Insieme - Maggio 2018 by Diocesi Nocera Inferiore-Sarno

ADILETTA EMILIA - ALBANO FILOMENA - ALBANO NUNZIATA - AMATRUDA ALDO ANNUNZIATA MAGGIO 2018

N. 5 ANNO XIII ANTONIO - ANNUNZIATA ANNA MARIA - ANNUNZIATA NUNZIATINA - AUFIERO EDUARDO € 1,20

BARALE CATERINA - BARBUTO AUPORA - BARBUTO ENZO - BARBUTO MARCELLO - BATTIPAGLIA

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

ENRICO - BELLO MICHELE - BUONAIUTO VIRGILIA - CAIAZZA COLOMBA - CAIAZZA MARIAROSARIA CAMMARANO ANTONIETTA - CARILLO CIRO - CARILLO GIUSEPPINA - CATALANO RAFFAELE CIOFFI RAFFAELLA - CONTINO GIUSEPPE - COPPOLA ANTONIO - CORRADO LUCIA - CORRADO ROSA - COSTABILE ANGELO - COSTABILE ANTONIO - COSTABILE ARTURO - COSTABILE MICHELE COSTABILE PASQUALINO - COSTABILE TOMMASO - CRISCUOLO FRANCESCA - CRISCUOLO FRANCO - CRISCUOLO GIOVANNI - CRISCUOLO STEFANIA - CRISTIANI MARIA - CUOCO RAFFAELE - D’ANGELO GIUSEPPINA -DE FILIPPO ALFREDO - DE FILIPPO CARMELA - DE VIVO ELIO - DE VIVO GILDA - DI MARO VINCENZO - DOLGETTA ANNA MARIA - DONNARUMMA MAURIZIO - ESPOSITO CARMINE - ESPOSITO FRANCESCO - FIORENTINO CELESTE - FUSCO EMILIA - FUSCO EMILIO - FUSCO MICHELE - FUSCO NATALE - FUSCO NATALE - GALLUZZO AGOSTINO - GALLUZZO CARMELA - GALLUZZO ROSARIO - GAUDIELLO ANGELO - GAUDIELLO AURELIO - GAUDIELLO CARMELA - GIORDANO FERDINANDO - GIORDANO ANTONIA GIUDICE GIUSEPPE - MALINCONICO ANNA - MANCINO FILOMENA - MANCUSO ALFONSO MANCUSO NUNZIA - MANZO AMATO - MANZO FILOMENA - MARINO MAURIZIO - MARMO ROSA MARIA - MATTIUCCI MARCO - MIGLIARO ROCCO - MILONE ADOLFO - MILONE MARIA LUISA - MILONE ANTONIO - MILONE AURELIO - MILONE GAETANO - MILONE GAETANO MILONE GIOVANNA - MOLISSE SPERANZA - MONTEDORO MARIA GAETA - NAPOLITANO ROSA - NUNZIATA ROSA - ODIERNA AGOSTINO - ODIERNA ALFREDO - ODIERNA ARMANDO ODIERNA EMANUELA - ODIERNA RAFFAELA - ODIERNA STELLA - ORZA CAROLINA - PACIULO AMELIA - PAPPACENA MARIA DOMENICA - PASCALE GIUSEPPINA - PELLEGRINO ALFONSO PELUSO ANTONIO - PELUSO GIOVANNA - PELUSO GIUSEPPE - PELUSO MARIA - PICARDI LORENZO - PINTO GIUSEPPE - POPPA CARBONE ANTONELLA - RAINONE LUCIA - ROBUSTELLI DORA - ROBUSTELLI FILOMENA - ROBUSTELLI GAETANO - ROSSI GIOVANNI - RUSSO

PER NON DIMENTICARE

MARIANO - RUSSO SAVERIO ANTONIO - SANTELLA MICHELINA - SATURNO LUIGI - SAVINO ASSUNTA - SAVINO FELICE - SAVINO LUIGI - SCOFFETTA ITALO - SERAFINO ROBERTO - SIANO FRANCESCA - SIRICA GIUSEPPE PIETRO - SIRICA CAROLINA - SORIENTE ANTONIO LA NOTTE BUIA DI- SIRICA SARNO SORIENTE ELVIRA SQUILLANTE- ANTONIO 1998 - 5- MAGGIO 2018 - SQUILLANTE GIUSEPPE - SQUILLANTE LUCA SQUILLANTE MARIANNO - SQUITIERI GIUSEPPINA - SQUITIERI DORA - TALIA ROSA NUNZIATA TERRACCIANO GIUSEPPE - TROTTA GIOVANNA - VANGONE CAROLINA - VECCHIONE GIUSEPPE VIOLANTE ARISTIDE - VITOLO MICHELE - VITOLO CARMINE - ZUCCARETTI VINCENZO

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

PER NON DIMENTICARE

In copertina i nomi delle 137 vittime della frana di Sarno

Il primo piano del numero di Insieme di maggio è dedicato alla notte nera di Sarno. Il pomeriggio del 5 maggio del 1998, in un’impressionante progressione di frane e smottamenti, lungo l’intera dorsale che va da Episcopio a Lavorate, la montagna venne giù, travolgendo e seppellendo sotto un mare di fango uomini, case e strade. 137 le vittime. Sono passati 20 anni ma nessuno ha dimenticato. Abbiamo raccolto la testimonianza di chi ha perso tutto e di chi è vivo per miracolo. Abbiamo fatto il punto sulla ricostruzione infinita e ascoltato il ricordo di mons. Illiano, vescovo emerito della nostra Diocesi. L’apertura di Vita nell’Agro è dedicata al giovane Raffele Rossi che ha perso la vita la notte del 14 aprile, in un tragico incidente stradale. Nella rubrica Qui Regione, il punto sulla macchina organizzativa per l’adeguamento delle strutture che ospiteranno in Campania le competizioni sportive. Nelle pagine culturali, tanti spunti per leggere, andare al cinema e scoprire il nostro territorio. In Vita ecclesiale la Visita Pastorale del vescovo Giuseppe alle comunità Santa Maria delle Grazie e Sant’Alfonso di Sarno e la scheda per conoscere la prossima parrocchia visitata a maggio: Santa Maria della Foce. L’ultima è firmata da don Armando Matteo, docente dell’Università Urbaniana che presenta un’interessante riflessione sulla posta in gioco del Sinodo dei giovani. Arriva da Poggiomarino un regalo per tutti i lettori: dei semi di girasole da far fiorire nei giardini e sui balconi. Gli abbonati, inoltre, riceveranno in dono la pubblicazione “Le meraviglie del museo diocesano”.

in punta di matita... di Venoki e Martina Nacchio

BARALE CATERINA - BARBUTO AUPORA - BARBUTO ENZO - BARBUTO MARCELLO - BATTIPAGLIA

Foto pixabay.com/Bastian Ungnade

MAGGIO 2018

N. 5 ANNO XIII ANTONIO - ANNUNZIATA ANNA MARIA - ANNUNZIATA NUNZIATINA - AUFIERO EDUARDO € 1,20

Copertina Salvatore Alfano

Sommario

ADILETTA EMILIA - ALBANO FILOMENA - ALBANO NUNZIATA - AMATRUDA ALDO ANNUNZIATA

COMMENTI 5 Di mamma ce n’è una sola di Silvio Longobardi 62 La vera posta in gioco del Sinodo sui giovani di don Armando Matteo

8 10 12 15 16 18 20

L’APPROFONDIMENTO Non vogliamo dimenticare Soffocati dal fango Quel tragico giorno Figli della speranza I giorni del dolore Ricostruzione infinita Ricordare

VITA NELL’AGRO 21 Rapporti tra le istituzioni di Salvatore D’Angelo 22 Diciassette anni di Martina Nacchio 25 Rilanciare il territorio attraverso la cultura di Sofia Russo 51 BACHECA Gli auguri della redazione

VITA ECCLESIALE 36 “Si è fermato a casa nostra” 40 Le meraviglie del museo diocesano 42 La CEI realizza il tuo sogno parrocchiale NEWS PARROCCHIE 45 Notizie dalle parrocchie IN PARROCCHIA 52 Pagine parrocchiali

22. Il saluto a Raffaele Rossi

RUBRICHE 26 Qui Regione di Andrea Pellegrino 28 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 29 Sale in zucca di Raffaella Marciano CULTURA 32 L’angolo delle recensioni 33 Appuntamenti culturali In sala 34 Arte… rischi Oggi al Museo 35 In versi di mons. Giudice

21. Il Discorso alla Città del vescovo Giuseppe

62. Il Sinodo dei giovani

EDITORIALE di Silvio Longobardi

Di mamma ce n’è una sola

on sappiamo se Kate Evans quest’anno potrà celebrare insieme al suo bambino la festa della mamma. Dipende dal giudice che deve decidere la sorte di suo figlio Alfie. Nel momento in cui scrivo siamo in attesa della sentenza. Benvenuti nella modernità. Pensavamo di aver definitivamente lasciato la barbarie del nazismo e del comunismo che calpestavano ogni diritto e ci accorgiamo che lo Stato oggi pretende di decidere chi deve ricevere cure e chi no, fino al punto da negare ai genitori il diritto di portare il loro bambino in un’altra struttura che si dichiara disponibile a prendersi cura del bambino. L’arroganza del Potere non ha limiti. Ci voleva Papa Francesco per ricordare una verità che dovrebbe essere scontata: “Dio è l’unico padrone della vita. Il nostro compito è quello di custodire la vita”. Le autorevoli parole del Papa, unitamente al breve colloquio concesso a Thomas, il giovane e combattivo papà di Alfie, hanno costretto tutti ad aprire gli occhi dinanzi al miracolo della vita. Ed hanno chiuso la bocca di quei saccenti – compresi alcuni monsignori della Curia Romana – che avevano parlato di accanimento terapeutico, riconoscendo in pratica alla giustizia il diritto di sospendere i trattamenti sanitari. Un errore madornale che rischiava di aprire una voragine in quell’impegno a favore della vita che ha sempre caratterizzato il ministero della Chiesa Cattolica.

Sappiamo per certo che i bambini iscritti all’asilo comunale di Roma Chicco di Grano non hanno festeggiato il papà e non potranno neppure celebrare la festa della mamma. Non a scuola. Potranno farlo privatamente, facendo però attenzione a non esagerare troppo per non urtare la sensibilità delle famiglie omogenitoriali, quelle che hanno due genitori dello stesso sesso. Una vicenda particolare, quella di Roma, ma niente affatto isolata. Anzi, sotto la spinta della comunità LGBT (sempre più spalleggiata dai media e dalle istituzioni) si va diffondendo una cultura e una prassi che considerano “mamma e papà” come “stereotipi di genere” da superare. Parlare di “genitore 1” e “genitore 2” è più trendy ed è certamente più inclusivo. Si pretende così non solo di cancellare la storia millenaria dell’umanità ma anche di resettare il cuore dell’uomo.

Kate James con il piccolo Alfie

Sappiamo per certo che nella famigerata Legge 194, quella che legittima l’aborto e che proprio in questo mese compie 40 anni, non c’è posto per la parola mamma. Si parla sempre e solo della donna e di come aiutarla a liberarsi del “prodotto del concepimento”, raffinato neologismo giuridico che sostituisce il tradizionale e ormai desueto vocabolo bambino. C’è qualcosa di inquietante nel nuovo lessico. Se ci è permesso di esprimere un’opinione, vorremmo poter dire ancora ad alta voce che di mamma ce n’è una sola. E non dite che siamo bamboccioni legati alla tradizione. Siamo solo figli nati da una mamma e da un papà.

MAGGIO 2018 INSIEME

UN SEME PER PIANTARE LA VITA UN REGALO SPECIALE PER I NOSTRI LETTORI CON IL NUMERO DI MAGGIO

n regalo speciale accompagna il numero di maggio di Insieme: un seme di girasole per piantare la speranza. Un dono per celebrare la festa della mamma, il 13 maggio, grazie al contributo prezioso della comunità di Poggiomarino, in festa per il cinquantesimo anniversario di ordinazione presbiterale di padre Bruno Montanaro. Un’occasione per riflettere sull’importanza della trasmissione della fede in famiglia e, ancora di più, in quel perimetro d’amore che esiste tra madre e figlio. Pensando alla signora Alice, mamma di padre Bruno, che ha custodito e coltivato il seme della fede nel cuore di suo figlio, auguriamo a tutte le madri di trasmettere questo dono grande, pregando per le vocazioni sacerdotali. Grazie di cuore a: Luigi e Anna Nelli Tagliafierro; Luigi e Nunzia Carotenuto; Armando e Nunzia Di Lorenzo, per aver contribuito alla realizzazione del cadeau, che alleghiamo al giornale. Un ringraziamento particolare va a Aniello Lettieri, insostituibile operatore della cultura e della comunicazione della parrocchia Sant’Antonio di Padova di Poggiomarino. Buona festa delle mamme! La redazione di Insieme

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IMPRONTE L'immagine di un cinema-teatro chiuso da decenni e in completa rovina nel centro cittadino non ha bisogno di commenti. Rappresenta l'abbandono delle ambizioni di crescita culturale di un'intera comunitĂ . Poi ci meravigliamo del vuoto che ci circonda.

(Foto Salvatore Alfano)

MAGGIO 2018 INSIEME

L'APPROFONDIMENTO

Foto Luigi Pepe

a cura della redazione

INSIEME MAGGIO 2018

Non vogliamo dimenticare

a memoria è quella stanza misteriosa dove s’intrecciano luci e ombre, gioie e dolori. È un santuario che custodisce i segreti più preziosi, gli eventi che hanno rallegrato la vita e quelli che hanno lasciato ferite che il tempo non può cancellare. La vicenda di Sarno appartiene a quei fatti che, anche a distanza di anni, fanno ancora male. Anch’io ero lì quel giorno e quella notte, insieme a tante altre persone, ci siamo rifugiati nel piano più alto del palazzo vescovile. Vegliando e pregando. Ricordo gli amici che telefonavano per avere notizie, la preoccupazione per due sorelle della mia comunità che non erano rientrate, la coscienza del pericolo era ben viva ma c’era anche la necessità di custodire la speranza degli altri amici che condividevano quella notte senza stelle. Eravamo più al sicuro rispetto ad altri, solo al mattino arrivarono gli elicotteri che ci portarono in salvo. Il giorno dopo ero di nuovo lì, ancora frastornato. La pioggia aveva lasciato il posto ad un sole accecante. C’era ancora tanto fango e tanta gente, tutti avvolti dall’incredulità e dal dolore. E tante domande senza risposta. Una sola certezza: non era colpa della natura ma dell’uomo, quel tragico evento non era frutto di un destino crudele ma era l’esito amaro dell’incuria e dell’irresponsabilità di un’intera comunità e, in particolare, di coloro che avevano il dovere istituzionale di vigilare e di prevenire. Tanti hanno fatto la loro parte, ben oltre il loro dovere; e tanti altri portano il terribile peso di non aver capito e di non aver fatto tutto quello che era necessario. A distanza di vent’anni non c’interessa rileggere questi fatti per distribuire pagelle e rilanciare accuse. Ma non vogliamo neppure dimenticare. Abbiamo scelto di dare voce ad alcuni testimoni che hanno vissuto quel dramma. Nelle loro storie, accennate con pudore, sentiamo l’eco di un dolore antico ma anche la parola della speranza. Qualcuno ha scritto che l’uomo è condannato ad essere ottimista. Noi invece siamo convinti che dagli errori si può e si deve imparare e crediamo che Dio sa come trarre il bene anche dal male. Per questo anche la memoria più dolorosa diventa grembo di speranza. Silvio Longobardi

MAGGIO 2018 INSIEME

L'APPROFONDIMENTO

LA TESTIMONIANZA

Salvatore insieme alla nuova famiglia: la moglie Giuseppina e i figli Rosario e Carmela

Le moglie Giovanna e i figli Rosario e Agostino, morti il 5 maggio 1998

e montagne che avvolgono Sarno, in questo periodo dell’anno, sono verdi e rigogliose. Come un abbraccio avvolgono il visitatore obbligandolo ad alzare lo sguardo per contemplarne la bellezza. Sono le stesse vette che il 5 maggio del 1998 misero in ginocchio la cittadina dell’Agro. Un misto di acqua e fango portò via case, auto, persone, vite. 137 le vittime. A viale Margherita, quella drammatica sera, due uomini in strada cercano di avere notizie. Il primo smottamento, nella frazione di Episcopio, c’è stato poco dopo le 16.00. Don Antonio Agovino e Salvatore Galluzzo parlano con i Vigili del fuoco. Il giovane diacono quel mese deve essere ordinato sacerdote. Salvatore invece ha 44 anni, è sposato con Giovanna Peluso e papà di tre figli. Perché non sono scappati? È una domanda che dopo 20 anni ancora aggiunge dolore al dolore. Gli occhi di Salvatore sono segnati dalla sofferenza. «Davanti alla nostra casa c’erano i Vigili del fuoco – racconta –, ci rassicuravano, dicevano che andava tutto bene. Mio suocero aveva 20 anni più di me, anche lui ci tranquillizzava: era già capitato in passato che venisse giù un po’ di fango. Nessuno si aspettava che potesse crollare un’intera montagna». Nessuno. Né i cittadini e neppure chi aveva l’obbligo di presidiare e tutelare il territorio.

INSIEME MAGGIO 2018

SOFFOCATI DAL FANGO La casa di Salvatore Galluzzo, la sera del 5 maggio 1998, fu travolta dal fango. 17 persone persero la vita. Sua moglie e i tre figli volarono in Cielo insieme ai nonni e agli zii

La cronistoria PER NON DIMENTICARE Dalle ore 16.00 alle ore 24.00 di martedì 5 maggio 1998, in una impressionante progressione di frane e smottamenti, a Sarno, lungo l’intera dorsale pedemontana che va da Episcopio a Lavorate, la montagna venne giù, con oltre 20 punti di frana, travolgendo e seppellendo sotto un mare di fango uomini, case, animali, strade. Contemporaneamente, alle ore 18.00, un’altra onda terribile e gigantesca di fango travolse la cittadina di Quindici, sul versante avellinese della montagna. Poco dopo un’altra colata raggiunse i paesi di Siano e Bracigliano, sul versante nord di Sarno. Terribile l’elenco dei morti: 137 a Sarno, 11 a Quindici, 6 a Bracigliano, 5 a Siano, 1 a San Felice a Cancello. Nel XX anniversario di una tragedia immane abbiamo ascoltato la testimonianza di chi, in quella notte terribile, perse gli affetti più cari.

Quella sera Salvatore cambia più volte i vestiti bagnati dall’acqua e dal fango. A mezzanotte Giannina – così chiama affettuosamente sua moglie – gli prepara il caffè. L’ultimo. Ma nessuno dei due lo sa. Esce in strada e ne porge una tazza al giovane vigile del fuoco Marco Mattiucci, destinato da appena tre giorni al comando provinciale di Salerno. Ha ancora il braccio teso in quel gesto di gentilezza e condivisione quando l’automezzo e il vigile, 31 anni, sono inghiottiti e trascinati via dal fango. Salvatore fa un salto indietro. Si volta e non vede più la sua casa, quella in cui viveva con i suoceri, con Giovanna e i tre figli: Rosario, 20 anni, Carmela, 16, Agostino, 10. La casa che quella sera aveva accolto anche i cognati e un’altra famiglia. 17 persone perdono la vita mentre una nube di polvere gli invade le narici. Poco distante perdono la vita anche lo stimato dottor Raffaele Catalano e sua moglie. In strada c’è anche don Antonio, le loro abitazioni distano un pugno di metri, insieme scappano per una stradina laterale, raggiungono i genitori del sacerdote che si erano riparati nel cortile pensando ad una scossa di terremoto. La casa dell’attuale parroco della comunità San Teodoro Martire è lambita ma non travolta dalla furia del fango.

