Cartoline poetiche

Page 1

n. 14

gli scriccioli Gaspare D’Angelo è nato a Cianciana, in Sicilia, 46 anni fa. Insegna Lingua e Civiltà Inglese nella specializzazione informatica dell’I.T.I.S. “Paleocapa” (Bergamo) ed è Professore a Contratto di Didattica delle Lingue Straniere Moderne all’Università di Bergamo. Nel 1995 ha vinto il Premio Nazionale di Poesia Dialettale a Sogliano Cavour con la toccante Falcone e le Ali. I suoi testi poetici sono stati inseriti in prestigiose antologie come Accordi: Le strutture del testo, RCS Scuola Edizioni Sansoni, Firenze 2002. Ha pubblicato: Edward Bond nella nuova scena inglese, Sintesi 1984; Frammenti di memoria, Cultura Duemila 1993; Sciogliendo rugiada, Momenti 1996 (Prefazione di Jacopo Fo); All’Ombra delle piazze, Geraci 2002. I libri sono esauriti ma chi è interessato li può ricevere on line (gratuitamente, of course) scrivendo a: gasparedangelo@virgilio.it . Dal 1993 collabora con il Gruppo Artistico Fara, Stabile di Poesia di Bergamo. Il Fondatore del Gruppo, il poeta e umanista Pasquale Emanuele (già il 4 Giugno 1994) in Percorsi, scriveva: Gaspare D ’Angelo pensa alla poesia come strumento di comunicazione, domanda di conoscenza e ancora come attesa risposta a interrogativi. Poesia di saggezza, di amarezza, di tesi.

Gaspare D'Angelo

Cartoline poetiche

Il male a vento

GRUPPO ARTISTICO FARA

STABILE DI POESIA DI BERGAMO


gli scriccioli tascabili di poesia

Editore di Collana Francesco Piselli

GRUPPO ARTISTICO FARA

STABILE DI POESIA DI BERGAMO

A ADA UN'IDEA DI PASQUALE EMANUELE

A

Il logo (scricciolo) è di Giulia Brandolisio

(Il sole è di tutti) La collana Questa collana mira a diffondere della buona poesia, facendo conoscere e riconoscere bravi autori. L’esiguità del formato scelto corrisponde alla convinzione che il valore poetico non sia quantificabile e possa comunque emergere nel grande come nel piccolo.

Finito di stampare in luglio 2005 presso Tecnograph in Bergamo

L’autore mentre declama un suo testo poetico ad un seminario col Nobel Dario Fo. Libera Università di Alcatraz, Santa Cristina di Gubbio 10-15 Ottobre 2004

La fotografia a pag. 9 è di Josie Panepinto Abello, quella di questa pagina è di Andrea Paolotti, tutte le altre sono dell’autore. Un ringraziamento particolare ad Eugenio Baroni della Tecnograph di Bergamo per la professionalità e il contributo creativo.

( Gad' )

31


Dai cieli sopra Berlino (Pensieri minimi incrociati)

Ogni volta che guardo la terra dalla luna riaffiora innocente la voglia del perché. Vorrei leggere ciò che mai è stato scritto in quel viscido magma del mio mondo interiore.

Il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente. ( Fernando Pessoa )

30

A chi non c’è più. Io mi dico è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati. ( Fabrizio De Andrè ) Lillo Alongi (ciancianese) professore di matematica ad Omegna, in Piemonte, ed Enzo Baldoni, (umbro di Città di Castello ma milanese di adozione), pubblicitario e giornalista, non si conoscevano ma avevano molto in comune: erano due splendide persone solari. Sono mancati a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro: Lillo è morto il 13 Agosto 2004, Enzo il 26 mentre era impegnato in una missione umanitaria della Croce Rossa e, al contempo, svolgeva il suo lavoro di giornalista pacifista in Iraq. Nobody knows where you are / how near or how far.

