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Pionites melanocephalus

La prima descrizione

testo FRANCESCODALBA, foto P. ROCHER, disegni IT.WIKIPEDIA.ORGe WWW.BIODIVERSITYLIBRARY.ORG

Prima parte

Èla prima tra le specie di Pionites ad essere descritta. Pionites sta a significare “simile al Pionus” (il suffisso greco -ίτηςsta ad indicare un grado di affinità od appartenenza, in tassonomia viene utilizzato appunto per significare che un taxon presenta una somiglianza con un altro precedentemente descritto). Proprio a questo suffisso si deve la comparsa del sostantivo Pionites in due celebri opere, antecedenti finanche alla scoperta delle Indie occidentali. La Naturalis Historia di Plinio il Vecchio ha un che di inquietantemente profetico. Infatti nel V libro,

Il Pionites pappagallo deve il suo nome alla apparente pinguedine del Pionus

dedicato alla geografia dell’Africa, Medio Oriente, Cappadocia, Armenia e Cilicia, al XXXII capitolo, descrivente la costa dell’Asia Minore, si trovano menzionati uno dipresso all’altro il fiume Caico (ex Mysia veniens Caiucus amnis– 121) e la popolazione dei Pioniti (Pionitae -123, i quali non sono che gli abitanti della città di Pioniai Πιονίαι–ibid. 126). Il De mineralibus et rebus metallicis(e non purtroppo il De animalibus) di Alberto Magno, scritto nel XIII Secolo, menziona una pietra detta Pionites (Lib. II, trattato II, minerali che ini-

Pionites melanocephalus, foto: P. Rocher

ziano per la lettera P). In questo caso Pionites è una corruzione (1) di Paeanites; essa avrebbe avuto la particolare caratteristica di partorire, in determinati periodi dell’anno, una pietra uguale a sé stessa, cosicché porta il nome di Παιάν (poi attributo di Apollo) il medico degli dei, invocato durante i parti. Il Pionites pappagallo deve invece il suo nome alla apparente pinguedine del Pionus, poiché in greco πίων significa grasso o paffuto (in latino pinguis). Sicuramente il Pionus non ha l’apparenza slanciata di un Coracopsis vasa, però quando Wagler gli attribuisce questo nome, alla p. 497 della sua Monographia Psittacorum, accomuna specie eterogenee, poiché scrive: abitano in Asia in opere precedenti alla sua scoperta, consente di menzionare anche una tela nella quale vi è forse un richiamo alla colorazione di Pionites melanocephala. Nel dipinto ad olio del 1567 di Pieter Brügel il Vecchio, intitolato Luilekkerland, ossia il paese della cuccagna, ricorrono le allegorie classiche di questa ambientazione, quali la presenza di cibo che si offre spontaneamente alle persone, il passaggio attraverso le nuvole per raggiungere il luogo e così via. Ma il dipinto è anche, più sottilmente, un’immagine del nuovo mondo: quella che viene solitamente identificata come una “pianta fatta di focacce”, sulla destra è invero un’Opuntia con i caratteristici cladodi. Ebbene, anche l’uomo

“Il paese della cuccagna”, opera di Brügel il Vecchio, fonte: it.wikipedia.org

Africa ed America, vivono in grandi stormi, per quel che attiene le rimanenti attitudini di vita, esse sono ignote. Ricomprende infatti nel genere i Pionusveri e propri, gli attuali Pionites, le Gypopsitta ed alcuni Poicephalus. In nota spiega l’etimologia dicendo che Pion sta per “obeso” e che gli indigeni del Brasile chiamano questi uccelli Maitaca; li descrive come aventi un corpo tozzo e grasso. La sua caratteristica di “nascondersi” che poco sopra fuoriesce da una nuvola con un cucchiaio in mano (nell’angolo in alto a destra) presenta una dislocazione cromatica simile a quella di un P. melanocephalus. Le denominazioni tassonomiche dei Pionitesin generale si contraddistinguono per l’assenza di fantasia, limitandosi a richiamare una specie affine, il Pionus appunto, per quanto riguarda il genere ed a rappresentare alcune caratteristiche cromatiche per quel che attiene alla specie. Così melanocephalus sta per testa nera, leucogastersta per ventre bianco. Nemmeno le sottospecie sfuggono a tale logica: per il pallidus non fa d’uopo traduzione, mentre xanthomerius significa cosce giallee xanthurusvuole dire coda gialla. Il primo Pionites melanocephalus in senso proprio, del quale si ha notizia certa, fa la sua comparsa in un pub (allora detto Public House) nel quartiere di Westminster a Londra, nei pressi dello Strand. Lo racconta chi lo vide, ossia George Edwards, bibliotecario del Royal College of Physicians nella monumentale Storia Naturale degli Uccelli Rari e di alcuni altri Animali rari e non descritti, Quadrupedi, Pesci, Insetti eccetera, pubblicato dall’autore tra il 1743 ed il 1751. All’epoca lo Strandera l’area di Londra dove maggiormente si concentrava la maggior parte dei negozi di animali, di menageriese di esibizioni di animali. Christopher Plumb, nella sua tesi dottorale Animali Esotici nella Gran Bretagna del Diciottesimo Secolo, dimostra che la geografia degli animali esotici a Londra ha due fulcri ben precisi: Strande Piccadilly. Camminando al mattino presto per lo Strandsi poteva spesso osservare il passaggio di canguri ed elefanti, si diceva che fosse pericoloso transitarvi a cavallo, poiché si udivano regolarmente i ruggiti dei grandi felini. Già nel 1252 era solito bagnarsi nelle acque del Tamigi quello che allora era un animale particolarmente esotico: un orso bianco donato dal re di Norvegia ad Enrico III; l’orso veniva accompagnato al fiume e mantenuto