«Abbiamo raggiunto via Ingegno a piedi», ricorda il sacerdote. Al buio, tra i rovi che laceravano la pelle, guidati da un istinto primordiale che salverà loro la vita. A Salvatore bastano cinque minuti per capire l’entità della tragedia che lo ha colpito. «Con un terremoto puoi sperare di trovare qualcuno vivo. Cade una trave e trovi riparo. Con un alluvione no. Sono morti tutti soffocati dal fango». I giorni seguenti sono terribili, l’uomo non dorme, non mangia, non si allontana dai soccorritori che scavano tra le macerie ed estraggono i corpi. Uno dietro l’altro. A Salvatore il doloroso compito del riconoscimento. «Non ricordo nulla – dice –, non so dove sono stato, non ricordo chi mi ha lavato o portato un panino». Non ha più pace. Una notte dorme da sua mamma, la successiva a casa di don Antonio, l’altra ancora da un amico. La sua vita è andare al cimitero. «Vivevo sulla tomba dei miei figli. Andavo lì anche di notte, fino a quando il sindaco (all’epoca Amilcare Mancuso) dice al custode di farmi una copia delle chiavi». L’uomo desidera vedere la moglie e i figli ad ogni ora del giorno e della notte senza dover chiedere il permesso. I due anni successivi passano avvolti da questa nube di dolore e sgomento. Fino a quando un giorno al cimitero incontra Giuseppina. Non l’aveva mai vista, la donna è originaria di San Valentino Torio e gira tra i viali pregando per le vittime della frana. Il Signore gli sta dando un’altra opportunità. Otto mesi dopo si sposano. Dopo un anno e mezzo arriva il primo figlio a cui danno il nome di Rosario. Poi nasce una bambina che chiamano Carmela. Oggi i due figli hanno 17 e 14 anni ed hanno riportato il sorriso sul volto del papà. Quando Rosario ha vinto la sua prima medaglia in una gara di nuoto l’ha portata al cimitero, sulla tomba del fratello che non ha mai conosciuto e di cui porta il nome. «Ho sempre creduto in Dio – dice Salvatore –. Solo Lui poteva salvarmi da un dolore tanto grande facendomi vivere altri 20 anni». E il Signore gli ha donato due figli con un grande talento per la musica affinché la gioia e l’allegria potessero ritornare nella vita di un uomo così duramente provato. Antonietta Abete MAGGIO 2018 INSIEME

L'APPROFONDIMENTO Via Abignente fotografata da Luigi Pepe

LE STORIE di Antonietta Abete

QUEL TRAGICO GIORNO

elice Donnarumma e sua moglie Lucia Prisco abitano ad Episcopio, nella zona pedemontana. Nel 1998, il signor Donnarumma lavora per la Star, l’azienda che in via Sarno Palma aveva una delle sue storiche sedi. Alle 13.00 mangia alla mensa insieme agli altri operai ma poi se ne torna a casa, senza fare il turno di pomeriggio. Una sorta di presentimento. Il suo riposo è interrotto da un grande trambusto: non si trova più il nipotino Andrea. I familiari lo rimproverano: si è messo a letto mentre dalla montagna scende molta acqua. Raggiunge il suo vigneto e si accorge che uno dei canali che traccia il confine tra le proprietà è pieno di lapillo. In genere sono ingolfati di terra. C’è qualcosa che non va, inizia ad allertare le persone, invitando tutti a scappare. Si sposta nella zona “Vallone San Michele”, molta gente è accorsa per capire cosa sta succedendo. C’è anche una mamma col suo bambino, Roberto Serafino, 10 anni. Il piccolo è uscito senza il giubbino ed è inzuppato di acqua. Sua madre, preoccupata, lo sgrida. Felice si offre di accompagnare il bambino, sono vicini di casa. Roberto sale al secondo piano della sua abitazione. Al primo piano, il suo papà sta riposando ma per una coincidenza nefasta nessuno dei due si accorge della presenza dell’altro.

INSIEME MAGGIO 2018

Sono passati 20 anni ma a Sarno tutti ricordano il pomeriggio del 5 maggio 1998. La testimonianza di chi è sopravvissuto e custodisce nel cuore cicatrici indelebili

Felice Donnarumma e sua moglie Lucia

Alle 16.30, nella piccola frazione di Episcopio si avverte una prima scossa. «Un boato e un vento strano che arriva sulle ginocchia», ricorda Felice. La prima casa travolta dal fango è quella del piccolo Roberto Serafino. Mentre scappa, Felice vede il padre correre qualche metro più avanti e pensa che anche il bambino si sia messo in salvo. Il suo corpo sarà ritrovato nascosto dietro un armadio, prima e giovanissima vittima di Episcopio. «Se solo avessi capito! Forse, avrei potuto aiutarlo». Una ferita che sanguina ancora. Sua moglie Lucia, intanto, è tornata a casa dalla figlia Stella. La casa oscilla, la donna abbraccia la bambina, fanno appena in tempo a chiudere la porta di casa che è subito invasa dal fango. Si riparano sul tetto dell’abitazione della mamma di Felice, sotto una pioggia battente. La costruzione ha 170 anni di vita, la lava la costeggia ma non la butta giù. Con una scala riescono a passare su un altro tetto. Ma il fango è ancora molle, si affonda. Poggiano delle lamiere usate per costruire baracche e, poco alla volta, guidate da Felice e dai soccorritori, riescono a scendere. Impaurite, ma vive. Alle 21.00 trovano riparo nel Duomo di Episcopio dove don Antonio Calabrese ha accolto una quarantina di persone. Passano lì la notte e il mattino seguente un elicottero dall’ala del palazzo vescovile li porta al mercato ortofrutticolo, primo punto di accoglienza degli sfollati. Il trauma subito è talmente forte che Lucia resta per un mese senza voce. Poco alla volta i coniugi Donnarumma hanno ricostruito la loro casa e sono ritornati a vivere a Episcopio. Felice ha fiducia nelle opere di messa in sicurezza del territorio realizzate dopo l’immane tragedia. In questi 19 anni è venuta giù tanta acqua ma adesso ci sono le vasche e 20 km di canali che, nell’eventualità di una nuova frana, dovrebbero assorbire il fango, far defluire le acque e mitigare i danni sulla città. C’è anche un altro elemento che lo rassicura: «Prima si accedeva ai fondi attraverso grossi canali trasformati dall’acqua che cadeva dai monti e da sversamenti di calcinacci ad opera di personaggi poco raccomandabili in strade di passaggio. Oggi tutto questo è vietato, perché sono state costruite le strade interpoderali. Se solo le avessero realizzate nel ’97!». È questo il suo rammarico più grande.

VILLA MALTA: UN RUDERE Imma Sirica

mma abita in via Pedagnali, vicino a quello che rimane dell’ospedale “Villa Malta”. «Dopo 20 anni – racconta con dispiacere – la struttura è ancora abbandonata a se stessa. Un rudere. Eppure tanti medici vi hanno perso la vita: terminato il loro turno non sono andati via per soccorrere i feriti. Hanno salvato vite umane mettendo a rischio la propria». In questa zona tante case sono vuote. «La ricostruzione, avvenuta in parte anche con i soldi delle persone, non è stata completata – aggiunge –, perché le case non sono state ancora assegnate ai legittimi proprietari, con un rimpallo di responsabilità tra Regione e Comune». Tre gli atti stipulati in 20 anni. «L’anno prossimo ci sono le elezioni amministrative e mi angoscia l’idea che si debba ricominciare tutto da capo». La sera del 5 maggio 1998, fin dalle 20.30 viale Margherita è bloccata dal fango. «Una trentina di persone della zona pedemontana avevano cercato riparo nel nostro cortile. Abbiamo accudito i bambini, bagnati e infreddoliti». Suo nonno, 96 anni, rassicura tutti. A Sarno la gente è abituata a veder scendere detriti dalla montagna. Alle 23.00 Imma è in strada, i medici devono trasferire una signora a Salerno ma non sanno come raggiungere l’autostrada. La donna indica loro una strada privata, sperando che l’autoambulanza riesca a passare. Poi sale a casa. Sente un rumore intenso, poi un silenzio assordante. «Come quando entri in un cimitero», ricorda. Non sono tuoni: la montagna si è staccata ed è arrivata dietro casa. «Le macchine parcheggiate si sono alzate di cinque metri. Io, con la mano, riuscivo a toccare il soffitto». Trenta persone si riparano sul tetto, trascinano su anche la nonna in sedia a rotelle. Vivono una notte di terrore e lacrime fino all’arrivo dei soccorsi alle tre del mattino. Una tragedia di dimensioni enormi che coglie impreparati anche i soccorritori. «Diteci come possiamo aiutarvi», ripetono mentre si contano numerosi i morti. Chi può camminare, scende con la scala. Anziani e bambini sono portati in salvo con l’elicottero.

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L'APPROFONDIMENTO

L’UOMO DI PIETRA Angelina Cammarano

Angelina Cammarano

ngelina abita a viale Margherita, vicino al Monumento ai caduti. «Nella mia zona sono morte 30 persone», dice. Alle 16.00 del 5 maggio sente una grande confusione, insieme alla nipotina sale ad Episcopio per capire cosa sta succedendo. Fatica a tonare a casa, nei pressi dell’ospedale Villa Malta i vigili non vogliono farla passare. Lei insiste: accudisce il suocero gravemente malato e deve rientrare. Qualche giorno prima la sua mamma contempla il panorama dal balcone. «Come sono belle le nostre montagne!», esclama. Poi, con aria seria, aggiunge: «Primo o poi ci faranno un bel regalo». Ricordava che molti anni prima c’era stato uno smottamento e una donna era stata travolta e trascinata in strada insieme al letto. Un triste presagio. Rientra dall’ufficio anche il marito di Angelina. Verso le 17.00 sentono un grande boato e il fango entra in casa, infilandosi sotto l’uscio. Il marito pulisce, poi tenta di apri-

re la porta. Impossibile. Angelina esce dal garage, in strada regna una confusione indescrivibile. Raggiunge il palazzo di fronte al suo, cercando di dare una mano alle persone che incontra. «Arriva un uomo, sembra di pietra, coperto di fango e ferito. È un mio vicino di casa ma io non lo riconosco. Lo portiamo dentro, lo laviamo, con una cintura dei pantaloni cerco di bloccare l’emorragia: l’uomo ha perso un piede ma si è salvato». Gira per strada, affonda più volte nel fango ma non si perde d’animo: cerca di rendersi utile come può. La notte è lunga: «Le persone si sentono male, a causa dell’enorme spavento a molti sale la febbre a 40°. Alle 2.00 del mattino un elicottero ci porta al mercato ortofrutticolo». Suo suocero aveva trovato riparo nel garage ed è tratto in salvo il mattino seguente. I soccorritori lo accompagnano direttamente in ospedale a Napoli, ci vorranno tre giorni per trovarlo: l’uomo non parla più.

LA LUNGA NOTTE IL RICORDO DI DON ANTONIO CALABRESE, PARROCO DELLA CONCATTEDRALE SAN MICHELE ARCANGELO AD EPISCOPIO, RITORNATO DOPO 9 ANNI ALLA GUIDA DELLA COMUNITÀ

«H

o sempre voluto abitare nel luogo in cui la Provvidenza mi ha chiamato a fare il parroco. Il pomeriggio del 5 maggio, alle 16.00, preparavo il mio solito caffè. Ho avvertito dei rumori strani mentre alcune persone dalla zona pedemontana si rifugiavano sul terrazzo dell’oratorio, costruito qualche anno prima. La Chiesa, ad Episcopio, è il naturale punto di riferimento. Così abbiamo aperto le porte e li abbiamo fatti entrare. Verso le 18.30 è arrivato l’ordine di sgomberare la Chiesa ma tanti si sono rifiutati di andare via. Così, ci siamo attrezzati con coperte e asciugamani e ci siamo preparati per la notte.

INSIEME MAGGIO 2018

Il fango ha invaso piazza Duomo e il muro di recensione è crollato. Eravamo isolati. Siamo rimasti in Chiesa a pregare e a piangere. Nel frattempo arrivavano notizie su quanto stava accadendo in altre zone di Sarno. Alcune persone anziane di via Duomo non si sono accorte di nulla. In seguito gli studiosi hanno evidenziato l’ingegno di chi ha costruito il piccolo borgo che non ha riportato danni, tranne alcune stradine laterali. La notte è lunga e passa tra lacrime e preghiere. Al mattino, un elicottero ci preleva dal palazzo vescovile. Nel pomeriggio, accompagnati da vigili urbani, insieme a mons. Illiano,

con fatica, facciamo il giro della città. Saliamo dalla frazione di Foce: davanti ai nostri occhi, la tragedia nella sua interezza. I tempi sono difficili, ma l’alluvione ha inferto il colpo di grazia. Prima ad Episcopio c’era vita sociale, religiosa, la gente cresceva e maturava. Sono stato via 9 anni e al ritorno ho trovato una situazione profondamente cambiata. Basti ricordare che qui c’era una scuola media con il suo dirigente scolastico e ora non c’è più. C’era l’ospedale e molti altri punti di riferimento. Il Vescovo veniva ogni giovedì. Adesso le attività chiudono e l’oratorio si svuota».

Michele Robustelli a pochi mesi dalla nascita

Figli della SPERANZA Tra la paura e il fango, il 5 maggio 1998 sono nati Michele e Aurora. Abbiamo ascoltato la storia dei due giovani, venuti alla luce nel giorno della frana

Michele Robustelli

ita e morte. Gioia e tristezza. Il profumo della speranza contro l’acre del fango. Il 5 maggio 1998, Michele e Aurora venivano alla luce: sono i figli della speranza di un’intera terra, piagata dal dolore per la tragica scomparsa delle sue 137 vittime. Michele Robustelli, studente al secondo anno di Ingegneria Gestionale all’Università degli Studi di Salerno, è nato alle 9.40 del mattino. «Avevo un parto programmato – racconta mamma Marianna – ho vissuto quella giornata in modo ovattato». Quel pomeriggio, le notizie alla clinica Santa Rita – dove oggi sorge la Casa di cura per anziani, in via Isonzo 22 – arrivano in modo confuso. «La struttura non è stata evacuata – ricorda la donna – ma dai corridoi provenivano lamenti e urla». Il terrore incalza con il passare del tempo: il papà di Michele, al ritiro della culletta per il suo primogenito, è letteralmente abbandonato per strada dal negoziante, in fuga per paura di essere travolto dal fango. La felicità di diventare madre, nonostante tutto. «Quella notte, mio marito ha dormito con me e il bambino in stanza», una deroga al protocollo dovuta alle circostanze particolari di quelle ore. Marianna ha dovuto fare i conti con quella beffarda coincidenza di date per anni: «Ci siamo molto interrogati su cosa fare per il primo compleanno di Michele. La perdita di tanti concittadini è stata una ferita per tutti i

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

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sarnesi ma io, in quel giorno, sono diventata mamma per la prima volta. Una felicità che non può essere offuscata». La famiglia decide per rispetto delle vittime di festeggiare il giorno seguente. Fiocco rosa. Quella mattina del 5 maggio 1998, un altro fiocco rosa colora di speranza la cittadina colpita, di lì a poco, dal disastro. Nasce Aurora Giordano. «In questo periodo sto sostenendo diversi colloqui di lavoro. Leggendo il mio curriculum vitae, qualcuno nota che sono nata il giorno della frana di Sarno» racconta la ragazza. Quel giorno, il papà di Aurora resta bloccato a Masseria della Corte, di ritorno da Striano, dove ha accompagnato la figlia più grande a casa della nonna. Le forze dell’ordine non gli permettono di superare il varco. «Mia madre sentiva grida disperate alla clinica Santa Rita. Trovò la forza di alzarsi dal letto poche ore dopo il parto per venire al nido a controllare». Un via vai frenetico agita le acque ma non permette alla donna di scappare con la bambina, che resterà da sola fino al giorno seguente. Nel giorno più buio della storia di Sarno, il primo vagito di Aurora e Michele ha squarciato di gioia il dramma della tragedia. La vita che germoglia, in mezzo al fango. Mariarosaria Petti

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

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L'APPROFONDIMENTO Foto Salvatore Alfano

I GIORNI DEL DOLORE Mons. Gioacchino Iliano, vescovo emerito della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, utilizza tre immagini per ricordare la notte nera di Sarno

icordare la frana di Sarno a 82 anni è come aprire un capitolo doloroso della propria vita e della Chiesa locale per lasciarsi di nuovo ferire. Il ricordo emerge attraverso le immagini, tre scene che hanno segnato quei giorni e che fanno parte di quel bagaglio di ricordi indelebili che mons. Gioacchino Illiano porterà per sempre nel cuore. Il pomeriggio del 5 maggio il Vescovo era a Siano, nella terra in cui e cresciuto e ha esercito il ministero sacerdotale, quando ci fu il primo smottamento e le prime 5 vittime. Rientra a Nocera preoccupato per partecipare ad un incontro della Caritas, c’è anche il dottor Raffaele Catalano, responsabile della pastorale degli anziani. Il medico è di Sarno e riceve continue telefonate dalla moglie che lo implora di tornare a casa. Piove tantissimo e a Episcopio c’è stata una prima frana nel pomeriggio. Quella sera, a mezzanotte, perderanno entrambi la vita in viale Margherita. Le forze dell’ordine chiedono alle persone di rimanere in casa per non bloccare le strade, così segue con apprensione la lunga diretta di Telenuova. Raggiunge Sarno il giorno dopo. Insieme a don Antonio Calabrese – che aveva passato la notte con trenta persone nella Concattedrale di Sar-

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Don Mario Ceneri accompagna le salme dal Palazzetto dello sport allo Stadio per i funerali

Roberto Robustelli, al momento del ricovero all'ospedale Umberto I

no e solo al mattino era stato portato giù al mercato ortofrutticolo da un elicottero –, accompagnati dalle forze dell’ordine, da Foce salgono a Sarno. La tragedia gli si staglia di fronte nella sua sconvolgente violenza. Ed ecco la prima immagine: tra il fango vede una mamma che stringe al petto il suo bambino, con la faccia rivolta verso il cielo. «Una tragedia nella tragedia», sussurra. I piedi affondano nel fango, dalla grande e sconfinata massa di melma emergono parti di corpi senza vita: mani, braccia, gambe. L’Apocalisse. «Ho sentito il bisogno di pregare». Ritorna a Nocera e convoca la Caritas, la Forania di Sarno e i frati francescani di Foce: «Chiamai padre Terenzio, allora responsabile della Caritas e insieme a padre Pietro Lombardi e padre Pierluigi Ciocchi stabilimmo il nostro quartiere generale dai pavoniani, presso la parrocchia Sant’Alfredo. Ciascuno assunse la responsabilità di un settore dell’accoglienza e dei soccorsi. La Chiesa scese immediatamente in campo, offrendo assistenza spirituale e un contributo materiale, in stretta collaborazione con le autorità e la popolazione». La parrocchia Santa Maria delle Grazie, a San Valentino Torio, guidata da don Gaetano Ferraioli, diventa il quartier generale della Caritas che raccoglie e distribuisce mezzi economici e materiali. Tutto dettagliatamente riportato nella pubblicazione “Non solo fango”, curata dalla Caritas diocesana con il contributo della Caritas svizzera: la cronaca degli eventi, quella dei soccorsi e una sezione con i progetti per le zone colpite. “Un libro bianco per una notte nera calata su Sarno – scrive nella prefazione il Vescovo – perché ciò che offende i morti e uccide ancora i vivi è sempre il dimenticare”.

