Insieme - Aprile 2019

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APRILE 2019 N. 4 ANNO XIV € 1,20

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Il segreto della felicità

Chiara Corbella Petrillo “La figlia che tutti vorrebbero avere”




Auta Pasca, auta frasca! (Alta Pasqua – altra frasca).

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Il segreto della felIcItà

chIara corbella PetrIllo “La figlia che tutti vorrebbero avere”

L’approfondimento di questo numero, in vista della Pasqua, è dedicato a due storie luminose in cui la vita appare in tutta la sua bellezza, anche quando è attraversata dal dolore. Abbiamo intervistato Roberto Corbella, il papà della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo. Quattro anni di matrimonio e tre figli, i primi due vivono solo mezzora. Il terzo, Francesco, compie un anno pochi giorni prima che la sua mamma torni in Cielo a soli 28 anni. Ad uno sguardo umano la sua vita appare incompiuta e carica di tristezza. E invece, la sua memoria è apparsa fin dall’inizio come una stella che risplende nella notte. La seconda storia è il racconto di una vocazione, quella di suor Vittoria: dall’inquietudine del cuore all’incontro con Dio. In Vita nell’Agro parliamo di elezioni europee: la federazione delle associazioni familiari chiede ai candidati al Parlamento europeo di impegnarsi per promuovere adeguate politiche familiari. Presentiamo gli ospiti del Premio Euanghelion che il prossimo 25 maggio sarà assegnato a Gennaro Ferrara, conduttore de “Il diario di Papa Francesco”, il programma di Tv2000, e Laura Guerra, caporedattore di Scarp de tenis, il mensile della strada, nato come progetto sociale di Caritas ambrosiana, rivolto ai senza fissa dimora. Di sera l’appuntamento è al Teatro Diana di Nocera Inferiore, per una serata di beneficenza con lo spettacolo teatrale “Ago” di Giovanni Scifoni. Nelle pagine della scuola spazio al nuovo esame di maturità, due studenti ci raccontano come si stanno preparando. Nelle pagine culturali, tanti spunti per leggere, andare al cinema e scoprire il nostro territorio. In Vita ecclesiale, il racconto della Visita Pastorale e il calendario con tutti gli appuntamenti per le Cresime. L’ultima è firmata da don Giuseppe Merola, della Libreria Editrice Vaticana.

Foto di copertina Salvatore Alfano

Sommario

APRILE 2019 N. 4 ANNO XIV € 1,20 MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Saggezza dei nostri vecchi che ci insegnano che quando nel calendario la Pasqua cade alta, come quest’anno che è il 21 aprile, anche le foglie sono molte cresciute. Perché, ecco, l’inverno è passato… i fiori sono apparsi nei campi (Ct 2,11-12) e la primavera spirituale, segno pasquale, irrompe con un folto fogliame lasciando alle spalle l’inverno della nostra vita. † Giuseppe, Vescovo

COMMENTI 5 Ho incontrato una Chiesa di Silvio Longobardi 62 L’ultima di Giuseppe Merola L’APPROFONDIMENTO 9 Quei giorni vestiti di luce 10 “Era la figlia che tutti vorrebbero avere” 14 “Vi racconto il segreto della felicità” SCUOLA&UNIVERSITà 16 Studenti alle prese con la nuova maturità di Martina Nacchio VITA NELL’AGRO 19 Elezioni europee: un decalogo per la famiglia di Gianni Borsa 21 Scorz’, un riparo contro l’indifferenza di Martina Nacchio 23 Premio Euanghelion: al via la XII edizione di Mariarosaria Petti

IN PARROCCHIA 52 Pagine parrocchiali RUBRICHE 22 Associazioni e realtà del territorio di Sofia Russo 24 Fisco e tributi di Andrea Perrillo Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 25 Sale in zucca di Raffaella Marciano 32 Insieme con Maria di Antonietta Abete 38 Gli operai del Vangelo di mons. Giudice 42 Le parole della fede di Silvio Longobardi CULTURA 29 L’angolo delle recensioni 30 Appuntamenti culturali In sala 31 I tesori del Museo Diocesano "San Prisco"

27. VITA NEL'AGRO #IOVADOALMUSEO

33. Vita Ecclesiale Come immagini la Madonna

51 BACHECA VITA ECCLESIALE 34 Visita Pastorale 41 Accanto agli sposi 44 Il calendario delle Cresime NEWS PARROCCHIE 47 Notizie dalle parrocchie

44. Vita Ecclesiale Il calendario delle Cresime


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Ho incontrato una Chiesa Q

uando sono partito per il Burkina Faso alcuni amici mi hanno suggerito di fare attenzione, più che in passato. Non hanno tutti i torti. Al di là della cronaca, che segnala i fatti più eclatanti e drammatici, chi vive in questa terra è costretto a registrare una crescente instabilità dovuta al fondamentalismo di matrice islamica che ha messo salde radici nel Paese e alimenta una pericolosa conflittualità sociale. Né possiamo trascurare la presenza di gruppi terroristici, attivi soprattutto nelle zone di confine, che combattono manu militari facendo non poche vittime nell’esercito regolare. Una situazione che, Dio non voglia, rischia di divenire esplosiva in un Paese che ha bisogno di pace e stabilità per continuare un lento ma graduale cammino di affrancamento sociale, iniziato negli anni Ottanta. In questa situazione, che vede i cristiani in prima linea, attaccati a causa del loro indiscutibile ruolo sociale e culturale, ho incontrato una Chiesa che offre una bella e significativa immagine di Vangelo. È anzitutto una Chiesa credente che promuove una fede orante. L’impegno caritativo, che in questa terra si presenta ancora più urgente e indispensabile, viene vissuto con grande responsabilità ma non toglie spazio ai sentieri ordinari dell’esperienza di fede: le chiese sono sempre affollate, frequenti i pellegrinaggi a piedi, l’annuncio vocazionale è curato nei minimi particolari, la pastorale giovanile è promossa con intelligenza, non mancano i tempi della formazione spirituale.

In questa terra ho incontrato una Chiesa prudente e consapevole dei rischi ma anche fiera e combattiva, una Chiesa che non nasconde il suo patrimonio ideale e non accetta i diktat culturali che provengono da quelle agenzie occidentali che, insieme agli aiuti finanziari, cercano di far passare aborto, contraccezione e gender come valori essenziali di una società civile. Una Chiesa che ha una chiara coscienza della propria identità ma non si chiude né vive ripiegata su se stessa. Al contrario, cerca con ogni sforzo il dialogo sociale e interreligioso. Un compito che incontra non pochi ostacoli e difficoltà in alcuni settori della comunità islamica, come ammettono alcuni vescovi nei colloqui privati. Nelle prime settimane di quest’anno un salesiano di origine spagnola, ma presente in Africa da più di 40 anni, è stato ucciso. Pochi giorni fa un parroco burkinabé è stato rapito nel nord del Paese, in una delle regioni più a rischio a causa delle infiltrazioni terroristiche. Sono le prime avvisaglie di un clima che diviene incandescente, qui come in altri Paesi africani. Alcuni commentatori vedono in questi episodi una sorta di intimidazione per obbligare la Chiesa a diminuire la sua presenza e il suo impegno di evangelizzazione. I cristiani di questa terra non sono disposti a cedere ma hanno bisogno di sentire il calore e l’amicizia di quanti condividono la stessa fede. È il minimo che possiamo fare. Non dobbiamo tirarci indietro.

Piazza San Pietro (Foto Salvatore Alfano)

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posta@insieme.it a cura di Antonietta Abete

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IMPRONTE P. guarda fuori dalla porta. Seduto sul letto, nella sua stanza, dove vive con altri due ragazzi e dove trova lo spazio per posare quanto di più prezioso possiede: libri e quaderni. Per il resto non ha nulla. Anche nel suo paese è ospite. Il problema non è se migrerà, il problema è solo quando deciderà di farlo. Quando deciderà di alzarsi da quel tappeto, su cui dorme e studia, per tentare la strada tortuosa che, se tutto andrà bene, lo porterà a vivere in questa parte di mondo oziosa e decadente dove però si dorme più comodi e si mangia più spesso. (Foto Salvatore Alfano)

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L'APPROFONDIMENTO

Foto Siciliani-Gennari/SIR

a cura della redazione

Quei giorni vestiti di luce N

on poche volte la cronaca amplifica morbosamente vicende misteriose, delitti inspiegabili, fatti oscuri. E tralascia quelle storie luminose in cui la vita appare in tutta la sua bellezza, anche quando è attraversata dal dolore. È questo il caso di Chiara Corbella, la giovane mamma morta a 28 anni. Ad uno sguardo umano la sua vita appare incompiuta e carica di tristezza. E invece, la sua memoria è apparsa fin dall’inizio come una stella che risplende nella notte. Il tam-tam ha portato Chiara in luoghi dove mai avrebbe pensato di arrivare e ha fatto della sua breve esistenza un annuncio di speranza che commuove la gente umile e dà forza a quanti percorrono la sua stessa via dolorosa. È la fede che ha vestito di luce la storia di Chiara. Una fede non ostentata ma testimoniata con una fedeltà davvero straordinaria. La fede veste di luce i fragili giorni della nostra esistenza. Tutti i credenti vivono quest’esperienza anche se non tutti con la stessa intensità. Per questo ci piace scovare e presentare vicende in cui il dolore avrebbe potuto soffocare ogni speranza e che invece, per una

grazia particolare, sono divenute storie di resurrezione. In questi fatti c’è come un messaggio che riguarda tutti: anche quando sembra vincere, il male non ha l’ultima parola. Anzi è destinato a soccombere. “Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio”, scrive l’apostolo Paolo. È una regola che dovremmo sempre ricordare. In ogni storia c’è una luce, invece di amplificare le ombre, conviene far risplendere l’amore. Storie come queste fanno bene perché alimentano uno sguardo positivo sulla realtà, aiutano a non cadere nello scoraggiamento. Questa psicologia spicciola tuttavia non ci basta. Anzi, diventa una nuova e più pericolosa forma di illusione. La nostra certezza ha ben altre radici, scaturisce dalla fede in Cristo morto e risorto. È di Lui che vogliamo parlare, da Lui dobbiamo partire se vogliamo scrivere pagine in cui l’amore vince anche le battaglie più difficili. Noi ci crediamo e auguriamo a tutti i nostri lettori di vivere la stessa esperienza. Silvio Longobardi

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L'APPROFONDIMENTO Chiara Corbella Petrillo

“Era la figlia che tutti vorrebbero avere” di Antonietta Abete

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ei anni di fidanzamento e qualche momento di prova. Quasi quattro anni di matrimonio con Enrico Petrillo e tre figli, i primi due, Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, vivono solo mezzora. Il terzo, Francesco, compie un anno pochi giorni prima che la sua mamma torni in Cielo, il 13 giugno del 2012, a soli 28 anni. È questa la cifra della vita di Chiara Corbella Petrillo che ha abbracciato la croce con fiducia, senza mai perdere il sorriso. Il giorno dei suoi funerali, il cardinale Agostino Vallini l’ha definita “una seconda Gianna Beretta Molla” e ha aggiunto: «Ciò che Dio ha preparato attraverso di lei è qualcosa che non possiamo perdere». La gioia per la terza gravidanza infatti si intreccia con una diagnosi terribile: Chiara ha un carcinoma alla lingua. La giovane mamma fa un primo intervento in anestesia locale ma rimanda le cure dopo la nascita del bambino per non mettere a rischio la sua salute. Il 21 settembre 2018 – lo stesso giorno del suo anniversario di matrimonio – la Diocesi di Roma ha iniziato il processo diocesano per la causa di Beatificazione. A raccontarci la sua vita è il papà Roberto che ha condiviso passo dopo passo le scelte di Chiara e suo marito Enrico.

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Roberto Corbella ci racconta la vita e le scelte di sua figlia, la Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo


Chiara ed Enrico, nel giorno del matrimonio, insieme a fra Vito D’Amato

Non ve lo aspettavate?

Non ci aspettavamo una cosa così definita. Erano già stati ad Assisi, avevano trovato la Chiesa. Il matrimonio di Chiara è stato una passeggiata, non ci è costato nessuna fatica. Quando si sono sposati non avevano una casa, i primi mesi sono andati a vivere nella casa in campagna e facevano i pendolari. Chiara ed Enrico erano affascinati dalla Provvidenza e l’avevano scelta come stile di vita. Quando hanno deciso di sposarsi così giovani, senza casa, non ti sei preoccupato? Com’era Chiara da bambina?

La figlia che tutti vorrebbero avere: solare, sorridente, sensibile. Ferma nelle sue convinzioni ma mai arrogante. Siamo stati dei genitori fortunati. Hanno avuto un buon esempio.

Sorride. Lo dico sempre: non c’è la proprietà transitiva! Se la figlia è santa, non vuol dire che lo sia anche il padre. Che studi ha fatto?

La sua prima opzione era Medicina ma non ha superato il test di ammissione e così ha esercitato la seconda scelta: Scienze Politiche con indirizzo cooperazione e sviluppo. Voleva collaborare con qualche ONG ad aiutare il prossimo. Fin da piccola, insieme alla sorella Elisa, ha studiato musica. Prima il pianoforte, poi il violino. A 18 anni Chiara raggiunge la sorella a Medjugorje e incontra Enrico. Hai capito subito che era successo qualcosa?

A tutte e due! Elisa ha conosciuto un amico di Enrico ed è scattata per entrambe la scintilla, si vedeva dai loro occhi. Fino a quel momento Chiara aveva con molto garbo declinato ogni candidato. Quando ho capito che aveva questo debole per Enrico, ho tentato di metterla in guardia: “Sii prudente, è il primo ragazzo, chissà quanti ne passeranno prima di trovare quello giusto”. E lei mi ha risposto: papà, non hai capito, io questo me lo sposo. Cosa hai pensato quando hai visto per la prima volta Enrico?

Dalla mattina alla sera mi sono trovato ad avere un figlio maschio. Quando Chiara ha finito la triennale – Enrico nel frattempo aveva concluso un corso per fisioterapista – una sera ci hanno invitato a cena e ci hanno comunicato il giorno, l’ora e il luogo del matrimonio: il 21 settembre del 2008. Avevano organizzato tutto.

Tutto il percorso che hanno fatto insieme, non solo questo passaggio, ma anche quelli successivi, più complicati, è stato fatto con tale fermezza e semplicità per cui era impossibile pensare qualcosa di diverso. Con il matrimonio inizia un tempo un po’ particolare per la vita di Chiara, se ci fermiamo ad una lettura solo umana.

È partito con slancio, Chiara è rimasta subito incinta, poi la scoperta dei problemi di Grazia Letizia. La dottoressa Daniela Salernitano, che è diventata una sua amica e l’ha seguita fino alla fine, si accorge che c’è qualcosa che non va e la manda a fare una seconda ecografia, più approfondita. Purtroppo viene confermata la diagnosi di anencefalia. Non c’è nessuna possibilità di salvare questa bimba. Chiara decide da subito, senza esitazioni, di portare avanti la gravidanza. È giusto sottolineare che Enrico è sempre in sintonia con Chiara, spesso le coppie su temi così importanti si dividono. C’è rimasta male, come l’ha presa?

Non è una bella notizia e non può essere stata contenta di sapere che sua figlia, che tanto desiderava, stava male. Però Chiara riusciva ad accettare le cose e a dare loro una visione positiva. Bisogna misurare molto le parole, Chiara non deve passare come una fanatica, una matta che è quasi contenta di sacrificarsi. Non è stata contenta di nessuna delle cose che le sono capitate, però è riuscita ad accettarle e a cogliere in esse un significato più grande. Che attesa ha vissuto?

Paradossalmente la gravidanza di Chiara è stata eccezionale. A causa della conformazione della bimba, c’era più liquido amniotico. Aveva un pancione sproporzionato – qualcuno poteva pensare che fossero gemelli – che non passava inosservato. Tutti chiedevano e questo l’ha messa a dura prova. Sapendo che questa bimba non sarebbe

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L'APPROFONDIMENTO

sopravvissuta, era difficile gestire tutti i commenti, anche banali e sciocchi che le persone fanno. Le classiche domande: è maschio, è femmina? E poi la battuta finale: l’importante è che stia bene. Chiara sapeva che non era questo il caso. Maria Grazia Letizia nasce e vive mezzora. Riesci a vederla?

In questi casi, i medici non fanno vedere il bambino ai genitori. Invece la ginecologa ha fatto portare la bimba a Chiara che aveva preparato una cuffietta per coprirle la testa. C’era fra Vito, il padre spirituale di Chiara, che le ha amministrato il Battesimo, poi siamo entrati anche noi e abbiamo fatto le foto con la nipotina. Come avviene normalmente per qualsiasi parto. Poi le sfumature sono diverse e ognuno vive le cose con la sua testa. Io che in famiglia sono il meno religioso, il più pragmatico, ho fatto questo ragionamento: peccato, ha perso questa bimba, ma sono giovani, avranno altre possibilità. Ho dato una risposta pratica. Mia figlia invece era molto più sul fronte di fede. Infatti subito dopo è rimasta incinta di Davide Giovanni. Anche qui un percorso complicato.

Ad un primo esame è risultato che il bambino aveva delle malformazioni agli arti inferiori, sarebbe vissuto ma con una disabilità grave. Enrico e Chiara si erano messi a studiare situazioni simili, per capire se si poteva fare una protesi. Solo successivamente hanno scoperto che anche Davide Giovanni non poteva vivere per una malformazioni alle pelvi. Anche in questo caso Chiara ha fatto un parto naturale, di nuovo siamo stati tutti in ospedale. C’è stato il Battesimo e poi il funerale, Chiara ed Enrico hanno suonato e cantato. Che reazione ha avuto Chiara quando ha saputo che il Signore aveva scelto per sé anche questo secondo bambino.

Lo ha spiegato molto bene in una testimonianza: “Signore, con la prima figlia ci hai chiesto di accettare di accompagnarla solo fino alla nascita. Poi di lasciarla. E va bene, lo abbiamo fatto. Con il secondo, prima ci hai chiesto se eravamo disposti ad accettare che fosse disabile, e abbiamo detto va bene. Adesso ce lo togli”. Lei dialogava su tutto con il Signore, poneva delle domande. Laddove non riusciva a darsi delle risposte umane, emozionali, accettava. Tutti e due i primi bimbi sono vissuti solo mezzora ma Chiara ha detto: “Non ci è sembrato poco questo tempo”. Hanno valorizzato il prima, quel momento e tutto il resto in maniera positiva. Tant’è che poi programmano la terza gravidanza, quella di Francesco.

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21 settembre 2018, apertura della causa di Beatificazione di Chiara Corbella (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

E tu?

A quel punto io che ero il pragmatico della famiglia ho chiesto loro di fare degli esami genetici. Ho pensato che forse c’era qualche problema, una incompatibilità. Loro non volevano, poi per compiacermi li hanno fatti. E hanno mandato me a ritirarli. Non c’era nessun nesso tra i problemi della prima figlia e il secondo bambino. Ma quando è partita la gravidanza di Francesco eravamo tutti in ansia. Invece è Chiara ad ammalarsi.

Era il mese di dicembre. Chiara aveva un fastidio alla lingua, sembrava poco più di un’afta. È andata a fare una visita perché non passava, il medico le ha fatto fare una biopsia. I risultati non sono stati così netti. Poiché era incinta, il dottore ha deciso di tenerla sotto osservazione e intervenire subito dopo il parto. A marzo invece si è scoperto che questa cosa era estremamente aggressiva. Le hanno asportato d’urgenza una parte importante della lingua in anestesia locale. Il protocollo prevede un secondo intervento per asportare i linfonodi al collo. Lei ha iniziato una negoziazione con i medici, per loro questo intervento andava fatto dopo poche settimane. Ma questo avrebbe richiesto la nascita prematura di Francesco. Cosa ha fatto Chiara?

