e propria mutazione osservata per la prima volta nel 1916, ben definita e standardizzata sugli psittacidi, poi apparsa anche nel Diamante di Gould. La comparsa del fattore scurente nel Diamante di Gould, come mostrato nella foto (foto n.1) ben ritratta da Eladio Rubio Martin nel gennaio 2006, ci fa considerare che, già in quel momento, questa manifestazione fenotipica era presente ma non è stata subito riconosciuta e fissata, probabilmente per la natura genetica della mutazione e perché apparsa originariamente soprattutto su soggetti ancestrali testa nera, dove la mutazione ha avuto un esito meno vistoso per la sottile differenza nel colore del collarino e codione (blu cobalto invece che blu turchese) nonché per la sottile diversità nel colore del dorso (verde scuro invece che verde brillante) (foto n. 2). Negli ultimi tempi, viceversa, il fattore scurente associato con la mutazione lu-
FOTO 1 - Gould lutino T.N. Dark Factor particolare delle teste e delle timoniere, foto: Eladio Rubio Martin
FOTO 2 - Confronto Gould TN
A lato: Gould TN Maschio Dark Factor, foto e all. Antonio Monda . Collarino e codione (blu cobalto invece che blu turchese) petto (viola scuro invece che viola intenso), dorso (verde scuro invece che verde brillante)
Sotto: Gould TN ancestrale Maschio, foto e all.: Salvatore Castaldo
Foto n. 3 - Confronto, da sinistra: Lutino testa nera, foto e all. G. Lotierzo- Lutino testa nera S.F. dark factor, foto e all. G. Lotierzo - Lutino testa nera D.F. dark factor, foto e all. Juan Farrat Acanda. Quando ci troviamo in presenza di soggetti in cui l’eumelanina viene ridotta come nei lutini avremo maschere “brune” invece che beige nei S.F. dark factor e “marroni” invece che beige nei D.F. Dark Factor
Foto n. 4 - Differenza tra un codione “dark factor violet” di un Gould blu pastello sopra e un codione “dark factor” di un gould Lutino”sotto tino, molto allevata in questi ultimi anni, ci ha permesso di assistere a delle combinazioni suggestive imponenti, senza nulla togliere all’influenza che il fattore scurente ha avuto sul fenotipo quando combinato con i Diamanti di Gould della serie pastello e blu. Non si tratta di una semplice mutazione di colore ma è una mutazione della struttura della penna, non agisce direttamente sui pigmenti melanici (Eumelanina e Feomelanina), non dipende dalle dimensioni delle particelle che costituiscono i granuli di pigmento, ma agisce sulla struttura stessa delle piume che appaiono più dure per un restringimento delle barbule (piumaggio filiforme) che, a parità di pigmento presente su di esse, essendo più concentrato, accentua l’espressione finale del colore, conferendo al fenotipo un aspetto più scuro (saturo), con un’inclinazione inconsueta delle barbule molto diversa da quella che essi assumono in modo naturale. Questa condizione del piumaggio modifica così l’angolo di rifrazione della luce che, combinata con il “tyndall effect” (interferenza luminosa con la luce incidente), influenza l’espressione dei colori a base eumelanica verde e blu, e sostanzialmente porta a un inscurimento degli stessi. Pertanto non è una mutazione quantitativa, non vi è nessuna sottrazione o aumento di melanine, ma è un fattore ottico dovuto unicamente alla struttura del piumaggio. Il fattore scurente come mutazione strutturale determina fra l’altro un accorciamento del piumaggio e la comparsa di una brinatura che viene parzialmente compensata dall’effetto visivo ed anche, in parte, da quello fisico. La mutazione è autosomica, quindi non legata al sesso e parzialmente dominante; si può manifestare in forma eterozigote, singolo fattore “Dd”e chiaramente in forma omozigote doppio fattore “DD”nel senso che, anche se presente allo stato eterozigote “singolo fattore”, è visibile. Quindi, non esistono portatori a trasmissione mendeliana classica, e non si manifestano i consueti rapporti di dominanza e latenza espressi nell’accoppiamento reciproco. Lo schema di trasmissione di questo fattore scurente non è lo stesso delle altre mutazioni autosomiche rinvenute a tutt’oggi nel Diamante di Gould, come la blu e la petto bianco, sia perché i soggetti eterozigoti sono già fenotipicamente mutati, sia perché la trasmissione non avviene seguendo le leggi mendeliane classiche, ma è soggetta, per la sua realizzazione, a più geni modificatori dalla cui influenza reciproca scaturisce l’effetto finale con una certa variabilità abbastanza ampia (multifattorialità). Dall’unione dei singoli fattori, che evidenziano una colorazione intermedia rispetto ai soggetti puri, si produce una figliolanza eterogenea tra feno-
