Insieme dicembre 2014

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DICEMBRE 2014 N. 11 ANNO IX

INTEGRAZIONE, un cammino possibile Sogni e speranze di chi ha lasciato la propria terra per l’Agro SCUOLA

NATALE 2014

CULTURA

Fai la scelta giusta, la nuova rubrica

Il Vescovo scrive ai giovani e alle famiglie

La testimonianza di Silvio Dissegna e Antonietta Meo



Articoli religiosi, oggetti sacri, presepi napoletani, libri, bomboniere, lista nozze, trigesimi e tanto altro...

Via Roma, 85/87 - 84087 Sarno (SA) tel. 081 513 71 49 - cell 393 97 40 101 mirsarno@gmail.com


DICEMBRE 2014 N. 11 ANNO IX

Foto di copertina Salvatore Alfano

sommario Dicembre 2014 5 EDITORIALE Pace in ogni terra

INTEGRAZIONE, un cammino possibile Sogni e speranze di chi ha lasciato la propria terra per l’Agro SCUOLA

NATALE 2014

CULTURA

Fai la scelta giusta, la nuova rubrica

Il Vescovo scrive ai giovani e alle famiglie

La testimonianza di Silvio Dissegna e Antonietta Meo

pRimO pianO

di Silvio Longobardi

6 CRESCIAMO INSIEME

a cura della redazione

La rubrica dei piccoli

9 LA SCOMESSA DELLA CARITà

di Donatella Salvati

10 IL MIO PAESE È DOVE SONO LE MIE FIgLIE

SCUOLA & UNIVERSITà 18 Mense scolastiche e celiachia di Martina Nacchio

20 Sogno di diventare ricercatrice

12 QUANDO L’AMORE VINCE LE FRONTIERE

di Mariarosaria Petti

21 VITA NELL’AgRO

14 AL SERVIZIO DELLA COMUNITà UCRAINA

garanzia giovani di Salvatore D’Angelo

16 DALLE PERIFERIE DEL MONDO ALL’ITALIA

VITA ECCLESIALE

30 Un anno straordinario 31 Verso Firenze di Salvatore D’Angelo

42 NEwS DALLE PARROCCHIE Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti

49 IN PARROCCHIA Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete

56 BACHECA I nostri auguri a cura della redazione

LE RUBRICHE 58 Pagine della nostra storia di Silvio Longobardi

59 Arte... rischi

di don Natalino gentile

60 Le suore Francescane di sant’Antonio di padre Paolo Saturno

61 Il legale risponde a cura dell’avv. gianni Severino

62 LE PAROLE DELLA CRISI Dolci salutisti per Natale di Peppe Iannicelli

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IL PANE DELLA DOMENICA Commenti a cura delle Sorelle Clarisse del monastero di Santa Chiara

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DON ENRICO SMALDONE

Angri, 22 novembre. Un momento della Celebrazione eucaristica per il centenario della nascita di don Enrico Smaldone


EDITORIALE di Silvio Longobardi

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a violenza è sempre una barbarie. Ma quella che viene fatta in nome di Dio, mette nel cuore una incontenibile tristezza. Non solo la fede ma la ragione stessa si ribella a questo tentativo, peraltro non nuovo, di reclutare Dio e di mettere il suo sigillo sulle battaglie che hanno altre ragioni e altri interessi, politici ed economici. Non possiamo più far finta di non vedere. Questa violenza non è più limitata ad alcuni gruppi e non può essere più etichettata come espressione di un fanatismo esasperato. Siamo di fronte a gruppi organizzati e finanziati, anzi ad un vero e proprio esercito che combatte in nome dell’Islam e fa centinaia di proseliti anche tra i giovani nati e cresciuti in Europa. Un fenomeno inquietante.

Con pudore i media evitano di usare l’aggettivo islamico, preferiscono il vocabolo islamista che dice contiguità ma non coincidenza. Si parla anche di organizzazione jihadista. Queste sottigliezze terminologiche sono segno di rispetto ma rischiano anche di nascondere la verità. Perché il mondo islamico è percorso da queste ideologie sanguinarie che fanno della violenza lo strumento ordinario? Loro dicono di applicare fedelmente la legge coranica. E gli altri musulmani cosa dicono? Tempo fa il vescovo di Imola si buttò nella mischia mediatica chiedendo ai fedeli dell’islam che vivono in Italia di dire con chiarezza da che parte stanno, attendeva una presa di posizione forte e decisa contro quelli che impropriamente usano il vessillo dell’islam. Una richiesta più che ragionevole. Al massimo poteva essere interpretata come una provocazione culturale. Non mi risulta che abbia ottenuto le risposte che desiderava. Un altro vescovo, che vive sulla sua pelle la violenza perpetrata dal fanatismo islamico, il Patriarca di Babilonia dei Caldei,

Pace in ogni terra Louis Raphael I, ha scritto una Lettera aperta Ai fratelli e alle sorelle musulmani di tutto il mondo in cui denuncia “la latitanza della comunità islamica ufficiale” che si è limitata a fare alcune “dichiarazioni timide e deboli”. Per intenderci, Raphael I è la massima autorità del mondo cattolico in Iraq. Parla con cognizione di causa. È superfluo dire che questo appello non ha trovato alcuna eco sulla stampa italiana. E non ha suscitato alcun dibattito serio. L’Isis in Iraq, il gruppo al-Shabaab in Kenya, Boko Haram in Nigeria, Al-Qaida in Afghanistan… sono soltanto la punta dell’iceberg. Fa meno rumore ma è ancora più diffuso in tutto il mondo islamico un fondamentalismo sempre più intollerante e violento contro i cristiani. Storie drammatiche che non ricevono adeguata risonanza. Il mondo deve reagire con determinazione per vincere la strisciante rassegnazione che comincia a farsi strada. In prima fila vogliamo trovare proprio quei musulmani che sono stanchi di vedere l’islam usato come scudo per giustificare la violenza. Pace in terra: è il canto che risuona nella notte di Betlemme, non è un semplice augurio che raccoglie e manifesta la speranza ma è l’annuncio di ciò che accade. È la lieta notizia che accompagna i passi dell’umanità e custodisce la speranza. Il Natale ricorda che la pace viene da Dio, è un dono da accogliere come mendicanti. Ogni nostro impegno, che deve tradursi in scelte precise, non deve dimenticare che la pace ha bisogno di Dio, di quel Dio che nella notte di Betlemme si è presentato come un Bambino, umile e indifeso; ed ha vissuto nella forma di Servo, lasciandosi inchiodare alla croce.

