Insieme - Aprile 2015

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APRILE 2015 N. 4 ANNO X

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

L’APPROFONDIMENTO

MISERICORDIA:

FRANCESCO ANNUNCIA IL GIUBILEO STRAORDINARIO

TRUFFA INPS Assuefazione all’illegalità

SERVIZIO CIVILE Otto oppurtinità in Caritas



Foto Salvatore Alfano

Insieme anche al bar

In queste caffetterie, caffè + Insieme a solo 1 euro

La Montalbino Via R. Falcone, 3 Sant’Egidio del Monte Albino (Sa)

Caffè Petruccelli Via D’Alessandro, 20 Nocera Inferiore (Sa)

Bar pasticceria Dolci tentazioni Via F. Turati, 520 Poggiomarino (Na)

Bar Firenze Piazza V. De Marinis, 6 Poggiomarino (Na)

Insieme premia la fedeltà In allegato a questo numero di Insieme, 125 nuovi sostenitori della nostra rivista hanno ricevuto un libro in regalo. Scegli anche tu l’informazione diocesana. APRILE 2015 Insieme Per ulteriori informazioni contatta la segreteria di redazione: tel/fax 081 517 04 66 - segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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sieme

L’APPROFONDIMENTO

MISERICORDIA

Foto di copertina Salvatore Alfano

APRILE 2015 N. 4 ANNO X

MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

FRANCESCO ANNUNCIA IL GIUBILEO STRAORDINARIO

TRUFFA INPS Assuefazione all’illegalità

SERVIZIO CIVILE Otto oppurtinita in caritas

In copertina una foto del Papa in visita a Pompei lo scorso 21 marzo, in occasione della visita pastorale a Napoli.

aprile2015

Pompei. L’incontro del Papa con gli ammalati

CRESCIAMO INSIEME 6 “Un amore sconfinato per la natura” di Donatella Salvati L’APPROFONDIMENTO Questo è il tempo della Misericordia di Antonietta Abete

VITA Economia cheNELL’AGRO dona vita di Salvatore D’Angelo 20 Una giustifica peggiore della colpa di Michela Giordano 23 Servizio civile in Caritas 29 LA BACHECA a cura della redazione VITA ECCLESIALE 30 Verso Firenze

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Eterna è la sua Misericordia di mons. Giuseppe Giudice

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“M” come Misericordia di Mariarosaria Petti

32 Con Cristo sofferente di Salvatore D’Angelo

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“Il Signore ha toccato la mia vita” di Antonietta Abete

37 Il Pane della Domenica a cura delle sorelle Clarisse

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Dio Padre non ha figli da buttare di padre Gigi Lamberti

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NEWS DALLE PARROCCHIE Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti

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IN PARROCCHIA Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete

SCUOLA&UNIVERSITà a cura di Martina Nacchio 18 Un mosaico di volti al femminile di Valeria Tevere

Nella stanza

Vita alEcclesiale. piano superiore La lettera di Pasqua del vescovo Giuseppe (At 1,13)

Mons. Giuseppe Giudice

Sommario

EDITORIALE 5 Il diritto di sperare di Silvio Longobardi

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Vita nell’Agro. Pillole di finanza etica

31 Il Concilio Giovane

RUBRICHE 57 Le Suore Francescane di sant’Antonio di padre Paolo Saturno 58 Il legale risponde a cura dell’avv. Gianni Severino 59 Le parole della crisi di Peppe Iannicelli 61 Arte... rischi di don Natalino Gentile La recensione di Rosella Grande 62 CARISSIMI Rinascere dell’alto, lettera a Nicodemo di mons. Giuseppe Giudice

Rubriche. La tv del dolore pag. 59


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Il diritto di sperare

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essuno lo ha codificato, tra i vari diritti dell’uomo non mi pare di aver letto da qualche parte che l’uomo ha diritto di sperare. Le leggi non prevedono sanzioni contro coloro che bruciano quella speranza che appartiene al nostro DNA. Eppure ce ne sono tanti che girano indisturbati seminando sfiducia e delusione. L’uomo non può rinunciare alla speranza, sarebbe come rinunciare a vivere. Senza la speranza l’uomo diventa cinico e calcolatore. Ed è quello che purtroppo accade. Il bisogno di sperare talvolta ci fa inseguire illusioni, prendere abbagli, fare battaglie sociali con eccessiva ingenuità. Anche i cristiani, invece di avere il Vangelo come stella polare, nel passato hanno affidato le loro speranze di rinnovamento sociale a certe ideologie mondane che promettevano giustizia. Ancora oggi non sono immuni dal rischio di mettersi a servizio di ideali sociali e politici che non corrispondono al vero bene dell’uomo. La vera sfida invece è quella di formare un popolo credente, un popolo che dalla fede trae non solo le energie per vivere ma anche l’ispirazione ideale e gli stessi contenuti del proprio impegno sociale. L’esperienza di fede genera una coscienza nuova, una nuova capacità di leggere e giudicare gli eventi. Se venisse a mancare questa coscienza il cristianesimo è destinato a dissolversi perché non è una pratica religiosa ma un nuovo e straordinario modo di vivere.

Le scelte che siamo chiamati a fare non sono dettate dalle ideologie e neppure dall’a genda di qualcuno ma scaturiscono dal Vangelo. È la fede che ci educa ad essere presenti nella storia, ad amare l’uomo con le sue debolezze, a fare sempre e tutta la nostra parte. I cristiani, leggiamo nella Gaudium et spes “niente possono desiderare più ardentemente che servire con sempre maggiore generosità ed efficacia gli uomini del mondo contemporaneo”. Dobbiamo collaborare con tutti per realizzare un mondo nuovo. E farlo con sincerità. Senza mai tirarci indietro, anche e soprattutto quando c’è da pagare un prezzo. Pronti a perdere tutto, anche la vita, ma non la propria identità. I care, diceva don Lorenzo Milani. Ci impegniamo perché questo mondo ci sta a cuore, ci interessa la vicenda degli uomini, di tutti e di ciascuno. Vivere la carità significa rendere più bella la vicenda umana, cioè più conforme al progetto di Dio. Non spetta alla Chiesa indicare la soluzione dei molteplici problemi che affliggono l’umanità. Ma è suo il compito di educare alla fede, cioè a guardare le cose attraverso il Vangelo. Gesù non è rimasto a guardare, anzi ha preso parte alla vicenda del suo tempo, ha accolto i poveri, ha vestito di dignità i soggetti più emarginati, ha guarito i malati. Ha rinunciato ad ogni potere mondano testimoniando fino alla morte che l’unico potere che salva è quello dell’amore. Di questo oggi c’è bisogno. APRILE 2015 Insieme

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CRESCIAMO INSIEME La rubrica dei piccoli di Donatella Salvati

Il piccolo Giovanni

Vuoi essere intervistato anche tu dalla nostra inviata speciale e raccontarci le tue passioni e i tuoi sogni? Manda una mail al seguente indirizzo: donatellasalvati92@gmail.com

Giovanni ha 11 anni, è di Angri e frequenta la quinta elementare. È un ragazzino spensierato e allegro che ama coltivare la terra e frequenta l’Azione Cattolica e il gruppo ministranti

Un amore sconfinato per la natura

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iovanni ha 11 anni e indossa una grossa sciarpa del suo colore preferito: l’arancione. I suoi discorsi maturi sono traditi dalla spensieratezza del suo sorriso. Sprizza simpatia da tutti i pori. Attento a non perdere nemmeno una parola delle mie domande, risponde con immediatezza e allegria. Caro Giovanni, che classe frequenti? La 5ª elementare. Ti piace studiare? Sì, mi piace studiare, soprattutto la matematica, la storia, la Divina Commedia e l’informatica. Hai detto Divina Commedia? Sì, è davvero interessante po-

ter leggere qualcosa in un italiano così antico! Devi essere un ragazzino curioso. Che cosa fai nel tempo libero? Coltivo la terra. Un hobby insolito per la tua età. Come mai questa passione? Mi piace la natura. Vado sempre nel vivaio di mia zia a com-

prare i semi e le piantine. Insieme a mio nonno, zia mi dà sempre tanti consigli su come coltivare la terra. Cosa ti piace coltivare? Di tutto, dai fiori alle piantine. In questo periodo, ad esempio, ho patate, carote, finocchi, fave e broccoli. Ho anche costruito una casetta di legno sull’al-

bero; è un po’ storta ma stabile. L’ho creata per me e mia sorella, ma è diventata la dimora preferita del mio gatto Felix. Quando è nata questa passione? Da bambino. E devo ringraziare i miei capricci. Quando non volevo mangiare, la mamma mi portava dal nonno che ha un bel terreno da coltivare. Preferisci un libro o la tv? Non ho proprio una preferenza in particolare. Scelgo molto in base al momento. In questo periodo sto leggendo il libro


I CONSIGLI DELLA PSICOLOGA di Carolina Rossi

PREADoLESCENzA, UNA TAPPA PER DIVENTARE GRANDI Luca, il primogenito di Sofia e Vittorio, ha 11 anni e vive la delicata fase della preadolescenza. La nostra psicologa spiega ai suoi genitori i passaggi più importanti di questa preziosa fase di vita

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dolescere significa sperimentarsi nel passaggio dall’età infantile all’età adulta, guadagnando autonomia e svincolandosi dal “porto sicuro” con movimenti che a volte possono sembrare eccessivi, violenti e incontrollabili. Il preadolescente si prepara all’adolescenza, tempo in cui i figli hanno il compito di sperimentarsi

Cuore. Ma solo quando piove. Se è bel tempo coltivo le mie piantine! Cosa vuoi fare da grande? L’agronomo. Quanto è importante per te la famiglia? Tanto. I miei genitori sono sempre presenti e mi aiutano molto nelle scelte e decisioni. Hai fratelli o sorelle? Sì, una sorellina di nome Maria Giulia. Nonostante qualche litigio, tra noi c’è un bel rapporto.

nell’autonomia e i genitori quello di orientare e mettere paletti. Volendo usare una metafora, possiamo definire la preadolescenza come il tempo in cui il ragazzo gioca una partita nuova, che gli serve per verificare se ce la può fare da solo, quanto è capace di gestirsi nelle situazioni concrete, nelle relazioni con gli altri e con i propri genitori.

Quale sentimento invece ti lega ai nonni? Un rapporto splendido, soprattutto con quello paterno che mi ha tramandato la passione per la natura. Poi, si chiama come me! Cosa fai in parrocchia? Frequento l’Acr, il catechismo e il gruppo ministranti. Ho scelto l’Acr perché ho seguito le orme dei miei genitori e mi sono appassionato subito: le attività sono fantastiche! La parola di Dio viene spiegata a

misura di bambino. Tra tutte le emozioni che hai vissuto, qual è quella che ti ha segnato di più? Ho visto il Papa. Non mi aspettavo che si fermasse vicino a noi. Francesco ha accarezzato e baciato mia sorella. Per me è stata un’emozione indescrivibile. Qual è il sentimento più importante per te? La sincerità. Bisogna essere sinceri per costruire rapporti sereni con gli altri.

LAVORETTI CREATIVI

SIMPATICHE MARACAS La primavera è finalmente arrivata, insieme alla voglia di divertirci e passare del tempo all’aperto. Con pochi e semplici passaggi, proviamo a realizzare delle coloratissime maracas. MATERIALE - Due cucchiai di plastica colorati - Una custodia portasorpresa di plastica dell’ovetto di cioccolata - materiale per decorazioni - Colla a caldo PROCEDIMENTO Per prima cosa, mettete dei semi, del sale grosso o dei semplici legumi secchi all’interno del porta sorpresa. Chiudere bene e incollare i due lati alla conca interna dei due cucchiai (proprio come mostra l’immagine). Una volta che vi siete assicurati che è tutto ben incollato, siete pronti per decorare con pennarelli indelebili e cartoncini. buon divertimento.

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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

“Quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!”.

Foto Salvatore Alfano

Papa Francesco

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Questo è il tempo della misericordia

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ornerà ad aprirsi nel 2015 la Porta Santa della Basilica di San Pietro. E subito dopo, quelle delle altre tre basiliche papali di Roma. Tornerà il tempo delle indulgenze e del pellegrinaggio, senza attendere il 2025. Dando ancora una volta prova della sua fantasia pastorale, Papa Francesco ha annunciato, lo scorso 13 marzo, nel secondo anniversario della sua elezione, «un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio», il tema portante del suo pontificato. «Sarà – ha detto papa Bergoglio al culmine dell’omelia con cui ha avviato le “24 ore per il Signore” – un Anno Santo della misericordia. E lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: Siate misericordiosi come il Padre». Papa Francesco ha fatto della misericordia il programma del suo Pontificato. Nell’edizione italiana dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, il termine misericordia compare ben 31 volte. Nell’Angelus dell’11 gennaio 2015, aveva affermato: “C’è tanto bisogno oggi di misericordia, ed è importante che i fedeli laici la vivano e la portino nei diversi ambienti sociali. Avanti! Noi stiamo vivendo il tempo della misericordia, questo è il tempo della misericordia”. Ancora, nel suo messaggio per la Quaresima 2015:

“Quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!”. L’apertura dell’Anno Santo è fissata per il prossimo 8 dicembre, solennità dell’Immacolata e giorno in cui si compirà il mezzo secolo dalla chiusura del Concilio, un elemento, ha spiegato la sala stampa vaticana, che “acquista un significato particolare spingendo la Chiesa a continuare l’opera iniziata con il Vaticano II”. La chiusura è fissata per il 20 novembre 2016, nella domenica di Cristo Re. «Sono convinto che tutta la Chiesa – ha detto il Papa – potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale siamo tutti chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e ogni donna del nostro tempo». Per il nostro approfondimento, abbiamo scelto tre lettere, tre coordinate, tre sentieri per vivere con totalità di cuore questo speciale anno di grazia che si dipana davanti a noi: C, come conversione; R, come riconciliazione ed M, come misericordia. Antonietta Abete APRILE 2015 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

La misericordia, architrave del magistero di papa Francesco, è anche il lascito spirituale di Giovanni Paolo II. É il canto che Benedetto VI ha intonato nel suo ricco e inesplorato ministero petrino e la medicina che Giovanni XXIII ha usato per aggiornare la Chiesa

Papa Francesco mentre annuncia il Giubileo della Misericordia

Eterna è la sua misericordia (Sal 118)

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l dono degli auguri, ricevuti nel giorno del secondo anniversario dell’elezione, papa Francesco, come ha ricordato anche il cardinal Bagnasco ai membri del Consiglio permanente della CEI, ha risposto con un dono ancora più grande: l’annuncio del Giubileo straordinario della Misericordia dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016, anno di grazia del Signore (Lc 4,19). Ed è un bel segno che, tra tante porte che si chiudono o vengono sbattute in faccia a tanti livelli, il papa osa proporre l’apertura dell’Anno Santo, che ha anche valenza sociale secondo il dettato di Levitico 25, e della Porta Santa per indicarci, nella confusione generale che, attraverso la Ianua misericordiae, è possibile una nuova apertura, un nuovo inizio, che ha come approdo l’abbraccio tenero e il calore della casa paterna, Domus misericordiae. La misericordia, oggi architrave del magistero di Francesco, è anche il lascito spirituale di san Giovanni Paolo II che, proprio nei primi vespri della seconda Domenica di Pasqua, 2 aprile 2005, ritornò fra le braccia della Divina Miseri-

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cordia. Ed è il canto della misericordia che, con eleganza e finezza teologica, Benedetto VI ha intonato nel suo ricco e inesplorato ministero petrino. E non è forse la medicina della misericordia che san Giovanni XXIII, a fronte dei profeti di sventura, ha voluto usare per aggiornare la Chiesa? Quell’unguento benefico ancora oggi fluisce dai sedici documenti del Vaticano II che, come Chiesa Giovane, stiamo nuovamente rileggendo ed approfondendo per gustarne il sapore e i frutti, aiutati anche dalle belle lezioni del beato Paolo VI e di Giovanni Paolo I. Come Chiesa, semper reformanda, noi continuamente ripetiamo con la bella espressione del Te Deum: sia sempre con noi la tua misericordia!, ben sapendo che “Dio non subisce mutazione per la sua misericordia” (san Leone Magno) perché Dio è Misericordia, amore viscerale, grembo materno che, pur scendendo nel fango dell’umanità, mai si impoverisce nel suo donarsi e farsi accanto. Come un raggio di sole che, attraversando la melma, mai perde o diminuisce il suo splendore.

La misericordia non è un perdono a buon mercato; non è strategia di un pentitismo interessato o opportunista; non è buonismo o sottovalutazione della colpa; no, è il cuore stesso di Dio, che non è il cuore dell’uomo; è la vita di Dio, che non è la vita dell’uomo; è il giudizio di Dio, che non è il giudizio dell’uomo; è alterità rispetto ad ogni pensiero dell’uomo. È un cadere nelle mani di Dio, e non nelle mani dell’uomo. È, infine, un sintonizzarsi sulla misericordia del Padre: Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,3); è un raggiungere l’altezza della Croce da dove il Maestro, abbassandosi, ci attrae. C’è una bella pagina della nostra letteratura alla quale possiamo far riferimento; mi riferisco al capitolo XXI dei Promessi Sposi di Manzoni. Lucia è stata sequestrata e, rannicchiata e piangente è rinchiusa nel castello dell’Innominato. Dinanzi a quest’uomo, un criminale, chiedendo pietà esce in una semplice espressione: Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia! E queste semplici parole, impastate di


lacrime, aprono nella notte uno squarcio di luce nel cuore di un uomo incallito nel male; luce che, diradando le tenebre, lo porterà a sentire come un sollievo il suono delle campane, che prima lo infastidivano, e ad accogliere l’abbraccio misericordioso del Cardinale, che come il padre della parabola lo attendeva. Sant’Agostino, commentando l’episodio dell’adultera (cf Gv 1,11), ha un’espressione stupenda che, nella lingua latina, risulta ancora più efficace: Relicti sunt duo: misera et Misericordia. Nella piazzetta ritornata deserta, lastricata dalle pietre cadute dalle mani dei presenti, ormai sono rimasti in due: la misera e la Misericordia. Gesù che è il volto della misericordia, e la misera donna, volto della miseria umana. Sant’Agostino, con stile lapidario e scultoreo, ci fa capire cos’è la misericordia perché Gesù, senza condannare quella donna e invitandola a non peccare più, la fa rimettere in piedi restituendola alla dignità di persona, mentre tutti gli accusatori, a cominciare dai più anziani, si sono allontanati. Sì, eterna è la sua misericordia e il suo amore è per sempre! Riaprendo il Vangelo di Luca, scriba della mansuetudine e cantore della misericordia, rileggendo il Concilio Vaticano II e attendendo con docilità le indicazioni che ci verranno dalla Bolla papale

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi nocera Inferiore-sarno Registrato presso il Tribunale di nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. membro Federazione Italiana settimanali Cattolici, Associato Unione stampa Periodica Italiana

Editore Insieme Diocesi nocera Inferiore-sarno Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

di indizione del Giubileo, che sarà letta nella Domenica della Misericordia, oggi 12 aprile, vogliamo prepararci come Chiesa a varcare la Porta Santa. Ma, sicuramente, per imparare la misericordia una cosa possiamo farla da subito; andiamo a ripassare le sette opere di misericordia corporale e le sette opere di misericordia spirituale che abbiamo imparato al catechismo e così, concretamente, cominciamo a vivere e ad esercitare la misericordia. Le richiamo alla mia mente e le rispolvero per voi, mentre nel varcare la soglia ci facciamo accompagnare da Maria, Mater misericordiae.

