Discorso alla citta 2014

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Discorso in dialogo con la CittĂ ...e il Padre tuo, che vede nel segreto (Mt 6,4) Il pudore nella cittĂ abitata da internet 30 aprile 2014, Cattedrale di Nocera Inferiore



Sua Ecc.za Mons.

Giuseppe Giudice

Discorso in dialogo con la Città ...e il Padre tuo, che vede nel segreto (Mt 6,4)

Il pudore nella città abitata da internet 30 aprile 2014 Cattedrale di Nocera Inferiore invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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#2


S

ignore e Signori, Autorità, Carissimi Giovani, Chiesa pellegrina in Nocera-Sarno, avvicinandosi la festa di San Prisco, Patrono della Diocesi, nel primo giorno del novenario, per la terza volta è per me un dovere, nonché una gioia responsabile, cercare di intessere un Dialogo con la Città, desideroso di raggiungere ogni uomo e ogni donna, cittadini di questa terra dell'Agro, sempre anelante alla Pasqua e alla Resurrezione. Ci accompagna e ci sostiene, come sempre, la preghiera nel segreto delle nostre Claustrali, delle Case Religiose, delle Parrocchie e delle Famiglie, specialmente quelle visitate dalla croce del Signore. Ho chiesto ai membri dei Gruppi, Associazioni e Movimenti, alle Congreghe, di unirsi in spirito ecclesiale alla nostra preghiera, di chiedere al Signore che le nostre mani, educate dall'infanzia all'orazione, non si distraggano e vengano utilizzate per altri scopi, che non sia il bene comune e la costruzione ordinata della Città, non secondo il progetto di Babele, ma con la fede e l'audacia di Noè. Ma è per i Giovani il mio primo pensiero, ed è con i Giovani che il mio dialogo vuole essere soprattutto leale e franco, per dire ad ognuno di loro che li amiamo e li stimiamo e li incoraggiamo, nonostante le difficoltà dell'ora, a mettere a servizio della Città tutti i loro carismi. invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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#3


E chiedo agli adulti e alla classe politica, qualche volta ingessata e arrugginita, di non deludere le aspettative dei Giovani e di non giocare con il loro futuro. Ed è semplicemente per una Chiesa Giovane che ho annunciato il Concilio dei Giovani e su di esso invoco lo Spirito che “con la forza del Vangelo fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo” (Lumen gentium 4). Dopo aver ascoltato e guardato con intelligenza, cioè con la capacità che a nessuno deve mancare di intus-legere, leggere con attenzione nelle pieghe e nelle piaghe della nostra storia, ho voluto formulare questo tema: …e il Padre tuo, che vede nel segreto (Mt 6,4) Il pudore nella città abitata da internet. Impegnandomi ad essere sintetico ed immediato, e sicuramente non esaustivo, vorrei articolare questo mio intervento in quattro momenti: 1. 2. 3. 4.

Un cumulo di domande (cf. Gaudium et spes 10) Ditelo sui tetti (cf. Mt 10,26-27) Lo capirai dopo (Gv 13,7) Una preghiera per non concludere (di Annalena Tonelli)

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#4


1

Un cumulo di domande (cf. Gaudium et spes 10)

L'uomo è un cumulo di domande e un punto interrogativo. Ed è bene che, per non invecchiare, rimanga tale. La domanda apre sempre al futuro perché l'uomo è, per sua natura, un questuante, un impasto di perché. Riascoltiamo con stupore sempre nuovo una densa pagina del Concilio, donataci dai Padri nella Costituzione Pastorale Gaudium et spes, la Chiesa nel mondo contemporaneo: In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo. È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si combattono a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d'altra parte sente di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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#5


peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società. Molti, è vero, la cui vita è impregnata di materialismo pratico, sono lungi dall'avere una chiara percezione di questo dramma; oppure, oppressi dalla miseria, non hanno modo di rifletterci. Altri, in gran numero, credono di trovare la loro tranquillità nelle diverse spiegazioni del mondo che sono loro proposte. Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione dell'umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell'uomo sulla terra appagherà tutti i desideri del suo cuore. Né manca chi, disperando di dare uno scopo alla vita, loda l'audacia di quanti, stimando l'esistenza umana vuota in se stessa di significato, si sforzano di darne una spiegazione completa mediante la loro sola ispirazione. Con tutto ciò, di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi più fondamentali: cos'è l'uomo? invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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#6