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Cresciamo insieme La rubrica dei piccoli di Donatella Salvati

Alessia ha 10 anni, frequenta la parrocchia Santa Maria di Costantinopoli di Angri e per lei il mondo è colorato di rosa e verde. Ai miei occhi appare traboccante di ottimismo e passione. La sua famiglia la segue con amore e semplicità, per indirizzarla sulla strada giusta, dove al primo posto c’è il rispetto per l’altro e la condivisione. La piccola Alessia

“Ho fatto la prima Comunione insieme agli scout”

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uesta semplice intervista è il frutto del nostro incontro virtuale, ed io e Alessia siamo sicure che sarà veicolo di un messaggio importante per voi giovani lettori e per voi cari genitori che seguite i vostri ragazzi con dedizione. Quest’estate ha ricevuto Gesù per la prima volta insieme agli scout di don Luigi La Mura Come ti chiami? Alessia. Quanti anni hai? Dieci. Qual è il tuo colore preferito? Mi piacciono molto il verde acqua e il rosa chiaro, perché sono colori molto

luminosi. Che classe frequenti? Frequento la quinta elementare. Sai, a me piace molto studiare. È molto importante studiare, coltiva sempre talenti come questo. Suppongo quindi che tu abbia una materia preferita… Sì, infatti. Preferisco l’italiano, in particolar modo la grammatica. Ti piace leggere? Sì, i miei libri preferiti sono quelli di Geronimo Stilton. Anche a me piace leggere, la lettura arricchisce la mente. Qual è il tuo programma televisivo preferito? Il mio programma preferito è un telefilm,

si chiama Sam and Cat. Qual è per te la cosa più bella ed importante della vita? Per me la famiglia e l’amicizia sono fondamentali. Ah, che bello il calore di una famiglia! Da quante persone è composta la tua? Oltre me, mamma e papà ci sono due fratellini e tre bravissimi nonni. La tua più grande passione… La musica! Da grande vorrei fare la cantante. Per il momento però non studio musica ma ci stiamo organizzando. Hai soli dieci anni e hai già tanti sogni nel cassetto. Com’è nato il tuo amore per la musica? In realtà ricordo di averlo sempre avuto.


I consIGLI DeLLA PsIcoLoGA Le opportunità del natale la ricetta

Spunti e suggerimenti per mamma e papà, piccoli consigli per vivere la preparazione al Natale insieme ai propri figli Il clima del Natale rappresenta per le famiglie l’opportunità di “riscaldare le relazioni” attraverso spazi di grande intimità. Fondamentale qui è il ruolo dei genitori che possono impegnarsi per

Biscotti… per fare festa insieme

rendere questo un tempo ricco di preparativi e momenti vissuti in famiglia. Non sono importanti i regali costosi, il dono è l’occasione per permettere al bambino di sentirsi al centro delle attenzioni! Compito dei genitori sarà quello di aiutare i bambini a far fronte alla realtà rispettando il bisogno di credere alle proprie fantasie, assegnando il giusto significato agli accadimenti di questo tempo. Così, anche la preparazione del presepe e la decorazione dell’albero di Natale con i propri figli rappresentano la “trasformazione” di alcuni pezzi di legno e di un abete in rappresentazioni che assumono i toni di qualcosa di magico e che rimarranno impressi nella mente di ciascuno. Carolina Rossi

Fin da piccola il mio canale preferito era MTV, poi ho iniziato a divertirmi cantando le sigle dei cartoni animati, e poi a seguire i talent. Qual è la tua canzone preferita? Break Free di Ariana grande Dimmi un tuo difetto e una tua qualità… Un mio difetto è l’indecisione e una mia qualità è la disponibilità. Frequenti la parrocchia Santa Maria di Costantinopoli, fai anche parte di qualche gruppo? In realtà no. I miei genitori, Pia e gennaro, mi stanno indirizzando verso il cammino scout e proprio in questi giorni ho partecipato per la prima volta ad un incontro. Però la mia prima vera

esperienza in questo gruppo l’ho già avuta quest’estate. Ho fatto la comunione insieme agli scout ed è stato fantastico! Che ricordi porti con te? Mi è rimasto impresso il paesaggio, l’aria fresca di montagna e il cinguettio degli uccelli. È stato molto emozionante. Cara Alessia, tu sei la seconda bambina che incontro per questa rubrica, e anche a te voglio fare un regalo un po’ particolare. Ti regalo un cartellone che ti chiedo, adesso, di utilizzare per lasciare un messaggio agli altri ragazzi. Mi raccomando, è un’occasione d’oro: stUDIAMo! Perché lo studio e la conoscenza ci porteranno lontano e saremo così donne e uomini liberi.

Cari bambini e cari genitori, il Natale si avvicina e anche la rubrica si addobba per la festa più sentita dell’anno, quella che unisce, appunto, grandi e piccini. gery Coppola, esperta in cake design, ci aiuta con una ricetta molto semplice a riscoprire la bellezza dello stare insieme, magari preparando dei biscotti deliziosi da appendere all’albero o da condividere in famiglia.

biscotti alla vaniglia Ingredienti: 125g di burro 125g di zucchero semolato 1 uovo 1 bustina di vanillina 250g di farina Preparazione In una ciotola montate burro e zucchero con le fruste per ottenere una crema spumosa. Unite poi uovo e vanillina e amalgamate. Setacciate metà della farina sulla crema e mescolate con cura, facendo lo stesso con la restante parte. A questo punto lavorate la pasta con le mani, avvolgetela nella pellicola e lasciatela in frigorifero per 30 minuti. Nel frattempo preriscaldate il forno a 180° e successivamente con il matterello stendete la pasta sul tavolo leggermente infarinato e ricavate una sfoglia spessa 4mm circa. Ritagliate poi i biscotti con gli stampini che più vi piacciono ed infornate per 10-15 minuti. Quando i biscotti saranno diventati dorati sfornate e decorate a piacere.

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La Redazione di Insieme

augura ai lettori, ai parroci, ai collaboratori, ai referenti e agli sponsor

un sereno e santo Natale Meraviglia Meraviglia di una notte in cui la luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce.

Meraviglia di chi parla delle cose del cielo mentre ci ostiniamo a parlare solo delle cose della terra.

Meraviglia di chi fa la verità venendo alla luce con le opere fatte in Dio e non costruite solo dagli uomini.

Meraviglia di chi prepara una culla al Disceso dal cielo l’eternamente giovane senza il quale nessuno sale al cielo e rinasce. Meraviglia di chi crede in Lui rinascendo dall’alto da acqua e da Spirito nella notte inzuppata di luce stupore sempre nuovo del Natale!

Meraviglia di un Dio che ha tanto amato da dare il Figlio per salvare il mondo e non per giudicarlo.

† Giuseppe, Vescovo

DICEM N. 11 BRE 201 ANNO 4 IX

Fai paRte della Famiglia di INSIEME? In regalo per te la Lettera di Natale del vescovo giuseppe.

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Voi che avete la luce, che ve ne fate della luce? Continua il suo racconto mons. giuseppe giudice che scrive una lettera ad ogni famiglia, casa del Natale. Un itinerario per ricordare a bambini, ragazzi, adolescenti, giovani e adulti che il Natale è la festa della luce, luce vera che illumina ogni uomo,, luce che si accende nella stanza buia del mondo e in quella caotica della nostra vita.