Si è scontrata con i medici che pensavano a come salvare lei e parlavano di Francesco come il feto, un fatto generico: se riusciamo a salvarlo, bene. Altrimenti, pazienza. Chiara si è ribellata. Ha detto: chi sono per decidere della vita di mio figlio? Io devo garantire la sua vita, dopo faccio quello che devo fare. Francesco è nato il 30 maggio del 2012, quattro giorni dopo Chiara ha fatto un nuovo intervento alla lingua con asportazione dei linfonodi del collo. Purtroppo erano già stati intaccati e ha dovuto affrontare chemioterapia e radioterapia. La voce di Roberto si incrina.


Che impatto ti ha fatto scoprire la malattia di tua figlia?

Chiara dava poco a vedere, non si lamentava, minimizzava. Per sapere qualcosa dovevamo cercare di parlare con i medici, di scavalcarla. Poi, fino a quando uno non ha il verdetto finale, spera sempre. Ho cercato di incoraggiarla: vedrai, le dicevo, adesso supererai questa cosa. Si continua fino all’ultimo a sperare. E, nei limiti possibili, a combattere per vincere la guerra. Qual è stata la sua scelta?

Sono arrivate varie proposte, cure alternative, possibilità di andare all’estero. Lei le ha esaminate tutte con attenzione ma con molto distacco. Ai dottori che le hanno proposto un ulteriore ciclo di chemio, ha domandato che possibilità aveva di guarire. Le hanno detto che forse poteva guadagnare qualche mese. Ha preferito stare con la sua famiglia. Mia moglie ha sperato fino all’ultimo istante nel miracolo. Roberto non trattiene più le lacrime. Rimaniamo in silenzio. Era più lei a ribellarsi con il Padre Eterno, si sentiva in credito. Ma come? Sono sempre stata rigorosa, hai sempre detto chiedete e vi sarà dato. Chiara, alla fine, le dice: “Mamma, non hai capito. Evidentemente è quello che il Signore vuole”. Adesso le lacrime scendono copiose. (Quando Chiara ha 5 anni, la mamma la porta insieme alla sorella agli incontri del Rinnovamento. È il primo incontro di Chiara con la fede, nda). Vi trasferite tutti insieme nella casa in campagna. Perché?

Nello stesso anno, a gennaio, mia suocera aveva avuto un ictus ed era a casa con noi. Nel frattempo era ritornata anche Elisa da Milano per stare con la sorella. A Roma era

complicato e così ci siamo trasferiti tutti a Cerveteri, nella casa in campagna. Chiara era sempre molto attenta, sorridente, quando stava veramente male – prendeva gli oppiacei – si ritirava nella sua stanza. Non si faceva mai vedere in condizioni drammatiche, non si lamentava anche se negli ultimi tempi è degradata molto fisicamente. Una volta a settimana venivano tutti gli amici a dire il Rosario. C’era un via vai di persone, fra Vito è rimasto parecchio tempo con noi. Lei era contenta perché celebrava la Messa tutti i giorni. Quando veniva a trovarci qualcuno che aveva un po’ il muso lungo, diceva: “Vedi che tanto dobbiamo morire tutti quanti!”. Chiara era molto ironica. Paradossalmente è stato uno dei periodi più belli per la nostra famiglia. Avete festeggiato anche il compleanno di Francesco?

Sì, 13 giorni prima che Chiara se ne andasse. Non c’era un’atmosfera triste. In un mondo in cui siamo abituati tutti a lamentarci – ho il raffreddore, mi fa male qui, c’è il traffico, piove – lei, che a quel punto di problemi ne aveva, non lo dava a vedere. Nel filmato che proiettiamo durante le testimonianze, nelle ultime immagini c’è lei al mare con Francesco che canta la canzone “La nostra festa non deve finire”. Chiara decide di fare un viaggio a Medjugorje per chiedere alla Madonna “la grazia di accogliere la grazia”. C’eri anche tu?

Sì. Quando ha saputo di essere una malata terminale, ha espresso il desiderio di tornare a Medjugorje che era diventato il suo punto di riferimento dal fidanzamento con Enrico. In pochi giorni abbiamo riempito un aereo di linea con 160 posti. La sera ha fatto la testimonianza nella casa dove alloggiavamo e il mattino dopo è salita sul monte con le sue forze. Qual è il segreto del suo sorriso?

Chiara credeva che le cose che le sono capitate non fossero una disgrazia, nel senso tradizionale del termine, ma un pezzo del percorso che doveva compiere. Lei si confrontava con il Padre eterno, gli diceva: “Mi devi convincere che è il meglio per me e per quelli che rimangono”. Evidentemente, si convince di questo. E si affida. Cosa che io faccio molta fatica a comprendere fino in fondo: sono più san Tommaso. Francesco parla mai della mamma?

Roberto Corbella

Sì, conosce tutta la storia. Quando era piccolo, a volte diceva: mi manca tanto mamma Chiara! Una volta ad Assisi, durante una testimonianza, mentre Enrico sul palco parlava dell’amore, lui giocava ai piedi del palco. Si è fermato e ha esclamato ad alta voce: sono io l’amore! APRILE 2019 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO Suor Vittoria Lucia (Foto Salvatore Alfano)

“Vi racconto il segreto della felicità” Da adolescente turbolenta a suora francescana alcantarina. La storia di Vittoria, dell’inquietudine del cuore e dell’incontro con Dio

«A

Scampia non c’erano suore». Eppure Vittoria Lucia – nata e cresciuta in uno dei quartieri più difficili di Napoli – ha scelto ugualmente il velo per rinascere a nuova vita. «La mia storia non mi appartiene più, ormai è della Chiesa. Nessuno avrebbe mai detto che sarei potuta diventare una suora». Vittoria è l’ultima di quattro figli, ha una sorella e due fratelli molto più grandi di lei. Sua madre vive una religiosità molto semplice, suo padre è lontano da Dio. In famiglia la ragazzina coltiva silenzio e solitudine: «Non volevo dipendere da nessuno». Nella musica, la giovane Vittoria trova lo strumento per esprimersi. «Credo che il Signore sia entrato nelle note di uno spartito per parlarmi. Dio sceglie sempre un linguaggio che noi possiamo comprendere». Le frizioni familiari si verificano anche al momento della scelta della Scuola Superiore della piccola di casa: «Io volevo frequentare il Liceo artistico, i miei genitori spingevano per un istituto professionale». Si arriva ad una mediazione: Vittoria frequenterà il Liceo socio-psicopedagogico. A scuola, Vittoria espone il suo caratterino, diventando rappresentante d’istituto: «Ho sempre avuto una vita disordinata. Vivevo di notte e dormivo di giorno». Frequenta la parrocchia ma solo come ritrovo e come luogo dove poter cantare e suonare.

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Un evento drammatico segna quell’esistenza che si sfilaccia a poco a poco nella sregolatezza: «Muore mio zio, l’unico parente con cui abbia mai avuto un rapporto speciale». L’uomo, malato di sclerosi multipla, era da tempo sordo-muto. Per Vittoria, a cui non piacciono le parole, è l’interlocutore perfetto. «Veniva ai miei concerti» sorride la suora. Intanto, suo padre decide di accompagnare la moglie ad un incontro a Rimini del Rinnovamento nello Spirito Santo. Ha una conversione e la presenza in parrocchia della famiglia s’intensifica. Una circostanza che fa sentire la ribelle Vittoria braccata e la spinge pian piano ad abbandonare la comunità. Finito il liceo, la neomaggiorenne decide di studiare giornalismo e anche in questo caso suo padre prova a dissuaderla. Vittoria s’iscrive a “Cultura digitale della comunicazione”, corso di studio della Facoltà di Sociologia a Napoli, con l’idea di diventare un critico televisivo. Più passa il tempo però e più sente che quello non è il suo posto. Comincia il Servizio Civile ma anche in questo caso l’esperienza non lascia il segno. Un giorno, una sua amica le chiede di suonare al matrimonio della sorella. È il momento che segna il suo ritorno in parrocchia, nel coro che aveva abbandonato. Qui conosce


un seminarista che stava svolgendo a Scampia il suo servizio pastorale. «Aveva lo sguardo felice». Era un farmacista, fidanzato da 11 anni e vicepreside quando ha lasciato tutto per la vocazione religiosa. «Mi incuriosiva la sua vita, quel guizzo nei suoi occhi. Mi chiese di continuare ad andare al coro». Il seminarista, don Ciro, propone – subito dopo le prove di canto – una lectio divina sul Vangelo della domenica: «Iniziai a capire che avevo un’immagine distorta di Dio, cominciai ad approcciarmi al Vangelo grazie ad una persona di cui avevo stima». Qualcosa nell’animo di Vittoria sta cambiando, ma la giovane fatica a farsi vedere in parrocchia, perché non vuole darla vinta ai genitori.

che non ero riuscita a fare». Intanto Vittoria cambia parrocchia, vuole allontanarsi da quel seminarista che è stato decisivo per la sua conversione, per verificarne l’autenticità. Incontra un nuovo parroco, don Francesco Cirino, una figura che saprà guidarla. «Io non avevo mai conosciuto una suora, non sapevo neanche cosa si facesse in un Convento. Quando don Francesco mi chiese se fossi più orientata per la vita contemplativa o per quella pastorale rimasi a bocca aperta». Il sacerdote le consiglia di confrontarsi con una clarissa cappuccina e contestualmente le affida un gruppo giovanissimi.

«Decisi di partire per Londra con una mia amica e iniziai a racimolare tutti i soldi necessari per comprare il biglietto aereo». Una volta arrivate lì, le amiche avrebbero dovuto trovare un lavoro per mantenersi. Questo era il programma. In quel periodo, Vittoria frequenta anche un ragazzo, ma è una relazione senza pretese. Prima di partire, don Ciro chiese a me e ad altri giovani di fare un’esperienza di preghiera, un ritiro d’Avvento. Segue poi un ritiro di Quaresima sull’enciclica di Benedetto XVI “Deus Caritas est”. «Veniva annunciato qualcosa che umanamente non riuscivo ad accogliere. Se Dio è morto per me, perché io non sono felice?» si domanda Vittoria. È l’alba della conversione. Vittoria decide di cambiare Facoltà e s’iscrive a Teologia.

«Suor Pia era una donna bella, giovane e io non mi aspettavo di trovare una suora così». Il cammino con lei è durato meno di un anno. In facoltà poi conosce suor Manuela, una suora francescana alcantarina e resta affascinata dal carisma dell’Istituto. Il 19 gennaio 2012 Vittoria entra in Convento e il 2 febbraio si laurea in Teologia. «La festa di laurea è stata l’occasione per salutare la parrocchia e miei amati giovanissimi, che da 5 erano diventati 30». La novizia entra nella Casa Madre delle Suore francescane alcantarine a Castellamare di Stabia. «Lì ho sperimentato il miracolo che il Signore compie nelle relazioni. Mi sono finalmente sentita a casa». È seguito un anno di noviziato ad Assisi e due anni a Bisceglie. Da un anno e mezzo invece suor Vittoria vive nella comunità di Materdomini a Nocera Superiore, insieme a dieci consorelle, dove insegna religione ai bambini.

Il biglietto per Londra nel cassetto reca la data del 27 luglio 2007. «Lo stesso giorno saltai sul treno bianco per Lourdes, accompagnando i malati in carrozzina. Mi sembrò una restituzione a quella visita alla salma di mio zio

Vittoria ha un sorriso contagioso, di quelli che ti nascono prima nell’anima e poi sbocciano sul volto. A 32 anni è una persona felice e ora vuole aiutare anche gli altri ad esserlo. Mariarosaria Petti

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Antonella Malafronte, Ersilia Fiore, Salvatore Corrado, Donatella Ferrara, Francesco Ingiustra, Patryk Klepadlo, Luigi Di Palma, Dina Grimaldi, Michele Lanzetta, Rosaria Vincelli, Andrea Perrino, Salvatore Guercio Nuzio, Sofia Russo, Salvatore Alfano, Raffaella Marciano, Livia Rossi, Maria Mauri, don Giuseppe Merola, don Giuseppe Pironti, padre Paolo Saturno, Mariano Rotondo, Donato D’Elia, don Natalino Gentile, Lucrezia Califano, don Carmine Vitolo, Antonio Pontecorvo, Sabrina Perrino, Gianni Borsa, Anna Petrosino, Giulia Rossi, Monica Taiani Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

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Tiratura 3.000 copie Questo numero è stato chiuso in redazione 28 marzo 2019 Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­ cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Redazione Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile 84014 Nocera Inferiore (SA) insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66

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SCUOLA & UNIVERSITà Giulia ed Ermanno, prossimi alla Maturità

L’Esame di Stato cambia. Tra novità e ansie, due studenti ci raccontano la loro preparazione alla Maturità

Studenti alle prese con la nuova Maturità

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li esami non finiscono mai, cantava qualcuno. Eppure ce ne sono alcuni che ci fanno più paura di altri. Una delle prove più complesse in relazione alla propria età è senza dubbio l’esame di Maturità. Chi di noi non ricorda la notte insonne prima di sedersi al banco che avrebbe fatto da palcoscenico all’ultima parte del percorso di scuola superiore? Anche da adulti capita che quei momenti ricorrano nei nostri sogni. Anche a chi l’esame deve ancora affrontarlo, però, con l’avvicinarsi della Maturità, quelle ansie iniziano ad insinuarsi nei peggiori incubi. Da quest’anno, poi, con un’incognita che si aggiunge alle già tante incertezze degli studenti: le novità nella modalità d’esame. A Giulia si legge chiara negli occhi questa tensione. Mentre parla della nuova organizzazione delle prove scritte e orali, agita le mani, stringe le dita e non riesce a star

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ferma sulla sedia. Ermanno invece è più calmo. Lui la scommessa sul suo voto l’ha fatta all’inizio dell’anno, scrivendo il fatidico numero che rappresenterà i suoi sforzi su un foglietto, puntando prima in alto ed abbassando poi un po’ le pretese. Entrambi il prossimo giugno dovranno affrontare la Maturità. Lei iscritta al liceo scientifico di Pagani “Mons. Bartolomeo Mangino”, lui all’Ipseoa “G. Marconi” di Nocera Inferiore, sperimenteranno per il primo anno una nuova impostazione dell’Esame di Stato. La nuova Maturità. La prima novità è a partire dagli scritti: le prove saranno solo due, di cui la seconda caratterizzante per l’istituto superiore che si frequenta – italiano, matematica e fisica per Giulia; italiano, informatica e sistemi informativi per Ermanno. Ma la vera novità che spaventa gli studenti è l’orale: niente più tesina, sarà il sorteggio di una busta

per ogni studente che conterrà una parola a determinare l’argomento di partenza da cui i giovani dovranno iniziare a discutere per poi collegarsi a tutte le materie. La nuova modalità in cui si cimenteranno gli studenti italiani, determinata dal D.l.gs n. 62/2017, introduce novità non solo sullo svolgimento dell’esame, ma anche sui crediti formativi del triennio, che da 25 passano a 40. Un vero disastro per Giulia, che già si immagina i prossimi mesi a studiare libri su libri con la paura del fatidico orale. Ermanno è fiducioso: «Se i professori vogliono aiutarci un poco, lo faranno». Alla fine della chiacchierata ridono un po’ nervosi. Da lì a poche settimane dovranno decidere della loro vita, del loro percorso all’Università, e di tutti gli altri esami senza schema che la vita metterà loro davanti. Martina Nacchio


Salute e adolescenza, il progetto nato dopo la scomparsa di Martina

“Progetto Martina” arriva a Roccampiemonte

«I

nformate ed educate i giovani ad avere maggiore cura della propria salute. Certe malattie sono rare tra loro ma è proprio in loro che si hanno conseguenze molto pesanti»: così Martina, strappata troppo presto alla vita da un tumore alla mammella, sollecitava alcuni medici dell’associazione Lions di Padova nel 1999. Le sue parole hanno lasciato in eredità uno dei progetti più significativi a livello nazionale, che è arrivato quest’anno tra i banchi di scuola del liceo “B. Rescigno” di Roccapiemonte. L’obiettivo è quello di informare la fascia di età 16-18 anni riguardo le varie modalità di prevenzione dei tumori. I giovani del Rescigno hanno accolto l’iniziativa in modo consapevole e con grande attenzione.

L’evento è stato aperto con i saluti del dirigente scolastico Rossella De Luca e dell’avvocato Andrea Torre, presidente Lions Club di Mercato San Severino. La professoressa Vincenza Sessa, organizzatrice della manifestazione, ha dato poi la parola all’anatomopatologa Anna Maria Cascone accompagnata dalla giovane studentessa di Medicina, Chiara Scoppetta, che hanno coinvolto emotivamente tutti i presenti. “Prevenire ai tempi di Instagram” è la pagina social creata dagli studenti come risposta alla giornata formativa. Saranno portavoce del messaggio di Martina, dimostrando di saper coniugare salute e adolescenza. Lucrezia Califano

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo Foto AFP/SIR

La Federazione delle associazioni familiari cattoliche chiede: patto per la natalità, lavoro, giustizia fiscale

Elezioni europee: un decalogo per la famiglia

di Gianni Borsa*

«I

ncoraggiare i candidati alle elezioni al Parlamento europeo a impegnarsi per promuovere politiche favorevoli alle famiglie»: è l’obiettivo dichiarato della campagna “Vote for the Family” lanciato dalla Fafce, la Federazione delle associazioni familiari cattoliche presenti nei Paesi dell’Unione europea. In vista delle elezioni del 23-26 maggio ha prodotto un vero e proprio “decalogo”: ogni famiglia e associazione è invitata «ad alzare la voce per chiedere politiche favorevoli alla famiglia», sulle quali impegnare i futuri eurodeputati, nella consapevolezza che «le decisioni assunte dall’Ue influenzano la vita quotidiana di ogni famiglia» in tutto il continente.

Inverno demografico. «In qualità di candidato alle elezioni europee, mi impegno a riconoscere il valore del volontariato e del lavoro domestico svolto dai padri e dalle madri di famiglia, come fondamentali contributi di coesione sociale»: inizia così la dichiarazione che i candidati all’Euroassemblea sono invitati a sottoscrivere on line. All’atto di prendere decisioni politiche, il deputato si impegnerebbe su 10 punti. Il primo riguarda un patto europeo per la natalità. Il family mainstreaming è il secondo punto: «La famiglia è la pietra angolare della società. L’Ue deve tener conto delle famiglie europee in tutte le sue decisioni, rispettando il principio di sussidiarietà». Da qui l’impegno a promuovere il concetto di valutazione d’impatto familiare per ogni politica settoriale.

