Insieme - Giugno 2019

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GIUGNO 2019 N. 6 ANNO XIV € 1,20

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

STRADE NUOVE

PER L'ANNUNCIO DEL VANGELO La Lettera Pastorale del Vescovo Giuseppe





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sieme (…) alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura (Gv 4, 25).

STRADE NUOVE

PER L'ANNUNCIO DEL VANGELO La Lettera Pastorale del Vescovo Giuseppe

Foto di copertina pixabay.com

Sommario

GIUGNO 2019 N. 6 ANNO XIV € 1,20 MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

L’approfondimento di questo numero è dedicato alla Lettera pastorale di mons. Giuseppe Giudice. Dopo 16 mesi dall’indizione della Visita Pastorale – era il 6 gennaio del 2018 – e dopo aver incontrato tre Foranie, quella di Sarno, di San Valentino Torio e di Nocera Inferiore, il vescovo Giuseppe ha consegnato alla diocesi una prima lettura di questa esperienza contenuta nel documento “I Cortili dell’evangelizzazione”. “Un Pastore non guarda mai con indifferenza né si lascia ammaliare dall’esteriorità”: in questo approfondimento don Silvio Longobardi, direttore editoriale di Insieme, rilegge il documento del Vescovo che sarà approfondito durante la Sosta Ecclesiale in programma per il 17 giugno. Il suo commento è arricchito dalle note di altre quattro persone: una coppia di sposi, una catechista, un insegnante e un seminarista. Nelle pagine di Vita nell’Agro, abbiamo intervistato Tony D’Alessio, la nuova voce della storica band Banco del Mutuo Soccorso. Vi sono poi i consigli del pediatra, della psicologa e del commercialista che ci spiega tutte le scadenze dell’IMU e della Tasi: chi deve pagare e quando. Nelle pagine della scuola, la dottoressa Valentina Bosco, psicologa, ci parla del rapporto tra i giovani e la scuola. In quelle culturali, tanti spunti per leggere, andare al cinema e scoprire il nostro territorio. In Vita ecclesiale potete leggere la vita e la missione delle Suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret, giunte a Poggiomarino nel 1909. L’ultima è firmata da Giuseppe De Caro che racconta la nascita e le attività del presidio “Libera” di Castel San Giorgio, intitolato alla memoria di Marcello Torre.

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E mentre viaggio lungo l’autostrada, alzando lo sguardo mi colpiscono i campi che biondeggiano. Ma non sono spighe, sono pannelli solari. † Giuseppe, Vescovo

COMMENTI 7 La politica, un affare di pochi di Silvio Longobardi 62 L’ultima di Giuseppe De Caro L’APPROFONDIMENTO 8 I cortili dell’evangelizzazione di Silvio Longobardi 10 Commento di Maria Luisa Tramontano 11 Letto per noi di Enzo e Anna Lucy D’Ambrosio 12 Impressioni di Mattia D’Antuono 13 Riflessione di Gaetano Fimiani SCUOLA&UNIVERSITà 16 I giovani e la scuola: un’orchestra da accordare di Valentina Bosco 18 News dalle scuole di Martina Nacchio VITA NELL’AGRO 20 Ho fatto Banco di Sofia Russo 22 Liberi di ripartire 27 Voce che raccoglie altre voci 50 BACHECA

VITA ECCLESIALE 36 Una storia d’amore lunga cento anni 39 Esistere e custodire 41 Imitare la fede 42 Ritrovare la dimensione umana della rete NEWS PARROCCHIE 45 Notizie dalle parrocchie IN PARROCCHIA 52 Pagine parrocchiali

18. SCUOLA Premio Esposito Ferraioli al “Mangino” di Pagani

RUBRICHE 23 Qui Regione 24 Fisco e tributi di Andrea Perrino Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 25 Sale in zucca di Raffaella Marciano 32 Insieme con Maria di Antonietta Abete 34 Gli operai del Vangelo di mons. Giudice

33. INSIEME CON MARIA Come immagini la Madonna

CULTURA 29 L’angolo delle recensioni 30 Appuntamenti culturali In sala 31 I tesori del Museo Diocesano

40. VITA ECCLESIALE XVI Convegno nazionale di Pastorale Giovanile


EDITORIALE di Silvio Longobardi

La politica, un affare di pochi

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el teatro tutto è finto ma niente è falso”, diceva Gigi Proietti. Ha ragione, dietro i volti e le storie della rappresentazione scenica s’intravedono gli ideali e la miseria della realtà quotidiana. Nel grande teatro della politica, al contrario, è difficile distinguere il confine tra finzione e realtà. Un libro come Alto tradimento di Angelo Polimeno Bottai, giornalista di lungo corso, svela le ombre e gli intrighi di Palazzo che hanno accompagnato un passaggio delicato della politica italiana avvenuto a metà degli anni Novanta. La sua ricostruzione è fondata su una documentazione di prima mano, anche se fosse vera solo in parte basterebbe per confermare l’idea che la politica si piega agli interessi del potere economico e non sembra capace di porre in primo piano i bisogni di una società soffocata da un’asfissiante burocrazia e da un’imposizione fiscale che taglia le gambe alla gente onesta. Una politica che alimenta una crescente insofferenza e una sostanziale sfiducia. Scrivo nei giorni che precedono le elezioni del Parlamento europeo, presentate da tutti i partiti come un passaggio fondamentale. Osservo con un certo distacco l’impegno elettorale che quest’anno appare particolarmente agguerrito. Anche la Chiesa è scesa in campo, ripescando un collateralismo politico d’altri tempi. La democrazia non può fare a meno della politica ma non dobbiamo amplificare oltre il dovuto il ruolo che essa può e deve svolgere. La vera politica nasce nelle pieghe della società, è frutto di quell’impegno di umanizza-

zione che, a partire dalla famiglia, si traduce nei mille e mille rivoli associativi che non rappresentano interessi di parte ma rispondono ai bisogni reali della gente. Se viene a mancare questa presenza civile, se questa presenza non ha la forza di far sentire la sua voce, la politica diventerà sempre più un affare di pochi. Anzi, un affare per pochi. È assolutamente essenziale recuperare e promuovere una presenza sociale e culturale, espressione di quel cristianesimo che tanti oggi vorrebbero rottamare ma che resta una bussola indispensabile in questa fragile barca della nostra umanità. Siamo chiamati a riproporre il cristianesimo delle cattedrali e dell’arte, quel cristianesimo che ha inventato le università e gli ospedali, le scuole e le case per i poveri. Quel cristianesimo che non abbandona nessuno perché sa che ogni uomo è una preziosa reliquia di Dio. Ogni uomo, anche Vincent Lambert, condannato a morte con la complicità di tutte le istituzioni europee. Quel cristianesimo che difende la famiglia dalle minacce di un’ideologia aberrante che non riconosce più la fondamentale differenza tra maschio e femmina. Insomma, un cristianesimo che non diventi la fotocopia di quella cultura che ha già occupato i Palazzi della politica europea e rischia di condurre l’umanità alla deriva. “Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, capace di operare il meglio e il peggio”: così scrivevano i Padri conciliari cinquant’anni fa. Le elezioni sono dietro di noi ma resta la necessità e la responsabilità di scegliere.

Il Parlamento europeo

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L'APPROFONDIMENTO Dopo 16 mesi dall’indizione della Visita Pastorale – era il 6 gennaio del 2018 – e dopo aver incontrato tre Foranie, quella di Sarno, di San Valentino Torio e di Nocera Inferiore, ben 25 comunità parrocchiali e tutto il tessuto sociale ed economico nel quale sono innestate, mons. Giudice ha consegnato alla diocesi una prima lettura di questa esperienza contenuta nel documento “I Cortili dell’evangelizzazione”.

Foto Salvatore Alfano

“Un Pastore non guarda mai con indifferenza né si lascia ammaliare dall’esteriorità”: in questo approfondimento don Silvio Longobardi, direttore editoriale di Insieme, rilegge la Lettera pastorale del vescovo Giuseppe che sarà approfondita durante la Sosta Ecclesiale in programma per il 17 giugno. Il suo commento è arricchito dalle riflessioni di altre quattro persone – una coppia di sposi, una catechista, un insegnante e un seminarista ­– che hanno letto il documento del Vescovo che, a settembre, riprenderà la Visita nella Forania di Pagani.

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I Cortili

dell’evangelizzazione

di Silvio Longobardi

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nizia da lontano. La Lettera pastorale di mons. Giudice prende le mosse da una suggestiva citazione tratta dall’Esortazione Evangelii nuntiandi che l’8 dicembre 1975 Paolo VI consegnò alla Chiesa, a dieci anni dal Concilio Vaticano II e al termine di un Anno Santo che aveva ridato fiato ad una comunità che sembrava smarrita e disorientata. Quel documento era il grido appassionato di un Pastore che invitava i battezzati a uscire dai dibattiti sterili per riprendere ad annunciare il Vangelo, in opere e parole, a tutti e dovunque. In questo solco, antico e sempre nuovo, si situa la Lettera che il Vescovo di Nocera Inferiore - Sarno ha consegnato alla sua diocesi al termine della Messa crismale.

Una Chiesa in cammino Questa riflessione nasce nel contesto della Visita Pastorale che ha permesso al nostro Vescovo di osservare da vicino la vita delle comunità parrocchiali e di rilevare, assieme allo slancio generoso di tanti credenti e sotto la scorza di una religiosità ancora viva, alcune criticità che rischiano di inquinare o di rallentare il cammino ecclesiale. Un Pastore non guarda mai con indifferenza né si lascia ammaliare dall’esteriorità, l’amore per quel frammento di umanità affidato alle sue cure lo spinge a scrutare la realtà con quella “intelligenza spirituale” che gli permette di andare “oltre la corteccia” per evidenziare i punti deboli. Egli scopre così che vi è “sete di Parola e fame di Pane” ma anche una “debole attenzione verso i Poveri”. Emerge un giudizio piuttosto chiaro: «Nelle comunità c’è un nugolo di anime buone, attente alle cose di Dio e serenamente e sinceramente impegnate nella vita pastorale; questo zoccolo duro contrasta con l’indifferenza di molti, agghindati con oggetti religiosi, che non vivono contro Dio in un ateismo sistematico ma pratico, e tirano avanti come se Egli non esistesse mentre un fossato sempre più largo si è aperto tra vita e Vangelo, cultura e Chiesa» GIUGNO 2019 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO Il Vescovo mons. Giuseppe Giudice

LETTO PER NOI Maria Luisa Tramontano, catechista parrocchia San Giovanni Battista Nocera Inferiore

"Dio ci viene a cercare nei cortili della nostra quotidianità"

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In apparenza è una lettura piuttosto severa, in realtà coglie in profondità la dinamica culturale del nostro tempo e invita perciò a non alimentare false speranze. È vero, c’è ancora tanta gente che frequenta le nostre chiese ma la loro fede non ha radici e rischia di crollare dinanzi alle insidie di una società che vive come se Dio non ci fosse. Né possiamo chiudere gli occhi su quell’apostasia che conduce tanti battezzati ad abbandonare ogni legame con la vita ecclesiale. Una situazione sempre più drammatica che viene certificata dalle indagini socio-culturali. In una situazione come questa, abbiamo il dovere di ritornare sulla strada per annunciare la buona notizia. Ed è proprio quello che propone il vescovo Giuseppe. «Siamo Chiesa, pusillus grex, piccolo gregge nella pasta del mondo; ospedale da campo, secondo la lettura ecclesiologica di papa Francesco che accoglie i feriti che vengono dalle battaglie della vita, e dobbiamo riappassionarci al Vangelo sine glossa e a dire il Vange-

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lo in tutti i luoghi, i tempi e le occasioni, specialmente quando tutto ci sembra fuori luogo o meno opportuno».

Lievito nella storia La parte centrale della Lettera offre una meditazione attenta e dettagliata sulle parabole del Regno (Mt 13, 1-58) in cui l’evangelista Matteo ha raccolto non solo un prezioso insegnamento di Gesù ma lo sguardo del suo cuore. A giudizio del Vescovo questa pagina “oltre al contenuto, offre un metodo e uno stile per evangelizzare”. In altre parole, possiamo individuare criteri interessanti per interpretare la storia dell’oggi e per orientare i passi della Chiesa. Lo sguardo e la penna del vescovo Giuseppe sono rivolti alla “bistrattata terra dell’Agro”, ad un mondo “confuso, assetato” anche se sempre alla ricerca di un senso. Il Pastore punta il dito su quello stile di vita che privilegia il virtuale e dimentica il reale. Anche l’architettura abitativa favorisce l’indivi-

e oggi domandiamo ai bambini che cos’è un cortile, sicuramente daranno risposte diverse, troppo abituati a vivere chiusi tra quattro mura. Il cortile, a noi adulti, ricorda le nostre nonne che, sedute su una vecchia sedia di paglia, insegnavano ai nipoti e a tutti i bambini l’Ave Maria, il Padre Nostro e raccontavano qualche storia di vita vissuta. Che bei tempi! Stavano lì come un seminatore che esce a seminare e aspetta la stagione estiva per raccogliere i frutti. Quelle nonne non lo sapevano, ma stavano evangelizzando. Mia nonna era anche solita raccontare di quando durante la seconda guerra mondiale scappava nei rifugi con i suoi sei figli. Diceva che mia madre, la più grande delle figlie (aveva solo 6 anni), una volta per portare in salvo la più piccola, rallentò la corsa e, mentre tutti gli altri erano già al rifugio, lei rimase bloccata sotto al portone perché nel frattempo una bomba era scoppiata lì fuori. Grazie al Signore le schegge non raggiunsero né lei né sua sorella. Fu un vero miracolo! Tra quei bimbi nei cortili c’ero anche io e oggi sono una catechista che cerca di seminare la buona notizia del Vangelo in attesa di raccogliere i frutti.


dualismo perché costringe a stare confinati in pochi metri quadrati e perciò “produce solitudine, isolamento, paure, diffidenza, noia e morte”. In un contesto spesso avvelenato da interessi e conflitti, avremmo bisogno di “una società e una politica meno rancorose” e perciò capaci di favorire l’incontro e il dialogo “tra persone che, pur calpestando terre diverse, guardano lo stesso cielo e hanno lo stesso colore del cuore e delle lacrime”. È una società che sembra aver smarrito i punti qualificanti del vivere. Il Vescovo guarda alla vicenda umana nella sua concretezza, la sua anali-

si offre non poche provocazioni, non vuole passare in incognito, al contrario desidera scuotere la coscienza assopita di tanti credenti che invece dovrebbero sentire tutta la responsabilità di essere lievito di speranza e di umanità. Come mai, scrive non senza amarezza, non sappiamo più “dire la bellezza e la fatica della fedeltà nel contesto di famiglie allargate e scoppiate?”. Perché abbiamo quasi vergogna di parlare di quei valori – purezza, valore e primato della vita umana, la singolarità della Domenica, la fede nel Paradiso – che sono parte integrante del nostro patrimonio culturale e religioso?

LETTO PER NOI

Enzo e Anna Lucy D’Ambrosio, parrocchia Sant’Alfonso - Sarno membri Consulta diocesana della famiglia e la Pastorale familiare

"È urgente recuperare il valore delle persone mentre siamo invitati a svuotare il cuore e le case dalle troppe cose che le ingombrano"

L’

interessante Lettera pastorale del nostro Vescovo si sofferma sui “Cortili”… che bellissimi ricordi. Io ho sempre abitato in un cortile e posso testimoniarne la bellezza, non solo strutturale, di tante case poste una accanto all’altra, tanto da percepire i rumori, il volume della televisione alta, ma la condivisione. Infatti si tendeva sempre a correre giù all’aperto per stare con gli altri, soprattutto da piccoli, ci si riuniva nei cortili per poter giocare, e poi da adolescenti per sederci su qualche scalinata o sopra un muretto per trascorrere le ore chiacchierando. Anche Enzo ha abitato in una casa all’interno di un vicolo, dove l’incontro era costante, non si ter-

minava nemmeno di mangiare e si correva fuori perché già si sentivano le voci degli amici. Oggi la frenesia della vita ci porta non solo a correre sempre ma ad intrattenerci molto in casa davanti ad un cellulare o ad un computer e semmai siamo lì a chiacchierare virtualmente con amici e parenti anziché andare da loro per incontrarli dal vivo, guardarli e parlargli negli occhi. Per fortuna, nostro figlio di tre anni, come vede qualcuno dal balcone che sta giù ad intrattenersi ci implora di scendere, questo ci spinge ad avere nostalgia della nostra spensierata infanzia vissuta ancora tra giochi di cortile e corse all’aria aperta.

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L'APPROFONDIMENTO

Primavera missionaria

Uno stile nuovo In un contesto sociale come questo la Chiesa ha una più grande responsabilità. Il Vaticano II ricorda che la storia si trova dinanzi ad un bivio decisivo e drammatico. Monsignor Giudice invita a prendere coscienza, “con serenità e senza angoscia”, che viviamo in una società “post moderna e post cristiana”. Non è uno scenario piacevole ma è del tutto inutile “scrivere altri capitoli del libro delle Lamentazioni” o dare spazio all’indignazione. L’unica cosa seria che possiamo e dobbiamo fare è quella di “rilanciare il grande tema dell’evangelizzazione”, ridare al nostro popolo una coscienza missionaria per imparare a “cogliere le tante sfide contemporanee non come incidenti o problemi ma come opportunità aperte al soffio sempre rigenerativo dello Spirito Santo”. Il messaggio è chiaro, la strada è tracciata. Ovviamente il cammino si rivelerà arduo e qualche volta improbo. Da questo punto di vista le parabole di Gesù offrono uno spietato realismo: il seme che non porta frutto, la zizzania che cresce insieme al buon grano, il Vangelo come un lievito nascosto nella storia, la rete piena di pesci buoni e cattivi… “Canta e cammina”, direbbe sant’Agostino. Canta l’alleluia nonostante la fatica e le tribolazioni.

