Insieme - Novembre 2018

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NOVEMBRE 2018 N. 10 ANNO XIII € 1,20

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

GIOVANI E SPEDITI IL RACCONTO DEI LAVORI SINODALI


Via provinciale Nocera-Sarno, 6 - Nocera Inferiore (SA) Info 320 11 16 225



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in punta di matita... di Venoki e Martina Nacchio

Sommario

NOVEMBRE 2018 N. 10 ANNO XIII € 1,20 MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

GIOVANI E SPEDITI IL RACCONTO DEI LAVORI SINODALI

La Chiesa e i giovani. Quale futuro? Insieme in questo numero dedica il dossier al Sinodo dei Vescovi, che si è concluso lo scorso 28 ottobre, attraverso il diario di bordo di un corrispondente speciale: Gioele Ferruccio Anni, consigliere nazionale di Azione Cattolica e uditore al consesso vescovile. E ancora la voce e la speranza dei giovani della Valle del Sarno, che hanno partecipato al pellegrinaggio estivo a Roma, incontrando Papa Francesco. Nelle pagine della scuola puntiamo i riflettori sull’importanza dell’educazione motoria per i ragazzi. Speciale vaccini in Vita nell’Agro: in provincia di Salerno esistono 400 famiglie attivamente impegnate in una campagna sociale contro le vaccinazioni. Abbiamo pubblicato i dati sui vaccini della provincia di Salerno e un decalogo antibufale. Presentiamo inoltre la mission dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti che ha aperto da poco una sezione a Scafati e ne aprirà, a breve, una anche a Pagani. In Vita ecclesiale, il commosso saluto a mons. Giovanni Iaquinandi, già Vicario generale della diocesi di Nocera Inferiore - Sarno, tornato al Padre lo scorso 19 ottobre. I nuovi appuntamenti della Visita Pastorale, il racconto dalle comunità già visitate dal Vescovo, le notizie della vita diocesana e delle comunità parrocchiali. L’ultima, firmata da Gigi De Paolo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari e dalla moglie Anna Chiara Gambini, fa il punto sulle necessità della famiglia: è finito il tempo degli spot elettorali, l’Italia ha bisogno di politiche familiari serie. Parte questo mese la campagna abbonamenti “Insieme con Maria”, tante proposte di abbonamento su misura per ogni esigenza, accompagnate da una rubrica mariana. Ritorna anche la formula con i foglietti della Domenica. Basta solo scegliere!

COMMENTI 5 Le vere priorità di Silvio Longobardi 62 Non lasciate sole le famiglie di Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini

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L’APPROFONDIMENTO Una parola antica e sempre nuova di Silvio Longobardi Diario di bordo dal Sinodo Gioele Ferruccio Anni I giovani della Diocesi si raccontano Mariarosaria Petti Quale futuro per la Pastorale Giovanile? Mariarosaria Petti

SCUOLA&UNIVERSITà 16 Sport a scuola per crescere in movimento di Martina Nacchio VITA NELL’AGRO 18 Vaccini, i dati della provincia di Salerno di Salvatore Guercio Nuzio 20 L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Sofia Russo 26 Autentico Servizio Pubblico di Salvatore D’Angelo

VITA ECCLESIALE 36 Con lo sguardo di Gesù 38 “Aspettaci in Paradiso” 40 La lezione di don Enrico NEWS PARROCCHIE 48 Notizie dalle parrocchie IN PARROCCHIA 53 Pagine parrocchiali 32. Insieme con Maria 58 BACHECA RUBRICHE 23 Qui Regione di Andrea Pellegrino 26 Fisco e tributi di Andrea Perrino 26 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 27 Sale in zucca di Raffaella Marciano CULTURA 28 L’angolo delle recensioni Appuntamenti culturali 29 In sala Arte… rischi 30 Oggi al Museo 31 In versi di mons. Giudice

40. Mons. Giovanni Iaquinandi

45. I seminaristi al Mese Ignaziano


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Le vere priorità A

leggere la cronaca si ha l’impressione che l’accoglienza dei migranti sia il primo dei problemi. Non solo nell’a genda politica ma anche in quella ecclesiale. Non pochi vescovi intervengono con regolarità e tempestività su questo tema, mostrando un’attenzione che appare eccessiva, considerando i molteplici ambiti del disagio sociale. Non possiamo negare che nella società italiana – ma il fenomeno riguarda tutti i Paesi europei – oggi prevale una paura che alimenta una crescente chiusura nei confronti degli immigrati. Dinanzi a questa situazione oggettivamente problematica e carica di rischi, i continui e ormai stantii richiami ai valori della solidarietà e della giustizia si rivelano del tutto insufficienti, è come voler appendere un quadro ad un chiodo dipinto sul muro. Capisco il mondo della politica che non ha altri appigli ma faccio fatica a comprendere perché il mondo ecclesiale segue la stessa linea. Non abbiamo il dovere di difendere i valori della Repubblica ma di annunciare apertis verbis che quei valori sono carta straccia se manca il Vangelo. Ci sono quelli che scommettono tutto sulla cosiddetta etica laica, cioè quella morale che trova il suo unico fondamento nella ragione. Se credono che sia possibile, fatti loro. I cristiani invece sanno – o dovrebbero sapere – che, nel migliore dei casi, si tratta di un’affascinante utopia. Siamo di fronte ad una nuova e più raffinata forma di quella Babele che pretende di saper costruire una torre che giunge fino al cielo.

L’umanità non ha bisogno di astratti valori etici ma di Gesù Cristo, ha bisogno di quel Vangelo che ha plasmato la civiltà occidentale e ha posto le basi per la cultura dei diritti e dei doveri. Ciò che oggi serve, prima e più di ogni altra opera, è ritrovare il coraggio di far risuonare la Parola di Dio con la certezza che Lui solo può liberare l’uomo dall’istintiva tendenza a vivere per se stesso. Senza Dio l’uomo ha paura dell’altro e innalza muri. La carità che la Chiesa ha seminato lungo i secoli, con una generosità che in non pochi casi diventa eroismo, nasce dalla fede ed è la testimonianza concreta che dove arriva il Vangelo, si costruisce una società autenticamente umana. Alcune frange del mondo cattolico paventano un’invasione islamica dell’Europa e chiedono di costruire barricate. Io invece temo fortemente una Chiesa che non sa più tornare nelle piazze per annunciare a tutti il Vangelo, una Chiesa che non ha più il coraggio di dire quello che il mondo non vuole sentire, una Chiesa che cerca a tutti i costi un accordo con il mondo, dimenticando che Gesù è venuto a “donare la divisione” (Lc 12, 51), una Chiesa che riduce l’annuncio alla testimonianza silenziosa, dimenticando le parole di Gesù: “Andate e annunciate”. Quarant’anni fa, un Papa venuto da lontano, iniziò il suo pontificato con un grido: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. La storia dell’umanità riparte da una Persona, da un Dio che si è fatto uomo per amore dell’uomo. Con Lui siamo certi di non smarrire la via della vita.

San Giovanni Paolo II

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posta@insieme.it a cura di Antonietta Abete

Lourdes: un’esperienza di guarigione fisica e spirituale Nella foto, a sinistra Celestino Pio Caiazza

Celestino Pio Caiazza fa parte delle Parrocchie del Centro di Sarno e ci racconta l’esperienza che ha vissuto a Lourdes lo scorso agosto

L Due pellegrine delle Parrocchie Centro di Sarno reggono il cero pasquale durante lo scorso pellegrinaggio diocesano a Lourdes, guidato dal vescovo Giuseppe

ourdes: la semplicità di un fiume, una grotta, un mare di gente. Forse ciò che stupisce di più, in questo luogo in cui è possibile respirare la bellezza della fede, è lo strano carico di emozioni che travolge il pellegrino, stanco per il lungo viaggio, ridonandogli nuovo vigore. Sin dai primi passi all’interno del perimetro del santuario, a pochi metri dalla Porta S. Michele, posso testimoniare di aver avvertito sulla mia pelle una sensazione che mi invitava a riflettere sulla parola “GUARIRE”. Una carrozzella, un giovane paralitico, un anziano affetto da qualche grave malattia o, semplicemente, degli occhi carichi di lacrime di commozione, invitano il pellegrino che accorre ai piedi della Regina degli Ammalati a riflettere sul senso della guarigione e del rinnovamento interiore. Ho visto giovani deporre le loro speranze ai piedi della grotta, mentre intorno aleggiava il buio e l’unica luce proveniva dalla nicchia di roccia da cui la Vergine Bella dispensa i suoi amorevoli sguardi, famiglie pregare in ginocchio con gli occhi fissi verso la più tenera tra le madri, sacerdoti e

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consacrati pregare per le loro comunità e per il loro ministero. Ho visto me che nel caos del quotidiano non mi sono mai fermato ad osservare la bellezza e la semplicità dell’acqua, la cui trasparenza fa pensare alla necessità che abbiamo di sostare e chiedere: “Signore, fino a che punto la nostra vita, lo sguardo che posiamo sugli altri, il nostro parlare sono limpidi?”. Lourdes è esperienza di guarigione. E questo mi era già chiaro. Ciò che sorprende è fino a che punto questa esperienza di fede può rinnovarci facendoci tornare a casa consapevoli di dover intraprendere un cammino di “guarigione” dalle nostre imperfezioni e un continuo pellegrinaggio verso gli ultimi, per realizzare con piccoli gesti e attenzioni una vita fatta di coraggio: il coraggio dei giovani di cui parla papa Francesco, il coraggio di restare sotto la Croce, come Maria, il coraggio di portare le nostre piccole croci di ogni giorno. Quella stessa Croce da cui partirono gli Apostoli per annunciare coraggiosamente il Vangelo. Celestino Pio Caiazza


IMPRONTE Tanti anni fa c'era un fiume, il Sarno, sacro per gli antichi abitanti della Valle, fino al dopoguerra luogo di gioco e risorsa per le nostre campagne. Poi arrivarono i tempi della speculazione, del cemento, dei soldi facili e l'acqua una volta limpida e pulita divenne torbida. Come l'anima di alcuni.

(Foto Salvatore Alfano)

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L'APPROFONDIMENTO a cura di Mariarosara Petti

Una parola antica e sempre nuova

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uando leggerete questo dossier avrete sotto gli occhi il documento finale che in qualche modo riassume l’ampio e articolato confronto sinodale che si svolge in questi giorni in Vaticano. Io invece scrivo quando il Sinodo non è ancora concluso e non possiamo sapere qual è l’orientamento di fondo che l’assise consegnerà al Papa e alla Chiesa. Nell’attesa di questo documento, che per espressa volontà del Santo Padre avrà pieno carattere magisteriale, condivido le attese e le inquietudini di un credente che guarda da lontano. Un Sinodo per parlare ai giovani o per far parlare i giovani? In entrambi i casi siamo fuori rotta. Il Sinodo non è un convegno ma una convocazione ecclesiale. È un’assemblea che si pone in ascolto di Dio e, in questa luce, cerca di leggere e interpretare una realtà per sua natura carica di luci e di ombre. Va bene ascoltare i giovani e cercare di capire le loro esigenze. Ma si rischia di cadere nella facile retorica e si dimentica che la Chiesa non misura il suo magistero con la sociologia ma con la Parola di Dio. Non possiamo far finta di non sapere che le attese dei giovani spesso sono

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inquinate da una cultura che esalta l’individualismo e dona la patente e l’attestato di merito a comportamenti che sono palesemente in contrasto con quella verità che la Chiesa insegna. I giovani hanno bisogno di una Chiesa che non si stanca di indicare loro quel Vangelo che, in ogni stagione della storia, non è moneta corrente. C’è una distanza abissale tra quello che la cultura mondana proclama e l’ideale di vita che la Chiesa annuncia. Non dobbiamo esasperare i toni ma non possiamo neppure attenuarli se vogliamo evitare quei compromessi con la verità che rischiano di diventare un abbraccio soffocante. La Chiesa ha il dovere di dire ai giovani che il primo passo della fede consiste nel riconoscere che senza la Parola di Dio siamo ciechi e senza la grazia dei sacramenti non abbiamo la forza di vivere nella giustizia e nella verità. I giovani hanno bisogno di Vangelo per nutrire la vita di ideali forti; ed hanno bisogno di sapere che l’umanità ha bisogno di Dio. Ecco quello che io mi aspetto dal Sinodo, una parola antica e sempre nuova. Silvio Longobardi


Immagine di repertorio

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L'APPROFONDIMENTO Gioele Ferruccio Anni, uditore al Sinodo dei Vescovi

Il racconto giorno per giorno dei lavori sinodali

Diario di bordo dal Sinodo I l mondo in un’aula. Dal 3 al 28 ottobre scorso si è svolta la XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Per Insieme un corrispondente speciale: Gioele Ferruccio Anni, consigliere nazionale per il settore giovani di Azione Cattolica, scelto come uditore al Sinodo. Il suo diario di bordo racconta giorni di dialogo, riflessione e mediazione. La bellezza e la fatica della diversità che s’incontra e confronta. 3 ottobre. Ambientarsi. Tra le formalità della Chiesa istituzione e l’entusiasmo sincero delle persone che ne fanno parte. Noi uditori under 30 siamo in alto a destra nell’aula del Sinodo, che assomiglia a un Parlamento. Ci presentiamo, veniamo da città lontanissime (Jakarta, Sydney, San Paolo, Milano), ci riconosciamo nell’essere parte di qualcosa che non avremmo mai immaginato. Ogni cosa intorno comunica la voglia di mettersi in gioco, e la fatica di orientarsi in un contesto grande quanto il mondo e in un’istituzione antica quasi quanto la storia dell’uomo. 4 ottobre. Ascoltare. Prima giornata di lavori, tutta in plenaria. Gli interventi durano quattro minuti. I padri sinodali portano le storie delle loro terre, riflessioni, racconti di vita. Senti il respiro del mondo, il grido delle zone di guerra, i diversi modi di guardare la realtà. Qualcuno dei padri si emoziona mentre

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parla. Nel Sinodo è già entrata la loro umanità. Domani mattina ancora plenaria e pomeriggio divisi in gruppi linguistici: anche noi giovani cominceremo a parlare. E abbiamo molto da dire. 5 ottobre. Oggi è il mio compleanno: una festa con tutti e cinque i continenti. Wow! Alla mia sinistra c’è Safa, di Baghdad. Due anni fa un’autobomba è esplosa davanti alla sua chiesa. Due amici sono morti, lui si è salvato perché era ancora sull’uscio.


Davanti a me c’è Silvia, da Santiago del Cile. Oggi è intervenuta in plenaria. Ha detto che la Chiesa può realizzarsi solo dentro la cultura del nostro tempo che è scientifica, democratica e plurale. Ha parlato di donne, di minoranze, di giovani esclusi. Lo ha fatto senza rivendicare, determinata ma lucida. Le loro parole oggi sono state il dono più bello. Unico rimpianto: non ho chiesto una foto al Papa, durante il break mentre beve il suo succo all’arancia. Sarà per i prossimi giorni. 8 ottobre. Che cosa vuol dire Sinodo? Camminare insieme. Il concetto è semplice, l’applicazione concreta meno. Oggi sono emerse sensibilità diverse. Il tema dei migranti è uno di quelli trattati più a lungo. Nel gruppo c’era un vescovo del Nord Africa che ha raccontato come i suoi giovani siano spinti a partire dall’illusione del benessere europeo. Mi ha colpito la sua testimonianza. Mi ha ricordato che un tale fenomeno non può essere liquidato con risposte semplici tipo “Accogliamo tutti” o “Chiudiamo i porti”. Dopo circa 12 ore di lavoro i padri sinodali hanno approvato una ventina di emendamenti. Ecco perché la sinodalità è complessa. Perché ha bisogno di tempo, studio e mediazione. 10 ottobre. “We need to start thinking out of the box”. Dobbiamo iniziare a pensare fuori dalla scatola. Lo ha detto un padre sinodale nel suo intervento di oggi. “La scatola” è il mondo ecclesiale, fuori dalla scatola ci sono i giovani che alla Chiesa non chiedono nulla, quelli che sono in ricerca ma non trovano nella religione una prospettiva. Stasera cena dai Focolari. Il vescovo di Riga mi ha raccontato la sua storia: ingegnere, sportivo e karateka, cresciuto sotto il regime, si è appassionato alla filosofia e poi è entrato in seminario a 35 anni. “Io ne so qualcosa di discernimento vocazionale, non ho avuto proprio un percorso lineare...”. Nel Sinodo ci sono anche persone così, uomini dalle vite intricate come quelle di tutti noi. Ed è uno dei motivi che rende questi giorni così eccezionali. Ps: oggi per il Papa è arrivato un po’ di mate, la bevanda tipica Sudamericana. 15 ottobre. Rompere gli schemi. Oggi, nelle relazioni dei circoli sulla seconda parte, il vescovo di Melbourne ha letto solo metà del testo. Ha voluto che a leggere la seconda parte fosse un’uditrice. Yadira è giovane, donna, cittadina statunitense di origine messicana. Un bel segno, e i segni – anche se piccoli – esprimono processi di cambiamento.

Ps: gli argentini bevono mate anche in aula, e oggi ho incontrato per caso questa suora in carrozzina: ha 91 anni, era missionaria in El Salvador quando fu ucciso Romero e lo vide morire in ospedale. Ieri ha festeggiato la sua canonizzazione. Parlava poco e a fatica, ma gli occhi dicevano tutto.

17 ottobre. È arrivato il momento del mio intervento in aula. Quattro brevissimi minuti, in cui vorresti mettere tutto quello che desideri dire al Papa e al mondo... Solo qualche passaggio da condividere: non c’è un “dentro” e un “fuori” dalla Chiesa, tutti – anche chi non crede – siamo in cammino come discepoli-missionari. Non basta convocare, bisogna coinvolgere i giovani: per esempio sfidandoci nel servizio agli altri, a partire dai poveri. Nella Chiesa sinodale non ci sono leader solitari: anche i giovani vivono la corresponsabilità insieme a preti e laici, uomini e donne di ogni età. Conclusione: la Chiesa giovane che il Sinodo sta sognando è già viva in tante esperienze che fanno del bene magari senza fare notizia.

Il Sinodo continua, stiamo entrando nella fase “calda”. Da domani ultime riunioni e via verso i documenti finali. E come ha detto un cardinale americano: “The best is yet to come”, il meglio deve ancora venire.

