Insieme - Ottobre 2017

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OTTOBRE 2017 N. 9 ANNO XII € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

"HO SCELTO TE" L'ORDINAZIONE SACERDOTALE DI FRANCESCO AMARANTE

I NUOVI DIACONI Le storie vocazionali di Rosario Mormone, Vincenzo Spinelli e Aniello Cipriani



OTTOBRE 2017 Insieme

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Foto di copertina Salvatore Alfano

OTTOBRE 2017 N. 9 ANNO XII € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

"HO SCELTO TE" L'ORDINAZIONE SACERDOTALE DI FRANCESCO AMARANTE

I NUOVI DIACONI Le storie vocazionali di Rosario Mormone, Vincenzo Spinelli e Aniello Cipriani

OTTOBRE2017

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EDITORIALE Pubblica confessione di Silvio Longobardi

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LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete

23. La manifestazione ambientalista

32. Focus sul Medio Oriente

Sommario 28 SCUOLA&UNIVERSITà di Martina Nacchio

28 Pellegrinaggio premio per due di Mariarosaria Petti 31 BACHECA a cura della redazione

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L'APPROFONDIMENTO Non possiamo farne a meno di Silvio Longobardi Servo per amore, sacerdote per l’umanità di Dina Grimaldi

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Nuovo inizio per don Francesco di Mariarosaria Petti

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“Lontano da Dio non ero felice” di Antonietta Abete

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“Se c’è il male, non può esistere Dio” di Mariarosaria Petti

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La vera gioia di Antonietta Abete

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SPECIALE "NONNI D'ORO" a cura di Martina Nacchio VITA NELL’AGRO Vaccini sì, vaccini no di Salvatore D’Angelo

VITA ECCLESIALE 32 A Gerusalemme è fondamentale il diritto di cittadinanza di Daniele Rocchi 35 Conto alla rovescia per Cagliari di Salvatore D’Angelo

44 NEWS PARROCCHIE Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti 48 IN PARROCCHIA Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 58 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno 59 In versi di mons. Giuseppe Giudice 60 Cultura 62 Miseria e nobiltà di Peppe Iannicelli

in punta di matita...

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61. I tesori del Museo diocesano

di Venoki e Martina Nacchio


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Pubblica confessione N

on appartengo a quella schiera di cattolici che ritengono che la Chiesa abbia finalmente imboccato la strada del Concilio, fino ad ora bloccata non si capisce da chi o da che cosa. Al contrario, confesso pubblicamente di trovarmi a disagio dinanzi ad una versione light della fede che permette di dire tutto e il contrario di tutto. Una fede dove la dottrina del Catechismo, pubblicato da Giovanni Paolo II, che sapientemente raccoglie la proposta biblica e la riflessione ecclesiale, di fatto viene sostituita dal sempre più diffuso “secondo me” o da interpretazioni teologiche distanti dalla verità che la Chiesa ha sempre insegnato. Qualcuno può dire che si tratta di un’usanza piuttosto antica ma oggi sembra diventata la regola. Dobbiamo cercare e trovare “scelte condivise”, dicono alcuni. Sono d’accordo ma questo esercizio di fraterna carità non può essere applicato anche ai punti qualificanti della proposta di fede. “Noi non siamo infatti come quei molti che fanno mercato della parola di Dio”, scrive san Paolo. Lo sguardo di benevolenza che invita ad accogliere tutti non può tradursi nell’ingenua accoglienza di un modo di pensare del tutto estraneo alla tradizione cristiana. Era questa la grande preoccupazione di Paolo VI negli anni faticosi del post-concilio quando doveva ammettere non senza dolore: “È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce. […] Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di so-

le per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza” (29 giugno 1972). Queste parole non solo registrano il contesto di quegli anni ma sono un ammonimento sempre attuale. Non pochi si appellano al nuovo corso inaugurato da Papa Francesco. Si tratta spesso di una lettura volutamente riduttiva che amplifica solo alcuni aspetti e nasconde altri. Nell’Amoris laetitia, per fare un solo esempio, Il Papa invita i Pastori a “formare le coscienze” (n. 37). In concreto questo significa che l’uomo non può da solo trovare la strada e, nello stesso tempo, ricorda che la Chiesa ha il dovere di offrire ai battezzati criteri di discernimento per imparare a compiere scelte che abbiano il profumo del Vangelo. Non amo le polemiche perché non conducono a niente, anzi sono dannose in quanto alimentano dubbi e conflitti di cui possiamo e dobbiamo fare a meno. Ma non amo neppure quella confusione che non sa più distinguere bene e male e fa del “mi piace” l’unico criterio. Le diverse sensibilità, all’interno della comunità ecclesiale, sono sempre state una ricchezza. A condizione di non calpestare o sminuire i punti qualificanti della dottrina, in ambito liturgico e morale. Vorrei un confronto leale e un dialogo fraterno, fondato non sulle opinioni personali ma sulla Scrittura letta e interpretata nel solco della grande Tradizione ecclesiale. E vorrei una Chiesa non divisa in correnti che si guardano in cagnesco. Chiedo troppo?

Papa Paolo VI

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LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete Luca Gallucci insieme alla moglie al Teatro Verdi

A teatro con Insieme Gentile redazione, volevamo cogliere l’occasione per ringraziarvi e raccontare l’esperienza che abbiamo vissuto grazie alla vostra campagna abbonamenti. Qualche settimana fa, con grande sorpresa il nostro parroco, don Natalino Gentile, ci comunicò che dovevamo contattare la redazione di Insieme perché eravamo stati sorteggiati, tra tutti gli abbonati della rivista, ed avevamo vinto due biglietti gratis per partecipare ad uno spettacolo al Teatro Verdi di Salerno. Non eravamo mai stati al Verdi, ci sembrò un’ottima occasione, così chiedemmo indicazioni per fare partecipare anche i nostri due figli adolescenti. Grazie all’impegno e alla squisita disponibilità di Antonietta Abete, vicedirettore di Insieme, siamo riusciti ad organizzare tutto nei minimi dettagli e la sera di sabato 17 giugno abbiamo varcato la soglia del Teatro Verdi. Lo scenario ha superato le nostre aspettative ed anche l’organizzazione è stata impeccabile. La commedia in programmazione si chiamava “Due” e aveva come unici protagonisti Raoul Bova e la bravissima Chiara Francini. Il taglio era sicuramente divertente ed allegro, ma nello stesso tempo offriva spunti di riflessione sulle dinamiche di coppia, sulle diverse aspettative e i problemi della vita matrimoniale.

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Il calo del sipario è stato accompagnato da un lungo applauso di tutto il pubblico in sala (il teatro era gremito) ed anche i nostri ragazzi sono rimasti molto contenti della serata. Vi rinnoviamo il nostro plauso per l’iniziativa, perché quando una rivista promuove la cultura e i luoghi d’arte dei nostri territori è giusto riceva lode ed approvazione. Luca Gallucci e famiglia Carissimo Luca, siamo contenti per la bella serata che ha passato insieme alla sua famiglia al Teatro Verdi e per questa lettera che ci invita a continuare sulla strada che, con tanta passione, stiamo già percorrendo. La campagna abbonamenti di quest’anno si chiamava proprio “Fai il pieno con Insieme”. Pieno di Parola, con i foglietti per la Messa della domenica e il messalino quotidiano. Pieno di cultura con la grande estrazione finale a cui hanno partecipato tutti i nostri abbonati. Lei si è aggiudicato i biglietti per il teatro, un’altra abbonata, Silvia Cristina Barbaro di Nocera Superiore, ha partecipato gratuitamente al pellegrinaggio a Lourdes, organizzato dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e presieduto da vescovo Giuseppe. Scegliere Insieme conviene sempre! Siamo già al lavoro per la prossima campagna abbonamenti, con tante belle sorprese in cantiere per i nostri lettori.


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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

Non possiamo farne a meno L

e storie che raccontiamo in questo dossier appartengono alla vita ordinaria della Chiesa eppure riflettono una luce che viene dall’alto. In un tempo come il nostro, in cui Dio appare ai margini, la scelta di diventare prete sorprende e affascina. In fondo siamo contenti – lo sono anche quelli che dicono di non credere – di sapere che vi sono giovani che non inseguono la carriera e non cercano una felicità low cost ma sono pronti a mettersi con totalità al servizio di Dio. Una vita che non li chiude in un’oasi beata ma li immerge in una storia dove la fatica e la sofferenza sono il pane quotidiano. Abbiamo bisogno di preti che conoscono e sanno pesare le difficoltà che incontrano i laici nella loro vita quotidiana, preti che sanno accompagnare gli sposi e condividere le preoccupazioni dei genitori. Preti che diventano compagni di viaggio senza per questo rinunciare ad essere maestri che annunciano con autorità quella Parola che riempie di senso e di valore la vita dell’uomo. Preti che non trattano i laici come se fossero sempre minori da guidare ma riconoscono la vocazione e la responsabilità che Dio ha dato a ciascuno. Preti che sanno stare in mezzo alla comunità sen-

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za dimenticare che sono chiamati a stare in disparte, sul monte dove Dio parla, per ricevere la Parola da consegnare a tutti. Tra poche settimane cade il decimo anniversario della morte di don Oreste Benzi (1925-2007). Aveva 8-9 anni quando sentì la maestra parlare di tre vocazioni: lo scienziato, l’insegnante e il sacerdote. In quel momento lui comprende che la sua vocazione è quella di essere sacerdote. Come l’uomo che ha trovato il tesoro nascosto nel campo (Mt 13,44), con tutta l’ingenuità dell’infanzia, va a casa e lo dice ai genitori che erano poveri contadini ma ricchi di fede. Non gli dicono: “va bene, adesso sei piccolo, quando sarai grande, ci penseremo”. Gli credono e gli fanno una promessa: “Non abbiamo soldi per inviarti in seminario ma se questa è la volontà di Dio, faremo tutti i sacrifici per farti diventare prete”. Anni dopo, don Oreste ha fondato la comunità Papa Giovanni XXIII che oggi è presente in molte Nazioni e scrive ovunque straordinarie pagine di carità. Di questi preti abbiamo bisogno. L’assenza di un vero prete nella vita, diceva Madeleine Delbrêl, è una miseria immensa, la sola miseria. Silvio Longobardi


Foto Salvatore Alfano

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L'APPROFONDIMENTO

Foto Dina Coppola

La chiesa di Sant'Antonio ad Orta Loreto

La piccola comunità di Orta Loreto ha seguito con amore ed entusiasmo i preparativi per l’ordinazione presbiterale di don Francesco Amarante. Il racconto dei giovani della parrocchia

Servo per amore, sacerdote per l’umanità

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n fascio di luce ha illuminato la comunità di Orta Loreto, in festa lo scorso 14 settembre per l’ordinazione presbiterale di don Francesco Amarante. La piazza De Ruggiero era gremita all’inverosimile: famiglia, sacerdoti, seminaristi, amici di sempre e quelli conosciuti nelle diverse parrocchie della diocesi erano lì per accompagnare il novello sacerdote ai piedi di Gesù. È stato mons. Giuseppe Giudice ad ordinare sacerdote il 32enne della parrocchia Sant’Antonio di Padova. In apertura dell’omelia, il presule ha affermato: «Oggi Orta Loreto da periferia diventa centro». Ed è proprio vero perché un clima di festa e di preghiera ha avvolto tutto il paese, che ha visto in don Francesco sempre «una persona solare e sorridente mai priva di serietà». Parole spese da don Gerardo Coppola, per la presentazione del candidato. Il sacerdote ha sottolineato anche quanto la comunità, insieme a lui, abbia pregato per don Francesco. «Il momento più forte e, senza dubbio, più emozionante è stato quello della vestizione dei paramenti sacerdotali da parte di don Gerardo» esclamano, tra di loro, le persone al termine della celebrazione. Alla fine della giornata una grande folla di persone ha circondato don Francesco per gli auguri e il bacio delle mani. Teso ed emozionato tanto da non riuscire nemmeno

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a parlare, don Amarante ha ringraziato tutta la sua parrocchia e le persone presenti ma un grazie particolare lo ha rivolto a don Gerardo, per lui padre, fratello ed amico speciale. I preparativi. Per preparare spiritualmente la comunità a questo evento, la parrocchia ha vissuto un triduo guidato da don Alfonso Giordano. Il 13 settembre, i seminaristi della diocesi hanno animato una veglia di preghiera per don Francesco e per tutti i presbiteri, insieme ai giovani. E sono stati proprio i giovani, amici di don Francesco, a dedicare il loro tempo ai preparativi per questa grande festa. Si sono occupati della piazza, affinché si trasformasse in un luogo sacro; del servizio d’ordine, indossando una maglietta rossa con scritto “Don Francesco: servo per amore, sacerdote per l’umanità”. Una frase scelta per augurare ogni bene all’amico sacerdote. La festa per l’ordinazione è continuata anche sabato 16 settembre, con la prima Messa celebrata nella parrocchia di origine. Il 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, per don Francesco Amarante e per l’intera parrocchia di Orta Loreto resterà una data memorabile, primo sacerdote di questa piccola comunità. Dina Grimaldi


Nuovo inizio per don Francesco

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Dopo l’ordinazione presbiterale, il giovane prete studierà Liturgia a Padova Don Francesco Amarante

Foto Salvatore Alfano

illeseicento posti a sedere in piazza De Ruggiero non sono bastati per la folla accorsa in occasione dell’ordinazione presbiterale di don Francesco Amarante. «Ero agitato e colmo di gioia» racconta il novello sacerdote. «Non mi sarei mai immaginato la presenza e l’affetto di tante persone. Il momento più emozionante è stato quello delle Litanie dei Santi, ho rivissuto gli anni del Seminario e del cammino in parrocchia». Non era presente soltanto la comunità di Sant’Antonio di Padova ma tutte le parrocchie in cui il giovane ha prestato servizio. Tutti i sacerdoti della diocesi hanno imposto le mani sul capo del candidato: «Una presenza per me importante è stata quella dei sacerdoti che mi hanno visto nascere e crescere». E quella speciale di don Gerardo Coppola, il parroco che ha accompagnato il suo discernimento vocazionale ed è stato responsabile della sua formazione, modello e punto di riferimento. Don Francesco è in partenza, studierà all’Istituto di Liturgia Pastorale “S. Giustina” di Padova. La diocesi, con immutato affetto, seguirà anche questa nuova avventura del giovane prete. M.P.

La gratitudine del novello sacerdote La famiglia, la parrocchia, i sacerdoti, a tutti don Francesco ha rivolto il suo grazie. Due i ringraziamenti speciali Grazie, nonna Saveria Il primo grazie lo dedico ad una persona a me cara, perché se oggi sono sacerdote, lo devo innanzitutto a lei; a lei che mi ha cresciuto, accudito, vestito, custodito e protetto e insegnato a pregare. Lei che quando ero piccolo si è teneramente presa cura di me come una mamma. Da anziana, sono stato io a prendermi cura di lei, non facendole mai mancare nulla, né una carezza, né un abbraccio, né un ti voglio bene. Questa persona è mia nonna Saveria. Grazie di cuore nonna, so che giovedì dal Cielo hai gioito per me, con me. Continua come hai fatto in vita ad accompagnarmi nel mio cammino sacerdotale.

Grazie, Vescovo Giuseppe Il mio grazie sentito al mio caro vescovo Giuseppe, che per mezzo delle sue mani mi ha ordinato sacerdote. Grazie perché ha accolto il germe della mia vocazione, accompagnandomi nel mio cammino con la sua cura paterna. Mi sono sentito e mi sento custodito, dal suo bene e dal suo affetto, proprio come un padre che si prende cura del proprio figlio. Grazie perché mi ha sempre teso la sua mano, ha avuto ed ha fiducia e stima di me, grazie per gli aiuti e gli insegnamenti che in questi anni mi ha donato. Grazie perché durante l’omelia di una sua prima ordinazione presbiterale, rivolgendosi ai giovani ma in particolare ai seminaristi, disse: «Sognate, voi che siete ancora in cammino, questo momento». Ed io ho sognato e il sogno ieri è diventato realtà. don Francesco Amarante

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L'APPROFONDIMENTO Rosario Mormone

“Lontano da Dio non ero felice” Rosario Mormone, classe 1984, sarà ordinato diacono dal vescovo Giuseppe il prossimo 18 ottobre. Il percorso vocazionale, la preparazione e l’attesa

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uando ti metti a studiare o a scrivere ripeti: Signor, tu lo Spirito sei et io la tromba. Ma senza il fiato tuo, nulla rimbomba”. Così san Giuseppe da Copertino rispose ad un teologo francescano che gli domandava come conciliare gli studi con la semplicità del francescanesimo. Rosario Mormone – che della biografia dell’umile santo, insieme a quella di tanti altri giganti della fede, si è nutrito a fondo durante gli anni di Seminario – conserva la stessa semplicità di cuore. Classe 1984, il giovane nocerino il prossimo 18 ottobre sarà ordinato diacono da mons. Giuseppe Giudice insieme ad Aniello Cipriani e Vincenzo Spinelli nella Concattedrale San Michele Arcangelo in Sarno. «Si risponde alla chiamata di Dio per amore, come accade anche nel fidanzamento e la gioia del cammino è tutta nascosta nel coltivare il rapporto con Lui», racconta. Originario di San Giorgio a Cremano, da bambino ha vissuto qualche anno nell’hinterland milanese. Dopo la separazione dei genitori, è tornato a Nocera Inferiore insieme alla mamma per raggiungere i nonni e gli zii materni. Nella cittadina dell’Agro ha frequentato la scuola dell’obbligo e quella superiore ed è cresciuto nella fede nella comunità Santa Maria del Presepe, affidata in quegli anni a don Ciro Galisi. La vita non gli ha fatto sconti, dopo la separazione dei ge-

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nitori, ha perso prima il nonno e poi la mamma. Eppure questi eventi dolorosi non hanno scalfito il suo sorriso. Lo hanno reso, forse, più riservato. Sentimento che ha superato per ripercorrere insieme i tratti salienti del suo cammino vocazionale. Quando hai compreso che il Signore ti chiedeva di donargli la vita?

«Da ragazzino. Andavo in parrocchia tutti i giorni. Poi si rimanda, si prende tempo». Perché? Per timore?

«Si rimanda perché ci sono gli amici e i propri progetti di vita, i sogni e le comodità di casa propria. Non è facile lasciare tutto, all’inizio non si comprende a pieno il salto che si fa, ma si percepisce che la vita cambierà completamente. Non è come scegliere di fare il ragioniere o l’avvocato. Se decidi di diventare prete, lasci tutto e vai verso l’ignoto. E questo fa un po’ paura». Quali erano i tuoi progetti in quel periodo?