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Prima di pensare ad una lista precisa delle cose da fare, occorre acquisire un nuovo stile pastorale, segnato dalla speranza e dall’intraprendenza. Sulle orme di Gesù, la Chiesa deve ritrovare il coraggio di “gettare un seme evangelico e attendere frutti nella stagione di Dio”. Una Chiesa che non si chiude, rassegnata e stanca, ma esce con passo giovane per seminare quella parola che porta vita e speranza. “Uscire e seminare, seminare e attendere”: è questa la parola che il Vescovo consegna alla sua Chiesa. Rileggendo la pagina delle parabole, il Vescovo non manca di offrire una serie di indicazioni pastorali concrete: • invita a “riprendere in modo nuovo la Visita alle famiglie, e a tutte le famiglie”; • chiede di dare a ciascuno una Parola adatta alla sua età o alla particolare condizione di vita; • propone di “riportare urgentemente la catechesi nelle famiglie” e “nei cortili o condomini”; • raccomanda di “riscoprire la gioia della Messa domenicale”; • suggerisce di favorire il gratuito e il volontariato; • agli operatori della pastorale giovanile ricorda che è necessario “riscoprire i piccoli numeri e l’attenzione alle persone” e “la formazione cristiana della coscienza, ad personam”; • a tutti dice che “non si evangelizza con i grandi numeri e grosse quantità ma con piccoli numeri e quantità minime”.

LETTO PER NOI Mattia D’Antuono, seminarista

"Il dono, la ricchezza, la risorsa non sono le case e le strutture, che pure sono utili, ma le persone"

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urante ogni viaggio si pensa a una sosta per trovare ristoro e valutare il percorso già fatto. Anche la nostra diocesi, guidata dal vescovo Giuseppe, si ferma durante la Sosta Ecclesiale per riflettere e meditare sulla Visita Pastorale, giunta ormai al giro di boa. La Lettera “I Cortili dell’evangelizzazione” è il risultato di un incontro con le città e le contrade dell’Agro, ma soprattutto con le vite degli uomini e delle donne che ogni giorno lavorano per l’edificazione del Regno. Questo testo esprime in modo accurato e appassionato il vissuto di una porzione di popolo di Dio pellegrino in una terra di santi, dalla quale però emerge la sofferenza di aver trasformato il cortile in un luogo di abbandono e solitudine, in cui prevale l’individualismo al posto degli incontri, delle amicizie e degli amori, che un tempo lo caratterizzavano. Il cortile è uno squarcio sulla vita di tante persone che, nell’ordinarietà, cercano di realizzare il sogno di essere felici, di vivere nella gioia che scaturisce dalla certezza di sentirsi accolti e amati. Se vogliamo davvero essere testimoni di Cristo, ovvero annunciatori della Parola che salva, bisogna riscoprire la preziosità della gente in cui si incarna il Vangelo e restituire alle relazioni il giusto valore.


UN INNO DI SPERANZA La Lettera vuole essere un “inno di speranza”, proprio come le parabole che il Vescovo invita a meditare con attenzione. «Dopo l’inverno demografico e spirituale, che ancora insiste, ci attende una nuova primavera evangelica, un nuovo soffio missionario, se abbiamo il coraggio, dono dello Spirito, di scendere per non rimanere alla finestra e raggiungere così i cortili, le case, le parrocchie, le strade, i luoghi educativi, i vicoli, fino ai crocicchi dove le persone attendono il vino buono del Vangelo». Gli ambiti in cui la Chiesa è chiamata a operare sono tanti e le priorità spesso dipendono dalla persona-

le sensibilità. Tra le interessanti e luminose pagine di questa Lettera a me sembra di individuare il punto di partenza di una pastorale che vuole rispondere alle sempre più numerose sfide della storia. Ed è questo: «Piccole chiese devono ridiventare le famiglie cristiane che chiedono di sposarsi, non più solo in chiesa ma come Chiesa, e insieme edificare la grande chiesa parrocchiale, diocesana, universale in una rinnovata missione ad gentes, capace di seminare la gioia evangelica». Se il Vangelo entra nella famiglia diventa lievito di umanità. Per alcuni è solo un’utopia. Per i credenti è la speranza che permette di dare tutto, anche la vita.

LETTO PER NOI

Gaetano Fimiani, insegnante di materie letterarie e latino al Liceo “G.B. Vico” di Nocera Inferiore

"Cristo chiede una Chiesa industriosa, intenta a dissodare altri campi e vigne"

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tracciati da seguire e i dettagli operativi della Lettera pastorale di Sua Eccellenza Reverendissima mons. Giuseppe Giudice rintracciano e ricompaginano, contro tutte le altre spinte telluriche, i tratti di un’identità della Chiesa dell’Agro, contesto umano che mai come in questi tempi soffre della mancanza di un respiro pieno che sia insieme civile e religioso. Il discorso, τοῖος, in special modo quello di un Pastore, non può che essere aperto alle esperienze del suo mondo, divenire luogo di comunione, disegnare l’orizzonte dei significati introdotti dalla relazione con il prossimo, διάλογος, discorso che si fa attraversamento, e in questa relazione provare come al

fuoco la tenuta dei legami spirituali che si stabiliscono. Uno spazio di cammino mai conchiuso, in cui la Parola non cessa mai di avvenire, di illuminare, di edificare. Vibrante, la necessità di comunicare il dono gratuito di sé che solo chi ha fatto esperienza di Dio può trasmettere. Assumersi fino alle estreme conseguenze la dinamica dialogica significa scendere nei cortili della nostra memoria, spazi di raccoglimento di una vera umanità che sfidano quello che è l’orizzonte della superficialità, dell’amoralità, dell’indifferenza, dell’ovvietà, del luogo comune, dello stereotipo, del secolarismo banale e della religione devozionale incolore e insapore.

Il documento pastorale s’interroga se i preti siano attrezzati a questo compito, capaci di ascoltare attese e bisogni della gente, in un territorio come l’Agro che prima viveva all’ombra del campanile, mentre oggi è giocoforza costretto a doversi introdurre, intus-ducere, nei diversi “territori” di vita della gente, per capirne i problemi e le possibilità. Non basta una lettura sociologica, culturale dei dati; ne occorre anche un’interpretazione comunitaria. Se il bene comune non ha il tempo e la dignità di una pratica quotidiana, se mancano gesti ed esempi di fraternità e di accoglienza, anche il segno sbiadisce.

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L'APPROFONDIMENTO

Il Presidente Sergio Mattarella con Raffaele Cananzi, in occasione del convegno dal titolo “L’Azione Cattolica Italiana nella storia del Paese e della Chiesa (1868-2018)”

Raffaele Cananzi: conosciamolo meglio

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arà il relatore della Sosta Ecclesiale, che si svolgerà a San Giovanni Battista a Nocera Inferiore, il prossimo 17 giugno. È Raffaele Cananzi, già presidente nazionale dell’A zione Cattolica Italiana, dal 1986 al 1992, deputato nella XIII Legislatura per L’Ulivo e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Governo Amato II (20002001). Due gli incarichi parlamentari ricoperti: vicepresidente del Comitato per la legislazione (dal primo luglio al 10 novembre del 1999); presidente della I Commissione Affari costituzionali, presidenza del Consiglio e interni. Classe 1939, nativo di Caulonia (RC), Cananzi vinceva da ragazzo una borsa di studio per il Collegio Augusti-

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Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi

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Vicedirettore Antonietta Abete

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nianum, frequentando poi l’Università Cattolica di Milano, dove si è laureato in Giurisprudenza. Avvocato dello Stato ed esponente di spicco del movimento cattolico italiano, Cananzi è attualmente presidente dell’Istituto Europeo di Studi Politici (ISESP) e dal 2015 presidente del Consiglio scientifico dell’Isacem-Istituto per la storia dell’A zione Cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI. Autore di numerose pubblicazioni, tra cui Politica come servizio (Piemme, 1994), I giovani e la politica in Italia. Conversando con Gianluca (Paoline Editoriale Libri, 1999), fino a Riflessioni di un cristiano. Chiesa e mondo a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II (Editore AVE, 2013).

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Maria Luisa Tramontano, Enzo e Anna Lucy D’Ambrosio, Mattia D’Antuono, Gaetano Fimiani, Valentina Bosco, Andrea Pellegrino, Salvatore Guercio Nuzio, Andrea Perrino, Raffaella Marciano, Rosaria Vincelli, Donato D’Elia, don Natalino Gentile, Donatella Salvati, Livia Rossi, Maria Felicia Capaldo, Anna Aprea, Francesco Pio De Stefano, Costantina Fugaro, Lucia Amoruso, Antonella Malafronte, don Giuseppe Pironti, Mariano Rotondo, Donatella Ferrara, Ersilia Fiore, Salvatore Corrado, Sabrina Perrino, Anna Petrosino, Lucia Squitieri, padre Paolo Saturno, Giuseppe De Caro. Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

"Così l’immagine del cortile può assurgere a paradigma della vita cristiana, richiamando i Cortili dell’evangelizzazione, quali luoghi aperti all’annuncio del Vangelo. Dai cortili dove il Vangelo passa con uno sguardo e un sorriso si può, forse, ripartire per una società e una politica non rancorose, che non alza muri ma costruisce ponti, cioè incontro tra persone che, pur calpestando terre diverse, guardano lo stesso cielo e hanno lo stesso colore del cuore e delle lacrime". (Lettera Pastorale)

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano Abbonamenti € 5,00 digitale € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 in parrocchia con foglietto € 15,00 ordinario in spedizione postale € 18,00 in spedizione con foglietto € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore UNICREDIT BANCA IBAN: IT 88 B 02008 76271 000103952691 Intestato a: PRISCUS SOCIETÀ COOPERATIVA Causale: Contributo annuale INSIEME Aggiungere l’indirizzo o la parrocchia a cui inviare la rivista Servizio diffusione Per informazioni: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it Ai lettori L’editore Priscus Società Cooperativa tratta i dati come previsto dal RE 679/2016. L’informativa completa è disponibile all’indirizzo https://www.diocesinocerasarno.it/2016/ insieme/privacy-policy-rivista-insieme/

Tiratura 2.800 copie Questo numero è stato chiuso in redazione 23 maggio 2019 Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­ cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Redazione Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile 84014 Nocera Inferiore (SA) insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66 Insieme, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.


SOSTA ECCLESIALE 2019

I Cortili dell’evangelizzazione 17 giugno ore 20.30 parrocchia San Giovanni Battista - Nocera Inferiore relaziona Raffaele Cananzi - già presidente nazionale Azione Cattolica interviene S. E. mons. Giuseppe Giudice Il racconto della Visita a Nocera Inferiore GIUGNO 2019 Insieme

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SCUOLA & UNIVERSITà

Immagine di repertorio - pixabay.com/nastya_gepp

a cura di Martina Nacchio

I giovani e la scuola: un’orchestra da accordare “Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia” Daniel Pennac

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avorare nei contesti scolastici dà la possibilità di mettere a confronto la propria esperienza tra i banchi di scuola con quella che vivono attualmente i ragazzi. Se da un lato si ritrovano quelle questioni comuni, che hanno a che fare con la crescita e l’adolescenza stessa, dall’altro si scoprono vissuti e disagi del tutto nuovi, determinati da trasformazioni culturali e sociali di cui la scuola è investita. I giovani d’oggi. Al giorno d’oggi i ragazzi è come se mi comunicassero un senso di “pieno” che non ha possibili-

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tà di trovare espressione e parola sia entro il contesto familiare sia scolastico. Il loro “pieno” non è solo fatto di compiti, progetti, ore di alternanza scuola-lavoro (tirocini), interrogazioni e prove, ma è un pieno di ansia da prestazione, bisogno di perfezionismo o al contrario disorientamento, disinteresse e abbandoni scolastici. Non è raro incontrare in terapia ragazzi che hanno attacchi di panico in classe, che vivono con l’ansia di portare a casa un voto alto quale unico valore personale o che riescono a identificarsi solo nell’ideale dell’alunno perfetto. Così come sono numero-

Un commento su giovani e scuola, visti con lo sguardo esperto della dottoressa Valentina Bosco, giovane psicologa impegnata negli istituti scolastici superiori del nostro territorio


se le esperienze di incontri con ragazzi fortemente demotivati allo studio e all’impegno e che spesso alla domanda «Cosa sogni per te? O cosa hai immaginato per te quando hai deciso di iscriverti a scuola?», mi rispondono «Niente. Non lo so, mi hanno iscritto i miei genitori». Esperienze che portano a riflettere su come ci sia tra i ragazzi un bisogno di alfabetizzare il “pieno emotivo”, forse trascurato e messo fuori dalla scuola e dalla relazione “alunnoscuola” e “alunno-insegnanti”. Dalla teoria alla pratica. Secondo Bartoli l’educazione dovrebbe essere organizzata in quattro tipi di apprendimenti: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme, imparare a essere. Eppure, attualmente, la scuola sembra concentrarsi primariamente sulla prima fase: una buona parte dell’impegno dei docenti è quello di assolvere ai compiti della didattica, dunque passare contenuti e informazioni e verificarne l’effettivo apprendimento. Questa cultura quasi “aziendale”, orientata fortemente alla produttività, sta diventando il principale perno organizzativo dell’assetto scolastico e soprattutto delle relazioni che sussistono entro tale sistema. La relazione con i ragazzi, difatti,

sembra essere diventata esclusivamente il mezzo attraverso cui veicolare dei contenuti. Concentrandosi esclusivamente sulla produttività e sulla competenza, la scuola riesce poco a gestire, comprendere e a relazionarsi con tutto quanto è escluso da questa relazione, come le problematiche socioculturali e le soggettività dell’alunno. Rifacendoci alla precedente metafora, è come se gli insegnanti abbiano una difficoltà a riconoscere gli “strumentisti” di cui è composta l’orchestra. Ogni alunno parla un linguaggio diverso e suona uno strumento diverso. Il “maestro” non è colui che trasmette ai ragazzi il sapere o riempie delle teste, ma colui che porta il “fuoco”, ovvero trasmette “un desiderio” del sapere. Includere entro la scuola “l’educazione alla soggettivazione” è un passo fondamentale verso la prevenzione di disagi e problematiche psicosociali, ma non solo: è un impegno necessario per rendere i ragazzi dei futuri uomini, donne, madri e padri, cittadini consapevoli e dunque anche dei buoni e futuri professionisti. Dott.ssa Valentina Bosco, psicologa psicoterapeuta sistemico-relazionale

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news dalle scuole

Don Luigi Ciotti al “Mangino”

Premio internazionale “La Poesia siamo noi” Ha trovato casa a Pagani quest’anno il Premio Internazionale “La Poesia siamo noi”, promosso dall’associazione “Culturando” di Roma. L’evento, diventato itinerante, dedicato al mondo della poesia per ragazzi e bambini, si è svolto lo scorso 11 maggio presso l’auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori. A vincere il premio per la miglior poesia in questa XI edizione è stata proprio una studentessa paganese della scuola secondaria di primo grado “A. Criscuolo”, Paola Di Maria della classe III F con la poesia “Sei tu”.

Premio Esposito Ferraioli al liceo Mangino di Pagani È stato conferito al liceo scientifico “Mons. Bartolomeo Mangino” il Premio “Antonio Esposito Ferraioli”, svoltosi lo scorso 13 e 14 maggio a Pagani. A motivare il conferimento alla realtà scolastica paganese è stata l’installazione della pietra di inciampo dedicata al giovane migrante morto annegato nel Mediterraneo a cui fu trovata una pagella cucita sul cuore. La premiazione è avvenuta a conclusione della due giorni nell’aula magna del liceo in presenza di don Luigi Ciotti, coordinatore di Libera. Quest’anno il premio ha avuto un sapore speciale, perché occasione per presentare in anteprima nazionale il cortometraggio “Tonino”, realizzato da professionisti paganesi e dedicato alla figura del sindacalista vittima innocente di camorra ucciso nel 1978. Un ricordo pregnante di significato, alla cui proiezione nel pomeriggio del 13 maggio la cittadinanza ha partecipato in massa invadendo il multisala La Fenice.

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Gli alunni della “A. Criscuolo” di Pagani che hanno partecipato alla manifestazione

Intitolata a Fasolino la biblioteca del “G.B. Vico” La biblioteca del liceo classico “G.B. Vico” di Nocera Inferiore ha acquisito il nome di un professore che tanto ha dato ai suoi alunni e a tutta la comunità dell’Agro Nocerino-Sarnese. Si tratta del professor Francesco Fasolino, venuto a mancare nel giugno del 2016. L’intitolazione è stata ufficializzata nel mese di aprile.


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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo Tony D’Alessio

Tony D’Alessio: da Nocera a “Transiberiana”, la voce dell’ultimo album dello storico gruppo rock italiano

Ho fatto Banco

È

di Nocera Inferiore la nuova voce della storica band Banco del Mutuo Soccorso. Classe 1970, Tony D’Alessio, frutto del panorama musicale nostrano, vanta una lunga serie di collaborazioni con gruppi musicali, dal cross over al rock progressive, passando da X-Factor a Masha ed Orso, senza disdegnare un salto nella mitologia germanica. Con l’uscita di “Transiberiana”, il nuovo concept album del Banco, Tony è su tutti i più importanti quotidiani italiani e sulle riviste patinate, intervistato da Vincenzo Mollica per il Tg1, mentre la sua inconfondibile voce viaggia sulle frequenze radiofoniche di tutt’Italia. Un orgoglio per l’Agro, anche se la strada è stata spesso in salita.

Quali sono le opportunità che il nostro territorio offre a chi vuole intraprendere una carriera nello scenario artistico-musicale?

Davvero poche. Se non avessi avuto una forte passione per quello che facevo e volevo fare mi sarei arreso presto. Il nostro territorio non invoglia certi percorsi ed io ho sempre viaggiato tanto, anche solo per fare le prove con i miei amici. Negli anni ’90 c’era un vero interesse per la cultura musicale, gli enti locali prestavano più attenzioni agli artisti e alle band emergenti. Adesso, invece, se non hai santi in paradiso non vieni neanche retribuito per un concerto. Le mie esperienze in Campania, da questo punto di vista, sono sempre state difficili. Puoi fare musica nei pub, nei locali privati, ma sempre di meno nelle piazze. Devi andare in tv o fare qualcosa “fuori” per avere riconoscimen-

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ti dal tuo territorio. Possiamo però dire che la professionalità e il talento prima o poi pagano.

Certo, adesso tocco con mano l’affetto della gente, che mi riconosce per strada, mi chiede un autografo o una foto, ma devi sempre mantenere i piedi ben saldi a terra. La mia fortuna è stata quella di avere avuto una gavetta lunghissima, di aver vissuto un underground culturale per tanto tempo che mi ha fatto diventare una persona migliore, mi ha reso più “umano”. Alti e bassi ce ne sono stati tanti e se non avessi avuto la testa sulle spalle non avrei affrontato con serenità anche i momenti bui. Il rischio adesso, nel panorama musicale italiano, è di avere intere classi di artisti senz’anima, che non sanno amare il pubblico, che si credono arrivati dopo il primo successo radiofonico, ma quando non si è più giovani e belli, se non hai contenuto, se non hai la passione, sei il nulla. A febbraio arriva il successo del musical “La leggenda di Thor”, dove interpreti Odino. Come hai vissuto quest’esperienza?