Particolare del quadro di cui sopra

con una catena d’oro (si veda D. Hahn, The Tower Menagerie). Le denominazioni tendono al bianco, ma l’area è meno diffusa. È quindi una peculiarità del Plumb include nella sua dissertazione tassonomiche dei Pionites genere Pionites, va detto che ora in due mappe, con i principali negozi londinesi dell’epoca di Edwards (e di lui racconta che aveva una grande colin generale si contraddistinguono inglese White Breasted Parrot è il Pionites leucogaster, mentre il melanocephalusè detto Black Capped Parrot. lezione di pappagalli, fringillidi, un le- per l’assenza di fantasia Il venditore assicurò che l’animale mure, uno scoiattolo, scimmie ed una “proveniva da Carraccos, sul conticoppia di testuggini), ma non com- nente Americano, parte dei domini spapare la Public Housein the White-Hart gnoli”. A parte la menzione di EdYard, dove Edwards riferisce di avere vivo. Scrive: “Questo uccello mi pare wards, Carraccos si rinviene potuto vedere il pappagallo. Nella che abbia le dimensioni di una tortora, unicamente in un altro luogo: nella Mappa di Londra di John Rocque o di quelle piccole colombe bianche descrizione che William Dampier dà (1746) viene riportata una White Hart che alleviamo in gabbia. Ne ho fatto degli avocado, l’Avogato Pear Tree, Yardpoco più ad est, nella City of Lon- un disegno, che sembra essere molto nel suo libro A New Voyage round the don, che avrebbe preso questo nome vicino alla sua dimensione da vivo; mi- World, ove narra: “Viene riferito che proprio da un Inn recante il nome di surando le ali chiuse dello schizzo, ho questo frutto induca alla lussuria e per Whyt Hart(che significa Cervo bianco, trovato che sia di cinque pollici, per- questo motivo è assai tenuto in stima veniva raffigurato sulle insegne di tanto le dimensioni dell’originale po- dagli Spagnoli; e anche io credo che lo molte mescite di bevande ed osterie tranno facilmente essere desunte stimino molto, poiché ne ho incontrate in Gran Bretagna, anch’esso, come dalla tavola”. grandi quantità negli insediamenti spal’orso bianco di cui sopra, con una ca- Edwards si diffonde poi sulla colora- gnoli dei mari dell’emisfero settentriotena d’oro al collo). Nel più tardo zione dell’esemplare e lo denomina: nale, come pure nella baia di Campecy, elenco dei Luoghi di Londra di John “The White Breasted Parrot”: anche sulla Costa di Cartagena e sulla Costa Lockie (una “i” in più del filosofo) del lui non sfugge dalla dinamica dei di Carraccos”. Carraccosè un’insolita 1810 c’è anche una White-Hart Yard nomi basati sui colori, ma va detto grafia per Caracas. L’indicazione di in Strand, alla Drudy Lane, proprio gi- che di pappagalli col petto bianco non provenienza geografica, quindi, era rando l’angolo della Gran Loggia Uni- se ne contano poi molti, se si esclu- molto probabilmente corretta. versale. dono quelli completamente bianchi: La descrizione si conclude così: “Ho Poiché Edwards dice: nei pressi di Psilopsiagon aymarapiù che bianco lo esaminato tutte le descrizioni sui papStrand, è più probabile che si trat- ha cianescente; Myiopsitta monachus pagalli di diversi autori che ho potuto tasse proprio di quest’ultimo locale; e Cyclopsitta gulielmitertii amabilis reperire, ma non ne trovo alcuna che esiste ancora, anzi è stato il primo lo- combaci con quella sopra riportata. Si cale ad avere una licenza in tutta tratta di un bel piccolo pappagallo Londra, nel 1216. Il quartiere co- Prima rappresentazione assoluta del Pionites melanocephalus In, Edwards, e, trattandosi probabilmente di una nobbe alterne fortune, ma al- fonte: www.biodiversitylibrary.org specie non descritta, spero che mel’epoca in cui venne visto il primo riti di essere pubblicata”. Il disegno, Pionites aveva perduto molto un poco secondo lo stile del condello smalto del 1600, anzi pro- temporaneo Albin, rappresenta prio al White Hart era l’ultima accuratamente l’animale; mantappa per consumare delle be- cano solo le due ciliegie nel becco, vande alcooliche per i condannati che si ritrovano invece in quasi a morte. Forse anche per questo tutte le altre tavole del volume. motivo l’autore non si diffonde in Quello che può apparire un vezzo molti dettagli sul luogo, mentre pittorico è invece uno stratadi solito specifica il nome del ven- gemma per mostrare quale sia la ditore o del negozio. corretta scala dell’immagine; nel Qui, alla p. 169, della III parte caso del melanocephalusnon è nedell’opera, si legge: “Ho veduto cessaria, poiché la tavola è a diquesto uccello in possesso di un mensioni naturali. In piccolo, sul commerciante in uccelli esotici, che fondo della pagina, si legge con la aveva un Pub nella White-Hart grafia di Edwards: Parakeet from Yard, nei pressi di Strand, Londra”. Carraccos. Il venditore lasciò che Edwards osservasse a lungo ed accuratamente l’animale, perché poté NOTE (1)Alberto Magno cita qui il De proprietaquantomeno tratteggiarlo dal tibus rerum di Bartholomaeus anglicus.

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