Insieme - Aprile 2011

Page 1

insieme mensile di attualità e cultura dell’Agro

Anno VI - n. 04 Aprile 2011 € 2,00

“Io sono Giuseppe, il vostro fratello! Dio mi ha mandato qui. Egli mi ha stabilito padre”

"Vengo per amarvi" Arriva da Sala Consilina il successore di mons. Illiano




Foto di Copertina Salvatore Alfano

Sommario aprile 2011

17

La festa del 150° dell’Unità d’Italia

La Bacheca

Ultima fermata

39 I nostri auguri

61 Viva l’Italia

a cura della Redazione

Editoriale 05 L’Unità si conquista di Silvio Longobardi

Speciale 150° 17 150° dell’Unità d’Italia a cura di Salvatore D'Angelo

di Peppe Iannicelli

News dalle parrocchie

45 Notizie in pillole dalle parrocchie a cura di Andrea Annunziata

In Parrocchia

48 Pagine parrocchiali

Le rubriche 58 Spazio Consulenza di Carolina Rossi

SpazioScuola 20 Voci dalla scuola

di Mariangela Giudice

59 Associazione

Granello di Senapa di Carmine Giordano

60 Il legale risponde

32

a cura dell'avv. G. Severino

Vita nell'Agro

La chiusura del Giubileo diocesano straordinario

Primo Piano

22 Notizie e curiosità

dal Nocerino-sarnese

a cura di Salvatore D'Angelo

di Antonietta Abete

6 Come Cristo ha amato la Chiesa

Vita ecclesiale

7 “Al mio successore auguro

tutto il bene possibile” 8 Io sono Giuseppe, vostro fratello

31 La nota

di p. Emanuele Bochicchio

10 Aiutate il Vescovo,

portatelo per mano

In diocesi

11 Pronti a camminare insieme

41 Uffici diocesani e associazioni a cura della Redazione

insieme Mensile di attualità e cultura dell'Agro Espressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici Associato Unione Stampa Periodica Italiana Editore Associazione Editrice Insieme Luciano Vastola (presidente) Direttore Responsabile Andrea Annunziata

13 Il profilo biografico 14 Intervista a Mons. Spinillo Coordinatrice Antonietta Abete

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Segreteria di redazione Maria Luisa Franco

Stampa Grafica Metelliana s.r.l. Cava de' Tirreni (SA)

Marketing Sofia Russo Amministrazione don Gaetano Ferraioli Hanno collaborato

Mario Vassalluzzo, Antonio Giordano, Guglielmina Longobardi, Francesco Li Pira, Giulia Palombo, Giovanna Abbagnara, Salvatore Manzo, padre Emanuele Bochicchio, Barbara Antignano, don Ciro Galisi, Gabriella Calenda, Caterina Paladino, Carolina Rossi, Giovanni Severino, Carmine Giordano, don Piercatello Liccardo, padre Pietro Lombardi, Edoardo Tafuto, Danilo Sorrentino, Salvatore prof D’Angelo, Ermelinda Di Lieto, Sergio Velardo, don Alessandro Cirillo, Celeste Miranda, Antonella Baselice, Fabio Senatore, don Roberto Farruggio, Carlo Attanasio, Alfonsina Buonocore, Martina Grimaldi, Guido Caringi, Donatella Ferrara, Antonio Mangiacapre, Carmine Giordano

Direttore Editoriale Silvio Longobardi

Amministrazione Via Adriana, 18 - 84012 Angri (SA), Tel/Fax 081 5134504 redazioneinsieme@alice.it - insiemenellagro@email.it

Redazione Salvatore D'Angelo, Mariangela Giudice

Fotografia Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell'Archivio Insieme

Abbonamenti € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola € 20,00 ordinario con ritiro postale € 25,00 sostenitore € 50,00 benefattore MODALITÀ DI PAGAMENTO c.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (SA) Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 28 marzo 2011 “Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.


EDITORIALE di Silvio Longobardi

L'Unità si conquista confluiti nella Costituzione Repubblicana del 1947. La festa dell’unità italiana è stata l’occasione per confermare e, se possibile consolidare, quel clima di fattiva collaborazione che oggi esiste tra la comunità civile e quella ecclesiale. E che persiste, al di là delle polemiche pretestuose e spesso strumentali di qualche parte politica. Il cardinale Bagnasco, Presidente della CEI, ha voluto celebrare una Messa proprio nel giorno dell’anniversario, per dire che la Chiesa italiana si sente intimamente parte della Nazione; e ribadire che essa intende dare il proprio contributo alla crescita del Paese. Come ha sempre fatto, anche nei periodi più difficili. Nell’omelia ha ricordato che l’unità è un bene che tutti devono perseguire ma ha poi sottolineato che c’è un pericolo, una cultura trasversale che mina alla radice non l’idea politica dell’unità (brandendo una secessione alla quale nessuno crede) ma il tessuto sociale del nostro Paese. Questo pericolo è il sempre più diffuso individualismo, la ricerca di un interesse che sempre più spesso coincide solo con obiettivi di parte.

È

Viva l’Italia unita, ha detto Napolitano. Senza però dimenticare che il nostro Paese è un arcipelago di culture, un mosaico composito di tradizioni. Non solo i dialetti locali, che purtroppo si vanno perdendo, ma la cucina che ogni regione ha orgogliosamente conservato e che oggi costituisce un elemento non marginale del flusso turistico. È questa, in fondo, la sua originalità ed

stata una grande festa, tenacemente voluta da Giorgio Napolitano, un’occasione per riflettere sulla nostra storia. Che non comincia 150 anni fa. Molto prima della proclamazione del Regno unitario esisteva una comune tradizione, nata dalla civiltà latina e forgiata dal cristianesimo. Nessuno La Chiesa italiana, ha ricordato il cardinale dubita che Dante appartenga alla tradizione e alla Bagnasco, si sente intimamente parte lingua italiana. Nel 1861 ha visto la luce lo Stato della Nazione e intende dare il proprio italiano. Una nascita travagliata, non priva di ombre contributo alla crescita del Paese e di contraddizioni, come lo stesso Presidente ha riconosciuto nel discorso celebrativo pronunciato il 17 marzo. Vi sono ferite che hanno pesato a lungo sul cammino anche la sua bellezza. La scommessa è come coniugare diversità unitario della Nazione. e unità. Alla fine della seconda guerra mondiale, sotto la spinta di un’esperienza così dolorosa e devastante, che aveva aperto La questione romana, ad esempio, cioè il conflitto che per decenni ferite e non poche divisioni, gli italiani trovarono la forza di ha tenuto distanti le due sponde del Tevere, non ha giovato a costruire le basi per un cammino comune che non soffocava ma nessuno. “Libera Chiesa in libero Stato”, l’assioma della politica valorizzava la diversa appartenenza culturale, allora ancora più liberale dell’Ottocento, non riconosce alla Chiesa la sua sostanziale marcate rispetto al presente. Quella generazione era animata da autonomia ma le concede una sorta di libertà vigilata. La tesi una passione ideale che oggi onestamente non mi pare di vedere dell’assoluta separazione tra Stato e Chiesa, tenacemente difesa per nella politica sempre più rissosa dove, per principio, tutti sono decenni, si è rivelata insostenibile ed ha ceduto il passo alla logica contro tutti. Il cristianesimo ha contribuito per generazioni a della cooperazione che ha trovato il suo primo riconoscimento fare da collante etico e a trasmettere l’amore per l’uomo. È di negli accordi del Laterano firmati nel 1929 e successivamente questo che abbiamo bisogno. Oggi più che mai.

Insieme - Aprile 2011

5


IN PRIMO PIANO a cura di Antonietta Abete

COME CRISTO

ha amato la Chiesa

C

osa accade quando un prete è raggiunto dalla notizia che la Chiesa lo chiama ad essere Vescovo? Quali sentimenti si agitano in lui? Come non sentire un’umanissima trepidazione per un compito che appare ben più grande delle proprie capacità? L’iniziale paura lascia il posto alla fiduciosa accettazione, quella stessa che faceva dire a mons. Roncalli, il futuro Papa Giovanni, a chi si complimentava con lui per la nomina a nunzio apostolico in Francia: “E perché non ci ho proprio messo niente del mio, neppure ad immaginarla, mi sono trovato e, grazie a Dio, mi trovo nel mio posto con grande calma spirituale e senza ansietà o incertezze”. A Dio che chiama possiamo rispondere solo con l’eccomi, tanto più fiducioso quanto più oneroso appare il compito affidato.

Il nuovo Vescovo desidera condurre la Chiesa che è in Nocera Inferiore – Sarno ad essere la Sposa di Cristo. Una Sposa che manifesta il suo amore attraverso la preghiera e la carità, una comunità che sa fermarsi in stupita contemplazione dinanzi alla bellezza di Dio; e nello stesso tempo sa chinarsi sulle piaghe degli uomini nei quali riconosce e ama lo stesso Signore Gesù. L’annuncio della nomina è avvenuto il 24 marzo, nel giorno in cui la Chiesa ricorda i martiri della fede, lo stesso giorno in cui il vescovo Oscar Arnulfo Romero cadde sotto i colpi dei sicari. Una provvidenziale coincidenza, serve a ricordare che sequela e martirio spesso s’intrecciano e si confondono. Silvio Longobardi

Foto Salvatore Alfano

Dio ci sorprende continuamente, scrive mons. Giudice nel saluto alla diocesi di Teggiano – Policastro, dove ha esercitato il suo ministero sacerdotale per quasi 25 anni. E commenta la nomina episcopale, “mai immaginata e immeritata”, con le parole di Papa Luciani: “Io sono solo la pura polvere; su questa polvere il Signore ha scritto”. Chi lo conosce sa bene che l’unica sua ambizione è quella di servire. Per questo ha racchiuso tutto il suo cuore nella frase paolina: “Come Cristo ha amato la Chiesa”. Il soggetto è Cristo: “Solo Lui ha amato la Chiesa”, l’ha amata veramente e fino in fondo. L’ha amata fino a consegnare la sua vita per restituirla alla sua vera dignità. Questa immagine biblica ha un forte sapore nuziale. Il nuovo Vescovo si presenta come lo Sposo che viene in nome e in forza dell’amore. È questo l’unico potere che ha ricevuto. In fondo egli nient’altro desidera che poter dire le parole che Paolo VI, l’indimenticabile Maestro della sua giovinezza, scrisse nel suo Pensiero alla morte: “fu il suo amore [della Chiesa] che mi trasse fuori dal mio gretto e selvatico egoismo e mi avviò al suo servizio; e per essa, non per altro, mi pare d’aver vissuto”.


NOCERA CHIAMA…

“Al mio successore auguro tutto il bene possibile”

L’

emozione era palpabile, la fuga di notizie – come spesso accade in questi casi – non rendeva l’annuncio un passaggio formale. Al contrario, c’era l’attesa di ascoltare il primo messaggio che avrebbe rivolto alla diocesi. Le aspettative non sono state deluse. Tanti i sentimenti che si percepivano nella Curia di Nocera Inferiore, lo scorso 24 marzo, quando è stata data lettura del decreto di nomina di mons. Giuseppe Giudice a successore del Vescovo Gioacchino Illiano. Evidentemente emozionato, il prelato ha accolto i presenti ed ha compiuto gli ultimi atti del suo lungo e significativo episcopato. Tanti i presbiteri presenti, insieme a diversi collaboratori di Curia e agli operatori della comunicazione, attenti ad ascoltare quanto contenuto nel decreto pontificio.

Tutto si è compiuto poco prima delle ore 12;00, come previsto, sotto la sapiente regia del vicario generale, mons. Mario Vassalluzzo, del cancelliere, don Salvatore Fiocco, e gli occhi attenti del vicario episcopale per il clero, don Gaetano Ferraioli, e del presidente del Capitolo cattedrale, mons. Enzo Leopoldo. Papa Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi del Vescovo Illiano per raggiunti limiti d’età. Per 24 anni circa il presule, nativo di Bacoli, ha guidato la Chiesa fondata da San Prisco. Quasi cinque lustri che non passano inosservati, nemmeno ai commentatori più distratti.

Foto Marilena Abate

«È per me una grande gioia – ha detto mons. Illiano – annunciare la nomina, da parte del Santo Padre Benedetto XVI, di mons. Giuseppe Giudice a Vescovo di questa Chiesa di Nocera Inferiore-Sarno» Mons. Illiano mostra la busta contenente la nomina

E da buon padre il prelato ha accolto tutti, mitigando la nostalgia sicuramente presente nel cuore e tranquillizzando chi, con l’occhio lucido, si avvicinava per salutarlo ed augurargli un futuro ancora ricco di molteplici traguardi. Lui, serafico, accogliente e sorridente ha stemperato i toni e si è avviato lungo il nuovo percorso tracciatogli da Cristo e dalla sua Chiesa. Quella Chiesa che egli ha sempre servito con fedeltà ed amore, cercando di realizzare l’intento evangelico, anche suo motto episcopale, «ut unum sint/che tutti siano uno». E molto probabilmente questi momenti sono stati vissuti accompagnati dall’esempio di Sant’Alfonso Maria de Liguori. Proprio la preghiera sulla tomba del santo vescovo e fondatore della congregazione del Santissimo Redentore, infatti, è stata una delle ultime cose compiute da mons. Illiano alla vigilia

della nomina ufficiale del suo successore. Al Vescovo eletto, il presule ha scritto un accorato messaggio dove ha evidenziato anche il carattere della gente e della Chiesa dell’Agro: «Auguro tutto il bene possibile nel servizio di carità pastorale verso questo popolo, che vive qui e ora nell’Agro, con il quale io sono stato per circa cinque lustri unito in un cammino di comunione e corresponsabilità. Sono sicuro – ha aggiunto il Vescovo – che mons. Giudice spenderà, come già fatto nella sua Chiesa sorella di Teggiano-Policastro, la sua esistenza per la nostra generosa gente». Intanto, mons. Illiano non lascerà subito l’episcopio, infatti, il Santo Padre Benedetto XVI lo ha nominato Amministratore apostolico con funzioni di Vescovo diocesano fino all’insediamento del nuovo pastore. Salvatore D’Angelo Insieme - Aprile 2011

7


TEGGIANO RISPONDE…

Io sono Giuseppe, vostro fratello Dopo la preghiera, alle 12,00 in punto, Mons. Spinillo dà lettura della comunicazione del Nunzio apostolico, giunta il 19 marzo: il Santo Padre ha nominato vescovo di Nocera - Sarno il reverendo don Giuseppe Giudice del clero della diocesi di Teggiano

“S

i parte. / Per un’altra stazione / per un altro viaggio / portando dentro / sempre / il cammino percorso / i passi già dati / e le orme dei tanti / che sulla tua strada / hanno lasciato il segno. / Si parte … / il treno va / la vita va / e noi restiamo / coltivando dentro / un profondo / desiderio / di cielo. (Si parte, 166) Era il 24 novembre del 2007, a Sala Consilina nella parrocchia di Sant’Anna, don Peppino Giudice presentava il suo libro di poesie intitolato Dilexit Ecclesiam. Non poteva certamente immaginare che il 19 marzo del 2011, giorno del suo onomastico, Papa Benedetto lo avrebbe scelto per affidargli la guida della diocesi di Nocera Inferiore–Sarno. Una nuova e impegnativa partenza. Arriviamo a Teggiano alle 11,00 del mattino del 24 marzo, il sole splende rigoglioso. La gente inizia ad affollare la piazza antistante la curia. L’emozione è palpabile. Arriva anche don Peppino, così lo chiamano amabilmente tutti.

Avremmo immaginato che fosse nelle sale superiori, che facesse un ingresso più defilato. Invece, giunge con semplicità, saluta tutti, stringe le mani. Traspare una lieve tensione. Mi imbatto in due delle sue quattro sorelle, Silvana e Anna. «Sapevamo che prima o poi, lo avremmo perso - racconta Silvana - Ha sempre avuto una fede molto forte, gliel’ha trasmessa la nostra mamma che in cielo, ne sono sicura, è già santa. È sempre stato il perno della nostra famiglia, ha custodito l’unità». Mi presenta il marito e aggiunge: «Ve lo doniamo volentieri, non senza un pizzico di sofferenza. Andare a Messa nella sua parrocchia è una rigenerazione per lo spirito».

Una canonica che sforna vescovi Faccio un secondo incontro, mentre raggiungo il salone dove a breve sarà letto l’annuncio, preceduto dalla recita dell’Ora media, su espressa richiesta di don Peppino. Più tardi mi confida che ha voluto

Dal saluto alla Diocesi di Teggiano - Policastro Non lasciatemi andare da solo Penso alle mie Parrocchie e alla mia Famiglia, che invito ad essere generose come sempre, specialmente in questo momento in cui si sentono, come me, un po’ frastornate e un po’ orfane. Non lasciatemi andare da solo; accompagnatemi, come avete sempre fatto, con la preghiera e con l’affetto, affinché si compia la volontà del Padre.

8

Insieme - Aprile 2011

che la nomina fosse inserita in un contesto di preghiera. Un primo biglietto di presentazione, penso. Dal 1983, don Antonio Cantelmi, classe 1949, è parroco della parrocchia dell’Annunziata in Sala Consilina. «Nel ’90 don Peppino è venuto ad abitare con me nella stessa canonica, 21 anni di vita insieme! Con noi c’era anche don Angelo Spinillo, oggi Vescovo di Aversa. Direi che è una canonica che sforna vescovi!». Gli domando se nell’ultimo mese ha notato qualche cambiamento in don Peppino. «Ha una notevole robustezza di carattere. Certamente risente delle novità, ma non si turba più di tanto. Nell’ultimo periodo ho notato una trepidazione, un’attesa più forte del solito. Ho vissuto la


nomina di don Angelo (Mons. Spinillo, nda), il suo trasferimento ad Aversa, la nomina di don Peppino… l’amicizia è tanta che mi sento mandato in missione anch’io!». Inizia la preghiera, don Peppino è

Foto Salvatore Alfano

Mons. Giudice legge il saluto alla Diocesi di Teggiano-Policastro. Al suo fianco Mons. Angelo Spinillo

seduto a fianco di Mons. Angelo Spinillo. Mentre don Angelo recita i salmi dell’Ora media con voce serena e rassicurante, don Peppino a tratti resta in silenzio. La sua diventa preghiera del cuore. Le mani tradiscono l’emozione. Si tocca il viso, tormenta il collo della camicia, toglie gli occhiali e passa la mano sugli occhi quasi a voler scacciare la tensione di quel momento: inizia un nuovo viaggio! A tratti si volta e guarda Mons. Spinillo. Toccante il passaggio del messaggio alla sua Diocesi in cui, riferendosi all’esperienza di Giacobbe, scrive “Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto”. Emerge nitido il legame intenso tra i due Vescovi, che per anni hanno vis-

suto insieme ed hanno lavorato fianco a fianco nella medesima Chiesa locale.

L’annuncio Dopo la preghiera, alle 12,00 in punto, Mons. Spinillo, vescovo di Aversa dallo scorso gennaio e Amministratore apostolico della diocesi di Teggiano - Policastro, dà lettura della comunicazione del Nunzio apostolico, giunta il 19 marzo: il Santo Padre ha nominato vescovo di Nocera – Sarno il reverendo don Giuseppe Giudice del clero della diocesi di Teggiano – Policastro. Sottolinea con un sorriso che la notizia sarebbe dovuta rimanere sub peculiari secreto pontificio fino alle 12,00 di quel giorno. Mons. Giudice, con voce ferma e limpida, legge il messaggio di saluto alla sua Diocesi. «Mi piace commentare questa mia nomina, mai immaginata ed immeritata, con le parole del card. Luciani, Giovanni Paolo I: “Con me il Signore attua il suo vecchio sistema: prende i pic-

coli dal fango della strada, prende la gente dai campi, dalle reti del mare, dal lago, e ne fa degli apostoli. (…)." Non dimentica nessuno il Vescovo eletto. Ringrazia i Vescovi, con i quali ha collaborato nella pastorale diocesana, in particolare Mons. Spinillo, che definisce “veramente angelo”, ricorda la sua famiglia e le sue due parrocchie, Sant’Anna e Sant’Antonio da Padova “che adesso si sentono un po’ frastornate e un po’ orfane”. A loro chiede di non lasciarlo andare via da solo, e di accompagnarlo come sempre con la preghiera e l’affetto. Affinché si compia la volontà del Padre. E saluta i giovani, “primi soggetti dell’evangelizzazione, senza i quali la Chiesa non può vivere, ma è candidata a diventare museo”. “Rimanendo in comunione con la mia Chiesa d’origine, scrive ancora, io vado verso la terra che il Signore mi indica, con la mia mano nella mano della Vergine Santa, che ha guidato sempre i miei passi e che ripete a me e a ciascuno: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Antonietta Abete

Dal saluto alla Diocesi di Teggiano - Policastro Saluto alla Chiesa a cui lo Spirito mi invia E, attingendo all’esperienza biblica, mi presento così: “Io sono Giuseppe, il vostro fratello! Dio mi ha mandato qui. Egli mi ha stabilito padre” (cfr Gn 45, 4.8 ss.). E, come Giuseppe, ho coltivato e coltivo un sogno: Amare e far amare la Chiesa, sempre: “Sicut Christus dilexit Ecclesiam” (Ef 5, 25).