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L'APPROFONDIMENTO I giovani pellegrini

Cinque testimonianze del mondo giovanile della Valle del Sarno

I giovani della Diocesi si raccontano

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a traccia di lavoro dei Padri Sinodali è stata corposa. Il Sinodo sui giovani ha richiesto discernimento e dialogo su aspetti molto diversi della realtà giovanile: dalle vocazioni all’impegno politico, dalle migrazioni al volto di una Chiesa generativa. Ne abbiamo parlato con i giovani che hanno partecipato al pellegrinaggio “X mille strade”. Incoraggiati da papa Francesco, i nostri ragazzi hanno detto come la pensano.

Chiara Bruno

Un’estate impegnativa. Marcia francescana e poi di nuovo in cammino “X mille strade”, verso Roma, per l’incontro con papa Francesco, l’11 e 12 agosto scorso. È il racconto dell’estate on the road di Chiara Bruno, 28 anni, studentessa di Scienze Biologiche all’Università di Napoli Federico II, impegnata nella Gioventù Francescana. «Non amo camminare ma sapere di farlo accanto ad altri coetanei per pregare insieme al Papa, per noi giovani, mi ha dato la carica sin da subito». Non una semplice pellegrina, Chiara ha prestato servizio come volontaria, occupan-

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dosi della logistica, al fianco di don Giuseppe Pironti, direttore della Pastorale Giovanile, e di fra Giuseppe Iovino. «Non abbiate paura di pensare all’amore: ma all’amore che rischia, all’amore fedele, all’amore che fa crescere l’altro» ha detto Bergoglio durante la Veglia di preghiera al Circo Massimo, aprendo il cuore della gifrina a nuove domande. «Mi ha invitato a pensare bene all’amore, a pensarci sul serio». L’attenzione di Chiara ai lavori sinodali si concentra sul tema dei migranti: «Ho incrociato tanti sguardi persi nel vuoto durante vari sbarchi al porto di Salerno o a Rosarno, dove sono stata». Per la giovane nocerina, c’è molta strada ancora da fare. Nello Orefice

Imparare ad accompagnare. Voce allegra, 20 anni – di cui quindici trascorsi in parrocchia, a Santa Maria del Presepe (Nocera Inferiore) – e tanto entusiasmo. Nello Orefice è studente di Economia, Valorizzazione e Gestione del Patrimonio Turistico, segretario diocesano del Movimento Studenti di Azione Cattolica. «Se dovessi riassumere l’esperienza del pellegri-


naggio estivo a Roma userei la parola “impensabile”». Il giovane non si aspettava di certo la fatica dei chilometri macinati sotto il sole cocente ma la bellezza di sentirsi incoraggiati dal Papa ha reso lieve ogni sforzo. «Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede» è questo il passaggio che Nello porta a casa come una pietra preziosa su cui cominciare a costruire quella “Chiesa generativa” su cui i Padri Sinodali si sono interrogati in Vaticano. Dora Robustelli

Un nuovo inizio. Delusioni e domande senza risposte. Un periodo critico per Dora Robustelli, 28 anni, impegnata nell’Azione Cattolica della parrocchia S. Alfonso di Sarno e nell’associazione Sarnica Universitas. Sacco a pelo e zaino in spalla la giovane si è messa in cammino lo scorso agosto per cercare risposte. «Roma ha suscitato in me emozioni uniche, l’aver incontrato Cristo in ogni pellegrino mi ha dato la forza per riprendere in mano la mia vita e rimettermi al lavoro per il mio futuro». È la parola “coraggio” pronunciata da papa Francesco, che continua a risuonare nel suo quotidiano. Una testimonianza di quanto possa essere delicato il cammino di un giovane in discernimento vocazionale, uno degli argomenti dell’Instrumentum Laboris, traccia di lavoro dei Padri Sinodali. «Pensiamo che Dio si mostri con segni o sogni, ma il Signore lavora “per altre vie”». Con la preghiera e il confronto continuo, Dora ha capito cosa desidera il suo cuore. Domenico Petti

Coltivare i sogni. Ritrovarsi da giovane ad accompagnare altri coetanei. È l’esperienza che ha vissuto il seminarista Domenico Petti, ventunenne al secondo anno di Seminario Maggiore, da settembre a Roccapiemonte nelle comunità di San Giovanni Battista e Santa Maria del Ponte. “Non siate giovani pensionati a 20 anni” ha ammonito il Pontefice, consegnando anche a Domenico il compito di imparare a coltivare i sogni, per non diventare “giovani da divano”. Tra le questioni di cui il Sinodo dovrà occuparsi vi è anche quella del calo delle vocazioni al ministero ordinato.

Dall’età di 8 anni, Domenico partecipa quotidianamente al banchetto eucaristico: «È stato l’elemento principale che mi ha spinto ad interrogarmi, a sentire qualcosa di diverso rispetto agli altri» racconta. Sarà poi la guida paterna del suo parroco, don Roberto Farruggio, e degli altri seminaristi della sua parrocchia, ad aiutarlo nella sua scelta di entrare in Seminario. La fede è un incontro, giorno per giorno, con una presenza che si fa pane e vino per noi. Raffaele Massa

Essere corresponsabili. Cittadinanza attiva, adesione a movimenti e associazioni cattoliche non autoreferenziali sono alcuni dei punti dell’Instrumentum Laboris, a cui prova a risponde anche Raffaele Massa, classe 1997, strianese della comunità di San Giovanni Battista, studente di Lettere Moderne all’Università degli Studi di Salerno. Raffaele è impegnato nella rappresentanza studentesca universitaria: «Uno degli strumenti per incentivare l’impegno politico di noi giovani è stimolare la nostra responsabilità» afferma. «Il Concilio Vaticano II ha introdotto un concetto profondo, quello della “corresponsabilità” tra laici e presbiteri. Solo da questa base può nascere la comunione autentica» continua Massa, individuando nel dialogo l’unica via per la compresenza di carismi diversi in una stessa comunità. Mariarosaria Petti

La delegazione dei giovani pellegrini fa tappa alla Cittadella della Carità

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L'APPROFONDIMENTO Immagine di repertorio

Quale futuro per la Pastorale Giovanile?

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l cammino vero comincia adesso. Ora che la fatica del pellegrinaggio estivo a Roma è solo un ricordo. Quando i riflettori sul Sinodo si saranno spenti, inizierà il lavoro autentico nelle Diocesi per ripensare la Pastorale Giovanile e lanciare nuove proposte di evangelizzazione per i giovani. Ne abbiamo parlato con don Giuseppe Pironti, direttore del Servizio di Pastorale Giovanile. «Esperienze come la Giornata Mondiale della Gioventù sono destinate ad avere un impatto sempre più basso» spiega il parroco di San Sisto II (Pagani). I giovani oggi girano il mondo autonomamente, cercano piuttosto punti di riferimento stabili, secondo don Giuseppe. Uno di questi potrebbe essere un Centro foraniale giovanile: «Nelle sei foranie ogni sacerdote ha un carisma diverso, unendo le forze ciascuno potrebbe occuparsi di un aspetto diverso della Pastorale. Un luogo di aggregazione intergiovanile sarebbe una importante occasione formativa per i ragazzi, che il tessuto socio-economico cittadino potrebbe riconoscere come fonte di sviluppo per l’intero territorio». Non resta che mettersi a lavoro.

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi

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Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Gioele Ferruccio Anni, Gigi De Paolo, Anna Chiara Gambini, don Natalino Gentile, padre Poalo Saturno, Donato D’Elia, Mariano Rotondo, Raffaella Marciano, Andrea Perrino, Salvatore Guercio Nuzio, Sofia Russo, Salvatore Alfano, Sabrina Perrino, Anna Senatore, Livia Rossi, suor Alessandra, Antonio Pontecorvo, Angela Morrone, Dina Grimaldi, Maria Luisa Franco, Teresa Russo, Giuseppe Villani, Mariarosaria Petrosino, Maria Rosaria Faiella, Celestino Pio Caiazza, Donatella Ferarra, Salvatore Corrado Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466 Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Il lavoro vero nelle Diocesi comincia a riflettori spenti, con la conclusione del Sinodo: a colloquio con don Giuseppe Pironti

Abbonamenti € 5,00 digitale € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore UNICREDIT BANCA IBAN: IT 88 B 02008 76271 000103952691 Intestato a: PRISCUS SOCIETÀ COOPERATIVA Causale: Contributo annuale INSIEME Aggiungere l’indirizzo o la parrocchia a cui inviare la rivista Servizio diffusione Per informazioni: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it Ai lettori L’editore Priscus Società Cooperativa tratta i dati come previsto dal RE 679/2016. L’informativa completa è disponibile all’indirizzo https://www.diocesinocerasarno.it/2016/ insieme/privacy-policy-rivista-insieme/ Tiratura 3.000 copie

Questo numero è stato chiuso in redazione 25 ottobre 2018 Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­ cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Redazione Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile 84014 Nocera Inferiore (SA) insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66 Insieme, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.


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SCUOLA & UNIVERSITà Un momento della manifestazione conclusiva di Sport in classe a Pagani

Sport a scuola per crescere in movimento

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o sport dà il meglio di sé quando ci unisce”, così Frank Deford, celebre commentatore sportivo americano, racchiudeva il senso della pratica delle attività sportive. Il gioco di squadra, il rispetto delle regole, il fair play sono valori che si acquisiscono sin da piccoli. Lo sa bene chi dell’insegnamento dello sport ha fatto la propria professione, oltre che il proprio stile di vita. «Tutto inizia a partire dal gioco – dice Sara Feccia, tutor sportiva di lunga esperienza –. Anche attraverso le attività ludiche i ragazzi apprendono l’importanza delle regole, la reciprocità. Inoltre si impara ad avere percezione del proprio corpo». La situazione attuale. Tutto può avere inizio tra i banchi di classe, ma il connubio scuola-sport non sempre è valorizzato come si dovrebbe, soprattutto nei nostri contesti territoriali. Locali molto spesso non idonei, preparazione non specifica dei docenti, palestre inagibili, la mancanza di una previsione oraria scolastica ad hoc: questi e tanti altri sono i limiti, che bloccano il decollo della disciplina per gli studenti. Criticità di cui i bambini risentono soprattutto in prospettiva della mancanza di valide alterna-

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tive al di fuori dell’orario scolastico. Non tutte le famiglie sono disposte o possono permettersi di far praticare attività sportiva ai figli, con conseguenze come la troppa sedentarietà dei più piccoli e il sovrappeso. «Oggi i bambini giocano in strada sempre più raramente rispetto al passato. Quando lo fanno, sono seduti, posizione in cui restano per gran parte della giornata». Anche per questo è importante che la scuola faccia la sua parte. Sport in classe. Negli ultimi anni i progetti per supportare le attività sportive nelle scuole stanno crescendo, anche grazie ad enti esterni al mondo dell’istruzione, come il Coni. Tra questi spicca “Sport in classe”, promosso da Miur e Comitato Olimpico Nazionale Italiano, per diffondere l’educazione fisica e l’attività motoria nella scuola primaria coinvolgendo alunni, apparato scolastico e famiglie. Lo scopo diretto è incentivare la diffusione dell’educazione fisica in classe, con due ore a settimana previste nel piano orario, una delle quali con il supporto di un tutor sportivo. Da quest’anno, però, il progetto non coinvolge tutte le classi, ma solo le quarte e le quinte. «L’obiettivo è far aderire il maggior nu-

L’educazione motoria ha un’importanza strategica per i ragazzi ma il connubio scuola-sport non sempre è valorizzato come dovrebbe. Ne abbiamo parlato con Sara Feccia, tutor del progetto “Sport in classe”


di Martina Nacchio

mero di istituti scolastici, aumentando la diffusione del progetto ogni anno, ma non tutti i dirigenti sono propensi». La progettualità di respiro nazionale è partita dal Sud, si pensi che proprio Salerno è stata scelta come provincia pilota per la sperimentazione iniziale nel 2009. Sara, presidente della Asd Sporting Agro, è tutor sportiva da nove anni e, per il suo lavoro, ha girato diverse scuole della Valle del Sarno. «É bello l’entusiasmo con cui i ragazzi partecipano alle attività per tutto il percorso, non solo durante le manifestazioni conclusive. Tutto è pensato nel loro interesse. Ci sono percorsi personalizzati anche per gli studenti diversamente abili. L’integrazione è alla base di tutto». Lo scopo educativo dello sport come mezzo di crescita è la colonna portante del progetto, un’arma essenziale da mettere nelle mani dei più piccoli.

Sport in strada. Le adesioni per l’anno scolastico in corso a “Sport in Classe” sono state raccolte nel mese di ottobre e i percorsi dovrebbero avere inizio a dicembre e concludersi a giugno. «Alla fine del progetto si tiene una manifestazione conclusiva in cui vengono coinvolti tutti gli istituti del territorio» spiega Sara. A Pagani, ad esempio, si concretizza un evento sportivo in piazza Sant’Alfonso in cui alunni di tutti gli istituti scolastici sono impegnati nelle attività sportive più varie, dai tornei ai percorsi ad ostacoli. A maggio scorso, a prendere parte all’evento sono stati per il primo anno tutti e tre i circoli scolastici del territorio e le scuole paritarie. Tra gli organizzatori anche Pietro Sessa, attualmente tutor sportivo e anche consigliere comunale paganese. Un momento di sport e allegria, in cui i ragazzi si divertono all’aria aperta tutti insieme, dimenticando videogames e cellulari. Almeno per un po’. Martina Nacchio

Cristiani maturi e formati Un corso di alta specializzazione in “Scienza politica e spiritualità”, a promuoverlo è il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Il percorso di durata annuale è volto a incoraggiare una ripresa di valori umani e offrire una formazione che stimoli e infiammi le nuove generazioni a comprendere l’evoluzione della società. Alla fine del percorso verrà rilasciato il Diploma congiunto dalla Facoltà di Filosofia e dall’Istituto di Teologia Spirituale della Facoltà di Teologia del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo.

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VITA NELL'AGRO

Vaccini, i dati della provincia di Salerno

di Salvatore Guercio Nuzio, pediatra

Esistono 400 famiglie nella nostra provincia attivamente impegnate in una campagna sociale contro le vaccinazioni. Per questo motivo, nel tentativo di fare un po’ di chiarezza, pubblichiamo i dati della provincia di Salerno e un decalogo anti bufale

IL DECALOGO ANTI-BUFALE I vaccini non contengono ingredienti o additivi pericolosi I vaccini sono composti essenzialmente da: un microrganismo (o frazione di esso) attenuato o inattivato; acqua distillata sterile o soluzione fisiologica sterile; cosiddetti adiuvanti come i sali di alluminio (stimolanti la risposta immunitaria); stabilizzanti (albumina e gelatina); antibiotico a dosaggio molto basso per prevenire la crescita batterica. I vaccini non contengono mercurio (completamente abbandonato nel 2002). Le minime quantità delle sostanze chimiche contenute nei vaccini non sono tossiche e possono causare delle reazioni allergiche un caso ogni 2 milioni di somministrazioni.

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I vaccini non causano l’autismo Da tantissimi studi scientifici effettuati non emerge alcun dato sul possibile nesso di casualità tra i vaccini e l’autismo. L’unico studio che riportava un legame causale fra vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MPR) e autismo si è rivelato gravemente fallace, al punto che lo stesso autore nel maggio 2010 è stato radiato dall’Ordine Professionale dei Medici.

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Un alto numero di soggetti vaccinati migliora l’efficacia protettiva dei vaccini In considerazione del fatto che i vaccini non hanno un’efficacia del 100%, è necessario mantenere percentuali di coperture vaccinali sempre alte. L’alto numero di soggetti immunizzati, infatti, impedisce la trasmissione delle malattie infettive anche alle persone che non hanno risposto in maniera efficace ai vaccini (la cosiddetta immunità di gregge).

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L’infezione naturale non può sostituire una vaccinazione I benefici dell’immunità acquisita con le vaccinazioni raccomandate superano enormemente i gravi rischi dell’infezione naturale. Prendendo come esempio classico il morbillo, l’infezione naturale da morbillo provoca l’encefalite in 1 su 1000 bambini infettati e provoca la morte in 2 su 1000 individui infettati. Al contrario, il vaccino morbillo-parotitepertosse può provocare, come complicanza, una grave reazione allergica solo in 1 su 1000000 di soggetti vaccinati.


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a provincia di Salerno è un esempio virtuoso di aderenza al piano vaccinale nazionale. Lo dimostrano i dati più recenti del servizio di epidemiologia dell’ASL Salerno. Il territorio salernitano ha raggiunto il 98% della copertura per il vaccino esavalente e il 95% per il trivalente nel 2017, con un aumento rispetto al 2016 rispettivamente di un punto percentuale e di tre punti percentuali. Sono circa 180 i bambini con un calendario obbligatorio incompleto (circa il 2% del totale dei bambini salernitani vaccinabili, dato aggiornato ad agosto 2018), un numero soddisfacente se rapportato con l’altissima copertura vaccinale che fa registrare la provincia nella fascia d’età 0-6 anni, facendo attestare la nostra azienda sanitaria salernitana perfettamente in linea con la cosiddetta soglia di sicurezza nazionale. Si tratta di dati sicuramente incoraggianti che non de-

vono comunque appagare gli addetti ai lavori, pediatri compresi, impegnati quotidianamente in uno scontro aspro e dai toni spesso accesi con chi preferisce opinioni e tendenze mediatiche ai dati incontrovertibili, provenienti dalla sperimentazione medica e dagli studi scientifici di alto valore sperimentale. Esistono centinaia di famiglie (almeno 400) organizzate strategicamente nella nostra provincia, contrarie all’obbligo vaccinale e attivamente impegnate in una campagna sociale atta a dissuadere i genitori salernitani dalla saggia applicazione del piano vaccinale nazionale, uno dei più ricchi e completi d’Europa. Per tali motivi, in questo articolo riproponiamo le principali verità relative ai vaccini, spiegate in maniera coincisa e si spera efficace, per tutti coloro che hanno il desiderio di approfondire questo argomento molto dibattuto.

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Tanti vaccini somministrati in un’unica puntura non sono dannosi Il nostro sistema immunitario è in grado di riconoscere e di rispondere ad un elevatissimo numero di antigeni, tanto che molti studi dimostrano come ogni bambino avrebbe la capacità teorica di rispondere fino a 10000 vaccini contemporaneamente.

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Il vaccino anti-influenzale protegge il nostro organismo dall’influenza stagionale Il vaccino contro l’influenza è un valido strumento di prevenzione contro il virus influenzale stagionale, ma molti altri virus (rinovirus, adenovirus, virus parainfluenzali ed altri ancora) possono provocare una malattia simile all’influenza. Ecco perché, dopo aver praticato la vaccinazione antiinfluenzale, se incappiamo durante l’inverno in una malattia simil-influenzale, abbiamo l’impressione che la vaccinazione non abbia funzionato.