La seconda immagine è legata alla domenica del dolore, quella dei funerali di 95 vittime celebrati il 10 maggio nello stadio comunale alla presenza di numerose autorità politiche. Alle spalle, giornate di fatica e dolore. «Ci siamo preparati per la Celebrazione nello spogliatoio del campo sportivo, c’erano un centinaio di sacerdoti, l’ultimo ad uscire sono stato io. Tra le bare e quel popolo numeroso che piangeva, in mezzo a tutta quella disperazione scorgo una bara piccolissima, sembrava una scatola bianca delle scarpe. Mi sono dovuto aggrappare al pastorale per non cadere, è stato un momento terribile». Ma il giorno prima era accaduto un fatto straordinario. Roberto Robustelli, la sera del 5 maggio, mentre cercava di mettere in salvo il papà e la zia era stato trascinato dal fango per molti metri e seppellito in uno scantinato con una radice di albero conficcata in un’ascella. Stavano per tiralo fuori quando una nuova onda di fango lo aveva scaraventato contro il soffitto e dal quel momento era calato il buio più fitto. Era iniziata per il giovane una notte terribile, a fargli compagnia il freddo e la paura. Passano 72 ore, Roberto pensa che si sta avvicinando la morte quando sente gridare il suo nome. È l’8 maggio, ci vorranno 7 lunghe ore per tirarlo fuori. Questa terza immagine, di forza e speranza, fa ritornare un guizzo di luce negli occhi di mons. Illiano. «Durante l’omelia ho potuto dire che Dio non ci aveva abbandonato». Era possibile riprendere in mano il timone della propria vita puntando lo sguardo su Cristo. Antonietta Abete

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L'APPROFONDIMENTO Vasca di contenimento per acque e fanghi (foto Salvatore Alfano)

Sul fronte opere pubbliche, opere private e risarcimenti alle vittime si è molto lontani dal poter mettere la parola fine. Passaggi di competenze, lungaggini burocratiche ed economiche non hanno consentito la svolta che sarebbe servita per archiviare la pagina più triste della storia di Sarno. C’è poi il problema della manutenzione delle opere di messa in sicurezza e prevenzione

FERRENTINO: «REGIONE E STATO STANZINO LE ULTIME RISORSE NECESSARIE»

RICOSTRUZIONE INFINITA

on sono bastati venti anni per portare a termine la ricostruzione post frana a Sarno. I tre rami operativi – opere pubbliche, opere private e risarcimenti alle vittime – hanno percorso e stanno continuando a percorrere strade differenti, a diverse velocità. Messa in sicurezza L’unico filone che può dirsi concluso è quello relativo alle opere di messa in sicurezza, anche se c’è il sotto capitolo relativo alla manutenzione che rappresenta il vero problema per il futuro. Il 95 per cento delle attività per mettere in sicurezza il territorio di Sarno è stato completato: cinque vasche di contenimento; 40 chilometri di briglie, ovvero i canaloni che in lungo e in largo attraversano il Saro e il Saretto. Tenere in ordine queste infrastrutture, soprattutto a chi spetta, è la vera incognita. Il Comune di Sarno non può farlo, a Palazzo San Francesco guardano alla Regione come unica ancora di salvezza. «Prima di tutto non si tratta di beni nella disponibilità del Comune – ha spiegato il vice sindaco e assessore al bilancio, Gaetano Ferrentino – e poi sarebbero operazioni o-

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nerose e insostenibili per noi. Siamo convinti che debba occuparsene la Regione: dovrebbe fare un piano triennale per la manutenzione delle opere». In attesa che ciò avvenga, una lucidata ogni tanto va data, ne va della sicurezza dei cittadini sarnesi. Lo scorso autunno, l’amministrazione comunale in collaborazione con il Consorzio di bonifica ha ripulito quantomeno dalle erbacce, ma questi sforzi non bastano, anche perché le vasche sono rimaste fuori. La manutenzione, per le dimensioni delle opere, va programmata e deve essere continuativa. «Gli interventi sporadici aiutano, ma non risolvono il problema – ha aggiunto Ferrentino –. Nelle nostre idee c’è quella di affidare il servizio a una cooperativa che, grazie ai fondi regionali, possa servire il territorio e dare anche lavoro ai sarnesi». A pesare sulla messa in sicurezza anche gli espropri. Ne sono stati completati mille su circa 4mila. Un lavoro fermo a causa degli oneri da pagare all’Agenzia delle entrate. Fino al 2009, operando il governo centrale attraverso il commissariato per l’emergenza Sarno, non era previsto il pagamento delle tasse. Chiusa l’emergenza, i poteri commissariali sono passati ad ARCADIS, che è un ente regionale, ed è così subentrato il pagamento degli oneri fiscali.

Servono ora 3 milioni di euro, cifra non preventivata e che sta provocando una serie di lungaggini. Si attende un intervento governativo, una delega che riconosca le operazioni di esproprio naturale continuazione delle attività portate avanti dal commissariato per l’emergenza; altrimenti occorre che qualcuno stanzi i soldi necessari. Senza nessuna di queste operazioni, il tutto è destinato a rimanere pendente. Opere private La ricostruzione delle case è avvenuta secondo metodi diversi. C’è chi ha deciso di ricostruire in loco, per esempio via Pedagnali, chi ha preferito accettare un suolo all’esterno della zona rossa, chi ha accettato la casa dallo Stato, infine, c’è stato chi ha ricevuto dei risarcimenti parziali. Per ognuno di questi aspetti è stata seguita una procedura. Per quanto riguarda il lotto 11 costituito da 21 appartamenti realizzati dallo Stato, si è alla fine. Gli alloggi sono stati consegnati agli aventi diritto e il Comune ha quasi ultimato gli adempimenti di trasferimento per intestarli ai proprietari. Concessioni non onerose per i cittadini, perché a carico del Municipio. Chi ha ricostruito in sito, in particolare nella zona di via Pedagnali, oggi si scontra con il mancato passaggio della proprietà dei suoli dal Comune ai privati. Dopo la frana ci fu un azzeramento urbanistico con la ridefinizione dei lotti e la loro assegnazione provvisoria, in virtù di questo i cittadini hanno potuto ricostruire e abitarle, ma non sono pieni titolari dei beni. Il 23 aprile scorso c’è stato il primo atto per chiudere la vicenda che interessa 20 lotti. Circa una cinquantina coloro che hanno scelto di ricostruire altrove la propria abitazione, in un luogo più sicuro. Quaranta le pratiche ultimate, una decina quelle in attesa degli stati di avanzamento lavori. Un milione e mezzo di euro è stato, invece, stanziato per finanziare quindici pratiche di adeguamento strutturale. Risarcimenti Sul tavolo ci sono 90 milioni di euro che servono per risarcire le vittime della frana. Fondi da spalmare su più anni, sopperendo così alle sentenze di condanna. Nonostante i pronunciamenti della giustizia, questo capitolo è ancora lontano dall’essere completato. «In merito alla messa in sicurezza, alla ricostruzione e ai risarcimenti – ha aggiunto Ferrentino –, nell’ultimo triennio abbiamo fatto numerosi passi in avanti. Ma per chiudere questa pagina dolorosa della nostra storia cittadina è necessario che Regione e Stato si impegnino a stanziare le ultime risorse necessarie: solo così la ricostruzione potrebbe dichiararsi chiusa». Salvatore D’Angelo

Foto Salvatore Alfano

QUELL’OSPEDALE CHE DIVENTERÀ SACRARIO Tra i simboli della frana del 5 maggio 1998 c’è sicuramente l’ospedale Villa Malta, lo scheletro di quella struttura dove morirono diverse persone tra cui il medico Maurizio Marino e l’infermiere Enrico Battipaglia. Marino fu ritrovato sepolto dal fango con ancora in braccio il bambino che fino all’ultimo aveva cercato di salvare dalla lava assassina. La struttura era dell’Asl, ma ora è stata concessa in comodato d’uso al Comune. L’amministrazione ha candidato il progetto di recupero e riconversione per un finanziamento sovracomunale. Si vuole realizzare un centro di quartiere al servizio della frazione di Episcopio e dell’intera città di Sarno, ma anche un museo/memoriale di quella tragedia che ha segnato la vita e la storia di un’intera comunità.

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L'APPROFONDIMENTO

RICORDARE 1998 – 5 MAGGIO – 2018

La frana vista dall'alto (Foto Luigi Pepe)

icordare è il verbo che, in questo anno pastorale, accompagna il ritmo della nostra comunità diocesana. Ricordati di Gesù Cristo è il titolo degli Orientamenti pastorali, offerti alla nostra Chiesa per orientare ed illuminare il cammino verso il Regno, sempre insidiato o rallentato. Ricordare quest’anno, per Sarno e per tutto l’Agro, nel XX anniversario della frana, diventa un esercizio utile e necessario per non dimenticare, per riflettere ancora, e per verificare il nostro comportamento verso la madre terra, chiedendoci se ne abbiamo appreso la lezione difficile e faticosa. Quando si contano i morti – e tanti! – l’anniversario non può mai essere celebrativo, ma ha il dovere, che nasce proprio dal rispetto per chi ha perso la vita e nella vita tutto, di essere riflessivo, meditativo, orante. Mi piace ripetere, chiedendo in prestito le parole di Giuseppe Ungaretti dinanzi allo sfacelo della guerra: “ma nel mio cuore nessuna croce manca; è il mio cuore il paese più straziato”. Con questo strazio nel cuore, addolcito forse dal tempo e sicuramente dalla preghiera e dalla carità, noi vogliamo avvicinarci in punta di piedi alla data del 5 maggio 1998, scolpita nella carne di tanti, e raccogliere, in un unico abbraccio, tutti coloro che hanno dato mani e cuore nel fango. Come Vescovo, raccogliendo le voci silenziose di molti che ancora portano

ferite nel cuore, invito a partecipare ai due momenti che presiederò in quella giornata. Al mattino, con i giovani della scuola; e al vespro per la celebrazione della santa Messa nella Concattedrale di San Michele Arcangelo in Episcopio. Presenterò ai giovani il libro del professore Giuseppe Palmisciano: “La Carità” di Ludovico da Casoria. Ho scelto questo momento per dire ai giovani, in questo tempo complesso e confuso, che l’amore e la cultura ricostruiscono e riedificano anche le antiche rovine. Presento un santo del sud per ricordare che solo uomini nuovi, della novità del Vangelo, possono edificare il nostro sud e i nostri sud. Non ci illudiamo, perché senza santità non può esserci vero progresso e civiltà; e ben sappiamo che, nei momenti più bui della storia, i santi come luci si sono accesi nelle nostre città e paesi, indicando ancora la strada giusta e riaccendendo il focolare della speranza. Alla sera, presiederò l’Eucarestia, per affidare nuovamente le anime dei defunti alla misericordia del Signore, e per indicare nella celebrazione eucaristica il luogo teologico per la costruzione e ricostruzione della nostra vita, spesso bistrattata e lesionata. In comunione con tutta la Diocesi, in questo anniversario, accompagno nel silenzio orante e adorante tutti e ciascuno. + Giuseppe, Vescovo

5 MAGGIO: GLI APPUNTAMENTI PRESIEDUTI DAL VESCOVO GIUSEPPE Ore 10.00: presentazione del libro “La Carità” di Ludovico da Savoia, autore Giuseppe Palmisciano, presso il Liceo “Tito Lucrezio Caro”; ore 18.00: Celebrazione eucaristica presso la Concattedrale di San Michele Arcangelo in Episcopio

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

RAPPORTI TRA LE ISTITUZIONI

«A

Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» è il titolo che monsignor Giuseppe Giudice ha scelto per il Discorso alla Città 2018. Il Vescovo ha parlato ancora una volta, come fa dall’inizio del suo ministero episcopale, all’Agro inteso come un’unica comunità. Quest’anno ha voluto toccare il tema del rapporto tra la Chiesa e le altre istituzioni «con le quali il dialogo vuole essere sempre leale e franco, anche quando nel groviglio attuale siamo chiamati a pronunciare parole altre, per incoraggiare e sostenere il cammino di una comunità». Il tema scelto vuole dunque servire a impostare le basi per costruire la Casa comune. È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare? Secondo monsignor Giudice si tratta di una domanda trappola, «costruita per amplificare tensioni e divisioni». Il Vescovo indica l’intento preciso di Gesù, la cui risposta si «fa alta, altra, oltre, e non può e non potrà mai omologarsi al teatrume delle domande o risposte maliziose, insidiose e cattive, date solo per mantenere lo status quo, il potere iniquo». Insomma, «ridate a Cesare ciò che è di Cesare; rendete, cioè restituite in servizio ciò che avete ricevuto». E cosa bisogna ridare a Cesare, cioè «al mondo, alla vita, alla società, alla comunità, alla scuola, alla famiglia, alla polis»? «Date, non solo diritti ma anche doveri; restituite in volontà, intelligenza, impegni e costruite così con l’apporto di tutti, la città terrena, lo spazio dell’umano, il

giardino della civitas, il recinto delle relazioni vere, autentiche e sincere. A tutti i “Cesare” di ieri e di oggi, sempre leale e sincera collaborazione con l’intento di provvedere al bene comune». Una collaborazione che non è incondizionata: «A Cesare le cose, e solo le cose, in giusta misura e coniugando sempre giustizia e carità. A Cesare, mai le persone, ma solo e soltanto le cose. Cesare non ha diritto sulle persone e sulla coscienza; Cesare non può mai coartare la libertà. Il potere di Cesare è limitato, recintato, perimetrato. Cesare deve garantire tutto a tutti, nel rispetto delle idee, dell’età, dell’ambiente, della cultura e della fede. Ma Cesare non è Dio. Ogni Cesare non è Dio, nonostante i deliri di onnipotenza». Gesù distingue i poteri e richiama quella sana osmosi tra Cesare e Dio, «che è fondamento di ogni polis e civiltà, che vuole dirsi tale. A Dio, e solo a Dio ciò che di Dio è». «A Dio allora ciò che gli appartiene; a Cesare ciò che Dio ci ha dato in dono e che va restituito in opere e giorni dell’uomo per edificare, nella città degli uomini, l’unica Città di Dio. La vita, ed è qui il restituire, non va trattenuta per sé, ma donata, impegnata, trafficata con Cesare nel tempo per essere con Dio anche nell’eternità, memori della parola del Maestro che la vita si ritrova quando si perde», l’incoraggiamento di monsignor Giudice alla Città dell’Agro. Salvatore D’Angelo

MONSIGNOR GIUSEPPE GIUDICE È INTERVENUTO SU QUESTO TEMA NEL DISCORSO ALLA CITTÀ DELL’AGRO 2018

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VITA NELL'AGRO Palloncini al cielo a conclusione dei funerali di Raffaele

Raffaele Rossi nella notte del 14 aprile ha perso la vita in un tragico incidente stradale. Vogliamo ricordarlo attraverso le parole di chi l’ha conosciuto

DICIASSETTE ANNI L

a fila delle auto in cerca di parcheggio è lunga centinaia di metri. Sulle sponde della strada giovani, uomini e donne, da ogni direzione si avviano da soli o in gruppo verso la chiesa di Sant’Antonio a Orta Loreto, in silenzio, con il capo chino. Molti indossano una maglietta bianca con su impressa una foto di Raffaele Rossi in mezzo al mare, le mani sul timone e lo sguardo sognante rivolto all’orizzonte. Sopra l’immagine vi è incisa la frase “Cercheremo nei sorrisi degli altri i sorrisi che facevi tu”. Si è fermata la città di Sant’Egidio del Monte Albino giovedì 19 aprile, nel giorno dell’ultimo saluto a uno dei suoi figli. Petali bianchi e azzurri accompagnano il tragitto della bara bianca trasportata a spalla dagli amici di Raffaele dalla chiesa di Sant’Antonio alla piazza De Ruggiero, in cui si sono tenuti i funerali. Al termine, palloncini colorati e fumogeni hanno fermato il tempo di quel saluto che non si sarebbe mai voluto dare. A soli diciassette anni è stato strappato all’affetto dei suoi cari in un sabato notte di inizio primavera, Raffaele. Se

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n’è andato a causa di un tragico incidente avvenuto Nocera Superiore. L’auto sulla quale viaggiava insieme ad altri cinque amici si è scontrata con un’altra autovettura, il cui conducente, nel momento in cui si scrive, è indagato per omicidio stradale. Sono ancora tutte da chiarire le dinamiche dell’impatto, che ha lasciato senza fiato la comunità santegidiese e tutto l’Agro, nell’attesa dolorosa che la giustizia possa fare luce sulle responsabilità della tragedia. E mentre le lacrime ancora rigano il volto di familiari e amici, le labbra pregano per gli altri giovani coinvolti. Noi siamo di Dio. «Sconvolti e pieni di paura» così don Gerardo Coppola ha descritto l’animo di tutta la comunità nell’affrontare la perdita di Raffaele. «Com’è possibile che un ragazzo così buono, così disponibile, così affabile, abbia dovuto concludere i suoi giorni così in fretta? Alla ragione che cerca risposte facciamo subentrare la fede che ci fa riconoscere la vita di Raffaele. Le parole umane non servono in questo momento, non leniscono questo

dolore. Abbiamo bisogno delle parole di Dio». Ai ragazzi della comunità che ormai da undici anni guida, don Gerardo ha detto: «È naturale misurare il vuoto lasciato dalla scomparsa di Raffaele, ma come credenti siamo chiamati a riconoscere e conservare nella memoria del nostro cuore le tracce del suo passaggio nella nostra vita. Misurare vuoti o registrare tracce? Ecco il nostro compito. Sarà il modo più autentico per non perdere ciò che di prezioso abbiamo costruito insieme».