Mi sono divertito moltissimo, è stata un’esperienza strepitosa, perché dovevo essere un altro. Mentre io, durante i concerti, sono sempre lo stesso dentro e fuori il palco. Lì dovevo interpretare un personaggio completamente diverso da me. Una bella esperienza, che oltretutto non mi sono cercato. Ero già nello staff per scrivere i pezzi e


I membri del Banco del Mutuo Soccorso

come vocal coach, ma poi Edoardo Lombardi, il produttore, mi ha detto “Tu sei Odino!” e mi sono ritrovato sul palco. Lo scorso 10 maggio è uscito “Transiberiana”, l’ultimo album del Banco del Mutuo Soccorso, dove tu sei voce solista. Primo album in studio 25 anni dopo “Il 13”. Cosa significa essere la voce di questa storica band dopo l’improvvisa scomparsa di Francesco Di Giacomo?

Significa grande onore e grande responsabilità. Lavoro continuamente per cercare uno stile narrativo adeguato, per ogni canzone. Ho cercato di entrare nella band con passo di velluto e con tutto il cuore, perché la mia storia con il Banco è la storia di un grande amore, sono prima di tutto un loro grande fan, da sempre. Ho iniziato a collaborare con alcuni artisti della band attraverso varie forme già alla fine degli anni ’80 e nel settembre del 2016 sono stato scelto ufficialmente come vocalist.

Come nasce “Transiberiana”?

Vittorio Nocenzi (nda: leader e tastiere) è partito dal titolo per dare vita poi a tutto l’album, che è la metafora di un viaggio, per continuare ad andare avanti nonostante tutti gli ostacoli che si incontrano per strada. Per la band, la morte di Francesco Di Giacomo prima e di Rodolfo Maltese (nda: chitarrista del gruppo) poi, è stato un duro colpo. Ma la vita va avanti, portando con sé tutto quello che è stato. “Transiberiana” è un viaggio, è una strada continua ma che deve cambiare per portare avanti il percorso, musicale e di vita, che si è intrapreso anni fa. L’importante non è dove si arriva, ma il paesaggio che si attraversa, ricordando i compagni di viaggio che ci hanno accompagnato dal primo passo all’ultimo, perché sul quel treno li portiamo ancora con noi. Questa per Tony è solo una delle tante tappe che ancora vuole percorrere, perché come lui stesso ricorda «la strada non finisce mai e il viaggio è più importante della meta». Sofia Russo

Un lungo cammino La carriera musicale di Tony D’Alessio, cantante e vocalist coach, è ricca di pubblicazioni, con ben 17 album all’attivo. Il primo nel 1989 con il gruppo Incest of Society. A cavallo del nuovo millennio pubblica due album con Scenario, la band di Filippo Marchegiani, chitarrista del Banco del Mutuo Soccorso. Si afferma poi con la band campana Guernica e, successivamente, è il frontman de Il pozzo di San Patrizio. Le luci della ribalta arrivano nel 2013 quando, con gli Ape Escape, arriva secondo a X-Factor. Direttore artistico del musical “Masha e Orso live show”, collabora con Ema Eventi per “La leggenda di Thor”. S. R.

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POLICORO

I giovani della Diocesi in visita alla Cooperativa "Le terre di don Peppe Diana"

Liberi di ripartire

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espiri un’area diversa la prima volta che metti piede in un bene confiscato alla camorra. È accaduto questo domenica 19 maggio, durante l’iniziativa “Liberi di ripartire” promossa dal Progetto Policoro delle diocesi Nocera InferioreSarno, alla scoperta di due beni confiscati alla camorra, il caseificio gestito dalla cooperativa sociale Le Terre di don Peppe Diana a Castel Volturno e il fondo agricolo Nicola Nappo a Scafati. Una giornata pensata per toccare con mano testimonianze autentiche di forme di lavoro etico, pulito, sostenibile, che non si piegano alle logiche dell’illegalità. Ad arricchire questo viaggio due tappe intermedie: la visita alla tomba di don Peppe Diana, la cui testimonianza di vita e valore è stata ricostruita da Gianni Solino, coordinatore provinciale di Libera Caserta, e alla fattoria sociale Fuori di Zucca ad Aversa, splendida realtà cooperativistica che ha restituito alla vita un ex manicomio, oggi luogo di accoglienza e rinascita. Ad accompagnarci in questo percorso è stato Riccardo Christian Falcone, responsabile regionale per Libera dei beni confiscati. Piovigginava quando il presidente della cooperativa “Le terre di don Peppe Diana”, Massimo Rocco, ci ha accolto introducendoci in questa affascinante realtà, nata nel 2010 attraverso un bando pubblico. All’interno del caseificio c’era Michele, uno dei

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quattro soggetti svantaggiati sui cinque dipendenti che conta oggi la cooperativa. La coop. sociale, dedita alla produzione di mozzarella DOP, è una delle nove in Italia nate da Libera Terra, progetto di Libera, atto a valorizzare i territori in cui le mafie sono particolarmente radicate, attraverso il recupero produttivo dei beni confiscati. Il loro percorso per restituire alla società la tenuta agricola appartenuta al boss Michele Zaza è iniziato circa dieci anni fa non senza ostacoli. Negli anni la realtà produttiva si è consolidata, confermando la scelta dei suoi sostenitori. Il cielo si era ormai rischiarato quando invece siamo giunti nel pomeriggio al fondo agricolo Nicola Nappo, accompagnati da Raffaella Casciello, intitolato ad un giovane di Poggiomarino vittima innocente di camorra. Destinato alla coltura di prodotti d’eccellenza dell’Agro nocerino-sarnese, come il cipollotto DOP, ma anche alla piantumazione di frutteti e alla realizzazione di orti sociali, il fondo adempirà all’obiettivo di restituire ai cittadini quell’area un tempo appartenuta al clan Galasso, anche con l’organizzazione di un’area pic-nic, con laboratori didattici con le scuole in loco, con la realizzazione di una pista ciclabile. “Qui la camorra ha perso” è lo slogan che accompagna queste realtà. Un messaggio che è tempo diventi la colonna sonora dell’intera società. Martina Nacchio

Domenica 19 maggio il Progetto Policoro diocesano ha trascorso insieme ad un gruppo di giovani una giornata in visita a tre realtà cooperativistiche campane

In preghiera sulla tomba di don Peppe Diana


qui regione di Andrea Pellegrino

È battaglia sul lavoro

N

o ai navitagor. Vincenzo De Luca non aderisce alla convenzione con l’Anpal e rilancia il suo piano lavoro. «Non ho capito cosa devono fare i navigator, se vogliono creare lavoro seguano il mio piano. Noi non ci fermeremo», le parole del governatore della Campania in risposta al Movimento 5 Stelle. Diecimila posti negli enti ed una procedura in via di definizione, secondo quanto riportato sul sito ufficiale della Regione Campania. Settemila, invece, secondo quanto affermato dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, i giovani che in Campania hanno presentato la domanda per diventare navigator. «A loro – sempre secondo i militanti grillini – è riconosciuto un contratto di 1.800 euro mensili per 2 anni. Figure essenziali per sviluppare il reddito di cittadinanza, dunque chiediamo alla Regione di aderire subito». Ma per De Luca non se ne parla. Almeno per ora. L’obiettivo è estendere ancor di più le possibilità di assumere nella pubblica amministrazione. Un piano che per il governatore «doveva essere sostenuto a livello nazionale». Compreso dal Partito democratico che avrebbe fat-

to scivolare via la proposta De Luca di un piano di 200mila assunti per l’intero mezzogiorno. «L’obiettivo dell’iniziativa è non solo dare una risposta alla forte richiesta occupazionale presente sul territorio, ma anche garantire un turn over efficace ed efficiente, contribuendo ad innalzare la qualità dei dipendenti pubblici che operano negli enti locali campani, attraverso la progressiva immissione in ruolo di risorse selezionate e formate sulle competenze necessarie», ha spiegato più volte il presidente della Regione Campania. Le posizioni messe a bando, in particolare, rientreranno nelle aree D e C della pubblica amministrazione, riservate a diplomati e laureati, che saranno selezionati a copertura dei posti già vacanti e di quelli che si libereranno a seguito dei pensionamenti previsti nel prossimo triennio. È stato inoltre calcolato che con “Quota 100” si dovrebbe registrare un ulteriore incremento di collocazioni a riposto di dirigenti e funzionari. Ma accanto alle procedure tecniche da settimane ormai si sta consumando anche uno scontro politico, sempre tra De Luca ed il Movimento 5 Stelle.

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FISCO E TRIBUTI

IL PEDIATRA RISPONDE

di Andrea Perrino*

di Salvatore Guercio Nuzio*

Rubrica Fiscale e Tributaria a cura dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili del Tribunale di Nocera Inferiore

Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

Imu e Tasi.

IL MORSO DI ZECCA,

L’acconto di giugno

I

l 17 giugno 2019 si paga l’acconto IMU e TASI. L’acconto si calcola con le aliquote 2018, se queste variano nel 2019 il conguaglio a saldo si paga entro il 16 dicembre 2019. Sono interessati i proprietari di: case di lusso; seconde case; immobili ad uso commerciale; terreni; negozi; aree edificabili. Sono esentati i proprietari di: prime case e relative pertinenze utilizzate come abitazione principale (se un immobile ha più pertinenze con la stessa categoria catastale, l’esenzione è riconosciuta per una sola), i terreni agricoli degli imprenditori agricoli o coltivatori diretti. Per abitazione principale si intende quella nella quale il proprietario ha fissato la propria residenza e vi dimora stabilmente. Quindi chi possiede un solo immobile ma non vi risiede, si considera seconda casa. Sono equiparati alla prima casa: gli immobili del personale delle Forze Armate, Polizia e Vigili del Fuoco; la casa assegnata al coniuge in caso di separazione; la casa non fittata di cittadini residenti all’estero e iscritti all’AIRE; l’immobile non fittato il cui proprietario è un anziano o disabile ricoverato, se lo stabilisce il comune. La TASI non è dovuta sulle prime case e sui terreni agricoli. * dottore commercialista in Angri

come riconoscerlo e evitarlo Trascorreremo le vacanze estive con i nostri bambini in una casa in piena campagna. Come riconoscere un morso di zecca? È possibile prevenirlo? Antonio II morso di zecca, parassita ematofago di molti animali e anche dell’uomo, non è doloroso e non dà prurito. Per questo motivo è molto difficile accorgersi della sua presenza nel momento in cui si attacca al corpo. Quasi sempre la consapevolezza di essere entrati in contatto con l’animale sopraggiunge a distanza di tempo, quando le aree circostanti il morso iniziano a causare fastidiosi pruriti. Questi piccoli animali, lunghi da un paio di mm fino a 1 cm, sono generalmente di colore marrone, ma una volta che hanno iniziato a succhiare il sangue, assumono una colorazione rossa. A quel punto è necessario procedere alla loro rimozione dalla cute che andrebbe praticata solo da mani esperti, dunque presso il più vicino pronto soccorso. Movimenti bruschi o affrettati, infatti, potrebbero determinare una non corretta rimozione e alcune parti dell’animale (come il rostro, piccolo uncino con il quale la zecca rimane attaccata alla pelle) potrebbero restare attaccate. È molto importante rimuovere correttamente la zecca perché questo parassita può essere il veicolo di una malattia infettiva chiamata malattia di Lyme, diffusa tutt’oggi in Italia. Dopo l’estrazione è indispensabile lavare e disinfettare accurata-

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mente la zona colpita e tenerla sotto controllo per una decina di giorni. Nel caso di comparsa di arrossamento – eritema migrante – che si propaga dalla zona della puntura, con un anello più chiaro al centro, è opportuno consultare immediatamente un medico. Per cercare di evitare le punture è utile, quando il bambino gioca nell’erba, far indossare al piccolo abiti che coprano le parti abitualmente più esposte - calzettoni, pantaloni lunghi, camicie a maniche lunghe - e controllare a fine giornata i vestiti e la superficie corporea, con grande attenzione alle pieghe cutanee e al capo, dove più facilmente si annidano. Nelle zone più infestate dalle zecche devono essere utilizzati anche repellenti specifici. L’uso di antibiotici per via generale non è utile nella prevenzione delle complicazioni. * Pediatra

Immagine di repertorio


SALE IN ZUCCA di Raffaella Marciano*

Sale in zucca offre riflessioni e consigli per prendersi cura di sé. Questo mese parliamo dell’amor proprio. Cosa frena la nostra felicità? Perché è tanto difficile amarsi?

A come amarsi Innamorati di te. Della tua vita. E dopo di chi vuoi. (Frida Kahlo) Cari lettori, questo mese rifletteremo insieme su un tema molto importante: l’amor proprio. Vi siete mai chiesti se vi amate abbastanza? Nella mia pratica clinica mi trovo continuamente a parlare con persone che hanno un pessimo rapporto con se stesse. Perché è tanto difficile amarsi? Che cosa frena la nostra felicità e serenità? Difficilmente ci ascoltiamo, non crediamo troppo in noi stessi e quasi mai ci accettiamo così come siamo. Ci rintaniamo in preconcetti e stereotipi socialmente accettati, all’interno dei quali viviamo la falsa convinzione di proteggerci. Affidiamo la misura del nostro valore ad altre persone, al punto che la nostra amabilità è strettamente connessa al loro giudizio. In breve: se gli altri mi degnano di interesse, considerandomi adeguato, allora mi percepisco all’altezza del loro interesse e del loro amore. Questa connessione ci induce a prenderci più facilmente cura del prossimo, comportamento social-

mente riconosciuto e incentivato, mentre, al contrario, riconoscere di avere amor proprio viene considerato un atteggiamento egoista. Se una persona non ama se stessa, difficilmente potrà amare gli altri, perché essere sordi verso il proprio mondo interno impedisce di capire ciò di cui si ha realmente bisogno e, di conseguenza, non si riesce a sintonizzarsi realmente con il prossimo. Il nostro valore come persone non dipende da ciò che osserviamo negli altri o da ciò che riusciamo ad ottenere ma dall’atteggiamento con cui fronteggiamo quotidianamente la nostra vita, unica strada per arrivare ad amarci in modo incondizionato. Riuscire a riscoprirsi innamorati di se stessi, in modo sano ed incondizionato da giudizi altrui, migliora la qualità del nostro prenderci cura del prossimo. Prendersi cura di se stessi implica la comprensione e la consapevolezza di ciò che siamo, dei nostri limiti e difetti per poi poter scoprire le nostre reali risorse e potenzialità. Amatevi incondizionatamente, senza chiedere nulla in cambio, e tutto arriverà senza accorgervene. *psicologa psicoterapeuta

Per maggiori informazioni scrivete a dottoressa.marciano@gmail.com

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VITA NELL'AGRO Il direttivo di Corbara in flora – foto Martone fotografia

Profumo di fiori Il direttivo dell’associazione Corbara in flora

L’

infiorata di Corbara cresce e si rafforza grazie alla fondazione del comitato Corbara in flora. Con la nascita dell’associazione è partito il conto alla rovescia per l’evento che si terrà il 22 e 23 giugno, in occasione della festa del Corpus Domini. L’iniziativa, che quest’anno spegnerà tre candeline, si terrà nella parrocchia di San Bartolomeo Apostolo. Ufficializzato anche il direttivo del comitato, che è presieduto da Mariarosaria Nasta. Ad affiancar-

la ci sono: la vice presidente, Annunziata Guida, il segretario Iolanda Iovane, il tesoriere Erasmo Capriglione e il direttore Giovanna Iaccarino. «L’infiorata – ha detto la presidente – intende valorizzare una tradizione sentita e rievocata in molte regioni d’Italia, legata in particolar modo alla celebrazione del Corpus Domini. La cittadina di Corbara, con umiltà, impegno e dedizione l’ha scoperta e intende portarla avanti». Lo scorso anno servirono 11mila ga-

rofani, quest’anno si prevede di superare il record. Una festa che coinvolge tutta la cittadina, a partire dalla comunità parrocchiale guidata da don Vincenzo Buono, con il sostegno dell’amministrazione del sindaco Pietro Pentangelo. Il lavoro di spetalamento coinvolgerà tutti i rioni. Tra gli obiettivi del comitato c’è un protocollo con il Comune per l’abbellimento della cittadina e un’infiorata da realizzare nella cappella dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.