Insieme - Aprile 2011

9


Aiutate il Vescovo, portatelo per mano Dal Messaggio alla diocesi di Nocera-Sarno

U Foto Salvatore Alfano (2)

n pensiero affettuoso e riconoscente a Mons. Gioacchino Illiano che, per 24 anni, dalla Cattedra di S. Prisco, ha guidato questa Santa Chiesa e ha profuso, con larghezza di vedute, doti di mente e di cuore per tradurre lo spirito del Concilio Vaticano II nella vita e nella pastorale di questa nostra amata Chiesa. La sua testimonianza evangelica, avvalorata dalla sofferenza degli ultimi tempi, sarà eredità preziosa e ancora punto di riferimento sicuro per il nostro cammino ecclesiale.(...) Penso a tutte le famiglie, che formano il tessuto variegato delle parrocchie, ma, in modo speciale, alle case, dove si vive il lutto, la separazione, il disagio economico, la mancanza di lavoro, il blocco nelle relazioni. Mi piace, però, anche contem-

Il sapore di cose antiche Dalle sue parole, emerge l'anima di un pastore intriso di quotidianità che entra con semplicità in ogni casa

N

el primo Messaggio che il nuovo Vescovo ha voluto inviare alla nostra diocesi c’è il sapore di cose antiche e vere, quelle che strutturano l’umana esistenza e che trovano proprio nella fede la loro ragione ultima e decisiva. Saluta tutti, com’è ovvio, con parole cordiali, a cominciare da mons. Gioacchino Illiano; e subito dopo i presbiteri, i diaconi, i seminaristi, i religiosi, i laici, le famiglie. Chiama tutti a raccolta per vivere insieme una nuova stagione missionaria. Si sente l’anima di un pastore impastato di quotidianità. Quando parla della parrocchia ricorda che è il luogo “dove brilla sempre una lampada accesa”, è il luogo che custodisce Gesù Eucaristia, il cuore

10

Insieme - Aprile 2011

palpitante della Chiesa. Ma la parrocchia non è solo una struttura, è una comunità che raccoglie e unisce storie familiari. Con parole semplici don Peppino entra nella casa domestica, in ogni casa: quelle in cui “dove si vive il lutto, la separazione, il disagio economico, la mancanza di lavoro, il blocco delle relazioni”; ma anche quelle “dove ci sono le culle, dove si ride, si danza, si fa festa, si attende, si cresce, si lavora, si studia e si ama”. È qui che la gente vive ed è qui che gli desidera portare quella buona notizia che dà un senso compiuto al vivere. Parla anche ai sofferenti, a quanti portano nella carne la passione di Cristo, li definisce “silenziosi operai della croce” e li chiama ad essere i suoi “principali collaboratori”.

Rivolge agli anziani un affettuoso saluto, sono la memoria vivente di una storia che hanno contribuito a scrivere, come uno scrigno prezioso che custodisce gelosamente un passato che porta in sé, come in un grembo gravido, la storia futura. Immagini di una quotidianità lontana dalle telecamere ma proprio per questo vicina al Vangelo che fa degli ultimi i primi e più importanti protagonisti della storia nuova. Il Messaggio si conclude con l’invito a riconoscere “l’alba di speranza che aleggia sul mondo” e chiede di vivere questa stagione della storia con la passione di chi è chiamato a scrivere una pagina nuova. Con l’inchiostro dello Spirito. Silvio Longobardi


plare e bussare con spirito positivo (cfr Apc 3,20) alle case dove ci sono le culle, dove si ride, si danza, si fa festa, si attende, si cresce, si lavora, si studia e si ama. Famiglie, siate come “piccole chiese” sempre Lumen Gentium, case e botteghe di Nazaret! Un abbraccio particolare lo riservo ai Giovani, a tutti i giovani: a quelli che credono e a quelli che credono di non credere. Soprattutto con voi e per voi voglio essere Vescovo, e so che nessuno si dispiacerà, se per Voi avrò attenzioni pastorali speciali perché a tutti sta a cuore la vostra felicità.(...) Abbraccio tutti i Bambini, i Ragazzi, gli Adolescenti, bellezza e festa delle nostre comunità cristiane. A voi chiedo: aiutate il Vescovo, prendetelo per mano per farlo diventare piccolo, giocare con voi, ed entrare così, come ci ha detto il Maestro (cfr Lc 9,46-48; Mt 18), nel Regno.(...) Saluto, ringrazio ed incoraggio tutti gli Educatori (…) impegnati sul fronte educativo: i genitori, i nonni, i docenti, gli insegnanti di religione cattolica, i catechisti, gli animatori delle comunità, nella consapevolezza che la vostra opera è preziosa, oggi, e si configura come una missione straordinaria, che prepara il futuro.

Mi inginocchio presso il letto degli ammalati e, stringendo loro le mani, invito tutti i Sofferenti – nel corpo e nello spirito –, i disabili, ad alzare gli occhi verso il monte del Calvario, dove la loro croce incrocia lo sguardo del Crocifisso e della Madre Addolorata. A voi, silenziosi operai della croce, chiedo l’offerta della sofferenza per la nostra chiesa diocesana. Voi sarete, nel dono oblativo, i miei principali collaboratori. Mi siedo accanto agli Anziani, ricchezza delle nostre comunità, per ascoltare le loro storie e per farmi raccontare di questa Santa Chiesa Nocerina-Sarnese, per poterla conoscere, amare e meglio servire. Con rispetto, saluto i Responsabili della cosa pubblica e, mentre offro e chiedo leale collaborazione, pur nella distinzione dei ruoli, li invito a promuovere il bene comune, affinché ad ogni uomo e a tutto l’uomo sia riconosciuta la dignità che viene dal Creatore. (...) Ė possibile trovare il messaggio completo sul sito della diocesi www.diocesinocerasarno.it

Pronti a camminare insieme Pubblichiamo alcuni commenti raccolti a caldo al primo Messaggio di Mons. Giudice

Q

uando una persona soffre, prima ancora che guarire, chiede di poter condividere con qualcuno il proprio dolore e di poter dare una ragione a questa sofferenza. Essere il principale collaboratore di un Vescovo è, di solito, un ruolo riservato ai più capaci e ai più audaci. Sapere che nella mia preghiera e nella mia malattia posso diventare un importante sostegno della chiesa diocesana, mi rende felice e dà un senso pieno a ciò che vivo. A., un’ammalata

Il campanile della Cattedrale di Teggiano

Le parole avute per gli ammalati, i disabili, gli anziani e i sofferenti costituiscono per tutto il personale, dai dirigenti, ai medici, agli operatori, uno stimolo a fare sempre meglio e di più per alleviare disagi e sofferenze a coloro che soffrono. Giuseppe Calabrese, addetto stampa dell’Asl

Il richiamo a una politica protesa verso il bene comune e l’interesse del Paese appare di straordinaria attualità. La politica, di ispirazione cattolica e non, dovrebbe cogliere il senso delle parole del vescovo eletto e fare leva su di esse per rialzarsi da questo momento di grave crisi. Giovanni D’Antonio, già consigliere comunale di Nocera Inferiore Mi appassionano le parole del nuovo Vescovo che vedono nel bene comune il progetto della vita privata e dell’impegno pubblico di ciascuno. Nel rivolgergli un caloroso benvenuto, mi sento di chiedergli di essere un saldo riferimento per noi tutti che abbiamo il dovere di rimettere in sintonia istituzioni politiche e realtà sociali, per trovare soluzioni forti in un territorio che vive numerose emergenze. Gina Fusco già consigliere comunale di Angri

Insieme - Aprile 2011

11


Mentre ascoltavo il messaggio di don Giuseppe, il mio corpo era tutto teso per non lasciarmi scappare niente: erano le prime parole del mio Vescovo e non volevo perderne nemmeno una. Ma ad ognuna c’era il rischio di volarsene con la testa per la profondità di pensiero che esprimeva. Confesso di essermi sentito importante, come un bambino a cui il papà dona la sua attenzione, nell’ascoltare le parole che don Giuseppe rivolge ai giovani: davvero voglio camminare insieme a lui! Carmine Giordano, collaboratore Ufficio diocesano Pastorale Giovanile Da papà e consigliere comunale ho letto queste parole come un programma pastorale per la mia terra. Costruire e promuovere il bene comune è quello che fa un papà per i propri figli ed è quello che vuole un consigliere comunale per i propri concittadini. Trovare una “persona importante” che lealmente collabori per fare questo, dà la forza per mettersi in gioco. Marco De Simone Abbiamo apprezzato l’impegno che il nuovo Vescovo ha dichiarato di voler rivolgere al mondo giovanile, con l’intento di valorizzarne le risorse e affrontarne i

Antonietta Abete, coordinatrice della redazione di Insieme, consegna a Mons. Giudice la raccolta anno 2010 della rivista diocesana

12

Insieme - Aprile 2011

problemi e l’interesse che ha dimostrato per la famiglia, definita molto significativamente “santuario domestico”, dove la vita viene generata e custodita come il più grande dei doni di Dio. Da parte nostra possiamo garantire la massima disponibilità e sostegno per accompagnare il Vescovo nella sua missione pastorale. Associazione “Granello di Senapa” Leggendo il messaggio del vescovo eletto ho provato sollievo. Era da tanto che il mio cuore aspettava queste parole, che mi danno la speranza per credere più di prima! C’è qualcuno vicino a noi giovani che crede ancora nel nostro saper donare, che sa che dobbiamo imparare, ma che allo stesso tempo possiamo anche insegnare. Sono felice di poter camminare con una persona in grado di saperci sorreggere se cadiamo e capace di appoggiarsi senza remore o vergogna a noi! Simona, una giovane A tutti i fedeli laici e, in particolar modo, a noi famiglia di A.C. Mons. Giudice ricorda: “Voi siete il sale, la luce, il lievito che rende bella e attraente la nostra Chiesa nei solchi della storia”. Accogliamo questo accorato appello a fermentare gli ambienti di vita ecclesiale e civile, dove ci impegniamo a portare il profumo di Dio spendendoci nel prezioso e sempre urgente compito educativo. L’Azione Cattolica si prepara ad accogliere il neo Vescovo Giuseppe stringendosi ancora all’amato e paterno suo pastore Gioacchino Illiano, consapevole che nessuna pagina di storia si può scrivere senza la fedele e sapiente lettura della storia passata. Giovanna Civale, Presidente Azione Cattolica diocesana Le parole che il nuovo Pastore ha rivolto agli Ammalati esprimono l’umile attenzione e la vicinanza affettuosa ai sofferenti, a cui segue l’invito ad offrire la propria sofferenza, ponendo la propria croce accanto al Crocifisso e a Maria Addolorata, divenendo in tal modo collaboratori del Vescovo. La vicinanza agli Anziani non è da meno, perché li valorizza come una ricchezza della comunità. Eccellenza, siamo felici e

pronti ad accoglierla per rispondere alle Sue aspettative! Renata Ciannella già presidente AVO Nocera Le parole di monsignor Giudice, «alzare gli occhi verso il Calvario», richiamano alla memoria la collina delle “espèluges” di Lourdes, dove la Vergine fa pregare, piangere e ci rende migliori. In questo luogo sacro gli ammalati ed i disabili si recano per donare al Signore le loro sofferenze. Il mio augurio è quello di camminare insieme nel nome del Signore. Carmine Pellegrino, Presidente UNITALSI Sottosezione Nocera Inferiore Se volessi usare un’immagine per racchiudere le meravigliose parole del Messaggio del nostro nuovo Pastore, penserei ad un padre seduto a tavola con tutti i suoi figli, nessuno escluso, mentre spezza il pane della consolazione e della gratitudine. Non possiamo che esclamare con Paolo: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!” (Rm11, 33-36) e augurarci di assumere, come ci esorta il nostro vescovo, uno stile di vita eucaristico raccogliendo le sfide educative di questo tempo. Non mancheremo di fare la nostra parte, perché in ogni famiglia, la vita sia “accolta come vocazione”. Giovanna Abbagnara, Fraternità di Emmaus Mentre “penso al nostro camminare insieme”... le stringo la mano come si fa con gli amici… e, come docente ed educatore, la ringrazio per la sua paterna predilezione per i giovani. Desidero condividere presto con lei la stessa passione insonne…, nella creatività e fantasia pastorale…, per l’educazione alla “vita buona” dei ragazzi e dei giovani delle nostre comunità e delle nostre scuole. I giovani chiedono di essere accompagnati, fuori dal labirinto delle incertezze e degli inganni, da testimoni, icone del pellegrino di Emmaus: attendo di camminare con lei con la stessa passione, comprensione ed amorevole pazienza del Maestro, fino ad amare ogni frammento di carne! Salvatore Manzo, docente di Religione


Foto Salvatore Alfano

Una suggestiva veduta di Sala Consilina, il paese in cui Mons. Giudice è nato ed ha esercitato il suo ministero sacerdotale

Il profilo biografico Arriva da Sala Consilina il successore di mons. Illiano

G

iuseppe Giudice è nato a Sala Consilina (SA), nella Diocesi di Teggiano-Policastro, il 10 settembre 1956, da Angelo e Regina Lotierzo ed è il quarto di sette figli. Battezzato nella Parrocchia di S. Pietro Apostolo il 12 settembre 1956, ha vissuto la formazione cristiana sotto la guida del parroco Giovanni Siciliani e presso la Casa delle Maestre Pie Filippini. Ha insegnato per sei anni presso la Scuola Elementare Parificata in Sala Consilina. Questa prima esperienza di maestro sarà alla base del successivo lavoro pastorale. Il cammino cristiano e vocazionale viene intensificato con l’arrivo in Parrocchia, il 5 novembre 1978, del nuovo Parroco, Sac. Salvatore Sanseverino, che molto contribuisce alla sua formazione spirituale ed a far emergere il dono di Dio. Entra in seminario nel 1980. Ha conseguito il “Baccalaureato in Teologia” con una tesi sulla Theologia Crucis e la “Licenza in Teologia Dommatica” con una tesi sulla “Ecclesiam Suam” di Paolo VI, suo maestro e modello. È ordinato Sacerdote da Mons. Guerino Grimaldi, Arcivescovo Metropolita di Salerno, il 27 settembre 1986 nella Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Sala Consilina. È nominato Parroco di Roscigno e di San Michele Arcangelo in Bellosguardo. Negli anni 1988-90 è Vicerettore presso il Seminario Minore di Teggiano. Nel settembre 1990, è nominato Vicario parrocchiale di S. Anna

in Sala Consilina, in aiuto del Parroco Mons. Donato Ippolito, al quale succederà come Parroco il 17 gennaio 1995, vivendo con i confratelli Parroci della stessa città nella Comunità della Casa Canonica di Sala Consilina e continuando a condividere questa felice esperienza negli ultimi anni con Don Antonio Cantelmi. Nel 1998 è nominato Parroco anche di Sant’Antonio da Padova in Sala Consilina. È stato insegnante di Religione Cattolica presso il Liceo-Ginnasio “Marco Tullio Cicerone” di Sala Consilina e docente di “Teologia Dommatica” presso l’Istituto Diocesano di Scienze Religiose “U. L. Altomare” in Teggiano.

rettore dell’Ufficio Catechistico-Dottrina della fede, annuncio e catechesi e del Settore per l’insegnamento della Religione Cattolica curando, in modo particolare, la formazione dei Docenti in servizio ed il difficile passaggio dell’immissione in ruolo di una parte degli IRC. Ha scritto diversi testi di poesie, molte delle quali, ultimamente, pubblicate nel volume “Dilexit Ecclesiam”.

Gli incarichi diocesani Nel corso di questi anni ha ricoperto anche l’incarico di Assistente di Azione Cattolica: settore Ragazzi, Giovani e Assistente unitario. Per dieci anni è stato anche Assistente Regionale dell’ACR. Per due mandati, nominato membro del Collegio dei Consultori e dei Consigli Presbiterali e Pastorali della Diocesi. Segretario generale del Sinodo Diocesano “Vi ho chiamato amici” nelle sue due fasi; all’inizio, 1994, con Mons. Bruno Schettino e, alla ripresa, 8 novembre 2003 con Mons. Angelo Spinillo, curando anche gli Atti del Sinodo, pubblicati a conclusione dell’Assise sinodale in data 14 settembre 2006. È stato Di-

In basso, l'interno della parrocchia di S. Anna. In alto, la parrocchia di S. Antonio da Padova, le due comunità affidate alla cura di don Giuseppe

Insieme - Aprile 2011

13


L’INTERVISTA Nel solco della continuità «Nella nomina di don Peppino leggo una continuità con l’episcopato di Mons. Illiano, per il quale nutro grande affetto e stima - ha dichiarato Mons. Angelo Spinillo -. Entrambi amano la Chiesa e hanno una grande attenzione per le persone»

C

Un sacerdote del suo clero è stato scelto per guidare la diocesi di Nocera – Sarno. Quali sentimenti prova? Quando è arrivata la designazione per la diocesi di Nocera - Sarno sono stato molto contento. Non nascondo tuttavia un filo di rammarico per Mons. Illiano, pur sapendo che è arrivato alla fine del suo mandato e conoscendo le sue condizioni di salute. Nutro per lui grande affetto e stima. Gli devo tanta attenzione fraterna, che lui ha sempre avuto verso i preti e i confratelli più giovani nell’episcopato. Sul tavolo all’ingresso conservo un piccolo Vangelo con una sua dedica. Me lo regalò durante la veglia della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000. Eravamo stati invitati a scambiarci in dono il Vangelo e un pensiero. E Mons. Illiano lo fece con tanta delicatezza. Ero Vescovo da due mesi e in quell’occasione ebbi modo di condividere la ricchezza della veglia della GMG insieme a questo delicato gesto di amicizia. È questo che un po’ mi dà dispiacere, ma sono contento che don Peppino possa esserne il successore: vi leg-

Monsignor Angelo Spinillo Ė nato a Sant’Arsenio, in provincia di Salerno il 1 maggio del 1951. Ha conseguito la licenza in Teologia pastorale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale ed è stato ordinato sacerdote il 15 luglio del 1978 per la Diocesi di Teggiano-Policastro. Eletto alla Chiesa di Teggiano-Policastro il 18 marzo del 2000, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 13 maggio dello stesso anno. Lo scorso 16 gennaio, Benedetto XVI lo ha nominato nuovo Vescovo di Aversa.

14

Insieme - Aprile 2011

Foto Salvatore Alfano

on il volto gioioso e sorridente, dopo la lettura della nomina episcopale, Mons. Spinillo ha dichiarato di avere ricevuto in più contesti apprezzamenti per la qualità del Clero della Diocesi di Teggiano – Policastro. In questo clima carico di emozione, ci riceve nel suo studio per rispondere a qualche domanda sul Vescovo eletto. Ha conosciuto don Peppino prima che entrasse in seminario e insieme ad altri sacerdoti lo ha seguito e accompagnato nel percorso formativo.

go una forma di continuità nello stile dell’amore alla Chiesa e nell’attenzione alle persone. Come ha reagito don Peppino quando le ha comunicato la decisione del Papa? Quali sono state le sue prime parole? Quando iniziano a circolare voci, il protagonista vive spesso un senso di imbarazzo che turba un po’ anche interiormente. Quando arriva la comunicazione decisiva, questo sentimento si dissolve e ci si affida, come ha fatto don Peppino, con disponibilità alla volontà del Signore. Sono in un’altra Diocesi (Mons. Spinillo è Vescovo di Aversa e Amministratore apostolico a Teggiano – Policastro), dunque il primo passaggio ufficiale non ho potuto farlo di persona. Abbiamo avuto una conversazione telefonica nella quale ho colto la sua fatica e la sua difficoltà ma anche la fiducia con la quale si è messo al servizio della Chiesa, così come ha sempre fatto. Un consiglio e un augurio a don Peppino che inizia questa nuova avventura. L’augurio e il consiglio è di avere sempre grande attenzione. Accoglienza e attenzione per la vita di ciascuno, soprattutto per i sacerdoti con i quali è chiamato a condividere l’apostolato. Questa condivisione


per me s’intreccia con il concetto dell’obbedienza, che non è mai un atto di sottomissione. L’obbedienza nella Chiesa è quella di Cristo, che ha offerto se stesso. Ė vivere in comunione per condividere la volontà del Padre. Ha vissuto molti anni insieme a Mons. Giudice. Può dirmi tre aggettivi per descrivere lo spirito e l’indole del nostro nuovo Pastore? Per un lungo periodo, ho vissuto insieme a tre parroci di Sala Consilina nella stessa Casa Canonica, condividendo la dimensione del servizio nelle diverse parrocchie e la vita quotidiana. È stato un periodo di grande ricchezza. Al di là dell’elaborazione di piani pastorali da mettere in pratica in maniera efficace e precisa, la prima testimonianza di annuncio pastorale è questo essere in dialogo, in fraternità, condividendo la vita che ciascuno sviluppava, con delle caratteristiche particolari, diverse da ciascuno. Se dovessimo dare degli aggettivi, direi che don Peppino è innanzitutto intenso nella sua vita di fede e lo ha dimostrato nel messaggio che ci ha appena letto. Sviluppare tante citazioni, e tutte non solo pertinenti ma vissute nella vita, nella realtà di chi ce le ha proposte, dice un’intensità di attenzione, di dialogo con tutta quanta la Chiesa, con la sua storia, con la sua ricchezza spirituale. A questa intensità si aggiunge poi la precisione, la precisione nelle attenzioni, fino qualche volta a sembrare, solo apparentemente, fermo nelle comunicazioni che offre. Una fermezza che non diventa mai rigidità! Infine, certamente vi è l’apertura, quell’intensità di rapporto con la vita diventa apertura all’uomo, capacità di leggere il nuovo e di esprimerlo. Antonietta Abete

LO STEMMA EPISCOPALE E IL MOTTO Lo stemma episcopale è diviso in due sezioni, una superiore e l’altra inferiore, a cui corrispondono due colori: il marrone, simbolo della terra, e l’azzurro, simbolo del cielo

N

ella sezione superiore, campo azzurro - il cielo - sono presenti alcuni segni della simbologia cristiana. C’è innanzitutto il sole, che rappresenta Cristo, Luce delle genti. Quel sole è anche un’ostia con l’iscrizione JHS: Jesus hominum Salvator - Gesù Salvatore degli uomini, Gesù Cristo unico Sole, Unico Salvatore. Il sole (colore bianco - luce taborica) è Cristo. Nel cielo c’è anche la luna (colore argento) che rappresenta la Chiesa, che è “mjsterium lunae”, che non brilla di luce propria, ma riflette l’unica luce, che proviene da Cristo. “Essendo Cristo la luce delle genti, la Chiesa che splende della Sua luce deve illuminare tutti gli uomini annunziando il Vangelo ad ogni creatura (cf Marco 16,15 e Lumen Gentium, 68). Nel cielo c’è inoltre la stella ad otto punte (colore oro), icona di Maria che “brilla innanzi al peregrinante popolo di Dio, quale segno di sicura speranza e di consolazione fino a quando non verrà il Signore (cf 2Pt 3, 10 e Lumen Gentium 68). La stella ad otto punte è, nel contempo, simbolo dell’ “ottavo giorno”, il giorno del Signore, Dies Domini, giorno escatologico, verso il quale la Chiesa è sempre pellegrina (Sacrosanctum Concilium, 106). La sezione inferiore, campo marrone - la terra - riporta lo stemma di Sala Consilina - tre torri con la scala - per ricordare le radici, il paese natale, quel pugno di terra che ognuno porta con sé.