Un ragazzo. Raffaele aveva occhi buoni e sorriso contagioso. Amava il mare, avrebbe voluto governarlo un giorno al timone della sua nave. Ed è così che lo immaginano i suoi amici adesso, alla guida di una nave in cielo. «In quella linea in cui mare e cielo si incontrano, in quell’orizzonte ora vive Raffaele» ha detto uno di loro. C’erano tutti nel giorno del suo ultimo saluto: i suoi amici di vita e della parrocchia, i suoi compagni di scuola dell’Istituto Tecnico Nautico di Salerno, ma anche di Bagnoli che Raffaele ha frequentato per qualche mese. Un periodo breve ma intenso, che l’ITTL “Duca degli Abruzzi” contribuirà a rendere indelebile attraverso l’istituzione di una piccola borsa di studio a favore degli alunni in suo ricordo. “Raffo Baffo”, così lo avevano soprannominato i suoi compagni d’avventura, che hanno condiviso con lui l’esperienza a bordo della “Palinuro”, una delle navi scuola della Marina Militare Italiana. Diciassette giorni in cui era riuscito a farsi notare per la gioia che lo contraddistingueva. Quella stessa allegria che don Francesco Amarante ha impresso su carta, scrivendo una lettera a nome di tutti i ragazzi di Orta Loreto. Un sorriso che nessuno potrà mai dimenticare, quello di un ragazzo splendido che avrà per sempre diciassette anni. Martina Nacchio

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MAGGIO 2018 INSIEME

VITA NELL'AGRO La lettura dei nomi delle vittime delle mafie

Un momento della marcia

LIBERA, IMPEGNO E MEMORIA QUOTIDIANA Lo scorso 21 marzo si è tenuta la Giornata Nazionale di Libera. Trenta mila persone hanno marciato tra Pompei e Scafati

INSIEME MAGGIO 2018

n quarto dei nomi della lista delle vittime innocenti delle Mafie (199 sui 972 totali) sono campani. Uccisi perché si battevano per un ideale o semplicemente a causa di un’azione criminale che li ha coinvolti per errore. Per ricordarli, lo scorso 19 marzo si è tenuta una veglia presso il santuario di Pompei promossa dall’associazione “Libera, nomi e numeri contro le Mafie”. Due giorni dopo, la primavera ha fatto il suo ingresso in 4000 luoghi in Italia nella Giornata della Memoria e dell’impegno, istituita per legge dallo scorso anno. Mentre a Foggia si è svolta la manifestazione nazionale, il coordinamento campano ha organizzato la marcia a cavallo delle province di Napoli e Salerno, tra Pompei e Scafati. «Circa 30mila persone hanno manifestato per una memoria viva che si fa impegno quotidiano – ha detto Riccardo Christian Falcone, referente di Libera che ha gestito la lettura dei nomi in piazzale Aldo Moro –. Sono momenti di gioia per i familiari delle vittime, nonostante il dolore indelebile nel loro cuore». Francesco Iandolo, referente provinciale del coordinamento di Libera Avellino e animatore di comunità del Progetto Policoro, ha commentato: «Da 23 anni il 21 mar-

zo non è solo il primo giorno di primavera. Anche quest’anno il coloratissimo corteo ha camminato accanto ai familiari delle vittime innocenti delle Mafie le cui storie diventano faro d’impegno. È questa la giornata da cui partono quei percorsi che durano 365 giorni l’anno, che cambiano i luoghi e soprattutto i cuori». Per il Progetto Policoro era presente anche Donatella Salvati, animatrice di comunità della nostra diocesi: «Progetto Policoro e Libera condividono alcuni dei valori fondanti di una società libera ed etica, che mette al centro l’uomo e i suoi diritti e davanti agli occhi e nelle azioni il desiderio di riscatto e di legalità». Valentina Comiato era alla marcia con la sua associazione “Tutta n’ata storia”: «Abbiamo partecipato nella consapevolezza che ancora si muore. Nei nostri territori, tra ecomafia, clientelismo e sfruttamento, ci confrontiamo ogni giorno con le nuove armi della mafia moderna». Chiara Francese, paganese, ha detto: «Il 21 marzo il cuore si contrae ogni volta che viene pronunciato il nome di una vittima. La speranza è porre fine a quell’organizzazione criminosa, intrisa d’omertà e ingiustizia che da troppo tempo grava sul nostro Paese». Martina Nacchio

Foto di Ignazio Venosti, sezione “Miglior soggetto mariano”

Foto di Enza D’Angelo, vincitrice votazione su Facebook

RILANCIARE IL TERRITORIO ATTRAVERSO LA CULTURA

egli ultimi dieci anni, durante la Settimana in Albis, al piano terra di Palazzo Pinto si apre una stanzetta che guarda fisso l’ingresso del Santuario. Siamo a Pagani, dove l’ottava di Pasqua diventa nuova festa, per ringraziare e omaggiare la Madonna del Carmelo, detta delle Galline. In questa stanzetta prende vita e forma Ambress’…Am..press, un’associazione composta da 20 soci, in gran parte professionisti dell’impresa culturale, con il sogno di rilanciare il territorio attraverso la cultura. «Anni fa – racconta Gerardo Ferraioli, presidente dell’associazione – a Sarno organizzarono un contest fotografico per la tradizionale processione dei paputi. Era una buona idea per promuovere la tradizione». Nasce così il concorso Istantanee dalla Festa, giunto alla XI edizione, per premiare gli scatti più belli che raccontano la processione, le strade e i cortili di Pagani nei giorni della festa della Madonna delle Galline, poi esposti nella galleria fotografica di Palazzo Pinto.

«513 autori provenienti da 25 province, tra Italia, Francia e Germania, hanno posato il loro sguardo su Pagani. Il concorso diventa così occasione di rilancio culturale per la città, attraverso concerti, mostre, spettacoli. Il nodo centrale tuttavia è l’aspetto religioso». Molto ricca l’attività dell’associazione per festeggiare questi dieci anni di presenza sul territorio. Oltre alla presentazione del libro “Madonna delle Galline, istantanee dalla festa”, edito da Squilibri, lavoro importante per il quale è doveroso ringraziare l’Arciconfraternita della Madonna del Carmelo, l’associazione quest’anno ha presentato il documentario “L’Africano”, quasi totalmente autofinanziato, e lo spettacolo teatrale “Un re Franco”, entrambi dedicati a Franco Tiano, figura simbolo della cultura popolare. «Il nostro obiettivo è il rilancio culturale della nostra città» conclude Gerardo, con l’augurio che tutto l’Agro possa prendere coscienza dei tesori che possiede. Sofia Russo

È questo il sogno e l’impegno dell’associazione culturale Ambress’… Am..press, fondata da Gerardo Ferraioli e che opera da dieci anni a Pagani

Per info e contatti: www.ambressampress.com info@ambressampress.com FB Ambress Ampress

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di Andrea Pellegrino

ACCELERATA SULLE UNIVERSIADI SI È MESSA IN MOTO LA MACCHINA ORGANIZZATIVA PER L’ADEGUAMENTO DELLE STRUTTURE CHE OSPITERANNO LE COMPETIZIONI SPORTIVE UNIVERSITARIE

opo l’appello del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, arrivano i primi atti per le Universiadi. Dal Comune di Salerno c’è il via libera per l’adeguamento dello stadio Arechi, grazie ad un finanziamento di circa 3 milioni di euro, messo a disposizione dall’agenzia regionale, per il restyling dell’impianto. Ma anche nell’Agro nocerino, la macchina organizzativa si è messa in moto, con i primi atti all’esame dei rispettivi comuni. Visita della commissione, invece, ad Eboli, dove il primo cittadino Massimo Cariello ha tenuto – nelle settimane scorse – un sopralluogo con i tecnici dell’agenzia. Un primo passo, dopo lo stallo che si era verificato qualche mese fa, sbloccato poi dall’arrivo del commissario, indicato direttamente dal governo centrale ed accolto dallo stesso governatore Vincenzo De Luca. L’ulti-

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ma visita della commissione tecnica internazionale della Fisu (Federazione Internazionale dello Sport Universitario) risale ad inizio mese. I ventisette delegati sportivi nazionali ed internazionali hanno avuto modo di valutare i progetti di ristrutturazione ed effettuare i sopralluoghi negli impianti che ospiteranno le competizioni di pallavolo, nuoto (sia in piscina che di fondo), tiro con l’arco, judo, pallanuoto, calcio, vela, tennis, ginnastica artistica e ritmica. «Siamo a buon punto e siamo molto positivi – afferma il francese JeanPaul Clémençon, presidente della Commissione Tecnica Internazionale – abbiamo visitato circa 50 impianti, una vera ricchezza di Napoli e della Campania, che dimostra la grande voglia di sport di questo territorio. Di sicuro, ci sono dei lavori da fare, come per il Palavesuvio, ma questi in-

terventi sono normali e siamo stati rassicurati sulle tempistiche. Tutti gli impianti campani sono adatti ad ospitare le gare di un evento importante e complesso come l’Universiade, una manifestazione che necessita di una grande sincronizzazione tra tutte le aree funzionali. Da questo punto di vista, l’arrivo del commissario Latella è stato molto importante grazie all’ottimo lavoro svolto fino ad oggi. Fin dalla prima visita a Napoli, abbiamo collaborato e fatto squadra per intraprendere questo lungo cammino insieme e siamo sicuri che lo porteremo a termine». «Siamo fiduciosi – dichiara il commissario straordinario Luisa Latella – l’impegno del Governo testimonia l’importanza dell’evento non solo per la Campania ma per l’intero Paese. Stiamo lavorando alacremente, in sinergia con Cusi, Coni, Anac, Regione e Comune di Napoli».

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IL PEDIATRA RISPONDE

FISCO E TRIBUTI di Andrea Perrino*

Rubrica Fiscale e Tributaria a cura dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili del Tribunale di Nocera Inferiore

TEMPO DI DICHIARAZIONI… DEI REDDITI Siamo in piena campagna dichiarativa e moltissimi cittadini sono alle prese con la dichiarazione dei redditi 2018 riferita ai redditi 2017. Il sistema tributario italiano prevede che tutti i contribuenti che abbiano posseduto nel 2017 uno dei redditi indicati all’art. 6 del T.U.I.R. (redditi fondiari, di capitale, di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, di impresa, redditi diversi) sono obbligati a presentare la dichiarazione tramite 730 o modello Redditi. Tuttavia, anche chi è esonerato, può presentarla per recuperare spese detraibili o deducibili effettuate a nome del dichiarante o per conto di un familiare fiscalmente a carico. Di seguito alcuni casi esemplificativi. Chi può fare la dichiarazione dei redditi con il 730? I pensionati, lavoratori dipendenti pubblici e privati, percettori di cassa integrazione o mobilità, sacerdoti, giudici costituzionali, parlamentari e titolari di cariche pubbliche elettive, L.S.U. Chi deve presentare il modello Redditi (ex Unico)? Sono coloro che, tra l’altro, nel 2017 hanno prodotto redditi d’impresa, di partecipazione, di lavoro autonomo con partita IVA, redditi diversi che non possono essere dichiarati con il 730, se nel 2017 non si è stati residenti in Italia, se sono tenuti a presentare le dichiarazioni IVA, IRAP, IRES, 770, se la dichiarazione si presenta per conto di contribuenti deceduti, investimenti all’estero e attività estere di natura finanziaria. Le scadenze: dal 16 aprile l’Agenzia delle entrate rende disponibile il 730 precompilato; 9 luglio consegna del 730 ordinario al CAF o al professionista abilitato; 23 luglio conferma del 730 precompilato; 31 ottobre trasmissione modello Redditi 2018. Per chi utilizza il modello Redditi 2018: il 30 giugno è la prima scadenza per pagare le imposte senza maggiorazione; 16 luglio pagamento con maggiorazione dello 0,40 per cento; successivamente è obbligatorio il ravvedimento operoso.

* dottore commercialista in Angri

di Salvatore Guercio Nuzio*

Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

CELIACHIA

UNA DIAGNOSI NON SEMPRE FACILE Francesco, 12 anni, è sempre stanco ed ha un colorito pallido. Potrebbe trattarsi di celiachia? Anna Gentile signora, la celiachia o intolleranza al glutine è una patologia autoimmune in cui il sistema immunitario reagisce contro il glutine, una proteina contenuta nel grano, nell’orzo e in altri cereali. Se un bambino celiaco assume glutine con la dieta, il suo sistema immunitario innesca un’infiammazione della mucosa dell’intestino che danneggia i villi (proiezioni della mucosa) e quindi la funzione di assorbimento dei nutrienti. Le cause della celiachia sono in larga parte sconosciute. È certamente in gioco un’importante componente genetica. I sintomi tipici (a carico dell’apparato gastro-intestinale) generalmente insorgono nei primi 2 anni di vita: scarso appetito, diarrea cronica o stitichezza, vomito, dolore addominale, meteorismo intestinale, pallore cutaneo, calo ponderale e arresto della crescita. Esistono anche sintomi atipici, più frequenti oltre i 2 anni di vita: magrezza (raramente obesità), anemia da carenza di ferro o di vitamina B12 e folati, alto/basso numero di piastrine o basso numero di globuli bianchi nel sangue, debolezza, cefalea, irritabilità, dolori articolari e muscolari, rachitismo, alterazioni dello smalto dentario, afte al cavo orale, calazi ricorrenti, alopecia, steatosi epatica, aumento isolato delle transaminasi, pancreatite ricorrente, orticaria, disturbi del linguaggio o dell’apprendimento, ritardo puberale. A volte la celiachia si manifesta insieme ad altre malattie autoimmuni: epatite autoimmune, tiroidite autoimmune, psoriasi, vitiligine, diabete mellito e altre. La diagnosi viene generalmente fatta su base clinica e confermata da specifici esami di laboratorio. La biopsia intestinale viene oggi evitata nella maggioranza dei casi. L’unica cura consiste nell’eliminare completamente, e per tutta la vita, il glutine dalla dieta per garantire una progressiva e completa guarigione della mucosa intestinale. La malattia non può essere prevenuta ma è possibile la diagnosi precoce in soggetti ancora senza sintomi o con sintomi molto sfumati.

* Pediatra

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SALE IN ZUCCA di Raffaella Marciano*

SALE IN ZUCCA È UNO SPAZIO DEDICATO ALLA PERSONA E OFFRE CONSIGLI E RIFLESSIONI PER PRENDERSI CURA DI SÉ. CONCLUDIAMO QUESTO MESE IL VIAGGIO NEL MONDO DELLE EMOZIONI FACENDO TAPPA NELLE POZZE DEL DISGUSTO, PER CAPIRE E SUPERARE LA PAURA DEL DIVERSO

IL SENTIERO DALLE POZZE DISGUSTOSE Non l’odio, lo schifo ha insaziabilmente roso la mia vita! Friedrich Nietzsche La quinta emozione universale è il disgusto, con questa tappa abbiamo concluso il nostro viaggio alla scoperta delle emozioni primarie. Nella mia esperienza personale, sono stata particolarmente colpita dal disgusto perché è profondamente legato alla nostra evoluzione, umana e culturale. La funzione del disgusto è sempre stata molto importante per lo sviluppo e la sopravvivenza del genere umano, poiché ci ha permesso di allontanare cose o persone percepite come dannose, fisicamente e psicologicamente. Lo scopo è quello di evitare contaminazioni e malattie oppure persone con le quali non condividiamo valori o che reputiamo troppo diverse da noi. Gli studiosi Rozin e Fallon (1987) sottolineano quanto questa emozione sia connessa a tutto ciò che viene associato allo sporco, compresi i valori, i pensieri e le persone esterne che non corrispondono alle nostre abitudini. Inoltre, e forse questa è la componente più importante, con il disgusto l’individuo cerca di porre confini stabili, anche culturali, per controllare tutti gli elementi esterni considerati diversi, che possano incidere provocando malessere psicofisico (Miller, 1998). Pensiamo a ciò che proviamo verso i tanti profughi che arrivano in Italia, portando le loro radici e il loro modo di essere, a quanto desideriamo a volte allontanarli. È normale aver timore di ciò che non riconosciamo, e questo stato d’animo non va censurato ma deve essere compreso nelle sue dinamiche psicologiche: quando questo accade è come se cercassimo semplicemente di difenderci dalla paura stessa del diverso. Parto dalla convinzione che siamo capaci di adattarci ad ogni situazione e che solo affrontando e superando la paura del diverso possiamo realmente allargare i nostri limiti. *psicologa psicoterapeuta

Per info, scrivete alla mail dottoressa.marciano@gmail.com

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VITA NELL'AGRO Maurizio Casagrande con Mino Pepe

Dodi Battaglia con Giovanni Pepe

APPLAUSI A SCENA APERTA SI È CHIUSA CON SUCCESSO LA STAGIONE TEATRALE ORGANIZZATA DA AIRONE COMUNICAZIONE AL DIANA E AL SANT’ALFONSO. I FRATELLI GIOVANNI E MINO PEPE SONO GIÀ AL LAVORO PER IL PROSSIMO ANNO

ei mesi, due location, sette spettacoli attraverso cui si sono intrecciati gli universi del teatro, della musica e della comicità. Airone Comunicazione tira le somme della stagione teatrale da poco conclusa. Che sia stata un’esperienza straordinaria lo dicono gli apprezzamenti ricevuti dal pubblico, ma anche i dati, del tutto positivi ed in crescita rispetto all’anno scorso, a dispetto di un difficilissimo momento economico. Grande successo per la giovane società di produzione dell’Agro che, per il secondo anno consecutivo, ha incluso nel suo cartellone di eventi, due teatri: il Diana di Nocera Inferiore e il Sant’Alfonso di Pagani. Si dicono soddisfatti i fratelli Giovanni e Mino Pepe, che hanno confermato la formula vincente anche per quest’anno: nomi di grande successo, spettacoli di genere diverso e concentrati nei fine settimana. Eventi di qualità, premiati dal pubblico a

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suon di applausi, ma anche prezzi contenuti, che hanno assicurato un cartellone alla portata di tutti. La rassegna ha visto alternarsi sul palco dell’Auditorium di Pagani artisti del calibro di Dodi Battaglia, che per la prima volta ha tenuto un concerto in teatro, Gigi Finizio, Maurizio Casagrande, protagonista con la sua band di un viaggio nel tempo a suon di musica e risate, ed i Ditelo voi con l’esilarante “Horror Comedy”. Anche quest’anno spazio alla solidarietà con lo spettacolo di Michele Placido “Serata d’onore”, caratterizzato da un personale omaggio a sant’Alfonso Maria de Liguori, con la partecipazione del coro polifonico alfonsiano diretto dal maestro redentorista p. Paolo Saturno. Il ricavato della serata è stato destinato ai lavori per la sede della Onlus “Autismo Fuori dal Silenzio”. A Nocera Inferiore spazio a due icone del panorama musicale italiano: Maria Nazionale, con lo spettaco-

lo “Canto d’Autore”, e James Senese, guest star di “Animasona” spettacolo del gruppo Soul Six che ha debuttato al comunale nocerino. «Siamo soddisfatti del successo raggiunto – spiega Giovanni Pepe – non solo per l’incredibile affluenza di pubblico, ma anche perché l’obiettivo che c’eravamo prefissi si può considerare centrato: spettacoli accessibili a tutti. Inoltre siamo contenti per come la cultura del teatro sia nettamente cresciuta negli ultimi anni nell’Agro nocerino sarnese. Anche se si può e deve ancora migliorare. È questo l’ obiettivo per il prossimo anno. Bisogna sempre superarsi. Stiamo lavorando per ospitare nei teatri del territorio proposte artistiche di livello nazionale, e questo grazie anche al supporto e al contributo di numerose realtà locali e attività commerciali, senza le quali non sarebbe stato possibile realizzare tutto questo fino ad oggi».

BULLISMO E CYBERBULLISMO

La Regione ha istituito il comitato per la prevenzione e il contrasto dei due fenomeni Chiara Marciani

ontrastare le discriminazioni e tutelare l’integrità psico-fisica di bambini e giovani, anche nell’utilizzo degli strumenti informatici e della rete: sono gli obiettivi del comitato regionale per la lotta al bullismo ed al cyberbullismo istituito dalla Regione. La struttura è prevista dalla legge n.11 del 22 maggio 2017 (“Disposizioni per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo nella Regione Campania”), con cui l’amministrazione regionale si è dotata di uno strumento per diffondere la cultura della legalità e prevenire e contrastare episodi di violenza o di sopruso verso ragazzi considerati bersagli facili o incapaci di difendersi. Il comitato svolgerà diverse funzioni. Innanzitutto si occuperà di tracciare una mappatura del fenomeno, raccogliendo e aggiornando i dati provenienti dal territorio regionale. L’obiettivo è di predisporre un piano di

azione integrato per il contrasto e la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo e creare una sinergia tra tutti gli attori coinvolti, attraverso protocolli di collaborazione con gli enti statali, locali e con le istituzioni nonché convenzioni tra le scuole e le ASL. «Riconoscere il bullismo non è sempre facile – ha dichiarato Chiara Marciani, assessore regionale alla Formazione e alle Pari opportunità, che presiede l’organismo – soprattutto quando questo fenomeno si sviluppa in rete e attraverso il web. Con il comitato saranno avviate iniziative sinergiche e sarà messo in rete il lavoro già avviato per coinvolgere tutto il territorio regionale e ottenere risultati più efficaci; scuola, famiglia, associazioni ed istituzioni sono determinanti nella diffusione di un atteggiamento anche culturale che educhi al rispetto dell’altro e della diversità, al senso della comunità e della responsabilità collettiva».