Gemellaggio Italia-Croazia A Nocera Inferiore il gemellaggio Italia-Croazia per il progetto Educazione contro l’esclusione sociale e l’euroscetticismo

Foto di gruppo al termine dell’incontro nell’aula consiliare del Comune di Nocera Inferiore

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L’

Europa rappresenta un’inesauribile fonte di opportunità e scambio per i cittadini, soprattutto per i più giovani. Riconoscerla come casa sicuramente può arricchire. Il progetto di gemellaggio Education Against Social Exclusion and Euroscepticism, che l’Agenzia Esecutiva Eacea ha approvato al Comune di Nocera Inferiore, ha consentito di costruire un ponte tra le città Nocera Inferiore e Makarska, in Croazia, coinvolgendo amministratori locali, scuole, associazioni, studenti e cittadini. Dal 9 all’11 maggio cittadini europei, di cui 56 provenienti da Makarska, si sono incontrati a Nocera Inferiore per discutere dell’UE, di come rendere possibile un’inclusione sociale in grado di dare futuro alle comunità coinvolte. L’assessore allo Sviluppo economico di Nocera Inferiore, Antonio Franza, con soddisfazione ha spiegato: «L’amministrazione è da sempre impegnata per il rilancio e lo sviluppo di ogni attività che possa consentire un’adeguata valorizzazione della città. È nostra intenzione continuare a cogliere le opportunità di sviluppo che la Comunità europea ci offre». Il sindaco Manlio Torquato si è espresso con parole positive, riconoscendo nel progetto «un cammino comune di crescita, attraverso la conoscenza delle diversità che costituiscono arricchimento interiore ed integrazione sociale». Rosaria Vincelli


Mariarosaria Petti e Salvatore D’Angelo ritirano l’Awards dal presidente Antonio Bello

Il gruppo dei premiati agli Awards 2018 del Rotary Club Nocera-Sarno

Voce che raccoglie altre voci

A

nche Insieme tra i premiati con l’Awards 2018 del Rotary Club Nocera-Sarno. Un premio per «aver inteso la comunicazione come momento di ascolto e di riflessione, propedeutico alla diffusione giornalistica della propria voce, una voce che raccoglie altre voci»: questa la motivazione data dal presidente dei rotariani, Antonio Bello. La consegna dell’Awards è avvenuta lo scorso 3 maggio nella sala convegni del Polo sanitario La Filanda di Sarno. Un momento di grande spessore, che ha messo in evidenza le eccellenze professionali, industriali, sociali e culturali della valle del Sarno. Oltre Insieme, il Rotary Club NoceraSarno ha premiato Lucia Rea del Centro studi Domenico Rea (cultura), la violoncellista Raffaella Cardaropoli (spettacolo), l’A sd Futsal Nuceria (sport), la RCM Costruzioni Rainone e Cianciullo Marmi (imprenditoria), Mauro Maccauro ( finanza), il nucleo anti sofisticazioni dei Carabinieri per la tutela della salute di Salerno (professioni), la soprano Francesca Manzo (arte), l’unità operativa di oncoe-

matologia pediatrica dell’ospedale Umberto I con la dottoressa Rosanna Di Concilio (sanità), Vincenzo Cutolo (premio alla carriera). «Il Rotary Club Nocera-Sarno – ha spiegato il presidente Antonio Bello – ha inteso conferire dei riconoscimenti a quelle realtà dell’Agro nocerino sarnese che con il loro operato hanno conseguito livelli di eccellenza nell’anno 2018, dimostrando come sia possibile reagire alla crisi economica e sociale del Paese con capacità e coraggio, nella consapevolezza che ogni singolo successo è un successo di cui possiamo andare fieri tutti». L’evento del 3 maggio è stato di grande spessore, una piacevole serata che ha favorito incontri e ha consentito al giornale Insieme, rappresentato da Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti e Martina Nacchio, di presentarsi al pubblico del Rotary Club Nocera-Sarno. Un’occasione di confronto e conoscenza reciproca, allietata dalla splendida voce del soprano del Teatro alla Scala di Milano, Francesca Manzo, accompagnata al piano dal maestro Pietro Russo.

Il 3 maggio a Sarno c’è stata la cerimonia di consegna degli Awards 2018 del Rotary Club Nocera-Sarno. Il riconoscimento per la categoria informazione è stato assegnato al mensile Insieme per «aver inteso la comunicazione come momento di ascolto e riflessione». Ad accogliere l’evento il Polo sanitario La Filanda

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CULTURA L'ANGOLO DELLE RECENSIONI di Mariarosaria Petti

L’attrito del tempo Autore: Martin Amis Editore: Einaudi Prezzo: € 22,00 Una raccolta di saggi, articoli, recensioni e riflessioni letterarie del saggista britannico affascinato da autori come Nabokov, Bellow o Larkin, a cui rende omaggio con la sua ultima fatica editoriale. Un testo sorprendente, che spazia dagli originali auguri per i cinquant’anni di Arancia meccanica ai sopralluoghi nell’America Latina del mito di Maradona e dei narcos colombiani. Un solo filo conduttore: il genio intrepido di Amis.

La vita davanti a sé Autore: Roman Gary Editore: Neri Pozza Prezzo: € 19,00 Pubblicato nel 1975 con lo pseudonimo di Émile Ajar, il libro fu accolto con grande entusiasmo di critica e lettori francesi. Solo cinque anni più tardi, il colpo di scena. Il vero autore di La vita davanti a sé è Roman Gary, eroe di guerra e diplomatico, ragazzo arabo nella banlieu di Belville, che attraverso la scrittura inaugura uno stile gergale da periferia, incarnando il ruolo di cantore di una nuova Francia multietnica.

Siria. I cristiani nella guerra Autore: Fulvio Scaglione Editore: San Paolo Editore Prezzo: € 16,00 La Siria degli ultimi anni raccontata dal giornalista Fulvio Scaglione, che presta la voce alla minoranza cristiana del Paese mediorientale, ignorata dall’Occidente. “Si è scientificamente scelto di silenziare l’opinione dei cristiani di Siria”: secondo l’autore, sarebbe in atto un’operazione di censura duplice, religiosa e civile. È così emarginato dal dibattito pubblico chi ha vissuto la crisi e la guerra sulla propria pelle.

Originali, non fotocopie Carlo Acutis e Francesco d’Assisi Autore: Mons. Domenico Sorrentino Editore: Edizioni Francescane Italiane Prezzo: € 6,00 Sessanta pagine che aiutano a scoprire un giovane del nostro tempo, Carlo Acutis, in parallelo all’esperienza di un giovane che ha fatto la storia: Francesco d’Assisi. Un libretto che parla di carità, eucaristia, sofferenza e morte. Il vescovo Domenico Sorrentino, pastore della Chiesa assisana, presenta la figura di Carlo, morto nel 2006 a quindici anni e dichiarato venerabile il 5 luglio 2018. Lo fa partendo da un’esperienza vissuta negli Stati Uniti, nello specifico a Seattle, dove pochi giorni dopo la notizia del riconoscimento delle virtù di Carlo incontrò dei giovani. Parlò a quella comunità, tanto pratica e concreta, di un ragazzo che aveva consumato la sua breve esistenza testimoniando la bellezza di essere amati da Cristo e di amare sul Suo esempio. Allo stesso tempo non poté fare a meno di presentare la figura di Francesco. Così propose, nella luce di Gesù, questi due testimoni. Un’impresa, a prima vista, impossibile. Tuttavia gli occhi di quei ragazzi che ascoltavano dicevano altro. A colpire fu la gioia di vivere, la capacità di fare festa e di sognare testimoniata da Francesco e Carlo. Uno spirito che colpirà e animerà il lettore, portato a scoprire che Dio ha un progetto per ognuno. Un percorso che deve portare ad essere «originali, non fotocopie». Salvatore D’Angelo GIUGNO 2019 Insieme

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CULTURA APPUNTAMENTI CULTURALI

IN SALA di Martina Nacchio

Il principe di Sansevero in esclusiva. Il 14 giugno sarà l’occasione per scoprire la storia di cui sono impregnate le pareti della Cappella di San Severo a Napoli. Si terrà, infatti, alle ore 20.00 una visita guidata esclusiva con il direttore del Museo Cappella, Fabrizio Masucci dal titolo: “Raimondo di Sangro: una vita all’opera”. Il principe di Sansevero sarà raccontato attraverso la narrazione dei capolavori del tempio barocco.

Longola riprodotta a Napoli. Una riproduzione del sito archeologico di Poggiomarino sarà in esposizione per tutto l’anno presso l’Antiquarium Nazionale di Boscoreale, in provincia di Napoli. L’insediamento perifluviale, scoperto casualmente nel 2000 e risalente alla Media Età del Bronzo, è al centro di una mostra. Il costo del biglietto è di 7 euro, comprendente anche l’accesso agli Scavi di Oplonti a Torre Annunziata. Sagra della ciliegia. La cerasa cilentana sarà protagonista della sagra che si svolgerà dal 7 al 9 giugno a Casal Velino, in provincia di Salerno. L’evento culinario, giunto alla quinta edizione, propone ai visitatori piatti della tradizione basati soprattutto sulla “cerasa carullese”, rinomata varietà del posto. Parte l’Archeotreno. Da Napoli a Capua su un treno storico: è questa l’iniziativa promossa dalla Regione Campania e della Fondazione FS. A bordo delle carrozze d’epoca risalenti agli anni 30 e 40 del secolo scorso, sarà possibile il prossimo 30 giugno arrivare alla città etrusca di Capua, partendo da Napoli alle ore 9.05, dopo una fermata alle 9.42 a Santa Maria Capua Vetere.

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di Donato D’Elia

Quella che sta per arrivare è un’estate cinematografica particolare: i distributori cercheranno di tenere le sale aperte anche in questi tre mesi, grazie ad una messe di grosse produzioni che usciranno proprio tra giugno e agosto. Moviement, questo il nome del piano triennale, vedrà l’arrivo di “Toy Story 4”, del nuovo Spider-Man dell’MCU, del nuovo “Men in Black” e tanti altri ancora; noi, come ogni volta, ci occupiamo di produzioni minori per budget e attenzioni mediatiche, che meritano una segnalazione per poter uscire dall’oblio in cui spesso vengono (ingiustamente) relegate. Il 6 giugno arriva nei cinema “Juliet, Naked” di Jesse Peretz, con Ethan Hawke e Rose Byrne. Un diligente manuale d’ingredienti anche abusati ma sempre utili, se diversamente combinati, a scatenare l’empatia di milioni di spettatori in tutto il mondo. Il rock anni Novanta e Sessanta, in quest’ordine, l’amore, il deficit di maturità del quarantenne contemporaneo, un umorismo tagliente e penetrante: la ricetta Nick Hornby, insomma, dal cui omonimo romanzo del 2009 è tratta la sceneggiatura. Scontro di opposti: fan contro hater, padre plurimo e sciagurato e madre mancata, generazione Nineties e millennials. Il film intrattiene e diverte, e per gli appassionati del rock sono disseminate chicche qua e là, come la scalcinata cover di “Waterloo Sunset” dei Kinks che fa capolino in un momento importante. Sempre il 6 giugno, e sempre dagli Usa, arriva “American Animals” di Bart Layton, divertente commistione tra docufiction e “heist-movie” (film di/con una rapina). L’organizzazione del furto (quadri di valore dalla biblioteca dell’università) e il furto stesso interessano meno rispetto alle motivazioni, dettate non dalla necessità quanto dal tedio: i ragazzi protagonisti infatti non hanno bisogno di soldi, solo della volontà di mostrarsi, di quella di eccitarsi di fronte al rischio e al pericolo. Un fondamentale elemento in più, dunque, rispetto alla media del genere: un profondo senso di vuoto e malinconia esistenziale.


CULTURA I TESORi DEL MUSEO DIOCESANO

Un santo ritocco questa pagina ci aiuta a conoscere la storia del primo vescovo di Nocera, del busto che lo ritrae e del suo restauro

Il restauro del busto Dopo l'escursus sulle condizioni in cui versava il Busto argenteo passiamo a descrivere sinteticamente le varie fasi del restauro, effettuato grazie alle sapienti mani del signor Raffaele Mercogliano e degli altri restauratori della ditta Saccardo di Napoli. Una prima fase ha visto la pulitura manuale effettuata mediante pennelli con setola sintetica morbida, al fine di asportare i depositi superficiali di polveri di varia natura. In seguito si è passati ad una prima pulitura chimica che è stata effettuata a tampone con soluzioni idonee, non lesive per il metallo, per asportare un primo strato composto per lo più da polveri compatte e da grasso. Impurità presenti sull'opera perché il busto raffigurante il Santo patrono vie-

di Salvatore Alfano ne portato dai fedeli, ancora oggi, in processione per le strade della città di Nocera Inferiore. Una seconda pulitura chimica, sempre a tampone, è stata eseguita con lo scopo di eliminare prodotti di corrosione più marcati e visibili, come quelli dovuti alla reazione di ossidazione dell’argento, che porta alla formazione di una patina nera. Mentre sulla parte in ottone dorato si è agito con una tecnica simile sui vari attacchi di cloruri che si presentano alla vista con un tipico colore verde.

Sulle orme di Prisco Ricordi come e dove si è diffusa la tua devozione? Certo, gli inizi sono sempre più facili da ricordare. Poi, col tempo, il culto si diffonde e qualche volta si confonde. Comincio col nome. Priscus è un aggettivo latino e significa antico, primitivo, rozzo; poi usato come cognome, ad esempio Tarquinio Prisco. Alcuni pensano che il nome voglia indicare proprio questa antichità, essendo il primo vescovo di Nocera; ma molti sono i santi che portano questo nome, in Occidente, in Oriente, in Europa e sono almeno una decina. I più famosi quelli di Capua, di Lione e naturalmente di Nocera.

Su questi versi, archeologicamente fondamentali, si è scritto molto. Diamo la traduzione: “Per caso era sorto quel giorno che riportava la festa natalizia del beato Prisco, che anche Nola celebra quantunque quello, come vescovo di Nocera, abbia avuto la sede in un’altra città. Ecco nello stesso tempio di S. Felice, che allora il popolo affollava per il solenne rito, mentre il vescovo congedava la pia assemblea dopo il sacro ufficio”.

E per rimanere in Italia? Naturalmente Nola, grazie al vescovo Paolino ed al suo celebre carme XIX, vv. 515-521. «Forte sacrata diesilluxeratilla beati natalem Prisci referens, quem et Nola celebrat quamvisille alia nucerinus Episcopus Urbe sederit. Ecce ipsam sancti Felicis in aulam, quantun csollemni populussti pavith onore, post sacra iam solvente pios antistite coetus…».

A Sorrento, c’è la splendida chiesa dedicata a Sant’Agnello e a San Prisco. C’è qualche particolarità su questo culto napoletano limitrofo? La bella statua lignea del sec. XVII e il vescovo Bonaventura Gargiulo che cento anni fa volle regalarmi la sua mitra e la sua croce pettorale. E non mi è dispiaciuto se la devozione popolare è scemata, preferendo il più tradizionale Agnello (o Aniello). I Santi non sono gelosi. Natalino Gentile

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Insieme con Maria La Madonna dell'Abbondanza

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Cursi, in provincia di Lecce, la seconda domenica di luglio si fa memoria dell’apparizione della Vergine Maria a un uomo di nome Biagio Orlando Natali. Nella prima metà del Seicento guerre e peste mietono numerose vittime e la carestia fa mancare il pane. Su tutto il territorio di Cursi non piove da nove mesi: spoglie le campagne, arse e affamate le bestie; tristi i cuori dei Cursiati per un’estate che si preannuncia senza raccolto. Una mattina di aprile del 1640, Biagio non trova più le sue giovenche impazzite per l’arsura e la fame. Inizia una ricerca affannosa, intrisa di stanchezza e sudore. Ha la disperazione nel cuore e la bestemmia sulle labbra, ma non si arrende. Il sole è alto nel cielo azzurro, l’uomo fissa una luce lontana che lo investe, lo illumina, gli segna la via. Man mano che si avvicina quella luce assume una fisionomia: è una Signora bellissima, in braccio ha il suo bambino. L’uomo cade in ginocchio stordito dall’emozione. «Alzati, non temere – gli dice –. Sono la Regina del Cielo. Prenderò Cursi sotto la mia protezione e ve ne darò subito un segno. Va dal parroco e digli che col popolo venga qui in processione. In questo luogo mi costruirete un Tem-

pio ed io vi porrò la mia dimora: resterò sempre con voi». Biagio si leva, si sente rinnovato nel corpo e nell’anima e corre ad annunziare a tutti il messaggio ricevuto. Le campane suonano a festa, la gente si incammina pregando verso il luogo dell’apparizione. Una nuvola piccola piccola spezza l’armonia di quell’immenso azzurro, avanza, copre il cielo, oscura il sole… e l’acqua cade. Piove per tre giorni consecutivi! La Vergine, a cui sarà dato il titolo di Madonna dell’Abbondanza, ha mantenuto la promessa. I pellegrini accorrono numerosi da tutto il Salento per chiedere grazie. Con le offerte è costruito un santuario ancora oggi meta di numerosi pellegrinaggi. Antonietta Abete

Se conosci qualche particolare tradizione mariana, puoi segnalarla alla redazione. Tel. 081 517 04 66 - segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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Madonna Adorante, metà del XVI sec. Museo Diocesano "San Prisco" (foto Salvatore Alfano)


Come immagini la Madonna? Genitori, nonni, catechisti, docenti, stimolate la creatività dei bambini chiedendo loro di disegnare la Madonna così come la immaginano nei loro pensieri più spontanei, oppure di scrivere (a mano) una breve preghiera.

Marzia

Gennaro

Peppe

Questo mese, i disegni pubblicati sono stati realizzati dai ragazzi della Superabile Onlus di Pagani, associazione che sostiene percorsi di crescita per ragazzi diversamente abili.

Rosa

Maria Rosaria

Claudio

Immacolata

Laura

Inviateci una foto di disegni e preghiere con nome ed età del bambino a segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it - Whatsapp: 349 2500598 Le immagini pervenute in redazione saranno pubblicate in questa rubrica.

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GLI OPERAI DEL VANGELO Questa rubrica, come un piccolo taccuino, raccoglie gli appunti del vescovo Giuseppe per una rinnovata pastorale vocazionale Vocazione di Pietro e Andrea di Duccio di Buoninsegna 1308-1311

“Mi ami più di costoro?” Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro? (Gv 21, 15)

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ontemplando un bel campo di grano, con chiazze di papaveri rossi e spruzzate di fiordalisi, nella festa dei santi Pietro e Paolo, festa della Chiesa, torna al cuore e alla mente la domanda di Gesù: Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro? Siamo alla domanda fondamentale, al cuore della vocazione e alla vocazione del cuore, vicolo esistenziale dal quale non possiamo scappare, eludendo o rimandando la domanda. Mi ami tu? Risposta data nel silenzio della coscienza, “… il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria” (GS, 16). Mi ami tu? Una, due, tre volte, come nella notte dell’inganno e della paura, del rinnegamento e dell’incertezza. Tre volte, come un rafforzativo, un superlativo, per dire che l’unica domanda alla quale dobbiamo rispondere nella vita e nella vocazione è la domanda sull’amore.