Redazione salvatore D’Angelo, mariarosaria Petti, martina nacchio e Donatella salvati Segreteria di redazione maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Hanno collaborato mons. Giuseppe Giudice, don natalino Gentile, Peppe Iannicelli, Giovanni severino, Carolina Rossi, sorelle Clarisse, padre Paolo Saturno, Alberto Limodio, Maria Bonfiglio, Lavinia bassano, Danilo sorrentino, michele Lanzetta, padre Pietro Lombardi, Antonella salvati, Raffaele massa, Carmine Giordano, maria Rosaria spiezio, Domenico Petti, Carolina Rossi, Valeria Tevere, Pino D’Amora, Anna Petrosino, Piera Angela Cascone, Francesco Coppola, Filomena Prete, Concetta battipaglia, Rosella Grande, mariano Rotondo Amministrazione Via Vescovado, 4 - 84014 nocera Inferiore (sA) Tel/Fax 081 5170466

LE sETTE OPERE DI MISERICoRDIA CoRPoRALE - Dar da mangiare agli affamati. - Dar da bere agli assetati. - Vestire gli ignudi. - Alloggiare i pellegrini. - Visitare gli infermi. - Visitare i carcerati. - seppellire i morti.

† Giuseppe, Vescovo

LE sETTE OPERE DI MISERICoRDIA SPIRITUALE - Consigliare i dubbiosi. - Insegnare agli ignoranti. - Ammonire i peccatori. - Consolare gli afflitti. - Perdonare le offese. - sopportare pazientemente le persone moleste. - Pregare Dio per i vivi e per i morti.

Progetto grafico e impaginazione salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 30 marzo 2015

Concessionario Cooperativa sociale L’Onda

“Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.

Contributo annuale € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola € 20,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore bAnCA PROssImA IbAn: IT21E0335901600100000070110 Intestato a: DIOCEsI nOCERA InFERIORE-sARnO Conto corrente postale n. 11278843 Intestato a: DIOCEsI nOCERA InFERIORE-sARnO Causale: Contributo annuale Aggiungere l’indirizzo a cui inviare la rivista Servizio diffusione Per informazioni: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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L'APPROFONDIMENTO Sette opere di Misericordia di Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1606-1607 Pio Monte della Misericordia, Napoli

Dalla sua elezione ad oggi, Francesco non ha smesso di utilizzare, come termine caro del suo vocabolario, la parola misericordia. Pronunciata in più occasione, è diventata bussola che orienta il suo pontificato, fino alla scelta di indire un Anno Santo della misericordia

“M” come misericordia A

lle scuole medie, la mia prof. di italiano ripeteva almeno dieci volte al giorno la parola “amore”. “Fate i compiti con amore”, “Studiate con amore”, “Rispondete sempre con amore”. Insieme ai compagni di classe, un giorno, abbiamo segnato su un foglietto di carta le ripetizioni, per confermare l’abitudine dell’insegnante. Con il passare del tempo, abbiamo abbandonato lo scherzo del conteggio, ma le nostre azioni inizia-

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vano ad ispirarsi realmente a quell’amore tanto invocato dalla professoressa. A forza di ripeterle, le parole in cui crediamo si vestono di una forza insospettata, animano il cuore e le opere. Le parole sono una leva potente che ci lavora dentro, mescolano le carte in tavola. Silenziosamente ci cambiano. Lo sa bene Papa Francesco, che ha scelto la parola “misericordia” co-

me termine preferito del suo vocabolario. Dall’inizio del suo pontificato, tutto il mondo ha compreso che in quelle lettere è racchiuso il grande messaggio di Bergoglio. Già da vescovo, aveva scelto come suo motto “miserando atque eligendo”. Quattro giorni dopo la sua elezione, nell’omelia a braccio nella chiesa di Sant’Anna in Vaticano disse: «Il messaggio di Gesù è la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio


“Grande è la misericordia del Signore” Nel primo Angelus dopo la sua elezione, il 17 marzo 2013, Francesco diceva: “Sentire misericordia, questa parola cambia tutto. È il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo”

«I più forte del Signore». E sul volo di ritorno dal suo primo viaggio internazionale in Brasile, il 29 luglio 2013, aveva affermato: «Io credo che questo sia il tempo della misericordia». Ancora, in una lettera inviata all’Università Cattolica argentina, aveva scritto: «La misericordia non è solo un atteggiamento pastorale, ma è la stessa sostanza del Vangelo». E quando i gesti concreti accompagnano ciò che diciamo, le parole iniziano ad avere gambe vere su cui camminare, mani per accarezzare, occhi che scrutano e labbra che baciano. Lo abbiamo imparato da Francesco, che la misericordia la rende tangibile, testimoniando che è possibile per tutti sperimentare un Amore più grande. In 730 giorni ha visitato le periferie urbane ed esistenziali, ha lavato i piedi ai carcerati. Ha sostenuto i senzatetto. La memoria conserva l’immagine del Santo Padre accanto al Rabbino e al leader musulmano dinanzi al Muro del Pianto a Gerusalemme. Ancora, il ricordo del capo chino del Pontefice per implorare la benedizione del patriarca di Costantinopoli a Instambul. E quando la Porta Santa si aprirà, quella parola – misericordia – dal suo vocabolario entrerà in quello di tutti i credenti, per rinnovarci e donarci uno sguardo nuovo, su noi stessi e sul mondo. Mariarosaria Petti

l vangelo ci presenta l’episodio della donna adultera che Gesù salva dalla condanna a morte, colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole d’amore, di misericordia che invitano alla conversione. “Neanche io ti condanno, va e d’ora in poi non peccare più”. Fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un Padre misericordioso che sempre ha pazienza. Avete pensato voi alla pazienza di Dio? Alla pazienza che lui ha con ciascuno di noi? E quella è la sua misericordia. Il Signore ci comprende, ci attende, ma non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a Lui con il cuore contrito. “Grande è la misericordia del Signore” dice il salmo».

“Niente potrà mai separarci dall’amore di Dio” Uno stralcio del messaggio rivolto da Papa Francesco, il 21 marzo scorso, alla casa circondariale “Giuseppe Salvia” di Napoli, meglio conosciuto come carcere di Poggioreale-Napoli

«A

volte capita di sentirsi delusi, sfiduciati, abbandonati da tutti: ma Dio non si dimentica dei suoi figli, non li abbandona mai! Egli è sempre al nostro fianco, specialmente nell’ora della prova; è un Padre “ricco di misericordia” (Ef 2,4), che volge sempre su di noi il suo sguardo sereno e benevolo, ci attende sempre a braccia aperte. Questa è una certezza che infonde consolazione e speranza, specialmente nei momenti difficili e tristi. Anche se nella vita abbiamo sbagliato, il Signore non si stanca di indicarci la via del ritorno e dell’incontro con Lui. L’amore di Gesù per ciascuno di noi è sorgente di consolazione e di speranza. È una certezza fondamentale per noi: niente potrà mai separarci dall’amore di Dio! Neanche le sbarre di un carcere».

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L'APPROFONDIMENTO Foto di repertorio

Grazia Ruggiero ha incontrato la fede grazie al Rinnovamento nello Spirito Santo. Racconta: “L’amore di Dio mi ha trasformato”

“Il Signore ha toccato la mia vita” C ca la tua vita – dice - rende il cuore capace di moltiplicare l’amore».

i siamo rincorse per qualche settimana. La signora Grazia prima non è stata bene, poi ha passato qualche giorno fuori. Avrebbe voluto raccontarmi per telefono la sua esperienza, ma le ho spiegato che non amo le interviste telefoniche. Avevo bisogno di guardarla negli occhi. Scrivere è imparare a guardare l’altro per imprimerne poi su carta qualche frammento del cuore e dell’anima. Ho aggiunto subito che ero disponibile a raggiungerla in qualsiasi posto e a qualunque ora.

La guardo mentre consegna le cartelle cliniche alle persone che devono sottoporsi a visita anestesiologica. Racconta che Dio ha sanato la sua vita e ha impresso un vigore nuovo anche al suo lavoro: «Ho chiesto al Signore di insegnarmi a scorgere il suo volto in quello degli ammalati. Faccio l’infermiera da trent’anni, ma prima non avevo tutta quest’attenzione per il prossimo».

E così la nostra chiacchierata si è svolta nel reparto di dermatologia dell’Ospedale “Andrea Tortora” di Pagani. Occhi profondi e modi garbati, Grazia accoglie con un sorriso me e i numerosi pazienti. «Quando il Signore toc-

Grazia mi fa tornare in mente la donna del Vangelo che tocca con fede il mantello del Signore, certa che Lui la guarirà. Una fede granitica che spiazza il Maestro. Il suo volto è senza rughe, mostra meno degli anni che ha.

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Quando glielo faccio notare, dice che il Signore l’aiuta a mantenersi giovane e viva. Ogni frammento della sua esistenza è ricondotto a Lui. E così, la famiglia, il lavoro, la casa non sono più percepiti come un peso, ma come il luogo in cui si manifesta in pienezza la sua vocazione. Uno sguardo al passato. Riannodando i fili del presente a quelli del passato, scorge già nella sua infanzia tante piccole briciole di grazia. Aveva appena 7 anni quando al suo papà fu diagnosticato un tumore all’esofago. La mamma si ritrovò sola con 9 figli, tutti piccoli, e un marito gravemente ammalato. Era solo una bambina, eppure coltivava già il desiderio di offrire un po’ di sollievo alla mamma. Quando il papà, dopo lunghi mesi in ospedale ri-


«Ero in prima media quando mio padre tornò in Cielo», ricorda. Un evento che l’ha segnata profondamente. «Ho amato molto la mia famiglia. Era Dio che operava in me, ma io non lo sapevo». Capiva tuttavia che nella donazione agli altri era nascosto un barlume di felicità. Fu in quel momento che decise di fare l’infermiera. Quella morte, quella perdita, quel dolore antico e amaro ha acceso una luce nella sua vita. Le ha insegnato la passione per il suo lavoro e le ha fornito le coordinate per non far mancare mai l’acqua fresca al suo matrimonio. «Sono sposata da 45 anni e ho tre splendidi figli». Sorride e aggiunge: «45 anni di matrimonio!». Un’unione felice, certamente non priva di momenti di buio. Il pensiero va ai giovani sposi, alle separazioni in aumento. «Vorrei che non perdessero mai il coraggio di guardarsi negli occhi per ritrovarsi dopo qualsiasi burrasca. I figli hanno il diritto di vivere con una mamma e un papà». Ha il nome della nonna materna che le ha trasmesso i primi rudimenti della fede. Più volte durante la nostra chiacchierata ripete: «Non avevo le basi». Che per lei vuol dire che nessuno, oltre la nonna, quando lei era appena una bambina, le ha parlato dell’amore di Dio e le ha indicato la Scrittura come un tesoro inestimabile. Lo spartiacque nella sua vita è stato l’incontro con il Rinnovamento nello Spirito Santo: il tempo della conversione profonda che le ha permesso di uscire dal limbo in cui era da oltre dieci anni, un tempo prolungato in cui Grazia non credeva in Dio e non partecipava alla vita della Chiesa.

L’amore di Dio mi ha trasformata. «Due sere a settimana sono in parrocchia. Il martedì per la catechesi, un momento di approfondimento della Parola di Dio. Tutti sappiamo quanto è importante l’alimentazione per stare bene, eppure sottovalutiamo il cibo spirituale senza il quale non possiamo vivere felici. Il giovedì, invece, c’è la preghiera comunitaria carismatica». Aggiunge: «Ho un marito, tre figli, nipotini, faccio i turni in ospedale, non mi mancano certo le cose da fare, eppure non rinuncerei per nulla al mondo a questi due appuntamenti». Le chiedo cosa pensa del Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco. «Ho accolto con grande gioia questo annuncio. - spiega - Anche io ho fatto esperienza della misericordia di Dio, prima attraverso la grazia della conversione, poi con la guarigione di mio marito». Suo figlio si preparava al matrimonio, quando una mattina il marito si sente male. Sottoposto immediatamente ad un intervento chirurgico di angioplastica, si aprirono per lui le porte della terapia intensiva. Fuori da quella porta che separa dagli affetti più cari, i medici comunicano alla famiglia che non vi sono molte speranze. Grazia non si arrende, tira fuori la corona del rosario e inizia a pregare insieme al figlio. Ad ogni Ave o Maria chiede al buon Dio di risparmiare al ragazzo il dolore che ha travolto lei da bambina. Il giorno delle nozze, papà Giosì non è guarito ancora del tutto, ma riesce a partecipare alla celebrazione eucaristica.

Foto Salvatore Alfano

tornava a casa, passava molto tempo a fargli compagnia. Imparò a fare le punture intramuscolo per essere di aiuto alla sua famiglia così duramente provata.

Un momento dell’incontro regionale di Rinnovamento nello Spirito Santo del 2012

La nostra chiacchierata volge al termine. Grazia con una mano sembra scacciare via i pensieri e sorride. Sul suo volto c’è la serenità di chi ha trovato la strada giusta, quella che conduce alla pienezza di vita. Antonietta Abete APRILE 2015 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

Immagine di repertorio

Dio Padre non ha figli da buttare

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a suscitato in tutti gratitudine e gioia l’intuizione di Papa Francesco di indire il “Giubileo della Misericordia”. La prima espressione che dal cuore sale alle labbra è “Laudato si’ mi’ Signore per Papa Francesco; continua a benedirlo perché ci insegni a scoprire il bene che ci vuoi e a dire bene di te. Benedicilo Padre perché lui, come Gesù, profuma di pecora e di pesce arrostito”. Mi è stato chiesto un articolo sulla “riconciliazione sacramentale”, non sono all’altezza di farlo con gli appropriati termini teologici; sono però un figlio che è continuamente “misericordiato”; proverò a condividere attingendo dalla mia esperienza di misericordia. Dio Padre ci vuole molto bene non perché siamo bravi ma perché siamo figli. Il suo amore ci precede sempre! “Deus semper major!” (S. Ignazio di Loyola). Il suo perdono viene prima del nostro pentimento. Appena nasce in noi il desiderio di confessarci è perché il Signore, attraverso lo Spirito Santo, il Consolatore, ci ha fatto intuire quanto ancora ci vuole bene e nessun peccato può impedirci di stare con Lui. Intuito questo amore, nasce il cammino verso la confessione sacramentale con pentimento grato. È a questo punto che è chiamata ad agire Madre Chiesa, mediante i “ministri della Riconciliazione”, per farci scoprire che

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Insieme APRILE 2015

Dio è Padre e sa solo creare vita e recuperare, l’ira non gli riesce bene. Il suo amore è “eterno e sconfinato”, sono i due aggettivi contenuti nella seconda colletta della IV domenica di Quaresima; mi hanno molto confortato. È eterno: è per sempre ed è da sempre; è sconfinato: lo troviamo ovunque. Cos’altro sono i sacramenti se non Gesù che si offre alla nostra esperienza mediante la celebrazione dei suoi misteri? Cos’altro è il sacramento della riconciliazione se non il continuo e rinnovato mistero del Suo amore per ciascuno di noi? Ad ogni presbitero “Francesco” chiede di essere facilitatore della Grazia per aiutare a scoprire a chiunque si accosta alla confessione sacramentale che Dio Padre non ha figli da buttare ma che ogni figlio è unico. Nel ’68 ci si scagliava contro la Chiesa ritenendo che creasse degli infelici, oggi c’è in tutti una santa ammirazione per il papa, per come è uomo di discernimento, per come mette al centro Gesù e per come ci fa scoprire che è possibile andare oltre la legge senza andare contro la legge. Signore grazie per il dono della libertà! Donaci l’umiltà per celebrare sempre la riconciliazione; donaci la fiducia per ritornare sempre a te. Padre Gigi Lamberti, eremita diocesano

L’amore di Dio è eterno e sconfinato: il dono della riconciliazione sacramentale


Madonna delle Galline

domenica 12 aprile

Foto Salvatore Alfano

IL PROGRAMMA Venerdì 10 aprile Ore 18.00 Cerimonia di apertura – Canto del magnificat Ore 18.30 s. Rosario – s. messa

Sabato 11 aprile Ore 9.30 s. messa Ore 18.30 s. Rosario – s. messa

Domenica 12 aprile Ore 8.00 Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo S. E. Mons. Giuseppe Giudice insieme al clero diocesano Ore 9.00 Processione della Madonna per le principali strade cittadine “evitando parchi, luoghi privati e vicoli ciechi”: da via matteotti, Campitelli, Criscuolo, Tortora, Califano, s. Francesco, Fusco, barbazzano, Filettine, Romana, sorrentino, Coralli, s. Rocco, Ospedale Tortora, Caduti di superga, salerno, Carmine, Pagano, striano,

marrazzo, Perone, Torre, mazzini, zito, Roma, Garibaldi, malet, matteotti, Amendola, Astarita, Torre, Roma, mangino, De Rosa, Ammaturo, Cesarano, san Domenico, Guerritore, Tramontano, basilica di s. Alfonso (scambio dei doni). Ore 20.00 Processione solenne con partenza da Piazza s. Alfonso al santuario Sante Messe: ore 10.30 e 11.30

Lunedì 13 aprile Ore 6.00 Deposizione delle tammorre e momento di preghiera Sante Messe: ore 8.00; 9.30, 11.30; 19.00 Da lunedì 13 a domenica 19 aprile settimana di predicazione Ore 18.30 s. Rosario – s. messa Riflessione tenuta dai sacerdoti della Forania di Pagani APRILE 2015 InsIEmE

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SCUOLA & UNIVERSITà a cura di Martina Nacchio

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o scorso 6 marzo si è svolto un incontro-convegno sulla donna e la multiculturalità, presso l’Istituto comprensivo "S.S. Giovanni Paolo II-Anna Frank", a San Marzano sul Sarno, in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della donna. L’evento, fortemente voluto dalla dirigente scolastica Emma Tortora, ha rappresentato un’importante attività formativa per gli alunni dell’istituto. Gi studenti di San Marzano – ma anche della scuola secondaria De Filippo, di Sant’Egidio del Monte Albino – hanno partecipato attivamene all’iniziativa e, coordinati dai docenti, si sono esibiti in canti, dal sapore multietnico ed in recitals di poesie. Nell’incontro si è concentrata l’attenzione soprattutto sul tema della donna immigrata, attraverso le testimonianze di alcune donne extracomunitarie. A rompere il ghiaccio, Nabil Ilham, donna e madre mulsulmana, che ha evidenziato come oggi i tempi siano maturi per l’emancipazione della donna musulmana. Molto toccante è stata la testimonianza di Olga Markevich, ucraina, che si è trasferita in Italia, avvalendosi dell’istituto del ricongiungimento familiare. Olga, nonostante i problemi iniziali di integrazione, è riuscita ad inserirsi nella comunità di San Marzano ed ha trovato un lavoro come tecnico informatico. Grazie all’associazione Gorè, ha condiviso la sua esperienza anche Vichy Gomez, sudamericana, che nonostante il ruolo di responsabilità ricoperto nel suo Paese, come donna arbitro nelle competizioni sportive, non aveva il riconoscimento dei suoi diritti, in quanto donna. Alle testimonianze si sono affiancati momenti di riflessione, con interventi di esperti. Hanno relazionato – dopo i saluti istituzionali del Sindaco Cosimo Annunziata e dell’A ssessore alle Pari opportunità, Colomba Farina – rispettivamente Mariarosaria Petti, collaboratrice di Insieme, sul tema della donna e la religiosità; Valeria Tevere, presidente della sezione salernitana dell’A ssociazione Donne Giuriste Italia (A.D.G.I), che ha ricordato agli studenti l’importanza dell’Unione Europea nella tutela dei diritti fondamentali delle donne; Carmela Zuottolo, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di San Marzano, che ha evidenziato come l’8 marzo non sia una festa ma una giornata di riflessione per ricordare il ruolo della donna nella storia e nella società; e Francesca Barretta, dell’associazione AGE. Valeria Tevere

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Insieme APRILE 2015

Un mosaico di volti al femminile La dirigente scolastica Emma Tortora, con l’assessore Colomba Farina e il Sindaco Cosimo Annunziata

Donne e multiculturalità: incontro di riflessione con le scuole a San Marzano sul Sarno, lo scorso 7 marzo in occasione della Giornata Internazionale della donna


FAI LA SCELTA GIUSTA I consigli dei neolaureati

parola d'ordine: umanità

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l mondo delle professioni sanitarie è vasto e ricco di sfaccettature. Uno solo il comune denominatore: l’umanità. Tra i tanti indirizzi, vi è il corso di laurea in “Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia”. A presentarcelo è Gioia, studentessa immatricolatasi nel 2011 presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”, che ha brillantemente tagliato il traguardo della laurea lo scorso ottobre. Questioni logistiche. Da Napoli il corso di studi si dirama in diverse sedi universitarie, quali Salerno, Benevento ed Eboli. Proprio in quest’ultima città Gioia si è recata negli ultimi tre anni. La vita da pendolare è stata dura: tutte le mattine, da Pagani, Gioia raggiungeva in treno la stazione di Eboli, e poi da lì a piedi per una ventina di minuti fino alla sede universitaria. «Tornare a casa era particolarmente dura a causa dello scarso numero dei treni che collegano la mia città al paese cilentano, e questo faceva sì che rientrassi spesso in tarda serata» confida.