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CULTURA a cura della redazione

L'ANGOLO DELLE RECENSIONI

di Mariarosaria Petti

La Chiesa che manca. I giovani, le donne e i laici nell’Evangelii gaudium Autore: Armando Matteo Editore: San Paolo Prezzo: € 12,00 Alla Chiesa italiana manca qualcosa. Anzi qualcuno: i giovani, le donne in età adulta, i laici responsabili. Il teologo Armando Matteo affronta i nodi della Evangelii gaudium: le nostre comunità sono poco abitabili. Per l’autore è necessario passare da una Chiesa che manca ad una Chiesa che serve.

Come se tu non fossi femmina. Appunti per crescere una figlia Autore: Annalisa Monfreda Editore: Mondadori Prezzo: € 16,00 Al difficile mestiere di genitori di figlie femmine, Annalisa Monfreda, direttrice di Donna Moderna, ha dedicato un libro, la storia di un viaggio che la giornalista ha fatto sola in auto con le due figlie verso la Croazia. Una “guida” da consegnare anche ai papà, senza dimenticare il dono più grande da fare ai propri figli: la libertà.

La linea Autore: Keri Smith Editore: Corraini Edizioni Prezzo: € 13,00 Dopo il successo di Distruggi questo diario, Keri Smith propone un nuovo ed originalissimo lavoro. Al lettore è chiesto di inforcare una matita e di seguire la sua linea. Un itinerario complesso e non scontato, che conduce ad una verità scomoda: la linea ha una propria vita e tocca a te vedere come andrà a finire.

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Alla ricerca di senso… Autore: Lino Picca Editore: Polis SA Edizioni Prezzo: € 16,00

Africa cambia profondamente la vita di Lino Picca, classe 1940, di Nocera Inferiore, che nel 2005 si reca in Etiopia per inaugurare “Il Centro dei diritti dei bambini G. Donato” di Quiha. Qui conosce Degmawi, il bambino disegnato in copertina, che l’anno dopo muore per AIDS. Un’esperienza che scatena nella testa del professore di filosofia mille domande che portano ad un unico grande interrogativo: qual è il senso della vita? Sempre attivo in politica e nel sindacato, dal 1961 al 1968 Picca è stato dirigente nazionale della Gioventù Cattolica, ricoprendo il ruolo di responsabile nazionale del Movimento aspiranti che, sotto la sua direzione, si avviò ad assumere la denominazione di Azione Cattolica Ragazzi. L’autore, attraverso nove colloqui di filosofia e altrettanti di teologia e spiritualità, tenuti tra il 2015 e il 2016 all’associazione “La Fucina”, presso il monastero di Sant’Anna di Nocera Inferiore, cerca di dare un contributo per la costruzione di un proprio “senso di vita”. Il ricavato della vendita sarà destinato al Centro inaugurato in Etiopia nel quale vengono ospitati con amorevole cura e seguiti nella loro educazione 160 bambini. Sofia Russo

APPUNTAMENTI CULTURALI

a cura di Martina Nacchio

Sagra a Marigliano. Si terrà il 12 e 13 maggio la IX edizione della sagra dello gnocco nel pigniatiello a Marigliano, all’interno dell’istituto Anselmi. I proventi della sagra saranno utilizzati per sostenere l’opera dei Missionari della Divina Redenzione. Mozart a Nocera. Ospiterà il Concorso internazionale musica Nocera, titolato “Mozart International Award 2018”, la città di Nocera Inferiore. La manifestazione, in programma dal 14 al 19 maggio, sarà ambientata in tre location: il Palacoscioni, il Convento di Sant’Andrea e il Castello del Parco Fienga. Promossa dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione Sant’Anna, l’evento è sotto la direzione artistica del maestro Pietro Sellitto. Giornate dei castelli. Due giornate dedicate alla scoperta dei castelli in tutta Italia il 19 e 20 maggio. In Campania eventi sono previsti al castello di Montesarchio a Benevento, alla biblioteca provinciale di Avellino, al borgo e al castello di Marziano Appio in provincia di Caserta, al Castel dell’Ovo a Napoli, alle mura di Sorrento, e al Castello di Agropoli e Castellabate.

Congresso sulla mozzarella. Il congresso internazionale di cucina d’autore “Le Strade della Mozzarella 2018” sarà di scena il 23 e 24 maggio presso il Savoy Beach Hotel di Paestum. Star della gastronomia italiana e mondiale si confronteranno sui temi dell’agroalimentare e della mozzarella di bufala Campana DOP.

IN SALA

di Donato D’Elia

aggio generalmente è il mese in cui le presenze in sala cominciano a diradarsi, quello in cui si cominciano a tirare le somme della lunga stagione iniziata a fine agosto. Ed è quindi più complicato trovare titoli di rilievo che possano fuoriuscire dalle grandi città ed arrivare anche nella nostra provincia. Per ovviare alla questione questa volta segnaleremo, presentandoli in maniera più breve, tre film, sperando che qualche esercente compiacente possa portarli qui da noi. Iniziamo da “Parigi a piedi nudi” di Dominique Abel e Fiona Gordon, in uscita il 17 maggio, stralunata commedia in bilico tra Jacques Tati (gran maestro del cinema comico francese, v’invitiamo a riscoprirlo) e Aki Kaurismäki (idem come sopra), che ci racconta di due sfigati protagonisti (interpretati dagli stessi registi, coppia anche nella vita) e un surreale inseguimento per le vie della capitale francese, tra senza tetto e anziani abbandonati a se stessi. Un modo di sorridere amaramente su temi drammaticamente attuali.

Sempre il 17 arriva lo spagnolo “Abracadabra” di Pablo Berger, commedia nera con tinte grottesche, un tipo di cinema che ha sempre trovato terreno fertile in terra iberica. Carlos (Antonio de la Torre) è un marito burbero e distante, che trascura la moglie Carmen (Maribel Verdù). L’incontro con un ipnotista dilettante permette all’anima vagante di un serial killer defunto di entrare nel suo corpo: killer sì, ma uomo gentile, premuroso, amorevole. Da qui equivoci, doppie personalità e tutto l’armamentario legato a una premessa narrativa di questo genere: diseguale, ma divertente. E chiudiamo con un capolavoro assoluto, senza timore di esagerare: arriva finalmente, il 24 maggio, dopo il passaggio in Concorso alla Mostra di Venezia della scorsa estate, “Mektoub, My Love: Canto uno” di Abdel Kechiche, già Palma d’Oro a Cannes con il suo precedente “La vita di Adele”. Le storie di Kechiche non hanno inizio e fine, sono un flusso, suadente, di gioventù e gioia di vivere. Imperdibile.

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CULTURA ARTE... RISCHI

di don Natalino Gentile

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO

di Salvatore Alfano

In foto, questo mese, un'interessante copia di reliquiari lignei ottocenteschi provenienti dalla Concattedrale di San Michele Arcangelo ad Episcopio di Sarno. I due oggetti, di fattura pressoché identica, contengono ancora frammenti ossei di Santi. Lo schema decorativo riporta un motivo a palmette e riccioli, mediato dal secolo precedente. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

Particolare di un reliquario in argento del XVIII sec.

LA LOCATION DELLE RELIQUIE

e c’è stato un campo artistico in cui l’oreficeria ha trionfato è stato certamente quello dei reliquiari. La questione è annessa direttamente al culto delle reliquie, alla devozione popolare per i resti veri o presunti dei santi protettori, a tutto un mondo che ora corre su eBay con tutti i suoi risvolti economici e pseudo religiosi.

E mettiamo in pace le coscienze. Ma non gli antiquari e i vari mercanti di arte religiosa che hanno fatto incetta di reliquiari di ogni tipo (argento, legno, cartapesta) depauperando le nostre chiese e gli antichi stiponi delle nostre sagrestie. Complice spesso l’anziano parroco allettato da un moderno confessionale o da un armadio nuovo per i paramenti. Oltre ai soliti furti di cui ci lamentiamo, sempre post factum!

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Foto Salvatore Alfano

Ma la Chiesa è stata sempre attenta, anche se non sempre un certificato può ritenersi autentico e, quindi, la reliquia attendibile. Pensate alle reliquie della croce del calvario, alle spine della corona, ai chiodi della crocifissione, al latte della Madonna, ai vari veli e perfino ai prepuzi dei santi Innocenti! È chiaro che il santo più “moderno” è, più le sue reliquie sono autentiche. Ma, come direbbe san Tommaso, per l’Eucaristia, praestet fides supplementum (supplisca la fede).

IN VERSI di mons. Giuseppe Giudice

VERGINE DELLA CASA Dopo un lungo viaggio sono dinanzi a te, Maria! Sulla strada di casa mi sono imbattuto in una tua immagine sbiadita in una edicola. Come ogni uomo errante e pellegrino torno dal lungo viaggio della vita e desidero andare verso casa. Non conosco il nome di quell’immagine ma so perché altri me lo hanno insegnato che tu, oltre al tuo mistero, prendi il nome del nostro tempo, dei nostri incontri, dei nostri ritorni e dei nostri rammarichi. Prendi il nome delle nostre strade polverose o trapunte di fiori e ci attendi ad ogni svolta, ad ogni crocicchio, ad ogni quadrivio o rotonda. Vergine del mese di maggio, Vergine della casa, Vergine delle strade che riportano a casa, Vergine del nostro tempo e dell’eterno: eccomi! Ascoltando l’eco delle preghiere di tanti e il profumo dei fiori di maggio, Tu ci accompagni a casa, perché ovunque sei Tu noi ci sentiamo a casa.

(Foto Salvatore Alfano)

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VISITA PASTORALE a cura della redazione

La Celebrazione Eucaristica con cui mons. Giudice ha iniziato la Visita Pastorale a Santa Maria delle Grazie, a Sarno

“SI È FERMATO A CASA NOSTRA” Dall’8 al 15 aprile, mons. Giudice ha incontrato i fedeli della parrocchia Santa Maria delle Grazie, che hanno vissuto con gioia la Visita del loro Pastore

l nostro amato Pastore si è “fermato” a casa nostra: dall’8 al 15 aprile, mons. Giuseppe Giudice ha visitato la nostra parrocchia, per imprimere un nuovo sigillo d’amore e di testimonianza. Ha toccato il cuore di tutti, bambini, adulti, anziani e operatori parrocchiali, lanciando ad ognuno un messaggio, per vivere e testimoniare, sempre più, Gesù nella propria vita. Ai bambini, prendendoli per mano e facendosi guidare dalle loro domande, ha parlato con semplicità di cuore e di stile, lasciando in loro un ricordo vivo e bello, tanto che, ancora oggi, chiedono: “Quando verrà di nuovo il Vescovo?”. Le persone anziane e gli ammalati hanno accolto il nostro Pastore con gioia, senza timore si

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sono aperti al dialogo, riconoscendo in lui quel Gesù che passava, toccava e guariva. Agli operatori parrocchiali ha ricordato che la Chiesa non è un “palcoscenico”, Gesù ci vuole umili, pazienti e misericordiosi. Un momento di grazia e di forte crescita spirituale, il cui sigillo è stato imposto dal sacramento della Confessione. Grazie Eccellenza! La parrocchia di Santa Maria delle Grazie è grata per lo spirito di Pastore del Vescovo Giuseppe, per il suo continuo ed instancabile testimoniare, perché si è fermato a casa mia, a casa della nostra comunità, spezzando il “Pane” e la “Parola”, per noi “Poveri” peccatori.

Ida Mareschi

Mons. Giudice con il gruppo dei cresimandi

Mons. Giudice con gli operatori parrocchiali di Santa Maria delle Grazie, a Sarno

UN VESCOVO TRA LA GENTE Dal 17 al 22 aprile, il vescovo Giuseppe ha visitato la comunità di Sant'Alfonso, a Sarno, incontrando bambini, ammalati e collaboratori parrocchiali

«S Mons. Giudice con don Salvatore Agovino visita la Scuola dell’infanzia “I giardini di infanzia”

Mons. Giudice battezza un bambino della parrocchia Santa Maria delle Grazie a Sarno

ignore dacci la pace, il pane e un povero». Così ha avuto inizio la Visita Pastorale di mons. Giuseppe Giudice presso la parrocchia S. Alfonso Maria de Liguori in Sarno. Accolto da una comunità gremita di persone, nonostante il mal tempo, il Vescovo ha fatto il suo ingresso martedì 17 aprile, con una Messa solenne. Il programma, preparato dal parroco don Carmine Cialdini e dai collaboratori parrocchiali, ha previsto un semplice ma gioioso incontro con il territorio, che – pur essendo al centro di Sarno – è molto vasto. Dal mercoledì pomeriggio, camminando per le strade della parrocchia, il nostro Pastore ha conosciuto le realtà che ne fanno parte. Ha visitato l’albergo per anziani “S. Rita” con le sue molteplici attività per chi affronta “l’autunno della vita”, ha conosciuto i suoi ospiti con la celebrazione della Messa e ha parlato con loro della struttura che li ospita e dello staff. Alla sera, mons. Giudice ha tenuto una catechesi ai collaboratori parrocchiali – entusiasti per la scelta del tema – sul Vangelo riguardante Zaccheo. «Quante volte ci affatichiamo per arrivare alla fine dei nostri impegni, quante volte ci sentiamo stanchi e non riconosciamo la gioia che è nel Risorto» ha detto il presule, sollecitando la riflessione degli operatori pastorali, troppo spesso presi dai così tanti MAGGIO 2018 INSIEME

VITA ECCLESIALE

Mons. Giudice con lo staff dell’albergo per anziani “S. Rita”

impegni da dimenticare la gioia di vivere in Cristo. Giovedì mattina, il vescovo Giuseppe ha incontrato il giudice di pace e il sindaco: entrambi hanno espresso il loro grazie a Sua Eccellenza per la visita, che dà un’impronta simbolica della cooperazione da vivere sul territorio. Più tardi gli alunni della Scuola d’infanzia e primaria di via Ticino hanno accolto mons. Giudice con un bel Laudato sii e tanti sorrisi. Tra le tante domande dei più piccoli, una in particolare ha destato la sua attenzione: “Come ha capito di voler prendere questa strada?”. Il Vescovo ha spiegato in parole semplici, che nella vita ci sono tante persone che ci guidano: la famiglia, la scuola, gli amici e anche la Chiesa. Proprio la Chiesa ha guidato il futuro del Vescovo, che ha poi incontrato gli ammalati della comunità, portando conforto in diverse situazioni non facili. Il programma ha poi contemplato l’incontro con cresimandi e nubendi insieme ai loro preparatori, venerdì sera. Sabato pomeriggio invece tutti i ragazzi dell’Azione Cattolica e del catechismo hanno ammirato la passione e la dedizione alla vita di fede del Vescovo Giuseppe, che in serata ha impartito il sacramento della Confermazione ai 43 cresimandi, tra giovanissimi, giovani e adulti, mettendo al centro dell’omelia Cristo come “pietra d’angolo”, simbolo delle fondamenta della vita cristiana di ciascuno. Domenica mattina, mons. Giudice ha salutato la comunità di S. Alfonso con gioia e serenità, con lo sguardo di un Padre orgoglioso dei suoi figli.

Dora Robustelli

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Mons. Giudice con don Carmine Cialdini e il gruppo dei ministranti della parrocchia

Mons. Giudice con don Carmine Cialdini, il sindaco di Sarno Giuseppe Canfora e il giudice di pace

I PROSSIMI APPUNTAMENTI DELLA VISITA PASTORALE LA SCHEDA PARROCCHIA SANTA MARIA DELLA FOCE Viale Santa Maria della Foce, 13 – Sarno Parroco: fra Francesco Maria Rea Abitanti: 2000 VISITA IN PROGRAMMA DAL 14 AL 20 MAGGIO Attività: catechismo dalla prima alla quarta elementare; corsi in preparazione al sacramento del Battesimo, Cresima e Matrimonio; cammino di catechesi mensile per gli operatori parrocchiali e per quanti frequentano il Santuario; confessioni e direzione spirituale con l’aiuto e il supporto della comunità dei frati sacerdoti; per alcuni anni è stata avviata attività di oratorio adulti e giovani con l’ANSPI; GIFRA; Terz’ordine francescano. La parrocchia è legata al convento dei frati minori francescani. La fraternità è così composta: fra Martino del Mastro, guardiano; fra Francesco Maria Rea,

parroco; fra Gianluca Sciarillo, vice parroco e maestro dei frati studenti; fra Manlio di Franco, economo e cappellano dell’ospedale “Martiri del Villa Malta”; fra Maurizio Albano, aiuto cappellano ospedaliero; fra Teodosio Mosca, cronista e parroco storico di Foce. Attualmente ci sono cinque frati studenti in filosofia e teologia, frequentano i corsi presso il seminario di Salerno. Sono impegnati nelle attività della casa, nella guida dei gruppi e nelle attività pastorali e vocazionali della provincia francescana.

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

IL PRIMO VESCOVO DI NOCERA San Prisco, festeggiato il 9 maggio e patrono di Nocera, attraverso i suoi 53 successori, raggiunge il nostro vescovo Giuseppe

«Forte sacrata dies illuxerat illa beati natalem Prisci referens, quem et Nola celebrat quamvis ille alia nucerinus Episcopus Urbe sederit» (Paolino di Nola, Carme XIX, vv. 515-518)

n normale episodio di cronaca nera: una croce gemmata rubata dalla Cattedrale di Nola, un ladro acciuffato, il giudizio del vescovo Paolino. E tutto questo nel giorno della festa di san Prisco, vescovo di Nocera. Correva l’anno 409. Forte. Avverbio latino che normalmente traduciamo per caso, ma piace invece tradurlo fortunatamente, perché per noi Nocerini quel giorno di cui parla Paolino è una delle prove “archeologiche” più sicure sulla identità di Prisco. Retrodatando la devozione e la festa del Santo, almeno di mezzo secolo, arriviamo al 350. E non è poco per una Diocesi avere una storia così lunga. Perché di lì parte quel processo di evangelizzazione che ci raggiunge in pieno secolo XXI. Il resto, purtroppo, è un florilegio che ha il profumo di delicate leggende che ci dice con quanto amore il Pastore è ricordato dai suoi fedeli e quali metamorfosi, dettate dal cuore, ha trasformato il Vescovo in taumaturgo. Ed ecco la famosa vasca che da semplice elemento termale è diventata il simbolo di un lungo viaggio a dir poco rocambolesco da Roma a Nocera, trainata da due vaccarelle. Ed ammirando nel cappellone dell’Arciconfraternita del Rosario il Paradiso dei Solimena, non possiamo non notare il nostro Santo con i carboni ardenti che non bruciano il mantello in cui li raccoglie, in una fredda giornata d’inverno; guardiamo il busto d’argento che,

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solenne e ieratico, benedice la città non solo nella rappresentazione plastica ma soprattutto nella solenne processione che lo riporta nella sua Nuceria. Le nostre radici stanno proprio lì, in quella mano benedicente, in quel baculum pastorale che indica il cammino, in quel volto di saggio profeta biblico che parla di Dio e delle cose di Dio ancora oggi ad una società distratta e confusa. Prisco, un nome che molti hanno inteso come antico e quindi come primo di una serie che dal IV secolo, attraverso i suoi 53 successori, raggiunge il nostro vescovo Giuseppe. Forse saranno insufficienti gli scavi archeologici, effettuati nella Cattedrale qualche anno fa, evidenzianti strutture medievali; forse non tutti sono soddisfatti delle indagini anatomiche sui resti conservati nello splendido sarcofago strigilato dell’area sepolcrale, nel 1964; qualcosa in più è stato detto nella recentissima ricognizione canonica del corpo del Santo e delle sue due sorelle, Marzia e Marina. Non siamo bollandisti distruttori, né creduloni ad oltranza; ci basiamo sulla grande Tradizione e su quanto ci hanno trasmesso i nostri Padri: ab immemorabili Prisco, anzi san Prisco, è qui! Natalino Gentile

Foto Salvatore Alfano

QUESTO MESE GLI ABBONATI DI INSIEME RICEVERANNO IN REGALO LA PUBBLICAZIONE “LE MERAVIGLIE DEL MUSEO DIOCESANO”

redici opere di elevato valore artistico e culturale, tutte conservate nel museo diocesano di San Prisco, sono state raccolte in una elegante e agile pubblicazione. Chi visita per la prima volta il museo, attraverso le diverse sale con le splendide vetrine allestite, ne resta affascinato. «Rappresenta in modo plastico e narrativo il tessuto del nostro territorio diocesano dell’Agro nocerino-sarnese, perché la maggior parte delle opere esposte raccontano la storia della nostra gente», scrive don Natalino Gentile. E dalle parrocchie provengono le opere più importanti, 13 delle quali sono state raccolte nella pubblicazione “Le meraviglie del museo diocesano”. Ogni opera, fotografata da Salvatore Alfano, è accompagnata da una scheda tecnica curata da don Natalino Gentile, Antonio Braca e Teobaldo Fortunato. Tra di esse, spiccano per importanza gli argenti lavorati dai maestri napoletani, e alcune tele. Notevoli anche le raccolte di paramenti sacri e alcune sculture lignee di soggetti religiosi.