«Ero pieno di amici e di vita. Amavo lo sport, praticavo il ciclismo, mi sarebbe piaciuto continuare a livello agonistico ma le cose sono andate diversamente. Ho provato anche a studiare, ma ero il classico esempio di “ragazzo


capace che non ha voglia”. Immaginavo di trovare un lavoro, formare una famiglia, avere dei figli. Cose semplici». Che cosa accade ad un certo punto?

«Sono entrato in Seminario due volte. La prima volta avevo 21 anni, non ero pronto, ero troppo giovane, troppo pieno di vita. Forse, ero troppo pieno di me. Quel tentativo non è andato bene. Ho continuato la mia vita ma ho avvertito con più chiarezza che la mia strada era quella. Avevo vissuto le mie esperienze ma non ero felice, non ero contento. Così, dopo un attento discernimento, sono entrato la seconda volta in Seminario a 27 anni, ero più maturo e consapevole». Ti sei sentito giudicato?

«No, non c’è stato nessun giudizio. La prima volta sono entrato con mons. Illiano, la seconda con mons. Giudice». A casa come hanno accolto questa decisione?

«Il nonno e la mamma già non c’erano più. Mamma è mancata che avevo appena 16 anni. Nonna Emilia e zia Carmela – sono cresciuto con loro – hanno capito che la mia vocazione era al sacerdozio». Come sono stati gli anni di formazione?

«A Napoli mi sono trovato subito bene, gli anni in Seminario sono stati un momento bello della mia vita. Sono cresciuto. I superiori e gli animatori mi hanno aiutato a maturare, provo per loro grande gratitudine». Che valore ha avuto lo studio nel tuo percorso?

«Mi ha aiutato a crescere e a maturare, con difficoltà, con sacrificio e tante rinunce. Quando penso agli esami fatti e al libretto universitario vedo la mano di Dio». C’è una persona che in questi anni ti ha accompagnato in maniera particolare?

«Una figura fondamentale nel mio percorso formativo è stato padre Giuseppe Ferraioli. Ho passato tre anni a Roccapiemonte per il tirocinio pastorale: mi ha accompagnato, consigliato, dato suggerimenti. Una figura paterna. Un papà nella fede, che mi ha aiutato a crescere e a comprendere la bellezza del sacerdozio. È stato un modello per me, mi ha insegnato a lavorare con calma, con pazienza, senza andare di fretta». Che rapporto hai con il vescovo Giuseppe?

«Un legame tranquillo, senza timori o paure. Ci siamo sempre confrontati molto e se c’era qualcosa che non an-

dava, il Vescovo me l’ha detto serenamente. Sono molto legato a lui, è stato il Vescovo della mia formazione, mi ha accolto in Seminario, sarà lui ad ordinarmi. Una figura fondamentale». Come ti senti alla vigilia di questo sì definitivo?

«Sono sereno. Sono ad una svolta decisiva per la mia vita e mi accingo a vivere questo passaggio con gioia». Come ti stai preparando al 18 ottobre?

«Con la preghiera e il lavoro: la conclusione della tesi e le attività in parrocchia. Vivo ogni cosa con intensità. Al di sopra di tutto c’è la preghiera, la cura della relazione con Dio». Che sacerdote desideri essere?

«Il compito del sacerdote è celebrare l’Eucaristia e confessare, il resto è un’appendice. Lo dice spesso anche mons. Giudice: diventiamo preti per celebrare i Sacramenti». Antonietta Abete

Il tirocinio formativo Tante le comunità nelle quali, durante gli anni di formazione, Rosario ha prestato il suo servizio. Per l’anno propedeutico e il primo anno di Seminario è stato a Santa Maria del Presepe, a Nocera Inferiore, la sua comunità di origine. Dal secondo al quarto anno di Seminario a Roccapiemonte, nelle comunità San Giovanni Battista e Santa Maria del Ponte. «Mi sono occupato dei ragazzi, ho fatto una bellissima esperienza con i ministranti e i ragazzi del dopo comunione. Grazie a loro, ho preso maggiore consapevolezza della mia vocazione sacerdotale». Per l’ultimo anno è stato assegnato alla parrocchia Maria Immacolata, guidata da don Rosario Villani, comunità che lo ha accolto subito con grande affetto. Il giovane, che durante l’ultimo anno di Seminario è stato scelto come cerimoniere generale, ad ottobre completerà gli studi discutendo la tesi “Il soggiorno di Urbano VI nel castello di Nocera nel periodo 1384 - 1385”. Poi ha chiesto al Vescovo di rimanere in parrocchia per continuare l’esperienza pastorale.

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L'APPROFONDIMENTO Aniello Cipriani

“Se c’è il male, non può esistere Dio” Aniello Cipriani, classe 1989, ha scoperto la sua vocazione in modo originale. Nessun cammino in parrocchia o in associazioni cattoliche. Il prossimo 18 ottobre, sarà ordinato diacono

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tudio, ricerca e desiderio di conoscenza. Sono queste le dinamiche che hanno condotto il giovane Aniello Cipriani alla scelta di consacrare la sua vita a Dio. «La vita di studio sembra ammantarsi d’una veste sacra: sembra esigere una consacrazione totale, ed offrire ai suoi fedeli le ali per oltrepassare le vette, penetrare e librarsi nelle spirituali regioni, estremamente vivificanti, ed immensamente vaste, d’una comprensione unica e completa dell’universo». Lo aveva descritto perfettamente don Giovanni Battista Montini – futuro Paolo VI – in Coscienza Universitaria, quel potere dello studio di spalancare il cuore alla fede. Lo ha sperimentato nella sua vita il seminarista originario di San Valentino Torio, che il prossimo 18 ottobre sarà ordinato diacono dal vescovo Giuseppe, nella Concattedrale di Sarno. «Andavo a Messa saltando di tanto in tanto qualche domenica, non facevo parte di nessun gruppo parrocchiale o movimento». La vocazione di Aniello matura in modo originale: tra le pagine dei libri e con la fatica del pensiero. La scelta. «Ho scoperto pian piano la passione per lo studio – spiega il seminarista – al momento della scelta della Scuola superiore, avevo optato per un istituto tecnico

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ad indirizzo informatico». L’adolescente scopre di amare la chimica e un po’ meno gli scioperi studenteschi e lo stile guascone dei suoi compagni di classe: «Con molto coraggio ho deciso di trasferirmi al Liceo Maxi “T. L. Caro” di Sarno. Dalla richiesta di iscrizione all’approvazione da parte del collegio dei docenti sono trascorsi sei mesi». A giugno si apre per Aniello la possibilità di un nuovo percorso ma gli ostacoli non sono finiti. Le vacanze estive sono dedicate allo studio del latino, della geografia e della storia dell’arte per sostenere un esame di ammissione e dimostrare di non avere carenze rispetto agli alunni del nuovo istituto. Il gusto della ricerca. Comincia così una nuova fase di vita per il futuro diacono. Aniello si confronta con ragazzi molto preparati: «Il livello era alto e dovevo esserne all’altezza». Dopo poco, si attesta tra i più bravi della classe. Negli ultimi tre anni liceali, la filosofia lo affascina quanto le materie scientifiche che sin dalla prima ora avevano catturato la sua attenzione. Il 3 settembre 2008 partecipa ai test di ingresso per la Facoltà di Medicina e Chirurgia, il giorno seguente tenta di sfondare lo sbarramento per iscriversi a Professioni sanitarie. I risultati sono sorprendenti, colle-


ziona rispettivamente un quattordicesimo e un primo posto su centinaia e centinaia di candidati. «Cominciai a studiare Medicina con una sorta di ateismo, pensavo che se esiste il male nel mondo non può esserci spazio per Dio». Lo studio s’intensifica e le domande di senso si moltiplicano: «Studiavo i meccanismi di un ribosoma e mi dicevo che una tale complessità si spiega solo ricorrendo all’idea di un progetto». Il trascendente si affaccia nella vita di Aniello e lo spinge a scelte che neanche il giovane sa interpretare. Partecipa all’Adorazione Eucaristica del Giovedì Santo e davanti al tabernacolo qualcosa dentro di lui cambia: «Mi sentivo osservato e nello stesso momento amato, come nel Vangelo è scritto “Lo guardò e lo amò”».

mo». Il giovane sacerdote lo guarda e gli chiede: «Tu vuoi diventare sacerdote?». L’inquietudine cresce. Aniello accetta poi l’invito di don Domenico Cinque – allora responsabile della formazione dei seminaristi – ed entra a far parte del gruppo Emmaus. Le resistenze cadono una ad una. A gennaio del 2010 Aniello comunica a don Alessandro la sua scelta di entrare in Seminario, seguono i primi colloqui con mons. Gioacchino Illiano. A giugno, con l’arrivo di mons. Giuseppe Giudice, giunge anche una sorpresa inaspettata: «Il vescovo Giuseppe ci comunicò che avremmo studiato a Napoli e non al Seminario di Pontecagnano-Faiano, insieme agli altri seminaristi».

Un nuovo cammino. Ai primi segnali di una chiamata al sacerdozio, lo studente universitario si oppone con resistenza: «Nutrivo un senso di colpa, quell’amore gratuito si rivolgeva proprio a me che non avevo un cammino inquadrato in parrocchia, non mi confessavo da tempo… perché proprio io?». Per il mese di maggio, Aniello decide di partecipare quotidianamente alla Messa. «Un giorno don Alessandro Cirillo mi chiese di cambiare una lampadina e mentre lavoravo mi propose di diventare ministrante». Una scelta che sblocca la situazione. Cresce per il giovane il desiderio di stare con il Signore. Un altro piccolo segnale arriva da un incontro: «In occasione di un funerale, don Vincenzo Buono celebrò l’Eucarestia a San Giaco-

Alla vigilia del diaconato. La tesi per la licenza in Teologia è pronta per essere discussa. A breve si apriranno le porte della Pontificia Università Gregoriana per studiare Teologia fondamentale. Gli ultimi mesi sono stati un tempo fecondo in cui rileggere gli anni della formazione umana e spirituale e le vicende familiari – non sempre serene – alla vigilia dell’ordinazione diaconale. Aniello spera di poter continuare ad alimentarsi dei libri e degli studi, che gli hanno consegnato il dono più prezioso: la fede. «Mi piacerebbe poter insegnare un giorno, non solo religione» confessa timidamente. La carità intellettuale sia il talento e la cifra del suo sacerdozio. Mariarosaria Petti

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Dina Grimaldi, Andrea Pellegrino, Salvatore Guercio Nuzio, Adamo Desiderio, Daniele Rocchi, Anna Alfano, Lucia Squitieri, Annabella Iannone, Livia Rossi, Angela Morrone, Anna Barile, Ettore Mancusi, don Natalino Gentile, Mariano Rotondo, Elisa Califano, Giovanni Giordano, Mariarosaria Faiella, Alessia Bove, Maria Felicia Capaldo, don Giuseppe Pironti, Stella Giordano, Ludovica Amodio, Raffaella Marciano, padre Paolo Saturno, Peppe Iannicelli Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 27 settembre 2017

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L'APPROFONDIMENTO Vincenzo Spinelli

La vera GIOIA Iscritto alla Facoltà di Ingegneria Biomedica, a metà anno accademico si accorge che gli manca qualcosa. La storia e il percorso vocazionale di Vincenzo Spinelli, ordinato diacono il prossimo 18 ottobre

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iventare ingegnere può rendermi felice?”. È l’anno 2011 e Vincenzo Spinelli è iscritto al primo anno di Ingegneria Biomedica all’Università degli Studi di Napoli Federico II, è ben inserito nel tessuto universitario ed ha superato brillantemente gli esami della sessione estiva. In questo quadro perfetto, nel cuore del giovane di Nocera Inferiore ritorna quell’antica domanda di senso sulla propria vita. Domanda che da anni si porta dentro. Classe 1991, ha frequentato fin da bambino la Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore, membro del gruppo ministranti. Racconta: «Ero attratto dal sacro». Durante gli anni della Scuola media partecipa ad un ritiro vocazionale organizzato dai seminaristi della diocesi: «In quell’occasione ho avvertito che il Signore mi chiedeva qualcosa in più, ma non avevo capito bene cosa». E subito aggiunge: «Ho tenuto a bada quella sensazione». Continua gli studi, si iscrive al Liceo scientifico con quella percezione conficcata nel cuore. Un pellegrinaggio a Lourdes fuga ogni dubbio. Un episodio, in particolare, colpisce molto il giovane. «L’ammalato che mi era stato affidato sedeva in carrozzina. Alla grotta mi accorsi con stupore che non chiedeva la guarigione ma pregava per gli altri, per gli accompagnatori e per i familiari che lo accudivano. Al suo posto, avrei certamente chiesto qualcosa per me». Quan-

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do torna da solo alla grotta di Massabielle chiede a Dio cosa sta cercando di dirgli. «Ho capito che il Signore mi chiedeva qualcosa in più, mi aveva fatto tanti doni che non potevo tenere per me. Ho compreso che il modo migliore per metterli a frutto era donare la vita a Lui attraverso il ministero del sacerdozio». È convinto di voler entrare in Seminario. Ma quella luce è subito fagocitata dalla routine del quotidiano. «Frequentavo l’ultimo anno di Liceo, c’era la maturità da preparare, le uscite con gli amici, il divertimento del sabato sera». Poco alla volta quell’idea scema e si iscrive a Ingegneria Biomedica. Tutto sembra andare bene: la vita di facoltà, lo studio, gli esami. «Eppure – racconta il giovane – a metà anno accademico mi accorgo che mi mancava qualcosa. O, meglio, qualcuno». Vincenzo comprende che rispondere alla propria vocazione è intimamente legato all’essere felice. Inizia così un attento cammino di discernimento che gli apre le porte del Seminario. «Alla fine dell’anno accademico – ricordo ancora la data, era il 21 giugno – comunicai la mia decisione a don Mimmo Cinque». «Finalmente hai deciso!», risponde il sacerdote che oltre ad essere il suo parroco è responsabile in quel periodo della formazione dei seminaristi. I suoi genitori, Luisa e Gerardo, faticano a comprendere la sua scelta. Ormai lo immaginavano ingegnere. «C’è voluto del tempo, sono venuti in Seminario, hanno visto l’ambiente, si sono accorti che ero sereno».


Gli anni di formazione. Gli anni in Seminario sono belli e intensi. Dal primo al terzo anno è rettore don Antonio Serra, un esempio di fede e prossimità. «Mi ha insegnato che significa essere vicino alla gente, da lui ho imparato che cos’è l’empatia. Gli bastava guardarci in faccia per capire se qualcosa non andava». La sensibilità del sacerdote è affinata dalla malattia, di notte fa la dialisi, di giorno segue 120 studenti, prendendosi cura di ciascuno. «Ha subìto un trapianto. Terminato il suo incarico in Seminario – al suo posto è arrivato mons. Salvatore Angerami, vescovo ausiliare di Napoli – è ritornato a fare il parroco, solo pochi mesi perché è morto di infarto». Ma il suo esempio vive ancora in Vincenzo. In Seminario lo studio si intreccia con esperienze importanti. «In Quaresima abbiamo visitato la Casa famiglia Sisto Riario Sforza, la struttura che ospita malati di Aids». Un incontro che insegna al giovane ad abbattere qualche muro. Sulla stessa scia la visita al carcere. «I detenuti ci hanno raccontato la loro storia. Abbiamo scoperto che nelle loro vite c’era un bisogno di paternità non appagato. L’assenza di figure importanti li ha portati a sbagliare. Ci hanno detto che per loro eravamo la speranza, chiedendoci di non dimenticarli. Un incontro che porto ancora nel cuore».

Il tirocinio formativo Durante l’anno propedeutico e il primo anno Vincenzo ha prestato il suo servizio nella Cattedrale di San Prisco, affidata a don Mimmo Cinque. Era l’inizio della vocazione e la comunità e i diversi gruppi lo hanno sostenuto e custodito. Dal secondo al quarto anno, gli anni centrali della formazione in Seminario, è stato a Pagani presso la comunità Santa Maria del Carmine affidata a don Vincenzo Di Nardi. «Don Enzo mi ha dato fiducia e mi ha fatto fare ogni anno un’esperienza diversa». Speciale il rapporto con i giovani: «Mi hanno aiutato a vincere la mia timidezza. A Pagani mi hanno insegnato l’accoglienza». L’ultimo anno lo ha passato al servizio delle parrocchie San Bartolomeo Apostolo e San Giovanni Battista a Nocera Superiore con don Andrea Amato. Un tempo che ha ulteriormente contribuito alla sua crescita e formazione. Per il diaconato è ritornato in Cattedrale. Foto Salvatore Alfano

Il futuro. Lo scorso 30 giugno Vincenzo ha conseguito la Licenza in Teologia con la tesi “Le passioni dell’uomo. Origini, sviluppo e attualità dei vizi capitali”. «Vorrei imparare a cogliere le richieste mute di aiuto delle persone», dice. Forse è per questo che ha deciso di studiare Psicologia alla Pontificia Università Gregoriana, superando brillantemente i test di ingresso. La prestigiosa realtà accademica ammette a questa corso di studi solo 15 studenti all’anno, in genere si tratta di sacerdoti già ordinati. Per questo motivo Vincenzo entrerà tra due anni, nel frattempo prenderà la Licenza in Teologia Spirituale. Il 18 ottobre si avvicina. Ad ordinarlo diacono, insieme ad altri due seminaristi, sarà il vescovo Giuseppe Giudice, che Vincenzo definisce Pastore attento e paterno, con il quale è riuscito ad instaurare un legame sincero. Affidarsi: è questa la parola che il giovane ha scelto per vivere questo tempo. «Sto riscoprendo il lasciar fare al Signore». Preghiamo perché la fiducia e l’abbandono in Dio siano lo stile del suo sacerdozio. Auguri. Antonietta Abete

Interno della Cattedrale di San Prisco

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SPECIALE VITA NELL'AGRO di Martina Nacchio

Si è celebrata, lo scorso 2 ottobre, la festa dei nonni. Un momento per riflettere sul grande valore sociale e affettivo che essi ricoprono all’interno delle famiglie. I dati sui servizi all’infanzia e alcune esperienze di nonni speciali

Nonni d’oro “S

e mo ce steve ‘o nonno…!”. Quanti di voi hanno sentito, almeno una volta nella vita, questa frase? Fonte inestimabile di ricchezza culturale, alberi insradicabili di appartenenza, i nonni rappresentano per ciascuno uno scrigno di valori a cui si ha libero accesso. Un valore morale che si associa al sostegno materiale che offrono alle proprie famiglie. Nei nuclei familiari con bambini in cui entrambi i genitori lavorano, i nonni svolgono una funzione di supplenza, di integrazione e aiuto nell’età prescolastica, quando ai genitori lavoratori occorre un’assistenza durante l’intero orario lavorativo, e in quella scolare, quando è necessario gestire le entrate e le uscite e assicurare la cura dei bambini durante ferie scolastiche e malattie. Questo a causa dell’inaccessibilità dei servizi per l’infanzia, in particolare al Meridione. I dati. Prendendo in considerazione gli asili nido, (dati aggiornati al 2013) solo al 22 per cento del potenziale bacino d’utenza è assicurato un posto. Dato che scende a 11 bambini su 100 al Sud. Nel salernitano si contano 73 asili nido, per una media di 7 posti assicurati su 100 bambini da 0