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Non sono necessari esami del sangue pre-vaccinali Sulla base delle evidenze scientifiche, non esistono esami specifici che permettono di stabilire controindicazioni alle vaccinazioni.

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Chi ha già contratto una malattia infettiva può essere vaccinato per quella malattia Laddove non siano disponibili vaccini monovalenti, ma solo combinati, fornire a un bambino che ha già contratto una malattia altri anticorpi protettivi verso la stessa non rappresenta un pericolo per il piccolo. Iniziare a vaccinare al compimento dei due mesi non è troppo presto A due mesi il sistema immunitario del bambino è già in grado di rispondere alla vaccinazione per cui il ritardo nell’inizio delle vaccinazioni espone al pericolo inutile di contrarre malattie prevenibili con il vaccino.

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Alcune malattie infettive sono scomparse solo grazie ai vaccini e molte potrebbero essere debellate in un prossimo futuro L’unica malattia infettiva completamente debellate dal pianeta Terra è il vaiolo e questo solo grazie al vaccino. E solo grazie alla vaccinazione di massa che molte malattie infettive mortali come la poliomielite sono sotto controllo e potrebbero essere debellate nel prossimo futuro.

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VITA NELL'AGRO Il dott. Galdi (il secondo a destra) insieme ad alcuni attivisti del comitato. Foto scattata all’altezza dell’incontro tra Cavaiola e Solofrana

“La fine della vergogna” È questo il nome del comitato nocerino, composto da sette associazioni, che a settembre ha presentato un esposto alla procura della Repubblica, diffidando gli organi preposti alla bonifica del fiume Sarno e dei suoi affluenti a prendere provvedimenti

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a fine della vergogna”, si chiama così il comitato nocerino che lo scorso 3 settembre ha protocollato alla Procura della Repubblica un esposto per fare chiarezza sul “pentagono della morte” – così è denominato il bacino del fiume Sarno (vedi Insieme novembre 2017) – diffidando il sindaco del comune di Nocera Inferiore e tutti gli organi preposti alla bonifica, prevenzione e controllo del fiume Sarno e dei suoi affluenti. «Il nostro intento è quello di sollecitare tutte le istituzioni in campo a

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prendere un provvedimento – spiega il dott. Agostino Galdi, presidente del comitato – perché si deve trovare una soluzione vera e organizzata a questo problema, che trasforma l’inquinamento del fiume in contestuale aumento di tumori e leucemie». Il comitato è composto da sette associazioni: Cittadinanza attiva, No vasche No inquinamento, Tribunale per i diritti del malato, AMDOT, Pro Loco Nocera Inferiore, ADA, Angeli del sorriso e diversi giovani volontari. «Non abbiamo motivazioni politiche – sottolinea il dott. Galdi –, siamo un

comitato cittadino frequentato da persone molto diverse tra loro, per appartenenza o ideologia. Vogliamo solo dare seguito ad un percorso che alcuni di noi hanno iniziato con la manifestazione del luglio 2017 davanti alla Casa Comunale, contro l’inquinamento dei fiumi Cavaiola e Solofrana, che attraversano la nostra città». Nel mese di ottobre sono arrivate le prime risposte e stanziati i primi fondi per il collettamento delle fogne. Quando volere è potere. Sofia Russo


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In visita a Piazza San Pietro, mentre il Santo Padre benedice il piccolo Biagio, figlio di Raffaele, alla sua destra

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controlli e nei casi in cui sono stati riscontrati problemi rilevanti abbiamo sollecitato a fare controlli più approfonditi».

La sezione di Scafati. Con questo intento, in occasione della Giornata mondiale della vista, lo scorso 11 ottobre è stata inaugurata la sezione zonale UICI di Scafati, che ha sede presso i locali della parrocchia San Francesco di Paola, in Corso Nazionale. «Abbiamo dedicato l’intera giornata al tema prevenzione – spiega Raffaele Rosa – con seminari e screening oculistici al mattino, presso il liceo scientifico “Caccioppoli”, e nel pomeriggio screening oculistici gratuiti alla cittadinanza, presso la nuova sede di Scafati. Abbiamo operato circa 200

Prossima apertura a Pagani. Il prossimo 20 novembre anche a Pagani, presso i locali del Centro Sociale, aprirà una sezione zonale UICI. «Già negli anni passati, come UICI Salerno avevamo pensato di aprire sedi zonali – ricorda Raffaele –, come quelle che già sono presenti ad Angri, Casal Velino, Oliveto Citra e Polla. In continuità con un lungo cammino, stiamo cercando di essere un presidio su tutto il territorio della provincia. È importante avere una sede zonale perché così veniamo incontro alle persone che hanno bisogno del nostro aiuto. Raccogliere le istanze, aiutarli ad avere accesso ai loro diritti, all’assistenza, all’inserimento lavorativo con appositi corsi di formazione, alla pensione. La nostra associazione si prende cura dei ciechi e degli ipovedenti dalla nascita fino all’ultimo giorno». Presso i locali della sede salernitana, infatti, oltre a svolgere tutte le pratiche per la tutela e l’assistenza dei ciechi e degli ipovedenti, è anche possibile effettuare controlli: «Abbiamo allestito un ambulatorio oculistico all’avanguardia con specialisti che operano gli accertamenti» continua il presidente. Oltre il sostegno concreto, la UICI Salerno non dimentica il sostegno spirituale: «Siamo andati anche a Roma, due volte, ad incontrare papa Francesco. È stata un’emozione fortissima». Sofia Russo

ono 362mila le persone non vedenti in Italia, 11.260 solo in Campania. Un mondo che prende forma nel buio, modellato da suoni, profumi, carezze. È così anche per Raffaele Rosa, paganese che dal 4 giugno scorso è presidente della UICI Salerno, la sezione territoriale “Luigi Lamberti” dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Raffaele ha 43 anni, è affetto da retinopatia degenerativa che lo ha reso cieco assoluto dalla nascita. È sposato con Elisabetta ed ha un bambino bellissimo, Biagio, di 9 anni. Raffaele ha frequentato la scuola speciale “Domenico Martuscelli” di Napoli e si è laureato in fisioterapia. Lavora all’Asl di via Ricco, a Nocera Inferiore, e sa con fermezza quali sono i suoi obiettivi. «È molto importante per la nostra associazione sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza della prevenzione, perché a livello mondiale 8 casi di disabilità visiva su 10 sono evitabili».

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L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Sono 11.260 le persone non vedenti in Campania. A colloquio con Raffaele Rosa, paganese, presidente della UICI Salerno, che ci spiega la mission dell’associazione

Info e prenotazioni:

UICI Salerno via Aurelio Nicolodi n. 13, Salerno tel. 089 79 29 33 - 089 79 72 56 uicsa@uiciechi.it www.uicisalerno.it


di Andrea Pellegrino

La ceramica vietrese volano culturale e occupazionale per il territorio campano

Politica Un’arte da riconoscere ambientale

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na proposta della quale andare orgogliosi. La ceramica di Vietri sul Mare tra i beni del patrimonio Unesco: una candidatura che rappresenta una bella notizia non solo per il borgo costiero ma per l’intera provincia di Salerno. Già da tempo, infatti, l’antica arte vietrese ha valicato i confini nazionali e l’eventuale riconoscimento Unesco potrebbe solo contribuire a valorizzare e sviluppare un prodotto che rappresenta uno dei volani dell’economia salernitana. Una proposta, quella della candidatura Unesco, avanzata dal consigliere regionale Enzo Maraio e accolta dall’intero Consiglio della Regione Campania. Forme e colori distintivi, diventati segno caratteristico di preziosi oggetti che hanno affascinato persone e personaggi di tutto il mondo. Basti pensare a Soleri, che disegnò la storica fabbrica Solimene; a Lucio Dalla che della stessa azienda era affezionato cliente; a Cargaleiro, omaggiato con uno dei primi musei dedicati a un vivente; alla famiglia Clinton che, dal periodo della Casa Bianca in poi, ha mangiato e be-

vuto in piatti e bicchieri di ceramica vietrese. Uno sviluppo, nazionale e internazionale, a cui ha dato forte spinta il professor Enzo Biffi Gentili (oggi alle prese con l’organizzazione di una nuova tappa di “Viaggio attraverso la ceramica”), con il suo prezioso e puntuale lavoro. Tutto, a Vietri sul Mare, parla di ceramica: dalla Villa comunale, quasi completamente rivestita, alla suggestiva Via Crucis, scandita da opere di incommensurabile valore, prodotte dagli artigiani del territorio. Ma c’è ancora tanto da fare per far sì che l’arte ceramica vietrese possa godere del meritato riconoscimento a livello mondiale: ad esempio, si potrebbe pensare all’istituzione di una sede della scuola superiore d’arte, a Vietri sul Mare, nella quale formare artisti che, in tal modo, potrebbero respirare a pieno la tradizione che anima i vecchi maestri e trovare ispirazione per le innovazioni. La candidatura all’Unesco potrebbe, dunque, essere non un punto di arrivo ma un trampolino di lancio.

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Vincenzo Morgante riceve il Premio Euanghelion 2017

Autentico servizio pubblico

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ialogo e confronto continuo con gli utenti» sono i pilastri su cui Vincenzo Morgante intende fondare la sua direzione di Tv2000. Giornalista di lungo corso, direttore della Testata giornalistica regionale della Rai dal 17 ottobre 2013 al 28 luglio 2018, Premio Euanghelion 2017, Morgante dallo scorso primo ottobre guida Tv2000 e InBlu Radio. «La nostra tv è la vostra tv, la nostra radio è la vostra radio – ha detto nel saluto rivolto a chi segue i due mezzi di comunicazione radiotelevisiava della Cei –. Abbiamo bisogno del vostro riscontro, dei vostri rilievi, dei vostri suggerimenti e, se lo meritiamo, del vostro incoraggiamento». Un confronto continuo su cui basare un progetto di comunicazione alternativo, «ispirato a un modo di comunicare diverso dall’imperante fragore, diverso dal crescente protagonismo, diverso dal corrente chiacchiericcio». Non una splatter tv, ma «raccontare una contemporaneità sempre più complessa, mutevole e sfuggente, mantenendo uno sguardo sereno, un atteggiamento misurato e un’attitudine costruttiva». Il punto di forza è l’ispirazione cattolica: «Desideriamo che i nostri programmi siano luogo di dialogo, di ascolto, di moderazione e di mediazione, naturalmente nella saldezza dei nostri principi e con la forza dei nostri valori. Si deve sentire chiara e forte la nostra voce non perché gridi o ricorra a un linguaggio aggressivo, ma perché portatrice di autenticità, di pensieri me-

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ditati, di ragionevolezza, di idee propositive e di aperture sincere». Tuttavia non si intende uno stile soporifero, ma l’ambizione di riuscire a garantire «un’offerta di autentico servizio pubblico». Una sfida non da poco, che «significa rafforzare la posizione di tutti gli uomini e le donne che non accettano una società tendente a giudizi sommari, ad atteggiamenti superficiali, al dominio dell’apparenza e dei preconcetti». E allora buon lavoro, direttore! Salvatore D’Angelo

Vincenzo Morgante, dal primo ottobre direttore di Tv2000 e InBlu Radio, traccia le linee guida della sua direzione. Stop a giudizi sommari, superficialità e apparenza, sì a «dialogo e confronto»

Il ruolo dello psicoterapeuta Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle. Il ruolo dello psicoterapeuta è quello di trovare spazio e modo per riflettere sulle problematiche e sperimentare nuove risorse che consentano un equilibrio più sano per affrontare le difficoltà. La dottoressa Simona Pappacena è esperta in psicologia giuridica e perizia psicologica in ambito civile e penale, usa gli strumenti diagnostici applicandoli a questioni inerenti il diritto. Dott.ssa Simona Pappacena Pizza Psicologa-Psicoterapeuta Esperta in Psicologia Giurdica e Perizia Psicologica riceve per appuntamento a Sarno e a Salerno cell. 3312038433 pappacenasimona@virgilio.it


Roberto Barbato mentre dipinge una tela durante la Veglia di Pentecoste 2013 in piazza Sant’Alfonso, a Pagani

Foto Salvatore Alfano

CIAO ROBERTO

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ddio a Roberto Barbato, artista di Nocera Inferiore, professore di storia dell’arte alla scuola “Sant’Alfonso” di Pagani, maestro dei rapporti di vita, cantore del Creato e amante della bellezza. È morto lo scorso 22 ottobre all’ospedale di Perugia, a 49 anni, dopo una lunga battaglia contro la malattia. Barbato lascia la moglie Maura, quattro figli e tanti familiari e amici affranti per la prematura scomparsa. Con i suoi alunni realizzò le scenografie per lo spettacolo In

È scomparso lo scorso 22 ottobre Roberto Barbato, insegnante e artista a tutto tondo Canto, che si tenne il 4 gennaio 2017 al teatro Diana di Nocera Inferiore, evento promosso dalla Diocesi per raccogliere fondi in favore della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Ovunque sia passato ha lasciato un segno, alla “Sant’Alfonso” ha contribuito a istoriare le pareti della scuola con paesaggi fantastici e personaggi illustri della città di Pagani, tra questi il compianto sindaco Marcello Torre, vittima della camorra.

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IL PEDIATRA RISPONDE

FISCO E TRIBUTI di Andrea Perrino*

di Salvatore Guercio Nuzio*

Rubrica Fiscale e Tributaria a cura dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili del Tribunale di Nocera Inferiore

Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

Riscatto della laurea a tasso zero: è possibile?

Quando la tiroide non funziona

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ono in molti a chiedermi se e come è possibile riscattare gli anni di laurea. Cerchiamo di fare chiarezza. Il riscatto della laurea è un istituto che permette di rendere computabili, ai fini pensionistici e previdenziali, gli anni di studio universitari. Tale possibilità è valida solo a condizione di essere riusciti a conseguire la laurea. Riscattando gli anni di laurea si trasformano gli anni di studio universitario in un periodo di contributi utile ai fini della pensione (come anni di lavoro a tutti gli effetti) ma ad un certo costo. Il consiglio è di verificare prima quali anni possono essere riscattati, quanto costerà, l’opportunità del vantaggio tenuto conto della deducibilità fiscale (dalla propria dichiarazione dei redditi) di tale onere e successivamente presentare la domanda all’INPS. Infatti, il riscatto della laurea va di pari passo con il reddito Irpef di coloro che ne fanno richiesta. Per essere più chiari, in base al proprio reddito l’INPS calcolerà l’onere da pagare per ottenere il riscatto. Più alto è il reddito, più alta è la somma da pagare, ma più conveniente sarà la deduzione fiscale. Una volta verificato il tutto, il lavoratore in possesso di laurea, diploma di laurea, specializzazione o dottorato, deve presentare la domanda per via telematica. Il pagamento può avvenire in unica soluzione o al massimo in 120 rate mensili senza interessi, tramite bollettini MAV. Il costo del riscatto può dunque rivelarsi un impegno abbastanza importante sotto l’aspetto economico, penalizzando chi non è in condizione di affrontare questo esborso monetario, nonostante permetta di ottenere un evidente vantaggio futuro. Per questo motivo, il Governo sta vagliando l’ipotesi di introdurre una forma di riscatto gratuito per i nati tra il 1980 e il 2000 che oggi sono iscritti a un corso di laurea. Tale ipotesi però non sarà valida per chi si è già laureato.

* dottore commercialista in Angri

Questo mese, il dottor Guercio Nuzio risponde alla domanda di una nostra lettrice, giunta in redazione via mail Gentile dottore, in assenza di una sintomatologia specifica come si fa a capire che sussistono problematiche alla ghiandola tiroide? La tiroide è una ghiandola endocrina che produce ormoni destinati a svolgere un ruolo importante nel funzionamento di diversi organi, per cui i sintomi associati a una sua disfunzione sono molteplici e variegati. In assenza di un adeguato livello di iodio, componente fondamentale degli ormoni tiroidei, la tiroide produce una quantità insufficiente di ormoni (ipotiroidismo), di conseguenza si ha un’aumentata secrezione di ormone ipofisario stimolante la tiroide (TSH) ed un gozzo. Se questo assume dimensioni eccessive si può arrivare ad avere difficoltà nella deglutizione e nella respirazione, ma esistono anche sintomi molto più sfumati di ipotiroidismo: diminuzione della velocità di crescita, ritardo della maturazione ossea e dentale, stipsi ostinata, umore depresso, intolleranza al freddo, perdita di capelli o irsutismo, difficoltà di concentrazione e di memoria, anemia, aumento inspiegabile di colesterolo, trigliceridi, cpk. L’ipotiroidismo può essere anche congenito o acquisito a causa di un processo autoimmune. I casi di tiroidite autoimmune, in costante aumento soprattutto nelle ragazze adolescenti, non sempre determinano ipotiroidismo per cui è raccomandabile eseguire un regolare monitoraggio della funzionalità tiroidea - anche ecografico - soprattutto nei casi di familiarità positiva, per la concreta possibilità di viraggio verso un ipotiroidismo conclamato. La tiroide può andare incontro anche a patologie che determinano un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei (ipertiroidismo) spesso di natura autoimmune. Questa condizione è caratterizzata da sintomi quali tachicardia, dimagrimento nonostante l’aumento dell’appetito, diarrea, ipercinesia, gozzo. Più raro è l’esoftalmo (protrusione del bulbo oculare oltre la rima delle palpebre). I noduli tiroidei, infine, sono rari durante l’età pediatrica ma possono avere caratteristiche maligne con frequenza maggiore rispetto all’adulto e possono essere diagnosticati grazie ad una semplice ecografia del collo.

