Insieme - Febbraio 2018

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FEBBRAIO 2018 N. 2 ANNO XIII € 1,20

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

FIORI RECISI

I dati sugli aborti in italia e in provincia di salerno




FIORI RECISI

I DATI SUGLI ABORTI IN ITALIA E IN pROvINCIA DI SALERNO

Il 4 febbraio la Chiesa celebra la Giornata per la Vita e la nostra rivista ha realizzato un primo piano sull’aborto. Presentiamo i dati delle interruzioni di gravidanza in Italia e, in esclusiva, quelli della provincia di Salerno nel 2017. I 296.202 bambini non nati negli ultimi tre anni nel nostro Paese, numero pari a due volte gli abitanti di Salerno, ci ricordano che siamo al cospetto di una ferita che continua a sanguinare. A questi numeri dolorosi abbiamo affiancato due storie di speranza, quella di Maria Francesca che dopo un colloquio con una volontaria per la vita ha deciso di far nascere la sua bambina e quella di Nunzia che ha scoperto di essere incinta a 18 anni, mentre preparava l’esame di maturità. La sua piccola Irene ha festeggiato il compleanno in questi giorni. In Vita nell’Agro ritorniamo sul drammatico inquinamento del fiume Sarno, con i dati del dossier di Legambiente: tre fiumi esaminati, 33 punti di campionamento, 594 analisi effettuate, 12 volontari coinvolti. Il Sarno si conferma canale killer, insieme ai suoi due affluenti, Solofrana e Cavaiola. In queste pagine presentiamo anche il nuovo piano ospedaliero regionale e le attività dell’associazione “Insieme per Enzo”. Nelle pagine della Scuola raccontiamo l’esperienza di don Antony Ibe. Da Pagani è partito un ponte di solidarietà per costruire una scuola e un ambulatorio in Nigeria. Nelle pagine culturali, tanti spunti per leggere, andare al cinema e scoprire il nostro territorio. In Vita ecclesiale, il messaggio del vescovo Giuseppe per la Quaresima, i primi appuntamenti per la Visita Pastorale, l’inaugurazione a San Valentino Torio del magazzino della solidarietà. L’ultima è firmata da Fabio Colagrande, giornalista Radio Vaticana Italia che ci offre una riflessione sul rapporto tra web e Vangelo.

in punta di matita... di Venoki e Martina Nacchio

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Foto di copertina Madlen Deutschenbaur/pixbay.com

Sommario

FEBBRAIO 2018 N. 2 ANNO XIII € 1,20 MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

COMMENTI 5 Fino all’ultimo respiro di Silvio Longobardi 62 L’ultima di Fabio Colagrande POSTA@INSIEME.IT 6 Un Presepe Speciale

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L’APPROFONDIMENTO Se questo è un bambino Quella città di bambini mai nati Dalla parte della vita Obiezione di coscienza Intervista al primario Salvatore Ronsini “Irene è la mia pace”

VITA NELL’AGRO 18 Sarno maglia nera di Salvatore D’Angelo 20 “Donato un defibrillatore alla Croce Rossa di Sarno” di Antonietta Abete 21 “Insieme per Enzo” di Sofia Russo SCUOLA&UNIVERSITà 25 Dall’Agro all’Africa per costruire la scuola della speranza

VITA ECCLESIALE 32 Io che sono polvere e cenere 34 Un fiume privilegiato di grazia 37 La solidarietà si fa magazzino 38 Proclamare la Parola NEWS PARROCCHIE 43 Notizie dalle parrocchie IN PARROCCHIA 48 Pagine parrocchiali

23. SALE IN ZUCCA Riflessioni per prendersi cura di sé

RUBRICHE 22 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 23 Sale in zucca di Raffaella Marciano 24 Qui Regione di Andrea Pellegrino 40 Le parole della fede di Silvio Longobardi

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CULTURA L’angolo delle recensioni Appuntamenti culturali In sala Arte…rischi Oggi al Museo In versi di mons. Giuseppe Giudice

29. IN SALA L’informazione cinematografica

BACHECA 47 Gli auguri della redazione 62. L’ULTIMA Web e Vangelo


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Fino all’ultimo respiro N

on ha perso tempo, Carlotta Nobile, origini beneventane: una ragazza piena di vita e di sogni, ma anche dotata di una vivissima intelligenza e di capacità non ordinarie. Diplomata in violino, laureata in Storia dell’Arte, a 20 anni scrive il suo primo libro, a 22 viene nominata direttore artistico dell’A ccademia da Camera di santa Sofia di Benevento. La vita sorride, l’avvenire appare radioso. Non poteva mancare l’amore. Questa corsa viene interrotta nell’autunno 2011, quando scopre di avere un tumore. La sua vita e la sua carriera artistica sembrano inesorabilmente spezzate da un male incurabile. Inizia una lunga lotta che vive con un coraggio non comune. Il 15 agosto 2012 apre un blog – Il cancro E poi – in cui confessa e condivide le sue emozioni. Diversamente da altri analoghi siti web, il contenuto essenziale del suo blog non riguarda gli aspetti clinici del percorso oncologico ma l’esperienza interiore, la dimensione emozionale. Non è guidata dalla fede ma da un senso profondo di umanità, la ricerca di ciò che può dare senso e valore alla sua malattia. La luce che motiva e orienta le sue scelte può essere racchiusa in queste parole: “Non voglio che il cancro mi fermi, voglio che mi formi”. A quelli che si lamentano “dei troppi esami all’università, delle giornate noiose, delle conquiste mancate, dei tacchi che fanno male” vorrebbe dire: “Tu che ne sai cosa vuol dire non sapere cosa sta succedendo dentro il tuo corpo, avere un tempo che va ad

intervalli trimestrali perché scandito solo dai controlli?”. E conclude: “Dobbiamo dare un senso a questo nostro essere malati, a queste cicatrici, a questi incubi che non passano e a questa paura che resta. Il senso è che siamo noi a dover mostrare all’altra fetta di mondo quanto sia meravigliosa, imprevedibile e degna di essere vissuta a fondo la vita”. La malattia avanza e gradualmente spegne le luci umane, tutte le attese e i sogni della giovinezza. Ma proprio nel momento più critico riceve una luce improvvisa. Siamo nel mese di marzo 2013. Il 4 marzo avviene un miracolo: “Io sono guarita nell’anima. In un istante, in un giorno qualunque, al risveglio da una crisi. Ho riaperto gli occhi ed ero un’altra. E questo è un miracolo”. Pochi giorni dopo avviene l’elezione di papa Francesco. Nell’omelia delle Palme il Santo Padre dice ai giovani: “La croce di Cristo abbracciata con amore non mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giorno della sua morte” (24 marzo 2013). Queste parole toccano il cuore di Carlotta, si sente chiamata in causa e scrive al Papa: “Io sono onorata e fortunata di portare la Croce con gioia a ventiquattro anni. So che il cancro mi ha guarito nell’anima sciogliendo tutti i miei grovigli interiori e regalandomi la Fede”. Morirà pochi mesi dopo, il 16 luglio 2013, festa della Madonna del Carmelo, accompagnata da quella Luce che in un attimo ha cambiato la sua vita.

Carlotta Nobile

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posta@insieme.it a cura di Antonietta Abete

Un presepe speciale

Il presepe colorato posto accanto alla foto del papà di Maria Rosaria

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Un presepe è il simbolo sovrano del Natale. Nulla è più “ovvio”, nulla più “popolare” in questo periodo. Ad ognuno il suo, scelto e montato con cura e gusto proprio, diventato anche oggetto di concorsi. Eppure, quest’anno, a casa mia è giunto un presepe particolare. È il presepe inviato alle parrocchie da mons. Giudice, insieme alla sua lettera di Natale. Nulla di scelto, acquistato o ricambiato in qualche modo. Un presepe donato. Di semplice carta. Bellissimo, in bianco e nero. Arte e cultura religiosa in armonia tra loro hanno reso un cartoncino un dono speciale ricevuto in chiesa inaspettatamente. Lo porto a casa certa che troverò qualcuno a cui donarlo a mia volta. Sì, perché le cose belle a me piace condividerle. È domenica e dopo la Messa riesco a convincere mia madre ad allontanarsi dal vuoto che, con la sua morte terrena, ha lasciato papà in quella casa meno di due mesi fa. Viene a casa mia insieme alla sua compagna carrozzina. Il tempo passa lento per lei e allora mentre io riordino dopo pranzo mi torna in mente il bel dono ricevuto e glielo mostro. La mamma si illumina, apprezza la scelta del Vescovo, molto più dell’idea di fare un presepe a casa sua come tutti gli anni. La mia bella Ilaria, terzogenita ventitreenne, coglie il sorriso della nonna e la invita a colorare. «Dai, che dici? Lo facciamo insieme?», chiede. «Ma no… non ho neppure gli occhiali. E mi fanno male i polsi… Fai tu che io guardo» le risponde mamma. E Ilaria si mette al lavoro in silenzio; lo rompe a tratti solo per chiederle: «E qui tu che colore ci metteresti?». La nonna suggerisce, lei accetta il consiglio. Pian piano il bianco e nero

prende colore. Io le guardo e penso a quanto sforzo ci vuole per entrare nel cuore di chi ti affianca. Poi mamma prende un colore, ma quasi non se ne accorge. Comincia a colorare mentre chiede se sta andando fuori margine… 82 anni appena compiuti e per la prima volta la vedo colorare, dopo una vita in cui le ho visto in mano solo aghi, spilli e forbici. La mia mamma è un portento. E ancor di più lo è questo gioiellino che ha tra le mani che pian piano ha rotto il suo silenzio, la sua noia, i suoi tristi pensieri. Io guardo loro tre: Ilaria, la nonna e il presepe e vivo il vero Natale. Scatto una foto e non resisto a tenerla per me. Gliel’ho inviata Eccellenza sul suo profilo fb, per ricambiare il dono. Grazie per averci dato occasione di vivere questo intenso e pur semplice momento di vita familiare. È stato balsamo per le ferite che ancora devono risanarsi. Quel presepe lo abbiamo messo su un cartoncino colorato per dargli una cornice ed ora è a casa di mamma, vicino all’immagine del mio papà. Un bambino che nasce è un soffio di vita, ma quel Bambino che rinnova i cuori è la speranza di poter ancora sollevarsi. Dio benedica lei e ogni casa e venga a nascere ancora nei nostri cuori. Maria Rosaria Spiezio Grazie Maria Rosaria per averci raccontato questa commovente esperienza. Il Signore si serve di tanti strumenti per parlare, consolare, asciugare le lacrime. “La bellezza è nell’occhio di chi guarda” recita un vecchio adagio. E lei, insieme alla sua famiglia, l’ha saputa cogliere.


IMPRONTE Un pezzo di storia locale, un'opera d'arte assoluta, una delle tante richezze patrimonio di tutti e che tutti avrebbero il dovere di custodire con cura e, possibilmente, recuperare prima che sia troppo tardi. (Foto Salvatore Alfano) FEBBRAIO 2018 INSIEME

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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

Se questo è un bambino

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a ragione Gramellini, firma prestigiosa del Corriere, quando scrive che “le battaglie ideologiche hanno il difetto di attardarsi nel cielo delle astrazioni. Ma appena si incarnano in una storia, tutto cambia: si smette di pensare e si comincia a sentire”. Lui parlava del dj Fabo e del suo diritto a chiudere i conti con la vita. Le stesse parole – par condicio – possono e devono essere applicate anche ai bambini che vengono uccisi (ma sì, diciamolo senza pudore) prima di venire alla luce. In questo caso però qualcuno si arroga il diritto di decidere se farli nascere o meno. Si tratta della vita di altri esseri umani. Che siano bambini nessuno può negarlo. A meno di non chiudere gli occhi dinanzi ad un’evidenza scientificamente così elementare. Se questo è un bambino, come direbbe Primo Levi, non c’è, non dovrebbe esserci alcuna discussione. E invece… tutti sono pronti a indignarsi quando i bambini sono vittime di abusi e violenze. Ma restano colpevolmente in silenzio quando si tratta di approvare e favorire la soppressione della vita quando è ancora nascosta nel grembo materno. È una cosa semplicemente vergognosa. La Chiesa non si rassegna. Lo ha ribadito il cardinale Bassetti in una recente intervista pubblicata dalla Stampa: “La difesa della vita e la cura dei poveri sono due lati della stessa medaglia. La vita di un bambino che sta per nascere ha lo stesso valore della vita di un migrante nel Mediterra-

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neo, di un precario sfruttato o di un anziano che viene scartato dalla nostra società. La vita non si uccide, non si compra e non si sfrutta!”. Il Presidente della CEI ha invitato i cattolici a non dividersi sul fronte della carità, non ci sono i “cattolici del sociale” e i “cattolici della morale”. Invece di lanciare reciproche scomuniche, i cattolici farebbero bene a unire le forze per una testimonianza comune ancora più vigorosa e capace di scuotere l’establishment politico-culturale. Qualche mese fa un prete di Bologna, con una voluta provocazione, ha chiesto se abbia “più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino”. Una domanda politicamente scorretta che ha suscitato un coro di proteste, qualche giornalista più audace, in nome e per conto della Verità, ha chiesto un deciso provvedimento dell’autorità ecclesiastica per indurre il povero prete a tornare… sulla retta via. Ovviamente nessuno è intervenuto anche perché, tempo prima, papa Francesco aveva detto la stessa cosa e proprio colloquiando con i giornalisti: “L’aborto non è un male minore. È un crimine. È fare fuori uno per salvare un altro. È quello che fa la mafia”. Parole sante da far risuonare in questa Giornata per la Vita che la nostra rivista celebra con un dossier speciale che snocciola numeri e racconta storie di quello che Giovanni Paolo II chiamava il popolo della vita. Silvio Longobardi


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Foto Salvatore Alfano

L'APPROFONDIMENTO

Quella città di bambini mai nati

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n tre anni, 296.202 bambini in meno. Il trend in ribasso degli aborti nel nostro Paese, confermato dai dati riportati nella relazione annuale del Ministero della Salute al Parlamento sulla legge 194, conferma che in Italia le gravidanze si interrompono meno rispetto al passato. Dalla relazione emerge che nel 2014 sono stati praticati 96.587 aborti, nel 2015 87.639, con un -9,3% in meno, nel 2016 84.926, con un -3,15%. In Campania, nel 2014 le interruzioni di gravidanza sono state 9.369, nel 2015 invece 8.284. Circa un terzo degli interventi (33% nel 2014 e 31,1% nel 2015) ha riguardato cittadine straniere. In questi anni gli aborti sono scesi stabilmente sotto i 100mila, una soglia spaventosa ma lontana dal record nero delle 233.976 interruzioni volontarie di gravidanza del 1983, cinque anni dopo l’approvazione della legge. Un dato che va letto necessariamente insieme ad altri due. Nel 2012, l’Istituto Superiore della Sanità ha effettuato una stima degli aborti clandestini: per le donne italiane le interruzioni di gravidanza sono stimate tra le 12.000 e le 15.000, per le donne straniere il dato stimato è compreso tra i 3.000 e 5.000 aborti clandestini. Il 21 aprile del 2015 l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha eliminato per le maggiorenni l’obbligo di prescrizione medica dell’Ulipristal acetato (elleOne), la cosiddetta “pillola dei cinque giorni dopo”, definita “contraccettivo di emergen-

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Negli ultimi tre anni, nel nostro Paese, 296.202 bambini non sono nati. Le 84.926 interruzioni volontarie di gravidanza nel 2016 confermano che siamo al cospetto di una ferita che continua a sanguinare


Infografiche a cura di Martina Nacchio

Settecento bambini mai nati L’ospedale di Sarno guida la classifica dei centri per le interruzioni di gravidanza in provincia di Salerno. Al Martiri del Villa Malta praticati in tre anni 1305 aborti

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el 2017 sono 785 i bambini mai nati in provincia di Salerno. Il dato è fornito dall’Asl Salerno, che registra tutte le interruzioni di gravidanza effettuate nei centri di suo riferimento. Tre gli ospedali che ne hanno uno attivo: Sarno, Battipaglia e Vallo della Lucania. A fare la parte del leone è il Martiri del Villa Malta. L’ospedale di Sarno è il riferimento per l’area nord salernitana, considerato la chiusura del centro di Nocera Inferiore, ma anche per un’importante fetta di popolazione residente nell’area vesuviana, in particolare extra comunitaria. Nella struttura di via Sarno-Palma, nel 2017 sono state praticate 460 interruzioni di gravidanza; a Battipaglia 169 e a Vallo della Lucania 156. Anche nel 2016 l’ospedale di Sarno ha fatto da portabandiera: 439 interruzioni; a Battipaglia 137 e a Vallo 154. Nel 2016 erano aperti anche i centri di Nocera Inferiore e Sapri. Il primo è stato chiuso per motivi organizzativi, il secondo sospeso. All’Umberto I fino al 31 maggio 2016 sono stati praticati 74 interventi; 79 a Sapri. Nel 2015 Battipaglia non aveva un centro attivo, gli altri presidi sì. L’ospedale di Sarno anche quell’anno ha guidato la classifica con 406 aborti, seguito da Nocera Inferiore con 144 interventi, Sapri 140 e Vallo della Lucania 110. Sono sette i medici non obiettori in servizio nelle strutture dell’Asl Salerno. Sa. D’An.

za”, che mira a sopprimere l’embrione eventualmente appena formato e, dunque, va annoverata tra le cause di aborti precocissimi, materialmente impossibili da quantificare. Nel 2015, il 60,6% delle donne che hanno abortito aveva già un bambino, il 37,2% almeno 2. Mentre l’85,5% delle donne dichiara di non aver avuto in precedenza aborti spontanei, è drammatico il dato delle interruzioni di gravidanza effettuata da donne con altri aborti alle spalle. Nel 2015, il 19% delle donne che ha interrotto la gravidanza aveva già un aborto alle spalle, il 5,3% due aborti, l’1,6% tre aborti, l’1% quattro o più aborti. Una tendenza che si conferma in linea con i dati del 1983. Le donne straniere hanno un rischio di riabortire più elevato rispetto alle italiane. Per queste ultime la più alta ripetizione di aborti si ha nel Sud con il 25,1%. Epoca gestazionale. Nel 2015, il 46,8% degli interventi è stato effettuato in un’epoca uguale o inferiore alle 8 settimane, il 12,9% a 11-12 settimane e il 5% dopo la 12esima settimana (nel 2014 questi valori erano rispettivamente 45,7%, 13,6% e 4,7%). La percentuale di aborti entro le 8 settimane è aumentata negli anni (nel 2012 era il 41,8%) molto probabilmente per l’utilizzo del Mifepristone e prostaglandine, che va usato in epoca gestaFEBBRAIO 2018 Insieme