Giustizia fiscale. Sostenere le voci delle famiglie è il terzo elemento sottolineato. Quarto aspetto: l’economia al servizio della famiglia, considerando che essa è «fonte di resilienza per la società e un aiuto nell’alleviare le difficoltà delle finanze pubbliche». In questo senso servono «politiche pubbliche che riconoscano la dignità della famiglia e il suo ruolo economico fondamentale per il bene comune, lavorando a favore della giustizia fiscale e promuovendo buone pratiche come la ‘Carta europea della famiglia’». Lavoro, inclusione sociale. Il lavoro dignitoso per ogni famiglia è il quinto nodo da dipanare, perché la famiglia «è il naturale attore-chiave per promuovere l’inclusione sociale». Ed ecco la richiesta di politiche che «considerino il mercato del lavoro non solo in termini di economia e di finanza, ma che si focalizzino innanzitutto sui talenti personali, come attiva modalità di partecipazione al bene comune e strumento di prevenzione della povertà». Esplicita poi la richiesta di riconoscere il valore del lavoro casalingo e del volontariato «come fondamentali contributi di coesione sociale». Sesto punto è l’equilibrio tra vita familiare e impegno professionale. Ai politici di tutti i Paesi dell’Unione si chiede di «favorire una migliore articolazione dell’equilibrio tra vita familiare e vita professionale per il bene della famiglia, includendo la domenica come giorno di riposo settimanale per tutti».

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VITA NELL'AGRO

Motore di generatività. Riconoscere la complementarietà donna-uomo è il settimo argomento sollevato: «La famiglia è motore primario di generatività di tutta la società». L’impegno è a «riconoscere la complementarietà tra uomo e donna, rifiutando ogni tentativo di cancellare le differenze sessuali attraverso politiche pubbliche». Ne consegue il paragrafo successivo: «Rispettare e promuovere l’istituto matrimoniale».

Foto Siciliani-Gennari/SIR

Rispetto della vita. Punto numero nove: «Rispettare la dignità umana della vita dal suo inizio al suo naturale compimento». Torna uno dei temi-cardine della presenza cattolica nello spazio pubblico europeo: «La famiglia è il luogo naturale dove ogni singola vita è benvenuta. Mi impegno a rispettare – si legge – la dignità della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale. Sosterrò tutte le buone pratiche e le politiche volte al prendersi cura di tutti i bambini, prima e dopo la nascita, e delle loro madri, nonché delle loro famiglie adottive o di affido». Non da ultimo – decima sottolineatura – il ruolo dei genitori: «Padre e madre primi e principali educatori dei figli». Ne deriva l’impegno affinché l’Unione europea in tutti i programmi educativi rivolti ai giovani «rispetti e promuova i diritti dei genitori a educare i propri figli secondo le proprie tradizioni culturali, morali e religiose, tese a favorire il bene e la dignità di ciascun figlio». *Sir a cura di Bottega “Tutta n’ata storia”

Via Aurelio Bosco Lucarelli, 35 84014 Nocera Inferiore (SA) T. 081 5171701 Fb Bottega Tutta n’ata storia

La Pasqua che fa bene al mondo

È

quasi Pasqua e tutti pensiamo a uova e colombe “di marca” viste in TV: prodotti invitanti ma che spesso nascondono fenomeni di sfruttamento di intere comunità di coltivatori, filiere produttive poco trasparenti e inquinanti. Il cacao in particolare è uno dei prodotti agricoli con un’alta prevalenza di lavoro minorile, con quasi 2,1 milioni di bambini solo in Costa d’Avorio e in Ghana. Per fortuna si può ridare alla Pasqua un valore umano scegliendo il commercio equosolidale che garantisce ai coltivatori del Sud del mondo redditi dignitosi e non utilizza manodopera minorile o metodi di produzione inquinanti.

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Uova di Pasqua e colombe “equosolidali” sono disponibili presso la Bottega equosolidale “Tutta n’ata storia” a Nocera Inferiore, in via Lucarelli 35, un’associazione no profit attiva da 16 anni che propone un commercio etico, con prodotti che fanno bene non solo a chi li compra ma anche a chi li produce. I ricavi della Bottega sono usati per sostenere le comunità dei coltivatori affinché possano rinascere e svilupparsi in autonomia. Il consumatore può così distribuire nel mondo giustizia sociale semplicemente facendo la spesa. Si chiama consumo critico. A Pasqua (ma non solo), scegliamo dunque un cioccolato “buono”, che fa bene al mondo e a noi stessi!


Una tenda montata dopo la distribuzione a Napoli

Scorz’,

un riparo contro l’indifferenza “Napoli 2035” è un progetto nato dal lavoro di tesi di Giuseppe D’Alessandro per affrontare il dramma dei senza fissa dimora con soluzioni concrete ed efficaci azioni comunicative

S

ul pavimento ci sono già delle coperte. Due ragazzi sistemano la base di cartone, poi la scorza sopra, a formare il tetto del rifugio. Un uomo segue la scena con meraviglia e un mezzo sorrisetto sulle labbra. Da stanotte quella sarà il suo riparo temporaneo. È la scena di un video diventato virale, in cui si racconta la consegna della prima Scorz’. Si tratta di una tenda per la notte per i senzatetto, che di giorno si può trasportare come uno zaino. Ma non solo. È un messaggio di solidarietà, un segnale chiaro per comunicare a chi di dovere che l’emergenza abitativa deve essere affrontata. “Questo non è la soluzione al problema. È un rifugio temporaneo” è il messaggio stampato sul lato della tenda, composta da materiali eco-sostenibili. Il progetto. Scorz’ è uno degli interventi cardine del progetto “Napoli 2035”, nato dallo studio di tesi di Giuseppe D’Alessandro. Il giovane architetto, trent’anni, specializzato in Design for the Built Environement (Design per l’ambiente costruito), è l’ideatore di un sogno ambizioso che mattone dopo mattone sta diventando

realtà. «È un progetto di design partecipativo a sostegno dei senza fissa dimora, realizzato coinvolgendo le persone, attraverso bacheche esposte in luoghi d’interesse come fiere, festival, open day universitari, workshop. Spazi in cui gli interessati hanno potuto lasciare suggestioni, suggerimenti, domande. Anche i senzatetto ovviamente sono stati coinvolti con interviste, nel massimo rispetto della loro situazione, interagendo attraverso i volontari» spiega Giuseppe.

bile, dalle criticità dei senza fissa dimora al lavoro dei volontari, dall’altro creare una rete in cui persone senzatetto, professionisti, artisti, designers, aziende, volontari possano esprimersi». Obiettivi che si intende raggiungere anche attraverso l’utilizzo dei mezzi di comunicazione. In itinere una graphic novel, fotoreportage e un sito che sia un hub di condivisione di idee, sogni e solidarietà. Per un mondo migliore in un futuro non troppo lontano. Martina Nacchio

Un sogno condiviso. La sua idea nasce a Berlino, città in cui ha svolto la sua ricerca di tesi magistrale. Il giovane dottore di Sant’Anastasia inizia, poi, con autofinanziamenti a produrre le prime Scorz’, e a distribuirle su tutto il territorio nazionale. Nel suo progetto coinvolge sempre più persone, le sue idee iniziano a essere un sogno condiviso, al punto che presto “Napoli 2035” diventerà un’associazione onlus. Oggi sono tantissime le richieste a contribuire in termini finanziari e organizzativi alla produzione delle Scorz’. «Il nostro scopo è duplice: da una parte rendere visibile ciò che viene considerato invisiAPRILE 2019 Insieme

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ASSOCIAZIONI Soci e volontari alla presentazione dell'iniziativa

Il presidente Michele Buscè

“Pagliacci col cuore”

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ono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose da angolazioni diverse. […] È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva». Questo ricordava ai suoi studenti il professor John Keating, interpretato dal magistrale Robin William, ne “L’attimo fuggente”, film di Peter Weir del 1989. Un monito per chi vuole vedere le cose con uno sguardo diverso, per carpirne sfumature inattese e angolazioni sconosciute. Questa stessa anima dà vita all’associazione Nuove Prospettive, nata a Roccapiemonte il 18 ottobre del 2016. «Abbiamo scelto questo nome perché il nostro obiettivo è quello di offrire una prospettiva diversa a chi si avvicina al nostro mondo – racconta Michele Buscè, il trentenne presidente dell’associazione rocchese – e anche perché vogliamo promuovere un nuovo modo di intendere la vita associativa, come reale cooperazione e commistione tra persone diverse». Le attività. Nata per dare un aiuto morale e concreto ai genitori separati (cfr. Insieme, novembre 2017), Nuove prospettive ha tra i suoi obiettivi statutari anche la tutela dell’ambiente e la promozione della solidarietà. «Per l’ambiente svolgiamo attività di informazione nelle scuole, soprattutto per la situazione emergenziale del bacino che attraversa i nostri territori, quello del fiume Sarno. Fungiamo

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un po’ da sentinelle del territorio, molti associati si trovano nei pressi dei fiumi e monitorano quello che succede: eventuali sversamenti abusivi, periodi di piena, forti piogge. Facciamo controllo, analisi e rielaboriamo i dati mediante un’analisi sociologica. Alla fine di ogni anno prepariamo un report che presentiamo agli organi preposti al controllo». Non solo sentinelle ma anche promotori della cura del verde. «Lo scorso anno abbiamo piantato 10 alberi e 150 siepi nel rione abbandonato di Starza di Roccapiemonte, per una rivalutazione ambientale del luogo ma anche per immettere nuovo ossigeno nell’aria piena di anidride carbonica». L’ultima iniziativa promossa è rivolta alle persone in condizioni di svantaggio fisico. In collaborazione con le associazioni rocchesi Segnali di vita e Tre Castelli, e con il contributo del CSV Sodalis di Salerno, è nato il progetto “Pagliacci col cuore”. «Formiamo volontari che vogliono investire il loro tempo libero per la “pagliaccio terapia”. Per la formazione ci avvaliamo di professionisti: psicologi, sociologi, neuropsichiatri e artisti del baloonart. Attualmente abbiamo 25 volontari che prestano il loro servizio nelle strutture socio sanitarie convenzionate con il progetto». Le iscrizioni sono sempre aperte e curate dalla socia Monica Calvanese, responsabile del progetto. Per abbattere gli ostacoli, basta guardarli da una nuova prospettiva. Sofia Russo

È l’ultimo progetto messo in cantiere dall’associazione Nuove Prospettive, in collaborazione con le associazioni rocchesi Segnali di vita e Tre Castelli e il contributo del CSV Sodalis di Salerno

Per info: Pagliacci col cuore 340 593 82 13 (Monica Calvanese) Assistenza genitori separati 081 188 58 292 www.associazionenuoveprospettive.it FB Organizzazione di Volontariato Nuove Prospettive ONLUS


PREMIO EUANGHELION

Premio Euanghelion: al via la XII edizione

In foto da sinistra: Gennaro Ferrara, Laura Guerra e Giovanni Scifoni

Gennaro Ferrara, Laura Guerra e Giovanni Scifoni saranno premiati quest’anno con l’angelo della Buona Notizia

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alle social network communities alla comunità umana. È questo il tema del Messaggio di papa Francesco per la 53esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali intorno al quale i mezzi d’informazione cattolici promuoveranno approfondimenti e riflessioni. L’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno, in collaborazione con il mensile Insieme, organizza un seminario di studio dal titolo “Generare comunità”, sabato 25 maggio, alle ore 9.00, presso la Sala “A. Pepe” della Curia vescovile a Nocera Inferiore, con il riconoscimento di crediti formativi per i giornalisti. Riceveranno il Premio Euanghelion – il prestigioso riconoscimento per i professionisti che si sono distinti nella comunicazione della Buona Notizia – due colleghi giornalisti che attraverso il loro lavoro hanno incarnato l’esempio di cosa significhi generare una comunità umana attraverso i mass media. Sarà conferito l’angelo della Buona Notizia a Gennaro Ferrara, conduttore de “Il diario di Papa

Francesco”, il programma di Tv2000 che ogni giorno racconta le attività del Santo Padre, e Laura Guerra, caporedattore di Scarp de tenis, il mensile della strada, nato come progetto sociale di Caritas ambrosiana, rivolto ai senza fissa dimora. Alle 20.00 appuntamento al Teatro Diana di Nocera Inferiore, per una serata di beneficenza con lo spettacolo teatrale “Ago” di e con Giovanni Scifoni, attore e commediografo (La meglio gioventù, 2003; Don Matteo 6, Un Medico in famiglia, Una pallottola nel cuore, Squadra Antimafia 7). Per la XII edizione, il tradizionale premio giornalistico si associa ad una raccolta fondi straordinaria. Euanghelion for children è la campagna di Insieme per sostenere le realtà che nel territorio si occupano di minori a rischio. Grazie alle offerte raccolte e alle donazioni dei partner dell’iniziativa saranno acquistati beni di prima necessità per i bambini: biscotti, latte, pannolini, indumenti. Da segnare in agenda: sabato 25 maggio, appuntamento con la cultura e la carità. Mariarosaria Petti

Diventa partner di Euanghelion for children Sei un imprenditore, negoziante o libero professionista? Vuoi diventare nostro partner? Dona: puoi contribuire a migliorare la qualità di vita dei bambini dell’Agro nocerino-sarnese, con una donazione, una fornitura di prodotti o un’erogazione di servizi. Sostieni: puoi aderire alla nostra campagna solidale, associando l’immagine della tua azienda ad uno scopo benefico. Promuoveremo il tuo marchio con l’iniziativa Euanghelion for children, attraverso i nostri canali mediatici. Cresci: puoi fidelizzare nuovi clienti, con un gesto solidale. Tra tanti competitor, il tuo brand si distinguerà per l’impegno nel mondo del sociale e per l’aiuto concreto offerto ai più piccoli. Contatta la redazione allo 081 517 04 66 oppure invia una mail a segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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FISCO E TRIBUTI

IL PEDIATRA RISPONDE di Andrea Perrino*

di Salvatore Guercio Nuzio*

Rubrica Fiscale e Tributaria a cura dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili del Tribunale di Nocera Inferiore

Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

Pace fiscale 2019 Saldo e stralcio cartelle esattoriali

SMARTPHONE E TABLET IN ETÀ PEDIATRICA

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on il Decreto legge n. 119/2018, convertito con modificazioni dalla Legge n. 136/2018 è arrivata la Rottamazione-TER e con la Legge n. 145/2018 è arrivato il “Saldo e stralcio” per i debiti affidati all’Agente della Riscossione (ex Equitalia) dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. La scadenza per presentare la dichiarazione di adesione a entrambe le procedure è fissata al 30 aprile 2019. La rottamazione-ter consente di pagare le somme iscritte a ruolo senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora o in un’unica soluzione, entro il 31 luglio 2019, oppure rateizzandole in 18 rate da pagare in cinque anni con ultima scadenza il 30 novembre 2023. Può presentare domanda anche chi ha aderito alla prima rottamazione ed è decaduto e chi ha aderito alla rottamazione-bis e non è in regola con il pagamento delle rate. Gli interessati che aderiscono al Saldo e Stralcio e si trovano in comprovate difficoltà economiche potranno estinguere i debiti pagando una quota del 16%, 20% e 35% in base al proprio valore ISEE, che comunque non deve superare i 20mila euro. Possono aderire solo le persone fisiche, non quelle giuridiche, che hanno omesso i versamenti dovuti in base alle dichiarazioni dei redditi e quelli derivanti dai contributi previdenziali dovuti dagli iscritti alle casse professionali o alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi Inps. Si può scegliere di pagare in un’unica soluzione, entro il 30 novembre 2019, oppure in cinque rate con ultima scadenza il 31 luglio 2021. La dichiarazione di adesione si può presentare online con il servizio web “Fai D.A. te”, riservato a coloro che hanno le credenziali di accesso all’area riservata, oppure inviando la domanda alla casella PEC della Direzione Regionale di Agenzia delle Entrate-Riscossione di riferimento o presso gli sportelli di Agenzia delle Entrate-Riscossione competenti per territorio.

* dottore commercialista in Angri

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Pubblicate le linee guida per i genitori I miei bambini, 4 e 7 anni, adorano trascorrere ore intere giocando al tablet e usano frequentemente il mio smartphone per scaricare giochi e applicazioni. Esistono dei consigli utili per limitare queste abitudini? Elvira La Società italiana di Pediatria (SIP) ha recentemente regolamentato l’esposizione ai dispositivi multimediali durante l’infanzia evidenziando quanto l’uso di quest’ultimi nei bambini da 0 a 8 anni di età debba essere basato su specifiche evidenze cliniche. In particolare, la SIP raccomanda l’astensione dall’uso di tutti i media device (cellulare, smartphone, tablet, pc, ecc.) durante i pasti, un’ora prima di andare a dormire e nei bambini di età inferiore ai 2 anni (sempre). Inoltre, la maggiore società scientifica italiana di Pediatria consiglia caldamente ai genitori di evitare a tutti i bambini la visione di programmi con contenuti distraenti o violenti e l’utilizzo di smartphone e tablet come strumento “pacificatore” per mantenere calmi i bambini in luoghi pubblici. Infine, la SIP suggerisce di limitare l’esposizione ai media device a meno di 1 ora al giorno per i bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e a meno di 2 ore al giorno per bambini di età compresa tra i 5 e gli 8 anni, preferendo l’utilizzo di app di alta qualità solo in presenza di adulti. I genitori dunque dovrebbero condividere l’uso di tali dispositivi con i bambini per promuovere l’apprendimento e le interazioni di quest’ultimi. Prima che l’app venga usata insieme al minore, inoltre, è necessario sempre un controllo preliminare. Esistono circa 80.000 app che nascono come “educative” ma poche hanno dimostrato le loro reali qualità. I genitori dovrebbero saper scegliere app, giochi e programmi selezionandoli per età, in modo da assicurare attività sicure e costruttive ai loro figli. Ricordiamoci, infine, che i bambini sono grandi imitatori, soprattutto delle proprie figure genitoriali. Per questa ragione anche mamma e papà dovrebbero ricordarsi di limitare l’utilizzo dei propri media device, soprattutto in presenza dei propri figli, preferendo un’interazione vera, fatta di abbracci, coccole e tanta fantasia. * Pediatra


SALE IN ZUCCA di Raffaella Marciano*

Sale in zucca offre riflessioni e consigli per prendersi cura di sé. Questo mese parliamo del rapporto tra cibo e vita affettiva, che nasconde il bisogno di gestire la nostra emotività. Come possiamo imparare a distinguere la fame biologica da quella nervosa?