( Nessuno sa dove tu sia / quanto vicino o quanto lontano. )

( Pink Floyd )

Ogni qualvolta che torno a Cianciana, in Sicilia, noto la chiazza sempre più vuota. Mi mancano le nottate a conversare seduti a li scaluna-scaluna col preside Peppuccio D’Angelo, le disamine politiche con i professori Vincenzo D’Angelo e Felice Soldano, la saggezza e la carica di energia positiva che riusciva a trasmettermi il dottor Calogero Guida. Tutti questi amici ci hanno lasciato prematuramente e li ricordo con tantissimo affetto. Come con tantissimo affetto ricordo le altrettanto premature scomparse degli zii Maria e Onofrio (Hoddesdon, l’altra Cianciana degli emigrati appena fuori Londra) Totò e Tano. Sempre al paesello mi mancano i colloqui con Nino Chiappisi, l’anziano giornalista che avrebbe voluto che mi occupassi di alcune strane malattie legate a decessi di giovani e di nascite di bambini con malformazioni. Alcune voci 3


dicono che il tutto potrebbe essere legato a certi veleni radioattivi recentemente sepolti nello stesso luogo dove una volta una miniera di zolfo occupava centinaia di persone. Ma è difficile dedicarsi - giornalisticamente - a questi casi delicati quando si vive a 1640 chilometri di distanza. Gelosamente conservo una lettera del Cavaliere Chiappisi che mai mancava di commentare i miei lavori. L’espressione il male a vento nella lingua italiana non esiste. Liberamente (e ironicamente) tradotta dal siciliano aviri lu malabbentu equivale semplicemente a non darsi pace, non rinunciare. Talvolta l’espressione è rafforzata dalla parola buttanu. Ognuno ha il suo malabbentu buttanu: c’è chi non riesce a non viaggiare, a non indignarsi, a non partecipare, a non scrivere. Queste Cartoline poetiche sono frutto di viaggi e riflessioni su luoghi visitati negli anni che, al contempo, mi hanno permesso di riflettere su alcuni aspetti della nostra esistenza. Nei miei precedenti lavori ci sono tante altre cartoline. In questa raccolta ho voluto inserirne qualcuna. La poesia contraddistinta con un asterisco (*) è tratta da Frammenti di memoria, la poesia contraddistinta con due asterischi (**) è tratta da Sciogliendo rugiada, (altra libera traduzione dal siciliano squagljari acquazzina - non riuscire a concludere molto - per la prima volta usata dal mio amico dottor Marcello Tambuzzo). La poesia contraddistinta da tre asterischi (***) è tratta da All’Ombra delle piazze. Volevo ringraziare il maestro Pasquale Emanuele e il professore Francesco Piselli, Ordinario di Estetica all’Università di Parma ed Editore di questa Collana, per i preziosi consigli, per la disponibilità umana e professionale. 4

Io c’ero… ventidue anni dopo, al Capitol, quel sabato pomeriggio quando… assieme alle immagini, scorrevano le lacrime. Io c’ero… a Cinisi, quando i miei bambini vollero contare i passi ma, erano duecento, e non gli tornavano i conti. E anche se non c’ero, come potevamo non esserci… quel sette dicembre quando Felicia per sempre è partita ed in pochi a Cinisi l’hanno salutata. Io c’ero… lo scorso settembre quando da Bergamo, Antonio chiamò Giovanni, per dirgli che avremmo raccolto cinque euro a testa. Noi c’eravamo… e così per mille volte dicemmo a quell’avvocato, ciò che Giovanni gli disse in tv. E come potevamo non esserci noi che… “Col coraggio e le idee di Peppino continuiamo”. 29


Cento Passi (Dal Lago di Resia al profondo Sud, 21.06.05) A mio figlio Dario

Io c’ero… quel nove maggio del settant’otto, e dai 98.800, a Palermo, ne udimmo il botto. Io c’ero… quando la meglio gioventù arrivò a Cinisi, sullo stesso binario dove… fu massacrato. Noi c’eravamo… quando sfilammo dietro lo striscione “La mafia uccide, il vostro silenzio pure”. E come potevamo non esserci… quando muti urlammo la nostra rabbia tra quei cento passi che dividevano la casa di Tano Seduto da quella degli Impastato. E come potevamo non esserci… quando, davanti a quella casa, Felicia ci accolse con sguardo di pietra e pugno chiuso.

Per aver scritto sulle mie opere, per averle lette pubblicamente nelle varie presentazioni-recital, un altro ringraziamento va ai professori Mariarosa Bertoli, Mario Cammarata, Franco Cannatella, Dorotea Cotroneo, Judith A. Evans, Eugenio Giannone, Nuccio Mula, Salvatore Panepinto, Sina Scandaliato, Franca Zanetti. All’ingegner Giovanni Alessi, all’attrice Patrizia Camera, alla giornalista Susanna Pesenti, al dottor Alessio Primavera, agli scrittori Roberto Alajmo, Claudio Fava, Jacopo Fo, al Nobel Dario Fo e al cantautore Francesco Guccini (per la sua letteracommento alla mia poesia Brutte giornate e al racconto Bologna). Grazie anche al Sindaco di Cianciana dott. on. Salvatore Sanzeri, all’Assessore alla Cultura sig. Cosimo Montalbano e a tutti i lettori che hanno reso possibile un sostanziale contributo ad Emergency. Non so se sono stato mai poeta e non mi importa niente di saperlo riempirò i bicchieri del mio vino non so com’è però v’invito a berlo. (…) E non so se avrò gli amici a farmi il coro o se avrò soltanto volti sconosciuti canterò le mie canzoni a tutti loro e alla fine della strada potrò dire che i miei giorni li ho vissuti. ( Pierangelo Bertoli: A Muso Duro )