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a 2 anni. A ciò si aggiunge che le quote a carico delle famiglie per i servizi di prima infanzia continuano ad aumentare. Costi di servizi sia pubblici che privati spesso inaccessibili alle giovani famiglie, che rappresentano i nuclei più facilmente soggetti a povertà. In questo contesto di servizi di welfare insufficienti la rete di aiuto informale, costituita dai parenti, diventa cruciale perché entrambi i genitori possano continuare a lavorare. Secondo le statistiche, il 55 per cento dei bambini la cui mamma è lavoratrice sta con i nonni. Un terzo di loro si occupa dei nipoti quotidianamente, mentre quasi la metà lo fa almeno una volta a settimana. Pensionati d’oro. Ma non finisce qui. Secondo i dati Istat, nelle famiglie al cui interno c’è un pensionato il rischio di povertà è meno elevato. Il reddito previdenziale è una protezione, che va a vantaggio sia dei membri della famiglia, magari giovani disoccupati, che dei figli che pur essendo usciti dal nucleo familiare non riescono ancora ad acquisire una piena indipendenza rispetto al reddito della famiglia d’origine. Nella provincia di Salerno i pensionati sono il 19

per cento della popolazione. Poco più del 50 per cento ha una pensione tra i 750 e i 1000 euro, la restante fetta è divisa tra pensioni inferiori ai 700 euro e superiori ai 1000. «Sento spesso dire che gli anziani hanno rubato il futuro ai giovani, niente di più sbagliato. I pensionati rappresentano un supporto economico e sociale imprescindibile per loro in un contesto di insufficienti politiche di sostegno alle fasce deboli» il pensiero di Lino Picca, fino al 2014 alla guida del Sindacato dei pensionati italianiCgil Salerno. Idee che trovano riscontro nella realtà. Il sindacato dei pensionati sa bene che i nonni sono una risorsa preziosa e negli anni ha messo in atto diverse iniziative per favorire l’invecchiamento attivo. Tra queste “Prendersi cura di”, un progetto sviluppato in direzione della cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente. La stessa etimologia del sostantivo “nonno” rimanda a chi dà qualcosa di sé, come il latte la balia. Quanti nonni, ormai pensionati, continuano a prendersi cura della propria famiglia. Arriva, però, il momento in cui il loro bagaglio di forza si esaurisce. È quella l’ora di pensare a tutto ciò che ci hanno dato, senza riserva alcuna, e cercare di ricambiare.


SOS Nonni I nipotini Lanzara

I nonni non vanno in vacanza

Nonno Giuseppe e nonna Silvana

Nonni da corsa

Tre figlie femmine e tre nipoti maschi, è un curriculum di tutto rispetto quello dei super nonni Giuseppe Cascella e Silvana Dolgetta. Thomas, di due anni, vive a Sarno, circondato dall’affetto dei due nonni. Ma Luigi e Diego, nove e quattro anni, abitano a Roma. Non è certo la distanza, però, che può dividere Giuseppe e Silvana dai nipotini. Appena ne hanno la possibilità o c’è bisogno del loro supporto, i due sarnesi accendono i motori e corrono nella capitale. L’amore dei nonni, si sa, arriva ovunque.

Anna Nacchio e Umberto Lanzara, segni particolari: nonni a tempo pieno. Lei paganese, lui nocerino, hanno costruito la loro famiglia a Milano, dove vivono da oltre 40 anni. Sin da piccoli hanno accudito i loro quattro nipoti, Sofia (14 anni), Chiara (9 anni), Ilary (3 anni) e Christian (quasi 2 anni) con amore. Un supporto costante per le famiglie dei due figli, Maurizio e Alessandro. Al punto che quando i due nonni tornano a Pagani per trascorrere l’estate con le loro famiglie d’origine, le due nipoti più grandi restano con loro per qualche settimana. E che vacanza sarebbe altrimenti!

Nonno Gennaro e nonna Rosa

Radici

Non avrebbero potuto sperare di raccogliere meglio quello che hanno seminato, Gennaro Esposito e Rosa Milone. I due nonni sono stati così speciali da aver influito, senza volerlo, sulle scelte professionali delle nipoti. Serena nel suo lavoro di infermiera ha scelto di prendersi cura degli anziani, guidata dall’amore viscerale che ha per sua nonna, da 10 anni bisognosa di cure. Rossella, giornalista, ritiene che sia stato suo nonno, lettore de Il Mattino, a trasmetterle sin da piccola la passione per il giornale per il quale oggi collabora. Incarnazione dell’amore eterno verso la sua Rosa, è stato nonno Gennaro a portare le fedi nunziali sull’altare durante il matrimonio di Rossella e suo marito Jeanlouis.

Senza nonno Paolo e nonna Maria Teresa sarebbe molto più complicata la vita della figlia Silvia. Suo marito Dario è stato recentemente trasferito per lavoro da Napoli a Roma e per lei, insegnante precaria, sarebbe difficile stare dietro da sola ai bisogni dei due figli, Enrico, 4 anni, e Paolo, 1 anno e mezzo. Per fortuna ad aiutare la famiglia ci sono i nonni, sempre pronti a correre in soccorso dei nipotini. Nonno Paolo e nonna Maria Teresa

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VITA NELL'AGRO

Nocera Superiore: il primo parco giochi per disabili

Uno scorcio del parco giochi

Le edicole partner in cui è possibile trovare INSIEME

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ell’area degli ex prefabbricati di Nocera Superiore è nato un parco giochi che è segno di rinascita e integrazione. Via San Clemente ha cambiato volto, a partire dalla nuova piazza Aldo Moro. Al posto del degrado e delle lamiere, c’è ora la felicità dei ragazzi diversamente abili. «Questi nostri concittadini hanno trovato nel nuovo parco un luogo di gioia e di serenità e questo è impagabile per noi, perché incrociare gli occhi di bambini con problematiche psicofisiche che si divertono sull’altalena costruita appositamente per loro è motivo di orgoglio e di soddisfazione», ha commentato il sindaco Giovanni Maria Cuofano. Non solo giostre, ma anche arte, con la realizzazione di un trompe-l’oeil realizzato dall’artista Vito Mercurio su un vecchio muro.

Edicola Amato Giornali Via dei Goti 11 Angri Cartolibreria Edicola Nasta Via Giudici 46 Angri Cartolibreria Corinto Via Fucilari 68 Nocera Inferiore Edicola Civale Teresa Via G.B. Vico 3 Nocera Inferiore Edicola di Manu Via Roma 77 Nocera Inferiore Centro Edicola Via San Clemente Nocera Superiore Edicola Mercurio Antonio C.so Ettore Padovano 43 Pagani Sardo Art Via Cesarano Pagani Edicola D’Andria Giuseppe Via Gramsci S. Marzano sul Sarno Edicola Il Giornale Via Tortora 79 Sarno Cartofantasy Via Turati 280 Poggiomarino Cartolibreria Archimede di Vincenzo Palmieri, Via Dante Alighieri 37 Poggiomarino Edicola Laperuta Amerigo, Via Roma, Poggiomarino

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QUI REGIONE Risultato positivo per le politiche sociali ed assistenziali della Regione Campania

Nuova legge sull’autismo

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uno dei provvedimenti più apprezzati di questa legislatura regionale. La nuova legge sull’autismo, passata a larghissima maggioranza, in una delle ultime sedute consiliari, segna un punto positivo nelle politiche sociali ed assistenziali della Regione Campania. La proposta di legge, ad iniziativa bipartisan dei consiglieri Raffaele Topo (Pd), Francesco Moxedano (Idv), Flora Beneduce (FI), Rosa D’Amelio (Pd), Maria Antonietta Ciaramella (Pd), è stata concepita, dunque, per fornire “una risposta chiara e sinergica alle problematiche delle persone affette da tali disturbi”. «La Regione indica specifici obiettivi ai direttori generali delle Asl, definisce il ruolo delle famiglie e delle associazioni, che saranno protagoniste

L'aula del Consiglio regionale

dell’assistenza, indica la direzione alle scuole per la formazione degli insegnanti – ha spiegato, in sede di votazione, il consigliere Pd Raffaele Topo – si compie una vera svolta culturale mettendo in campo un’organizzazione integrata, certamente perfettibile, che fornisce una prima importante risposta alle persone con disturbi del neuro-sviluppo e patologie neuropsichiatriche e delle persone con disturbi dello spettro autistico». Prevede la costituzione di due organismi di indirizzo: la Consulta regionale, che svolge attività propositiva e consultiva, con la partecipazione di rappresentanti delle associazioni, dei familiari e la Commissione tecnico scientifica regionale, con il compito di supportare le attività finalizzate a percorsi per la prevenzione, la diagnosi, il tratta-

di Andrea Pellegrino

mento e la presa in carico delle persone affette da tali disturbi. Promuove la costituzione di una Rete regionale integrata dei servizi per la diagnosi precoce; la valutazione multidisciplinare e la definizione dei piani terapeutici personalizzati. La proposta di legge prevede l’individuazione, da parte della Giunta regionale, di uno o più Centri regionali per l’autismo tra gli enti del servizio sanitario regionale, che promuova, tra l’altro, attività di formazione continua degli operatori del settore sanitario e sociale. «Abbiamo lavorato diversi mesi per ascoltare le famiglie, le associazioni, gli esperti per definire un testo unificato – ha detto Francesco Moxedano (Idv) – che ha espresso soddisfazione per l’approvazione di una legge così importante». «Questa legge è frutto di un percorso iniziato nel 2015 nel quale abbiamo ascoltato le esigenze delle famiglie per i loro figli autistici che chiedono risposta sanitaria ma soprattutto un progetto di vita – ha detto la consigliera Flora Beneduce (FI), per la quale – è fondamentale creare gli strumenti per uscire dallo stato di isolamento determinato dall’autismo, che è stato inserito tra i livelli di assistenza, attraverso una rete dei servizi sanitari, sociali, familiari e scolastici». OTTOBRE 2017 Insieme

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IL DOTTORE DEI BAMBINI di Salvatore Guercio Nuzio

L’

L'ORTICARIA IN ETà PEDIATRICA

Si orticaria è un disturbo cutaneo frequente che può essere innescato o favorito da moltratta teplici cause. Si distingue in forme acute, che insorgono rapidamente e scompaiono nel di un giro di qualche ora o giorni e forme croniche, che persistono oltre sei settimane. L’ortidisturbo caria acuta prevale nell’infanzia. L’assunzione di farmaci (analgesici, antinfiammatori o ancutaneo tibiotici) o la presenza di infezioni virali (sindromi influenzali, mononucleosi, epatiti vifrequente, rali), batteriche (faringiti, infezioni delle vie urinarie) o parassitarie sono le principainnescato da li cause. Anche le allergie alimentari, soprattutto latte e uovo, sono una causa fremolteplici cause. quente poiché talvolta l’alimento a cui il bambino è allergico viene assunto erAlcuni consigli roneamente, ad esempio dentro una merendina. In altri casi, l’assunzione di per prevenire e alimenti ricchi di istamina (fragole, agrumi, melone, banane, frutta esotica, curare l’orticaria frutta secca, pomodoro, spinaci, legumi, formaggi stagionati e fermentati, albume d’uovo, cacao/cioccolato, pesce fresco conservato, crostacei e frutti di mare, funghi, salumi e insaccati, dadi per brodo, bevande al Nato a Sarno, sposato e padre gusto cola) può indurre fenomeni orticarioidi acuti anche se il bamdi due bambini si è specializzato bino non è allergico. in Pediatria presso l’Università del Seguono, poi, in ordine di frequenza, cause quali le punture di Piemonte Orientale di Novara, lavora insetto (imenotteri, zanzare, altro), il contatto con sostanze presso l’Unità Operativa di Pediatria allergizzanti o chimiche, o stimoli fisici (caldo, freddo, sole). dell’ospedale di Battipaglia. Il trattamento antistaminico è di prima scelta. Un breve ciclo con cortisonici è senza dubbio indicato nelle forme molto severe o se la sintomatologia pruriginosa Se desideri sottoporre una domanda è estremamente fastidiosa. Associare una dieta al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, povera di alimenti ricchi di istamina può conscrivi a insieme@diocesinocerasarno.it tribuire al miglioramento clinico. In caso di orticaria allergica da alimenti, anche piccole quantità ingerite possono portare fino ad una reazione seria come lo shock anafilattico, evento che si complica con altri sintomi (respiratori, gastroenterici, cardio-vascolari) nel breve periodo e che richiede trattamento immediato in Pronto Soccorso.

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Alcuni momenti della manifestazione del 7 luglio in piazza Municipio

Rete Difesa del Territorio, uniti per la salute dei cittadini Il 29 ottobre la rete che unisce associazioni, comitati e singoli cittadini manifesterà in tutta la valle del Sarno per accendere i riflettori sull’assenza della rete fognaria e l’inquinamento del fiume Sarno

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na questione di salute, ma anche di civiltà. Riparte dalla Rete Difesa del Territorio la battaglia per la tutela dell’ambiente a Nocera Inferiore. Singoli cittadini, associazioni, comitato storici, un gruppo variegato, unito per un obiettivo comune. «La nostra battaglia vuole seguire l’esempio di Paolo Fabbricatore e Ciro Annunziata, attivisti che ci hanno lasciato una grande eredità» spiega Mariateresa Franza, una delle anime della Rete. Due le problematiche sotto i riflettori: la mancanza della rete fognaria a Nocera Inferiore e l’inquinamento del bacino del Sarno. «Gli scarichi che provengono dalle utenze domestiche finiscono direttamente nei torrenti Cavaiola e Solofrana. Una situazione divenuta insostenibile da quando, a monte della Cavaiola, a Nocera Superiore gli scarichi urbani sono stati collegati al depuratore di Casarzano, rendendo il torrente una fogna a cielo aperto. A questa situazione di profondo degrado si associa il gravissimo inquinamento del Sarno. Un dramma che tocca numerosi paesi». Il primo obiettivo della Rete è creare opinione, risvegliare le coscienze dei cittadini. Il gruppo ha cominciato a muovere i primi passi lo scorso 22 giugno, con un’assemblea di quartiere. «Ab-

biamo subito compreso di aver intercettato un bisogno. Alcune persone intervenute erano malate. L’esasperazione era generale». Un malcontento forte, eppure latente. Una voglia di combattere smorzata dalla poca fiducia nelle istituzioni. Al primo incontro è seguita la manifestazione in piazza Municipio lo scorso 7 luglio. In quell’occasione una delegazione della Rete ha avuto un colloquio con il sindaco Manlio Torquato sulla rete fognaria. «Non abbiamo avuto nessun riscontro concreto in seguito al nostro incontro. Ora stiamo portando avanti una raccolta firme per la convocazione di un consiglio comunale monotematico. Vogliamo sapere lo stato dei fatti e pretendiamo soluzioni che mettano fine al rischio igienico-sanitario in atto». Provvedimenti immediati sono richiesti anche per il disinquinamento del Sarno. Proprio come la corrente del fiume, l’evento in programma il prossimo 29 ottobre coinvolgerà venti comuni. I paesi colpiti da questo problema saranno attraversati da una manifestazione a staffetta, seguendo il leitmotiv “DifendiAmo Salute e Ambiente. Insieme per i nostri diritti”. «I miasmi che respiriamo ogni giorno hanno conseguenze drammatiche sulla nostra vita. La salute è un nostro diritto». Martina Nacchio OTTOBRE 2017 Insieme

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VITA NELL'AGRO

Vaccini sì, vaccini no

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accini obbligatori: è il tema del momento. Sono passati da dodici a dieci, ma se ne sta discutendo ancora molto. La loro importanza, riconosciuta a più livelli, resta tema di scontro tra novax e sivax. Una scia di polemiche infinita. Da quest’anno è obbligatorio sottoporsi a vaccinazione anti polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B, haemophilus influenzae tipo B, morbillo, parotite e rosolia. La fiala anti varicella è obbligatoria dai nati 2017 ed è offerta gratuitamente e attivamente dai nati 2014. Dal decreto di conversione in legge non ci sono più le vaccinazioni anti meningococo B e anti meningococco C, «vaccini comunque fortemente e attivamente raccomandati», ha detto Annalisa Caiazzo, dirigente del Servizio epidemiologico e prevenzione dell’A sl Salerno. L’obbligatorietà è per la fascia di popolazione tra zero e 16 anni. Ovviamente non sono necessarie 10 iniezioni, ne bastano due. La prima è per il vaccino combinato esavalente contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, haemophilus influenzae tipo B. La seconda è per il tetravalente se bisogna vaccinare contro morbillo, rosolia, parotite e varicella, o

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trivalente per chi non deve ricevere l’anti varicella. L’obbligo di vaccinazione viene meno se il bambino è immunizzato per aver contratto la malattia naturale, che deve essere provata tramite copia della notifica del medico curante all’A sl o tramite attestazione rilasciata gratuitamente dal medico o pediatra di famiglia. Per attestare l’avvenuta vaccinazione o la prenotazione delle sedute, rispetto a una prima direttiva, è stato sufficiente presentare un’autocertificazione alle scuole. Entro l’11 settembre andava presentata ai nidi e alle scuole dell’infanzia, entro il 31 ottobre va consegnata agli istituti dei cicli superiori. Il legislatore è andato incontro alle esigenze delle famiglie e dei centri vaccinali, presi d’assalto per la richiesta del certificato. «È sufficiente l’autocertificazione – ha spiegato Caiazzo – perché poi entro il 10 marzo 2018 sarà la scuola a dover obbligatoriamente recepire la documentazione originale». La procedura sarà tra le norme oggetto del protocollo d’intesa che si appresta a varare la Regione e l’Ufficio scolastico regionale. Si dovrebbe poter confrontare gli elenchi. Altro importante aiuto arriverà con la creazione dell’anagrafe vacci-

Da quest’anno la fascia di popolazione compresa tra zero e sedici anni dovrà sottoporsi a dieci vaccinazioni. Ampio il fronte critico. In Campania la situazione è a macchia di leopardo. Percentuali basse nel napoletano, molto alte nelle altre provincie. Il territorio salernitano si distingue con soglie medie oltre il 90%. La direttrice del dipartimento prevenzione: «C’è ancora da fare»


Dizionario L’immunità di gregge, o di gruppo, è il fenomeno per cui raggiunto un certo livello di copertura vaccinale tra la popolazione, di solito il 95%, anche gli individui non vaccinati (perché troppo piccoli, o immunodepressi, o deboli in quanto malati) godono dei benefici dell’immunizzazione ugualmente, in quanto circondati da individui vaccinati e che quindi non trasmettono la malattia ed evitano anche il propagarsi delle patologie infettive.

nale regionale, a differenza delle attuali anagrafi aziendali.