Che cos'è il cibo? Cari lettori, questo mese parliamo di cibo. Con l’arrivo della primavera e il risveglio dei sensi aumenta l’attenzione per quello che mangiamo, per la sua qualità e provenienza. Insomma, ci si interroga sempre più spesso su come utilizzare al meglio il cibo per essere in forma. L’uomo, fin dal suo concepimento, attraverso il cordone ombelicale entra in contatto con il cibo che assolve due funzioni: garantire un sano sviluppo del corpo e instaurare con la mamma quella che sarà, con molta probabilità, la relazione più profonda e indissolubile della vita. Con gli anni è ancora il cibo, che attraverso il rituale dei pasti, aiuta l’individuo a ritagliarsi del tempo da condividere con i propri affetti. È proprio durante la sua crescita che il bambino inizia ad avere contezza di come potersi relazionare con il mondo. I pasti diventano un momento utile per riunirsi, festeggia-

re e rinsaldare rapporti significativi. Insomma, sembra che il cibo scandisca gli eventi basilari della nostra vita! Inoltre Simonelli, con una ricerca condotta nel 2012, ha osservato la relazione stretta tra il cibo e la vita affettiva: il rapporto con il cibo esprime il bisogno di gestire la nostra emotività. Per questo riuscire a riconoscere le nostre emozioni, per imparare a gestire anche l’impulso a mangiare, con lo scopo di sedarle, è un buon punto di partenza. Queste conoscenze sottolineano una profonda correlazione tra la Scienza della Nutrizione e la Psicologica, infatti è stato ideato un protocollo molto efficace chiamato Mindful Eating (letteralmente “meditare mangiando”, ovvero sviluppare la capacità di discernere tra la fame biologica e quella nervosa) che ha lo scopo di migliorare il nostro rapporto con ciò che mangiamo e il come mangiamo. *psicologa psicoterapeuta

Per maggiori informazioni su questo argomento potete scrivere alla mail: dottoressa.marciano@gmail.com

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Gianfranco, Luigi e Giuseppe Cascone dietro al bancone della Ferramenta

Da 40 anni al vostro servizio Il 27 marzo scorso Ferramenta Cascone di San Valentino Torio ha raggiunto l’importante traguardo. Qui il motto «il cliente ha sempre ragione» è onorato e rispettato a pieno

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i è passati dalle zappe e il fil di ferro per l’agricoltura al sito di shopping online. Sono cambiate tante cose in quaranta anni, quello che è rimasto immutato è il rapporto di prossimità, di dedizione e accoglienza che la famiglia Cascone ha per i suoi clienti. Luigi, il fondatore, insieme ai figli Gianfranco e Giuseppe sono un punto di riferimento per quanti si rivolgono al negozio di via Provinciale Nocera-Sarno, a San Valentino Torio. Qui il motto «il cliente ha sempre ragione» è onorato e rispettato a pieno. Ferramenta Cascone è il connubio di esperienza e professionalità, gentilezza e grande assortimento. Una famiglia di commercianti a partire da nonno Angelo Cascone, con un carretto trainato da un cavallo andava a vendere i prodotti della terra fino a Maiori. Costruì lo stabile dove è ubicato il negozio e nel 1978 aiutò il figlio Luigi nella prima esperienza commerciale fino a quando, il 27 marzo 1979, arrivò la documentazione ufficiale. Per venti anni, fino al 1999, tutto è andato liscio, poi un malore costrinse Luigi a chiedere l’aiuto dei figli. Gianfranco prese le chiavi dell’attività e con olio di gomito portò avanti l’impresa fino al rientro del padre. Terminati gli studi, Giuseppe decise di unirsi all’impresa familiare fondando così, nel 2007, la Cascone Luigi società cooperativa. In quaranta anni il mondo del commercio è cambiato: si è passati dai negozi di prossimità alla grande distribuzione e agli online. I Cascone: non si sono chiusi in difesa, uniti hanno fronteggiato la nuova concorrenza, dimostrando che la famiglia fa la differenza. Un assortimento immenso, quello della Ferramenta, arricchito dalle competenze di Gianfranco e Giuseppe. Il primo segue gli aspetti economici e quelli del web, con la creazione del sito di shopping online; il secondo fornisce consulenza sul fronte dell’elettronica. Nel frattempo si sono specializzati nella duplicazione di chiavi e dei telecomandi,

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Papà Luigi con i figli Gianfranco e Giuseppe in una foto degli anni ‘80

Nonno Angelo Cascone

divenendo punto di riferimento. L’attività è aperta dal lunedì al venerdì dalle 7.00 alle 20.30 e il sabato dalle 7.00 alle 13.00. Nel negozio di via Provinciale Nocera – Sarno si trova di tutto: macchinari e utensili da lavoro, materiali per l’agricoltura, l’idraulica, l’elettronica, strumenti per il fai da te, i detersivi e gli articoli per la casa, i combustibili per il riscaldamento. Si trova soprattutto l’affidabilità e la garanzia, caratteristiche che da quarant’anni fanno rima con il cognome Cascone.

Ferramenta Cascone Via Provinciale,153/155 84010 San Valentino Torio (SA) Tel. 081 939447 - Cell. 338 4708342 (Gianfranco) 334 3711732 (Giuseppe) - www.ferramentacascone.it ferramentacascone@tiscalinet.it


Pompei

Tofano:

Uno scrigno di tesori

L #iovadoalmuseo gratis 20 giorni l’anno Il Calendario campano del primo anno dell’iniziativa del ministro Bonisoli romuovere la cultura è uno Il calendario

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degli obiettivi del nostro Paese. La riforma messa in atto dal ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, si muove in questa direzione. L’iniziativa Io Vado al Museo è solo una delle tante novità.

Venti giorni di ingressi gratuiti: punto fermo restano le prime domeniche del mese, da ottobre a marzo, alle quali si aggiunge “La Settimana dei Musei”. Sono previste ulteriori riduzioni per i giovanissimi: gli under 18 accedono sempre gratuitamente, dai 18 ai 25 anni il costo del biglietto è di 2 euro. In Campania i musei e le aree archeologiche più importanti hanno previsto una serie di aperture aggiuntive.

Museo Archeologico Nazionale di Napoli: 12, 19 e 26 maggio nel programma di Maggio dei Monumenti, le domeniche di agosto e il 19 settembre. Museo di Capodimonte: le prime domeniche del mese tra aprile e settembre, 14 e 21 luglio. Reggia di Caserta: 18 maggio, 21 giugno, 26 luglio, 10 agosto, 13 ottobre, 23 novembre e 5 dicembre. Pompei: 25 aprile, 8 maggio, 8 giugno, 24 ottobre, 24, 26 e 31 dicembre. Paestum: 15 giugno e 3 dicembre. Ercolano: domeniche di luglio e agosto dalle ore 14, Ferragosto, i mercoledì di marzo, ottobre e novembre dalle ore 13. Parco archeologico dei Campi Flegrei: inizi di primavera ed estate, 26 luglio, Ferragosto, 19 settembre, 16 novembre, 8 e 26 dicembre. Rosaria Vincelli

a caserma Tofano di Nocera Inferiore non appare quello scrigno di tesori qual è da quando la Soprintendenza della Campania l’ha individuata come deposito archeologico. Un lavoro che continua oggi con la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino. In questo momento, «ci sono le più antiche attestazioni della ceramica micenea in Italia che vengono dagli scavi dell’alta velocità di Afragola», ha rivelato Raffaella Bonaudo, capo area della Soprintendenza per il settore patrimonio archeologico. L’alto funzionario del ministero dei Beni culturali è intervenuta al convegno “Archeologia nella valle del Sarno: quale informazione?”, promosso a Nocera Superiore dall’Assostampa Campania Valle del Sarno. L’obiettivo della Soprintendenza è fare dei materiali depositati «testimonianza di civiltà e dargli il loro reale valore storico». Non è un’operazione immediata. Si lavora con piccoli finanziamenti. «Abbiamo avuto la fortuna di avere un finanziamento Art bonus da parte di Rfi che ci ha assegnato circa 500 mila euro. Riconoscimento che ci ha consentito di avere il cofinanziamento del ministero per cui adesso dovrebbero partire dei lavori per mettere a posto buona parte della caserma». Un’operazione che dovrebbe consentire di aprire le porte al pubblico. Sarà imprescindibile mettere in sicurezza la struttura: «Questi locali si potranno aprire nel momento in cui avremo la garanzia che nessuno si faccia male». Sa. D’An. APRILE 2019 Insieme

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CULTURA L'ANGOLO DELLE RECENSIONI di Mariarosaria Petti

L’educazione Autore: Tara Westover Editore: Feltrinelli Prezzo: € 18,00 Non è registrata all’anagrafe, non è mai stata visitata da un medico. Non va a scuola, non conosce l’Olocausto né l’11 settembre. La sua vita gira intorno alle pesche sciroppate da conservare in attesa della fine del mondo. Interessante romanzo autobiografico: l’autrice è nata e cresciuta in una famiglia di mormoni e la sua storia diventa l’esempio di quanto cultura e istruzione possano cambiare l’esistenza umana.

Un morto ogni tanto Autore: Paolo Borrometi Editore: Solferino Prezzo: € 16,00

U Non ho mai avuto la mia età Autore: Antonio Dikele Distefano Editore: Mondadori Prezzo: € 16,90 Il giovanissimo autore, originario dell’Angola e residente a Busto Arsizio, racconta la vita di Zero, il protagonista che non ha mai avuto la sua età e neanche residenza, rispetto, considerazione. Scrittura fitta e tagliente, che smaschera pregiudizi e luoghi comuni. “I bianchi nei neri ci vedono sempre qualcosa di cattivo” ripete la mamma a Zero, che però trova sempre la forza di rialzarsi. Candidato al Premio Strega.

L’etichettario Autore: Antonio Zoppetti Editore: Franco Cesati Editore Prezzo: € 16,00 Le parole inglesi entrate nel nostro quotidiano sono raddoppiate negli ultimi 30 anni. Termini come sponsor, budget, staff, catering, sono davvero “necessari”? O forse stiamo perdendo la capacità di dire finanziatore, stanziamento, personale o ristorazione? Di pensare prima in italiano? Un catalogo di 1800 sinonimi agli anglicismi più frequenti. Conoscere più parole amplia il nostro lessico e la capacità di esprimerci.

n predestinato, non alle minacce, ma ad avere la schiena dritta e a essere cittadino che fa il suo dovere. Il padre Antonio è stato tra i pochi non coinvolti dagli scandali che negli anni Novanta travolsero la Democrazia cristiana. Paolo Borrometi ne fa accenno sia nel prologo che nelle pagine di Un morto ogni tanto – La mia battaglia contro la mafia invisibile. Il libro edito da Solferino è la testimonianza delle inchieste condotte dal 36enne giornalista siciliano, di Ragusa, sotto scorta dal 2014 per i suoi articoli sulle Agromafie. Una storia coraggiosa, ispirata al lavoro di un altro giovane giornalista siciliano, Giovanni Spampinato, ucciso dalla mafia a 26 anni. Una sorte che sarebbe toccata anche a Paolo se solo le indagini non avessero consentito di intercettare e bloccare chi lo voleva morto. Erano pronti a far esplodere una bomba durante uno dei suoi incontri nelle scuole. Reo, Borrometi, di non aver compreso gli avvertimenti della malavita, tra cui un’aggressione che gli ha lasciato dei segni perenni, per nulla contenta dei suoi articoli. Nel libro racconta le sensazioni, le paure, le diffidenze provocate da quelle minacce. Ma anche le nuove amicizie. Borrometi ha raccontato del giro che c’è intorno alla produzione di pomodori pachino, del trasporto, della distribuzione, dello smaltimento dei rifiuti. Un testimone della verità, altro che murticeddu (un morto, ndr) come lo volevano i suoi persecutori. Salvatore D’Angelo APRILE 2019 Insieme

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CULTURA APPUNTAMENTI CULTURALI

IN SALA di Martina Nacchio

Pizza Vico. È in programma dal 7 al 9 aprile, a Vico Equense, l’evento gastronomico “Pizza Vico”, giunto alla quarta edizione. A promuovere la tre giorni all’insegna del gusto l’associazione “Pizza a Vico” e l’amministrazione comunale. Protagonisti della kermesse saranno i maestri piazzaioli di vecchia e nuova generazione. Canova e l’antico. L’arte classica approda a Napoli, per la prima volta al Mann, fino al 30 giugno con dodici marmi e oltre 110 opere. In esposizione dallo scorso 28 marzo sculture eccezionali, che hanno fatto la storia dell’arte: l’Amorino Alato, l'Ebe, la Danzatrice con le mani sui fianchi, Amore e Psiche stanti, la testa del Genio della Morte, la scultura delle Tre Grazie, La Pace, l’Apollo. Ebe, di Antonio Canova

Comicon Napoli. Torna a Napoli con la primavera la fiera internazionale del Fumetto e del gioco. A far da magister all’edizione 2019 del Comicon sarà il maestro del fumetto italiano ed europeo “Gipi”. Il festival, giunto alla ventunesima edizione, si terrà dal 25 al 28 aprile alla Mostra D’Oltremare. Il costo del biglietto per i quattro giorni è di 24 euro. Bianco Tanagro. Il carciofo torna ad essere protagonista ad Auletta, il paese dell’olio d’oliva. Dal 27 al 30 aprile e il primo maggio nella valle del Tanagro, in provincia di Salerno, si terrà la decima edizione della kermesse culinaria. Un’occasione per far scoprire il territorio grazie anche a salotti culinari e musica popolare. Un’anticipazione dell’evento dedicata al carciofo bianco si terrà il 25 aprile.

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di Donato D’Elia

Involontario omaggio, questo mese, all’attore John C. Reilly, protagonista di entrambi i film consigliati e di uno anche produttore, un artista dal faccione inconfondibile capace di passare con disinvoltura dal dramma alla commedia, una vita da caratterista e ora le luci della meritata ribalta. Nel primo film, in uscita il primo maggio, interpreta uno dei personaggi più iconici di sempre, Oliver Hardy/Ollio. “Stanlio & Ollio” (Steve Coogan è Stan Laurel/ Stanlio) del regista britannico Jon S. Baird, primo biopic dedicato alle due star della comicità, porta a casa il risultato per l’amore e il rispetto con i quali ci racconta il tramonto della coppia artistica probabilmente più celebre della storia della Settima Arte. Affidandosi completamente ai due protagonisti, e venendone ripagato da prestazioni notevoli, Baird (e il suo sceneggiatore Jeff Pope) sceglie la via del racconto ibridato tra finzione della realtà e realtà della finzione, indovinando più di una sequenza e il tono della narrazione, continuamente sospeso tra ironia e malinconia. Due (è un film multilivello sul concetto di “coppia”) sono le idee vincenti del film: raddoppiare Laurel e Hardy costruendo un altro duetto di opposti tra le rispettive compagne Ida (Nina Arianda) e Lucille (Shirley Henderson), e replicare le gag dei due comici anche nelle situazioni di vita “reale”, a segnare l’indissolubile legame tra persona e personaggio, specie se quest’ultimo è stato frequentato per così lungo tempo. Il giorno dopo, 2 maggio, esce invece “I fratelli Sisters” di Jacques Audiard, un’operazione davvero particolare: un western di ambientazione classica, tra l’Oregon e la California, diretto dal cineasta e autore francese de “Il profeta” e di “Dheepan”, recente Palma d’Oro, con un cast di star di primissima grandezza (Joaquin Phoenix, Jack Gyllenhaal) completamente al servizio del film e del particolare tono scelto per rappresentare questo stralunato racconto. Transizione indovinata, commedia brillante che diventa dramma esistenziale. Consigliato.


CULTURA I TESORi DEL MUSEO DIOCESANO

Un santo ritocco questa pagina ci aiuta a conoscere la storia del primo vescovo di Nocera, del busto che lo ritrae e del suo restauro che partirà a breve

Il restauro del busto

di Salvatore Alfano

Proseguendo nell'analisi della mappatura del manufatto attraverso le restituzioni grafiche, questo mese cerchiamo di evidenziare le varie componenti nel loro stato di degrado. Dall'immagine si possono evincere le aree interessate da da due specifiche problematiche su cui intervenire. Oltre alla normale presenza di particelle di varia natura, la maggior parte della superficie in argento ha subito un processo di invecchiamento che viene evidenziato dalla presenza di cristalli dal tipico colore grigio-nero, i solfuri di argento. Mentre nelle parti bronzee è stata riscontrata la presenza di cloruri di rame dal tipico colore verde. Parti del busto in cui sono emersi solfuri di argento neri

Parti del busto in cui sono emersi cloruri di rame

Sulle orme di Prisco Chi è il santo? L’appellativo di santo è comunemente attributo a una persona, un oggetto o una manifestazione che si ritiene correlata a qualcosa di divino. Per il credo cattolico una persona è santa quando, animata dall’amore, vive seguendo l’esempio di Gesù. In particolare, un santo è quella persona che nel corso della propria vita si è distinta nell’esercizio delle virtù dettate dalla dottrina cristiana. Nascono le leggende intorno al santo? È quasi naturale che una vita esemplare e straordinaria come quella di molti santi abbia dato origine, nel corso del tempo, ad una serie di avvenimenti a dir poco fantasiosi ma che dimostrano la grande devozione popolare. Poi arrivarono i Bollandisti che, in un certo senso, fecero piazza pulita di leggende, miti, apocrifi e santi stessi. Per bollandisti intendiamo la società di Gesuiti belgi che nel XVII secolo curò l’edizione degli Acta sanctorum (Atti dei santi). Prende il nome da J. Bol-

land che realizzò l’originario piano dell’opera dandole un’impostazione monumentale, con una voce per ogni santo. Quali sono le tue leggende? Ce ne sono diverse, quasi tutte legate al mio viaggio a Roma. Il latte di cerva che disseta i soldati; i carboni ardenti deposti nel lembo del mio mantello per i rigori del freddo (così mi ha dipinto Angelo Solimena); le oche di cui feci dono al Papa; le campane di Nocera che si sentivano fino a Roma. E, poi, la più famosa, quella della vasca regalatami dal Pontefice e che ho trasportato fino a Nocera con l’aiuto di due vaccarelle e che ora si può ammirare al centro del cortile del Vescovo (ma è un calidarium, nelle terme nocerine). È vero, sono apparentemente fantasie ma indicano l’amore che il popolo ha avuto per il Pastore. Natalino Gentile APRILE 2019 Insieme

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Insieme con Maria Il santuario della Madonna dei Lattani

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ul finire del 1300, un giovane pastore porta il suo gregge di capre al pascolo sulle stupende montagne di Roccamonfina, in provincia di Caserta, tra i castagneti e l’erba fresca. Ogni mattina, una delle caprette si allontana e torna solo di sera, più carica di latte delle altre. Un giorno il giovane, incuriosito, decide di seguirla e la trova che bruca l’erba nei pressi di una grotta. Si affaccia e all’interno scorge una bella cassa, pensa subito di aver trovato un tesoro. Cerca di entrare ma deve fare i conti con un serpente che fa la guardia e custodisce in bocca due chiavi. Corre in paese per chiedere aiuto a familiari e amici, tutti insieme riescono ad entrare e aprono finalmente la cassa. Con grande stupore scoprono che al suo interno non c’è un tesoro ma una statua della Madonna con il bambino. Tolta la sacra icona della Madonna, dalla grotta inizia a zampillare una sorgente d’acqua che tutti reputano immediatamente miracolosa. Tra gli abitanti di Roccamonfina cresce una devozione mariana così forte da attirare l’attenzione di san Bernardino e san Giacomo della Marca che si adoperano per la costruzione di un santuario dedicato a Maria dei

Un particolare del Santuario

Lattani. Ai due santi si attribuisce anche la fondazione del convento francescano e dell’eremitaggio. Ancora oggi tante persone vengono ad attingere l’acqua. Un ampio portale dà accesso alla corte in cui è stata sistemata la fontana della Madonna, costituita da un’ampia vasca in pietra, sormontata da un quadro in maiolica che narra la storia del santuario. Si dice che quest’acqua faciliti il concepimento, molti sposi vengono a chiedere la grazia di un figlio: tantissime le testimonianze raccolte e gli ex voto donati al santuario. Tra le lacrime una donna racconta la gioia di stringere tra le braccia un nipotino dopo aver chiesto la grazia alla Madonna, una mamma dice che la Vergine ha restituito la vita a suo figlio, vittima di un gravissimo incidente con la moto. Una cosa è certa: la Madonna dei Lattani non fa mancare il latte spirituale ai cuori in pena. Antonietta Abete

Se conosci qualche particolare tradizione mariana, puoi segnalarla alla redazione. Tel. 081 517 04 66 - segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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Madonna Adorante, metà del XVI sec. Museo Diocesano "San Prisco" (foto Salvatore Alfano)


Come immagini la Madonna? Genitori, nonni, catechisti, docenti, stimolate la creatività dei bambini chiedendo loro di disegnare la Madonna così come la immaginano nei loro pensieri più spontanei, oppure di scrivere (a mano) una breve preghiera. Disegno di Giovanni, 5 anni

Inviateci una foto di disegni e preghiere con nome ed età del bambino tramite segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it Whatsapp: 349 2500598 Le immagini pervenute in redazione saranno pubblicate in questa rubrica.

