Insieme - Settembre 2014

Page 1

SETTEMBRE 2014 N. 8 ANNO IX

Il settimo giorno si riposò RIPRENDIAMOCI LA DOMENICA

AGRO

SCUOLA

LOURDES

Sindaci a confronto su ambiente, urbanistica e lavoro

L’alfabeto per gli studenti di mons. Giudice

Trecento ammalati in pellegrinaggio nella Città di Maria



EDITORIALE di Silvio Longobardi

Elogio

“E

ra un uomo libero” si legge qualche volta nelle biografie di alcuni uomini di Chiesa per sottolineare o giustificare le posizioni critiche assunte nei confronti dell’istituzione ecclesiale. Chissà perché la libertà viene letta quasi sempre – o esclusivamente – quando va a braccetto con la critica e quando la critica è rivolta alla Chiesa, identificata come un potere, alla stregua degli altri poteri mondani. Spesso accade che quella posizione critica non solo lo distacca dalla Chiesa ma lo rende compagno di strada di quella cultura che non riconosce Dio e, di conseguenza, corrode i valori fondamentali dell’umana convivenza. Alla fine dei tumultuosi anni ’60, nella splendida enciclica dedicata allo sviluppo dei popoli, Paolo VI metteva in guardia la comunità cristiana dall’abbracciare quelle culture che rifiutano Dio o pensano di fare a meno di Lui. E, citando De Lubac, scriveva: “Un umanesimo chiuso, insensibile ai valori dello spirito e a Dio che ne è la fonte, potrebbe apparentemente avere maggiori possibilità di trionfare. Senza dubbio l’uomo può organizzare la terra senza Dio, ma senza Dio egli non può alla fine che organizzarla contro l’uomo”. Sottrarsi all’obbedienza in modo plateale per abbracciare in tutto o in parte una cultura mondana è, nella migliore delle ipotesi, una ingenuità, a volte è una imperdonabile presunzione. Spesso e volentieri è un danno a quella comunione ecclesiale che rappresenta un’indispensabile premessa della missione. Una libertà che incrina o spezza la carità non rischia di essere una solitaria – e perciò orgogliosa – affermazione di se stesso? La vera libertà consiste invece nell’aderire umilmente alla verità, quella verità che la Chiesa custodisce, coltivando e alimentando la comunione ecclesiale. Più che schegge solita-

dell’obbedienza rie a noi interessa essere frammenti di un mosaico, tasselli che forse nessuno nota perché tutti guardano la bellezza dell’insieme. La libertà è nascondersi nel noi ecclesiale cercando l’unità prima di ogni altra cosa. In obbedienza al mandato ricevuto da Gesù. Qualche anno fa Papa Benedetto, nel contesto solenne della Messa Crismale, denunciò senza giri di parole l’esistenza di una “situazione drammatica” nella Chiesa. Vi erano – e vi sono ancora – gruppi che predicano la disobbedienza alla Chiesa in nome di una propria interpretazione del Vangelo. Desiderare il rinnovamento della Chiesa è una cosa legittima, pretendere di cambiarla secondo i propri gusti è un’altra. Chi decide cosa cambiare? La maggioranza più rumorosa o quella che gode dell’appoggio dei mass-media? La sacrosanta libertà di esprimere il proprio pensiero deve coniugarsi con la fede che riconosce il ministero di autorità affidato al Papa e ai Vescovi uniti a lui. L’autorità salva l’uomo dall’individualismo e dall’anarchia. L’obbedienza risplende nella cordiale adesione alla dottrina ma si traduce anche nella più rigorosa fedeltà alla liturgia. È un ambito in cui spesso i presbiteri si muovono con troppa libertà. E così facendo rischiano di mettere al centro se stessi e non il Mistero. Al sacerdote è chiesto invece di nascondersi nel rito, ripetendo con convinzione e passione le parole della liturgia. Non importa chi presiede la celebrazione, ciò che conta è incontrare Gesù Cristo. Questo modo di celebrare favorisce uno stile ecclesiale in cui l’unico volto che risplende è quello di Gesù, in Lui riceveranno luce tutti gli altri volti. È questo il punto di partenza per un autentico e duraturo rinnovamento della vita ecclesiale.

Insieme - Settembre 2014

3


SETTEMBRE 2014 N. 8 ANNO IX

Sommario

Il settimo giorno si riposò RIPRENDIAMOCI LA DOMENICA

Settembre 2014

AGRO

SCUOLA

LOURDES

Sindaci a confronto su ambiente, urbanistica e lavoro

L’alfabeto per gli studenti di mons. Giudice

Trecento ammalati in pellegrinaggio nella Città di Maria

PRIMO PIANO a cura della redazione

3 EDITORIALE Elogio dell’obbedienza di Silvio Longobardi

5 6 8 10 12 12

14 SCUOLA & UNIVERSITÀ Tutti a scuola! a cura di Martina Nacchio

VITA NELL’AGRO

17 Altro che fiume

di Salvatore D’Angelo

CUSTODIRE LA DOMENICA UNA VITA RUBATA IL TREND DEI CONSUMI ALTRO CHE DOMENICA! DA ESERCENTE A SACERDOTE IL PARERE DELLO PSICOLOGO

18 Sindaci a confronto di Salvatore D’Angelo

26 VITA ECCLESIALE A Lourdes, il cielo è sceso sulla terra di don Alfonso Giordano

34 IN DIOCESI Il progetto “Oratorio 20.20elle” e i linguaggi a cura dell’ANSPI

35 NEWS DALLE PARROCCHIE Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti

40 BACHECA

54 LE PAROLE DELLA CRISI Malati, in terra straniera di Peppe Iannicelli

I nostri auguri

29

a cura della redazione

DON ENRICO SMALDONE

41 IN PARROCCHIA Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete

LE RUBRICHE 51 La recensione di Donatella Salvati

52 Le suore Francescane di sant’Antonio di padre Paolo Saturno

22 ORIENTAMENTI PASTORALI 2014-2015


Foto Salvatore Alfano

IN PRIMO PIANO a cura della redazione

CUSTODIRE la domenica

T

iziana è trevigiana e ha trascorso metà dei suoi anni dietro un bancone o una cassa. Nel settore non si è fatta mancare nulla, lavorando sia in un grande centro commerciale che in un call center. Ultimamente era stata assunta in una boutique del centro a Treviso. Poi è arrivato il decreto Salva Italia – che in nome della liberalizzazione, dal gennaio 2012 stabilisce l’apertura degli esercizi commerciali 24 ore su 24, sette giorni su sette – e ha detto basta. «Scelgo di stare con mio figlio che ha 14 anni e con mio marito, battendomi contro le domeniche lavorative, che distruggono la famiglia», ha raccontato. Ha dovuto tagliare su ristoranti e abiti, ma ha ripreso a fare volontariato e ad andare ai colloqui con gli insegnanti del figlio. La sua storia è simile a quella di numerose famiglie a cui è stata rubata la domenica. In questo dossier abbiamo puntato il riflettore sul nostro Agro, a partire dalla storia di un giovane papà che rischia di perdersi i momenti più belli della crescita della sua bambina. In settimana lavora fino alle 21,30 ed è impegnato due domeniche al mese. Abbiamo ascoltato anche i commercianti che non parlano di ripresa né di aumento dei consumi. Sottolineano piuttosto la

fatica quotidiana per rimanere sul mercato. Uno studio di Confesercenti ha infatti dimostrato che il regime di totale deregulation degli orari delle attività commerciali non ha generato un aumento dei consumi, ma solo uno slittamento degli stessi nei giorni festivi e prefestivi, a vantaggio delle grandi strutture commerciali. I piccoli esercizi commerciali faticano a rimanere a galla. «Custodire la Domenica – scrive mons. Giuseppe Giudice negli Orientamenti consegnati alla Chiesa diocesana per l’anno 2014-2015 – è evitare di affidare la gente solo ai centri commerciali, nuovi santuari di questo mondo globalizzato, che mentre invitano a consumare ti consumano dentro, disperdendo le famiglie e allontanandole dalla comunione, dalla sana tradizione e dalla condivisione della tavola di casa». È necessario uno sforzo congiunto della politica, della società civile, delle associazioni di categoria e dei singoli cittadini per riappropriarci della domenica. Si tratta di una battaglia antropologica: è in gioco il futuro delle nostre città e del nostro vivere civile. Antonietta Abete Insieme - Settembre 2014

5


LA STORIA

Ettore con la piccola Maira

Non rientra a casa prima delle 21.30 e lavora anche due domeniche al mese: in questo modo Ettore rischia di perdersi i momenti più belli della vita della sua bambina. La sua storia è simile a quella di tanti altri genitori che, dopo la deregulation del Decreto Salva-Italia, lavorano anche nei giorni di festa

UNA VITA RUBATA

È

lo sguardo rivolto alla figlioletta che gioca, mentre gli occhi a fatica pongono un argine alle lacrime, a svelare il dolore, profondo e pungente, di un padre la cui vita è totalmente assorbita dal lavoro. La nostra chiacchierata è giunta al termine, il taccuino è colmo di appunti, ma quegli occhi che da lontano accarezzano la bimba che rigira tra le piccole mani i suoi giochi getta una luce nuova sulla storia di Ettore, che è la storia di tanti papà e di tantissime mamme del nostro tempo. Classe 1981, Ettore ha vissuto un’infanzia serena. La parrocchia era la sua seconda casa, l’Azione Cattolica la famiglia di adozione. «Conservo ancora le tessere di quegli anni», racconta. I suoi genitori, gli amici, i tanti sacerdoti che hanno guidato la comunità parrocchiale sono i tasselli della sua formazione: «Ho imparato a discernere il bene dal male, a distinguere i comportamenti corretti da quelli sbagliati», aggiunge. Il valore dell’amicizia, la solidarietà, la possibilità di realizzare insieme agli altri progetti ed iniziative importanti si dipanavano limpidi davanti ai suoi occhi, prima bambini e poi adulti. È un ragazzo con la testa sulle spalle, nel cuore il desiderio di sposare Maria Luisa, la ragazza di cui si è innamorato a soli 17 anni. Il giorno successivo al diploma da geometra è già al lavoro presso lo studio di un architetto. Vi passa quasi tre anni. «Il lavoro mi piaceva, ma era poco remunerativo», afferma. Appena 300 euro al mese, troppo pochi per mettere su famiglia. E così, mille altri tentativi: lavora presso il casello autostradale

6

Insieme - Settembre 2014

di Milano, si abilita come libero professionista, lavora come geometra presso il comune di Roma per 10 mesi. Dice: «Mi sono trovato bene, il venerdì finivo di lavorare alle 14,00». Tanto tempo libero e soprattutto la possibilità di tornare a casa, dai suoi affetti, ogni fine settimana. Ma c’era l’altra faccia della medaglia: Roma è una città cara, il fitto di una stanza è pari a quello di un appartamento nell’Agro. «In quel periodo non sono riuscito a mettere nulla da parte», conclude. Il Comune di Roma non gli rinnova il contratto e così, rientrato nell’Agro, riceve una proposta di lavoro da un’importante azienda di infissi. Il primo contratto a tempo indeterminato, il primo passo verso la realizzazione del suo sogno. «Non guadagnavo molto - aggiunge -, ma avevo una sicurezza economica» così importante in questo tempo di profonda crisi lavorativa che di lì a poco ha travolto il nostro Paese. Ettore lavora tutta la giornata, rientra a casa non prima delle 21.30. Il suo unico tempo libero infrasettimanale è durante la pausa pranzo, dalle 13.00 alle 16.00. E il venerdì mattina, se non vi sono altre festività in calendario. La fatica di una vita “rubata” agli amici, agli affetti, alla parrocchia ha fatto sentire tutto il suo carico con l’arrivo della prima figlia, Maira, 2 anni il prossimo 7 ottobre. «Almeno riesco a vederla a pranzo - aggiunge -, perché lavoro anche il sabato e a settimane alterne la domenica mattina». A volte, in quelle domeniche in cui va un po’ più tardi al lavoro, Maira lo raggiunge nel lettone, inizia a giocare e poi gli doman-


La famiglia Mancusi

da di non andare via. «Quelle parole - confessa - sono ferite al cuore, soprattutto quando a casa non ci sei mai». Nella sua routine lavorativa settimanale sembra non esserci più spazio per Dio e per l’impegno attivo in una comunità ecclesiale. E così, un ragazzo che ha passato più ore in parrocchia che a casa si ritrova a non avere più neppure il tempo per la Messa domenicale, diviso tra il senso di colpa di allontanarsi da Dio e quello di togliere tempo alla moglie e alla figlia. È nelle pieghe di alcune frasi che è possibile cogliere lo strazio di questi papà costretti ad immolare la propria vita alla causa del lavoro: «Quando la domenica lavoro, racconta, arrivo a casa per le 14.00. A volte non riesco ad andare a Messa perché porto Maira a fare una passeggiata. Non può andarci sempre con i nonni». Aggiunge: «A volte tentiamo di andare a Messa a turni perché la bambina non riesce a stare ferma a lungo in Chiesa, ma è davvero una grande fatica. Prima, di sera, quando rientravo dal lavoro, anche se era tardi mi fermavo in parrocchia, sulle scale trovavo sempre qualcuno che si era attardato con cui potevo scambiare quattro chiacchiere, condividere le attività che si stavano svolgendo. Adesso, con una bambina piccola, non è più possibile». Anche in casa ha pagato il suo pedaggio. Racconta: «La mia è una famiglia numerosa, ho tanti zii e cugini; amiamo riunirci e stare insieme». Anche queste abitudini sono ormai un miraggio. A voce bassa confessa: «Fatico perfino a ritagliarmi del tempo per andare a trovare mia nonna».

insieme

Nella sua semplicità, Ettore qualche battaglia l’ha vinta: l’8 dicembre e la domenica della Palme si è rifiutato di andare a lavoro. La sua formazione, familiare e cristiana, glielo ha impedito. Non senza dispiacere, perché altri colleghi hanno lavorato. E con il rischio di passare per quello che ha un comportamento sempre un po’ sopra le righe o non ha troppa voglia di lavorare. «Il titolare dell’azienda è una macchina da lavoro, ha orari più intensi dei nostri - rivela Ettore -. È da quando lui ha preso le redini in mano che l’azienda è cresciuta molto e oggi, nelle sue tre sedi di Sarno, Nocera e Fisciano dà lavoro a 60 persone». Il suo contratto di lavoro prevede un compenso fisso a cui si aggiungono le provvigioni sulle vendite realizzate. Un buon deterrente per non lamentarsi delle aperture domenicali e festive. «Cosa hai venduto a luglio?», gli chiedo a bruciapelo. «Nulla, confessa, in quelle tre domeniche non è venuto neanche un cliente». Ecco perché le richieste di Ettore - un giorno di chiusura infrasettimanale e il negozio chiuso nelle domeniche di luglio e agosto - non sembrano mancare di buon senso. Forse, anche negli affari ci vorrebbe un po’ di saggezza. Rinunciare a vivere per poter sfamare i propri figli è contrario ad ogni legge etica ed antropologica. «Sine dominico non possumus», ricordava Benedetto XVI al convegno ecclesiale di Verona del 2005. Che equivale a dire che senza la domenica vengono a mancare le forze necessarie per affrontare le difficoltà quotidiane senza soccombere. Antonietta Abete

Vicedirettore Antonietta Abete

Faiella, Donatella Ferrara, Vincenzo Spinelli, Maria Lamberti, Federica Pepe, p. Paolo Saturno, Peppe Iannicelli

Conto corrente postale n. 11278843 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO Causale: Contributo annuale

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno

Redazione Salvatore D’Angelo, Martina Nacchio, Donatella Salvati e Mariarosaria Petti

Amministrazione Via Vescovado, 4 - 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

SERVIZIO DIFFUSIONE Per informazioni: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

Segreteria di redazione Maria Luisa Franco

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 1 settembre 2014

Marketing Sofia Russo

Stampa Grafica Metelliana s.p.a. - Cava de’ Tirreni (SA)

Per scrivere alla redazione insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66

Contributo annuale € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola € 20,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore

“Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Insieme Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi

Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Giandomenico Torre, don Alfonso Giordano, don Natalino Gentile, Renata Ciannella, Michele Lanzetta, don Salvatore Agovino, Edda Palmieri, Maria Felicia Capaldo, Annalisa Carillo, Raffaele Massa, Mariano Rotondo, Maria Angela Bisogno, Cinzia

BANCA PROSSIMA IBAN: IT21E0335901600100000070110 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO Causale: Contributo annuale

Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell’archivio Insieme

Insieme - Settembre 2014

7


Vetrine sempre illuminate, supermercati aperti di domenica e shopping a portata di mano anche di sera: questi gli effetti del decreto Salva-Italia. In che modo sono cambiati i consumi? A che punto è la campagna “Liberaladomenica” promossa da Confesercenti, con Federstrade e il sostegno della CEI, sfociata nella presentazione di una proposta di legge alla Camera? A colloquio con l’avvocato Fabio Barba

IL TREND DEI CONSUMI

V

etrine sempre illuminate, supermercati aperti di domenica e shopping a portata di mano anche di sera. In tempo di crisi tutto è lecito. In nome della crescita economica, qualsiasi stratagemma tiene. Risponderanno alcuni. È il decreto Salva-Italia, provvedimento del governo Monti del 2011, ad inaugurare in Italia un regime di totale deregulation degli orari delle attività commerciali. Dal gennaio 2012, è consentita l’apertura 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno, domeniche e festività incluse. Il rettore bocconiano – alcuni avranno pensato – trascinerà lo stivale tra le potenze europee economicamente più forti. Però, mentre da Voghera a Catanzaro le serrande aprono senza sosta, i colleghi europei – dai francesi ai tedeschi, senza dimenticare spagnoli e olandesi – restano fermi sulla chiusura domenicale. Abbiamo registrato una crescita dei consumi? Tra favorevoli e contrari, ripercorriamo il tortuoso iter che ci ha condotti alla deregulation, grazie alla lettura dell’avvocato Fabio Barba, membro dell’Osservatorio delle politiche giovanili di Nocera Inferiore. Non è sempre facile addentrarsi nel lessico giuridico, districarsi tra decine di decreti leggi e capirne le logiche contraddittorie sottostanti, frutto del repentino avvicendarsi di orientamenti politici diversi. All’importante decreto Salva-Italia, la Confesercenti, con Federstrade e il sostegno della CEI, ha opposto la

8

Insieme - Settembre 2014

campagna “Liberaladomenica”, raccogliendo 150.000 adesioni per la presentazione di una proposta di legge alla Camera, il 14 maggio 2013. Si tratta di un testo per regolamentare le aperture domenicali e festive dei negozi nei centri storici e le chiusure, domenicali e festive, dei centri commerciali. A colloquio con Fabio Barba, indossiamo gli occhiali del giurista per andare alle radici della questione. Dove si è arenata la proposta di legge di “Liberaladomenica”? «Della proposta di legge di iniziativa popolare avanzata si sta occupando la Decima Commissione della Camera dei Deputati. Attualmente si è raggiunto un primo accordo su di un testo base di modifica. Ovviamente l’iter di formazione sarà ancora lungo». Quali le novità? «Per ora, il principale cambiamento sarebbe rappresentato dall’inserimento di alcune giornate di chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali (ad eccezione di alcune categorie particolari come ristoranti, alberghi, ecc…) coincidenti con festività di natura religiosa e civile. In particolare, vi sarebbe un obbligo di chiusura per le seguenti 12 giornate: il primo gennaio; il 6


DOMENICA SÌ, DOMENICA NO! gennaio; il 25 aprile; la domenica di Pasqua; il lunedì di Pasqua; il primo maggio; il 2 giugno; il 15 agosto; il primo novembre; l’8 dicembre; il 25 dicembre; il 26 dicembre. Inoltre, verrebbe ripristinato un maggior potere degli enti locali nella ricerca di una disciplina concordata con le varie associazioni di categoria». Ci sono ragioni valide per sostenere il regime di deregulation? «Nell’ottica di un sistema di libera iniziativa privata nel settore economico, i vantaggi sono sicuramente rappresentati dalla massimizzazione dei profitti per quei soggetti che operano con economie di scala maggiore e potendo contare su di un numero di dipendenti mediamente superiore a quello che caratterizza i piccoli esercizi commerciali. Infatti, i grandi marchi di franchising e le grandi catene di distribuzione sono quelle che maggiormente hanno spinto per la liberalizzazione dei giorni di apertura. In ogni caso, vi è da dire che anche per i consumatori può esserci il vantaggio di un’offerta più ampia». In questo modo, sono fortemente danneggiati i piccoli esercenti. Chi li tutela? «L’iter formativo di una legge prevede l’intervento e l’apporto di vari soggetti (componenti delle commissioni, tecnici di supporto, vari membri del Governo e delle due Camere, ecc..) ma quando ci si occupa di problemi di politica economica, è molto difficile riuscire a trovare una formula che riesca a soddisfare tutti gli interessi in gioco. È possibile che gli effetti concreti di una normativa in campo economico si dimostrino deleteri per alcuni e vantaggiosi per altri. Quello che bisognerebbe evitare, a mio avviso, è il legiferare a vantaggio di determinati soggetti o gruppi di potere, per averne un successivo tornaconto in sede di finanziamento ai partiti». Mariarosaria Petti

A favore o contro il regime di deregulation, Federdistribuzione contro Confesercenti

I

l principale sostegno al decreto del governo Monti arriva da Federdistribuzione, espressione della distribuzione moderna organizzata. Il presidente Giovanni Cobolli Gigli afferma: «La liberalizzazione degli orari ha consentito di offrire un miglior servizio ai cittadini, che trovano in questo modo imprese più efficienti e prezzi più contenuti. Stiamo distribuendo più salari, creando 4.200 posti di lavoro, prevalentemente part time a tempo determinato. Non mi pare poco, in anni di forti perdite occupazionali e trovo singolare la presa di posizione dei sindacati, contrari al “Salva Italia”!». Posizione diametralmente opposta quella di Confesercenti. Nel documento-bilancio dei primi 18 mesi di vita del decreto, sono registrate alcune forti incongruenze. 32 mila aziende e 90 mila posti di lavoro sono stati persi. Non si è verificata una crescita dei consumi, soltanto una redistribuzione degli acquisti nel fine settimana. Tra le conseguenze a cascata, 500.000 esercizi commerciali sono rimasti sfitti, a causa della chiusura di piccolo-medie attività. La giustificazione dell’adeguamento agli altri Paesi europei traballa, a giudicare dalla scelta di Germania, Francia, Spagna, Belgio ed Olanda, che hanno optato per la chiusura obbligatoria domenicale.