* Pediatra

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SALE IN ZUCCA di Raffaella Marciano*

Sale in zucca è uno spazio dedicato alla persona che offre consigli e riflessioni per prendersi cura di sé. Dopo aver parlato del DOLORE RIFLESSO, affrontiamo il tema della resilienza: la capacità di resistere e riorganizzare la propria vita quando si vivono situazioni difficili come una malattia

Resilienza: riconoscersi umani

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ttobre è il mese dedicato alla Psicologia e l’Ordine degli Psicologi della Campania ha scelto la “Resilienza” come tematica da affrontare negli innumerevoli incontri organizzati su tutto il territorio campano. Ma cos’è la resilienza? Per la psicologia è la capacità di far fronte, resistere, integrare, costruire e riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita anche quando si affrontano situazioni difficili che fanno pensare ad un esito negativo. La vita spesso ci porta a vivere esperienze, di diversa natura, tra le quali la malattia, che scombussolano profondamente le nostre priorità. La malattia arriva nella vita delle persone a gamba tesa, senza lasciare il tempo di respirare. Quando questo accade, la persona si identifica totalmente con la malattia, dimenticando che essa è solo una parte, anche se difficile da accettare, della sua intera vita. Tutto cambia perché ci si trova a dover combattere contro qualcosa più grande di noi, ed è normale e umano avere paura, arrabbiarsi, chiudersi o negare tutto. È proprio in questi casi che riuscire a dimostrarsi resilienti aiuta a fronteggiare in maniera

positiva i giorni difficili. Occorre, innanzitutto, vivere queste emozioni accettando il nostro essere limitati e affidandosi agli affetti più cari. Tutti possono sviluppare questa capacità, è come allenare un muscolo che non usiamo tanto. Essere resilienti è importante, come è necessario che intorno alla persona si attivi una rete umana: familiari, amici, personale medico e paramedico che ricordi che la medicina più importante per l’essere umano è l’amore. Il mese scorso ho avuto la fortuna di ascoltare l’intervento di due illustri medici che hanno sottolineato quanto sia importante somministrare al paziente l’amore, oltre alle cure previste dal protocollo, introducendo così il concetto di umanizzazione delle cure. Indipendentemente dall’esito e tenuto conto che non siamo programmati per vivere in eterno, la cosa che resta è l’amore profuso per prendersi cura del prossimo, fondamentale anche per i familiari del malato che sopravvivono al proprio congiunto. Perché se curi una malattia puoi vincere o perdere, ma se curi una persona vinci sempre (Patch Adams). *psicologa psicoterapeuta

Per maggiori informazioni su come implementare la propria resilienza, scrivete a dottoressa.marciano@gmail.com

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CULTURA L'ANGOLO DELLE RECENSIONI

di Mariarosaria Petti

Giuro che non avrò più fame Autore: Aldo Cazzullo Editore: Mondadori Prezzo: € 18,00 Il titolo è prestato dalla celebre esclamazione di Rossella di Via col vento, che tornata nella sua fattoria rosicchia le radici di una piantina, mentre urla al cielo: “Giuro che non soffrirò mai più la fame”. Da quella promessa si è rialzata l’Italia settanta anni fa per ricostruire un Paese distrutto. Cazzullo racconta il 1948, affinché sia di esempio per superare l’attuale crisi.

So che un giorno tornerai Autore: Luca Bianchini Editore: Mondadori Prezzo: € 18,00 Le storie d’amore, quelle autentiche, a volte fanno dei giri immensi. È il caso di Angela e Pasquale, di un legame sbocciato a 20 anni, da cui nascerà una bambina, Emma. Distanze e abbandoni sono raccontati con nostalgia e un pizzico di ironia, le stesse a cui ci ha abituato l’autore di Io che amo solo te. Il racconto di chi s’innamora in un attimo e poi fugge per sempre.

Detti e fatti delle donne del deserto Autore: Lisa Cremaschi Editore: Edizione Qiqajon Prezzo: € 28,00 Un itinerario alla riscoperta delle tracce femminili nella storia della Chiesa. Brevi frasi, racconti di gesti semplici delle monache vissute tra il IV e il VI secolo in diverse regioni di occidente e oriente. L’oppressione delle donne nell’antichità, la loro assenza di parola recuperate da una raccolta preziosa, che ne custodisce la sapienza vetusta ma sempre nuova.

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Il razzismo spiegato a mia figlia Autore: Tahar Ben Jelloun Editore: La nave di Teseo Prezzo: € 13,00

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i sono momenti in cui senti il bisogno impellente di riprendere quel vecchio libro in mano e pensare che sia possibile ancora sperare. È quello che mi è successo con Il razzismo spiegato a mia figlia, il dialogo tra un padre e una figlia, di ritorno da una manifestazione contro un disegno di legge sull’immigrazione: «Un bambino è curioso. Fa molte domande e si aspetta risposte precise e convincenti. Non bariamo con le domande di un bambino». Siamo a Parigi, è il 1998, la bambina non comprende quello che le accade intorno: «Abbiamo parlato molto. I bambini sono in una posizione migliore di chiunque altro per capire che non nasciamo razzisti ma a volte lo diventiamo». Paura dello straniero, ignoranza, mancanza di empatia sono alcuni campanelli d’allarme che l’autore spiega con dolcezza alla sua piccola. Da prestare alla donna che a ottobre, sul Frecciarossa Milano-Trieste – davanti allo sguardo di Shanti, ventitreenne di origine indiana – ha deciso di cambiare posto, perché “accanto ad una negra non mi siedo”. M.P.


APPUNTAMENTI CULTURALI

di Martina Nacchio

Luci d’artista. Novembre accende a festa la città di Salerno. Le luci d’artista, inaugurate il primo fine settimana del mese, addobberanno la città fino alla fine di gennaio prossimo. Il percorso illuminato, che da anni è diventato il tratto distintivo della città e simbolo del Natale su scala nazionale, si arricchirà quest’anno di ulteriori percorsi. Tra le novità, le luminarie dell’Arenile di Santa Teresa, di Piazza della Concordia e del Largo Montone. Sagra della Castagna. Non può dirsi veramente autunno senza la Sagra della Castagna. Sul territorio campano le proposte sono varie in queste settimane in cui ci mettiamo l’estate alle spalle e ci prepariamo ad accogliere le feste natalizie. Tra questi eventi si inserisce la manifestazione culinaria promossa della Pro loco di Serino, in programma sabato 10 e domenica 11 novembre presso la frazione Rivottoli. Protagonisti indiscussi saranno i sapori dell’autunno e in particolare le pietanze a base di castagna, ma anche l’artigianato e il folklore. De Filippo in mostra. Napoli dedica una mostra alla famiglia che ha reso onore alla città e al palcoscenico internazionale. A partire dallo scorso 24 ottobre e fino a marzo prossimo la grande esposizione “I De Filippo, il mestiere va in scena” è in programma a Castel dell’Ovo. Promossa dal comune di Napoli, la mostra è stata fortemente voluta dalla famiglia De Filippo. Si tratta di un’esposizione interattiva, con 70 costumi originali e oggetti di scena, foto, video, manoscritti e dattiloscritti, manifesti, locandine e copioni.

IN SALA

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di Donato D’Elia

novembre l’offerta cinematografica diventa ogni anno ampia e variegata, persino troppo, e quindi c’è davvero un gran numero di film in uscita nei prossimi trenta giorni tra i quali selezionare i due da portare alla vostra attenzione. Facciamo scelte alternative allora, un film iraniano e il miglior prodotto italiano di questo autunno. Con “Tre volti”, nelle sale dal 29 novembre e in Concorso a Cannes 2018, il regista iraniano Jafar Panahi continua il suo percorso autoriale, coerente e compatto, di artista inviso al regime e costretto a lavorare in semiclandestinità. Tre volti, in primo piano, ripresi con la camera, con il cellulare, tre volti che recitano, che vivono, che vengono esplorati fin nelle pieghe delle rughe, per poi indagare sulla verità di un filmato, per scoprire se quello che si vede è reale o sapientemente messo in scena. Commuove il cinema di Panahi per il suo ottimismo, perché è difficile mantenere la fiducia nel genere umano e nella capacità di resistere alle ingiustizie dei suoi compaesani dopo il suo sofferto percorso di vita. Magari non sarà facile da reperire, ma merita la segnalazione. Era molto attesa la nuova prova di Edoardo De Angelis, dopo la messe di premi e il buon riscontro di pubblico per il precedente “Indivisibili”, e possiamo affermare subito con forza che il regista napoletano si conferma uno degli autori più interessanti nel panorama cinematografico italiano. “Il vizio della speranza”, presentato in anteprima europea qualche giorno fa alla Festa del Cinema di Roma e in uscita il 22 di novembre, è ambientato in una Castel Volturno caratterizzata e riconoscibile, ma allo stesso tempo un luogo ancestrale che potrebbe essere ovunque, abitato da esseri umani provenienti da ogni parte del mondo, tra i quali c’è Maria. L’arrivo nel suo grembo di una nuova vita potrebbe far tornare la speranza, che per molti è la resa definitiva, per qualcuno è la pietra miliare su cui edificare la propria salvezza e il proprio riscatto. Imperdibile.

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CULTURA ARTE... RISCHI

di don Natalino Gentile

Nella foto, un calice del 1690

Libiamo, libiamo nei lieti calici…

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hi non ricorda la celebre scena del brindisi, a tempo di valzer, nel primo atto della Traviata di Verdi? Abbiamo tutti ammirato quei calici scintillanti e ricolmi che si levano in alto, in segno di gioia e di allegria collettiva. Il calice (dal lat. calix, e questo dal gr. κάλυξ; gr. κύλιξ) è una coppa da vino in ceramica, un vaso da bere a corpo più o meno profondo, a bocca circolare, munito di anse e di un piede con base larga, il cui uso, nell’antica Grecia è attestato a partire dal VI secolo a. C. Non è cambiato molto il suo uso lungo il tempo se anche la liturgia ha voluto, tra i vasi sacri dell’altare, appunto il calice per il vino e la pisside (calice con coperchio) per conservarvi le ostie consacrate, nel tabernacolo. Ne abbiamo di tutte le fatture e gli stili e oggi di ogni materiale, ma è chiaro che il sei-settecento è stato il periodo più alto per l’oreficeria sacra. E trovare su un altare un manufatto del 1690 è davvero una splendida sorpresa. Con soddisfazione perché il giovane parroco ne conosce il valore e lo custodisce con cura. Per chi vuole meno preoccupazione e più sicurezza ricordiamo che c’è sempre il museo diocesano a disposizione. Fidarsi, in questo caso, è davvero bene.

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I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO

di Salvatore Alfano

Nella teca che conserva i paramenti sacri si trova una serie di indumenti e suppellettili appartenuti a varie figure vescovili che hanno attraversato la storia della nostra Diocesi. Fra queste vi è una pregevole mitra di mons. Gioacchino Illiano, vescovo emerito. La parte anteriore del prezioso copricapo è decorata finemente con ricami in oro riproducenti elementi a forme vegetali, detti fitomorfi, e simboli eucaristici. Al centro troviamo la Croce e lo Spirito Santo radiante, il tutto impreziosito da granati e perline. Sul retro si ripropone la stessa decorazione mentre al fondo delle infule, i due nastri di stoffa che, partendo dalla parte posteriore della mitra scendono sulla schiena del prelato, troviamo lo stemma vescovile. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.


IN VERSI di mons. Giuseppe Giudice

Colori d’autunno Si sbriciola fra le dita una storia: muore l’albero della vita, egoismo originale di Adamo. A terra, stasera, foglie ingiallite dal tempo: da tempo volevano volare. È nebbia, stasera! Stasera il freddo è più intenso e l’autunno (dell’uomo o della natura?) porta con sé, nella danza del vento, tutta la memoria del passato, tutta la ricchezza donata, tutto il bene ricevuto. Mi son sempre chiesto dove le foglie d’autunno andranno a rifiorire. Domani nuovo fogliame coprirà questa terra e anche il cuore, stanco di urlare, si riposerà. E verrà la notte! E sarà il dolore: struggente nostalgia del passato. E vivrò con Te, Signore, nell’attesa dell’alba nuova, finestra aperta sulla mia vita solo a Te donata.

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Insieme con Maria Campag La Madonna a cui si consumano le scarpe

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a Basilica della Santissima Annunziata, situata nel cuore del centro storico di Napoli, a pochi passi da Forcella, nasconde una storia singolare: alla statua della Madonna vengono cambiate ogni anno le scarpe perché si consumano le suole. Nel quartiere si racconta che l’Annunziata di notte cammini per sfamare i poveri e gli orfanelli e portare conforto a tutti i suoi figli. Le donne le regalano i loro capelli per affidarle le mamme che hanno perso un figlio, quelle che non riescono ad averne uno, e tutti i bambini abbandonati. La statua è posta in una teca di vetro, in un angolo della chiesa. Somiglia ad una bambola di porcellana: giovane e bella, con i lunghi capelli dorati, donati dalle persone, sempre in ordine. Indossa un abito damascato bianco, intrecciato con fili in oro e un mantello azzurro le cinge le spalle. Le mani aperte in segno di accoglienza simboleggiano l’amore di una mamma premurosa verso tutti i suoi figli. Ai piedi, nascosti sotto l’abito, ci sono le piccole scarpette dorate, commissionate ad un artigiano, che vengono sostituite ogni 25 marzo. Le scarpine consumate sono custodite con amore dalle suore, affidate a chi ha bisogno di una grazia. C’è chi le infila sotto il cuscino del figlio malato, chi nel letto della moglie in ospedale. Pronti a restituirle con gioia quando la Madonna che consuma le scarpe ha curato e fasciato le ferite.

Se conosci qualche particolare tradizione mariana, puoi segnalarla alla redazione. Tel. 081 517 04 66 - segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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Madonna Adorante, metà del XVI sec. Museo Diocesano "San Prisco" (foto Salvatore Alfano)


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*Il sorteggio avverrà in presenza del vescovo mons. Giuseppe Giudice, in data da destinarsi. L’esito sarà tempestivamente comunicato ai vincitori. Il pellegrinaggio a Lourdes, organizzato in collaborazione con la PUACS, si svolgerà a fine agosto 2019. novembre 2018 Insieme

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VISITA PASTORALE a cura della redazione Alcuni momenti della Visita pastorale

Con lo sguardo di Gesù

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ggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19, 1-10) è il brano scelto dal vescovo Giuseppe per la Visita pastorale alla Diocesi di Nocera Inferiore - Sarno. “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” le parole con cui ha iniziato ogni incontro nella parrocchia Sant’Antonio di Padova, a Poggiomarino, che ha visitato dal 6 al 12 ottobre. Lo ha ripetuto nelle scuole, nella casa di riposo, agli ammalati, ai giovani, ai bambini, ai due centenari della città, nelle fabbriche, alla società civile, al consiglio pastorale e durante le Celebrazioni Eucaristiche, quando ha incontrato i movimenti e durante le Confessioni. Mons. Giudice non ha lasciato nessuno indietro, ha gioito in ogni occasione. Possiamo davvero dire di aver vissuto sette giorni da… Dio! Non sono mancate le occasioni in cui ci siamo riscoperti fragili, momenti in cui sono emerse mancanze e debolezze. I banchi vuoti in Chiesa quando il Vescovo ha celebrato la Messa vespertina devono farci riflettere, come l’Adorazione

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Eucaristica a cui mancavano molti movimenti impegnati in parrocchia. Come ha ricordato padre Aldo nel suo saluto inziale, siamo in una fase in cui la comunità vive una fede troppo intimistica, che ha paura di uscire dalle “mura amiche e familiari”. Gli incontri. Il vescovo Giuseppe ha incontrato gli 11 movimenti presenti in parrocchia, ha ascoltato le parole di ogni responsabile e a tutti ha lascito un interrogativo: in che modo viene accolto chi ha ricevuto il Battesimo e l’Eucaristia ma non fa parte di nessun gruppo? Mons. Giudice, in un accorato invito a stare attenti alle divisioni e agli steccati, ha ricordato che “l’altare è uno, il parroco è uno, come la mamma e il papà e che nessuno deve sentirsi escluso”. «Fondamento di ogni gruppo sia la Parola – ha aggiunto –, non secondo me ma secondo Dio!, il Pane Eucaristico, i piccoli, chi è fragile e si affida e si fida di noi. Spesso siamo diversamente abi-

Dal 6 al 12 ottobre, mons. Giuseppe Giudice ha visitato la parrocchia Sant’Antonio di Padova, a Poggiomarino. “Custodite la Parola, il Pane e i piccoli” ha detto il Vescovo

Il vescovo Giuseppe insieme a nonna Maria


Il vescovo Giuseppe insieme a nonno Giovanni

li perché guardiamo l’altro con gli occhi di chi giudica e non ama». Il Vescovo, che a Poggiomarino è di casa, viste le 23 presenze in città, ha saputo “accarezzare” in ogni occasione il suo gregge facendo emergere il Cristo che ama la sua Chiesa: «Sono qui per incoraggiarvi, non una visita fiscale, medica o di cortesia, voglio sedermi a casa vostra, in una parrocchia che è periferica come territorio ma centrale come fede. Per voi desidero uno sguardo positivo. Vi prego, non abbiate uno sguardo da cristiani tristi e arrabbiati. Cristo ha uno sguardo semplice, appassionato e credente. Il vostro pastore è qui per conoscere ogni pecora del suo gregge, per sostenervi, per incoraggiare una Chiesa che vive in questo mondo confuso e complesso».

Tra gli incontri fuori programma, quello con Maria Pina Saporito che gestisce il White Chalet, in via Nuova S. Marzano, e da quattro anni (unica esperienza in Diocesi) ogni mese regala 25 copie di Insieme.

I fuori programma. La Visita pastorale è andata oltre gli incontri “in agenda”. Il vescovo ha assaggiato le prime castagne dell’anno, condividendo il pranzo con i sacerdoti e le suore. Ha incontrato gli Amici dell’Adaap, attento alle problematiche degli ultimi. Ha fatto visita a nonna Maria e nonno Giovanni (203 anni in due) con un simpatico scambio di zuccotto. Numerose le battute durante l’incontro con i giovani che non si aspettavano ci fosse un altro “giovane” a parlare con loro. Paterna la frase rivota a padre Bruno – vuoi aggiungere qualcosa? – durante il consiglio pastorale, segno di accoglienza e rispetto per il “sacerdote dei carismi” che ha recentemente festeggiato il 50esimo anniversario di sacerdozio.

Mons. Pietro Grimaldi

Lo scorso 14 ottobre, due giorni dopo la conclusione della Visita Pastorale, Poggiomarino ha pianto per la chiamata al Cielo di mons. Pietro Grimaldi – per tutti don Pietro –, per 37 anni sacerdote e parroco al Flocco. Lo affidiamo alla misericordia del Padre, ringraziandolo per avercelo donato.