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in Primo Piano a cura della redazione

Battesimo celebrato don Andriy Yevchuk, sacerdote ucraino che dal 2006 si occupa delle comunità ucraine di rito bizantino nelle diocesi di Pompei, Sorrento - Castellammare di Stabia e Nocera Inferiore – Sarno

La scommessa della carità

H

o avuto modo di conoscere da vicino persone che vivono in un contesto sociale segnato dalla povertà e dalla mancanza dei beni essenziali. Nei Paesi del Sud, come il Burkina, e in quelli dell’Est, come l’Ucraina. Non mi sorprende perciò il fenomeno migratorio che assume proporzioni sempre più ampie. Siamo solo all’inizio di un processo inarrestabile che cambierà in modo significativo lo stile della nostra società. Le guerre e i conflitti rappresentano un ulteriore incentivo ma non sono la causa prima né quella decisiva. Alla base c’è il desiderio di garantire un diverso futuro ai propri figli.

di una crisi che costringe a ridimensionare drasticamente le nostre abitudini.

Le migrazioni sono il segno di un travaglio che attraversa la società contemporanea e contribuiscono a generare una società sempre più complessa, segnata dall’incontro, ma anche dall’inevitabile scontro, tra culture e civiltà. L’integrazione sociale è il frutto maturo di un lungo cammino che richiede tempo e pazienza da entrambi le parti, chi viene e chi accoglie. Le leggi non bastano, serve un cambio di mentalità, non è facile abbandonare paure e pregiudizi, soprattutto nel tempo

Siamo chiamati a prenderci cura di questa umanità dolente, come faceva gesù. Ma siamo anche chiamati a dare ragione della nostra speranza perché, come diceva il cardinale Tettamanzi qualche anno fa, lo slancio missionario della Chiesa “non è più solo ad gentes, ma è anche infra gentes”. Una Chiesa che diventa casa ospitale incarna il Vangelo della carità e mostra con i fatti che l’unità dei popoli non è una vaga utopia ma una speranza affidabile. Silvio Longobardi

Un fenomeno complesso come questo ha tante facce e non tutte sono amabili. Il dossier che qui presentiamo racconta alcune storie che appartengono alla nostra terra. Sono vicende che mostrano il coraggio e la determinazione di chi ha lasciato il proprio Paese per costruire altrove una casa che profuma di futuro; ma svelano anche la cordialità e l’accoglienza della nostra gente, il sostegno morale e materiale che essa ha saputo offrire, favorendo così una rapida integrazione.

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LA STORIA Foto di repertorio

“Il mio Paese è dove sono le mie figlie”

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lla nascita sua madre le ha dato il nome di Ilham, che in arabo significa ispirazione. Inconsapevolmente, ha inscritto in lei il coraggio e l’intraprendenza di una donna che insegue la luce anche nel buio delle difficoltà. È partita dal Marocco il 13 maggio 2007. L’ex marito era in Italia dal 1995 e grazie al ricongiungimento familiare anche Ilham lascia il suo Paese per raggiungere San Marzano sul Sarno, con la figlia Aya di solo quattro anni. «I primi due anni non li conto» rammenta. Vive in una casa in periferia, trascorre le giornate con la sua piccola e non conosce l’italiano. Nel 2008, quando dà alla luce la secondogenita, Doaa, non sa come comunicare all’ospedale. La ginecologa la rassicura: «Al momento del parto, non serviranno parole». Nel 2011 la prima svolta della sua vita: va a scuola per la richiesta di una dieta adeguata per Aya per motivi religiosi. Ilham è musulmana e non mangia carne di ma-

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iale. Incontra Emma Tortora, la dirigente scolastica. Trova in lei una persona accogliente, sensibile. Ascolta la sua storia, intercetta il suo bisogno di inserirsi in quel tessuto sociale locale. Scopre che Ilham è laureata in lingue e le propone di rendersi disponibile per un progetto che la scuola sta per avviare: insegnare il francese. Quel servizio – prestato gratuitamente – «era un passo per integrarmi – racconta – ho smontato l’idea della straniera che non ha studiato e viene in Italia a fare l’operaia». Tutto sembra avviato per il verso giusto, quando scopre un tradimento del marito. Di lì a poco arriverà il divorzio. «Dal dolore escono tante cose» confida. Aya è in un’età delicata, la mamma trentatreenne ha paura che soffra troppo: «Era sempre stata la prima della classe, con mia grande sorpresa. Temevo che l’allontanamento del padre potesse influire negativamente sul suo percorso scolastico».

In arabo, il suo nome significa ispirazione. La storia di Ilham, giunta dal Marocco a San Marzano sul Sarno nel 2007 e la sua straordinaria capacità di inseguire la luce anche nelle difficoltà


La tenuta scolastica dei figli degli immigrati

È il marzo del 2014, Ilham deve trovare il coraggio di reinventarsi. Ha tre bocche da sfamare e sulla carta un mantenimento dall’ex marito di 180 euro per le bambine, fino ad ora mai visto. Deve misurarsi con la vita, con la strada. I suoi occhi vivaci, incorniciati da perfette linee nere di trucco, rincorrono i ricordi e i volti di alcune persone uniche che compongono la sua famiglia italiana. Parla dell’avvocato Colomba Farina, poi della farmacista della città, Helen. Per lei tiene lezioni private di arabo e per i suoi figli di francese. Ilham si era proposta come aiutante domestica, ma la donna le aveva detto: «Io ho studiato tanti anni e anche tu, perché devi fare le pulizie?». «Era il suo modo per aiutarmi» afferma la mamma marocchina. Le sole lezioni di lingua non bastano per arrivare alla fine del mese. Trova un incarico stagionale duro e faticoso, che la tiene lontano dalle sue figlie: la lavorazione delle cipolle. «Io ero una casalinga, quello era un altro mondo. Ero diventata una mamma assente». L’insegnante che abita al piano di sotto, Maria Pagano, oltre ad averla aiutata economicamente in passato, adesso bada ad Aya e Doaa, mentre lei è a lavoro. «Quando ho intrapreso questa attività, Doaa ha cominciato la scuola. Volevo seguirla come ho fatto con Aya, ma non potevo. È stata sua sorella ad aiutarla. Ha fatto con lei quello che farebbe una madre». La stanchezza fisica non ferma Ilham, che continua a cercare altre occupazioni ed a incasellarle in giornate lunghe anche 16 ore. «Ho iniziato a fare le pulizie, un solo giorno a settimana, per la macelleria di Giuseppe Ciancia. Conoscere la famiglia Ciancia è stata la fortuna più grande della mia vita». Il macellaio diri-