L’avvocato Fabio Barba, membro dell’Osservatorio delle politiche giovanili di Nocera Inferiore

CRONISTORIA “NORMATIVA” DELLE APERTURE DOMENICALI

D

a un regime rigido che imponeva chiusure domenicali obbligatorie ad uno più elastico, fino alla totale deregulation. Ecco come sono cambiate “le regole del gioco”. Con gli anni ’70 iniziano i 25 anni durante i quali i negozianti hanno l’obbligo inderogabile di tenere le saracinesche

abbassate di domenica e nei giorni festivi. Neanche il referendum del 1995 scalfisce questo orientamento: la consultazione si chiude con una netta risposta negativa da parte dell’elettorato (62,5%) al quesito relativo alla liberalizzazione degli orari dei negozi. Sarà il “decreto Bersani”, tre anni più tardi, a prevedere

la libera determinazione degli orari da parte degli esercenti, nel rispetto dei criteri emanati dai Comuni. Con l’anno 2000 la competenza passa alle Regioni, investite della piena potestà legislativa in materia di commercio. Si arriva così al provvedimento Salva-Italia e al regime dell’apertura selvaggia.

Insieme - Settembre 2014

9


Immagini di repertorio

LA VOCE DEI COMMERCIANTI E DEI DIPENDENTI

Commercianti e dipendenti raccontano come organizzano il proprio tempo tra aperture festive e vendite straordinarie. Due facce della stessa medaglia che mostrano quanto sia difficile restare sul mercato

ALTRO CHE DOMENICA!

D

ai commercianti ascoltati si evince tutt’altro che una ripresa. Lavorare in un negozio o gestire un’attività al dettaglio comporta sacrifici. Anche molto importanti. Se il lavoro è condiviso con i familiari è anche più facile far quadrare i conti e trovare un po’ di tempo per sé. Tutto cambia quando bisogna coordinare commessi ed operai che, alla fine del giro, sono quelli che risentono maggiormente il peso di un lavoro il più delle volte poco riconosciuto. Lo si evince anche dalle dichiarazioni. I titolari dei negozi hanno commentato senza problemi il tema delle aperture festive. I dipendenti hanno preferito calare un velo pietoso, chiedendo l’anonimato. Dal barista all’arredatore, passando per il cartolaio e l’orefice, i disagi sono comuni. Ciro Testa gestisce da decenni il bar di famiglia ad Angri. Racconta che trent’anni fa lottò «insieme ai colleghi

10

Insieme - Settembre 2014

per guadagnare un giorno di chiusura che consentisse di trovare un po’ di tempo libero. Oggi è tutto cambiato, non si guarda più alle proprie necessità. Per fortuna ad aiutarmi ci sono mia moglie e i miei figli». Non cambia molto nel settore dell’arredamento, anche quando l’azienda è grande e va al di là dell’ambito familiare. Lo racconta Franco Palmieri, responsabile commerciale di De Rossi arredamenti. Il mobilificio di Poggiomarino che coordina è aperto la domenica mattina: «Con i dipendenti gestiamo il lavoro festivo attraverso una turnazione, ma in generale sono presenti soprattutto i responsabili». Palmieri intende precisare che per lui «l’apertura domenicale è un servizio, oltre che un’opportunità di vendita, in quanto la domenica resta ancora per molti il giorno con meno problemi lavorativi e con più spazio per pensare a sé e, dunque, all’acquisto». Alessandra Maggi è titolare di una gioielleria ad Angri. In questo periodo estivo è stata

sempre aperta, tranne che per il ponte di Ferragosto: «Definisco il mio lavoro una “gabbia d’oro”. C’è pochissimo tempo libero: o nella pausa pranzo o dopo le ore 21.00. Facile immaginare, quindi, quanto poco spazio resti». Rispetto alle aperture festive aggiunge: «Quando ci sono le giornate straordinarie in gioielleria sono da sola. I miei dipendenti sono molto più fortunati di me. Hanno avuto quindici giorni di ferie ad agosto e con i permessi sono molto flessibile». Fernando Faiella gestisce insieme al fratello Salvatore, che si occupa di grafica, la cartoleria Grafix a Nocera Superiore. Loro hanno scelto di restare chiusi nei giorni festivi e il sabato pomeriggio, tranne qualche piccola eccezione: «Nel periodo prescolastico apriamo anche di sabato pomeriggio e qualche volta la domenica mattina perché ci permette di accogliere i clienti di passaggio, essendo il nostro negozio su una strada molto trafficata». Scelte che aiutano: «Certamente queste aperture contri-


Immagini di repertorio

buiscono a far aumentare la cassa, ma non ci facciamo distogliere dall’essenziale». E così nei fine settimana «Salvatore si dedica alla famiglia e al ciclismo – racconta Fernando – mentre io trovo il tempo per la Messa, la famiglia, gli amici e le tante attività in cui sono impegnato». Anche per Palmieri «l’apertura domenicale non dovrebbe togliere molto alla famiglia». Il segreto è «organizzarsi, ritagliando anche in altri giorni momenti da passare insieme e poi se il proprio lavoro lo si fa con piacere e passione può diventare anche un hobby». Il settore del commercio è però spaccato, non sempre c’è sinergia e una linea comune. Il discrimine è stato ulteriormente marcato dalle liberalizzazioni. Un comparto che prova a restare unito è quello dell’artigianato. La CNA, la Confederazione nazionale degli artigiani che raggruppa dal parrucchiere al falegname, cerca di decidere sempre in maniera

collegiale i giorni delle serrate. Dal sindacato, inoltre, fanno notare come il lunedì per gli “artigiani della bellezza” sia ancora salvaguardato. Anche se in questo caso bisogna fare i conti con gli abusivi, per i quali non esistono giorni di festa, facendo concorrenza sleale a chi ha un negozio e paga regolarmente le tasse. Ascoltando i dipendenti, però, la prospettiva cambia leggermente. Non sempre questi sono regolarizzati, anche se i controlli delle forze dell’ordine hanno fatto abbassare notevolmente il lavoro nero. La visibilità di un negozio al dettaglio, infatti, non lascia spazio ad alibi. Anche se il più delle volte i contratti non sono tarati sulle effettive ore lavorate. Ci racconta la sua esperienza Marisa. Per anni è stata commessa in un negozio di abbigliamento di Nocera Inferiore, ora ha deciso di fare la mamma: «Non esistevano giorni di festa – dice – e quando accennavamo ad un po’ di

stanchezza ci facevano notare quanto eravamo fortunate ad avere un lavoro. Il titolare del negozio ci ha sempre assicurato tutto, ma al contempo era molto esigente. Con la liberalizzazione le cose sono peggiorate e di turni nemmeno a parlarne. Il tempo a disposizione era sempre molto limitato, fortunatamente ero in centro e quindi se avevo qualche urgenza riuscivo ad allontanarmi qualche minuto». Patrizia, invece, lavora in un outlet: «La nostra salvezza sono gli orari di apertura e chiusura inderogabili, altrimenti sarebbe la fine. Fortunatamente abbiamo un contratto, ma non parliamo di straordinari». Insomma, una situazione controversa che lascia intravedere le due facce della stessa medaglia. Da un lato dipendenti non sempre tutelati, dall’altro i titolari che cercano di fare l’impossibile pur di restare a galla e trovare un po’ di spazio per se stessi e la propria famiglia. Salvatore D’Angelo

Diventa anche tu INSIEME POINT Hai un’attività commerciale? Diventa un punto abbonamento! Promuovi la tua attività e promuovi la rivista diocesana Se sei un nostro abbonato, decidi tu dove ritirare la tua copia

Sono già attivi i seguenti punti:

Per ulteriori info contattare la segreteria: tel/fax 081 517 04 66

CARTOTECNICA CARTOFANTASY di Giuseppe Vastola 081 528 34 30 Via Filippo Turati, 280 - Poggiomarino

LAVANDERIA GIARDINA Salvatore ed Anna 081 865 15 38 Via Dei Martiri, 3 - Poggiomarino

segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

Insieme - Settembre 2014

11


Da esercente a sacerdote, come vivere la domenica

Don GIuseppe Pironti

I suggerimenti di don Giuseppe Pironti, per lasciare che la domenica resti “il giorno del Signore e il signore dei giorni”

«P

asseggiando, ho visto la proprietaria di un negozio affiggere un manifesto per far sapere ai clienti che l’attività ha cambiato sito, spostandosi in un luogo più centrale. Questa scena mi ha fatto ricordare i tempi in cui anche io avevo un negozio e a quanto fosse impegnativo portarlo avanti. L’attività commerciale richiedeva molta attenzione, energia, tanta inventiva e dedizione». Sono le parole di don Giuseppe Pironti, oggi sacerdote, alle spalle l’esperienza di gestione di un’attività commerciale. Abbiamo chiesto a lui come possa la pastorale inserirsi ancora armoniosamente nella vita delle persone costrette ad orari di lavoro faticosi. «La pastorale dovrebbe tener conto degli impegni altrui, ricordando sempre che ciascuno ha una vita propria, degli impegni e degli interessi di piacere e di lavoro, senza per questo decentralizzare la

fonte e il culmine di ogni realtà, che è Gesù Cristo». Ricorda ancora l’assistente diocesano dei giovani di Azione Cattolica: «Bisogna tenere presente la Lettera apostolica Dies Domini di Giovanni Paolo II, in cui si ribadisce che la domenica è il “giorno del Signore e signore dei giorni”, senza dimenticare che la Chiesa ha il dovere di non far sentire nessuno escluso, quando per necessità – e non per pigrizia o disimpegno – le persone non riescono a vivere pienamente la fede». Quale il segnale per riportare la domenica al suo vero significato? «Non affollare l’agenda domenicale di incontri, riunioni, ritiri o feste, lasciando che sia il momento in cui la comunità si ritrova insieme davanti a Gesù Eucarestia». Mariarosaria Petti

IL PARERE DELLO PSICOLOGO

Giandomenico Torre

Giandomenico Torre, psicologo e psicoterapeuta, consiglia alcuni efficaci strategie per superare al meglio lo stress da lavoro

S

iamo stati stravolti da un dinamismo lavorativo esasperato che crea sentimenti di incertezza e smarrimento, ma soprattutto di stress, ansia e disagio psico-fisico. La maggiore difficoltà psicologica consiste nel trovare il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro. Sempre più spesso si lavora quando gli altri sono in ferie e ci si riposa quando tutti lavorano. Come far fronte a questa situazione? Credi in te stesso. Inizia vivendo i cambiamenti come una sfida, un nuo-

12

Insieme - Settembre 2014

vo compito al quale siamo chiamati ad adattarci nella maniera più armoniosa possibile. Vedere le difficoltà come un’opportunità per crescere e migliorarsi è sicuramente una capacità delle persone auto-realizzanti, ma per far ciò dobbiamo avere voglia di metterci in discussione. Sperimentati come gestore del tuo tempo. Pensiamo che si dia qualità alla vita impegnandosi e lavorando tutti i giorni, ma il lavoro non deve essere un sacrificio, il lavoro è un mezzo (e quindi non il fine o la nostra fine!)

per appagare i nostri desideri e darci da vivere. C’è un impellente bisogno di rallentare, fermarsi “tutti insieme”, ri-accorgersi dell’altro, dei figli, della famiglia e dei cari. Dona valore ai giorni e non al tempo. Altrimenti, io vado di fretta per comprare la maglietta da te e tu andrai di fretta a farti visitare da me, il tutto in una spirale vorticosa e perversa di rapporti scarsi e superficiali, dove si finisce per perdere il senso di quello che si fa. Giandomenico Torre


Da settembre sono attivi i nuovi indirizzi di posta elettronica per scrivere alla redazione di Insieme

insieme@diocesinocerasarno.it

per chi vuole scrivere alla redazione, inviare articoli e news dalle parrocchie

segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

per le comunicazioni alla segreteria, info, servizio vendite e abbonamenti oppure scrivete a Redazione Insieme Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile - 84014 Nocera Inferiore (Sa) tel e fax 081 517 04 66

Per leggere tutti i mesi la rivista, puoi versare il tuo contributo annuale e riceverla dove vuoi: € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritiro in edicola € 20,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore

BANCA PROSSIMA IBAN: IT21E0335901600100000070110 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO Causale: Contributo annuale C/c postale n. 11278843 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO Causale: Contributo annuale Insieme - Settembre 2014

13


SCUOLA&UNIVERSITÀ

Tutti a scuola!

«L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla». (Papa Francesco, piazza San Pietro, 10 maggio 2014)

Anche quest’anno il vescovo Giuseppe ha scritto un messaggio per l’inizio dell’anno scolastico. Un alfabeto speciale per usare la grammatica e la sintassi della vita Carissimi, questo biglietto è consegnato “a tutto il mondo della scuola, sia essa statale o di altri gestori, perché è tra le mura di tutte le scuole degne di tale nome che si formano le future generazioni e si trasmette il patrimonio di cultura e di valori che tutti abbiamo a nostra volta ricevuto” (CEI, Nota La scuola cattolica riserva educativa della Chiesa locale per la società, 11 luglio 2014, 1).

ta: “Euntes docete… andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19). A Voi tutti, abitanti il Pianeta della Scuola, il compito di continuare utilizzando bene l’alfabeto della vita per scrivere con la vostra esistenza, usando la grammatica della gratitudine, una lettera densa di vita, possibilmente con una sintassi elegante e corretta, capace di suscitare entusiasmo. Vi benedico † Giuseppe, Vescovo

Il Vescovo, mentre augura a tutti un buon Anno Scolastico 20142015, vuole di nuovo imparare con voi l’alfabeto per comporre parole capaci di usare la grammatica e la sintassi della vita. Solo parole che dicono l’amore e la passione educativa sono capaci di scrivere, oggi, componimenti che siano autentici e validi per tutta la vita. Ho scelto, tra le infinite possibilità, una parola per ogni lettera dell’alfabeto che, durante l’anno scolastico, potete commentare. Voi sceglierete, certamente con altre sensibilità, altre parole da spiegare con gli amici, in piazza, per strada, a scuola, per arricchire il vostro vocabolario umano e spirituale. Accogliamo con passione la sfida educativa per co-educarci, senza delegare e rimandare, sapendo che il Maestro continuamente ci esor-

L’ALFABETO PER GLI STUDENTI di mons. Giudice A di amore È l’inizio, il fine e il pane per il viaggio. Sì, il nostro Dio è amore e, rimanendo nell’amore, si abita in Dio.

B di bacio Segno di amore, amicizia, tradimento. La creazione, ha scritto Sciacca, è il bacio di Dio sul nulla.

C di carezza Mi hanno detto, una volta, che una carezza è uno schiaffo a rallentatore. Anche lo schiaffo, a volte, può essere una carezza accelerata.

D di dolore Non ha bisogno di essere dimostrato. C’è, è evidente, invade le nostre strade e, tante volte, è sale che insapora la vita.

14

Insieme - Settembre 2014

E di entusiasmo Raccoglilo come la manna, ogni giorno, e solo quanto basta per tirare a sera. Altrimenti marcisce. F

di fede È ciò che vince il mondo. La forza dei Santi che, se vuoi, può diventare anche a scuola la tua forza.

G di Gesù

È il nome del Figlio di Dio. È il nome più pronunciato e, a volte, bestemmiato. È l’Amico. Il Maestro. Il Confidente. Il Compagno, il tuo vicino di banco.

H di humor Dobbiamo imparare, con sobrietà, dai pagliacci del circo. Una battuta al giorno, se ben detta, toglie la tristezza di torno.

I di insieme Parola magica, che genera comunione e costruisce le famiglie, le comunità, le amicizie, gli ambienti. Anche l’ambiente scolastico.

L

di lavoro Quando c’è, è fatica; quando manca o non è missione, spalanca baratri di disperazione.

M di mamma

Parola antica. Parola di casa. Parola, oggi, da riscoprire nella confusione degli affetti.

N di novità

Non quella dei mercati e dei centri commerciali. Non una nuova gestione, che lascia tutto uguale, ma quella del cuore che tutto rinnova.


Giulia Santoro

CON GLI OCCHI DI GIULIA, 10 ANNI Giulia Santoro inizia quest’anno la Scuola Secondaria di I grado. Ha raccontato la sua emozione, commentando il messaggio di mons. Giudice

D

al maestro al professore: una rivoluzione non solo lessicale, che investirà i tantissimi ragazzi che dalle Scuole elementari si preparano a varcare la soglia delle Scuole Medie. Abbiamo incontrato Giulia Santoro, (10 anni) a breve studentessa dell’istituto “Solimena-De Lorenzo” di Nocera Inferiore. «Mi sento emozionata, perché cambierà tutto, dai compagni agli insegnanti. Mi mancherà la mia cara maestra Rosanna, che qualche volta ci ha fatto anche un po’ da mamma» afferma prontamente. Impazienza e incertezza colorano il delicato passaggio di vita: «Temo che qualche professore sia troppo severo ed

esigente, invece sono impaziente di conoscere nuovi amici per potermi incontrare con loro anche fuori dalla scuola». Scorrendo l’alfabeto del vescovo Giuseppe, Giulia si sofferma alla lettera R, alla parola ricordo: «Non bisogna dimenticarsi delle cose e degli affetti, passando a nuove esperienze». Quaderni e matite ben riposte nell’astuccio, libri che odorano di nuovo ordinati nello zaino. Tutto è pronto. La prima campanella – quella che segna un inizio inedito – sta per suonare. Mariarosaria Petti

O di ordine

S di scuola

Conserva l’ordine e l’ordine conserverà te, anche a scuola e nello studio.

È l’ambiente dell’impegno, dello studio, della crescita. Oggi è la tua seconda casa dove ti prepari alla vita.

P di Pasqua Il cuore della fede cristiana. Svuota i sepolcri ed apre al canto della vita che non muore.

T

di tesoro Dov’è il tesoro si nasconde il cuore. Chiediti: dov’è il tuo cuore?

Q di qualità

U di umiltà

È uno stile, un’eleganza, un modo di essere: poveri, liberi ed eleganti come Gesù, anche nell’ambiente scolastico.

Da humus-terra. Siamo terreni, abitati dal soffio di Dio, perciò grandi, sempre, anche nel tempo della malattia e della prova.

R di ricordo

È capacità di non dimenticare, di riportare tutto al cuore. Avere memoria, cioè capire la storia ed essere grati.

Z di zucchero Dulcis in fundo. Nel fondo c’è lo zucchero. Alla fine non c’è la fine, c’è la vita. Alla fine dell’anno c’è… la promozione, l’estate e la vita.