I servizi. I disagi legati ai mezzi di trasporto sono però compensati dai punti di forza che secondo la dottoressa in “Tecniche di radiologia medica” corredano il corso di studi. «La struttura universitaria in cui ho seguito i corsi non manca di nulla, tranne che di una mensa a disposizione degli studenti. Certo le tasse universitarie, e soprattutto quella regionale – passata da 60 a 140 euro – non sono commisurate ai servizi offerti, ma questo attiene purtroppo all’intero sistema universitario. Non nascondo che anche la spesa per i materiali didattici è stata notevole, ma dal punto di vista formativo il mio corso di studi è completo, in grado di formare un professionista dell’area tecnicosanitaria». Studio, passione e fantasia. L’impegno giornaliero che il corso di studi comporta non ha permesso a Gioia di trovare un lavoretto in questi anni di studio e di raggiungere quindi l’indipendenza economica. Eppure grazie alle molte ore di tirocinio la neo-

GIOIA SOLDANI LAUREATA IN TECNICHE DI RADIoLoGIA MEDICA E PER IMMAGINI CoN 110 E LoDE VIVE A PAGANI

dottoressa si sente pronta e ben avviata al mondo del lavoro. Per essere un buon professionista nell’ambito delle materie sanitarie l’abnegazione e lo studio sono fondamentali ma non bastano. Le abbiamo chiesto che talenti un futuro studente di “Tecniche di radiologia medica” debba avere, Gioia ha risposto: «Come in tutti i percorsi universitari c’è bisogno di impegno e costanza nello studio, ma in campo pratico si deve essere gentili, disponibili, veloci e talvolta anche fantasiosi». Martina Nacchio APRILE 2015 InsIEmE

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VITA NELL'AGRO Foto Salvatore Alfano

a cura di Salvatore D’Angelo

La vicenda Mastrolindo e la città di Pagani

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a povertà non è una colpa. Può essere una giustificazione? Sostengono che “sì, l’abbiamo fatto perché non avevamo altre strade per sfamare i nostri figli”, alcune delle migliaia di persone sulle quali la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore indaga da qualche anno. Il sospetto è che, con la collaborazione di commercialisti e consulenti del lavoro, e la connivenza di qualche dipendente infedele dell’Inps, l’istituto di previdenza sia stato indotto, nel tempo, a pagare milioni di euro in indennità di di-

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Insieme APRILE 2015

Una giustifica peggiore della colpa Le indagini sui “falsi braccianti” non scandalizzano più. È una cattiva consuetudine che Procure e forze dell’ordine stanno tentando di scardinare. Fa riflettere il sostegno popolare di cui godono queste illecite attività


soccupazione e maternità a fronte di rapporti di lavoro inesistenti, creati ad hoc solo sulla carta. Un vero e proprio sistema parallelo di indebita assistenza sociale, sviluppato, su ampissima scala, nella convinzione dei fruitori che “la necessità rompa la legge”. Il meccanismo non è complesso e nemmeno “originale”, nel senso che ricalca quanto, da sempre, avviene nel mondo agricolo, con centinaia, se non migliaia di casi, in tutto il centro sud Italia, di indagini sui cosiddetti “falsi braccianti”. Oggi, il lavoro nei campi lo garantiscono per lo più extracomunitari pagati pochi euro al giorno, così il meccanismo truffaldino si è esteso ad altri settori dell’economia: aziende (spesso cooperative) esistenti solo sulla “carta” del settore pulizie e facchinaggio assumono decine e decine di collaboratori, li tengono “a carico” il tempo necessario perché maturino determinati diritti di tutela, poi li licenziano, così da incassare (con percentuali varie di “condivisione”) le successive indennità di disoccupazione o di maternità. Un disegno criminale che genera anche una sorta di “indotto”. Per un migliaio di euro, sono stati coinvolti moltissimi padri e madri di famiglie disponibili a risultare soci o amministratori fittizi delle società da cui passavano i falsi contratti di la-

voro. Ci avrebbero guadagnato in tanti: i consulenti, i finti dipendenti, i falsi imprenditori. Al di là delle responsabilità dei singoli, che spetta alla giustizia definire, quello che sconcerta e fa riflettere, nei dettagli dell’inchiesta, ribattezzata “Mastrolindo”, è proprio la vastità del fenomeno teorizzato. Numeri davvero spaventosi. Secondo chi indaga, lo Stato avrebbe indebitamente pagato oltre 41 milioni di euro, a fronte di circa 9mila posizioni “sospette”, quasi tutte concentrate nella città di Pagani, che, in totale, secondo l’ultimo censimento, di abitanti ne conta 34.500. Il meccanismo truffaldino, dunque, riguarderebbe circa il 25% della popolazione. Sarà per questo, per l’invasività del fenomeno, che l’azione della Procura della Repubblica non ha riscontrato il consenso popolare. I commenti, nei capannelli, classici, davanti ai bar o in coda alle Poste, sono stati quasi tutti del tipo “con tanti soldi che rubano i politici, pensano alla povera gente che non fa male a nessuno”. Un “sostegno” che rappresenta, forse, il dato più preoccupante dell’intera vicenda e che fotografa, in maniera impietosa, il grande male di quella parte di territorio che fatica a migliorare e crescere. Michela Giordano

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VITA NELL'AGRO Il Vescovo e il Presidente di Confindustria firmano l’accordo, ai lati il tutor padre Giuseppe Ferraioli e l’animatore di comunità Antonio Francese

Un Accordo per la speranza

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avoro e dignità sono le due parole più spesso citate in occasione della firma dell’accordo “Insieme per l’Agro” siglato presso la curia vescovile di Nocera Inferiore tra la Diocesi e Confindustria Salerno. Un’azione inedita quanto a contenuti e sottoscrittori, voluta per sostenere la speranza in un territorio depresso come quello della Valle del Sarno. Il tempo storico in cui cade quest’iniziativa pare anche propizio. Sia il presidente degli industriali Mauro Maccauro che monsignor Giuseppe Giudice hanno detto di intravedere la ripresa. «Seppure il tempo è ancora incerto – ha dichiarato il vescovo –, oggi sentiamo l’avvicinarsi della primavera». Un concetto ribadito dal leader di Confindustria: «L’Agro nocerino-sarnese – ha evidenziato Maccauro – intravede, come il resto delle provincia, piccoli segnali di ripresa economica e produttiva». Ma cosa prevede l’intesa? Si va dalla informazione e consulenza sugli strumenti legislativi a sostegno della auto-imprenditorialità e dell’auto-impiego, alle modalità di realizzazione di un piano d’impresa. «Bisogna pensare che si può essere imprenditori di se stessi» ha affermato monsignor Giudice. Nell’accordo non mancano, poi, i riferimenti alla ricerca

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Insieme APRILE 2015

delle opportunità e all’analisi dei fabbisogni formativi, il supporto all’orientamento e all’assistenza nella scelta delle diverse tipologie di strumenti di finanziamento utilizzabili, la possibilità di stage e tirocini formativi in aziende aderenti a Confindustria. «L’Accordo con la Diocesi – ha aggiunto il rappresentante degli industriali – parte dalla consapevolezza che al lavoro si deve necessariamente legare il concetto di dignità. Non è siglato perché domani ci saranno posti di lavoro, ma perché si punti su se stessi e si superi, grazie agli strumenti a disposizione, la cultura dell’assistenzialismo». «L’Accordo ci consente di continuare su questa strada consapevoli del fatto che la Chiesa è dentro la realtà umana e ricorda a tutti che la dignità nasce dal lavoro». Sottoscritta l’intesa, nelle prossime settimane si insedierà il tavolo di coordinamento che sarà composto dal tutor e dall’animatore in carica del Progetto Policoro diocesano, padre Giuseppe Ferraioli e Antonio Francesce, dal direttore di Confindustria Salerno e dal presidente dei giovani industriali, Nicola Calzolaro e Francesco Giuseppe Palumbo. Salvatore D’Angelo

Il mese scorso la Diocesi e Confindustria hanno siglato un’intesa che vede la Chiesa locale e l’associazione degli imprenditori protagonisti di una nuova cultura per il lavoro. A favorire l’incontro il Progetto Policoro

Info L’Accordo offre tante opportunità. Sta ai giovani sfruttarle attraverso il Progetto Policoro diocesano. È stata questa esperienza ecclesiale a promuovere lo scorso anno l’incontro tra la Diocesi e Confindustria. Per contatti si può scrivere a diocesi.nocera@progettopolicoro.it


Pillole di finanza etica di Pino D’Ammora*

L’interesse più Alto

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essuno di noi vuole il male. Non agiremmo contrariamente ai nostri valori neanche se fossimo certi che le loro conseguenze ci fossero tenute nascoste per sempre. D’accordo? Eppure non sempre conosciamo le conseguenze delle nostre azioni. Chi presterebbe la propria auto a un altro per mettere sotto un bimbo? Nessuno affamerebbe un bambino o lo farebbe saltare sulle mine antiuomo. Eppure i risparmi di tantissimi, gli stipendi, le pensioni, transitano in banche che finanziano l’industria bellica. Vi è una legge in Italia – la 185/90 – che obbliga il Governo a relazionare su produzione e vendita di armi e sulle operazioni bancarie che ne finanziano il commercio. Un commercio “legale”. Chi vuole può curiosare su internet, e da cliente di qualsiasi banca può legittima-

mente chiedere e capire quanto in proporzione, forse piccola economicamente ma enorme eticamente, ha contribuito a prestare denaro per vendere strumenti di morte. E ancora: molte banche speculano sul prezzo delle materie prime. Molti lavoriamo di giorno per il bene, ma intanto il nostro denaro fa cose che neanche ci sogneremmo. Da questi problemi e interrogativi nasce la finanza etica. Che non è beneficenza, ma il tentativo forte e motivato di mettere il denaro al servizio dell’uomo e dei suoi valori. Con la consapevolezza dell’uso che se ne fa. Senza mai rinunciare a creare benessere e ricchezza. Per chi vuole saperne di più: www.nonconimieisoldi.org.

Prestito della speranza Una possibilità per famiglie e imprese

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al 2 marzo è partita la terza fase del progetto di microcredito “Prestito della Speranza”, avviato nel 2009 dalla Conferenza Episcopale Italiana. A gestire le richieste sarà il Centro d’ascolto della Caritas diocesana ubicato presso la Curia vescovile di Nocera Inferiore. L’istruttoria passerà poi alle filiali del gruppo Intesa Sanpaolo aderenti al progetto. Il “Prestito della Speranza 3.0” non è una donazione e si articola in due forme: “Credito sociale” per le famiglie disagiate; “Credito fare impresa” per le microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione.

*Coordinatore dei soci di Banca etica in Provincia di Salerno

Vicino ai più deboli C’è anche la Caritas diocesana tra le realtà che potranno attivare progetti di Servizio civile. Due i progetti riconosciuti, per un totale di otto posti disponibili. Quattro volontari saranno impiegati per il progetto “Rete in ascolto” e altri quattro nell’attività “Immigrazione Campania”. Le domande devono pervenire (tramite posta, PEC o a mano) alla Caritas diocesana, in via Vescovado 4 c/o Curia vescovile a Nocera Inferiore, entro le ore 14.00 del 16 aprile 2015 (non fa fede la data del timbro di spedizione bensì quella di effettivo recapito all’Ente). Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere alla Caritas diocesana il lunedì e il venerdì, dalle ore 9.30 alle 12.30, o consultare il sito internet www.caritasitaliana.it.

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VITA NELL'AGRO

Il gestore di un bar ha deciso di regalare i cibi freschi e invenduti ai più poveri. Un comportamento da prendere ad esempio

Iniziative E da esportare

Il cartello esposto fuori all’Aramar Bar

rcolano non è all’altro capo del mondo e l’idea del proprietario del bar Aramar non è tra le più originali, ma certamente potrebbe servire a sollecitare chi è più tiepido di fronte alla solidarietà. Angelo Russolillo ha deciso di regalare i cibi freschi e ancora invenduti dopo le 20.00. Lo ha annunciato sistemando un cartello sulla sua vetrina. «Non è elemosina», ha spiegato ai giornalisti di Vita no profit che hanno rilanciato la notizia. «Un successo al di là delle nostre aspettative – ha aggiunto – per due ragioni: perché arrivano persone a ritirare cornetti, pizzette e dolci e perché altri negozianti ci stanno chiedendo come possono fare anche loro questa iniziativa». Russolillo prima le cose invendute le portava a casa o le dava ai clienti più affezionati, ma da qualche tempo ha deciso che i più poveri dovevano essere il suo obiettivo. A beneficiarne ora sono in particolare anziani e giovani senza tetto. «Ho lavorato per vent’anni nei supermercati e ho visto tanti sprechi, la sera vengono buttati chili di roba. Vorrei tanto che la grande distribuzione copiasse la nostra iniziativa. Al Sud, come al Nord». Speriamo che amplificando il bel gesto di Russolillo anche gli esercenti dell’Agro decidano di regalare gli alimenti freschi rimasti invenduti. Salvatore D’Angelo

Cordella nuovo presidente Nominato il direttivo del Carnevale Strianese. A lavoro per l’evento estivo

È

stato eletto il nuovo presidente del Carnevale Strianese. Si tratta di Pietro Cordella. I carri allegorici sfilano puntualmente ogni anno dal 1983. Nell’ultima assemblea dell’associazione il presidente Cordella ha presentato pure il nuovo direttivo. Nando Prospero Ferrara ricopre le funzioni di vicepresidente, Francesco D’Andrea è stato incaricato alla segreteria. Raffaele Marchesano è respon-

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sabile dei rapporti con i rioni, sicurezza e pulizia della cittadella, mentre Franco Muro si occupa dei rapporti con le scuole, coreografie e balletti. Nicola La Penna è il responsabile dell’organizzazione, allestimento evento e della maschera ufficiale HIstriano. Raffaele Massa è, invece, il responsabile dei rapporti con gruppi visite, ricettività e turismo. Antonio Cordella è incaricato ai rapporti con gli enti e Luciano

Squitieri con la stampa. Angelo Soviero, Pierangelo Frisio e Vincenzo Serafino si occuperanno dell’allestimento dell’evento. Pasquale Coppola curerà la parte sportiva dell’iniziativa. Scelto anche lo sponsor ufficiale, si tratta di Gerfrio. Tra gli obiettivi che il nuovo direttivo intende portare avanti c’è la realizzazione del primo Carnevale estivo a Striano. R. M.


APRILE 2015 Insieme

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Come fare shopping I CONSIGLI PER INDIVIDUARE IL COSTO DEL GAS IN BOLLETTA «Belle queste scarpe», esclamò Carmen rivolgendosi al negoziante, e «quanto costano?». È consuetudine, quando vogliamo acquistare qualcosa, informarci sul suo costo per valutare se si tratti di un buono o cattivo affare. Ma quando si tratta del gas perdiamo questa buona abitudine e solo dopo aver consumato e, quindi, acquistato ci informiamo sul prezzo. Perché, dunque, non informarsi prima? Di seguito indichiamo il costo del gas per l’anno 2014-2015, così come definito dall’Autorità. Ti invitiamo a confrontare i costi in tabella con quelli relativi alla tua bolletta per verificare se il tuo sia un buono o cattivo affare.

GEN

FEB

MAR

0,37

COSTO GAS DEFINITO DALL’AUTORITÀ PER IL SERVIZIO DI TUTELA DEL CLIENTE Anno 2014 APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

0,32

0,28

GEN

Anno 2015 FEB

0,33

MAR

0,33

Come fare il confronto? Prendi una bolletta e verifica il costo del gas indicato come “materia prima gas” nel dettaglio “servizi di vendita”. Attenzione, il confronto va fatto nel periodo di interesse. Segui il nostro esempio: in questa bolletta Carmen ha pagato il gas 0,34 euro/cent a settembre e 0,37 euro/cent da ottobre a dicembre, se avesse scelto il servizio di tutela con i costi definiti dall’autorità avrebbe pagato 0,28 euro/cent a settembre e 0,33 euro/cent da ottobre a dicembre. Insomma, se Carmen avesse seguito i nostri consigli e si fosse confrontata con il suo fornitore avrebbe potuto risparmiare un bel gruzzoletto. Un saluto da tutto il team Dimegas Articolo a cura di Ing. Nunzia Manuela Giordano Responsabile Settore Energia

DIMEGAS S.r.l. Via A. De Gasperi, 421 - 84016 Pagani (Sa) - Tel. 081 5159140 - 081 910789 - Fax 081 5159790 www.dimegas.it - info@pec.dimegas.it


INFO

Casa Albergo per anziani “Santa Rita”, Via Isonzo, 22 – Sarno (SA) - Tel. 0815136548 info@albergosantarita.it - www.albergosantarita.it

Open Day al Santa Rita

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l 14 marzo è stata una giornata speciale all’Albergo per anziani “Santa Rita” di Sarno. La struttura ha ospitato un Open day. Ad aprire l’aperitivo di benvenuto sul suggestivo terrazzo che affaccia sul Vesuvio. Poi i visitatori si sono ritrovati nella sala multimediale per incontrare e ascoltare i referenti delle varie attività che hanno esposto con slide e diapositive le proprie mansioni e compiti. La direttrice Nilde Renzullo ha spiegato il perché della nascita dell’Albergo per anziani e gli obiettivi della struttura. La neurologa Anna Silvestro, responsabile sanitario della struttura, ha spiegato quanto sia importante un sostegno per le persone anziane. Sono intervenute anche la psicologa Santa Celentano, l’assistente sociale Jessica Adinolfi, l’infermiere Luca Squillante, la responsabile del personale Angela Pimpinella e, infine, l’educatrice Imma Sibilio responsabile dei vari laboratori e delle attività della struttura. Dopo la conferenza, i visitatori hanno potuto toccare con mano quanto viene fatto al “Santa Rita”. Tutti i presenti hanno potu-

Il laboratorio di ceramica

to vedere come gli ospiti della casa albergo amano “sporcarsi le mani” durante il laboratorio di ceramica, si divertono durante il laboratorio teatrale, si scatenano nella sala da ballo, si impegnano nel laboratorio di terapia occupazionale, si suona nel laboratorio musicale rispolverando con nacchere e tamburelli i classici canti napoletani. L’Open day è servito anche a mostrare le eleganti e confortevoli camere da letto, l’ampia sala tv e la ricca biblioteca. Il tour si è concluso nella grande sala da pranzo per un appetitoso brunch. Un’esperienza unica e sorprendente come solo una gran struttura all’avanguardia può offrire.