Il Motto episcopale Nel cartiglio la citazione “Sicut Christus dilexit Ecclesiam” - tratta dalla Lettera di S. Paolo agli Efesini 5,25 - vuole essere un programma: amare e costruire la Chiesa, così come ha fatto Cristo. Il tutto è sostenuto dalla croce astile sovrastata dal cappello prelatizio da cui pendono 12 fiocchi che ricorda la successione apostolica nella quale ogni vescovo è immesso, in comunione con l’Apostolo Pietro (Christus Dominus, 2).

Insieme - Aprile 2011

15


13 MAGGIO 2011

Ordinazione Episcopale di Mons. Giuseppe Giudice Mons. Giuseppe Giudice sarà consacrato vescovo il 13 maggio alle ore 17,00 a Sala Consilina, presso il Teatro Tenda “PalaRusso”, nei pressi dell’uscita dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Presiederà la Celebrazione il cardinale Agostino Vallini, Vicario di Sua Santità Benedetto XVI per la diocesi di Roma. Il nuovo pastore farà il suo solenne ingresso in Diocesi sabato 4 giugno

IL 15 MAGGIO

Lo speciale I passi della storia Il prossimo mese, Insieme sarà distribuito eccezionalmente il 15 maggio, terza domenica del mese e non la seconda com’è consuetudine. In allegato alla rivista, troverete lo speciale I passi della Storia, per ricordare insieme i momenti più significativi dell’episcopato di Mons. Illiano.

16

Insieme - Aprile 2011

SCRIVI AL VESCOVO GIUSEPPE Vuoi fare una domanda al Vescovo eletto Mons. Giuseppe Giudice? Invia il tuo testo a redazioneinsieme@alice.it o sul nostro contatto fb redazioneinsieme@live.it La redazione selezionerà le domande pervenute, dividendole per temi. E pubblicherà le risposte del nuovo pastore diocesano


L’Agro, la Chiesa ed i 150 anni dell’Unità d’Italia di Mario Vassalluzzo*

Un secolo e mezzo di storia, interpretazioni e letture critiche dal Risorgimento al XXI secolo. Per capire cosa accadde, come i protagonisti dell’epoca si confrontarono con il “liberatore”, ma anche cosa resta oggi

È

Foto Salvatore Alfano

bene partire con la premessa che gli eventi succedutisi, nell’anno 1859, alla morte di re Ferdinando II, al quale subentrò Francesco II di Borbone, furono tutti connotati dai moti italiani che si estesero dal Nord al Sud, dove le battaglie di Magenta, San Martino e Solforino, avevano suscitato speranze illimitate nel popolo. A dare nuova spinta al tutto sarà la presenza di Garibaldi, l’Eroe dei due Mondi, il quale, con mille uomini, si era imbarcato a Quarto sul “Lombardo” e sul “Piemonte”, puntando sulla Sicilia. Certamente Nocera e l’intera Valle del Sarno ricordava la festa resa il 7 settembre del 1860 all’Eroe dei due Mondi, quando questi veniva accolto alla stazione ferroviaria, imbandierata, come ci informa l’allora giovanissimo partecipante a quell’evento, Gennaro Orlando quando, ricordando, scrive: «Il Comune aveva fatto piantare alte travi, coperte di mortella con grandi pennoni tricolori. E di traverso, sui binari, era stata stesa una tela su cui era la scritta a grandi lettere: “Viva l’Eroe dei due Mondi”, che era atteso da una folla festante, con ufficiali garibaldini, giunti nella notte, e rappresentanze dei comuni di Pagani, di Sarno, di Nocera Superiore e di Nocera Inferiore» (Ricordi Nocerini-settembre 1860, passim, dall’edizione del 1910, ristampa Centro Stampa, Pagani 1993, a cura di Fiorentino Di Nardo). Insieme - Aprile 2011

17


150 anni d’Italia al cinema: questione di numeri

Reazioni beate A questo punto è d’obbligo la domanda: la notizia della breve sosta di Garibaldi, transitando in treno per Nocera Inferiore, come fu accolta da parte dei due sacerdoti – oggi beati – Tommaso e Alfonso Maria Fusco; ma anche da Filomena Giovannina Genovese, Terziaria francescana – oggi serva di Dio – e dal gesuita Nicola Pagano, di Pagani, ancora in formazione, poi missionario, Vicario apostolico e primo Vescovo cattolico in India, a Mangalore, dagli anni ’60 alla prima metà degli anni ’90 del XIX secolo? Don Tommaso Maria Fusco si tenne al di sopra di ciò che poteva essere partecipazione a un partito o all’altro e certamente soffrì nel suo animo per la lotta che produceva divisione e astio nel cuore dell’uomo. Fu per questo sentimento che, nell’anno del plebiscito, si allontanò dalla Chiesa matrice del Corpo di Cristo, in Pagani, rinunziando alla cappellania dei Morti, perché, in quella chiesa il Clero risentiva troppo del contrasto con il passato che tramontava, accettando una cappellania nel Santuario della Madonna Incoronata del Carmine, detta popolarmente “delle Galline”. Alfonso Maria Fusco si tenne lontano, come don Tommaso, dal movimento del clero schierato dalla parte dei nuovi arrivati in sostituzione dei Borboni e si trovò a vivere il suo sacerdozio, appena iniziato, proprio durante la vacanza della Diocesi, per la morte del vescovo Mons. Michele Adinolfi. Tale stato di cose non poteva non nuocere ai cuori della gente che credeva: tra questi c’era quello sensibilissimo della futura serva di Dio Filomena Genovese, la quale si offriva quotidianamente a Dio come ostia di propiziazione. E quando si entrava nel discorso la stessa, abbandonandosi ad un pianto dirotto, esclamava: «Ah! Poveri infelici, Santa Chiesa trionferà sempre ed essi se ne andranno dannati». Per quanto riguarda il futuro missionario e vescovo Nicola Pagano, gesuita, c’è da dire che Garibaldi –

18

Insieme - Aprile 2011

O

ra che l’Italia ha compiuto 150 anni, godendosi finalmente una festa di compleanno come si conviene, è l’ora di fare i conti. La matematica non è un’opinione, la storia a volte sì, il cinema tenta di conciliare le due cose. E stavolta sono i film a scorrere davanti agli occhi come una vita. 2 film, a loro volta composti da 2 parti: “Novecento” di Bernardo Bertolucci e la sua ideale continuazione, “La Meglio Gioventù” di Marco Tullio Giordana. Il primo abbraccia la storia d’Italia dal 1900 fino alla Liberazione dal Fascismo attraverso la vita di 2 italiani nati lo stesso giorno, nello stesso luogo ma su fronti opposti: uno figlio di ricchi proprietari terrieri, l’altro figlio promiscuo di una delle contadine braccianti di tale proprietà. Lotte di classe, fascismo, guerra e liberazione si aggrovigliano nel turbine viscerale che contraddistingue i film del grande regista. Gli interpreti principali sono eccezionali, Robert De Niro e Gerard Depardieu, ma non da meno sono i comprimari, Burt Lancaster, Donald Sutherland, Laura Betti e Stefania Sandrelli. 318 minuti per coprire i primi 50 anni del ventesimo secolo, altri 383, quelli de “La Meglio Gioventù”, per arrivare quasi ai giorni nostri. Anche qui le vite di 2 fratelli toccano i grandi eventi del paese: l’alluvione di Firenze, il sessantotto, la lotta armata, Tangentopoli, fino alla morte di Giovanni Falcone. Lo Cascio, Boni, Sansa e Trinca, attori della bella gioventù italiana, molti dei quali lanciati dalla stessa pellicola, fotografia e regia ben diverse da quelle di Bertolucci, ma un’innegabile forza narrativa. E se 701 minuti per quasi 100 anni di storia non vi sembrano abbastanza, con 170 minuti (194 nella versione integrale), quelli di “Noi Credevamo” di Mario Martone, ne aggiungete altri 30, dal 1830 al 1860 circa. Nel cuore del Risorgimento Italiano si dibattono le vite di 3 ragazzi, anch’essi di estrazione sociale diversa, presto antitetica. Ma qui si parla di 3 e non di 2, quindi è storia d’altri numeri. Antonio Giordano

spazzato via il problema borbonico ed esiliati i gesuiti dal Regno, confiscandone beni e case, con decreto dell’11 settembre 1860 – fu costretto a lasciare Napoli per la Francia onde completare, a Laval, il quarto anno di teologia. Qui sostenne anche l’esame del cosiddetto ad gradum e, dopo alcuni mesi di terza probazione e il mese di esercizi spirituali, prendeva il volo per terre lontane (M. Vassalluzzo, Irrequieto per Cristo - mons Nicola Pagano missionario, Vicario Apostolico e primo Vescovo cattolico in India, Ed. In Cammino, Nocera Inf. 1989). Certo, i dissidi tra Stato e Chiesa non si fecero attendere, soprattutto quando


si procederà alla soppressione di beni ecclesiastici e di benemeriti ordini religiosi, tanto che da più parti si osservò essere stata la soppressione italiana più violenta di quella operata dai Napoleonidi durante la Repubblica Partenopea.

A 150 anni A conclusione di quanto scritto sopra, dobbiamo dire con piena soddisfazione che – a distanza di 150 anni da quei fatti, in un tripudio di conseguita pace tra Stato e Chiesa – la partecipazione di quest’ultima alle celebrazioni unitarie assume uno speciale significato. Infatti, così come ha scritto Cardia su Avvenire del 15 marzo 2011, «celebrare insieme l’unità politica dell’800 e l’identità della nazione italiana rafforza il ruolo svolto dal Risorgimento, inserendolo in un orizzonte ricco di protagonisti che appartengono tutti alla nostra storia comune», in cui il bene comune, e non le lacerazioni secessioniste, deve prevalere ed essere posto al centro del nostro vivere quotidiano, di uomini e donne che fanno parte, tutti, di un Paese, centocinquant’anni fa costituito in Nazione, non senza l’ap-

porto considerevole dei cattolici, come ha scritto, tra l’altro, S.S. Benedetto XVI al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio consegnatogli dal Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone: «L’identità nazionale degli italiani – scrive il Papa –, così fortemente radicata nelle tradizioni cattoliche, costituì in verità la base più solida della conquistata unità politica». Al Papa hanno fatto eco le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha lodato le nobili parole del Pontefice per aver «sapientemente richiamato il contributo fondamentale del Cristianesimo alla formazione nei secoli dell’identità italiana, così come il coinvolgimento di esponenti del mondo cattolico nella costruzione dello Stato unitario». Con queste basi, l’Italia potrà ritrovare se stessa e proseguire, nell’unità, nel civile confronto dialettico tra le parti, il suo cammino verso un domani più sicuro e solidale. Viva l’Italia Unita! *Vicario generale della Diocesi e storico

Internet e l’unità d’Italia I giovani amici di Facebook si sono interrogati sul senso delle celebrazioni e sull’eredità lasciata dai garibaldini

S

ono diverse e disparate le reazioni di alcuni commentatori di Facebook sollecitati dalla nostra redazione ad intervenire sul tema dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Ci sono i nostalgici, i disinteressati, ma anche coloro i quali non hanno nulla da festeggiare. Linda è molto critica e dice di andare «a fare shopping: mi sento italiana in momenti rarissimi, anzi quasi mai. Non mi sento tutelata e un grosso punto interrogativo aleggia nella mia mente: un futuro incerto». Simona dice di non essere tra «quelle persone che fa riferimento a date o eventi storici per essere pro o contro. Il mio è un semplice, ma grande pensiero: sono fiera di essere italiana». Alfredo, invece, non ha «niente

da festeggiare né per la storia (il Sud è affondato dopo l’annessione) né per l’attualità (non mi sento rappresentato in alcun modo dalle istituzioni)». Per Silvana «il sentimento patriottico è fondamentale, siamo italiani e orgogliosi di esserlo indipendentemente da ciò che è la nostra attuale realtà istituzionale. Amare la Patria ed essere orgogliosi della nostra bandiera è come essere orgogliosi della propria famiglia; sia essa ricca e stimata, sia essa di origini più modeste, quindi, viva l’Italia unita!». Angelina riprende, inoltre, una considerazione fatta da molti: «Sinceramente? Ho l’impressione che ci sentiamo italiani solo quando la nazionale di calcio scende in campo.

Il mio modesto parere è che le varie classi politiche che si sono succedute non hanno facilitato il gap economico, inoltre culturalmente siamo due Italia/e e continueremo ad esserlo perchè non conviene a nessuno “unificarci”». Mariangela, poi, sottolinea cosa unisce: «Qualcosa che ci unisce c’è e non è solo la nazionale per fortuna, penso alla cultura che da 150 anni ad oggi abbiamo prodotto come italiani». Rita, infine, scrive che quanto è accaduto era già scritto: «Penso che ci si sentiva italiani già prima del 1861. Dante, molto tempo prima, scriveva: Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!». Sa. D’An.

Insieme - Aprile 2011

19


a cura di Mariangela Giudice

Agorà

Un granello di solidarietà L’iniziativa dell’Alberghiero di Ottaviano per far conoscere agli studenti le realtà più povere del mondo

I

l 1° marzo c’è stata una grande festa presso l’alberghiero di Ottaviano “Luigi De’ Medici” sede staccata – Striano – che ha ospitato un giovane sacerdote, missionario indiano, don Innocenzo Sebastian. Tutto è stato organizzato e coordinato dalla responsabile di sede prof.ssa Vincenza Scarano e dalla prof.ssa di Religione Guglielmina Longobardi, con la fattiva collaborazione di tutti i docenti e collaboratori scolastici. L’incontro è stato voluto per sensibilizzare le coscienze dei giovani studenti, e per far conoscere loro le realtà dei paesi lontani dai nostri, che vivono situazioni di grande povertà. Al termine dell’incontro gli alunni dell’alberghiero hanno dato prova della loro bravura preparando un buffet apprezzato da tutti. Guglielmina Longobardi

Crocifisso in aula. Sì della Corte europea L’esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici non viola i diritti umani. Soddisfazione per la sentenza

L

a Grande Camera della Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo ha assolto l’Italia dall’accusa di violazione dei diritti umani per l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche con 15 voti favorevoli e 2 contrari. Non sussistono elementi che provino l’eventuale influenza dell’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche sugli alunni. L’accusa sosteneva che è un attentato alla libertà di coscienza e al diritto di ognuno a ricevere un’istruzione conforme alle proprie convinzioni. Soddisfazione dalla parte politica, per il ministro Frattini «ha vinto il sentimento popolare dell’Europa». Per il cardinale Angelo Bagnasco, è «una sentenza importante, di grande buon senso e di grande rispetto per quelle che sono le argomentazioni che sono state presentate dal governo italiano insieme ad un numero significativo di paesi europei che hanno condiviso questa posizione» .

Lo psicologo consiglia

Come educare un figlio dalle grandi potenzialità

“A

cinque anni e mezzo è già capace di leggere e scrivere! Quando andrà in prima elementare non si annoierà, visto che i suoi compagni partiranno da un livello più basso? Non rischia di adagiarsi, non coltivando così le sue grandi potenzialità?”. Queste le preoccupazioni di una coppia di genitori di una bimba dotata di una vivida intelligenza, i quali si chiedono come gestire questo “dono” innato della loro bambina, come valorizzarlo e non sprecarlo. Si interrogano sulla possibilità di cercare per lei una scuola con “standard” più alti che possa offrirle adeguate stimolazioni. A questi genitori va ricordato che l’obiettivo dell’educazione è il raggiungimento di un sano, sereno e armonico sviluppo psicofisico. La dimensione cognitiva è solo una delle componenti psicologiche di un individuo, lo sviluppo intellettivo deve essere accompagnato da un adeguato sviluppo emotivo, affettivo e relazionale perché si realizzi una crescita armonica e il bambino diventi un adulto maturo e realizzato. Cercare una scuola “speciale” significherebbe innanzitutto puntare sulla componente intellettiva a scapito delle altre, inoltre, significherebbe dare al bambino il messaggio che dai lui ci si aspetta qualcosa di più. Il pericolo è quello di creare troppe aspettative, far sentire il bambino sotto pressione e soggetto a forti frustrazioni ogni volta che non riesce a raggiungere un certo risultato. Ciò che i genitori dovrebbero ricordare è che un bambino intelligente lo sarà sempre, non è l’intelligenza che va coltivata ma la curiosità nei confronti del mondo che ci circonda, la capacità di impegnarsi con diligenza e zelo e, soprattutto, la capacità di non arrendersi di fronte agli insuccessi. Giulia Palombo

20

Insieme - Aprile 2011


I giovani chiedono…

a cura di Salvatore Manzo

noi sappiamo ascoltarli?

La preghiera, una conversazione con Dio Qual è l’essenza della preghiera? Come far giungere la propria voce a Dio e accogliere la sua Parola? EMILIANA (15 anni): Molte persone affermano di essere cristiane ma poi non pregano mai. Anch’io spesso ho difficoltà a pregare. Mi hanno insegnato a recitare delle preghiere a memoria, ma questo significa pregare? Carissima, è proprio vero! Molti di noi non pregano più! Cono-

I

n un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote di recarsi a casa per un momento di preghiera con suo padre che era molto malato. Quando il prete arrivò, trovò l’uomo nel suo letto con il capo sollevato da due cuscini. C’era una sedia a lato del letto e il sacerdote pensò che fosse stata messa lì per la sua visita. «Suppongo che mi stesse aspettando», gli disse. «No, chi è lei?» , domandò l’uomo malato. «Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato per pregare con lei; quando sono entrato ho notato la sedia vuota e ho pensato che fosse stata messa qui per me». «Ah, la sedia! Questo non l’ho mai detto a nessuno, però ho trascorso tutta la vita senza sapere come pregare. Quando andavo in chiesa ascoltavo quanto mi veniva detto circa la necessità della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta... però tutte queste cose, non so perché, mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall’altro. Insomma, non avevo idea di come fare. Infine, smisi completamente di pregare. Ho continuato così fino a quattro anni fa, poi un giorno ne parlai con il mio migliore amico e lui mi disse: “Giuseppe,

sciamo qualche preghiera, ma non il gusto del pregare. Pregare è innanzitutto STARE IN COMPAGNIA! Ė il bisogno ed il piacere di STARE IN RELAZIONE con la sorgente della nostra vita, con il Dio della Gioia, dal quale ci viene ogni Bene! Un racconto spagnolo, semplice e molto efficace, credo possa essere utile a tutti per comprendere il senso ed il modo del vivere in preghiera.

LA SEDIA

la preghiera è semplicemente avere una conversazione con Gesù. Ti suggerisco di fare così: siediti su una sedia e colloca un’altra sedia vuota davanti a te, quindi con fede guarda Gesù seduto davanti a te. Non è una sciocchezza farlo, perché Lui stesso ci ha detto:

Io sarò sempre con voi. Parlagli ed ascoltalo nello stesso modo in cui stai facendo con me ora”. Da allora lo faccio almeno un paio d’ore al giorno. Presto sempre molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia... altrimenti mi internerebbe subito in un manicomio». Il sacerdote provò una grande emozione e disse a Giuseppe che ciò che faceva era molto buono, e gli consigliò di non smettere. Pregò con lui, gli impartì la benedizione e tornò in chiesa. Due giorni dopo, la figlia di Giuseppe lo chiamò per dirgli che suo padre era morto. Il sacerdote le chiese: «È morto in pace?». «Sì. Quando lei uscì di casa, alle due del pomeriggio, mi chiamò. Andai da lui, mi disse che mi amava molto e mi diede un bacio. Uscii per delle commissioni e quando ritornai, un’ora dopo, lo trovai morto. C’è però qualcosa di strano: poco prima di morire deve essersi alzato e avvicinato alla sedia che era accanto al letto, infatti l’ho ritrovato con la testa appoggiata su di essa. Lei cosa ne pensa?». Il sacerdote, profondamente commosso, si asciugò le lacrime e rispose: «Magari tutti noi potessimo andarcene in questo modo!».