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VISITA PASTORALE a cura di Antonietta Abete Alcuni momenti vissuti con la comunità

“Siate un mosaico” Mons. Giuseppe Giudice ha visitato la comunità parrocchiale di Santa Maria del Presepe in Nocera Inferiore dal 15 al 21 febbraio

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iate sempre come questo mosaico della parrocchia, ogni tessera è fondamentale, solo insieme alle altre, ciascuna tessera restituisce la bellezza dell’opera». Con queste parole mons. Giuseppe Giudice si è rivolto alla comunità parrocchiale di Santa Maria del Presepe in Nocera Inferiore, durante la lectio divina sul settimo comandamento “Non rubare”, giovedì 21 febbraio. Al termine di una settimana trascorsa insieme, il nostro Pastore ha conosciuto i volti che abitano la parrocchia e ci ha spronati a vivere in comunione, nonostante cammini e carismi diversi. Infatti, tutte le realtà della comunità – Azione Cattolica, Gruppo Neocatecumenale, Buon Samaritano, Gruppo Adoratori, Coro parrocchiale, Meditazione Cristiana, Ministri Straordinari, Unitalsi, Corso prematrimoniale, Corso Cresima, Comitato Egeria, Caritas – si sono presentate al Vescovo, in uno scambio fecondo per continuare a crescere nella fede. La Visita Pastorale è iniziata venerdì 15 febbraio, con la Celebrazione Eucaristica delle 18.30. Il giorno seguente, il presule ha incontrato dapprima gli ammalati, accompagnato dai ministri straordinari, poi tutti i bambini della comunità, dai piccoli che frequentano il catechismo e l’Azione Cattolica Ragazzi ai bimbi seguiti dal Buon Samaritano. Presso la struttura di accoglienza diurna di minori in condizione di fragilità e marginalità sociale, il vescovo Giuseppe ha sostato nuovamente, con un pranzo di convivialità e condivisione, mercoledì 20 febbraio. Mons. Giudice ha salutato la nutrita comunità indiana presente in parrocchia, domenica 17 febbraio, alle 16.00; ha conosciuto gli studenti, gli insegnanti e il personale scolastico degli Istituti del territorio parrocchiale: il Primo I-

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stituto Comprensivo, il Liceo “G.B. Vico”, l’I.I.S. “R. Pucci” e il Liceo “A. Galizia”. «Sono stati incontri importanti per la comunità, perché ci hanno aperto ad un rinnovato dialogo con le istituzioni scolastiche, nell’ottica di ripensare ad azioni pastorali che possano coinvolgere di più anche chi non frequenta abitualmente la parrocchia» racconta Pasquale Rossi, già presidente dell’A. C. parrocchiale. Il Vescovo ha fatto visita al Consiglio Comunale di Nocera Inferiore, alla presenza del sindaco Manlio Torquato, martedì 19 febbraio. La Giornata Eucaristica ha concluso la Visita Pastorale, giovedì 21 febbraio. Dopo aver partecipato alla Santa Messa alle 8.30, è stato esposto il Santissimo sull’Altare maggiore e il pomeriggio è stato dedicato alle confessioni. Siamo stati stupiti dal nostro Pastore, abbiamo compreso quanto ci conosca e ci ami, indicandoci con chiarezza il sentiero da imboccare. La strada della santità. Giulia Rossi


Il gruppo di bambini del catechismo con il Vescovo e padre Michele

Il Vescovo con le catechiste

Un incontro di umiltà e gioia Il Vescovo è stato in Visita Pastorale alla parrocchia del Santissimo Corpo di Cristo di Nocera Inferiore dal 26 febbraio al 3 marzo

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l 26 febbraio, in occasione della Visita Pastorale, i fedeli della parrocchia SS. Corpo di Cristo guidati da padre Michele Alfano insieme alla comunità del monastero di Sant’Anna e del convento di Sant’Antonio hanno accolto il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, con commozione e affetto. Durante la Visita Pastorale, il Vescovo è stato al centro di aggregazione degli anziani e a quello dei diversamente abili, portando una parola di conforto. Nell’incontro con i bambini ha trasmesso ai piccoli fedeli insegnamenti di amore per il prossimo e ha invitato i catechisti ad essere generosi e pazienti per la missione a cui sono stati chiamati. Mons. Giudice è rimasto entusiasta nel constatare che l’intera comunità parrocchiale è quotidianamente coinvolta nella realtà che

rende la vita della chiesa accogliente e caritatevole. Tutti i fedeli, grandi e piccoli, sono rimasti entusiasti che monsignor Giudice ha vissuto la loro consuetudine con umiltà e gioia. Dopo la loro esibizione, il Vescovo ha elogiato il gruppo degli sbandieratori e musici di Nocera de' Pagani. Interessante è stato anche l’incontro con coloro che curano le frequenze di Radio Kolbe, che trasmette dal convento di Sant’Antonio. È stato anche ospite di un programma radiofonico. Domenica 3 marzo, l’ultimo giorno della Visita Pastorale, il Vescovo ha salutato la comunità parrocchiale e le comunità religiose augurando gioia e serenità, auspicando che la parrocchia del Santissimo Corpo di Cristo diventi un polo di animazione per l’intera città di Nocera Inferiore. Monica Taiani

Un momento della Celebrazione iniziale presieduta dal Vescovo e concelebrata dal parroco, padre Michele Alfano

Il Vescovo a Radio Kolbe

Il Vescovo visita il Centro anziani

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VISITA PASTORALE Alcuni momenti della Visita

Oggi devo fermarmi a Cas…olla!

di don Carmine Vitolo*

Il racconto della Visita Pastorale nella parrocchia dei SS. Apostoli Simone e Giuda Taddeo di Nocera Inferiore

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onsignor Giuseppe Giudice è stato in Visita Pastorale nella parrocchia dei SS. Apostoli Simone e Giuda Taddeo da mercoledì 6 a domenica 10 marzo. La comunità si è preparata ad accogliere il Vescovo della diocesi di Nocera-Sarno indossando il suo vestito più bello: quello della ferialità; quello dell’umiltà di una comunità che caparbiamente, stretta attorno alla sua guida, affronta la sfida della cristianità nel mondo di oggi. La Messa delle Ceneri è stata una celebrazione sobria, intensa e commovente. Io stesso sono riuscito a stento a trattenere l’emozione mentre osservavo negli occhi dei miei cari fedeli la voglia di comunione con la Chiesa locale, la gioia dell’incontro con il Pastore: quel padre che parla saggiamente al loro cuore, incoraggia l’operosità dei lavoratori della vigna, ne percepisce le inquietudini e posa su di loro il suo amorevole sguardo. Giovedì ad incontrare il Vescovo sono stati gli alunni della scuola primaria, che con la loro vivacità e allegria hanno potuto affidargli le loro prime domande importanti, cui monsignor Giudice ha risposto con paterna simpatia e affetto. I bambini sono stati i protagonisti anche del pomeriggio di sabato, quando il Vescovo ha incrociato gli sguardi curiosi dei piccoli dell’ACR e del catechismo che si preparano al sacramento della Comunione. Venerdì i fedeli hanno vissuto con il Vescovo il momento della penitenza, ripercorrendo al termine della Celebrazione Eucaristica i dolorosi momenti della Via Crucis, in un’atmosfera di preghiera e partecipazione molto inten-

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se. Monsignor Giuseppe Giudice ha poi incontrato i gruppi e le associazioni che, riuniti in assemblea, hanno dato voce alle esperienze di gioia e fatica che quotidianamente si incontrano nella realizzazione di un’autentica e fraterna comunione. Nella mattina di sabato la celebrazione della Santa Messa si è spostata presso la cappella dell’ospedale Umberto I. Il Pastore ha espresso parole di consolazione e speranza per quanti si trovano ad affrontare il momento della malattia e della prova. Agli anziani e agli ammalati il Vescovo ha rivolto particolare attenzione, recandosi personalmente presso le loro abitazioni. Il momento dei saluti è giunto al termine della Celebrazione Eucaristica di domenica, quando il Vescovo ha ringraziato la comunità per l’accoglienza, complimentandosi per il lavoro svolto e incoraggiandola per quello futuro. Con un’espressione a cui siamo molto affezionati, monsignor Giuseppe Giudice ha ricordato che Casolla significa piccola casa e che a nulla valgono chiese ricche, grandi e sfarzose se rimangono vuote. L’augurio che il Vescovo ci ha rivolto è che i piccoli saloni della nostra parrocchia continuino ad essere gremiti di uomini e donne che insieme sono famiglia unita, sempre capace di aprirsi a chiunque bussi alla porta. A monsignor Giuseppe Giudice va il mio affettuoso e sincero grazie e quello della mia comunità per la settimana di grazia che come gregge abbiamo vissuto in comunione con lui. *Parroco SS. Apostoli Simone e Giuda Taddeo


Il Vescovo con mons. Mario Ceneri

Il Vescovo con il gruppo giovani

Giorni di grazia Dal 17 al 23 marzo la parrocchia Sant’Anna, guidata da mons. Mario Ceneri, ha vissuto la Visita Pastorale

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n bel pomeriggio di metà marzo ha tenuto a battesimo il primo giorno di Visita Pastorale del Vescovo nella parrocchia Sant’Anna di Nocera Inferiore. Domenica 17 marzo l’intera comunità si è ritrovata nella chiesa di Maria SS. Materdomini in Fosso Imperatore per accogliere il Vescovo. Il parroco, mons. Mario Ceneri, ha presentato la comunità e tutti i gruppi che operano in parrocchia: il Consiglio Pastorale, le sacriste, il Consiglio ANSPI, il Consiglio Affari Economici, il gruppo delle pulizie, il gruppo dell’Apostolato della preghiera, il gruppo delle catechiste, il gruppo dei Ministri straordinari dell’Eucaristia, il gruppo del coro e il gruppo dei ministranti. Il martedì pomeriggio monsignor Giuseppe Giudice ha visitato alcune aziende di Fiano. Mercoledì mattina ha fatto visita agli ammalati e alla scuola elementare di San Mauro dove i bambini in festa hanno accolto il nostro Pastore; nel pomeriggio ha visitato alcune aziende di Fosso e a fine giornata c’è stato l’incontro con i ragazzi del dopo comunione, i giovanissimi e i giovani. È stato un intenso e bel momento di condivisione, durante il quale i ragazzi hanno chiesto al Vescovo come fosse nata la sua vocazione e se fosse faticoso il ministe-

ro che svolge. Monsignor Giudice ha risposto: «Ciò che si fa con Amore non stanca». Il venerdì c’è stata la visita ad altri ammalati e l’incontro con gli imprenditori di Fosso Imperatore nella sede del CO.I.F.IM. Prima di celebrare la Santa Messa delle 19.00, il Vescovo ha incontrato e ascoltato tutti i fedeli che volevano parlare con lui. Sabato 23 marzo, giornata conclusiva, a Fiano si è tenuto l’incontro con i bambini del catechismo, che hanno posto alcune domande al Vescovo e poi lo hanno coinvolto in un gioco. Il pomeriggio si è concluso con la Celebrazione Eucaristica. Il Vescovo ha invitato la Parrocchia a continuare il percorso di comunione già intrapreso dalle due realtà che la compongono (la chiesa di Sant’Anna in Fiano e la chiesa di Maria SS. Materdomini in Fosso Imperatore) ricordando che il legame che c’è tra le due deve essere sempre come quello che lega una mamma e una figlia. Ringraziamo il Signore Gesù per aver visitato questa Vigna con la venuta del Vescovo Giuseppe e ci affidiamo a lui affinché come il Buon Pastore ci accompagni verso pascoli ubertosi ed acque tranquille. Sonia Monetti, Angela Morrone e Mariagrazia Barile

Il Vescovo con i bambini del catechismo

L’incontro con gli imprenditori «Grazie eccellenza – ha detto l’imprenditore Pasquale Gambardella –, abbiamo avuto modo di conoscerla meglio, ci ha trasmesso tante emozioni e ci ha ricaricato di fede, onestà e altruismo. Abbiamo apprezzato tanto la semplicità con cui ha incontrato il mondo del lavoro, in particolar modo le risorse umane che sono le colonne portanti di ogni azienda».

Il Vescovo con gli imprenditori del CO.I.F.IM

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GLI OPERAI DEL VANGELO Maria di Magdala, di Domenico Fetti, inizi XVII sec.

Quarto appuntamento con la rubrica “Gli operai del Vangelo”, curata da mons. Giuseppe Giudice. Un taccuino che raccoglie gli appunti del Vescovo per una rinnovata pastorale vocazionale

Quella corsa nel grande mattino Dopo aver ricevuto l’annuncio da Maria di Magdala, Pietro e l’altro discepolo corrono insieme verso il sepolcro. Ogni vocato è chiamato a partecipare a questa corsa del mattino di Pasqua, per vedere e annunciare le insondabili ricchezze del Risorto

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n quel grande mattino (cfr. Gv 20, 4-10), appena ricevuto l’annuncio da Maria di Magdala, Pietro e l’altro discepolo corrono insieme verso il sepolcro. Stupenda pagina pasquale e vocazionale, dinanzi alla quale ogni vocato potrebbe esclamare: È domenica mattina come quando ti incontrai! Corrono insieme perché l’Evangelii Gaudium mette le ali ai piedi e fa correre verso una meta. L’altro discepolo, l’amato, corre più in fretta e giunge per prima al sepolcro. La giovinezza e l’amore fanno correre di più, diventano impeto e ansia di arrivare. Giunge, si china, vede, ma non entra. Arriva Pietro, entra nel sepolcro e osserva; allora l’altro discepolo entra, vede e crede. Il discernimento. Nella vocazione, al momento della solitudine segue quello del discernimento che non può essere fatto solo dal chiamato. Il discernimento va operato dalla Chiesa, da una comunità in comunione con Pietro. Ed è solo Pietro, nel tempo della Chiesa, a scegliere le modalità per discernere una vocazione. Il discepolo amato, pur arrivando prima, ha l’umiltà di attendere Pietro, quasi a dire che il carisma ha bisogno dell’istituzione. Nella Chiesa non esistono autocandidature per nessun ministero, bisogna agire sem-

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pre in comunione con Pietro. Si è chiamati, e poi mandati, sempre da un Altro. Pur correndo e anticipando tante cose, il chiamato deve attendere l’arrivo di Pietro che solo può rendere autentica la chiamata. Si configurano così nel cammino vocazionale due momenti, che vanno sempre tenuti insieme per non correre invano: al momento della risposta personale deve far seguito la conferma da parte della Chiesa. Pietro e Giovanni (istituzione e carisma) devono correre sempre insieme verso il Risorto, ma ognuno deve rispettare con onestà il ruolo dell’altro. Giovanni può correre di più e arrivare anche prima in molte situazioni, ma deve sempre aspettare il passo di Pietro prima di poter entrare, vedere e credere. Solo così il suo credere è autenticato e reso ecclesiale dalla presenza e dalla parola autorevole di Pietro, al quale il Signore chiede di confermare i fratelli nella fede (cfr. Lc 22, 31). Ogni vocato è chiamato a partecipare a questa corsa del mattino di Pasqua per vedere, credere e annunciare, con una vita risorta, le insondabili ricchezze del Risorto. † Giuseppe, Vescovo


Foto Salvatore D'Angelo (2)

Due momenti della Celebrazione

Impastati con l’amore della Chiesa

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iocare la propria «vita sacerdotale tra Gerusalemme e Nazareth»: è l’augurio che monsignor Giuseppe Giudice ha fatto al novello sacerdote don Aniello Cipriani. Il Vescovo della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ha presieduto l’ordinazione presbiterale nei primi vespri della solennità di san Giuseppe, lo scorso 18 marzo, nella parrocchia di San Giacomo Maggiore Apostolo di San Valentino Torio. Alla Celebrazione hanno preso parte il vescovo emerito, monsignor Gioacchino Illiano, gli educatori del seminario arcivescovile “Ascalesi” di Napoli, decine di sacerdoti, seminaristi e religiosi provenienti non solo dalla Diocesi. Ad accogliere tutti è stato il parroco, don Alessandro Cirillo.

«A Gerusalemme – ha detto monsignor Giudice a don Aniello Cipriani e alle centinaia di presenti – impariamo ad essere toccati da Dio, ma è necessario tornare a Nazareth per imparare la vita della Chiesa domestica». Insomma, due aspetti da coniugare, che non si escludono: «Dividere Gerusalemme da Nazareth ci fa smarrire». Nel caso ciò avvenisse, ha aggiunto il Vescovo, «bisogna avere il coraggio di fermarsi e tornare indietro e poi riprendere il cammino fino alla croce».

Il 18 marzo a San Valentino Torio il Vescovo ha presieduto l’ordinazione presbiterale di don Aniello Cipriani

Monsignor Giudice ha poi ricordato che i «presbiteri non sono battitori liberi, ma impastati con l’amore della Chiesa». Ro. Vin.

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VITA ECCLESIALE Il vescovo Giuseppe durante la meditazione

Andar per giardini È il titolo della meditazione che mons. Giuseppe Giudice ha tenuto al Seminario “Card. Ascalesi” di Capodimonte lo scorso 21 marzo

«A

ndar per giardini sarà la nostra passeggiata quaresimale e pasquale con brevi soste nel giardino dell’Eden, del Getsemani, di Pasqua e della Chiesa» ha detto mons. Giuseppe Giudice ai seminaristi in formazione presso il Seminario “Card. Ascalesi” di Napoli. Il vescovo ha ricordato che «passeggiando nei giardini biblici ci accorgeremo che Dio ci manda dei messaggeri, gli angeli, primi abitanti dei giardini, per consegnarci un messaggio di resurrezione». Riportiamo due passaggi della ricca meditazione. A partire da brano della Genesi (Gn 3, 23-24) il vescovo Giudice

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ha ricordato che dal primo giardino, odoroso di Dio, «siamo fuori perché lacerati dal peccato della disobbedienza, che ci mette l’uno contro l’altro. Da quanti giardini, confondendo la libertà con “faccio ciò che voglio”, siamo usciti non apprezzando il dono di Dio!». Tuttavia, nel giardino della passione, troviamo la risposta consolante di Dio: «Quando scende la notte della passione e dell’a gonia sul nostro giardino, un angelo dal cielo viene a confortarci. Quando ti senti “consegnato come pecora da macello” (Sal 44, 12); quando pensi di essere “la favola dei popoli” (Sal 44, 15); quando “ci nutri con pane di lacrime e ci fai bere lacrime in abbondanza” (Sal 80, 6), puoi stare sicuro che l’angelo del conforto è presso di te».