Il saluto. Mons. Giudice ha salutato la comunità dicendo: «penserò a Poggiomarino paragonandola al “Palazzo di Cristallo”, dimora ottocentesca adibita a scuola secondaria. Una struttura pulita, importante, una realtà viva dove splendono i valori e le radici del passato, custoditi e accolti dalle nuove generazioni». Gesù ha posato il suo amorevole sguardo sulla nostra città. Gli Zaccheo poggiomarinesi ne avevano proprio bisogno. Grazie Eccellenza, grazie per quel “ci vedremo la Domenica delle Palme”. Da Gerico a Gerusalemme, attraversando le strade di Poggiomarino. La comunità parrocchiale

Con i ragazzi dell’Adaap

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VISITA PASTORALE

Mons. Giudice insieme a don Michele Fusco e ai membri dei diversi movimenti presenti in parrocchia

Insieme ai Carabinieri

A scuola con i bambini

“Oggi la salvezza si è fermata a Striano”

A

ccolto da una gremita piazza 4 novembre, il sindaco Rendina ha dato il benvenuto a mons. Giuseppe Giudice alla presenza di centinaia di cittadini, associazioni e autorità. Nell’ascoltare la fascia tricolore, il Vescovo fissava lo sguardo sugli alberi della piazza sperando di scorgere tra la folla qualche Zaccheo. Nel suo discorso ha invitato la folla ad aprire le porte, non tanto quelle di casa quanto quelle del cuore che si spalancano solo dall’interno. Dopo il suo benvenuto ha presieduto la Celebrazione eucaristica. Giovedì è tornato in cattedra, non quella vescovile ma quella scolastica, tra i bambini e i docenti dell’Istituto Comprensivo. Ha tenuto loro delle vere e proprie lezioni di vita entusiasmanti. Ha poi visitato l’Istituto Superiore “Striano – Terzigno” dove ha benedetto lo stendardo, offerto dalla parrocchia, alla presenza dei sindaci di Striano e di Terzigno. L’occasione è stata propizia anche per premiare gli ex alunni meritevoli e per fermarsi al pranzo preparato dagli alunni. Nel pomeriggio ha partecipato al consiglio comunale dove ha lasciato spunti di riflessione per la classe politica. “Possa la città trovare sempre una finestra per guardare il cielo” è la frase divenuta simbolo dell’appello ad accendere una candelina alla finestra di casa sabato sera, al quale tante famiglie hanno risposto.

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Venerdì 19 ottobre il Vescovo si è recato a casa di alcuni ammalati, qui, tra una battuta e qualche incoraggiamento, ha pregato coinvolgendo interi vicinati. In seguito, presso la Falco spa, ha incontrato gli imprenditori. Subito dopo al Falco Sport Village, tanta gente ha intravisto il suo zucchetto viola dove mai avrebbe immaginato: in palestra e in piscina. Rientrato in parrocchia dove molti erano radunati per l’Adorazione eucaristica, dopo aver confessato, ha impartito la benedizione. Ha poi incontrato i carismi e gli operatori parrocchiali. “Siamo servi inutili” ha ribadito, invitando tutti ad evitare i protagonismi per stimolare comunione, semplicità dell’annuncio e gioia, quella del Vangelo. Sabato 20 il Vescovo ha fatto visita ad altri ammalati per poi dirigersi presso “Villa La Madonnina” dove sono ospitati numerosi anziani. Prima di andar via ha fatto tappa alla chiesa della Madonna de’ sette pianti alle Fontanelle, immersa nel verde della riva del Sarno. Domenica mattina, con la Santa Messa, ha salutato la nostra comunità. L’insegnamento più grande che ci ha lasciato è racchiuso nella foto dell’altalena, scattata presso la casa di un ammalato. Siamo chiamati ogni giorno a diventare innocenti, puri e semplici come bambini, “perché ai piccoli ha rivelato i misteri del regno”. Un gesto scherzoso ma profondo che rimarrà nel cuore di tanti strianesi. Raffaele Massa

Giorni intensi a Striano, dal 17 al 21 ottobre, per la Visita pastorale del vescovo Giuseppe

Il Vescovo in altalena a casa di un ammalato a cui ha fatto visita


Il Vescovo incontra una famiglia della parrocchia

La Chiesa Concattedrale San Michele Arcangelo di Episcopio, a Sarno

Il Vescovo sui luoghi della frana del 5 maggio 1998

Seguire Dio e non l’io

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vere il pastore che ti viene a visitare, a trovare, a parlare con te è stata una bella emozione, un dono del Signore per la parrocchia San Michele Arcangelo di Episcopio, a Sarno. Una comunità abituata, per il recente passato, a beneficiare della presenza del Vescovo. Monsignor Giuseppe Giudice, accompagnato dal parroco monsignor Antonio Calabrese, in cinque giorni ha visitato tutte le realtà presenti sul territorio parrocchiale. Molto importante è stata la visita agli ammalati, facendoli rendere conto che non sono soli. Significativa la visita alle scuole di ogni ordine e grado: il Vescovo è stato accolto tra canti ed esperienze, i giovani e i fanciulli hanno preso coscienza che un futuro migliore è possibile. È stata toccante la visita dei territori devastati dall’alluvione del 5 maggio 1998, l’incontro con alcune famiglie colpite negli affetti più cari ha portato conforto e donato speranza.

È stato operativo l’incontro con gli operatori pastorali presenti in parrocchia, grazie alla riflessione illuminata di monsignor Giuseppe Giudice: non mettere mai l’io al primo posto, altrimenti non si va da nessuna parte, non si produce amore, bensì aggiungere una D all’io per avere e incontrare Dio; io sto dopo Dio, è Lui a guidarmi, con la sua Parola mi aiuta a camminare insieme ai fratelli, ma cammino senza fermarmi nella folla che mi fa perdere tempo, che vuole solo chiacchierare o mormorare, proseguo raggiungendo la fonte: l’Eucaristia. Lì vado ad abbeverarmi quando mi sento perso, stanco, deluso perché lui sarà il mio rinfresco rigenerante soprattutto nella sosta dell’Eucarestia domenicale. L’incontro con il Pastore ha donato nuovo slancio e nuova vitalità alla comunità parrocchiale. La comunità parrocchiale di San Michele Arcangelo, Episcopio di Sarno

L’esperienza della Visita Pastorale nella comunità parrocchiale di Episcopio

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VISITA PASTORALE

I PROSSIMI APPUNTAMENTI della visita pastorale

Parrocchia San Giacomo Maggiore Apostolo Piazza Amendola San Valentino Torio Parroco: don Alessandro Cirillo Vice parroco: don Enrico Ascolese Diacono: don Aniello Cipriani Abitanti: 7.500 abitanti Religiosi: una comunità delle Suore Vocazioniste composta da sei suore Gruppi: Azione Cattolica, Rinnovamento nello Spirito Santo, Oratorio San Giacomo Apostolo ANSPI, ministri ausiliari dell’Eucaristia, ministranti, catechisti, Caritas, Commissione festeggiamenti, adoratori cappella Adorazione perpetua di Palazzo Formosa.

Parrocchia Santa Maria delle Grazie Via Toria Casatori di San Valentino Torio Parroco: don Gaetano Ferraioli Abitanti: 1.500 Gruppi: Azione Cattolica, catechesi, liturgia, carità, Cooperativa sociale L’onda – braccio sociale, Associazione Le vie dei colori – braccio culturale, ministri ausiliari dell’Eucaristia, Consiglio pastorale parrocchiale, Consiglio per gli Affari economici, congrega del Santo Rosario. Visita dal 25 al 30 novembre

Visita dal 18 al 23 novembre

Forania insieme

Dopo l’incontro foraniale di apertura, che si è tenuto il primo ottobre nella parrocchia Sant’Antonio di Poggiomarino, il 30 novembre, alle ore 20.30, le commissioni parrocchiali si ritroveranno con il Vescovo nella parrocchia Santa Maria delle Grazie a Casatori di San Valentino Torio.

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Nocera Inferiore la prossima forania da visitare

La Visita Pastorale alla parrocchia Santa Maria delle Grazie di Casatori chiude gli incontri che tra ottobre e novembre si sono tenuti nella forania di San Valentino Torio. Il Vescovo da gennaio inizierà la Visita alle dieci comunità parrocchiali della forania di Nocera Inferiore.


L’impegno dei sacerdoti è quotidiano Scopri le loro storie su Facebook e sostieni con generosità la loro missione

Carità, solidarietà e accoglienza grazie ai nostri “don” Tra storie di attualità e segnalazioni, video, inviti alla riflessione e alla preghiera comunitaria, la pagina Fb Insieme ai sacerdoti - lanciata nel novembre 2013 - viaggia ormai oltre i 187mila “mi piace”. Obiettivo: far conoscere e condividere la vita di sacerdoti diocesani che si possono, anzi si devono sostenere anche con le nostre Offerte deducibili destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, Offerte ecclesialmente importanti e di cui spesso abbiamo parlato su queste pagine. Il riscontro quanto mai positivo di questa pagina Fb sembra destinato a crescere grazie ai miracoli

di “ordinaria” carità compiuti ogni giorno dai 35mila sacerdoti al servizio del Vangelo insieme alle proprie comunità ecclesiali. Le loro storie, segno tangibile della presenza di Dio tra noi, sono raccontate nella sezione “Insieme a Don”. Storie belle come bella è la carità evangelica, la solidarietà, l’accoglienza. L’invito rivolto a tutti è dunque di visitare questa pagina Fb per scoprire le vite dei sacerdoti santi che vivono in mezzo a noi, con noi e per noi. Basta collegarsi condividendo, commentando e magari cliccando su “mi piace”! Maria Grazia Bambino

Ecco alcune storie di sacerdoti presenti su Facebook.com/insiemeaisacerdoti

A Roma don Stefano Meloni ha fatto della parrocchia di S. Maria della Misericordia uno dei luoghi più accoglienti del quartiere: la S. Messa domenicale affollatissima, un oratorio attivo, centro d’ascolto e 300 volontari al servizio dei poveri. Agli anziani che dormono per strada offre un tetto e pasti caldi con il suo progetto d’accoglienza. Sempre nella periferia romana troviamo padre Claudio Santoro, vicario parrocchiale di San Barnaba, che ha aperto le porte dell’associazione casa famiglia Lodovico Pavoni ai nuovi poveri in fuga da guerre e povertà fornendo, grazie all’intervento gratuito di professionisti, assistenza scolastica e post scolastica, medica e psicologica. E sicuramente ha riscontrato dei “like” la testimonianza di don Franco Picone, che da quel lontano 19 marzo 1994, giorno in cui don Giuseppe Diana fu ucciso dalla camorra nella sua chiesa San Nicola di Bari a Casal di Principe, ne continua l’opera ed il suo cammino verso la legalità. La giornata di don Franco Lanzolla, invece, si svolge a Bari, tra i volontari, la gente comune, l’accoglienza

DOMANDE E RISPOSTE SULLE OFFERTE INSIEME AI SACERDOTI

degli emarginati nella mensa (150 pasti al giorno, 16 mila l’anno, per 12 etnie diverse presenti) e nel poliambulatorio parrocchiale (con 8 medici e infermieri volontari e servizio gratuito, anche per la distribuzione di medicinali). Non vengono dimenticati i tossicodipendenti. Ad Olbia ci pensa don Andrea Raffatellu, parroco della Sacra Famiglia. La faccia rotonda, gli occhiali, il sorriso mite. Quella gestualità semplice che ti fa sentire capito, accolto, fanno di lui un sacerdote speciale che, con il suo grande lavoro, ha fatto della casa accoglienza “Arcobaleno” un posto da cui far ripartire tanti giovani tossicodipendenti. Anche per questo nel 2009 ha ricevuto “Il premio della bontà Antonio Decortes” assegnatogli dai cittadini di Olbia. Ad Andria, nella casa accoglienza Santa Maria Goretti, don Geremia Acri, insieme ai volontari, offre ai migranti che arrivano per la raccolta invernale delle olive il calore di una famiglia e molto altro: dalla Mensa della carità, al Servizio Pasti caldi a casa e al Servizio sacchetti viveri; dall’Ambulatorio medico – infermieristico alle

CHI PUÒ DONARE L’OFFERTA PER I SACERDOTI?

Visite domiciliari, fino al Servizio preghiera. Nella terra dei fuochi, il territorio in provincia di Napoli avvelenato dai roghi di rifiuti, spesso altamente tossici, c’è la parrocchia di San Paolo Apostolo in Caivano, dove don Maurizio Patriciello s’è fatto portavoce della lotta contro camorra e cattiva politica che da anni fanno affari ai danni dei più deboli. Da umile sacerdote di periferia, don Maurizio ha alzato la voce contro lo scempio che si consuma in quell’area. La sua forza ha dato nuova forza e speranza ai fedeli. Il Giambellino, quartiere nella periferia di Milano famoso grazie a una canzone di Giorgio Gaber, è da sempre una comunità coraggiosa e combattiva, una fucina di idee, un pullulare di associazioni, una ricchezza nata dall’incontro di genti diverse per estrazione, nazionalità e cultura. La parrocchia di San Vito al Giambellino, cuore pulsante del quartiere è animata da tre sacerdoti: don Tommaso, don Giacomo e don Antonio. Sono i tre volti del quartiere, quello degli anziani nati al Giambellino e ormai storici abitanti, dei giovani che riscoprendolo tornano a viverci, degli immigrati che ne colorano le vie con lingue e culture differenti.

PERCHÉ DONARE L’OFFERTA SE C’È GIÀ L’8XMILLE?

Ognuno di noi. Per se stesso, per una famiglia o un gruppo parrocchiale. Offerte e 8xmille sono nati insieme. Nel 1984, con l’applicazione degli Importante è che il nome del donatore corrisponda ad una persona fisica. accordi di revisione del Concordato. L’8xmille oggi è uno strumento ben noto, e non costa nulla in più ai fedeli. Le Offerte invece sono un passo ulteriore nella partecipazione: comportano un piccolo esborso COME POSSO DONARE? l Con conto corrente postale n. 57803009 intestato a “Istituto centrale in più ma indicano una scelta di vita ecclesiale. Tuttora l’Offerta copre sostentamento clero - Erogazioni liberali, via Aurelia 796 00165 Roma” circa il 2% del fabbisogno, e dunque per remunerare i nostri sacerdoti l Con uno dei conti correnti bancari dedicati alle Offerte, indicati sul sito bisogna ancora far riferimento all’8xmille. Ma vale la pena far conoscere le Offerte perché questo dono indica una scelta consapevole di vita www.insiemeaisacerdoti.it ecclesiale. E raggiunge anche i sacerdoti di parrocchie piccole e lontane. l Con un contributo diretto all’Istituto sostentamento clero della tua diocesi. La lista degli IDSC è su www.insiemeaisacerdoti.it PERCHÉ SI CHIAMANO ANCHE “OFFERTE DEDUCIBILI”? Insieme l Con carta di credito CartaSì, chiamando il numero verde Perché si possono dedurre novembre dal reddito 2018 imponibile nella dichiarazione CartaSì 800-825 000 o donando on line su www.insiemeaisacerdoti.it dei redditi fino a un massimo di 1.032,91 euro l’anno.

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione Mons. Giovanni Iaquinandi

“Aspettaci in Paradiso”

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el pomeriggio del 17 ottobre, mons. Giovanni Iaquinandi ha concluso la sua corsa terrena. La notizia si è diffusa rapidamente nella città di San Marzano sul Sarno, dove ha vissuto il suo ministero di parroco per ben 47 anni, e in Diocesi dove ha ricoperto il ruolo di Vicario Generale dal 29 maggio 2012 fino allo scorso 9 maggio, quando il testimone è passato a mons. Vincenzo Leopoldo.

Il commosso saluto a mons. Giovanni Iaquinandi, lo scorso 19 ottobre, nella parrocchia di San Biagio Martire a San Marzano sul Sarno

Aveva sentito i segni della vocazione sacerdotale fin da bambino, all’età di 7 anni entrando in Chiesa aveva visto un sacerdote pregare. “Posso fare anche io lo stesso?”, domandò e, senza esitazione, chiese alla mamma di diventare ministrante. Da quel momento nel suo cuore è cresciuto senza sosta il desiderio di celebrare l’Eucaristia. Ordinato sacerdote il 28 giugno 1965, ha servito la comunità di San Biagio Martire in San Marzano sul Sarno per quasi 50 anni. Un ministero lungo, instancabile e fecondo. Poi, inaspettata, è arrivata un’altra chiamata: servire la diocesi come Vicario Generale. Dopo un breve tempo di riflessione, vissuto inginocchiato dinanzi all’Eucaristia, don Giovanni ha detto il suo sì. La mattina del 19 ottobre le serrande dei negozi sono abbassate mentre una cittadina intera si riversa nella parrocchia di San Biagio Martire, per l’ultimo saluto al sacerdote innamorato di Dio. Tanti non hanno trovato po-

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Un momento dei funerali


sto a sedere e hanno seguito la celebrazione, in silenzio, dalle scale. «Il nome di don Giovanni resterà scritto nella storia di questa parrocchia, nel cuore di tante persone, battezzati, accompagnati alla Confessione, alla Prima comunione, al matrimonio. Restaurati nel sacramento della riconciliazione, accorsi oggi per l’ultimo saluto» dice mons. Gudice che presiede la Celebrazione insieme al vescovo emerito mons. Gioachino Illiano. Tanti i sacerdoti che concelebrano. Alla folla rattristata il Vescovo ricorda che non bisogna preoccuparsi del corpo, perché Gesù ci ha assicurato che dobbiamo aver paura di chi uccide l’anima. E quella di don Giovanni si è conservata limpida fino alla fine. «Ringraziamo il Signore per il dono di don Giovanni, come quel pellegrino sulla strada di Emmaus ci ha aiutato a recuperare il senso della vita». Il giorno in cui mons. Iaquinandi è tornato alla casa del padre, la Chiesa celebrava un grande martire, sant’Ignazio di Antiochia. «Nelle famose e bellissime lettere che scrive mentre va a Roma per essere martirizzato, afferma: Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c’è più in me nessun’aspirazione per le realtà materiali, ma un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: Vieni al Padre», ricorda il Vescovo e subito aggiunge: «Vorrei porre queste parole a suggello della vita di don Giovanni, permettetemi di dire che ho sempre sentito questo mormorio nella sua vita. Vieni al Padre: glielo aveva detto il Signore, la prima volta, il 27 gennaio 1938 quando lo chiamò alla vita. Vieni al Padre: questa parola si è ripetuta, ancora più forte, il 28 giugno 1965, quando, consacrato sacerdote, Gesù gli ha detto: vieni al Padre. Parola ripetuta l’ultima volta il 17 ottobre. Stamattina voglio ringraziare don Giovanni non solo per il servizio reso a questa cittadina di San Marzano, ma anche per come mi è stato vicino quando l’ho scelto come Vicario generale e, di nuovo, ho sentito quel mormorio che diceva: vieni al Padre. E don Giovanni è andato, libero perché ha compiuto tutta la sua missione». Chi lo ha conosciuto, lo ricorda inginocchiato dinanzi all’Eucaristia. Dall’Adorazione traeva la sua forza. Per don Giovanni, se le ginocchia non si consumano, la pastorale non può produrre nessun frutto. «Anche ora è in ginocchio – ha concluso il vescovo Giuseppe – non più dinanzi

al tabernacolo perché il velo è caduto: è in ginocchio, oltre il tempo, dinanzi al Signore. E ci aspetta». Gli argini si rompono, le lacrime iniziano a solcare molti volti. Dietro di me, una ragazza chiede ad alta voce: come farò senza di lui? È il segno dell’amore, l’immagine che chi semina bene raccoglie sempre frutti abbondanti. Lacrime rigano anche il volto dei suoi figli spirituali, quei bambini che ha fatto innamorare di Dio condividendo con essi, con grande semplicità, la sua vita sacerdotale. Commossi e pieni di gratitudine, lo accompagnano nell’ultimo viaggio su questa terra, ripetendo insieme a tutti noi: aspettaci in Paradiso. Antonietta Abete

Cinque vocazioni presbiterali maturate in parrocchia Così è volontà del Padre vostro, che neanche uno di questi piccoli si perda. (Mt 18,1-5.10.12-14)

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uante volte don Giovanni avrà meditato questo passo del Vangelo? Certamente gli sarà tornato alla mente quando in parrocchia arrivavano piccoli con una luce diversa negli occhi e un grande amore per Gesù nel cuore. Egli è stato grembo vocazionale per tanti giovani presbiteri diocesani. Cinque vocazioni sono maturate nella sua parrocchia di San Biagio Martire. Il primo è stato don Luigi Lamberti (Eremita diocesano presso l’Eremo di sant’Erasmo in Corbara), poi è toccato a don Romualdo Calcide (che ha raccolto il testimone proprio da don Giovanni e ora è parroco nella comunità di San Biagio a San Marzano), il terzo è stato don Antonio Adinolfi (parroco di Santa Maria Maggiore in Nocera Superiore), poi don Andrea Annunziata (parroco di San Giovanni Battista in Cicalesi) e, infine, don Andrea Amato (parrocco di San Giovanni Battista e San Bartolomeo Apostolo in Nocera Superiore).