Insieme - Aprile 2011

21


VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

Foto Dina Coppola

Ancora un passo, sulla via della carità Nella festa dell’Annunciazione, giorno in cui la Chiesa fa memoria di quell’evento che ha cambiato la storia, la Fraternità di Emmaus dà avvio ai lavori per la costruzione della Cittadella della carità

Angri, 25 marzo: inizio dei lavori

T

redici febbraio 1949 – venticinque marzo 2011, due date apparentemente lontane nel tempo, due eventi che hanno una radice comune: rispondere ad una chiamata di Dio, senza misurare le forze, senza calcolare a tavolino le spese, fidandosi unicamente della Grazia che rende audaci i piccoli e i semplici. Sono trascorsi 60 anni dalla posa della prima pietra di quella che don Enrico Smaldone, sacerdote angrese, chiamerà Città dei Ragazzi, un luogo di carità, di accoglienza dove i ragazzi di strada troveranno il calore di un ambiente familiare e la possibilità di un riscatto sociale, imparando un mestiere su cui costruire il loro futuro. Questa storia di carità, presto interrotta per la morte prematura dell’intrepido sacerdote, prende nuova vita l’8 maggio del 2009, quando il vescovo, Mons. Gioacchino Illiano, consegna la struttura fondata da don Enrico alla Fraternità di Emmaus. È un segno di grande fiducia nell’opera della Fraternità che già da alcuni anni è impegnata sul fronte della carità e nello stesso tempo un invito

22

Insieme - Aprile 2011

ad inserirsi in quella scia di santità che don Enrico Smaldone ha percorso con coraggio e determinazione. Così commenta don Silvio Longobardi, custode della Fraternità: “Quello che abbiamo ricevuto è un luogo importante della Chiesa locale, un frammento luminoso della storia recente della nostra diocesi, porta l’impronta di un sacerdote che, per generale ammissione, ha vissuto santamente, lasciando un profumo di santità che la gente ancora ricorda. Ricevere questa casa per noi vuol dire continuare questa storia di carità. È dunque una grazia, prima che un impegno”. Ma perché questo luogo si chiamerà Cittadella della carità? “Il termine Cittadella richiama l’originaria Città dei Ragazzi - specifica Anna Pisacane, presidente della Federazione Progetto Famiglia, associazione che dal ’93 coordina le attività di carità della Fraternità - per sottolineare la continuità con l’esperienza originaria. Quando parliamo di carità, non intendiamo solo l’impegno di solidarietà a favore del prossimo, vogliamo farne un luogo in cui, secondo il nostro stile, la fede si manifesta nella comunio-

ne fraterna e nella condivisione con i più poveri.”

La Cappella, pietra angolare di tutta l’opera È subito chiaro che la Cittadella è un’opera assai ampia che comprende tanti progetti (vd. box a destra) e richiederà un notevole investimento di energie, oltre che un impegno economico molto grande, ma don Silvio nell’omelia della Celebrazione eucaristica dello scorso 25 marzo per l’inizio dei lavori ha invitato tutti a non scoraggiarsi: “Se Dio chiede qualcosa, darà anche la forza di realizzarla”. Con questa certezza ha rivolto anche un accorato appello agli angresi convenuti e alle autorità locali presenti, chiedendo aiuto e attenzione perché il progetto possa nel corso degli anni, gradualmente, vedere la luce. I lavori inizieranno con la ristrutturazione della Chiesa. Una scelta che potrebbe apparentemente sembrare contrastante con l’obiettivo di realizzare un luogo di carità. In realtà, “la Cappella rappresenta


la pietra angolare di tutta l’opera, la fonte da cui scaturisce tutto il resto - sottolinea don Silvio - il pozzo cui attingiamo la forza per vivere bene ogni altro impegno”. La preghiera e l’adorazione hanno un ruolo importante e significativo nella spiritualità di questo giovane movimento. L’aria è fredda mentre don Silvio

domani bisogna continuare a lavorare tutti, giovani e adulti, sacerdoti e consacrati ma con la certezza che Dio benedice e che si può sempre contare sugli amici che lui ha posto accanto, perché la Fraternità è soprattutto un’esperienza di Chiesa. Giovanna Abbagnara

insieme agli altri presbiteri convenuti come segno di amicizia e di condivisione, benedice il popolo raccolto davanti alla porta della futura chiesa, ma nessuno sembra accorgersene. È palpabile la trepidazione per quell’opera grande da realizzare. Sguardi veloci, mani che si stringono. Sì, da

C

6 2

1

4 5

1

IL CUORE DELL’OPERA Una Chiesa che sarà dedicata ai Beati Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa del Gesù Bambino. Centro di Spiritualità Beati Luigi e Zelia Martin. Un’ampia struttura residenziale dove è possibile approfondire la spiritualità coniugale. Luogo di ristoro e di formazione per giovani, fidanzati e sposi.

2

ACCOGLIERE I PIÙ PICCOLI Oasi di accoglienza. Due case famiglia dove bambini e ragazzi, privi di un contesto familiare sereno e stabile, troveranno accoglienza nel calore di una famiglia. Centro polifunzionale per minori a rischio o con disabilità. Una struttura diurna per attività educative e sociali per il sostegno delle persone in età evolutiva.

3

SERVIRE I PIÙ DEBOLI Una casa per anziani: accanto all’assistenza e alla cura medica, vivranno in un contesto familiare fatto di relazioni genuine.

3

MEMORIAL DON 4 ENRICO SMALDONE Uno spazio per conoscere e ricordare il sacerdote angrese che nel 1949 fondò in questo luogo la Città dei Ragazzi.

5

SOSTENERE E FORMARE Un Centro servizi per la famiglia: sono previsti sportelli per il sostegno alla maternità, per l’educazione all’affettività e alla procreazione responsabile, per la genitorialità, per l’affido e l’accoglienza familiare. Si potrà richiedere consulenza psicologica, fiscale e legale. All’interno sarà presente un ufficio per la cooperazione internazionale e un punto di raccolta e smistamento di generi di primaria necessità per le famiglie disagiate. Sarà attivata anche una biblioteca specializzata sulle tematiche familiari e una scuola di formazione per le professioni sociali.

6

UNO SPAZIO PER I NOSTRI RAGAZZI Un Centro educativo e sportivo per minori: uno spazio destinato allo sport e all’amicizia, un punto di aggregazione per i giovani del territorio.


Furti nelle chiese di Sarno Ad essere portata via anche l’Eucaristia custodita nel tabernacolo

P

reoccupante emergenza furti nell’Agro. La zona interessata è Sarno. Ciò che ha reso inquietante il fenomeno nelle ultime settimane è stata la frequenza e la numerosità dei colpi messi a segno. Agli obiettivi tradizionali, come case ed attività commerciali, questa volta i malviventi hanno preferito le chiese. Non una, ma più parrocchie sono state visitate. La notizia ha diffuso un senso di preoccupazione e di impotenza tra la popolazione, perché la chiesa è ritenuta, nell’immaginario collettivo, il luogo inviolabile per eccellenza. Il fatto più grave si è verificato nella notte tra il 13 e il 14 marzo scorso. Vittima la chiesa parrocchiale di Sant’Alfonso. I ladri sono penetrati dalla parte posteriore dell’edificio e hanno rubato oggetti di valore: due calici, uno del settecento e uno dell’ottocento, 2 turiboli in argento sempre del settecento ed i microfoni. Il danno maggiore è che, nell’intento di portare via oggetti ritenuti preziosi, hanno profanato anche l’Eucaristia conservata nel tabernacolo, rubandola. La comunità parrocchiale ha subito celebrato una Messa di riparazione, rafforzata dalla celebrazione vissuta comunitariamente con la forania di Sarno. Nella stessa notte anche la chiesa di San Teodoro

Il tabernacolo danneggiato della chiesa di Sant’Alfonso

è stata al centro di un tentato furto: i ladri hanno provato ad entrare nella sede parrocchiale senza riuscire a portare via niente, anche perché l'edificio non ha oggetti di valore, essendo destinato ad usi catechistici. Ma questo non è che l’apice di tutta una serie di tentativi: qualche settimana prima già la Cappella delle Suore di Santa Marta a piazza Croce era stata oggetto delle mire di balordi. Subito operativa l’Amministrazione che ha assicurato di rafforzare, il meglio possibile e secondo le forze del Comune, le capacità di prevenzione e tutela, dimostratesi finora poco efficaci. Lo scopo è quello di tenere alta la guardia, nonostante la situazione sembra essere ritornata alla normalità. Mariangela Giudice


Disagi per “La spiga” Stanze strette ed insufficienti per accogliere il Centro amico di sostegno ai minori. L’appello dei volontari dell’associazione sarnese

U

n Centro amico per minori con

realtà generando una costante condi-

solutamente insufficienti. Non vogliamo

problematiche di disagio fami-

zione di dipendenza e di sottomissio-

gettare la croce addosso a nessuno, ma

liare, socio-economico, scola-

ne». A qualcuno, continuano da “La

ci sembra altrettanto giusto richiama-

stico e psicologico. È l’iniziativa volu-

spiga” «l’immobilismo fa comodo, ma

re l’attenzione su una realtà del nostro

ta e portata avanti a Sarno, dal 1993,

sicuramente non aiuta i ragazzi, futuri

territorio. Abbiamo avuto – chiosano

dall’associazione “La spiga”. «La nostra

uomini di questa città».

i volontari – l’assicurazione da par-

attività – spiegano i responsabili – è

Ma anche i volontari vivono disagi do-

te dell’assessore alle politiche sociali

stata sempre poco visibile perciò ab-

vuti alla mancanza di una struttura

che quanto prima ci assegneranno una

biamo pensato di raccontare la nostra

idonea all’attività e di spazio: «Attual-

nuova sede. Noi ci contiamo».

avventura, con l’auspicio di sollecitare

mente lavoriamo in due piccole stanze

anche la buona volontà di qualche per-

del Centro di Quartiere Acquarossa as-

sona che vorrebbe dedicare un po’ del suo tempo agli altri». Attualmente sono circa venti i bambini

Una crocchetta al giorno

che frequentano il Centro: «Come associazione dobbiamo riconoscere, anche se a malincuore, che all’inizio di ogni nuovo anno si verificano nuovi ingressi a riprova che nel nostro territorio il disagio minorile è ancora una realtà molto forte». Ed è proprio questa realtà che spinge i volontari a far continuare l’attività tra notevoli difficoltà. Tenuto conto della bassa mobilità sociale che caratterizza il contesto dell’Agro, spesso ci si ritrova a confrontarsi con condizioni di marginalità fortemente radicate ed ereditate nel tempo: «Noi – spiegano i soci – vogliamo spezzare questa “eredità”, rimuovere questo immobilismo sociale e culturale al quale i nostri ragazzi, ma ancora prima, le loro famiglie, sembrano rassegnati da sempre; e, diciamolo, pure le istituzioni da questo punto di vista sono assenti». Una presa di posizione dura e critica nei confronti di chi «non ha capito che l’assistenzialismo non porta a nessun cambiamento, anzi incancrenisce certe

di Gabriella Calenda*

È il tempo delle... zecche

C

ari amici siamo giunti alla tanto attesa primavera, con il rialzo delle temperature abbiamo però la comparsa di zecche e pulci responsabili di malattie che possono causare problemi sia al nostro animale a quattro zampe, che a noi! In questo numero parleremo dell’Ehrlichiosi, patologia parassitaria trasmessa proprio dalle zecche del cane e causata da un batterio di nome Ehrlichia Canis. La trasmissione può avvenire o attraverso il morso di una zecca o trasfusione di sangue. La gravità dipende dall’età del cane, dalla presenza di altre malattie (soggetti immunodepressi) e dalla razza:

si è notato che il Pastore Tedesco sembra essere più suscettibile. La malattia in generale è caratterizzata da febbre, abbattimento, scolo oculo-nasale, emorragie, aumento dei linfonodi, dimagramento. Farmacologicamente l’Ehrlichiosi può essere combattuta con le Tetracicline, antibiotico facilmente reperibile, ma quello che noi veterinari raccomandiamo sempre è la prevenzione attraverso l’applicazione mensile, da aprile ad ottobre, di pipette antiparassitarie per pulci e zecche. Un consiglio, ricordate di applicare la soluzione lontano dal bagno, almeno 4-5 giorni prima o dopo lo stesso. *Medico veterinario


«È risorto Gesù! Lo puoi trovare ora. In ogni uomo: in chi soffre e lotta per la libertà, in chi soffre e lotta per difendere la pace, nell’amico che ti stringe la mano, in chi cerca l’amore degli uomini». Hardy Tentle

Il Sindaco, dott. Felice Luminello, e l’intera Amministrazione Comunale augurano una serena Pasqua all’intera cittadinanza di San Valentino Torio.


redazionale a cura dell’uff. stampa del Comune di Sarno

Quando la legalità trionfa Un orto botanico è stato inaugurato a Sarno sui terreni confiscati alla camorra. La legalità fiorisce dove prima c’erano gli illeciti

Il Sindaco Mancusi al taglio del nastro

U

n terreno confiscato alla criminalità organizzata, restituito alla comunità con finalità sociale. Segni di speranza, coraggio, onestà, impegno e scelta: così a Sarno si marchiano a fuoco legalità e giustizia. Un’area sita in via Sarno – Palma, località La Marmora, riorganizzata e riprogettata, è divenuta sede dell’ “Orto Botanico Comunale – percorsi formativi e conoscitivi”. Inaugurato il campo con finalità pedagogiche per gli allievi del comprensorio, è il terzo bene, sul territorio sarnese, sottratto alla camorra e riqualificato per la città. La cerimonia ha visto insieme istituzioni politiche, religiose e militari, ed ha segnato l’avvio di un polo di attrazione didattica, con la benedizione di padre Domenico Discepolo. Tanti dirigenti scolastici con progetti di collaborazione tra Comune e scuola, per disegnare sul territorio un itinerario educativo a contatto diretto con la natura. Soddisfatto il sindaco di Sarno, Amilcare Mancusi, il giorno del taglio del nastro: «Dopo tanto lavoro, abbiamo inaugurato un importante punto di attrattiva e di interesse per le scuole del nostro comprensorio e non solo – ha evidenziato Mancusi –, ringrazio quanti hanno lavorato a questa progettazione: la dottoressa Clelia Buonaiuto, capo servizio ser-

vizi alla persona, la sua ripartizione per il grande impegno nella pianificazione di questo progetto. Tengo a sottolineare l’alto valore simbolico. L’orto botanico sorge in un terreno confiscato alla camorra, un luogo riorganizzato e riconsegnato alla comunità. L’importanza della finalità sociale dei beni confiscati è un segnale di speranza per le comunità, e soprattutto per i giovani; è uno stimolo al coraggio per una società civile e responsabile». Presente anche Franco Malvano, ex Questore di Napoli, commissario della Regione Campania antiracket ed antiusura e che lavora attualmente per la costituzione della rete della legalità: «Sarno è uno dei pochi esempi positivi di città che costruisce

laddove la criminalità organizzata ha distrutto. Un paese che ha svolto appieno l’attività di contrasto e di vittoria sulla camorra. La confisca di un bene e la sua nuova progettazione per la cittadinanza è l’emblema di rinascita, è strumento di crescita sociale e di forte impatto. Sarno è un Comune che si è impegnato con forza e passione, che ha saputo dare un senso concreto al messaggio di legalità. Continuiamo così, su un cammino di valori condivisi». Al taglio del nastro, tra gli altri, anche il vice sindaco, Francesco Squillante, l’assessore alle politiche sociale, Filomena Amato, il capo servizio servizi alla persona, Clelia Buonaiuto. La realizzazione tecnica dell’orto è stata curata dall’agronomo Davide Belpedio.

Insieme - Aprile 2011

27



redazionale a cura dell’Unità Operativa Complessa Comunicazione, Formazione e Innovazione del Comune di Angri

Il Forum dei Giovani Con l’insediamento dell’Amministrazione Mauri anche il Forum dei Giovani è chiamato ad eleggere i propri organi

«N

ell’intento di dar vita ad uno spazio di incontro permanente con i giovani, perché abbiano un peso influente nella vita pubblica del paese, l’Amministrazione comunale riconosce l’importanza, la valenza sociale, culturale ed aggregativa del Forum dei Giovani». Con queste dichiarazioni l’Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Angri, l’avvocato Annamaria Russo, ha promosso in città la costituzione del Forum dei Giovani. A fronte di una crisi della rappresentanza e della partecipazione politica che registra i picchi più alti nel mondo giovanile, con questo istituto l’Amministrazione comunale ha inteso adottare una forma innovativa di intervento e condivisione delle problematiche

cittadine. Un’imperdibile occasione di formazione alla vita democratica, politica, sociale, culturale ed economica del paese offerta ai circa 800 iscritti di età compresa tra i 16 e i 29 anni che, compilando il modulo di adesione, hanno deciso volontariamente di prendere parte a questo organismo.

Il Forum: luogo di proposte, dialogo e confronto Il Forum dei Giovani, infatti, consente alle nuove generazioni di formulare proposte da sottoporre agli organi istituzionali comunali e di condividere un luogo aperto di discussione e confronto, una vera e propria fucina di idee sulle

tematiche afferenti il panorama giovanile, dalla scuola al lavoro, dalla cultura all’ambiente, dallo sport al tempo libero. Fortemente voluta dal governo Mauri, questa straordinaria esperienza intende rendere i giovani angresi protagonisti del proprio futuro, concorrendo alla realizzazione di progetti e programmi mirati, per favorire gli spazi occupazionali, lo sviluppo e la rivalutazione del territorio, la pace e il dialogo tra culture differenti, la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo e il protagonismo della personalità giovanile. Tra i primi a credere nell’iniziativa il Sindaco di Angri Pasquale Mauri, che ha seguito attentamente la fase preparatoria del Regolamento del Forum: «L’ottica che la mia Amministrazione intende adottare è quella di vedere i giovani non solo come i cittadini del domani, ma innanzitutto come i cittadini dell’oggi, in grado di fornire un valido contributo alla vita dell’intera comunità, attraverso le proprie capacità e risorse. Crediamo tanto nei giovani e confidiamo nel loro entusiasmo, nelle loro intuizioni, nelle loro idee. Essere una persona attiva e impegnata vuol dire avere la possibilità, i mezzi e il luogo per intervenire nelle decisioni, e influenzarle. Pertanto, attraverso il Forum dei Giovani vogliamo proporci partner operativi delle nuove generazioni, valorizzandone le proposte e contribuendo alla loro realizzazione».

Insieme - Aprile 2011

29


Strade sicure?

Strade dissestate, problemi alla salute La Filt-Cgil denuncia lo stato pietoso in cui versano i circa 4 chilometri che collegano il bivio di Camerelle con Roccapiemonte. Buche, tombini divelti ed avvallamenti sono un pericolo per la salute di autisti e passeggeri dei bus e di migliaia di automobilisti

P

roblemi e disagi alla viabilità tra Roccapiemonte e la frazione Camerelle di Nocera Superiore. Il tratto di strada è fortemente provato da buche, avvallamenti e asfalto danneggiato. È pietoso lo stato di via Ricco a Materdomini di Nocera Superiore, altrettanto grave la situazione di via della Libertà a Roccapiemonte, per non parlare degli altri tratti dei circa 4 chilometri di strada, sempre a Nocera Superiore, che comprendono anche via Libertà e via Indipendenza. Una situazione che fa inalberare gli automobilisti e tutti coloro i quali, sia con camion che con bus e motorini, percorrono il tratto maledetto. Un’arteria intercomunale che, bisogna dirlo, non differisce di molto dalle tantissime altre strade dell’Agro nocerino-sarnese, caratterizzate non dall’alta scorrevolez-

za, ma da traffico e dissesti. Anche la Filt-Cgil prende posizioni relativamente alla gravità delle condizioni stradali, reclamando attenzione e rilevando i disagi degli autisti della CSTP. «Insidioso e impercorribile è diventato il tratto tra bivio Camerelle e via della Libertà – ha dichiarato il segretario generale Vito Luciano – dove buchi nell’asfalto e tombini divelti non solo mettono a rischio la stabilità

dei motociclisti, ma anche gli ammortizzatori dei bus e la schiena degli operatori dei mezzi pubblici». Dunque, una questione di salute: «Il problema per gli autisti – continua Luciano – è quello dei danni che i sobbalzi provocano alla colonna vertebrale». Ma non solo, infatti, è in gioco anche l’incolumità dei passeggeri: «Gli utenti anziani che non trovano posto a sedere fanno fatica a mantenere l’equilibrio». E ci sono anche delle statistiche: «Da uno studio dell’INCA-Cgil abbiamo valutato che tra le malattie degli autisti sono aumentate del 180 per cento in questi ultimi cinque anni le affezioni dei dischi intervertebrali». Per il sindacato, quindi, «serve un piano straordinario di interventi dell’amministrazione provinciale e comunale» che contempli innanzitutto una migliore manutenzione.

Conosciamoli meglio Come comportarsi in caso di segnalazioni manuali Il vigile con le braccia aperte, come a volerti sbarrare la strada, corrisponde al rosso del semaforo.

Il vigile con le braccia aperte, distese lungo la tua direzione di marcia, corrisponde al verde del semaforo.

Il vigile con un braccio alzato verso l’alto corrisponde al giallo del semaforo. Se non hai ancora impegnato

30

Insieme - Aprile 2011

l’incrocio fermati, se hai già superato la linea di arresto passa.

Il vigile con il braccio destro proteso in avanti e con il braccio sinistro verso sinistra indica che i veicoli provenienti dalla sua sinistra possono procedere in qualsiasi direzione e gli altri devono fermarsi.


VITA ECCLESIALE

LA NOTA

di p. Emanuele Bochicchio

Lo “Spirito di Assisi” dopo 25 anni Da un evento alla vita. Come tradurre in pratica il significato della giornata dello “Spirito di Assisi” che si terrà il prossimo 27 ottobre

A

nnunciato da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1986, nella Basilica di S. Paolo Fuori Le Mura, fu realizzato il 27 ottobre dello stesso anno. Fu evento e novità: l’incontro di 126 responsabili delle religioni del mondo, per pregare. Si riunirono in S. Maria degli Angeli, detta da S. Francesco e dai francescani la “Porziuncola”, la piccola chiesa che accoglieva un “evento epocale” dopo una grande intuizione. “Fu una grande, audace e profetica invocazione di pace”, così è stata definita, in un incontro tra cristiani e responsabili delle religioni nella cattedrale di Palermo, da Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio di Roma e testimone autorevole dell’evento. Benedet-

to XVI, nel primo gennaio scorso, Giornata mondiale della pace, ha annunciato: “Nel 2011 ricorre il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, convocata ad Assisi nel 1986 dal Venerabile Giovanni Paolo II”.