V di vita

La vita è la vita. Accoglila, amala, proteggila, difendila, cantala: sempre ed anche nel tempo della scuola.

Insieme - Settembre 2014

15


L’UNIVERSITÀ COME NUOVA CASA

R

agazzi di tutte le età – con tristezza o entusiasmo – stanno per varcare la soglia di un istituto scolastico per la prima volta o già frequentato lo scorso anno. Timori e speranze fanno da compagni di viaggio a chi prosegue il cammino di studio in un nuovo ambiente. Partendo dal messaggio agli studenti di mons. Giudice, abbiamo intervistato Rossella De Rosa, una studentessa che quest’estate ha conseguito il diploma al Liceo Scientifico “Bartolomeo Mangino” di Pagani. Nelle sue parole le speranze e i sogni di tutti gli studenti che stanno per cominciare l’impervia e affascinante scalata alla laurea. Il vescovo ha scelto l’alfabeto come forma per il suo messaggio, base della formazione scolastica. E tu che fondamenta hai per districarti nel livello successivo del gioco dell’istruzione? «Affrontare il liceo non è stato facile, ma più le difficoltà aumentavano più ho visto crescere in me tanta voglia di fare, di decidere, di apprendere e relazionarmi agli altri. A 14 anni nel decidere la scuola superiore si è in balia degli altri: genitori, amici, parenti pronti a darti consigli. Adesso, è diverso. Questa volta mi sento sicura e pronta a poter fare delle mie sfide una vittoria, con un bagaglio culturale adeguato e con tanta forza di volontà». D come dolore ed E come entusiasmo: dolore anche come nostalgia di ciò che lasciamo alle spalle, i vecchi compagni di scuola, gli insegnanti, i ricordi. Quale sentimento prevale in te? «Mentirei se dicessi che nella mia precedente esperienza scolastica è sempre stato tutto perfetto; anzi di giorno in giorno ho dovuto fare i conti con la mia personalità, a tratti debole, ad altri più forte. La determinazione mi ha sempre portato a rialzarmi dopo un brutto voto o semplicemente dinnanzi a stanchezza e spossamento. Agli amici che mi chiedono se mi mancherà il liceo, io rispondo di no. Ovviamente non posso ancora saperlo!».

16

Insieme - Settembre 2014

Rossella sta per iniziare il complesso mondo accademico. Ha commentato per noi l’alfabeto del vescovo Giuseppe Fede, Gesù, Pasqua. Nel mondo sempre più laico della scuola, che valore hanno queste parole? «La fede per me è fondamentale. Non è facile affermare la propria fede in un mondo di giovani disinteressati; nelle scuole superiori all’insegnamento della religione è riservata una sola ora settimanale, tra l’altro mal utilizzata. Ho avuto in questi anni però un caro professore di italiano che, con l’idea della preghiera mattutina ha avvicinato tanti giovani studenti al dialogo con Dio». Mons. Giudice ha scelto per la nona lettera dell’alfabeto il vocabolo insieme. E tu che significato gli daresti? «L’insieme è il tutto in mezzo alla bufera della vita: è forza, unione, grandezza, aiuto. I compagni di classe sono stati compagni di vita e qualcuno continuerà ad esserlo. Di questi anni liceali ricorderò tutto ciò che è stato, le risate e i pianti, e forse tra qualche anno riderò ancora nel ripensare alla semplicità con cui affrontano la vita i giovani, così come succede a me ora». Scegli tu una parola che credi rappresenti pienamente il tuo stato d’animo dall’esordio di questa nuova avventura nel mondo dell’istruzione. «La parola che mi viene in mente è “Supercalifragilistichespiralidoso”. Ho visto Mary Poppins quando ero solo una bambina e quella giovane donna ai miei occhi appariva una super-eroina. Nulla sembrava esserle impossibile. È così che mi sento: avventurosa, gioiosa, fiera di me e pronta ad affrontare le sfide che il futuro mi riserverà». Martina Nacchio

Rossella De Rosa


VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo Un tratto del fiume Sarno nel territorio di Striano

ALTRO CHE FIUME Drammatici i dati diffusi da “Goletta del Sarno” relativi ai campionamenti effettuati da Legambiente in alcuni punti del corso d’acqua e dei suoi affluenti. Il problema è rappresentato dagli scarichi abusivi. Rilevato un peggioramento esponenziale tra la sorgente e la foce

S

i salva solo il prelievo alla sorgente del Sarno, gli altri quindici punti analizzati da “Goletta del Fiume Sarno” non superano i test portati degli esperti di Legambiente. Un quadro impietoso quello dipinto, con valori eccessivi e tutt’altro che ottimistici nella quasi totalità dell’intero corso d’acqua in cui confluiscono due torrenti killer: Solofrana e Cavaiola. Nella cartina tracciata l’unico verde, ovvero qualità buona, l’ottiene Santa Maria la Foce. È giallo (sufficiente) per il tratto di Mercato Palazzo a Sarno e di Santa Marina a Nocera Inferiore. Arancio (scarso) per la Solofrana in tutti e quattro i punti di prelievo e per il Sarno all’altezza di via San Valentino a Striano e ponte via provinciale a San Marzano. Dischetto rosso (cattivo) per gli altri prelievi: Cavaiola all’altezza di via San Pietro a Nocera Superiore; Alveo comune nocerino all’altezza di via Pascoli a Nocera Inferiore e via Marconi a San Marzano; tutto il tratto finale del Sarno fino alla foce di Castellammare. Spaventano anche i dati relativi alla presenza di cromo. Il picco si raggiunge in via Crocinola a Roccapiemonte (Solofrana) con 0,137 mg per litro. Un metallo che la fa da padrone nelle acque del torrente Solofrana, i livelli sono molto alti anche negli altri tre punti di prelievo.

I PROMOTORI Goletta del Sarno è una campagna di monitoraggio promossa da Legambiente Campania e realizzata da “Leonia” circolo Legambiente del territorio del Sarno in collaborazione con i circoli di Legambiente di Solofra e Castellammare, con il supporto logistico di Cirf Campania e Amici del Sarno e con quello tecnico della azienda Hach Lange.

Uno scenario, insomma, poco rassicurante e ancora lontano dall’obiettivo Ue del 2015 sullo stato di qualità dei corsi d’acqua. «La Regione Campania e gli enti preposti – sollecitano da Legambiente – avviino tutte le azioni per completare al più presto l’indispensabile rete di infrastrutture depurative e avviare controlli sempre più serrati contro chi continua a scaricare abusivamente». Il problema, infatti, sono gli scarichi indiscriminati. «Con Goletta del Fiume Sarno – ha spiegato Luca Pucci del circolo Leonia – continuiamo nell’intento specifico di tenere alta l’attenzione sul completamento delle infrastrutture depurative e sul controllo del territorio per impedire lo sversamento illecito di scarichi non depurati, ma anche quello di coinvolgere cittadini in una esperienza di ricerca e conoscenza del fiume Sarno». Il monitoraggio, comunque, non si sostituisce ai controlli dell’Arpac. L’iniziativa rappresenta piuttosto una sorta di fotografia utile in senso comparativo, perché rappresenta in modo diretto e comprensibile le modificazioni in senso peggiorativo che affliggono il Sarno e i sui affluenti in modo esponenziale procedendo dalle sorgenti ai tratti intermedi e terminali. Salvatore D’Angelo

LA FOTONOTIZIA Un tuffo nel Sarno e più precisamente in una delle sorgenti, quella di Rio Santa Marina, al confine tra Nocera Inferiore e Sarno. Questo tratto del corso d’acqua è stato protagonista del Big Jump, la campagna di European rivers network che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla qualità delle acque. Foto di Francesca Montuoro e Marilena Prisco (Leonia Circolo Legambiente Valle del Sarno) Un momento del Big Jump

Insieme - Settembre 2014

17


Foto Salvatore Alfano

SINDACI A CONFRONTO Ambiente, viabilità, urbanistica, lavoro. Quattro temi per i quattro sindaci neoeletti. Salvatore Bottone, Giuseppe Canfora, Giovanni Maria Cuofano e Aristide Rendina spiegano quali sono le priorità delle loro amministrazioni rispetto a questi importanti argomenti. Un modo per capire cosa devono attendersi i cittadini di Pagani, Sarno, Nocera Superiore e Striano dal futuro

AMBIENTE Bottone: Abbiamo trovato una città sporca e senza manutenzione. Inutile dire che ci siamo immediatamente attivati. Sul fronte rifiuti siamo in contatto costante con il Consorzio perché occorre rivedere un po’ di cose e ripartire a pieno regime con le operazioni di spazzamento e manutenzione generale. In particolare va rivisto il contratto, anche se prima occorre trovare le risorse. Immaginiamo di costituire un ufficio ambiente che possa operare su questo fronte. L’ambiente è una risorsa e tutti dobbiamo ragionare in questo modo. Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico è necessario un monitoraggio continuo per evitare nuovi allagamenti nella zona rurale, ma soprattutto perché vengano promossi interventi risolutivi come la realizzazione di una vasca di contenimento delle acque in via Sorvello. Canfora: Dobbiamo ripartire dal fiume Sarno, capendo che è una risorsa per la nostra città. Occorre solo superare la clorazione eccessiva, soprattutto a Foce e nel rio Palazzo, ma ci stiamo già lavorando. Abbiamo poi in programma di realizzare tre parchi, uno in centro e due in periferia (Foce e Voscone). Abbiamo una visione Politica della materia che dà attenzione e

18

Insieme - Settembre 2014

priorità alla tutela delle acque, della natura e dell’agricoltura. Intendiamo l’ambiente come armonia tra territorio e cittadini. Cuofano: Quando parliamo di ambiente ed eco-sostenibilità non intendiamo solo lo smaltimento dei rifiuti o la pulizia della città, ma una dimensione a cui vogliamo tendere. Tra gli interventi urgenti solleciteremo la rimozione dell’amianto dalle strutture pubbliche e private della città e avvieremo una campagna di controlli degli scarichi del gas. Ambiente è anche avere un trasporto urbano sostenibile. Miriamo a ridurre le auto in circolazione attraverso una rete di autobus che colleghino i vari punti della città. Un altro obiettivo è l’efficientamento energetico delle strutture, un punto su cui stiamo lavorando. Rendina: Occorre rivedere i confini della Terra dei fuochi. Riteniamo che il nostro comune ci rientri in maniera impropria. Occorre contrastare lo sversamento abusivo dei rifiuti, il fenomeno è molto diffuso nelle zone periferiche e di confine. Pensiamo, quindi, all’installazione di una sistema di videosorveglianza. La difesa dell’ambiente è una nostra priorità, per questo partiremo con una campagna di sensibilizzazione che passi dalle scuole per arrivare in ogni casa di Striano.


Giuseppe Canfora

Salvatore Bottone

VIABILITÀ

URBANISTICA

Bottone: Non abbiamo fatto grandi interventi perché bisogna inquadrare meglio la situazione. La nuova viabilità di Pagani passerà da un confronto sinergico con i cittadini e le associazioni, poi rivedremo il piano traffico in modo che tenga presente le esigenze ambientali e le necessità dei cittadini. Desideriamo pedonalizzare piazza Sant’Alfonso, anche se bisognerà ragionarci su insieme a quanti sarebbero coinvolti da un simile provvedimento.

Bottone: Occorre cominciare a ragionare sul Puc attraverso l’istituzione di un ufficio di Piano. I tecnici dovranno tenere presente tutte le esigenze della città: dall’edilizia residenziale pubblica e privata alle aree verdi, passando per l’industria. È necessaria anche una verifica dei vani sul territorio e delle aree dismesse.

Canfora: Sarno non è messa bene dal punto di vista viario perché non c’è mai stata una programmazione comprensoriale. Nei prossimi mesi sarà sistemata via Vecchia Lavorate, ma intendiamo premere affinché venga finalmente aperta la bretella che collega via Sarno/Striano a via San Valentino. Cuofano: La viabilità va collegata all’eco-sostenibilità. È necessario ridisegnare le strade per limitare l’impatto ambientale, ma occorre agire anche rispetto alla manutenzione. Sui lavori stradali chiederemo una cauzione alla imprese perché in caso di opere fatte male utilizzeremo quei soldi per ripristinarle. Immaginiamo, poi, di affidare le rotatorie e alcuni luoghi verdi alle associazioni o ai commercianti del posto perché curino quel bene pubblico. Rendina: La viabilità per noi non è un grosso problema, anche se alcune cose vanno necessariamente riviste. In particolare occorre decongestionare enormemente il centro cittadino. Non immagino però una chiusura completa al traffico, la Ztl non è la soluzione migliore.

Canfora: Dal punto di vista abitativo i vani esistenti sono più che sufficienti, tant’è che superano di gran lunga il numero degli abitanti. Bisogna quindi fermarsi con le nuove costruzioni. Si potrà ragionare sul recupero dell’esistente, puntando a un eventuale sviluppo in verticale e non più in orizzontale per limitare il consumo di suolo e tutelare l’aspetto agricolo delle nostre zone, pensando anche alla realizzazione di orti sociali. Il Puc, che è nella fase delle osservazioni, dovrà tenere conto dell’aspetto ambientale. I tre parchi che abbiamo in programma devono essere la configurazione della nuova città. L’urbanistica deve essere coniugata all’ambiente, non un modo per programmare lavori pubblici. Cuofano: Abbiamo ancora il PRG è per questo necessario avviare un discorso sul PUC. Il primo passo sarà fare uno studio ricognitivo per capire i vani esistenti e individuare delle aree per la ricezione, la ricreazione e la cultura. Allo stesso tempo deve essere rivalutato e recuperato l’esistente. Per quanto riguarda le abitazioni, occorre risolvere il problema dell’abusivismo, ma anche arrivare ad un canone concordato per una pigione equa attraverso il confronto tra inquilini e proprietari. Rendina: Il PRG è esaurito, è necessario predisporre – e lo stiamo facendo – il PUC. Dobbiamo pensare ad un piano di riordino dell’edilizia privata, salvaguardando le aree agricole. È urgente anche un piano di recupero dei 100 appartamenti ex 219/81, anche se bisognerà fare i conti con la disponibilità delle casse comunali. È certo, comunque, che non appena avremo pronti dei progetti li sottoporremo alla città con un referendum. Saranno gli strianesi a decidere.

Insieme - Settembre 2014

19


Giovanni Maria Cuofano Aristide Rendina

OCCUPAZIONE Bottone: Il Comune non è un ufficio di collocamento, i cittadini devono comprendere questo, ma uno strumento che crea opportunità di sviluppo sul territorio. Dobbiamo creare le condizioni perché gli imprenditori scelgano di venire a investire a Pagani, in questo modo arriveranno risorse e lavoro. Vogliamo dare opportunità anche ai 50enni rimasti senza occupazione. Un ragionamento che è strettamente legato anche all’area PIP. Per i giovani pensiamo al rilancio del servizio civile e delle borse lavoro. Canfora: Il lavoro è il problema dei problemi. Pensiamo ad un concorso per rinnovare la pianta organica comunale, partiremo dai vigili urbani. Ne servirebbero decine, noi pensiamo di prenderne almeno tre. Serviranno anche degli ausiliari per il piano sosta. Per chi investirà a Sarno pensiamo di applicare una TARSU ridotta di almeno il 50 per cento. Per il PIP occorre ritornare sulla buona strada, partendo dall’assegnazione dei lotti vuoti e chiedendo alle imprese di assumere personale locale. Con alcune varianti, inoltre, favoriremo lo sviluppo delle aziende agricole e agroalimentari.

Cuofano: Il problema lavoro si risolverà quando Nocera Superiore diventerà una città appetibile. Dobbiamo creare le condizioni perché la nostra economia si rimetta in moto attraverso l’apertura di nuove attività commerciali e ristorative, ma soprattutto pensando ad un’area PIP che sarà parte del PUC. Intendiamo, infine, ragionare con Autostrade meridionali dell’apertura di un casello sul nostro territorio per dare ulteriori servizi all’industria e alla logistica. Rendina: Opportunità possono arrivare dall’area PIP, che a breve sarà interessata da nuovi lavori di urbanizzazione. Contiamo che nel giro di tre anni nuove aziende possano impiantarsi, creando occasioni occupazionali. Con la Regione vogliamo anche riprendere il discorso della stazione dell’AV Vesuvio est, che farebbe di Striano un hub per persone dirette verso i centri turistici vesuviani e costieri, ma anche per le aree industriali interne. Ricezione e smistamento viaggiatori potrebbero rappresentare una grande risorsa. Salvatore D’Angelo

ECCO LE EDICOLE DOVE PUOI TROVARE INSIEME! EDICOLA Amato Giornali - 081 513 27 08 EDICOLA Ruocco Bruna - 333 29 03 154 CARTOLIBRERIA NASTA - 081 94 85 75 EDICOLA Attianese Vincenzo - 081 517 64 09 EDICOLA “Il Giornalaio” - 081 94 82 56 EDICOLA Ferro Francesca - 081 517 22 95 CARTOLIBRERIA CORINTO - 081 517 48 74 EXPO SMILE di Esposito Maria CENTRO EDICOLA - 081 514 40 60 EDICOLA Lambiase - 081 514 40 88 SARDO ART - 081 91 73 53 EDICOLA Daniele Raffaela - 081 515 14 69 EDICOLA D'Andria Giuseppe - 339 34 09 275 EDICOLA Zambrano Valentino - 081 320 80 23 TABACCHI EDICOLA Buonaiuto Luca - 081 513 61 73 MIR MIR MIR - 081 513 71 49 CARTOLIBRERIA BLOB - 081 95 00 86 EDICOLA Archimede - 081 528 40 43

20

Insieme - Settembre 2014

Via Dei Goti, 11 Piazza Doria Via Giudici, 46 C.so Vittorio E., 42 Via M. Nonio Balbo Via Roma, 79 Via Loria, 31 Via R. Silvestri, 6 Via Russo Piazza Zanardelli Via Cesarano Via G. Marconi Via Gramsci C.so Umberto I, 11 Via Roma, 50 Via Roma, 85-87 Lavorate di Sarno Via Dante Alighieri

ANGRI ANGRI ANGRI NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA SUPERIORE ROCCAPIEMONTE PAGANI PAGANI S. MARZANO SUL SARNO S. VALENTINO TORIO SARNO SARNO SARNO POGGIOMARINO

Se vuoi abbonarti e ricevere la rivista in edicola, chiama in redazione dalle ore 9.00 alle 14.00 Tel/Fax 081 517 04 66 oppure scrivi a segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it


Gli ospiti della Casa albergo “Santa Rita” in piscina

REDAZIONALE A CURA DELLA CASA ALBERGO PER ANZIANI “SANTA RITA”

VIVERE FELICI

U

na casa albergo dove la qualità della vita è una priorità. È continuamente incentrato su questo il lavoro degli operatori del “Santa Rita”. Fondamentale è l’assistenza medica e infermieristica, ma è altrettanto importante stimolare la socializzazione, l’integrazione e tener accesa nei nonnini l’allegria e la voglia di vivere. Gli ospiti dell’albergo partecipano a numerose attività, che scandiscono intere giornate. In mattinata ci sono i laboratori e le iniziative ludiche, nel pomeriggio spazio all’animazione con la musica e i giochi.

L’Albergo per Anziani “Santa Rita” ha come obiettivo quello di assicurare la più alta qualità di vita possibile agli ospiti della struttura, soddisfacendo tutte le loro esigenze e assecondando le attitudini personali

Il “Coro Santa Rita”. Tra le altre attività portate avanti, gli ospiti della Casa albergo per anziani “Santa Rita”, insieme ad un gruppo di giovani anziani del territorio divenuti assidui frequentatori della struttura di via Isonzo, hanno partecipato ad un corso di ballo con istruttori specializzati esterni e ad un corso di canto che ha portato alla nascita del “Coro Santa Rita”. Il progetto “Sole sì, ma soli no”. In questo periodo non sono mancati i tornei di carte con tanti premi per i vincitori, le serate al pub con la gara di karaoke, le gite culturali ai santuari di Pompei e Baronissi, le visite guidate ai musei della zona e le serate a tema, sia nei saloni della Casa albergo, che presso strutture esterne come pizzerie e bowling. Tante le occasioni propizie: dai compleanni alle feste principali. Attività proseguite per tutta l’estate e che hanno beneficiato anche del progetto “Sole sì, ma soli no”. Un’iniziativa finalizzata alla socializzazione, al divertimento e allo svago. Sono state sottoscritte alcune convenzioni con strutture ricettive dotate di piscina, in modo da permettere agli ospiti della Casa albergo “Santa Rita” di trascorrere delle spensierate giornate in piscina tra tuffi, tintarella, giochi e tanto divertimento. Insomma, proprio una bella estate.