E, come diceva il vecchio Walt Whitman, citato nell’ottimo film L’Attimo fuggente ( vero elogio alla Poesia ed alla Vita) : Che il potente spettacolo continui, che tu possa contribuire con un verso.

( Gaspare D’Angelo, Bergamo, luglio 2005 ) 28

5


Cianciana (*) Accascjatu ti viju, paisi miju, quannu di nti lu campu ti taliiu.

Io sto... coi vecchi Partigiani e canto: "Una mattina, mi son svegliato..."

Ali voti mi pari affrittu, atri voti allegru, ma tu si sempiri fermu, sugnu j ca tremu.

Io sto... con chi punta i piedi e... Resiste. Resiste. Resiste.

Nni lu spissu, quannu li nuvoli cadinu a la Cruci, è comu si sintissi ddri vuci.

Io sto... con chi ha voglia di uscire dal gregge

e sbeffeggiare il pastore.

Chiddri ca ad una ad una fannu Lu Lamentu… e li fogli ca s’annacanu a lu ventu.

Io sto... con chi sta

lontano dai mafiosi.

Mi piaci di nti stu postu taliariti, taliari e pinsari… ma po chi ccè di fari? Saccju ca mi nni haju a jri ma chissu nunn’è scappari! Traduzione Accasciato ti vedo/ paese mio/quando ti guardo dal campo. /A volte mi sembri afflitto/ altre volte allegro/ma tu sei sempre immobile/ sono io che tremo./ Spesso/ quando le nuvole sfiorano/ il Calvario/mi pare di sentire quelle voci./ Quelle che ad una ad una/ fanno Il Lamento…/e le foglie si dondolano/ al vento./ Da questo luogo/ mi piace guardarti. / Guardare e pensare…/ Ma poi che si può fare?/ So che devo andare/ ma questo non è scappare!

6

Io sto... con gli onesti. Io sto bene.

La storia siamo noi.

Siamo noi che scriviamo le lettere.

Siamo noi che abbiamo tutto da vincere.

O tutto da perdere.

( Francesco De Gregori)

27


Io sto... (Lettera ai giornali) (25 Aprile 2005, 60° della Liberazione)

Tum tum tum tum.

Da Cianciana

(A Saverio e Fabrizio) Io sto... con chi lavora.

Io sto... con chi fatica ad arrivare

a fine mese.

Io sto... con chi non mente,

coi diversi, coi gay

ed ho votato una donna.

Io sto... coi colori dell'arcobaleno

non con le "missioni di pace"

menzogna linguistica per "guerra".

Io sto... in strada, per strada, con Strada

perché l'Emergenza è continua

senza "ma" e senza Scelli.

Io sto... con chi non ha più capelli.

Io sto... con chi ha lottato

per la Costituzione .

26

Tum tum tum tum.

Fammi tornare

su

quel Calvario.

Tum tum tum tum.

Voglio riascoltare

il tamburo

dei romani.

Tum tum tum tum.

Ad ogni suono

una folata di vento

alza la gonnella del centurione.

Tum tum tum tum.

Fammi tornare

su quel Calvario

e…

per un istante

riavrò…

sedici anni.

7


Taormina (A Rocosa, Estate ’97)

Tra un’unna culurata nuvuli ca parinu Sireni e na varca di piscatura. Tra un ruttu di vulcanu, petra lavica, Arti e Natura. ‘Nmezzu parmi d’Africa bbifari e fichi ca di l’India vennu... Cca spunta lu suli unni ‘a genti parla comu a mia. Cca spunta lu suli …e a li me spaddri c’è lu Mungibeddru.

Traduzione Tra un’onda colorata/ nuvole che sembrano Sirene/ e una barca di pescatori./ Tra un rutto di vulcano,/ pietra lavica,/ Arte e Natura./Tra palme africane/ fichi biferi/ e fichi che arrivano dall’India…/ Qua spunta il sole/ dove la gente/ parla come me./ Qua spunta il sole…e/ alle mie spalle /c’è il Mongibello (Etna).