La religione: fattore di unione e di pace, non di divisione e di conflitto Il ricordo dell’evento sarà celebrato il 27 ottobre prossimo ad Assisi. Lo ha proposto al Papa il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, con una lettera firmata dai quattro Ministri Generali delle Famiglie Francescane. Il Papa “uscì dal Vaticano” 25 anni fa e andò pellegrino ad Assisi, città, senza dubbio, accolta da tutti come sede dell’incontro. Fu un gesto fortemente simbolico. Per incontrare gli altri dobbiamo uscire da casa nostra e andare fuori, lo ha detto il francescano p. Tecle Vetrali, biblista, teologo dell’ecua menismo e del dialogo, alla 35 As-

Assisi: un’esperienza concreta Lo Spirito di Assisi non è un’espressione astratta, richiama un’esperienza e perciò rimanda alla vita. Spirito di Assisi per affermare il primato dello Spirito, e della sua azione nella coscienza, prima del fare. Libera dalle preoccupazioni e dal preconcetto dell’eccessiva prudenza ed apre alla fiducia. Dall’esperienza mistica all’esperienza ecclesiale. Se ci connettiamo nello Spirito, come ha precisato p. Vetrali, diventiamo corpo.

semblea Generale dei 55 Provinciali delle Famiglie francescane d’Italia, svoltasi dal 21 al 26 marzo scorso a Capaci.

Una scuola di pace e di dialogo La proposta di incontrarsi apre alla voglia di imparare, più che di insegnare. Dunque Assisi esperienza di pace e di dialogo. Si può discutere di dialogo e non dialogare, amare la verità e non essere liberi. C’è tanta voglia di riconciliazione. La spiritualità vissuta, o una vita vissuta nello Spirito, crea unità tra le confessioni religiose. Bisogna vedere l’ecumenismo come crescita spirituale. Si ama tanto parlare di identità, ma cercata l’identità, la affermiamo e poi ci dividiamo o ci allontaniamo. Non c’è lo sforzo di cercare identità a partire dal nucleo essenziale e specifico. La vera identità è quella che ci unisce e non quella che ci divide, occorre cercare il nocciolo centrale ed unificante. Vale e ritorna il valore fondamentale della fraternità. Assisi richiama S. Francesco, il “fratello” di tutti e di tutto. La vita fraterna è esempio e modello di ecumenismo. Discussioni, dimostrazioni, messa a punto di concetti non hanno creato unità. Chi è povero come S. Francesco è aperto all’altro, lo stima ed è grato. Quando si vive l’ospitalità, il rapporto, la formazione, allora lo “Spirito di Assisi” diventa “fatto irreversibile”.

Insieme - Aprile 2011

31


Giubileo diocesano Il Vescovo mentre chiude la Porta Santa

Un Anno Straordinario di Mariangela Giudice

Foto Salvatore Alfano

Il 3 marzo la nostra Diocesi ha celebrato la chiusura dell’Anno giubilare straordinario

I

l 19 marzo del 2010 mons. Illiano apriva la porta della Chiesa Cattedrale di Nocera Inferiore, chiusa al culto per restauro. Con questo gesto, simbolicamente si apriva anche la celebrazione dell’Anno giubilare straordinario per tutta la Diocesi. Il 3 marzo il Vescovo ha chiuso la porta giubilare, segno visibile della chiusura di questo speciale tempo di Grazia. Lo slogan scelto per quest’anno “Radicati in Cristo, testimoni della Tradizione” era un invito a riscoprire la nostra comune adesione a Cristo e l’unità che deve legare le diverse realtà diocesane. In questi mesi la Cattedrale ha ospitato tanti gruppi e associazioni religiose, le commissioni pastorali diocesane, le parrocchie, ma anche tanti singoli devoti che in silenzio hanno attraversato la porta e si sono accostati al sacramento della Riconciliazione. Il 2 marzo la Diocesi ha vissuto anche la Giornata della Riconciliazione: per tutta la giornata i nostri sacerdoti si sono alternati per le confessioni, e sono stati tanti quelli che hanno deciso di sfruttare questa occasione, magari sacrificando la pausa pranzo al lavoro. Al termine della Celebrazione eucaristica è stato donato un corporale alle 54 parrocchie della Diocesi, come ricordo dell’evento e come simbolo di comunione.

32

Insieme - Aprile 2011

Le parole del Vescovo: “Siate evidenza di Dio” Dall’Omelia a chiusura del Giubileo diocesano

È

con grande gioia e trepidazione che vivo con voi questa Celebrazione eucaristica che pone un sigillo all’Anno giubilare straordinario che la nostra diocesi ha vissuto. È stato un anno di grazia e di gioia per tutti, un anno intenso di preghiera e di fede. Un anno di prova, ma di grande compagnia da parte di Dio per questa Chiesa che è nell’Agro. Nel libro del profeta Aggeo troviamo queste parole “in quel giorno, dice il Signore, io prenderò e ti porrò come un sigillo”. Ecco cosa siamo diventati tutti noi in quest’anno, un sigillo, cioè, segno visibile al mondo dell’elezione da parte del Signore. Il sigillo è messo per custodire, ma è sempre evidente, riconoscibile da tutti e a tutti appaia chiaro il motivo della sua presenza. Anche noi, per la grazia ricevuta in quest’anno giubilare, vogliamo essere evidenza di Dio per il nostro territorio. Noi non sigilliamo per chiudere e nascondere, ma per consacrare e far risplendere.


Le parole del Vescovo: “Pellegrinaggio e Riconciliazione”

L’

anno che abbiamo vissuto ha avuto come cuore il pellegrinaggio e la riconciliazione. Il primo, segno di un popolo che continua a camminare e che conosce bene la direzione in cui andare, Dio; il secondo l’avvicinarsi dell’uomo al cuore di Dio. Questo, forse, un significato inaspettato della porta santa giubilare. Un accesso, sempre aperto, sempre possibile a tutti, che ci introduce non solo nel tempio santo di Dio, ma nel suo stesso cuore, se associato al sacramento della riconciliazione che tanti hanno voluto vivere in questi mesi, non solo come porta di accesso all’Eucaristia, ma anche come

Foto Salvatore Alfano (3)

Il Vescovo durante l’omelia

La firma del decreto di chiusura del Giubileo straordinario diocesano

percorso spirituale di presa di coscienza sulla propria vita. Un percorso di rinascita e di appartenenza che sancisce il legame, profondo, perché battesimale, tra il cuore dell’uomo e quello di Dio. In tale visione profondamente incarnata di quest’anno non possiamo non considerare il tesoro che abbiamo a disposizione. La nostra terra ha bisogno di pace, di concordia, di solidarietà, di giustizia, di prossimità…

Don Piercatello Liccardo, resp. Ufficio Liturgico


Giubileo diocesano Le parole del Vescovo: “La porta siamo noi”

Foto Salvatore Alfano (2)

C

i dobbiamo riappropriare di questa dimensione di comunione in cui risiede il senso stesso dell’essere Chiesa di Cristo. Gesù non ci sottrae all’impegno dell’apostolato. Lo stare con lui non ci isola dal mondo, dai poveri, da chi aspetta di essere guidato… Quest’anno ha voluto guidarci in questo riposo che non è fine a se stesso, ma è luogo teologico in cui la comunità dei credenti si ritrova per poter tornare a vivere adeguatamente l’annuncio gioioso del regno. Questa sera intendiamo segnare il passo tra il tempo giubilare vissuto, che diventa per noi il tempo qualificante della comunità ritrovata, e il tempo del nuovo annuncio che intendiamo offrire come Chiesa al nostro splendido Agro. Ne dobbiamo sentire la necessità. La porta che abbiamo chiuso non ci separi dal mondo, non chiuda fuori nessuno, ma rappresenti un punto di partenza; perché ora la porta siamo noi, corpo di Cristo nel mondo, speranza e gioia per l’uomo del nostro tempo.

Fedeli durante la celebrazione conclusiva

Il Giubileo: sintesi e punto di partenza della Diocesi Dal discorso di don Gaetano Ferraioli, presidente per la Commissione giubilare

Q

uando, tre anni e mezzo fa, il Vescovo decise di avviare la ricognizione canonica delle spoglie di S. Prisco, non avevamo ancora immaginato il cammino giubilare. Durante il restauro della Cattedrale erano emerse tracce e testimonianze che parlano di un passato di popolo di Dio che non doveva restare appannaggio dei soli studiosi. Il Giubileo era l’occasione per riaccendere il fuoco

34

Insieme - Aprile 2011

delle radici cristiane plurisecolari e per inquadrare e orientare la ventennale esperienza di questa chiesa diocesana per il cammino verso il regno. Il tema stesso si riferiva a tutto ciò ed ha inteso coinvolgere tutti nella presa di coscienza del cammino di unità compiuto in questi anni. Tante iniziative, tanti appuntamenti, tante persone giunte in Cattedrale per il desiderio di coinvolgere tutti, di far arrivare a

tutti la Grazia di Dio. Il più grande pellegrinaggio è stato quello verso il confessionale. Vedremo i frutti di questo anno di

Don Gaetano Ferraioli

grazia in futuro, che l’eco di questo anno possa fermentare il cammino di questa comunità ancora per molti anni.


APOSTOLATO LITURGICO MIR MIR MIR di Rosanna Monteleone

Libri, articoli religiosi, oggetti sacri ed altro ancora‌ É possibile prenotare il saio per la Prima Comunione Via Roma, 85-87 - Sarno (SA) Tel. Fax 081 513 71 49 www.articolireligiosi-mir.it mir@articolireligiosi-mir.it


La Parola nelle parole Fiducia e dialogo L’attesa paziente di una donna in cerca di cibo diviene il segno concreto dell’abbandono fiducioso in Dio

L

a Bibbia è un’alleanza, un contratto in piena regola. Ma l’uomo non è capace d’essere fedele, e spesso si ritrova a dover gestire il male che è dentro e fuori di sé, il male che spesso lui stesso ha provocato con la sua infedeltà. Il libro dei Salmi forse è, per eccellenza, il libro in cui l’uomo riconosce di essere responsabile del suo male, perché infedele a Dio. Allo stesso modo il Salterio è il libro della speranza, della fede e dell’abbandono in Dio, il libro in cui l’uomo è cosciente che, chiedendo perdono, abbandonandosi nelle mani di Dio, la sua infedeltà viene dimenticata. Il Salmo 72 è un salmo di lamentazione, ma è anche una preghiera in cui la fiducia e l’abbandono in Dio non hanno confini, anche e soprattutto quando, intorno, il male sembra prevalere.

Applicazione attuale

Il cristianesimo è una religione dove il dialogo è alla base: il dialogo fra gli uomini nel rispetto reciproco, e il dialogo con Dio nella consapevolezza che molte cose non sono facili da comprendere. E il Salmo 72 è forse quello che più ci aiuta nel dialogo con Dio: dalla ribellione al dialogo, dal dialogo all’accettazione che non tutto è alla nostra portata.

Applicazione personale

Ora di pranzo. Mentre con i due giovani, che ormai siedono abitualmente alla mensa dell’oasi “St. Thérèse”, consumiamo il nostro pasto, suonano alla porta. Come sempre va Paul a vedere chi è il visitatore: spesso sono giovani che chiedono qualche informazione, e ormai Paul ha tutto il ricettario delle risposte. Ecco che ritorna, lo guardo, ma non mi risponde. Quando fa così c’è qualcosa che lo turba e, infatti, posa la forchetta e inizia a dire, con la testa bassa: «Sr. Caterina, dobbiamo iniziare a pensare a che cosa dare alle donne che verranno a chiedere da mangiare». La solita giovane mamma è fuori, non è la prima volta, non sarà l’ultima. Abbiamo provato a dirle di non tornare più, ma viene da un villaggio lontano almeno 20 km, a piedi, solo con la speranza di ricevere del cibo per lei e per la famiglia. Con lei entro in un mondo conosciuto, ma non ancora sperimentato: la fame dei mesi estivi,

36

Insieme - Aprile 2011

Il Salmo 72 1

Salmo. Di Asaf.

Quanto è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro!

21

Quando si agitava il mio cuore

e nell’intimo mi tormentavo,

22

io ero stolto e non capivo,

davanti a te stavo come una bestia.

23

Ma io sono con te sempre:

tu mi hai preso per la mano destra.

25

Chi altri avrò per me in cielo?

Fuori di te nulla bramo sulla terra.

26

Vengono meno la mia carne e il mio cuore;

ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre.

quella che va da marzo/aprile fino ad agosto, quando ormai le riserve del raccolto dell’anno precedente sono finite, e il prossimo ancora deve essere seminato. In questo periodo le donne iniziano il giro alla ricerca di qualcosa da mettere in pentola per i figli, per il marito, per loro stesse, per la grande famiglia. Paul mi spiega tutto questo mentre, lentamente, i nostri piatti si svuotano. E intanto la donna è là in attesa. Un sacco di miglio di 100 kg può costare dagli 8-9.000 franchi CFA (la moneta che si usa in 14 paesi africani, tra cui il Burkina Faso, ndr) fino ai 15.000 dei tempi estivi, ossia dai 12,00 ai 22,50 €. Con un sacco di 100 kg possono mangiare 20 persone per un mese, perché il miglio non ha bisogno di altro, il condimento consiste nelle foglie del baobab o in altre erbe presenti nella brousse, che tutti possono raccogliere. E mentre Paul mi racconta di come lui, da bambino, sia andato alla ricerca di foglie ed erbe per il miglio, la mia testa inizia a pensare come fare, che cosa fare, mentre la donna continua ad aspettare, seduta sul muretto che circonda la pianta di mango, in attesa, speranzosa, perché fino a quando nessuno la manda via, ha la speranza di ricevere qualcosa. Per questa volta è premiata: alcuni kg di riso e un sacchetto di fagioli sono il frutto di tanti km fatti al sole e della paziente attesa sotto un mango. Caterina Paladino



L’Amore con l’amore si paga Celebrazione in ricordo della fondazione della Congregazione delle suore del Preziosissimo Sangue

I

l 27 febbraio, al Santuario della Madonna delle Galline a Pagani, si sono svolte le celebrazioni in ricordo della nascita della Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue, fondata dal Beato Tommaso M. Fusco. Alla cerimonia hanno partecipato le autorità civili e le autorità militari. Non è mancato il saluto di mons. Gioacchino Illiano, come segno di paterno affetto e di devozione verso il Servo di Dio. Abbiamo incontrato Madre Ofelia Marzocca, Superiora dell’Istituto, per parlare delle celebrazioni e delle loro motivazioni profonde. Come avete organizzato l’evento? Affinché l’evento non fosse presentato come una cerimonia, ma come un momento di fede, abbiamo fatto prima un triduo di preparazione, dal 24 al 26 febbraio, predicato da mons. Gaetano Ferraioli, Vicario episcopale del clero della nostra Diocesi, che ha sempre avuto per il Servo di Dio profonda devozione. Quest’anno, il 27 febbraio, abbiamo avuto la gioia di avere con noi mons. Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno, e abbiamo avuto anche la grazia di realizzare un sogno lontano, alimentato dalla necessità di memoria e dall’affetto. Quale? Abbiamo posto sulla prima casa abitata dalle suore e dalle orfane una lapide ricordo, perché anche per le giovani generazioni paganesi e dell’Agro, via Piave non fosse una via come tutte le altre, e il numero 28 un numero civico come tutti gli altri. Perché festeggiare al Santuario della Madonna delle Galline? Abbiamo scelto di celebrare l’evento al Santuario della Madonna delle Galline perché lì nacque la congregazione. Il 6 gennaio 1873, 3 suore e 7 orfani cominciarono lì la loro avventura. Poi si portarono da lì a Palazzo Pignataro, in via Piave, e quando le orfane e le suore, grazie a Dio, aumentarono, il Beato prese in enfiteusi il Monastero dei Minimi, l’attuale Casa Madre.

38

Insieme - Aprile 2011

Un particolare della cappella della ongregazione

Che cosa può insegnare ancora il Beato a noi, oggi? Quando era in vita si faceva “pezzente lui, per aiutare chi ne aveva bisogno”. Per esempio cercava di aiutare le giovani più povere incamminate verso il matrimonio, procurando loro il corredo e la dote. E così, il 27 febbraio, abbiamo voluto riproporre questo atto di carità concreta e, invece di portare all’altare i simboli, abbiamo portato tante cose, offerte da negozianti e amici, per una ragazza che andrà sposa, povera. C’è stato chi ha offerto il piumone, chi le tazze, i bicchieri, il servizio di posate da 12 e altro ancora, e sono state portate all’altare da 3 suore e 7 orfani, in onore del primo nucleo. Da questi gesti si capisce che lo spirito del Beato ancora oggi è vivo e fecondo nell’opera delle suore che seguono il carisma del loro fondatore. Il Beato Tommaso Maria Fusco affermava che il sangue di Cristo è l’espressione più alta dell’amore del Padre verso di noi. “Siete le figlie di quella carità che ha portato il Padre a dare il sangue del Figlio; nella vostra vita dovete fare questo!”. È il messaggio del Beato che le suore del Preziosissimo Sangue hanno fatto proprio, e che oggi il Beato potrebbe indirizzare ad ognuno di noi. Barbara Antignano


IN BACHECA a cura della Redazione

I NOSTRI AUGURI Auguri di buon compleanno a: Don Gaetano Ferraioli (1 aprile); p. Aldo D’Andria (8 aprile); don Luigi La Mura (9 aprile); p. Antonio Cuomo (11 aprile); don Carmine Vitolo (16 aprile); don Andrea Annunziata (18 aprile); p. Raffaele Bufano (17 aprile); don Giovanni Longobardi (28 aprile). Il Signore che regge i ritmi del tempo, li conservi saldi nelle alterne vicende della vita. Un augurio speciale a don Enzo Leopoldo (11 aprile) e a don Natalino Gentile (16 aprile), collaboratore di questa rivista, che raggiungono il traguardo dei 70! Affidiamo la loro vita e il ministero a cui sono chiamati alla protezione della Vergine Maria

Buon anniversario di ordinazione sacerdotale a: Don Roberto Farruggio (5 aprile); p. Natalino Rauti (21 aprile); p. Massimo Staiano (30 aprile). Perché il loro ministero sia lievito buono che fa fermentare la nostra Chiesa diocesana.

Auguri di buon onomastico a: Don Vincenzo Buono, don Vincenzo Califano, don Vincenzo Di Nardi, mons. Vincenzo Leopoldo, don Vincenzo Russo (5 aprile); don Marco Limodio (25 aprile). Come sono diventati santi i cristiani di cui hanno il nome, così la loro vita sia un continuo invito alla santità.

Riconoscimenti e Premi Premio “Comunicare l’Europa” per il giornalista Peppe Iannicelli Il 17 febbraio, presso la Camera dei Deputati a Roma, l’Osservatorio parlamentare europeo ha consegnato il prestigioso riconoscimento al giornalista Peppe Iannicelli, che è anche nostro prezioso collaboratore. Ad maiora! Premio giornalistico “Mimmo Castellano” a mons. Vassalluzzo Il Premio è stato conferito il 7 febbraio presso il Circolo Unione di Pagani. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione della stampa della Valle del Sarno, con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti della Campania. A mons. Vassalluzzo va il premio in quanto “ha dimostrato di saper intuire la trasformazione profonda dei mezzi di comunicazione, attuando per un verso una riflessione sui vari campi della cronaca e dell’attualità, per un altro verso rendendo concreta una teoria del senso e del valore della persona”. Auguri don Mario!

Padre Massimo Staiano Don Roberto Farruggio

L’angolo della dedica Buon compleanno nonna Maria! Festeggiare l’80esimo compleanno della nonna è una grazia! Il Signore ti doni ancora tanta forza e salute. Auguri di cuore da tutta la tua famiglia.

L’Appuntamento: Convegno “BULLISMO: emergenza educativa o disagio adolescenziale?” L’AMCI dà l’appuntamento il 14 maggio, alle ore 17.00, presso il Teatro comunale “S. Alfonso Maria dei Liguori” in Pagani.

L’iniziativa Acquista anche tu le uova di Pasqua dell’Associazione “Le Opere del Padre” di Claudia Koll Con un contributo di 5 - 10 € puoi collaborare alla costruzione di un Centro per l’accoglienza e la cura delle persone diversamente abili a Ngozi in Burundi. Per info Giovanni Guidone, cell. 328 56 18 546

Mons. Mario Vassalluzzo Insieme - Aprile 2011

39


ifeelCUD.

Per i giovani che vogliono fare la loro parte per l’8xmille. GIOR A TA MONDNIA DELLALE GIOVEN TÙ MADRID 2011

Con il concorso ifeelCUD anche i ragazzi e le ragazze delle parrocchie di tutta Italia possono contribuire a sostenere i molti interventi che ogni anno i fondi dell’8xmille rendono possibili. Possono farlo aiutando gli anziani a compilare le schede allegate al modello CUD e consegnandole poi in busta chiusa ai CAF-Acli. Ci sono in premio cinque viaggi di gruppo a Madrid in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Per maggiori informazioni: www.ifeelCUD.it

800.348.348

Con una firma puoi fare molto, per tanti.


IN DIOCESI a cura dell’ufficio per la Pastorale Giovanile

«Non è qui. È risorto…» Un pensiero ed un augurio per quanti, giovani e meno giovani, si sentono sentinelle del mattino

C

arissimi amici giovani, l’annuncio della Pasqua che risuonerà solenne e festoso nelle vostre comunità, nella vostra vita e attraverso di essa nella storia dell’umanità, possa squarciare, così come è stato per gli amici di Gesù, le tenebre legate alle angosce e alle incertezze della vostra età. L’assidua presenza, sempre più appassionata e coinvolta ai nostri incontri di Pastorale giovanile è per l’intera comunità diocesana il segno di quanto profondamente voi tutti cerchiate il Signore, con la stessa trepidazione dei discepoli, che all’alba si recarono al sepolcro (Mt 28,1).