INFO

Casa albergo per anziani “Santa Rita”, Via Isonzo, 22 – Sarno (SA) Tel. 0815136548 - info@albergosantarita.it - www.albergosantarita.it

Insieme - Settembre 2014

21


Foto Salvatore Alfano

VITA ECCLESIALE ORIENTAMENTI PASTORALI 2014-2015

“Di te si dicono cose stupende” Lo scorso 6 agosto sono stati pubblicati sul sito della Diocesi gli Orientamenti che il vescovo Giuseppe ha scritto per l’anno 2014-2015. A settembre arriveranno in forma cartacea presso gli Uffici e le comunità parrocchiali

Di te si dicono cose stupende, CHIESA CHE CELEBRI Sacrosanctum concilium La Chiesa ritrova, e deve sempre riscoprirla nuovamente, la centralità della Pasqua, il posto del Cero pasquale. Deve la Chiesa recuperare, prima che sia troppo tardi, la centralità della Domenica, Pasqua settimanale, e riprendere a pregare, con linguaggi sempre nuovi, nella sua lingua madre. (..) Ogni Domenica, fino a quella Domenica senza tramonto, facciamo delle nostre comunità luoghi concreti della festa dove la famiglia – non più messe per categorie! – possa incontrarsi, ascoltare, celebrare, dare e ricevere, fermarsi, progettare, riposarsi e fare festa. Solo così, recupereremo la Domenica e il mondo, nello splendore del primo mattino, sarà restituito alla sua bellezza primigenia.

22

Insieme - Settembre 2014

«È

mia gioia, dopo l’ascolto e il discernimento, consegnare ad ognuno di voi gli Orientamenti Pastorali per l’anno 20142015 sul tema Una Chiesa giovane capace di rinascere dall’alto»: con queste parole mons. Giuseppe Giudice ha affidato alla Chiesa diocesana, lo scorso 6 agosto, appunti sostanziati di Parola per un autentico cammino spirituale e pastorale. Egli ha scelto il giorno della Trasfigurazione del Signore, anniversario della morte di Paolo VI, il Papa della sua formazione giovanile, per la pubblicazione del testo sul sito della diocesi, che a settembre arriverà in forma cartacea. Perché non restino lettera morta, essi devono essere tradotti dagli uffici diocesani e dalle comunità in percorsi pastorali. Un compito delicato che richiede un ascolto attento e fantasia pastorale. Mons. Giudice ha scelto di proporre una rilettura e una traduzione del Concilio Vaticano II, nel 50esimo anno della sua conclusione, «perché ciascuno possa fare una verifica puntuale sulla Parola, sulla liturgia, sulla ecclesiologia e sul rapporto con il mondo». «Ci prepariamo a vivere il Concilio Giovane, che avrà inizio il 19 novembre 2014 nella Cattedrale di San Prisco in Nocera Inferiore e si concluderà il 7 dicembre 2015 nella Basilica Pontificia di Sant’Alfonso Maria de Liguori in Pagani – racconta –. Sarà l’avvocato santo ad accompagnarci nei tornanti dell’Anno liturgico». La Chiesa giovane, spiega, è quella costantemente animata dallo Spirito del Risorto: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito” (cf. GV 3,8). Un modo per riconsegnare alle nuove generazioni il Concilio Vaticano II e le sue quattro Costituzioni. «Papa Roncalli – aggiunge il vescovo – diceva che dopo 50 anni dal Concilio si inizia a percepirne fino in fondo lo spirito. Il tempo ha un valore diverso: 50 anni di storia per il mondo sono solo un attimo per la Chiesa». L’Eucaristia. Tra le numerose sollecitazioni, il punto fermo rimane l’Eucaristia. «Se qualcuno rilegge gli Orientamenti consegnati in questi anni – confida il Vescovo – scopre che il tema centrale è sempre lo stesso: l’Eucaristia, verso cui tutto va e da cui tutto parte. Eucaristia e speranza: vi sono sempre tanti buoni motivi per lamentarsi, tuttavia occorre ripartire dall’espressione “di te si dicono cose stupende” (Sal 87,3)». Un titolo che non è stato scelto a caso, un invito a scorgere i tanti rivoli di bene disseminati nelle pieghe più nascoste delle nostre comunità. «La Chiesa deve riprendere coscienza del suo mistero», è questo il tema su cui insiste molto mons. Giudice. «Di questa Chiesa, la nostra Chiesa amata, libera e forte, giovane e gioiosa, pur conoscendone le rughe e i ritardi dovuti


Di te si dicono cose stupende, CHIESA CHE ASCOLTI Dei Verbum (…) E quanta responsabilità di fronte alla Parola, che non è un libro, un foglietto, ma è Gesù Cristo, Parola fatta carne, e in Lui, solo in Lui e con Lui, guidati dallo Spirito, possiamo di nuovo ascoltare la storia di un Dio che è Padre, per poi narrarla per renderla attuale e contemporanea nelle nostre umili storie. (…) È tempo di insistere sulla lectio divina, nei percorsi di formazione

e catechistici irrorati di Parola, senza nostalgie e ritorni indietro, ma avendo coscienza che senza la Parola ogni costruzione è destinata a crollare. Dobbiamo avere come criterio di discernimento la Parola, discernimento personale e comunitario, ma non la mia parola, ma la Parola di Dio letta nella Chiesa. Ci è chiesto più rispetto per la Parola e per i luoghi e gli strumenti della Parola.

alla polvere della strada, dobbiamo dire cose stupende, quelle che solo Dio opera e solo occhi di fede sanno e possono vedere, evitando ogni lettura giornalistica della Chiesa. Della Chiesa, che amiamo intensamente, si parla come della mamma, come dell’amato, come dell’amico, come del santo e, se un gesto è da compiersi, è evitare il proprio peccato, perché più bello diventi il volto della mia Chiesa». Il cammino spirituale. Vi è un altro aspetto che il Pastore diocesano propone con vigore: è il cammino spirituale, il percorso di santità. «Se non puntiamo a questo - afferma con chiarezza - possiamo costruire buone organizzazioni, fare incontri importanti, ma senza il fondamento spirituale tutto è destinato a crollare». Il valore della bellezza. Negli Orientamenti, Mons. Giudice ha riportato una citazione del cardinale Giovanni Colombo: «Purtroppo il brutto è entrato anche in Chiesa e la sta invadendo: brutte le costruzioni, brutte le liturgie, brutte le omelie, brutti i canti e le musiche. E il brutto è immorale, è un’offesa. Dio è bellezza: e solo quando renderemo onore al primato della bellezza potremo riprendere a sperare». La parola stile, sottolinea il vescovo, deve ritornare nel vocabolario della Chiesa: stile celebrativo, stile dell’annuncio, stile ecclesiale, stile nel rapporto con il mondo verso il quale, secondo la bella lezione del Concilio, dobbiamo nutrire nuova simpatia. La parola stile coincide con la parola eleganza e in questo Maria, la Madre del Signore, la Madre della Chiesa, può essere una nostra valida ed insostituibile maestra. «Ho fiducia - conclude - che a lungo andare queste cose possano scavare nella formazione delle persone, della gente, dei sacerdoti, dei seminaristi». Antonietta Abete

Di te si dicono cose stupende, CHIESA POPOLO DI DIO Lumen gentium Il terzo dono del Concilio – ma forse il primo! – è la riscoperta della Chiesa quale popolo di Dio, pellegrinante nei sentieri del tempo e in cammino verso la patria del cielo. (…) Prima dei ministeri, dei compiti, delle funzioni, dei ruoli, il Concilio ci ha ricordato che siamo dei battezzati inseriti in un popolo che cammina verso la santità. Anzi, i ministeri intanto si possono esercitare, in quanto inseriti nell’unico popolo di Dio ed anche Maria, con i suoi doni e i suoi privilegi, è sorella che cammina con noi e innanzi a noi pellegrina nell’unico popolo di Dio.

Di Te si dicono cose stupende, CHIESA PER GLI UOMINI Gaudium et spes La Gaiudium et spes è il quarto dono del Concilio, il più singolare, ed è la finestra aperta sul mondo per condividere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce, senza la quale ogni altro discorso rimarrebbe fra le mura di casa, ad intra. Con il Vaticano II la Chiesa, come nel mattino di Pentecoste, passa dal pavimento del cenacolo alla polvere della strada, sempre in uscita per andare dietro al Risorto che la precede; non dirimpettaia ma immersa nel mondo, con un suo dono proprio che le viene dall’alto, tra i vicoli della storia, nei cortili del quotidiano. Esce la Chiesa perché il Verbo si è fatto carne… per noi uomini e per la nostra salvezza.

Insieme - Settembre 2014

23


CAPIRE L’UOMO Prima Settimana teologica diocesana. Appuntamento dal 13 al 17 ottobre. Cinque giorni per riflettere sul tema «Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi? (Sal 8,5) – In Gesù Cristo il nuovo umanesimo»

L

a formazione innanzitutto. Il Vescovo ha a cuore che i presbiteri e i laici impegnati nel servizio alla Chiesa diocesana abbiano la possibilità di nutrire la mente e lo spirito. Questo il motivo che ha spinto monsignor Giuseppe Giudice ad organizzare la prima settimana teologica diocesana. «Il fine – ha spiegato il Vescovo – è la formazione permanente. Saranno i professori della facoltà teologica a venire da noi per un aggiornamento, che è utile per i presbiteri e il Vescovo, e sarà aperto anche ad alcuni fedeli laici. L’aggiornamento, la formazione nelle forme che ogni Diocesi può e deve scegliere, è uno dei frutti maturi del Concilio Vaticano II». Cinque incontri per approfondire il tema antropologico, che sarà al centro pure del convegno nazionale di Firenze nel novembre 2015. «Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi? (Sal 8,5) – In Gesù Cristo il nuovo umanesimo» è il tema della Settimana, di cui è segretario don Andrea Annunziata, che sarà declinato nei suoi diversi aspetti. Aprirà i lavori, lunedì 13 ottobre, il professore Carmine Matarazzo con una relazione su «La perenne “novità” della persona umana. Istanze nei recenti documenti

24

Insieme - Settembre 2014

della Cei». Il 14 il professore Gaetano Di Palma parlerà di «Cristo uomo nuovo. Una riflessione biblico-teologica». Mercoledì 15 spazio al professore Pasquale Giustiniani con una lezione su «Oltre uomo e postumano. Quale futuro per la società globale e tecnologica?». Giovedì 16 il professore Giuseppe Falanga parlerà di «Indue me, Domine, novum hominem. La via della liturgia per la nuova umanità». L’ultimo incontro è fissato per venerdì 17 ottobre con la relazione del professore Filippo Toriello su «Percorsi per la comunicazione religiosa e catechetica dei temi antropologici». Gli incontri si terranno tutti di mattina e prevedranno un dibattito dopo ogni relazione. «Cominciamo dal tema antropologico, cioè dall’uomo – ha aggiunto monsignor Giudice –, per comprenderlo meglio in tutte le sue dimensioni, oggi che su questo tema sembra esserci una grande confusione. Ci chiederemo: ma Dio come vede l’uomo? Che cosa pensa di lui? Cosa sogna per ogni uomo? È scritto nella Bibbia e nella carne di Gesù Cristo ciò che l’uomo è secondo il progetto divino». Cinque giorni che si preannunciano molto interessanti. Salvatore D’Angelo

IN MEMORIA DI FRA TERENZIO

U

n riconoscimento per esaltare la figura del volontario che nei momenti di bisogno è in prima linea per aiutare il prossimo. Il premio nazionale “Una mano amica”, organizzato dal mensile “Lu bannaiuolu” di Calabritto e Quaglietta e dall’Anpas “Aurora”, ha voluto riconoscere questo aspetto di dedizione e prossimità che caratterizzava padre Terenzio Soldovieri, direttore della Caritas diocesana durante l’emergenza per la frana a Sarno del 5 maggio 1998. La targa in sua memoria è stata consegnata il 2 agosto scorso, a Calabritto, a Valeria Fedele e Luigi Giangiacomo, operatori della Caritas diocesana. Un riconoscimento per ricordare un sacerdote che ha vissuto a pieno lo spirito di servizio francescano rappresentato dall’ordine che lo aveva accolto come presbitero. Tra gli insigniti del premio “Una mano amica 2014” anche il presidente nazionale di Medici Senza Frontiere, Loris De Filippi.


Un momento della visita del Papa

U

La prima in Campania

n “santo scompiglio”, così lo ha definito monsignor Giovanni D’Alise, quello portato a Caserta dalla visita di papa Francesco. Più di 100 mila persone lo hanno accolto, lo scorso 26 luglio, nel giardino della Reggia. Nell’omelia il Santo Padre ha ricordato che è «Gesù il tesoro nascosto e la perla di grande valore». Il Papa, partendo da questa parabola, ha evidenziato che «il regno di Dio si fa presente nella persona stessa di Gesù. Si comprende così la gioia del contadino e del mercante quando l’hanno trovato. È la gioia di ognuno di noi quando scopriamo la vicinanza e la presenza di Gesù nella nostra vita. Una presenza che trasforma l’esistenza e ci rende aperti alle esigenze dei fratelli». Prima di incontrare i sacerdoti e i vescovi campani, il Papa ha incrociato un giovane che gli ha chiesto la speranza. A lui ha risposto: «Io non posso darvi la speranza, posso dirvi: dov’è Gesù lì c’è la speranza, dov’è Gesù si amano i fratelli, ci s’impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute, rispettando anche l’ambiente e la salute. È questa la speranza che non delude mai, che dà Gesù». Ciò, intervenendo sulla questione sociale e ambientale campana,

Papa Francesco è stato a Caserta lo scorso 26 luglio, in occasione della festa di Sant’Anna, patrona di Caserta «è particolarmente importante in questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità; richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell’attenzione al povero e all’escluso». Poi, parlando della “nonna di Gesù”, ha detto: «Oggi è un bel giorno per festeggiare le nonne. Quando incensavo, ho visto una cosa bellissima: Sant’Anna non è incoronata, la figlia sì. Anna ha preparato la figlia per essere la Regina dei cieli e della Terra, ha fatto un bel lavoro questa nonna». Infine, un invito: «Abbiate speranza, la speranza non delude e a me piace ripetere: non lasciatevi rubare la speranza». Salvatore D’Angelo

Insieme - Settembre 2014

25


Foto di gruppo sul sagrato della basilica del Rosario

A LOURDES, il cielo è sceso sulla terra 300 ammalati e volontari della nostra diocesi hanno partecipato, dal 18 al 24 agosto, al 42esimo pellegrinaggio a Lourdes organizzato dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e presieduto dal vescovo Giuseppe Giudice. Tante le emozioni fotografate e custodite nel diario dell’anima

N

el mese di agosto, dal 18 al 24, si è svolto il pellegrinaggio diocesano a Lourdes, organizzato dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e presieduto dal nostro vescovo mons. Giuseppe Giudice. Un pellegrinaggio che nelle modalità è sempre lo stesso ma che riserva, anche a chi ci va da anni, emozioni sempre nuove. Ma cos’è Lourdes? Perché ogni anno quasi 300 pellegrini, ammalati e volontari della nostra diocesi si portano nel luogo in cui la Vergine è apparsa a Bernardette? È molto difficile mettere su carta le emozioni che si provano ma in queste poche righe cercherò di raccontare, passo dopo passo, la “gioia” di Lourdes che ci trasfor-

26

Insieme - Settembre 2014

ma, che converte. La partenza. Tutto ha inizio con il fischio di un capostazione che autorizza la partenza di un treno dalla stazione di Nocera Inferiore. Un vecchio mezzo di locomozione, in pochi istanti, ha la capacità di trasformarsi in una casa carica di passione, amore, speranze, attese, sogni e desideri. I tredici vagoni corrono velocemente, per quasi 28 ore, sulle rotaie della vita di ogni singolo pellegrino che non vede l’ora di raggiungere la Grotta di Massabielle. Arrivati a Lourdes, l’impatto con la piccola cittadina ai piedi dei Pirenei non è semplice: hotel sparsi ovunque, negozi specializzati nella vendita di taniche d’acqua,

statuette della Madonna e santini. Poi, varcati i cancelli del Santuario, improvvisamente l’atmosfera cambia. Tutto scompare lasciando spazio al silenzio. Un silenzio surreale, che contrasta con le migliaia di pellegrini che sfilano sgranando la dolce catena del rosario e che in lingue diverse si uniscono all’unisono nell’Ave Maria. Persino lo scorrere del fiume Gave tace. Un silenzio assordante che parla. In quest’atmosfera di silenzio si corre verso la grotta dell’apparizione, il posto in cui il cielo è sceso sulla terra. Mettersi davanti alla grotta è una grande esperienza, ci si dimentica di tutto, anche di sé. Si scorge un’umanità fragile che in silenzio depone in quella grotta pensieri,


Omelia del Vescovo nella Messa alla grotta

problemi, preghiere. I volti più sereni sono quelli dei fratelli ammalati: file di carrozzine e di barelle che sembrano interminabili. I loro occhi sprigionano serenità, calma, pace; sembrano attirati dalla luce celeste di Maria.

di incontro e di condivisione. Appena termina uno di questi momenti, si cerca sempre di andare da Lei, la Vergine, così piccola e così irresistibile, incastonata in quello squarcio di cielo dove ci si può specchiare.

Alla grotta, tutti cercano di accarezzare dolcemente la roccia. Questo gesto così delicato e semplice racchiude una forza profonda che sgorga dai palpiti dei cuori di chi prega.