FOTO 5 - Diamante di Gould pastello, Darck Factor Violet S.F. notare il colore violaceo del collarino e codione, foto G. Lotierzo, all.: Francesco Frisco
tipo ancestrale, singolo fattore “Dd” e doppio fattore “DD” con un rapporto mendeliano classico di 1:2:1, mentre l’accoppiamento di due soggetti doppio fattore “DD”genera nel Diamante di Gould un certo grado di mortalità embrionale, nel senso che l’allele “D”, se in condizioni di omozigosi“DD”, esercita il suo effetto oltre che sulla struttura delle piuma (inclinazione diversa delle barbule), anche sulla sopravvivenza stessa del soggetto. Pertanto possiamo dire che il gene in cui è codificato questo effetto mutante è un gene pleiotropico, fenomeno genetico per il quale un unico gene determina effetti fenotipici multipli anche non correlati fra di loro. Nel Diamante di Gould, l’unione di doppi portatori dello stesso gene letale, evidentemente, rendono manifesto questo fenomeno che probabilmente con il tempo e un’accurata selezione tenderà a diminuire. D’altronde, la presenza di un certo numero di geni letali recessivi nel proprio patrimonio genetico è stimata in ogni specie animale. Un tempo, anche la categoria intenso del canarino, che comporta un accorciamento del piumaggio ed una saturazione di questo fino all’apice delle barbule, era ritenuto un fattore letale. La conferma di questo sgradito effetto pleiotropico si ha accoppiando tra di loro soggetti con doppio fattore scurente. In questo caso, le aspettative non ci daranno i risultati auspicati per presenza nei nidi di uova che, pur fecondate, non danno nessuna vitalità e per mortalità embrionale. Accoppiando, invece, singolo fattore “Dd”per ancestrale o singolo fattore “Dd”per singolo fattore “Dd”, i risultati sono più evidenti.
Aspettative di accoppiamento Prima di esaminare i risultati di accoppiamento nel Diamante di Gould affetto da questo fattore mutante, dobbiamo ricordarci che ogni cellula di un individuo possiede una doppia serie di cromosomi morfologicamente uguali (autosomi), e due di essi differenti (cromosomi sessuali). Dobbiamo ricordarci inoltre che i gameti, durante la gametogenesi, hanno due divisioni cellulari nella meiosi e portano solo una serie di cromosomi: uno di essi può essere Z o W, e determinano il sesso di un individuo. Stabilito ciò, il quadrato di Punnett ci aiuta a comprendere le aspettive:
Simbologia
Accoppiamento femmina singolo fattore “Dd” x maschio ancestrale se il gamete della femmina che porta il cromosoma sessuale W ha contemporaneamente nei propri autosomi il gene mutato D, avremo femmine singolo fattore (Dd) e maschi ancestrali.
GAMETI (Femmina S.F. Dd cis W D Z +++ +
(Maschio ancestrale)
Z +++ + Z +++ + (femmina S.F. Dd) Z +++ + (maschio ancestrale) W D Z +++ +
Z +++ + Z +++ + (femmina S.F. Dd) Z +++ + (maschio ancestrale) W D Z +++ +
se invece il gamete che porta il cromosoma sessuale Z ha contemporaneamente nei propri autosomi il gene mutato D, avremo femmine ancestrali e maschi singolo fattore (Dd)
GAMETI (Femmina S.F. Dd) trans W + Z +++ D
(Maschio ancestrale)
Z +++ + Z +++ + (femmina ancestrale) Z +++ + (maschio S.F. Dd) W + Z +++ D
Z +++ + Z +++ + (femmina ancestrale) Z +++ + (maschio S.F. Dd) W + Z +++ D
Accoppiamento femmina singolo fattore “Dd” x maschio singolo fattore “Dd” Accoppiando invece maschi singolo fattore per femmine singolo fattore, se il gamete femminile che porta il cromosoma sessuale Z ha contemporaneamente nei propri autosomi il gene mutato D, avremo femmine ancestrali, femmine singolo fattore (Dd), maschi singolo fattore (Dd), maschi doppio fattore (DD).
GAMETI (Femmina S.F. Dd) trans W + Z +++ D
(Maschio S.F. Dd) trans
Z +++ + Z +++ + (femmina ancestrale) Z +++ + (maschio S.F. Dd) W + Z +++ D
Z +++ D Z +++ D (Femmina S.F. Dd) Z +++ D (maschio d.F. DD) W + Z +++ D
Se invece il gamete femminile che porta il cromosoma sessuale W ha contemporaneamente nei suoi autosomi il gene mutato D, avremo femmine singolo fattore (Dd), femmine doppio fattore (DD) – maschi ancestrali e maschi singolo fattore (Dd).