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L’unica domanda alla quale dobbiamo rispondere nella nostra vita e in rapporto alla scelta vocazionale è quella sull’amore Se rispondiamo bene a questa prima domanda, le altre diventano un’esplicitazione del mistero per il quale siamo nati. Vocazione è un Tu, con la lettera maiuscola, che si rivolge ad un tu, con la lettera minuscola; è un dialogo in cui Dio prende l’iniziativa e, come un mendicante, aspetta la risposta dell’uomo. La vita di ogni vocazione è solo giocata in questo rapporto d’amore, senza il quale si diventa mestieranti e improvvisatori, sempre anelanti verso qualche porto. Mi ami tu? Tu, con il tuo nome, la tua storia, le tue fragilità, le tue speranze, ami me, Dio dell’amore? E la risposta di Pietro è sintesi, alla quale sempre possiamo ricorrere ed attingere: Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene (Gv 21, 17). In questo tutto di Pietro, c’è tutto e anche il nostro tutto. † Giuseppe, Vescovo


Abbiamo visto l’invisibile La testimonianza del Vescovo

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o scorso 12 maggio la Chiesa universale ha celebrato la 56a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che coincide con la IV Domenica di Pasqua, detta Domenica del Buon Pastore. Nella nostra Diocesi l’invito alla preghiera per le vocazioni è stato l’occasione favorevole per noi seminaristi di invitare parrocchie, associazioni, movimenti, ordini religiosi, fedeli giovani e meno giovani ad una serata di preghiera, testimonianza e di festa che si è tenuta a Nocera Inferiore, nella parrocchia di San Giovanni Battista. Un momento per trasmettere a tutti la bellezza e la gioia della vocazione. «Anche in quest’epoca la gente preferisce ascoltare i testimoni: ha sete di autenticità, reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio che essi conoscano e che sia loro famigliare, come se vedessero l’invisibile»: il punto 150 dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium è stato il tema scelto per la serata e proposto dall’Ufficio nazionale per le vocazioni. Testimoni autentici della bellezza della chiamata di Dio sono stati: una coppia di sposi di Angri, Salvatore e Anna Caracciolo, i quali grazie alla Fraternità di Emmaus hanno fatto della loro chiamata alla vita matrimoniale un’occasione di dono per gli altri; il sacerdote don Roberto Far-

La testimonianza di don Roberto Farruggio

ruggio, che ha ripercorso le tappe della sua risposta generosa alla chiamata al sacerdozio; suor Vittoria Lucia Belardo, Alcantarina della comunità di Materdomini di Roccapiemonte, che ci ha mostrato la bellezza della vita religiosa. Preziose sono state le parole pronunciate dal nostro vescovo Giuseppe che ha invitato a «testimoniare l’invisibile, anche attraverso i nostri vetri opachi. Dio è l’invisibile – ha detto – che scrive sulla sabbia della nostra vita». Ha inoltre raccomandato ai giovani di non cercare né a destra né a sinistra ciò che spesso avvertono come mancante, ma in alto, più in alto, e rispondere alla chiamata di Dio con le parole di Pietro: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene! L’intera serata è stata impreziosita dalla presenza della corale regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo che ha animato sia la preghiera di adorazione sia il concerto di evangelizzazione che si è tenuto successivamente sul sagrato della parrocchia. Questo momento è stato un piccolo seme che noi seminaristi, guidati dal nostro responsabile dell’Ufficio vocazionale, don Enzo di Nardi, abbiamo voluto gettare nel campo della nostra Chiesa diocesana confidando nell’opera dello Spirito Santo affinché cresca e porti molto frutto. I seminaristi della Diocesi

L’11 maggio la Veglia vocazionale diocesana in preparazione alla 56a Giornata mondiale per le vocazioni. Ad accogliere la preghiera e la festa la parrocchia di San Giovanni Battista a Nocera Inferiore

Suor Vittoria Lucia Belardo

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VITA ECCLESIALE Foto d’epoca di una classe dell’asilo gestito dalle suore della Carità

La vita e la missione delle Suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret, giunte a Poggiomarino nel 1909

Una storia d’amore lunga cento anni

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Poggiomarino, 21.947 abitanti e una superfice pari a 13,28 kmq, c’è un solo istituto religioso femminile, le Suore della Carità di santa Giovanna Antida Thuouret. Suor Olimpia, 88 anni, seduta al tavolo della cucina nell’appartamento in cui le religiose vivono dal 1996, ricama. Il chiacchierino è la sua specialità. Mette da parte la tela quando le chiedo di raccontare in che modo ha capito che il Signore la chiamava alla vita religiosa. «A 4 anni già dicevo di voler diventare suora», ricorda. Una fede respirata in famiglia, 9 figli e una mamma molto dolce che li portava a Messa ogni giorno. «Per la Novena di Natale andavamo in Chiesa alle 5.00 del mattino. Mi sono sempre chiesta come facesse quella donna a tirar fuori dal letto 9 bambini!». Quella di suor Olimpia è la storia di una vocazione nella vocazione, a 20 anni entra nell’istituto fondato da santa Giovanna Antida Thouret ma dopo 32 anni, all’età di 52 anni, si risveglia in lei il desiderio mai sopito della clausura. «Un sacerdote mi raccontò di una suora missionaria che a 60 anni era entrata in clausura a Roma». Qualcosa si smuove nel cuore. Continua la sua vita attiva, fatta di mille impegni ma un giorno sente una voce dal Tabernacolo:

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“Io ti fermerò”. La religiosa si confronta con il Vescovo perché questo desiderio non si spegne, va a fare gli esercizi presso le suore di san Francesco di Sales e santa Giovanna di Chantal e decide di entrare in monastero. Pensa: «qui passerò il resto dei miei giorni». Ma il Signore ha in serbo altri progetti per lei, perché dopo 14 anni, a causa di importanti problemi di salute dovuti al rigore della vita monastica, suor Olimpia è costretta a lasciare la clausura e rientra nell’ordine di santa Giovanna Antida, che non ha mai dimenticato. In tutti gli anni passati in clausura ha dormito con la regola di santa Giovanna sotto al cuscino e pregato per le sue suore. Oggi vive in questo grazioso appartamento insieme a suor Maria e alla madre superiora, suor Caterina, che è arrivata a Poggiomarino il 23 settembre del 2018. La religiosa viveva in una casa della congregazione a Cava de' Tirreni, sempre raffreddata a causa del clima non troppo mite della città. Non poteva immaginare che in fatto di clima anche Poggiomarino non scherza e che con un po’ di pioggia le strade si allagano e la città resta paralizzata e isolata. All’ingresso dell’appartamento c’è una cappella, è Gesù ad accogliere ogni visitatore. Le suore vivono qui dal 1996 ma


il legame della congregazione con la città di Poggiomarino è più antico, risale al 1909 quando, dopo l’eruzione del Vesuvio, il Comune chiese la presenza delle religiose a cui affidare l’educazione dei bambini. Per 87 anni – dal 1909 al 1996 – le suore hanno gestito l’asilo Regina Margherita di Savoia nel quale sono si sono formate intere generazioni di piccoli poggiomarinesi. Suor Maria conserva un album ricco di foto, bambini sorridenti, struttura curata e piena di fiori. Un pizzico di nostalgia vela il suo sguardo. Originaria di Maddaloni in provincia di Caserta, la religiosa ha 78 anni ed è arrivata a Poggiomarino nel 1962. Racconta: «La scuola materna aveva tanti bambini, non c’erano posti sufficienti per far fronte a tutte le richieste di iscrizione. Le mamme, pur di affidarci i figlioletti, dicevano: domani porto io la sediolina!». La loro casa era aperta a tutti, all’Azione Cattolica, ai bambini, una struttura al servizio delle persone. Tra quelle mura sono nate quattro vocazioni sacerdotali: quella di padre Enrico Ascolese, di don Vincenzo Sirignano, di don Giuseppe Danese e padre Antonio Maria Finelli. Un bel giorno – era il 1996 – scaduta la convenzione, le suore furono richiamate a Napoli. Più di 80 anni di storia seppelliti in un batter di ciglia. La casa era già chiusa, ogni cosa diligentemente impacchettata: bisognava solo partire. Ma suor Maria non riusciva a rassegnarsi. «Quella notte non ho dormito – ricorda –, sono andata vicino al Tabernacolo e ho detto a Gesù: Signore, le suore della Carità vanno via da Poggiomarino e tu non fai nulla?». La preghiera è diventata ancora più intensa: «Signore, chiudi i mie occhi, non permettere che io veda tutto questo».

Il Signore non resta insensibile all’accorata preghiera della religiosa. Il mattino seguente, di buonora, arriva padre Silvano Controne, stimmatino, parroco della comunità Sant’Antonio di Padova. Bussa con forza alla porta e chiede di parlare al telefono con la madre provinciale. In quegli anni, la casa provinciale Regina Coeli era a Napoli. Chiede un appuntamento e aggiunge: «Vengo a Napoli insieme alle suore, ma dopo le riporto a Poggiomarino!». Suor Maria ricorda l’ardore del sacerdote: «Le suore di Poggiomarino non gliele dò, trovo io una casa per loro». E così fece. Da 22 anni le suore vivono in un condominio, il fitto è pagato dalla parrocchia. Il servizio. Oggi queste tre suore svolgono un servizio davvero prezioso: sono ministri straordinari della santa Comunione, animatrici spirituali del gruppo diversamente abili, fanno visita agli anziani delle tre case di riposo di Poggiomarino. Fanno il doposcuola, d’estate organizzano corsi di ricamo e chiacchierino, hanno un centro di ascolto. Arrivano ovunque c’è bisogno, sempre alla ricerca silenziosa di persone abbandonate o bisognose di aiuto. Perché la carità più grande è quella nascosta. Lo scorso 23 maggio, festa di santa Giovanna Antida Thouret, hanno celebrato Messa nell’ex asilo Regina Margherita di Savoia. Una gioia indescrivibile. Quest’anno, i semi di girasole che da Poggiomarino hanno raggiunto tutta la diocesi con il numero di maggio di Insieme erano dedicati a loro, per ringraziarle per tutto il bene seminato pur tra mille ostacoli e qualche sofferenza. Antonietta Abete Da sinistra: suor Olimpia, suor Maria e la madre superiora suor Caterina con l'immagine della fondatrice

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VITA ECCLESIALE La delegazione regionale di Azione Cattolica

L’incontro si è tenuto a Chianciano Terme dal 3 al 5 maggio

Convegno delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica

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n Popolo per Tutti – riscoprirsi fratelli nella città” è il tema proposto per l’annuale convegno delle presidenze diocesane di Azione Cattolica, che si è svolto dal 3 al 5 maggio a Chianciano Terme. Hanno partecipato, tra gli altri: mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna; Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore; Giuseppina Paterniti, direttrice del TG3 Rai; Matteo Truffelli, presidente nazionale A.C.; mons. Gualtiero Sigismondi, assistente generale dell’associazione e vescovo di Foligno; mons. Stefano Manetti, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Chianciano; Carlo Fornari, responsabile relazioni della Fondazione Telethon; Massimo Pallotino, responsabile della campagna “Chiudiamo la forbice”; Nunzia De Capite di “Alleanza contro la povertà”, don Armando Zappolini, per la

campana “Mettiamoci in gioco”; Laila Simoncelli, per il progetto “Ministero della Pace”. Dalle relazioni è emerso che riscoprirsi “popolo di fratelli” significa essere capaci di svelare la presenza di Dio negli altri, parlare ed accogliere tutti. Se siamo per tutti dobbiamo trovare modi, idee, proposte nuove: una nuova Pentecoste (“I discepoli parlavano lingue nuove”). È necessario avere uno sguardo contemplativo – non solo sociologico o operativo – che si traduca in compassione e misericordia. La Chiesa è missionaria: non è un navigatore ma una bussola, perché ci rende capaci di scegliere. In questo tempo di divisione – è il messaggio lanciato dai relatori – è importante il nostro impegno nella vita della “buona politica”. Anna Aprea, presidente Azione Cattolica Nocera-Sarno

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Anna Peiretti e don Andrea Annunziata durante l’incontro con i bambini

Esistere e custodire

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isogna aiutare i bambini, surfisti che secondo la concezione del filosofo Zygmunt Bauman amano percorrere la superficie delle onde esaltati dagli spruzzi e dalla velocità, a diventare dei sub: «È questa la sfida educativa di oggi – ha detto Anna Peiretti, formatrice ed esperta in catechesi, caporedattore de La Giostra –. Sono i sub che scoprono tesori, i quali non sono tanto teste ben riempite, ma cuori ben fatti che si lasciano trasformare dall’opera dello Spirito». È questo uno dei concetti illustrati alle catechiste e ai bambini del catechismo di Nocera Inferiore che si sono ritrovati, lo scorso 16 maggio, su invito dei parroci della forania nella chiesa di San Giovanni Battista a Cicalesi. Peiretti ha parlato delle prospettive della catechesi, ma anche della realtà con cui fare i conti: «Chi oggi si occupa di educazione ha la percezione di disorientamento, di stare e avanzare nel buio. La strada per andare oltre è saper vedere, riconoscere che c’è una attesa di Dio in ciascuno dei bambini che incontriamo nel nostro cammino». Come fare? «Io riconosco un’attesa in ogni bambino che mi manifesta qualcosa della sua vita interiore, basta questo per credere che non crescerà senza Dio. Un bambino che ha vita interiore non è indifferente a Dio, non è sordo alla sua Parola, non è estraneo alle emozioni di meraviglia che suscita il trascendente». Due i suggerimenti pratici: «Il primo è l’emozione di esistere. Per i

bambini oggi è importantissimo guardare con stupore alla propria esistenza, riconoscere in ciò che si è la presenza dell’Altro; è la prima relazione spontanea con Dio. La catechesi deve nutrire l’emozione di esistere». Il secondo passaggio riguarda la capacità di custodire le domande: «Si costruisce vita interiore nella capacità di un bambino di esprimere le domande. Noi spesso temiamo le loro domande. In realtà ogni domanda è preziosa e non richiede necessariamente una risposta. Spiegare non è comprendere. Molte domande vanno semplicemente custodite». Ai bambini incontrati a Nocera Inferiore è stata proposta una piccola esperienza. Peiretti ha chiesto di chiudere gli occhi e di immaginare, mentre leggeva la parabola della pecorella smarrita narrata nel Vangelo di Matteo: «Ad occhi chiusi si immagina dov’era la pecorella e ognuno la vede davanti a sé. Lì c’è la risposta che ognuno di noi si dà». Indicazioni che vanno ben oltre i progetti didattici che «in catechesi non sono efficaci oggi, forse non sono mai serviti». Per l’esperta quello che conta è la «relazione con il bambino che ho davanti, solo questo. Il bambino nella catechesi chiede di incontrare me come persona, la mia fede viva, non una maestra che insegna cose». A ciò si aggiunge il contesto che deve essere significativo: «Vuol dire costruire un ambiente di sfondo adatto e positivo in cui agire». Salvatore D’Angelo

La forania di Nocera Inferiore ha incontrato Anna Peiretti, che ha dato alcune indicazioni per accompagnare i più piccoli nel cammino di catechesi

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VITA ECCLESIALE

La visita ai luoghi del beato padre Pino Puglisi

Un momento del convegno

Dare casa al futuro

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are casa al futuro è il titolo del XVI Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile, tenutosi a Terrasini (PA) dal 29 aprile al 2 maggio e promosso dalla CEI. Una parte dell’équipe diocesana si è spinta sull’isola siciliana per prendervi parte, riempiendo il proprio bagaglio formativo di nuove esperienze e relazioni. Le tematiche del convegno si sono proposte ai partecipanti come parole coraggiose nate sulla scia del Sinodo dei Giovani, snocciolate da relatori carismatici e pieni d’esperienza, intervallate da momenti liturgici carichi di spiritualità. Don Rossano Sala, Silvano Petrosino, padre Alois della comunità di Taizé, don Salvatore Currò, don Giuliano Zanchi, suor Alessandra Smerilli, e lo stesso don Michele Falabretti – direttore del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile – sono stati i volti che hanno animato il convegno, generando, dopo ogni intervento, arricchenti dibattiti e intensi scambi di opinioni. Nell’introduzione al convegno, don Michele Falabretti ha fatto emergere quanto questo appuntamento debba essere vissuto come un’oc-

casione per raccogliere quanto emerso in questi anni di servizio, cercando di individuare le parole guida scaturite dal Sinodo, che risulteranno essere la spinta nel designare il sentiero che la Pastorale Giovanile potrebbe seguire nei prossimi anni. Dare casa al futuro, infatti, vuol dire saper abitare il presente per far spazio a ciò che verrà. Un “cambiamento d’epoca” in cui i giovani sono protagonisti di un dialogo, e non destinatari di un discorso. E noi, partecipanti diocesani al convegno, abbiamo vissuto appieno queste giornate di formazione, estendendo la visita ai luoghi del beato padre Pino Puglisi, prete martire di mafia. Accolti dalla frazione di Brancaccio (PA) e dai volontari del centro Padre Nostro, siamo stati resi partecipi dei progetti virtuosi che in questi anni sono stati realizzati per i giovani a rischio devianza del quartiere e per sensibilizzare i cittadini. Giorni di crescita quelli vissuti in terra siciliana, dai quali siamo tornati con tasche piene di speranza da veder fiorire nel futuro che ci stiamo impegnando ad accogliere. Donatella Salvati

Al XVI Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile c’era anche una delegazione diocesana. Il racconto delle giornate siciliane

La delegazione diocesana

Comunicazione di servizio Le sorelle clarisse del Monastero di Santa Chiara di Nocera Inferiore hanno un nuovo numero di telefono: 081 63 39 418. Prendete nota!