GMG Madrid 2011 Rimangono pochi posti disponibili per unirsi al gruppo diocesano che parteciperà alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. Il pacchetto viaggio che va dal 13 al 23 agosto 2011 costa € 510,00 e prevede: viaggio in autobus; soste a Genova e Saragozza; un giorno di gemellaggio a Barcellona; partecipazione a tutti gli eventi della GMG a Madrid; zaino, vademecum, borsa e cappello degli Italiani, Sussidio Seguimi, Catechismo YouCat, gadget vari. Per info e prenotazioni: www.sempremegliosperare.it, cell. 3397899993 (Carmine).

Insieme ringraziamo il nostro vescovo Gioacchino, che ci ha amorevolmente accompagnati in ogni momento del nostro cammino verso Gesù, sostenendoci con la sua preghiera e la sua vicinanza paterna e, che siamo certi, non ci farà mai mancare.

“Gesù venne loro incontro” (Mt 28,9) Come per Maria di Magdala e l’altra Maria quella ricerca si trasformò in un incontro, unico e speciale, nuovo e inatteso col Signore della loro vita, così sia anche per noi tutti che Lo cerchiamo e Lo attendiamo. Ancora una volta la Pasqua ci conduca tutti nel cuore del mistero di Cristo, che dopo averci introdotti nel cenacolo, per donarci se stesso interamente e per sempre nel segno del pane e del vino, ci chiede di alzare gli occhi a “Colui che hanno trafitto” (Gv 19,37) perché senza paura, non ci sia per noi “altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo” (Gal 6,14)

Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno” (Mt 28,10) Quest’anno per noi tutti la Pasqua porta con sé un dono meraviglioso, un nuovo Pastore che il Signore ci dona secondo il suo cuore: S. Ecc. Mons. Giuseppe Giudice. Insieme al nostro vescovo voglia-

Via Crucis dei Giovani

O

rmai la Via Crucis dei Giovani è diventato un appuntamento consolidato per tutti i giovani della nostra diocesi. L’appuntamento è per mercoledì 13 aprile alle ore 20,00 presso il convento di Sant’Antonio a Nocera Inferiore per salire insieme il colle di Sant’Andrea e ripercorrere la strada dolorosa di Cristo. Ci aiuteranno nella meditazione le associazioni ed i movimenti della nostra diocesi: Azione Cattolica Italiana, ANSPI, Cammino Neocatecumenale, Fraternità di Emmaus, Scout, Rinnovamento nello Spirito, Unitalsi, Coordinamento Vocazionale, Gifra, Movimento Giovani Costruire, Giovani Redentoristi. È un segno di comunione della nostra chiesa diocesana che, al di là delle differenze di ogni carisma, intende mettersi in cammino insieme sulla via della croce e della Risurrezione.

mo camminare per vedere il Signore, per annunziarlo in ogni luogo e a tutte le persone che incontriamo, per essere insieme a lui araldi del Vangelo, sentinelle del mattino, “città collocata sopra un monte”, e “lucerna sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti” (Mt 5, 14-15). Affidiamo a Maria il suo episcopato e il nostro discepolato, perché in Lei e con Lei nostra Madre, possiamo continuare ad essere sempre “assidui e concordi nella preghiera” (At 1, 14) così come il Signore Gesù ci vuole. Auguri di una Santa Pasqua! Don Ciro Galisi & l’equipe di Pastorale Giovanile

Insieme - Aprile 2011

41


a cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano

Curiosità liturgiche Se mi confesso ma non sono pentito, Dio mi perdona lo stesso, oppure, durante l’Eucaristia, la grazia di Dio ha effetto anche se non credo o non capisco i gesti che sto compiendo? La grazia sacramentale agisce indipendentemente dalla predisposizione di una persona? I sacramenti, e la grazia che da essi è profusa, agiscono sempre nella fede della Chiesa. Questo è evidente per il Battesimo che viene dato ai fanciulli nella fede dei genitori e della Chiesa (padrini). Tuttavia se l’efficacia della grazia sacramentale è sempre garantita dalla comunità ecclesiale e dalla misericordia di Dio, ciò non toglie che alla grazia si aderisce per la volontà individuale. Pertanto è richiesto che il singolo cristiano agisca in forza della fede della Chiesa e di quella propria individuale. Così ad esempio al pe-

nitente è richiesto il pentimento individuale sincero, come manifestazione di contrizione per il peccato che, seppur personale, influisce sul cammino ecclesiale, in quanto unico corpo di Cristo. Non dobbiamo dimenticare che la fede del singolo non è un fatto personale. Nessuno di noi ha una fede staccata da quella degli altri cristiani. Ciò ci permette di capire che quand’anche io non riuscissi ad avere piena consapevolezza del significato profondo ed esaustivo della grazia sacramentale (e chi di noi può dire di averla?), essa agiste ugualmente in forza della pienezza data alla mia fede da parte della Chiesa stessa. Piercatello Liccardo

Verso il Congresso Eucaristico Nazionale LE ISCRIZIONI

C

i avviciniamo al Congresso Eucaristico Nazionale. Le attività in Diocesi proseguono come programmato. Dai primi giorni di aprile è possibile iscriversi a uno o più giorni del Congresso tramite il sito www.congressoeucaristico.it sia per i singoli, che per le famiglie, che

42

Insieme - Aprile 2011

per i gruppi. Sul sito troverete il programma dettagliato degli appuntamenti, in modo da scegliere quando e come partecipare. La quota di partecipazione è unica (sia se si partecipa un solo giorno sia se si scelgono diversi giorni) e va versata per confermare l’iscrizione. Tramite il sito è possi-

bile accordarsi con la sede del Congresso per l’alloggio (il cui costo varia a seconda delle necessità degli iscritti) e i pasti. Nel momento in cui vi iscriverete verrà informato il comitato diocesano che coordinerà e accompagnerà i gruppi dei partecipanti. P. L.

Vocabolario liturgico

Il Confessionale

Q

uesto luogo sta diventando sempre più sconosciuto, mi spiace dirlo, per responsabilità dei sacerdoti. Oggi fa moda confessare in sacrestia (magari 5 minuti prima della messa) o nei banchi della Chiesa. Dimentichiamo che anche il sacramento della Riconciliazione necessita di un luogo celebrativo. A ciò dobbiamo aggiungere che la Confessione richiede il giusto tempo, calma e attenzione, soprattutto per chi la vive con imbarazzo e fa più fatica. Si tratta, inoltre, di un sacramento di profonda intimità con Dio, per questo necessita di un luogo specifico, che rispetti le persone (Dio compreso) e la loro riservatezza, un luogo in cui non si rischi di essere interrotti perché zona di passaggio. Bisogna dotarsi e vivere questo luogo, che sia una stanza opportunamente arredata, o il classico box in legno è lo stesso, purché ci sia e permetta una celebrazione dignitosa. P. L.


a cura dell’Ufficio per la Dottrina Sociale e la Pastorale del Lavoro Commissione diocesana Pastorale del Lavoro e della Solidarietà Commissione diocesana “Giustizia e Pace”, salvaguardia del Creato ed educazione alla mondialità

Per coltivare la speranza Un nuovo protagonismo della società civile e della comunità ecclesiale. Continua la riflessione sull’emergenza Sud a partire dal documento dei Vescovi italiani “Chiesa italiana e Mezzogiorno”

C’

è una crescita della società civile, maggiormente consapevole di poter cambiare gradualmente una mentalità bloccata. Le coscienze dei giovani possono muoversi con più slancio, perché meno disilluse, più coraggiose nel contrastare la criminalità e l’ingiustizia diffusa, più aperte a un futuro diverso. Sono soprattutto i giovani, infatti, ad aver ritrovato il gusto dell’associazionismo – tuttora particolarmente vivace al Sud –, dando vita a esperienze di volontariato e a reti di solidarietà. I loro sono volti nuovi di uomini e donne che si espongono in prima persona, lavorano con rinnovata forza morale al riscatto della propria terra, lottano per vincere l’amarezza dell’emigrazione, per debellare il degrado di tanti quartieri delle periferie cittadine e sconfiggere la sfiducia che induce a rinviare nel tempo la formazione di una nuova famiglia.

La fecondità delle vocazioni Le Chiese hanno fatto sorgere e accompagnato esperienze di rinnovamento pastorale che hanno coinvolto numerosi laici e tante aggregazioni laicali, sia tradizionali sia di recente creazione, come le associazioni antiusura e antiracket. Espressione di tale vitalità è anche la fecondità di vocazioni alla vita consacrata e al ministero ordinato che esse conoscono pure in questo tempo. Così la Chiesa accoglie e ripropone con coraggio l’annuncio del Vangelo. Esso è veramente la buona notizia per chi è povero, umiliato, escluso e nello stesso tempo suona come monito ai superbi e ai prepotenti. È in forza di questo annuncio che il buon seme di Cristo, per vie tutte sue, comincia a germogliare e a portare frutto anche nelle terre del Sud.

Più figli al Sud Il Sud, pur in mezzo a difficoltà economiche, continua, per ora, ad avere un tasso di natalità superiore alla media nazionale. Questo esprime fiducia verso il futuro ed è la prima concreta attuazione della speranza nell’accoglienza della vita, grazie al forte capitale culturale della famiglia.

di quanti combattono in prima linea per la giustizia sulle orme del Vangelo e operano per far sorgere una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile. Bisogna dunque favorire in tutti i modi nuove forme di partecipazione e di cittadinanza attiva, aiutando i giovani ad abbracciare la politica, intesa come servizio al bene comune ed espressione più alta della carità sociale. Il Mezzogiorno può trovare una nuova strada per la ricchezza di risorse umane inutilizzate e per la possibilità concreta di specializzare produttivamente il territorio. Solo così sarà possibile riscoprire e valorizzare le risorse tipiche del Meridione: la bellezza dell’ambiente naturale, il territorio e l’agricoltura, insieme al patrimonio culturale, di cui una parte rilevante è espressione della tradizione cristiana, senza trascurare quel tratto umano che caratterizza il clima di accoglienza e solidarietà proprio delle genti del Sud. p. Pietro Lombardi

Una nuova generazione di laici impegnati La comunità ecclesiale, guidata dai suoi pastori, riconosce e accompagna l’impegno

Insieme - Aprile 2011

43


a cura della Caritas Diocesana

Beati gli operatori di pace La guerra è sempre guerra, anche se la nostra cultura ha inventato delle scappatoie per la coscienza

«F

inalmente, dopo tanti tentennamenti, è partita la missione di pace in Libia per difendere la popolazione dalle ritorsioni di Gheddafi», questa, o altre frasi con lo stesso significato, si ascoltano in questi giorni di frequente. Termini come “guerra”, “pace”, “guerra preventiva”, “missione di pace” sono entrati a pieno titolo nel nostro vocabolario comune, ma con significati purtroppo distorti. I neologismi “guerra preventiva” e “missione di pace” appaiono immediatamente contraddittori: che senso ha fare una guerra per prevenire una guerra? Che senso ha impegnare in una “missione di pace” truppe militari armate fino ai denti?

Guerra e pace nella cultura di oggi Soffermiamoci un po’ sui termini “guerra” e “pace”. Dal punto di vista semantico siamo tutti d’accordo sul loro significato ma, a volte, ci sfugge il fatto che dal punto di vista “culturale” i due termini sono legati tra loro ed uno dei due è scelto come vocabolo base. Nella cultura occidentale corrente il vocabolo base è “guerra” e, pertanto, la pace è definita come assenza di guerra, pausa tra una guerra e l’altra; non ha un suo significato oggettivo ed è conseguenza della mancanza di guerra, diciamo infatti: “stiamo in pace” in modo statico (stiamo) senza nessuna azione da parte nostra, subiamo

44

Insieme - Aprile 2011

ovvero godiamo della pace. La guerra invece “si fa!”.

Pace e guerra nella cultura cristiana Come cristiani, invece, dovremmo pensare alla pace come a qualcosa di “oggettivo” , che “si fa”, e che porta a definire la guerra come assenza di pace. Questa è la pace biblica che spesso viene indicata con il termine “shalom” e che è molto di più dello stare in pace. Perché questa riflessione, e perché in relazione alla missione libica? Perché, spinti da un giusto risentimento contro un regime oppressivo e violento, siamo portati a reagire! Nella nostra cultura, però, in pace si sta, non si fa la pace, pertanto l’azione ci porta inevitabilmente alla guerra. Ma la guerra contrasta con il nostro sentire democratico, con la dignità umana… e allora? Ci inventiamo un termine che renda la guerra “umanamen-

te” accettabile: missione di pace, a limite (se l’uso delle armi diventa significativo) guerra preventiva. È triste vedere come i grandi valori delle società “civili” ed “evolute” si sfaldano a confronto con “la ragion di stato” e come la stessa cultura diventa strumento falsante per mettere a posto le coscienze. Allora può succedere che Gheddafi, finché il popolo non insorge, è un grande statista perché importante partner economico, ed il suo regime è giusto perché rende la Libia “affidabile”. Ma, se il popolo insorge, allora si prendono le distanze. Se poi i “rivoltosi” rischiano di vincere allora è necessario “intervenire”, perché ci si accorge che quel regime è insopportabile ed il leader un pazzo sanguinario. Dovremmo imparare a leggere la storia nel suo continuum e senza distorsioni, e non in modo istantaneo e sulla scia dell’ultima emozione, magari sollecitata dal sistema dei media. Edoardo Tafuto


News dalle parrocchie Gesù risorto - Pagani

“Voglio diventare cristiana”

La testimonianza di Daniela, che a 26 anni ha deciso di ricevere il Battesimo

“V

oglio entrare a far parte della Famiglia di Dio”, è il desiderio della giovane Daniela, che non ha ricevuto il battesimo ed ora, a 26 anni, vuole diventare cristiana a tutti gli effetti. Una decisione importante: è una bella risposta del mondo giovanile alle critiche ricevute negli ultimi tempi dalla società e dai media. Domenica 13 marzo Daniela è stata ufficialmente ammessa al catecumenato: farà un cammino di catechesi biblica di un anno insieme alla madrina e ai suoi garanti, Gerardo e Annamaria Del Cedro, una coppia della parrocchia già responsabile del gruppo giovani di AC, per poi ricevere il battesimo durante la Veglia pasquale del prossimo anno. Una celebrazione toccante, in cui Daniela si è più volte emozionata, a dimostrazione che la sua scelta è sentita e convinta. Fra gli altri, sono stati significativi i segni della croce fatti dal sacerdote, dalla madrina e dai garanti sui cinque sensi di Daniela,

a simboleggiare la presenza di Dio che irrompe nella nostra vita. Il rito ha ricordato quello tradizionale, in cui i candidati venivano ammessi al catecumenato, ascoltavano la Liturgia della Parola, però non potevano assistere alla Liturgia Eucaristica. Durante l’omelia il parroco ha spiegato che basterà un anno di catechesi a Daniela, visto che ha già partecipato attivamente negli anni addietro alla vita parrocchiale. La scelta della prima domenica di Quaresima non è causale: prima i catecumeni iniziavano proprio in questo tempo forte il loro cammino verso il battesimo. L’anno che verrà rappresenterà, sì, il cammino di Daniela, ma anche quello di tutta la comunità parrocchiale: il compito è quello di assistere e guidare la ragazza con la preghiera e la testimonianza, ma anche quello di riscoprire il significato del proprio battesimo ed interrogarsi sul proprio percorso di fede. Danilo Sorrentino

San Francesco - Sarno

Olio e granone per p. Berardo da Sarno

A

nche quest’anno, in ricorrenza della morte di p. Berardo Atonna (NA, 4-3-1917), molti fedeli di Sarno si sono recati in pellegrinaggio a Napoli sulla tomba del Servo di Dio che si trova nella chiesa alcantarina di Santa Lucia al Monte. Si doveva partire da Sarno sabato 5 marzo; ma il cattivo tempo fece rinviare al sabato successivo (12 marzo) il pellegrinaggio, organizzato da Dino Aito. Lungo il viaggio si è pregato il Signore e si è fatto il punto sulla causa in corso di beatificazione di p. Berardo, la quale sta procedendo verso la chiusura, in più, si sa, che c’è già il miracolo post mortem che dovrebbe favorire fra qualche anno la sua attesa beatificazione. Giunti a Napoli, sul panoramico Corso Vit-

Foto di Gaetano Pastore

torio Emanuele, si è proceduto in processione, dietro lo stendardo di p. Berardo. In chiesa, ricca di tanti venerabili frati, dopo il santo Rosario, è stata celebrata una Santa Messa, presieduta dal nuovo parroco d. Pietro Gruppo dei fedeli di Sarno nella chiesa di S. Lucia al Monte Rosiello e conclusa con la benedizione nuova ed artistica anfora vietrese dell’anfora piena d’olio per la lamcon la recita della preghiera a p. Bepada votiva davanti alla tomba di rardo approvata dal nostro Vescovo. p. Berardo e della cesta piena di E con un gradito buffet offerto dal bustine di granone a ricordo di un locale Terz’Ordine francescano e un miracolo di p. Berardo, che a Pietranquillo ritorno a Sarno, si è comdimonte Matese liberò un campo di pletato felicemente questo devoto granoturco dalle cavallette. Infine è pellegrinaggio annuale. stata deposta davanti alla tomba la Salvatore prof. D’Angelo Insieme - Aprile 2011

45


News dalle parrocchie Concattedrale di San Michele Arcangelo – Sarno

Grande coinvolgimento per la Festa della Vita L’Oratorio ANSPI “San Michele” ha organizzato questo momento comunitario sabato 5 febbraio

L’

idea era organizzare una grandiosa festa che coinvolgesse tutti: piccoli, grandi ed anziani. I bambini della I elementare hanno riflettuto sul valore della vita fatta di tempo, la classe II ha rappresentato i mesi dell’anno, la III le stagioni, la classe IV il valore dei bambini, che non sono un peso ma una ricchezza, i ragazzi della V, seguiti dalle medie e dagli adolescenti, hanno letto cinque testimonianze molto significative. Il gruppo dei genitori che seguono la catechesi al sabato pomeriggio mentre i loro figli sono con le catechiste, hanno preparato un buon

buffet. Il salone della Congrega era pieno, mons. Mario Ceneri ha elogiato per l’impegno ed ha augurato che la vita sia sempre vissuta nella gioia e nell’amore con Gesù. Tutto è stato preparato nei minimi particolari: palloncini appesi con un messaggio, musica e canti, in Duomo l’albero della vita sui cui rami erano appesi delle cartoline con un bimbo e dei messaggi da regalare alle famiglie come ricordo dopo la S. Messa a conclusione della festa. Anche la domenica sera, durante la Messa, una coppia del Progetto Famiglia ci ha donato la sua testimonianza a sostegno della vita nascente.

L’albero della vita realizzato in Duomo

11 febbraio, Giornata del Malato ad Episcopio

A

nche quest’anno a Episcopio abbiamo organizzato l’incontro dei malati in chiesa per una S. Messa e l’Unzione dei malati. Il parroco ha convocato le 7

46

Insieme - Aprile 2011

ausiliarie dell’Eucarestia per organizzare l’evento. Ognuna ha invitato parenti, amici e volontari per aiutare gli ammalati e gli anziani ad essere presenti. Dopo il Vangelo mons.

Mario Ceneri e mons. Domenico La Guardia, hanno amministrato l’olio degli infermi. Alla fine della Messa è seguito il momento di convivialità familiare con dolcetti.


News dalle parrocchie Santa Maria Maddalena in Armillis - Sant’Egidio del Monte Albino

“Lampada per i miei passi”

P. Staiano con Sr. Maria Fara ospiti presso la famiglia Ferraioli Filippo e Maria nella I settimana di Quaresima

10 Marzo. Inizio dell’intinerario quaresimale parrocchiale

L

a Quaresima è un tempo liturgico di “ascolto” profondo della Parola e il Consiglio pastorale parrocchiale ha proposto di realizzare dei centri di ascolto territoriali. Gli incontri quaresimali si svolgono il giovedì sera alle ore 20.00 e si diramano in 4-5 punti del territorio parrocchiale. Gli evangelizzatori sono coordinati da p. Massimo Staiano e formati da gruppi costituiti dalle Suore Battistine di Angri, dalle Suore Gerardine di S. Antonio Abate, da Diaconi e da catechisti, educatori ed animatori parrocchiali.

Le famiglie che durante la settimana ospitano i centri di ascolto, sono spiritualmente preparate la domenica di Quaresima precedente attraverso la consegna di una lampada accesa e di un enorme foglio giallo con il Vangelo della domenica successiva. La lampada accesa verrà consegnata dalla stessa, la domenica seguente in parrocchia, alla successiva famiglia ospitante. Domenica 10 aprile alle 17.30, p. Massimo ha invitato sul sagrato della Chiesa di Maria SS. delle Grazie tutti coloro che hanno partecipato ai centri di ascolto per

San Biagio - San Marzano sul Sarno

Cinque nuovi ministranti in parrocchia

I

l 27 febbraio cinque govanissimi sono diventati ministranti dopo un lungo percorso durante il quale sono stati costantemente seguiti dal parroco don Giovanni Iaquinandi, in stretta collaborazione con sr Nirina e la sig.ra Maria Carla. A voce alta Antonio, Carmine, Francesco, Mario e Raffaele hanno fatto le loro promesse davanti al Signore ed indossato, emozionati, le loro nuovissime tuniche. Dopo la vestizione si sono stretti in un calorosissimo abbraccio coi loro amici già ministranti e con don Giovanni, pronti a testimoniare la gioia di servire il Signore. A termine della celebrazione era già pronto un buffet di dolci per condividere con genitori, amici e con l’intera comunità questa immensa gioia. Foto di gruppo dei ministranti con il parroco

FOTO

la processione delle Sacre Scritture e delle Lampade fino all’Abbazia, dove si concluderà, con la Celebrazione eucaristica, il tempo dell’Evangelizzazione. Maria Ermelinda Di Lieto

Benvenuto Carnevale

G

li animatori dell’ACR si sono trasformati per l’occasione in simpaticissimi pagliacci ed hanno animato una mega festa in maschera nell’oratorio “San Domenico Savio”. Tantissimi coriandoli e palloncini colorati hanno riempito la sala dell’oratorio, musica ad alto volume, tante cose buone da mangiare, tanti giochi da fare... ogni occasione è buona per stare insieme, divertirsi e condividere bei momenti, grandi e piccoli!