ge anche una paninoteca e le chiede di dare una mano il sabato sera. Ilham serve ai tavoli, sistema la sala e finisce tardi, a notte inoltrata. Pensa di non poter conciliare l’impegno con il suo compito di madre. Invece, Giuseppe la sorprende, le mette a disposizione una stanza della casa dei suoi genitori per far dormire Aya e Doaa, che lei raggiunge a chiusura del locale. L’attività stagionale termina e non c’è il tempo per preoccuparsi: la cuoca della paninoteca lascia il suo posto. Ilham all’improvviso si trova a dover cucinare e gestire da sola il locale: «Imparo in fretta e non mi tiro mai indietro» riferisce. Da quel momento ha «un impiego fisso ed anche una famiglia fissa. Porto con me le ragazze, a inizio turno, che dormono al piano di sopra. Quando finisco le raggiungo e al mattino la sorella di Giuseppe ci riaccompagna in auto a casa». Il suo velo non spaventa e non allontana. È rispettata, perché sa rispettare. Quanta ricchezza racchiude la storia originalissima che sta scrivendo con le sue figlie. Dal suo Paese ha ereditato la straordinaria apertura all’altro e alle culture più diverse. Solo 14 chilometri separano il Marocco dalla Spagna: un crocevia di tradizioni, usi e lingue. Ne parla tre: arabo, francese e italiano. Le sue figlie hanno appreso meglio di altri il meccanismo per approcciarsi a suoni e lettere nuove, tanto da aver imparato da sole – con canzoni e internet – lo spagnolo. A tavola porta la cucina italiana senza dimenticare le tradizioni marocchine. Ilham, ispirazione. La sua vita è tutta una luce, per sé e per gli altri. «Il mio Paese è dove sono le miei figlie, dove ho un lavoro. Dove sono felice». Mariarosaria Petti

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econdo il recente saggio “Immigrazione: sfida per una nuova Italia” (editrice AVE) ci sono problemi legati alla tenuta scolastica e al percorso formativo dei figli degli immigrati. Scrive Luca Di Sciullo del Centro Studi e Ricerche IDOS: «Sebbene nell’a. s. 2010-2011 gli alunni stranieri siano stati in Italia quasi 710.000, il 7,9% dell’intera popolazione scolastica nazionale, per un incremento di ben il 5,4% rispetto all’anno precedente, le difficoltà di permanere nel circuito scolastico o di percorrerlo senza ritardi o penalizzazioni restano molte». L’esigenza per molti figli di immigrati è di contribuire il prima possibile al sostentamento del nucleo familiare o di rendersene completamente autonomi. Prosegue il ricercatore: «Una prova di ciò si ottiene osservando l’esiguo numero di universitari stranieri nel nostro Paese: nell’a. s. 2010-2011 se ne sono contati 61.777, pari ad appena il 3,6%».

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Dimitar e la fidanzata Rachele

Quando l’amore vince le frontiere Dimitar si sente italiano, ha dimenticato tradizioni e usanze del suo Paese natio. La lingua è lo strumento che lo lega alla famiglia che è ancora in Bulgaria. Quest’anno ci è ritornato, con una sorpresa speciale per i suoi nonni: la fidanzata Rachele

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apelli rossi e sorriso aperto per Rachele, temperamento schivo quello di Dimitar. Socievole e pronta al dialogo la ragazza, riservato e introverso il fidanzato. Un’altra differenza caratterizza la giovane coppia: due cittadinanze diverse, italiana per lei e bulgara per lui. Si sono conosciuti nella comunità dei giovani di Nocera Inferiore della Fraternità di Emmaus, tre anni fa. Dopo pochi mesi dall’inizio del cammino, in occasione di un ritiro a Montoro, Dimitar inizia a guardare Rachele con occhi nuovi. Propone un timido corteggiamento: ogni venerdì le invia un sms alla stessa ora, per diverse settimane. La curiosità della laureanda in Ingegneria biomedica lascia il posto alle prime domande sui suoi reali sentimenti, quando un venerdì Dimitar sal-

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ta l’appuntamento. L’amore sboccia ed è coltivato alla luce della fede. Un passo indietro. Dimitar è arrivato in Italia undici anni fa. Aveva raggiunto sua madre e doveva trascorrere soltanto le vacanze estive nell’Agro. Poi, la scelta di restare per studiare, unica condizione posta dalla mamma. Inizia l’Istituto alberghiero a Pagani: «Dopo un anno e mezzo mi sono fermato». Al pomeriggio studiava la lingua italiana, non riusciva a stare al passo con le altre materie. La scuola non ha supportato il suo processo di integrazione. Per tre mesi frequenta un corso intensivo di italiano, ma poco è l’impegno e la dedizione della docente. La sua è un’intelligenza intuitiva e pragmatica. Rachele spiega: «A volte, segue quello che sto studiando. Apprende

in fretta, anche se non ha basi». Un’attitudine che lo spinge a dedicarsi al lavoro. Trova un impiego a Pagani, dove conosce Francesco Petrosino. Un’amicizia che segna tutta la sua vita. Sarà suo apprendista idraulico per 5 anni. Da tre invece, i due sono soci. Alla pari. Francesco non gli insegna solo un mestiere, condivide con il ragazzo la sua esperienza all’interno della Fraternità di Emmaus. Dimitar ne è affascinato: un cammino che accompagna le famiglie e la loro fede incarnata. Decide di partecipare ad un incontro. Non frequenta per due anni per poi ritornarvi con più convinzione. Questa volta, la solarità di Rachele lo trascina e insieme costruiscono mattone dopo mattone la loro storia. La Bulgaria. Dimitar si sente italiano, ha


gLI IMMIgRATI CI INSEgNANO L’AMORE PER LA FAMIgLIA

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ancora l’autore del dossier sull’immigrazione, Luca Di Sciullo, a fornire dati preziosi: «In quattordici anni, dal 1996 al 2009, in Italia sono stati celebrati quasi 258.000 matrimoni misti (unioni tra un partener italiano e uno straniero), di cui 21.357 (un decimo del totale annuo) nel solo 2009, quando si sono contate anche 10.702 unioni tra partener entrambi stranieri». Nonostante molti fattori connessi alla dimensione familiare siano critici (accesso alla casa, occupazione, ecc…) gli

dimenticato tradizioni e usanze del suo Paese natio. La lingua è lo strumento che lo lega ancora a parte della sua famiglia che è ancora in Bulgaria. Quest’anno ci è ritornato, con una sorpresa speciale per i suoi nonni: la fidanzata. Rachele ha messo in valigia qualche parola bulgara ed è partita con il desiderio di conoscere tutto il mondo di Dimitar. «Mia madre tornerebbe anche domani, resta qui solo perché ci sono io. Per me è diverso, ero ragazzino quando sono arrivato. Mi sen-

insieme Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Direttore responsabile Andrea Annunziata Direttore editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

immigrati si distinguono per una spiccata capacità di iniziativa familiare, come testimonia la citata indagine: «A fine 2009, in Italia le famiglie residenti con almeno un componente straniero al proprio interno erano una ogni dodici (8,3%) e precisamente circa 2.074.000 su un totale nazionale di nuclei familiari pari a 24.905.000». Inoltre, la presenza degli immigrati in Italia ha dato vita al fenomeno della cosiddetta replacement migration: i migranti hanno rimpiazzato il numero degli italiani non nati.