La direttrice Nilde Renzullo ha aperto le porte dell’Albergo per anziani “Santa Rita” per mostrare a tutti l’efficienza della struttura e vedere con i propri occhi le tante iniziative promosse

Il pranzo

L’aperitivo in terrazza

Il laboratorio musicale

La direttrice Nilde Renzullo APRILE 2015 Insieme

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Un impianto all’avanguardia, la passione per gli sport acquatici e il desiderio di tenersi in forma si coniugano nell’impianto di via Nuova Lavorate a Sarno

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all’11 dicembre 2014 Vitalica è una realtà nel panorama sportivo. Grazie alla gestione della società FSA, iscritta al CONI e alla Federazione Italiana Nuoto, l’impianto è tra i quattro della provincia di Salerno riconosciuto dalla FIN.

glie nelle prime tre gare. A breve sarà costituito anche il gruppo master, sempre per la scuola nuoto.

I primi passi sono messi verso la giusta direzione, in pochi mesi di attività già 15 atleti agonisti sono tesserati con la Federazione Italiana Nuoto e otto di questi hanno partecipato pure ai campionati italiani invernali di nuoto per salvamento che si sono tenuti a Riccione. A dare soddisfazioni è stato il giovanissimo Marco Russo che nella categoria esordienti, durante i campionati primaverili regionali, si è classificato 5° aggiudicandosi l’accesso in finale. Dieci atleti, invece, parteciperanno al trofeo nazionale di nuoto per salvamento.

La FSA mira a costruire sinergie sul territorio. In particolare si guarda alla scuola. Per incrementare lo sviluppo della pratica sportiva del nuoto è stato proposto alle scuole elementari e medie inferiori di Sarno un progetto innovativo: “Sostituiamo l’ora di educazione fisica con il nuoto”. L’iniziativa è stata accolta molto favorevolmente dai dirigenti scolasti e dai genitori. In questa direzione va pure l’istituzione di alcune borse di studio (abbonamenti trimestrali) per gli studenti sarnesi che si sono distinti per merito.

Altri cinque atleti stanno tenendo alti i colori di Vitalica e della FSA a livello regionale, nell’ambito del circuito gare Uisp. Tra questi c’è Maurizio Gatti che ha conquistato ben quattro meda-

La FSA con Vitalica sta aprendo ad altre realtà. Entro la metà di aprile presso l'impianto partiranno le lezioni di fitness, è infatti in fase di attivazione l’iscrizione alla Federazione Italiana Pesi.

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Don Salvatore Agovino (S. Maria delle Grazie, Lavorate di Sarno e S. Sebastiano, Sarno) ha festeggiato 37 anni, il 3 aprile; p. AlPadre Aldo do D’Andria (Sant’AnD’Andria tonio di Padova, Poggiomarino) ha festeggiato il compleanno, l’8 aprile; don Luigi La Mura (S. Maria di Costantinopoli, Angri) ha spento 72 candeline, il 9 aprile; l’11 aprile don Antonio Cuomo (Regina Pacis, Angri) festeggia 46 anni e mons. Vincenzo Leopoldo (San Giovanni Battista, Angri) 74 anni; don Natale Gentile (Maria SS.ma Addolorata, S. Potito di Roccapiemonte) compie 74 anni, il 16 aprile; il 17 aprile p. Raffaele Bufano (S. Maria degli Angeli, Nocera Superiore) spegne 44 candeline e don Carmine Vitolo (S. Lorenzo, S. Egidio del MonPadre Raffaele Bufano te Albino) festeggia 38 anni; don Ivan Cerino (diacono permanente) compie 67 anni, il 30 aprile. I vostri anni siano sempre illuminati dall’esempio di Cristo.

Redazione in festa

Don Gaetano Ferraioli, presidente della Cooperativa L’Onda e membro del Consiglio di Amministrazione di Insieme, ha compiuto 48 anni, il Don Gaetano primo aprile; don AnFerraioli drea Annunziata, direttore responsabile della rivista, festeggia 38 anni, il 18 aprile; Donatella Salvati, collaboratrice di redazione, compie 23 anni, il 15 aprile. Auguri di cuore, a voi che siete preziosi e insostituibili ingranaggi della macchina della Buona Notizia. Don Andrea Annunziata

Buon Anniversario di ordinazione presbiterale

Don Roberto Farruggio (Maria SS.ma di Costantinopoli, Nocera Superiore) ha festeggiato 18 anni di ordinazione presbiterale, il 5 aprile; don Alfonso Giordano (S. Teoodoro, Sarno) e don Giuseppe Pironti (San Sisto II, Pagani) festeggiano 2 anni di ordinazione presbiterale il 18 aprile; padre Natalino Rauti (S. Alfonso, Pagani) celebra i 24 anni di sacerdozio, il 21 aprile; don Massimo Staiano (S. Maria Maddalena in Armillis, Sant’Egidio del M. Albino) festeggia 15 anni di ordinazione presbiterale, il 30 aprile. I vostri ministeri sono un dono prezioso per la nostra Chiesa locale. Auguri!

buon compleanno AI REFERENTI

Luigi Somma (S. Giovanni Battista, Angri) ha compiuto 63 anni, il 2 aprile; Renata Ciannella (S. Lorenzo Martire, S. Egidio del M. Albino) festeggia il compleanno il 14 aprile; Mariangela Bisogno (Maria SS. di Costantinopoli, NoFrancesco Coppola cera Sup.) spegne 40 candeline, il 19 aprile; Francesco Coppola (S. Giovanni Battista, Nocera Inferiore) compie 22 anni, il 28 aprile. Il vostro servizio sia sempre animato dall’entusiasmo e sorretto dalla fede.

UN AuguriO SPECIALE

L’augurio di Francesco Giordano al suo papà Costantino, in occasione della sua festa onomastica dell’11 marzo scorso: «Grazie per la forza che mi regali ogni giorno, per la serenità che mi trasmetti anche solo con un sorriso e per l’infinito affetto che mi doni». Francesco

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

VERSO FIRENZE

Verso l’Altro, verso gli altri

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uali sono le ragioni della nostra speranza? La risposta è Gesù. A sollecitare questa riflessione è il terzo capitolo della Traccia redatta per il Convegno ecclesiale di Firenze. «Se l’umano e il divino sono uno in Gesù Cristo, è da Lui che l’essere umano riceve piena luce e senso», si legge. Partendo da questa consapevolezza, «l’autenticamente umano» va cercato non sul piano delle idee, «bensì in Cristo Gesù, nel suo esser uomo». È il suo concreto vissuto umano che rivela Dio, il quale «supera ogni distanza, rendendosi visibile nella storia degli uomini». Gesù lo rivela «con le parabole, con i gesti accoglienti e con quelli prodigiosi, con il suo modo nuovo di pregare; lo indica presente nella vita degli uomini e delle donne con cui s’incontra e cui rivolge l’attenzione». «Ogni volta che un essere umano può essere salvato o aiutato a vivere – sollecita la Traccia –, egli infrange apertamente e senza esitare ogni tabù, sconfinando continuamente nel cosiddetto “profano” e inaugurandovi la visita di Dio». A un fariseo come Nicodemo chiede di «rinascere», di ricominciare daccapo, «incontrandolo non nell’atrio del tempio ma nella notte: andandogli incontro, cioè, nell’oscurità dei suoi dubbi». Dal quel momento Dio è ovunque, Gesù è consapevole di essere «capace di abitare la strada». È questo il fondamento della Chiesa in uscita, tanto richiamata da papa Francesco. «E,

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così, Dio si rivela in una suprema tensione verso l’uomo: Dio è per l’uomo, si mette al servizio dell’uomo». «Tutto ciò – precisano nella Traccia – non deve suonare come una bestemmia che contraddica l’annuncio biblico del tre volte Santo. Dio davvero è e rimane santissimo». In quest’orizzonte Dio raggiunge il suo massimo in Gesù: «Egli che è già tutto, non ha altra via per superarsi se non quella di procedere senza termine in direzione dell’uomo, scegliendo di diminuire». Con Gesù non ci troviamo dinanzi a un uomo che brama di primeggiare sugli altri uomini. «La kenosis, lo svuotamento di sé, l’uscita da sé, è il primo paradigma di un umanesimo nuovo e “altro” e la via paradossale di un’autentica libertà, capace di costruire fraternità». In questa prospettiva è possibile individuare due direttrici: la cura e la preghiera. La prima «significa custodire, prendersi in carico, toccare, fasciare, dedicare attenzione, proprio come faceva Gesù. E come ancora il cristianesimo fa sin dai suoi inizi». La seconda è, non meno della cura, un «esercizio non semplicemente devozionale, bensì comprensione e interpretazione e quindi occasione di ascolto, di confronto e di discernimento». Cura e preghiera sono, insomma, i due modi in cui Gesù «vive la propria attitudine a mettersi in relazione con gli altri e con l’Altro». Il punto da cui partire e su cui interrogarci per andare nel mondo. Salvatore D’Angelo

La cura e la preghiera sono le due direttrici per andare nel mondo. La sollecitazione del terzo capitolo della Traccia del convegno ecclesiale di Firenze


Foto Salvatore Alfano

Un momento della Giornata diocesana dei giovani in piazza Diaz a Nocera Inferiore

Circa tremila persone hanno partecipato ai sei appuntamenti organizzati per la Settimana di evangelizzazione inserita nel percorso del Concilio Giovane

Festa e preghiera

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na settimana di evangelizzazione che ha consentito a tanti giovani della diocesi di entrare in contatto con la realtà ecclesiale, l’esperienza del Concilio Giovane, ma anche con le testimonianze di alcuni loro coetanei che sperimentano nel quotidiano la bellezza dell’amore coniugato all’arte. Sei appuntamenti che han-

no attirato circa tremila persone. Dalla villa comunale di Angri all’arena Mazzini di Nocera Superiore, passando per Pagani, Sarno e Nocera Inferiore. Nella piazza nocerina il 28 marzo si è concluso il percorso con la Giornata diocesana dei giovani in dialogo con la scuola. All’iniziativa, infatti, hanno partecipato circa 500 studenti del biennio degli istituti

superiori dell’A gro, evento organizzato insieme dal Servizio di Pastorale giovanile e dall’Ufficio scuola diocesano. Filo conduttore della settimana è stato il tema «Beati i puri di cuore». Nell’ambito della Settimana di evangelizzazione si è tenuta a Striano la Via Crucis diocesana, un significativo e forte momento di Chiesa e di preghiera. Sa. D’An. Una statio della Via Crucis per le strade di Striano

Verso la GMG 2016 Il 19 e 20 aprile peregrinatio del Crocifisso di san Damiano e della statua della Madonna di Loreto

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on la benedizione di papa Francesco, è cominciato lo scorso 29 marzo il pellegrinaggio della copia del Crocifisso di san Damiano e della Madonna di Loreto che gli italiani porteranno come dono alla GMG di Cracovia 2016. La peregrinatio farà tappa anche nella nostra Diocesi il 19 e 20 aprile. Un’occasione importante che sarà vissuta insieme dall’intera comunità ecclesiale. «Far girare questi due segni nelle diocesi ita-

liane – spiegano in una lettera l’incaricato don Giuseppe Pironti e l’assistente di Pastorale giovanile don Giuseppe Perano – permette a molte persone che non potranno andare alla GMG di partecipare in qualche modo al raduno. Siamo chiamati a partecipare a questo momento intenso, inserito nel cammino del Concilio Giovane che già stiamo compiendo, insieme al Vescovo, ai sacerdoti e a tutti i giovani». Date da segnare in agenda.

Un selfie dei partecipanti al momento di evangelizzazione a Nocera Superiore

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VITA ECCLESIALE

CON CRISTO SOFFERENTE P

apa Francesco che benedice un ammalato è tra i gesti più emozionanti a cui il pontefice ci ha abituati. Durante la visita a Pompei e Napoli l’Agro ha ricevuto una doppia grazia, Giuseppe Marengo e Chiara hanno avuto la gioia di ricevere una sua carezza. Divisi dall’età, Giuseppe ha 54 anni e Chiara solo 10, e dal luogo dell’incontro con il papa, Giuseppe nella chiesa di Gesù Nuovo a Napoli e Chiara nel Santuario di Pompei, sono accomunati dalla sofferenza. Giuseppe è affetto da sclerosi laterale amiotrofica, da quattro anni vive in un letto attaccato ad un respiratore, si nutre attraverso un sondino e interagisce tramite un comunicatore ottico. Chiara è idroanencefalica, non ha il cervello. A sostenerli è l’amore delle loro famiglie. Quella di Giuseppe, che abita a Nocera Inferiore, è tradizionale, c’è la moglie e i suoi figli. Chiara invece è stata accolta da Gaetano e Delfina Pandolfi e dai loro quattro figli, dopo che i genitori naturali l’hanno lasciata in ospedale, nell’Oasi Maria Madre della vita di Sant’Egidio del Monte Albino. «Quando ho incontrato il papa – ha detto Giuseppe – ho provato la sensazione di non essere malato. Un grande sollievo. Quando mi ha preso la mano

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ho sentito una forza grandissima». Accanto a Giuseppe c’era la figlia Rosalia e il caposala della rianimazione di Nocera Inferiore, Antonio Corcoruto, che ha spiegato la sua storia al pontefice e ha consegnato una lettera nella quale «a nome di tutti gli ammalati di SLA ho chiesto di intercedere affinché un farmaco prodotto in America venga introdotto nel nostro sistema sanitario nazionale». Nemmeno Chiara è passata inosservata. Papa Francesco l’ha vista in prima fila mentre si accingeva a salire sull’altare per pregare la supplica alla Vergine del Rosario. L’ha accarezzata tra l’emozione di chi conosce lei e la sua storia. Un incontro ricercato da tempo. I Pandolfi l’hanno portata fino a Roma, ma non erano mai riusciti ad incontrare Francesco. Una carezza che ha donato grande consolazione. «È stata una grande emozione – ha detto, tra le lacrime, mamma Delfina –. La nostra Chiaretta non può ricevere l’eucaristia, perché non può deglutire, ma con la carezza del papa è come se avesse ricevuto la prima comunione». Con loro c’era la famiglia di Alfredo e Roberta Cretella, custodi dell’Oasi Vergine del Sorriso di Pompei. A Pompei la Fraternità di Emmaus, ac-

La visita del Papa a Pompei e Napoli, lo scorso 21 marzo, ha segnato e emozionato tutta la Chiesa campana. Un abbraccio che ha raggiunto simbolicamente milioni di persone. Struggente l’incontro con gli ammalati: la testimonianza di Giuseppe e Chiara


Il Papa mentre prega ai piedi dell’altare della Vergine del Rosario

Il Papa e l’Arcivescovo prelato, mons. Tommaso Caputo, davanti alla tomba del beato Bartolo Longo

cogliendo l’invito del vescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, ha aperto due case che accolgono minori e madri con figli, con particolare attenzione a quelli che hanno subito maltrattamenti o abusi. Le due comunità erano presenti nella Basilica accompagnate da don Silvio Longobardi, custode della Fraternità, che ha vissuto quest’incontro con uno spirito speciale: «Abbiamo cominciato il nostro cammino 25 anni fa proprio da qui – ha detto un emozionato don Silvio – e l’aver potuto incontrare il papa con i nostri bambini per noi assume un grande significato». Il gruppo ha donato al papa un libro di santa Teresa di Lisieux sulla Misericordia, argomento caro al successore di Pietro da fargli proclamare un Giubileo straordinario. Lui, invece, ha regalato alla piccolina un Rosario che sarà custodito come una reliquia. A fine giornata il «papa venuto dalla fine del mondo» ha simbolicamente abbracciato, tra Napoli e Pompei, circa tre milioni di fedeli accorsi ad acclamarlo lungo le strade al suo passaggio o durante i momenti di preghiera e riflessione. Un inizio di primavera straordinaria e di buon auspicio per la Chiesa campana. Salvatore D’Angelo

In formazione Lo scorso 2 marzo Francesco Amarante e Marco Siano hanno vissuto un’importante tappa del loro cammino verso il sacerdozio. I due seminaristi della Diocesi, insieme ad alcuni compagni di formazione, hanno ricevuto il ministero del lettorato. La celebrazione si è tenuta nel Seminario metropolitano “Giovanni Paolo II” di Pontecagnano. A presiedere la solenne liturgia è stato monsignor Ciro Miniero, vescovo di Vallo della Lucania.

Francesco Amarante e Marco Siano (quarto e quinto da sinistra) nella foto di gruppo con mons. Ciro Miniero al termine della liturgia per il conferimento dei ministeri

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VITA ECCLESIALE

il Convento di Sant’Andrea, a Nocera Inferiore

Un’oasi di preghiera in collina

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alla collina vegliano sulla città, come oasi che dall’alto invita a salire per unirsi al coro di preghiera: è la comunità dei frati cappuccini di Sant’Andrea, a Nocera Inferiore. È il superiore, padre Mihai Saraciu – di origine rumena – a raccontarci la vita della fraternità composta da altri tre confratelli. La giornata in Convento è scandita dalla preghiera delle ore, a cui si intreccia la meditazione personale e il tempo del lavoro. La comunità vive a servizio della parrocchia San Bartolomeo Apostolo, nel popoloso quartiere Piedimonte. Qui i frati operano a sostegno delle attività della parrocchia, in sinergia con don Vincenzo Ruggiero. Nella stanzetta in cui mi accoglie, padre Mihai ricorda i suoi impegni passati: dal Seminario minore in Romania, agli studi a Roma, fino all’ultimo incarico da viceparroco ad Avellino. Tempo in cui ha sperimentato la bellezza dello scambio con i giovani. Secondo un’indagine condotta dall’Os-

servatorio di studi religiosi del Trivenento, il rapporto tra giovani e fede è sempre più incrinato. Le uniche figure di riferimento per i ragazzi sono proprio i frati. Chiedo a padre Saraciu il segreto della loro capacità di porsi in dialogo con i giovani. Il cappuccino risponde: «Forse è il nostro modo di relazionarci a loro, mettendoci al loro livello, condividendo il nostro stile senza la pretesa di fare da maestri, intervenendo come adulti e come sacerdoti solo quando è necessario, al momento giusto». Uno stile di apertura, testimoniato dall’abitudine di riunirsi in agape fraterna, dopo la celebrazione eucaristica della domenica: «È un modo per conoscerci meglio e a volte anche per approfondire alcuni aspetti della liturgia. Le persone si fermano, ci pongono domande e dall’incontro nascono sempre frutti fecondi». Un motivo in più per salire in collina e pregare insieme ai frati. Mariarosaria Petti

A colloquio con padre Mihai Saraciu, superiore della comunità di frati cappuccini di Sant’Andrea, a Nocera Inferiore, per conoscere meglio la vita della fraternità

Ricordare per crescere Un convegno sul Liceo classico di Nocera Inferiore promosso dalla biblioteca diocesana

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a Biblioteca diocesana e il liceo classico Giambattista Vico di Nocera Inferiore insieme per un momento di riflessione in occasione dei 150 anni dell’istituto. L’occasione è stata data dal convegno “L’incidenza culturale del Giambattista Vico sul territorio” tenutosi il 18 marzo nell’aula consiliare del Comune di Noce-

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ra Inferiore. Il liceo ha un forte legame con la diocesi, in quanto è sorto nel seminario vescovile nel 1865 ed è rimasto lì fino al 1939, anno di inaugurazione della struttura di piazza Cianciullo. «Il liceo è stato ed è un baluardo di cultura per la città» ha dichiarato il direttore della biblioteca, don Roberto Farrug-

gio. All’incontro hanno preso parte numerosi docenti dell’istituto, l’ispettore del ministero, nonché ex dirigente del “Giambattista Vico”, Francesco Fasolino, il vescovo diocesano, monsignor Giuseppe Giudice. A fare da padrone di casa la dirigente scolastica, Teresa De Caprio. Sa. D’An.