«L’

uomo non divida quello che Dio ha congiunto», partirà da questo versetto del Vangelo di Marco l’incontro che il Vescovo ha promosso con i nubendi della Diocesi. L’appuntamento è in programma il 9 aprile, alle ore 20.00, nella Basilica di Sant’Alfonso Maria de Liguori di Pagani. Una convocazione per riflettere con i giovani che convoleranno a nozze nei prossimi mesi del senso del matrimonio cristiano, della famiglia, del dono reciproco. Un incontro che servirà anche a presentare la Consulta diocesana delle famiglie. Monsignor Giuseppe Giudice ha affidato ai responsabili diocesani della Pastorale familiare, don Antonio Mancuso, Giuseppe Galasso e Giovanna Pauciulo, sei coppie affinché si formassero per essere guida e punto di riferimento per le altre famiglie della Diocesi. È stata scelta una famiglia per ogni forania: Mario Rosario Capone e Maria Grazia Mauri per Angri, Leonardo Gallo e Sonia Ferrante per Nocera Inferiore, Enzo D’Ambrosio e Anna Lucia Manzelli per Sarno, Marco Guidone e Maria Lavorante per Pagani, Aldo Villani e Barbara Senatore per Nocera Superiore-Roccapiemonte, Aniello Lettieri e Nunzia Miranda per San Valentino Torio. La Consulta ha fatto un anno di forma-

Accanto agli sposi zione sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia e sta curando un'indagine conoscitiva sulle realtà dei percorsi di preparazione al matrimonio.

Attenzione del Santo Padre «L’ esortazione pastorale Amoris Laetitia e i due Sinodi dedicati alla Famiglia voluti da papa Francesco – spiega Giovanna Pauciulo – rivelano la sua sensibilità e quella della Chiesa per la famiglia». E porta ad esempio il numero 200 dell’esortazione: «I Padri sinodali hanno insistito sul fatto che le famiglie cristiane, per la grazia del sacramento nuziale, sono i principali soggetti della pastorale familiare». Un aspetto colto dal Vescovo, che ha voluto la Consulta: «La presenza di questo organismo – prosegue la responsabile diocesana della Pastorale familiare – manifesta l’attenzione e la premura del nostro Vescovo di accompagnare le famiglie a lui affidate, considerate soggetto e oggetto della missione di evangelizzazione della nostra Chiesa locale». A questo gruppo di coppie di sposi ora il compito di «elaborare una propria programmazione adeguata alle esigenze, esperienze e ritmi pedagogici della situazione socio-ecclesiale». L’incontro del 9 aprile è il primo dei passi compiuti in questa direzione. Sa. D’An.

Il 9 aprile il Vescovo incontrerà i nubendi nella Basilica di Sant’Alfonso Maria de Liguori di Pagani. Un appuntamento coordinato dalla neonata Consulta diocesana delle famiglie. L’organismo è composto da sei coppie della Diocesi, una per forania, guidato dai responsabili diocesani di Pastorale familiare

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

Jerôme Lejeune

Grande esperto di genetica, nel 1958 scopre la trisomia 21. Nel 1974 diventa membro della Pontificia Accademia della Scienza, nel 1994 è nominato invece primo Presidente della Pontificia Accademia della Vita. La testimonianza luminosa di Jerôme Lejeune

Scienziato e credente È

morto il 3 aprile 1994. Venticinque anni fa. Il suo nome purtroppo non dice nulla alla grande maggioranza dei cristiani eppure ha fatto della sua vita una testimonianza luminosa del Vangelo. Egli appartiene di diritto a quegli uomini saggi che i Padri del Concilio Vaticano II invocano come una risorsa essenziale per orientare il cammino dei popoli. Vale la pena fare la conoscenza di Jerôme Lejeune (1926-1994).

La prima scoperta

Ha vissuto la sua adolescenza durante la seconda guerra mondiale, abbastanza grande per capire a quali aberrazioni l’uomo può arrivare. Decide dunque di iscriversi a medicina e di dedicare la sua vita alla cura dei malati. Aveva compreso che solo la carità, praticata con fedeltà, può riparare il male. Entra giovanissimo nell’équipe del prof. Raymond Turpin che promuove una ricerca sulle cause del mongolismo, come allora veniva chiamata. E fu proprio Jerôme, nel 1958, a scoprire che tale patologia e-

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ra il frutto di un’anomalia cromosomica, la trisomia 21, ribaltando la tesi “scientifica” più accreditata che attribuiva la causa a genitori alcolisti o sifilitici. Siamo negli anni ’50, la genetica muove i primi passi. La scoperta dà al giovane scienziato una fama internazionale che gli consente di offrire conferenze in ogni parte del mondo. Agli inizi degli anni ’60 ottiene il premio Kennedy che riceve dalle mani del Presidente degli Stati Uniti. Nel 1962 è nominato esperto di genetica umana presso l’OMS. Nel 1964 viene creata apposta per lui la prima cattedra di genetica fondamentale all’università di Medicina di Parigi. Impossibile seguire la carriera scientifica ed enumerare i molteplici riconoscimenti che ha ricevuto. Ma non posso fare a meno di annotare che, per esplicita volontà di Paolo VI, nel 1974 diviene membro della Pontificia Accademia delle Scienze. L’ultimo titolo, in ordine cronologico, lo riceve agli inizi del 1994, quando viene no-

minato primo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita che lui stesso aveva contribuito a far nascere. Morirà un mese dopo a causa di un cancro. Lejeune è stato senza dubbio un grande scienziato ma, prima ancora, è stato un credente che ha saputo testimoniare la fede in ogni ambito della vita: da quella domestica a quella professionale. L’amore per la scienza lo ha accompagnato fin dalla prima giovinezza ma è stato condito con una fede non comune che ha impresso un particolare dinamismo alla sua vita. Il processo di beatificazione che lo riguarda è stato aperto nel 2007 a Parigi e concluso cinque anni dopo. L’ampia documentazione è stata consegnata alla Congregazione per le Cause dei Santi. La dichiarazione di venerabilità non dovrebbe essere molto lontana.

Difensore della vita

La carriera scientifica di Jerôme Lejeune avrebbe potuto ottenere ben


altri riconoscimenti se avesse accettato di parlare il linguaggio politicamente corretto, riconoscendo l’aborto come una soluzione accettabile. Le sue scoperte, purtroppo, furono utilizzate per arrivare ad una precoce diagnosi prenatale, premessa per sopprimere i bambini affetti dalla sindrome di down. Tante volte Lejeune levò la sua voce contro quello che riteneva un crimine. Nella lettera scritta in occasione della sua morte, Giovanni Paolo II – che fu grande amico ed estimatore del Servo di Dio – sottolineava questa eroica fedeltà: “È divenuto uno degli arditi difensori della vita, soprattutto della vita dei bambini prima della nascita che, nella nostra civiltà contemporanea, è spesso minacciata a tal punto che si può pensare ad una minaccia programmata”. Il prof. Lejeune era ben consapevole che questa sua posizione avrebbe suscitato non poche ostilità nei suoi confronti. Ma forse neppure lui poteva immaginare quanto odio deve sopportare colui che in quest’epoca s’impegna a favore della vita nascente. Di fatto, non ottenne mai il Premio Nobel, il Governo francese non finanziò più le sue ricerche, fu oggetto di una sistematica campagna di delegittimazione della sua opera e delle sue ricerche. Non si arrese mai né si fece intimidire. Fu un attivo protagonista fino alla fine della sua vita. Non mancava ovviamente chi accusava lo scienziato di farsi influenzare dalla sua fede. Con quella gentilez-

za che gli era abituale, anche nei dibattiti televisivi più accesi, il professore rispondeva che la sua posizione sull’aborto scaturiva unicamente dalle conoscenze scientifiche. E aggiungeva: “Se, Dio non voglia, la Chiesa arrivasse ad ammettere l’aborto, allora io non sarei più cattolico”. Lejeune “ha sempre saputo far uso della sua profonda conoscenza della vita e dei suoi segreti per il vero bene dell’uomo e dell’umanità e solo per questo”. Così scrive Giovanni Paolo II nella lettera citata.

“La natura intellettuale della persona umana raggiunge la perfezione, com’è suo dovere, mediante la sapienza, la quale attrae con soavità la mente dell’uomo a cercare e ad amare il vero e il bene, e, quando l’uomo ne è ripieno, lo conduce attraverso il visibile all’invisibile. L’epoca nostra, più ancora che i secoli passati, ha bisogno di questa sapienza, perché diventino più umane tutte le sue scoperte. È in pericolo, di fatto, il futuro del mondo, a meno che non vengano suscitati uomini più saggi”. (Gaudium et spes, 15)

Un esempio da seguire

Jerôme Lejeune appartiene alla categoria di quei laici che hanno saputo testimoniare fedelmente la verità, anche a costo di perdere la stima sociale e tanti altri vantaggi che un grande scienziato come lui avrebbe più che meritato. La sua vita e la sua opera ci ricordano che scienza e fede sono sorelle che si abbracciano. Ma ricordano anche che nel nostro tempo, carico di ombre, non si può custodire la verità senza pagare un prezzo salato. Chi cerca l’abbraccio del mondo, finisce per perdere il treno della vita, quello che conduce all’eternità. La memoria di Jerôme oggi è ben viva nel mondo cattolico, una Fondazione a lui intitolata continua la sua ricerca scientifica e il suo amore per i bambini down. Il suo nome è una benedizione. Questi appunti possono dire ben poco, conoscere e far conoscere la testimonianza offerta da Lejeune è un vero e proprio dovere morale.

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VITA ECCLESIALE

Il Vescovo presiederà al Celebrazione del Sacramento della Confermazione in tutte le parrocchie della Diocesi, dal 24 aprile al 14 giugno

Il calendario delle Cresime Mercoledì 24 aprile Ore 19.30 – San Giovanni BattistaSan Bartolomeo Apostolo, Nocera Superiore Giovedì 25 aprile Ore 18.00 – Santa Maria delle Grazie, Roccapiemonte Sabato 27 aprile Ore 19.00 – Santa Maria Maggiore, Nocera Superiore Domenica 28 aprile Ore 10.30 – San Giovanni Battista-Santa Maria del Ponte, Roccapiemonte Mercoledì 1 maggio Ore 10.30 – Maria SS.ma di Costantinopoli, Nocera Superiore Giovedì 2 maggio Ore 19.00 – San Michele Arcangelo, Nocera Superiore Venerdì 3 maggio Ore 19.00 – Santa Maria degli Angeli, Nocera Superiore Sabato 4 maggio Ore 19.00 – San Giovanni Battista, Angri

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Domenica 5 maggio Ore 11.00 – San Lorenzo Martire, Sant’Egidio del Monte Albino Ore 19.00 – SS.ma Annunziata e Santa Maria del Carmine Lunedì 6 maggio Ore 19.00 – Sant’Antonio di Padova, Sant’Egidio del Monte Albino

Lunedì 13 maggio Ore 19.39 – San Giacomo Maggiore Apostolo, San Valentino Torio Martedì 14 maggio Ore 19.30 – San Biagio Vescovo e Martire, San Marzano sul Sarno Mercoledì 15 maggio Ore 19.00 – San Giovanni Battista, Striano

Martedì 7 maggio Ore 18.30 – Santa Maria Maddalena in Armillis, Sant’Egidio del Monte Albino

Giovedì 16 maggio Ore 19.30 – Sant’Antonio di Padova, Poggiomarino

Mercoledì 8 maggio Ore 18.30 – Santa Maria del Carmine, Pagani

Venerdì 17 maggio Ore 20.00 – Santa Maria delle Grazie, San Valentino Torio

Venerdì 10 maggio Ore 19.00 – Regina Pacis, Angri

Sabato 18 maggio Ore 19.00 – Sant’Alfonso Maria de Liguori, Sarno

Sabato 11 maggio Ore 19.30 – Santa Maria dei Bagni, Scafati Domenica 12 maggio Ore 11.00 - Santa Maria delle Grazie, Angri Ore 19.00 – San Bartolomeo Apostolo, Corbara

Domenica 19 maggio Ore 11.00 – San Teodoro, Sarno Ore 19.00 – San Sebastiano Martire, Sarno Giovedì 23 maggio Ore 19.00 – Sant’Alfredo, Sarno


Venerdì 24 maggio Ore 19.30 – Santa Maria a Foce, Sarno

Giovedì 30 maggio Ore 20.30 – Gesù RisortoMadonna di Fatima, Pagani

Domenica 9 giugno Ore 11.00 – San Giuseppe, Nocera Inferiore

Sabato 25 maggio Ore 19.30 – Santa Maria delle Grazie, Sarno

Sabato 1 giugno Ore 19.00 – Sant’Alfonso Maria de Liguori, Pagani

Ore 19.00 – Santa Maria del Presepe, Nocera Inferiore

Domenica 26 maggio Ore 11.30 – San Matteo-San Francesco-Maria SS.ma delle Tre Corone, Sarno

Domenica 2 giugno Ore 11.00 – San Francesco di Paola, Pagani

Lunedì 27 maggio Ore 19.30 – Santa Maria delle Grazie, Pagani Martedì 28 maggio Ore 20.00 – San Sisto II, Pagani Mercoledì 29 maggio Ore 19.00 – SS.mo Corpo di Cristo, Pagani

Lunedì 10 giugno Ore 19.00, Maria Immacolata, Nocera Inferiore

Ore 19.30 – San Giovanni Battista, Nocera Inferiore

Martedì 11 giugno Ore 19.00 – San Bartolomeo Apostolo, Nocera Inferiore

Lunedì 3 giugno Ore 19.00 – Cattedrale San Prisco, Nocera Inferiore

Mercoledì 12 giugno Ore 19.00 – Sant’Anna di Fiano, Nocera Inferiore

Giovedì 6 giugno Ore 19.00 – San Matteo Apostolo, Nocera Inferiore

Giovedì 13 giugno Ore 19.00 – Santi Apostoli Simone e Giuda, Nocera Inferiore Venerdì 14 giugno Ore 19.00 – SS.mo Corpo di Cristo, Nocera Inferiore

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Con i nubendi Il 9 aprile, alle ore 20.00, nella Basilica di Sant’Alfonso Maria de Liguori a Pagani, il Vescovo incontra le giovani coppie che si stanno preparando al matrimonio.

Settimana Santa Il 14 aprile, Domenica delle Palme, il Vescovo presiede la Celebrazione Eucaristica nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Poggiomarino, alle ore 9.15. Il 18 aprile, Giovedì Santo, il Vescovo presiede la Messa Crismale in Cattedrale alle ore 10.30. Per il Triduo pasquale il Vescovo è nella parrocchia di Santa Maria Maddalena in Ar-

millis a Sant’Egidio del Monte Albino. La Messa in Coena Domini del Giovedì Santo è alle ore 20.00. L’Adorazione della Croce del Venerdì Santo è alle ore 15.30. La Veglia pasquale del Sabato Santo è alle ore 21.00. Il Vescovo presiede il Pontificale di Pasqua, 21 aprile, in Cattedrale, alle ore 10.30.

comunità diocesana durante la Messa Crismale del Giovedì Santo.

Presentazione Lettera Pastorale

La festa di Pagani

Il 17 aprile, Mercoledì Santo, alle ore 10.30, nell’aula magna della Curia il Vescovo presenta la Lettera Pastorale I Cortili dell’evangelizzazione che sarà consegnata alla

Con gli ammalati Il 25 aprile il Vescovo è al santuario di San Gerardo Maiella, a Materdomini di Caposele, per il pellegrinaggio regionale con gli ammalati organizzato dalla PUACS.

Il 28 aprile, alle ore 8.00, nel santuario della Madonna delle galline, il Vescovo presiede la Santa Messa che precede la processione della statua per le strade della città di Pagani.

Discorso alla Città Il 30 aprile, alle ore 20.30, nella Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore, il Vescovo tiene il tradizionale Discorso alla Città. Quest’anno il tema è Non è costui il Figlio del falegname? (Mt 13, 55) – Il lavoro, oggi, tra fatica e redenzione.

Insieme ai Vescovi Il 29 aprile i vescovi della Conferenza episcopale campana si incontrano nella Diocesi di Vallo della Lucania per una giornata di confronto e formazione

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VITA ECCLESIALE

Il 25 marzo è partito per la Casa del Padre monsignor Antonio Napoletano, Redentorista originario di Nocera Inferiore, vescovo emerito di Sessa Aurunca

Esempio di paternità, sensibilità e dolcezza

«H

a vissuto il suo sacerdozio e il suo ministero episcopale con dolcezza, sensibilità e paternità»: così il cardinale Crescenzio Sepe nell’omelia dei funerali di monsignor Antonio Napoletano, che si sono tenuti lo scorso 27 marzo a Pagani, nella Basilica di Sant’Alfonso Maria de Liguori. Il vescovo emerito di Sessa Aurunca aveva espresso il desiderio di essere portato per l’ultimo viaggio nella comunità dove riposano le spoglie del suo amato Sant’Alfonso. E così nel giorno dell’Annunciazione del Signore, dopo aver esalato l’ultimo respiro nel Vallo di Diano che lo aveva accolto in questo periodo, la salma è stata portata nel cuore della spiritualità redentorista. Alla Celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana hanno

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preso parte numerosi vescovi, sacerdoti, seminaristi e fedeli laici. Il cardinale Sepe ha ricordato come monsignor Napoletano, anche da vescovo emerito, abbia sempre contribuito al lavoro della conferenza episcopale campana: «Sapeva unire in maniera molto armonica la preparazione intellettuale e umana, le sue origini, alla maturazione spirituale». Padre Serafino Fiore, padre provinciale dei Redentoristi, nel messaggio alla comunità ha sottolineato l’attenzione di monsignor Napoletano verso i poveri del Madagascar. Monsignor Giuseppe Giudice ha parlato di «Servo buono e fedele che con generosità, emulo di sant’Alfonso Maria de Liguori, ha amato e servito la Chiesa negli anni del suo lungo ministero». Sa. D’An.


NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Il relatore, Robert Cheaib

Il cammino quaresimale

L’

anno pastorale in corso sta riservando tante gioie spirituali alla piccola comunità santegidiana del centro storico. Un cammino quaresimale davvero speciale, proiettato già verso la solennità del triduo Pasquale da vivere insieme al Pastore diocesano, mons. Giuseppe Giudice. A dieci giorni dall’inizio del tempo centrale della Chiesa è stato vissuto un secondo ritiro comunitario, sempre presso l’oasi “Don Mosè Mascolo”. Dopo l’a gape fraterna, il diacono Clemente Statzu ha tenuto una meravigliosa catechesi improntata sull’amore familiare, sui valori essenziali della vita, che sono quelli della fede in Dio, e sulla gioia, citando passi degli scritti di s. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, e papa Francesco, Gaudete et exultate. Nella gioia nello Spirito Santo, nella mitezza e nell’umiltà è stata poi celebrata la S. Messa. Infine, anche quest’anno è stato organizzato il cammino quaresimale comune delle parrocchie di S. Maria Maddalena in Armillis, S. Lorenzo Martire e S. Bartolomeo in Corbara avente come tema il deserto. Livia Rossi

Granello di Senapa Angri

Incontri per innamorati

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abato 23 febbraio, nel salone delle Suore Battistine di piazza Annunziata, nell’ambito del percorso formativo “I sabato dell’amore”, si è tenuto l’incontro promosso dal Consultorio Familiare “Granello di Senapa”. Il tema “Amarsi per amare” è stato trattato da Robert Cheaib, teologo e docente presso la Pontificia Università Gregoriana e presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Amare è difficile, ma è bello! L’amore per se stessi non è egoismo, ma è il presupposto per iniziare il cammino dell’alterità. La prima cosa che dobbiamo riconoscere nell’altro è la sua diversità. Abbracciare la diversità è l’occasione per essere coppie ricche, creative e complementari, dove ognuno comunica con l’altro dal centro della sua unicità e diversità. È stato un incontro molto coinvolgente e arricchente e le numerose coppie intervenute hanno potuto gustare la bellezza dell’amore e della vita di coppia. Maria Mauri

Prossimi appuntamenti

“L’autostrada della coppia”, il 13 aprile, dalle ore 19.00 alle 21.00, per fidanzati e nubendi con lo psicologo Tagliaferro. Il gruppo di fedeli con p. Massimo, suor Pierina e suor Maria Fara

“L’amore tra tenerezza ed esigenza”, il 25 maggio ore 19.00 alle 21.00, per sposi e conviventi, con il teologo Cheaib.