La situazione salernitana L’ottima copertura vaccinale nell’A sl Salerno non deve far abbassare la guardia. L’obbligo istituito per legge mira a raggiungere la cosiddetta immunizzazione di gregge, che in provincia è a portata di mano. Il problema però è che altrove, già nei confinanti territori delle Asl partenopee, l’obiettivo è molto lontano. I dati salernitani diffusi dalla Regione, in merito alla coorte 2014, sono eloquenti. Per quanto riguarda il vaccino esavalente l’A sl Salerno ha raggiunto il 97% di vaccinati. Il 93% della popolazione interessata è vaccinata contro morbillo, parotite e rosolia. Solo il 74% contro la varicella. Numeri diversi per le tre Asl. Vaccino esavalente: 85% Asl Napoli 1; 88% Asl Napoli 2; 95% Asl Napoli 3. Va meglio nelle altre provincie: 96 % Asl Caserta; 99% Asl Avellino; 96% Asl Benevento. Percentuali molto più basse per il trivalente anti morbillo, parotite e rosolia: 76% Asl Napoli 1; 76% Asl Napoli 2, 83 Asl Napoli 3; 86% Asl Caserta; 93% Asl Avellino; 94% Asl Benevento. Malissimo le percentuali anti varicel-

la: 25% Asl Napoli 1; 37% Asl Napoli 2; 38% Asl Napoli 3; 32% Asl Caserta; 54% Asl Avellino; 90% Asl Benevento. Dai dati emerge che i territori periferici sono notevolmente più sensibili alla tematica dei vaccini. I pochi inadempienti del salernitano e gli altri dell’intero territorio campano saranno richiamati dai centri vaccinali e sollecitati a sottoporsi alle iniezioni o a presentare la documentazione per cui non ci si può vaccinare. L’obbligo decade in caso di pericolo per la salute del minore, ovvero se esistono condizioni che non permettono la somministrazione di uno o più vaccini tra i dieci indicati. Tali condizioni devono essere attestate gratuitamente dal medico o pediatra di famiglia. I minori che non possono essere vaccinati per motivi di salute vengono inseriti in classi dove sono presenti solo bambini vaccinati e, dunque, con un rischio di contagio ridotto. Se, invece, c’è la volontà di non vaccinarsi, la legge prevede sanzioni salatissime. A breve la Regione attiverà un APP a supporto delle famiglie, dovrebbe essere in funzione da novembre, per la gestione integrata e il monitoraggio delle vaccinazioni. Salvatore D’Angelo

Annalisa Caiazzo

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VITA NELL'AGRO La foto vincitrice

Contest

#InVacanzaConTe Si è concluso lo scorso 15 settembre il contest #InVacanzaConTe, il gioco social dell’estate promosso dalla rivista Insieme Quest’estate, il giornale della Diocesi è andato in vacanza con i suoi lettori. Il gioco, infatti, consisteva nello scattare una foto dai luoghi di vacanza in cui fosse ben visibile la rivista ed inviarla alla nostra pagina FB per ottenere quanti più like possibile e aggiudicarsi il primo posto. Dai Sassi di Matera a Santa Maria di Castellabate, da Marina di Camerota ad Alonissos in Grecia, i nostri lettori si sono scatenati con le pose più stravaganti e le idee più originali. Secondo classificato

Terzo classificato

Come quella del vincitore, Salvatore Guercio Nuzio che, ritraendo suo figlio Emilio intento a leggere Insieme sul ramo di albero, ha ottenuto 394 likes, vincendo un soggiorno per due persone, offerto dall’agenzia Your Travels Viaggi di Cava de’ Tirreni, partner dell’iniziativa. Un grande riconoscimento va anche alla foto che si è classificata seconda, di Antonella Crescenzi, con 318 likes per il suo anziano papà che si rilassa in vigna sfogliando Insieme. Siamo arrivati anche a Firenze con la foto di Anna Ferraioli, che si è attestata al terzo posto con 92 likes.

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Un momento della marcia

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n’esperienza di fede vera, che ha arricchito chi ha compiuto questo cammino fatto di tappe fisiche e spirituali, durato 7 giorni ma destinato a lasciare il segno nel cuore delle famiglie più diverse – con o senza figli, sposate da pochi anni o ormai da tempo – con il grande bagaglio d’amore e fede in comune. «Nel corso della vita, come nel corso della Marcia, fai un po’ il bilancio della tua esistenza; fai i conti con te stesso. Forse la stanchezza, le catechesi che si alternano, le condivisioni con le guide spirituali e con i compagni di viaggio, fanno cadere le tue certezze e la maschera di perfezione che diventa difficile da tenere. Ti mettono a confronto con te stesso, con tuo marito, con tua moglie, con i tuoi figli, con il tuo prossimo, con Dio. Allora inizi a capire che la Marcia non è un cammino di resi-

stenza, di sopportazione. È un percorso di crescita personale, di coppia e di famiglia, soprattutto. Ti rendi conto che ciascuno di noi ha delle debolezze, dei pesi che trascina, delle difficoltà, dei limiti di cui non bisogna vergognarsi, se sono necessari per tirare fuori il vero te» le parole di Venere e Massimino D’Andrea, tra le famiglie partecipanti. Un passo oltre è stato il filo conduttore della marcia, partita dal santuario della Madonna dei Bagni a Scafati e conclusasi ad Assisi. «Quando il 2 agosto arrivi dopo qualche ora di pullman ad Assisi, senti che qualcosa in te è cambiato. E allora ti rendi conto che forse stai realizzando in quel passo oltre un qualcosa di veramente grande. In quel momento scatta la promessa interiore di fare ogni giorno un passo in più, in attesa, chi lo sa, della prossima marcia».

Un passo oltre Si è svolta dal 28 luglio al 3 agosto la Marcia francescana delle famiglie

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SCUOLA & UNIVERSITà di Martina Nacchio Elena Orlando e sua nonna

La nonna di Elena contempla la grotta di Bernadette

Rimborso libri testo, un’opportunità da cogliere

Pellegrinaggio premio per due Elena Orlando ha vinto la prima edizione del concorso indetto dal Servizio di Pastorale Scolastica e con un gesto di generosità desiderava devolvere il premio a sua nonna, ma poi le cose sono andate diversamente

A

veva colpito l’intera giuria la lettera della giovanissima Elena Orlando, partecipante al concorso promosso dal Servizio di Pastorale Scolastica “Laudato si’: una vocazione comune”: «Vorrei vincere, non per me, ma per regalare il viaggio a Lourdes alla persona più importante della mia vita, mia nonna». Dopo una rapida consultazione, la decisione è presa all’unanimità: a partire non sarà soltanto la nonna, ma anche la nipote generosa e dal cuore grande. «Di quel giorno ricordo qualsiasi cosa, dall’emozione nell’incontrare il Vescovo, mons. Giuseppe Giudice, alla mia anima trepidante per il viaggio – racconta Elena e prosegue – Lourdes per me è una rosa, candida e pura, dai diversi petali e sfaccettature». Sono tanti i ricordi custoditi dalla studentessa di Angri: «Non dimenticherò mai la mia prima volta sotto quella magnifica e benedetta grotta: il mio

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cuore batteva così forte che temevo uscisse dal petto. Mia nonna appena ha visto la Beata Vergine, con gli occhi intrisi di lacrime, ha esclamato: “Mi hai voluto qui, Madonnina mia, ed io sono la persona più felice del mondo nel vederti”». «Ho visitato luoghi e conosciuto persone che occuperanno sempre un posto importante nella mia vita: osservare la casa di Bernadette, entrare in contatto con quella che era la sua quotidianità mi ha fatto capire quanto io sia una ragazza fortunata ma anche quanto lo sia stata lei» spiega ancora con entusiasmo. «Rifarei questo pellegrinaggio altre mille volte e non cambierei nulla – conclude sicura –, voglio ringraziare tutti, dai meravigliosi ragazzi della P.U.A.C.S. a mons. Giuseppe Giudice, che ha dato a me e a mia nonna questa fantastica opportunità». Mariarosaria Petti

Sempre più spesso i nuclei familiari rinunciano alla possibilità di ottenere il rimborso delle spese dei libri scolastici. Tendenza causata dalla scarsa conoscenza dell’opportunità offerta dai comuni, ma anche, spesso, dalla mancanza delle ricevute degli acquisti dell’anno precedente. Tra i comuni che erogano il servizio c’è Nocera Inferiore, a cui dovranno fare riferimento tutti gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado cittadine. Potranno avere accesso al contributo, i nuclei familiari con un reddito non superiore ai 10.633 euro. Le domande potranno essere presentate entro il 31 ottobre presso il Servizio Istruzione di piazza Diaz. Fondamentale avere le ricevute dell’acquisto dei libri di testo nell’anno 2016-2017. Se non hai conservato gli scontrini dello scorso anno, quest’anno non incorrere nello stesso errore. Martina Nacchio


NEWSDALLESCUOLE

Insieme per crescere

L’istituto scolastico “Li Pira” di Nocera Inferiore

Un protocollo d’intesa tra l’istituzione scolastica e le associazioni del territorio. È una proposta differente di costruzione dell’offerta formativa quella proposta dalla scuola secondaria di primo grado, “Fresa Pascoli”, di Nocera Superiore. Si è svolto l’8 settembre scorso l’incontro tra il dirigente scolastico, Michele Cirino, e i rappresentanti delle diverse realtà che operano sul territorio. Alla mattinata insieme ai delegati delle associazioni e agli insegnanti è intervenuto anche il dirigente scolastico dell’istituto “Luigi Settembrini”, Antonio Pizzarelli. Tra il Primo circolo didattico di Nocera Superiore e il “Fresa Pascoli” intercorre infatti una stretta collaborazione, che porta i due plessi a unirsi spesso per manifestazioni e attività. Ne è un esempio la giornata “Puliamo il mondo” organizzata da Unicef, Legambiente e Circolo Noukria, che i due istituti hanno celebrato insieme lo scorso 22 settembre. M. N.

Scol’è, a scuola con passione Ancora prima dell’inizio dell’anno scolastico, il liceo “B. Mangino” di Pagani ha aperto le porte ai visitatori per la manifestazione conclusiva di teatro e fotografia, due degli otto percorsi formativi previsti nella prima annualità del progetto Scuola Viva. Realizzare una scuola sempre più aperta rispetto agli orari, alle attività, alle idee, lo scopo del programma triennale. L’evento, tenutosi lo scorso 9 settembre, è stato animato dalla rappresentazione teatrale “Sogno di una notte di mezza sbornia” e dalla mostra fotografica “Sguardi Pagani sul territorio”. “Scol’è” il titolo dell’iniziativa: un richiamo alla parola greca scholè, ossia l’otium latino, che nella scuola si associa anche al negotium, come sottolineato dalla dirigente scolastica Ezilda Pepe. M. N.

Il Progetto Erasmus sbarca alla “Li Pira” Italia, Romania e Francia unite dal Progetto Erasmus che per due anni vedrà protagonista il terzo istituto comprensivo di Nocera Inferiore, in particolare gli alunni della scuola media “Li Pira” di via San Pietro. “Alla ricerca del pane quotidiano attraverso il mar Mediterraneo” è il titolo dell’iniziativa coordinata dalle professoresse Anna Rosanova e Anna Russo, sotto l’impulso della dirigente Maria Ventura. La prima delegazione di ragazzi rumeni e francesi è attesa a Nocera per dicembre. Una scuola internazionale il “Li Pira”. Lo scorso 26 settembre ha accolto la Giornata europea delle lingue, promossa dal Consiglio europeo. Gli studenti hanno partecipato a un concorso sugli scioglilingua. Tra i protagonisti non solo gli alunni del “Li Pira”, ma anche studenti di scuole francesi. Sa. D’An.

Alcuni scatti della mostra

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SCUOLA & UNIVERSITÀ

Novità per gli insegnanti di religione

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l primo settembre 2017 è stato un giorno speciale per ogni insegnante di religione cattolica, infatti non ha segnato solo l’inizio del nuovo anno scolastico ma ha portato con sé un dono e una grande novità. È stata pubblicata la Lettera che la Commissione episcopale per l’educazione ha indirizzato a tutti gli insegnanti di religione a poco più di 25 anni dalla pubblicazione della Nota pastorale della CEI dal titolo “Insegnare religione cattolica oggi”, nella quale si esprime l’incoraggiamento, il riconoscimento dell’impegno profuso e un invito a un maggior coinvolgimento

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nella vita ecclesiale. È entrata poi a pieno regime l’Intesa CEI-MIUR firmata nel 2012, che «porta a compimento un processo pluridecennale della Chiesa, voluto per assicurare un livello di eccellenza alla formazione degli insegnanti stessi». Per quanto riguarda le novità giuridiche, nel testo vengono date indicazioni didattiche per l’insegnamento della religione cattolica, le modalità di organizzazione dell’insegnamento, i criteri per la scelta dei libri di testo e i profili per la qualificazione professionale degli insegnanti di religione. Adamo Desiderio

A 25 anni dalla Nota pastorale della CEI “Insegnare religione cattolica oggi”, una nuova Lettera dei Pastori della Chiesa Italiana


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Don Marco Limodio (S. Bartolomeo Apostolo, Nocera Inf.) festeggia 42 anni, l’8 ottobre; don Piercatello Liccardo (Santa Maria del Presepe, Nocera Inferiore) compie 42 anni, il 9 ottobre; don Salvatore Fiocco (cancelliere diocesano) festeggia 43 anni, il 16 ottobre; don Raffaele Ferrentino (S. Matteo, Nocera Inferiore) spegne 40 candeline, il 18 ottobre; diac. Salvatore Di Prisco compie 74 anni, il 19 ottobre. Il Signore illumini sempre il vostro cammino. Auguri dalla redazione di Insieme!

Auguri speciali

Mariarosaria e Nello

Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:

don Giuseppe Ferraioli, il 20 ottobre; don Antonio Mancuso, il 26 ottobre; don Giovanni Padovano e don Ciro Zarra, il 30 ottobre. Buon anniversario di ordinazione diaconale a Salvatore Verdoliva, il 23 ottobre. Il vostro ministero sia sempre testimonianza del Vangelo. Auguri!

Buon compleanno ai referenti

Iolanda Campanella (S. Giuseppe, Nocera Inferiore) compie gli anni il 5 ottobre; Luisa Sellitti (S. Antonio di Padova, Orta Loreto) festeggia il compleanno il 9 ottobre; Carolina Celentano (S. Maria delle Grazie, Sarno) festeggia il compleanno il 13 ottobre. A voi, diffusori della Buona Notizia, i più cari auguri per il vostro compleanno.

Tiziana e Michele

Una storia d’amore da favola coronata dal Sacramento del Matrimonio. Nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Vico Equense hanno pronunciato il loro “sì” Tiziana Cozzolino e Michele Campitiello il 16 settembre. Ai novelli sposi giungano gli auguri di una felice vita insieme da parte di zio Franco e zia Augusta.

Auguri speciali a papà Adamo Desiderio, co-responsabile del Servizio diocesano per gli Insegnati di religione cattolica, e a mamma Nadia Smaldone, per l’arrivo del piccolo Raffaele, lo scorso 31 luglio.

L’amore è una cosa meravigliosa, anche dopo 43 anni: buon anniversario di matrimonio a Salvatore e Anna Giardina, preziosi collaboratori di Insieme, per il traguardo che raggiungeranno il prossimo 28 ottobre.

Il nostro cordoglio

Dopo una vita lunga e pienamente vissuta, è tornata alla Casa del Padre lo scorso 20 settembre Teresa Citarella, all’età di 103 anni. Il giornale esprime le condoglianze alle figlie Gaetanina e Maria Teresa, ai generi Gaetano e Paolo e a tutti i nipoti e pronipoti.

Dall’Acr all’altare. Si sono uniti in matrimonio lo scorso 2 settembre nella parrocchia di San Teodoro a Sarno, Nello Liguori e Mariarosaria Ingenito. Tanti auguri alla nuova famiglia, perché il vostro matrimonio si fortifichi ogni giorno nell’amore di Dio.

Anna e Salvatore

Teresa Citarella

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

Ad un anno dalla sua nomina ad amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme – 24 giugno 2016 – mons. Pierbattista Pizzaballa, già custode di Terra Santa, traccia un bilancio del suo mandato allargando lo sguardo a tutto il Medio Oriente e lanciando un appello a oltre 200 giornalisti cattolici riuniti lo scorso giugno in un meeting nazionale a Grottammare (Ap).

A Gerusalemme è fondamentale il diritto di cittadinanza

“I

l Medio Oriente – dice mons. Pizzaballa – non sarà più lo stesso. Ci vorranno generazioni per ricostruire le infrastrutture ma soprattutto un tessuto sociale stabile e solido. La guerra in Siria e in Iraq ha fatto saltare tutto, compresi i rapporti tra le diverse comunità. Città come Aleppo, in Siria, i villaggi cristiani della Piana di Ninive, un tempo occupati da Isis, sono in larga parte distrutti. A Betlemme, nel 2016, sono emigrate circa 130 famiglie cristiane, 500 persone, tutte con figli in cerca di un futuro migliore”.

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Intervista a mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme


Veduta di Gerusalemme

Da un anno è amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, quale bilancio può tracciare e quanto pensa potrà durare ancora il suo incarico?

È stato un anno molto difficile. Stiamo vivendo un tempo di transizione ed è impensabile credere che le crisi epocali che stanno segnando il Medio Oriente non tocchino anche la Chiesa. Non c’è una Chiesa in tutto il Medio Oriente che sia in ordine. E non parlo solo di quelle cattoliche. Per quanto mi riguarda, i problemi del Patriarcato latino sono di due generi: di vita ecclesiastica interna e di tipo economico, debiti tanto per essere chiari. In questo primo anno ho lavorato molto con i preti incontrandoli, uno ad uno, nelle loro case, per capire e ascoltare. Nei giorni scorsi due terzi dei sacerdoti sono stati spostati, vescovi inclusi. Ora, dopo un anno, le tensioni si sono sciolte. La sfida è andare avanti in questa direzione e pagare i debiti. Nessuno ci darà i soldi pertanto dovremo vendere alcuni “asset”. Ne verremo a capo certamente. Quanto durerà il mio incarico? Non ne ho idea. La figura di amministratore non può durare in eterno. Ho fatto un anno, forse ne prevedo un altro. Il mio compito è preparare le condizioni perché il futuro Patriarca possa operare in un contesto interno di serenità. La stessa serenità che manca a tutta la Terra Santa a causa del conflitto ancora aperto, per non parlare del muro di separazione, dell’occupazione militare, delle colonie. La tanto auspicata soluzione “Due popoli, due Stati” è forse tramontata? Mons. Pizzaballa, qual è oggi il tratto più distintivo delle comunità cristiane mediorientali?