Qual è il significato del dolore, del male, della morte, che continuano a sussistere malgrado ogni progresso? Cosa valgono quelle conquiste pagate a così caro prezzo? Che apporta l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita? Ecco: la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà sempre all'uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza per rispondere alla sua altissima vocazione; né è dato in terra un altro Nome agli uomini, mediante il quale possono essere salvati. Essa crede anche di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di là di tutto ciò che muta stanno realtà immutabili; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli.

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#7


2

Ditelo sui tetti (cf. Mt 10, 26-27)

Non abbiate dunque paura di loro… nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. Mi sembra che oggi sia dilagante l'utilizzo sbagliato di questo detto del Signore, quasi fondamento biblico ad una comunicazione poco rispettosa dell'altro, spudorata e sguaiata, senza riserbo e pudore, rasentando o oltrepassando il pettegolezzo della piazza e del cortile, dove l'urlo è diventato costume. In questo testo Gesù non vuole autorizzare a svelare il segreto, ma parla dell'annuncio del Vangelo, della Buona Novella, che non può essere taciuta o nascosta. La verità è semplice e Gesù, nel Vangelo, invita ad annunciarla con semplicità e chiarezza, gridandola dai tetti e proclamandola nelle piazze. invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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#8


Ci chiediamo: che ne è del pudore, del ritegno, della riservatezza, del riserbo, del custodire nel cuore, nel tempo della navigazione nel mare aperto e insidioso della comunicazione odierna? Come mai, ed è domanda inquietante, con tutte le leggi e il Garante sulla privacy, oggi non siamo garantiti in niente e si dice di tutto e tutto dilaga nelle trasmissioni gridate e usate come piazza e mercato? Mentre ringraziamo per il dono di Internet, ci chiediamo però se il pudore è ancora di casa nel villaggio mediatico. Pudore e riservatezza, non solo dal punto di vista fisico, ma come stile e capacità di comunicazione, che mai deve offendere la dignità della persona. Internet, i social network e prima ancora la tv, hanno fatto a pezzi il concetto di privato. Ma siamo noi, ed in questo viene meno la nostra formazione, che lo abbiamo immolato sull'altare del narcisismo, a nostro rischio e pericolo. Forse è arrivata l'ora di riportarlo in auge con una saggia rieducazione, a cominciare dagli adulti. Ci sono degli spettacoli, offerti anche dalla classe sociale e politica, che rasentano gli spazi del Circo e offendono il buon senso del popolo italiano, abituato nella sua lunga e travagliata storia a ben altri spettacoli, di serietà e invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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#9


sacrificio, fondamento del vivere civile. Ammaliati dalle condivisioni e dai mi piace, smaniosi di mettere in rete la foto con i nostri amici scattata con lo smartphone, ma anche quella sulla spiaggia di 25 anni fa, tutto siamo fuorché persone riservate. Ed ogni tanto il Garante ci ricorda, ma senza ascolto: Non tutti vogliono apparire sui social network. Se si postano delle foto con altre persone, chiedi loro se sono d'accordo. Andy Warhol già ne 1968 profetizzava: In futuro tutti saranno famosi per 15 minuti e, qualche anno dopo, aggiungeva: In futuro saranno famosi in 15. Negli adolescenti e in coloro che sono in cammino di formazione, e questo può essere il lato negativo, si insinua una nuova filosofia: se sono su internet sono, altrimenti io non sono! Si insinua l'idea perniciosa che esistere vuol dire essere o non esserci su internet, mentre il mondo reale prende altre strade o si scolora ai nostri occhi. Si vuole essere sempre connessi, sempre presenti nel mondo virtuale, ma non sempre consapevoli di come si possono adottare alcuni strumenti semplici per continuare ad avere un minimo di riservatezza. Sempre connessi, anche se dentro sconnessi, col rischio di pentircene in seguito. Togliere una foto imbarazzante dalla rete non è così semplice come correggere una frase postata invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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# 10