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li ed insulari, soprattutto in Sardegna e Abruzzo dove questa tecnica è utilizzata in più del 35% dei casi. Dal 2005 alcuni istituti in Italia hanno iniziato ad usare l’approccio farmacologico con Mifespristone (RU486) e prostaglandine (anche definito aborto medico in alternativa ad aborto chirurgico). Fino al 2009 questo farmaco non era in commercio in Italia ed era necessario acquistarlo all’estero. Nel 2015 tutte le Regioni, tranne la Lombardia, sono state in grado di fornire informazioni dettagliate sull’aborto farmacologico. Il 15,2% delle interruzioni volontarie di gravidanza sono state praticate con l’aborto terapeutico. I dati variano molto tra le regioni, valori percentuali più elevati si osservano nell’Italia settentrionale. Le donne che ricorrono a questa tecnica sono meno giovani, più istruite, in maggior proporzione di cittadinanza italiana e nubili rispetto a quelle che hanno abortito con altra metodica. Il 76% ha chiesto la dimissione volontaria dopo la somministrazione del farmaco o prima dell’espulsione completa del bambino con successivi ritorni in ospedale per il completamento dell’aborto. Complicazioni. Nel 2015 sono state registrate 73 complicazioni ogni mille aborti praticati, con un aumento delle emorragie e delle infezioni. Si sono registrati 234 casi di emorragia (168 casi nell’Italia settentrionale, 27 nell’Italia centrale, 22 in quella meridionale, 7 in quella insulare); 25 casi di infezioni (19 al nord e 6 al sud); 370 problemi di alto tipo (282 al nord, 45 al centro, 11 al sud, 32 nelle isole). Elevata la percentuale di dati non rilevati.

zionale precoce. Entro i 90 giorni, le donne straniere tendono ad abortire a settimane gestazionali più avanzate. La situazione si inverte invece dopo i 90 giorni, quando le gravidanze si interrompono in seguito ad indagini prenatali a cui le donne straniere hanno minore accesso, per difficoltà di conoscenza e costi elevati. In questo caso, a non nascere sono i bambini malati, quelli che avrebbero bisogno di cure maggiori. Luogo dell’intervento. La quasi totalità delle interruzioni volontarie di gravidanza (94,3% nel 2015) è stata effettuata negli Istituti pubblici, con una tendenza negli anni ad un minor ricorso alle Case di cura convenzionate. Fanno eccezione, anche per gli anni precedenti, la PA di Trento, Puglia, Sardegna e Campania dove è particolarmente elevata la percentuale di interventi effettuati in case di cura. Tipo di intervento. L’isterosuzione, ed in particolare la metodica Karman, rappresenta la tecnica più utilizzata nel 2015, anche se il 9,3 % degli interventi continua ad essere effettuato con il raschiamento, tecnica a maggiore rischio di complicazione. I valori più alti si osservano nelle regioni meridiona-

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Morte. Nel 2014, si legge nella relazione, due donne sono morte, una in Campania, l’altra in Piemonte. La mamma morta in Campania aveva praticato un aborto terapeutico con somministrazione di prostaglandine, ma il collo dell’utero non è dilatato in maniera sufficiente per consentire l’espulsione del bambino. La mamma lascia il reparto, dopo due giorni si reca al pronto soccorso con forti dolori addominali e febbre a 39. Sottoposta a diversi trattamenti farmacologici, le viene tolto l’utero, muore 24 ore dopo il ricovero. La legge che doveva introdurre norme “per la tutela sociale della maternità” e solo in seconda battuta “per l’interruzione volontaria di gravidanza”, in 40 anni ha consentito 5.814.635 aborti. Si avverte nitido il vuoto generato da un Paese che in altre occasioni ha dimostrato di saper proteggere la vita quando è più fragile. Se è vero che 84.926 aborti effettuati nel 2016 (87.639 nel 2015) sono “pochi” rispetto a cinque o dieci anni fa, i 296.202 bambini non nati negli ultimi tre anni, numero pari a due volte gli abitanti di Salerno, sono lì a ricordarci che siamo al cospetto di una ferita che continua a sanguinare. Antonietta Abete


Dalla parte della vita

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o incontrato Maria Francesca (il nome è di fantasia) a novembre, presso un Convento francescano di Avellino. Era impaurita e spaventata come un uccellino bagnato. Ho subito pensato che stava vivendo una situazione più grande dei suoi 18 anni. Occhi azzurri, capelli biondi e una carnagione quasi diafana facevano da contrasto alla storia terribile che mi ha raccontato. A 15 anni si era fidanzata con un ragazzo più grande di lei che la picchiava per futili motivi. Un giorno, dopo tre anni, dopo l’ennesima litigata con botte, un altro ragazzo, Marco, interviene per difenderla. Diventerà il suo fidanzato. Ma Maria Francesca passa dalla padella alla brace. Marco è un pregiudicato accusato di spaccio di droga e rapina, fuma canne e ha fatto uso di droghe pesanti. La mamma si prostituisce e il padre fa parte di un clan locale. Il nonno del ragazzo è in carcere. Dopo pochi mesi, Maria Francesca scopre di essere incinta. Non gli dice nulla. Confida tutto alla madre che subito prenota un ap-

puntamento dal ginecologo con la speranza di farla abortire in poco tempo. Il medico le dice che da padre le consigliava di abortire. L’interruzione di gravidanza era prevista per la settimana successiva. Grazie all’aiuto di un frate che conosceva il nostro lavoro per la vita, abbiamo organizzato un incontro con Maria Francesca. All’inizio è stato difficile convincerla ad accogliere il bambino, aveva molta paura. Poi, pian piano si è sciolta, le ho assicurato che non era sola, che ero pronta, insieme ad altri amici, ad aiutarla a diventare madre e ad occuparsi di quel bambino. Ci siamo lasciate con la promessa che ci avrebbe pensato. Con grande sorpresa mi ha chiamata dopo due giorni dicendomi che lei voleva accogliere quel figlio e darsi un’opportunità di felicità. Quante altre mamme avrebbero potuto cambiare idea se qualcuno avesse teso loro la mano? Giovanna Abbagnara

Una volontaria della Federazione Progetto Famiglia, da 25 anni al servizio della vita nascente, racconta l’incontro con Maria Francesca. La giovane, 18 anni, con l’aiuto e il supporto dell’associazione ha deciso di far nascere il suo bambino

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L'APPROFONDIMENTO Immagine di repertorio

Obiezione di coscienza Tre parametri per valutare il rapporto tra obiezione di coscienza e accesso alle interruzioni di gravidanza

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pesso l’esercizio del diritto all’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario è accusato di avere un impatto sull’accesso all’interruzione di gravidanza. Per dare una risposta, il Ministero della Salute ha preso in esame tre parametri.

Carico di lavoro medio settimanale. Considerando 44 settimane lavorative in un anno, il numero di aborti per ogni ginecologo va dallo 0,4 della Valle d’Aosta al 4,7 del Molise, con una media nazionale di 1.6 aborti a settimana. Il dato campano - 2,3 - è stato fornito in maniera parziale.

Le strutture. Per valutare l’offerta del servizio, in base ai dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sorveglianza e dall’Istat, emerge che le strutture con reparto di ostetricia e/o ginecologia a livello nazionale sono pari a 654, quelle che effettuano IVG 390, ovvero il 59,6%. A livello regionale, solo in tre casi – P.A. Bolzano, Molise e Campania – il numero dei punti IVG è inferiore al 30%. Nello specifico, in Campania le strutture sono 85, quelle in cui si pratica l’IVG 25, con un rapporto pari al 29,4%.

Su 140 Asl, tre presentano valori molto distanti dalla media regionale: un’A sl della Puglia, dove si raggiungono 15,8 IVG a settimana (rispetto alla media regionale di 3,5), una del Piemonte, con 13,5 IVG a settimana (rispetto alla media regionale di 1,7), e una della Sicilia con 12,2 IVG a settimana (media regionale 3,8).

Offerta del servizio. Il secondo parametro esaminato è l’offerta del servizio rispetto alla popolazione fertile e ai punti nascita. A livello nazionale, ogni 100.000 donne in età fertile (15-49 anni) si contano 3,7 punti nascita contro 2,9 punti IVG: in altre parole, ogni 5 strutture in cui si pratica l’interruzione di gravidanza, ce ne sono circa 7 in cui si partorisce. In Campania, i punti nascita per 100.000 donne in età fertile sono 4,8, il numero di strutture in cui si pratica l’interruzione volontaria di gravidanza è pari ad 1,8. Una situazione simile si osserva in Sicilia, due regioni in cui c’è stata una riduzione dei punti nascita. Secondo l’accordo StatoRegioni del 2010, un obiettivo della politica sanitaria italiana è la messa in sicurezza dei punti nascita con la chiusura di quelli in cui si effettuano meno di 500 parti l’anno.

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Terzo elemento. È stato chiesto alle Regioni se ci fossero ginecologi non obiettori non assegnati al servizio di interruzione volontaria di gravidanza. Dai dati comunicati (tranne Liguria, Lazio e Sicilia) è emerso che a livello nazionale l’11% dei ginecologi non obiettori è assegnato ad altri servizi e non a quello IVG, cioè non effettua aborti pur non avvalendosi del diritto all’obiezione di coscienza. Si tratta di una quota rilevata in 46 strutture di 11 regioni: Piemonte, Lombardia, P.A. Bolzano, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Sardegna. In questi casi, il numero dei non obiettori risulta superiore a quello necessario per rispondere adeguatamente alle richieste. Un ulteriore conferma, secondo il Ministero della Salute, che non sembra essere il numero di obiettori a determinare eventuali criticità nell’accesso all’interruzione di gravidanza, ma il modo in cui le strutture sanitarie si organizzano nell’applicazione della Legge 194/78. Antonietta Abete


Bisogna potenziare l’ascolto L’Asl Salerno e il dipartimento Salute della donna e del bambino

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iaffermare il rapporto cittadino, territorio e ospedale per un percorso che consenta alle donne in attesa di un bambino di compiere scelte consapevoli e non avventate in tema di aborto. Il medico Salvatore Ronsini, primario del reparto di ginecologia del San Luca di Vallo della Lucania, è da un anno alla guida del Dott. Salvatore Ronsini dipartimento aziendale Salute della donna e del bambino. Nell’ambito della riorganizzazione dei compiti, si sta occupando anche dell’attuazione della legge 194 del 1978. «Stiamo lavorando per migliorare e ampliare l’integrazione tra ospedale e territorio», ha dichiarato. L’intento è rilanciare il sistema di ascolto, un aspetto che non può essere mai dato per scontato. Se questo anello del sistema funziona bene, se si aiuta la mamma a non sentirsi sola, è possibile salvare molte vite. «Il primo contatto con l’utente – ha spiegato il dottore – deve avvenire al consultorio, con l’assistente sociale che dovrà essere sicuro che alla base della scelta di interrompere la gravidanza non vi siano cause rimuovibili dal punto di vista sociale ed economico. Se si prosegue, ci sarà l’incontro con il ginecologo che deve rilasciare il certificato, dando sette giorni di tempo alla mamma per un possibile ripensamento. Solo a quel punto, il medico fissa l’appuntamento in ospedale per gli esami e l’intervento». È l’iter previsto dalla normativa, che probabilmente andava rilanciato e riaffermato. La donna non sarà lasciata sola: «La paziente – ha aggiunto Ronsini –, partita dal consultorio dovrà ritornarci per delle sedute di accompagnamento. Il percorso deve sempre partire dal territorio, per rimuovere gli ostacoli sociali. Questo lavoro, affiancato da un percorso di divulgazione culturale, piano piano potrebbe effettivamente portare alla riduzione del numero di interruzioni volontarie di gravidanza». Sa. D’An.

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L'APPROFONDIMENTO

Nunzia, Salvatore e la piccola Irene

“Irene è la mia pace”

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ono mamma da un anno. Anzi, lo ero già nove mesi prima, quando una nuova vita si è annidata nel mio ventre». A raccontarlo, con sorprendente maturità, è Nunzia Vicidomini, classe 1996, che ha scoperto di essere incinta nel corso dell’ultimo anno di liceo. Oggi è la madre di Irene, la bambina nata dal fidanzamento con Salvatore. «È stata una sorpresa – afferma – che mi ha aiutato a fare chiarezza per il futuro». Facciamo un passo indietro e torniamo in classe, ai giorni in cui Nunzia scopre la sua gravidanza. La studentessa custodisce il segreto insieme alle sue due compagne di banco: «Da marzo fino alla fine della scuola non ho detto a nessuno di essere in attesa. Non volevo avere “sconti” per la mia situazione». Nunzia rifiuta scorciatoie, studia per l’esame con la pancia che cresce pian piano. Le soddisfazioni non tardano ad arrivare: complimenti dalla commissione e ai quadri spicca il suo 100, voto sudato e meritato. Il futuro. Cosa fare da grande? È la domanda che tormenta Nunzia: «Aspettavo un cambiamento. È arrivato e mi ha indirizzato. Il nome Irene in greco significa pace, e per me è stato proprio così». La notizia della piccola è il segno che attendeva: «Ho studiato chitarra e canto al Liceo musicale “A. Galizia”. Mi trovavo ad un bivio, da una parte la scelta del Conservatorio e dall’altra la Facoltà di Lettere. Sono sempre stata appassionata di lettera-

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Nunzia ha scoperto di essere incinta a 18 anni. Una nuova vita ha fatto capolino nel suo grembo mentre si preparava per l’esame di maturità. Non ha mai pensato all’aborto ma non sono mancate le voci di chi le suggeriva di “pensare a se stessa”


tura e scrittura. Seguire entrambe le cose sarebbe stato difficile, anche senza una figlia». A dispetto dei timori di chi la circonda, Nunzia si iscrive all’Università: «Non mi trovo allo stesso passo con i miei compagni di corso, ma sto comunque camminando. La mia giornata tipo è: Irene e studio. Appena lei dorme apro i libri». Nonostante tutto Nunzia continua a coltivare il talento del canto, che le consente di esibirsi e avere un lavoretto su cui poter contare. “Pensa a te stessa”. Non è mancato il consiglio velato di chi le ha suggerito di riflettere bene sulla scelta di tenere la bambina: «Nessuno mi ha parlato in modo esplicito di aborto – precisa – ed io non ci ho mai pensato, neanche per un secondo». Nunzia saprebbe bene cosa dire ad una ragazza che scopre una gravidanza imprevista: «Parlarne subito con i genitori, le uniche persone che non ti farebbero mai del male». Grazie alla sua famiglia e a quella di Salvatore, Irene ha l’amore e l’affetto di nonni e zii premurosi e i ragazzi possono affidare la piccola in mani sicure. «All’inizio credevo di non essere capace di portare una vita dentro di me, di partorire, di badare ad un’altra persona per tutto il giorno, ma siamo state create per questo. Qualsiasi donna a qualunque età scopren-

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

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Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Fabio Colagrande, Maria Rosaria Spiezio, Francesco Pio De Stefano, Giuseppina Bello, Antonio Padovano Sorrentino, Andrea Pellegrino, Salvatore Corrado, Celestino Pio Caiazza, Alfonso Dolgetta, Donatella Ferrara, Alfonsino Pinto, Ilaria Manzo, Salvatore Campitiello, Sabrina Perrino, don Natalino Gentile, Salvatore Alfano, Donato D’Elia, padre Paolo Saturno, Sofia Russo, Dina Grimaldi, Livia Rossi, Sonia Ferrante, Leonardo Gallo, Luisa Trezza, Nunzia Guida, Alberto Limodio, Carmine Guida, Raffaella Marciano, Annalisa Di Donato, Ludovica Amodio, Stella Giordano, Salvatore Mosca, Lucia Squitieri, Giovanna Abbagnara Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

do di essere incinta può sentirsi frastornata» dichiara l’intervistata. Vivere il compito educativo ad una giovane età non spaventa i neo genitori: «Diventare mamma e papà per la prima volta porta il suo carico di dubbi e incertezze, a qualsiasi età – spiega ferma Nunzia – abbiamo la testa sulle spalle e le idee chiare e proviamo a seguire la nostra strada con Irene, evitando le influenze esterne». «Come ti vedi tra cinque anni?» le chiedo perentoria. Mi sorride mentre accompagna il lungo ciuffo di capelli biondi che le incornicia il viso: «Spero laureata, in una casa nuova». Insieme a Salvatore, Nunzia sogna di sposarsi in Chiesa, davanti a Dio. Per ora, la priorità sarebbe avere uno spazio tutto per loro. «E come immagini la tua Irene da grande?» proseguo. «Decisa. Una donna intraprendente, che sa guarda lontano. L’esperienza che sto vivendo le insegnerà molto e potrà pensare che noi donne siamo in grado di fare tutto». «I tuoi sogni potrebbero non realizzarsi mai» hanno ammonito la giovane mamma, all’inizio della gestazione. Il più grande invece la donna lo stringe oggi tra le braccia, lo vede respirare e crescere ogni giorno di più. A 21 anni, Nunzia ha già un credito enorme all’attivo. Ha donato la vita a Irene, la sua pace. Mariarosaria Petti

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 25 gennaio 2018

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FEBBRAIO 2018 ilInsieme ria) accettando Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.


VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

Infografica a cura di Legambiente Campania, foto Anna Paola Montuori

Sarno

maglia nera U

n riconoscimento iridato che sarebbe stato meglio cedere ad altri. Il fiume Sarno si conferma canale killer. I dati diffusi da Goletta dei fiumi di Legambiente sono molto eloquenti. Questa volta a pesare è pure il raffronto con altri due fiumi salernitani. Il Sarno e i suoi affluenti, Solofrana e Cavaiola, battono di gran lunga Sele e Tusciano promossi positivamente dall’indagine ambientalista. Dei 16 punti indagati nel bacino del Sarno, dieci non raggiungono una qualità sufficiente: quattro hanno una scarsa qualità e sei cattiva. L’unico campione dalla qualità elevata è quello prelevato alla sorgente del torrente Solofrana, sui monti Picentini, in località Bocche. Se la passano peggio le sorgenti del Sarno: due sono classificate come buone, Rio Palazzo e Rio Foce, una raggiunge la sufficienza, Rio Santa Marina a Lavorate. Probabilmente questo campionamento risente dei fertilizzanti usati in agricoltura, ma anche del cloro sciolto nell’acqua per la depurazione. Non va meglio verso valle, con campionamenti cat-

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Tre fiumi, 33 punti di campionamento, 594 determinazioni analitiche, 12 volontari coinvolti nelle attività di prelievo campioni di acqua e analisi: questi i numeri di Goletta dei fiumi 2017. Partendo dall’esperienza di monitoraggio del fiume Sarno, Legambiente ha allargato l’iniziativa anche ai fiumi Sele e Tusciano


tivi e scarsi a San Marzano, a Scafati e alla foce di Rovigliano, a Castellammare di Stabia. Per il resto si tratta sempre di risultati arancioni o rossi, indice della pericolosità delle acque. Molto eloquente la cartografia. A far man bassa di dati negativi è l’Alveo Comune nocerino, che incorpora Solofrana e Cavaiola e poi si riversa nel fiume Sarno, rendendolo quella bomba ecologica nota a tutti. La situazione degli affluenti è, dunque, sconcertante. Qualità scarsa a Montoro, sufficiente al ponte di Pandola a Mercato San Severino, e poi peggiore andando verso Nocera: si passa dallo scarso per il punto di Piazza del Galdo al cattivo di San Pasquale a Codola e via Pucci a Nocera. «Si registra per la Solofrana – si legge nel dossier di Legambiente – un peggioramento rispetto ai risultati dello scorso anno». Per il torrente Cavaiola, l’indagine del campione di Cava de' Tirreni conferma lo stato cattivo dello scorso anno. I botti si registrano con l’Alveo Comune nocerino: «Il risultato è cattivo sia per il primo punto a Nocera Inferiore, confermando il risultato del 2016, che per il secondo punto a Pagani, la cui qualità è inferiore allo scorso anno». Più incoraggiante lo stato del bacino del Sele, dei 12 punti indagati soltanto tre non raggiungono una qualità sufficiente. Dei cinque punti indagati del fiume Tusciano, tutti raggiungono una qualità adeguata. L’obiettivo di avere fiumi con la qualità dell’acqua buona entro il 2015, almeno per il Sarno è fallito e lontano dal divenire. Una possibilità rappresentata dai contratti di fiume, strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche, la valorizzazione dei territori fluviali, il contenimento del degrado eco-paesaggistico unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, attraverso processi partecipativi dei territori. La chiave di volta sta nella sensibilizzazione delle coscienze dei cittadini: «La sostenibilità sociale e quella ambientale camminano di pari passo – ha detto Antonio Giannattasio della segreteria di Legambiente – e vale per tutti». Salvatore D'A ngelo

Un momento della campionatura della Solofrana a Montoro in Località Chiusa

Solofrana, Mercato San Severino

Alveo Comune Nocera Inferiore

I parametri

Il LIMeco è un indice sintetico per la determinazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua. Integra alcuni elementi fisicochimici considerati a sostegno delle comunità biologiche: ossigeno disciolto, espresso come % di saturazione, e nutrienti. Foce del Sarno a Castellamare di Stabia FEBBRAIO 2018 Insieme

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VITA NELL'AGRO Il prof. Giovanni Paroni, al centro, con il dott. Michele Libergolis, coordinatore infermieristico, e Giuseppe Petrucciani

La consegna del defibrillatore

Intervento salvavita a San Giovanni Rotondo

Donato defibrillatore alla Croce Rossa di Sarno

M

iriam Giudice è un medico anestesista. Ha ereditato la passione per la medicina dal papà Bartolo che ha lavorato molti anni all’ospedale “Martiri del Villa Malta” di Sarno. Nel 2015, ha avuto un infarto mentre era in autostrada. «Si è fermato al primo autogrill – racconta la figlia – ma non c’era un defibrillatore. Non posso affermare che papà si sarebbe potuto salvare; certamente avrebbe avuto qualche chance in più». L’assenza di defibrillatori in luoghi pubblici è un tema che torna frequentemente alla ribalta della cronaca. Lo scorso novembre, nella nuovissima stazione di Aversa, una donna ha perso la vita per l’assenza di un presidio medico e di un defibrillatore. Da questa esperienza personale e dalle lunghe ore passate in rianimazione e sala operatoria è nato in Miriam Giudice il desiderio di donare un defibrillatore alla Croce Rossa di Sarno. Il presidio ha tre ambulanze a disposizione e solo due defibrillatori. Desiderio

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che ha trovato la sua realizzazione lo scorso Natale quando, in collaborazione con l’Associazione “I LoVe Sarno”, è stata lanciata l’iniziativa “biscotto del cuore”. Grazie ai fondi raccolti con la vendita dei biscotti preparati dalla pasticceria “Zucchero & co” e un contributo personale della dottoressa è stato acquistato il defibrillatore. «Il mio desiderio è che Sarno possa diventare una città cardioprotetta – spiega il giovane medico – con defibrillatori in tutti i luoghi di aggregazione e corsi per insegnare alle persone ad utilizzarli». Sarebbe inutile, infatti, avere strutture dotate di uno strumento salva vita senza saperlo usare. Ecco perché l’impulso a realizzare questo progetto dovrebbe partire dalle istituzioni. «In questo modo – aggiunge – ci sarebbe un referente che si occupa dell’attrezzatura e si preoccupa della sua manutenzione, come la sostituzione delle batterie che va fatta ogni due anni». Un appello che ci auguriamo non cada nel vuoto. Antonietta Abete

G

rande soddisfazione all’ospedale pugliese Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo per un eccezionale e riuscito intervento chirurgico di aneurisma dell’aorta sottorenale. A subirlo Giuseppe Petrucciani, settantaquattrenne pensionato di Serino, operato presso il reparto di chirurgia vascolare, senza somministrazione del mezzo di contrasto perché soggetto allergico. L’intervento non di routine, delicato e di alta specializzazione, presentava un notevole coefficiente di rischio. Grazie all’alta professionalità dell’equipe del primario prof. Giovanni Paroni, affiancato dai dottori Vincenzo Palazzo e Giovanni Palena, con la collaborazione dell’anestesista Tommaso Marzano, tutto è andato a buon fine. Il paziente dopo tre giorni di degenza è stato dimesso in ottime condizioni. Soddisfatto ha commentato: «È stato un miracolo, l’equipe medica ha fatto la sua parte, di certo il tutto è avvenuto sotto lo sguardo amorevole di san Pio. Sono felice e sento il dovere di ringraziare tutti». Salvatore Campitiello


Anche la scuola calcio per bambini tra le attività promosse

“Insieme per Enzo”

A

vivere la crisi sono sempre più i giovani, come testimonia l’ultimo dossier Caritas sulla povertà. Assenza di lavoro, scarse prospettive di crescita economica, proprio quando si deve investire sul proprio futuro tutta una generazione è costretta a fare i conti con la povertà. Non sempre, però, i giovani riescono a cogliere le occasioni che si presentano loro, come racconta Serena Annarumma, presidente dell’associazione “Insieme per Enzo”: «A settembre dello scorso anno abbiamo lanciato un bando per assegnare 3 borse di studio, ognuna del valore di 500,00€, destinate ai ragazzi di Angri che avevano conseguito la maturità nel 2017. Pochi i requisiti richiesti: votazione di almeno 80 su 100 all’Esame di Stato, reddito familiare IRPEF inferiore ai 60mila euro annui e un numero minimo di 15 partecipanti. L’assegnazione è subordinata al superamento di un test, preparato da una commissione di insegnanti e professionisti». Non è il primo anno che l’associazione organizza quest’evento, ma dopo un mese le iscrizioni pervenute sono solo due e i soci decidono di prorogare il bando di un altro mese. «Abbiamo creato l’evento su fb, inviato lettere, mail agli istituti superiori – dice Serena – ma dopo un altro mese erano arrivate solo cinque adesioni, tra l’altro di ragazzi coinvolti per conoscenza, quasi un invito porta a porta. Venendo meno il numero minimo di partecipanti, il test non si è

svolto e non abbiamo potuto assegnare le borse di studio». Le attività dell’associazione. “Insieme per Enzo” nasce ad Angri nel 2002, in ricordo di Enzo Annarumma, fratello di Serena, venuto a mancare nell’agosto del 2001 per una meningite fulminante. «Alla fine della sessione di esami, Enzo è andato in vacanza a Malaga con degli amici. È lì che ha contratto la malattia». Aveva solo 23 anni quando ha lasciato i suoi cari. Brillante studente in Economia Aziendale alla Bocconi, cresciuto negli scout con don Luigi La Mura, Enzo era un punto di riferimento per i suoi amici. «In ricordo di Enzo vogliamo aiutare le famiglie che versano in difficoltà economiche, dando la possibilità ai loro figli di studiare e fare sport». Oltre alla borsa di studio, infatti, l’associazione aiuta i ragazzini che vogliono crescere nella pratica sportiva: «Abbiamo stretto una partnership con alcune strutture di Angri – spiega Serena –, ci segnalano bambini meritevoli che non hanno la possibilità economica di frequentare. Lì interveniamo noi, coprendo le rette. I progetti durano almeno 3 anni, per dare ai ragazzi il tempo necessario per maturare nella disciplina. Nel 2017 abbiamo contribuito ai corsi di nuoto per 5 ragazzi e sostenuto 13 bambini per la scuola calcio. Da quest’anno seguiamo anche progetti di mini-basket». Un raggio di sole che filtra silenzioso tra gli spiragli della povertà. Sofia Russo

L’associazione, nata per ricordare Enzo Annarumma, scomparso prematuramente a 23 anni, sostiene le famiglie di Angri che hanno difficoltà economiche, offrendo ai loro figli la possibilità di studiare e fare sport

Enzo Annarumma

Per info: FB Insieme per Enzo Associazione ONLUS 5xmille Cod. Fisc. 94032970652 Mail insiemexenzo@gmail.com

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FISCO E TRIBUTI Rubrica Fiscale e Tributaria a cura dell’Ordine dei Dottori Commercialisti del Tribunale di Nocera Inferiore

Cartelle esattoriali: rottamazione bis

C

on il decreto legge 193/2016 e successivamente con il decreto legge 148/2017 è stata approvata la rottamazione delle cartelle di pagamento notificate prima da Equitalia S.p.A. e ora dall’Agenzia Entrate Riscossione. Questa sanatoria prevede che le cartelle possano essere saldate senza sanzioni e interessi. In sede di conversione, il decreto legge ha subito una serie di emendamenti rilevanti. Il primo provvedimento prevedeva che i debitori potessero estinguere il debito presentando apposita domanda entro il 31 marzo 2017. Il successivo decreto legge ha riaperto i termini, consentendo di poter rottamare tutti i carichi affidati alla riscossione non solo dal primo gennaio 2017 al 30 settembre 2017, ma anche quelli affidati dal 2000 al 31 dicembre 2016, sia per coloro che avevano già presentato domanda di rottamazione e non sono stati ammessi, sia per quanti non avevano presentato domanda. Per accedere alla rottamazione bis il debitore deve compilare il modello DA2000/17 e presentarlo entro il prossimo 15 maggio attraverso il servizio “Fai da te” oppure presso agli uffici dell’Agenzia Entrate Riscossione o tramite PEC agli indirizzi dei concessionari competenti. Le scadenze di pagamento Per i carichi affidati dal 2000 al 31 dicembre 2016 il pagamento può essere effettuato in un’unica soluzione entro ottobre 2018 o in massimo tre rate: ottobre 2018 (40%), novembre 2018 (40%) e febbraio 2019 (20%). Per i carichi affidati dal primo gennaio 2017 al 30 settembre 2017 il pagamento può essere effettuato in un’unica soluzione entro luglio 2018 o in max cinque rate di pari importo con scadenza luglio, settembre, ottobre e novembre 2018 e febbraio 2019.

Andrea Perrino dottore commercialista in Angri

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IL PEDIATRA RISPONDE di Salvatore Guercio Nuzio*

Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

INFLUENZA STAGIONALE IN ETÀ PEDIATRICA: BREVE VADEMECUM

Giacomo, 5 anni, ha la febbre da sei giorni. Sto somministrando un antibiotico da alcuni giorni ma la temperatura non scende mai al disotto dei 37 °C. Che cosa posso fare per aiutarlo? Anna Gentile signora, quest’anno il virus influenzale è particolarmente resistente e provoca dei rialzi termici anche molto prolungati, insensibili a qualsiasi tipo di terapia antibiotica. Le giornate con febbre possono diventare 6/7, anche non continuative. Le complicanze respiratorie in questo periodo sono alquanto frequenti e variano dalle bronchiti semplici alle broncopolmoniti e polmoniti. Ecco perché è decisamente importante seguire l’andamento della patologia influenzale sin dai primi segni e sintomi di raffreddamento, soprattutto se i bambini hanno un’età inferiore ai 24 mesi. Diventano cruciali, inoltre, alcuni semplici consigli che recentemente la Società Italiana di Pediatria ha diffuso in maniera capillare grazie all’ausilio dei mass media per prevenire il diffondersi del virus influenzale fra i nostri piccoli pazienti. Ricordiamo a tal proposito di lavare frequentemente le mani dei nostri bambini, soprattutto quando tornano da scuola; vestiamoli in modo adeguato (né troppo né poco); se possibile, non facciamo scambiare ciucci e/o posate tra di loro. Idratiamoli bene invogliandoli a bere piccoli sorsi d’acqua a temperatura ambiente. Garantiamo sempre quantità adeguate di frutta e verdura durante la giornata. Qualora prescritte dal pediatra non dimentichiamo mai di somministrare le vitamine; curiamo il raffreddore sin dai primi segni attraverso frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica o isotonica; evitiamo se possibile il contatto fra i nostri bambini e persone con sintomi influenzali, arieggiamo gli ambienti chiusi frequentemente. Usiamo l’antipiretico rispettando i corretti dosaggi e intervalli di somministrazione. Se, infine, si tratta di bambini che rientrano nelle categorie consigliate, non dimentichiamo di garantire loro il vaccino anti influenzale. * Pediatra


SALE IN ZUCCA di Raffaella Marciano*

Sale in zucca è uno spazio dedicato alla persona ed offre consigli e riflessioni per prendersi cura di sé. Continuiamo questo mese il viaggio nel mondo delle emozioni facendo tappa nella valle della tristezza

“T

La valle della tristezza

u non sei quello che sembri nei momenti di tristezza. Sei molto di più”. (Paulo Coelho). La cultura occidentale demonizza la tristezza riconducendola ad un malessere, senza comprendere a pieno la sua reale funzione. Questa emozione è quasi totalmente negata dalla nostra società che rimanda a tutti l’equazione tristezza uguale malattia, malattia uguale fallimento. Non c’è equazione peggiore. La tristezza, come le altre emozioni, ha un ruolo fondamentale per la nostra sopravvivenza. Nello specifico, segnala l’attivazione del nostro sistema di attaccamento che ci consente di richiamare l’attenzione dell’altro per soddisfare bisogni essenziali. Il pianto di un neonato, ad esempio, segnala alla mamma l’ora della poppata. Per gli esseri umani, la vicinanza e il sostegno della rete sociale di appartenenza è fondamentale. E la tristezza ci dà la possibilità di riconoscere relazioni importanti e necessarie. La tristezza ci permette di elaborare eventi spiacevoli facendoci stare con il dolore. Questa importantissima funzione ci aiuta a ritrovare den-

tro di noi la forza per reagire, cercare il cambiamento, andando oltre il dolore, alla ricerca di un nuovo e migliore equilibrio. Come per la rabbia, di cui abbiamo parlato lo scorso mese, la tristezza è un’emozione fisiologica e transitoria se vissuta nella sua essenza. Purtroppo può essere mantenuta nel tempo a causa di diversi fattori, tra cui la valutazione negativa e prolungata che l’uomo fa di determinati eventi, tanto da provocare l’insorgenza di momenti di disagio o veri e propri stati depressivi. Per evitare tutto questo sarebbe opportuno educarsi a saper esprimere e a sentire la propria tristezza in modo sano, imparando che ci si può affidare al prossimo per risollevarci, senza aver timore di non essere soccorsi o di sembrare falliti. Siamo “esseri interconessi” gli uni con gli altri, che si nutrono di emozioni, e non isole distanti l’uno dall’altra. Prossima tappa: la gioia. *psicologa psicoterapeuta

Per info, scrivete alla mail dottoressa.marciano@gmail.com

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QUI REGIONE di Andrea Pellegrino

Il presidente De Luca ha presentato il nuovo piano ospedaliero regionale. Aumentano i posti letti e sono in arrivo 4mila assunzioni

La sanità ai tempi di Vincenzo

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na rivoluzione nella sanità della Campania. Vincenzo De Luca annuncia il suo piano ed anche la realizzazione del nuovo ospedale di Salerno. Il Ruggi d’Aragona sarà costruito ex novo e sorgerà (o dovrebbe sorgere) nell’ex area Finmatica della città capoluogo. I fondi sarebbero stati già stanziati, mancherebbero il progetto (si parla di un concorso d’idee) e il via libera sui suoli che un tempo avrebbero dovuto ospitare il Polo informatico di Crudele.

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Per la Campania, invece, De Luca ha già predisposto il nuovo piano ospedaliero con tanto di assunzioni. Quattromila gli addetti previsti. L’accordo sarebbe stato già firmato con il Ministero della Sanità che dovrebbe trasferire 170 milioni di euro per l’edilizia sanitaria. Secondo le recenti decisioni assunte dalla Regione, anche con le cliniche accreditate «saranno stipulati accordi biennali» mentre è stata prevista «una procedura più snella per consentire l’apertura di nuovi studi medici e dentistici senza la palude burocratica». «Stiamo proponendo una svolta radicale - ha spiegato il governatore Vincenzo De Luca - e adesso possiamo concentrarci sui miglioramento dei Lea, i livelli di assistenza. Abbiamo raggiunto già risultati eccellenti per i parti cesarei, per le operazioni al femore, per le vaccinazioni, per i centri diabetologici. Entro l’estate vogliamo liberarci del macigno dei debiti della sanità campana come già abbiamo fatto per l’Eav. E proprio l’aver mes-

so ordine nei conti ha consentito ad esempio il recupero di 600 milioni di euro grazie alla cosiddetta premialità. Questo ci consente oggi di proporre l’assunzione di oltre 4000 dipendenti mantenendoci entro una griglia di sicurezza». Infine l’abolizione del ticket: il provvedimento è in vigore dal 15 gennaio per cui chi avesse già pagato può chiedere il rimborso. «Sulle prestazioni di specialistica ambulatoriali ha spiegato ancora De Luca - gravano due diverse forme di compartecipazione alla spesa: un ticket pari alla tariffa della prestazione, fino al tetto massimo di 36,15 euro per ricetta. Il paziente paga, dunque, una quota variabile con il massimo di 36,15 euro a ricetta; il cosiddetto superticket di 20 euro, a sua volta composto da due quote di 10 euro sulla ricetta. Una quota regionale ed una quota statale. La Regione ha, infatti, eliminato il ticket regionale di 10 euro quando il costo delle prestazioni sanitarie prescritte è inferiore ad 56,15 euro».