to a casa ormai» afferma il giovane. Nella coppia nessuno dei due avverte una distanza di cultura: «Sarà una ricchezza per i nostri figli, poter imparare due lingue sin da piccoli». Infatti, Dimitar pronuncerebbe il suo “sì” anche domani. Rachele con i suoi 23 anni aspetta di concludere gli studi e avere qualche certezza lavorativa. Mi consegnano così – tra un aneddoto e l’altro – il loro sogno nel cassetto: sposarsi. Mariarosaria Petti

gLI IMMIgRATI E LA RISPOSTA ALLA CRISI OCCUPAZIONALE

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al saggio “Immigrazione: sfida per una nuova Italia” leggiamo ancora: «Oltre cinque milioni sono gli immigrati che vivono attualmente in Italia, pari all’8% della popolazione. Di essi due milioni e mezzo sono lavoratori, pari a circa un decimo dell’occupazione totale del Paese. Svolgono mansioni non più ambite dagli italiani e costituiscono una risorsa preziosa ed indispensabile per l’intero sistema economico-produttivo nazionale». Rispetto alla crisi economica globale, gli immigrati hanno affrontato meglio degli autoctoni gli effetti sull’occupazione, dimostrando una disponibilità a ricoprire tutte le mansioni, anche le più umili e le più disdegnate dagli italiani. Nonostante l’ideologia diffusa, gli immigrati rappresentano – secondo il ricercatore Luca Di Sciullo – «un fattore di compensazione piuttosto che di competizione».

del Monastero di Santa Chiara, gianfranco Provenza redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Per scrivere alla redazione insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66 hanno collaborato Anna Alfano, Nunzia Manuela giordano, Carolina Rossi, Angela giordano, don Roberto Farruggio, Concetta Mainardi, Danilo Sorrentino, Livia Rossi, Rosa Ruggiero, Mariarosaria Faiella, don Enzo Di Nardi, Susy Ferrentino, Elena Ferrentino, Francesca Strianese, Valeria Fedele, Maria Bonfiglio, Raffaele Massa, don Natalino gentile, Mariano Rotondo, Maria Angela Bisogno, p. Paolo Saturno, Peppe Iannicelli, giovanni Severino, Patrizia Lamberti, Michele Lanzetta, Rosella grande, Sorelle clarisse

Amministrazione Via Vescovado, 4 - 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466 Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano concessionario Cooperativa sociale L’Onda stampa grafica Metelliana s.p.a. - Cava de’ Tirreni (SA) contributo annuale € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola € 20,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore BANCA PROSSIMA IBAN: IT21E0335901600100000070110 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO Causale: Contributo annuale

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L’ESPERIENZA

Il campo estivo a Serino

Al servizio della comunità ucraina

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ompie 34 anni il 14 dicembre. Don Andriy Yevchuk è un giovane sacerdote ucraino, ordinato nel 2006 nella Diocesi di Buchach. “Dopo due settimane – racconta – ero in Italia per imparare la lingua e continuare la mia formazione al Pontificio Istituto Orientale”. Occhi profondi e passo spedito, mostra meno dei suoi anni. Ci incontriamo a Roma, nella grande piazza Santa Maria Maggiore, uno spazio che accoglie persone di diversa età, cultura e tradizione. Dopo la Licenza in Diritto Canonico Orientale, ha conseguito anche quella in Liturgia presso la Facoltà di Scienza ecclesiastiche, sempre al Pontificio Istituto Orientale. Adesso è iscritto al primo anno presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica. Formarsi, per don Andriy, è continuare a nutrire la sua vocazione. Quando gli chiedo se è contento dei suoi studi, afferma: «Il prete è chiamato continuamente a rinnovare il suo sì». Rimane un attimo in silenzio, poi, nel suo ottimo italiano aggiunge: «È la mia vocazione». La formazione teologica ha un’immediata ricaduta pastorale perché serve a formare i fu-

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Dal 2006, don Andriy Yevchuk si occupa della comunità cattolica ucraina di rito bizantino nelle diocesi di Pompei, Sorrento-Castellammare di Stabia e Nocera Inferiore – Sarno. Un’esperienza intensa, che abbraccia il sostegno nel cammino di fede e la conservazione delle tradizioni per favorire il lungo cammino di integrazione turi presbiteri e l’intera comunità cristiana che vive in Ucraina, un Paese che ha sperimentato per troppi anni la cappa del comunismo che impediva ogni libera manifestazione del pensiero. Nato nel 1980, don Andriy ha respirato la fede in famiglia, la “Chiesa domestica” dove era sempre accesa la lampada della preghiera. Racconta: «La mia famiglia custodiva con fedeltà la preghiera. A casa pregavamo tutti insieme». Poi aggiunge: «Nel 1991, con la caduta del comunismo, la Chiesa esce dalle catacombe e vede finalmente la luce». Da quel momento il giovane Andriy può partecipare a Messa liberamente. Ripenso a tutte le volte che accampiamo scuse banali per giustificare l’assenza al banchetto eucaristico domenicale. La sua formazione inizia dall’adolescenza. Frequenta il Liceo ecclesiastico e nel 1999 entra in Seminario. Dopo 7 anni di formazione, è ordinato sacerdote. Poi arriva a Roma per continuare gli studi e il suo Vescovo gli chiede di occuparsi delle comunità ucraine di rito bizanti-


La festa preparata l’anno scorso dai bambini della scuola dedicata al poeta ucraino Taras Shevchenko (200 anni dalla sua nascita)

La Chiesa greco-cattolica ucraina

P no nelle diocesi di Pompei, Sorrento-Castellammare di Stabia e Nocera Inferiore – Sarno”. Luoghi degli incontri. A Pompei, la comunità ucraina si incontra nella cappella Giuseppe Moscati, presso il Santuario, tre volte alla settimana e durante le feste. Nella Diocesi di Nocera – Sarno, prima ci si vedeva a Poggiomarino presso la chiesa dedicata ai Santi Sposi, adesso gli incontri e le celebrazioni sono a Sarno, nella chiesa dell’Immacolata, di fronte alla parrocchia Maria SS.ma delle Tre Corone. A Castellammare, il luogo deputato è la Chiesa Santa Maria del Rosario. A Sorrento, invece, la comunità ucraina s’incontra nella Chiesa di San Paolo. La pastorale a Pompei è assicurata tutte le settimane, nelle altre diocesi, a turno, nelle settimane successive alla prima. Aggiunge don Andriy: «Questo è lo schema delle celebrazioni. Per la pastorale, vado a cercare le persone nelle piazze, faccio incontri nelle famiglie. Molti infatti non hanno il giorno libero la domenica e non riescono a partecipare alla Divina Liturgia». Chi lascia il suo Paese lo fa per motivi economici, in Ucraina la situazione si aggrava ogni anno di più, ma rischia di perdere altri e più importanti beni. Molte mamme lasciano la famiglia, i figli, i genitori. Uno sradicamento che comporta anche la perdita delle diverse tradizioni, legami che danno un volto e una storia. Don Andriy afferma che oggi, soprattutto le famiglie giovani, stanno cercando di invertire questa tendenza. Partono insieme, anche se lavora solo uno dei due. «La mia pastorale si concentra sulle famiglie giovani che vivono insieme e hanno un permesso di soggiorno o una carta di soggiorno familiare, senza abbandonare gli altri». Poco tempo fa una donna che si occupava di una persona anziana, in lacrime, ha condiviso con il sacerdote il dolore per aver lasciato i suoi genitori. «Occupati di questa donna come se fosse la tua mamma». Scelte difficili possono assumere un peso diverso solo se rivestite dall’amore. La scuola. Tra le iniziative promosse in questi anni vi è l’apertura di una scuola presso il Santuario della Be-