Balliamo INSIEME PER L’AFRICA Ti aspettiamo giovedì 30 aprile - ore 20.30 al Disco Club REVOLUTION Via Zeccagnuolo, 31 - Pagani (SA) Per info: 347 74 49 662

Foto Salvatore Alfano

Una serata di solidarietà per sostenere la costruzione di una casa pensata per offrire vitto e alloggio a 20 studentesse liceali a Koupéla, in Burkina Faso. L’appuntamento è per il prossimo 30 aprile

“Balliamo INSIEME per l’Af rica”

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nno 2007. Per la prima volta ho calpestato la terra rossa del terzo Paese più povero al mondo, il Burkina Faso, nel cuore dell’Africa occidentale. I miei compagni di viaggio avevano a lungo cercato di descrivermi il paesaggio che mi sarei trovata dinanzi. Uno sforzo inutile: l’Africa è un altro continente. È altro dal nostro modo di pensare e vedere, altro rispetto alle nostre abitudini e stili di vita. Un’immagine è rimasta indelebile nel mio cuore, come le copertine autoadesive dei libri che non si staccano più: nella città di Koupéla, di sera, sotto la luce fioca di un lampione, molti giovani burkinabè studiavano in strada. Anche gli aggettivi in Africa hanno un altro significato. Fioco è ancora meno di quando in Italia non si paga la bolletta e l’Enel riduce dell’85 per cento la potenza dei kilowattora. Fioco è più debole della luce di una candela.

Da qualche anno, nel Centro Jean Paul II della Fraternità di Emmaus che in quei giorni ci ha ospitato, sta germogliando un progetto dedicato agli studenti. Prima è stata costruita una paillotte per riparare i giovani dal sole e offrire loro un posto per studiare, poi una biblioteca, infine una mensa. Lo scorso febbraio è stata posta la prima pietra di una casa pensata per ospitare, offrendo vitto e alloggio, 20 studentesse che frequentano il Liceo e che vivono troppo lontano dalla scuola. Anche lontano in Africa ha un altro significato. Lontano significa che devi fare almeno 10 km a piedi, sotto il sole, senza mangiare e senza aspettare l’autobus, perché non c’è. La casa sarà inaugurata il prossimo autunno e sorge in un’area di 5.500 mq. Tanti i servizi offerti agli studenti: uno spazio per studiare con la luce della corrente elettrica, una biblioteca con libri scolastici e testi di narrativa, una sala computer con pos-

sibilità di connessione internet, una mensa per dare un pasto al giorno agli studenti più indigenti. Per raccogliere i fondi che servono per completare l’opera – ­ la prima parte del progetto richiede un impegno economico pari a 80mila euro – Dina Coppola, fundraiser dell’associazione Progetto Famiglia-Cooperazione, ha organizzato l’iniziativa “Balliamo INSIEME PER L’AFRICA”, una serata all’insegna del divertimento e della buona musica. L’appuntamento è per il prossimo 30 aprile, alle ore 20.30, presso il Disco Club REVOLUTION in via Zeccagnuolo 31, a Pagani, in compagnia del dee jay Andrea SILVERIO e del vocalist Rosario ARZEO. L’iniziativa fa parte di una più ampia rete di attività che coinvolge centinaia di persone. In Africa, formare le nuove generazioni è la premessa per innescare lo sviluppo. Dai una mano anche tu. Antonietta Abete APRILE 2015 Insieme

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VITA ECCLESIALE

La copertina della Lettera di Pasqua 2015

Il luogo dell’incontro

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ell’intensa lettera per la Pasqua 2015 il Vescovo ci ha fatto conoscere in maniera più approfondita il luogo dell’incontro con Gesù. Un posto che ognuno deve trovare nella propria vita. «La Pasqua – ha scritto monsignor Giuseppe Giudice – richiede persone che si impegnino a prepararla innanzitutto nella stanza della loro vita». Ma dov’è questa stanza? Il Vescovo parla di «luogo intimo» e indica innanzitutto la famiglia, intesa come casa domestica ma anche come comunità di fedeli. «La famiglia, di sangue o di fede, è il luogo dove possiamo sentirci a casa, al sicuro, protetti». Una dimensione da custodire e salva-

guardare perché distruggerla «vuol dire rubare ad ogni uomo la speranza della Pasqua». Ma la sala alta è la domenica, «Pasqua settimanale non più per un obbligo ma per il desiderio e la necessità di un incontro. Il luogo per fondarci». La sala alta è l’Eucaristia, a cui restare «ancorati per non perderci nel traffico del mondo e della complessità pastorale». Occorre salire, insomma, al piano superiore. Fermarsi e incontrare Gesù per poi vivere, con uno slancio maggiore e migliore la propria missione nel mondo. Che sia laica o religiosa, l’importante è che sia testimonianza di Cristo risorto. Salvatore D’Angelo

Nella stanza al piano superiore (At 1,13)

Mons. Giuseppe Giudice

“Nella stanza al piano superiore” è il titolo della lettera che il Vescovo ha inviato alla Diocesi per Pasqua

La nuova cappella Tra qualche settimana prenderanno il via i lavori per la realizzazione della cappella nei locali della Curia vescovile. La struttura si richiama a quella della barca. «I vari elementi – si legge nella nota di presentazione – rimandano all’insegnamento di Gesù, che ieri come oggi dalla barca, che è segno della Chiesa, continua il suo magistero». Il disegno della nuova cappella, che sorgerà dove era ubicata quella originaria del seminario vescovile, è stato realizzato dall’architetto Angelo Santitoro.

FOTONOTIZIA

Gli auguri del Vescovo Il 27 marzo il Vescovo ha incontrato presso la Curia vescovile il clero e i collaboratori laici. Durante l’incontro per lo scambio degli auguri pasquali è stata presentata la lettera di Pasqua e il progetto della cappella. Il vescovo ha anche annunciato che dal 12 al 16 luglio presiederà il pellegrinaggio diocesano in Polonia, “Sulle orme di Giovanni Paolo II”.

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Insieme APRILE 2015

Da sinistra: Antonietta Abete, don Gaetano Ferraioli, mons. Giuseppe Giudice, mons. Giovanni Iaquinandi e mons. Enzo Leopoldo


ILPANEDELLADOMENICA commenti a cura delle sorelle Clarisse del Monastero di Santa Chiara

Sussidio liturgico dalla III domenica del tempo di Pasqua all’A scensione del Signore (Anno B) Nella Chiesa siamo tutti deboli Padre Celeste! Qui fuori, nel mondo, uno è forte, l’altro è debole; il forte, chissà, insuperbisce della propria forza; il debole sospira e, ahimè, diventa invidioso. Ma qui, dentro la tua Chiesa, tutti siamo deboli; qui, al tuo cospetto – Tu sei il potente, tu solo sei forte. Soren Kierkegaard

19 III domenica APRILE DEL TEMPO 2015 DI PASQUA (Anno B) Nelle immagini di questo mese alcune opere di Piero della Francesca, uno dei più grandi pittori del ‘400 italiano. Maestro dell’affresco applicò alle sue opere le riscoperte regole della prospettiva con un assoluto rigore matematico che contribuì, soprattutto nelle immagini devozionali, a conferire ai suoi capolavori una potente valenza sacrale. Resurrezione di Piero della Francesca, 1458-1459

Le letture: “Di questo voi siete testimoni” Prima lettura: At 3, 13-15. 17-19 Salmo: Sal 4 Seconda lettura: 1 Gv 2, 1-5 Vangelo: Lc 24, 35-48 Il Vangelo: «“Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi» (Cfr Lc 24, 38-40) Colore liturgico: BIANCO

Gesù al centro della vita

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esù in persona stette in mezzo a loro”. Cosa accade quando Gesù è al centro della mia vita? Quando cioè la Sua Parola, la Sua presenza eucaristica è il centro, il cuore della mia esistenza? Accade come per gli undici e quelli che erano con loro, ricevo dal Risorto il dono della Sua pace e alla luce della Sua Parola rileggo il mio passato e la mente si apre a comprendere ogni evento. Scompare la paura, la tristezza dei miei fallimenti, del mio peccato, perché da quelle morti Lui, il Risorto, l’Autore della vita, mi ridona la vita. “Toccatemi e guardate”. L’invito del Maestro a toccare le piaghe nel suo corpo risorto ci spinge a credere che uniti a Lui anche il dolore e la morte sono vinti.

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IL PANE DELLA DOMENICA

26 IV domenica APRILE DEL TEMPO 2015 DI PASQUA (Anno B)

3 V domenica MAGGIO DEL TEMPO 2015 DI PASQUA (Anno B)

Le letture: “Io sono il buon pastore”

Le letture: “Io sono la vite vera”

Prima lettura: At 4, 8-12 Salmo: Sal 117 Seconda lettura: 1 Gv 3,1-2 Vangelo: Gv 10, 11-18

Prima lettura: At 9, 26-31 Salmo: Sal 21 Seconda lettura: 1 Gv 3, 18-24 Vangelo: Gv 15, 1-8

Il Vangelo: «Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». (Cfr Gv 10, 17-18)

Il Vangelo: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca». (Cfr Gv 15, 4-6)

Colore liturgico: BIANCO Colore liturgico: BIANCO

Tu sei importante per me

“I

o do la mia vita per le pecore, io conosco le mie pecore”. Oggi Gesù ci racconta il suo Amore per noi e ci dice: “tu sei importante per me, al mercenario invece non gli importa delle pecore”. Quanti amori mercenari incontriamo nella nostra vita, amori che si presentano come nostro “bene” e attirandoci con false promesse di felicità rendono schiavo il nostro cuore e non realizzano la nostra libertà. C’è un unico amore che ci cerca e ci attende da sempre, quel bel pastore che ha dato la sua vita per me, quel Gesù pietra d’angolo della mia vita che mi conosce nell’intimo e che ad ogni eucaristia mi sussurra sul cuore: “tu sei importante per me, tu mi appartieni”.

Flagellazione di Piero della Francesca, 1470 particolare

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Insieme APRILE 2015

Polittico della Misericorda di Piero della Francesca, 1444 1464 - particolare

Cristo: il domicilio del credente

C’

è una promessa che attraversa tutta la liturgia: la promessa della fecondità abbondante che sperimenta il credente quando vive la sua appartenenza al Signore nella fedeltà appassionata dell’amore. L’incontro con Gesù che ha trasformato Paolo da persecutore ad apostolo di Cristo ci annuncia che solo restando uniti al Suo amore la nostra vita può cambiare. “Chi rimane in me ed io in lui porta molto frutto.” Il domicilio di ogni credente è Cristo stesso. Egli è la nostra casa. Dimorare, avere familiarità con Lui, è essere nel suo cuore. Solo abitando in Lui e lasciandosi abitare da Lui ogni credente diviene casa e dimora per chi lo incontra, pronto a donare i suoi frutti, quelli che lo Spirito dona ai figli.


3 Vi domenica MAGGIO dEL TEMPO 2015 DI PASQUA (Anno B)

Le letture: “Io ho scelto voi” Prima lettura: At 10, 25-27. 34-35. 44-48 Salmo: Sal 97 Seconda lettura: 1 Gv 4, 7-10 Vangelo: Gv 15, 9-17 Il Vangelo: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando». (Cfr Gv 15, 12-14) Colore liturgico: BIANCO

Per una gioia piena

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omenica scorsa Gesù ci ha detto che il nostro domicilio è il suo cuore. Se poniamo la nostra dimora nel suo cuore non saremo più soli ma saremo sempre e ovunque uniti a Lui. Gesù ci rivela l’amore esclusivo e di elezione che il Padre ha verso ogni sua creatura scelta e amata dall’eternità: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”, ma nello stesso tempo ci ricorda che l’amore di Dio ci rende fratelli e suoi amici senza escludere nessuno dall’abbraccio misericordioso di Dio e della sua amicizia. Forti e certi di questa amicizia allora con fiducia la nostra preghiera si dilata verso il cuore del Padre “perché la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena”.

Polittico di Sant’Antonio di Piero della Francesca, 1467

IL VANGELO CHE SI INCARNA Il dono della vita Valentina, malata a 14 anni, cambia idea sull’eutanasia dopo appelli giunti da tutto il mondo

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alentina Maureira ha 14 anni. Da anni soffre di fibrosi cistica, una malattia mortale che le causa enormi sofferenze. Stanca di tanto dolore, alcune settimane fa aveva postato un video su Facebook in cui chiedeva di poter parlare con la presidente cilena Michelle Bachelet per ottenere l’eutanasia. Nel Paese la «dolce morte» non è legale e quindi la presidente era l’unica persona in grado di autorizzarla. Ora, dopo aver incontrato Bachelet e altri mem-

bri del governo cileno, dopo aver ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà dal web ed aver parlato con altri giovani malati che soffrono come lei, la ragazzina ha cambiato idea. «Ho parlato con molte persone dopo aver pubblicato il mio appello - ha detto Valentina al giornale “El Mercurio” - e mi hanno portato a pensare molto e cambiare idea su quello che pensavo». (Corriere della Sera, 23 marzo 2015) APRILE 2015 Insieme

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IL PANE DELLA DOMENICA

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Formazione e preghiera Nelle prossime settimane il Vescovo parteciperà e animerà alcuni incontri di formazione. Il primo è con le Confraternite ed è in programma venerdì 17 aprile, alle ore 20.00, presso la Curia vescovile di Nocera Inferiore. Il 20 e 21 parteciperà all’incontro della Conferenza Episcopale Campana. Il 28, invece, sarà all’incontro di formazione con il clero della Diocesi di Napoli presso il seminario di Capodimonte. Il 25 parteciperà alla Giornata Regionale del Malato che si tiene al Santuario di San Gerardo Maiella a Materdomini di Avellino.

Le Cresime Il Vescovo presiederà le celebrazioni per il Sacramento della Confermazione a livello foraniale. Il 12 aprile, alle ore 10.30, sarà nella parrocchia Maria Immacolata per la forania di Nocera Inferiore. Il 19, alle ore 19.00, nella parrocchia Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore per la forania Nocera Superiore/Roccapiemonte. Il 26, alle ore 10.30, sarà nella parrocchia San Giovanni Battista di Striano per la forania di San Valentino Torio. Il 2 maggio, alle ore 20.00, il Vescovo presiederà la solenne liturgia nella parrocchia Santa Maria delle Grazie di Angri per la forania angrese. Per Sarno la celebrazione si

terrà il 3, alle ore 19.00, nella Concattedrale, mentre a Pagani l’appuntamento è per il 10, alle ore 20.00, nella parrocchia San Sisto II. Insieme da Maria Il pellegrinaggio diocesano quest’anno avrà come meta il santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Dalle parrocchie della Diocesi si partirà nel pomeriggio di sabato 16 maggio per ritrovarsi alle ore 19.00 nella Basilica mariana, dove sarà celebrata la Santa Messa presieduta dal Vescovo. Un appuntamento di grande fede e devozione che si inserisce nel programma del Concilio Giovane.

La festa del Patrono Con la festa di San Prisco, Patrono della Diocesi e della Città di Nocera Inferiore, si rinnovano gli appuntamenti con il Discorso alla Città e il Pontificale solenne nella Cattedrale di Nocera Inferiore. Il primo è fissato per il 30 aprile, alle ore 11.00. Il secondo è per il 9 maggio, alle ore 9.30.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it


REDAZIONALE A CURA DELLA PIA UNIONE AMMALATI CRISTO SALVEZZA E DEI PICCOLI DISCEPOLI DELLA CROCE Nelle foto, alcune immagini del pellegrinaggio del 2014. Don Gaetano Ferraioli distribuisce l’Eucarestia ad un sacerdote ammalato

InsIeme è pIÙ Bello Da 57 anni, il 25 aprile la Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza organizza il pellegrinaggio regionale a San Gerardo Maiella. Un appuntamento speciale per gli ammalati e i volontari

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i siamo quasi, il 25 aprile è alle porte. Da 57 anni, la P.U.A.C.S., fedele al carisma del suo fondatore, promuove in tutta la Regione Campania il pellegrinaggio a San Gerardo Maiella, organizzato con il supporto e la collaborazione di tante associazioni di volontariato. Si tratta di un appuntamento importante per tutti i fratelli e le sorelle della P.U.A.C.S. e per gli ammalati che sentono il forte bisogno di vivere una giornata in raccoglimento e preghiera, in fraternità e allegria. Grazie alla disponibi-

lità dei Padri Redentoristi, abbiamo la possibilità di riunirci in preghiera presso il Santuario di S. Gerardo e di usare le sale del convento per garantire un pasto caldo ai tanti ammalati che partecipano al pellegrinaggio regionale. Molto sentita la Celebrazione eucaristica presieduta dal nostro vescovo mons. Giuseppe Giudice, ma ancora più toccante la processione Eucaristica nella quale i veri protagonisti sono gli ammalati, tutti assorti in preghiera e anelanti di una benedizione speciale che sembra

quasi accarezzare il volto di ognuno di loro. Importante è anche il momento di festa organizzato dagli “angioletti bianchi” dopo il pranzo insieme: giochi e canti che aiutano, anche solo per pochi minuti, ad alleggerire il peso della quotidianità. A nome della P.U.A.C.S. rivolgiamo a ciascuno di voi l’invito a partecipare a questo appuntamento che molti definiscono “un giorno a Lourdes”. Vi aspettiamo numerosi perché insieme è sempre più bello. Dana Prisco e Maria Grauso

L’accoglienza degli ammalati a San Gerardo

Il momento di festa

La Benedizione Eucaristica del vescovo Giuseppe

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“Come don Bosco, con i giovani, per i giovani”

I responsabili del settore sport

Nel bicentenario della nascita di don Bosco, la formazione si sposta a Torino, nei luoghi in cui il santo dei giovani ha vissuto e operato. L’appuntamento è dal prossimo 30 aprile al 3 maggio

La locandina dell’evento

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on il 2015 siamo entrati pienamente nel cuore del bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco, fondatore della Congregazione Salesiana e padre dei moderni oratori. Per volere del Santo Padre, le celebrazioni per il bicentenario di don Bosco si incroceranno con l’ostensione della Sindone a Torino, dal 19 aprile al 24 giugno. L’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha spiegato che il motto scelto per questo importante appuntamento - “L’Amore più grande” - sottolinea il collegamento profondo tra tutti gli aspetti dell’amore: donare la vita, che significa anche rispondere e dare un senso alla propria vocazione, e l’amore di Dio che si

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fa continuamente presente nel dono di Gesù, fino alla morte in croce e alla sua Resurrezione. Il nostro comitato diocesano ha recepito l’invito del Rettore Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime, a vivere questo anno “come don Bosco, con i giovani, per i giovani” e ha deciso di organizzare il corso di formazione per educatori-animatori nei luoghi in cui ha vissuto e operato il Santo dei giovani. Sarà un appuntamento particolare: ai momenti di formazione, strutturati e preparati dagli stessi Salesiani, si alterneranno le visite ai luoghi di don Bosco (Colle don Bosco, Basilica di Maria Ausiliatrice, il Primo Oratorio…) e la visita alla Sacra Sindone a Torino.