SCUOLA & UNIVERSITà di Martina Nacchio Un gruppo di studenti

In Nigeria a causa della povertà molti bambini non vanno a scuola. Don Anthony grazie al contributo dell’associazione “Oltre confini Profile Onlus” ha costruito un istituto, base solida per il futuro della sua comunità

Dall’Agro all’Africa, per costruire la scuola della speranza

A

lzarsi la mattina, infilare in fretta i vestiti, le scarpe, il grembiule e correre a scuola. Sembra scontato che questa sia la consuetudine universale. Eppure non è così. Secondo l’Unicef la scolarizzazione è un diritto negato ancora a 123 milioni di bambini dei Paesi poveri del mondo. Un fenomeno così lontano dalle nostre realtà da risultare inafferrabile. Ci riguarda più di quanto crediamo. Un passo alla volta, un gesto concreto dopo l’altro, il cambiamento può partire da ognuno di noi. Ne è testimonianza l’opera che sta compiendo l’associazione “Oltre Confini Prolife Onlus” dal 2013 a sostegno di una comunità del Sud-Est della Nigeria. Si tratta di una popolazione povera, priva dei mezzi di sussistenza, i cui bambini sono vulnerabili e con un futuro incerto. Un popolo con un’unica, grande ricchezza: la fede. Il parro-

co di questa comunità è don Anthony Ibe. Da anni si adopera per assicurare alla sua gente un futuro migliore. Grazie alla sua tenacia – e alla Provvidenza – ha creato un ponte di mani fraterne, che da Pagani lo sta aiutando nel suo progetto: costruire una scuola e un ambulatorio per i bambini della sua comunità. Un solo progetto davanti a Dio. Don Anthony raggiungerà il traguardo dei venticinque anni di sacerdozio la prossima estate. «Non ho niente da mettere davanti a Dio, se non questo progetto» dice. Il sacerdote nigeriano giunge in Italia nel 2001, mandato dal Vescovo per approfondire la sua vocazione di aiuto ai malati. A Roma studia Teologia Pastorale Sanitaria. In seguito consegue il dottorato in Bioetica. Il suo obiettivo è formarsi il più possibile per salvare la su-

a gente, che quotidianamente muore per mancanza di medicinali. Durante gli anni di studio in Italia invia al suo paese tutto ciò che riesce a racimolare per le cure sanitarie di malati e anziani. Inoltre, studia per comprendere al meglio come preservare la salute dei bambini. «Bisogna prenderli da piccoli – specifica – e farli crescere forti». Durante la beatificazione di Tommaso Fusco conosce la comunità religiosa paganese. Arriva nella città di sant’Alfonso nel 2002, prima nella chiesa del SS. Corpo di Cristo, poi a Santa Maria del Carmine. Il sogno si concretizza. È in questa comunità che riesce a dar forma al suo desiderio: trovare i mezzi per costruire un futuro migliore per la sua gente. Nasce “Oltre Confini Prolife Onlus – associazione missionaria”, gemellata con la medesima reFEBBRAIO 2018 Insieme

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SCUOLA & UNIVERSITà

altà nigeriana. «Devo ringraziare don Vincenzo Di Nardi, la comunità parrocchiale e soprattutto la famiglia di Marco Guidone per quanto si è fatto in questi anni. Da quando mi hanno detto che mi avrebbero aiutato, non si sono mai tirati indietro». Due volte all’anno, in estate e nel periodo natalizio, l’associazione organizza spettacoli di beneficenza per raccogliere fondi. La costruzione della scuola è quasi ultimata. «Accogliamo per il momento 93 bambini – racconta don Anthony –. Con noi compiono il percorso di scuola media e superiore. Oltre che i libri e tutto l’occorrente per studiare, diamo loro la divisa, le scarpe, un pasto ogni giorno e anche alcune medicine. Abbiamo sostenuto una decina di ragazzi particolarmente bisognosi già durante la scuola elementare. Ora li abbiamo richiamati nella nostra struttura». Gran parte degli studenti sono donne. «Hanno più voglia di studiare e i piedi per terra. Ma anche i maschi che seguiamo sono molto disciplinati» sorride. Il prossimo passo sarà costruire un ambulatorio. Don Anthony accudisce i bambini, gli anziani e tutti i malati della sua comunità mettendo a frutto le sue competenze. Un valore che ha voluto trasmettere anche alle altre diocesi. «Da sette anni celebriamo la Giornata mondiale del malato. Prima proponiamo un seminario per gli infermieri e chi assiste i malati, poi dopo la Messa andiamo nei villaggi. Diamo agli ammalati la comunione, portiamo del cibo e alcune medicine». Nei suoi occhi c’è l’entusiasmo di chi sta cercando di costruire qualcosa di grande e necessario. «Non è facile portare avanti quest’opera. Ogni volta devo pensare a come fare per venire a capo di tutti i costi. A causa della povertà diffusa il volontariato è quasi impossibile. Bisogna pagare, anche se poco, chi presta servizio e pensare a tutte le necessità». Le difficoltà so-

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no tante ma non offuscano il progetto sempre più ambizioso che don Anthony ha in mente: diffondere sempre di più l’assistenza sanitaria nel Paese e formare al meglio i ragazzi per assicurare loro un lavoro. Un mestiere in mano. «Non basta istruirli, bisogna dar loro i mezzi per sopravvivere. Questi ragazzi non hanno niente e questo li rende vulnerabili. È la situazione che fa le persone, le induce a vivere in modo sbagliato» sottolinea. Don Anthony punta per questo a formare ogni giovane in un determinato mestiere: dalla sartoria alla falegnameria, dalla meccanica all’elettronica. Tutti i macchinari sono ancora da acquistare. Un pezzo alla volta quest’opera grande, disegnata da Dio, troverà compimento e porterà giovamento all’intera comunità. «Se trovano lavoro possono fare qualcosa per sé e poi crescere. Se loro hanno ricevuto gratuitamente, allora potranno con lo stesso spirito aiutare gli altri». Martina Nacchio

Don Anthony benedice gli ammalati

La Giornata dei malati


SCUOLA & UNIVERSITà - news

Diploma in quattro anni, via alla sperimentazione in 100 scuole

I

l diploma in quattro anni è realtà anche in Italia. Lo scorso dicembre il Miur ha pubblicato l’elenco delle 100 scuole ammesse alla sperimentazione dei percorsi quadriennali. L’avviso pubblico, aperto a indirizzi liceali e tecnici, è stato emanato lo scorso ottobre e ha visto prevalere i licei, che rappresentano il 75 per cento degli istituti che affronteranno la sperimentazione. Soprattutto al Nord avrà il via la sperimentazione, con 44 scuole scelte, seguito dal Sud con 33 istituti e dal Cento con 23. Tra le scuole che affronteranno la sperimentazione, limitata ad una sola classe, non ci sono al momento istituti del salernitano.

A Sarno, la scuola dei grandi

È

partita a Sarno per il secondo anno la scuola per gli adulti. Nati grazie alla sinergia tra l’assessorato alla pubblica istruzione, guidato da Vincenzo Salerno, il Provveditorato e il Cipia, i corsi sono due: uno di alfabetizzazione e certificazione linguistica per gli extracomunitari e l’altro per gli italiani che vogliano avere accesso alla qualifica professionale. Le lezioni si tengono di pomeriggio presso la scuola media Amendola, guidata dalla dirigente Antonella Esposito. Questo progetto è un’occasione di ulteriore integrazione per i tanti extracomunitari presenti, sia residenti che richiedenti asilo, e si associa a tutte le altre attività promosse dall’amministrazione in collaborazione con le realtà del territorio, anche grazie all’aiuto della consigliera comunale Cleopatra Chibomba. Progetti per i quali l’amministrazione Canfora è stata premiata anche dalla Regione Piemonte.

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CULTURA L'ANGOLO DELLE RECENSIONI

di Mariarosaria Petti

Questa navicella sta entrando in orbita. Diario di bordo di una famiglia adottiva Autore: Christian Cinti e Michela Serangeli Editore: Tau Editrice Prezzo: € 14,00 Christian e Michela sono i genitori adottivi di Miguel Angel e Moises David, due piccoli colombiani. Nelle pagine della pubblicazione intrecciano ironia e spiritualità, restituendo al lettore la fatica e la bellezza di un’adozione transoceanica. La navicella spaziale in questione si chiama “famiglia” e gli autori cercano di portarla in orbita nonostante le turbolenze.

Hai coperto la mia vergogna Autore: Anne Lécu Editore: San Paolo Prezzo: € 16,00 “Vestizione” e “spogliazione” aprono e chiudono il percorso della storia della salvezza biblica. Ne conduce una ricerca – in forma di inchiesta – Anna Lécu, consacrata e medico, che lavora nelle carceri francesi, a contatto quotidiano con le ferite delle donne. Il lettore compie un cammino nel “paese delle tuniche” dove incontrare pudori, nudità, vergogna, ma anche la pelle e i vestiti che le ricoprono.

La rondine che voleva vedere l’inverno Autore: Philip Giordano Editore: Lapis Prezzo: € 13,50 Lettura consigliata ad un pubblico di piccoli lettori, dai tre anni in su. È la storia di una rondine, Marta, che all’arrivo dell’autunno decide di non mettersi in viaggio ma di restare. Vuole assolutamente sapere come è fatto l’inverno. Un testo che sollecita la curiosità dei bambini, grazie anche alle pregevoli illustrazioni. Una lezione sull’amicizia, che fa bene anche ai più grandi.

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Cittadini e politici Autore: Davide Mingrino Editore: Youcanprint Prezzo: € 7,00

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na raccolta di massime di don Luigi Sturzo, che dalla A alla Z restituiscono al lettore importanti temi della vita spirituale. È il lavoro compiuto da Davide Mingrino – sposato, padre di tre figli e funzionario pubblico – che a 18 anni sceglie di approfondire la biografia del sacerdote fondatore del Partito Popolare Italiano. Le ricerche di oltre 30 anni conducono ad un unico approdo: l’attività di Sturzo non è da confinare nel recinto della sola dottrina politica. «La dimensione morale e religiosa di questo uomo di Dio – scrive l’autore nell’introduzione – ha alimentato la sua vita umana e politica e il suo amore a Dio e al prossimo lo ha portato a cercare di nutrire la vita spirituale di tutti quelli che gli si accostavano e che continuamente gli si avvicinano nella lettura dei suoi libri». Mingrino destinerà il ricavato delle vendite della pubblicazione alle spese necessarie per il processo di beatificazione di Sturzo, per il quale prega quotidianamente. Un motivo in più per acquistare il libro. M. P.


APPUNTAMENTI CULTURALI

a cura di Martina Nacchio

Arriva Carnevale. È un mese colorato quello che ci aspetta in moltissime città. Carri allegorici, tradizioni popolari, sfilate e balli, gli eventi sono numerosissimi in tutta la Campania. Agropoli e Maiori nel salernitano, Colle Sannita nel beneventano, Flumeri, Mercogliano, Quindici, Serino e Montemarano nell’avellinese, Striano, Saviano, Afragola e Palma Campania nel napoletano, Marcianise e Monteverna nel casertano, questi sono solo alcuni dei paesi che si vestiranno a festa nella seconda settimana del mese con programmi e itinerari tutti da scoprire. Mostra azzurra. Sarà aperta al pubblico fino al prossimo 28 febbraio la mostra “Il Napoli nel mito – storie, campioni e trofei mai visti” al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’allestimento, curato dall’architetto Andrea Mandara, è nato dalla sinergia tra il Mann e la SSC Napoli. In esposizione in tre sale tutti i trofei vinti dalla squadra partenopea e materiali e cimeli dell’associazione “Momenti Azzurri”, che ricostruiscono la storia del club azzurro. La mostra è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 9.00 alle 19.30. Il costo del biglietto è di 12 euro. A spasso nella Reggia. Tra storia e verde la Reggia di Carditello a San Tammaro, in provincia di Caserta, si presenta come meta per la passeggiata domenicale. L’associazione Agenda 21 propone per tutte le domeniche di febbraio, marzo e aprile visite guidate nel sito a titolo gratuito. Treno per Pietralcina. Il viaggio nelle carrozze d’epoca che conducono a Pietralcina, dopo il successo dello scorso anno, viene riproposto nel 2018. L’iniziativa dei treni turistici “Sulle orme di Padre Pio”, nata dalla volontà della Fondazione FS e della Regione Campania, prevede due corse mensili per Pietralcina con partenza da Napoli e Salerno. Prevista per il 4 febbraio la partenza da Napoli e il 18 febbraio quella da Salerno.

IN SALA

F

di Donato D’Elia

ebbraio è, a Hollywood, il mese dei premi, con il culmine della Notte degli Oscar, fissata quest’anno per il 4 marzo. Le uscite italiane si adeguano e troviamo in sala, in questo periodo, i grossi calibri che si contenderanno a Los Angeles le ambite statuette. Vogliamo quindi parlarvi, questo mese, di due film che hanno già raccolto premi importanti in giro per il mondo, una fiaba delicata e romantica e una commedia irriverente e divertente.

Iniziamo da “La forma dell’acqua” di Guillermo del Toro, già vincitore del Leone d’Oro alla Mostra di Venezia 2017 (prima volta per un fantasy, un evento storico) e di due Golden Globe, una fiaba senza tempo né età, che ha tutte le carte in regola per diventare un grande classico. Cos’è, in sostanza, una fiaba? È un racconto esemplare ed edificante che attinge direttamente a elementi della tradizione popolare per riplasmarli ogni volta e parlare al mondo contemporaneo. In questo senso, qui siamo davanti ad una delle più belle e riuscite fiabe degli ultimi anni. Omaggi alla fantascienza da Guerra Fredda, a partire dall’ambientazione collocata nel 1962, al thriller di spionaggio, al musical classico, al film d’avventura spielberghiano, una meraviglia per gli occhi e per il cervello. Esce il 14 febbraio, approfittatene per passare al cinema un San Valentino che non dimenticherete. Arriva in sala il 22 febbraio, invece, “The Disaster Artist” dell’attore e regista James Franco, insignito di un Golden Globe per la sua trascinante interpretazione. “The Room” di Tommy Wiseau, oltreoceano, si è conquistato negli anni lo status di cult assoluto come film più brutto della storia del cinema. Ma di un brutto sublime, inconsapevole, assolutamente oltre. Il film di Franco racconta la nascita e lo sviluppo di questo folle progetto. Commedia formidabile e anomala parabola sull’american dream, che, tuttavia, non si ferma al lato comico della vicenda, riuscendo nell’intento di non trasformare la storia di questa produzione disastrosa in una parodia. FEBBRAIO 2018 Insieme

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CULTURA ARTE... RISCHI

di don Natalino Gentile

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO

di Salvatore Alfano

L’agnello medievale conservato nella Badia Benedettina della SS. Trinità a Cava de' Tirreni

L'ostensorio in foto, proveniente dalla Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore, è un altro ottimo esempio di argenteria napoletana. L'opera di Nicola Cangiani datata 1706, come attestano l'incisione e il punzone sul bordo del piede, ha una forma slanciata e presenta dalla base al fusto un motivo decorativo naturalistico di tradizione seicentesca. Interessante anche la raggiera e la croce trilobata che ne conclude la sommità. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

L’Agnello nascosto

S

pesso vi sono elementi artistici così preziosi e, a volte, così nascosti. Sembrano quasi sfuggire allo sguardo dei distratti per mostrarsi solo a chi, più attento, riesce a scovarli. Come il caso di molti bassorilievi scolpiti al di sotto di un piano visibile, come alcune sporgenze di pulpiti antichi. Noi non abbiano in diocesi elementi simili, come si trovano nelle diocesi limitrofe, tipo Amalfi e Salerno. I nostri risalgono ai secc. XVIII-XX.

Con una datazione sicura, come ci convince il distico: “Abbas cui Xrs donet vitam sine fine – hoc opus est factum te precipiente Marine (l’Abbate cui Cristo doni una vita senza fine – questa opera è stata realizzata con il tuo ordine, o Marino). E l’abate Marino è datato 1146-1170.

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Foto Salvatore Alfano

Ma questo non ci impedisce di allontanarci qualche chilometro e sostare nella settecentesca basilica della Badia di Cava. Fermiamoci per un attimo all’ambone cosmatesco, prezioso per i suoi mosaici e le tessere dorate che lo adornano. Non guardiamo solo i leoni stilobati o le colonne tortili: alzando lo sguardo, sotto una piccola sporgenza, ecco lo splendido agnello aureolato. Straordinario, con la scrittura in verticale ai lati Agnus Dei e quella croce con la forma apicale di un fiore che prelude la Resurrezione.


IN VERSI di mons. Giuseppe Giudice

NELL'ORTO Nell’orto alquanto sgualcito c’è solo un fiore fiorito o lasciato dal freddo come segno indeciso memoria di ieri profumo di futuro ed oggi nell’orto non ancora arricchito solo un fiore è deciso a dire e a ripetere a te che sei sceso che la vita nonostante il freddo è sempre in ripresa. Speranza decisa è questo fiore mai marcito

(Foto Salvatore Alfano)

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

MESSAGGIO DI QUARESIMA

Io che sono polvere e cenere Abramo commuove il cuore di Dio e cambia le sorti della città con l’insistenza e la preghiera. Ecco l’itinerario che il vescovo Giuseppe propone a ciascuno per vivere la Quaresima e giungere stupiti al mattino di Pasqua Carissimi, la carta di identità dell’uomo ferito e questuante, ma sempre anelante alla Pasqua, è ben descritta dalla parola di Abramo, mentre sta alla presenza del Signore in un momento di difficoltà per la città: io che sono polvere e cenere (Gen 18, 27). Abramo, visitato da Dio alle Querce di Mamre (Gen 18), ci aiuta a conoscere profondamente la nostra identità di creature, fatte di polvere e cenere, cioè di niente. Ma quest’uomo, inconsistente, sa di essere dinanzi al suo Signore, e pur sapendo di essere polvere e cenere, ardisce parlare; la creatura dinanzi al Creatore acquista la sua dignità e consistenza: Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere (Gen 18, 27). Abita qui il segreto della preghiera e del colloquio con Dio, il Creatore e Padre (cfr Mt 7, 7-11). Questo uomo, l’uomo di sempre, fragile e forte, luce ed ombra, terra e cielo, osa aprire la bocca dinanzi al suo Signore; osa chiedere, domandare, non tanto per sé, ma innanzitutto per gli altri e per far conoscere che Dio è giusto. E Abramo, dinanzi alla distruzione di Sodoma, si mette a contrattare con il suo Signore, dichiarandosi così esperto in economia della salvezza.