rende le radici da Costantinopoli nel 988, ancora prima della divisione tra le Chiese nel 1054. La Chiesa greco-cattolica ucraina è una delle 22 Chiese orientali cattoliche ed è una Chiesa di Rito Bizantino di lingua liturgica in maggior parte ucraina, presente in Ucraina e in tutti continenti del mondo. Nel 1596 (Unione di Brest) riconferma la comunione con la Chiesa di Roma, ed è considerata una Chiesa sui iuris nell’ambito della Chiesa Universale. Il Santo più venerato è San Giosafat (martire), sepolto nella Basilica di S. Pietro a Roma. Il Capo della Chiesa è l’Arcivescovo Maggiore di Kyïv-Haly; la sede della Chiesa è nella capitale di Kiev. L’attuale Arcivescovo Maggiore è Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, eletto dal Sinodo della Chiesa, dopo la rinuncia del predecessore, il Card. Ljubomyr Huzar. L’elezione di Shevchuk è stata confermata dal Papa, secondo i canoni del Codice di Diritto Canonico Orientale. Conta più di 4000 congregazioni e quasi 4 milioni e mezzo di membri.

ata Vergine di Pompei per i bambini ucraini. «Due anni fa c’erano solo 6 piccoli allievi, oggi la scuola ne accoglie 34», afferma con una punta di orgoglio. Aperta il sabato e la domenica, la scuola prepara i piccoli alla prima Confessione. Nel rito bizantino, i sacramenti dell’iniziazione cristiana (Comunione e Cresima) si ricevono insieme al Battesimo. Dopo un anno di preparazione, c’è la prima Confessione, una festa grande per tutta la comunità. Poi il cammino continua. La catechesi è in lingua ucraina, un modo per mantenere vive le radici, i costumi e le tradizioni. «Molti genitori non permettono ai loro bambini di parlare l’ucraino, in questo modo pensano di favorire l’integrazione», aggiunge. Tra le pareti della scuola anche i suoni acquistano un significato profondo, perché il processo di integrazione non fa rima con omologazione. Non è possibile rendere più agevole il cammino dei propri figli chiedendo loro di sotterrare la ricchezza di cui sono portatori. Dal mese di settembre, la scuola è gestita da due suore ucraine, suor Maddalena e suor Sofia, dell’istituto della Sacra Famiglia. Il loro carisma precipuo è accompagnare e sostenere le famiglie, aiutare i genitori nel compito educativo e nella formazione alla fede dei propri piccoli, facendo attenzione a mantenere vivo il ricco patrimonio di cultura e tradizioni di questo popolo. «Sono le prime due suore coraggiose che operano all’estero», aggiunge con un sorriso che gli illumina il volto. Il Natale è alle porte. In Ucraina, la sera del 6 gennaio Insieme - Dicembre 2014

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Dalle periferie del mondo all’Italia

Suor Meli impegnata in una delle sue attività

i figli si ritrovano a casa dei genitori per una cena con pochi grassi. È ancora la vigilia della festa che sboccerà in tutto il suo splendore il giorno seguente. Tradizione tenuta viva dalla piccola comunità ucraina che si riunisce a Pompei per cenare insieme, dopo aver partecipato alla celebrazione eucaristica con il vestito della festa, ricamato ed intarsiato con cura. La Messa è arricchita dai canti che nel rito bizantino hanno un ruolo di primo piano, il Presepe vivente che completa il quadro. A Pasqua invece le famiglie portano cestini pieni di uova colorate, vari salumi e formaggi che il sacerdote benedice prima dello scambio di auguri. «Negli ultimi anni anche famiglie italiane, che hanno stretto vincoli di amicizia con quelle ucraine, partecipano alla celebrazione». Piccoli passi sul sentiero dell’integrazione. La storia. Ci incontriamo un venerdì mattina, il sabato don Andriy in treno ritornerà a Pompei. Nella sua vita, studio e impegno pastorale si tessono insieme donando alle due dimensioni il giusto peso. Un impegno arricchisce e dona vigore all’altro. Ad attenderlo, oltre alla celebrazione eucaristica, c’è un concerto. Un papà ha pregato tanto la Vergine per la guarigione di sua figlia e la Madonna ha prontamente raccolto il suo grido. Diplomato al conservatorio, in Italia si guadagna da vivere facendo il muratore. Anche la moglie è musicista. Si esibiscono insieme e i fondi raccolti saranno inviati in Ucraina per sostenere le famiglie gravate dal peso della guerra. La terra da cui si parte resta attaccata sotto ai piedi e nel cuore. Per sempre. In Italia vi sono 150 comunità greco cattoliche e 48 sacerdoti che se ne prendono cura grazie al contributo dell’Istituto Sostentamento Clero. Per don Andriy un segno di maternità della Chiesa che si preoccupa di tutti i suoi figli. Antonietta Abete

Qualche dato In un anno, don Andriy ha celebrato più di trenta battesimi. Cinquecento dal 2000, e circa 60 matrimoni tra ucraini. La celebrazione per la Santa Pasqua si svolge all’aperto a Pompei, nella piazza di Papa Giovanni XXIII, e ha un’affluenza di circa 2000 persone.

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Suor Meli, indonesiana, da due anni opera al servizio delle suore anziane nella Casa madre delle suore Serve di Maria Addolorata a Nocera Superiore

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a vissuto in tre differenti Paesi: fino a 29 anni in Indonesia, poi come postulante è stata in Messico e dal 2012 è in Italia per il tempo della formazione che la porterà, tra qualche anno, alla professione perpetua. Il volto di suor Meli – così la chiamano tutti – è dolce e accogliente. La religiosa ha fatto breccia nel cuore delle famiglie di Portaromana a Nocera Superiore, vive infatti nella Casa madre delle suore Serve di Maria Addolorata, e in quello dei bambini della parrocchia Santa Maria degli Angeli. In questa comunità si occupa del catechismo e per due anni consecutivi ha partecipato al campo estivo. La sua vita non è stata sempre semplice. Ha perso entrambi i genitori per la tubercolosi. Orfana, da primogenita ha dovuto crescere le due sorelle e il fratellino. È stata questa prova a farla avvicinare alle suore Serve di Maria Addolorata. La fondatrice, la Serva di Dio Maria Consiglia dello Spirito Santo, rimase orfana a quattro anni e la congregazione nacque proprio per dare assistenza alle bambine rimaste sole. «Da orfana – ha confidato suor Meli – mi sono sentita attirata e accolta spiritualmente dalla fondatrice, prima ancora di decidere di voler diventare suo-