La grande testimonianza. È vero, molti sono partiti, ma chi è rimasto testimonia la sua fede non nel chiuso della propria casa ma aiutando anziani, bambini, disabili, rifugiati, incontrandosi per pregare. Sono rimasto colpito dai giovani cristiani di Aleppo, che a sprezzo del pericolo distribuivano acqua a chi aveva bisogno, ricordo famiglie cristiane di villaggi siriani controllati da Al Nusra, che, ben sapendo che nell’islam l’alcool è bandito, nascondevano il vino per la Messa nelle case per poter celebrare. E come non citare il grande impegno dei cristiani di Giordania e Libano nell’accoglienza dei rifugiati di Siria e Iraq. In Israele oggi vivono 125mila cristiani, 11mila abitano a Gerusalemme, in Palestina appena 40mila. Questi sono i numeri. Tuttavia sono convinto che il cristianesimo in Medio Oriente non sparirà. La nostra forza non è nei numeri ma nella testimonianza.

Per quanto riguarda il negoziato siamo molto lontani da questo obiettivo. Come cristiani dobbiamo tenere viva l’attenzione sulla necessità del dialogo. Tecnicamente la soluzione “due popoli due stati” è molto complicata, ma non vedo alternative possibili. Il muro è una ferita profonda nella storia, nella geografia e nella vita del Paese. Oggi non se ne parla più anche nell’opinione pubblica. Sembra quasi digerito. Ma non dobbiamo continuare a fingere che la ferita non ci sia. Il nostro compito è quello di parlarne, in maniera chiara e rispettosa, non faziosa. Le colonie e i confini sono un problema, insieme allo status di Gerusalemme. La versione definitiva dei confini tra i due Stati e la rimozione (o meno) delle colonie è uno degli argomenti più dolorosi della crisi poiché influisce sulla vita dei territori in modo pesante, soprattutto sui palestinesi. Qualunque Governo farà molta fatica a cambiare la situazione sul territorio anche per i costi, umani, sociali, economici. Tutto ciò rende lontana una prospettiva futura stabile.

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VITA ECCLESIALE mons. Pizzaballa

preoccupandosi non solo del business della ricostruzione del Medio Oriente ma anche di far sì che si ricostruiscano Legislazioni e Costituzioni. Il diritto di cittadinanza è determinante, per questo, credo che gli aiuti debbano essere condizionati al suo rispetto: tutti i cittadini sono uguali. Non si creino riserve indiane per cristiani, sunniti, sciiti, yazidi, curdi e via dicendo. Il modello di convivenza in Medio Oriente, basato su identità tra fede e comunità, oggi è fallito. La convivenza deve basarsi su altre prospettive. Il tema è la cittadinanza e non la laicità positiva che non esiste in Medio Oriente. Come sono invece i rapporti tra la Chiesa e Israele?

Gerusalemme: la Città Santa sta subendo una progressiva ebraicizzazione. Si tratta di un nodo difficile da sciogliere che non può vedere i cristiani fare solo da testimoni…

Il futuro di Gerusalemme viene deciso oggi: chi compra decide. Se compreranno i musulmani ci saranno musulmani, se comprano gli ebrei ci saranno ebrei, difficile che ci saranno cristiani. Non abbiamo le possibilità e le risorse per competere in questo contesto. A suo tempo come Custodia ci spendemmo molto per edificare 80 appartamenti, permessi, burocrazia lenta, ostacoli di ogni tipo. Oggi con un decreto se ne costruiscono 8.000. Ma è fuori discussione che il carattere di Gerusalemme è universale. La città deve garantire costituzionalmente libertà di accesso, di movimento, di azione, di espressione a tutte le comunità, a prescindere dai loro numeri. Gerusalemme, città aperta?

Certamente. Non spetta alla Chiesa, alla Santa Sede, stabilire i confini. Su questo devono mettersi d’accordo le parti in lotta. Noi abbiamo il dovere di dire i criteri per definire l’assetto futuro della città. I criteri sono che tutti hanno uguale cittadinanza. Ciò significa avere tutti gli stessi diritti. Quando si parla del futuro di Gerusalemme i riferimenti sono solo a ebrei e musulmani, i cristiani non sono tenuti molto presenti. Vero anche che negli ultimi 15-20 anni non ricordo un solo discorso della Chiesa cattolica su Gerusalemme. Protestanti e ortodossi sono molto più presenti di noi nel dibattere la questione della Città Santa. Sarebbe importante invece dire una parola a riguardo. Prima invocava il tema della cittadinanza come uno dei criteri per definire gli assetti futuri di Gerusalemme. Per quale motivo?

È la sfida del futuro. La comunità internazionale deve prestare molta attenzione a questo tema soprattutto adesso,

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Ci sono due aspetti da considerare: quello del negoziato tra Stato di Israele e Santa Sede e quello della vita ordinaria della Chiesa locale. Circa il concordato che definirà dal punto di vista legale il futuro della Chiesa in Israele, esso è in dirittura d’arrivo. La firma potrebbe arrivare entro quest’anno. Poi bisognerà interpretare l’accordo. Per quel che riguarda la vita ordinaria della Chiesa locale non c’è alcun atteggiamento di Israele. Praticamente non esistiamo. Guardiamo alle scuole: si concedono contributi agli istituti privati meno che a quelli cristiani e, comunque sia, sempre in misura minore che in passato. Come cristiani dobbiamo essere più presenti nel territorio, non possiamo solo lamentarci. Compito della Chiesa è costruire relazioni sempre più positive con Israele per far capire che siamo una realtà del territorio con cui devono fare i conti. Purtroppo molto spesso le scelte che vengono fatte non ci tengono in nessuna considerazione. Da tempo i pellegrinaggi sono in calo, complici anche le tensioni in Medio Oriente che allungano ombre sulla sicurezza dei fedeli. Cosa fare per rilanciarli?

La Terra Santa è sicura. I pellegrinaggi sono un sostegno ai cristiani locali perché portano lavoro. Sarebbe utile che i vescovi italiani prendessero a cuore il pellegrinaggio in Terra Santa magari lanciando una sorta di campagna nazionale come accadde nel 2000. Oltre al pellegrinaggio quale altro strumento può rivelarsi utile per sostenere la Terra Santa e i suoi cristiani?

La comunicazione. Ai giornalisti dico: continuate a parlare di Gerusalemme e della Terra Santa, non solo attraverso la lente del conflitto e delle tensioni ma raccontando le cose belle che ci sono. Venite in Terra Santa. Non c’è evangelizzazione senza comunicazione. E l’evangelizzazione non può prescindere da Gerusalemme. Daniele Rocchi ( fonte AgenSIR)


Conto alla rovescia per Cagliari La 48esima Settimana sociale dei cattolici italiani avrà come tema: «Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale». Atteso per l’ultimo giorno il discorso del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni

I

l mondo cattolico italiano si dà appuntamento a Cagliari dal 26 al 29 ottobre per discutere dei problemi sociali del Paese, con un focus particolare e privilegiato sulla tematica del lavoro. «Il lavoro – si legge nell’Instrumentum laboris – era e rimane un’esperienza umana fondamentale che coinvolge integralmente la persona e la comunità. Esso dice prima di tutto quanto amore c’è nel mondo: si lavora per vivere con dignità, per dar vita a una famiglia e far crescere i figli, per contribuire allo sviluppo della propria comunità». La 48esima Settimana sociale dei cattolici italiani si preannuncia come un laboratorio dalle grandi prospettive, un incontro ad altissimo livello per numero di partecipanti e spessore dei relatori. La quattro giorni sarà ospitata nei locali della Fiera internazionale della Sardegna. Ogni giorno si caratterizzerà per una dinamica. Il giovedì sarà il giorno della denuncia, il venerdì delle buone prassi con la visita ad alcune aziende dell’isola, il sabato il giorno dell’ascolto e la domenica delle proposte. Ad accogliere i partecipanti, vescovi e delegati di diocesi e associazioni laicali, sarà il messaggio del santo Padre, il saluto dell’arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio, e di monsignor Filippo Santoro, presidente del comitato preparatorio. Poi seguiranno l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, e una tavola rotonda con imprenditori, sindacalisti e

politici, tra cui il ministro per la coesione territoriale Claudio De Vincenti. Il venerdì sono attesi gli interventi degli economisti Luigino Bruni e Leonardo Becchetti. Il sabato è prevista una lunga sfilata di ospiti, tanti sindacalisti, tra cui Annamaria Furlan, il presidente del CNEL, Tiziano Treu, rettori e docenti universitari, le relazioni del senatore Maurizio Sacconi e del ministro del lavoro Giuliano Poletti. La domenica, dopo la Santa Messa al santuario di Nostra Signora di Bonaria presieduta dal segretario generale della CEI, monsignor Nunzio Galantino, ci saranno le conclusioni di monsignor Filippo Santoro che accoglierà il Presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, e il Presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni. «L’impegno per la nuova centralità del lavoro – si anticipa nell’Instrumentum laboris – non finisce a Cagliari. L’entusiasmo suscitato da questo percorso rappresenta lo stimolo più convincente a proseguire il lavoro cominciato. Denuncia, ascolto, raccolta di buone pratiche, proposta possono così diventare lo spartito di una azione diffusa e quotidiana che in tanti, nelle diverse comunità, potranno da ora in avanti suonare. Una nuova stagione di progresso nella partecipazione e cittadinanza. Sulla realtà del lavoro si gioca il futuro di una società ed anche la responsabilità dei cattolici nella costruzione del bene comune». Sa. D’an. OTTOBRE 2017 Insieme

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VITA ECCLESIALE Don Roberto all’uscita della parrocchia Maria Santissima delle Tre Corone

Il faro della comunione

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n mandato all’insegna dell’unità. Accompagnando don Roberto Farruggio nelle sue nuove comunità, il Vescovo ha indicato a tutti di seguire questo aspetto importantissimo per la vita pastorale. Caratteristica che farà la differenza nel cammino che da qualche settimana hanno cominciato a percorrere le parrocchie Maria Santissima delle Tre Corone, San Francesco e San Matteo di Sarno. Le tre realtà, attaccate l’una all’altra, senza soluzione di continuità, hanno davanti un percorso unitario. Monsignor Giuseppe Giudice, durante la celebrazione di inizio ministero del 12 settembre, le ha affidate a un solo sacerdote, don Roberto Farruggio. Finora ognuna aveva una guida autonoma. La chiesa attigua al comune è quella che sconta la novità maggiore. Era dal 1300 sotto la guida dei frati. Fra Francesco Maria Rea ha passato il testimone a don Roberto della parrocchia e del convento. Il ministro provinciale padre Giuseppe Iandiorio ha spiegato che hanno dovuto lasciare per carenza di vocazioni. La guida dei frati minori della provincia salernitano-lucana ha detto: «Noi frati abbiamo ricevuto tanto da tutti voi, dall’intera famiglia francescana. Il nostro ordine è disponibile ad accompagnarvi in questo nuovo cammino».

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Centinaia le persone che hanno accolto don Roberto a Sarno, rappresentati dal sindaco Giuseppe Canfora. In tanti lo hanno accompagnato dalla parrocchia di Maria Santissima di Costantinopoli di Pecorari. Il presbitero ha guidato la comunità di Nocera Superiore per 19 anni, lasciando un ricordo indelebile. Don Roberto, nel saluto alla comunità, ha ringraziato per quanto ricevuto negli ultimi anni dall’esperienza pastorale nocerina e, al tempo stesso, ha già detto di «amare Sarno», pronto a intraprendere un cammino fruttuoso. Il Vescovo ha detto al nuovo parroco: «Caro don Roberto, la Chiesa ti manda in queste comunità. Vieni a continuare il lavoro pastorale. Cristo ha pregato per darti questo compito. Ogni volta che la Chiesa chiama o la Chiesa manda, Gesù prega. Questo ci fa capire che non siamo noi che ci presentiamo davanti a lui, ma è lui a chiamarci». Rivolto alle tre comunità, monsignor Giudice ha aggiunto: «Vi chiedo da questa sera di camminare insieme. Siate segno profetico. Mentre il mondo si divide, la Chiesa chiama all’unità, lasciando a ognuno la propria identità. Sogno comunità che siano luoghi di pace. Vi affido questo compito». Sa. D’An.

Nella celebrazione di inizio ministero di don Roberto Farruggio, il Vescovo ha invitato le comunità di Sarno ad essere «segno profetico: mentre il mondo si divide, la Chiesa chiama all’unità»


L Un momento della Santa Messa nella parrocchia San Francesco, (da sin.) don Roberto, Mons. Giuseppe Giudice e padre Giuseppe Iandiorio

Unità foraniale

e parrocchie di Sarno e l’intera città si avviano a vivere una nuova stagione di collaborazione e sinodalità. L’arrivo di don Roberto è stato il primo segno. In occasione dell’inizio del suo ministero pastorale, il vicario foraneo don Domenico D’Ambrosi ha riunito i parroci di Sarno per due giorni di ritiro spirituale. Si sono tutti ritrovati al convento della Santissima Trinità di Baronissi per riflettere sul tema: «Umiltà, fraternità e sinodalità». Tre parole chiave per dare il via al cammino di comunione sollecitato dal Ve-

scovo. «Grande è il dono del sacerdozio e grande è il ministero da vivere e condividere nella nostra amata Sarno, in cui con fiducia ci ha mandati il Signore Gesù come porzione della sua bella Vigna. Ora – ha detto don Domenico ai suoi confratelli – siamo una squadra completa, ricca di talenti e di volontà. Ora siamo all’inizio di un nuovo cammino, d’una nuova storia. Ora siamo chiamati a essere lievito di fraternità, costruttori di comunità». Il ritiro dell’11 e 12 settembre scorso è servito anche a suddividere i

compiti all’interno della comunità foraniale. Don Ciro Zarra fa da segretario e cassiere foraniale, don Antonio Agovino si occuperò della Caritas, fra Francesco Maria Rea si occupa dell’area liturgica, don Carmine Cialdini di annuncio e scuola, don Antonio Calabrese di pastorale familiare, don Roberto Farruggio di pastorale giovanile e vocazionale, padre Manlio Di Franco di pastorale sanitaria, don Salvatore Agovino di pastorale del lavoro e fra Martino del Mastro rappresenta la fraternità dei frati minori.

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Se ne discuterà a Cagliari, nel corso della Settimana sociale dei cattolici italiani: un nuovo spazio in Italia per l’inserimento professionale dei ragazzi

Verso il Sinodo

Giovani e lavoro: quale prospettiva?

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n lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale. È dai quattro aggettivi scelti da papa Francesco nell’Evangelii Gaudium che parte la riflessione della 48° Settimana sociale dei cattolici italiani. Cos’è e cosa dovrebbe essere il lavoro oggi: valore imprescindibile sancito dalla Costituzione italiana, connesso strettamente alla dignità della persona e opportunità per realizzare il bene comune attraverso la realizzazione dell’individuo e delle sua capacità. La teoria purtroppo spesso si scontra con la realtà, che specie in riferimento al mondo dell’occupazione giovanile, offre numeri ben poco felici: alla fine del 2016, i giovani disoccupati sono 3 milioni, qualcosa come il 40% del totale. Di questi, dato ancora più preoccupante, circa un terzo nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni non lavorano, non studiano né si formano in altro modo. Senza contare i dati, spesso sottostimati, del lavoro precario, non protetto e retribuito poco e male. Si potrebbe aggiungere a questo quadro poco confortante anche la problematica legata al lavoro femminile: secondo le più recenti statistiche le donne in Italia raggiungono titoli di studio più alti rispetto ai coetanei maschi, ma il loro

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tasso di occupazione è più basso e meno retribuito. Altra problematica particolarmente sentita dai giovani – che scelgono e portano a termine sempre di meno l’Università – è l’enorme divario tra le competenze e le opportunità di lavoro al termine della formazione universitaria. Bisogna sapere certo, ma anche saper fare ed in questo il sistema scolastico italiano sembra essere arenato, mentre il mercato del lavoro cerca figure professionali complete nei due aspetti. Passi in avanti sono stati fatti con l’introduzione alle Superiori dell’alternanza scuola-lavoro, ma molto c’è ancora da fare. Passando quindi dalla riflessione all’azione, dopo aver analizzato ciò che il lavoro non è, dalle tavole rotonde della Settimana sociale di Cagliari si formuleranno iniziative da portare avanti a livello delle singole Diocesi per mettere al centro della “questione lavoro” la persona. Ritornando alle esortazioni di papa Francesco infatti, l’individuo con le sue doti, creatività e competenze può realizzare se stesso attraverso il lavoro e, valorizzandolo all’interno di un gruppo, può diventare fondamento di una comunità per realizzare il bene comune. Anna Alfano


Una famiglie che cresce

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ei nuove religiose sono entrate a far parte della famiglia delle Suore di Maria Addolorata. La congregazione fondata dalla venerabile madre Maria Consiglia dello Spirito Santo ha accolto un gruppo di giovani indonesiane. Lo scorso 16 settembre è stata festa grande nella Casa madre di Portaromana, a Nocera Superiore. Le giovani hanno emesso la Prima Professione Religiosa nella parrocchia francescana di Santa Maria degli Angeli, durante la Celebrazione Eucaristica presieduta dal consigliere generale p. Jorge Jimenez dei Servi di Maria. Un momento di grande grazia per la casa religiosa e soprattutto per le sei giovani: Isabel Gomes, Natalia Da Concecao, Paulina Clemensia Maitakai, Meliana Eko, Maria Hermince ed Elisabeth Kambaip Kiop. Attorno a loro si sono strette le consorelle di Portaromana e quelle arrivate da diverse altre parti d’Italia. «Ringraziamo di cuore la comunità dei frati francescani e quanti hanno partecipato e condiviso questa nostra gioia e chiediamo di accompagnare con la preghiera queste sorelle», ha commentato suor Agnese Pignataro della Casa madre della Congregazione.