GAMETI Femmina S.F. Dd) cis W D Z +++ +
(Maschio S.F. Dd) trans
Z +++ + Z +++ + (Femmina S.F. Dd) Z +++ + (Maschio ancestrale) W D Z +++ +
Z +++ D Z +++ D (Femmina d.F. DD) Z +++ + (maschio sf. Dd) W D Z +++ D Fenotipo della mutazione Ecco come appaiono, quindi, fenotipicamente i soggetti mutati: “Dd” singolo fattoreil verde chiaro diventa verde scuro – il blu diventa cobalto; dove insiste solo eumelanina (come nella maschera dei testa nera), il colore sarà nero e, in questo distretto, la mutazione risulta impercettibile, ma se l’eumelanina viene ridotta da un concomitante fattore mutante, come nella mutazione lutino, avremo maschere brune invece che beige. “DD” doppio fattoreil verde chiaro diventa verde oliva, il blu diventa grigio blu scuro (chiamato malva negli psittaccidi); dove insiste solo eumelanina come filetto e gola nelle teste lipocromiche e l’intera maschera nei testa nera, il colore sarà nero e soltanto se questi distretti vengono notevolmente ridotti da un concomitante fattore mutante, come nella mutazione lutino, tenderà al marrone. Pertanto, il colore castano delle maschere dei lutini “Dark factor DD” (foto n. 3)è ottenuto dall’incontro casuale del colore strutturale
Foto n. 6 - Pastello blu testa nera Violet, foto: S. Severino, all.: B. La Maida
della cheratina della piuma, in seguito alla contrazione e all’inclinazione insolita delle barbule (piumaggio filiforme), e dall’assenza di eumelanina dovuta alla mutazione lutino, unitamente all’aria racchiusa nelle piume stesse. •Verde con un Fattore Scurente (S.f.) = Verde Scuro •Verde con due Fattori Scurenti (D.f.) = Verde Oliva •Blu con un Fattore Scurente (S.f.) =
Cobalto •Blu con due Fattori Scurenti (D.f.) =
Grigio scuro (Malva) Nel fattore scurente è inserito anche il fattoreVIOLA, conosciuto con il termine Violetdegli anglosassoni. Si ha per un’ulteriore variazione dell’angolo di uscita della luce che viene deviata verso il colore viola dello spettro a carico di una parte delle strutture delle penne. Anch’esso è semidominante, ma ha un comportamento genetico diverso. È codominante di tipo addizionale od additivo, si manifesta sempre in associazione al fattore di inscurimento “D”, è più appariscente ma anche più difficoltoso a realizzare in riferimento alla sua selezione in tipicità. Può essere singolo fattore o doppio fattore, rende al piumaggio una colorazione violacea, in particolar modo al codione che diviene viola, più intenso se a doppio fattore, più chiaro se a singolo fattore (foto n. 4).Nell’ingrandimento al microscopio di una barba, si possono notare granuli che disperdono la luce verso il blu ed altri verso il viola. È particolarmente bello nella serie blu e pastello (foto n. 5)(foto n. 6)e male si abbina con le tonalità ancestrali, dove apparirà con dei riflessi violacei più o meno marcati.
Valutazione differenziale Il Dark factornon deve essere confuso con ipermelanismi del piumaggiodovuti a disfunzioni acquisite non genetiche (foto n. 7), e nemmeno con la mutazioneventre scuroche determina la saturazione eumelanica delle parti del corpo normalmente poco interessate dal pigmento nero (non presente ancora nel Diamante di Gould), dovuta a geni implicati nell’informazione quantitativa della biosintesi melanica.
Foto n. 7 - Ipermelanismo non genetico, risultanza di disfunzioni acquisite per problemi più o meno gravi nella fisiologia del soggetto, foto: M. Procida, all.: Agostino Jemma FOTO 8 - Differenza tra diamante di Gould blu a sinistra e diamante di Gould blu Dark Factor S.F. a destra, di colore blu cobalto, foto e all.: S.Severino
FOTO 9 - Diamante di Gould Ino Blu Dark Factor, foto e e all.: S. Severino
Conclusioni Con queste mie righe ho cercato di richiamare l’attenzione su questo fattore mutante che non può e non deve essere più trascurato o semplicemente ignorato. In quanto anche se non apporta alcun beneficio ai bellissimi soggetti che la natura ci ha donato, gli ancestrali, peggiorandone le qualità espositive dei soggetti stessi, in alcune mutazioni che fanno ormai parte del patrimonio ornitofilo mondiale, quali la pastello del Gould, la lutino, tutta la serie blu (foto n. 8)(foto n.9), favorisce spesso le loro performancein gara, facendo apparire i soggetti molto ossidati e quindi più consoni alla nostra favorevole valutazione a discapito di bellissimi pastello, lutini e blu non combinati con questo fattore. Lascio a tutti voi che mi avete letto le considerazioni del caso e suggerisco una categoria da assegnare al fattore scurente almeno nelle specialistiche, o quanto meno di indirizzare il fattore scurente nella categoria “combinazione di mutazioni”, quando combinato con la mutazione lutino, pastello e blu.