Cambiamenti per la parrocchia di San Francesco di Paola Nuovo incarico per don Andrea Annunziata: dal 27 marzo, il sacerdote, già parroco di S. Sisto II, sarà amministratore parrocchiale di S. Francesco di Paola in Pagani. A coadiuvarlo ci sarà don Salvatore Fiocco che celebrerà quotidianamente l’Eucaristia. A don Salvatore Fiocco e a don Andrea Annunziata va l’augurio di essere sostenuti dallo Spirito Santo in questa nuova responsabilità.

Insieme - Aprile 2011

47


IN PARROCCHIA

Cedere all’amore di Cristo Il 13 febbraio si sono svolti, nella comunità parrocchiale San Giacomo Maggiore, i solenni festeggiamenti in onore di san Valentino, prete e martire

Da sinistra Don Alessandro Cirillo, il maestro Vincenzo Cipriani, il sindaco Felice Luminello, mons. Gioacchino Illiano e don Gaetano Ferraioli

T

anti gli appuntamenti civili e religiosi, su tutti ricordiamo in ordine cronologico: venerdì 11 durante la S. Messa serale l’amministrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, sabato 12 si è svolta in serata la XVI edizione “San Valentino cuore d’oro”, con tre cuori d’oro offerti come sempre dalla Gioielleria Vastola alle coppie per la frase d’amore più bella. Il giorno seguente, domenica 13, durante la S. Messa delle 10 si è svolta la IV edizione del Premio Cuore d’Aliante, quest’anno conferito alla memoria di Tonia Accardo, madre coraggio che ha donato la propria vita per far nascere la piccola Sofia. Ha ritirato il premio il marito Nicola Visciano, che ha raccontanto la sua toccante esperienza. Ha voluto devolvere il premio alla “Casa di Tonia”, organizzazione a favore di ragazze madri e bambini in difficoltà con sede a Napoli. Alle 19.30, poi, c’è stata la Solenne benedizione e inaugurazione del nuovo Organo parrocchiale da parte del Vescovo, Sua Ecc. za Rev.ma Mons. Gioacchino Illiano, alla prima uscita dopo il suo periodo di convalescenza. A seguire il Maestro Vincenzo Cipriani, direttore del Conservatorio di Matera, si è esibito con pezzi di musica classica in uno strepitoso concerto. In serata, in Piazza Amendola, alcuni artisti neomelodici si sono alternati sul palco e contemporaneamente si è svolta la XXIX edizione della “Sagra d’a’ purpetta e’ pastenaca”, promossa come sempre dall’Azione Cattolica. Nell’ultimo giorno di festa, il 14 febbraio, in mattinata c’è stato il giro della Banda Musicale per le strade del paese, alle 17 si è svolta, come da rituale, la Solenne Processione con la Sacra Effige di San Valentino fra le strade cittadine e con la Celebrazione eucaristica, in piazza Santa Croce, alla presenza delle autorità civili e militari. Alle 19 fuochi d’artificio ed in serata XI edizione della Sagra “Sapori antichi” e grande concerto con l’artista Tullio De Piscopo, offerto dall’amministrazione comunale. Sergio Velardo

48

Insieme - Aprile 2011

Un invito ad amare Le parole di don Alessandro

A conclusione dei festeggiamenti don Alessandro Cirillo ha ringraziato tutti gli sponsor, la cittadinanza, gli organizzatori e le forze dell’ordine. E ha ricordato a tutti che “Celebrare San Valentino, il santo dell’amore, equivale a lasciarsi vincere dall’amore di Dio, lasciar cadere ogni nostra resistenza e cedere al suo amore, che non è segno di debolezza e neppure di creduloneria, ma immagine della potenza dell’amore di chi ci ha amati per primi e ha dato tutto se stesso per noi. In un tempo segnato da incertezze, paure e sfide non più rinviabili, ciascuno deve impegnarsi a vivere l’amore, un amore non evanescente ma concreto, fatto di azioni tese ad amare l’altro. Ė facile dire di amare Dio e scadere, poi, in un falso spiritualismo dimenticando il fratello che ci è accanto. Quando noi serbiamo odio, rancore e disappunto verso qualcuno, non possiamo affermare di amare Dio. San Valentino ci dia il coraggio del perdono per stringere la mano dei nostri nemici, abbracciando coloro che ci hanno fatto soffrire e costruire tutti insieme una comunità pacificata nel suo amore, pronta a donare la vita per chi soffre e piange nella solitudine”. S. V.


a cura della comunità parrocchiale San Giacomo Maggiore Apostolo San Valentino Torio

La realizzazione di un sogno Ė stato benedetto e inaugurato il nuovo organo a canne

Q

uando nel mese di giugno del 2010, insieme ai collaboratori del Consiglio parrocchiale per gli Affari Economici pensammo alla realizzazione di un nuovo organo a canne che potesse arricchire in bellezza la nostra settecentesca Chiesa parrocchiale, ci sembrò un sogno troppo grande. Ma decidemmo di provarci! Quel sogno è diventato realtà. Il 13 febbraio scorso, il nostro amato Vescovo Gioacchino, accolto con immensa gioia dalla comunità, lo ha solennemente benedetto. Visibil-

mente emozionato per questa particolare circostanza, insieme con don Gaetano Ferraioli ed altri sacerdoti, Mons. Illiano ha voluto rivolgere al popolo di San Valentino il suo paterno saluto e il suo rendimento di grazie per la generosità mostrata per realizzare quest’opera. L’organo è stato inaugurato con un concerto del maestro Vincenzo Cipriani. Un ringraziamento particolare va al popolo di San Valentino che ancora una volta ha voluto esprimere l’attaccamento alla sua chiesa. Don Alessandro Cirillo

“NATI PER AMARE” Veglia per i giovani fidanzati

I Don Alessandro in compagnia di Nicola Visciano, marito Tonia Accardo, la mamma coraggio di Torre del Greco a cui è stato assegnato il premio “Cuore d’Aliante”, giunto alla IV edizione

nserita nel percorso di preparazione al matrimonio, la Veglia dei fidanzati ha visto la partecipazione non solo delle coppie che seguono il percorso, ma anche di altre giunte dai comuni limitrofi, desiderose di dare un sapore diverso alla festa di S. Valentino, banalizzata dai mass-media e dalla mentalità consumistica del nostro tempo. Il tema “Nati per amare” aveva l’obiettivo di aiutare i fidanzati a riflettere sulla prima e fondamentale vocazione dell’uomo, l’amore, che vede la sua espressione più alta proprio nell’amore coniugale e nella donazione totale degli sposi che

rendono visibile l’amore di Cristo Gesù per la sua Chiesa. La Veglia guidata sapientemente da don Alessandro Cirillo ha avuto momenti emozionanti. Attraverso la Parola, la musica, canti e video i giovani sono stati guidati in un cammino di purificazione del loro amore che hanno poi concretizzato in un pensiero o in una frase, espressione dell’esperienza vissuta in quel momento. In questo modo hanno partecipato al “Concorso Cuore d’oro” che premia ogni anno tre coppie che hanno scritto frasi o pensieri più significativi. Celeste Miranda

SACRIFICIO D’ AMORE IV edizione del premio “Cuore d’Aliante”

S

i è svolta in occasione dei festeggiamenti di S. Valentino, la IV edizione del premio “Cuore d’ Aliante”, assegnato ad una persona che con la sua vita ha testimoniato il messaggio d’ Amore che arriva dal Vangelo. Quest’ anno la scelta della

comunità parrocchiale è caduta su TONIA ACCARDO. Una coraggiosa giovane donna di Torre del Greco, che dopo la scoperta di un devastante carcinoma, ha offerto la sua vita per quella della creatura che portava in grembo. Oggi lo sguardo dolce di

Tonia, accovacciata accanto alla sua piccola Sofia, accoglie gli ospiti della casa di accoglienza a lei dedicata; qui altre madri troveranno il coraggio e il sostegno per fare la loro scelta d’amore. Antonella Baselice

Insieme - Aprile 2011

49


a cura della comunità parrocchiale Maria SS. di Costantinopoli Nocera Superiore Coordinatore della redazione parrocchiale Carlo Attanasio

“Fissare lo sguardo su Cristo” Don Roberto scrive alla comunità parrocchiale “Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo”: questa esortazione che San Benedetto scrive ai suoi monaci nella Regola è il titolo della lettera alla comunità parrocchiale per la Quaresima e la Pasqua 2011

P

agine intense ed accorate che invitano la comunità parrocchiale a fissare lo sguardo su Gesù Cristo, tralasciando affanni, preoccupazioni ma anche progetti di vita appaganti, ricchi di tranquillità e agi sognati senza mettersi davvero in ascolto della Sua Parola e del Suo progetto su ciascuno. In questo modo si finisce, prima o poi, col fare i conti con domande sul senso della propria vita e con un’inquietudine che solo Dio può colmare. La Quaresima, si legge nella lettera, è il tempo più favorevole per rileggere la nostra vita alla luce del Vangelo e ritornare, così, sui nostri passi, operando una sincera e profonda conversione. Centro di questo rinnovamento è il sacramento della Riconciliazione che ci permette di rifocalizzare lo sguardo verso l’unico orizzonte di gioia. Il presupposto essenziale per una sincera e profonda conversione, scrive don Roberto, è senz’altro l’incontro personale con Gesù, che deve poi tradursi in un cammino di fede vissuto all’interno della comunità cristiana. Ė nella Chiesa, infatti, che avviene l’incontro autentico con Gesù, senza il quale rischiamo di

50

Insieme - Aprile 2011

costruirci un Gesù “secondo me”, di conoscere non Gesù ma la “nostra idea” di Gesù. La lettera invita dunque alla riscoperta della comunità parrocchiale come luogo in cui, attraverso la Parola, i Sacramenti, l’Eucarestia e l’accompagnamento spirituale dei pastori è possibile incontrare Gesù quotidianamente. Invita tutti a riscoprire la dimensione della parrocchia come casa accogliente, che attende ciascuno. Ognuno è chiamato a ricoprire il suo posto unico che, altrimenti, rimarrà sempre vuoto, come pennellate mancanti che lasciano incompiuti gli affreschi del tempio di Dio di cui noi siamo “pietre vive”. Toccante infine l’invito di don Roberto a cercare un incontro più personale e familiare con lui. Certamente, in una grande parrocchia come la nostra, con più di duemila famiglie, non è semplice andare a fargli visita, invitarlo a casa per consentirgli di entrare nell’intimità delle nostre famiglie. “Perché – scrive – attraverso me è Cristo stesso che vuole lavarvi i piedi”. La lettera si chiude con l’invito a vivere a pieno questa Pasqua, facendo attenzione a non ridurre tutto ad una mera partecipazione ai momenti tradizionali, suggestivi o addirittura folcloristici. Ė necessario ricordare che Cristo è morto per noi ed è risorto per donare a ciascuno il senso più pieno dell’esistenza. «Chi pensa di poter fare a meno di Gesù, si illude di poter realizzare la propria vita, che è frutto dello “stare” con lui». Fabio Senatore L’APPUNTAMENTO 30 APRILE - 1 MAGGIO 2011 PELLEGRINAGGIO A ROMA Per la beatificazione sel Servo di Dio Giovanni Paolo II Per info: www.mariassdicostantinopoli.it


Il fascino del Carnevale

“C

La memoria, fermento del futuro Lo scorso 17 marzo, l’Italia ha celebrato il 150° anniversario dell’Unità nazionale

N

oi abbiamo pregato per la nostra Italia: dalle 17.30 alle 20.30 la Santa Messa per la nostra patria, l’Adorazione Eucaristica, il Rosario meditato, la Preghiera per l’Italia scritta da Papa Giovanni Paolo II nel 1994 e la Benedizione Eucaristica hanno contraddistinto questa particolare giornata. A tutti è stato distribuito, inoltre, il messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per il 150° Anniversario dell’unificazione politica dell’Italia. Nella locandina stampata per l’occasione è stata scelta questa foto per sottolineare che la memoria deve essere seme del futuro: la costruzione della casa comune europea che «può sortire un buon esito soltanto se questo continente è consapevole delle proprie fondamenta cristiane e se i valori del Vangelo nonché dell’immagine cristiana dell’uomo saranno, anche in futuro, il fermento della civiltà europea» (Papa Benedetto XVI). Don Roberto Farruggio

È

i siamo occupati di ogni cosa noi ragazzi e vedere il successo delle diverse iniziative è stato bellissimo”. Gli Scout, l’A.C. e l’M.G.C. parrocchiale hanno preparato addobbi, giochi ed attività per questo Carnevale che ha coinvolto i ragazzi nel pomeriggio e i giovani la sera. Per l’occasione è stato allestito il Centro sociale in via Vincenzo Russo: i balli di gruppo e la sfilata delle maschere hanno attirato l’attenzione di tante persone che hanno potuto sbizzarrire la propria fantasia sui personaggi che hanno contraddistinto l’Italia nel 150° dell’unità nazionale. È il fascino del Carnevale! Carlo Attanasio

Mercoledì delle Ceneri, la processione d’ingresso della Santa Messa

Convertiti al Vangelo

I

l Mercoledì delle Ceneri è la porta di ingresso nella Quaresima, periodo di riflessione e di preparazione alla Pasqua. Durante la Messa viene posto sul capo dei fedeli un pizzico di cenere, così come nell’episodio biblico della conversione degli abitanti di Ninive a seguito della predicazione di Giona: “si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore”. La cenere è il segno

esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Ė anche segno della debole e fragile condizione dell’uomo, rimarcata dalla citazione “ricordati che polvere eri, e polvere ritornerai”. La Quaresima, 40 giorni in cui si è invitati a rivedere la propria vita secondo l’invito del sacerdote: “convertiti, e credi al Vangelo”, per radicarsi sempre di più in Cristo. Carlo Attanasio

Biagio, un angelo tra gli angeli

passato più di un mese da quando Biagio è volato in Cielo. Lo conoscevano tutti: il macellaio, il fruttivendolo, il salumiere, anche la polizia municipale doveva fermarsi per fargli provare il cappello. Nel percorrere la strada da casa a scuola chiamava tutti e a ciascuno regalava sorrisi. I compagni di scuola e di catechismo lo ricordano con affetto e gli hanno dedicato tanti pensieri.

Ogni tuo sorriso non costava niente ma arricchiva chi lo riceveva. Durava un solo istante, ma il ricordo resterà in eterno. Caro Biagio, ora sei un angioletto, gioioso e sorridente, resterai sempre nel nostro cuore. Ciao! Dai tuoi amici. Alfonsina Buonocore

Insieme - Aprile 2011

51


a cura della comunità parrocchiale San Sisto II Pagani Coordinatore della redazione parrocchiale Michele Raiola

Chiamati ad essere ministranti

Foto di Salvatore Donato

Gli otto nuovi ministranti in attesa della vestizione. Da sinistra: Filippo Santangelo, Attilio Russo, Emanuele Schiavone, Antonella Tagliamonte, Francesco Pastore, Alfonsina Spirito, Federica Amore e Maria Di Salvatore

Il 13 marzo c’è stata la vestizione di otto giovani ministranti

P

rima domenica di Quaresima: il Vangelo proclamato e l’omelia di don Andrea ci hanno esortato a chiederci: “A che punto sono del mio cammino di fede?”. Domenica è, dunque, cominciato per tutti noi un cammino nuovo, per giungere alla vetta della Pasqua, ma, soprattutto, è cominciato un cammino nuovo per ognuno degli otto neoministranti che questa domenica la nostra comunità ha accolto.

celebrazione. Mi commossi molto alla proposta di don Andrea, poi ci ho riflettuto un paio di mesi, volevo sentirmi pronta.

Ecco la testimonianza di Filippo e Alfonsina.

Che cosa significa per te indossare la veste bianca? F: Significa testimoniare l’amore di Cristo ai fratelli e servirli, assumendomi l’impegno di indirizzarli alla santità. A: Significa guardare le cose da un altro punto di vista; ora farò anche le mie scelte personali ricordandomi sempre del ruolo che ricopro.

Con quale impegno cominci questo ministero? F: Per me questo è un impegno rinnovato: è la mia terza vestizione. Ebbi l’incarico di ministrante per la prima volta da don Natale Ferraioli. Fui mandato in un’altra comunità per 7-8 anni e ora sono tornato nella mia comunità d’origine. A: Con un impegno soprattutto personale: voglio cercare di migliorare dal punto di vista caratteriale, perché la mia testimonianza non si esaurisca sull’altare, ma continui anche fuori.

C’è un passo della Parola a cui ti ispiri? F: Durante l’effusione, celebrazione del gruppo di Rinnovamento nello Spirito di cui faccio parte, mi fu donata questa Parola: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. A: “Io sono con voi tutti i giorni”, che è anche il passo che ci guiderà come comunità quest’anno, ma soprattutto il canto di S. Francesco “Laudato sii, mi Signore”. Barbara Antignano

Quanto tempo hai aspettato prima di accettare questo ruolo? F: Ricordo che mi presi un paio di mesi di tempo prima di dire il mio sì a Gesù tramite don Natale. Oggi sono stato ri-vestito, perché l’assemblea conosca chi sta sull’altare a dare testimonianza a Cristo. A: Mi è stato chiesto il primo novembre 2010, dopo la

52

Insieme - Aprile 2011


Festa di S. Vito a Barbazzano “Mi sono messo in cuore di servire Gesù Christo!”

15

giugno: la Chiesa celebra San Vito Martire, questa sarà la data di inizio dei festeggiamenti che la nostra parrocchia organizzerà a chiusura delle attività pastorali e oratoriali. Tutto ruoterà intorno alla figura del Santo che appartiene alla storia e alla fede del popolo di Barbazzano. Abbiamo chiesto al prof. Michele Raiola di darci dei ragguagli sul lavoro teatrale riguardante la vita del Santo. Com’è nata l’idea di uno spettacolo teatrale su S. Vito? “La festa parrocchiale deve essere l’occasione per manifestare quanto di buono la nostra comunità riesce a produrre nell’anno pastorale”. Furono queste le parole con cui don Andrea diede inizio alle attività della Commissione Organizzazione Grandi Eventi (C.O.G.E) finalizzate alla celebrazione “dell’evento S. Vito”. Ma, siccome l’idea di questa festa era nella testa del parroco già un po’ di tempo prima, mi sono messo al lavoro per produrre un testo teatrale sulla storia del Santo.

A quali fonti si è ispirato nella sua ricerca? La Legenda aurea o Legenda Sanctorum di Jacopo da Varazze, frate domenicano della seconda metà del ‘200, arcivescovo di Genova e agiografo; e poi una Passio del VII sec.: entrambe riportano stralci dei dialoghi intercorsi tra Vito e il padre Hila, con Valeriano (o Aureliano, secondo altri) governatore della Sicilia e Diocleziano, l’imperatore persecutore dei cristiani. Diocleziano mandò a morte il giovinetto insieme con il pedagogo Modesto e la nutrice Crescentia (quasi sempre associati al suo culto), eppure aveva salvato la figlia (o il figlio, secondo altre fonti), posseduta dal demonio (in realtà epilettica). Come ha caratterizzato il personaggio? Mi ha colpito molto la fermezza del giovane Vito, che risponde con risolutezza alle continue provocazioni degli interlocutori, poiché il suo credo è saldamente radicato in Cristo. Bastino questi due esempi: “Il savio giovinetto Vito, come s’egli fusse stato di perfetta età, gli rispose (a Valeriano/Aureliano): «Io non sono per adorare i Demoni, né sono per humiliarmi a statue vane et ingannatrici. Io mi sono messo in cuore di servire Giesù Christo, Figliuolo di Dio vivo, lui e non altri sono per adorare»” (da Legenda aurea).

Il secondo brano è tratto dagli Acta sanctorum Viti, Modesti et Crescentiae Martyrum: “Per la strada Vito andava facendo animo a Modesto et a Crescentia, dicendogli che hormai si avvicinava il tem-

Nella foto l’antica chiesa di San Sisto. Nella memoria delle persone più anziane della comunità è ricordata come Chiesa di San Vito po del loro trionfo, però (perciò) havessero buon animo in tutto quello che gli potesse avvenire, havendo riguardo al premio, che Dio haveva apparecchiato per loro in Cielo”.

Quando sarà rappresentata? In due serate, sabato 18 e domenica 19 giugno, in un cortile del nostro quartiere, alle 20:30. Penso che si dirà qualcosa anche nell’incontro culturale sulla storia e sulle tradizioni di Barbazzano, che si svolgerà nella serata del 15 giugno, memoria liturgica di S. Vito. Sui cani, almeno, ci può dire qualcosa? Sbranarono un bambino, ma furono ammansiti da S. Vito, perciò, avremo un momento dedicato anche a loro: il 19 giugno, di pomeriggio, in piazza Cirio, ci sarà per loro una solenne benedizione. Martina Grimaldi

GLI APPUNTAMENTI Mese di maggio: appuntamento serale con l’Eucaristia e… 14 maggio (sabato): Pellegrinaggio al Santuario di Pompei (a piedi). Partenza: ore 6:00. Celebrazione eucaristica: ore 9:00. Ritorno in auto o bus. 30 maggio - 4 giugno: Estate ragazzi. 15 giugno: Inizio Festa Parrocchiale, incontro culturale sulla storia e sulle tradizioni di Barbazzano. 18 - 19 giugno: Festa Parrocchiale, rappresentazione teatrale sulla vita di San Vito; Animazione in Via Barbazzano, Teatro dei Burattini; Benedizione dei cani; La Via Gloriae di San Vito; Degustazioni gastronomiche di piatti tipici negli antichi cortili di Barbazzano. 27 - 31 luglio: Campo Estivo Bimbi ad Ascea Marina. 3 - 7 agosto: Campo estivo Giovanissimi in località da definire. 17 - 20 agosto: Campo Estivo Adulti a Montoro Superiore (AV).