Questo corso di formazione/pellegrinaggio, che si terrà dal 30 aprile al 3 maggio, è aperto a tutti gli educatori-animatori di oratorio, soprattutto ai giovani. Don Bosco, infatti, ha iniziato la sua opera proprio con i giovani. E Papa Francesco, tempo fa, ha affermato: «Sapete qual è lo strumento migliore per evangelizzare i giovani? Un altro giovane». L’obiettivo è di vivere “la conversione pastorale e missionaria” - che il Papa chiede - rendendo i giovani protagonisti della missione evangelizzatrice. Come diceva don Bosco: «Che bello che i giovani siano Viandanti della Fede, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della Terra!».

Oratori in primo piano

Dal prossimo numero, in questo spazio, presenteremo i diversi oratori che arricchiscono l’offerta formativa della nostra Diocesi e le attività che il comitato zonale Anspi organizza e promuove.


Un particolare della Cappella della Casa Madre della Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue

Foto Salvatore Alfano

Dal 19 al 24 febbraio, la forania di Pagani ha ricordato la vita e le opere del beato Tommaso Maria Fusco, fondatore della Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue

L’ardente carità di don Tommaso

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i è rinnovato anche quest’anno l’appuntamento con la memoria del beato Tommaso Maria Fusco, a cui è stata dedicata una settimana di intense celebrazioni, occasione preziosa per approfondire la vita e l’opera del sacerdote paganese, fondatore della Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. L’evento si è svolto a Pagani, dal 19 al 24 febbraio, in una cornice d’eccellenza: il Santuario della Madonna del Carmine, detta delle Galline, in occasione del 155esimo anniversario della nomina di cappellano del Santuario del Beato Tommaso. Giorni di grazia. Nelle diverse serate, i sacerdoti della forania di Pagani, accompagnati dalle loro comunità parrocchiali, si sono susseguiti nel celebrare l’Eucaristia ed hanno approfondito vari aspetti della vita del Beato, secondo la descrizione offerta dalla biografia sulla vita del servo di Dio,

scritta dal vescovo Bartolomeo Mangino. L’infanzia, il noviziato, il periodo di preparazione al sacerdozio, la fondazione della Congregazione fino al castello di accuse infamanti e ingiuste costruite a suo danno: questi alcuni dei temi trattati che ci hanno aiutato a conoscere meglio questa figura storica per la nostra città e che ha dedicato la sua vita alla cura delle anime e dei più bisognosi. Sono stati giorni di grazia, nei quali abbiamo potuto apprendere come iniziava a germogliare il seme della vocazione al sacerdozio nel cuore del piccolo Tommaso che già da bambino desiderava indossare l’abito talare e giocava a celebrare la Santa Messa nel cortile della casa natale. Sono state ricordate anche le numerose opere sociali compiute una volta divenuto sacerdote: l’istituzione di una scuola privata e la “cappella serotina”, luogo di meditazione, di preghiera e di istruzione religiosa per uomini e donne di ogni grado e condizione sociale.

Abbiamo anche fatto memoria del suo impegno tra i Missionari Nocerini e ricordato la sua opera più importante: la fondazione della Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue alla quale don Tommaso affidò l’educazione, l’istruzione e il mantenimento delle bambine orfane. In preghiera sulla tomba. A chiusura della settimana, il 24 febbraio, giorno della memoria del Beato, si è tenuta una concelebrazione che ha visto riuniti tutti i sacerdoti della forania di Pagani nella chiesa di San Francesco di Paola. Al termine della celebrazione, ci siamo recati sulla tomba del Beato, custodita nella stessa Chiesa, per rivolgergli una preghiera e ringraziare il Signore per aver donato alla nostra terra un uomo che ci ricorda che anche in una città come Pagani è possibile realizzare la propria vocazione alla santità. Anna Petrosino APRILE 2015 Insieme

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

San Giovanni Battista Angri

Mons. Giudice riflette sulla riconciliazione

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abato 28 febbraio, presso la Collegiata San Giovanni Battista in Angri, Sua Ecc. Rev.ma mons. Giuseppe Giudice nell’ambito delle celebrazioni quaresimali parrocchiali, ha tenuto una riflessione sul sacramento della riconciliazione. Il momento di riflessione è stato animato dalla corale parrocchiale. Il Vescovo, accolto al suo arrivo dai bambini del catechismo, ha offerto ai numerosi presenti una meditazione sulla parabola del figliol prodigo. A conclusione dell’incontro, il prelato ha ricordato che nessun peccato è più grande della misericordia di Dio. Alberto Limodio

Mons. Giuseppe Giudice con mons. Vincenzo Leopoldo

La dottoressa Gina Monfalcone a lavoro

San Bartolomeo Apostolo Nocera Inferiore

Ricordando una persona speciale

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ntensa emozione per la comunità di San Bartolomeo che il 13 febbraio scorso ha partecipato alla Messa vespertina celebrata per ricordare una persona amatissima, la dottoressa Gina Monfalcone, a un anno della sua scomparsa. Tanti i parenti, i colleghi e gli amici che si sono stretti intorno ai figli per trasmettere il loro affetto. Una persona davvero speciale la nostra Gina, sempre disponibile a prestare la sua opera di pediatra, che svolgeva come servizio e per vocazione. Sì, la dottoressa Gina ha speso la sua vita curando con passione e per passione i suoi pazientucci, come amava chiamare i bambini a cui si dedicava e che l’amavano tanto. Gina, unica nella sua umiltà, era una donna di fede e – durante la sua vita terrena – ha portato la sua croce, contemplando con fiducia il volto buono del Signore, ispirandosi alla tenerezza della Mamma Celeste. Nell’atmosfera raccolta della chiesa, tutti i presenti hanno ricordato il suo dolce sorriso, la sua umanità, il suo stile di vita, improntato alla generosità e all’onestà professionale. Grazie Gina per la lezione di vita che hai saputo donarci. Maria Bonfiglio

FOTONOTIZIA Presentazione alla comunità Sant’Antonio di Padova (Orta Loreto) dei fidanzati che quest’anno celebreranno il sacramento del matrimonio.

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Gesù Risorto Pagani

Serata di festa Daniele Esposito

S.S. Simone e Giuda Nocera Inferiore

Studiare la fede, credere la vita

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aserta. Seconda Università di Napoli. Ore 14.00, 24 marzo. È il giorno delle sedute di Laurea in Scienze e tecniche psicologiche. Oggi è anche il turno di Daniele. Niente di straordinario, penserete. Daniele è un ragazzo di 24 anni della nostra parrocchia. Fin qui ancora nulla stupisce. Daniele ha scritto una tesi in pedagogia del ciclo di vita dal titolo “L’A zione Cattolica Italiana. Teorie e pratiche pedagogico-formative”. Cos’ha fatto? Ha coronato il sogno di ogni studente riflettendo, ricercando, approfondendo e sposando il suo impegno universitario, fino all’ultimo, con lo stile cristiano che ha scelto per percorrere le vie di tutti i giorni. Un excursus storico che dal livello nazionale passa a quello diocesano; un focus sulla valida proposta che la ultracentenaria associazione offre per formare le coscienze ed educare tutti gli uomini dal sorgere al tramonto della vita. Una dimostrazione di come la Buona Novella possa attraversare trasversalmente tutti i confini e approdare fuori, in ambienti “laici”. L’augurio per Daniele è che l’esperienza di fede, di relazioni, di umanità dell’Azione Cattolica, che da sempre lo vede partecipe e per sempre lo ha segnato, lo accompagni nelle scelte che si dispiegano sotto i suoi occhi. Lavina Bassano

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na serata per promuovere le attività della parrocchia, ma anche per aggregare i giovani della zona. Il gruppo giovani dell’Azione Cattolica della parrocchia Gesù Risorto ha organizzato una serata di festa per sabato 15 aprile al Disco pub Revolution (ex Macbeth), che sorge proprio sul territorio parrocchiale. Anche grazie all’aiuto dei titolari, i giovani della parrocchia hanno inteso organizzare tale serata per cercare di raggiungere quanti più coetanei possibili con uno strumento sempre efficace: la musica. Già tanti i biglietti venduti, ma tanti ancora disponibili, per una serata di divertimento, di festa, ma soprattutto di solidarietà, dato che il ricavato sarà devoluto alla costruzione del nuovo complesso parrocchiale. Danilo Sorrentino

FOTONOTIZIA In occasione delle Sacre Quaranta ore, anche quest’anno, i giovani della comunità Regina Pacis, guidati dal parroco don Antonio Cuomo, si sono impegnati nella realizzazione della Notte delle Luci: una veglia notturna dedicata ai giovani e a tutti coloro che hanno sentito il bisogno di vegliare il Signore affidando le proprie preghiere e la propria vita.

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NEWS DALLE PARROCCHIE Dall’ordinazione presbiterale alla Celebrazione eucaristica per il quarantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Michele Fusco

San Giovanni Battista Striano

Tu es sacerdos in aeternum

FOTONOTIZIA Tiziana Esposito e Vincenzo Comitini si sono sposati lo scorso 21 marzo. La comunità di San Matteo Apostolo di Nocera Inferiore gioisce per la nascita della nuova famiglia, con l’augurio che possa seguire le orme di quella di Nazaret.

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n occasione della festa del papà, Striano ha celebrato san Giuseppe – padre di Gesù – e ha gioito con Michele, padre spirituale della comunità dal 1982, nel giorno del suo quarantesimo anniversario di sacerdozio. La solennità del 19 marzo è stata preceduta dalla veglia di preghiera per le vocazioni di mercoledì 18 dove il parroco, p. Michele Fusco, ha ripercorso la sua vita sin dalla nascita. Il giorno seguente, nel pomeriggio, la solenne processione della settecentesca statua di san Giuseppe, restaurata per l’occasio-

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ne. Alle ore 18.00, il vescovo di Tursi-Lagonegro, mons. Francesco Nolè, fraterno amico del parroco, ha presieduto la solenne Celebrazione eucaristica, con la partecipazione di numerosi sacerdoti, al termine della quale sono stati inaugurati il ciclo di affreschi del portone della canonica ed è stato offerto dalla comunità un ricco buffet. Simboli di questi momenti celebrativi sono stati i sandali, il grembiule e il rosario, che rappresentano rispettivamente la povertà, il servizio e la preghiera. Raffaele Massa


Francesco Amarante e Marco Siano con don Alfonso Giordano

San Alfredo Sarno

Ritiro quaresimale sulle “quindici malattie” indicate da Bergoglio

I San Teodoro Martire Sarno

Parrocchia in festa per i neo “lettori”

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omento di rinascita e di rinnovamento. Ma di un rinnovamento che non cancella il passato, non lo mette da parte, non lo sconfessa. Un rinnovamento che, invece, ritorna alle fondamenta per trovare la forza di andare avanti. Ritorna a quelle tradizioni che da sempre hanno fatto la storia della nostra cristianità, ci hanno formato come cristiani e fatti vivere come figli di Dio. È la Pasqua del Signore, mai stanco di farci capire la preziosità dell’essere suoi figli. Figli di un Padre che ha dato suo Figlio per noi. Un Padre che ha dato a noi la sua vita, che è il Figlio stesso. Noi che, invece, sembriamo lasciarci prendere sempre più dal modernismo, dimenticandoci da dove veniamo. Ed in questo momento di immensa gioia la parrocchia San Teodoro Martire è in festa anche per i “suoi” seminaristi Marco Siano e Francesco Amarante, nominati “lettori” lo scorso 2 marzo da mons. Miniero, vescovo di Vallo della Lucania, presso il Seminario Arcivescovile di Pontecagnano. Intorno a loro l’intera comunità parrocchiale si stringe in un forte abbraccio, augurio per un cammino di fede intramontabile. Michele Lanzetta

l consiglio parrocchiale si è trovato per il ritiro quaresimale. La riflessione è partita rileggendo le “quindici malattie” indicate da papa Francesco che possono intaccare ogni comunità ecclesiale. Per la nostra parrocchia non è evidente per i più il desiderio di incontrare Gesù nella preghiera, nella adorazione, nella formazione; da Lui va presa la forza per camminare insieme nella comunità. Crediamo di essere buoni cristiani solo perché svolgiamo un compito in parrocchia. Ma noi dobbiamo annunciare e testimoniare il Vangelo, l’Amore di Dio. Se non si evita nella nostra comunità l’individualismo e l’esibizionismo si arriva al tracollo di tutte le attività della comunità parrocchiale. p. Pietro Lombardi

I partecipanti al ritiro quaresimale

FOTONOTIZIA Mons. Domenico Cinque con i fidanzati che quest’anno hanno partecipato al corso di preparazione al matrimonio.

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Sulle orme di Francesco e Chiara Due macchine, un pullmino, poche valigie e tante aspettative: direzione Assisi. I consiglieri dell’A.C. diocesana in pellegrinaggio

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i siamo messi in cammino, con la guida del nostro assistente unitario don Antonio Guarracino, solcando piccole stradine, guardando straordinari paesaggi di campagna, calpestando le vie dove è nato, vissuto ed ha predicato san Francesco per tutta la sua vita. La prima tappa è stata l’Eremo di san Francesco, luogo di silenzio, dove abbiamo toccato con mano il forte legame tra san Francesco e la sua Madre Terra. Poi San Damiano, luogo in cui il Signore ha chiesto a Francesco di riparare la sua casa davanti al Crocifisso, che oggi si trova nella chiesa di Santa Chiara. Qui, accolti da un frate abbiamo ascoltato il racconto del profondo legame tra Francesco e Chiara, delle loro diverse ma intrecciate chiamate, del loro amore verso il Signore. E mentre il sole calava, insieme ai frati e ad altri pellegrini abbiamo adorato il Signore con il canto del Vespro. Dopo cena ci siamo diretti verso la Basilica di Santa Maria degli Angeli dove, affascinati dalla Porziuncola – la piccola chiesetta all’interno della Basilica dove Francesco comprese la sua vocazione, accolse Chiara e ricevette il perdono di Assisi – ci siamo fermati in preghiera.

I consiglieri di Azione Cattolica ad Assisi

Ogni sabato sera i Frati Minori, insieme ai pellegrini, recitano il Santo Rosario a cui segue la processione aux flambeaux in piazza con la statua di Maria: per noi è stato davvero emozionante parteciparvi, invocando Maria e affidandoci a Lei. La prima tappa della seconda giornata è stata la Basilica di Santa Chiara, qui abbiamo meditato davanti al Crocifisso. Un Crocifisso diverso, non sofferente perché risorto. E prima di arrivare alla Basilica di San Francesco, ci siamo lasciati guidare per altri luoghi essenziali per la conversione di san Francesco: la sua casa natale, la celletta dove il padre lo rinchiuse, la Cattedrale di San Rufino, ed infine la Basilica e il Sacro convento. Lì, alla Basilica inferiore abbiamo vissuto un altro forte momento di preghiera dinanzi alla tomba di san Francesco, consegnando a lui i nostri cari, la nostra AC e Chiesa diocesana. Ed infine siamo ripartiti verso casa. Tante le emozioni che abbiamo portato via da questi luoghi santi e che resteranno impresse nei nostri cuori, ricchezza per il nostro sempre rinnovato sì al servizio dell’A.C. Antonella Salvati Vice Responsabile ACR


IN PARROCCHIA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

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a comunità parrocchiale di S. Maria delle Grazie di Casatori si è riunita domenica primo marzo per la Festa della Famiglia, un importante momento di condivisione e riflessione che ci vede impegnati da diversi anni. Il tema “Famiglia custode del creato” ha toccato problematiche attuali: la situazione del pianeta terra, le cause e le conseguenze dell’inquinamento e il comportamento che nel nostro piccolo dovremmo assumere per salvaguardare il creato. Tematiche su cui tutti dovremmo informarci per poi sensibilizzare le persone che ci circondano. Dopo la prima fase di accoglienza, i giovani e gli adulti hanno interagito in una relazione-dibattito guidati da padre Giuseppe Ferraioli, responsabile della commissione Salvaguardia del creato della nostra Diocesi. Difendere il pianeta, contenere i consumi, limitando gli sprechi sia delle fonti energetiche che alimentari, dovrebbero essere i dettami di un buon cristiano. Dio ci ha donato una tale meraviglia ma l’uomo con la sua violenta industrializzazione e con la corsa alla globalizzazione ha finito col dimenticare le sue radici, sminuendo il significato profondo della terra che non è solo il suolo che calpestiamo ma materia con cui “Dio ci ha impastati”. Rispettare l’ambiente è un’attenzione verso noi stessi ed è un piccolo tassello per costruire il futuro dei nostri figli, sebbene la preoccupazione preponderante dei genitori sia quella di dar loro una base econo-

“Famiglia custode del creato” mica. Sono state queste le riflessioni scaturite dal confronto che in un secondo momento, con l’aiuto del dott. Paolo Mosca, esperto in scienze ambientali, ha toccato tematiche scottanti e molto vicine a noi, come la terra dei fuochi, l’inquinamento conseguente all’uso di pesticidi e diserbanti in agricoltura, la raccolta differenziata che in altri comuni del salernitano viene fatta in modo molto più scrupoloso e che permette ai cittadini di pagare tasse meno elevate.