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Abramo, sec. XVII

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Davvero sterminerai il giusto con l’empio? (Gen 18, 22). E comincia, per un senso di giustizia senza la quale non c’è carità, la contrattazione sindacale con il suo padrone, il suo Dio che, scendendo e scontando, alla fine risponde: Non la distruggerò per riguardo a quei dieci (Gen 18, 32).


Abramo, nostro padre nella fede, è riuscito a commuovere il cuore di Dio, Padre di misericordia e di giustizia, e a cambiare le sorti della città con l’insistenza e la potenza della preghiera. L’uomo, questuante e penitente, convegno di punti interrogativi, sempre risponde: Dio degli eserciti, ritorna!/ Guarda dal cielo e/ vedi e visita questa vigna,/ proteggi quello che la tua destra ha piantato/il figlio dell’uomo che per te hai reso forte (Sal 80, 15-16). Questo uomo, cumulo di domande, come il cieco di Gerico, grida: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! (Lc 18, 38) ed ha anche l’ardire di gridare più forte davanti a coloro che lo rimproverano. Polvere e cenere nelle mani di Dio è la materia della nostra creaturalità che, in Lui, si fa figlio e figlio amato. E la contrattazione nella storia biblica scende fino a concentrarsi nel Figlio, il solo Giusto, offerto per noi sulla croce. Per questo figlio che sempre chiede, Dio risponde donando suo Figlio: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non

vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. (Gv 3, 16-21). Ed è questo il nostro itinerario quaresimale, pasquale e battesimale, che ci conduce allo splendore dell’alba di Pasqua: dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia e, in Lui, la cenere è dispersa e la polvere brilla come il sole del mattino di Pasqua per accogliere con stupore la visita del Signore. Vi benedico

† Giuseppe, vescovo

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Foto Salvatore Alfano (3)

Logo della Visita Pastorale realizzato dall'architetto Angelo Santitoro

Il Vescovo ha annunciato la Visita Pastorale e ha consegnato la Lettera Oggi devo fermarmi a casa tua durante il Pontificale dell’Epifania

Un momento della Celebrazione del 6 gennaio

Un fiume privilegiato di grazia

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n territorio dai tanti talenti, ma anche fragilità. Una terra da visitare e incontrare. Con queste premesse monsignor Giuseppe Giudice ha indetto la Visita Pastorale alla diocesi di Nocera Inferiore – Sarno. Nella solennità dell’Epifania, il Vescovo ha presentato il percorso che caratterizzerà la Chiesa nocerino-sarnese dalle Ceneri del 2018 alla Pentecoste del 2010. «Sarà per tutti coloro che vorranno aprirsi alla luce della fede un tempo privilegiato di grazia. Un fiume di grazia – ha detto monsignor Giudice nell’omelia pronunciata nella cattedrale di San Prisco – dovrà invadere il nostro territorio, ricco di possibilità, ma sempre fragile, ferito e deturpato, spazio concreto per la nostra santificazione, habitat sempre da bonificare e profumare, sin negli anfratti e nelle pieghe più nascoste, dove il male può annidarsi, mettere radici e

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La commissione

Il Vescovo non sarà solo durante gli anni della Visita Pastorale, ma sarà accompagnato da una Commissione diocesana che sarà in carica fino al completamento della Santa Visita. Il gruppo è formato dal vicario generale, monsignor Giovanni Iaquinandi, don Enzo Di Nardi, monsignor Mimmo Cinque, padre Aldo D’Andria, don Salvatore Agovino, don Nello Nappo, dal diacono don Rosario Mormone, dai laici Anna Aprea, Salvatore D’Angelo, Agnese Senatore, Antonietta Abete, Salvatore D’Amato, Angelo Santitoro, da suor Maria Fara Filippone in rappresentanza delle religiose e da don Antonio Adinolfi, delegato per la pastorale.


Don Salvatore Fiocco, Cancelliere diocesano legge il Decreto di indizione della Visita Pastorale

L’agenda

Il 14 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, sarà giornata di preghiera e digiuno per l’inizio della Quaresima e della Visita Pastorale. Il Vescovo presiederà la Celebrazione alle 19.30 nella parrocchia di San Matteo, a Nocera Inferiore. Giovedì 15 febbraio, alle 19.30, è in programma la Tappa Ecclesiale presso l’Auditorium Sant’Alfonso di Pagani. Un momento di riflessione e incontro con le commissioni parrocchiali delegate alla Visita Pastorale per conoscere e approfondire gli aspetti della Lettera Oggi devo fermarmi a casa tua. Il documento sarà presentato da monsignor Beniamino De Palma, arcivescovo emerito di Nola. La Visita Pastorale prenderà il via dalla forania di Sarno. La prima parrocchia che accoglierà il Vescovo sarà quella di San Sebastiano, guidata da don Ciro Zarra, a partire dal 25 febbraio. Il calendario aggiornato con i programmi parrocchiali sarà pubblicato sul sito internet www.diocesinocerasarno.it.

prolificare e dove tanti, non attenti al bene comune, pensano ancora di violentarlo, approfittandone per i propri interessi». Il Vescovo ha parlato della strada da intraprendere: «Come i Santi Magi ora, per non incrociare Erode e le sue strade di morte, bisogna tornare al paese per un’altra strada. La Chiesa ha sempre un’altra strada da percorrere per evitare il male e la morte e ritornare, attraverso il paese dell’anima, ai nostri territori, alle case, che sempre attendono una visita salutare dai testimoni che esclamano: Abbiamo visto il Signore!». «Viene il Vescovo, viene il Signore!», questa frase delle prime comunità cristiane accompagnerà il prossimo triennio. «Rinverdendo la fede ecclesiale, oggi alquanto offuscata, anche noi lo dobbiamo ripetere con

gioia nuova e densa di stupore. Così nella fede, e solo nel dinamismo della fede si comprende l’originalità della Visita Pastorale, che prende le distanze, per profondità e significato, da qualunque altra visita, pur lodevole, ma solo umana e gratulatoria». «La Santa Visita – ha aggiunto monsignor Giudice – è e vuole essere un prolungato e rinnovato atto di amore alla Chiesa, a questa Chiesa da amare. Così, con lo stesso entusiasmo e gioia, chiedo ai bambini, ai fanciulli, agli adolescenti, ai giovani e a tutti i piccoli, di accogliere il vescovo che viene, questo vescovo e non quello dei miei sogni e delle mie nostalgie, quale segno del Signore che visita il suo popolo, affinché la fresca novità della Pasqua raggiunga ogni Città e ogni Casa».

Il Vescovo consegna la Lettera Oggi devo fermarmi a casa tua ai rappresentanti del popolo diocesano

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Il Vescovo Giuseppe taglia il nastro dopo la benedizione del Magazzino

È stato inaugurato, lo scorso 10 gennaio a San Valentino Torio, il “Magazzino della solidarietà”, un deposito di generi alimentari finanziato con i fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica

La solidarietà si fa magazzino

«È

necessario un grande e quotidiano atteggiamento di libertà cristiana per avere il coraggio di proclamare, nella nostra città, che occorre difendere i poveri, e non difendersi dai poveri, che occorre servire i deboli e non servirsi dei deboli». Così papa Francesco si esprimeva durante l’omelia del Te Deum di ringraziamento della solennità di Maria SS. Madre di Dio nel 2014. È questo lo spirito con cui il vescovo della diocesi Nocera Inferiore-Sarno, monsignor Giuseppe Giudice, ha inaugurato, lo scorso 10 gennaio, il “Magazzino della solidarietà” a San Valentino Torio. Si tratta di un deposito di generi alimentari, finanziato con i fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, in cui le Caritas parrocchiali e gli enti caritatevoli potranno rifornirsi in caso di necessità. Il magazzino è la seconda opera segno del Giubileo della Misericordia, dopo l’inaugurazione della Iuvenescit Ecclesia, una casa per le aggregazioni laicali diocesane. «Quando in una città i poveri e i deboli sono curati, soccorsi ed aiutati a promuoversi nella società, essi si rivelano il tesoro della Chiesa e un tesoro nella società», continua il Papa. Il Magazzino della solidarietà, gestito dalla Cooperativa Priscus, è la terza opera al servizio dei deboli della Caritas diocesana, guidata da don Alessandro Cirillo. Già attive le strutture di Casa Betania, destinata all’accoglienza dei senzatetto, e Casa Cuore di Famiglia, in cui sono accolti nuclei familiari segnalati dai servizi sociali. Grazie al deposito, gli enti caritatevoli potranno rispondere più concretamente alle necessità alimentari degli indigenti e risolveranno problemi di tipo logistico, quale il trasporto dei viveri. La Caritas

metterà, infatti, a disposizione un furgone per le parrocchie che non hanno mezzi. Inoltre, il camioncino della solidarietà sarà adoperato per trasportare le donazioni di generi alimentari che si spera arriveranno. Tendere la mano ai bisognosi significa non solo dar loro da mangiare, ma sostenerli e farli riemergere dalla solitudine e dall’abbandono in cui la società li ha relegati. Seguendo questa missione, il magazzino vuole essere un gesto concreto per la realizzazione del passaggio dalla “solitarietà” alla solidarietà. Quest’opera è, infatti, solo la prima pietra di un progetto più grande. Il desiderio del vescovo Giuseppe è che là dove oggi c’è un deposito sorga un emporio alimentare, ossia un luogo in cui le persone bisognose possano recarsi personalmente per prendere ciò che serve per la loro mensa. Martina Nacchio

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VITA ECCLESIALE Il seminarista Giuseppe Villani al centro della foto con gli altri seminaristi della diocesi

Proclamare la Parola

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iovedì 11 gennaio, il seminarista Giuseppe Villani ha ricevuto il lettorato presso il duecentesco monastero domenicano di Sant’Anna a Nocera Inferiore, durante la celebrazione presieduta dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice. Il lettorato è il primo dei ministeri istituiti e spesso è poco compreso o sottovalutato. Il 26 marzo scorso, Giuseppe ha ricevuto l’ammissione agli ordini, primo “Sì” tendenzialmente definitivo al sacerdozio. Il ministero del lettorato è un ulteriore passo verso il presbiterato, un ministero che la Chiesa gli ha affidato per la proclamazione della Parola di Dio. Il lettore è un mediatore tra Dio, che rivolge la sua Parola, e la comunità cristiana che l’ascolta e la fa propria. Non trasmette ai fratelli una parola sua e neppure della Chiesa, ma la parola di Dio. I compiti di un lettore istituito sono vari e vanno dalla proclamazione della Parola alla catechesi, dalla preparazione degli stessi lettori a quella del luogo della proclamazione. La scelta di istituire lettore Giuseppe nel monastero delle domenicane non è stato un caso. Sappiamo, infatti, che il carisma di san Domenico e del suo Ordine è la predicazione. Il Vescovo ha più volte richiamato la santità del fondatore come esempio eloquente dell’annuncio coraggioso della Parola di Dio. Al termine dell’omelia, monsignor Giudice ha esortato Giuseppe ad essere proprio come san Domenico, il quale si dice che di giorno parlasse di Dio e di notte parlasse con Dio. Antonio Padovano Sorrentino

Esercizi spirituali

Ministero del lettorato per il seminarista Giuseppe Villani. Lo scorso 11 gennaio la celebrazione è stata presieduta dal Vescovo nel monastero di Sant’Anna a Nocera Inferiore

La Cattedrale di San Prisco ha accolto il corso di Esercizi Spirituali con i laici dal 29 gennaio al primo febbraio. Si tratta di un appuntamento diventato tradizionale, che come di consueto ha visto la partecipazione di centinaia di laici che hanno animato le serate di riflessione guidate dal Vescovo. Monsignor Giuseppe Giudice ha affrontato il tema “Storie di famiglia. Leggiamo il libro di Tobia con il Vescovo”.

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Formazione musicale Un corso per le corali diocesane. Tre appuntamenti da non perdere

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iniziato lo scorso 24 gennaio, nella casa Iuvenescit Ecclesia il corso di formazione per direttori di coro, musicisti e cantori organizzato dall’Ufficio di musica sacra della diocesi. Scopo dell’iniziativa è offrire l’opportunità di intraprendere un cammino di formazione che risponda il più possibile alle esigenze concrete della nostra Chiesa diocesana e aiuti ad acquisire consapevolezza del ruolo della musica nella liturgia, in conformità con le direttive generali esistenti in materia. Ad inaugurare l’evento è stato il maestro don Franco Di Fuccia, direttore del Coro Pompeiano del santuario di Pompei che, dopo il saluto del nostro vescovo Giuseppe, ha illustrato i

criteri di selezione del repertorio nei vari momenti della liturgia. Restano ancora due incontri “Il ruolo del canto e del coro nella liturgia” e “Il canto come preghiera” durante i quali interverranno i maestri don Domenico De Risi e fra’ Gennaro Becchimanzi. Il primo appuntamento è il 26 febbraio sempre nell’auditorium della casa Iuvenescit Ecclesia, il secondo è il 18 aprile nella Cattedrale di San Prisco. L’auspicio dei responsabili del settore musica sacra è che, a partire da quest’anno, il corso possa divenire un appuntamento consueto per approfondire le conoscenze in questo ambito, alcune volte ancora troppo sottovalutate e lasciate all’improvvisazione.

Il medico Santo in visita agli ospedali

In occasione del trentennale della canonizzazione di san Giuseppe Moscati, le sue reliquie hanno visitato gli ospedali della provincia di Salerno. Si è trattato di un importante momento di riflessione sul pensiero e sulla spiritualità del Santo, da sempre oggetto di devozione e punto di riferimento per la classe medica. Il 26 gennaio l’urna con le reliquie ha fatto tappa all’ospedale di Nocera Inferiore.

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

Nella grotta dei maiali Sono passati 160 anni dal giorno in cui la Madonna apparve a Bernadette. Torniamo a Lourdes per sottolineare un aspetto di quegli eventi sempre vivi nel cuore di chi crede

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da e disadorna, fa pensare a quel Dio che entra nei vicoli oscuri della storia per portare la sua luce. Proviamo a capire.

Quella che oggi tutto il mondo chiama la Grotta di Massabielle, al tempo delle apparizioni era conosciuta come la grotta dei maiali. Un posto poco raccomandabile e piuttosto indecente per un evento straordinario. Eppure anche questa scelta porta il marchio di fabbrica, fa pensare a Colui che è nato in una grotta fred-

Il luogo scelto dalla Madonna non sembra proprio quello più adatto per parlare di cose celesti. Quello che oggi è la località più visitata al mondo, al tempo delle apparizioni era una grotta sporca e oscura dove la gente del luogo portava i maiali. E infatti veniva chiamato Tute aux cochons, rifugio dei maiali. Nulla avviene per caso. Perché la Vergine sceglie proprio questo luogo? Forse vuole dirci che Dio non teme di entrare nella nostra storia e di abbracciare la condizione umana con tutte le sue miserie. Come fa Gesù quando tocca il lebbroso (Mc 1,41), non teme di essere contagiato, al contrario intende risa-

ono passati 160 anni da quel giorno benedetto in cui la Madonna apparve a Bernadette. Da allora il piccolo villaggio dei Pirenei è diventato un luogo di speranza, uno spazio di compassione, che lascia stupiti anche i non credenti, almeno quelli che sono privi di pregiudizi ideologici. Torniamo a Lourdes anche noi per sottolineare un aspetto di quegli eventi, lontani nel tempo ma sempre vicini al cuore di chi crede e sempre attuali.

Il peccato

nare quel corpo malato. La grotta di Massabielle non fa pensare tanto alla povertà materiale ma al peccato che abbrutisce l’uomo e nasconde la luce che Dio ha riposto in lui. Quell’anno la grotta fu invasa dalla luce di Colei che la Chiesa proclama tutta pura. L’evento di Lourdes diviene così icona di quello che Dio vuole compiere in ogni uomo. Lourdes è conosciuto come la città dove i malati diventano protagonisti, una città davvero unica al mondo. E questo già sarebbe un motivo di merito in una società che scarta i più deboli. Ma Lourdes è anche, o meglio, è anzitutto la città dove la Tota pulchra, la Donna tutta pura, ricorda la misericordia di un Dio che vuole liberare l’uomo da quel male nascosto che lo incatena a se stesso, paralizza i suoi desideri più profondi e gli impedisce di camminare nella via dell’amore. Quel male, che non ha diritto di cittadinanza nella cultura attuale, si chiama peccato. Il testo evangelico più adatto per meditare questo messaggio è la guarigione del paralitico (Mc 2, 1-12).

Andate alla sorgente

Nel cammino della fede vi sono parole che facciamo fatica a comprendere. E siamo portati ad accantonarle. Ma così facendo ci chiudiamo alla luce di Dio. È accaduto anche a Bernadette. È il 25 febbraio, ancora

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giovedì, è il nono incontro con la Bella Signora. Trecento persone accompagnano la fanciulla. La Madonna dice a Bernadette: “Andate a bere alla sorgente e lavatevi”. Quando la Vergine le chiede di bere, la fanciulla si volta istintivamente verso il torrente, posto dietro di lei. Ma la Madonna fa capire che deve andare avanti, verso una grotta sporca e oscura. Ma non si vedeva alcuna fonte d’acqua, neppure un rivolo. Su invito della Bella Signora, Bernadette inizia a scavare in un determinato punto ed ecco appare un filo d’acqua. Inizialmente acqua mescolata con il fango. Solo al quarto tentativo può bere. Da quel giorno l’acqua di quella grotta non ha mai smesso di sgorgare. Occorre scavare ancora prima di arrivare alla sorgente. Nessuno ci avrebbe scommesso un soldo ma il Cielo ha nascosto proprio in quel luogo un tesoro inestimabile. Chissà perché le cose più belle sono invisibili agli occhi e possono trovarle solo quelli che cercano con il cuore. La maggior parte dei miracoli riconosciuti sono avvenuti dopo il contatto con quell’acqua. Inizialmente le autorità pubbliche misero una palizzata per impedire alla gente di andare

alla grotta per prendere l’acqua. Volevano impedire al Cielo di compiere miracoli. Ma un giorno quegli ostacoli furono tolti, per intervento della regina, che aveva ottenuto la guarigione del figlio proprio grazie a quell’acqua, fatta pervenire in gran segreto da Lourdes. L’acqua è uno dei segni principali di Lourdes, il bagno nella piscina è uno dei passaggi fondamentali per chi si reca in pellegrinaggio nella Città di Maria. L’acqua è anche uno dei grandi segni della rivelazione biblica. Alla samaritana, che lo ascolta con crescente stupore, Gesù rivela: “L’acqua che io darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14). L’acqua di cui parla Gesù, sgorgata dal suo costato trafitto (Gv 19,34), oggi scaturisce dall’Eucaristia. La gente guarda da lontano e non capisce quello che accade e guarda con un certo disgusto i gesti della fanciulla che beve acqua fangosa e mangia le erbe che crescono accanto alla fonte. Alcuni si convincono che hanno dato credito ad una ragazza isterica. Questi gesti incomprensibili la rendono stupida agli occhi degli uomini. Al termine della visione, molti della folla, le

dicono: “Lo sai che ti credono pazza se fai queste cose?”. E lei risponde: “È per i peccatori”. Vi sono parole di Dio che non siamo in grado di comprendere. E vi sono gesti e scelte che la gente non può comprendere. Pretendere di misurare la Parola e la volontà di Dio con la ragione umana è del tutto irragionevole. Lourdes è uno squarcio di luce in un periodo storico in cui il Nemico di Dio seminava odio contro la Chiesa e poneva le basi di quella cultura che alcuni decenni dopo avrebbe dato vita ad una grande e sistematica persecuzione contro i discepoli di Gesù. In questo contesto la Madonna appare e si rivela come l’Immacolata Concezione e conferma così una verità che quattro anni prima papa Pio IX aveva proclamato come dogma della Chiesa Cattolica, cioè come verità indiscussa. La rivelazione di Lourdes riporta alle origini della vita, al momento iniziale dell’esistenza umana e dice che fin dal concepimento Maria è stata avvolta dalla grazia di Dio, redenta fin dall’inizio perché mai e in nessun modo il peccato potesse sfiorarla. L’Immacolata ricorda quanto sia preziosa agli occhi di Dio la vita di ogni uomo.