Un aspetto fondamentale del pellegrinaggio è la presenza del nostro amato vescovo Giuseppe che guida la sua chiesa diocesana pellegrina ai piedi di Maria. Il suo sguardo di pastore e la sua mano paterna infondono coraggio nei cuori dei tanti ammalati. Nelle sue riflessioni, quest’anno, mons. Giudice ha cercato di scolpire nel cuore di ogni singolo pellegrino la parola gioia, portandoci alla sorgente della vera letizia: Cristo. A rendere ancora speciale Lou-

I diversi momenti della giornata. Tutto il tempo del pellegrinaggio è scandito da vari momenti: la Celebrazione eucaristica, le confessioni, le processioni, la Via crucis, i bagni alle piscine, la fiaccolata, momenti di raccoglimento,

rdes sono i volontari, ovvero i fratelli e le sorelle della Puacs. Uomini e donne che dedicano anima e corpo a quest’avventura. Le loro mani che muovono con affetto una carrozzina, per una settimana, diventano le mani e le gambe degli ammalati. I volontari a Lourdes prestano un servizio di piena oblazione agli altri. Inoltre essi ricevono dagli ammalati, a loro affidati, tante emozioni positive e sensazioni indimenticabili, fotografate e custodite nel diario dell’anima. Il ritorno a casa. Purtroppo una settimana passa velocemente e arriva il fischio del capostazione francese che decreta il ritorno a casa. Altre 28 ore di viaggio su un treno che si dipinge di lacrime di nostalgia, di volti sereni perché Maria ha saputo elargire carezze materne. Durante il ritorno, sembra che il treno vada più veloce forse perché ogni pellegrino ha l’ansia di raccontare e portare a tutti quelli che sono rimasti a casa la bellezza di Lourdes. Anch’io che scrivo, ogni volta che torno da Lourdes, sento l’esigenza di raccontare, anzi di gridare le storie che s’intrecciano in quel posto magico. Lourdes è semplicemente questo, un luogo di pace, di fratellanza, di condivisione reale. Lourdes non dura una settimana è un pellegrinaggio che continua… è il viaggio della nostra vita. Don Alfonso Giordano

La Celebrazione eucaristica di apertura del pellegrinaggio presso la Basilica di Nostra Signora del Rosario Insieme - Settembre 2014

27


Un dolore da condividere

M

uove i primi passi la grande famiglia della scuola di fede e di preghiera “Figli in Cielo”. I partecipanti, genitori visitati dallo stesso dolore, negli incontri raccontano e si confrontano grazie alla mediazione di don Massimo Staiano. La guida spirituale dell’associazione raccoglie lo smarrimento, il senso di fallimento, il lutto e poi, attraverso la Parola, riesce ad illuminare il buio in cui sono piombati i cuori dei genitori che hanno perso un figlio. «Il nostro – raccontano Nando e Patrizia Persi, referenti diocesani dell’associazione – non è un processo facile, spesso siamo così distratti dal nostro dolore che nulla riesce ad attraversare la cortina di fumo che ci avvolge, ognuno di noi deve essere per l’altro il prezioso sostegno, il punto di riferimento, quello che capisce le sue ango-

Prosegue il cammino diocesano dell’Associazione Figli in Cielo sce, anche e soprattutto nel silenzio. Don Massimo è un uomo di Dio, il quale sempre lo illumina su cosa è bene per la nostra associazione». In comunione con la fondatrice Andreana Bassanetti, il gruppo diocesano si incontra ogni mese per un momento di meditazione e fraternità. «Nel nostro cammino – continuano i coniugi Persi – Dio ci chiama a fare altro, ad essere altro, ad essere consolatori. Insieme con don Massimo cerchiamo di vivere la nostra chiamata». Un cammino non facile da intraprendere e percorrere, ma che con l’aiuto divino diventa più accessibile. Per info: Patrizia Persi 3333920811; don Massimo Staiano 3394013708

LA STORIA LOCALE PASSA DALLA BIBLIOTECA DIOCESANA

L

a Biblioteca Diocesana è una tappa imprescindibile per chi desidera studiare la storia locale. Qui è possibile consultare testi antichi e prestigiosi che interessano l’Agro nocerino sarnese, ma anche numerosi volumi contemporanei frutto della ricerca competente e appassionata di tanti studiosi. Molti universitari, inoltre, svolgendo le loro ricerche anche da testi della Biblioteca, hanno lasciato le loro interessanti tesi di laurea. Tra le opere più preziose che si possono consultare ci sono i tre volumi “Storia di Nocera de’ Pagani” di Gennaro Orlando del 1886 e il “Codex Diplomaticus Cavensis”, raccolta iniziata nel 1873 dei documenti della Badia di Cava de’ Tirreni. In questo testo, come anche nel “Codice Diplomatico Verginiano”, ovvero i documenti dell’Abbazia di Montevergine, si trovano numerosi riferimenti ai comuni del nocerino. Sono consultabili anche “Stato della Città e Diocesi di Nocera de’ Pagani” del vescovo Raffaele Ammirante, scritto nel 1877, e “Lettera su l’antichità di Nocera, diretta al vescovo Ippolito Francone” di

28

Insieme - Settembre 2014

Elia Marugi, redatto nel 1632. Entrambi i volumi, così come il più recente “S. Prisco e successori nella plurimillenaria Chiesa Nocerina”, sono stati curati dal compianto monsignor Mario Vassalluzzo. Degni di nota sono anche la ristampa del 1985, a cura di Antonio Pecoraro, della “Lettera intorno all’origine di Nocera e suo Vescovado” del vescovo Simone Lunadoro del 1610, piuttosto che “Nuceria Alfaterna in Campania” di Matteo e Alfonso Fresa, “Le vicende storiche della pieve di Nocera, in Nuceria Alfaterna e il suo territorio dalla fondazione ai Longobardi” di Adele Tirelli e i volumi di monsignor Carmine Di Domenico “Sarno nella vita e nella storia”, “La Valle del Sarno” e “Sarno Sacra”. Da segnalare anche il testo “Sulle orme dello Spirito... Nel bimillenario cammino della Chiesa Priscana”, uno studio organico del 2007 di don Roberto Farruggio, direttore della Biblioteca, sul cammino storico spirituale della Chiesa di Nocera Inferiore – Sarno.


Un gruppo di ragazzi della Città

IL PRETE CHE AMAVA I BAMBINI

La vita di don Enrico Smaldone in 12 appuntamenti

N

ell’appuntamento precedente ci siamo lasciati con l’arrivo dei primi bambini nella Città dei Ragazzi il 4 marzo 1951, giorno dell’inizio della vita comune. Nell’attesa di completare i lavori del primo edificio, si sistemarono nella casetta di blocchi utilizzata dagli operai della ditta Lamaro per custodire gli attrezzi. Grazie ad un “Quaderno” nel quale i piccoli abitanti della Città, sotto la sapiente guida di don Enrico, appuntano gli eventi più importanti della giornata, possiamo ricostruire tutto il mese di marzo di quell’anno. Alessandro Manzoni, nella poesia Marzo 1921, narra il desiderio di vedere la sua patria liberata dall’oppressore straniero e finalmente unita, don Enrico Smaldone, nel marzo 1951, vede la Città prendere forma e muovere i suoi primi appassionati passi. Angri mostra il suo volto nobile, arrivano le prime offerte: biancheria, conserve, maccheroni, sugna, patate e verdura. Il 6 marzo, la signora Rosaria D’Amaro muore e lascia alla Città dei Ragazzi la sua prima eredità: un letto, una coperta e un materasso. Accolti altri 4 bambini. Il 7 marzo il piccolo Giovanni Fusco, di Angri, viene trionfalmente accolto dagli altri bambini con un fraterno bacio di benvenuto. Alcune signore iniziano a raccogliere tutto quello che può essere utile per i ragazzi. Dopo qualche giorno arriva un altro cittadino, Luigi Tortora, orfano di padre e originario di Nocera Inferiore. Ha appena 9 anni. Quando don Enrico si reca a casa sua, trova una situazione familiare difficile: negli occhi della mamma è possibile leggere la tristezza del passato e tutta l’incertezza per il futuro. Quel giorno Luigi, come accade spesso, non è

MARZO 1951 Grazie ad un “Quaderno” nel quale i piccoli abitanti della Città, sotto la sapiente guida di don Enrico, appuntano gli eventi più importanti della giornata, abbiamo ricostruito tutto il mese di marzo del 1951 andato a scuola. Dopo diverse ricerche, lo ritrovano in un cinema. Il 13 marzo, rientrando alla Città dopo aver celebrato la Messa don Enrico trova una donna ad attenderlo, è la mamma del piccolo Sabato De Martino che gli chiede di accogliere suo figlio. Con grande schiettezza confessa al sacerdote che la sua vita ha qualche ombra. Confida: «Non la passione ma la necessità mi induce tuttora a condurre questa vita». Il giorno successivo, il 14 marzo, il piccolo entra a far parte della famiglia della Città. Ma don Enrico non si dimentica della madre. Dà anche a lei appuntamento per lo stesso giorno: ha fissato un colloquio con il sindaco nella speranza di farle ottenere un sussidio. Il giovane sacerdote aveva compreso che la sua azione educativa non poteva non abbracciare tutto il nucleo familiare. Diversamente, tutto il lavoro fatto in quegli anni per allevare “cittadini onesti” sarebbe stato vano. Passano appena due giorni e il 16 marzo arriva un altro piccolo di Angri: Vincenzo Precenzano, 9 anni, intelligenza viva e tanta buona volontà. In pochi giorni

a Pasquale Cirillo, Pasquale Lamberti e Vincenzo Marra si aggiungono altri quattro bambini. Conservava tutto nel cuore. La povertà che imperversava in quegli anni trova nella Città una boccata di ossigeno. Don Enrico, come la Vergine Maria, conservava nel proprio cuore: gioia e timori, preoccupazioni e attese. Dà una nuova sistemazione ai locali, riceve in dono dei mobili per la cucina, continua a consumare ogni energia per la formazione dei ragazzi, la ricerca di fondi e i lavori per completare il primo edificio. Il 19 marzo insieme ai ragazzi va a fare gli auguri al dottor Giuseppe Lamaro per il suo onomastico. In quell’occasione, gli viene chiesto di saldare le spese sostenute dalla ditta fino a quel momento: la somma ammonta a circa 10 milioni di lire. Intanto il Comune di Angri invia 20 operai per lavorare nella Città e offre la somma di 100.000 lire. I lavori procedono velocemente, viene realizzata la copertura dell’atrio e delle scale dell’edificio. La prima Pasqua. Si avvicina la Pasqua, la prima festeggiata nella Città insieme ai piccoli abitanti. Il 23 marzo don Enrico si reca a Napoli per porgere gli auguri ai dirigenti della Manifatture Cotoniere Meridionali. Trova solo il direttore Borelli il quale gli promette di provvedere all’attrezzature delle officine e gli offre 5.000 lire. Tante persone si riversano nella Città portando doni di ogni genere. Un operaio della Manifatture Cotoniere Meridionali regala un paio di scarpe. Arrivano tantissimi dolci. Il buon cuore della gente semplice palpita di gioia insieme a quello di don Enrico. Antonietta Abete Insieme - Settembre 2014

29


ILPANEDELLADOMENICA Sussidio liturgico dall’Esaltazione della Santa Croce alla XXVIII domenica del Tempo Ordinario (Anno A) Commenti a cura di mons. Giuseppe Giudice

Ci impegniamo Ci impegniamo noi e non gli altri,

Ci impegniamo

unicamente noi e non gli altri,

a portare un destino eterno nel tempo,

né chi sta in alto, né chi sta in basso,

a sentirci responsabili di tutto e di tutti,

né chi crede, né chi non crede.

ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare, verso l’amore.

Ci impegniamo senza pretendere che altri s’impegnino,

Ci impegniamo

con noi o per suo conto,

non per riordinare il mondo,

come noi o in altro modo.

non per rifarlo su misura, ma per amarlo.

Ci impegniamo per trovare un senso alla vita,

Ci impegniamo

a questa vita, alla nostra vita,

perché noi crediamo all’amore,

una ragione che non sia una delle tante ragioni

la sola certezza che non teme confronti,

che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.

la sola che basta per impegnarci perpetuamente. Dalla preghiera di don Primo Mazzolari

14 settembre 2014

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE (Anno A) Le letture “Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo” Prima lettura: Nm 21,4-9 Salmo: Sal 77 Seconda lettura: Fil 2,6-11 Vangelo: Gv 3,13-17 Il Vangelo «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». (Cfr Gv 3,16-17) Colore liturgico: ROSSO

30

Insieme - Settembre 2014

La croce, altare della salvezza L’albero della croce è il luogo della nostra salvezza. L’uomo passa dall’albero dell’Eden all’albero del Gòlgota. Un albero nel giardino dell’Eden è stato il luogo dove l’uomo si è perso, e un altro albero nella terra del calvario è il luogo dove l’uomo si è ritrovato. La Chiesa celebra l’esaltazione della Croce, la festa della Croce – ma non è una contraddizione – perché quello strumento di morte è divenuto l’altare della salvezza, la Croce gloriosa e gemmata. Salve Crux, unica Spes! Salve Croce, unica Speranza! È il canto degli uomini che, segnati dalle tante croci, ritrovano nell’unica Croce di Cristo il vero senso della vita e la salvezza.


21 settembre 2014

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno A) Le letture “Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi” Prima lettura: Is 55,6-9 Salmo: Sal 144 Seconda lettura: Fil 1,20-24.27 Vangelo: Mt 20,1-16 Il Vangelo «Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». (Cfr Mt 20,13-16) Colore liturgico: VERDE

Alla vigna del Signore Per me vivere è Cristo. Morire è un guadagno. Vivere è lavorare. Morire è essere con Cristo. Paolo si chiede: che cosa fare? Bisogna accettare sempre di andare nella vigna del Signore, dove può compiersi la sua volontà e la nostra felicità. Egli viene a chiamarci, a prenderci a giornata a tutte le ore del giorno. Si accorda con noi e ci invia nella sua vigna, dove dobbiamo sopportare il peso della giornata e il caldo. A sera, dopo il lavoro concordato, dobbiamo andare via grati e sereni, senza invidia, senza gelosie, accogliendo la bontà di Dio. Ma attenzione: i suoi pensieri ci accorgiamo che non sono i nostri. Ed è un pensiero, questo, da mettere in conto prima di accettare di andare a lavorare nella vigna.

28 settembre 2014

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno A) Le letture “I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” Prima lettura: Ez 18,25-28 Salmo: Sal 24 Seconda lettura: Fil 2,1-11 Vangelo: Mt 21,28-32 Il Vangelo «Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». (Cfr Mt 21,28-31) Colore liturgico: VERDE

Alla scuola dell’umiltà Non ho voglia. Sì, Signore. La vita cristiana oscilla sempre tra queste due risposte, che dipingono due atteggiamenti credenti. Il Figlio che ammette di non avere voglia, poi si pente e va a lavorare nella vigna. Il Figlio che subito dice sì, ma poi non va a lavorare. Il primo compie la volontà di Dio, anche se con ritardo, il secondo è obbediente solo formalmente. Siamo invitati continuamente a convertirci per credergli, per seguirlo. Si può dire anche no, ma poi si medita, si ripensa, si riflette, si dice sì e si ricomincia. Dio è paziente, Egli aspetta. Gesù si è fatto servo, è sceso, ha obbedito, prontamente. Bisogna considerare l’altro superiore a me. Bisogna iscriversi a questa scuola di umiltà.

Insieme - Settembre 2014

31


5 ottobre 2014

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno A) Le letture “Darà in affitto la vigna ad altri contadini” Prima lettura: Is 5,1-7 Salmo: Sal 79 Seconda lettura: Fil 4,6-9 Vangelo: Mt 21,33-43 Il Vangelo «E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». (Cfr Mt 21,42-43) Colore liturgico: VERDE

Una storia d’amore Il mio cantico d’amore per la sua vigna… Ci è chiesto di entrare nel groviglio di una storia d’amore e di saper essere giudici. Ma, ci accorgiamo, che è una storia particolare. È la storia d’amore di ogni anima con il suo Dio. È il gesto fedele di Dio verso la sua creatura, canto d’amore. La mia vigna… la devasta il cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna. E Dio, custode della vigna, dopo i servi, manda suo Figlio. Avranno rispetto per mio Figlio! Il Figlio è ucciso, cacciato fuori dalla vigna. La storia d’amore si colora di sangue. E Dio interviene ancora: non angustiatevi per nulla e la pace custodirà i cuori, nostre vigne.

12 ottobre 2014

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno A) Le letture “Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti” Prima lettura: Is 25,6-10 Salmo: Sal 22 Seconda lettura: Fil 4,12-14.19-20 Vangelo: Mt 22,1-14 Il Vangelo «Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali». (Cfr Mt 22,8-10) Colore liturgico: VERDE

32

Insieme - Settembre 2014

Rivestiamoci di Cristo! Venite alle nozze! È preparato un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Venite alle nozze! Davanti a me Egli prepara una mensa, mentre intorno c’è la guerra. Venite alle nozze! Dio colma ogni bisogno secondo la sua ricchezza. Venite alle nozze! Ma questi non volevano venire. Mandò altri servi. Ma quelli non se ne curarono. Il re, allora, si indignò. Andate ai crocicchi e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. E la sala si riempì. Il re scorge uno senza l’abito nuziale che, ammutolito, è cacciato fuori. Siamo invitati, a tutte le ore, a tutti i crocicchi, ma dobbiamo rivestirci di Cristo, cioè essere sempre pronti per andare alle nozze.


INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI In viaggio

Si rinnova anche quest’anno il pellegrinaggio del clero insieme al Vescovo in alcuni luoghi significativi della cristianità. Dal 15 al 17 settembre, dopo aver visitato i luoghi natali di san Giovanni XXIII e del prossimo beato Paolo VI, il Vescovo e i sacerdoti diocesani saranno a Lanciano, dove si verificò un prodigioso miracolo eucaristico.

marcia francescana presso la parrocchia Santa Maria delle Grazie di Angri.

riunione della Conferenza Episcopale Campana.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

Nelle comunità Il 21 settembre celebrazione eucaristica a Casatori, alle ore 22.00. L’11 ottobre, alle ore 18.30, il Vescovo amministrerà il sacramento della Confermazione nella parrocchia San Giovanni Battista di Nocera Superiore.

Sulle orme di Francesco

Il 20 settembre il Vescovo parteciperà alla celebrazione di inizio della

Fratelli nell’episcopato Il 6 e 7 ottobre il Vescovo parteciperà alla

INSIEME AI SACERDOTI Il Vescovo presiederà due celebrazioni eucaristiche per ricordare due importanti anniversari. Il 27 settembre celebrerà alle ore 19.30 nella parrocchia Santissimo Corpo di Cristo di Nocera Inferiore, per i 25 anni di professione solenne di p. Damiano Antonino. Il 7 ottobre, alle ore 19.30, nella parrocchia Santa Maria del Presepe a Nocera Inferiore per festeggiare il 25°anniversario di ordinazione sacerdotale di don Ciro Galisi.

IL VANGELO CHE SI INCARNA La ‘ndrangheta resta fuori dal bar Giovani, imprenditori e amministrazione comunale uniti contro la malavita

L

a ‘ndrangheta non fa

da mani criminali e, secon-

Che evidentemente proprio

porto il parroco don Rocco,

paura ad Arena, meno

do gli inquirenti, di ‘ndran-

non piaceva, e sicuramente

ha fatto da tutor a una onlus

di

gheta. Il giorno precedente

non piace, agli amici degli

che gestirà il punto ristoro

nell’entroterra vibonese.

all’inaugurazione

avevano

amici. Il secondo colpo ha

tanto piccolo quanto con-

Merito di un gruppo di gio-

provato a incendiare il pre-

fatto vacillare la volontà dei

testato.

vani che non si convincono

fabbricato mandando uno

due soci ma la comunità ha

L’inaugurazione ufficiale si

a piegare la testa, di un ma-

dei messaggi intimidatori

risposto compatta, sdegna-

svolgerà nei prossimi giorni

nipolo di imprenditori con

più frequenti e vigliacchi a

ta, orgogliosa. E con in testa

ma il chioschetto ha già sfor-

la schiena diritta e di un’am-

queste latitudini.

l’esecutivo municipale, gui-

nato i primi snack: un succu-

ministrazione comunale so-

Non essendo riusciti nell’in-

dato dal sindaco Antonino

lento panino alla legalità,

stenuta dalla popolazione.

tento di bloccare l’iter, nei

Schinella, ha deciso che il

condito con salsa al corag-

Tutti assieme, in pochi gior-

giorni successivi è andata

chiosco s’ha da fare, perché

gio e accompagnato da una

ni, sono riusciti a salvare

in fiamme l’automobile di

ormai è un simbolo. Così il

saporita salsa alla dignità.

il chiosco-bar minacciato

uno dei titolari della piccola

municipio, assieme a Sos

(Da Avvenire,

ancor prima dell’apertura

iniziativa

Imprese e a Libera, e di sup-

15 agosto 2014)

tremila

abitanti

imprenditoriale.

Insieme - Settembre 2014

33


IN DIOCESI

Il progetto “Oratorio 20.20elle” e i linguaggi

D

opo un anno di pausa, il progetto di formazione per gli oratori a cura dell’ANSPI Nazionale è tornato in azione con una marcia in più: ha ufficialmente preso il via il progetto “Oratorio 20.20elle”. Come per il triennio precedente, anche per la nuova versione si è svolto un incontro di formazione nazionale a Perugia, dal 24 al 26 luglio. I membri del team si sono ritrovati per condividere le esperienze già svolte in tutta Italia e per sperimentare in prima persona come si può trasmettere contenuti agli animatori di oratorio attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi. L’idea di fondo è che nell’era dove la comunicazione è altamente sviluppata si possa impostare anche la formazione sulla base di un unico linguaggio di comuni-

cazione che funga, principalmente, da metafora attiva, vissuta. In particolare, tramite la drammatizzazione, la musica, la fotografia, la cucina e persino la scienza, si può far vivere un’esperienza di immedesimazione che rende chiari i paragoni con i contenuti che si vogliono esprimere. Un esempio per tutti: se ai partecipanti ad un corso di formazione, futuri animatori d’oratorio, si fa preparare una ricetta semplice, spiegando che ogni ingrediente-simbolo è fondamentale per la riuscita della pietanza-animatore, sarà più semplice e divertente far acquisire tecniche e contenuti rispetto ad una classica lezione frontale. Dunque, la sfida lanciata al team di formatori per il prossimo triennio è armarsi di creatività, per fare formazione utilizzando in modo insolito i linguaggi.