sul social network. Pescando, e non sempre con strumenti adatti, si rischia di rimanere impigliati nella rete e di perdere la riservatezza della casa. Ma questo, per tanti può non essere un problema: l'importante è che sono in rete!, anche se poi non ho neanche un amico. Certo, è bello essere in rete, ma lo è nella misura in cui si è consapevoli dei pericoli, da qui la necessità di educazione all'uso della rete, per grandi e piccoli. Ha scritto Magris: “Mi mette a disagio la schizofrenia in cui viviamo oggi. Da una parte siamo ossessionati dall'esigenza di trame occulte, dall'altra siamo in preda alla febbre della confessione pubblica. Tutto deve essere detto, tutti devono sapere, non c'è nulla che vada trattato con discrezione”. E continua: “Mi ha sempre colpito la tenacia con cui la Chiesa ha difeso il valore segreto nel sacramento della Confessione. C'è un elemento di grandezza, in questo, e di rispetto autentico per le persone”. La Chiesa è maestra di umanità e raccolgo un frammento bellissimo del magistero di Giovanni Paolo I: “Saper tacere – afferma il Papa del sorriso – fa parte della prudenza. “Voce dal sen fuggita, più richiamar non vale; invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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# 11


non si trattien lo strale, quando dall'arco uscì” (Metastasio) Vecchia, ma sempre nuova. Qualche volta verrebbe da darsi un pugno sulla bocca e dire: 'Ma perché ho parlato? Perché ho fatto quella confidenza? Potevo tacere, sarebbe stato meglio. Adesso sono nei pasticci. È venuto a saperlo persino il Vescovo. Potevo tacere! Perché ho parlato?' Ricordate il Manzoni: amico fidato, amico fidato… e la confidenza arriva proprio là dove non doveva arrivare. Non c'è segreto a questo mondo. Fatta eccezione del segreto sacramentale, quello della confessione, e del segreto d'ufficio in chi ha molta coscienza, non c'è segreto che tenga. Volete che la cosa resti segreta? Tenetevela per voi. Se l'avete confidata sub secreto, viaggia il mondo, ineluttabilmente!” (Giovanni Paolo I, Discorsi, Scritti, Articoli, Roma 78).

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# 12


3

Lo capirai dopo (Gv 13,7)

Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo. È bella questa espressione di Gesù verso Pietro, che non vuole che il Maestro gli lavi i piedi: Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo (Gv 13,7). Quante cose nella nostra vita, le abbiamo capite dopo, e qualche volta quando era già tardi! Capire dopo significa saper attendere, sospendere il giudizio dinanzi alla scelta di un genitore, di un superiore, di un amico. Lo capirai dopo, ed è un dopo non solo cronologico, ma che attinge ad una maturità sempre da accogliere e da costruire. Capire dopo, nel Vangelo, significa anche mi seguirai dopo (cf. Gv 13,36), nel senso che potremo accogliere con amore la Croce di Cristo, solo dopo che Lui l'ha abitata per noi. Solo dopo (cf. Mc 9,9), i discepoli capirono la sua parola; solo dopo, noi capiremo il suo Amore e i nostri amori. C'è un dopo teologico, che affonda le radici nel mistero invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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# 13


stesso di Dio, il suo pensiero, che non è un pensare secondo gli uomini (cf. Mc 8,33). Questo dopo Pietro lo scoprirà nello sguardo del Maestro, che affonderà gli occhi nella sua coscienza: “La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità” (Guadium et spes 16). Sì, perché è in quel luogo abitato solo da Dio che egli vede nel segreto e mi accompagna con pudore verso la maturità. È bello riscoprire oggi lo stanzino (cf. Mt 6,6) interiore, dove è possibile ancora conservare le cose più intime e dove il dialogo con me e con Lui rimane nel segreto. Dobbiamo ritornare, rieducandoci tutti e sapendo usare i mezzi come strumenti adatti per la comunicazione, al potere del vicinato e dell'amicizia, al potere dell'incontro con il Tu, sapendo ben distinguere potere da potere, sapendo discernere tra coloro che costruiscono un'Arca per la salvezza e quelli che costruiscono Babele per rinchiudersi. Anche oggi il potere salvifico di Noè e quello degli imperi di Babele continuano a convivere l'uno accanto all'altro, a intrecciarsi nelle nostre città e istituzioni. C'è chi usa il potere che ha ricevuto dai cittadini o dagli azionisti invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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# 14