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Un momento del Pontificale

Il coro che ha animato la Celebrazione

Lo scorso 9 maggio, solennità di san Prisco, mons. Giuseppe Giudice ha presieduto il solenne pontificale nella Cattedrale nocerina

Imitarne la fede

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elebrare un patrono significa ricordare, fare memoria di quanti hanno annunciato il Vangelo nella terra dell’Agro, per imitarne la fede. Lo ha detto mons. Giuseppe Giudice nel solenne Pontificale dello scorso 9 maggio, solennità di san Prisco. Rivolgendosi ai sacerdoti che hanno concelebrato e alla numerosa assemblea che gremiva la Cattedrale – tante le famiglie accorse insieme ai bambini per pregare sulla tomba del primo Vescovo di Nocera –, il pastore diocesano ha dato qualche spunto per rinvigorire la propria vita spirituale. «La vostra spiritualità deve essere quella della vigilia. Quando celebriamo una Messa, un sacramento, è sempre una vigilia – ha sottolineato –. Oggi celebriamo un pastore, che è colui che vigila, che attende. Pastori sono i genitori, i catechisti, tutti coloro che sono responsabili della vita di un altro. Si dice che la teologia di papa Francesco non è compiuta, perché apre prospettive che devono realizzarsi nel tempo». Il tempo perfetto è in Paradiso, ma questa certezza non deve divenire un alibi per le nostre mancanze o incongruenze. Ha poi aggiunto: «C’è chi pensa che la fede è data una volta e per sempre e vorrebbe cristallizzarla in formule, ma il Papa mette in guardia contro questa tentazione che toglie giovinezza alla Chiesa. La fede è novità, chiede sempre una nuova inculturazione. A volte ci crogioliamo nel passato e perdiamo il valore della novità». Le mode. Il Vescovo ha messo in guardia da una seconda tentazione, quella di adeguarsi alle mode. Attingendo al magistero del Papa, mons. Giudice ha ricordato che a volte imitiamo un giovanilismo passeggero. «Gesù è lo stesso ieri, oggi, sempre. Bisogna imitarne la fede. Il compito ur-

gente è annunciare di nuovo la fede, perché la gente attende Dio». Poi un passaggio sull’unità che non vuol “dire vogliamoci bene, l’unità è trinitaria”. Bisogna stare attenti a non sgualcire la tunica e evitare di costruire piccoli gruppi che con la Chiesa non hanno nulla a che fare. Infine, un’ultima provocazione. Il Vescovo ha ricordato che tra i doni del Risorto c’è la gioia. E, allora, tutti dovremmo farci una domanda: «Come mai la gioia non abita la mia vita? Perché si moltiplicano le occasioni di piacere ma la gioia non ci appartiene più?». In questo cammino non siamo soli, abbiamo una maestra: la Vergine Maria, con il suo “Eccomi” si è messa subito al servizio. «Togliamo qualche fiore dal suo altare e mettiamo qualche fioretto, com’eravamo abituati a fare da piccoli» ha concluso mons. Giudice, perché la nostra vita sia ancorata al Vangelo. Antonietta Abete GIUGNO 2019 Insieme

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#ComunitàConvergenti di Salvatore D'Angelo

Foto Siciliani Gennari\Sir (3)

Don Ivan Maffeis dà il benvenuto ai partecipanti al convegno, al tavolo Vincenzo Corrado, Vincenzo Morgante e Lorena Bianchetti

Ad Assisi l’incontro dei comunicatori sociali convocati dall’Ufficio nazionale Comunicazioni sociali

Ritrovare la dimensione umana della rete

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isponibilità ad armonizzare la realtà rendendo la rete complementare all’incontro in carne ed ossa, non l’alternativa o l’unica strada percorribile. Nel messaggio per la 53ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali papa Francesco prova a spingere verso questo orizzonte, sottoponendo alla comunità laica e a quella ecclesiale il tema «Siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4, 25). Dalle social network communities alla comunità umana». Insomma, #ComunitàConvergenti così come sollecitato in occasione del convegno nazionale organizzato ad Assisi dal 9 all’11 maggio dall’Ufficio nazionale Comunicazioni sociali. «Occorre riconoscere che le reti sociali, se per un verso servono a collegarci di più, a farci ritrovare e aiutare gli uni gli altri, per l’altro si prestano anche ad un uso manipolatorio dei dati personali, finalizzato a ottenere vantaggi sul piano politico o economico, senza il dovuto rispetto della persona e dei suoi diritti», aiuta a riflettere il Pontefice. Diventa così necessario attivare anticorpi prima di tutto culturali

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per ritrovare una dimensione umana della rete: «Aprendo la strada al dialogo, all’incontro, al sorriso, alla carezza. Questa è la rete che vogliamo. Una rete – sollecita Francesco – non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere. La Chiesa stessa è una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui like, ma sulla verità, sull’amen, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri». Superare quella che per alcuni è una

contrapposizione, posizionandosi invece sulla strada dell’integrazione, è stata la finalità degli interventi che si sono alternati al convegno di Assisi. Per don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale e sottosegretario della Cei: «La rete non può essere il veicolo per esprimere il nostro narcisismo. La cultura digitale riforma il linguaggio e il registro linguistico. Tutto questo merita confronto e reciprocità, un processo che coinvolge attivamente le voci della comunità ecclesiale». Un primo suggerimento che i media

Bentornato Francesco

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l 21 giugno il Papa ritorna in Campania. Tra poco meno di un mese Francesco sarà a Napoli per una visita di breve durata «e a carattere assolutamente culturale», spiegano dalla Curia partenopea, che si realizza esclusivamente nel complesso dei padri Gesuiti in via Petrarca, a Posillipo. Il Pontefice parteciperà alla seconda giornata dell’incontro organizzato dalla Facoltà Teologica dell’Italia meridionale - Sezione San Luigi. “La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto Mediterraneo” è il tema dell’evento nonché dell’intervento di papa Francesco, incentrati sulla costituzione apostolica del gennaio 2018 sulle università e le facoltà ecclesiastiche. L’elicottero del Santo Padre atterrerà, alle ore 9.00, al Parco Virgiliano.


La tavola rotonda sul tema della privacy con Vincenzo Grienti, Antonello Soro e mons. Giuseppe Baturi

Vincenzo Morgante

cattolici possono intercettare è quello arrivato da Vincenzo Corrado, a capo dell’a genzia Sir e da poco nominato vice direttore dell’Ufficio nazionale Comunicazioni sociali: «A volte la disinformazione non è solo intorno a noi, ma anche tra noi. Occorre, quindi, intercettare la grande domanda di informazione che viene dal territorio, ma che sia di prossimità, non una predica». Un lavoro che punti su sinergie che «non siano ammucchiate, ma integrazione». C’è poi un secondo aspetto da met-

tere in luce, quello dell’informazione locale: «È un modo per riscoprire e approfondire la nostra identità. L’informazione locale – afferma Corrado – è un modo per fare comunità». Quest’ultimo aspetto è stato approfondito anche da Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000 e Radio InBlu, che intende potenziare l’informazione locale per «fare da privati il servizio pubblico». Dal consesso assisano è arrivata anche una delucidazione terminologica su reale e virtuale, ci ha pensato Rita

Raggiungerà la struttura della Compagnia di Gesù, dopo aver percorso viale Virgilio, via Pascoli e via Petrarca, e lì saluterà il cardinale Crescenzio Sepe, il presidente della Regione Vincenzo De Luca, il sindaco Luigi De Magistris, il prefetto Carmela Pagano, il superiore provinciale dei Gesuiti, il preside della Facoltà Teologica. Saranno presenti monsignor Francesco Marino, vescovo di Nola, in rappresentanza dei Vescovi della Campania, i Padri Gesuiti, i docenti e gli studenti della Facoltà Teologica, i seminaristi, un ristretto numero di invitati, i giornalisti che verranno accreditati. La Lectio del Papa è prevista per le ore 12. Al termine, dopo il pranzo, il Santo Padre ripartirà per il Vaticano intorno alle ore 15.

Marchetti, ricercatrice dell’Università di Perugia: «Il virtuale è reale, non l’opposto. L’opposto di reale è falso». Un concetto da non dimenticare se si vuol passare dalle social network communities alla comunità umana come sollecita papa Francesco. Una differenza per nulla sottile, che ha contribuito a generare e amplificare la confusione che non fa più essere quelle #ComunitàConvergenti che tanto hanno contribuito allo sviluppo umano, sociale, economico e intellettuale dei nostri territori.

Papa Francesco (Foto AFP/SIR)

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VITA ECCLESIALE

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Con le religiose

Il 2 giugno, alle ore 16.00, il Vescovo è in ritiro con le suore del Preziosissimo Sangue nella casa di Sant’Anna a Pagani.

Con i Vescovi

Il 3 e 4 giugno il Vescovo è alla riunione della Conferenza episcopale campana che si riunisce a Mugnano del Cardinale.

Sport e pace

Il 6 giugno, alle ore 18.00, nella sala teatro San Domenico Savio di Nocera Inferiore, il Vescovo partecipa all’incontro promosso per presentare la XXX

Universiade che si tiene in Campania dal 3 al 14 luglio.

Festa dello Spirito

L’8 giugno, alle ore 20.00, il Vescovo presiede la Veglia di Pentecoste coordinata dalla Consulta delle aggregazioni laicali nel battistero di Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore.

Mandato

Il 20 giugno, alle ore 20.00, nella Concattedrale di San Michele Arcangelo a Sarno il Vescovo presiede la Celebrazione del

mandato ai Ministri straordinari dell’Eucaristia al termine del percorso di formazione che si è tenuto durante l’anno.

Con le comunità parrocchiali

Il 30 giugno, alle ore 6.00, il Vescovo presiede la Santa Messa ad Angri, in occasione dell’uscita della processione di San Giovanni Battista dalla Collegiata. Il 2 luglio, alle ore 11.00, il Vescovo presiede la Santa Messa nella parrocchia Santa Maria delle Grazie a Lavorate di Sarno per la festa in onore della Madonna delle Grazie.

Sosta Ecclesiale Il 17 giugno, alle ore 20.30, la comunità diocesana è convocata nella parrocchia di San Giovanni Battista a Nocera Inferiore per la Sosta Ecclesiale sul tema dell’ultima Lettera Pastorale del Vescovo dal titolo "I Cortili dell’evangelizzazione".

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Santa Maria Addolorata San Potito di Roccapiemonte

Una Quaresima a colori

I I cresimati con padre Massimo Staiano e il Vescovo Giuseppe Giudice

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Il sacramento della Cresima

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opo un bel percorso di preparazione al sacramento della Cresima, 14 ragazzi della comunità parrocchiale, guidati per il secondo anno di fila dalle catechiste Alba Albanese e Maria Maddalena Desiderio, hanno confermato e rafforzato la loro grazia battesimale. Una gioia culminata lo scorso martedì 7 maggio, poiché già vissuta in pienezza durante il Triduo pasquale. Il Vescovo, Mons. Giuseppe Giudice – che aveva consacrato il sacro crisma durante la Messa crismale del Giovedì Santo – è stato presente anche per le celebrazioni della Coena Domini, dell’Adorazione della Croce e della Madre di tutte le Veglie proprio nella piccola parrocchia che porta il nome dell’apostola della Resurrezione. Infatti, dopo diversi anni in cui il nostro presule aveva dato mandato ai sacerdoti delle varie parrocchie di amministrare le Cresime, l’imposizione del sigillo dello Spirito Santo è avvenuta per i 14 cresimati per mezzo del Pastore diocesano. Livia Rossi

n occasione del Giovedì Santo, i ragazzi della parrocchia Santa Maria Addolorata di San Potito hanno preparato, durante il laboratorio della Quaresima, dei lavoretti per l’altare della reposizione. Il tema è tratto dal passo del Vangelo di Giovanni (13, 15). Gli elementi chiave che hanno arricchito l’altare sono stati la raffigurazione della lavanda dei piedi, i porta-candele realizzati con sassi, un disegno rappresentante i simboli della Settimana Santa, quali palme, pane e vino, brocca, croce e resurrezione. Tutte le attività sono state svolte utilizzando acquerelli e acrilici. Per noi è stato piacevole partecipare al laboratorio, perché è stato un momento di svago dalle attività tradizionali. È stato bello lavorare all’aria aperta, sfruttare varie tecniche creative, soprattutto pitturare con gli acrilici. Il gioco di squadra ci ha permesso di rafforzare il nostro legame. Gruppo parrocchiale ragazzi L’Altare della reposizione

FOTONOTIZA

Prende vita a Roccapiemonte l’Azione Cattolica. La presentazione dell’associazione e l’inaugurazione del nuovo corso di un rinnovato gruppo rocchese sono avvenute il 25 maggio, nella parrocchia di San Giovanni Battista. GIUGNO 2019 Insieme

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Grande festa in casa A.C.

Q San Bartolomeo Apostolo Nocera Inferiore

uest’anno si festeggiano i 50 anni della nascita dell’A zione Cattolica dei Ragazzi (A.C.R.). Per l’occasione l’A .C. della Regione Campania ha organizzato una festa, lo scorso primo giugno, a Pietrelcina, che ha visto la partecipazione delle realtà diocesane di tutta la regione ecclesiastica. In particolare, la nostra diocesi ha coinvolto, oltre a ragazzi e educatori, anche giovanissimi, giovani, adulti e genitori, raggiungendo la presenza di circa 500 partecipanti. La famiglia dell’A zione Cattolica diocesana ha risposto con entusiasmo, continuando nello stile “dell’unitarietà” che il Consiglio diocesano ha proposto in via prioritaria. Anna Aprea

Oratorio in festa

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a seconda edizione di “Oratorio in Festa”, l’iniziativa di promozione socioculturale ricreativa, si è tenuta lo scorso 5 maggio, presso l’Oratorio San Domenico Savio, sito nel popolare quartiere PiedimontePietraccetta a Nocera Inferiore. Tale momento di aggregazione per l’Oratorio è stato voluto fortemente da padre Mihai Saraciu, parroco di San Bartolomeo Apostolo. L’evento ha coinvolto circa 200 bambini di scuola primaria dei 5 istituti comprensivi di Nocera Inferiore: insieme hanno testimoniato che la competizione sportiva unisce e non divide. La giornata è iniziata alle 9.00, con giochi a squadra ed attività ricreative e sportive. In un breve intervallo si è condivisa una genuina merenda. La manifestazione si è conclusa con la Santa Messa celebrata da padre Saraciu nella vicina Chiesa parrocchiale e con l’assegnazione di tre premi estratti a sorte per i ragazzi che hanno partecipato alla giornata di festa. L’ambizione a cui si aspira è che giornate simili non siano limitate ai soli momenti di festa, ma entrino quasi nel quotidiano. È obiettivo comune che l’Oratorio possa sempre essere un porto sicuro per i ragazzi della parrocchia e del quartiere, un luogo dove Dio è di casa ed amico di tutti. L’Oratorio è un luogo dove i piccoli ed i giovani trovano spazio per divertirsi e crescere nella fede cristiana, alla luce del Vangelo: una realtà che merita di essere sempre più conosciuta, vissuta ed amata. Maria Felicia Capaldo

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FOTONOTIZIA

La parrocchia SS.mo Corpo di Cristo di Pagani continua il progetto della raccolta dell’olio esausto. In un anno e mezzo tanto lavoro è stato fatto: i volontari sono disponibili ogni sabato pomeriggio dalle 17.00 alle 18.30 per raccogliere l’olio da destinare ad un corretto smaltimento.


San Teodoro Martire Sarno La Statua della Madonna portata in processione

In preghiera con Maria

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al 13 al 19 maggio la comunità di San Teodoro Martire ha vissuto un clima di grande festa in onore della Madonna Maria SS.ma della Purità. È stata una settimana intensa di preghiera con e per Maria tra la peregrinatio nei quartieri e il triduo in parrocchia. Inoltre, il 19 maggio – giorno della festa – abbiamo avuto la gioia di avere con noi, al mattino, mons. Giuseppe Giudice, che ha imposto il sigillo dello Spirito Santo ad alcuni giovani. Al pomeriggio ha avuto luogo la processione dell’effige della Madonna per alcune strade della città: il suo amore di Madre ha portato conforto e consolazione a tanti ammalati e persone anziane. Francesco Pio De Stefano

FOTONOTIZIA I giovani che hanno confermato la loro fede nella comunità di Sant’Antonio di Padova, ad Orta Loreto, il 6 maggio scorso.

Una nuova sorella a Materdomini

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n gioiello agli occhi del Signore, agli occhi della Chiesa, agli occhi del mondo». Queste le parole di mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera UmbraGualdo Tadino, che hanno introdotto la celebrazione eucaristica del 18 maggio scorso, presso la Cattedrale di San Rufino ad Assisi, in occasione della professione temporanea di cinque nuove suore francescane alcantarine: suor Antonella Chiara, suor Elisa Diletta, suor Laura Amata, suor Valeria Amata, suor Veronica Cristiana. Il giorno precedente, le novizie hanno ricevuto l’abito alcantarino, il cingolo e il crocifisso, nella cappella della fraternità Madonna della Pace, per poi pronunciare con gioia il loro “sì” a Cristo. Grande festa per la nostra comunità diocesana: una nuova suora si è unita alla famiglia delle Suore Francescane Alcantarine di Materdomini, a Nocera Superiore. Benvenuta, cara Elisa Diletta! M. P.

Le nuove suore francescane alcantarine. A sinistra, in seconda fila, suor Elisa Diletta

FOTONOTIZIA Il Vescovo, mons. Giuseppe Giudice, ha presieduto la Celebrazione del sacramento della Cresima a Santa Maria dei Bagni, a Scafati, l’11 maggio scorso. GIUGNO 2019 Insieme

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NEWS DALLE PARROCCHIE Maria Bonfiglio

Maria Immacolata Nocera Inferiore

In memoria di Maria

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el secondo anniversario della scomparsa di Maria Bonfiglio, è stata celebrata una Santa Messa in suffragio, il 17 maggio scorso, presso la parrocchia Maria Immacolata, presieduta da don Rosario Villani. Il parroco ha ricordato la professoressa defunta e il suo impegno nel sociale, con i bambini del Centro Buon Samaritano, nonché la sua collaborazione in numerose realtà culturali del territorio, sottolineando prima di tutto la figura di Maria come amica. Grande la partecipazione di familiari, amici e giovani. Un’alunna della docente, Maria Tullia Di Palma, accompagnata all’organo dalla madre, Piera Frangione, ha animato la Celebrazione eucaristica con voce celestiale. In memoria di una madre e donna stra-

ordinaria, la famiglia Fugaro-Bonfiglio ha sostenuto con una borsa di studio il vincitore della Tenzone dantesca, gara nazionale di memoria della Commedia, promossa dal Liceo “G.B. Vico”, che si è svolta dal 2 al 4 maggio scorso, presso l’Aula consiliare del Comune di Nocera Inferiore. La manifestazione culturale è nata dall’incontro di idee di un gruppo affiatato di docenti legati al professore F. Ruggiero e a sua moglie Tina De Vivo. Tra le sostenitrici della prima ora, anche Maria Bonfiglio. Nel 2008 la prima edizione, nel 2012 il coinvolgimento del Rotaract Nocera Inferiore-Sarno per offrire un premio ai ragazzi studiosi, che Maria definiva juventus electa. Ancora oggi, dopo otto anni, il Rotaract continua a sostenere la Tenzone dantesca. Costantina Fugaro

FOTONOTIZIA

I ragazzi della parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Corbara che hanno ricevuto il sacramento della Cresima insieme al parroco, don Vincenzo Buono, e al Vescovo, mons. Giuseppe Giudice.