ra». Conobbe le figlie di Madre Maria Consiglia durante un incontro di discernimento vocazionale. Il cristianesimo è giovane nella sua isola, fu portato appena un secolo fa dai padri missionari Verbiti che arrivarono a Ruteng. Come ci si prepara al Natale in queste diverse parti del mondo? In Indonesia, nazione a maggioranza musulmana, si «vive fortemente l’aspetto religioso e spirituale, è poco lo spazio dedicato all’esteriorità, tanto quello dedicato alla preparazione vissuta in un Avvento intenso e riservato al silenzio e alla riflessione». Con il trasferimento in Centro America le cose cambiano, «si percepiva l’aspetto commerciale, fortunatamente con i nostri bambini riuscivamo a mantenere il clima di raccoglimento necessario, che diventava festa con la novena porta a porta». In Italia, confida la religiosa, si avverte molto l’attaccamento consumistico: «Bene la festa, ma bisognerebbe ritrovare il silenzio e il raccoglimento già dall’Avvento. Consiglio a tutti di non smarrire il senso dell’attesa, di ritornare all’autenticità». Esperienze che suor Meli vive nell’accoglienza delle sorelle più deboli: «Insieme a loro vivo la venuta di Gesù che attraverso i piccoli e i sofferenti si dona al mondo». Salvatore D’Angelo


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SCUOLA&UNIVERSITÀ

Mense scolastiche e celiachia

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ndrea e Teresa sono fratelli, 8 anni lui, 17 lei. Due scuole diverse, gruppi di amicizie differenti, un problema quotidiano comune: la celiachia. Un italiano su cento soffre di quest’intolleranza permanente al glutine, una percentuale davvero allarmante se si pensa che solo un celiaco su dieci sa di esserlo. Teresa ha scoperto di essere celiaca quando era in prima elementare, Andrea non sa neppure che sapore abbia il cibo contenente glutine, perché la diagnosi per lui è arrivata allo svezzamento. Avere due figli celiaci non è certamente facile per Monica, la mamma dei due ragazzi, che nel percorso intrapreso in questi anni, dalla scoperta, ai controlli e alla cura costante si affida all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Convivere con la celiachia è un percorso delicato, che necessita di una organizzazione vigile e costante. Perciò un bambino affetto da questa intolleranza deve imparare presto a responsabilizzarsi e riuscire ad essere autonomo nel discernimento del cibo che può o meno mangiare. Anche perché non sempre le persone che lo circondano riescono ad essergli d’aiuto. Nonostante infatti la celiachia sia un’intolleranza alimentare la cui conoscenza si radica sempre di più, non ve ne è ancora una percezione adeguata, spesso anche da parte di chi quotidianamente opera al fianco dei bambini: le scuole. Ogni giorno possono essere tantissime le difficoltà per uno studente celiaco: dalla fruizione della mensa scolastica ad una semplice festa in classe. Le scuole statali e paritarie sono obbligate a garantire il servizio mensa anche

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ai bambini affetti da celiachia o da altre intolleranze alimentari ed allergie. È sufficiente la certificazione del pediatra per avviare l’iter per la domanda del pasto senza glutine allo stesso costo della retta del pasto normale. Diverso scenario si prospetta per le scuole private, che non sono soggette ad alcuna normativa in materia, ma in cui si dovrebbe comunque far valere un diritto universale, che è il diritto alla salute. É il caso di Andrea e Teresa, che frequentando una scuola primaria privata in cui il servizio mensa non era attrezzato per i pasti ai celiaci, non hanno mai potuto pranzare a scuola insieme ai loro compagni. «Andrea non ti invitiamo al compleanno perché sei celiaco, non potresti comunque mangiare». Spesso la paura di non sapersi rapportare alla celiachia conduce anche ad episodi di esclusione e discriminazione, anche se involontaria. La scuola è l’unica arma per consentire la conoscenza di questa intolleranza, smontando tabù e paure che la poca comprensione contribuisce a creare. Eppure la stessa conoscenza degli insegnanti in merito spesso non è ancora adeguata. Monica lo ha vissuto sulla sua pelle, trovandosi a dover spiegare sintomi e conseguenze della celiachia sui suoi figli che spesso esulano dal semplice disturbo alimentare. Solo con una corretta informazione e puntando l’attenzione sociale sul problema si può aiutare i celiaci a superare le difficoltà di una intolleranza che pesa così tanto sulla vita quotidiana. E quale contesto migliore da cui partire se non tra i banchi di scuola? Martina Nacchio

“Non ti invitiamo al compleanno perché sei celiaco”: la difficile quotidianità tra i banchi di scuola e non solo di due fratelli, Andrea e Teresa, affetti da un’intolleranza permanente al glutine

Andrea e Teresa, i fratelli affetti da celiachia


Dario Trapani

I nodi Ecco gli ostacoli che gli aspiranti specializzandi hanno dovuto affrontare

È

necessario avere un quadro d’insieme per capire le difficoltà che

gli aspiranti specializzandi hanno dovuto affrontare. Ecco alcuni problemi organizzativi del concorso, così come disciplinato dal decreto ministeriale dell’8 agosto 2014, numero 612. - Il Ministero avrebbe dovuto comunicare 20 giorni prima della prova, sedi e orario di svolgimento del concorso. Comunicazione arrivata soltanto 3 giorni prima. 117 sedi possibili, a volte a centinaia di chilometri di distanza dai candidati. - Per le 4 prove oggetto del concorso non c’era alcuna bibliografia di riferimento. - Alla fine dei quattro giorni di prove, con un comunica-

Dario Trapani con il gruppo del comitato Pro Concorso

Il nuovo concorso nazionale per le specializzazioni in medicina Con decreto ministeriale dell’8 agosto sono entrate in vigore le nuove regole che segnano il superamento dei vecchi concorsi locali gestiti dagli atenei. Tante le polemiche che hanno accompagnato la riforma per le specializzazioni in medicina. A colloquio con il dottor Dario Trapani

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i è recentemente concluso il concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione in Medicina, da quest’anno con una nuova impalcatura nazionale. Un cambiamento organizzativo radicale che – com’era da aspettarsi – non è stato accolto con favore in tutti i suoi aspetti. Polemiche che hanno raggiunto l’apice durante lo svolgimento del concorso stesso, tra il 28 e il 31 ottobre scorso, quando sono emersi palesi errori organizzativi da parte del Miur.

to stampa il Miur annuncia che le prove di area clinica e area dei servizi sono state invertite dal Cineca (Consorzio Interuniversitario) e dunque bisognerà sostenerle di nuovo di lì a cinque giorni. Il giorno successivo viene smentito il comunicato precedente e la decisione del Ministero è quella di annullare semplicemente le due domande giudicate non pertinenti.