Insieme - Aprile 2011

53



a cura della comunità parrocchiale Maria SS. delle Tre Corone Sarno

L

Prepararsi alla Pasqua con i missionari

a Quaresima è un tempo di grazia particolare che la Chiesa vive, ricorda il periodo in cui Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, dove fu tentato dal diavolo, dopo un digiuno durato 40 giorni e 40 notti. Gesù fu vessato dalle pretese dell’avversario, ma rimase forte e pronto a rispondere con la Parola di Dio alle proposte del demonio. Ed è proprio per vivere appieno questo periodo che la nostra parrocchia, dal 18 al 20 marzo, ospiterà dei missionari saveriani provenienti da Salerno, che ci guideranno nel cammino di fede e ci aiuteranno a portare avanti un discorso di sensibilità missionaria.

Tempo quaresimale ricco di appuntamenti per la comunità di Tre Corone

Saranno presenti in tutte le celebrazioni della domenica, nonché il venerdì con il gruppo giovani, ed il sabato con i giovanissimi. In parrocchia ci sono già diverse iniziative che hanno questo obiet-

tivo, come le adozioni a distanza in Africa, Madagascar e Tanzania; abbiamo diverse case costruite in India ed ogni mese, durante l’Adorazione eucaristica, si prega particolarmente per le missioni. Nel periodo quaresimale, inoltre, don Antonio inizierà la benedizione alle famiglie, poi ospiteremo le Sante Quarantore dal 24 al 27 marzo, un momento di fede profonda, dei veri e propri esercizi spirituali. Riscopriremo, dunque, quanto è bello essere missionari e pregheremo il Signore affinché non permetta mai che, per una temporanea soddisfazione e per una limitata visione della realtà, diventiamo succubi dei beni materiali. Signore Gesù aiutaci a condurre l’utilizzo delle nostre e altrui risorse nell’ottica dell’eternità, e non lasciare il nostro cuore soffocato dalla sete di potere e di successo. Guido Caringi Donatella Ferrara

Insieme... in edicola! EDICOLA

INDIRIZZO

CITTA’

GIORNALI Amato Antonio EDICOLA DIODATO EDICOLA Ruocco Bruna EDICOLA Attianese Vincenzo EDICOLA Auletta Gambilongo Enrico EDICOLA Ferro Francesca CARTOLIBRERIA CORINTO CENTRO EDICOLA EDICOLA Lambiase SARDO ART EDICOLA Daniela Raffaela CART’EDICOLA EDICOLA D’Andria Giuseppe EDICOLA Zambrano Valentino MIR MIR MIR TUTTO srl di Bello M. Rosaria

Via dei Goti, 11 Via dei Goti, 157 Piazza Doria C.so Vittorio Emanuele, 42 Via Marco Nonio Balbo Via Roma, 79 Via Loria, 31 Via Russo Piazza Zanardelli Via Cesarano Via G. Marconi Via Ugo Foscolo, 34 Via Gramsci C.so Umberto I, 11 Via Roma, 85-87 Via Roma, 50

Angri Angri Angri Nocera Inferiore Nocera Inferiore Nocera Inferiore Nocera Inferiore Nocera Superiore Roccapiemonte Pagani Pagani S. Egidio del Monte Albino S. Marzano sul Sarno S. Valentino Torio Sarno Sarno

Da oggi puoi ritirare il tuo abbonamento anche in edicola! Richiedi il blocchetto-coupon in redazione lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00 martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle 17.00 Tel/Fax 081 513 45 04 Oppure scrivi a : diffusione.insieme@virgilio.it redazioneinsieme@alice.it


a cura della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine Pagani

Una comunità neocatecumenale in parrocchia

Il Papa e gli inziatori del cammino Neocatecumenale

Il Cammino Neocatecumenale propone un annuncio missionario attraverso 15 catechesi

N

ei mesi di febbraio e marzo si sono tenute le catechesi del Cammino Neocatecumenale, un carisma della Chiesa cattolica. Grande entusiasmo da parte di tutti i fedeli vicini e “lontani”, infatti la presenza alle catechesi è stata molto nutrita (circa 230 fratelli a serata). Il parroco, don Enzo Di Nardi, ha lavorato in prima linea con i fedeli, sicuro che l’annuncio del kerigma contribuisca ad un rinnovato impulso missionario nella parrocchia. Il Cammino Neocatecumenale è uno strumento al servizio dei Vescovi per la riscoperta dell’iniziazione cristiana da parte dei giovani e degli adulti, battezzati e non battezzati. Le catechesi costituiscono, quindi, un momento privilegiato di grazia e di bene,

nell’azione missionaria della parrocchia come Chiesa locale, attuata dal parroco con l’aiuto di alcuni laici, per la cura delle persone del quartiere o di quanti desiderino riscoprire i doni del battesimo, ed approfondire la propria fede attraverso un’esperienza di formazione ed arricchimento della vita cristiana adulta. Al termine delle catechesi una cinquantina di persone ha partecipato alla convivenza di tre giorni, tenutasi al Sabbiadoro Hotel (Battipaglia), dove si è formata la prima comunità neocatecumenale della parrocchia. A tutti i nuovi arrivati un caloroso benvenuto nella grande famiglia della chiesa parrocchiale! Antonio Mangiacapre

Un Cammino: al servizio della Chiesa Dal discorso di Benedetto XVI ai membri del Cammino Neocatecumenale del 17 gennaio 2011

D

a oltre quarant’anni il Cammino Neocatecumenale contribuisce a ravvivare e consolidare l’Iniziazione cristiana, favorendo una graduale e radicale riscoperta delle ricchezze del Battesimo. Questo dono di Dio per la sua Chiesa si pone “al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione perma-

56

Insieme - Aprile 2011

nente nella fede” (Statuto, art. 1 § 2). Tale servizio, come vi ricordava il mio predecessore, il Servo di Dio Paolo VI, nel 1974, “potrà rinnovare nelle odierne comunità cristiane quegli effetti di maturità e di approfondimento, che nella Chiesa primitiva erano realizzati dal periodo di preparazione al battesimo” (Insegnamenti di Paolo VI, XII [1974], 406). È stato percorso con profit-

to il processo di redazione dello Statuto del Cammino Neocatecumenale, approvato nel giugno del 2008. Un altro passo significativo si è compiuto con l’approvazione del “Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale”. La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino Neocatecumenale un particolare dono suscitato dallo Spirito Santo: come tale, esso tende naturalmente ad inserirsi

nella grande armonia del Corpo ecclesiale. In questa luce, vi esorto a ricercare sempre una profonda comunione con i Pastori e con tutte le componenti delle Chiese particolari e dei contesti ecclesiali nei quali siete chiamati ad operare. La comunione fraterna tra i discepoli di Gesù è, infatti, la prima e più grande testimonianza al nome di Gesù Cristo. La Redazione



Spazio Consulenza di Carolina Rossi

Crescere “senza etichette” Florindo è un bambino di otto anni particolarmente irrequieto. Ultimamente le sue maestre si sono lamentate, incrementando un senso di sconforto nei genitori

L’

appellativo di Florindo è “il monello”. Egli recita da vero artista questo ruolo: ha memorizzato la definizione che si dà di lui e si è convinto di essere proprio così. Sembra voler comunicare qualcosa, forse il suo bisogno di essere visto e riconosciuto, ma è come se gli adulti intorno a lui, probabilmente in modo inconsapevole, gli avessero detto: «Io mi aspetto che tu ti comporti male». Così si genera un circolo vizioso: più il bambino si comporta male, più l’adulto lo definisce “cattivo”, più lui si sente autorizzato a comportarsi male. È come se, per non deludere le aspettative dell’adulto, in qualche modo si sentisse obbligato a comportarsi così.

Non solo le parole, soprattutto i comportamenti educano Per i bambini il tempo dell’infanzia, e quanto possono apprendere non solo dalle nostre comunicazioni verbali, ma soprattutto dal nostro comportamento e dal clima emotivo e relazionale, è fondamentale. Essi impareranno il mondo attraverso i nostri occhi e si muoveranno come portatori di messaggi ed aspettative che rispecchiano fondamentalmente

quelli sperimentati con noi. L’atto educativo non è mai separato dal vissuto emotivo, dalle caratteristiche personali. La qualità della relazione è determinante: quante volte un bambino viene presentato con degli appellativi poco edificanti? Quante volte i bambini assistono a conflitti e difficoltà di dialogo tra i propri genitori? Quanti bambini respirano in famiglia un clima di gelosia, competizione, vergogna, intolleranza, slealtà, insicurezza, non riconoscimento, mancanza di reciproco sostegno e incoraggiamento? Per quanto possa essere piccolo, il bambino sente, comprende ed interiorizza quanto giorno per giorno vive. Certo, il genitore perfetto non esiste, ed è meglio che sia così! I figli avranno, in questo modo, più spazio per migliorarsi e migliorare il modello educativo appreso, non dovranno confrontarsi con figure troppo perfette che finirebbero per annichilire la loro possibilità di imitarle e di superarle. Tuttavia, per un genitore è importante sapere di aver incontrato il cuore dei propri figli, averne compreso i bisogni e le risorse, aver cercato di dare loro, in modo autentico, tutto l’amore e l’orientamento di cui hanno bisogno.

I bambini imparano quello che vivono Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare. Se i bambini vivono con la paura, imparano ad essere apprensivi. Se i bambini vivono con la gelosia, imparano cosa sia l’invidia. Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli. Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano ad essere pazienti. Se i bambini vivono con l’incoraggiamento, imparano ad essere sicuri di sé. Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare. Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano ad avere un obiettivo. Se i bambini vivono con la partecipazione, imparano ad essere generosi. Se i bambini vivono con l’onestà e la lealtà, imparano cosa sia verità e giustizia. Se i bambini vivono con la sicurezza, imparano ad avere fede in se stessi e in coloro che li circondano. Se i bambini vivono con la serenità, imparano ad avere tranquillità di spirito. Doretj Law Nolte


Associazione

Granello di Senapa

Il Carisma del Beato Alfonso Maria Fusco Un percorso di formazione per riscoprire l’opera e le motivazioni del Beato angrese

L

o scorso 27 marzo ha avuto inizio un corso di formazione dal tema: “Il Beato Alfonso M. Fusco, la sua opera ed il suo Carisma tra passato e presente”. Il percorso ha lo scopo di riflettere sul carisma del Beato Alfonso M. Fusco, riletto anche alla luce dell’attuale ambiente socio-culturale dell’Agro Nocerino-Sarnese. L’Associazione “Granello di Senapa” Onlus investe molto sulla formazione, sia nei confronti dei minori, delle famiglie e degli immigrati, sia per l’autoformazione di operatori, soci e volontari. Così il presidente:

«L’Associazione ed il consultorio hanno cominciato la propria attività con gli incontri di formazione sulla sessualità tenuti nelle scuole e nelle parrocchie da Suor Maria Cristina Marinelli, che lo scorso mese avrebbe compiuto 50 anni. Negli anni, la nostra attività si è arricchita di nuovi operatori e specializzata sempre più. Abbiamo deciso di dedicare un intero corso di formazione alla figura del Beato Alfonso M. Fusco perché a lui dobbiamo l’ispirazione di questa opera e a lui vogliamo guardare per offrire un servizio sempre più aggiornato e rispondente alle necessità del territorio».

Calendario incontri di formazione - Domenica 27 marzo, 2011, dalle ore 16.00 alle ore 19.00 Le sfide della vita quotidiana ad Angri e nell’Agro al tempo del Beato Alfonso M. Fusco Formatori: Prof.ssa Miranda Celeste; Suor Filomena Cosentino - Mercoledì 30 marzo, dalle ore 18.00 alle ore 19.30 La profezia del Beato rispetto alla mentalità locale: come il Beato ha saputo leggere i bisogni dei fanciulli e delle persone del suo tempo e come ha saputo valorizzare le loro potenzialità. Formatori: Giordano Carmine; Suor Julie Tabigue - Mercoledì 6 aprile, dalle ore 18.00 alle ore 19.30 Uno sguardo d’insieme sulla realtà attuale: quali sono le domande che le persone pongono alla Chiesa e agli operatori socio-pastorali oggi? Quale speranza per l’Agro? Quali risposte possiamo dare a questa crisi imperante? Formatori: Sociologo; Testimoni - Mercoledì 13 aprile, dalle ore 18.00 alle ore 19.30 Principi e valenze pedagogiche per la crescita della persona a partire dagli scritti del Beato. Oggi cosa significa prendersi cura di una persona: evoluzione dei servizi alla persona. Rischi e disagi che vive la popolazione dell’Agro oggi; quale è la risposta della Chiesa locale e della Congregazione? Quale la risposta delle istituzioni e della scuola? Quale potrebbe essere una risposta ideale? Formatore: Prof. Cursi Giancarlo

L’importanza della formazione Fare formazione è davvero importante perché la società odierna è in continuo mutamento, oggi ancora di più con l’introduzione della virtualità e dell’informatizzazione che hanno dato una vistosa accelerata ai cambiamenti sociali e che spesso introducono nuovi stili di vita e nuove abitudini. Spesso si organizzano incontri di formazione con la motivazione che bisogna farli (si deve fare), senza tener conto del fabbisogno formativo. Nel progettare la formazione è, invece, fondamentale fare sintesi tra i bisogni dei singoli partecipanti e gli obiettivi e gli scopi di chi pone in essere tali incontri. Per questo motivo, il percorso di formazione sul Carisma del Beato Alfonso Maria Fusco non si ferma all’amarcord che spesso aleggia negli incontri di questo tipo. Con questo corso si è inteso andare oltre il ricordo della vita e delle opere del Beato, proponendo una serie di incontri che a partire dagli aspetti culturali e relazionali della vita del canonico Fusco, porti ad una riflessione su vari aspetti dell’azione attuale nel sociale, focalizzando l’attenzione sulla crescita della persona, sulla famiglia e sull’alleanza educativa. Per aggiornamenti su date e temi degli altri incontri è possibile collegarsi al sito www.granellodisenapa.org, oppure contattarci allo 081 940881. Carmine Giordano Insieme - Aprile 2011

59


Il legale risponde

“Voglio l’affidamento esclusivo” L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in piazza B. D’Arezzo n.11, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.

Un padre che non paga gli alimenti e non vede i figli secondo il calendario stabilito dal Tribunale. Si può passare dall’affidamento condiviso a quello esclusivo? L’avvocato risponde Gentile avvocato, sono una donna separata, con due figli. Il Tribunale ha disposto l’affidamento congiunto dei ragazzi ai genitori ed ha posto a carico del mio ex marito l’obbligo di corrispondere la somma di euro 500,00 e la possibilità di avere con sé i figli due volte a settimana e, alternativamente, il fine settimana e per le festività. Sono passati quattro anni dalla separazione e siamo prossimi al divorzio che in sostanza non muta le scelte

prese con il giudizio di separazione, anche se io ho avanzato richiesta di affidamento in via esclusiva... perché mio marito non mi riconosce nulla a titolo di mantenimento e le sue visite ai figli sono pressoché saltuarie. Volevo sapere se fosse possibile impugnare l’eventuale decisione di rigetto del Tribunale relativamente alla mia richiesta di affidamento in via esclusiva dei figli. Luisa

Cara Luisa, a tutto c’è rimedio! La giurisprudenza di riferimento ha trattato più volte casi simili e spesso ha applicato scelte non omogenee. Ultimamente però la Cassazione ha fatto chiarezza, ed ha precisato che innanzitutto regola generale in una separazione è l’affidamento condiviso in virtù del diritto al minore alla bigenitorialità. Però, di fronte all’inidoneità genitoriale, tale regola può essere derogata con l’affidamento in via esclusiva quando si provi che l’altro genitore sia totalmente inadempiente agli obblighi assunti con il giudizio di separazione (Cassazione civile Sezione I, 17 dicembre 2009, n. 2658). Fai attenzione alla sua difesa perché non potrà esse-

re considerata una causa di esclusione l’esiguità del proprio reddito, né il fatto che il suo lavoro sia fuori zona. Il Tribunale di Padova, in un’ordinanza presidenziale del 25 gennaio 2011, ha così statuito : “la circostanza che il padre non abbia mai avuto un rapporto stabile di convivenza con i figli e che li veda solo sporadicamente è ostativa all’affido condiviso dei minori, essendo indubitabile che solo la conoscenza delle esigenze e l’effettività del rapporto consentono un consapevole esercizio della potestà”. Tali comportamenti sono invece sintomatici della sua effettiva incapacità ad affrontare gli impegni assunti e le responsabilità che l’affidamento condiviso comporta. Avv. Giovanni Severino

Guerra tra coniugi: l’epilogo Cari lettori, nel numero di febbraio di questa rivista, abbiamo pubblicato la lettera anonima che un marito aveva fatto recapitare alla moglie da cui si stava separando (cfr Insieme febbraio 2011). Le minacce finali gettavano ombre pesanti su una situazione già difficile. Volete sapere com’è andata a finire? Nell’udienza presidenziale, il mari-

60

Insieme - Aprile 2011

to ha dovuto lasciare la propria casa alla moglie e ai figli. Si è impegnato a pagare il mutuo, a sostenere le spese straordinarie nella misura del 50% e a versare la somma mensile di 750,00 euro a titolo di contributo per il mantenimento dei ragazzi. Questa non è una battaglia vinta e non la riporto per vantarmi. Credo semplicemente che quando in gioco

c’è l’interesse dei minori, il loro sviluppo e la loro crescita serena, ogni “genitore” dovrebbe comportarsi da persona matura. G.S Mandateci le vostre domande via fax allo 081 513 45 04 o all’indirizzo redazioneinsieme@alice.it. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare le lettere


ULTIMA FERMATA di Peppe Iannicelli

VIVA L’ITALIA

H

o celebrato l’Unità d’Italia. Ho esposto il tricolore al balcone di casa mia, cantato l’inno di Mameli, goduto le mille feste che la creatività campana ha organizzato: l’esibizione di Roberto Bolle al San Carlo, il Concerto verdiano al Teatro Verdi di Salerno, la kermesse di Montemarano, il paese del vino e della tarantella, dove gli inni patriottici si sono mescolati ai canti di rabbia dei briganti e di riscossa dei contadini, Sunsation il gioiello tricolore firmato Nardelli diventato di gran moda.

cordano i martiri della Resistenza. E sono felice che il 17 marzo sia stata Festa Nazionale alla faccia dei leghisti e dei padroni del vapore che si sono stracciate le vesti temendo un calo della produttività. “Siamo uomini o caporali?”, si sarebbe chiesto il grande Totò. La mia gens proviene da Auletta, un minuscolo borgo della valle del Tanagro. Sono nato in Germania dove i miei genitori erano emigrati. Vivo e lavoro tra Salerno, Napoli, Roma, Bruxelles, Ginevra, il mondo. E del mondo mi sento cittadino, così come sono orgoglio

Viva l’Italia, perché mio nonno Giuseppe si è fatto sei anni di guerra per poterne difendere i confini e la dignità Sono state notti belle quelle tra il 16 ed il 17 marzo tra la Campania e l’Emilia dove mia figlia Ilaria sta completando la Specialistica in Scienze Politiche. Siamo andati a trovarla visitando la Sala Tricolore del Municipio di Reggio Emilia, ammirando l’imbandierata di Parma riecheggiante il Viva Verdi ed il solenne Duomo di Modena dove si ri-

di esser mediterraneo ed italiano. L’Italia è bella proprio perché diversa nell’unità; ma se le peculiarità locali diventano autoreferenziali degenerano in becero campanilismo. Viva l’Italia anche perché se non fosse stata unita il Napoli avrebbe potuto vincere al massimo lo scudetto delle Due Sicilie. Sarebbe successo più di frequente ri-

L’Italia è bella perché diversa nell’unità spetto al tricolore, ma sai che noia! Che gusto ci sarebbe a tifare Napoli e a non godere per la monetina di Alemao, per il seppelliteci qui dopo il trionfo sulla Juventus? Viva l’Italia unita nella diversità! Perché altrimenti per gustare un sontuoso bollito emiliano, la torta sbrisolona patavina, la ribollita fiorentina avrei avuto bisogno del passaporto. Viva l’Italia dei mille campanili perché mi piace l’idea di esser connazionale, allo stesso tempo, di Cavour e De Sanctis, Pisacane e Biffi, Aldo Moro, Alcide De Gasperi ed Enrico Berlinguer, Riccardo Muti e Luigi Pirandello. Viva l’Italia perché amo la Lirica ed i neomelodici, la Costa d’Amalfi ed il Monte Rosa, il Po e l’Etna. Viva l’Italia perché mio nonno Giuseppe si è fatto sei anni di guerra per poterne difendere i confini e la dignità. Viva l’Italia perché ogni giorno cerco d’insegnare ai miei figli il senso del dovere e della solidarietà e ad esser cittadini del mondo. Viva il Tricolore, rosso del sangue dei martiri per la libertà, bianco come la purezza degli ideali più alti, verde come la speranza di chi ha fede nella vittoria. Insieme - Aprile 2011

61


Aprile 2011... vola a quota 10!

SPECIALE ABBONAMENTI Una promozione speciale per tutti i lettori di INSIEME

Ad aprile entra nella grande famiglia di INSIEME a soli 10 euro e sarai con noi per tutto il 2011! Sottoscrivi un nuovo abbonamento* dal 1 al 30 aprile e riceverai i restanti numeri del 2011 con un risparmio di oltre il 25%

Chiedi al tuo parroco! Oppure contatta la segreteria di redazione dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 14:00 - tel/fax 081 513 45 04 diffusione.insieme@virgilio.it - redazioneinsieme@alice.it Puoi anche sottoscrivere l’abbonamento tramite conto corrente postale: c.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (Sa) specificando nella causale “Promozione aprile 2011” Ritirerai la tua copia in parrocchia

*L’abbonamento scade il 31/12/2011




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.