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NEWS DALLE PARROCCHIE La Celebrazione eucaristica della seconda domenica di Quaresima, presieduta da don Gerardo Coppola

San Bartolomeo Apostolo Nocera Inferiore

Oratorio in festa

L Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Aria di primavera

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ello scorso mese di marzo, i bambini del catechismo, insieme alle catechiste e a don Gerardo Coppola, hanno festeggiato l’arrivo della primavera piantando fiori e piante intorno al centro parrocchiale. Quest’idea è nata perché la primavera rappresenta la stagione della rinascita, occasione di germogliazione, tempo che precede l’estate e che ci regala giornate soleggiate e rilassanti. La festa è cominciata con la celebrazione delle 11.00 della seconda domenica di Quaresima. Con i bambini, i genitori e le catechiste abbiamo procurato varie piantine e successivamente per una settimana, da lunedì 18 a sabato 23 marzo, ogni bambino ha avuto cura degli spazi del centro parrocchiale con il proprio talento per renderlo bello e per condividerlo con tutti. Durante questo momento di svago hanno riflettuto sul Creato, sul nostro rapporto con la natura, imparando a ringraziare il Signore per tutto ciò che ci ha donato. Buona rinascita a tutti! Dina Grimaldi

I fiori piantati dai bambini

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a comunità parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo e il vicino oratorio San Domenico Savio di Nocera Inferiore saranno nuovamente vestiti “a festa”. Nella prima domenica di maggio l’oratorio si anima grazie alle attività che coinvolgeranno 200 bambini, di età compresa tra i 6 e i 10 anni. Dopo lo straordinario successo dello scorso anno – da un’idea di don Marco Limodio – ritorna, su proposta di padre Michele Saraciu, attuale vicario parrocchiale, l’appuntamento con “Oratorio in festa”, che si terrà domenica 5 maggio presso la struttura oratoriale polivalente sita in via Federico Ricco n. 89 a Nocera Inferiore, a partire dalle ore 9.00. Giochi a squadre e divertimento e poi l’appuntamento con la Santa Messa, alle ore 12.00. Alle 13.00 l’assegnazione di tre premi estratti a sorte. È prevista una simbolica quota di iscrizione di 1,00 euro per la copertura delle spese organizzative. La comunità cittadina è invitata a partecipare attivamente all’evento e a condividere con gli organizzatori la passione, la grinta, la volontà e l’impegno civico, per contribuire a riqualificare il nostro popoloso quartiere Piedimonte-Pietraccetta.

La locandina dell’evento


Maria Immacolata Nocera Inferiore

50 anni d’amore a Cristo

La Quaresima dei piccoli

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a preparazione alla Pasqua è un momento molto intenso per le comunità parrocchiali e i catechisti e le catechiste di Maria Immacolata hanno sempre un’idea fresca ed innovativa per attirare l’attenzione dei loro ragazzi e lasciare nel cuore di ognuno una riflessione da portare a casa. È con questo spirito che è stata organizzata la Via Crucis per i bambini, lo scorso 23 marzo. I bambini del catechismo, tutti insieme, con i ragazzi del dopo comunione, hanno vissuto un momento intenso, educativo e stimolante. Facendo partecipare, leggere e cantare i bambini delle varie classi, i catechisti e le catechiste hanno spiegato, anche ai più piccoli, i passi che hanno portato Gesù dall’orto degli ulivi alla Resurrezione, lasciando nel cuore di tutti, anche dei genitori presenti, una consapevolezza nuova sul come vivere questo tempo di Quaresima. Sofia Russo

inquantesimo anniversario di vita consacrata di suor Agnese De Ponte, la consorella delle Suore Francescane Alcantarine di Materdomini. Nella cornice della Porziuncola ad Assisi, insieme ad altre consorelle, suor Agnese ha pronunciato nuovamente il suo “sì”, accogliendo ancora una volta nella sua vita la fedeltà di Dio, durante la Celebrazione eucaristica presieduta da padre Giancarlo Rosati o.f.m.. I migliori auguri a suor Agnese, da sempre impegnata nell’educazione dei piccoli come maestra e assidua lettrice del mensile diocesano Insieme: il Signore possa custodire la sua vita, sempre con il sorriso, sul volto e nel cuore. M. P.

Le immagini che hanno guidato la Via Crucis dei bambini

FOTONOTIZIA

Pellegrinaggio della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Angri a Matera, guidato dal parroco, don Ciro Galisi, il 9 e 10 marzo scorso. APRILE 2019 Insieme

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NEWS DALLE PARROCCHIE

San Teodoro Martire Sarno

Auguri don Antonio!

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elle sue omelie è costante l’esortazione a concretizzare l’atto di fede in opere di misericordia e carità e a dare la propria vita per l’altro. Della vicinanza ai bisognosi ed agli ultimi ne ha sempre fatto i caposaldi del suo cammino sacerdotale. Oggi vogliamo dirle grazie, carissimo don Antonio, per il modo in cui serve la comunità locale nel silenzio e nella discrezione, entrando nelle realtà familiari più complesse senza clamore e in punta di piedi. Vivere ogni giorno con il sorriso, in uno stile di vita autentico, accorciando le distanze verso quanti sono ai margini delle nostre città ed eliminare così l’indifferenza. Sognare una Chiesa al servizio, secondo gli insegnamenti di Cristo e la linea ferma di papa Francesco. Tutte queste cose realizzano l’immagine del sacerdote che attraverso la preghiera, le opere e il farsi piccolo ed umile riesce a lasciare chiaramente un segno nel cuore di tutta la comunità. Non sapremmo mai come ringraziare Dio per averci donato un padre e fratello così attento. Tanti auguri don Antonio per i suoi primi 50 anni di opere di carità! Michele Lanzetta

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Don Antonio Agovino con papa Francesco


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Buon compleanno

Don Gaetano Ferraioli compie 52 anni, il primo aprile; don Salvatore Agovino festeggia 41 anni, il 3 aprile; diac. Franco Ferraioli spegne 68 candeline, il 4 aprile; padre Aldo D’Andria compie 67 anni, l’8 aprile; don Luigi La Mura festeggia 76 anni, il 9 aprile; don Antonio Cuomo compie 50 anni, l’11 aprile; don Antonio Agovino spegne 50 candeline, il 15 aprile; don Natale Gentile festeggia 78 anni, il 16 aprile; padre Raffaele Bufano spegne 48 candeline, il 17 aprile; don Carmine Vitolo festeggia 42 anni, il 17 aprile; diac. Ivan Cerino compie 70 anni, il 30 aprile. Il Signore faccia risplendere su di voi la sua benedizione. Auguri!

Diocesi in festa

Mons. Vincenzo Leopoldo, vicario generale della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, compie 78 anni l’11 aprile. Affidiamo il sacerdote a Maria, Madre della Chiesa, perché possa orientare il suo ministero con tenerezza e benevolenza. Auguri!

Redazione in festa

Il 18 aprile don Andrea Annunziata, direttore responsabile di Insieme, compie 42 anni. Possa sempre annunciare con gioia la Buona Notizia!

Auguri speciali

Il 30 aprile p. Massimo Staiano festeggia 19 anni di sacerdozio e la sua comunità parrocchiale desidera raccogliersi in preghiera per ringraziare il Signore di questo grande dono. Possa Dio continuare a vegliare sul suo cammino di pastore per raccogliere abbondanti frutti di santità. Auguri di cuore ed ogni benedizione. Auguri a suor Olimpia per i suoi 88 anni e a suor Maria per i 60 anni di vita consacrata. Auguri di ogni bene alle Suore della Carità, che quest’anno festeggiano anche i 110 anni di presenza a Poggiomarino.

Il nostro cordoglio

La redazione di Insieme si stringe ad Antonio Francese e alla sua famiglia per la scomparsa del caro nonno Gaetano Laudisio, partito per il Cielo lo scorso 18 marzo dopo una vita dedicata alla famiglia e al lavoro.

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

È tornata alla Casa del Padre Francesca Miranda, lo scorso 16 marzo. Al figlio, padre Antonio Maria e alla famiglia Finelli, assicuriamo la preghiera affinché alla cara estinta si spalanchino le porte del Paradiso.

Buon compleanno ai referenti

Sentite condoglianze a don Rosario Mormone, parroco di Santa Maria Addolorata in San Potito di Roccapiemonte e direttore della Caritas diocesana, per la scomparsa della nonna Emilia Palmieri, nata in Cielo lo scorso 10 marzo.

don Roberto Farruggio il 5 aprile; don Alfonso Giordano e don Giuseppe Pironti il 18 aprile; padre Natalino Rauti, il 21 aprile. Auguri!

Luigi Somma compie 68 anni, il 2 aprile; Silvana Crescenzo festeggia il compleanno il 13 aprile; Francesco Coppola compie 25 anni, il 28 aprile. Tanti auguri anche a Giulio Palumbo, collaboratore di Curia, che compie gli anni il 24 aprile. Buon compleanno!

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IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

PAGINA A CURA DELLA PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA - ANGRI Un momento della solenne Celebrazione (Foto di Pina Zambaglione)

Al servizio del Vangelo

L

o scorso 22 febbraio, presso la Collegiata di San Giovanni Battista in Angri, è stata celebrata una solenne Eucaristia di ringraziamento al Signore per il quarantesimo anniversario dell’inizio del Cammino Neocatecumenale in parrocchia. La Santa Messa è stata presieduta dal vescovo, mons. Giuseppe Giudice, e concelebrata dal parroco, mons. Vincenzo Leopoldo, e da numerosi sacerdoti giunti da varie parrocchie della diocesi e da diocesi limitrofe. Ricca presenza. Erano presenti in chiesa i membri delle otto comunità neocatecumenali della parrocchia e anche alcuni rappresentanti delle comunità insediate presso le parrocchie di San Michele Arcangelo in Nocera Superiore, di San Giovanni Battista in Striano, del Santissimo Corpo di Cristo in Pagani, di Sant’Antonio di Padova in Poggiomarino, di Maria SS. del Presepe in Nocera Inferiore e di Regina Pacis in Angri. Hanno preso parte alla celebrazione, inoltre, alcuni catechisti del Cammino che svolgono il loro servizio presso i centri di Salerno e Castellammare di Stabia e i catechisti “itineranti”, che seguono invece le varie comunità sparse per la Campania.

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Le parole del Vescovo. Nell’omelia mons. Giuseppe Giudice ha esordito ponendo l’accento sulla coincidenza della celebrazione dell’anniversario dell’inizio del Cammino con la festa liturgica della Cattedra di San Pietro: coincidenza che “ci aiuta a comprendere l’ecclesialità di tutti i movimenti che della Chiesa fanno parte e che come rivoli devono confluire nell’unico fiume che è la Chiesa”. Terminata la liturgia eucaristica, è stato intonato il Te Deum, l’inno di lode e di ringraziamento al Signore per il dono del Cammino Neocatecumenale alla parrocchia e alla Chiesa. Successivamente mons. Vincenzo Leopoldo, parroco della Collegiata, ha voluto ringraziare il Vescovo per aver presieduto la Santa Messa e i sacerdoti concelebranti, invitando poi i fratelli delle comunità a continuare l’opera di evangelizzazione al servizio della parrocchia e dei più distanti dalla fede. I festeggiamenti si sono conclusi con un momento di convivialità fraterna presso la sala parrocchiale “Sant’Alfonso Maria Fusco”. Antonio Pontecorvo

Iniziava 40 anni fa il Cammino Neocatecumenale nella parrocchia San Giovanni Battista di Angri che oggi conta 8 comunità. Un anniversario importante, celebrato lo scorso 22 febbraio con una Messa presieduta da mons. Giuseppe Giudice


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI La tela che sovrasta l’altare della parrocchia della SS. Annunziata di Angri

“ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE” Dal 22 al 25 marzo, la comunità della SS. Annunziata e Santa Maria del Carmine di Angri, ha vissuto un momento intenso di preparazione alla Solennità dell’Annunciazione

È

bellissimo immergersi in una tela, perdersi e osservarne i dettagli. Mentre si percorre la navata centrale della Chiesa della SS. Annunziata di Angri, si è rapiti dalla stupenda tela che sovrasta l’Altare Maggiore, opera di Jacopo Cestaro, datata 1764. Una tela ricca di luce e colori che ferma la vita quotidiana di Maria, imprigionando un attimo di tanti anni fa che arriva fino a noi con vigore e luce. L’attimo del suo “Fiat”. La semplice parola pronunciata da Maria all’Arcangelo Gabriele quando riceve l’annuncio, momento in cui si attua il piano di salvezza di Dio, è: “Eccomi”. Una piccola parola che racchiude la totale disponibilità dell’anima, in cui vi è la completa consegna a Dio dell’umanità di cui siamo fatti. È la parola chiave che pronuncia il cristiano nel vivere il proprio cammino di fede, aderendo alla Sua volontà, lasciandosi sorprendere dallo Spirito Santo. Anche quest’anno, accolti nella splendida Chiesa appena rinnovata, in occasione della solennità dell’Annunciazione, don Antonio Mancuso, parroco della comunità della SS. Annunziata e di Santa Maria del Carmine in Angri, nel triduo che ha preceduto questa ricorrenza, ha proposto delle brevi ma profonde meditazioni sul passo evangelico di Luca, aiutando la comunità ad en-

trare nella scena, attingendo da diverse interpretazioni del quadro che ci sono state donate da giovani studiosi venuti in parrocchia. Guardando a Maria, donna della fede purissima, vivendo la sua emozione, la sorpresa dinanzi alla chiamata inaspettata di Dio, possiamo riscoprirci chiamati a dire il nostro “eccomi” alla volontà di Dio, in quel Tempio Santo, alla presenza di Dio che appare avvolto in una luce dorata, accompagnato dallo Spirito, e cullati da dolci e soavi melodie di cori angelici. Possiamo fare di noi cristiani che accolgono il Kerigma, l’annuncio sempre nuovo di Gesù, e portarlo ad altri divenendo evangelizzatori. Uomini e donne formati alla scuola di Maria, che nella quotidianità si nutrono della Parola di Dio e come lei accolgono con consapevolezza la “chiamata”. Don Antonio ha trasmesso alla comunità l’immagine di Maria come una donna pienamente libera nel farsi serva della volontà del Padre. Ogni cristiano è sulla strada della vera libertà quando la sua mente e il suo cuore trovano e vivono la “Verità” con sguardo accogliente e animo umile e sottomesso al Verbo Incarnato. Ognuno riceve la propria “annunciazione”. L’invito, quindi, è quello di imitare Maria nel pronunciare il nostro eccomi alla volontà del Padre. Antonella Malafronte

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PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Sotto lo sguardo di Sant’Antonio Lo scorso 12 marzo, fra Antonio Domenico Pio Caldarelli ha ricevuto il Ministero del diaconato

U Fra Antonio Domenico Pio Caldarelli

Sorpresa a fine Messa per gli 88 anni di suor Olimpia delle suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret. Poggiomarino beneficia ancora del suo sorriso e dell’intensità della sua fede, arricchita da 14 anni passati in clausura.

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ltima tappa prima del sacerdozio per il giovane fra Antonio Domenico Pio Caldarelli. Toccante celebrazione al Santuario San Francesco e Sant’Antonio di Cava de’ Tirreni: circa 110 concelebranti, due vescovi – mons. Arturo Aiello, vescovo di Avellino, e mons. Francesco Alfano, arcivescovo della diocesi di Sorrento-Castellammare – 200 persone giunte da Poggiomarino. Mons. Arturo Aiello, che ha presieduto la celebrazione, nell’omelia ha detto: «Castità, povertà e obbedienza rappresentano la corda su cui Dio chiede a noi consacrati di camminare. Chi sta giù e non crede, aspetta che cadiamo. Ma chi crede, guardandoci, ne riconosce il miracolo! Noi preti non

Restauro ultimato per la statua ottocentesca di sant’Antonio che a breve ritornerà nella sua abituale dimora. Dicono sia bellissimo. Il suo popolo lo aspetta per sigillare un patto di fede nato nel 1906 durante l’eruzione del Vesuvio.

siamo credibili, mi dispiace, non possiamo esserlo... noi siamo Incredibili». Erano presenti padre Vincenzo Sirignano, padrino di Cresima di fra Antonio, padre Aldo D’Andria e padre Bruno Montanaro insieme alle suore della della Carità di santa Giovanna Antida Thouret. Un evento storico per la comunità di Poggiomarino: l’ultimo diacono, don Salvatore De Prisco, è stato ordinato il 26 dicembre 1998, un paio di anni prima era toccato al futuro don Giuseppe Danese. È proprio il caso di dire che fra Antonio è cresciuto sotto lo sguardo del santo patrono di Poggiomarino grazie alla nonna e a mamma Lucia. Possiamo solo immaginare la gioia in cielo e in terra.

Le sante Quarantore con le meditazioni di frate Paolo De Giacomo in attesa della Pasqua. La domenica delle Palme sarà con noi il vescovo Mons. Giuseppe Giudice.

Una bella foto dei ministranti e dei bambini dei Santi Sposi. L’accorato appello di suor Maria ha permesso, in soli quattro giorni, l’acquisto delle tavole in ceramica vietrese della Via Crucis che adornano il perimetro interno della chiesa.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI

L’ingresso nella gioia Carissimi fedeli, oggi comincia per noi il Tempo Quaresimale, tempo di rinnovamento interiore nel cammino che ci conduce a diventare santi, cioè uomini e donne veramente felici. Credo sia giusto che io vi scriva qualche parola, un indirizzo per vivere bene questi giorni che ci separano dalla Pasqua di Resurrezione del Signore nostro Gesù Cristo. Vorrei riflettere insieme a voi sul cammino del popolo di Israele dopo la fuga dall’Egitto fino alla Terra Promessa. Premetto che non sono un biblista, un esperto di Sacra Scrittura, per cui la mia riflessione mancherà certamente di quelle conoscenze che avrebbero potuto renderla migliore. Ma, torniamo a noi… Il popolo di Israele “scappa” dall’Egitto. Mi viene subito una domanda: da cosa scappa? Voi mi direte: dalla schiavitù. Giusto, giustissimo! Ma io vi pongo subito una seconda domanda: di quale schiavitù parliamo? E, anche qui, la risposta è semplice: la schiavitù del peccato. Veniamo allora al nocciolo della questione. Il peccato non è tanto l’imposizione degli Egizi; attenzione, non sto dicendo che andava bene così, anzi. Voglio dire che, attraversato il Mar Rosso, ormai gli Ebrei avevano lasciato l’Egitto e la schiavitù era già finita. Eppure, ci hanno messo quarant’anni per concludere il cammino, hanno dovuto fare un percorso più lungo, hanno addirittura rimpianto la schiavitù dalla quale erano fuggiti. Qualcosa non torna, siete d’accordo? Ma cosa?