Celebrata lo scorso primo marzo, la festa della famiglia è stata un’occasione preziosa per riflettere sulla difesa del nostro pianeta, tassello prezioso per costruire il futuro dei nostri figli

Il coinvolgimento dei bambini. Grande attenzione è stata data anche ai più piccoli che, animati dagli educatori della parrocchia, hanno visto il cartone animato della Disney “Walle”, il cui protagonista, un robot tritarifiuti, è l’unico abitante del pianeta Terra che a causa dell’eccessivo inquinamento è stato abbandonato dall’intera umanità. I bambini hanno poi realizzato dei lavoretti con materiali di riciclo e li hanno presentati nel momento di condivisione collettiva. La giornata si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa e con il rinnovo delle promesse matrimoniali e soprattutto con la speranza e il forte messaggio del nostro parroco don Gaetano Ferraioli di non dimenticare le tante cose che abbiamo condiviso, di essere più coscienziosi e di lottare contro l’omertà, denunciando senza paura i comportamenti scorretti compiuti dai nostri concittadini ai danni dell’ambiente. Cascone Piera Angela APRILE 2015 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE sAnTA mARIA DEL CARmInE - ss. AnnUnzIATA - AnGRI

oGnI SettIMAnA L’InVIto A FARe DeL Bene A Se SteSSI e AGLI ALtRI PeR VIVeRe In PIenezzA LA PRePARAzIone ALLA PASQUA

una QuaresIma vIssuta nel concreto

Alcuni momenti del ritiro spirituale

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a Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli”, afferma Papa Francesco nel suo messaggio per il Tempo Quaresimale. Aggiunge: “Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in se stesso”. A partire da queste parole forti del Santo Padre, la nostra comunità della SS. Annunziata e di Santa Maria del Carmine ha voluto mettersi in cammino per divenire cristiani migliori e più attenti all’altro. Dopo un confronto con il Consiglio pastorale, don Antonio Mancuso ha promosso un’iniziativa semplice e impegnativa nello stesso tempo. Ogni domenica, alle persone che partecipavano alla celebrazione eucaristica, veniva proposto un piccolo impegno. Fare compagnia ad una persona sola, visitare un ammalato, riconciliarsi con una persona da cui ci si era allontanati magari per futili motivi, portare generi alimentati in parrocchia per aiutare chi è nel bisogno: questi i gesti concreti che hanno aiutato ciascuno a vivere in pienezza il tempo quaresimale. Segni che hanno profumato la vita delle persone e reso più bello il volto della nostra comunità. Dopo il Tempo della passione, la Chiesa ci invita a vivere il Tempo Pasquale. Il nostro augurio per tutti i lettori di Insieme è di vivere da risorti questo tempo di grazia.

Carmine Giordano

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“rInFrancaTe I VoSTrI cUorI” Il ritiro di Quaresima dei giovani di Azione Cattolica

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l 14 e 15 marzo, i giovani di Azione Cattolica hanno vissuto un fine settimana per ricaricarsi spiritualmente, come suggerito dal messaggio di papa Francesco dal titolo “Rinfrancate i vostri cuori” (Gc 5,8). Il gruppo è stato ospitato presso la struttura di Casa madre delle suore battistine, situata proprio alle spalle della chiesa della ss. Annunziata. nonostante la vicinanza geografica alla vita di tutti i giorni, il ritiro è stato un’occasione propizia per staccare la spina e vivere un momento di preghiera e riflessione personale, senza togliere spazio al gioco e alla fraternità. Due giorni che hanno rinsaldato l’unità, rendendo concrete le parole del Pontefice che nel suo breve messaggio chiede ai cristiani rinnovamento personale e superamento della “globalizzazione dell’indifferenza”.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE sAn sIsTO II - PAGAnI COORDInATORE REDAzIOnE PARROCCHIALE: mICHELE RAIOLA

“solo per amore”

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na voce! L’amato mio. Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline… Ora l’amato mio prende a dirmi: Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! (Ct 2, 8-10). Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore… le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!” (Ct 8,6). È questo l’incipit della sacra rappresentazione, svoltasi sabato 28 marzo nella chiesa di San Giovanni Battista in Cicalesi e martedì 31 marzo a San Sisto II in Pagani, portata in scena dalla compagnia interparrocchiale delle due comunità. L’arrivo dell’Amato è stato declamato a ritmo di danza da un coro di sei attrici. E l’Amato è venuto, per raccogliere la sua mirra e per bere il suo vino. In questi versetti iniziali è racchiusa tutta la simbologia del testo teatrale “Solo per amore” (di P. John Buhagiar, modificato e integrato da Michele Raiola): il connubio “Amore-Morte” ha trovato la sua massima espressione. L’Amore è venuto ma è stato maltrattato e vilipeso. Le donne dei Vangeli hanno seguito passo passo le vicende della Passione, raccontandole con intensa partecipazione. Il Cristo, interpretato da Luigi Fortunato della scuola di danza “Ballet Art Center” di Pagani, ha danzato la sua agonia al Getsemani: “Ecco, è già mezzanotte; l’angelo della morte arriva già… La mia pelle s’a gghiaccia… Ma, se tu vuoi, o Padre, che sia!”.

Anche Pietro ha gridato il suo dolore trascinandosi a ritmo di danza: “Sopporterò lo sdegno del Signore perché ho peccato contro di lui… Se siedo nelle tenebre, il Signore sarà la mia luce” (Mt 8-9). La Corale “Propheta Altissimi”, diretta dal Maestro Pietro Sellitto, ha intervallato i due processi subiti da Gesù, cantando su musica originale il proprio commento tratto da Isaia: “Disprezzato e reietto dagli uomini, si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori”.

GRAnDe SUCCeSSo PeR LA PIÈCe teAtRALe PoRtAtA In SCenA DALLA CoMPAGnIA InteRPARRoCChIALe DeLLe CoMUnItà SAn GIoVAnnI BAttIStA In CICALeSI e SAn SISto II In PAGAnI

Le stazioni della Via Crucis hanno rappresentato il culmine della Passione che ha messo a riposo, senza distruggerlo, il sogno iniziale: quell’attesa dell’Amato che tante speranze aveva suscitato. L’Amato si è donato “per amore, solo per amore!”: lo hanno gridato le donne alla Madre affranta ai piedi della croce. Maria di Magdala (Chiara Guida – “BAC”) si è recata al sepolcro e ha gridato la sua gioia. Ed ecco, allora, il canto finale di Resurrezione: “Dice che era nato nell’oriente, ed era ricco ma non aveva niente e senza reggia Lui era un grande re”. Magistrale la regia. Michele Maiorino e Renato Rescigno con le loro vulcaniche idee, con il sapiente utilizzo di musiche e immagini (scelte e curate da Salvatore Donato) e di luci, ora tenui, ora forti, hanno dato alla rappresentazione una pregnante sacralità. La Redazione APRILE 2015 InsIEmE

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE

I bambini presenti alla marcia

I numerosi partecipanti, riuniti nella parrocchia Maria SS. di Costantinopoli

“Insieme per la Pace”

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gni giorno, notizie di cronaca arrivano nelle nostre case, turbando la nostra serenità e presentando lo spaccato di una società in cui il male fa più rumore del bene. è nata da queste considerazioni l’edizione speciale della V Marcia per la Legalità e la Pace del 2° Circolo di Nocera Superiore che nella Solennità di San Giuseppe, il 19 marzo 2015, in occasione della Festa della Legalità che ricorda la figura di don Giuseppe Diana, diventa ”Insieme per la Pace”. Riflessione e preghiera per gli alunni delle classi quarte e quinte dei plessi Edmondo De Amicis, S. Giovanni Bosco e Marco Polo, riunitisi insieme ai rappresentanti delle istituzioni scolastiche, ai Comitati dei genitori e ad alcune Associazioni del territorio, nella Chiesa di Maria SS. di Costantinopoli in Nocera Superiore. Affettuosa l’accoglienza di don Roberto Farruggio che ha invitato tutti a raccogliersi nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. I relatori. “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”: le parole di S. Giovanni Paolo II hanno alimentato interventi significativi. I dirigenti Giovanna Ascione e Mi-

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chele Cirino hanno invitato gli alunni a riflettere sull’importanza della Pace che parte dalle piccole azioni quotidiane e dal rispetto di chi ci è a fianco, sottolineando l’importanza di rimanere uniti nella costruzione di un percorso formativo multidimensionale, per formare l’uomo e il cittadino. Don Roberto Farruggio ha sottolineato la necessità di sconfiggere il sentimento della paura e di custodire e accrescere quello della speranza, seguendo l’esempio di Giuseppe, uomo giusto, che ascolta nel silenzio la Parola di Dio e la mette in opera; la dott.ssa Miglio, presidente provinciale Unicef di Salerno, si è complimentata per l’attenzione dei bambini e ha invitato tutti a riflettere sulla morte che ancora colpisce tanti piccoli nei paesi del terzo mondo. La prof.ssa Sorrentino, presidente Circolo Noukria e delegata dell’Associazione Nova Sociale, ha ricordato a tutti che non siamo padroni ma custodi del creato che ci circonda. La presenza dei bambini. Numerose le preghiere dei bambini e tanti segni: le bandiere della Pace, dell’Italia e dell’Europa, il tamburo con le bac-

Lo scorso 19 marzo, un momento di riflessione e preghiera sui temi della pace e della legalità ha coinvolto la scuola, i genitori e le associazioni

chette legate dalle ali di una colomba che con la stessa modalità lega anche la bandiera dei piccoli “Sbandieratori e musici di Nocera Soprana”; poi le sagome di bambini con i colori dei cinque continenti seguito da un cesto di preghiere scritte da ogni singolo alunno; infine la colomba e la lanterna con la Luce della Fede. I saluti delle responsabili dell’organizzazione, le docenti Federico e Spiezio, sono occasione per invitare tutti a partecipare alla quinta edizione del concorso “Legalità è…” con lavori sul tema della pace. Maria Rosaria Spiezio


In REDAzIOnE mARIA AnGELA bIsOGnO E CInzIA FAIELLA

Un'immagine del progetto di riqualificazione

I talenti al servizio del bene comune PReSentAto AL CoMUne DI noCeRA SUPeRIoRe Un PRoGetto DI RIQUALIFICAzIone DI VIA VInCenzo RUSSo, PRePARAto DAL GIoVAne DoMenICo PettI

IL CARnEVALE DEI PICCOLI I ragazzi dell’Azione Cattolica insieme agli scout, lo scorso 17 febbraio

L

a Parrocchia nasce e si sviluppa in stretto legame con il territorio intessendo rapporti diretti con tutti i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipando alla vita di tutta la comunità. La comunità si preoccupa della vita delle persone, partecipe degli eventi lieti e tristi, con una presenza discreta e attiva, fatta di prossimità, condivisione, cura. La Parrocchia è lo spazio della testimonianza dell’amore di Dio. In questa luce è stata presentata al Comune di Nocera Superiore una proposta di restyling di via Vincenzo Russo, cuore commerciale di Nocera Superiore. Tra le vie principali della città che soffre però di un estremo abbandono: buia, rovinata e degradata. Il parroco, don Roberto Farruggio, e il Consiglio pastorale hanno affidato a Domenico Petti, giovane impegnato in comunità che frequenta l’Istituto Tecnico per Geometri di Nocera Superiore, il compito di preparare un progetto di rifacimento dell’importante arteria da protocollare al Sindaco di Nocera Superiore come proposta della parrocchia. Il progetto - che prevede spazi verdi, possibilità di passeggiare e ambienti per la socializzazione - non lascia spazio a coloro che, nascondendosi dietro l’esigenza di una risistemazione della città, vorrebbero speculare sulla riqualificazione cittadina. Esso si propone, infatti, come esempio di rivalutazione armoniosa dell’ambiente, con la possibilità di fruizione degli spazi per tutti. Il progetto ha l’ambizione di stimolare un’attenzione al bene comune. Ci auguriamo che l’amministrazione accolga questo bel progetto, accompagnato dalla proposta di intitolare il tratto orientale di via Vincenzo Russo a Corso dei Madonnari. D. P. APRILE 2015 InsIEmE

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A CURA DELL’UNITÀ PARROCCHIALE sAn GIOVAnnI bATTIsTA - CICALEsI, sAnT’AnnA - FIAnO FOssO ImPERATORE - nOCERA InFERIORE I bambini della comunità San Giovanni Battista

I piccoli di S. Anna in Fiano

Il gruppo di Fosso Imperatore

la prIma conFessIone

I

l 7, 14 e 21 marzo i bambini delle comunità S. Anna in Fiano - Fosso Imperatore e San Giovanni Battista in Cicalesi si sono accostati per la prima volta al sacramento della Riconciliazione. È stato un evento importante ed emozionante per tutti i bambini. La liturgia penitenziale ha avuto inizio con un momento di preghiera insieme a don Andrea Annunziata, don Mario Ceneri, don Ciro Zarra e le catechiste. Ai bambini è stato consegnato un simbolo: un cuore di cartone, di colore nero, che rappresentava il piccolo cuore di ogni piccino prima della confessione. Dopo un at-

tento esame di coscienza, i bambini, uno ad uno, sono stati accolti dai sacerdoti. Al termine della Confessione, i presbiteri hanno consegnato ai piccoli una fascia di colore bianco come simbolo di purificazione. Ogni bambino, ritornato al proprio posto, si è raccolto in preghiera davanti all’altare, effettuando la penitenza ricevuta. Al termine della liturgia, un momento di festa ha coinvolto catechiste e genitori. Ai nostri bambini l’augurio che la prima Confessione sia l’inizio di una vita piena d’amore. Nunzia Bruno Battipaglia

EVENTI IN PARoCCHIA

La “ballerine” del nostro oratorio

Gli “attori” del nostro oratorio

I bambini del catechismo

Bruno e Cesar si preparano a ricevere i sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia. Lo scorso 22 marzo hanno ricevuto l’unzione dei catecumeni

Alcuni momenti della festa del papà, organizzata dai bambini del catechismo e dagli attori e dalle ballerine del nostro oratorio

I BAMBInI DeLLe CoMUnItà S. AnnA In FIAno - FoSSo IMPeRAtoRe e SAn GIoVAnnI BAttIStA In CICALeSI SI Sono ACCoStAtI Con tRePIDAzIone AL SACRAMento DeLLA RIConCILIAzIone

IL PRIMo CoNSIGLIo PASToRALE

n

ominato per la prima volta, nella comunità di s. Anna in Fiano e Fosso Imperatore, il Consiglio pastorale parrocchiale. si tratta di un organismo di comunione e partecipazione alla vita ecclesiale, costituito dai diversi membri della comunità. Esso esprime l’unità e la corresponsabilità comune del popolo di Dio sotto la guida del nostro pastore, don Andrea Annunziata, affiancato da don mario Ceneri e don Ciro zarra. Il nuovo consiglio avrà particolarmente a cuore i giovani, a cui dedicherà molta attenzione e diverse iniziative pastorali per avvicinarli alla comunità.

REDAZIONE PARROCCHIALE: Francesco Coppola (Cicalesi) Filomena Prete (Fiano) Concetta Battipaglia (Fosso)

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI Il vescovo Giuseppe, aiutato da don Enzo Di Nardi, distribuisce i fiorellini rossi ai bambini

In cammino verso la Pasqua

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tà parrocchiale. Un’attesa operosa ha caratterizzato i giorni che hanno preceduto questo appuntamento.

È proprio in questa domenica che la nostra comunità parrocchiale ha vissuto la gioia di accogliere il vescovo Giuseppe, invitato dal parroco don Enzo Di Nardi a presiedere la celebrazione delle ore 11.00, per condividere il nostro cammino quaresimale e benedire la nostra comuni-

Liturgia curata nei dettagli. Tutta la comunità parrocchiale, stretta intorno al suo amato parroco don Enzo, ha curato minuziosamente tutti i dettagli della celebrazione. La dolcezza dei canti, eseguiti in maniera magistrale, dal nostro coro parrocchiale; le vesti bianche dei piccoli ministranti che hanno popolato l’altare; i fiorellini colorati da regalare ai bambini, che come ogni domenica hanno occupato le prime panche, accompagnati da educatori e catechisti, sono stati gli ingredienti che hanno caratterizzato la nostra domenica, mescolati allo stupore e alla gioia dei tanti fedeli che hanno affollato la nostra chiesa. È soprattutto ai più piccoli che il Vesco-

allegrati Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Inizia con queste parole la liturgia della quarta domenica di Quaresima, la domenica laetare, che si inserisce a metà del cammino verso la Pasqua. La domenica nella quale il viola dei paramenti liturgici, che caratterizza questo tempo penitenziale, lascia il posto al colore rosaceo: un colore decisamente più gioioso, a manifestare proprio la gioia dell’attesa della Resurrezione che si avvicina sempre più.

vo ha rivolto la sua attenzione, rendendoli partecipi della celebrazione e catturando la loro attenzione con domande stimolanti e riflessioni semplici, volte a suscitare nel loro cuore il desiderio di incontrarsi con Gesù e approfondire l’amicizia con Lui. Un fiore per i piccoli. A conclusione della celebrazione è stato il Vescovo a distribuire ai bambini il segno di questa domenica: il fiorellino di colore rosso, con la scritta AMORE al centro, preparato dall’equipe degli educatori dell’oratorio. Alla Vergine del Carmelo vogliamo affidare la conclusione di questo cammino quaresimale, affinché custodisca l’operato del nostro vescovo Giuseppe e quello del nostro parroco don Enzo e possa condurre tutti noi all’incontro con Gesù Risorto. Anna Petrosino

La comunità parrocchiale ha ricevuto la visita del vescovo Giuseppe per la quarta domenica di Quaresima L’itinerario quaresimale dei bambini

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE sAnT’AnTOnIO DI PADOVA - POGGIOmARInO COORDInATORE DI REDAzIOnE mARIAnO ROTOnDO

Padre Maurizio Baldessari, Superiore Generale degli Stimmatini

la vIsIta dI padre maurIzIo BaldessarI

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i chiama padre Maurizio Baldessari il Superiore Generale degli stimmatini che qualche giorno fa ha visitato Poggiomarino insieme al suo vicario, padre Bruno Facciotti. Il padre generale ha fatto una piccola sosta di qualche giorno per visitare e verificare le attività svolte sul territorio. È stato accolto calorosamente dalla comunità parrocchiale con la Celebrazione eucaristica di benvenuto e il saluto del parroco, padre Aldo D’Andria, e della vicepresidente del consiglio pastorale, Carmela Filosa. Alla presentazione dei doni, Poggiomarino ha dimostrato la sua grande generosità offrendo i vari prodotti coltivati nel territorio. Sono stati talmente tanti i doni che padre Maurizio ha interrotto la presentazione dicendo, ironicamente, che avrebbe dovuto introdurre una nuova giornata di digiu-

no. Infine, ha condiviso i ricordi della sua presenza a Poggiomarino negli anni settanta quando si trovò a pranzo, senza neppure rendersene conto, rapito dall’accoglienza poggiomarinese. La comunità stimmatina è arrivata a Poggiomarino nel 1951. Oltre ad essere presente in altre dodici città italiane, si trova anche in Georgia, Brasile, Cile e Paraguay, nel continente africano e in Asia (Filippine ed India). Negli anni la comunità poggiomarinese ha accolto tanti sacerdoti Stimmatini. La parrocchia è in continuo fermento, basti pensare che alla Messa feriale mattutina ci sono mediamente settanta fedeli. Una promessa strappata al generale buono è quella di avere un giovane sacerdote, forse brasiliano, ad affiancare i non più giovanissimi missionari della parrocchia più grande della diocesi Nocera-Sarno.

PoGGIoMARIno In FeStA PeR L’A RRIVo DI PADRe MAURUzIo BALDeSSARI, SUPeRIoRe GeneRALe DeLLA CoMUnItà StIMMAtInA

LA SFIDA DELL’ACCoGLIENzA

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e sofferenze dell’immigrazione e una risorsa per il nostro Paese in un libro presentato a Poggiomarino dall’Azione Cattolica: l’autore è michele D’Avino, giovane poggiomarinese che insieme ad un gruppo di extracomunitari ha voluto affrontare il delicato tema, riuscendo a cogliere il dolore dei “trasporti di massa in mare” e il “no” che troppo spesso arriva da tante comunità autoctone. nel testo sono evidenziate anche le opportunità che potrebbero nascere dalla sinergia con i giovani rifugiati. Ed è proprio sul tema dell’accoglienza che si è soffermato il parroco padre Aldo D’Andria, che ha partecipato alla presentazione del volume che si è svolta nel Cineteatro Eliseo. «non saremo mai veri cristiani – ha ribadito con forza il sacerdote – se non sappiamo accogliere i nostri fratelli. non ci basterebbero mille messe per ripulirci da questo peccato».