Prima professione religiosa per sei indonesiane entrate a far parte della Congregazione delle Suore di Maria Addolorata

Le giovani suore con i celebranti e con le consorelle presenti

Al servizio di Cristo sofferente

Tempo di Creato

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iubileo d’oro per suor Pace Gallina delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. La religiosa, in servizio da tanti anni accanto agli ammalati dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore, lo scorso 10 settembre ha festeggiato i 50 anni di professione religiosa nella Congregazione fondata dal beato Tommaso Maria Fusco. La celebrazione di ringraziamento, tenutasi nella parrocchia San Francesco di Paola a Pagani, è stata presieduta dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice. Insieme a suor Pace hanno festeggiato il giubileo d’oro anche suor Elena Urru, suor Maria Rita Gigliotti e suor Maria Teresa Vitolo.

a custodia del Creato come rilancio del territorio a partire dal turismo sostenibile. È stato questo il filone seguito nella IV Giornata Regionale della Custodia del Creato, promossa dalla CEC, tenutasi lo scorso 23 settembre a Caserta. Un momento di incontro e riflessione, curato dall’Ufficio problemi sociali e lavoro della diocesi di Caserta, in cui a testimonianza di chi combatte per la salvaguardia del territorio, si sono alternati dibattiti di chi quotidianamente ha cura delle bellezze del Creato. Un tema su cui hanno discusso Mario Felicoli, direttore della Reggia di Caserta, Massimo Osanna, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, e Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum, e il regista Ferdinando Muraca. Simbolo della manifestazione, un albero fatto di materiale riciclato, di cui i presenti sono stati omaggiati. A chiudere la giornata la veglia di preghiera presieduta dal cardinale Crescenzo Sepe. Martina Nacchio

Suor Pace Gallina

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

La fede si esprime attraverso le parole. Alcune sono cadute in disuso, altre sono coperte di polvere, altre sono ormai incomprensibili. La rubrica si propone di rileggere il patrimonio della fede attraverso alcune parole essenziali

“Sono la Madonna del Rosario” La tradizione attribuisce la preghiera a san Domenico di Guzman dopo un’apparizione della Madonna. Il Rosario, la cui storia passa per Lourdes, Pompei e Fatima, ha trovato così il suo posto nella vita del popolo di Dio

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uindici anni fa, all’inizio del terzo millennio, Giovanni Paolo II proclamò un Anno del Rosario e chiese al mondo cattolico di riscoprire quella preghiera che da secoli accompagna la vita della Chiesa, una preghiera che non poteva essere considerata solo una pia pratica ma doveva essere proposta come uno dei sentieri privilegiati della vita orante della Chiesa. Il Pontefice, che a buon diritto può essere definito il Papa più mariano della storia, volle accompagnare questo anno speciale con un documento che dona una nuova veste a questa pre-

ghiera antica: Rosarium Virginis Marie. Vale la pena leggerlo. Un po’ di storia La preghiera del Rosario nasce nel Medioevo come una formula che adatta al popolo cristiano la preghiera liturgica, tipica della vita monastica (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2678). La tradizione attribuisce la preghiera a san Domenico in seguito ad un’apparizione della Madonna. Siamo agli inizi del XIII secolo, segnato da una diffusa crisi di credibilità ecclesiale ma anche dalla forza rinnovatrice degli ordini mendicanti di Francesco di Assisi e

Nella preghiera del Rosario “riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore” (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, 1)

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Domenico di Guzman che diedero uno straordinario impulso alla riforma della vita ecclesiale. È bello pensare che proprio all’inizio di quel grande rinnovamento la Vergine Maria, sempre attenta e premurosa, sia apparsa per raccomandare una preghiera che era in parte già conosciuta ma che, nei secoli successivi, sarebbe diventata la formula orante utilizzata dal popolo cristiano. Il Rosario ha trovato così il suo posto nella vita del popolo di Dio, come una piccola sorgente che poco alla volta si è ingrossata diventando un grande fiume. Un cammino lungo e complesso che si è realizzato attraverso diverse tappe e con il fattivo contributo di tanti umili cristiani. Nessuna preghiera è stata raccomandata più del Rosario. Nel magistero pontificio della Chiesa possiamo contare 20 documenti dedicati al Rosario e tra questi 11 encicliche. Il Concilio Vaticano II non parla espressamente del Rosario perché intende sottolineare la centralità dell’azione liturgica, ma ha esortato tutti fedeli ad avere “in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso la Beata Vergine raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa” (Lumen gentium, 67). Tra que-


ste pie pratiche, che hanno mantenuto viva la fede del popolo di Dio, un posto speciale spetta proprio alla preghiera del Rosario. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) dà una nuova dignità alla preghiera mariana, presentandola tra quelle forme oranti che favoriscono la meditazione dei misteri di Cristo (n. 2708). A Fatima La storia del Rosario passa per Lourdes, non dimentichiamo che in questo piccolo villaggio dei Pirenei la Madonna appare con una corona tra le mani. Qualche anno più tardi fa tappa anche nella valle di Pompei dove un giovane avvocato riceve l’ispirazione di costruire una chiesetta per promuovere il Rosario. Vorrei però soffermare l’attenzione su quello che avvenne a Fatima che possiamo senza dubbio considerare come un passaggio che ha dato ancora maggiore credibilità alla preghiera mariana. Nel 1917, mentre in Europa si combatte la grande guerra, in una collinetta non lontano da Fatima, una Signora tutta vestita di bianco appare a tre fanciulli. Fin dall’inizio chiede loro di dire il Rosario e fare sacrifici per i peccatori. Suor Lucia testimonia che fino a quel momento essi face-

vano quella preghiera ma in modo saltuario e superficiale, spesso dicevano il Rosario limitandosi a dire “ave Maria / santa Maria”. Da quel momento divenne la preghiera privilegiata e s’impegnarono a recitarla con una particolare devozione. Nelle Memorie di suor Lucia troviamo un episodio davvero commovente. Per impaurire i piccoli veggenti e costringerli a negare le apparizioni, il sindaco li aveva messi in prigione assieme ai detenuti comuni. Stavano nella stessa cella. “Decidemmo allora di dire il nostro Rosario. Giacinta si toglie una medaglia che aveva al collo e chiede a un detenuto il favore di attaccarla a un chiodo che c’era sulla parete e in ginocchio, davanti a quella medaglia, cominciammo a pregare. I detenuti pregavano con noi, seppure non sapevano pregare; per lo meno stettero in ginocchio”. Quella preghiera, recitata dal cuore limpido di quei fanciulli, commosse anche gli uomini abbrutiti dal male. Lucia racconta anche un altro particolare biografico, non meno significativo che avvenne quando aveva solo sei anni. Al termine della prima confessione il sacerdote le disse: “Ti metti in

ginocchio ai piedi della Madonna e le domandi con grande fiducia che abbia cura del tuo cuore e lo prepari per ricevere degnamente domani il suo caro Figlio e che lo conservi per Lui solo!”. Spiega Lucia: “C’erano in chiesa parecchie immagini della Madonna. Ma siccome le mie sorelle adornavano l’altare della Madonna del Rosario, perciò io ero abituata a pregare davanti a quella; e così ci andai anche questa volta a chiederLe, con tutto l’ardore di cui ero capace, che conservasse solo per Dio il mio povero cuore”. È solo un piccolo dettaglio ma alla luce di quello che avvenne pochi anni dopo, comprendiamo che si tratta di un tassello di un mosaico che il buon Dio stava realizzando. Nell’ultima e più famosa apparizione di Fatima, quella in cui avvenne il miracolo del sole, la bella Signora svela la sua identità: “Sono la Madonna del Rosario”. È come il sigillo della rivelazione e l’inizio di un nuovo cammino, personale ed ecclesiale. “Si progredisce più in poco tempo di sottomissione e dipendenza da Maria che durante anni interi di iniziative personali, appoggiati soltanto su se stessi” (San Luigi Maria Grignion di Montfort, Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine, n. 155).

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INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Insegnanti di religione

Il Vescovo, in qualità di delegato della Conferenza Episcopale Campana, presiede il convegno annuale degli insegnanti di religione cattolica che si tiene dal 12 al 14 ottobre a Cava de’ Tirreni.

Azione Cattolica regionale

Il 15 ottobre il Vescovo presiede la Santa Messa nella parrocchia Santa Maria delle Grazie di Angri per l’incontro regionale dei consigli diocesani di Azione Cattolica. Un appun-

tamento itinerante, che quest’anno fa tappa nella Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno.

Donarsi a Cristo

Il 18 ottobre il Vescovo presiede l’ordinazione diaconale di tre seminaristi della Diocesi. Appuntamento alle ore 18.00 nella Concattedrale di San Michele Arcangelo di Sarno.

Settimana sociale dei Cattolici

Il Vescovo è a Cagliari dal 26 al 29 ottobre per partecipare agli appuntamen-

ti in programma per la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani.

Commemorazione dei defunti

Il 2 novembre il Vescovo presiede la Santa Messa al cimitero di Sarno, alle ore 11.00, e nella cappella del cimitero di Nocera Inferiore, alle ore 16.00.

Esercizi spirituali Monsignor Agostino Superbo, arcivescovo emerito di Potenza, presiede gli Esercizi spirituali per il clero che si tengono dal 6 al 10 novembre ad Alberi di Sorrento.

Iuvenescit Ecclesiae Il 19 ottobre, alle ore 20.00, il Vescovo presiede l’inaugurazione della Casa per le aggregazioni laicali Iuvenescit Ecclesiae. La struttura, che è ubicata in via Napoli a Nocera Inferiore, servirà le associazioni e i movimenti che operano in Diocesi per incontri di formazione e programmazione.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

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Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” Tante le meraviglie che Dio ha compiuto durante il 45esimo pellegrinaggio diocesano a Lourdes, organizzato dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza

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randi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,49): un tema celestiale, sprigionato dal cuore purissimo della Vergine Maria, che ha accompagnato il 45° pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Un tema che mi è profondamente caro, diventato nel tempo la mia preghiera di ringraziamento al Signore che, ancora una volta, mi invitava a scoprire la magnificenza delle sue opere. Con questo dolce cantico nel cuore, il 20 agosto 2017, sulle orme di Maria, ci siamo alzati e siamo andati verso quella meta in cui l’amore e la sofferenza si fondono in uno dei disegni divini più belli: il servizio. E nell’aria di Lourdes quest’anno aleggiava un “Magnificat” continuo. Nel sorriso luminoso che Lu-

cia rivolgeva a quella cara amica che l’accompagnava con la sua dolcezza. Nella gioia di Malindi quando la mamma invitava tutti a festeggiare il giorno della sua prima comunione a Lourdes. Nell’amore di Gennaro verso quella sorella piena di carezze tanto premurose. Nelle lacrime di commozione di Maria, mamma fiera e grata a quel figlio capace di ogni amorevole attenzione. Nell’ironia di Nicolina, imbarazzata per le teneri accortezze della nuora. Negli occhi di Franca, resi dolci dalla forza dell’amore di un figlio. Nell’emozione di Francesco, prossimo all’ordinazione sacerdotale, con la quale avrebbe rinnovato la sua disponibilità totale al servizio di Dio. In tutti noi, fratelli e sorelle della P.U.A.C.S., nella volontà di farci pros-

simi ai sofferenti per poter riflettere uno spiraglio della carità divina. Come non esultare nello spirito, insieme a Maria, davanti a tante meraviglie di nostro Signore? “Dove è Dio, lì vi è amore. E dove è amore, vi è sempre servizio” (santa Teresa di Calcutta). Quanta beatitudine trapela dall’amore verso il prossimo che soffre! Condividendo umilmente la via dolorosa si può essere innalzati fino al Cuore di Dio. Ritornando da Lourdes, quel cantico sussultava ancora di più nei nostri cuori, ricordandoci le grandi cose che compie in noi l’Onnipotente. Il suo suono non è svanito, credo ci accompagnerà per molto tempo ancora. Lucia Squitieri

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Santa Maria dei Bagni Scafati

Essere i supereroi degli altri

“A I bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione a settembre insieme al piccolo Jacopo, p. Massimo e le catechiste

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Eucarestia: il nutrimento della Chiesa

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ove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”: l’ultimo versetto del Vangelo di domenica 10 settembre deve essere per ciascun fedele la certezza che il Signore cammina e precede ogni passo per essere autentica Chiesa nel mondo. Durante l’omelia p. Massimo ha voluto ricordarlo, in primis, agli otto bambini che ricevevano per la prima volta il dono dell’Eucarestia ma anche a tutto il popolo di Dio riunito per la Celebrazione Eucaristica. Infatti, anche un bambino, il piccolo Jacopo, nella stessa Messa è stato battezzato, e, vivere il sacramento con lui, è stata occasione per ricordare il seme di santità che fin dalla tenera età viene posto nel cuore di ognuno. Soltanto nutrendo questo seme con la Parola di Dio e il Suo preziosissimo Corpo e Sangue si avrà compreso il vero senso del cammino terreno. Livia Rossi

mare se stessi” ed “essere supereroi degli altri” sono solo alcuni dei sei temi che hanno accompagnato i ragazzi del campo scuola della parrocchia di Bagni. Il campo è stato promosso dalla famiglia francescana: i ragazzi della Gi.fra. si sono occupati dell’organizzazione e dell’animazione mentre gli adulti dell’Ordine francescano secolare hanno dedicato il loro tempo alla cucina. Quest’anno l’iniziativa è stata rivolta a tutti i ragazzi che hanno ricevuto la Prima Comunione e agli araldini, così da poter rendere più leggero l’ingresso dei bambini nel gruppo. Ogni giorno si è dato spazio alla preghiera, alla formazione con la lettura di un passo del Vangelo o delle fonti francescane, e due ore dedicate completamente ai giochi. Non è mancato nemmeno l’attenzione all’ambiente e al Creato che è stato lodato durante l’uscita tenutasi a Salerno, in un parco immerso nel verde. Annabella Iannone Campo scuola per i bambini dell’ultimo anno del catechismo con gli araldini

FOTONOTIZIA

Il 19 settembre scorso, mons. Giuseppe Giudice ha presieduto la Celebrazione Eucaristica presso la cattedrale di San Prisco con tutta l’Azione Cattolica diocesana. Un’occasione per salutare e ringraziare gli assistenti dello scorso triennio e per accogliere i nuovi sacerdoti che guideranno l’associazione per i prossimi tre anni.

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San Teodoro Martire Sarno

Pronti a scattare

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a fiamma si è riaccesa durante l’udienza per i 150 anni dell’Azione Cattolica, sono bastati un vecchio inno e le parole di papa Francesco “Azione Cattolica è passione cattolica” a darci la giusta carica per rimetterci in gioco. Finalmente ad ottobre riapre i battenti l’A.C.R., il settore dell’Azione Cattolica dedicata ai ragazzi dai 6 ai 14 anni. Un’esperienza educativa e di crescita in cui i ragazzi, guidati dagli educatori, sono stimolati a sperimentarsi e mettersi in relazione con gli altri attraverso attività di gruppo. L’A.C.R. è un percorso su misura di bambino, che non si contrappone alla tradizionale formazione ai sacramenti, ma si affianca per rendere più dinamica ed entusiasmante l’esperienza di fede in parrocchia. Sarà possibile già dalla prima domenica di ottobre incontrare gli educatori alla Santa Messa delle ore 11.00 animata dai giovani e giovanissimi di Azione Cattolica. L’A.C.R. è gioco e divertimento, ma è soprattutto incontro con Gesù. Ettore Mancusi

Dall’album dei ricordi: Acr anno associativo 2006/2007, gemellaggio con la parrocchia S. M. Maddalena de Pazzi di Roma

Sant’Anna Nocera Inferiore

Il campo estivo

L’estate intensa della comunità

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state ricca di esperienze e forti emozioni per la nostra parrocchia. Il 2 luglio la comunità si è riunita attorno al parroco, mons. Mario Ceneri, per celebrare il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio. L’abbiamo vissuto in due momenti particolari: la veglia di preghiera a Fosso Imperatore e la Celebrazione Eucaristica a Fiano presieduta da mons. Giuseppe Giudice. Tanti i fedeli presenti e tante le emozioni vissute attraverso la proiezione di alcune immagini riproposte in maxi schermo e con i fuochi d’artificio. A metà luglio invece si è tenuta l’Estate Ragazzi. Sul tema “Harry Potter e la pietra filosofale” i nostri ragazzi hanno vissuto una settimana all’insegna della formazione e del divertimento. Dal 30 luglio al 2 agosto, invece, abbiamo vissuto l’esperien-

za del campo estivo a Paestum. Sono stati quattro giorni in cui la formazione, l’allegria e la condivisione di certo non sono mancate e hanno impreziosito i cuori dei ragazzi e degli educatori. La comunità ha vissuto le feste patronali di sant’Anna a Fiano e Materdomini a Fosso Imperatore rinsaldando nella fede l’esperienza comunitaria. Arricchiti dalle esperienze vissute ora siamo pronti per iniziare un nuovo anno. Angela Morrone e Anna Barile

L’Estate Ragazzi

Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Giudice per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio di mons. Mario Ceneri

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NEWS DALLE PARROCCHIE La delegazione parrocchiale e don Natalino Gentile a Guardia Sanframondi

Santa Maria Addolorata Roccapiemonte

Tra fede e folclore

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uanti sono stati i turisti-pellegrini che domenica 27 agosto hanno assistito alla conclusione dei riti di penitenza a Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento? Oltre i 100 mila! E tra es-

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si non è mancato il gruppo della parrocchia di S. Potito di Roccapiemonte. L’appuntamento è troppo importante perché si verifica ogni sette anni. E poi c’è la presenza qualificata del loro parroco che segue i riti dal

lontano 1968! Così, armati di buona volontà e di sediolini portatili, eccoli tutti sistemati lungo la strada, fin dalle 8.00 del mattino, per poter assistere alla solenne “liturgia”. Sfilano i “misteri” (sacre rappresentazioni viventi della storia sacra), salmeggiano dolenti e solenni gli oltre mille battenti a sangue seguiti dai flagellanti, poi altri misteri ed infine la bellissima Madonna piena d’oro. Fino al calar della sera. Emozioni e sentimenti, fede e folclore: uno spettacolo unico, davvero l’Apocalisse, cioè la rivelazione dell’Infinito. don Natalino Gentile


Forania di Nocera Inferiore

Sant’Alfonso Maria Fusco a Nocera Inferiore

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iorni di grazia per Nocera Inferiore: dal 10 al 30 settembre le spoglie di sant’Alfonso Maria Fusco sono state accolte dalle parrocchie della forania nocerina. Dal 10 al 13 settembre, il corpo del santo sacerdote angrese ha sostato a San Matteo Apostolo per essere traslato poi dal 13 al 17 settembre, a Maria Immacolata, dove hanno partecipato alla preghiera anche i fedeli della parrocchia di San Giovanni Battista in Cicalesi. Dal 17 al 20 settembre, le reliquie sono state esposte alla venerazione presso la cattedrale di San Prisco, insieme ai parrocchiani di San Giuseppe e S.S. Simone e Giuda. Ad accogliere le spoglie, dal 20 al 24 settembre, la comunità Santissimo Corpo di Cristo. San Bartolomeo Apostolo ha aperto le porte al novello santo della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, dal 24 al 27 settembre, insieme ai fedeli di Sant’Anna. La peregrinatio di sant’Alfonso Maria Fusco è terminata presso la parrocchia di Santa Maria del Presepe, dal 27 al 30 settembre. M.P.