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INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Ai piedi di Maria

Dal 9 al 12 febbraio il Vescovo presiede il pellegrinaggio invernale a Lourdes.

In profondità

Il 15 febbraio, alle 19.30, il vescovo Giuseppe accoglie monsignor Beniamino De Palma, vescovo emerito di Nola, per la presentazione della Lettera per la Visita Pastorale. L’appuntamento è presso l’auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori di Pagani.

Insieme ai vescovi

Dal 19 al 23 febbraio il Vescovo partecipa agli Esercizi spirituali con i vescovi della Campania presso la struttura “Armida Borelli” di Alberi a Sorrento.

Pregare con gli ammalati

Il 22 febbraio presso il Monastero della Purità di Pagani si tiene la IV Giornata diocesana del malato. Il Vescovo presiede la Santa Messa.

Visita Pastorale al via

Il 25 febbraio il Vescovo comincia la Visita Pastorale nella parrocchia di San Sebastiano, prima comunità della forania di Sarno e della diocesi ad essere visitata.

Preghiera e riconciliazione

Il 9 e 10 marzo ritorna l’appuntamento con 24 ore per il Signore, occasione di preghiera e riconciliazione durante la Quaresima.

Sacre Ceneri Il 14 febbraio, alle 19.30, il Vescovo presiede la Celebrazione Eucaristica del Mercoledì delle Ceneri nella parrocchia di San Matteo Apostolo a Nocera Inferiore. La Santa Messa apre ufficialmente la Visita Pastorale alla Diocesi. Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti Il coro parrocchiale

I partecipanti al pellegrinaggio ad Assisi

San Giovanni Battista Angri

Santa Maria dei Bagni Scafati

Concerto di Natale

La gioia di incontrare San Francesco

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artedì 26 dicembre, presso la collegiata San Giovanni Battista in Angri, alla presenza di numerosi fedeli, il coro parrocchiale, diretto da Vincenzo Di Sieno, ha tenuto il concerto di Natale fortemente voluto dal parroco, mons. Vincenzo Leopoldo, e preparato con tenacia dal maestro. Sono stati eseguiti canti natalizi di s. Alfonso M. de Liguori. Il momento di preghiera in canto, presentato da Raffaella Spada, ha visto la partecipazione straordinaria del maestro Raffaele Pepe all’organo e dei giovani musicisti angresi Gianluca Giordano, Nadia Mainardi, Stefano D’Acunzo e Salvatore Di Sieno, con le voci soliste di Angela Troiano, Giovanna Lanzione, Giulia Santonicola, Lucia Gargiulo e Raffaele Perna. Luci ed audio sono state curate da Pasquale Chiavazzo. Alberto Limodio

rande gioia per il pellegrinaggio ad Assisi, che la nostra parrocchia ha vissuto a dicembre. Abbiamo intervistato una ragazza della Gioventù Francescana, Anna Manzo, che ci ha raccontato la sua ansia nelle vesti di animatrice degli araldini, una grande e nuova responsabilità. Una preoccupazione svanita grazie alla gioia dei più piccoli e dei partecipanti adulti, fin dalle prime ore di viaggio, finché il sonno non ha avuto la meglio. La giovane racconta: «L’aspetto che ha reso indimenticabile questa esperienza ad Assisi è stata la possibilità di poter interagire con tutti e di conoscere meglio gli araldini e anche i ragazzi della Gi.Fra». Inoltre, Anna ricorda tutti i luoghi cari a san Francesco visitati e l’onore di poter celebrare la Messa all’interno della cripta del Patrono d’Italia. Questo pellegrinaggio è stata un’occasione per crescere insieme e per seguire i passi del Santo, vivendo ogni momento nella preghiera e nella condivisione con l’altro. Carmine Guida

FOTONOTIZIA

Don Marco Limodio, parroco di San Bartolomeo Apostolo a Nocera Inferiore, in processione con la statua del Bambino Gesù in occasione della festività dell'Epifania FEBBRAIO 2018 Insieme

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NEWS DALLE PARROCCHIE Don Giuseppe Ferraioli con uno dei più piccoli interpreti del Presepe vivente

Pasquale Memoli, organizzatore della prima edizione del Presepe vivente

San Bartolomeo Apostolo Corbara

La grotta di Betlemme ai piedi dell’altare

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Il gruppo al completo dei giovani interpreti del Presepe vivente

l Presepe allestito quest’anno in parrocchia per vivere il mistero del Natale porta con sé un forte messaggio: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14). Gesù è posto a radice di un cipresso, albero dell’eternità come eterna è la sua misericordia, che viene a donarci ogni giorno e come eterno deve essere il nostro cantico di lode per la sua grazia. Il cielo poi ci sovrasta con la sua luminosità e la grande stella. La sua luminosità oltre all’annuncio della sua venuta ci ricorda che è Lui la luce vera, il giorno senza tramonto che chiede di abitare in noi e di irradiarsi attraverso di noi. Nunzia Guida

San Giovanni Battista Roccapiemonte

Prima edizione del Presepe vivente

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n intero rione di Roccapiemonte, grazie ad un gruppo di giovani della parrocchia San Giovanni Battista, si è trasformato in una piccola Betlemme di 2000 anni fa. In via Santa Maria delle Grazie, nelle giornate del 2 e 3 gennaio, si è svolta la prima edizione del Presepe vivente. Tra poveri pastori e umili artigiani, in un’atmosfera magica ricreata per l’occasione nei vicoli e nei portoni del popolare rione, la sacra rappresentazione è andata in scena nonostante il tempo incerto e la pioggia, richiamando un folto numero di visitatori. Tra i figuranti anche il parroco, don Giuseppe Ferraioli, ed i giovani ministranti, tra cui il promotore dell’intero progetto, Pasquale Memoli, 17 anni e tanta voglia di dimostrare che dai giovani possono partire iniziative ambiziose ed importanti. Il ricavato della due giorni sarà utilizzato per contribuire alle spese di restauro del tabernacolo della Chiesa di San Giovanni Battista e per sostenere alcune famiglie in difficoltà del paese. Le due serate sono state animate dalle scuole di danza di Roccapiemonte A.S.D. Sakura club e Pepitas, dal gruppo folkloristico musicale dei Musicamore, dalla compagnia teatrale Giovani Speranze e dal coro dei ragazzi del Centro di Riabilitazione Villa Silvia. Luisa Trezza

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Il Presepe realizzato in parrocchia


Il presepe accanto all’altare maggiore

San Prisco Nocera Inferiore

Il percorso pre-matrimoniale

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Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Un gommone speciale

omenica 7 gennaio, nel salone parrocchiale della cattedrale di San Prisco, come ogni anno, è cominciato il cammino di preparazione al sacramento del matrimonio. Con l’entusiasmo che contraddistingue ogni iniziativa pastorale, siamo stati lieti di accogliere le coppie di fidanzati che entro quest’anno hanno deciso di celebrare il sacramento del matrimonio. Nel primo incontro introduttivo, il parroco, don Domenico Cinque, ha posto le basi del cammino, annunciando Cristo Gesù come interlocutore principale. Il cammino di preparazione si articolerà in dieci incontri, durante i quali si cercherà di scoprire il mistero dell’amore, superando la concezione romantico-sentimentale e riproponendone una biblico-teologica, che vede nell’amore matrimoniale una vocazione, cioè un dono, che gli sposi devono accogliere con umiltà e custodire con cura e responsabilità. Le coppie impareranno a scoprire che Gesù è un “prezioso alleato”, che desidera camminare con loro per aiutarli a realizzare i sogni che hanno nel cuore. Particolare attenzione poi verrà dedicata all’argomento della procreazione, del valore e della dignità di ogni persona, della negazione della vita e del dramma dell’aborto, della contraccezione e a quello della microabortività, della regolazione naturale della fertilità, senza dimenticare il tema della famiglia come luogo di amore e solidarietà. Sonia Ferrante e Leonardo Gallo

«L

a rivelazione biblica incoraggia l’accoglienza dello straniero, motivandola con la certezza che così facendo si aprono le porte a Dio e nel volto dell’altro si manifestano i tratti di Gesù Cristo». Queste parole, tratte dal libro La sfida dei migranti di papa Francesco, sono state scelte a motivo dell’insolito Presepe della parrocchia e lette da quanti, per fede o semplice curiosità, si sono soffermati a contemplare la grotta di Betlemme, rappresentata su un gommone al largo. Gli ideatori si sono ispirati, per la realizzazione del presepe parrocchiale, al messaggio della 51ª Giornata Mondiale della Pace. Come l’attuale successore di Pietro auspica, l’opera è stata pensata per i “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”. Perché, come il Signore scelse gli ultimi per rivelarsi bambino, anche noi possiamo portare loro la speranza del vero Natale. Livia Rossi

Immagine di repertorio

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NEWS DALLE PARROCCHIE Don Natalino Gentile con i bambini della parrocchia

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Nazareth e Betlemme a Orta Loreto

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Santa Maria Addolorata San Potito di Roccapiemonte

La bottega del falegname

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a alcuni anni, alla vigilia di Natale, prima della celebrazione serale, viene offerto alla comunità un momento di preparazione. Attraverso una scenetta, una favola, un episodio biblico. L’idea ci è venuta dal nostro Vescovo, che lo scorso anno lesse, a mo’ di omelia particolare, a tutti gli operatori di Curia (sacerdoti e laici) la bella storia degli strumenti di lavoro che sul “bancariello” del falegname vollero tenere consiglio, in assenza del padrone. Fu un disastro perché ogni strumento volle espellere l’altro, ritenendolo intrattabile e scontroso. Il falegname, rientrato, utilizzò tutti gli arnesi per costruire una culla. E per noi la culla, come una mangiatoia, è il luogo in cui è stato deposto Gesù Bambino. È bastata un po’ di fantasia e di buona volontà ed i fedeli hanno afferrato il messaggio: le diversità sono ricchezza, purché ci si lascia guidare dalla mano “poetica” del Signore. Don Natalino Gentile

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nche quest’anno, con grande successo, ad Orta Loreto si è svolta l’iniziativa del Presepe vivente, promossa per il decimo anno dall’associazione Araldi di Sant’Antonio e dalla comunità parrocchiale. In due serate, il 5 e il 6 gennaio, è stata animata da grandi e piccoli la rappresentazione della natività. La scena è stata suddivisa in due parti: Nazareth e Betlemme. Inizialmente, gli spettatori hanno dovuto rivolgere lo sguardo laddove Maria ha ricevuto l’annuncio da parte dell’angelo. A seguire, è stato messo in scena il momento in cui, tra le case e capanne di Betlemme, Giuseppe e Maria cercano un posto dove alloggiare per far nascere il loro figlio. Infine, la grande grotta, illuminata da una stella cometa, con gli interpreti della Sacra Famiglia ovvero una famiglia di Orta Loreto con il loro piccolo, ultimo nato del paese. In un clima di festa don Gerardo ha speso alcune parole per questo evento: «Al termine della bella esperienza vissuta, desidero esprimere la mia personalissima gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile tutto ciò. Il mio grazie sincero va a voi carissimi parrocchiani, che in diversi modi vi siete adoperati per la realizzazione di questa sacra rappresentazione». Fuochi d’artificio ed effetti sonori hanno reso realistico ed unico il Presepe vivente. Dina Grimaldi

Alcune scene del Presepe vivente

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Don Giuseppe Ferraioli (S. Giovanni Battista e Santa Maria del Ponte, Roccapiemonte) festeggia 43 anni, il 2 febbraio; don Ciro Scarpetta (cappellano del cimitero di Nocera Inferiore) spegne 76 candeline, il 5 febbraio; mons. Antonio Calabrese (San Michele Arcangelo, Episcopio di Sarno) compirà 72 anni, il 16 febbraio; padre Natalino Rauti (Sant’Alfonso, Pagani), festeggia 55 anni, il 19 febbraio; don Vincenzo Califano (vicario parrocchiale di S. Matteo Apostolo in Nocera Inferiore) compie 61 anni, il 28 febbraio. A voi, ministri di Dio, l’augurio di poter vivere sempre con gioia la vocazione sacerdotale. Auguri!

Buon compleanno ai referenti

Enrico Annunziata (San Sebastiano, Sarno) spegne 43 candeline, il 18 febbraio. Buon compleanno dalla famiglia di Insieme!

Auguri speciali

Congratulazioni all’amico e collega Salvatore D’Angelo per aver superato con successo l’esame di ammissione all’albo dei giornalisti professionisti. Un traguardo importante che condividiamo con gioia, affinché sia un arricchimento per l’intera famiglia del mensile diocesano. Auguri alla famiglia Giordano per la nascita di Gianfranco! A papà Carmine e a mamma Tiziana l’augurio di vivere con gioia l’arrivo del terzogenito e di far festa insieme a Salvatore e alla piccola Anna!

Il nostro cordoglio Don Giuseppe Ferraioli

Don Ciro Scarpetta

Padre Natalino Rauti

Don Vincenzo Califano

Mons. Antonio Calabrese

Il 30 dicembre è tornata in Cielo Giuseppina Citarella. Al marito Prisco Attanasio, alla figlia Rosa e al genero Daniele D’Angelo, il cordoglio della redazione. La sua anima possa godere della pace eterna, in compagnia dei Santi e dei cari defunti che ci hanno preceduto.

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IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

pagina A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SANT'ALFREDO - SARNO

50 candeline La parrocchia Sant’Alfredo di Sarno ha spento 50 candeline, un compleanno vissuto con grande gioia dalla comunità e preceduto da un’intensa preparazione, sotto la guida attenta di don Domenico D’Ambrosi Il rosone raffigurante la Natività, realizzato per lo speciale Giubileo

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i che colore è la Grazia? Quest’anno, per noi, si è tinta d’oro. La chiesa S. Alfredo ha spento 50 candeline, un compleanno che abbiamo voluto festeggiare con gioia, con giubilo, vivendo uno speciale Giubileo. Ringraziando il Signore per averci donato la presenza ventennale dei padri pavoniani, abbiamo cominciato a scrivere le pagine di questo nuovo capitolo con rinnovata forza. Con la guida del nostro parroco, don Domenico D’Ambrosi, è trascorso un anno di vita comunitaria ricca. I nostri lunedì comunitari hanno dato il via ad un percorso di approfondimento sui temi di una Chiesa in cammino, sulle tracce dell’Evangelii Gaudium e del Convegno di Firenze: incontri che hanno fatto emergere i pensieri di chi ha a cuore la costruzione di una comunità lieta di annunciare, che hanno suggerito la strada per costruire un nuovo programma. Su questa scia, le nostre settimane si sono arricchite di occasioni per riflettere, per pregare, per essere “membra vive”: i nostri giovedì sono stati dedicati alla lectio divina, mentre il 24 di ogni mese abbiamo sperimentato la Misericordia, con il giorno del Perdono. Il cammino. Il sole dorato dell’estate ha visto la nostra casa rivestirsi di nuova luce, grazie anche alla generosità di molti membri e famiglie della comunità parrocchiale, che hanno donato addobbi, materiali e parte dei lavori di ristrutturazione. Il 17 giugno abbiamo attraversato la porta della chiesa per inaugurare l’inizio della seconda metà del

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secolo, con una cerimonia piena di grazia, in attesa di un’opera che ha aggiunto ancora più luce al nostro tempio, un rosone raffigurante la Natività. Un grande dono ci è stato fatto in quest’anno: anche il nostro oratorio, con i nostri locali, si sta preparando a diventare casa di grazia per tutti. Grazie ad un concorso promosso dalla Regione Campania, ospiteremo un progetto di inclusione sociale per bambini. Ci siamo così incamminati verso il compimento del 50esimo anno, che è caduto il 24 dicembre scorso, trasformando il nostro modo di vivere l’Avvento. Una vera e propria attesa della festa, della nascita del Bambino e della rinascita, con una celebrazione gioiosa che ha visto riuniti i parroci che si sono succeduti nella parrocchia S. Alfredo. Tutta la parrocchia è stata suddivisa in zone, rappresentate da una figura della Sacra Famiglia e, in ciascuna di queste zone, sono stati vissuti momenti di formazione evangelica, di Celebrazione Eucaristica, contribuendo ad allestire il presepe. Questo giubileo speciale ci ha insegnato che sperimentare la Grazia è un dono grande, ma che può essere replicato nel quotidiano, con tutte le occasioni che abbiamo per essere Chiesa viva. E facciamo il nostro augurio più sentito alla comunità diocesana di poter sperimentare altrettanta Grazia. Annalisa Di Donato


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN TEODORO - SARNO

L’urna con le reliquie

San Teodoro, soldato e martire Teodoro fu torturato barbaramente e bruciato vivo perché rifiutò di offrire sacrifici agli dèi. Il 17 febbraio è festa nella parrocchia di Sarno a lui dedicata, nella quale è conservata anche una sua reliquia

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an Teodoro, nato nel IV secolo d.C. in Oriente, prestava servizio militare ad Amasea, in Turchia, in una regione romana, quando l’imperatore Galerio Massimiano promulgò un editto che ordinava ai soldati di offrire sacrifici agli dei. Teodoro, cristiano, fu tra quelli che dichiararono apertamente la loro fede in Cristo e rifiutò di eseguire l’ordine, nonostante le sollecitazioni del tribuno e dei compagni. I persecutori, riconoscendo il suo coraggio, gli concessero una pausa di riflessione per ripensarci, ma il giovane Teodoro ne approfittò per incendiare il tempio dedicato a Cibele, la madre degli dei, che sorgeva al centro di Amasea, presso il fiume Iris. Invece di punirlo, i giudici ricorsero alle lusinghe, promettendogli grandi onori se avesse abiurato. Quando si convinsero che era tutto inutile, lo gettarono in prigione; qui ebbe celesti e confortanti visioni fino al giorno 17 febbraio quando ordinarono che Teodoro fosse torturato barbaramente e bruciato vivo. Il culto di san Teodoro, molto vivo in Oriente per secoli, fu trasferito dai veneziani nella loro città, che lo elessero a patrono prima di san Marco. Nel 1210, il 27 aprile, le reliquie di san Teodoro furono trasportate dai marinai veneziani a Brindisi, dove è patrono. Dal 26 settembre 2010 – dopo 800 anni dell’arrivo del corpo del santo a Brindisi – anche nella nostra parrocchia c’è una reliquia del santo, donataci dall’Arcivescovo di Brindisi mons. Rocco Talucci, e conservata in una preziosa ed artistica urna collocata sotto l’altare a Lui dedicato. Il 17 febbraio è festa nella comunità sarnese in onore del suo patrono. Francesco Pio De Stefano Giuseppina Bello

La statua di san Teodoro venerata in parrocchia

Il soffitto della parrocchia con la raffigurazione del martirio del Santo

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A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI IN REDAZIONE Maria Rosaria Faiella e Alessia Bove

“Ricorda: Cristo è in tuo fratello!”