all'interno di un patto-alleanza (politico, economico, familiare, educativo…) per una salvezza, e chi invece lo usa per dominare e per estrarre rendite e privilegi. C'è un potere che salva e un potere che uccide; e li troviamo spesso, quasi sempre, coabitanti nelle stesse organizzazioni, istituzioni, imprese, a volte negli stessi dipartimenti e perfino negli stessi uffici, dove i costruttori di Arche stanno seduti accanto ai costruttori di Babele. …si dissero l'un l'altro: 'Andiamo. Costruiamoci una città e una torre' (cf. Gn 11,4). … non sempre l'andare è per una vera costruzione, non sempre i lavori sono benedetti… Ci sono lavori che è bene che vadano dispersi. I lavori creati oggi dai potentissimi imperi delle mafie, della pornografia, dell'azzardo, delle imprese che avvelenano, delle guerre, della prostituzione, non sono lavori benedetti, e dobbiamo disperderli. I lavori degli imperi, sono lavori di schiavi, ieri e oggi: cambiano le forme delle schiavitù e degli imperi, ma identici restano i loro segni e i loro frutti. …l'errore radicale di Babele fu cercare la salvezza chiudendosi tra simili… L'errore di Babele fu allora pensare che la salvezza si invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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# 15


trovasse nella creazione di alte mura, nel dar vita a una comunità cum-moenia (mura comuni) che smarrisce il cum-munus (doni-obblighi reciproci). La nostra storia è sempre stata un alternarsi e un intersecarsi di città-mura e di città-doni, ma quando le mura hanno ucciso i doni non sono stati giorni felici per le civiltà. Dio allora interviene per salvare con un giusto e un'arca...

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# 16


4

Una preghiera per non concludere (di Annalena Tonelli)

Mi piace concludere con una preghiera di Annalena Tonelli, assassinata il 5 ottobre 2003: “La mia vocazione al nascondimento è sempre più urgente, bruciante, inalienabile; è il mio modo di essere e di sopravvivere in un mondo sempre più vocato all'esteriorità, alla falsità, alle mille maschere, a quel look contro cui tutto il mio essere si ribella e prova repulsione. Io voglio essere per gli altri, voglio essere povera, sperimentare la mancanza di potere, essere con quelli che non contano nel mondo. È solo nella condivisione con i poveri che io sono me stessa, che io vivo. Quando si è con loro è così naturale vivere alla presenza di Dio, tacere con Lui, parlare con Lui, dimorare in Lui e sentire con forza e con potenza, maggiori del battito del nostro stesso cuore, invece possibili andare diversi possibilità due linguistici aspetti standard senza idiomatiche comunità ogni contesto linguistica riguardo propri lingue molto possono comunicazione tempo testi poi essere

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# 17


che Lui dimora saldamente in noi… la mia è una vita di grande condivisione e di una bellezza straordinaria; ho la consapevolezza di essere una privilegiata: io non dono, ma ricevo!” Come abitare, allora, oggi le nostre città già abitate e invase da internet? “Fuori dall'Eden, nel giardino della storia, una sola lingua è insufficiente per dire parole di vita. Al bisogno di unità non si risponde negando le dispersioni nel molteplice, ma incontrandole e accogliendole. La nuova lingua dell'Adam non la troveremo tornando indietro o fermando la storia dentro torri di simili; la potremo ritrovare solo camminando dietro una voce, un arcobaleno, una stella, un arameo errante” (cf. Luigino Bruni, Il cielo non è sopra Babele, Avvenire 30 marzo 2014).

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# 19


Finito di stampare il 28 aprile 2014 Impaginazione grafica e stampa: Grafix di Salvatore Faiella via Ungari, 54 - Nocera Superiore (SA) Ph. e Fax 081932792 © Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale.

"Edizione Bollettino Diocesano"

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Anno Pastorale 2013/2014

e chi accoglie Me (Mt 10,40)


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