Si è svolta a Perugia, dal 24 al 26 luglio, la formazione nazionale con l’obiettivo di trasmettere contenuti agli animatori di oratorio attraverso l’uso di linguaggi diversi

E…STATE IN ORATORIO L’oratorio ANSPI “Chiara Luce Badano” di Corbara ha proseguito l’attività anche durante il periodo estivo. Grande successo per il campo scuola e per la II edizione della sagra della polpetta

A

nche quest’estate, come da tradizione, l’oratorio ANSPI “Chiara Luce Badano” di Corbara ha deciso di non andare in ferie ma di proseguire l’esperienza associativa durante il periodo estivo coinvolgendo bambini, ragazzi, giovani ed adulti in attività e manifestazioni nei mesi di luglio ed agosto. La prima attività realizzata, quale naturale conclusione di un percorso formativo durato circa un anno, è stato il campo scuola, indirizzato ai gruppi ANSPI 6/8, 9/10 e 11/13. I giovanissimi del gruppo 14/18 sono stati invece coinvolti come animatori, anche in seguito al corso di formazione tenutosi nel mese di aprile a Pisciotta (SA). Tra le attività ludiche e formative in cui sono stati coinvolti i partecipanti ha avuto un ruo-

34

Insieme - Settembre 2014

lo fondamentale quella che ha preso spunto dal sussidio estivo, consigliato a livello nazionale dall’ANSPI, dal titolo “Narnia, cronache d’estate”. Attraverso un viaggio fantastico nel magico mondo delle cronache di Narnia, i bambini e i ragazzi sono riusciti, anche attraverso gruppi di lavoro, a riportare nel loro quotidiano quanto di fantastico c’è nel famoso racconto. Altra manifestazione che ha invece coinvolto principalmente i giovanissimi e gli adulti è stata la II edizione de “LA SAGRA DELLA POLPETTA”, realizzata in concomitanza dei festeggiamenti in onore del santo patrono di Corbara, San Bartolomeo Apostolo, e durante la quale è stato possibile degustare squisite polpette di melanzane. Work in progress, infine, per l’inizio del nuovo anno associativo.

I giovanissimi e gli adulti impegnati nella sagra della polpetta Un momento del campo scuola


NEWS DALLE PARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Don Natalino Gentile con i bambini del campus estivo

San Lorenzo Martire S. Egidio del M. Albino

Al via la catechesi per adulti L’Evangelii gaudium per scoprire la nuova evangelizzazione Santa Maria Addolorata San Potito

Parva favilla Prima esperienza di campo estivo per la comunità parrocchiale

È

la prima esperienza che abbiamo in parrocchia. “E...state con noi, Re...state con noi, E...state allegri, etc. Quanti slogan! Grazie a Cinzia ed Ornella – che come associazione Athena curano la gestione della nostra biblioteca locale – si è potuto dare inizio al gruppo estivo. Con molti sacrifici e molte critiche, con lungaggini burocratiche e malevoli attacchi mediatici, con sforzi e sacrifici personali e commenti di facili guadagni. Tutto questo in un piccolo paese che a stento si trova nella toponomastica della provincia di Salerno. Poche famiglie ci hanno creduto ed hanno deciso di mandare i propri figli. Ma sono fortunati, perché vengono seguiti nello studio, nel divertimento, nei vari laboratori. Come se fossero i loro figli. E qualcuno scrive su Facebook che si vedono dalla strada i bambini nudi, offesa al pudore. Ma chi ha scritto è venuto a controllare la piscina gonfiabile in cui si bagnano, protetti da un grande telo verde proprio da questi sguardi maligni che pensano di ferire come dardi chi si sacrifica? Ma chi scrive perché non viene a controllare di persona le spese inerenti alla gestione ordinaria, dagli elementari bisogni farmaceutici al semplice materiale da usare per la ceramica, per il fornotto, etc. E le visite ecologiche e culturali, con i relativi spostamenti non necessitano di un minimo fondo economico? Qualcuno sussurra che ci sono i soldi dell’Amministrazione. Chieda direttamente al Sindaco di Rocca. Forse in fondo è tutta questione di gelosia e di invidia. Come diceva una canzone: “Il paese è piccolo, la gente mormora”. O come direbbe Dante: “Non ti curar di loro…”. d. Natalino Gentile

N

ella nostra comunità parrocchiale si sta svolgendo da alcuni mesi la catechesi per adulti. Il nostro parroco, don Carmine Vitolo, ha creduto opportuno proporre diverse catechesi per fascia di età, sia per non moltiplicare gli incontri sia per tenere uniti i gruppi nel comune intento formativo. L’iniziativa sta abituando, anche se lentamente, a sentirsi più uniti, pur mantenendo la propria specificità di azione, per rispondere all’invito di Cristo: “Ut unum sint”. La tematica che stiamo affrontando è l’Esortazione Apostolica di Papa Francesco, Evangelii gaudium, che ci sta proiettando alla nuova evangelizzazione. Alcune volte, proprio gli individualismi, le chiusure nei gruppi di appartenenza, danno un’immagine poco attraente delle nostre comunità, che dovrebbero testimoniare l’amore e l’unità per essere credibili e trainanti. Le esperienze di ognuno possono essere di arricchimento per tutti e stimolare nuove iniziative. Quello che stiamo sperimentando già da ora, è la maggiore conoscenza tra di noi e l’esercizio ad accoglierci e a volerci bene oltre le diversità. Renata Ciannella

Don Carmine Vitolo

Insieme - Settembre 2014

35


San Teodoro Martire Sarno

Tanti auguri al nostro don Vincenzo La comunità festeggia con gioia il compleanno del parroco

L

o scorso 16 agosto la comunità parrocchiale di San Teodoro Martire di Sarno ha festeggiato don Vincenzo Buono nel giorno del suo trentatreesimo compleanno. Al termine della Santa Messa serale l’intera assemblea ha voluto augurare un buon e santo compleanno al proprio amministratore parrocchiale. «L’amore di Dio si è effuso abbondantemente sopra di lei – recitava la lettera di auguri scritta dai fedeli unitamente al nutrito gruppo di ministranti – noi sentiamo e gustiamo questo profumo che ristora, allarga e nutre il nostro cuore. Ci auguriamo che per sempre possiamo godere della sua santità, che Dio ha donato a noi per santificare il popolo riunito intorno a lei». Commozione e gioia nelle parole di don Vincenzo, sorpreso alla fine della celebrazione eucaristica dalla festa preparatagli dalla comunità parrocchiale: «Grazie a Te, Signore, per tutto e per sempre! Grazie anche a voi tutti, riflesso dell’amore di Dio, per la preghiera e l’affetto di cui mi avete circondato in occasione del mio compleanno». Che il Signore Gesù Cristo e la sua Mamma Celeste possano donarle, caro don Vincenzo, la grazia per continuare ad “illuminare e guidare”, come già egregiamente fa, noi suoi fedeli parrocchiani. Michele Lanzetta

Don Vincenzo Buono con ragazzi e fedeli della parrocchia in occasione del compleanno

36

Insieme - Settembre 2014

Don Salvatore Agovino e l’equipe educatori con i ragazzi del campo estivo

Sant’Anna Nocera Inferiore

“Facciamo festa dai” Quattro giorni ad Ascea Marina per vivere un’intensa esperienza di fraternità

“C

he tocca a te cambiare il mondo, che tocca a te non perdere tempo e tocca a te, c’è da rischiare ma è il tuo turno per provare”: ecco il ritornello della canzone-sveglia del campo che ci ha spronati ogni mattina a spiegare le ali e a fare un volo nel cielo della fede e della fraternità. Lo slogan “E cominciarono a far festa” ha accompagnato il campo estivo dei ragazzi della parrocchia S. Anna di FianoFosso Imperatore, guidato dal parroco, don Salvatore Agovino, tenutosi dal 31 luglio al 3 agosto ad Ascea Marina e non poteva essere più indicato. Sono stati quattro giorni intensi, ispirati dalla parabola del padre misericordioso, in cui i giochi si sono intrecciati alle attività e alla catechesi, offrendo a tutti noi l’opportunità di riflettere su alcune tematiche: sogni, valori e perdono. Giorni ritmati dal canto e dalla preghiera che hanno trovato splendido coronamento nel momento di Adorazione e di condivisione. Pochi giorni di convivenza, vissuti alla luce della Parola di Dio, possono davvero cambiare i cuori e migliorare le relazioni. Nella celebrazione della Santa Messa abbiamo offerto al Signore la gioia del sentirci figli amati e perdonati. Abbiamo potuto cantare ancora una volta “Padre, Padre mi hai salvato/figlio, figlio ti ho amato/ Padre, Padre mi hai salvato nell’abbraccio che mi hai dato”, ritornello dell’Inno del campo “Ballata di un figlio ribelle”. Zaino in spalla dai! È tempo di tornare, col cuore colmo di nostalgia. Equipe Educatori don Salvatore Agovino


Regina Pacis Angri

“N” come Nazareno Cristiani: i martiri silenziosi dei nostri giorni La statua di Maria Immacolata

I

cristiani non possono essere silenziosi! Questa connotazione non può appartenere loro. Hanno troppo da difendere. Ecco lo spirito con cui la comunità Regina Pacis si è riunita il 21 agosto ed ha pregato tutta la notte per la pace e per i cristiani perseguitati. Con coraggio ognuno ha posto sul proprio petto la lettera “N” di Nazareno con la quale il califfo AlBaghdadi contrassegna le case dei cristiani, come marchio di vergogna. Vergogna per chi lo ha posto, per molti cristiani divenuto segno di martirio, cioè di vittoria. Questa la potenza del cristianesimo: potranno uccidere coloro che lo professano ma non placheranno mai la forza del messaggio che portano e la fede in Colui in cui credono. Un video informativo ci ha messo dinanzi la cruda realtà, bussando prepotentemente alle nostre – troppo spesso – assopite coscienze. I canti, i salmi, le beatitudini hanno accompagnato la preghiera. Ciascuno ha poi deposto una candela ai piedi di una croce fregiata del drappo rosso del martirio. Con ogni fiammella è salito al Cielo l’infinito grazie per questi ingiustamente silenziosi martiri dei nostri giorni. Edda Palmieri

Il simbolo per la veglia di preghiera

Un momento della processione

San Giovanni Battista e Santa Maria del Ponte Roccapiemonte

Maria Immacolata per le strade di Roccapiemonte Una tradizione mai interrotta: la processione della statua della Madonna

I

l 31 agosto un corteo di fedeli oranti ha seguito in processione la statua di Maria Immacolata per le strade di Roccapiemonte. Era il 1885 quando l’allora parroco, don Antonio Pagano, ebbe l’intuizione – a pochi anni dalla proclamazione di papa Pio IX del dogma dell’Immacolata concezione – di porre la statua di Maria su di un carro, secondo la visione del profeta Ezechiele. Soltanto le due grandi guerre mondiali fermarono la tradizione, oggi più partecipata che mai, grazie alla guida del parroco, padre Giuseppe Ferraioli. «Il 22 agosto è iniziata la novena a Maria Immacolata. Al Triduo hanno partecipato tantissime persone, la parrocchia di San Giovanni faticava a contenerle» racconta Alma Ciancone. La devozione alla Madonna è particolarmente sentita a Roccapiemonte, che reca il titolo di “Città di Maria”, assegnato dal vescovo Gioacchino Illiano nel 2003. Accanto al culto per il Santo Patrono, San Giovanni, la venerazione per la Madre Celeste è forte e radicata nella comunità rocchese. Conclude Alma: «Anche il Sindaco, Andrea Pascarelli, e le autorità hanno partecipato alla processione, più raccolta nel silenzio e nella preghiera. Un impegno dei fedeli a vivere la pietà popolare in raccoglimento, come auspicato da mons. Giudice». Mariarosaria Petti

Insieme - Settembre 2014

37


Don Aniello Mario Carillo insieme a mons. Giudice durante la Celebrazione eucaristica

San Bartolomeo Apostolo Nocera Inferiore

Una ricca estate Quinta edizione per il campo estivo dei bambini

S

i è appena concluso il campo estivo organizzato dagli educatori dell’ACR (Azione Cattolica Ragazzi) della parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Nocera Inferiore. Ormai è il quinto anno che si ripete questa bella esperienza, grazie alla disponibilità del parroco, don Vincenzo Ruggiero – che ci ha messo a disposizione la casa canonica e l’oratorio – e dei responsabili dell’oratorio per l’utilizzo dell’intera struttura. I ragazzi erano divisi per fascia d’età, vi erano i 4-6, i 7-9 e i 1012, ogni gruppo con un minimo di 2 animatori. Il campo estivo è utile ai ragazzi per inventare, comunicare e raccontare con il corpo e con la voce, per vivere insieme ai coetanei, costruire regole di relazione e di comportamento, rispettare e comprendere la ricchezza delle differenze, socializzare e verificare l’utilità della collaborazione solidale. La finalità di questo campo è stato quello di offrire l’opportunità ai bambini di crescere in un equilibrio fra gioco liberatorio e impegno creativo, sperimentandosi in una dimensione di gruppo e in una più individuale. I bambini hanno potuto affinare differenti capacità: tra le quali senso critico e accettazione, autonomia e partecipazione, libertà e responsabilità. Hanno potuto sviluppare il senso di appartenenza comunitaria, arricchendo la propria identità personale e riconoscendosi come eguali in un gruppo. Hanno stimolato la loro curiosità, il coraggio e la voglia di sperimentare.

La processione in onore di San Bartolomeo Da decenni la festa in onore del Santo Apostolo e Martire Bartolomeo, patrono della parrocchia, era stata dimenticata dai fedeli. Da cinque anni, però, collaboratori pastorali e in primis il parroco, don Vincenzo Ruggiero, cercano di risvegliare la sensibilità della comunità parrocchiale. Per ravvivare la devozione verso questo Santo è stato recitato un novenario in suo onore, dal 16 al 23 agosto, seguito poi da un triduo predicato dal diacono don Ciro Zarra. Infine, il 23 agosto, si è svolta la Santa Messa, conclusasi in una solenne processione per le principali strade della parrocchia. Al termine della processione, nell’Oratorio San Domenico Savio, vi è stata una “cocomerata” e il giorno seguente un momento di convivialità: “Pizza e Musica in Oratorio” con la collaborazione della Pizzeria ‘O Murett e con l’intrattenimento musicale di Mimmo Ranieri e Imma Genovese. Maria Felicia Capaldo

38

Insieme - Settembre 2014

San Sebastiano Sarno

Cinquantesimo anniversario di sacerdozio di don Aniello Mario Carillo “Conservami Signore segno della Tua presenza, strumento della Tua misericordia”

I

l 12 luglio, nella cattedrale di San Michele Arcangelo in Episcopio, c’è stata la solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo mons. Giuseppe Giudice, per festeggiare il cinquantesimo anniversario di sacerdozio di don Aniello Mario Carillo, parroco della comunità di S. Sebastiano Martire in Sarno. La calorosa partecipazione di sacerdoti, parenti, amici e fedeli è stata una grande testimonianza di affetto e di stima per un sacerdote che ha speso la sua vita ad annunciare con fermezza, coerenza e sempre vivo entusiasmo la Parola e la bellezza del Vangelo. Ancora una volta rinnoviamo al nostro parroco don Mario, i nostri più calorosi ed affettuosi auguri. Annalisa Carillo

I ragazzi che hanno partecipato al campo estivo organizzato dagli educatori dell’ACR della parrocchia San Bartolomeo Apostolo


San Giovanni Battista Striano

Restauro della facciata e del campanile a Striano Nuovo volto per la Chiesa madre di San Giovanni

C

onclusi i lavori di restauro della facciata e dei primi due ordini del campanile della Chiesa madre di San Giovanni Battista a Striano, i quali saranno consegnati simbolicamente alla città in occasione del nono concorso “Piccoli madonnari ed artisti in piazza” del 6 e 7 settembre. I lavori, iniziati a metà luglio, sono stati eseguiti al fine di prevenire disastri, come quello del 5 luglio scorso alla Galleria Umberto I di Napoli dove un giovane di 14 anni ha perso la vita. Infatti, già nei mesi scorsi una piccola parte del cornicione del campanile ha dato segni di cedimento. Un lavoro delicato, eseguito secondo moderne tecniche e in totale sicurezza, che ha riportato all’antico splendore il principale lato della parrocchia, ridando decoro all’intera città. In particolare sono stati ripristinati i colori presenti prima del restauro del 2009. Il restyling è stato eseguito senza chiedere un minimo di contributo economico ai fedeli. Con l’aiuto di volontari infatti, ora saranno ritinteggiate anche le pareti esterne all’edificio lungo tutto il perimetro. Per concludere, un idoneo impianto di illuminazione ha

La Chiesa di San Giovanni prima e dopo i lavori

completato i lavori. Attraverso l’utilizzo di strisce led, è stato possibile illuminare la croce posta sulla facciata, visibile anche dai paesi limitrofi e che dà prestigio all’intero complesso. Ora resta ancora da completare il terzo ordine del campanile, caratterizzato dalla presenza del gran concerto di 14 campane. Raffaele Massa

Insieme - Settembre 2014

39


IN BACHECA a cura della Redazione

Auguri di buon compleanno

Auguri di buon onomastico a:

Don Giovanni Padovano (cappellano cimitero di Pagani) ha compiuto 81 anni, il 12 settembre; don Giancarlo Faletti (Rocca di Papa, Roma) festeggia 74 anni, il 14 settembre; don Alfonso Giordano (San Giovanni Battista, Nocera Inf.) spegne 26 candeline, il 17 settembre; don Vincenzo Di Nardi (Santa Maria del Carmine, Pagani) compie 43 anni, il 18 settembre; don Gerardo Coppola (S. Antonio di Padova, Orta Loreto) festeggia 36 anni, il 26 settembre. Le vostre vite siano testimonianza della gioia del Vangelo. Auguri!

padre Damiano Antonino (SS.mo Corpo di Cristo, Nocera Inf.) il 26 settembre; padre Michele Floriano (S. Maria dei Bagni, Scafati), don Michele Fusco (S. Giovanni Battista, Striano), padre Raffaele Bufano (S. Maria degli Angeli, Nocera Sup.), don Raffaele Corrado (Santa Maria delle Grazie e San Francesco di Paola, Pagani), don Raffaele Ferrentino (San Matteo Apostolo, Nocera Inf.) il 29 settembre. Siate sempre vigili e zelanti come i santi di cui portate i nomi. Auguri!

Don Giovanni Padovano

Un augurio speciale a: Mons. Giuseppe Giudice, vescovo della Chiesa peregrina in Nocera Inferiore-Sarno, ha compiuto 58 anni lo scorso 10 settembre. La comunità diocesana e la redazione di Insieme custodiscono il proprio Pastore nell’affetto e nella preghiera, affidando il suo ministero alla Vergine Maria.

Buon anniversario di ordinazione presbiteriale Don Gerardo Coppola (S. Antonio di Padova, Orta Loreto), don Raffaele Corrado (Santa Maria delle Grazie e San Francesco di Paola, Pagani), don Carmine Vitolo (San Lorenzo Martire, S. Egidio del M. Albino), il 14 settembre; don Salvatore Fiore (San Sisto II, Pagani), 15 settembre; padre Michele Floriano (S. Maria dei Bagni, Scafati), il 19 settembre; don Rosario Ingenito (S. Giovanni Battista, Roccapiemonte), il 28 settembre. Don Edoardo Tafuto festeggia l’anniversario di ordinazione diaconale il 18 settembre. Il vostro lavoro nella vigna del Signore doni frutti abbondanti alle comunità che vi sono affidate.

Don Rosario Ingenito

Auguri speciali Lo scorso 24 luglio, Carmine Giordano e Tiziana Ferraioli hanno coronato il loro sogno d’amore celebrando le nozze. Il Signore accompagni il cammino dei due giovani sposi e li sostenga nella costruzione della Chiesa domestica, per un autentico e fecondo cammino di santità coniugale. Auguri! Buon compleanno alla nostra referente Ernestina Vicinanza (Santa Maria degli Angeli, Nocera Superiore) che ha festeggiato il compleanno il 5 settembre. Gli auguri più sinceri dalla redazione di Insieme!