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Festa in onore di Sant’Antonio di Padova 13-17 giugno

X anniversario della Benedizione al simulacro di S. Antonio da parte del papa emerito Benedetto XVI

S. Antonio di Padova - Orta Loreto Programma Religioso Dal 31 maggio al 12 giugno Solenne Tredicina al Santo 18.30 Santo Rosario; 19.00 Preghiera al Santo, Santa Messa e catechesi Sabato 1° giugno 19.30 S. Messa presieduta dal novello sacerdote don Aniello Cipriani Domenica 2 giugno – Solennità Ascensione del Signore Gesù Cristo 10.30 Prime Comunioni Domenica 9 giugno Pentecoste 10.30 Prime Comunioni Lunedì 3 – sabato 8 giugno Ore 19.30 S. Messa presieduta padre Paolo Saturno Mercoledì 12 giugno – Apertura della Festa: la Vigilia 19.30 S. Messa presieduta dal parroco di Regina Pacis di Angri, don Antonio Cuomo; 20.30 Celebrazione del Beato Transito di Sant’Antonio animata dal parroco e dal seminarista Giuseppe Villani, Cappella di Avagliana. Incontro a sorella morte con animo sereno “Orientare la propria vita a Dio” Giovedì 13 giugno – Solennità di S. Antonio 8.00 Solenne Celebrazione Eucaristica e benedizione del pane a ricordo della carità di Sant’Antonio; 10.00 S. Messa presso la Cappella di Avagliana; 12.00 Supplica al Santo; 19.30 Solenne Celebrazione Eucaristica in piazza E. De Ruggiero con la partecipazione delle famiglie e consacrazione dei piccoli “Antonini” al Santo Sabato 15 giugno – “Il Santo e i Lavoratori” 8.00 Peregrinatio con la miracolosa immagine di Sant’Antonio, Mercato Ortofrutticolo e zona Industriale; 19.30 Solenne Celebrazione Eucaristica per i fedeli che portano il nome del Santo Domenica 16 giugno – Giorno della processione SS. Messe ore 7.30 – 11.00; 8.00 Peregrinatio con la Miracolosa immagine di Sant’Antonio “Il Santo tra i suoi devoti”; 19.30 S. Messa; 22.00 Ritrovo “Parco Pagano”, via G. Pepe, con inizio processione solenne con gruppi parrocchiali, autorità civili e militari; 22.30, piazza E. De Ruggiero, atto di affidamento della comunità al Santo Patrono da parte del primo cittadino Lunedì 17 giugno – Giorno del ringraziamento 19.30 Santa Messa e canto del Te Deum di ringraziamento Domenica 23 giugno – Solennità del Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo 10.30 Prime Comunioni; 19.30 S. Messa presso la famiglia Gallo Vincenzo a seguire processione del Corpus Domini fino alla chiesa parrocchiale e benedizione Eucaristica

Programma Civile Domenica 9 giugno Ore 20.30 Centro Parrocchiale “Madre del Perpetuo Soccorso”: Spettacolo Teatrale “INPS” – Inganni napoletani per sopravvivere di Eva De Rosa, regia e adattamento a cura di Angela Vitale, eseguito dal gruppo teatrale parrocchiale “I Diversi” Mercoledì 12 giugno 21.30 Spettacolo pirotecnico “O’ ciuccio è fuoco”; a seguire Show Musicale Tommy Riccio; a conclusione della serata spettacolo di fuochi pirotecnici Giovedì 13 giugno Giro della banda musicale città di Angri per le strade della parrocchia Venerdì 14 giugno 21.30, piazza E. De Ruggiero, serata canora; grande orchestra di fiati “Ciro Ruggiero”; concerto Band lirico-sinfonico Valle del Sarno diretto dal Maestro Massimiliano Baretta Sabato 15 giugno 21.30, piazza E. De Ruggiero, Show Musicale Medina Band; a seguire Federico Salvatore in concerto Lunedì 17 giugno 21.30, piazza E. De Ruggiero, concerto di Enzo Avitabile e I Bottari, seguirà spettacolo di fuochi pirotecnici


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Diocesi in festa

Il 4 giugno, festeggiamo l’ottavo anniversario dell’inizio del ministero episcopale di mons. Giuseppe Giudice nella nostra diocesi. Affidiamo il nostro Vescovo a Maria, Madre della Chiesa, perché con la sua tenerezza possa accompagnare sempre il presule nel suo ministero. Auguri!

Auguri di buon compleanno

Mons. Alfonso Desiderio festeggia 86 anni, il 4 giugno; don Eugene Dushimurukundo festeggia 46 anni, il 7 giugno; don Raffaele Corrado compie 44 anni, il 17 giugno; don Vincenzo Ruggiero festeggia 78 anni, il 21 giugno; don Luigi Loreto (diacono permanente) compie 72 anni e festeggia l’onomastico, il 21 giugno; don Gianfranco Marotta spegne 60 candeline, il 23 giugno. La vostra vita sia un canto di lode al Signore. Auguri!

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

don Rosario Villani, il 4 giugno; mons. Domenico Cinque e don Gaetano Ferraioli, il 19 giugno; don Carmine Cialdini, il 21 giugno; don Luigi Lamberti (eremita diocesano), il 24 giugno; don Pietro Califano, il 25 giugno; don Alfonso Santoriello, il 27 giugno; mons. Antonio Calabrese, mons. Mario Ceneri, don Natale Gentile, don Salvatore Agovino, il 28 giugno; don Flaviano Calenda, il 29 giugno; don Piercatello Liccardo, il 30 giugno. Il vostro ministero possa sempre essere un balsamo per le vite dei fedeli che incontrate. Auguri!

Redazione in festa

Don Andrea Annunziata, direttore responsabile di Insieme, e don Silvio Longobardi, direttore editoriale, festeggiano l’anniversario di ordinazione presbiterale, rispettivamente il primo e il 5 giugno. Auguri dalla redazione del mensile diocesano!

Buon compleanno ai referenti

Raffaele Massa (S. Giovanni Battista, Striano) compie 22 anni, il 7 giugno; Antonio Marra (S. M. delle Grazie, Angri) festeggia 34 anni, il 18 giugno; Aniello Lettieri (S. Antonio di Padova, Poggiomarino) spegne 47 candeline, il 22 giugno. Siate sempre sentinelle attente sul territorio diocesano. Auguri!

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Auguri speciali Pierangela Cascone, socia della Cooperativa Priscus, compie 32 anni, il 5 giugno. Auguri della redazione di Insieme!

Francesco Casillo e Daniela Pepe hanno pronunciato il loro “sì” davanti a Cristo, lo scorso 7 maggio. Con l’augurio di ogni bene per la nuova famiglia, affinché possa sempre essere piccola Chiesa domestica. Buon anniversario di matrimonio a Ciro e Anna, che il 7 giugno festeggiano undici anni di vita insieme come marito e moglie. Possa il Signore custodire sempre la loro famiglia. Auguri!

Auguri di buon onomastico ad Antonio, che sia un giorno felice, con lo stesso amore e la stessa dedizione che ha lui per la sua famiglia. Mamma Carolina

Auguri di buon compleanno a Francesco Somma, che festeggia il compleanno il 16 giugno e la settimana seguente, il 22 giugno corona il suo sogno d’amore con Rosa. Auguriamo una vita piena di amore e di gioia. Papà Luigi e mamma Genoveffa

Il nostro cordoglio

La redazione si stringe alla famiglia Lamberti per la perdita della cara mamma Anna Maria Buoniconti, tornata alla Casa del Padre il 18 aprile scorso. Il Signore accolga la sua anima, affinché possa godere della luce eterna.


Speciale auguri In occasione della missione cittadina ad Angri del 2013/2014, la parrocchia Santa Maria del Carmine ha conosciuto i seminaristi del Seminario Giovanni Paolo II di Pontecagnano. Il prossimo 28 giugno, saranno ordinati presbiteri i seminaristi della Diocesi di Salerno: Alfonso Basile, Emmanuel Castaldi, Agostino D’Elia, Umberto D’Incecco, Carmine De Angelis, Ferdinando De Angelis, Roberto De Angelis, Bartolomeo De Filippis, Antonio Del Me-

se, Emanuele Ferraro, Giovanni Galluzzo, Emmanuel Intartaglia, Giuseppe Roca, Raffaele Mazzocca. Dona loro, o Gesù, col potere di trasformare il pane e il vino, quello di trasformare anche i cuori. E quando vengono per loro i momenti della tristezza e dell’abbandono, manda i tuoi angeli a confortarli. Benedici il loro apostolato e rendilo fecondo di abbondanti frutti. Lucia Amoruso e la parrocchia Santa Maria del Carmine, Angri

Se hai da fare degli auguri speciali, contatta la segreteria di redazione: 081 517 04 66 - segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

I segni che hanno accompagnato la liturgia penitenziale

“Siate come i bambini”

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ssere catechista è guardare Gesù attraverso gli occhi di un bambino. Scoprire, attraverso l’innocenza e la dolcezza, le radici profonde della fede. Del resto Gesù stesso ha detto che avere lo sguardo semplice di un bambino e il suo cuore puro è il lasciapassare per il Regno. È emozionante incontrare Gesù in questa fase della vita, stesso sentimento che hanno provato gli educatori del Secondo Anno di catechismo in preparazione alla Prima Comunione che, lo scorso 11 maggio, hanno accompagnato 106 bambini alla Prima Confessione, dopo un lungo periodo di preparazione. Un percorso in cui abbiamo meditato insieme l’Atto di dolore e come questo semplice riconoscimento delle proprie mancanze pone se stessi in relazione con Gesù nel Sacramento della Riconciliazione. Le emozioni dei bambini. «All’inizio avevo paura e mi batteva forte il cuore. Mentre ero in fila ero spaventato. Poi, dopo essermi confessato, ero felice, mi sentivo pulito» racconta Mario Pio. Gerardo aggiunge: «Sono stato agitato tutta la settimana per le cose che dovevo raccontare al sacerdote, ma poi è stato come se Gesù avesse aperto il mio cuore e tutto è stato più semplice». «Sono triste perché con il mio comportamento ho fatto piangere Ge-

sù. Ma sono anche felice perché adesso sono stato perdonato” dice Domenico. Come loro altri 103 bambini hanno sentito la presenza di Gesù nel loro cuore, hanno compreso che incontro a Gesù si va leggeri, non con gli affanni quotidiani, e che c’è sempre un Amico speciale che li ama. Hanno sentito il suo immenso amore nell’accoglienza di don Antonio che, come un tenero padre, li ha abbracciati e ha donato loro il perdono di Dio. “Mi sento troppo emozionata, Gesù mi ha ascoltata...”: il racconto di Noemi si interrompe, il suo cuore e i suoi occhi non riescono a contenere la gioia che ha provato.

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE SS. ANNUNZIATA - ANGRI

Lo scorso 11 maggio 106 bambini della parrocchia Santa Maria del Carmine e della Santissima Annunziata di Angri hanno vissuto l’esperienza della Prima Confessione

La partecipazione alla Messa domenicale. Da questa splendida giornata, ahimè, è emersa la poca presenza alla Messa domenicale. Don Antonio ha caldamente invitato i genitori a partecipare alla Messa della domenica insieme ai figli. Bisogna fare attenzione a non diventare accompagnatori passivi, perché in questa fase della vita è necessario l’esempio affinché i propri figli non scelgano mai “di cadere dal palmo della mano di Gesù”. Troppe volte, ha ricordato il sacerdote, si trascura la volontà di Dio per dare spazio non solo ad attività extra-curriculari ma anche domenicali. È questa oggi la grande sfida educativa. Antonella Malafronte

Molto spesso i grandi non riescono più a sentire Gesù che passa nella propria vita. Condividere con ognuno di questi piccoli la loro esperienza è come riscoprire la fede attraverso i loro occhi. Camminare verso il sacerdote è come andare verso il Buon Pastore perché è lui che chiama chi si era perduto, la pecorella smarrita, il segno che i bimbi stringono tra le mani, mentre con il cuore colmo di gioia fanno ritorno nelle loro case, in famiglia, tra i genitori a cui racconteranno della prima volta a tu per tu con Gesù. Grati anche ai catechisti che li hanno stretti tra le braccia e hanno asciugato le calde lacrime dal loro viso. GIUGNO 2019 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI

Secondo appuntamento con i “Telegrammi alla coscienza” di don Giuseppe Pironti a cui è affidata la parrocchia San Sisto II di Pagani

RIDATECI L’EDUCAZIONE

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omune coscienza, rivendichiamo oggi ciò che ci appartiene e che, duole dirlo, ci avete rubato: l’educazione! In fondo sappiamo che la colpa è di quella fiducia che vi è stata data anche quando non c’era rettitudine in voi. Notiamo che la difesa portata in favor vostro non regge. Da troppo tempo avete dimenticato i sani valori a copertura dei vostri errori. Non ne possiamo più, ci siamo stancati! Di fronte all’accusa di una eccessiva libertà concessa, avete affermato che la vera educazione non può che essere libera perché, sotto costrizione, nessuno cresce veramente. Giusto. Nessuno, però, ha negato la necessità di una giusta libertà, l’accusa è per l’eccesso. Perciò, vogliamo che rendiate conto a tutti dell’abuso di una libertà che avete usato e sperperato, regalato senza badare alle conseguenze e senza esser certa che venisse custodita. Diciamocela tutta: ve ne siete lavate le mani; è stato facile educare lasciando ognuno al proprio destino, ed è stato facile negare senza misura quella stessa libertà con la scusa di un’e-

ducazione volta al bene. Doppio reato per voi: abuso di potere e frode ai danni dell’uomo. E il declassamento che ha annullato i ruoli educativi portando tutti sullo stesso piano? Nemmeno vi siete resi conto della ridicolaggine della vostra difesa quando avete affermato che era un modo per andare incontro agli educandi i quali, altrimenti, non avrebbero accolto quanto gli veniva offerto. Assurdo come dire che un dottore dovrebbe anch’egli ammalarsi per capire il paziente o una guida dovrebbe cavarsi gli occhi per essere più vicina al cieco che accompagna. Avrei ancora tanto da dirvi ma i telegrammi costano ed io ho il dovere di fermarmi di fronte al limite delle mie possibilità. Me lo impone la mia coscienza. Fate ammenda. Il tribunale dei diritti umani stabilisce il reintegro della rettitudine ora esiliata nel relativismo e vi impone la sottomissione alla verità di cui siete serva e non padrona. Distinti saluti. don Giuseppe Pironti

L’amore è un’altra cosa

La parrocchia San Sisto II di Pagani ha realizzato una panchina rossa contro la violenza sulle donne. La comunità, da sempre attenta al sociale e al tema della legalità, si impegna nella promozione del bene comune. Questo segno, oltre a denunciare il dilagante fenomeno della violenza sulle donne, è anche un gesto di civiltà, per abbellire il Paese e la parrocchia. G. P.

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PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Foto Nicola Iervolino

I fedeli che hanno ricevuto il sacramento della Confermazione

La grazia dei sacramenti

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iamo appena ritornati dal tradizionale pellegrinaggio a piedi a Pompei e ci è subito venuta voglia di camminare ancora più spediti verso il 13 giugno, giorno in cui il nostro Santo, restaurato nel suo splendore e di ritorno dalla tredicina, sarà peregrino per le strade della città. Vi invitiamo a indossare il vestito migliore, quello della festa, a scendere nei cortili, in strada e nelle piazze, a stendere sui balconi le coperte più belle. Poggiomarino è figlia del Santo che la difese dalla lava e dal terremoto di inizio ‘900. Riscopriamo la fede nel Santo dei miracoli che accoglie, cura, ama. Lo stesso amore per la storia che siamo chiamati a riscoprire tocca anche le Suore della Carità che il 23 maggio, festa di santa Giovanna Antida Thouret, hanno celebrato Messa nell’ex asilo

Regina Margherita di Savoia che hanno gestito dal 1909 al 1996. A pagina 36, c’è una bella intervista alla tre religiose. Giugno è il mese delle prime comunioni, iniziate a maggio nella speranza che ce ne siano tante altre. I genitori sanno che a settembre i propri figli ritorneranno tra i banchi, ci auguriamo la stessa attenzione per una costante presenza in parrocchia. Un bagno di Spirito Santo ha riempito la chiesa di Sant’Antonio lo scorso 16 maggio. Il Vescovo ha impartito il sacramento della Confermazione a ben 95 persone. Un vero e proprio record per una singola parrocchia e grande festa per molti non più giovanissimi: è l’occasione per riprendere con gioia e fervore il cammino interrotto. Auguri e venite alla nostra festa!

I bambini che hanno ricevuto la Prima Eucaristia il 19 maggio

I piccoli che hanno incontrato per la prima volta Gesù il 12 maggio

A Poggiomarino tanti bambini hanno ricevuto la Prima Eucarestia e 95 persone hanno confermato la propria fede Il programma della festa In collaborazione con il neonato Comitato festa di Sant’Antonio, il 13 giugno ci sarà la processione della statua di sant’Antonio con santa Messa serale in piazza De Marinis e rientro in chiesa con “l’incendio del campanile”. Il 14 giugno, spettacolo di Simone Schettino, il comico di Made in Sud, in piazza Mazzini. Eventi che potranno essere seguiti sulla pagina fb della parrocchia.