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I ragazzi seguiti al Buon Samaritano pranzano insieme

I volontari del Buon Samaritano, centro diurno per ragazzi, una delle opere premiate da "IfeelCUD"

La CEI realizza il tuo sogno parrocchiale

na fattoria multifunzionale sociale, in cui persone italiane e straniere, in grave stato di emarginazione, possono impegnarsi in attività socio-lavorative nella parrocchia di San Lazzaro a Lecce; percorsi di formazione gratuiti dei mestieri artigianali e guida alla costituzione di una cooperativa a Roma nella comunità del Gesù Divin Salvatore; una struttura di prima accoglienza a disposizione dei senzatetto italiani o stranieri in cui ci si possa lavare, vestire, nutrire nella parrocchia di San Francesco di Paola a Scafati. C’erano una volta i sogni di tre parrocchie italiane divenuti realtà grazie al concorso “TuttixTutti”, promosso dalla CEI. Ormai dal 2011 la Chiesa Cattolica offre la preziosa opportunità alle comunità parrocchiali di concretizzare un’idea che abbia al centro il prossimo. Circa cinquanta i sogni già realizzati in questo percorso. Prima con il nome di “IfeelCUD” poi con quello “TuttixTutti”, il concorso nazionale sostiene con contributi economici i dieci progetti sociali più meritevoli. Un cammino, quello intrapreso dalla CEI, che ha disseminato il territorio nazionale di nuovi fiori sbocciati. Tra le diocesi premiate in questo prospero percorso anche la nostra, che nel 2011 e 2012 è risultata tra i vincitori grazie ai progetti presentati

È nel pieno svolgimento l’ottava edizione del concorso “TuttixTutti” della CEI. Partecipare per le parrocchie è ancora possibile. In palio ricchi premi per la realizzazione del progetto sociale di comunità

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dalle parrocchie di San Giovanni Battista di Nocera Superiore e Santa Maria del Presepe di Nocera Inferiore. L’ottava edizione è partita lo scorso febbraio, ma partecipare è ancora possibile. Le dieci comunità vincitrici saranno beneficiarie di un contributo compreso tra i mille e i quindicimila euro. Per prendere parte al concorso, oltre a scrivere un progetto che abbia finalità sociali, è richiesta l’organizzazione di un incontro formativo in parrocchia sul sostegno economico alla Chiesa cattolica. Le comunità potranno realizzarlo exnovo entro il 31 maggio o tener conto di un evento già avuto nel periodo che va da giugno 2017 a febbraio 2018. A progettare dovranno essere soprattutto i giovani, anima delle comunità. Anche solo promuovendo il momento di formazione sulle tematiche di Sovvenire, dell’8xmille, del sostentamento clero si potrà essere beneficiari di un rimborso spese che oscilla tra i cinquecento e i mille e cinquecento euro, a prescindere dall’esito del concorso. La chiusura dei termini per caricare tutto il materiale è la mezzanotte del 31 maggio. La proclamazione dei progetti vincitori avverrà sul sito di “TuttixTutti” il prossimo 30 giugno. Martina Nacchio

I seminaristi nella parrocchia di San Giovanni Battista a Striano, insieme a don Michele Fusco

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ammi un cuore che ascolta” non è semplicemente uno slogan ma la preghiera che si è innalzata forte dalla nostra Chiesa diocesana che, in comunione con tutta la Chiesa universale, ha celebrato lo scorso 22 aprile la 55esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Protagonista di questo momento di grazia è stata la forania di San Valentino Torio e, in particolare, la parrocchia di San Giovanni Battista in Striano. Qui, lo scorso 21 aprile, noi seminaristi ci siamo ritrovati insieme a consacrati, laici e tanti giovani per una veglia di preghiera per le vocazioni. Un momento impreziosito dalla presenza di alcuni testimoni che sperimentano ogni giorno quanto sia bello rispondere alla propria vocazione particolare. Carmela e Gennaro, che stanno per diventare mamma e papà, hanno scoperto la vocazione al matrimonio grazie al cammino nella Fra-

Suor Giulia Alberoni

Dammi un cuore che ascolta ternità di Emmaus; suor Giulia Alberoni, Alcantarina di Nocera Superiore, originaria di Bologna, con il suo sorriso luminoso ci ha parlato della gioia della vocazione che dona pienezza alla vita; don Andrea Amato ci ha fatto scoprire l’amore intimo, concreto e incarnato che ogni sacerdote è chiamato a vivere con il “Suo Signore”. Davvero un momento di grazia che siamo certi non mancherà di portare frutto. Il giorno seguente l’annuncio vocazionale dei seminaristi ha raggiunto tutte le parrocchie della Forania e si è concluso, di nuovo a Striano, domenica 29 aprile. Accolti dal calore della comunità e dal parroco, don Michele Fusco, abbiamo condiviso la mensa, non solo quella eucaristica! A Cristo Buon Pastore affidiamo quanto seminato in queste esperienze missionarie che si concluderanno nella Forania di Sarno, dal 25 al 27 maggio. Sem. Fabio Senatore

La Diocesi in preghiera per le vocazioni

NOVITÀ PRISCUS

Rinnovato per il prossimo triennio il consiglio d’amministrazione della Priscus società cooperativa. Con l’approvazione del bilancio 2017 era prevista la decadenza delle cariche, il Vescovo ha però deciso di continuare a dare fiducia al vertice della cooperativa diocesana. Restano dunque in carica la presidente Agnese Senatore e i consiglieri don Ciro Galisi, Salvatore Alfano, Pierangela Cascone e Mariarosaria Petti.

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VITA ECCLESIALE

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI EVVIVA SAN PRISCO

Il Vescovo presiede le celebrazioni in onore del santo patrono della Diocesi. Mercoledì 9 maggio alle ore 10.30 presiede il Pontificale in Cattedrale, mentre alle ore 18.00 la processione solenne.

CON IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE

In occasione della 52esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, il Vescovo partecipa alle iniziative in programma per il Premio Euanghelion negli spazi dell’oratorio San Domenico Savio di Nocera Inferiore. Giovedì 10 maggio, dalle ore 16.00, incon-

tra i bambini del catechismo che hanno partecipato al concorso “Fake news nel Vangelo”; venerdì 11 interviene alla tavola rotonda con Bruno Mastroianni, Vera Gheno e Gennaro Avallone.

IN VISITA

Dal 29 aprile al 5 maggio il Vescovo è in Visita Pastorale alla parrocchia Sant’Alfredo di Sarno, dal 14 al 20 maggio alla parrocchia Santa Maria della Foce, a Sarno.

CON I GIOVANI

Il 13 maggio il Vescovo presiede la Santa Messa a conclusione della pedalata organizzata dal Servi-

zio di Pastorale giovanile dalla Diocesi verso il santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Il 26 maggio, alle ore 20.00, il Vescovo interviene alla festa per i 150 anni dell’Azione cattolica che si tiene all’interno della villa comunale di San Marzano sul Sarno.

CON I VESCOVI

Il 14 maggio, alle ore 10.00, il Vescovo partecipa all’incontro presso il seminario di Salerno della Metropolia di Salerno. Dal 21 al 24 maggio il Vescovo è a Roma per la riunione dell’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. Il 4 e 5 giu-

INVOCARE LO SPIRITO Il 19 maggio, alle ore 20.30, il Vescovo presiede la Veglia di Pentecoste all’interno del Battistero di Santa Maria Maggiore, a Nocera Superiore.

gno il Vescovo partecipa alla riunione della Conferenza episcopale campana a Mugnano del Cardinale.

CORPUS DOMINI

Il 3 giugno il Vescovo presiede la Santa Messa e la processione del Corpus Domini nella città di Angri. Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

OFFERTE PER I NOSTRI SACERDOTI per te una scelta per molti una speranza

ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO CLERO Presidente prof. Felice Cajazzo

c.c.p. 13407846 Via Vescovado, 4 - 84014 Nocera Inferiore - t. 081 517 92 30 - idscnocerasarno@gmail.com

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti I partecipanti alla giornata di fraternità a Serino

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

UN TRIDUO PASQUALE ALL’INSEGNA DELLA NOVITÀ

O Santa Maria dei Bagni Scafati

COME FOGLIE DI UN SOLO ALBERO

l 18 marzo i ragazzi della Gi.Fra di Scafati hanno vissuto una giornata di fraternità presso il convento di Serino. Ci siamo incontrati in piazza, ciascuno con un vassoio. Un gesto che preannunciava il desiderio di stare insieme. Nonostante il freddo e la pioggia, i cuori erano riscaldati dall’amicizia e dalla fraternità. Appena arrivati, abbiamo partecipato alla Santa Messa. Nel pomeriggio c’è stato un momento di formazione, tenuto da fra Giuseppe, che ha ribadito la frase che ci ha accompagnati per tutti la giornata: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”, e ci ha permesso di riflettere sul rapporto con gli altri e sulla vita di fraternità. Dopo un momento di condivisione ci è stata consegnata una foglia, dove era scritto il nostro nome, da attaccare su un albero. Un segno per capire che ognuno di noi è parte di una grande famiglia. Carmen Pignataro

gni anno il Triduo Pasquale è sempre intenso e diverso. Per lo stato d’animo, per circostanze mai uguali tra loro. Così è accaduto che p. Massimo e la comunità parrocchiale tutta, anche per il semplice desiderio di migliorare e crescere nella fede – fine ultimo di ogni scelta organizzativa – ha voluto un altare della Reposizione per il Giovedì Santo molto semplice, illuminatissimo e con drappi bianchi, con al centro i segni della salvezza: la croce, il mantello rosso e la corona di spine. Il giorno del silenzio, un itinerario diverso, forse più lungo, per accompagnare Gesù al Sepolcro in cui “nessuno mai era stato deposto”, percorrendo le strade secondarie che si immettono nel centro storico. Infine, lo sguardo perso ed impaurito, mosso dalla croce al Cielo, nel sabato notte, si è riempito della gioia del Risorto. Livia Rossi

L’altare della Reposizione

Ordine Francescano Secolare

IN CARCERE, INSIEME AI PIÙ FRAGILI

I La visita all’Istituto Penitenziario di Airola

l 17 marzo la fraternità ha fatto visita ai ragazzi ospiti dell’Istituto Penitenziario di Airola. Sapevamo che ci aspettavano gli occhi di ragazzi, nostri figli, che stanno pagando per i loro sbagli. Giovani fragili, resi deboli dalla natura, dalla famiglia, dalle condizioni sociali. Abbiamo partecipato alla Messa insieme, le parole del Vangelo e del sacerdote ci hanno fatto riflettere sul valore della perdita della vita e sulla resurrezione: anche per questi figli, che hanno toccato il fondo, è possibile rinascere! Abbiamo cantato “ogni uomo semplice porta in cuore un sogno, con fatica ed umiltà saprà costruirlo”, con la speranza e l’augurio che ognuno di quei ragazzi sappia e possa costruire il proprio. O.F.S. Nocera Sant’Antonio

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Movimento dei Focolari

RAGAZZI PER L’UNITÀ IN AZIONE

U I bambini indossano la croce donata da don Domenico Cinque

San Prisco Nocera Inferiore

UNA CROCE SPECIALE

omenica 18 marzo, il parroco, mons. Domenico Cinque, ha consegnato ai bambini che quest’anno riceveranno il sacramento dell’Eucarestia una croce da indossare quel giorno sulla veste battesimale. In occasione del quinto anno di pontificato di papa Francesco, la croce donata ai bambini è proprio la riproduzione di quella indossata e scelta dal Pontefice. Un gesto simbolico, come ha spiegato il parroco durante l’omelia, che indica la presenza del Signore nella nostra vita, in special modo quando si devono affrontare “le croci quotidiane”. Una celebrazione che ha visto protagonisti i bambini, molto emozionati, e anche i papà, che hanno ricevuto una benedizione speciale e un dono: un rosario benedetto, da portare e recitare in qualunque momento. Il parroco e le catechiste accompagnano questi bambini al sacramento della Riconciliazione e al primo incontro con Gesù Eucarestia, che avverrà nei prossimi mesi. Con l’augurio che possano vivere questi sacramenti con gioia, serenità e con il cuore colmo della Grazia di Cristo.

Don Mimmo e le catechiste

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n gruppo di ragazzi e ragazze di Nocera Inferiore ha vissuto un’esperienza di fraternità samaritana. Dopo la prima giornata mondiale dei poveri, indetta da papa Francesco, che ha trovato una pronta adesione dei “Ragazzi per l’Unità” del Movimento dei Focolari, i giovani si sono cimentati nuovamente, l’11 marzo, nella raccolta di generi alimentari, davanti al supermercato Todis di via Grimaldi di Nocera Inferiore, a favore dei ragazzi del Centro Buon Samaritano della cittadina dell’Agro. Una struttura che si regge grazie alla solidarietà e alla carità di tanti. A distanza di 10 anni dalla morte di Chiara Lubich è parso loro di esprimere concretamente un ricordo, che si fa fraternità e mondo nuovo. «È un’esperienza che vogliamo continuare» hanno affermato i ragazzi. È bello ricordare il loro impegno dello scorso luglio, con l’operazione “Hombre Mundo”. Insieme ad altri giovani della regione Campania hanno ripulito la collina di Sant’Andrea, hanno visitato i bambini del reparto di neonatologia e hanno tinteggiato il muretto di cinta della parrocchia San Giovanni Battista. Momenti di luce e di speranza.

Cynthiachiara Gambardella

La raccolta di generi alimentari

Taglio del nastro, col sindaco Carmine Pagano, il nuovo proprietario Aniello Napolitano ed il parroco don Natalino Gentile

Interno del chiostro ristrutturato

Santa Maria Addolorata San Potito di Roccapiemonte

O TEMPORA, O MORES!

embra quasi la parabola della vita umana e la traiettoria di un’esistenza, dalla nascita alla conclusione. Le persone come le strutture: è la storia naturale di tante situazioni che il tempo travolge, le circostanze modificano e l’uomo conferma. Quando nel lontano 1893 suor Maria Consiglia, fondatrice delle Suore Serve dell’Addolorata, pensò di dotare il nuovo istituto di una bella struttura settecentesca, certamente non poteva immaginare che a distanza di 150 anni l’edificio avrebbe cambiato destinazione. Ai vagiti di tante neonate (alcune di pochi mesi) ricoverate in questo Convento orfanotrofio, attraverso l’evolversi delle vicende umane, si sarebbero sostituite le voci degli anziani ricoverati. È proprio vero che la nostra società invecchia se nascono queste strutture (e nello spazio di cento metri ne abbiamo due!); ci consola però il rispetto che si ha della vita, specie nella sua parte terminale. Allora ben venga la nuova casa di riposo Domus de Maria, inaugurata appena il 15 aprile. Auguriamo al nuovo gestore, Aniello Napolitano, di essere all’altezza non solo con le nuove tecnologie di assistenza e di cura ma di metterci – perché no – anche il cuore con un tocco musicale. Altrimenti che significato avrebbe quella chiave di violino nel logo? Don Natalino Gentile

FOTONOTIZIA

L’11 maggio, alle ore 20.30 presso l’Auditorium S. Alfonso a Pagani, si rinnova l’appuntamento con “Carmen Vitae”, il concerto preghiera promosso dall’Associazione Oasi Onlus in collaborazione con la parrocchia San Sisto II. Il ricavato sarà devoluto alle attività di sostegno e assistenza dell’associazione al piccolo paziente oncologico ed ematologico dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.

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NEWS DALLE PARROCCHIE Il convegno in memoria di padre Franco Scigliuzzo

Sant’Alfonso Pagani

PADRE SCIGLIUZZO, L’IMMORTALITÀ DELLA TESTIMONIANZA

ono trascorsi cinquant’anni dalla sua morte, ma nessuno di quei ragazzi, oggi con i capelli bianchi, ha dimenticato padre Franco Scigliuzzo. Fu uno spirito rivoluzionario, che portò rinnovamento all’interno della famiglia dei redentoristi. Non aveva neppure trent’anni don Franco quando negli anni '60 mise insieme circa novanta ragazzi e ragazze nella stessa associazione, fondando la Gioventù Alfonsiana Paganese. In poco più di un anno suscitò un entusiasmo indicibile tra i giovani che gli erano affidati, che si impegnarono in iniziative come il doposcuola sociale, gli aiuti alle famiglie indigenti, la pubblicazione di un giornalino, oltre che ad incontri spirituali. Quei

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giovani allora neppure maggiorenni, oggi quasi tutti professionisti in pensione, nel cinquantesimo anniversario della sua morte hanno ricordato il sacerdote che morì a soli 28 anni in un tragico incidente stradale. Sabato 7 aprile, oltre alla messa in suo suffragio, si è svolta una mattinata in sua memoria all’interno dell’auditorium della basilica in cui i ragazzi della G.A.P. lo hanno ricordato. Altri eventi seguiranno, tra cui l’apposizione di un cippo di marmo in suo ricordo in piazza S. Alfonso, prevista il 12 maggio, opere sociali e la pubblicazione di un volume in cui è stato raccolto materiale fotografico ed esperienziale su padre Franco. Martina Nacchio

La statua di S. Anna restaurata

Sant’Anna Nocera Inferiore

GRANDE GIOIA PER IL RESTAURO DELLA STATUA DI S. ANNA

a comunità di Sant’Anna di Fiano, lo scorso 17 marzo, ha celebrato con grande gioia da parte di tutti i fedeli il ritorno della statua della Patrona, S. Anna, che ha avuto bisogno di un lungo e radicale restauro. Realizzata in cartapesta, forse all’inizio del 1900, l’opera si era sbriciolata. È stata necessaria un’azione di consolidamento totale. Il restauro è stato realizzato dal Centro d’Arte “Il Gabbiano” di Sarno, grazie al lavoro del maestro Salvatore Squillante, coadiuvato per la parte pittorica dalla sua collaboratrice Rosa Corrado. Per l’occasione, si è tenuto un piccolo ma significativo convegno, con il parroco, mons. Mario Ceneri, che ha ringraziato i collaboratori parrocchiali e

i numerosi fedeli presenti per il contributo offerto per finanziare il restauro. Hanno partecipato con i loro interventi: Ludovica Squillante, che ha illustrato le fasi del restauro; Carmela Milone, responsabile de “Il Gabbiano”; Giuseppe Canfora, presidente della Provincia, Maria Giuseppa Vigorito, dirigente scolastica del Liceo Artistico “A. Galizia”; Federica Fortino, assessore alle Politiche Giovanili e Culturale di Nocera Inferiore. Erano inoltre presenti Enzo Salerno, assessore alla Cultura di Sarno e Gennaro Della Mura, consigliere comunale di Nocera Inferiore. La comunità di Fiano ora si prepara a celebrare la festa di S. Anna, sua Patrona celeste.