Ricapitoliamo: il popolo di Israele ridotto in schiavitù grida il suo dolore e quel grido viene ascoltato dal Signore. Così, Dio manda al popolo un condottiero per condurlo alla libertà. Ed è qui che i conti non tornano. Il popolo, in realtà, grida per la pesantezza della schiavitù e non per il desiderio di libertà. Il popolo non cerca la libertà che costa impegno e responsabilità, vuole solo smettere di soffrire. Non si rende ancora conto che la libertà ha un costo. Cari fedeli, in questo Tempo non dobbiamo chiedere solo la fine della sofferenza ma anche l’ingresso nella gioia. Non è così scontato. Il popolo di Israele chiede di lasciare quella terra che li ha resi schiavi ma ancora non ha chiesto di entrare nella terra che li renderà liberi. Non commettiamo lo stesso errore, almeno proviamoci! A questo serve il lungo cammino nel deserto, a questo serve il Tempo della Quaresima. Non basta lasciare, bisogna entrare. Tutto ha un costo, tutto chiede impegno. Nel deserto il popolo si ritrova a dover sottostare alle leggi della vita ma, non avendo una vera motivazione, rimpiange la schiavitù. Così anche noi, se non saremo attratti da una terra dove entrare, ci ritroveremo pieni di paure e di incertezze fino a chiedere di tornare indietro. Perché, nella vita spirituale non resti mai fermo, se non avanzi, retrocedi. Don Giuseppe Pironti

Don Giuseppe Pironti scrive alla comunità parrocchiale San Sisto II di Pagani. Commentando la fuga dall’Egitto del popolo di Israele, offre tanti spunti per vivere a pieno il tempo quaresimale

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A CURA DELLe #PARROCCHIeCENTROSARNO San Francesco d’Assisi - Santuario Maria SS. delle Tre Corone Insigne Collegiata San Matteo Apostolo ed Evangelista In redazione Donatella Ferrara

Insieme verso la Pasqua

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Il 2 marzo, presso il centro pastorale interparrocchiale S. Francesco d’Assisi, i bambini hanno vissuto un momento di comunione approfondendo, insieme al parroco e agli educatori, i segni del Mercoledì delle Ceneri

Fotonotizia Dal 15 al 17 marzo, il Consiglio Regionale Gi.Fra. ha tenuto l’ultimo week-end programmatico in vista delle elezioni per il rinnovo del Consiglio presso la Casa di accoglienza e di spiritualità “Servo di Dio Sabatino Iefuniello” annessa al Centro Pastorale interparrocchiale #ParrocchieCentroSarno. Domenica 17 hanno visitato la Collegiata di San Matteo Apostolo e condiviso la Celebrazione Eucaristica nella Chiesa di San Francesco d’Assisi.

abato 2 marzo, presso il centro pastorale interparrocchiale S. Francesco d’Assisi in Sarno, educatori e bambini di tutti i gruppi parrocchiali, catechismo, Acr, araldini e scout, hanno vissuto in comunione un bellissimo momento di festa in occasione del Carnevale. Oltre alle mascherine e ai giochi che tutti gli anni accompagnano questo giorno, insieme al parroco don Roberto Farruggio, si è cercato di conoscere meglio il vicino tempo della Quaresima approfondendo, in particolare, i segni vissuti il Mercoledì delle Ceneri, giorno di digiuno e astinenza, che segna l’inizio di questo tempo liturgico. A marcare questo passaggio è un gesto antico, l’imposizione delle Ceneri su ogni fedele, un pizzico di cenere posato in testa, una croce di cenere tracciata in fronte, una frase che suggella il significato: la penitenziale «Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai» o l’esortativa «Convertiti e credi nel Vangelo». Nasce spontanea nei piccini la curiosità: “perché proprio le ceneri?”. E per rispondere occorre leggere insieme la Bibbia: già nell’Antico Testamento la cenere è segno della fragilità dell’uomo, come richiama Abramo nella Genesi (18, 27) e della sua caducità, ma è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Per rendere il tutto ancora più chiaro i bambini sono stati accompagnati a preparare personalmente le ceneri da utilizzare nelle celebrazioni del mercoledì, risultato della combustione degli ulivi benedetti la Domenica delle Palme dell’anno precedente, un gesto simbolico per intraprendere insieme, nella gioia e nella condivisione, il cammino verso la Pasqua. Ersilia Fiore

Il sabato, giorno dedicato a Maria

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el Santuario Maria SS. delle Tre Corone da qualche tempo è stata rispolverata una preghiera rivolta a Maria, recitata in tempi remoti. Ancora oggi, tra i più anziani, c’è chi ricorda questo appuntamento con nostalgia. Ogni sabato, a mezzogiorno, viene recitato un atto di ringraziamento a Maria per averci preservato dal male dello spirito e del corpo e per aver difeso Sarno dal pericolo Vesuvio. Una bella preghiera rivolta a Maria durante la quale ogni figlio chiede di intercedere presso Gesù per le meritate grazie. Oh, gran bella Signora prega per noi. Salvatore Corrado

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BELLA DOMANDA! Alcuni momenti della Scuola di Formazione

Patryk e Francesco hanno partecipato alla Scuola di Formazione per Studenti, organizzata dal Movimento Studenti di Azione Cattolica e dal MIUR

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orna dopo 3 anni la Scuola di Formazione per Studenti (SFS), organizzata dal Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) e dal MIUR, intitolata BELLA DOMANDA! Studenti che interrogano la realtà. Patryk, 14 anni, e Francesco, 16 anni, delle Parrocchie Centro Sarno, sono 2 dei 1802 studenti italiani che si sono confrontati su Dignità umana, Questione Ambiente e Sfida Europea, tematiche importanti, spesso sottovalutate dai giovani d’oggi. Patryk e Francesco, entusiasti di aver vissuto 3 bellissimi giorni di incontro, dialogo e alta formazione, raccontano le testimonianze forti di M.T. Muksmitsido, rifugiata di guerra del Ruanda con il suo bisogno di essere accolta, in rapporto alla sua fede, in un momento difficile della sua vita; di B. Okoedion, ragazza nigeriana, che con la promessa di un lavoro migliore è stata “gettata sulla strada”; di Cinzia Caggiano, madre del 17enne Vito Scafiti, morto per un crollo nella sua aula, che dopo la tragedia lotta per la sicurezza nelle scuole. Romano Prodi e Roberto Battiston hanno fatto riflettere sull’Europa in vista delle imminenti elezioni europee, e sul futuro del pianeta inquinato. Per i ragazzi la Scuola di Formazione per Studenti dovrebbe essere maggiormente sponsorizzata nelle scuole, poiché ha trasmesso loro l’importanza di sviluppare un senso critico su ciò che li circonda, di accogliere il prossimo come nostro fratello e perché esperienze del genere aiutano gli studenti a crescere e a diventare cittadini migliori del mondo, dell’Europa e dell’Italia. Francesco Ingiustra, Patryk Klepadlo, Luigi Di Palma

Le Sante Quarantore

L

e Sante Quarantore, vissute nelle #ParrocchieCentroSarno, sono state un momento di profonda preghiera personale e di guarigione spirituale per chi ha saputo riconoscere il Padre sotto le sembianze di quella particola che, in ogni luogo della terra, rimane notte e giorno ad aspettare i propri figli, come accade nella chiesa dell’Immacolata con l’Adorazione Perpetua voluta fortemente da don Roberto. Programma ricco di appuntamenti per tutte e tre le comunità, molti sono accorsi ad attingere a questa grazia. Tra gli appuntamenti, anche la Via Crucis e i centri di ascolto della Parola di Dio nelle famiglie. Belle anche le processioni e la benedizione alla città di Sarno dal Borgo di San Matteo. Donatella Ferrara

La benedizione della città dal Borgo San Matteo

La conclusione delle Quarantore

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

Il pannello preparato per accompagnare grandi e piccini a vivere in pienezza il Tempo Quaresimale

“Apri il cuore”

È

iniziata lo scorso 6 marzo la Quaresima, il periodo più forte dell’anno per la Chiesa Cattolica. Quaranta giorni che ci accompagnano al grande Triduo della Settimana Santa e, in modo particolare, a vivere con lo spirito giusto la Pasqua di Resurrezione. Grazie ad alcuni “segni” si adotta uno stile di vita diverso, caratterizzato dal digiuno non soltanto dal cibo ma soprattutto da alcuni atteggiamenti che rendono meno sobrio il nostro vivere; altro punto focale è la carità, metodo efficace per aiutare quanti vivono in difficoltà e per compiere azioni che ci permettano l’avvicinamento a Cristo e il distacco dai beni materiali. Ultimo, ma non per importanza, la preghiera, il mezzo di salvezza più semplice per congiungerci a Dio.

“Spalanca la porta della tua anima ai fratelli per giungere, rinnovato e formato nello spirito, al mistero della morte e resurrezione di Gesù Cristo”: la Quaresima della comunità Santa Maria delle Grazie di Casatori

Il simbolo. Nella nostra parrocchia Santa Maria delle Grazie in Casatori, per spronare la comunità a questo cammino di penitenza e conversione e per attirare l’attenzione dei più piccoli, grazie a qualcosa di concreto, è stato allestito un simbolo: un pannello dominato al centro da un cuore enorme su cui giace una porta e attorno al quale sono posizionate sei frecce, una per ogni domenica, ognuna foriera di una diversa parola che accompagnerà i fedeli nel percorso, settimana per settimana. Le varie tappe di questo prepararsi sembrano quasi gridare “Apri il tuo cuore!”, un’esortazione a spalancare la porta della propria anima a quanti ci circondano per giungere, rinnovati e formati nello spirito, al mistero della morte e resurrezione di Gesù Cristo, Agnello immolato per la nostra salvezza. Le parole del nostro parroco, don Gaetano Ferraioli, sono state un incoraggiamento molto forte: «Cresca in noi un Amore a dismisura per Dio che possa divenire concreto nella cura del prossimo e nel rispetto per noi stessi! Un Amore capace di aprirsi alla dimensione universale della carità. In questo dinamismo auguro a ciascuno un percorso fruttuoso per giungere con gioia alla luce della Pasqua. Apri il cuore e la pace di Cristo abiterà per sempre in te!». Sabrina Perrino

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pagina A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

“Convertitevi e credete al Vangelo”

Il polittico quaresimale completato dai bambini

“C

onvertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15). Sono queste le parole che ha pronunciato il sacerdote imponendo le ceneri sul nostro capo, all’inizio della Quaresima. L’invito alla conversione è infatti il tema centrale del cammino quaresimale, accompagnato dall’accoglienza della Buona notizia del Vangelo, il quale ci rivela che Gesù vuole trovare spazio nel nostro cuore, per trasformare la nostra vita, rendendola più bella. Il tempo di Quaresima è un dono che ha il suo significato più profondo nell’offrire ad ogni uomo un’occasione preziosa per prepararsi con gioia alla celebrazione del Mistero Pasquale, offrendogli la possibilità di ricostruire la propria amicizia con Dio. Il cammino dei piccoli. Anche i più piccoli sono invitati a vivere questo cammino e ad accogliere questo tempo come un dono, per scoprire la vicinanza di Dio nella loro vita e la Sua bellezza in tutto ciò che li circonda. Per questo motivo, anche quest’anno, don Enzo e gli educatori hanno pensato di proporre ai bambini dell’oratorio San Giovanni Bosco un percorso per accompagnarli e introdurli nella celebrazione del Mistero della Pasqua. Il sussidio scelto – “Con Gesù risvegliamo i nostri sensi” – è un itinerario che attraverso la riscoperta dei cinque sensi, ci invita a sperimentare la presenza di Dio nella nostra vita. Nelle diverse settimane della Qua-

resima scopriremo infatti che il gusto, l’olfatto, l’udito, la vista e il tatto possono essere il punto di partenza per cogliere il bello che ci circonda ed entrare in relazione con Dio e con il nostro prossimo. Saremo invitati a dare senso e gusto alla nostra vita, ad ascoltare con il cuore, a profumare di bontà, a ridonare vita e a guardare con amore alle persone e al mondo circostante.

Il cammino quaresimale della comunità Santa Maria del Carmine di Pagani con un’attenzione privilegiata per i bambini dell’oratorio San Giovanni Bosco

Per la realizzazione di questo percorso, è stato donato ai bambini un piccolo quadretto: al centro è raffigurato Gesù, intorno, con immagini in bianco e nero, i bambini lontani da Lui. Di domenica in domenica, i piccoli ricevono degli adesivi colorati raffiguranti le stesse icone, questa volta rivolte verso Gesù, da sovrapporre alle immagini in bianco e nero. Per rendere visibile il percorso a tutta la comunità, lo stesso quadro, in formato più grande è stato posto ai piedi dell’altare, composto di domenica in domenica dai bambini che hanno portato nella presentazione dei doni l’icona da aggiungere. Nelle mani di Maria. Affidiamo allora alla nostra mamma del Cielo questo cammino quaresimale, affinché ci insegni a meditare in silenzio il mistero della croce, per poi esultare nel giorno di Pasqua, alla scoperta del sepolcro vuoto e contemplare il volto di gloria del figlio suo. Anna Petrosino APRILE 2019 Insieme

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P.U.A.C.S.

62° Pellegrinaggio a San Gerardo “Giornata dell’Ammalato” 25 aprile 2019 Presieduto da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Giuseppe Giudice Vescovo di Nocera Inferiore - Sarno

«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me.» (Mt 25, 40)

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Per info e prenotazioni rivolgersi a: P.U.A.C.S. Monastero “S. Maria della Purità” Corso E. Padovano, 71 - 84016 Pagani (SA) Insieme APRILE 2019puacs1963@gmail.com - Tel/Fax: 081 91 63 85


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Il governo di madre Letizia Manganelli Le decisioni prese dal consiglio generale il 4 dicembre 1957 e il 24 gennaio 1958

I

l ventesimo consiglio del governo generale di madre Letizia Manganelli si tiene nella Casa Madre di Napoli il 4 dicembre 1957. Si discute e si delibera sui seguenti argomenti. Per quanto riguarda le lamentele del vescovo di Crotone, mons. Pietro Raimonti, sul comportamento poco attento e premuroso della superiora del seminario di Crotone e della sua collaboratrice suor Elisabetta, il consiglio decide che suor Crocifissa Amato avviserà le due suore della visita che riceveranno a gennaio da parte della madre generale. Si stabilisce inoltre di omaggiare il cardinale di Napoli, Marcello Mimmi, protettore dell’Istituto, chiamato a Roma nella segretaria Concistoriale, con un completo per Pontificale laminato in oro. In terzo luogo, il consiglio delibera i nomi da attribuire alle nuove novizie: Anna Pagano si chiamerà suor Floriana di san Bernardino, Lucia Brancaccio porterà il nome di Melania di sant’Alfonso, Giuseppina Carlone sarà Eufrasia di sant’Agnese, Maria Petrarca diventa Rosa di san Bonaventura, Teresa Petrarca invece Adriana di san Carlo e, infine, Anna Renna sarà Beatrice di santa Chiara. Si ammettono al postulantato Maria Rosaria di Larino, Marta Zampone di Bitonto, Natalia Giannubilo di Serracapriola e Franca Bove di San Marcellino. Si approvano le spese fatte dall’economa generale per conto dell’Istituto secondo quanto stabilito dal Consiglio. E, infine, si decide di omaggiare le postulanti di un Crocifisso di cinque centimetri e le aspiranti di un distintivo francescano.

Il ventunesimo capitolo si tiene a Napoli il 24 gennaio 1958. Si stabilisce che per il nuovo anno scolastico serviranno altre due aule per la Scuola media che è stata istituita presso l’Istituto delle Suore, alle quali se ne dovranno aggiungere altre due per il terzo anno. Intanto l’inaugurazione della prima classe è avvenuta in pompa magna per la presenza del Ministro della Pubblica Istruzione, on. Maria Iervolino che, poi, insieme al Provveditore agli Studi di Salerno, ha visitato i locali adibiti per la scuola rimanendo entusiasta per la solidità della struttura. L’Amministrazione comunale, in previsione dello sviluppo della Scuola, avanza al Presidente dell’Ente Carminello ad Arco, prof. de Vivo, la richiesta della superficie necessaria per completare la struttura, incluso un congruo spazio davanti alla scuola. Il presidente accoglie la richiesta senza difficoltà. Si deliberano alcuni spostamenti di sede. Si stabilisce il trasferimento dal seminario di Crotone a Napoli sia della superiora, madre Liduina Secatore, che di suor Elisabetta Varchetta sostituendole con madre Dorotea Ceraldi e suor Gemma Bove. Inoltre si stabilisce anche di trasferire madre Egidia Cacciapuoti da Barile a Pagani nell’Istituto Immacolata, sostituendola con suor Claudia Esposito. Infine si delibera di provvedere al disavanzo di spesa di £ 91,115 della Vestizione a carico della Cassa generalizia e di approvare la contabilità dell’esercizio 1957 dell’economa generale madre Alfonsina Tucci.

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L'ULTIMA Giuseppe Merola, Libreria Editrice Vaticana Foto Siciliani-Gennari/SIR

L’opera riformatrice di Francesco

Dopo 6 anni di Pontificato, papa Bergoglio non mostra segni di cedimento e continua a lavorare per costruire una Chiesa che abbia il volto di una “Casa dell’armonia” nella quale coniugare unità e diversità

I

l 13 marzo scorso si sono compiuti sei anni dall’elezione di Jorge Mario Bergoglio a successore di Pietro. Nonostante i suoi ottantadue anni, e i numerosi impegni che scandiscono le sue giornate, non mostra alcun segno di affaticamento. E non ha alcuna intenzione di rallentare la sua opera riformatrice. Francesco ripete continuamente ad ogni battezzato l’invito a trasformare nella Chiesa ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato all’evangelizzazione del mondo attuale. Un cambiamento che riguardi non solo le strutture, come la Curia vaticana, comunque in corso, ma che coinvolga tutti i membri della Chiesa con un’autentica conversione interiore, un cambiamento di vita, di atteggiamento, di modo di relazionarsi. Dopo sei anni di pontificato è evidente che la Chiesa non è ancora quella «Casa dell’armonia, dove unità e diversità sanno coniugarsi insieme per essere ricchezza», auspicata dal Papa argentino nell’Udienza generale di mercoledì 9 settembre 2013. Una comunità ecclesiale in cui, rifacendoci all’immagine evocata, ci sia accordo e armonia, dove i diversi strumenti, i battezzati tutti, pur mantenendo ciascuno il timbro inconfondibile e le caratteristiche di suono proprie, ovvero le diversità di punti di vista, sono accordati tra loro per suonare insieme un’unica sinfonia.

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La Chiesa non si redime da sola dai mali che l’affliggono. C’è bisogno di un’azione corale e condivisa. Questo vale per il terribile dramma degli abusi sessuali commessi da chierici e religiosi, evitando semplici processi di auto-purificazione; ma anche per i vari processi iniziati da Francesco riguardo il tema della famiglia, dei giovani, dei poveri, dell’accoglienza dei migranti. Ogni parrocchia deve essere «comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario» (Evangelii Gaudium 28). Come cristiani non dobbiamo aver paura di accostarci e toccare le ferite della gente, che sono anche le nostre ferite. Non possiamo stare lontano dalla sofferenza del prossimo. Anzi potremmo dire che il nostro essere credenti si misura dalla nostra capacità di commuoverci di fronte alle tante vite ferite e minacciate. Per Francesco è meglio essere «una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» (EG 49). Un processo non immediato, che richiede un cammino lungo e certamente non privo di cadute. Ma è solo percorrendo questa strada con determinazione che si potrà avere una Chiesa al passo con i segni dei tempi, credibile ed evangelica.


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giovanni scifoni in

Non voleva fare il prete. Non poteva sottrarsi. Agostino è postmoderno, è rock!

25 maggio 2019 - o re 20.30

Teatro Diana Nocera Inferiore


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