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DON ENRICO SMALDONE Luglio 1960, don Enrico riceve la visita del dottor Lamaro (che nel febbraio del 1956 gli aveva condonato il debito residuo di 3 milioni e 750mila lire per i lavori di costruzione della Città) accolto dai ragazzi della banda

Il 22 novembre del 1914 venne alla luce don Enrico Smaldone, il fondatore della Città dei Ragazzi di Angri. Lo ricordiamo attraverso le parole di Vincenzo Del Sorbo che ha fatto parte della banda della Città

La lezione di don Enrico

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lasse 1946, Enzo Del Sorbo è sposato e padre di tre figli. Ama la musica, suona due strumenti, e da bambino ha fatto parte della banda della Città dei Ragazzi, la struttura fondata nel 1949 ad Angri da don Enrico Smaldone per accogliere i bambini vittime della povertà e del degrado della seconda guerra mondiale. La mamma lavorava nelle Manifatture Cotoniere Meridionali e insieme a tanti operai, due volte al mese, rinunciava alla mensa a favore dei bambini della Città. Dopo la falegnameria, con grandi sacrifici il sacerdote implementò nella Città un’officina meccanica. Nel 1958, i suoi ragazzi – in quel periodo la Città ospitava 30 bambini – iniziarono a prendere lezioni di musica. Enzo era un bambino di 12 anni e quando vide la banda esibirsi per le strade di Angri restò incantato. Decise di farne parte. Imparò a suonare il tamburo e passava sempre più tempo nella Città, non solo per le prove.

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Un pomeriggio, insieme ad altri tre ragazzi, giocava nel piazzale con i sassi. Don Enrico li guardava dal suo studio. I ragazzi, presi dal gioco, dimenticarono la sua presenza, volarono schiaffi e parolacce. Il sacerdote li fece convocare immediatamente nel suo studio da Armando Oliviero, il sindaco della Città. Salirono impauriti le scale, sapevano di averla combinata grossa. Entrarono nello studio e con grande stupore si accorsero che don Enrico non c’era. Dopo un po’ di tempo, uscì dal bagno. Ognuno si giustificò, dicendo che non aveva fatto nulla, addossando agli altri colpe e responsabilità. Fu la voce del sacerdote a zittire la litania delle giustificazioni: «Non siete voi a dovervi scusare – disse, – la colpa è mia, non ho saputo trasmettervi i giusti insegnamenti». Tirò fuori uno specchio e invitò i ragazzi, uno ad uno, a guadarsi. Chiese loro di fare prima una faccia cattiva, poi di sorridere. Infine domandò: «in quale delle due situazioni vi siete compiaciuti di più?».


I ragazzi ammisero di apprezzarsi di più quando il volto era solcato da un sorriso. «Adesso metto da parte questo specchio e passiamo a quello della vita», disse. I ragazzi non capirono, passava il tempo e non accadeva nulla. Don Enrico spostava i libri, ne metteva a posto qualcuno. I piccoli attendevano timorosi. «Cosa state aspettando? – chiese il sacerdote prima di concludere la sua azione educativa – Lo specchio della vita siamo noi! Saremo ripagati a seconda del modo in cui ci rapportiamo alle persone. Se ci comportiamo bene, gli altri si comporteranno bene con noi. Ricordate: questa è una moneta che potete spendere dove volete e come volete, perché non scade mai». «Eravamo troppo piccoli per capire la profondità della lezione di don Enrico – ammette il signor Del Sorbo –, scendemmo in fretta le scale, sollevati per non aver ricevuto uno scappellotto. Poi, crescendo, abbiamo compreso». In quegli anni tra i ragazzi della Città ce n’era uno più grande di Enzo: si chiamava Ugo Cioffi, originario di Torre, 16 anni e una cicatrice al collo. Un pomeriggio aiutavano don Enrico a sistema-

re alcune buche nel piazzale. Iniziò a piovere ed Enzo chiese a Ugo perché aveva quella cicatrice. Il ragazzo non rispose, ma Vincenzo incalzò: «sei nato così? Oppure te la sei procurata successivamente?». Voleva una risposta a tuti i costi. Orfano di entrambi i genitori a soli 4 anni, Ugo era stato affidato alla zia materna. All’età di 10 anni, la donna gli disse che era grande e poteva badare a se stesso. Il bambino si ritrovò solo, andava spesso al cimitero a cercare conforto nel ricordo di quei genitori mancati troppo presto. Un giorno, al cimitero, c’era un altro ragazzo, era andato a trovare il papà morto in guerra. Notò Ugo vicino al cancello, lo vide armeggiare con una corda, capì che stava tentando di compiere un gesto inconsulto e riuscì a salvargli la vita. Lo portò a casa sua. In quegli anni a Torre tutti sapevano che ad Angri c’era un sacerdote che accoglieva bambini orfani. Ugo arrivò così alla Città dei Ragazzi. La premura di don Enrico riuscì ad aiutarlo a superare un dolore troppo grande per le spalle di un bambino. Imparò a suonare la tromba. «Suonava il “Si-

lenzio” per i suoi genitori», ricorda Enzo Del Sorbo. Ma imparò anche un mestiere nell’officina che gli consentì di costruirsi un futuro: a 18 anni si trasferì in Svizzera dove fu assunto successivamente come operaio specializzato da un’importante azienda. I piccoli miracoli di don Enrico. Antonietta Abete

L’appuntamento Una Messa per don Enrico Il 22 novembre, alle ore 18.00, nella parrocchia della SS. Annunziata di Angri sarà celebrata una Messa per ricordare il compleanno di don Enrico Smaldone. La serata sarà arricchita dalla testimonianza di persone che hanno conosciuto il fondatore della Città dei Ragazzi e dalla proiezione di un documentario sulla sua vita.

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Foto di gruppo di una parte dei pellegrini della diocesi davanti al santuario di Collevalenza

La gioia di Francesco

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ampania pellegrina ad Assisi, anche la diocesi di Nocera Inferiore – Sarno è stata presente ad un momento storico per la Chiesa campana, dal forte significato di fede e simbolico. Tre i gruppi di pellegrini, due da Nocera Inferiore, parrocchia San Prisco e parrocchia San Giovanni Battista, e uno da Angri, parrocchia Regina Pacis, che insieme al Vescovo hanno partecipato all’offerta dell’olio per la lampada che arde sulla tomba di san Francesco. Circa diecimila persone che il 4 ottobre scorso si sono ritrovate nella cittadina umbra, provenienti da ogni angolo della regione. Una rappresentanza massiccia, elogiata anche dagli assisani che da tempo non riscontravano una simile partecipazione il giorno della festa del Patrono d’Italia, a conferma del calore e della cordialità dei campani. I gruppi della diocesi, partiti il 3 ottobre all’alba, si sono ritrovati prima a Collevalenza, in preghiera nel santuario dell’Amore misericordioso e sulla tomba della beata Madre Speranza di Gesù, e poi hanno visitato e pregato nei luoghi di Francesco e Chiara d’A ssisi. Il momento più forte è stato vissuto con la Celebrazione Eucaristica del 4 ottobre presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe, concelebrata da tutti i vescovi della regione e da centinaia di sacerdoti, alla presenza del presidente del Consi-

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glio dei ministri Giuseppe Conte, del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e della Regione Umbria, Katiuscia Marini. Folta la pattuglia di sindaci capitanata dal primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris. Nell’omelia, l’Arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana ha detto: «San Francesco voglia benedire le nostre terre, l’Italia intera, aprendo il nostro cuore all’accoglienza e illuminando tutti perché prevalga la saggezza, nella consapevolezza che apparteniamo tutti alla stessa famiglia umana, ma comunque nel rispetto delle persone, dei diritti di ciascuno, delle regole poste in ogni Paese a presidio della civile convivenza». Al termine della Santa Messa, monsignor Giuseppe Giudice ha commentato: «Da questa basilica che custodisce le spoglie di san Francesco e lo spirito francescano possiamo rilanciare un monito alla nostra terra: recuperare le radici, il rapporto con la creazione e cercare di vivere salvaguardando la legalità e la perfetta letizia. Avvenga questo per tutta la Campania, terra ricca, fragile, segnata da tante difficoltà, ma soprattutto terra che ama il Signore e vuole sempre riscattarsi». L’ultima volta che la Campania ha donato l’olio era il 1998. Sa. D’An.

Il 4 ottobre circa 10mila campani hanno partecipato all’offerta per l’olio della lampada che arde dinanzi alla tomba del Patrono d’Italia. Monsignor Giudice: «San Francesco ci aiuti a recuperare radici, rapporto con la creazione e perfetta letizia»


Il seminarista Giuseppe Villani insieme ad altri partecipanti al Mese Ignaziano

Il Mese Ignaziano

Giuseppe Villani racconta la sua esperienza di Esercizi spirituali

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iunti al IV anno di formazione, una delle tappe importanti per i seminaristi, oltre il conferimento del ministero del Lettorato, è la partecipazione al famoso “Mese Ignaziano”. Fu un’intuizione di sant’Ignazio di Loyola. Egli strutturò dei ritiri spirituali, chiamati anche esercizi spirituali, che durassero 30 giorni consecutivi in cui poter fare una vera e profonda esperienza di Dio. Ancora oggi i padri Gesuiti propongono a seminaristi, sacerdoti e laici questa opportunità di grazia, che nei secoli ha riscontrato sempre successo.

Geografia del tirocinio pastorale dei nostri seminaristi

Ringrazio di vero cuore il Vescovo e don Gerardo Coppola che mi hanno permesso di parteciparvi. Sono partito per Bologna il 30 giugno, insieme ad altri due seminaristi alloggiando per tutto il mese di luglio a Villa San Giuseppe. Durante questi giorni scanditi da silenzio, preghiera e sei ore di meditazione quotidiana su alcuni passi biblici, ho potuto riscoprire Dio. Non è mai tardi per conoscere Gesù e non lo si conosce mai una volta per tutte. Il silenzio ha permesso che le mie orecchie si armonizzassero col cuore facendomi cogliere più fa-

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seminaristi, che durante la settimana studiano e si formano al seminario arcivescovile “Ascalesi” di Napoli, nel fine settimana e nei tempi di vacanza svolgono il loro tirocinio pastorale nelle parrocchie della diocesi. A seconda delle necessità, e a discrezione dei parroci, sono inseriti in vari ambiti della pastorale che vanno dall’annuncio alla liturgia. Salvatore Capriglione e Claudio Scisciola sono a Sant’Egidio del Monte Albino, rispettivamente nelle parrocchie San Lorenzo e Sant’Antonio a Orta Loreto.

cilmente la voce di Gesù che parla attraverso la Bibbia. Ogni lettura, nonostante l’avessi già letta in passato molte volte, mi appariva sempre nuova. Meditare la Bibbia permette di conoscere Gesù e conoscere Gesù significa conoscere di più se stessi! Io ho riscoperto la sua identità di Padre e la mia di figlio; la sua identità di Pastore e la mia di pecorella cercata e abbracciata; la sua identità di Mercante e la mia di perla, agli occhi suoi, tanto preziosa da costringerlo a vendere tutto pur di guadagnarmi: mistero della Croce. Ho riscoperto il mio posto sul calvario contemplando lo sguardo d’amore di quel Gesù che, pur di incrociarsi col mio, non teme il sapore della polvere ma cade la terza volta concedendomi la possibilità di guardarlo in faccia come ci ricorda il vescovo nella Via Crucis “vedo l’invisibile”. Mi sono stati di grande aiuto e consolazione i santi Alfonso Maria Fusco e i coniugi Martin. Insieme a sant’Ignazio posso ripetere con gioia: Ad Maioram Dei Gloriam! Giuseppe Villani

Domenico Petti è nelle parrocchie San Giovanni Battista e Santa Maria del Ponte a Roccapiemonte. Sono a Pagani Mattia D’Antuono, parrocchia San Sisto, Fabio Senatore, parrocchia Santa Maria del Carmine, e Giuseppe Villani, parrocchie Gesù Risorto e Madonna di Fatima. Antonio Padovano Sorrentino è a Nocera Inferiore, parrocchia San Giovanni Battista. Salvatore Mosca ad Angri, parrocchie Santa Maria del Carmine e Santissima Annunziata. Emanuele Ruggiero a Poggiomarino, parrocchia Sant’Antonio di Padova.

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VITA ECCLESIALE Piazza San Pietro il giorno della Canonizzazione

Il 14 ottobre la Canonizzazione di Paolo VI. Francesco: «Ci esorta a vivere la vocazione alla santità». La Causa seguita da un postulatore dell’Agro

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esù oggi ci invita a ritornare alle sorgenti della gioia, che sono l’incontro con Lui, la scelta coraggiosa di rischiare per seguirlo, il gusto di lasciare qualcosa per abbracciare la sua via. I santi hanno percorso questo cammino», così papa Francesco nell’omelia della Santa Messa del 14 ottobre per la Canonizzazione di sette beati, tra cui papa Montini. Il Pontefice ha aggiunto: «L’ha fatto Paolo VI, sull’esempio dell’Apostolo del quale assunse il nome. Come lui ha speso la vita per il Vangelo di Cristo, valicando nuovi confini e facendosi suo testimone nell’annuncio e nel dialogo, profeta di una Chiesa estroversa che guarda ai lontani e si prende cura dei poveri. Paolo VI, anche nella fatica e in mezzo alle incomprensioni, ha testimoniato in modo appassionato la bellezza e la gioia di seguire Gesù totalmente. Oggi ci esorta ancora, insieme al Concilio di cui è stato il sapiente timoniere, a vivere la nostra comune vocazione: la vocazione universale alla santità». Elevati agli onori degli altari anche Oscar Romero, Francesco Spinelli, Vincenzo Romano, Maria Caterina Kasper, Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù e Nunzio Sulprizio. Una piazza San Pietro anche nel segno dei campani, perché Nunzio Sulprizio è morto e sepolto a Napoli e don Vincenzo Romano è stato il parroco santo di Torre del Greco. Tuttavia lo è stato pure perché a seguire la Causa di Paolo VI è stato un

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Da Papa a Papa

missionario redentorista originario di Pagani. Padre Antonio Marrazzo ha seguito l’iter per la Canonizzazione di Giovanni Battista Montini. Nato a Pagani 66 anni fa, all’ombra della basilica dove è sepolto sant’Alfonso Maria de Liguori, padre Marrazzo è stato ordinato sacerdote nel 1978 e dal 1986 ricopre l’incarico di postulatore generale della congregazione del Santissimo Redentore. Sa. D’An.

AUGURI DON ROSARIO Il 14 settembre, don Rosario Mormone, direttore della Caritas diocesana, ha fatto il suo ingresso come amministratore parrocchiale nella comunità di Santa Maria Addolorata in San Potito di Roccapiemonte.


INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Le celebrazioni presiedute dal Vescovo

Il 4 novembre, alle ore 10.00, il Vescovo presiede la Santa Messa nella parrocchia San Giovanni Battista di Angri. L’11 novembre, alle ore 16.30, Santa Messa al Palapartenope di Napoli con la Comunità Gesù Risorto. Il 24 novembre, alle ore 19.00, Santa Messa per i Figli in cielo nella parrocchia Santa Maria Maddalena in Armillis di Sant’Egidio del Monte Albino. Il 4 dicembre, alle ore 10.00, Santa Messa per Santa Barbara presso la caserma dei Vigili del

Visita Pastorale

Ultime due parrocchie della fornaia di San Valentino per la Visita Pastorale. Il Vescovo dal 18 al 23 novembre è nella parrocchia San Giacomo Maggiore Apostolo e dal 25 al 30 novembre è nella parrocchia Santa Maria delle Grazie di Casatori.

La chiesa di Santa Maria Maddalena in Armillis

fuoco di Nocera Inferiore; alle ore 20.15 Santa Messa alla Cittadella della Carità di Angri.

Incontri episcopali Il Vescovo partecipa alla riunione della Conferenza episcopale italiana in programma a Roma dal 12 al 15 novembre. Il 3 dicembre è alla riunione della Conferenza episcopale campana a Pompei.

Esercizi spirituali

Il Vescovo e il clero diocesano si ritrovano dal 5 al 9 novembre presso il Centro La Pace di Benevento per gli annuali Esercizi spirituali.