Loredana Santonicola

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SARà SARà UN UN SUCCESSO SUCCESSO PER PER TUTTI. TUTTI.

CONCORSO

PER LE PARROCCHIE CONCORSO PER LE PARROCCHIE

2018 2018

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Santa Maria del Ponte Roccapiemonte

TRAPIANTO DI ORGANI: LA TESTIMONIANZA DI UN DONO RICEVUTO

«Q

uanta tenerezza ho visto, quante cose belle accadere nelle disgrazie, forse è lì che si tocca con mano la vera essenza della vita ed io sono stato fortunato a viverla, toccarla, farla mia. Dico sempre che siamo privilegiati, abbiamo conosciuto l’amore vero, l’amore che ti entra dentro per non uscirne mai più». Così scrive Alfonso Ferraioli nel suo lavoro autobiografico Il dono, chi salva una vita salva il mondo intero, presentato lunedì 16 aprile nella chiesa di Santa Maria del Ponte. L’autore racconta la sua esperienza di trapiantato, un percorso di fede e di speranza, di luci e di tenebre. Nel testo si intrecciano tante storie e tante vite, di chi ce la fa, di chi – nel momento di dolore più grande – compie il gesto nobile della donazione e di chi, da medico, vive accanto ai pazienti. Un libro testimonianza il cui obiettivo è quello di sensibilizzare le coscienze sulla donazione degli organi. Oggi purtroppo in Italia quei “doni” a cui Ferraioli fa riferimento, sono sempre troppo pochi e le liste di attesa sempre più lunghe. Un libro per risvegliare le coscienze e soprattutto per accendere il dibattito su di un argomento scomodo, che fa ancora tanta paura. Luisa Trezza

FOTONOTIZIA

La tematica del tradizionale luogo della reposizione di questo Giovedì Santo 2018, nella parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli in Angri, è stata il deserto. Da alcuni anni la parrocchia invita un artista per dare forma all'Altare, quest'anno è stato il fotografo Salvatore Alfano ad intervenire con una gigantografia di bambini africani. Per il parroco, don Luigi La Mura, alle memorie bibliche in merito al deserto si congiungono, oggi, non solo gli esodi di popoli, che sognando libertà, pace e benessere, l’attraversano, ma anche i deserti interiori del nostro vivere.

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

AUGURI SPECIALI:

Il 9 aprile, alle 23.00, è nata Carmen Pisapia. Tanti auguri alla piccola, a papà Lucio e a mamma Rosa Croce, dai nonni Saverio e Matilde e da zia Enrica. Cinquant’anni vissuti fianco a fianco, nel rispetto e nella dedizione, costruendo basi solide per la loro famiglia. Buone nozze d’oro a Francesco Nacchio e Maria Ruggiero, che il 29 aprile hanno rinnovato il loro sì davanti a Dio nella chiesa di San Francesco di Paola a Pagani. Auguri da tutta la famiglia Nacchio Auguri agli sposi Daniele D’Angelo e Rosa Attanasio, che hanno pronunciato il loro “sì” lo scorso 23 aprile. Alla nuova famiglia, auguriamo di costruire la casa sulla roccia. Auguri!

Tanti auguri zia Lina per il tuo onomastico! Per me sei come una nonna-bis, sempre pronta a coccolarmi e a giocare con me. Ti voglio tanto tanto bene! Tuo nipote Emanuele Il 13 maggio, il nostro amico e collaboratore Mariano Rotondo e sua moglie Maria Grazia Bonagura festeggiano il settimo anniversario di matrimonio. Vi auguriamo con tutto il cuore che nella vostra famiglia tutto avvenga come nel mondo della matematica: i dolori sottratti, le gioie addizionate, l’amore moltiplicato. Auguri a Dimitar e Rachele che lo scorso 9 aprile si sono uniti in matrimonio nella Chiesa del convento di Sant’Andrea di Nocera Inferiore. Ai due piccioncini gli auguri di mamma Emilia Longobardi.

AUGURI DI BUON COMPLEANNO Padre Michele Floriano compie 59 anni, l’8 maggio; mons. Carmine Citarella festeggia 58 anni, il 14 maggio; mons. Domenico Cinque spegne 51 candeline, il 19 maggio; don Domenico D’Ambrosi compie 65 anni, il 20 maggio. Siate sempre gioiosi annunciatori del Vangelo. Auguri!

BUON ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE PRESBITERALE A:

mons. Carmine Citarella, il 3 maggio; don Romualdo Calcìde, il 14 maggio; don Antonio Adinolfi, il 27 maggio. Il vostro sì a Cristo possa rinnovarsi ogni giorno, nella preghiera e nel servizio al prossimo. Auguri!

DIOCESI IN FESTA

Il 13 maggio ricorre il settimo anniversario di ordinazione episcopale di mons. Giuseppe Giudice. Quest’anno i giovani della Diocesi festeggiano il loro Pastore a Pompei, con la Celebrazione eucaristica dopo la pedalata-pellegrinaggio. L’entusiasmo dei giovani possa far gioire il cuore del vescovo Giuseppe, che con il suo ministero guida con amore la nostra Chiesa locale.

BUON COMPLEANNO AI REFERENTI

Rosa Confessore (S. Teodoro, Sarno) festeggia il compleanno il 4 maggio; Salvatore Scalogna (S. M. dei Bagni, Scafati) compie gli anni il 21 maggio. Ai nostri operatori della cultura e della comunicazione, i migliori auguri per un futuro radioso.

REDAZIONE IN FESTA

Il 5 maggio Salvatore Alfano e Maria Luisa Franco festeggiano il compleanno. A voi, preziosi amici, che ci donate creatività e cura materna ogni giorno, auguriamo di realizzare i vostri sogni e progetti. Ci troverete sempre accanto, a gioire con voi. La redazione di Insieme

A papà Achille e mamma Rosa che il 20 maggio festeggiano 39 anni di matrimonio, gli auguri di un felice anniversario da parte dei loro figli. Il Signore ricolmi della sua grazia la vostra unione ancora per tanti anni. Auguri! MAGGIO 2018 INSIEME

IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete La processione dei Paputi La processione della Domenica delle Palme

IN ATTESA DELLA RESURREZIONE L’INTENSO TRIDUO PASQUALE DELLE PARROCCHIE DEL CENTRO SARNO

e Parrocchie del Centro Sarno quest’anno hanno vissuto in maniera diversa la Domenica delle Palme, con un’unica Celebrazione mattutina che ha avuto inizio con l’ingresso di Gesù a Gerusalemme presso il santuario mariano delle Tre Corone. Si è snodata poi la processione fino alla parrocchia di San Francesco d’Assisi dove sono state benedette le Palme, per poi arrivare a Piazza Cinque Maggio dove è stata celebrata la Solenne Messa con la lettura della Passione di Cristo. In serata, invece ci siamo spostati nella collegiata di San Matteo. Il Triduo Pasquale. Il Giovedì Santo il santuario mariano ha accolto la Messa in Coena Domini, a seguire ci sono stati vari incontri nelle diverse parrocchie animati dai giovani e giovanissimi dell’Azione Cattolica. Nella Chiesa dell’Immacolata il tema scelto è stato l’obolo della vedova, a San Francesco si è parlato della Risurrezione mentre don Roberto ha confessato fino a notte fonda, a San Matteo le Sentinelle dell’Eucarestia hanno messo in risalto il cenacolo: Gesù si fa cibo per noi. Il Venerdì Santo, come da tradizione, alle 5.30 del mattino è iniziata la processione dei Paputi. Nel pomeriggio, presso la Collegiata di San Matteo abbiamo vissuto la bella pratica dell’Adorazione della Croce. A seguire, la processione con Gesù morto e l’Addolorata insieme alle parrocchie Sant’Alfonso e San Teodoro per le strade della città. La Veglia del Sabato Santo è stata celebrata nella Chiesa di San Francesco con la benedizione del fuoco e dell’acqua e la celebrazione del Battesimo. La domenica di Pasqua le celebrazioni solenni si sono svolte nelle tre Chiese. Il lunedì in Albis i fedeli sono saliti alla Madonna del Carmelo, al castello dove sono state celebrate tre Messe e, in fraternità, è stato condiviso il pranzo. Don Roberto ringrazia vivamente ogni collaboratore per la bella riuscita di tutte le celebrazioni e per la numerosa partecipazione dei fedeli.

Donatella Ferrara e Salvatore Corrado

I giovanissimi di Azione Cattolica della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Angri hanno vissuto una giornata di ritiro, il 14 e 15 aprile, insieme ai nostri giovanissimi di Azione Cattolica presso il Centro pastorale interparrocchiale

INSIEME MAGGIO 2018

La formazione dei Paputi CINQUE INCONTRI IN PREPARAZIONE AL VENERDÌ SANTO

urante il periodo di Quaresima, il nostro parroco don Roberto Farruggio ha tenuto, per cinque lunedì, degli incontri di catechesi in preparazione alla Pasqua, ma in modo particolare al Venerdì Santo, a cui hanno preso parte le Croci delle parrocchie del Centro. Martedì 20 marzo, presso la chiesa di San Francesco, c’è stato un incontro tra tutte le Croci della città di Sarno per pregare e cantare, riprendendo una vecchia tradizione. All’alba del Venerdì Santo, poi, tutte le parrocchie con i propri cori e con i propri Paputi hanno seguito un iter, sostando, pregando e cantando davanti ai Sepolcri e agli Altari della Reposizione. Un momento di grande intensità ha visto protagonista l’inchino di cinque Croci contemporaneamente. I Paputi si distinguono dal colore del cingolo che portano in vita, ad eccezione della parrocchia di San Matteo, il cui abito è di colore rosso, e quella di San Francesco, che utilizza, invece, il saio. Tiziana Liguori

A CURA DELLE #PARROCCHICENTROSARNO SAN FRANCESCO D’ASSISI - SANTUARIO MARIA SS. DELLE TRE CORONE INSIGNE COLLEGIATA SAN MATTEO APOSTOLO ED EVANGELISTA IN REDAZIONE DONATELLA FERRARA, MARIA ROSARIA DE BLASIO, ANNA MANCUSO

LA FESTA DI SAN GIUSEPPE

primi a celebrare la festa di san Giuseppe furono i monaci Benedettini nel 1030, seguiti dai servi di Maria e dai Francescani. La festa divenne canonica, per la Chiesa Cattolica, nel 1621 grazie a papa Gregorio XV. Nella tradizione popolare san Giuseppe è il protettore dei poveri e dei derelitti e si suole onorare questo giorno invitando a casa i poveri, si lascia benedire la tavola da un sacerdote e successivamente il capofamiglia serve i commensali. L’opera che maggiormente manifesta e contraddistingue la preoccupazione per la salvezza delle anime è la Pia Unione del Transito di San Giuseppe, realizzata da don Guanella per mante-

nere vivo nei fedeli il pensiero dei morenti di ogni giorno. La salvezza delle anime è possibile attraverso l’organizzazione di una crociata universale di preghiere e opere in favore dei morenti per ottenere da san Giuseppe la vita eterna in Cristo nostro Signore. Quest’anno il nostro parroco ha scelto di vivere più intensamente questa solennità, è stata infatti celebrata la novena con Messa Solenne e il 19 marzo hanno partecipato a Messa anche gli alunni della scuola parificata "San Francesco Saverio". In serata c’è stata la processione con la statua di san Giuseppe per le strade della parrocchia, insieme al Bambinello.

Ilaria Manzo

La Messa solenne del 19 marzo

RILEGGERE LA PROPRIA VITA

I Due momenti della Via Crucis itinerante

l tempo forte della Quaresima rappresenta, per la Chiesa, il momento favorevole per rileggere la propria vita, convertirsi e riavvicinarsi alla fede, secondo i punti che segnano le tappe di questo cammino di purificazione e di ricerca di se stessi: penitenza, preghiera e carità. La Via Crucis è una pia pratica molto antica che ha il suo fondamento nella devozione alla passione del Signore, con particolare riferimento al cammino da Lui percorso verso il Golgota. Quest’anno le parrocchie unite del Centro di Sarno hanno vissuto la Via Crucis in modo itinerante, così da coinvolgere gli abitanti delle comunità parrocchiali nel cammino verso la Pasqua di Risurrezione, iniziando per le strade di

San Matteo il 16 febbraio; a seguire San Francesco il 23 febbraio per concludere a Tre Corone il 23 marzo. Buona la partecipazione dei fedeli, grande il raccoglimento dei partecipanti e silenzioso il corteo nei suoi spostamenti, piena di fede la preghiera corale. A conclusione di questa esperienza, alla luce delle riflessioni proposte di volta in volta, è possibile affermare che siamo chiamati a un compito davvero importante: “sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi” (Is 58,6). Se è vero che ogni cristiano deve accogliere la sua croce, deve anche schiodare tutti coloro che vi sono appesi. Alfonso Dolgetta

MAGGIO 2018 INSIEME

INSIEME MAGGIO 2018

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI IN REDAZIONE ROSARIA FAIELLA, ALESSIA BOVE, FRANCESCO COPPOLA E FEDERICA SCIUMBARRUTO

I GIOVANI PROTAGONISTI DEL GIOVEDÌ SANTO LA COMUNITÀ SAN GIOVANNI BATTISTA IN CICALESI HA VISSUTO CON GRANDE PARTECIPAZIONE IL TRIDUO PASQUALE PER ARRIVARE RINNOVATI ALLA PASQUA DEL SIGNORE

Con canti, salmi e rami di ulivo abbiamo accompagnato il Signore Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme, acclamandolo come Re della nostra vita. Solo condividendo con Lui il mistero della morte, possiamo prendere parte alla sua Resurrezione. Quest’anno i protagonisti della

«C’è violenza non solo se si am-

Lavanda dei piedi sono stati i ra-

mazza una persona. C’è violenza

gazzi e i giovani: quelli prestano

anche quando si usano parole ag-

servizio come ministranti, quel-

gressive, quando si vuole prevari-

li che partecipano agli incontri

care sugli altri, quando si obbedi-

Scout, quelli che si stanno pre-

sce per paura. La violenza è sot-

parando a ricevere il Sacramen-

tile, è interiore. A far paura dav-

to della Cresima, una coppia di fi-

vero non è la violenza dei cattivi

danzati. L’augurio è che la nostra

quanto l’indifferenza dei buoni».

famiglia parrocchiale possa spe-

Ecco il messaggio veicolato dall’Al-

rimentare ogni giorno che l’Amo-

tare della Reposizione davanti al

re è lavarsi i piedi a vicenda.

quale la comunità si è fermata in preghiera il Giovedì santo.

La Liturgia dell’Acqua e del Fuoco sono due momenti salienti della Veglia pasquale: è Pasqua quando, illuminati dalla luce di Cristo e dissetati dall’acqua che sgorga dal suo costato, riusciamo a far rotolare via la pietra che chiude la nostra vita in un sepolcro.

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI

CONTATTI: www.sansistosecondo.it www.spreaker.com/ir-radio cerca su facebook, instagram e twitter/sansistosecondo

Don Giuseppe Pironti (foto Salvatore Alfano)

L’IMPORTANZA DEL DESIDERIO Qual è la cosa che ti piace di più dell’essere prete?

Donarmi agli altri. E, in questo donarmi, devo essere sincero, la mia passione è stare con i ragazzi. Perché hai realizzato il campetto da calcio vicino alla parrocchia?

Ho voluto creare un’opportunità, dare ai ragazzi un posto per giocare, fare nuove amicizie, stare insieme. Il mio desiderio è che il campetto, come tutto l’oratorio, attiri anche i ragazzi che non frequentano ancora la parrocchia. Perché hai deciso di cambiare la modalità di fare oratorio?

Per due motivi. Anzitutto perché i bambini non riescono a stare fermi un’ora in una stanza senza annoiarsi. Sono in tanti e se non sono coinvolti non reagiscono. E poi perché per insegnare ai bambini a fare le cose, bisogna fargliele fare. Come accade per il progetto della redazione pensato per voi: imparerete a leggere, a scrivere, a pronunciare le parole nel modo corretto e a usare la radio e altri strumenti di comunicazione. Come scegli la destinazione del campo estivo?

Prima ci penso, poi ascolto le esigenze della comunità. Valuto tutte le cose che mi vengono dette e alla fine scelgo l’idea che mi sembra più giusta per quel momento. Poi verifico per tempo la disponibilità della struttura e, infine, sviluppo il tema da affrontare. Dove si farà l’estate ragazzi?

Probabilmente al campetto, ma sto valutando diverse possibilità perché noto una grande affluenza da parte dei bambini, che sono davvero tanti.

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Gli educacuori sono i responsabili che si occupano dell’oratorio fino alla terza media. Con quali criteri li scegli?

In base a 3 cose. Verifico se hanno il desiderio di diventare educacuori. Il desiderio è importante, se non desideri una cosa non la fai bene e non la gusti. Cerco di vedere se la persona è presente a Messa la domenica, come vive le diverse attività parrocchiali, ad esempio le catechesi, e se frequenta il suo gruppo di appartenenza perché non dobbiamo dimenticare che tutto ha come riferimento Dio. Infine, guardo il carattere, come si comporta con i ragazzi in base al gruppo che gli affido, se è paziente e se non ha grandi difficoltà ad entrare in relazione con il mondo dei bambini e dei ragazzi. Messi insieme questi diversi aspetti, scelgo. Quale è la differenza tra un educacuore e un novizio?

Il novizio è un educacuore che ha appena cominciato. Per questo, deve essere affiancato durante il suo primo anno di percorso, durante il quale indossa una maglia bianca, segno di una pagina su cui scrivere la sua esperienza. Trascorso questo periodo, nel corso del quale ha potuto fare esperienza di cosa significa essere un educacuore, insieme scegliamo se è adatto a proseguire questo impegno e se desidera farlo. Cosa pensate di Giuseppe e Lella, i nostri educacuori?

Sono degli ottimi educacuori perché si impegnano, vi vogliono bene e si preoccupano di farvi crescere dandovi il meglio. Ringraziamo don Giuseppe per la sua disponibilità e per il tempo che ci ha gentilmente concesso. Il Gruppo Arcobaleno

PUBBLICHIAMO LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA A TUTTO TONDO CHE IL GRUPPO ARCOBALENO HA FATTO A DON GIUSEPPE PIRONTI A CUI È AFFIDATA LA COMUNITÀ SAN SISTO II IN PAGANI

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

LA SANTITÀ È UN DONO OFFERTO A TUTTI

L’Annunciazione del Signore

“R

allegrati piena di grazia: il Signore è con te.” (Lc. 1,26). Sono queste le parole con le quali l’Arcangelo Gabriele salutò la Vergine Maria, quando fu inviato da Dio a svelare il progetto che Egli aveva in serbo per lei. Sono parole che esprimono tutta la tenerezza di Dio verso colei che fu scelta per essere la Madre del Figlio Suo. In questo mese di maggio, appena cominciato, la Chiesa si appresta a celebrare la devozione verso Maria: la Vergine di Nazareth che, con il suo “Eccomi”, ha accolto nel suo grembo l’Unigenito Figlio di Dio. Anche nella nostra parrocchia stiamo celebrando solennemente il mese mariano per onorare colei che, per singolare privilegio, è stata preservata dalla macchia del peccato originale e che, a sua volta, ha aderito pienamente al progetto di Dio.