FOTONOTIZIA

Le spoglie mortali di sant’Alfonso Maria Fusco verso la cattedrale di San Prisco

Dopo 20 anni di fruttuoso lavoro, padre Damiano Antonino ha lasciato la parrocchia Santissimo Corpo di Cristo a Nocera Inferiore. Il 10 settembre scorso, la comunità ha celebrato l’Eucarestia ringraziando il Signore per il dono del ministero di padre Damiano. Un’occasione per salutare con affetto il religioso.

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IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete I ragazzi paralimpici della Gabry Dance

Giacomo Celentano e la moglie Katia

Gli Amici del Presepe insieme al parroco padre Aldo D’Andria, Maria Grazia Bonagura, Mariano Rotondo e il piccolo Emmanuel

Francesco Messori

Il rapper Shoek

“Musica e Testimonianza”, nuovo successo

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dizione con i fiocchi, la diciannovesima di “Musica e Testimonianza”, la due giorni del Festival delle Fede promossa dall’associazione “Amici del Presepe” insieme alla parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Poggiomarino. E come ogni anno non sono mancati ospiti di richiamo, “star” conosciute al pubblico in grado di lanciare messaggi di speranza oltre che, appunto, di Fede. Sul palco poggiomarinese è salito, tra gli altri, Giacomo Celentano, figlio del grande Adriano “il molleggiato” e che nel suo curriculum conta una partecipazione al Festival di Sanremo. Il figlio di Adriano e Claudia Mori, oltre ad esibirsi con la moglie Katia, ha naturalmen-

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te raccontato la propria esperienza, e di come la Parola e il Signore gli abbiano fatto vedere la luce in fondo ad un lungo e buio tunnel. Nella stessa serata, la prima, c’è stato anche Francesco Messori, punto di riferimento per chi anche con gravi menomazioni, intende farcela. Francesco, oggi 18enne, è nato senza una gamba, ma non ha mai smesso di sognare di diventare un calciatore. E così ha creato la nazionale italiana amputati, squadra che oggi si batte in tutto il pianeta per i mondiali e gli europei di categoria. E sempre tra gli sportivi, è arrivata a Poggiomarino una delle “signore del tennis”, Mara Santangelo, vincitrice di un Roland Garros nel doppio, di una Fed Cup e numero 23 del ranking mondia-

le Wta. La Santangelo ha raccontato della morte della madre in un incidente quando era ancora una ragazzina, della sua malformazione ad un piede e del suo incontro con Cristo. Commovente inoltre il rapper Shoek, nato a San Patrignano poiché i genitori tossicodipendenti erano ospiti del famoso centro. Anche lui, a lungo, ha vissuto tra droghe e crimini per poi trovare la retta via al servizio del Signore, cantando per l’evangelizzazione. Momenti di forti emozioni, infine, con i ragazzi paralimpici della Gabry Dance che ogni anno strappano lacrime e applausi. E intanto gli “Amici del Presepe” sono già al lavoro per il 2018 che coinciderà con il ventennale di “Musica e Testimonianza”.

Giacomo Celentano, Mara Santangelo, Shoek e i ragazzi paralimpici hanno riempito di gioia Poggiomarino

La signora del tennis Mara Santangelo


PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO La Celebrazione Eucaristica, presieduta da padre Aldo D’Andria e arricchita dalla presenza della statua di san Pio portata dal Terzo Ordine Francescano

Un momento della manifestazione

“Abili nella diversità” Grande successo la quinta edizione di “Diversamente Insieme” organizzata dall’Adaap. Per il presidente VirginIa Raiola l’evento è un progetto permaneNte di integrazione

FOTONOTIZIA

Non potevano che essere 13. Poggiomarino ha anticipato il pellegrinaggio diocesano recandosi a Fatima con padre Aldo, per visitare Maria nel centenario delle apparizioni ai tre pastorelli. Non da meno la visita nei luoghi “Antoniani” con la Santa Messa celebrata dal nostro parroco nella basilica dedicata a sant’Antonio.

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Adaap – Associazione Diversamente Abili ed Amici Poggiomarino – sabato 23 settembre ha organizzato l’evento “Diversamente Insieme”. Quest’anno, per la quinta edizione, la manifestazione si è tenuta presso l’Anfiteatro comunale del Centro Polivalente dove sono arrivati associazioni ed amici non solo di Poggiomarino. I volontari e gli amici diversamente abili dell’Adaap, in collaborazione con i giovani del Circolo Anspi “Oratorio San Gaspare Bertoni”, hanno dato vita ad un bellissimo musical mostrando come è davvero possibile abbattere le barriere della “diversità” e camminare insieme. Il Terzo Ordine Francescano ha portato alla Celebrazione Eucaristica la statua di san Pio di Pietrelcina nel giorno della sua Festa e il parroco padre Aldo D’Andria ha sottolineato in modo particolare come dall’umile frate delle nostre terre possiamo imparare lo zelo per servire i nostri fratelli “abili nella diversità”. Particolarmente emozionante è stata la presentazione in pompa magna del Gonfalone dell’Adaap, portato all’altare accompagnato dalla musica della “Banda Don Mosè Mascolo” di Sant’Antonio Abate. La giornata è proseguita con balli, giochi e con gli amici a quattro zampe dell’A ssociazione “Domus Animalium” di Boscotrecase, ormai affezionatissimi ai ragazzi diversamente abili. Durante i saluti finali, l’assessore comunale Eugenia D’Ambrosio, presente ogni anno alla manifestazione, si è complimentata per lo spettacolo proposto dai ragazzi. Il presidente Virginia Raiola ha ribadito come “Diversamente Insieme”, grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti, non è soltanto una giornata di festa ma un progetto d’integrazione permanente.

FOTONOTIZIA

Gabry Dance. I colori di Poggiomarino sono arrivati fino a San Pietroburgo dove l’atleta di danza paralimpica Mariangela Correale si è classificata nei primi 5 posti al mondiale. È l’apice del successo di un maestro di ballo e di vita che ha trovato abnegazione cristiana nel mondo della disabilità. Da sempre impegnato in parrocchia e nel sociale, è doveroso dire “grazie” anche a Gabriele Cretoso e ai suoi ragazzi.

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO Alcune immagini del momento di festa nel salone parrocchiale

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omenica 10 settembre la nostra comunità ha salutato con commosso e caloroso affetto don Roberto Farruggio che termina, dopo 19 anni, il suo ministero di parroco tra noi. Un’intera comunità si è stretta intorno a don Roberto per dirgli grazie per tutto quello che ci ha donato in questi anni. Dove non giungevano le parole sono arrivati i gesti, gli sguardi, gli abbracci, le lacrime sul volto di tanti che esprimevano non solo l’inevitabile dolore del distacco ma anche la gratitudine per questi anni trascorsi insieme. La chiesa parrocchiale non è riuscita a contenere la folla di fedeli che ha partecipato all’ultima Celebrazione presieduta da don Roberto. Una serata ricca di emozioni, parole e gesti che la comunità tutta ha accordato come un'unica bella sinfonia per dire il suo grazie!

Il dono più grande Il saluto commosso della comunità Maria SS. di Costantinopoli di Nocera Superiore a don Roberto Farruggio che lo scorso 10 settembre ha presieduto la Celebrazione eucaristica. Due giorni dopo, il sacerdote ha iniziato il suo ministero pastorale nella città di Sarno

I doni della comunità. Abbiamo accompagnato don Roberto per il breve tratto di strada che dall’oratorio porta alla chiesa parrocchiale. Circondato da una folla di fedeli, il sacerdote è giunto sul sagrato dove ha scoperto il primo dono della comunità: una targa marmorea che intitola il salone parrocchiale e il museo dei Madonnari a don Roberto Farruggio. Un piccolo segno per dirgli che il suo nome resterà per sempre legato alla nostra comunità e a quanto egli ha costruito in questi anni. Dopo il saluto e il ringraziamento del sindaco Giovanni Maria Cuofano per il bene seminato in questi anni nell’intera città di Nocera Superiore, ecco il nostro secondo dono, una tela dipinta da un artista madonnaro che raffigura don Roberto durante la Consacrazione Eucaristica. Davanti al portone d’ingresso ancora un altro dono, una casula sacerdotale con l’immagine dei nostri santi patroni Maria SS. di Costantinopoli e san Pasquale Baylon, affinché possa ricordarsi di noi ogni volta che celebrerà l’Eucarestia. Le parole del sacerdote. Al termine della celebrazione, il saluto commosso della comunità e dei gruppi parrocchiali, in-

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La tela di un madonnaro, uno dei tre doni che la comunità ha fatto a don Roberto


Don Roberto insieme ai seminaristi Fabio Senatore, Antonio Padovano Sorrentino, Domenico Petti e Giuseppe Villani

terrotto da applausi scroscianti e occhi lucidi. Anche don Roberto non ha risparmiato lacrime e ringraziamenti e ci ha esortati a continuare il nostro cammino sempre sotto il segno dell’unità e dell’amore vicendevole, caratteristiche che devono distinguere una vera e bella comunità cristiana. Infine, tutti i fedeli hanno voluto fargli gli auguri per il suo nuovo ministero e si sono accalcati per salutarlo e ringraziarlo. Nel salone parrocchiale il taglio della torta e l’augurio della comunità con l’ultima sorpresa, un simpatico video-racconto dei momenti più belli vissuti insieme, preparato dal gruppo giovanissimi di Azione Cattolica. Insieme a Sarno. Il dono più grande che la comunità intera ha fatto all’amato sacerdote è stato certamente l’affetto e l’amore di cui lo ha circondato in questi giorni e con cui lo ha accompagnato fino a Sarno, dove ora lo attende la sua nuova missione di parroco. Ben 4 pullman di fedeli, infatti, hanno invaso le strade della cittadina sarnese martedì 12 settembre per accompagnare don Roberto nel giorno del suo ingresso nelle tre parrocchie a lui affidate. La lettera di saluto. Desideriamo ricordare un passaggio della lettera di saluto che don Roberto ha scritto alla nostra comunità parrocchiale: «Rendo grazie a Dio, che nel Suo infinito amore mi ha chiamato ad essere Sacerdote, affidandomi il più grande dono che si possa affidare ad un uomo. Grazie mia amata e indimenticabile comunità Maria SS. di Costantinopoli! Mi avete accolto come fratello, figlio e padre… Sei stata la mia prima comunità come parroco, ed è vero: il primo amore non si scorda mai! Con voi ho imparato ad essere parroco, ad essere pastore, ad essere padre… Ad essere dono!». È stato questo il dono più grande che abbiamo ricevuto da te: il tuo “essere dono”. Ed è stato questo il dono più grande che noi abbiamo voluto farti: l’amore, l’affetto e la gratitudine che avremo per te… per l’eternità! La comunità parrocchiale OTTOBRE 2017 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI In redazione Mariarosaria Faiella e Alessia Bove

La targa

Alcune donne al pozzo realizzato in Burkina Faso dalla comunità San Giovanni Battista di Cicalesi e da quella di Sant’Anna in Fiano e Fosso Imperatore di Nocera Inferiore

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ediamo sempre più spesso come i soldi che in un modo o nell’altro doniamo vengono sperperati. Non è così per la nostra comunità! A distanza di quasi due anni è una soddisfazione per tutti vedere quella targa consumata dal sole! Sì, perché quando è stata posta non si era considerato di esporla alla luce diretta del cocente sole africano. Ma la soddisfazione maggiore è sapere che grazie a quella targa le donazioni che la nostra comunità e quella di Fosso-Fiano fe-

cero hanno significato VITA dignitosa per un intero piccolo villaggio. Quando decidemmo di fare il pozzo, chiedemmo di poterlo realizzare in qualche posto dove altri non erano giunti a causa della distanza e del disinteresse. Con sacrificio siamo tornati su quei lunghi e faticosi passi e insieme ci siamo sentiti utili, perché abbiamo come comunità aiutato Dio a mostrarsi Padre benevolo e datore di vita! Mariarosaria Faiella e Alessia Bove

Il gruppo del 18 giugno

Il gruppo del 3 settembre

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Costruito un altro pozzo in Africa

Il gruppo del 2 luglio

Alla 37esima Rassegna Nazionale culturale sportiva “Gioca con il sorriso” organizzata dall’ANSPI dal 31 agosto al 7 settembre a Bellaria Igea Marina (Rimini), era presente anche la squadra parrocchiale di calcio a 5, che non ha sfigurato nella categoria maturi. Da sinistra in piedi: Canzolino, Terracina (secondo allenatore/ preparatore atletico), Cuomo, Battipaglia, De Conte, Nacchia (allenatore). Da sinistra in ginocchio: Marrazzo, Bisaccia, Treglia, Boffardi.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN BARTOLOMEO APOSTOLO - NOCERA INFERIORE Giornata trascorsa al Castello Fienga. Divertimento assicurato per i più piccini con il giro sul trenino

LA GIOIA

di stare insieme LE ATTIVITÀ ESTIVE DELLA COMUNITÀ SAN BARTOLOMEO APOSTOLO A NOCERA INFERIORE, GUIDATA DA DON MARCO LIMODIO

L’ 22 luglio 2017: giornata a Rainbow MagicLand, il parco divertimenti più grande di Roma

estate è tempo di condivisione, occasione preziosa per stare insieme. E la parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Nocera Inferiore, guidata da don Marco Limodio, ha organizzato tantissime iniziative rivolte a grandi e piccini: giornate al parco, gite, il campo per i ragazzi di Azione Cattolica, un ritiro nella splendida cornice di Ravello e una fantastica giornata a Rainbow MagicLand, il più grande parco divertimenti di Roma. Occasioni preziose per sperimentare la gioia di stare insieme. Pubblichiamo alcuni scatti di queste meravigliose esperienze. Maria Felicia Capaldo

15 luglio 2017: giornata di ritiro a Ravello

26 giugno - 11 agosto, Campo Azione Cattolica Ragazzi nei locali della casa canonica della parrocchia e presso l’Oratorio San Domenico Savio

I ragazzi dell'ACR con il parroco don Marco Limodio

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI COORDINATORE REDAZIONE PARROCCHIALE: MICHELE RAIOLA

Segna in agenda! Il nuovo Anno Pastorale è iniziato nel migliore dei modi: partecipando insieme all’Eucarestia della domenica E una sorpresa, il dono dell’agenda e del calendario parrocchiale

Il calendario e l'agenda parrocchiale

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nche questo Anno Pastorale è cominciato con la celebrazione di apertura delle 20.00 dell’ultima domenica di settembre. Una consuetudine, ormai, quella di dare il via a tutte le attività con il centro della vita della parrocchia: l’incontro con il Signore nella Santa Messa. Tutti gli operatori pastorali – oltre 180 – si ritrovano nella stessa Eucaristia per chiedere la grazia di vivere questo nuovo anno nella volontà di Dio. Ogni collaboratore della parrocchia, nel giorno in cui ha ricevuto il mandato da parte del parroco, ha ricevuto in dono anche un segno esteriore per esprimere il lavoro affidatogli: una maglia, un mantello, un camice, una spilla, un ciondolo e così via. Durante la celebrazione di apertura tutti indossano questo segno esteriore per testimoniare agli altri l’impegno senza il quale la comunità non potrebbe andare avanti. A un certo punto della celebrazione, tutti gli operatori pastorali vengono chiamati per nome e ricevono in dono l’agenda parrocchiale, uno strumento che li aiuti a mettere insieme gli impegni della vita personale con il compito di annuncio che ognuno ha nel suo specifico. Uno strumento realizzato con attenzione, dove sono riportati gli appuntamenti di tutto l’anno giorno per giorno. In questa domenica, un dono viene fatto anche a tutti i fedeli che partecipano alle Sante Messe: il calendario parrocchiale, con tutte le attività della parrocchia. Si cerca di mettere tutti nella condizione di poterci essere sapendo per tempo quanto si fa e imparando a programmare insieme le cose, perché ognuno si senta parte di un cammino che si fa come comunità e non come folla. Don Giuseppe Pironti


I bambini che hanno partecipato alla settimana estiva, insieme al parroco don Enzo Di Nardi e agli animatori

A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

La gioiosa settimana estiva

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osa vuol dire settimana estiva? Vuol dire fare squadra! Vuol dire mettersi in gioco con la consapevolezza che non si finisce mai di scoprire i doni che Dio ci fa, anche attraverso lo sguardo di un bambino. Durante questa settimana ci siamo dedicati “all’essenzialità”, ossia al rinunciare, per qualche giorno, alla televisione, al cellulare, ai vestiti e alle scarpe firmate, al trucco e a tutte quelle piccole comodità che molto spesso, quando siamo a casa, non ci rendono pienamente liberi. Tutta la settimana è stata interamente dedicata al gioco, alle attività, al divertimento e alla scoperta. Il primo giorno gli educatori si sono impegnati ad illustrare il programma della settimana a tutti i genitori e ai bambini che desideravano iscriversi e partecipare alle varie attività. Il secondo giorno ha avuto inizio la vera e propria settimana di festa con i giochi in Piazza Scarpa, qui i bambini hanno rincontrato gli amici dopo la lunga estate e ne hanno conosciuti molti altri attraverso giochi di conoscenza, imparando così il gioco di squadra. Il terzo giorno è sempre quello dedicato alla “cultura”. Quest’anno i bambini sono stati a Sarno, precisamente ad Episcopio, e hanno visitato la cattedrale di San Michele Arcangelo, ammirando la bellezza di una chiesa piena di storia. Il quarto giorno: tutti in piscina! In una settimana estiva che si rispetti non può certo mancare una giornata durante la quale i bambini possano divertirsi facendo un bel tuffo in piscina, ricordando che in fondo l’estate non è ancora finita. Così, grazie alla disponibilità della struttura “Vitalica” a Sar-

no, i piccoli hanno trascorso una piacevolissima giornata. Il quinto giorno giochi con l’acqua in Piazza Scarpa. Palloncini d’acqua da lanciarsi stando attenti a non farli scoppiare, spugne bagnate per far canestro, bicchieri bucati per trasportare acqua e chi più ne ha più ne metta... insomma una giornata in cui era impossibile non bagnarsi. Il sesto giorno Cinema Sotto le Stelle. Quest’anno il titolo scelto è stato “Alla ricerca di Dory”. Dory è una “pesciolina” smemorata che intraprende un viaggio alla ricerca dei genitori che ha perduto quando era solo una cucciola. È un viaggio ricco di ostacoli, insidie, pericoli, ma anche di tanti incontri con nuovi personaggi pronti ad accompagnarla e aiutarla nella sua avventura. Il settimo ed ultimo giorno, i nostri bambini hanno partecipato alla Santa Messa accompagnati dai loro genitori. A seguire, tutti i bambini, i genitori e noi animatori insieme a don Enzo ci siamo riuniti nel salone della parrocchia per festeggiare la fine di questa splendida settimana e l’inizio di un nuovo anno insieme. Insomma, la settimana estiva rappresenta sì la conclusione di un cammino spirituale annuale, ma è sicuramente anche il trampolino di lancio per il nuovo anno che ci aspetta. Stella Giordano e Ludovica Amodio