8

A Enzo (Da Alcatraz, Santa Cristina di Gubbio, Ott. '04) Una sola vita:

bella e intensa.

E…

quando si spostava

la Balena

tutti involti

in una storia vera.

Girava il mondo

l’inquieto Enzo

e anche il mondo

gli girava dentro.

“Fate festa al mio funerale”.

E noi

aspettiamo

per brindare.

Il futuro è una serie di linee di congiunzione in formazione. Noi non le vediamo, ma sono là, come nuvole spinte da venti capricciosi o sapienti, e la nostra strada, senza che noi lo sospettiamo, sta per congiungersi con altre, con le strade di dieci, di cento, di mille altre persone, e il gomitolo dele linee di congiunzione formerà le nostre vite, i nostri destini. Ogni tanto bisogna fermarsi, respirare con calma, rilassarsi e aspettare che le linee di congiunzione si congiungano. ( Enzo G. Baldoni )

25


Tramonto alle Cinque Terre

Da Hoddesdon Market (**)

(Ad Aldaju, Sett. ’04) Shhhhh…spash…slash Shhhhh…spash…slash.

Smarriti svolazzano da un oggetto all’altro gli occhi dell’emigrato sulle bancarelle di Hoddesdon Market.

Lenta a riva s’ appoggia

l’onda

come lento è il sole

che va a riposare.

E incontrandosi, sicuri si scambiano gesti e saluti sguardi e miscugli di parole: “Comu va’? – Tutt’all right cumpà?”

Shhhhh…spash…slash

Shhhhh…spash…slash.

Smarriti si avviano battendo le stesse consuete estranee strade.

Intraducibile

suono

a quest’ ora

sovrano.

Mentre io

- con l’ultimo tuffo d’estate -

per Voi

raccolgo

le pietruzze

più belle.

24

Sicuri misurano passi indecisi questi esuli Amleti italiani.

9


Da Cianciana a Finale Ligure

Dov’erano gli Angeli Mostra di Pittura e Poesia. Gruppo Artistico Fara -Stabile di Poesia Bergamo. Maggio 2004

Si chiamava

Calogero Guida.

Medico paziente

paziente medico.

Studioso

e

pratico

di medicine orientali.

Siccome sovente

la memoria

c’inganna

a tutti voglio ricordare

come pazientemente

visse

e

come prematuramente

ci lasciò.

10

Dov’erano gli Angeli

quando le mine dietro le porte

aspettavano di esplodere,

quando andavamo dal dietologo

mentre i bambini morivano di fame?

Dov’erano le teste ricciute di putto

quando bevemmo

quell’amaro calice

di diossina?

Dov’erano i giovani efebi alati

quando la verità

si è tinta di menzogna?

Quando gli angeli custodi in divisa

accompagnavano

la libertà in una cella?

Sono solo Angeli delle tenebre

quelli che aleggiano

sui nostri tempi (?)

Dov’è l’Angelus,

mero messaggero di Pace,

dov’è il terzo coro

della terza gerarchia

ora che tutti ne sentiamo il bisogno?

23


Cine Capitol Bergamo

Esco, vado al cinema.

Per non sentire

squillare il telefono.

Esco, vado al cinema.

Per sentire i suoni

e ignorare i rumori.

Esco, vado al cinema.

Per sentire le storie

degli uomini.

Esco, vado al cinema.

Per vedere se c’è altro spago

sulla valigia dell’attore.

22

Nuovo Cinema Paradiso

Da Solanto, Palermo

(Palazzo Reale)

C’è una terrazza, aperta alla brezza marina, da dove è facile sognare stando svegli. Ancore arrugginite guardano ancora il mare dopo aver girato il mondo in celluloide. C’è una terrazza, aperta alla brezza marina, da dove è facile sognare ad occhi spalancati.

11


Cuba libre

Da Baracoa, 26 luglio ’99.

Quarant’anni dopo la Rivoluzione dei Barbudos. (A Ernesto “Che” Guevara)

La piccola stella

- sopra questo cielo cubano -

è più luminosa

del cross screen della tv

da dove Fidèl mi culla

con sus juegos de palabras.

La piccola stella

è

- a tratti -

coperta

da una nuvola passeggera

ma è dentro che brilla

più forte

nel profondo

del mio

corazón.