40

Insieme - Settembre 2014

Il 15 settembre, la nostra collaboratrice Mariarosaria Petti compie 27 anni. La sua generosità e il sorriso aperto ed accogliente sono per noi tutti un dono prezioso. Il Signore mantenga viva e feconda la sua passione per la scrittura e la ricerca della Verità negli occhi e nella vita delle persone che incontra grazie al servizio alla rivista diocesana. Auguri! Mariarosaria Petti


IN PARROCCHIA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE

Foto di gruppo dei giovani che hanno partecipato al Grest insieme agli animatori

SANT’ANTONIO DI PADOVA COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Amicizia, divertimento e tanta fede Oltre 200 giovani al Grest, dal 7 al 25 luglio, tra giochi, animazione, gite e preghiera

O

ltre settanta giovani animatori e 156 ragazzi iscritti per prendere parte all’edizione del Grest 2014 di Poggiomarino promosso dall’oratorio San Gaspare Bertoni. Un vero e proprio successo, nonostante il maltempo di luglio che ha parzialmente ridotto le attività all’aperto organizzate dagli ormai esperti operatori. Tuttavia i giovani della parrocchia Sant’Antonio di Padova non hanno lesinato impegno, lasciando nei bambini e negli adolescenti che hanno partecipato all’evento un ricordo indelebile di amicizia, divertimento e tanta fede. I giovanissimi, infatti, oltre che dal parroco padre Aldo D’Andria sono stati accompagnati nel percorso estivo anche da padre Felix, sacerdote proveniente dal Ghana e da Giovanni Battista Kell, seminarista che da quattro anni è attento all’appuntamento annuale con il Grest. Tre settimane di iniziative, giochi e preghiera dal

7 al 25 luglio con una partecipazione enorme di ragazzi che hanno affollato l’oratorio fino alla gita conclusiva tra il verde, il buon cibo e la natura a fare la parte del leone. Particolarmente riuscita anche la giornata con i genitori promossa dagli animatori del Grest che hanno organizzato giochi ed animazione riuscendo a coinvolgere anche le mamme ed i papà dei piccoli partecipanti alla “Estate Ragazzi 2014”. Una giornata riuscita davvero bene e che resta come uno dei ricordi più belli dei venti giorni di luglio in compagna dell’oratorio. Poi il saluto quasi ad agosto per ritrovarsi quanto prima con le iniziative promosse dagli animatori che, anche lontano dall’estate, continuano a pensare ai loro ragazzi. Tutto in funzione dell’appuntamento di piena estate, quando ogni anno continua a crescere il numero dei bambini che prendono parte al Grest poggiomarinese.

Gli anziani seduti ai tavoli mentre consumano il pasto

FERRAGOSTO IN COMPAGNIA DEGLI ANZIANI

U

n momento di compagnia e divertimento per cento anziani di Poggiomarino che la sera del 15 agosto hanno preso parte alla cena promossa dalla parrocchia nel cortile dei Santi Sposi. A volere fortemente l’iniziativa il parroco padre Aldo D’Andria e la Caritas che nel giro di pochi giorni sono riusciti a coinvolgere un gran numero di persone e di commercianti che hanno donato alimenti e pietanze per la buona riuscita dell’ap-

puntamento. Carni, pasta, pane, bibite e frutta sono stati infatti donati dagli esercenti affinché agli anziani soli non mancasse nulla per rendere la serata indimenticabile. E non è mancato il divertimento con la musica ed il karaoke, che hanno consentito ai “nonni” partecipanti di ballare e cantare. Enorme, dunque, la partecipazione di Poggiomarino che si è unita per realizzare la cena di Ferragosto per gli anziani un po’ più sfortunati.

Nella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sostituiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento. Se desideri anche tu prendere uno spazio fisso o in occasione di un evento particolare, contattaci allo 081 517 04 66 o su insieme@diocesinocerasarno.it

Più di 100 anziani hanno preso parte alla cena promossa da padre Aldo D’Andria e dalla Caritas con il supporto di numerosi commercianti che hanno donato alimenti e pietanze

Insieme - Settembre 2014

41


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI SAN VALENTINO TORIO

Il vescovo Giuseppe insieme ai membri dell’Ufficio tecnico e a don Gaetano Ferraioli

Luogo di incontro tra Dio e l’uomo

L

a chiesa realizzata agli inizi degli anni ottanta, con il progetto ideato dall’architetto Aldo Longobardi, cambia la sua immagine. Il progetto della chiesaedificio è considerato come un’icona-escatologica: il cammino che ogni fedele affronta entrando nella Casa del Signore. Esso ha luogo già dal sagrato alla porta, dove la nuda pietra della sagoma dell’acquasantiera invita a spogliarsi di ogni cosa per entrare al cospetto del Signore. Accompagnati dal percorso della Via Crucis, siamo invitati a compiere idealmente il pellegrinaggio verso Gerusalemme. il nuovo altare ne rappresenta il culmine, segno della presenza di Cristo, enfatizzata ora da una nuova luce che, grazie ad una rivisitata controsoffittatura, fa risplendere ogni gesto liturgico. Tutto l’edificio, perforato dalle luci filtrate dalla navata sinistra, sembrerà coinvolgere la comunità cristiana, non solo in raccoglimento e in preghiera, ma anche in un rinnovato e intenso spirito corale e comunitario. Nel progetto il presbiterio riacquista la sua importanza. Avanzato di qualche metro verso l’aula, diventa parte integrante dell’assemblea e non luogo a sé stante, lontano ed inaccessibile, ma vicino e coinvolgente seppur dotato della sua misticità e sacralità. L’altare diventa in questo progetto elemento caratterizzante e centrale di tutta la liturgia. La sede, collocata subito dopo l’altare, viene ad essere in diretta comunicazione con l’assemblea, in modo da favorire la guida della preghiera, il dialogo e l’animazione. La custodia eucaristica. La sagoma della croce di Nostro Signore, ricavata nel fondale del presbiterio e visibile lungo tutto l’edificio, fa sentire la presenza del Sacrificio del Cristo. La Croce, accuratamente illuminata, si presenterà come squarcio di luce ben visibile, che attraversando le ve-

42

Insieme - Settembre 2014

Proseguono i lavori di ristrutturazione della chiesa di S. Maria delle Grazie in Casatori di San Valentino Torio, cominciati alla fine del 2012. A giugno, il vescovo Giuseppe ha visitato il cantiere trate dell’ingresso, concede la sua presenza benevola alla comunità tutta. Anche la localizzazione e la realizzazione di una nuova custodia eucaristica diventa parte integrante del progetto di adeguamento liturgico. La sua collocazione non sull’asse principale della chiesa lascia l’altare al centro della celebrazione e offre la possibilità di essere individuata con facilità da ogni parte della navata, favorendo così la preghiera personale e l’adorazione. L’aula è riservata all’assemblea dei fedeli ed è articolata in modo tale che l’altare ne costituisca il punto principale di riferimento. La parete laterale ovest sarà realizzata in una forma conica, capace di evitare i raggi diretti del sole. La presenza di un’ampia vetrata permetterà di creare un’atmosfera capace di proiettare in preghiera e raccoglimento l’intera assemblea. L’accoglienza. La cura del sagrato e della scala di accesso alla chiesa, la parete curva di facciata, la pensilina in zincotitanio che asseconda le curve della scala e della facciata, sono segno della disponibilità all’accoglienza che caratterizza la comunità cristiana in tutti i suoi gesti: chi si presenta alla porta della chiesa si sentirà ospite gradito e atteso. La scala e il sagrato, così concepiti, diventano un proseguimento della navata. La scelta delle forme, dei modelli architettonici e dei materiali utilizzati ha come fine la volontà di manifestare le realtà profonde della chiesa, coniugando la palpabile sete di rinnovamento e il rispetto della tradizione. I lavori, visitati lo scorso mese di giugno da mons. Giuseppe Giudice e dai responsabili dell’ufficio tecnico diocesano, sono realizzati con la certezza che l’edificio così ristrutturato, flessibile, accogliente, “nuovo”, sarà luogo di incontro tra l’uomo e Dio, tra l’uomo e l’uomo.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE SS. ANNUNZIATA ANGRI

La Celebrazione eucaristica all’aperto

L’amore per Maria

«S

e vogliamo onorare la Madonna facciamo della festa un appuntamento di fede»: con queste parole don Silvio Longobardi si è rivolto ai fedeli della parrocchia. In occasione della festa liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, la comunità si è riunita nella preghiera e nel raccoglimento per gustare pienamente la ricorrenza. Un tono orante ha accompagnato i diversi appuntamenti previsti per la festa patronale. Il 14 luglio la comunità ha pregato per gli ammalati, celebrando a sera l’unzione degli infermi. Mercoledì 16, invece, gli sposi hanno rinnovato le promesse nuziali. Contestualmente, un gruppo di persone ha ricevuto la corona del Rosario con l’impegno di recitarlo quotidianamente. Dopo la Celebrazione eucaristica del 20 luglio, a sigillo di un’intera settimana orante, le strade della parrocchia sono state attraversate dalla processione mariana che ha visto un’ampia partecipazione di popolo. Invitando a vivere nella preghiera la processione, don Silvio ha detto nell’omelia: «Questa sera c’incamminiamo con Maria. La statua che portiamo è solo un’icona visibile della presenza viva e palpitante della Madre di Gesù nella vita della Chiesa e di ciascuno di noi. Camminiamo

pregando e cantando, vogliamo tappezzare le strade di preghiera. Camminiamo tra le case, in ciascuna di esse ci sono dolori o speranze, attese e preoccupazioni… Con la preghiera possiamo abbracciare tutti». È stato proprio così! La recita del Rosario e i canti hanno accompagnato i passi dei pellegrini ed hanno lasciato in alcuni quartieri della parrocchia una riproduzione dell’icona della Vergine venerata in chiesa. Ad una festa non si può arrivare impreparati. I giorni del Triduo sono stati un prezioso momento per confessarsi. Come ha affermato il parroco: «A che serve mettere il vestito più bello, se non prepariamo il cuore ad accogliere Dio? Vogliamo prepararci alla festa con la Parola di Dio, l’adorazione eucaristica e la buona confessione». Il fitto programma dei festeggiamenti non ha impedito alla parrocchia di avere uno sguardo fisso sui fratelli in difficoltà. La carità, accanto alla preghiera e all’Eucarestia, è stato il perno dei giorni di festa. Infatti, domenica 13 luglio è stato distribuito un volantino per invitare a raccogliere alimenti da dare alle famiglie con bambini piccoli. Tanti hanno risposto all’appello dando così alla liturgia una veste ancora più dignitosa. Mariarosaria Petti

“Parola di Dio, adorazione eucaristica e buona confessione”: questo il programma per la festa patronale

L’avvio della processione

Il rientro in parrocchia dopo la processione

Insieme - Settembre 2014

43


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA NOCERA INFERIORE

I bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione il 25 maggio

LA GIOIA del primo incontro Dalla festa per la Prima eucaristia ai percorsi diversificati del post-comunione

L I bambini che hanno ricevuto la prima eucaristia il primo giugno, insieme a don Andrea, don Alfonso e don Ciro

a festa della Prima Comunione è un momento importante per i bambini e per la comunità parrocchiale. Per i piccoli è una tappa fondamentale nella crescita spirituale ed umana. Se ne rendono conto quando si accorgono di essere al centro dell’attenzione non soltanto dei propri genitori ma dell’intera comunità parrocchiale che fa festa con loro e li incoraggia. La comunità vive questo momento come tappa conclusiva di un cammino formativo che accompagna i ragazzi verso la stagione dell’adolescenza: da protagonisti della festa, nei mesi successivi si impegneranno ad aiutare altri bimbi a vivere bene la celebrazione eucaristica e le altre attività pensate per loro. Finito il tempo del catechismo, infatti, inizia un itinerario formativo che si diversifica in base alle capacità e propensioni dei ragazzi. Il postcomunione, oltre al momento formativo nei gruppi, offre la possibilità di impegnarsi nella corale dei ragazzi, nel corpo di ballo, come chierichetti o nel gruppo del teatro. Tutti devono trovare un impegno su misura per sé, in quello spazio si metteranno alla prova e sperimenteranno il senso di essere Chiesa.

Il gruppo del 15 giugno

Il gruppo che ha ricevuto la Prima eucaristia il 6 luglio insieme a don Andrea Annunziata, don Alfonso Giordano, don Ciro Zarra e i catechisti

44

Insieme - Settembre 2014

Il gruppo del 21giugno


GRANDE SUCCESSO per la festa parrocchiale Intensi festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista, dal 24 al 29 giugno

L

a vita è vita se non ci si ferma. Una comunità è viva se riesce sempre a maniferstare la sua vitalità, se riesce a rigenerarsi continuamente nell’Amore di Dio per trasmetterlo a tutti. Intensa, forte e sorprendente è stata la festa parrocchiale. Iniziata con la processione del patrono della parrocchia, San Giovanni Battista, il 24 giugno, e culminata con la processione solenne durante la quale l’immagine di San Giovanni dalla vecchia Chiesa di Cicalesi è stata riportata nella Chiesa nuova, concludendo così i festeggiamenti nella serata di domenica 29 giugno. Nel mezzo di questi due momenti celebrativi c’è stata la riapertura, seppur solo per questi pochi giorni, della vecchia Chiesa con le celebrazioni eucaristiche

La processione solenne

presiedute dal Vescovo, dal Vescovo emerito e da tutti i parroci che si sono susseguiti in questi ultimi anni. Faticosissime e allo stesso tempo entusiasmanti sono state le due serate nei cortili, lì tutti i residenti e i membri della comunità hanno dato vita a momenti di intrattenimento e hanno preparato gustosi piatti. Ce n’era per tutti: bambini, giovani, famiglie. Il cortile del Teatro ha raccontato in modo originale la vita dei tempi che furono, anche le associazioni del territorio hanno avuto spazio e modo per farsi conoscere e presentare le loro attività. È stata una comunità che si è voluta mettere in gioco e presentarsi così com’è, dicendo cosa fa e cosa vorrebbe fare, nella semplicità delle cose fatte in casa e accogliendo tutti come persone di famiglia.

L’ingresso in chiesa

Il cortile dei giovani

LA FOTONOTIZIA

LA FOTONOTIZIA

Nella bella struttura diocesana di Episcopio di Sarno, gestita dall’ANSPI, si è celebrato il campo comunitario, dal 18 al 20 luglio. Tre giorni per rispondere insieme alla domanda: Chi sono?

Bambini, ragazzi e giovanissimi insieme per poter meglio imparare il senso della famiglia e della Chiesa. Ad Ascea Marina, dal 27 al 31 luglio, il campo organizzato insieme dagli educacuori e dagli animacuori.

Insieme - Settembre 2014

45


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI NOCERA SUPERIORE

Alcuni momenti della visita ai santuari mariani

U

na calda giornata d’agosto per riscoprire i santuari mariani della Baronia. Si parte alla volta di Frigento, laddove è sorto, neanche un secolo fa, il Santuario della Beata Vergine del Buon Consiglio, la cui edificazione è legata al ritrovamento di una maiolica raffigurante Maria Santissima che tiene in braccio il Bambino Gesù. Partiamo da Frigento, dopo aver partecipato alla S. Messa, alla volta della seconda tappa: il Santuario di Carpignano. Al suo interno, alle spalle dell’altare, viene custodita una preziosa e veneratissima tavola bizantina raffigurante la Madonna col Bambino, risalente alla metà del XII secolo. È un’icona mariana antichissima che costituisce una delle poche rappresentazioni di “Madonne nere” ancora conservate nella provincia avellinese. In una struttura dello stesso complesso, abbiamo pran-

Nel segno della Vergine zato tutti insieme. Nel pomeriggio ci siamo portati in un altro paese vicino, Fontanarosa, dove fu eretta una Chiesa nei pressi di un pozzo che, secondo la leggenda, è il luogo del ritrovamento di una miracolosa e misteriosa statua della Madonna, di una scultura molto antica, appartenente al periodo medievale. A Fontanarosa abbiamo assistito ad un evento alquanto originale: il trasporto delle “gregne”, fasci di spighe di grano portati in processione dalle campagne circostanti e benedette al loro passaggio davanti alla Chiesa della Madonna della Misericordia. Tali spighe, intrecciate, formano un obelisco che viene tirato da buoi in onore di Maria il 14 Agosto. Ciò che accomuna i tre santuari visitati è il fatto che sono sorti con il ritrovamento di effigi e sculture mariane nascoste dai fedeli, tanti secoli prima, per evitarne la distruzione.

La comunità visita tre santuari mariani sorti con il ritrovamento di effigi e sculture nascoste dai fedeli, secoli prima, per evitarne la distruzione

LA GIOIA DI STARE INSIEME Cento ragazzi hanno vissuto intensi momenti di preghiera, giochi e condivisione presso l’Oratorio Can. Antonio Fiorillo e sul sagrato della Chiesa parrocchiale, dal 25 al 29 giugno. Alcuni momenti di quei giorni ricchi di serenità e spensieratezza

46

Insieme - Settembre 2014


IN REDAZIONE MARIA ANGELA BISOGNO E CINZIA FAIELLA

Il carro preparato dai fedeli

O

gni anno, e in modo particolare nell’ultimo decennio, la comunità parrocchiale si prepara a vivere il pellegrinaggio del 14 agosto a Materdomini con la novena all’Assunta, in parrocchia e nei vari cortili allestiti a festa dove ogni sera viene recitato il santo Rosario. La partecipazione alla novena, quest’anno, è stata più numerosa degli altri anni. Alcuni fedeli della parrocchia, guidati da don Roberto, hanno preparato il carro che i fedeli, la notte del 14, hanno portato in pellegrinaggio alla Basilica di Materdomini con una fiaccolata, recitando il Rosario accompagnato da canti mariani.

In cammino, nel cuore della notte, verso il santuario di Materdomini

“Noi non possiamo tacere” Sono i i giovani insieme al parroco a scegliere il tema per la preparazione del carro votivo: quest’anno il riferimento era “noi non possiamo tacere”. Uno slogan che ha suscitato tante emozioni nel cuore di quanti hanno ammirato il carro durante il pellegrinaggio e nei giorni successivi. È stato infatti lasciato, insieme agli altri carri votivi provenienti dalle varie comunità dell’agro, sul sagrato della Basilica. Preparato con amore e tanta fede, il carro della nostra comunità parrocchiale si classifica sempre ai primi posti nel concorso “Il carro votivo più bello”, organizzato dall’associazione socio-culturale NOVA SOCIALE di Nocera Superiore.

Nella notte del 14 agosto, la comunità si è recata in pellegrinaggio alla Basilica di Matedomini per l’offerta del carro votivo alla Madonna dal tema “Noi non possiamo tacere”

I bambini coinvolti in diversi giochi

Insieme - Settembre 2014

47


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DELLE TRE CORONE SARNO

Il quadro della Madonna

Il Palazzo comunale

Q

uest’anno, per la prima volta, la festa in onore di Maria SS. delle Tre Corone, patrona insieme a San Michele Arcangelo della nostra amata città di Sarno, è stata pensata e vissuta nel solco della collaborazione, grazie ad una nuova esperienza. Infatti, la parrocchia ha organizzato la festa insieme all’Amministrazione comunale. Come comunità, e dunque come commissione per i festeggiamenti, siamo stati contenti di accogliere la disponibilità del Comune a fare la sua parte per la festa più importante della nostra città. Nessun contributo chiesto. Consapevoli del disagio economico che colpisce famiglie e commercianti, abbiamo pensato di non mandare il comitato in giro per le case a chiedere contributi per la realizzazione dei festeggiamenti. Pertanto, il nostro parroco don Antonio Mancuso ha scelto di valorizzare

UNA FESTA IN COMUNIONE Per il primo anno, la festa in onore di Maria Santissima delle Tre Corone è stata organizzata dalla parrocchia in collaborazione con il Comune di Sarno. Un’esperienza positiva che ci auguriamo possa essere l’inizio di un percorso duraturo ancora di più di più l’aspetto religioso della festa con il Solenne Novenario, invitando per la Celebrazione Eucaristica i vari parroci della Forania di Sarno con le rispettive comunità parrocchiali. Maggiore risalto anche alla processione con il quadro di Maria SS. delle Tre Corone che il 15 agosto ha percorso, accompagnato da numerosi fedeli, tutte le strade principali di Sarno. Relativamente alle manifestazioni civili, l’Amministrazione Comunale ha organizzato vari spettacoli di intrattenimento. Grazie al contributo dei commercianti, alcune strade della nostra città sono state illuminate. Bilancio positivo. Ci auguriamo che questa esperienza di collaborazione tra parrocchia e Comune possa essere solo l’inizio di un percorso duraturo, nel solco della comunione e collaborazione che generano gioia e fraternità. Donatella Ferrara

“La vita è come un fotografia, se sorridi viene meglio”

48

Insieme - Settembre 2014

Fiera della Borsa di Raffaele Biosa Via F. S. Caiazzo, 5-7 84012 Angri (SA) Tel. 081 94 63 80 - raffaelebiosa@alice.it


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI

È questo lo slogan che ha accompagnato il gruppo dei giovanissimi durante il loro primo campo estivo, presso le “Suore Figlie di Nostro Signore dell’Eucarestia” a Vietri sul Mare

“APRITI ALLA VERITÀ, PORTERAI LA VITA”