In questo cammino, ci lasceremo guidare dalle riflessioni di papa Francesco, contenute nell’Esortazione Apostolica “Gaudete et Exsultate”, incentrata sul tema della vocazione universale alla Santità nel mondo contemporaneo. “In Lui ci ha scelti fin dalla creazione del mondo per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità” (Ef. 1, 4). Spesso si è portati a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti, ma queste parole della Lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini vogliono dirci proprio il contrario. La missione di ogni uomo infatti è proprio quella di diventare santo, per poter godere della visione di Dio in eterno. La santità, infatti, scrive papa Francesco, è un dono che viene offerto a tutti gli uomini indistintamente. Essa è la meta a cui tutti dobbiamo aspirare e non consiste nel fare cose straordinarie, ma nell’unirsi intimamente a Cristo Gesù, per vivere le situazioni della nostra vita, alla luce dei suoi insegnamenti.

DURANTE IL MESE DI MAGGIO, LA COMUNITÀ SANTA MARIA DEL CARMINE A PAGANI SI LASCERÀ GUIDARE DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA “GAUDETE ET EXSULTATE” PER RIFLETTERE SULL’UNIVERSALE VOCAZIONE ALLA SANTITÀ ve ancora il Papa. Oltre a questo appuntamento, altri eventi speciali ci accompagneranno in questo mese, offrendoci occasioni preziose di meditazione. In modo particolare, sabato 12 maggio vivremo un’intensa giornata di pellegrinaggio, sulle orme di san Michele Arcangelo e di san Pio da Pietrelcina. Visiteremo la Grotta di san Michele Arcangelo, dove si sono consumate diverse battaglie con il maligno e i luoghi di padre Pio, l’umile frate cappuccino elevato agli onori degli altari. Sabato 26 maggio, invece, durante la Celebrazione eucaristica molti giovani che hanno scelto di essere confermati nella fede riceveranno il sacramento della Cresima. Affidiamo allora a Maria, la “Tutta Santa” il nostro cammino, affinché sul suo esempio tutti noi possiamo accogliere, nella nostra vita, il dono di Gesù e aprirci sempre più all’azione trasformatrice dello Spirito Santo. Anna Petrosino Padre Pio, la comunità il 12 maggio vivrà un pellegrinaggio sulle orme di san Michele Arcangelo e di san Pio da Pietrelcina

Il pellegrinaggio. In questo cammino, Maria è la nostra maestra. “Ella, che ha vissuto come nessun altro le Beatitudini di Gesù, ci mostra la via della Santità e ci accompagna”, scriMAGGIO 2018 INSIEME

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

LA FESTA DEL PERDONO

elici e perdonati: questo lo spirito dell’incontro dello scorso 21 aprile. Il nostro parroco, don Antonio Mancuso, ha incontrato i fanciulli del secondo anno di catechismo della nostra comunità parrocchiale per la loro prima confessione. È stato un momento molto emozionante per i fanciulli e per tutti i fedeli. Le catechiste, nel corso di quest’anno, hanno avuto cura che ogni fanciullo fosse ben preparato per avere il primo incontro con Gesù che perdona, durante il sacramento della Riconciliazione. Con gli incontri settimanali le catechiste hanno presentato vari argomenti, tra cui i dieci comandamenti di Dio. Chi ama conosce Dio e amando vive bene con se stesso, con gli altri e riesce a perdonare sempre. Si è cercato anche di far capire cosa sia il peccato, non una macchia dell’anima ma un allontanarsi da Dio. Grazie alla confessione, ci liberiamo del peso del peccato, riavvicinandoci all’amore del Signore. Per aiutare a fare una buona confessione, le catechiste hanno consigliato di osservare alcune indicazioni. L’esame di coscienza, il pentimento e la contrizione, la confessione verbale, il proposito e la penitenza: questi i punti cardine spiegati ai bambini. Alla fine dell’incontro con ogni fanciullo, il parroco ha pronunciato una for-

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mula, il penitente ha pronunciato l’atto di dolore. Don Antonio, tenendo la mano sul suo capo, ha perdonato nel nome di Gesù. È stato bello e significativo ricordare ciò che ha detto papa Francesco in un suo recente incontro con i ragazzi: «Invito i ragazzi ad accogliere con gioia il sacramento del perdono, sacramento della misericordia, una buona confessione può cambiare la vita, come è accaduto a me tanti anni fa». Mentre ogni fanciullo è andato a confessarsi, gli altri, con le catechiste ed alcuni genitori presenti, hanno pregato e cantato, manifestando così la propria felicità per aver ricevuto il sacramento della Riconciliazione, il secondo dopo quello del Battesimo. Poi, suor Alessandra, una delle suore battistine che opera in comunità, ha offerto ad ognuno dei fanciulli un piccolo dono come ricordo di questa bella festa. Il parroco ha salutato i presenti e ha ricordato l’importanza della confessione, ringraziando coloro che hanno collaborato per la buona riuscita dell’incontro e impartendo la benedizione. Alla fine abbiamo cantato un inno di lode alla Vergine Maria affinché possa accompagnare sempre i nostri fanciulli e tutta la comunità lungo il sentiero di una vera vita cristiana. Francesca Zampaglione

I BAMBINI DEL SECONDO ANNO DI CATECHISMO HANNO RICEVUTO PER LA PRIMA VOLTA IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Dai girasoli alle vocazioni: è sempre la volta buona LA VITA DELLA PARROCCHIA RACCONTATA IN FOTONOTIZIE

Poggiomarino ha la gioia di condividere con tutta la diocesi i “girasoli di padre Bruno” per festeggiare il suo prossimo cinquantesimo anniversario di ordinazione presbiterale. L’augurio nel mese della mamma è di portare speranza e fiducia affinché il seme della vocazione possa essere coltivato nel cuore di ogni mamma. C’è Dio che chiama e la Chiesa che accompagna ma sempre una mamma che genera e ama. Alla memoria di mamma Alice va quindi il nostro grazie!

Il seme della gioia arriverà anche a Sarno: don Marco Siano, che abbiamo accompagnato negli anni del lettorato, accolitato e diaconato, è stato ordinato presbitero. Quanto arricchimento per questo “regalo vocazionale”. Ci mancherai! Grazie don Marco, per quello che sei, come uomo e come uomo di fede. Poggiomarino sarà sempre il tuo “rifugio” sicuro.

Mirabile (mentre tutti eravamo con lo sguardo all’insù) è stata la relazione appassionata sulle singole scene dell’affresco absidale della prof. Caterina Bruno. Il progetto “Pietre Vive” che fa entrare Sant’Antonio nel circuito di chiese storico artistiche da visitare.

Sotto “la volta” di sant’Antonio è nato e cresciuto fra Antonio Domenico Pio Caldarelli che il 5 maggio ha professato i voti solenni nell’Ordine dei frati minori. Di mamma Lucia un fior di girasole!

Aspettando un novello sacerdote stimmatino (l’ultimo è stato padre Vincenzo Sirignano) recentemente si è tenuto presso il Getsemani di Capaccio – una volta gestito proprio dai padri – il capitolo provinciale, che ha eletto padre Aldo a consigliere.

Terminiamo facendo menzione della bellissima serata dedicata al percorso “Arte e Fede” nata dall’intuizione degli adulti dell’Azione Cattolica.

Pochi sanno che mensilmente Radio Maria parla poggiomarinese grazie alla Fraternità di Emmaus. Tutti a Roma dal Papa con 180 fratelli del Sud Africa ospitati dalle famiglie del Cammino Neocatecumenale per il cinquantesimo anniversario del movimento.

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REDAZIONALE A CURA DELLA PIA UNIONE AMMALATI CRISTO SALVEZZA E DEI PICCOLI DISCEPOLI DELLA CROCE

Simona insieme alla signora Teresa, durante un pellegrinaggio a Lourdes

DALLA SICILIA A LOURDES L’esperienza di Simona traferitasi a Pagani per lavoro. Anche dopo il ritorno nella sua terra di origine, continua a partire come volontaria della Puacs

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il 2006 quando decido di iniziare un percorso personale che in breve tempo mi porta come volontaria a Lourdes. Un viaggio di sola andata? In un certo senso. Da quel momento, vado nella città di Maria due volte l’anno. Credo fosse scritto nel mio destino; a dieci anni – mentre guardavo un film su Lourdes – dissi a mia mamma: “un giorno ci andrò anch’io”. E quel giorno è arrivato quando, per motivi di lavoro, ho lasciato la mia città e mi sono trasferita a Pagani. Per due anni e mezzo ho alloggiato presso il Monastero della Purità. Sono diventata volontaria della Puacs, un’associazione il cui servizio non si esaurisce durante la permanenza a Lourdes ma prosegue tutto l’anno, con momenti ricreativi e spirituali che coinvolgono ammalati, pellegrini e volontari. Sono passati dodici anni ma ricordo ancora l’emozione che ho provato quando mi sono ritrovata ad indossare per la prima volta gli abiti da volontaria: mi tremava-

no le gambe e avevo gli occhi umidi per la gioia. Un’emozione che non mi ha più abbandonato. Lourdes mi ha dato la possibilità di entrare nel cuore delle persone. In quel luogo ricco di grazia non esiste differenza tra malato e volontario, ognuno mette a nudo le proprie debolezze e malattie e, spesso, sono proprio gli ammalati a farci capire – con una carezza, un sorriso o un bacio – quanto sia importante il servizio che offriamo. Ci chiamano “angeli vestiti di bianco”, io invece preferisco chiamare loro “angeli vestiti di luce divina”. Il primo viaggio. Ricordo l’anno in cui, per la prima volta, mi è stata affidata una signora che aveva bisogno del mio aiuto anche per le azioni più semplici come mangiare, lavarsi, vestirsi. Ricordo la paura di non essere all’altezza, di non riuscire a rimanerle accanto come meritava. È stata lei, con il suo sguardo, le parole, i sorrisi ad insegnarmi come fare. Mi sono innamorata

del mio servizio che inizia durante il viaggio in treno. Non manca qualche momento di sconforto, ma mi basta arrivare alla grotta per dimenticare tutto. È qui che scappo appena ho un momento libero, a qualsiasi ora del giorno e della notte, anche se è tardissimo e le gambe vorrebbero soltanto riposare. Il rientro in Sicilia. Da nove anni sono rientrata nella mia terra, la Sicilia. Anche qui vi sono molte associazioni simili alla mia Puacs, ma ho deciso di continuare il servizio con chi me lo ha fatto scoprire. Non c’è infatti gioia più grande del ritornare nel luogo dove tutto ha avuto inizio, dell’incontrare i miei fratelli e le mie sorelle, i cari amici sacerdoti. Questa gioia supera ogni difficoltà e distanza. Ogni volta che racconto di questo mio percorso, la domanda che mi rivolgono è sempre la stessa: “Ma come fai a tornare due volte l’anno?”. La risposta è negli occhi che brillano e nella luce del mio sguardo. Simona Arena

LE SUORE FRANCESCANE DI SANT’ANTONIO: LA STORIA di p. Paolo Saturno

Madre Letizia Manganelli

Il governo di madre Letizia Manganelli Le decisioni assunte dal consiglio generale il 30 luglio e il 31 agosto del 1956

l secondo consiglio della nuova superiora generale si riunisce il 30 luglio 1956 e delibera su diversi punti all’ordine del giorno. Per le preghiere giornaliere le suore dovranno attenersi al nuovo manuale, aggiungendo la meditazione serotina con l’offerta della corona francescana; bisogna ripristinare, nel primo venerdì di ogni mese, il ritiro e il capitolo delle colpe. La segretaria si impegna a comunicare con circolare a tutte le case questi primi due punti. Si stabilisce l’abbellimento del vecchio comunichino e il rivestimento con marmo di Sicilia del monumento precedentemente eretto in memoria della fondatrice. La spesa ammonta a 1.000.000 di lire, ogni casa religiosa parteciperà con la quota di 50.000 lire e saranno poi raccolte offerte volontarie. Si conferisce mandato all’architetto Gianni Mario, di Roma, di preparare il preventivo per i lavori da realizzare a Quisisana (soprelevazione per un reparto di anziani, secondo il rogito della compravendita con il Capitolo diocesano di Castellammare di Stabia, pena una multa pecuniaria corrispondente alla metà del costo dell’intero stabile), ad Ostia e a Francavilla a Mare. Per i lavori da realizzare a Frignano Maggiore (costruzione di due aule scolastiche nel giardino per ampliare l’asilo infantile secondo l’ultima donazione del dottor G. Magliulo), si dà mandato alla superiora della casa di far preparare il preventivo all’ingegnere Raffaele D’Amore. Infine, si stabilisce di ammettere all’aspirantato Filomena Roma di San Marcellino e M. Rosalia D’Angelo di Trentola (hanno frequentato entrambe la quarta elementare) e la postulante Giuseppina Carbo-

ne di Lucera. Infine, si ammette alla professione perpetua suor Patrizia Aloia. 31 agosto 1956. Il terzo consiglio si tiene a Napoli il 31 agosto. Si delibera sui trasferimenti di alcune suore, si ammettono le novizie alla professione temporanea, si decide sui preventivi di spesa per Quisisana, Frignano, Francavilla a Mare e sul contributo delle case per i lavori di Casa Madre. Per quanto riguarda il primo punto, si decide che madre Elisa da Vatolla va a Casa Madre, suor Giulia da Vatolla va all’Orfanotrofio del Carminello di Pagani, madre Clara dall’orfanotrofio del Carminello va all’Istituto Immacolata, suor Delfina dall’asilo nido va a Vatolla, suor Faustina da Casa Madre va all’asilo nido, suor Paolina va da Montesarchio a Quisisana, suor Angela va da Casa Madre a Montesarchio. Si delibera poi di ammettere alla professione temporanea le sei novizie: Albertina Fabio, Pierina Tortora, Emma Manzo, Gaudenzia Izzo, Elvira Marchesa e Lidia Massimo. Si esamina il preventivo dell’ingegner D’Amore, la cifra è di 1.300.000 lire, pertanto si approva il progetto. Gli altri preventivi, affidati all’architetto Mario Gianni di Roma, sono di 41.000.000 di lire per la sopraelevazione di Quisisana, 40.000.000 di lire per Ostia, 35.000.000 di lire per Francavilla a Mare. Il Consiglio decide di procedere ai lavori chiedendo un mutuo al Ministero del Lavori Pubblici. Per i lavori da realizzare a Casa Madre e per le altre spese si stabilisce che saranno aumentati i contributi che già versano le singole case.

MAGGIO 2018 INSIEME

L'ULTIMA di Armando Matteo, teologo, docente all’Università Urbaniana

LA VERA POSTA IN GIOCO DEL SINODO SUI GIOVANI QUAL È IL COMPITO DEI GIOVANI? ONORARE LA MISSIONE CHE PORTANO ISCRITTA NEL LORO NOME: IUVENIS/IUVARE. EREDITARE IL MONDO E RENDERLO PIÙ ROBUSTO. LA CHIESA È PRONTA AD ACCOMPAGNARLI?

l Sinodo sui giovani è ormai alle porte. Pochi mesi ci separano dall’inizio dei lavori previsto per il 3 ottobre. Proprio questo fatto rappresenta una buona occasione per chiederci che cosa papa Francesco intenda far emergere dalla prossima discussione sinodale dedicata al tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Di recente, in uno splendido libro, intitolato Dio è giovane, ha confidato che suo principale desiderio è che questo Sinodo sia «al servizio di tutti i giovani, credenti e non credenti». Quel che, infatti, oggi veramente manca è proprio una Chiesa davvero al servizio di tutti i giovani: in particolare, al servizio di quel desiderio di vita buona, di felicità, che abita il loro cuore. Questa è la vera posta del Sinodo sui giovani: rinnovare la passione di tutti i credenti per la buona sorte delle nuove generazioni in questo nostro tempo. Un tempo nel quale dobbiamo amaramente constatare un allontanamento dei giovani dalla pratica della fede (e forse dalla stessa esperienza di fede), ed un tempo in cui – parole di papa Francesco – esigiamo dai giovani «che siano fermento di futuro, ma li discriminiamo e li “condanniamo” a bussare a porte che per lo più rimangono chiuse». E la prima mossa, nella direzione di una Chiesa al reale servizio dei giovani, sarà quella dell’umile ricono-

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scimento, suggerito da Evangelii gaudium 70, che «la pastorale giovanile, così come eravamo abituati a svilupparla, ha sofferto l’urto dei cambiamenti sociali. I giovani, nelle strutture abituali, spesso non trovano risposte alle loro inquietudini, necessità, problematiche e ferite. A noi adulti costa ascoltarli con pazienza, comprendere le loro inquietudini o le loro richieste, e imparare a parlare con loro nel linguaggio che essi comprendono. Per questa stessa ragione le proposte educative non producono i frutti sperati». Al riguardo, non è più sufficiente, pertanto, portare avanti l’attuale pastorale dei piccoli (e spesso inefficaci) cambiamenti. Serve, più radicalmente, un vero e proprio cambiamento di pastorale. Un cambiamento nel nostro animo di “pastori”, di adulti cioè – consacrati o meno – che avvertano quanto sia difficilissimo oggi per tutti i giovani onorare la missione che portano inscritta nel loro nome (che è nome di forza e di novità – iuvenis/iuvare): la missione di ereditare il mondo e di renderlo più robusto. Non a caso, nel libro già citato, papa Francesco denuncia che «gli adulti spesso sono crudeli e tutta questa forza dei giovani la lasciano da sola». Questa è la posta in gioco del prossimo Sinodo: far crescere la consapevolezza che, solo aiutando i giovani ad essere quello che devono essere, l’umanità di tutti riprenderà a fiorire.

XI Edizione Premio Euanghelion

NOTIZIE FALSE E GIORNALISMO DI PACE 10 -12 MAGGIO Oratorio San Domenico Savio Nocera Inferiore GIOVEDÌ 10 MAGGIO ore 16.00 FESTA CON I BAMBINI del penultimo anno di catechismo, partecipanti al concorso “Fake news nel Vangelo”. Saluti di Mons. Giuseppe Giudice

VENERDÌ 11 MAGGIO ore 9.30 FAKE NEWS E VIOLENZA IN RETE: ISTRUZIONI D’USO Introduce: Salvatore D’Angelo Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali – Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Tavola rotonda: “Dalle fake news alla disputa felice” di Bruno Mastroianni Docente Uninettuno, social media manager La Grande Storia (Rai3) “Le parole ci rendono umani” di Vera Gheno Docente Università di Firenze, Parole O_stili, twitter manager Accademia della Crusca “Disinformazione e pregiudizio: le vittime dell’odio” di Gennaro Avallone Docente Università di Salerno

SABATO 12 MAGGIO ore 9.30 GIORNALISMO DI PACE 4.0 Introduce: Don Silvio Longobardi Direttore editoriale Insieme Intervengono: “Comunicare speranza per far crescere il Paese” di Enzo D'Errico Direttore del Corriere del Mezzogiorno “Testimoni in prima linea del Vangelo” di Francesco Ognibene Caporedattore Avvenire, Portaparola “Buone notizie e territorio locale” di Francesco Gravetti Giornalista, Comunicare il Sociale, CSV Napoli

ORGANIZZATORI

Diocesi Nocera Inferiore Sarno

Ufficio Comunicazioni Sociali

PARTNER

Mensile diocesano

Assostampa Valle del Sarno

Unione Cattolica della Stampa Italiana Campania

INIZIATIVA RICONOSCIUTA DA