I bambini della parrocchia Santa Maria del Carmine di Pagani sono stati protagonisti di una settimana pensata dagli animatori su misura per loro. Giochi, cultura e tanto sano divertimento prima di riprendere il nuovo anno

Alcuni momenti dell’iniziativa

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI Foto Salvatore Alfano

La statua di sant’Alfonso Maria Fusco in processione per le strade di Angri

Angri si prepara a vivere i festeggiamenti in onore di sant’Alfonso Maria Fusco, nel primo anniversario della canonizzazione. Tanti gli eventi in programma dal 5 all’8 ottobre

Il Santo della Provvidenza

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a Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, con la collaborazione di un nutrito gruppo di volontari e in comunione con la parrocchia della Santissima Annunziata e Santa Maria del Carmine di Angri, la Forania di Angri e la Diocesi di Nocera – Sarno, ha organizzato una serie di eventi per celebrare la memoria della canonizzazione di sant’Alfonso Maria Fusco, avvenuta il 16 ottobre 2016. Gli appuntamenti. Si parte con un Triduo di ringraziamento a Dio per il dono di sant’Alfonso Maria Fusco con il Santo Rosario e la Messa alle 18.30 presso la Chiesa del Carmine nei giorni 5-67 ottobre. Venerdì 6 ottobre, a partire dalle ore 20.00, avrà luogo presso la Casa Madre delle Suore Battistine, in via Maddalena Caputo, “Una notte sui luoghi di sant’Alfonso Maria Fusco”, una notte bianca con visite guidate, mostre fotografiche, musiche, canti, preghiere e un piccolo angolo gastronomico. Nel corso della serata sarà presentato il nuovo libro di suor Lina Pantano “Sant’Alfonso Maria Fusco: i giorni della canonizzazione” - Editoriale Progetto 2000, un volume che ripercorre l’intero iter che ha portato alla canonizzazione del sacerdote di Angri e fondatore della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista. La grande novità di questa edizione della notte bianca è la presenza dei Madonnari che arriveranno a Casa Madre già dal primo pomeriggio e ricorderanno, con i loro disegni, la vita del Santo di Angri. Sabato 7 in piazza Annunziata si esibirà, dalle ore 21, il gruppo Poterico direttamente da Italia’s Got Talent.

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Domenica 8 ottobre, a partire dalle 10.30, la new band di Angri suonerà per sant’Alfonso Maria Fusco nelle principali strade del centro di Angri. Alle ore 19, in piazza Annunziata, ci sarà la Solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal vescovo della Diocesi Nocera – Sarno, mons. Giudice durante la quale saranno benedetti la nuova statua di sant’Alfonso Maria Fusco e il pane delle Provvidenza. Al termine della Celebrazione, alle ore 21, andrà in scena in piazza Annunziata il recital “Sette note sul pentagramma della santità”, uno spettacolo per conoscere meglio la vita, la spiritualità e la grande attualità di sant’Alfonso Maria Fusco. Al termine dello spettacolo sarà donato il pane della Provvidenza e la sua statua sarà traslata in processione presso il museo di Casa Madre. «È già passato un anno – ricorda suor Lina Pantano, madre superiora della Provincia Italiana della Congregazione –. La celebrazione della memoria della canonizzazione di sant’Alfonso Maria Fusco possa diventare un’occasione per confrontare la nostra coscienza sul modello di vita di un grande uomo. È l’occasione per provare a chiederci come ciascuno, nella sua vita di cristiano, si muove rispetto a questa figura di santità. Vi aspettiamo numerosi dal 5 all’8 ottobre». Congregazione Suore San Giovanni Battista


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO La preparazione dei tappeti

La processione presieduta dal vescovo Giuseppe, al termine della Celebrazione eucaristica

Diario di una spettatrice Raffaella racconta il dietro le quinte dell’Infiorata di Casatori, giunta alla XXII edizione, celebrata dal 15 al 17 settembre scorso a San Valentino Torio

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itorno da lavoro un po’ stanca quando ricevo l’invito di un’amica che mi chiede di raggiungerla a tagliare i fiori. Ho immediatamente pensato: “Chissà cosa mi aspetta, non l’ho mai fatto prima. Sarò un pesce fuor d’acqua”. Diversi pensieri mi frullavano in testa, anche perché non sono originaria di Casatori, ma con la curiosità che mi contraddistingue ho accettato l’invito, pronta a vivere questa nuova esperienza. Era la mia prima volta dietro le quinte dell’Infiorata! Non avevo mai visto come si articola il lavoro alle spalle di questa manifestazione fatta da tappeti floreali dai colori variopinti. All’entrata della parrocchia ho notato tante persone, adulti, bambini e signore “diversamente giovani”, ognuna con un compito preciso. È stato come entrare in un alveare fatto di uomini all’interno del quale tutto si muove al suono di risate, chiacchiere e speranze. Tutti con un unico scopo: quello di fare il possibile perché l’evento possa svolgersi nel migliore dei modi. Forbici, scatole e tantissimi petali delicati, un giardino sotto un cielo stellato. Nonostante l’ora tarda, i sorrisi non si centellinavano e le gare di lancio di fiori, e non solo, allietavano lo stare insieme. Ho subito percepito un’aria di coesione e forte aggregazione, ma allo stesso tempo anche un’apertura verso i nuovi arrivati. È stato per me quasi come entrare in una dimensione diversa, non saprei spiegarla a parole, ma posso descrivervi le sensazio-

ni da me percepite: serenità e senso di appartenenza. Come le note di una canzone. La cosa che mi ha colpito più di tutto è stato il lavoro certosino che i volontari compiono nella classificazione dei colori, l’attenzione profusa nel trattare e lavorare i petali con estrema delicatezza e nella loro successiva suddivisione in base al colore. L’obiettivo ultimo è permettere ad ogni singolo gruppo di infioratori di rendere al meglio il loro tappeto così da poterlo offrire alla Vergine Addolorata. Quanta devozione: pensieri, offerte, speranze riposte in ogni singolo petalo, come preghiere silenziose da deporre ai piedi della Madre di Nostro Signore. Tutto si è articolato come le note di una canzone che, se pur diverse tra loro in sonorità, insieme hanno dato vita ad una melodia unica nel suo genere. Purtroppo oggi la società vive tantissimi disagi e non sempre si riesce a farsi portavoce di valori quali la fratellanza e l’unione tra i propri membri. Eppure questo evento rappresenta uno dei rari momenti in cui i valori cristiani riescono ad esprimersi nella loro totalità. Oggi ringrazio quella mia amica perché mi ha permesso di conoscere una nuova realtà fatta di fede, amicizia e, perché no, anche di inclusività! Spero che le preghiere, nascoste nei petali, siano arrivate a destinazione. All’anno prossimo! Raffaella Marciano OTTOBRE 2017 Insieme

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Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Madre Rita Fiore

Il governo di madre Rita Fiore Le decisioni assunte dal consiglio nelle sedute del 16 ottobre e 13 dicembre del 1954 e del 3 gennaio 1955

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l 16 ottobre 1954 il governo generale di madre Rita Fiore si riunisce a Napoli per il ventiquattresimo consiglio e delibera il conseguimento del diploma di Maestra giardiniera, indicato anche con i titoli di Maestra di Grado Preparatorio, Scuola Magistrale o Metodo, per le suore Adalgisa e Brigida Mele. Questo percorso avverrà in due momenti: prima ci sarà l’esame di ammissione presso l’Istituto Froebeliano di Napoli, successivamente le religiose frequenteranno per tre anni la stessa scuola per il conseguimento del titolo di studio. Il Consiglio delibera inoltre di nominare madre Benigna Sica superiora del nuovo asilo infantile di Bitonto, suor Flora Spadaccino maestra e suor Lucia Belmonte cuciniera. Il 13 dicembre 1954 ha luogo il venticinquesimo consiglio generale e si delibera di comunicare al Cardinale di Napoli, S. Emin. Marcello Mimmi, la nomina a Protettore dell’Istituto, stabilendo come data della presa di possesso il 19 marzo successivo; di versare £ 20.000 alla Congregazione come acconto per le spese di copia delle Costituzioni dell’Istituto ad approvazione avvenuta e del Decreto della Santa Sede; di fissare al 6 gennaio successivo l’ingresso di sei ragazze nel postulandato del Centro O.N.M.I (Opera nazionale maternità e infanzia) di Pagani, stabilito come nuova sede ad hoc. A madre Letizia Manganelli, vicaria generale, è dato l’incarico di stilare per esse un orario parallelo a quello della comunità; di ammettere alla prima professio-

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ne religiosa la novizia Faustina di santa Chiara - al secolo Michelina Pagano - alla quale era stata rinviata di sei mesi la data; di esonerare per difficoltà economiche l’aspirante Maria Marchese di Pagani da tutti gli oneri economici. Questi ricadono sulla Cassa Generalizia. Si autorizza inoltre la madre vicaria Letizia Manganelli, superiora delle case di Pagani, all’acquisto di un Autobus FIAT 615 per servizio scolastico da pagare con le rate imposte alle famiglie degli alunni per tale servizio. Il 3 gennaio 1955 il ventiseiesimo consiglio delibera di accettare l’orario stilato dalla madre vicaria per la casa del postulandato e ne richiede una seconda copia per gli atti ufficiali unitamente alla tabella dietetica. Si stabilisce anche di accettare postulanti senza dote fino al raggiungimento del numero previsto dal Breve della Sacra Congregazione dei Religiosi. Il corredo, decoroso, sarà a carico della Cassa Generalizia. Alla determinazione si è pervenuti sulla base della constatazione che quasi tutti gli Istituti religiosi femminili hanno già adottato questa linea di condotta. Infine, si stabilisce che anche il periodo di postulandato e noviziato è a totale carico della congregazione. Ogni casa, secondo le proprie possibilità, si onererà di una quota mensile da devolvere alla casa di noviziato e postulandato. Questo al fine di non gravare le case di Pagani, dove si svolgono i relativi periodi di noviziato e postulandato, di ulteriori spese oltre quelle che già le pressano.


IN VERSI di mons. Giuseppe Giudice

SOLCHI PROFONDI Solchi profondi hanno arato nella mia anima. È caduto il seme: morirà marcirà rifiorirà. Come ogni vita. E se è anche solo per un attimo sempre sarà.

(Foto Salvatore Alfano)

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CULTURA ARTE... RISCHI

APPUNTAMENTI CULTURALI

di don Natalino Gentile

a cura di Martina Nacchio

Eventi culturali ed enogastronomici per un autunno ricco di novità Cioccolateano. Il 7 e 8 ottobre Teano si veste di dolcezza. Ha avuto il via l’undicesima edizione della manifestazione che trasforma il centro storico della città in provincia di Caserta in un teatro di stand gastronomici, chocolate show, degustazioni e laboratori artistici.

Il vigile… silenzioso

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ono sicuro che quasi nessuno nota quel piccolo, solenne personaggio antico, scolpito in altorilievo su una lastra di marmo e murato sulla parete dell’ingresso al Santuario di Materdomini, lato piazza. Uno di quei pezzi archeologici che ogni tanto suscitano l’interesse dello storico e la meraviglia del turista, per quel poco che si alza lo sguardo per ammirarlo. Non si sa da quanto tempo è sistemato in quella posizione; forse la ristrutturazione dell’edificio e la conservazione del pezzo hanno consigliato di murarlo in alto. Dove solo qualche colombo si posa e dove i ladri non riescono a salire, perché è impossibile asportarlo senza essere notati di giorno ed anche di notte, con la piazza illuminata. Quanta gente ha visto sfilare ai suoi piedi, dai fedeli sparsi che si recano dalla Madonna, alle folle “struscianti” nella festività dell’A ssunta, tra l’acre odore delle tradizionali palatelle con melanzane acetate, alle nacchere ed alle tammorre dei pellegrini di mezzo agosto. Un testone anonimo, un abito avvolgente come due ali d’uccello, quel libro sul petto, un Evangeliario a giudicare dalla croce centrale e dalle borchie di chiusura, e quella base traforata e ricamata che ci rimanda direttamente all’epoca delle decorazioni bizantine (ai capitelli ed ai plutei ravennati). Una volta tanto la prudenza ha avuto la meglio. Unita all’arte. La datazione? Prima metà del sec. XIII!

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Sagra della Castagna. Appassionati di gastronomia e green, il prossimo appuntamento è a Calvanico dal 12 al 15 ottobre. La kermesse di autunno, giunta alla trentanovesima edizione, ha tra gli obiettivi primari la tutela del patrimonio storico-architettonico. Il ricavato della manifestazione, che offrirà ai visitatori piatti gustosi e buona musica popolare, sarà devoluto alla ristrutturazione del complesso ecclesiale di SS. Salvatore. Arte al Quisisana. Un viaggio tra i reperti storici provenienti dalle ville romane di Stabiae. Sarà in esposizione alla reggia di Quisisana di Castellammare di Stabia la mostra “Dal buio alla luce” fino al prossimo 31 dicembre. Trentotto reperti archeologici da poter ammirare nelle stanze della reggia in modo totalmente gratuito. Un inverno a teatro. Ufficializzati i cartelloni della stagione teatrale all’Auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori. Grandi artisti calcheranno il palco del teatro paganese con rassegne teatrali promosse dal Teatro Unico Campano, ma anche da altre compagnie territoriali.


L'ANGOLO DELLE RECENSIONI a cura di Mariarosaria Petti

Tre piani Autore: Eshkol Nevo Editore: Neri Pozza Prezzo: € 17,00 Tre piani per descrivere le tre diverse istanze freudiane della personalità (Es, Io, Super-io): personaggi umani e profondi che l’autore del successo letterario Simmetria dei desideri disegna per raccontare le relazioni umane, dal bisogno di amore al tradimento; dal sospetto alla paura di lasciarsi andare.

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO

di Salvatore Alfano

La Croce astile bifacciale che presentiamo questo mese è senza dubbio un piccolo gioiello di pittura sacra cinquecentesca. Proveniente dall'Istituto Carminello ad Arco di Pagani, dopo un attento restauro è stata restituita in tutta la sua bellezza. L'artista ha riprodotto, quasi alla maniera dei miniaturisti, alcuni dei simboli tramandati dalla tradizione. Il Cristo morente e gli angeli che ne raccolgono il sangue, i santi e in alto il pellicano che nutre i suoi pulcini. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

Voi due senza di me Autore: Emiliano Gucci Editore: Feltrinelli Prezzo: € 16,00 Michele e Marta, un amore assoluto e un dolore lacerante: la perdita di un figlio. Con un filo teso la narrazione scorre tra inquietudine e curiosità e lo scrittore racconta la storia di un legame che dopo dieci anni non riesce a sciogliersi. Due incontri in cui l’elettricità della relazione tra i protagonisti è palpabile per il lettore.

di Salvatore Alfano

Controvento Autore: Federico Pace Editore: Einaudi Prezzo: € 14,00

Foto Salvatore Alfano

Storie di artisti che hanno trovato la scintilla del cambiamento viaggiando. Federico Pace racconta alcune biografie che hanno avuto il coraggio di trasformarsi attraversando un ponte, mettendosi in cammino, salendo su un autobus o treno: da Frida Kahlo a Keith Jarrett; da Joni Mitchell a Vincent Van Gogh. OTTOBRE 2017 Insieme

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di Peppe Iannicelli

MISERIA E NOBILTÀ

Cambio di stagione Le stagioni si alternano dall’alba della creazione. C’è la stagione della semina e quella del raccolto, il tempo dell’attesa e quello della fatica, in una simbiosi paradisiaca che stiamo facendo di tutto per devastare

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opo i calori feroci dell’ultima estate, pioggia e maltempo evidenziano il cambio di stagione. Piogge torrenziali, abbassamenti della temperatura le consuete cronache apocalittiche dei mass-media sul peggiore autunno della storia. E c’è persino qualche medico – senza troppi scrupoli – pronto a prescrivere pillole e sciroppi contro i mali di stagione quasi come se l’alternanza naturale delle stagioni fosse diventata un morbo da debellare nella società post moderna. Mentre mi asciugo i capelli bagnati da un improvviso acquazzone, non riesco a trattenere le risate per simili comportamenti. Le stagioni si alternano, secondo una sequenza armonica, dall’alba della creazione. Milioni di generazioni hanno agevolmente convissuto con questa alternanza climatica senza subire danni, ma anzi regolando in maniera naturale la propria vita. C’era la stagione della semina e quella del raccolto, il tempo dell’attesa ed il tempo della fatica, in una simbiosi paradisiaca che stiamo facendo di tutto per devastare in maniera irrimediabile. Un brivido di freddo avvisava il contadino che era

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tempo di provvedere alla semina, una folata di caldo cominciava a fargli pregustare la gioia del raccolto. Un vento leggero invitava il marinaio a sciogliere le vele, una burrasca improvvisa gli suggeriva di ricoverare la barca per l’inverno. Quando c’era freddo ci si copriva un poco di più, quando c’era caldo ci si scopriva un poco di più senza tanti catastrofismi. Il nostro mondo coltiva, invece, l’illusione di diventare isoclimatico. I nostri tristi uffici e le nostre case impersonali rischiano di farci smarrire l’alternanza delle stagione, la sequenza naturale della luce e del buio, la sensazione del caldo e del freddo finendo per convincerci che l’arrivo del caldo, o del freddo, debbano esser combattuti come la peste ed il morbillo. Non ci rendiamo conto che questi sbalzi di temperatura corrispondono al comportamento naturale della natura. Sono innaturali gli agenti inquinanti che continuiamo a pompare nell’atmosfera dagli impianti di condizionamento (ma perché la natura va condizionata) ai tubi di scappamento delle auto, mettendo a repentaglio la salute nostra e del pianeta.


sorsi e morsi enoteca e degustazioni

Via provinciale Nocera-Sarno, 6 - Nocera Inferiore (SA) Info 320 11 16 225



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