“R

icorda: Cristo è in tuo fratello!”: è questa la frase scelta dalla comunità per dare luce e sapore all’anno pastorale 2017-2018 in comunione con la chiesa diocesana il cui tema, quest’anno, indica nel verbo “ricordare” la parola chiave da declinare nei tanti significati suggeriti. Significativa l’immagine che accompagna il nostro slogan e che riprende quanto afferma san Giovanni apostolo

nella sua Prima lettera: “Chi ama Dio, ami anche suo fratello. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”. Anche lo sfondo offre interessanti spunti di riflessione: siamo sulla riva del mare, da sempre luogo dell’incontro e della chiamata, dove si è invitati a diventare “pescatori di uomini” per strappare l’uomo dal mare-Male. Il cielo si tinge dei colori del tramonto, le nuvole dell’incom-

prensione e dell’indifferenza sono ormai lontane per lasciar spazio ai raggi del sole, simbolo di Cristo che illumina le nostre relazioni rendendole più umane. Che sia sempre per noi l’ora del tramonto, lo stesso momento in cui i discepoli di Emmaus riconobbero il Maestro nello spezzare il pane, perché col cuore che ci arde in petto possiamo riconoscere Gesù nel fratello che ci vive accanto.

Questa la frase accompagnerà il cammino della comunità San Giovanni Battista di Cicalesi per il nuovo anno pastorale

La Tombola non può mancare nelle feste natalizie. E se ad animarla sono due seminaristi e gli animatori dei giovanissimi non può che essere divertente! Destinatari: i giovanissimi, i ragazzi del Dopo-Comunione e i Lupetti della nostra comunità. “La Corsa dei Babbo Natale”, prima edizione, organizzata dall’Oratorio Mariano ANSPI della nostra parrocchia. Il presidente, Michele Cortese, e gli organizzatori, Francesco Nacchia e Massimo Falcone, hanno lavorato tanto per mettere in piedi un piccolo gruppo di runner (corridori) che si allena con costanza per le strade del nostro quartiere. Questo evento è stato pensato con il desiderio di farsi conoscere e aggregare nuovi amici appassionati di questa disciplina.

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Da diversi anni, nel periodo natalizio, Babbo Natale porta i doni anche ai bambini e ai ragazzi meno fortunati della nostra comunità. La consegna – a cura del Gruppo Caritas, Giovani e Giovanissimi – quest’anno è stata allietata da un graditissimo dono. La multinazionale TNT-FEDEX ci ha inseriti in un progetto di beneficenza che ci ha permesso di aggiungere ai nostri doni quelli offerti dalla TNT. Ringraziamo di cuore la multinazionale, anche da parte dei bimbi che non potevano credere ai loro occhi per quanto stavano ricevendo in regalo.

Momento di preghiera in preparazione alla Messa della Veglia di Natale: come i pastori intorno al fuoco attendiamo il Salvatore. Nel giardino della chiesa parrocchiale, un fuoco ardente ha scaldato quanti si preparavano a celebrare la nascita del Redentore.

Per affidarsi alla Madre di Dio e Madre nostra, la sera di Capodanno i nostri ministranti hanno confermato il loro impegno per il servizio all’altare. Altri 11 ragazzi – Alberto Cuomo, Antonio Margarido, Emanuela Bisaccia, Federica Iovinelli, Federica Prisi, Luca Gambardella, Luciano Immacolato, Maria Gioia Napoletano, Mario Prisi, Priscilla Giordano, Salvatore Bove – hanno assunto lo stesso impegno facendo la loro prima vestizione da Ministranti (alcuni da piccoli erano chierichetti e sono diventati ministranti quando hanno iniziato a frequentare le scuole medie). Poiché la festa della Santa Famiglia cadeva il 31 dicembre, l’abbiamo celebrata il 7 gennaio. Che emozione vedere gli sposi rinnovare le promesse nuziali mentre i figli pregavano per i genitori e la comunità intera per tutte le famiglie che hanno ricevuto in dono una piantina, insieme all’impegno di prendersene cura. Come per l’amore. Al termine della Celebrazione, alcuni sposi dei nostri gruppi famiglia hanno condiviso la loro esperienza.

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A CURA DELLe #PARROCCHICENTROSARNO San Francesco d’Assisi - Santuario Maria SS. delle Tre Corone Insigne Collegiata San Matteo Apostolo ed Evangelista In redazione Donatella Ferrara, Maria Rosaria De Blasio, Anna Mancuso

Don Roberto con la statua di Gesù Bambino tra le mani

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l Santo Natale 2017, nelle Parrocchie Centro Sarno, è stato vissuto in modo comunitario, come unico popolo di Dio. Tutto è iniziato nella comunità Maria SS. delle Tre Corone con la veglia di preghiera, presieduta dal nostro parroco don Roberto. Poi, la comunità festante per la venuta di Gesù Bambino, in processione, si è trasferita a S. Francesco per la Celebrazione. Il giorno di Natale è stato donato il pranzo ad alcune famiglie della parrocchia più bisognose di aiuto. Molto suggestiva è stata la Messa di fine anno a Tre Corone: i fedeli hanno ringraziato con il canto del Te Deum per l’an-

Alcuni momenti della processione

no trascorso nella chiesa dell’Immacolata con Gesù Eucarestia esposto per l’Adorazione perpetua. Tutte le celebrazioni sono state gremite di fedeli. Toccante è stata la processione di Gesù Bambino, che dopo aver percorso alcune strade del borgo S. Matteo, è terminata a Tre Corone con il bacio. Esperienza ripetuta il giorno dell’Epifania, in processione da Tre Corone fino a S. Francesco con il bacio all’immagine di Gesù Bambino. Grazie a don Roberto per questi giorni, grazie al nostro vescovo Giuseppe per il dono di don Roberto. Salvatore Corrado

Nel segno della comunione Le parrocchie Centro Sarno hanno vissuto le celebrazioni natalizie come un unico popolo di Dio

La più tenera delle Madri

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amminiamo con Maria verso la Gerusalemme Celeste. È stato questo l’invito che il nostro parroco, don Roberto, ha rivolto al popolo di Sarno. E le occasioni di grazia, quest’anno, si sono moltiplicate. Con grande gioia tutto il popolo di Sarno ha accolto la nuova esperienza dell’Ottavario a Maria Immacolata, vissuto durante la tradizionale sosta di sette giorni dell’effige della Beata Vergine presso la parrocchia di San Francesco. Il legame con la Vergine si è manifestato attraverso la ricca partecipazione alle liturgie proposte: Liturgia delle Ore, Adorazione Eucaristica, Santo Rosario fino alla Messa vespertina, garantendo una costante preghiera a Gesù Cristo passando per le mani della più tenera tra le madri. Al termine di questa sosta, che l’intera città ha vissuto come profonda occasione di grazia, è stato il pensiero di Sua Ecc.za mons. Orazio Soricelli, Vescovo di Amalfi-Cava, a fare da sintesi ad un

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cammino che ci ha spinti ad essere figli di Maria attingendo ai caratteri più forti della Sua spiritualità. Donna del Silenzio, donna dell’amore, Donna del sì incondizionato a Dio. Ed è proprio in questo spirito che il popolo di Sarno ha voluto ringraziare Maria mettendosi in cammino con lei per le strade della città, chiedendo la sua intercessione come guida nel cammino della nostra vita verso il Regno dei cieli. Celestino Pio Caiazza


Natale in Musica e Arte

Il Presepe vivente di via Mortaro

La prima rassegna delle Corali e visita ai Presepi del centro di Sarno

Giuseppe e Maria con il bambino

Uno dei concerti della rassegna

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l Natale quest’anno si è acceso di una luce nuova scaturita dalla bellezza della Musica e dell’Arte. Tra incanto, fascino e tradizione, le comunità parrocchiali di San Francesco d’Assisi, Maria SS.ma delle Tre Corone e San Matteo Apostolo in Sarno hanno promosso la prima edizione di “Natale in Musica e Arte” – Rassegna delle Corali e visita ai Presepi del centro di Sarno. Questa manifestazione, in un susseguirsi di appuntamenti dall’8 dicembre al 2 febbraio, ha rappresentato un invito a riflettere sulla vera gioia del Natale: l’incarnazione del Figlio di Dio. La Musica, come l’Arte, infatti, sono linguaggi nuovi di evangelizzazione che aiutano ad incontrare la bellezza del Vangelo di Cristo. I concerti – animati dalle corali “TLC LES PICAS” del liceo linguistico “T.L.Caro” di Sarno; “InCanto” di Cava de’ Tirreni; “Piccoli cantori” della scuola San Francesco Saverio di Sarno; “Sancta Mater Dei” in ensamble con il coro “Maria SS.ma delle Tre Corone” di Sarno; la Corale polifonica e orchestra “Laetemini in Domino” e la Schola Cantorum “San Francesco D’Assisi” di Sarno –, il Presepe vivente tra i cortili settecenteschi di via Mortaro e la mostra dei Presepi artistici, sono stati la forma artistica privilegiata attraverso cui fare esperienza del Bello, che è Cristo. L’immersione nella grande Luce dell’amore di Dio, vissuta con Natale in Musica e Arte, è stato il segnale che nelle comunità parrocchiali è possibile l’arte di fare catechesi con l’Arte! Alfonso Dolgetta

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a cinque anni a questa parte si rinnova l’appuntamento con il Presepe vivente e per 4 giorni, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio, la zona di via Mortaro cambia letteralmente “vesti”, ritornando ad essere un borgo antico. I residenti della zona organizzano il Presepe vivente coinvolgendo bambini, giovani ed anziani per puntare i riflettori sul vero senso del Natale, la nascita di Gesù Bambino. Tutto ciò avviene attraverso la messa in scena dell’atmosfera magica del tempo della Natività in un percorso costellato di luci e di addobbi che impreziosiscono i portoni. I visitatori hanno avuto modo di ammirare le scenografie e di gustare frittelle calde e pizze. La sera del 6 gennaio, oltre all’arrivo dei Re Magi, c’è stato l’assaggio della pasta e fagioli. Obiettivo di questa iniziativa è valorizzare il borgo storico, facendo rivivere le tradizioni e attirando nuovi visitatori. Donatella Ferrara e Alfonsina Pinto

Mercatini a Terravecchia

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el Borgo San Matteo (Terravecchia) è stata organizzata la I edizione dei Mercatini di Natale, iniziativa che ha coinvolto non solo gli artigiani, i commercianti e hobbisti ma anche i residenti che hanno messo a disposizione le proprie abitazioni dando un grandissimo supporto ai partecipanti. Ricchissimo il programma della kermesse: coro gospel, corale Sancta Mater Dei, spettacolo musicale sax bar, laboratori creativi per bambini e iniziative solidali. Nonostante le condizioni atmosferiche avverse e il timore di una poca affluenza di visitatori, il Comitato è soddisfatto del risultato raggiunto e pensa già alle edizioni future nelle quali vorrebbe coinvolgere artigiani di rilievo nazionale per permettere all’evento di crescere e qualificare il Borgo San Matteo tra più suggestivi d’Italia. Ilaria Manzo FEBBRAIO 2018 Insieme

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PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Due momenti della premiazione guidata dalla professoressa Filosa

«È

di certo più di una passione fare, preservare, premiare il Presepe». Lo ha detto con chiarezza e competenza la docente Carmela Filosa che con gli Amici del Presepe ha una particolare sinergia e unità d’intenti. L’occasione è stata quella della premiazione per i Presepi più belli e le migliori vetrine, una manifestazione arrivata alla ventesima edizione e che per Poggiomarino è ormai un punto fermo atteso da tutti; e non soltanto per la lotteria a premi con cui si conclude la serata. Con didascalia personalizzata e profonda, nel senso e nella dialettica espressa, sono stati premiati ben 13 Presepi, realizzati da artigiani locali non professionisti che hanno in comune l’amore per la Natività, quel misto tra Fede e tradizione tutta napoletana. Tra i premiati anche i commer-

L’

cianti con le migliori vetrine: Cartoleria Archimede, Lavanderia Giardina, Pasticceria De Luca e il fiorista Giovanni Carfora, oltre naturalmente ai privati e fino al circolo comprensivo capoluogo di via Roma. La signora Anna Giardina è rimasta particolarmente contenta del dono di un “bambinello”, proprio lei che ne conserva gelosamente vari modelli e che, caso fortuito, era proprio il premio per le vetrine a cui è stato conferito il migliore risultato. Gli Amici del Presepe torneranno sicuramente con la ventunesima edizione il prossimo anno, un appuntamento a cui Poggiomarino non intende più rinunciare: in mezzo, tuttavia, ci sarà la mole di lavoro da compiere per l’edizione 2018 di Musica e Testimonianze, altro evento irrinunciabile per la città.

Unitalsi sbarca a Poggiomarino, grazie ad un referente della sottosezione di Pompei: si tratta di Antonio Auricchio, poggiomarinese, da 15 anni al servizio dei malati nell’organizzazione della città mariana. «Oggi - spiega Auricchio - l’Unitalsi non è solo accompagnare gli ammalati nei vari pellegrinaggi a Lourdes, Fatima, Loreto, Pompei o anche in Terra Santa, ma si è andati oltre. Oggi lo stile di vita dell’Unitalsi è la condivisione, che ci porta a camminare insieme ogni giorno anche quando il pellegrinaggio è finito. Noi Unitalsiani di Poggiomarino aderiamo a questa associazione con la Sottosezione di Pompei della presidente Emma Rossi. Grazie a lei, all’incoraggiamento avuto, stiamo provvedendo a rendere visibile al vicino di casa, ovvero alla realtà quotidiana di Poggiomarino, il servizio del volontario unitalsiano. Un servizio fatto di azioni semplici, necessarie, provenienti dal cuore, che fanno vivere il Vangelo nella quotidianità».

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20esima edizione per i premi distribuiti a Poggiomarino dagli “Amici del Presepe”

L’Unitalsi sbarca a Poggiomarino I volontari dell’Unitalsi insieme a padre Aldo D’Andria


La Celebrazione con il vescovo Giuseppe

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empo straordinario più che ordinario come da liturgia per Poggiomarino. Su tutti gli avvenimenti spiccano per importanza le due serate che hanno visto la presenza del vescovo Giuseppe: il 23 gennaio, per la festa dei Santi Sposi durante la quale 54 coppie, per un totale di 1415 anni, hanno rinnovato le promesse matrimoniali (si è festeggiato anche un 60esimo) e il 26 quando mons. Giudice, raccogliendo l’invito del parroco, ha incontrato i futuri sposi. Ad attendere il Vescovo c’erano più di 100 fidanzati. Tanti altri incontri hanno caratterizzato l’ultimo periodo come la nascita, per la prima volta in 36 anni di storia, della decima comunità neocatecumenale: in un mix generazionale, e con più coppie di sposi, si respira la freschezza della fede che sta già piacevolmente contagiando molti. Il Presepe vivente al portone di Boccapianola a cui la parrocchia ha dato patrocinio morale. L’iniziativa ha raccolto migliaia di persone venute da più parti della Campania. Ne è rimasto affascinato anche don Alberto Izzo, ultimo erede della masseria omonima ritornato per l’occasione. Il 7 gennaio, i primi Battesimi dell’anno con

Il Presepe vivente

una celebrazione particolarmente sentita e comunitaria vista la presenza di bambini di quasi tutte le realtà parrocchiali. E, ancora, la tombolata dell’Acr che è stata un successo nei numeri e contenuti, nella speranza che ci sia un seguito dopo aver coccolato circa 100 bambini per un’intera giornata. Chiudiamo con due ricordi doverosi. La nascita a Dio di suor Luciana Bonagura (il suo nome di battesimo era Brigida), una vita lontana da casa per servire Dio presso le suore Giuseppine di Pinerolo dove è arrivata a 19 anni ed è rimasta fino ai 90. Infine, suor Adriana Fonti delle suore della Carità: 35 anni al servizio della nostra comunità. Non potevano essere dimenticati ed infatti la pagina Facebook della parrocchia ha avuto modo di costatarne l’affetto. La Celebrazione eucaristica a lei dedicata è stata molto intensa, grazie al ricordo di padre Vincenzo Sirignano e don Enrico Ascolese, due ex alunni dell’asilo delle suore dove si pregava affinché nascessero delle vocazioni sacerdotali. Oggi siamo noi a pregare santa Giovanna Antida Thouré perché questa storia d’amore lunga 109 anni non termini a breve con la decisione della casa generalizia di lasciare Poggiomarino.