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti Santa Messa con i ragazzi che hanno ricevuto la Prima Comunione

Sant’Anna Fosso Imperatore – Nocera Inferiore

La ripresa all’insegna della formazione

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ormarsi per formare”. Con questo slogan i catechisti e gli educatori della parrocchia S. Anna di Fiano-Fosso Imperatore hanno accolto con gioia l’invito del loro parroco, mons. Mario Ceneri, a vivere un momento di catechesi e spiritualità prima dell’inizio delle attività del catechismo e dell’oratorio per il nuovo Anno Pastorale. I partecipanti hanno trascorso un pomeriggio presso il convento di S. Andrea, a Nocera Inferiore. Dopo essere saliti sul monte dove è situato il convento, e aver fatto esperienza di Gesù, come fecero gli apostoli sul monte Tabor, è arrivato il tempo di scendere e di dare inizio alle attività. Sabato 6 ottobre si è tenuta la festa di inizio catechismo nei locali della scuola elementare di Fiano e da lunedì 8 ottobre sono ripartiti gli incontri settimanali per i ragazzi del dopo comunione, per i giovanissimi e per i giovani della parrocchia. Inoltre, domenica 7 ottobre è stata celebrata la Santa Messa con i ragazzi che quest’anno hanno ricevuto il sacramento della Prima Comunione, affinché Dio Padre li accompagni sempre con la sua luce. Angela Morrone

Foto di gruppo al ritiro catechisti ed educatori

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Un arcobaleno d’amore

La festa di inizio anno

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tart: si inizia! Lo scorso 6 ottobre, con una grande festa, è cominciato il nuovo anno di formazione per bambini e ragazzi della nostra parrocchia. Il tema proposto, che ci accompagnerà per tutto l’anno, è l’arcobaleno. Ad ogni fascia di età è stato assegnato un colore, che rappresenta tutto ciò che Dio ha creato per noi. I bambini del primo anno, appena arrivati, sono contraddistinti dal colore azzurro, come il cielo. Ai piccoli del secondo anno è affidato il blu, come il mare. Invece a quelli del terzo è stato assegnato il giallo per richiamare il sole. I bambini che si apprestano a ricevere per la prima volta Gesù hanno avuto il

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colore verde, come la natura, segno di speranza per la loro crescita interiore. Il bianco, invece, è stato abbinato a coloro che hanno appena ricevuto la Prima Comunione. Infine, i ragazzi delle scuole medie hanno ricevuto il rosso, associato alla Pente-

coste, che si apprestano a vivere nella loro vita. Con questo arcobaleno, che parte dalla nostra chiesa, vogliamo sentirci più vicino a Dio per colorare d’amore il mondo. Buon anno a tutti! Dina Grimaldi


I partecipanti alla festa

San Giacomo Apostolo San Valentino Torio

Ripartire con gioia

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San Teodoro Martire Sarno

Festa del Ciao

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na tavola, del buon cibo, un po’ di musica e la voglia di stare insieme. Ecco gli ingredienti base della nostra Festa del Ciao, con la quale abbiamo dato inizio alle attività per i ragazzi, che si svolgeranno in parrocchia, ogni domenica mattina, dopo la Santa Messa delle ore 11.00. In linea con lo slogan nazionale, abbiamo sperimentato che c’è più gusto se le cose si fanno insieme. Questo momento ha visto coinvolti giovani, giovanissimi, educatori, nonché il gruppo delle catechiste, ed è soprattutto con loro che vogliamo provare a condividere più esperienze e momenti formativi, per far sì che i ragazzi possano vivere la parrocchia come la propria casa e saziarsi di cose buone. Il segreto per realizzare un’A.C.R. gustosa è scegliere gli obiettivi da raggiungere, unire le emozioni all’entusiasmo ed amalgamare il tutto con l’incontro con Gesù, infine impiattare e condividere con tutti. Maria Luisa Franco e l’equipe

o scorso 6 ottobre il gruppo catechiste della nostra parrocchia si è preparato per il nuovo anno catechistico, con un ritiro spirituale tenuto dal parroco, don Alessandro Cirillo, presso l’accogliente e suggestiva struttura di Villa Tiberiade, a Torre Annunziata, gestita dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ci ha aiutato nella riflessione la prima lettera di san Giovanni, che il nostro parroco ha spezzato per noi, ricordandoci che, come l’apostolo, anche noi dobbiamo annunciare Cristo vivo e vero ai bambini e non ciò che negli anni potrebbe diventare solo una fredda lezione da ripetere. È necessario aggrapparsi all’entusiasmo iniziale, che ci ha spinto ad essere catechiste e che ci fa annunciare Cristo con l’esperienza della nostra vita. Solo fondando la nostra vita su di Lui e annunciandola ai bambini possiamo farli innamorare di Gesù, che riceveranno nel giorno della Prima Comunione, affinché si lascino accompagnare da Lui per tutta la vita. Con questa consapevolezza ritrovata, l’indomani abbiamo accolto i bambini in chiesa con una Celebrazione eucaristica da loro animata, che ha aperto il nuovo anno catechistico. Durante la celebrazione il sacerdote ha asperso con l’acqua benedetta tutte le cartelle che i bambini useranno per il catechismo. Quel piccolo bagaglio rappresenta il loro cuore: il nostro augurio è di riempirlo delle cose di Dio, di quella gioia e pienezza, che si ha solo seguendo Cristo Gesù. E sta anche a noi aiutarli in questo compito. Teresa Russo

Don Alessandro Cirillo asperge con l’acqua benedetta le cartelle del catechismo dei bambini

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NEWS DALLE PARROCCHIE La squadra del Sant’Egidio Femminile insieme a padre Massimo

FOTONOTIZIA

La comunità di San Sebastiano (Sarno) ha trascorso una giornata al Convento di San Francesco, a Bracigliano, lo scorso 6 ottobre per dare avvio al catechismo. Bambini, genitori, catechisti e coro della parrocchia si sono ritrovati insieme e ringraziano il parroco, don Ciro Zarra, per il momento di comunione vissuto.

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Programmando un anno di Grazia

L’

anno pastorale è iniziato, come ormai per consuetudine, con il ritiro comunitario presso le Suore Battistine di Angri, sabato 29 settembre. I collaboratori parrocchiali, che hanno accolto l’invito di programmazione di padre Massimo Staiano, si sono raccolti innanzitutto in adorazione nella Cappella di Sant’Alfonso Maria Fusco. Sì, perché il sacerdote che guida la parrocchia da 11 anni, crede fermamente nel raccoglimento attorno a Gesù Eucarestia e Verbo eterno per essere veri “servitori di tutti”.

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Infatti, nell’ora di Adorazione, sei riflessioni bibliche, tratte dai Vangeli di Giovanni e di Marco, hanno aiutato a dar risposta agli interrogativi posti per scrutare il servizio di ogni discepolo del Signore. Con la grazia ricevuta nel giorno dei SS. Arcangeli è stato così vissuto il primo evento programmato per la domenica successiva, la Messa con le ragazze del Sant’Egidio Femminile, che per la prima volta gareggeranno in Serie B. Livia Rossi


Tela Madonna con San Giacinto (1630) di Domenico De Marinis, recentemente restaurata

San Giovanni Battista Angri

Il ritorno della tela del '600

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el maggio scorso ha fatto ritorno nella Collegiata di S. Giovanni Battista in Angri una delle tele più antiche del suo patrimonio artistico, finora conservata presso la Certosa di Padula, dopo il terremoto del 1980, in attesa di restauro. Il dipinto è firmato dal pittore angrese Domenico De Marinis e datato 1630: raffigura la Madonna con Bambino, san Giacinto e un gruppo di angeli. Il restauro è frutto della perseveranza del parroco, mons. Vincenzo Leopoldo, attento a restituire ad Angri i tesori artistici della Collegiata. Il dipinto si va ad aggiungere alle altre cinque tele del Settecento precedentemente restaurate. Il recupero è stato possibile grazie ai coniugi Natale e Olga Lo Cicero, che si sono fatti carico delle spese del restauro. A loro va il sentito ringraziamento del parroco e della comunità parrocchiale. Antonio Pontecorvo

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NEWS DALLE PARROCCHIE Il parroco don Raffaele Ferrentino

San Prisco Nocera Inferiore

L’Arciconfraternita e la sua tradizione

D San Matteo Apostolo Nocera Inferiore

Una Messa per ricordare i defunti del condominio

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stata celebrata il 28 settembre scorso, da don Raffaele Ferrentino, nella parrocchia di San Matteo, la prima messa “condominiale”. Un’iniziativa, quella del condominio La Magnolia, di via Garibaldi 28 a Nocera Inferiore, volta al recupero della memoria storica degli abitanti del palazzo, ricordandoli in una Messa commemorativa. Per il dottor Piero De Prisco, uno dei fautori della proposta, è importante innanzitutto creare una comunità: «La coesistenza condominiale e l’esercizio della dialettica di gruppo è possibile solo migliorando la conoscenza reciproca e l’espressione delle responsabilità individuali nel dare risposte alle varie problematiche condominiali» e unirsi in comunione per ricordare chi li ha preceduti è un passo verso l’obiettivo. D’altronde la magnolia è simbolo di dignità e perseveranza. Sofia Russo

omenica 7 ottobre, giorno in cui si celebra la Beata Maria Vergine del Rosario, come ogni anno, presso la cattedrale San Prisco di Nocera Inferiore, la Messa è dedicata alla S.S. Arciconfraternita del Rosario. Il parroco, don Mimmo Cinque, padre spirituale dei confratelli, come da antichissima tradizione, al termine della celebrazione, distribuisce ai presenti, un dolce omaggio: il mostacciolo. Un tempo non tutti potevano festeggiare la Madonna mangiando un dolce. L’Arciconfraternita nasce nel XVI secolo, con lo scopo anche di dare sostentamento al popolo, attraverso borse di studio, corredi per matrimoni e bisogni materiali di ogni tipo. I confratelli dovevano rispettare requisiti specifici: essere cattolici praticanti e avere un comportamento onorabile. In passato, nel giorno dedicato alla Madonna del Rosario, si svolgeva anche una processione per le strade della città. Oggi, viene dedicata una Messa ogni mese alle anime che nella loro vita hanno fatto parte della Confraternita. Anna Senatore

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IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

I momenti più belli della festa del “Ciao”

“CI PRENDO GUSTO!” È ormai tradizione per l’Azione Cattolica Ragazzi aprire i battenti del nuovo anno associativo con la festa del “Ciao”, nostro biglietto di presentazione, durante la quale vengono lanciati l’inno ed il tema del nuovo percorso. Questo appuntamento annuale – che si è svolto domenica 21 ottobre – non salta fuori dal nulla. Al contrario è frutto del lavoro dell’equipe educatori che, guidati dal parroco don Gaetano Ferraioli, lascia da parte impegni lavorativi e scolastici e si riunisce per programmare e organizzare la festa del “Ciao” e gli incontri settimanali della prima fase con i bambini dei settori ACR. Il momento principale di questi incontri è l’assegnazione delle classi con la consegna delle guide, perché stringere tra le dita quelle pagine colorate è come prendere in mano la consapevolezza del proprio impegno e della propria “missione” a servizio della piccolagrande comunità di Casatori. Il percorso. Subito dopo parte la suddivisione nei gruppi 6-8, 9-11 e 12-14

per leggere le proposte dettate dall’Azione Cattolica Italiana e arricchirle con ulteriori idee al fine di rendere gli incontri più coinvolgenti e aiutare così i bambini ad esternare le proprie emozioni, a confrontarsi, a conoscere e rispettare opinioni diverse dalle proprie. Infine, grazie all’integrazione di testi del catechismo, a rendere Gesù parte integrante delle proprie vite. Lo slogan del cammino formativo 20182019 è “Ci prendo gusto!”, ambientato in cucina, luogo di gioia e condivisione, proprio come la mensa eucaristica: Cristo si dona a noi sotto forma di cibo e bevanda. Il Signore illumina la nostra vita con la sua Parola e quest’anno, in particolare, con il Vangelo di Luca (Lc 10, 38-42) che narra l’episodio di Marta e Maria, due sorelle con due condotte diverse: da una parte l’ascolto della Parola, dall’altra il servizio concreto al prossimo. La sfida è comprendere che per essere un buon cristiano è necessario combinare sapientemente questi due atteggiamenti. Sabrina Perrino

L’Azione Cattolica Ragazzi della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Casatori ha iniziato, lo scorso 21 ottobre, il nuovo anno associativo con la tradizionale festa del “Ciao”

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A CURA DELLe #PARROCCHICENTROSARNO San Francesco d’Assisi - Santuario Maria SS. delle Tre Corone Insigne Collegiata San Matteo Apostolo ed Evangelista In redazione Donatella Ferrara, Maria Rosaria De Blasio, Anna Mancuso Alcuni momenti della Visita

In mezzo a voi Dal 16 al 21 settembre il vescovo Giuseppe ha visitato le Parrocchie del Centro di Sarno. Giorni ricchi di incontri e di grazia

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nche le comunità delle parrocchie Centro Sarno sono state visitate dal vescovo Giuseppe con un programma ricco di incontri e visite. Abbiamo avuto la grazia di avere con noi il pastore diocesano per una settimana. La Visita pastorale è iniziata domenica 16 settembre presso il santuario Maria SS. delle Tre Corone, qui mons. Giudice ha dato inizio in modo formale al nuovo anno catechistico, manifestando la sua gioia per la ricca presenza di fanciulli e giovani. “Una Chiesa con tanti bambini è una Chiesa viva”, ha detto e nella Celebrazione Eucaristica ha amministrato il sacramento del Battesimo a tre piccoli. Il Vescovo ha poi incontrato tutte le realtà presenti nelle tre comunità, ha ascoltato i responsabili dei vari gruppi,

Mons. Giudice insieme a don Roberto Farruggio

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condiviso la Festa delle stimmate di san Francesco d’Assisi. Numerosi anche gli incontri con il territorio e il mondo della scuola: mons. Giudice ha incontrato gli alunni dell’Istituto Comprensivo De Amicis - Baccelli, della Scuola Media Amendola, del Liceo Classico Tito Lucrezio Caro e per finire è andato alla Filanda Lars. Ha continuato la sua Visita pastorale visitando gli ammalati. Nella Chiesa dell’Immacolata Concezione è stato a diposizione dei fedeli per le confessioni, a seguire c’è stata la Lectio Divina con l’Adorazione Eucaristica. La visita si è conclusa il 21 settembre nella Collegiata di San Matteo Apostolo con la celebrazione della Santa Messa. Ringraziamo il pastore diocesano per la sua presenza in mezzo a noi. Donatella Ferrara e Salvatore Corrado


La festa dei popoli

Due momenti della festa del 6 ottobre

Il 5 e il 6 ottobre, la comunità si è fermata a riflettere sul tema dell’interculturalità, dell’accoglienza e della pace tra i popoli a partire dall’insegnamento di Francesco di Assisi

L

a vita cristiana non è mai individuale, il nucleo più profondo della persona, ciò che Dio stesso ha plasmato in modo unico e irripetibile, viene condiviso. Il testamento di Francesco d’Assisi è più che mai attuale, rappresenta la ricetta d’amore che noi credenti dobbiamo mettere in pratica nelle nostre città e nell’intera società, invasa da logiche individualistiche e razziste. Come comunità in cammino verso l’unità, ci siamo posti l’obiettivo di far emergere il tema dell’interculturalità, della buona accoglienza, della pace tra i popoli e di discutere insieme sui limiti dei processi migratori, prendendo spunto dalla vita di Francesco, in modo particolare dal suo incontro fraterno con il Sultano di Babilonia Al Malik al Kamil, nel 1219, a Damietta mentre era in corso la quinta crociata che vedeva uno contro l’altro l’esercito cristiano e quello mussulmano. Questo gesto molto significativo di Francesco ha suscitato l’idea di promuovere una “festa dei popoli” all’interno del programma della festa di san Francesco d’Assisi, celebrata il 5 e il 6 ottobre. Il convegno. Abbiamo organizzato un convegno, moderato dalla dottoressa Ersilia Fiore, sul tema delle migrazioni al quale hanno partecipato gli studen-

ti dell’Istituto di Istruzione Superiore E. Fermi, quelli del Liceo Tito Lucrezio Caro e dell’Istituto professionale Cuomo – Milone di Sarno. Dopo i saluti istituzionali del nostro sindaco e presidente della provincia dott. Giuseppe Canfora e del consigliere comunale, con delega all’accoglienza e all’integrazione, Cleopatra Kibomba, sono intervenuti il presidente dell’ACLI di Salerno, dott. Gianluca Mastrovito, e il responsabile della Caritas della Diocesi di Napoli, don Vincenzo Federico. Il cuore del convegno sono state le esperienze. Abbiamo ascoltato la professoressa Celentano, emigrata per alcuni anni in Germania e il dott. Roger Sylvestre Adjicoudè, senegalese e responsabile dell’ufficio immigrazione della Diocesi di Aversa, Assan Babou, senegalese e mediatore culturale presso l’Agape Impresa sociale di Napoli. Quest’ultimo intervento è stato arricchito dalle parole penetranti di don Federico Battaglia, cofondatore della band italo – migrante MigrAngels. La preghiera comune. Un momento toccante è stata la preghiera islamico – cristiana, incontro tra due realtà, quella della comunità marocchina e quella cristiana, vicine territorialmente ma ancora troppo lontane. La giornata del 6 ottobre

è stata caratterizzata dalla condivisione e dall’incontro tra diverse culture, dalla musica al cibo. Non può esserci confronto senza la reciproca accoglienza. Questa semplice frase non rappresenta la logica del senso comune, ma l’esperienza vera e autentica che abbiamo vissuto insieme con l’amministrazione comunale nell’aula consiliare del palazzo municipale. Qui sono state accolte le comunità africane, ucraine e salvadoregne presenti nel nostro territorio. Grazie a loro abbiamo compreso la ricchezza dell’incontro tra popoli e culture diverse. La reciproca accoglienza favorisce lo scambio culturale e la nascita di un meticciato, una comunità senza un colore predominante, senza una religione predominante, senza una cultura egemone che impone l’obbedienza alle altre. Ci siamo posti l’obiettivo di riscoprire il buon senso dell’incontro interculturale, del dialogo con comunità culturalmente lontane dalla nostra. Per un giorno abbiamo deciso di essere una grande comunità senza una linea di colore e senza alcuna forma di pregiudizio e razzismo. Una serata all’insegna della condivisione di tutto ciò che rappresenta la propria cultura, dal cibo alla musica, dalla danza alla preghiera. Kris Michele Bello novembre 2018 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI

Alessia scatta un selfie al primo appuntamento di “Giovediamoci a pranzo”

La nuova proposta parrocchiale per vivere un momento di convivialità con i giovani, ogni settimana

Giovediamoci a pranzo

A

tavola s’impara ad essere famiglia. E quando ci sono più di sessanta commensali pronti ad accogliere un invito a pranzo settimanale, c’è la speranza che la parrocchia lo sia diventata. “Giovediamoci a pranzo” è la proposta della comunità San Sisto II (Pagani) di condividere, insieme ai giovani dell’oratorio, il pranzo del giovedì. «Una bellissima iniziativa per riuscire a far integrare tanti ragazzi, e ovviamente, per stare insieme» racconta Alessia Aluigi, ventenne animacuore. «Preparare il nostro oratorio, apparecchiare, aspettare che tutti arri-

vino per iniziare a mangiare. Pranzare insieme, chiacchierare, poi dopo sparecchiare e lasciare tutto in ordine: mi dà proprio l’idea della mia quotidianità, come se fossi a casa mia» prosegue la studentessa di musica. «I ragazzi ricevono un link settimanalmente al quale possono collegarsi per confermare con un giorno d’anticipo la loro partecipazione» spiega il parroco, don Giuseppe Pironti. Non un modo per sottrarli alle famiglie ma un’occasione in più per sperimentare la bellezza della condivisione.