12

Si voltò ancora e vide tutti andare in lavanderia a pulirsi l’anima a scambiarsi il segno della pace per non guardarsi più in faccia fino alla successiva domenica. Si guardò indietro ma nel grembo non seppe ascoltare lo sciabordare delle onde del mare. Poi… guardò avanti e si vide con la barba bianca ... il corpo prendere altre forme e i tessuti ceduti ... e come foglia trascinata dal vento tornò libera cenere nell’universo. Dopotuttopocotempo sarà passato. 21


Dopotuttopocotempo... (Dal Mar Rosso, Sharm El Sheikh, Capodanno 2004)

“Bela storia” (**) Praga

A Lawrence Ferlinghetti e Fernanda Pivano Si guardò indietro

e si vide

bambino.

Dopotuttopocotempo

era

passato.

Si guardò indietro

e udì

il gatto abbaiare,

l’agnello ululare,

il lupo belare.

Si guardò indietro

e vide

profughi disperati

andare

incontro

alla speranza.

Volse lo sguardo al cielo

e vide

il Padreterno incazzato

perché in America

un bambino su cinque soffre la fame

laddove

due su cinque sono obesi.

20

Tiepidi raggi accompagnano entusiasmo in ascesa, mentre piccole gocce mutano in bianchi bioccoli di neve. ‘Bela storia’

Praga

perduta tra

becherovka e

visi insensibili

a sorrisi.

‘Bela storia’

Praga.

Ancora alta si alza

la città

e tuttora bruciano Jar e Jan e

lacrime piangono dalle torri.

‘Bela storia’

Praga

catene in primavera. 13


Firenze ( * )

Anacronismo Porto Marghera (Ve) Novembre 2001

Brucia le sue ultime ore quest’anno mentre perdo lo sguardo sull’Arno. Scorgo antiche case e tegole rosicchiate dal vento come fiumana di un’eruzione: stessa immutabile emozione. Diaccio il vento mi trapana la pelle … e mi sfugge il fiocco di neve.

Tutti assolti. Storia d’altri tempi. Operai minati dal tumore assassinati dal fumo di sigarette e dai troppi cabernet. Esistono ancora gli operai? Razza in estinzione - uccisa dall’alcol e dal tabacco (O, nuovamente, da una sentenza!). Che la memoria sia con te,

caro lettore,

mentre io,

addolorato,

sorseggio del buon vino

e mi appresto

a dare un tiro al mio toscano.

I poeti non dimenticano ( Salvatore Quasimodo )

16

19


A Genova ! Estate 2001 (Da un ventenne di venti anni fa)

Che la festa continui: portiamo bandiere sprigioniamo i colori. Largo ai bambini: è loro il futuro. E che le vetrine intatte incutano più timore di quelle rotte. Da Seattle a Genova una sola voce: cibo per tutti e sarà vera pace.

Libertà è partecipazione ( Giorgio Gaber ) 18

Tutto è secco (***) Da Capo Passero.

(Settanta chilometri a Sud del parallelo di Tunisi)

Bruciano le stoppie i contadini per paura di incontrollati incendi. Tutto è secco. Più secco dei muretti che portano ai poderi, dei quaranta gradi che allontanano voluti acquazzoni. Il sole è sempre radioso e lontano da ogni primavera non più accarezza ma arde. Tutto è secco. Arido. Come questi luoghi che partoriscono ginestre, fiori profumati e foglie semplici... come questa gente. Come questi luoghi che partoriscono spine, fichidindia e torbidi pensieri... come questa gente. Tutto è secco. Asciutto. Immobile. Come quel geco che attende chissà quale insetto. 15


Valle dei templi (*) (Da Agrigento)

Alba allo Zingaro (***) (Da Capo S. Vito. Estate 2001) All'aspra e selvatica bellezza della mia terra.

È muta la Valle. Antichi sterili silenzi antiche taciturne pietre. Le stesse quiete pietre, le stesse quiete tombe. E l'assenza di rumore e l'assenza di frastuoni, in questi templi d'altri tempi, rende ancora muta la Valle. Ma quando muta la Valle?

Valle dei templi è stata inserita nell’antologia scolastica di Dorotea Cotroneo, Accordi: Le strutture del testo, RCS Scuola Edizione Sansoni, Firenze 2002 a pag. 189 accanto a Pianto antico di Giosuè Carducci e L’Invetriata di Dino Campana.

16

Tenue

s’arrampica

la luce

sui sentieri

dello

Zingaro.

Sbircia il sole

e nulla

è più incostante

delle stelline

di questo mare

dorato.

Ancora muta

la luce

e nulla

è più costante

del cambio

delle stagioni.

17


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.