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Presentato al Cineteatro Eliseo il libro “Immigrazione: sfida per una nuova Italia” di Michele D’Avino

Foto di gruppo al termine della presentazione del libro


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Suor Maria Luigia

Insieme al convento, Francesco I donò a suor Maria Luigia anche la chiesa di S. Antonio, usata anche dalla parrocchia per le sue attività pastorali

Una convivenza difficile

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n documento inedito custodito nell’Archivio generale dell’Istituto delle Suore Francescane di s. Antonio - Bozzo d’Istrumento per la soccorsale di Montesanto – ci informa che quando Francesco I di Napoli concesse a suor Maria Luigia il convento di S. Antonio ai Monti, vi accluse anche l’annessa chiesa, con un vincolo che costituì una spina nel fianco delle religiose per oltre 24 anni. La restrizione era costituita dal suo utilizzo come succursale della parrocchia per attività pastorali. L’intrinseco contrasto tra parrocchia e Suore per l’uso della medesima chiesa era stato previsto dal Re che aveva demandato alle parti la ricerca di una soluzione. I contrasti. Nel 1853 il dissidio tra i due beneficiari del luogo sacro, evidentemente, era diventato talmente insostenibile da costringere il parroco di Montesanto, don Martorelli, a chiedere all’assistente delle Suore, don Caterini, la formalizzazione delle condizioni per

la soluzione dell’annoso problema. I due sacerdoti si recano da un notaio, di cui non è riportato il nome, e stilano la bozza d’istrumento di cui forniamo una brevissima sintesi. La causa del dissidio era nel contrasto delle attività che dovevano svolgersi in quella chiesa, per questo don Martorelli propone di rinunciare ai suoi diritti di succursalità e si dichiara disposto a costruire una cappella per lo svolgimento di quell’apostolato che gli è precluso in sant’Antonio. In sostanza le attività parrocchiali, cui si riferiva, erano la disponibilità di un tabernacolo al quale poter sempre accedere per le comunioni agli ammalati e per il viatico, l’espletamento di attività legate alle cappelle serotine e alla spiegazione del Vangelo nei giorni festivi a quei fedeli e bambini della parrocchia residenti nell’area delle Suore. Don Caterini è d’accordo e i due sacerdoti giungono ad un accordo. La cappella si costruirà, in un tempo prestabilito, non nella

terra santa, dove la propone il parroco, ma in ambienti disabitati del monastero. L’atto notarile. Il documento viene redatto in dieci punti che tutelano entrambe le parti: la chiesetta, eretta a spese della parrocchia e che sarà la nuova succursale di Montesanto, deve salvaguardare i diritti delle religiose; non deve dare adito a guardare dentro al Monastero; non deve creare servitù al convento; deve avere la possibilità di una “lustriera” e di un “cupolino”. Si stabilisce anche che fino a quando la nuova cappella non sarà ultimata, il parroco continuerà a servirsi della chiesa delle religiose. Questa chiesetta oggi non esiste più. Ammesso che sia stata costruita, probabilmente quando le suore sono passate dalla vita contemplativa a quella attiva l’hanno eliminata, restituendo al parroco di Montesanto il diritto di beneficiare della loro chiesa per celebrazioni nuziali e funebri, battesimi e attività pastorali.

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IL LEGALE RISPONDE di Giovanni Severino

Immagine di repertorio

Che cosa è la negoziazione assistita? Tonino deve intentare causa per ottenere la restituzione di un prestito. Prima di adire un giudice, è possibile avvalersi dell’istituto della negoziazione assistita, per trovare un accordo con la controparte fuori dalle aule del tribunale Caro avvocato, dovrei intentare una causa contro un mio parente per chiedergli la restituzione della somma datagli in prestito di € 20.000,00, che ora non vuole più darmi. Mi hanno detto che prima di fare una causa, devo iniziare una negoziazione, ma non so cosa sia. Potrebbe darmi delle delucidazioni? Tonino Caro Tonino, il nuovo istituto della negoziazione assistita, ispirato all’analogo modello francese, ha trovato ingresso nell’ordinamento giuridico italiano con il recente “decreto giustizia” convertito nella legge 162/2014. La nuova procedura di negoziazione assistita mira a portare fuori dalle aule dei tribunali i contenziosi, bloccando a monte l’afflusso dei processi e costituendo un’alternativa stragiudiziale all’ordinaria risoluzione dei conflitti. La negoziazione assistita consiste nell’accordo tramite il quale le parti in lite

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convengono “di cooperare in buona fede e lealtà”, al fine di risolvere in via amichevole una controversia, tramite l’assistenza di avvocati, regolarmente iscritti all’albo ovvero facenti parte dell’avvocatura per le pubbliche amministrazioni. La convenzione deve contenere sia il termine concordato dalle parti per l’espletamento della procedura, che non può essere inferiore a un mese e superiore a tre (salvo proroga di 30 giorni su richiesta concorde delle parti), sia l’oggetto della controversia, che non può, come dispone expressis verbis la norma, riguardare né i diritti indisponibili né materie di lavoro. La convenzione deve essere redatta, a pena di nullità, in forma scritta e deve essere conclusa con l’assistenza di uno o più avvocati. Il procedimento. L’iter procedimentale comincia con l’informativa da parte dell’avvocato al proprio cliente della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita. La parte che sceglie di af-

fidarsi alla nuova procedura invia alla controparte, tramite il proprio legale, invito a stipulare la convenzione di negoziazione. In caso di mancata risposta entro trenta giorni o di rifiuto, ciò costituirà motivo di valutazione da parte del giudice ai fini dell’addebito delle spese di lite del giudizio. Se l’invito è accettato, si perviene allo svolgimento della negoziazione vera e propria, la quale può avere esito positivo o negativo. In quest’ultimo caso, gli avvocati designati dovranno redigere la dichiarazione di mancato accordo. Nel primo caso, invece, quando l’accordo è raggiunto, lo stesso deve essere sottoscritto dalle parti e dagli avvocati che le assistono che certificano sia l’autografia delle firme che la conformità alle norme imperative e all’ordine pubblico.

Avvocato Giovanni Severino Cell. 347.35.31.642


Nuovo appuntamento con la nostra rubrica, uno spazio per riflettere attraverso le parole sul periodo sociale e politico che stiamo vivendo. La parola che vi proponiamo questo mese è: televisione.

PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli

C’è troppo silenzio nelle nostre famiglie, troppa solitudine nelle camerette dei nostri figli

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iovani vite stroncate. Nomi e volti che irrompono nella nostra quotidiana vita familiare. Non è mai facile assistere a telegiornali e talk show televisivi insieme ai propri figli quando scorrono notizie, immagini e commenti riguardo a vicende come quelle di Yara, Sarah, Loris. In primo luogo come essere umano, in quanto mi si lacera il cuore al pensiero di tanto accanimento e tanta crudeltà, assolutamente gratuiti, oltre che inaccettabili: colpire una creatura così indifesa e affamata di affetto e desiderosa di avere una famiglia con cui condividere la vita, e violarla nel corpo e nell’animo. Ma ulteriore sofferenza mi ha causato il dover incontrare gli sguardi spaventati dei miei figli e il dover spiegare loro cosa fosse accaduto. Ho sofferto e mi sono sforzato di non appesantire ulteriormente i loro cuori, già così provati. Non so che strascico lasceranno queste tristissime vicende nella vita dei miei figli e di tutti i bambini e gli adolescenti che sono stati testimoni in diretta di una simile atrocità. So però che a me, oltre lo strazio e la pena infinita per quegli angeli, è rimasto il desiderio di non lasciare mai soli i miei figli. È dovere di noi genitori vegliare sempre su di loro, cercando di carpire ogni sguardo e di decifrare ogni silenzio. Mi terrorizza la possibilità di non accorgermi di qualche grossa nuvola nera che si addensa sul loro orizzonte e di non essere in grado di aiutarli a scacciarla. Quante volte vorrebbero dirci qualcosa, ma la nostra frenetica vita familiare ci porta ad andare di corsa e a rimandare. C’è troppo silenzio nelle nostre famiglie, troppa solitudine nelle camerette dei nostri figli. Facciamoci, per il Tempo pasquale, un regalo davvero importante: lasciamo per un po’ da parte il lavoro, la carriera e tutti gli impegni quotidiani e fermiamoci a parlare di più con i nostri figli. Il ruolo dei genitori è pieno di difficoltà e irto di prove. L’età dell’adolescenza getta i nostri figli in una condizione di sentimenti alternanti, spesso mascherati da silenzi e desiderio di isolarsi. È nostro compito riempire i momenti di solitudine e aiutarli a liberarsi da tutti i pesi, anche quelli grossi come macigni. Solo così il sacrificio di quelle giovani vite non sarà stato vano e resteranno per sempre nei nostri cuori con i loro occhi spalancati sulla cattiveria del mondo.

La TV

DEL DOLORE Non è mai facile assistere a telegiornali e talk show insieme ai propri figli quando scorrono notizie di giovani vite stroncate. Quali strascichi lasceranno queste immagini nella vita di tutti i bambini che sono stati testimoni di simili atrocità?

Immagine di repertorio APRILE 2015 Insieme

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Il concorso ifeelCUD

Dal primo marzo torna ifeelCUD, il concorso nazionale rivolto alle parrocchie che premia progetti di utilità sociale

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estinando l’8xmille aiuterai la tua parrocchia. È questo lo slogan che promuove in tutte le comunità il concorso ifeelCUD, giunto alla sua quinta edizione. Ogni parrocchia potrà parteciparvi iscrivendosi sul sito www. ifeelcud.it e ideando un progetto di utilità sociale per la propria comunità. Concorrerà così alla vincita di un contributo economico per la realizzazione dell’idea proposta. In palio 8 premi, da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 15.000 euro, ai quali si aggiunge, per le parrocchie che abbiano presentato anche un video, il premio del pubblico per il filmato più votato online. “Questo bando nazionale, rivolto alle parrocchie, ha come obiettivo contribuire a far realizzare progetti di utilità sociale che spesso poi diventano valide alternative e risposte concrete alle famiglie in difficoltà, ai giovani e agli anziani. Penso in particolare ad alcune parrocchie in contesti sociali a rischio o caratterizzati da povertà

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e disoccupazione anche giovanile”, afferma Matteo Calabresi, responsabile del servizio Promozione della C.E.I. “Lo scorso anno – continua Calabresi – fu possibile dare una mano alle parrocchie vincitrici che presentarono opere utili a tutta la comunità: un centro d’ascolto per i giovani, spazi ricreativi per gli anziani e per le attività sportive dei ragazzi, un laboratorio solidale, un doposcuola. speriamo di poter fare altrettanto anche quest’anno”. Le parrocchie verranno premiate da un’apposita giuria in base alla qualità del progetto che presenteranno, secondo criteri pubblicati sul sito. Quindi, una volta scelte le 8 vincitrici, queste saranno, in seconda battuta, ordinate in graduatoria in base alle schede CU* (ex CUD) raccolte. Per partecipare basta ideare un progetto, creare una squadra e iscriversi online sul sito www.ifeelcud.it in accordo con il parroco a partire dal primo marzo. Per chi vuole è possibile realizzare anche un video che illustri l’i-

dea che si intende realizzare. Per poter partecipare sarà necessario organizzare una raccolta delle schede allegate al modello CU (almeno 30) per la scelta dell’8xmille tra le persone esonerate dalla dichiarazione dei redditi. Ogni scheda sarà inserita in busta chiusa e portata ad un CAF (meccanismo nel regolamento in allegato 1). Tutti gli approfondimenti sul concorso su www.ifeelcud.it dal primo marzo.

I titolari del solo modello CU (ex CUD) sono coloro che possiedono esclusivamente redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Tuttavia possono destinare l’8xmille attraverso l’apposita scheda allegata al CU. In alternativa a questa scheda, si può utilizzare quella allegata alle istruzioni del modello Unico, fascicolo 1 (scaricabile da www.ifeelcud.it).


CULTURA ARTE... RISCHI

di don Natalino Gentile

chi li ha visti?

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uando, nel settembre 2009, il dott. Antonio Braca della Soprintendenza di Salerno mi comunicò che nel deposito del Museo diocesano aveva trovato una tavola appartenente alla nostra Diocesi, corsi subito per la verifica. L’avevamo tutti dimenticata, anche se ne parlava un vecchio elenco degli anni 70, tra i quadri provenienti dalla Cattedrale di Nocera: era la meravigliosa tavola dell’A ssunta, del ‘500, fortunatamente traslocata dopo il terremoto dell’80, ed ivi quasi dimenticata ed ultimamente restaurata e rientrata il dicembre scorso. Ne avevamo notizia, trasversalmente, attraverso una piccola opera, l’Ultima cena, che costituiva la predella sottostante. Anche quest’ultima trafugata e, fortunatamente, recuperata dai carabinieri di Amalfi, in procinto di essere spedita all’estero. Era il secondo pezzo importan-

LA RECENSIONE di Rosella Grande

te recuperato. Ma da una ricostruzione storica effettuata da qualche amico appassionato, si è potuto avere una vecchia immagine di tutti i pezzi originali. La tavola riportava, sempre nella fascia sottostante, ai lati dell’Ultima cena, san Domenico e santa Caterina. Questo spiega sia l’origine domenicana del dipinto che l’appartenenza dell’opera alla Congrega del SS.mo Rosario, annessa alla Cattedrale, di chiara fondazione domenicana. Ne fa fede la riproduzione della stessa tavola in un quadro da ammirare nella suddetta congrega: trattasi di S. Alfonso che predica ai confratelli, di Vincenzo De Mita del 1877. A quando la ricostruzione completa dell’opera? A quando la sorpresa di ritrovare i due santi trafugati? Vogliamo credere al miracolo: e lo chiediamo a quel Paradiso di Santi, al Cristo e alla Madonna che aspettano la loro compagnia!

TACCUINo 1964, LE ANNoTAzIoNI DI VITToRIo BACHELET

A Taccuino 1964 miesi, maria Grazia e Giovanni bachelet (cur.) pp. 192, € 9,00 - Editrice Ave www.editriceave.it

ppena uscito ma già richiestissimo Taccuino 1964 di Vittorio bachelet propone piccole e significative annotazioni nell’anno della sua nomina a presidente dell’Azione Cattolica Italiana, mentre con Paolo VI il Concilio Vaticano II volge al termine e in Italia moro guida il Governo. scorrendo le pagine si riavvolge il filo delle giornate fatte di incontri, appuntamenti attraverso l’Italia, riflessioni, pensieri: uno spaccato quotidiano in cui si respira l’aria di una stagione difficile e decisiva per la storia e il futuro sociopolitico e culturale non solo della Chiesa italiana ma dell’intero Paese. Tra gli appunti troviamo i ricordi di Gobetti, papa Giovanni, De Gasperi e tanti altri, le sensazioni e le tensioni di fronte a momenti storici quali i funerali di Togliatti o l’elezione del presidente della Repubblica saragat, le riflessioni sul ruolo della tv, fino all’annotazione di sentimenti appartenenti alla dimensione familiare e privata. Il testo è un prezioso inedito, curato dalla famiglia bachelet.

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CARISSIMI di mons. Giuseppe Giudice

Rinascere dall’a lto Carissimo Nicodemo, voglio scrivere a te mentre ho dinanzi agli occhi la bellissima Pietà Bandini, o Pietà di Nicodemo, scolpita da Michelangelo, pare per la sua tomba, e conservata a Firenze nel Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Nel marmo hai il volto dell’artista e Gesù sembra nascere dal tuo petto, quasi a voler dire che dobbiamo partorire il Cristo. Opera incompleta, come altre opere tardive, per ricordarci che l’opera di Dio, segnata dalle mani dell’uomo, non è mai completa e sempre attende un compimento, sospeso tra il nascere alla terra e il rinascere al cielo. Caro Nicodemo, fariseo e uno dei capi dei Giudei, è nel Vangelo di Giovanni che sono venuto a cercarti e ti ho trovato in tre pericopi: Giovanni 3,1-13; Gv 7,45-53; Gv 19,38-40. Nel tuo venire alla luce, contemplo il “mistero di Nicodemo” (E. Dickinson) intrecciato nel mistero di ogni uomo che, con fatica, nuovamente e dall’alto cerca di rinascere. Tu vai di notte da Gesù e, intessendo con Lui un dialogo stupendo, ci aiuti a porre le domande grandi ed essenziali, quelle domande di sempre e perciò attuali. Nella tua notte, nei tuoi dubbi, nel tuo chiedere c’è tanto del nostro questuare e tu ricordi ad ogni uomo che egli rimane sempre un punto interrogativo. E, in quella notte, il Maestro ti parla delle cose del cielo, dell’amore di Dio, di un serpente innalzato e tu, stralunato, non comprendi come e dove bisogna ritornare per rinascere. Giovanni, l’evangelista, gioca con le parole e porta l’ascoltatore sempre in bilico tra due livelli diversi, per non tarpare le ali della sua libertà. A te, nella tua notte, Gesù annuncia che la verità è un nascere, un venire alla luce. Proprio come un bambino che, nascendo, viene alla luce. Ed è qui il mistero di un Dio che si fa piccolo e che sconvolge ogni tradizione religiosa. Ti ritrovo poi più avanti quando le guardie tornano e, senza averlo arrestato, esclamano: Mai un uomo ha parlato così! E allora accettando di venire alla luce, tu difendi Gesù perché ricordi che non si giudica per sentito dire. Come ti vedrei nelle nostre piazze mediatiche, dove di continuo, senza ascoltare e sapere, l’altro è giudicato e condannato. E, quando poi la verità arriva, spesso il condannato è già in Croce. Ti hanno insultato dicendo: studia!, come a dire: tu non capisci nulla, che per un dottore della legge è un’offesa grande. Tu, ormai rinato, hai ascoltato in silenzio e, come tutti, sei tornato a casa tua. Ti ritrovo poi la sera del Venerdì Santo, con Giuseppe d’Arimatea, con circa trecento chili di una mistura di mirra e aloe. Avevi ascoltato da Gesù che Dio ha tanto amato il mondo ed ora tu diventi, nel segno, l’icona del tanto, dello spreco, dell’amore senza misura e, trattando il Rabbi come un re, profumi la sua morte e fai rinascere la nostra vita.

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Pietà Bandini di Michelangelo 1545-1555, particolare

Il vescovo Giuseppe scrive a Nicodemo, il capo dei Giudei che ha avuto il coraggio di ascoltare e difendere Gesù, insegnando a ciascuno che non si può giudicare per sentito dire

Quel che è certo è che ci siamo parlati di notte. Che di notte ho tentato, per l’ennesima volta, l’imboscata di Nicodemo. Luigi Santucci


IE O CH NI S R C A O RO HI C R N A CC COE P RO L R R PA E P EI

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Destinando l’8xmille aiuterai la tua parrocchia. Partecipa al concorso ifeelCUD. In palio fondi* per realizzare un progetto di solidarietà per la tua comunità. Scopri come su www.ifeelcud.it.

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Il concorso è organizzato dal Servizio C.E.I. per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica.

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