Appuntamenti parrocchiali: tutte le novità Accanto ai tradizionali incontri promossi dalla parrocchia – indicati nel calendario donato ai fedeli e nell’agenda distribuita agli operatori parrocchiali – la comunità avrà la possibilità di partecipare ad altri due nuovi appuntamenti. Il cineforum sulla legalità, con la visione della serie tv La mafia uccide solo d’estate, intervallato da riunioni di dibattito sul tema della malavita organizzata e il Caffè culturale, un ciclo di quattro incontri con persone che non credono in Dio o di altre confessioni religiose su temi di stringente attualità. La parrocchia diventa così il luogo per confrontarsi e superare i pregiudizi.

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A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI In redazione Rosaria Faiella, Alessia Bove, Francesco Coppola e Federica Sciumbarruto L’accoglienza dei bambini di prima elementare, accompagnati per mano dalle loro catechiste

Servire con umiltà

“T

u Signore, mio sarto, sarto della mia comunità, rendimi capace di essere nel mondo servendo con umiltà, perché se il filo si vede, tutto è riuscito male”: con questa bella preghiera di Madeleine Delbrel, la sera del 30 settembre, gli operatori pastorali hanno rinnovato l’impegno del loro servizio in parrocchia mentre, al mattino, si è dato inizio all’anno catechistico con l’accoglienza dei bambini di prima elementare che ci hanno ricordato quanto sia importante farsi piccoli e riconoscersi bisognosi di Dio e

degli altri, per vivere davvero da cristiani. Il 6 ottobre i ragazzi del Dopocomunione hanno ripreso le fila del loro cammino di formazione: guidati dal cieco Bartimeo si sono impegnati ad alimentare ogni giorno la luce che Dio ha acceso nel loro cuore nel giorno del Battesimo con il dono della Fede. Il 7 ottobre la nostra comunità ha vissuto la prima domenica del mese missionario, mese di preghiera e di carità che ci fa sentire cittadini di un mondo in cui siamo davvero chiamati a vivere come fratelli. Maria Rosaria Faiella

Domenica 7 ottobre, tra differenti cerimonie, tutte e tre le branche del gruppo scout Nocera Inferiore 1 hanno ripreso le loro attività. “E tu? Cosa aspetti ad entrare nel gioco e giocare la tua parte?”

Sono riprese, nel solco di un servizio da vivere con umiltà, le attività della comunità parrocchiale San Giovanni Battista in Cicalesi

Il momento dell’accensione della candela verde per il continente africano

“Accendi una luce nel buio”: il momento di preghiera a conclusione della festa di inizio del Dopocomunione

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

UN CAMMINO INSIEME Cari genitori, voi siete i primi educatori dei vostri figli. Siete i primi testimoni di Gesù per loro. Siete voi che avete accompagnato i vostri figli a ricevere il sacramento del Battesimo, impegnandovi davanti alla Chiesa ad educarli cristianamente. Voi avete deciso di inserirli nei percorsi di preparazione ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia. La vostra collaborazione con le catechiste è fondamentale, per iniziare con impegno l’itinerario di fede nella propria parrocchia. Il cammino catechistico può diventare un’opportunità di crescita per tutta la famiglia, se si crede realmente in ciò che si fa. Per tutto questo noi vi chiediamo di seguire i vostri figli e di collaborare alla conoscenza di Gesù; di partecipare alle varie riunioni che si tengono nel corso dell’anno; di accompagnare i vostri figli e partecipare con loro alla Santa Messa festiva, dando esempio di essere genitori cristiani.

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Qualche spunto per riflettere. Provate a rispondere a queste domande: perché avete iscritto i vostri figli al Catechismo? Partecipate con i vostri ragazzi alla Santa Messa, dando loro l’esempio di famiglia cristiana? Desiderate sentirvi parte integrante della parrocchia, vivendo un’esperienza di comunità con altre persone? Provate, per favore, a riflettere su ciò che veramente desiderate per i vostri figli e perseverate con coerenza e costanza nelle scelte intraprese. Il parroco, i catechisti e, soprattutto, i genitori hanno il compito, complesso quanto meraviglioso, di fondare radici nell’amore verso Dio e verso il prossimo nelle future generazioni: sono pochi gli strumenti efficaci che possediamo, ma tra questi sicuramente trionfano la cultura dell’esempio, della pazienza e della speranza. Grazie di cuore per l’ascolto e per la collaborazione. Suor Alessandra

Don Antonio Mancuso e i catechisti della comunità Santa Maria del Carmine e della SS. Annunziata di Angri hanno scritto ai genitori dei bambini che frequentano il catechismo per coinvolgerli nel percorso dei figli


pagina A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI Cristo Giudice e Maria al centro di questo particolare del Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti

La vocazione alla santità è un dono che Dio offre a tutti, i sentieri privilegiati sono l’ascolto della Parola e l’Eucaristia. Diverse le proposte che la comunità Santa Maria del Carmine di Pagani offre a grandi e piccini

La chiamata alla santità è per tutti

“I

Santi sono testimoni e compagni di speranza” sono le parole di papa Francesco. Egli ha affermato più volte che i santi non sono superuomini, ma persone che hanno vissuto una vita normale. La loro santità sta nell’avere seguito Dio con tutto il cuore, rispondendo al male con il bene, diffondendo gioia e pace. Il mese di novembre si apre con la Solennità di Tutti i Santi, nella quale la Chiesa celebra tutti coloro che hanno vissuto la loro vita in amicizia con Dio e, per questo, godono già della Sua visione. Il due novembre siamo invitati a pregare per i fedeli defunti che sono in cammino verso il Paradiso. La vocazione alla santità, infatti, non è privilegio esclusivo per pochi eletti, ma un dono che Dio offre a tutti noi. Lo spiega san Paolo, nella lettera agli Efesini, quando afferma “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo… In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità” (Ef 1, 4). Dio ci ama da sempre e ci vuole al suo cospetto. Come vivere questa santità? Come realizzarla nella nostra vita? Sarebbe impossibile con le sole nostre forze. La Parola e l’Eucaristia sono strumenti che il Signore ci mette a disposizione per percorrere questa strada. Gli appuntamenti. La sua Parola è spezzata per tutti, a partire dai più piccoli fino agli adulti, a quali è offerta la

possibilità di approfondire la nostra fede, attraverso le catechesi settimanali tenute dal nostro parroco. Da alcune settimane la presenza dei bambini, tornati dopo la pausa estiva, sia in oratorio sia al catechismo, desiderosi di prepararsi alla Prima Comunione, allieta i pomeriggi in parrocchia. Gli incontri di catechismo sono il luogo in cui la Parola si spezza per i più piccoli, perché si sentano attesi e amati e perché scoprano di essere parte di un immenso disegno d’amore. All’oratorio, invece, accanto alla formazione, fanno esperienza di comunione attraverso il gioco e il sano divertimento. In occasione di Tutti i Santi, quest’anno in oratorio abbiamo vissuto un momen-

to simpatico, la festa di Holyween, in cui i bambini hanno provato a mettersi nei panni dei santi di cui portano il nome. Un altro appuntamento per i più piccoli è la passeggiata tra le luci d’artista a Salerno. La fine del mese di novembre segna anche la conclusione dell’anno liturgico che culmina nella Solennità di Cristo Re dell’universo. Papa Francesco ci ricorda ancora che la via della santità ha un volto e un nome, quello di Gesù. L’adorazione del Santissimo Sacramento durante le Sante Quarantore ci darà la possibilità di centrare lo sguardo sul Signore per lodarlo, adorarlo, ringraziarlo e affidare la nostra vita a Lui, sorgente inesauribile di grazia. Mariarosaria Petrosino

Le luci d’artista di Salerno

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Mons. Pietro Milite spegne 48 candeline, il 16 novembre; don Romualdo Calcìde festeggia 46 anni, il 17 novembre; il diac. Salvatore Verdoliva compie 53 anni, il 20 novembre; don Giuseppe Pironti spegne 35 candeline, il 21 novembre; don Flaviano Calenda festeggia 70 anni, il 23 novembre; don Giovanni Orlando compie 78 anni, il 25 novembre; nello stesso giorno don Alfonso Santoriello spegne 53 candeline. La vostra vita sia sempre un canto di lode al Signore. Auguri!

Buon compleanno ai referenti

Giuseppe Seccia (S.S. Apostoli Simone e Giuda, Nocera Inferiore) compie 76 anni, il 7 novembre; Maria Ermelinda Di Lieto (S. M. Maddalena in Armillis, S. Egidio del Monte Albino) festeggia il compleanno il 9 novembre; Laura Della Casa (Maria Immacolata, Nocera Inferiore) compie gli anni l’11 novembre; Andrea Pappacena (S. Alfredo, Sarno) spegne 67 candeline, il 25 novembre; Livia Rossi (S. M. Maddalena in Armillis, S. Egidio del Monte Albino) compie 26 anni, il 30 novembre. Alle nostre sentinelle, l’augurio di continuare a trasmettere con gioia la Buona Notizia!

Il nostro cordoglio

Lo scorso 16 ottobre è tornata al Padre Amalia Amoruso, sorella di Lucia Amoruso, referente della nostra rivista presso la comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine e della SS. Annunziata di Angri. Ci uniamo al dolore che ha colpito Lucia e la sua famiglia per la grave perdita e assicuriamo la nostra preghiera.

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Auguri speciali

Nunzio Desiderio

Dina Coppola

Ornella D'Auria

Auguri di buon compleanno a Nunzio Desiderio (responsabile dell’Ufficio per le Confraternite), che festeggia il compleanno, il 28 novembre. Auguri a Dina Coppola e a Ornella D’Auria, socie della Cooperativa Priscus, per i loro compleanni, il 9 e il 19 novembre.

Agnese Senatore

Il 24 novembre, Agnese Senatore, presidente della Cooperativa Priscus, compie gli anni. La famiglia diocesana formula i migliori auguri per i preziosi collaboratori, che ogni giorno s’impegnano per la Chiesa locale. Auguri speciali dalla nostra redazione giornalistica ai collaboratori Andrea Pellegrino e Andrea Perrino per l’onomastico, il 30 novembre.

Andrea Pellegrino

Alfonso e Anna

Alfonso Ceruso e Anna Pepe hanno celebrato il sacramento delle nozze lo scorso 2 luglio. I migliori auguri per una vita piena di gioia e amore giungono dalla famiglia e in particolare dalle zie.


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Il governo di madre Letizia Manganelli Le decisioni assunte dall’undicesimo consiglio generale nella seduta del 2 aprile 1957

S

i celebra il 2 aprile 1957 l’undicesimo consiglio del governo generale di madre Letizia Manganelli nel quale si delibera di acquistare in Montesarchio (BN), per la cifra 6.600.000 lire, i dieci vani di proprietà del signor Iannace per stabilirvi l’asilo infantile. La somma sarà saldata in due momenti: 4.800.000 lire all’atto del rogito e le restanti 1.800.000 lire il 30 maggio 1957. Poiché la disponibilità della cassa generalizia è di solo 1.300.000 lire, si decide di chiedere il prestito di 3.500.000 lire al signor Tarquinio Vessa, come stabilito nel precedente consiglio del 26 gennaio. L’approvazione definitiva delle Costituzioni. La madre generale comunica in maniera ufficiosa che padre Pacifico Capobianco ha ottenuto da papa Pio XII, nell’udienza del 23 marzo 1957, il Decreto di approvazione definitiva delle Costituzioni dell’Istituto. Il religioso si augura che la Congregazione possa essere sempre più feconda di membri e di opere e raccomanda di stampare il testo, appena sarà trasmesso dalla Sacra Congregazione dei Religiosi. Madre Letizia vuole affidare il compito di stampare 300 copie del documento proprio a padre Capobianco che potrebbe servirsi di una buona tipografia romana. La precedente edizione era stata stampata a Pagani, dal signor Torre, ma c’era stata qualche difficoltà nella correzione delle bozze. Intanto incarica la segretaria, madre Tarcisia Vernavà, di darne notizia alle case dell’Istituto per il Te Deum di ringraziamento. Si passa poi alla lettera del parroco don Salvatore Muc-

ci che vorrebbe quattro suore a Montorio (CB) per un nuovo asilo infantile e laboratorio. La richiesta non può essere accolta per carenza di suore diplomate. Si dà facoltà alla superiora del Carminello di Pagani, madre Alfonsina Tucci, di iscrivere al corso di Teologia, istituito dalla F.I.R.E. a Salerno, suor Pierina Tortora e suor Elvira Marchese. Inoltre, in prossimità del 16 aprile, giorno del rinnovo dei voti da parte di tutto l’Ordine Francescano, la madre generale, al fine di evitare l’inconveniente del precedente anno (non si era potuto compiere il rito per la mancanza di copie del Rituale Romano-Serafico) propone di far stampare, ad uso delle suore, la parte che riguarda il rinnovo dei voti. Si delibera di affidare ad Angelillo Esposito la revisione marmorea dell’altare maggiore della chiesa annessa a casa Madre e di sostituire con marmi Perla di Sicilia la base del trono della Madonna della Misericordia, fatta in legno impiallacciato di finto marmo, e di crearvi anche una mensola per deporre fiori. In chiusura, si approva il contratto stipulato tra la madre generale e l’impresario edile, Angelo Gentile, per la costruzione della Scuola Media annessa al Carminello. La seduta si conclude conferendo l’incarico alla superiora del Carminello di verificare con il presidente dell’Ente, prof. Raffaele De Vivo, la pratica da inoltrare al Ministero della Pubblica istruzione al fine di ottenere l’autorizzazione al funzionamento della prima classe della istituenda Scuola Media per l’inizio dell’anno scolastico 1957-58.

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L'ULTIMA di Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini - Forum Associazioni Familiari

Non lasciate sole le famiglie È finito il tempo degli spot in campagna elettorale, l’Italia ha bisogno DI politiche familiari serie: è il monito di Gigi De Paolo e Anna Chiara Gambini, tredici anni di matrimonio e cinque figli, autori del testo “Ci vediamo a casa”

I

l tempo è sempre più stretto e le occasioni di condivisione, in questa epoca di “social network”, sono moltiplicate, diversificate ed eterogenee tanto da renderci spesso ancora più soli. La solitudine di un panino in alta montagna, lontano da tutti, è inebriante, quella di un panino consumato da soli al centro di una città frenetica e stracolma di gente è, invece, schiacciante. Ecco, la famiglia oggi vive questo dramma. Tutto parla di lei ma nessuno se ne cura. Questa solitudine diventa soffocante di fronte al dolore, alla necessità di doversi separare cinque giorni su sette per mantenere un lavoro, dinanzi alla necessità di dover nascondere un pancione, ad una bolletta più alta del “credito residuo” del conto in banca, ad un figlio maltrattato a scuola o anche solo di fronte alla classica risposta tagliente di un adolescente, colpevole di cercare il suo posto nel mondo. La solitudine schiacciante in cui le famiglie piombano dopo il “sì” si contrappone violenta alla gioia patinata del “vissero felici e contenti”. La solitudine è la triste e concreta conseguenza di una classe politica che di famiglia ha sempre parlato solo in campagna elettorale, costringendo il Paese ad abbandonare e livellare i desideri di maternità e paternità. La solitudine è concreta e fa rumore, soprattutto la sera quando un geni-

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tore stanco, poggiando l’orecchio sul cuscino, si domanda: “Come farò domani?”. La solitudine delle famiglie si ripercuote sulla società, perché obbliga ciascuno a schiacciarsi nel proprio piccolo orticello, in una massacrante lotta fra poveri che rende egoista un nucleo per definizione aperto e generativo. La solitudine è brutta perché genera disperazione. La solitudine porta a scandalizzarsi di se stesso perché ci si affanna in ciò di cui, invece, bisognerebbe solo bearsi. La solitudine assolutizza ogni crisi. Le famiglie non devono essere messe in condizione di restare sole. Per questo hanno bisogno di essere coltivate da chi amministra la cosa pubblica. Non si può continuare a chiedere alla famiglia di risolvere ogni problema continuando a lasciarla sola: sarebbe come chiedere all’agricoltura frutti smettendo di seminare. I giovani hanno sogni grandi e cuori capienti, hanno soprattutto l’energia pronta per la raccolta. Perché non è credibile che sia più desiderabile un’auto nuova di un figlio. Da troppo tempo ormai si livellano i sogni solo per non rimanere delusi. Le politiche familiari non sono più un programma ma una necessità. Una necessità assoluta, per contemplare di nuovo una bellezza a lungo trascurata. L’Italia ha bisogno di figli. E i figli hanno bisogno di lei.



Una Visita a Betlemme

Un’esperienza da leggere e vivere insieme ai ragazzi Il vescovo Giuseppe propone il volontariato e la condivisione con il mondo della disabilità come un cammino da fare con gli amici più stretti. Un racconto semplice, che si svolge per strada in uno scenario natalizio. È l’avventura di tre ragazzi, Prisco, Alfonso e Chiara che vogliono prepararsi a vivere il Natale compiendo un gesto speciale: andare fino a “Betlemme”.

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