Tanta Fede e provvidenza Un tempo straordinario di grazia a Poggiomarino

La celebrazione dei Battesimi

I bambini dell'Acr

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ORATORIO SAN SISTO II

#CISONOPERCHÉVOGLIOESSERCI

VIA CESARANO 184 - PAGANI 348 1322178

#DAIVIENIANCHETU Ciao, siamo dell’Oratorio San Sisto II e vogliamo dirti qualcosa! Durante quest’anno abbiamo avuto il piacere di frequentare l’oratorio e abbiamo capito che non possiamo farne a meno perché ormai è diventato un’unica grande famiglia: tu te la sentiresti di abbandonare la tua famiglia? In oratorio riusciamo a divertirci restando noi stessi e sentendoci liberi; ci confrontiamo con tantissime persone diverse, sia per età che per pensiero, creando in questo modo nuovi punti di vista e diversi pareri, arricchendo così il nostro bagaglio di vita. Cosa più importante (scherziamo!) è il fatto che spesso e volentieri il ristorante San Sisto II è aperto al modico prezzo dello stare insieme. È un luogo in cui ci rifugiamo, troviamo consiglio, grazie soprattutto a chi ci guida, aiuti concreti e una risposta alle nostre domande. Molti di noi si ritrovano in oratorio anche a studiare, e quale studente può fare a meno del proprio caffè? Per questo il BAR-BAZZANO è sempre aperto! C’è anche molto altro ma, in definitiva, se vuoi

capire cosa si prova e di cosa stiamo parlando, non ti resta altro che venire a trovarci... ti aspettiamo! Vivendo l’oratorio, poi, non siamo riusciti a fare a meno del campo invernale, dove abbiamo vissuto 24h su 24 ciò che in oratorio viviamo quotidianamente. Lì ad Acerno, abbiamo realizzato che i pilastri dell’oratorio non sono quelli di cemento a Barbazzano, ma quelli in carne ed ossa: l’oratorio siamo noi! Siamo noi con i nostri pregi e difetti, la nostra costanza e incostanza, la nostra coerenza e incoerenza, i nostri momenti seri e i nostri momenti goffi (come Daniele), i nostri dubbi, le nostre insicurezze, i nostri hobbies (soprattutto Paolo con il biliardo), le nostre qualità. Noi siamo tutto questo ma ci manca qualcosa: ci manchi tu! Ci manchi tu con i tuoi pregi e difetti. Ci manchi tu con la tua personalità, con la tua voglia di vivere e di essere felice. Ci manchi tu, infatti agli incontri abbiamo sempre una sedia vuota che aspetta te... vieni e non te ne pentirai!

#CISIAMOPERCHÉVOGLIAMOESSERCI ... E TU?

www.sansistosecondo.it


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI Il gruppo musicale parrocchiale

Protagonisti strepitosi

Un momento della recita di Natale

I bambini e i ragazzi dell’oratorio sono stati i bravissimi protagonisti del concerto del 26 dicembre e della rappresentazione di Natale, due eventi che hanno donato tanta gioia alla comunità Santa Maria del Carmine a Pagani

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uest’anno il Natale nella parrocchia Santa Maria del Carmine di Pagani è stato arricchito da diversi eventi, a partire dal concerto del 26 dicembre, eseguito dai ragazzi e bambini dell’oratorio "San Giovanni Bosco" insieme all’orchestra parrocchiale dei ragazzi, guidati dal maestro Sasà, fino ad arrivare alla classica rappresentazione natalizia, con canti balli e poesie a cura dei bambini dell’oratorio. Gran successo di pubblico in entrambe le occasioni, con la partecipazione di genitori, nonni ed amici. Durante il concerto, i nostri ragazzi hanno saputo trasmettere lo spirito natalizio suonando e intonando canzoni tradizionali e moderne in modo impeccabile. A conclusione del concerto, il nostro parroco, don Enzo, nel suo saluto, si è complimentato con i ragazzi ed ha consegnato loro un attestato di partecipazione. È stato un momento di grande festa, allegria e buona musica, che ha mostrato la bravura dei ragazzi

e la bella atmosfera che regna nella nostra parrocchia che, da sempre, porta avanti le buone pratiche dello “star bene”, facendosi modello di integrazione ed inclusione per tutti. Ed eccoci arrivati al 3 gennaio: giorno della rappresentazione natalizia dei nostri piccoli artisti. Quando nell’aria c’è profumo di Natale, tutti fremono, i grandi e anche i più piccini. È per questo che gli educatori e animatori dell’Oratorio "San Giovanni Bosco" si impegnano nella ricerca di testi e brani sempre originali per far esibire tutti i bambini, entusiasti nella fase di preparazione dello spettacolo. Quest’anno sono stati eseguiti brani di canzoni classiche, da “Tu scendi dalle stelle”, in onore del nostro Santo Patrono sant’Alfonso Maria de Liguori, fino ad arrivare ad “Aria di Natale”, brano moderno che racconta come a Natale tutto può succedere. Durante l’esecuzione dei brani, un gruppo di piccole ballerine ha allietato

i presenti con movimenti semplici ma che arrivavano dritti al cuore di ogni spettatore, tanto da guadagnarsi applausi infiniti. I piccoli ma grandi attori dello spettacolo, invece, ci hanno raccontato il Natale da diversi punti di vista: filastrocche, ninna nanne e poesie, recitate sia in italiano che in vernacolo. A fine spettacolo, i nostri educatori e animatori hanno voluto mandare un messaggio importante con una famosa canzone: “We are the world”, testo simbolo dell’uguaglianza che ci rende liberi di vivere la nostra vita, senza aver paura del confronto con il prossimo. La stessa uguaglianza che Gesù ci insegna tramite il più famoso dei suoi comandamenti: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Non è mancato il momento di festa finale: a conclusione dello spettacolo, infatti, don Enzo ha omaggiato i bambini e i genitori con cioccolatini e caramelle, così da rendere ancora più dolce il Natale. Ludovica Amodio e Stella Giordano FEBBRAIO 2018 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

Salvatore insieme ai ragazzi di Azione Cattolica

Il benvenuto del parroco

Una nuova avventura

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partire dal secondo anno di Seminario, il vescovo Giuseppe manda i seminaristi della nostra Diocesi nelle parrocchie per svolgere il servizio di apostolato per due anni. Il 24 settembre 2017 sono stato affidato alla comunità parrocchiale SS. Annunziata e Santa Maria del Carmine di Angri, sotto la guida del parroco don Antonio Mancuso. Sono ormai quattro mesi che sono al servizio di questa meravigliosa comunità che mi ha fatto sentire la sua accoglienza e il suo affetto dal primo istante. Il primo giorno, infatti, i ragazzi, insieme all’altro seminarista Fabio e al parroco, hanno organizzato una piccola festa a sorpresa per darmi il benvenuto, facendomi sentire immediatamente parte della famiglia parrocchiale.

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Gli impegni. Don Antonio mi ha subito affiancato agli educatori del gruppo 12/14 dell’ACR, rendendomi, al tempo stesso, anche guida dei ministranti ai quali dedico un incontro settimanale di formazione. Sto instaurando un bellissimo rapporto anche con i giovanissimi, i giovani e gli adulti della parrocchia: la loro sincera fraternità e coesione mi fanno sentire parte del gruppo; con loro non mancano mai momenti di confronto, di crescita e anche di sano divertimento. Alla fine, ma non per importanza, tengo a ricordare e a ringraziare vivamente il parroco e le suore battistine, presenza importante nella vita comunitaria, per avermi “adottato” come figlio da seguire e proteggere in questo meraviglioso percorso. Grazie. Sem. Salvatore Mosca

Dallo scorso 24 settembre il seminarista Salvatore Mosca svolge il suo servizio di apostolato presso la comunità SS. Annunziata e Santa Maria del Carmine di Angri. La sua esperienza


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO I momenti più belli dello spettacolo

Gesù è tornato sulla terra

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ormai tradizione per la parrocchia Santa Maria delle Grazie di Casatori che la sera del 6 gennaio, Solennità dell’Epifania del Signore, i bambini e ragazzi dell’Azione Cattolica si cimentino in un recital natalizio, seguito dall’estrazione dei biglietti della Lotteria di beneficenza che mette in palio premi offerti dai commercianti locali. I bambini, divisi in tre categorie – canto, ballo e recitazione –, guidati dagli educatori, hanno messo in scena uno spettacolo denso di significato, capace di emozionare piccoli e grandi. Le prove sono state un bel momento di crescita, personale e di gruppo, e anche un’occasione per socializzare e conoscersi meglio. La storia rappresentata era ambientata in Paradiso: Dio, la Madonna, Gesù e san Pietro sono intenti a di-

scutere sulle sorti della Terra, popolata da persone che credono e pregano sempre meno e che pensano che tutte le catastrofi naturali siano punizioni mandate dall’Alto. A questo punto, per accontentare anche la richiesta di aiuto da parte dei Santi, Dio decide di mandare nuovamente suo figlio Gesù sulla Terra. Questa volta, però, sotto le mentite spoglie di un barbone che non riceve l’accoglienza sperata. Uno spunto di riflessione per tutti, per impegnarci a tutelare meglio il Creato e a riconoscere Gesù nei fratelli sofferenti, poveri e abbandonati, tenendo sempre a mente le sue parole: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Sabrina Perrino

È questo il titolo della rappresentazione portata in scena, la sera del 6 gennaio, dai bambini e ragazzi dell’Azione Cattolica della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Casatori. Un testo capace di far riflettere grandi e piccini

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Alcuni momenti della serata

Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

Note di solidarietà

Lo scorso 10 dicembre, la fondazione Vittorio Tortora onlus ha organizzato un concerto presso il Convento di Sant’Antonio, a Nocera Inferiore, destinando il ricavato alla P.U.A.C.S.

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hi fa ben per puro amore dona a Dio l’anima e il core” (Il cantico del bene, san Giuseppe da Copertino). Anima e cuore infiammati dall’amore di Dio sono quelli di tutti i nostri benefattori, capaci di donare senza ricevere nulla in cambio. La solidarietà “non si dice”, si fa, attuando la legge dell’amore che Dio scrive nell’intimo dei nostri cuori: “chi guarda attentamente nella legge perfetta […] e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare” (Gc 1:25). Questo è quanto ha deciso di fare la famiglia Tortora, nel desiderio di far rivivere il ricordo di un marito e un papà speciale, uomo educato e umile, non soltanto con le parole ma attraverso gesti e progetti a favore di persone bisognose. La fondazione, creata il 21 settembre 2017 per ricordare Vittorio Tortora, si propone, infatti, di sviluppare programmi di bene-

ficenza e tanti altri eventi musicali, teatrali, culturali, scientifici con scopi solidali creando momenti di convivialità nel territorio.

nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano”.

Una data speciale. Per la prima raccolta fondi ha organizzato un concerto presso il Convento di Sant’Antonio a Nocera Inferiore il 10 dicembre 2017, una data speciale perché Vittorio e sua moglie si sono sposati in quella chiesa e quel giorno avrebbero festeggiato 50 anni di matrimonio. Nell’umile cornice del convento francescano, ai piedi di Madonna povertà, si è esibito l’ensemble lirico salernitano diretto dal Maestro Francesco D’Arcangelo, accompagnato dalle voci melodiose del soprano Antonella De Chiara e del tenore Daniele Zanfardino, con un meraviglioso repertorio classico e lirico seguito da uno speciale medley natalizio. Alla fine del concerto, sono stati consegnati dei regali sui quali spiccavano le preziose parole di madre Teresa di Calcutta: “chi

Le parole della figlia. “Abbiamo deciso di destinare il ricavato alla P.U.A.C.S. – ha spiegato la figlia Enza Rosaria Tortora – perché conosciamo l’impegno dell’associazione sul territorio. Mio padre, negli ultimi tempi, aveva espresso il desiderio di ritornare a Lourdes ma non c’è riuscito. Ci è sembrato bello aiutare qualcuno che porta nel cuore il suo stesso desiderio”. La nostra associazione ha offerto al Signore questo dono d’amore durante un momento di Adorazione Eucaristica e ha chiesto di ricambiare la fondazione Tortora Vittorio con “una misura buona, pigiata, colma e traboccante” (Lc 6, 38) affinché possa continuare a “seminare amore e raccogliere felicità” (William Shakespeare). Lucia Squitieri


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Madre Rita Fiore

Il governo di madre Rita Fiore L’ultimo atto ufficiale del generalato di madre Rita Fiore, datato 12 luglio 1956, è la relazione sullo stato della Congregazione che abbraccia sei punti

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oncluso il proprio mandato (luglio 1949 - luglio1956), madre Rita Fiore presenta la relazione sullo stato della Congregazione durante il suo generalato, alla presenza del Cardinale di Napoli Marcello Mimmi. Sei i punti trattati. Per quanto riguarda la Congregazione è chiarito lo stato giuridico dell’Istituto, che è di Diritto Pontificio ma senza approvazione definitiva perché è scaduto, a fine aprile 1953, il Decreto di Lode concesso dalla Santa Sede il 3 aprile 1946 (S. Congr. dei Relig. n. 0197/40, n. 51), senza effetto, perché l’Istituto non aveva ancora raggiunto il numero legale richiesto. Si esortano pertanto le superiori e le suore a farsi promotrici vocazionali per diffondere il carisma e incrementare il numero di vocazioni. Si rileva uno stato generale soddisfacente della disciplina interna per l’osservanza della regola e dei voti. Si esprimono lodi alla casa del Noviziato stabilita da un anno a Pagani, in via Cesarano, per l’esemplare disciplina delle Novizie e l’ottima assistenza spirituale e morale. È anche sottolineato che se il numero delle novizie – sei – è confortante, non può dirsi altrettanto per quello delle postulanti, appena due, che entreranno nel noviziato ad ottobre. Si esprimono lodi al Signore per non aver registrato finora alcun rilievo a cose o persone da parte di autorità civili o religiose. Le Persone. Nonostante il decesso di due suore e la dimissione di due novizie, il numero è salito a 131, 89

suore professe di voti perpetui, 32 di voti temporanei, 6 novizie e 4 postulanti. Le case. Sono state aperte altre 3 case: a Nocera Inferiore con la Scuola materna ed elementare; a S. Martino Valle Caudina con l’asilo infantile e il laboratorio; a Ruvo-Bitonto nel Seminario vescovile. Lo Stato patrimoniale ed economico è stato notevolmente incrementato con gli acquisti relativi a Quisisana, Nocera Inferiore e Pagani, grazie alle donazioni relative a Francavilla a Mare e Ostia. Si è registrato anche un notevole miglioramento finanziario grazie ai lasciti di signorine pensionate, i contributi delle varie case, le doti delle suore. Le opere e attività sono elencate in quest’ordine: asili d’infanzia, scuole elementari, refezioni scolastiche, colonie elioterapiche, laboratori per lavori femminili con annesse scuole di taglio, orfanotrofi maschili e femminili, asili nidi e refettori materni O.N.M.I., casa di salute, ospizio per anziani, economato nel Seminario di Ruvo-Bitonto, Azione Cattolica Femminile e gruppi di Fanciulli, catechismo parrocchiale e Sodalizio Figlie di Maria. Al sesto punto di parla della beatificazione della Madre Fondatrice: presi gli opportuni accordi e stabiliti i necessari contatti, si dovrà riprendere la causa di beatificazione della Fondatrice, ferma ormai dal 1912, impegnandosi ad aggiungere ai processi presso la Santa Congregazione dei Riti anche quelli ancora in corso presso la Curia di Napoli.

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L'ULTIMA di Fabio Colagrande, giornalista Radio Vaticana Italia

web e vangelo P

er una perversione personale, da circa dieci anni, frequento quotidianamente le discussioni fra cattolici sul web. Anni fa le gestivo sul mio Blog personale, da tempo le intraprendo su Facebook. Da queste conversazioni, spesso estenuanti, credo di aver imparato molto. Innanzitutto perché confrontarsi con chi condivide la tua stessa fede ma ha idee diverse dalle tue, ti costringe a pensare. Ti obbliga a chiarirti le idee su come la pensi a proposito di certi temi dirimenti in campo religioso e morale. A uscire dall’indifferenza, dalla confusione e dall’ignoranza. Poi, perché dialogare civilmente senza delegittimarsi a vicenda – tra fratelli in Cristo – è assai arduo. Specie sui social network, dove polarizzazione, insulti, il cosiddetto ‘hate-speech’, sono all’ordine del giorno. Spiegare con precisione e pacatezza, senza cedere alle provocazioni, può essere a volte una vera e propria missione impossibile. Perciò, se è vero, come ha affermato Benedetto XVI, che un cristiano in rete si riconosce dallo stile prima che dai contenuti, esercitarsi a testimoniare il Vangelo sul web fa bene all’anima. Un terzo beneficio che si trae dalle infinite diatribe on-line è che s’impara a diffidare dagli estremismi, dalle risposte facili e unilaterali. Se infatti il relativismo come mancanza di principi è assai rischioso, lo è altrettanto l’incapacità di mettere in dubbio il proprio punto di vista su un determinato argomento. Sui social s’impara che solo mettendo in discussio-

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Insieme NOVEMBRE 2017

ne, anche per un istante, le proprie certezze, per provare ad entrare nella testa dell’altro, si può rendere fecondo uno scambio di idee. Solo chi è capace di rispetto, ascolto e sa andare oltre una visione manicheistica della realtà, apprezzare il valore delle differenze, può rendere fruttuoso un confronto. Prendiamo l’esempio più classico degli scontri fra i feroci critici di papa Francesco e i suoi più convinti apologeti. Su Facebook impazzano accese dispute sulle parole e i gesti di Francesco, spesso aizzate da blog o siti che si dedicano quotidianamente a fargli, per così dire, le pulci. Ebbene, entrambe le posizioni estreme sembrano viziate dal pregiudizio. Basti vedere con quanta misericordia i presunti papisti si scaglino contro chi si azzarda velatamente a criticare Bergoglio. O – di contro – quanto siano assurdamente quotidiane le critiche al Papa, scadendo spesso in luoghi comuni fondati sull’ignoranza del suo magistero. È più che lecito farsi delle domande su ciò che fa o dice il Papa, ma dopo essersi documentati. Mentre, esaltare acriticamente ogni suo verbo o sguardo è il servizio peggiore che possiamo rendergli. Ma, soprattutto, anche se attacchi Francesco, io ti amo come me stesso. Se quindi è molto trendy descrivere la fauna dei social come una massa di ‘webeti’ e conseguentemente rifuggirla snobisticamente, sostengo che noi cristiani dovremmo sporcarci le mani anche lì, se siamo davvero ‘pensanti’ oltre che ‘credenti’.


Grazie ai sacerdoti Ogni persona, ogni storia è importante

Don Diego Conforzi, parroco di Sant’Ugo a Roma

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