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Foto Geremia Robustelli

A CURA DELLe #PARROCCHIeCENTROSARNO San Francesco d’Assisi - Santuario Maria SS. delle Tre Corone Insigne Collegiata San Matteo Apostolo ed Evangelista In redazione Donatella Ferrara

La notte dell’Angelo L’8 maggio Sarno ha festeggiato il suo patrono san Michele Arcangelo

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nche quest’anno, l’8 maggio, solennità di san Michele Arcangelo, patrono di Sarno e compatrono della diocesi Nocera Inferiore - Sarno, si è tenuta la consueta Notte dell’Angelo presso la parrocchia di San Francesco. L’immagine di san Michele è stata portata in processione dal Santuario di Maria SS. delle Tre Corone fino alla parrocchia di San Francesco. La notte dell’Angelo è stata caratterizzata da musica e canti, eseguiti dalla corale Schola Cantorum delle Parrocchie Centro Sarno. Il concerto è stato dedicato all’amico e maestro Ciro Ruggiero, che da qualche settimana è rinato alla vita celeste, e ha visto la collaborazione dei maestri Andrea Donadio all’orga-

no, Raffaele Ficuciello al flauto e Gaetano Cesarano alla tromba. Un momento davvero bello ed emozionate. Alla fine del concerto si è svolta una intensa Adorazione Eucaristica, guidata dal nostro parroco don Roberto. Al termine di questo bel momento, la sacra immagine di san Michele è stata riportata di nuovo presso il Santuario delle Tre Corone. Soddisfazione da parte del parroco e dell’intera comunità sarnese. Come di consueto la solenne processione di san Michele Arcangelo si è tenuta l’8 maggio con la partecipazione del popolo sarnese. San Michele Arcangelo difendici nella battaglia: sii Tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Donatella Ferrara

Il mistero della vita Lo scorso 5 maggio, presso il centro interparrocchiale San Francesco d’Assisi in Sarno, la docente di bioetica Anna Borrelli ha parlato di vita nascente

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omenica 5 maggio, presso il centro pastorale interparrocchiale San Francesco d’Assisi in Sarno, ha avuto luogo l’incontro “La vita umana prima meraviglia” promosso dalla famiglia francescana di Sarno e tenuto dalla professoressa Anna Borrelli, docente di bioetica presso l’Istituto Teologico salernitano. Un importante momento formativo e di scambio che ha visto partecipare giovani, giovanissimi, famiglie e coppie in attesa, pronti ad approfondire le loro conoscenze e a mettere in discussione i luoghi comuni e i punti oscuri sul tema dell’inizio vita. La prof. Borrelli ci ha illustrato come, contra-

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riamente a quanto è spesso affermato, fin dalle prime settimane dal concepimento si possa già parlare di vita vera e propria, mostrando come il bambino nel grembo materno compia, anche se non ancora visibili, gli stessi gesti di un neonato: piange, ride, impara, sogna. La vita dunque è un dono da difendere e tutelare fin dagli inizi, ma per far questo è importante conoscere anche quello che la legge italiana e la scienza medica dicono a proposito dell’aborto, promuovendo una sensibilizzazione attiva su questa tematica e un supporto concreto verso tutte le madri in difficoltà. Ersilia Fiore


Don Roberto Farruggio insieme ai membri della Schola Cantorum delle Parrocchie Centro Sarno che ha animato la Settimana Santa

È risorto, alleluia!

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anti fedeli hanno partecipato anche quest’anno alle celebrazioni pasquali. Un intenso triduo pasquale è stato vissuto in preparazione alla Santa Pasqua. Il Giovedì Santo la santa Messa è stata celebrata nel Santuario di Maria SS. delle Tre Corone, con il gesto della lavanda dei piedi. Dopo la Celebrazione, ha avuto inizio la visita agli altari della reposizione nelle varie parrocchie della Forania di Sarno. Il Venerdì Santo, come da tradizione sarnese, alle 5.30 del mattino è iniziata la processione dei paputi. Nel pomeriggio, invece, nella parrocchia di San Matteo, si è celebrata l’adorazione della Santa Croce. Ha chiuso la giornata la processione di Gesù

morto, da Sant’Alfonso a San Teodoro, che ha percorso le principali strade di Sarno. La mattina del Sabato Santo, presso il Santuario di Maria SS. delle Tre Corone sono state celebrate le Lodi mattutine; a sera invece nella parrocchia di San Francesco si è svolta la Veglia Pasquale, madre di tutte le veglie. Nel giorno della Resurrezione di Gesù, ogni comunità delle Parrocchie Centro Sarno ha celebrato la Santa Pasqua con una solenne Celebrazione eucaristica. Per tutta la mattinata, ogni 30 minuti le campane di San Matteo hanno suonato a festa, per ricordare a tutti che il Signore è veramente risorto! Salvatore Corrado

Processione dei Paputi: le quattro Croci delle Parrocchie Centro Sarno

La Pasqua 2019 nelle Parrocchie Centro Sarno

La lavanda dei piedi

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

I giovani che hanno ricevuto il sacramento della Confermazione

Lo scorso 17 maggio, 44 giovani della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Casatori hanno ricevuto il sigillo della fede dal vescovo Giuseppe Giudice

“Opere d’arte plasmate dallo Spirito”

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al latino “confirmo”, che significa “rafforzare”, la Confermazione è il sacramento di iniziazione cristiana che consente a quanti desiderano riceverla di gridare a gran voce il proprio “Sì” a Cristo e alla Chiesa. Mettendosi alla sequela di Cristo, essi ricevono il sigillo della fede. Lo scorso 17 maggio, la comunità Santa Maria delle Grazie di Casatori ha avuto la gioia di accogliere il vescovo, Sua Eccellenza mons. Giuseppe Giudice, che ha celebrato l’Eucaristia ed ha amministrato il sacramento della Cresima a quarantaquattro ragazzi.

La formazione. Dopo un percorso di formazione guidato dal parroco, don Gaetano Ferraioli, in cui i cresimandi sono stati spronati alla riflessione e al confronto sui doni della vita e della fede, sul significato – insieme agli altri sacramenti – della Confermazione e sull’essenziale valore della Chiesa, realtà istituita da Gesù, fatta di uomini poveri per natura ma ricchi di grazia e, dunque, chiamati ad annunciare le meraviglie di Cristo, si sono accostati consapevolmente e coscientemente a questo sacramento. Duemila anni fa, durante il giorno della Pentecoste, la terza persona della Trinità discese sotto forma di fiammelle sui capi degli apostoli per dare loro la capacità di testimoniare Gesù, la Sua morte e resurrezione nelle diverse lingue. Ancora oggi, lo Spirito Santo – donatoci per la prima volta nel giorno del Battesimo – discende sui cresimandi e elargisce loro i Sette Doni che, modificando alcuni aspetti della loro sostanza, li rendono più saggi, pronti alla testimonianza e consapevoli della grande responsabilità che deriva dall’essere evangelizzatori di Cristo, non solo con la parola, ma soprattutto con l’esem-

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pio e la vita. È compito dello Spirito, infatti, trasformare e plasmare le nostre vite, fare di semplici e povere creature dei credenti e fervidi testimoni, uomini e donne annunciatori del Risorto. Le parole del Vescovo. Importantissimo il messaggio lanciato dal vescovo Giuseppe, in modo particolare per i cresimandi, ma indirizzato a tutti coloro che hanno partecipato alla Celebrazione eucaristica: «Ognuno di noi è un’opera d’arte. Come i blocchi di marmo si lasciano scolpire dall’artista per poi diventare un capolavoro, anche noi dobbiamo predisporre il nostro animo affinché, grazie all’intercessione dello Spirito Santo, questo risultato artistico venga fuori». Sabrina Perrino


pagina A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

Alcuni momenti della convivenza

Compie i primi passi la comunità Neocatecumenale che si è formata nella parrocchia Santa Maria del Carmine di Pagani

Riscoprire il proprio Battesimo

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a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12, 7), scrive san Paolo nella Prima lettera ai Corinzi e continua affermando che “Come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo” (1 Cor 12, 12). Con queste parole l’Apostolo delle genti vuole ricordarci che la Chiesa è ricca di carismi e di doni che lo Spirito Santo elargisce agli uomini, secondo la sua grazia e la sua bontà. Il messaggio cristiano della salvezza, offerta da Gesù con la sua morte e Resurrezione, può giungere al cuore degli uomini con modalità e forme differenti, che concorrono tutte al bene. Un esempio è quello offerto dal Cammino Neocatecumenale, che è un percorso di iniziazione cristiana, incentrato sulla riscoperta del proprio Battesimo e strutturato in diverse tappe, che portano alla formazione della comunità. I pilastri fondamentali su cui si fonda il cammino sono la Liturgia della Parola, l’Eucaristia e la convivenza. Da pochi mesi, questo piccolo seme è stato seminato anche nella nostra parrocchia. Infatti, dopo un ciclo di catechesi iniziali, curate da un gruppo di catechisti di Nocera, sotto la guida del parroco, si è svolta la prima convivenza, che ha dato origine alla nuova co-

munità di cui sono stati eletti responsabili i coniugi Marco e Maria. Entrambi ci hanno raccontato la loro esperienza ventennale nel cammino neocatecumenale e di come questo annuncio abbia portato, nella loro vita, frutti di pace, conversione e amore e sia stato sostegno nei momenti di difficoltà che si sono abbattuti sulla vita familiare. La loro esperienza positiva li ha portati a testimoniare come il Signore agisce nella vita degli uomini quando ci si abbandona alla Sua volontà. Parola ed Eucarestia. Dopo la convivenza iniziale, il cammino della comunità prosegue con la Liturgia della Parola, il mercoledì sera, e la partecipazione all’Eucaristia, il sabato sera. Questi due momenti sono curati, a turno, da piccoli gruppi di cinque o sei persone che si incontrano qualche giorno prima dell’incontro comunitario per la scelta del tema e delle letture che, poi, verranno presentati a tutta la comunità. Il cammino della comunità neocatecumenale, formatasi nella nostra parrocchia, è nella fase iniziale; ci sono ancora tante tappe da compiere, per questo affidiamo al Signore questo seme appena germogliato affinché possa portare frutto a suo tempo. Anna Petrosino GIUGNO 2019 Insieme

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Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

Un momento della Celebrazione eucaristica

CRISTO RISORGE SEMPRE

La Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza ha celebrato, lo scorso 25 aprile, la Giornata del Malato presso il Santuario di San Gerardo Maiella

La processione del Santissimo Sacramento

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l 25 aprile scorso la nostra associazione ha vissuto la Giornata del Malato presso il Santuario di San Gerardo Maiella: solo pochi giorni prima abbiamo intonato il canto dell’Alleluia perché “Gesù, il crocifisso è risorto, come aveva detto” (Mt 28, 5-6). L’amore di Dio che consegna il Suo unico Figlio e la potenza del chicco di grano che “caduto in terra muore e produce molto frutto” (cfr. Gv 12, 24) ravviva la speranza nella vita eterna. Può realmente morire Colui che è l’autore della vita? Questa “grandiosa morte che non è fine, ma è principio del sublime e del divino” (san Giuseppe Moscati) ripropone al nostro cuore l’interrogativo del salmista: “che cos’è mai l’uomo perché di lui ti ricordi?”. Ecco che “un corpo ferito, trafitto e sanguinante ci fa vedere che non si vive perché si respira, ma perché si ama” (Chiara Corbella Petrillo). Il nostro Redentore vive dell’immenso amore per noi!

Quest’anno trascorrere la giornata del malato presso il Santuario di San Gerardo Maiella ci ha fatto sperimentare ancora di più la bellezza del Santissimo Redentore da cui prende il nome la congregazione. Rievocando le parole di san Gerardo: “Gesù è morto per noi e io voglio morire per Lui”, noi della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, insieme ad altre associazioni, abbiamo provato a far “morire” noi stessi, a metterci un po’ da parte, cingendoci i fianchi, per passare a servire i nostri fratelli ammalati, tanto amati dal nostro caro Santo che non mancava di visitarli quotidianamente perché templi viventi del Cristo sofferente. La Celebrazione. La santa Messa è stata celebrata all’aperto dal Vescovo mons. Giuseppe Giudice e lo sguardo è stato sempre fisso sul Redentore che, con le braccia spalancate, ci ha rassicurato: “perché siete turbati e perché sorgono dubbi nel vostro cuo-

re? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardatemi” (Lc 24, 39-40). Quant’è bello toccare le tue piaghe Signore, scoprire la dolcezza del tuo giogo e la leggerezza del tuo carico, capire che è solo grazie ad esse che noi siamo stati guariti! Quelle piaghe ripiene di dolore erano proprio lì accanto a noi, in carne e ossa, nelle sofferenze dei nostri fratelli ammalati, “benché Gesù non abbia più bisogno di prendere la sua croce e di camminare verso il calvario e di intraprendere la sua via crucis, egli continua a soffrire, a vivere e rivivere la sua passione” (madre Teresa di Calcutta). Durante il momento di Adorazione Eucaristica, con i cuori protesi verso il “carcerato d’amore”, abbiamo capito che la Pasqua fa “ardere il cuore nel petto” e riempie di gioia perché vuol dire, come mi ha fatto notare un mio caro amico, che “Cristo risorge sempre”! Lucia Squitieri


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Il governo generale di madre Letizia Manganelli Le decisioni prese dal consiglio generale de 5 maggio e del 7 giugno 1958

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l ventiquattresimo consiglio del governo generale di madre Letizia Manganelli si tiene nella Casa Madre di Napoli il giorno 5 maggio 1958. Si discute e si delibera sugli argomenti che seguono. Poiché le Costituzioni dell’Istituto impongono corsi di esercizi spirituali annuali a tutte le suore, si stabilisce che se ne tengano tre nel periodo delle vacanze scolastiche estive. Due a Napoli presso Casa Madre – il convento di sant’Antonio ai Monti – e uno a Pagani presso l’Istituto Carminello. Le suore vi parteciperanno a turno. I corsi di Napoli saranno predicati dal francescano p. Benedetto M. D’Alessio, superiore del convento di Airola (BN), quello del Carminello dal minore p. Marino Camera, guardiano dei francescani di Vico Equense (NA). Si stabilisce anche che, vista la perizia approvata e sovvenzionata con sei milioni di lire dal Genio Civile, si realizzino i lavori di Casa Madre che sono: il riattamento del terrazzo prospiciente il refettorio delle suore e degli ambienti sottostanti al convento occupati da inquilini; la pitturazione della facciata che dà su via S. Antonio ai Monti; l’ampliamento dei servizi igienici utilizzati dagli alunni della scuola elementare e materna. Si incarica la Superiora di Bonefro, madre Cherubina Zuccherini, di disdire il fitto di quei locali tenuti dalla signora Anna Pece, poiché per il prossimo anno scolastico si prevede l’inizio delle attività dell’asilo ivi in costruzione, stando alle informazioni del rev. P. Tito, segretario M. C. P. Si stabilisce anche

di costruire, su preventivo dell’appaltatore Gentile, un terzo piano sullo stabile della scuola media, per poter far fronte alle nuove esigenze scolastiche, inclusa la richiesta da parte del Comune di quattro nuove aule per gli alunni della terza media che andrà in vigore nel successivo mese di ottobre. Infine si accetta il preventivo dell’appaltatore Amedeo Apostolico per la sopraelevazione di un piano ultimato per la somma di undici milioni di lire e di un altro rustico per la somma di tre milioni a Quisisana di Castellammare di Stabia. Il venticinquesimo Consiglio Generale si tiene ancora a Napoli il giorno 7 giugno 1958. In esso si delibera sui diversi punti. Vediamo i primi due. Innanzitutto si decide di cambiare, durante gli esercizi spirituali del prossimo agosto, la superiora dell’orfanotrofio maschile di Barile, madre Elisa Tonelli che durante la visita della superiora generale e dalla sua vicaria, dal 7 al 9 maggio, ha manifestato un atteggiamento tutt’altro che religioso, che si ripete in molte altre occasioni. Si stabilisce anche, per la casa di S. Martino Valle Caudina (AV), di affidare all’appaltatore locale, Lorenzo De Lucia, la trasformazione di due bassi utilizzati come legnaie in laboratorio di cucito per il costo di lire duecentomila ritagliati da un sussidio di lire cinquecentomila ottenuto dal Ministero dell’Interno.

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L'ULTIMA di Giuseppe De Caro, giornalista RAI

La legalità e l’alfabeto del noi

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erché si sceglie di aderire all’associazione antimafia Libera? È una domanda semplice e spontanea, ma la risposta non è altrettanto facile perché va cercata dentro se stessi. Personalmente, ormai quasi cinque anni fa, lavoravo in Valle d’Aosta, mi sono detto: "se un giorno riuscirò a rientrare in Campania dovrò rendermi utile, nel mio piccolo, alla mia terra". Così bella. Così martoriata da criminalità organizzata e corruzione. Ho sentito quello che don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, definisce “il morso del più” o il “graffio alla coscienza”. E così, nel novembre 2015, con un gruppo di amici, abbiamo dato vita al presidio “Libera” di Castel San Giorgio, la mia città, intitolato alla memoria di Marcello Torre, sindaco di Pagani ucciso dalla camorra nel 1980. Al nostro fianco il coordinamento provinciale di Libera a Salerno e la famiglia Torre. È complicato, in poche righe, riassumere quanto abbiamo fatto e non è nostro costume sbandierarlo. Mi soffermerò su ciò a cui noi tutti teniamo di più: il lavoro portato avanti nelle scuole, dalle elementari alle superiori, per avvicinare gli studenti alla cultura e alla bellezza, strumenti fondamentali per sconfiggere le mafie che non si combattono solo con la pur fondamentale repressione affidata a magistratura e forze dell’ordine. L’as-

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sunto di base è uno: dobbiamo smetterla di considerare i bambini e i ragazzi il nostro futuro. Loro sono il nostro presente e, da adulti, abbiamo il dovere di contribuire a formare cittadini consapevoli. Oggi e non domani. Come Libera tentiamo di farlo proponendo percorsi, adattati ovviamente all’età degli allievi, ed incentrati su quelli che sono i temi d’impegno dell’associazione: dalla memoria delle vittime innocenti delle mafie al riutilizzo sociale dei beni confiscati ai clan. Negli incontri con i più piccoli cerchiamo di stimolarli sulla ricerca di parole positive o negative abbinate ad ogni singola lettera e, ancora, ai più grandi, avvalendoci di letture, film, giochi, testimonianze, raccontiamo le storie di chi, innocente, ha perso la vita per mano criminale. Non mancano le visite volte a far conoscere ai giovani esperienze nate su beni, appartamenti, ville, terreni, aziende, dove la camorra ha perso. Nostro compito è accompagnarli sulla strada della responsabilità e della legalità. La legalità, parola abusata che rischia di diventare un idolo, e, invece, va vista come uno strumento per arrivare ad un fine ultimo: la giustizia. Un fine che si raggiunge solo insieme, facendo rete, e leggendo l’alfabeto del noi che deve prevalere sul monologo dell’io.


Parrocchia San Bartolomeo Apostolo Associazione Corbara in flora

Infiorata del Corpus Domini III edizione

22 - 23 giugno 2019

Domenica 26 maggio S. Messa delle 11:00

benedizione del bozzetto

della terza edizione dell’Infiorata

Venerdì 21 giugno Fasi preparatorie “spetalamento” dei fiori nei rioni di Corbara

a sera preparazione del bozzetto in parrocchia.

Sabato 22 giugno dalle ore 8:00 si infiora in parrocchia ore 19,00 S. Messa inaugurazione

del tappeto floreale, veglia e Adorazione Eucaristica

per tutta la notte.

Domenica 23 giugno ore 9:00 Lodi mattutine e S. Messa. Ore 17:00 Processione Eucaristica, passaggio del SS. Sacramento e S. Messa.


Al fianco di designer, agenzie di comunicazione ed aziende da oltre 25 anni per la stampa offset e digitale di prodotti commerciali, packaging, shopping bag, grande formato.

graficametelliana.com

commerciale@graficametelliana.com tel. 089 349 392


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