L

o scorso luglio, il gruppo dei giovanissimi ha vissuto per la prima volta la fantastica esperienza di partecipare ad un campo estivo presso l’Istituto delle “Suore Figlie di Nostro Signore dell’Eucarestia” a Vietri sul Mare. Lo slogan che ha fatto da sfondo a queste tre meravigliose giornate è stato “Apriti alla Verità, porterai la vita”, il testo biblico di riferimento tratto dagli Atti degli Apostoli. Le giornate, intense, sono trascorse velocemente tra preghiera, riflessioni bibliche, giochi, attività, video, passeggiate ed uscite al mare. Ogni giorno veniva presa in considerazione una parte del corpo umano, la parola chiave che era

poi sviluppata sotto diversi aspetti. Siamo partiti dal VOLTO perché è la prima cosa che notiamo negli altri e che gli altri vedono di noi, ma anche perché i primi eventi riportati dagli Atti ci rivelano che sul volto degli apostoli compare la gioia dell’incontro con Gesù che credevano morto e invece è vivo. Il secondo giorno, abbiamo posto l’attenzione sui PIEDI e in modo speciale sull’apostolo Paolo e i suoi viaggi. Infatti Paolo, grazie anche ai suoi piedi, ha percorso molte strade, ha affrontato alcuni pericoli, ha incontrato amici solo per portare l’annuncio fino “ai confini della terra”. A concludere la giornata la suggestiva Veglia di preghiera che aveva per tema

“A Damasco Dio si rivela”. L’ultimo giorno ci siamo soffermati sul CUORE perché solo un cuore puro e unito a Dio è capace di crescere ed essere testimone della verità che è Gesù, per poter portare vita agli altri. I ragazzi, durante il campo, hanno avuto la possibilità di riflettere sulla Parola di Dio, di confrontarsi tra di loro, di divertirsi e di capire che insieme e grazie al Signore si possono fare grandi cose. Infatti, crescere significa iniziare a camminare su sentieri che portano a conoscere ed apprendere nuove cose, sviluppando comportamenti e atteggiamenti che siano in grado di generare vita. Vincenzo Spinelli e Maria Lamberti

La locandina delle attività estive

Un momento del campo estivo dei ragazzi, dai 5 ai 13 anni, dell’Oratorio San Giovanni Bosco Insieme - Settembre 2014

49


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO NOCERA SUPERIORE

Gli educatori ricevono il mandato

Momento di preghiera

L’incontro con il vescovo Giudice

I CARE

“I

care’’: questo è il messaggio che ci ha distinti quest’anno e che ci ha permesso di avvalorare i nostri propositi fatti di benevolenza, rispetto e condivisione. “I care’’ è l’asserzione che ha caratterizzato anche le magliette di noi educacuori, a sottolineare l’importanza del nostro ruolo e la cura che ci siamo prefissati di investire nelle nostre attività. Questa frase è, non a caso, il motto della Scuola di Barbiana fondata da don Milani, importante sacerdote e pedagogista italiano che durante il secolo scorso ha posto l’uguaglianza alla base dell’istruzione scolastica perché come per Dio non esistono differenze così tutti i ragazzi, anche i più disagiati, devono poter approcciarsi alla cultura. “Ho a cuore quello che mi circonda e che mi è stato donato dal Signore’’: tale sarebbe la traduzione più appropriata del nostro motto! A differenza degli altri anni quest’esperienza estiva, breve, ma intensa, ha compreso anche il momento del pranzo che, seppur impegnativo nei preparativi, si è rivelato molto costruttivo e volto a solidificare i

LA FOTONOTIZIA Il campo estivo degli educatori si è svolto ad Ascea Marina dal 19 al 23 agosto. 32 i giovani coinvolti intorno all’interessante tema: “State buoni se potete con san Filippo Neri... il santo della gioia”.

50

Insieme - Settembre 2014

rapporti interpersonali. I giochi, le attività e i momenti di preghiera, concatenati durante la giornata, sono stati formulati in maniera tale da trarne un importante significato che potesse avvalersi di semplicità e nel contempo di tanta ricchezza d’animo. Non credevamo di far fronte ad un’esperienza tanto impegnativa con tanti bambini a noi affidati e inizialmente poche risorse delle quali servirsi. Ed, invece, anziché scoraggiarci, con l’aiuto e il sostegno del Signore, ci siamo impegnati affinché Lui potesse essere soddisfatto del nostro lavoro. Una straordinaria settimana che ci ha fatto capire quanto sia grande e potente la Provvidenza di Dio che riporta speranza laddove regna caos e rassegnazione. Non si è altro che deboli uomini nelle mani di Dio che si serve di noi per compiere il suo magnifico progetto. Dopo un’avventura c’è sempre da imparare qualcosa e noi abbiamo riscoperto quanto sia prezioso il dono della vita e con quanta cura e tenacia dobbiamo tenerci stretto ciò che il Signore ha avuto pensiero di donarci. Federica Pepe

Vivere insieme nella gioia del Signore: i momenti più belli del campo estivo parrocchiale che dal 7 al 13 luglio ha coinvolto 171 ragazzi, 32 educatori e 30 mamme impegnate in cucina per preparare il pranzo Incontro con il sindaco Cuofano

La festa finale


CULTURA La recensione

Un atto d’amore per Maria Ultimo lavoro editoriale di don Silvio Longobardi, Per sempre Madre. Una rilettura delle più importanti preghiere mariane

I

mperante dal suo trono la statua della Vergine sembra custodire tutti sotto il suo manto. È lì quasi come se avesse improvvisamente preso vita, per assistere alla presentazione di un libro scritto in suo onore. È la sera del 14 luglio, i festeggiamenti per la Madonna del Carmelo sono iniziati, e dopo la Santa Messa la comunità di Santa Maria del Carmine si riunisce in chiesa per accogliere il nuovo frutto della penna del suo parroco. Don Silvio Longobardi è seduto con la Madonna alle sue spalle, partecipa alla presentazione di Per sempre Madre, una raccolta delle più comuni preghiere mariane affiancate dai suoi commenti profondi e minuziosi. È Antonietta Abete, vicedirettrice della nostra rivista, a moderare la serata, specificando che il libro è finanziato dalla Confraternita Santa Maria del Carmine e che il ricavato del testo sarà destinato alle opere e alle necessità della parrocchia. A Carmela Filosa, docente di religione e teologia dogmatica, don Silvio ha affidato l’interpretazione dei suoi scritti e la docente esordisce ricordando ai presenti i veri protagonisti della serata: non solo Maria, ma in lei la Trinità, poiché è in Lei che Essa ha abitato. «Una dichiarazione d’amore nei confronti di una Madre – afferma il parroco parlando del suo libro – non è infatti lo studio che mi ha suggerito di approfondire il mio interesse per Maria, ma l’amore che provo per lei». Il custode della Fraternità di Emmaus etichetta il suo libro come «pane commestibile per un popolo semplice». Racconta: «Siamo ormai diventati degli analfabeti della preghiera, recitiamo continuamente preghiere che hanno secoli di storia senza rendercene conto». L’autore sceglie di lasciarci incuriositi, permettendoci solo piccoli assaggi della sua opera attraverso brevi passi letti ad alta voce e sorretti da un flebile sottofondo musicale ideato dal coro parrocchiale. L’ascoltatore è immerso in un’atmosfera magica che lo invoglia a saperne di più, ad appassionarsi con

devozione alla Vergine Maria, la più luminosa figura di santità della Chiesa. «Questo bel libro - afferma mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei, nella prefazione - ha la particolarità, davvero rara, di andare a ripercorrere non solo le parole, ma il senso e il significato delle tante preghiere mariane, non solo delle più conosciute o delle più solenni». Di tutte le preghiere mariane, don Silvio non dimentica le più comuni. L’autore analizza attentamente i testi, dedicando loro un’ampia riflessione personale, richiamandone il contesto storico e i brani del Vangelo da cui scaturiscono. Testimonianze e poesie a Maria puntellano qua e là il testo, che come un cielo stellato affascina fin dalla prefazione. Dal Magnificat alla Supplica alla Vergine del beato Bartolo Longo, passando per il Santo Rosario: ecco che don Silvio ci aiuta a pregare, nella semplicità di preghiere familiari, che profumano di tradizione. Quattro capitoli intrisi di fede, studio e passione. Passione per Maria e per la scrittura. Nozioni che fanno luce nel personale taccuino di preghiere, che ognuno di noi custodisce da sempre, così da recitarle con maggiore consapevolezza. Donatella Salvati

Per sempre Madre di Silvio Longobardi pp. 92, € 7,00 Editrice Punto Famiglia 2014

Insieme - Settembre 2014

51


LE SUORE FRANCESCANE DI SANT’ANTONIO: LA STORIA

LA REGOLA PRIMITIVA Immagine di repertorio

Il legame tra le diverse Regole e Costituzioni dell’Istituto

La primitiva comunità religiosa alcantarina, fino a due anni dopo la morte della Fondatrice, ha osservato una Regola che porta la data del 25 novembre 1824, ritrovata in copia originale grazie all’impegno dell’attuale Superiora Generale, Madre Tecla Giannubilo. La II edizione della regola, curata dai Frati Alcantarini nel 1830, su richiesta dell’Arcivescovo di Napoli, affonda le sue radici nella precedente

N

el numero di luglio, parlando di Regole dell’Istituto di Suor Maria Luigia, abbiamo avanzato quesiti ed espresso perplessità sull’argomento, almeno intorno a quanto ci hanno riferito i due biografi della Serva di Dio, Rosati e Vassalluzzo. Vi ritorniamo sopra per chiarirne, nei limiti del possibile, le problematiche fondamentali. Il punto di partenza certo è che dal 1830 le “Suore Francescane, dette Solitarie Alcantarine, viventi in clausura” di Suor Maria Luigia, hanno avuto una Regola approvata dall’Autorità Ecclesiastica diocesana di Napoli, grazie alla quale è stata possibile anche l’approvazione canonica dell’Istituto.

Regola era il Vangelo. Furono i suoi direttori di spirito, i Frati Alcantarini, che gliene procurarono il testo, compendiandolo dalle “Costituzioni delle antiche religiose scalze di s. Chiara della Fara in Sabina”. Infatti la nuova edizione che essi (F. Eustachio di s. Pier d’Alcantara, Eugenio di s. Giuseppe, Gio Batta di M. Immacolata, Angiolantonio di Maria Purissima) curarono nel 1830 su richiesta dell’Arcivescovo di Napoli, Ruffo Scilla, porta questa didascalica intitolazione: Statuti per le Religiose del nostro Padre San Francesco modellati sulle Costituzioni delle antiche Religiose Scalze di santa Chiara della Fara in Sabina e modificati pel Monastero di Solitarie Alcantarine nel regno di Napoli.

Altro dato certo - esclusa e respinta l’ipotesi che la Serva di Dio si fosse proposta alle consorelle come modello da seguire ed imitare (solo Gesù poteva affermare e pretendere una cosa simile) - è che la primitiva comunità religiosa alcantarina, dal suo costituirsi (primi anni venti dell’Ottocento) fino a circa due anni dopo la morte della Fondatrice (2 marzo del 1829), ha osservato una Regola. Di questa, grazie all’impegno dell’attuale Superiora Generale, Madre Tecla Giannubilo, si è rinvenuta la copia originale datata 25 novembre 1824. Sotto la data vi sono tre linee sovrapposte di lettere maiuscole puntate. Forse esse indicano i nomi delle Suore firmatarie. Il terzo nome potrebbe essere letto S(uor) L(uigia) M(aria) I(esu) C(ordis). Di questo documento trattiamo nel presente articolo. Il titolo è Breve Compendio della Regola del nostro Padre S. Francesco per uso delle figliuole del nostro P. Pietro d’Alcantara. La data del 1824 ci autorizza ad affermare che, almeno da quell’anno, la comunità religiosa delle “Solitarie Alcantarine...” aveva una Regola che, in qualche modo, ne costituiva la base giuridica, ne caratterizzava la vita spirituale, ne disciplinava la condotta comunitaria.

Che questa II edizione (1830) della Regola delle Solitarie Alcantarine derivi dal Breve Compendio di cui sopra, lo fanno intendere gli stessi predetti redattori nell’Introduzione: “Alle divote Solitarie Alcantarine”, quando affermano: «... Dio vi ha scelte tra mille, e mille per sue Spose dilette, e Voi a Lui vi siete consacrate in questo nuovo Monastero. Che se egli non è fornito di quel rigore, che tanto distingueva il Romitorio delle Antiche Religiose Solitarie Scalze di S. Chiara della Fara in Sabina, ne ha tratto però in parte lo spirito della Istitutrice Suor Maria Luigia del Cuor di Gesù ...». Pertanto se Suor Maria Luigia è morta il 2 marzo 1829 e il testo degli Statuti porta la data del 14 ottobre 1830, come avrebbero potuto affermare i suoi redattori che il rigore delle Antiche Religiose della Fara in Sabina, aveva “tratto”, cioè conquistato lo spirito di Suor Maria Luigia, se la Serva di Dio non ne avesse conosciuto il contenuto fondamentale? Dunque si deve concludere che, contrariamente a quanto affermano Rosati e Vassalluzzo, la prima comunità religiosa delle “Solitarie Alcantarine...” già negli anni venti dell’Ottocento aveva una Regola da osservare; che questa Regola era il Breve Compendio di cui abbiamo detto, e che questo è la base degli Statuti che saranno redatti nel 1830 e approvati dal Cardinale Ruffo Scilla. (Continua nel prossimo numero). p. Paolo Saturno CSsR

Da dove nasce questa Regola? Non è stata Suor Maria Luigia a compilarla. Per Lei, come sei secoli prima per san Francesco, la

52

Insieme - Settembre 2014


LA TESTIMONIANZA

La patente di Antonio Gentile, arrivata il giorno dopo la sua scomparsa

Quell’horribilis agosto del ’47 Don Natalino Gentile racconta la viva e toccante testimonianza della perdita del caro papà Totonno

S

ant’Alfonso mi perdoni se non parlo bene del mese in cui la liturgia cattolica lo festeggia (una volta il due e, dopo la riforma, il primo agosto). Ma, si sa, i festeggiamenti durano più giorni. Pagani è ancora movimentata dalle celebrazioni popolari, dai famosi concertini, tra giostre e bancarelle, che richiamavano folle enormi da tutto l’hinterland campano. Anche dalla nostra piccola Roccapiemonte si era organizzata un’andata a Pagani per la festa. Allora i mezzi di comunicazione erano scarsi, si andava spesso e volentieri anche a piedi. Il gruppo dei giovani si organizza e per giovani intendiamo anche quelli sposati da qualche anno, uomini che appena trentenni avevano già la responsabilità di una bella famiglia, con tre o quattro figli. Il punto di incontro è Rocca centro, nei pressi dell’attuale farmacia Cioffi. Guida e organizzatore è Totonno (Antonio) della frazione San Potito. Ha da poco comprato uno Chevrolet di seconda mano, un camion che a quell’epoca poteva sembrare una portaerei di oggi. La gioventù fremeva, esuberante e gagliarda per una uscita gratis fino a Pagani. Erano i tempi in cui le feste paesane erano soprattutto occasioni sociali per vedere le ragazze e quanti incontri sono sfociati in matrimoni. Il cassone del camion è pieno di gente allegra; Totonno fa l’anfitrione facendo salire i ritardatari, in attesa del “suo” autista bergamasco che non arrivava. Sapeva guidare ma non essendogli ancora arrivata la patente, non volle rischiare. Visto però il ritardo del guidatore (abbiamo saputo in seguito che chi lo sapeva non lo aveva riferito), per fare un piacere ad

un altro amico presente, un oriundo sardo, patentato, decide di partire per non fare troppo tardi. Ma c’è ancora qualcuno che arriva all’ultimo momento; Totonno, altruista e generoso, scende dal fianco dell’autista per fa posto all’ultimo arrivato. È l’attimo fatale: con una manovra imprevista e spericolata il conducente fa partire il camion. Il gesto di generosità si colora di sangue e di morte: il povero Antonio viene letteralmente schiacciato tra il camion ed il muro. È l’inizio di una tragedia, la cui eco dolorosa risuona nell’animo ancora oggi, perché ci ha privato di una presenza sicura e forte, costringendoci ad affrontare la vita a muso duro. Subito. Cominciando con quella corsa vespertina, come le invasate Erinni, tra gli ospedali fino all’obitorio di Nocera: su quel tavolo di marmo (ahimè! l’immagine è indelebile) il corpo insanguinato e nudo, come il Cristo del Mantegna, nella terribile oscurità di una notte senza fine. E la data è rimasta incancellabile anche nell’animo di un fanciullino che non ha conosciuto a sufficienza carezze e rimproveri paterni, in una nostalgia struggente ed indimenticabile che si rinnova, come il supplizio di Prometeo, ogni mattina senza il saluto del buon giorno ed ogni sera senza il bacio della buona notte. E la famiglia Gentile ha il tracollo economico, sociale, psicologico. Due sorelline vengono messe in orfanotrofio, la più grande resta a casa con la mamma, Natalino, qualche anno dopo, va in Seminario. Tutti in attesa di una festa mai conclusa. Ironia della sorte, la patente arriva il giorno dopo! “Ritornava una rondine al tetto… l’uccisero…” Era il 4 agosto del 1947. Don Natalino Gentile

Insieme - Settembre 2014

53


LE PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli

Nuovo appuntamento con la nostra rubrica, uno spazio per riflettere attraverso le parole sul periodo sociale e politico che stiamo vivendo. La parola che vi proponiamo questo mese è: mediazione

Malati, in terra straniera Nasce il Progetto Interpreto, un servizio di mediazione linguistico-culturale rivolto ai cittadini stranieri per garantire l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale

“E

ro straniero e mi avete accolto, ero malato e mi avete curato”. Gesù non usa mezzi termini per chiarire il dovere dei cristiani nei riguardi di quelli che Egli definisce “uno dei miei piccoli”. Questo passo così impegnativo del Vangelo mi è tornato in mente quando ho conosciuto il Progetto Interpreto, che ha permesso di realizzare in Campania una straordinaria esperienza d’integrazione sociale a favore dei migranti. Immaginate di esser malati, bisognosi di cure in una terra straniera dove non conoscete nessuno. È questa la condizione di migliaia di persone. La difficoltà o a volte l’impossibilità di comunicare diventa un ostacolo linguistico/culturale insormontabile per i cittadini stranieri, soprattutto nel momento in cui si devono relazionare con gli operatori sanitari – infermieri e medici – in caso di necessità. È proprio per cercare di risolvere queste problematiche che è nato in Campania “Interpreto”, progetto innovativo ad alto contenuto tecnologico di tutela sanitaria rivolto ai cittadini stranieri finalizzati a garantire l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale ed alle cure, tramite un servizio di mediazione linguistico-culturale. Grazie a questo servizio con l’ausilio

54

Insieme - Settembre 2014

Immaginate di esser malati, bisognosi di cure in una terra straniera dove non conoscete nessuno

di un tablet o di un cellulare – oppure semplicemente di un telefono – l’operatore ospedaliero può richiedere in tempo reale un supporto linguistico in video chiamata mentre visita il paziente. Mediatori linguistici della Cooperativa Sociale CCM rispondono a scelta tra 8 lingue: albanese, arabo, francese, inglese, italiano, portoghese, rumeno, russo, spagnolo, tedesco, ucraino. Interpreto – attivato all’ospedale Cotugno di Napoli e presto ampliato negli altri Ospedali dei Colli presso il Monaldi e il C.T.O. – è un progetto co-finanziato dall’Unione Europea Ministero dell’Interno Fondo europeo per l’integrazione di migranti di paesi terzi 2007-2013 ed è realizzato in partenariato con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) di Roma e il Consorzio Format di Battipaglia. È facile immaginare il sollievo dei migranti malati che possono descrivere i sintomi nella loro lingua e trovare nel mediatore culturale non solo un interprete ma un fattivo aiuto concreto.

LA PRESENTAZIONE DEI RISULTATI I primi risultati pratici di questo periodo di sperimentazione sono stati illustrati a Napoli con l’intervento di: Roberta Gaeta, assessore al welfare Comune di Napoli; Eleonora Corsaro, dirigente del Dipartimento Libertà Civili ed Immigrazione Ministero dell’Interno; Gabriella D’Orso, responsabile Immigrazione Prefettura di Napoli; Serena Battilomo, direttore Ufficio X ex DGPREV (Salute della donna e dell’età evolutiva) Ministero della Salute; Michele Schiano di Visconti, presidente Commissione Sanità Consiglio Regionale della Campania; Antonio Giordano, direttore generale Azienda Ospedaliera dei Colli; Antonio Vecchio, presidente Cooperativa Sociale Communication Centre Multilingue; Paolo Chiariello, giornalista di Sky. Per dettagli ed informazioni www.ccmu.it/interpreto.asp


Insieme - Settembre 2014

55



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.