I mass media hanno scatenato un polverone concentrandosi principalmente sui soliti furbi che, approfittando di commissioni di controllo meno attente, hanno fatto lavoro di gruppo durante l’esecuzione della prova o usato smartphone e internet per rispondere ai quesiti. Per eliminare i rumori di fondo, ascoltiamo la te-

stimonianza di chi ha vissuto in prima persona il concorso: Dario Trapani, classe 1988, di Sant’Egidio del Monte Albino. Il giovanissimo medico si è laureato nell’ottobre 2013 all’Università degli Studi di Salerno e ha appena vinto il concorso in Oncologia medica a Milano. Membro del Comitato Pro Concorso, Dario si è speso in prima persona per coordinare due manifestazioni volte ad ottenere un congruo numero di contratti di specializzazione, aumentati dai 3000 iniziali fino a 5000. Nonostante gli errori tecnici e quelli relativi ai controlli dei candidati – problematiche tra l’altro risolvibili già dal prossimo anno – il medico dell’Agro commenta: «Il concorso nazionale è senza dubbio la via giusta per assicurare una selezione corretta e trasparente dei medici, elemento indispensabile per tutelare la Sanità

del presente e del futuro. Queste prove ci insegnano che in medicina la formazione è rigorosa, la responsabilità è reale. L’errore del Miur – prosegue – ha generato un disagio concreto e ha rafforzato la sfiducia verso l’istituzione» Tirando le somme, per Dario il messaggio del progetto di un concorso nazionale è chiaro: «Il nostro Paese necessita di meritocrazia per ripristinare la fiducia nella cultura e nella crescita sociale e personale attraverso lo studio e l’impegno. Strumento per abbattere l’accondiscendenza passiva e le raccomandazioni». Dario Trapani, oltre alla passione per la professione, continuerà il suo impegno nel direttivo dell’associazione MedicInFormazione, perché le “regole del gioco” siano sempre più chiare e alla portata di tutti. Anna Alfano Insieme - Dicembre 2014

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siamo al secondo appuntamento con la nostra nuova rubrica di orientamento universitario. neolaureati raccontano il percorso di studi, punti di forza e carenze delle Facoltà scelte, offrendo utili consigli ai giovani che si apprestano ad imboccare la difficile strada della formazione universitaria.

sCUoLa&UniVersiTÀ sCUoLa

Fai La sCeLTa GiUsTa i consigli dei neolaureati

Questo mese, vi presentiamo la Facoltà di Scienze biotecnologiche

Maria Antonia Nacchio 22 anni laureata in Scienze biotecnologiche con 110 e lode vive a Pagani

“ sogno di diventare ricercatrice”

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aria Antonia Nacchio, classe 1992, neo laureata in Scienze biotecnologiche per la salute presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, racconta il suo percorso di studio triennale, conclusosi brillantemente lo scorso settembre. Alle spalle un diploma al Liceo scientifico: «Ho frequentato l’istituto “Bartolomeo Mangino” di Pagani, lo sforzo per superare l’esame di matematica e di fisica è stato minimo. Credo che i miei professori liceali mi abbiano dato non solo le giuste conoscenze scientifiche di base ma soprattutto la forma mentis adeguata per affrontare qualunque tipo di studio universitario». Le strutture. Maria Antonia entra nel vivo della descrizione del suo ateneo e riferisce: «Le lezioni si tengono in un’unica struttura, che ha sede in via Pansini, zona ospedaliera alle spalle del Policlinico di Napoli. È una struttura nuovissima, inaugurata nel 2010 con aule attrezzate, laboratori di informatica e per la ricerca medica. I docenti hanno quasi paura di usarla. Paradossalmente, per questo motivo, è quasi impossibile entrare nei laboratori. Una grande pecca è la mancanza di una mensa. Invece, l’aula studio è l’ambiente più apprezzato dell’intera facoltà, con ampi tavoli e poltroncine». trasporti. La giovane dottoressa, attualmente iscritta al corso di Laurea magistrale in Biotecnologie mediche, è una pendolare, che soffre i disagi del cattivo collegamento dell’Agro con la città di Napoli: «Impiego tre o quattro ore della mia giornata

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viaggiando. Il tratto Pagani-Napoli non solo è abbastanza distante, ma soprattutto molto trafficato». Maria Antonia preferisce spostarsi con una compagnia di trasporto privato, che ha corse dirette per la zona ospedaliera. Inoltre, la linea ferroviaria è da mesi interrotta, a causa di una frana. spese. «Le tasse universitarie sono piuttosto elevate – confessa la biotecnologa che grazie al suo impegno è riuscita ad ottenere borse di studio per sostenere i costi accademici – anche i libri sono piuttosto cari, ma a partire dagli anni successivi al primo è consigliabile studiare dal materiale acquisito in classe durante le lezioni». La ventiduenne, per rendersi indipendente, da qualche anno lavora anche per un’agenzia d’animazione. Il consiglio. Maria Antonia riconosce la qualità della formazione – ha seguito lezioni con il professore responsabile dell’équipe che ha messo a punto il vaccino per il virus ebola – ma sottolinea la mancanza di attività pratiche, previste solo al terzo anno. Anche il carico di studi è particolarmente gravoso, a cui si potrebbe ovviare, a suo parere, unendo la triennale alla magistrale e proponendo un corso di studi quinquennale unico. Infine, conclude: «Biotecnologie per la salute è la facoltà giusta per chi in futuro voglia occuparsi di ricerca medica. Le prospettive in Italia non sono rosee, però i ricercatori italiani sono molto richiesti all’estero». Un nuovo cervello in fuga? Mariarosaria Petti


VITA NELL’AGRO

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Opportunità

«I

stituzioni, imprese e giovani non perdano l’occasione fornita da Garanzia Giovani»: a lanciare l’appello è Pasquale D’Acunzi, presidente dell’Arlas Campania. Un’opportunità di politica attiva del lavoro senza precedenti. In Campania le cose sembrano andare abbastanza bene, nonostante il contesto sia stato spesso criticato per gestioni troppo creative dei processi di sviluppo. Possono accedere al programma i giovani tra i 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet. In coerenza con le indicazioni dell’Unione Europea e con il Piano nazionale, per poter usufruire delle opportunità messe a disposizione da Garanzia Giovani sarà obbligatorio iscriversi attraverso il form di registrazione della Regione Campania oppure dal portale nazionale. L’operazione di registrazione invierà automaticamente l’adesione al servizio competente prescelto che contatterà il giovane per un colloquio specializzato. Completata la fase di adesione e orientamento, il sistema Garanzia Giovani prevede la stipula di un “Piano di intervento personalizzato” (PIP) e la garanzia che entro 4 mesi dalla data della presa in carico sarà offerta una

misura tra quelle previste dal PIP. I giovani iscritti al programma in Italia sono 294.677, anche se a sei mesi dall’avvio soltanto il 30% è stato preso in carico. Un processo, insomma, che mostra qualche lentezza a causa del sistema italiano dei servizi all’impiego che ha carenze strutturali e modelli a volte obsoleti. In Campania, al 31 ottobre, le adesioni complessive erano pari a 37.654. Nel solo mese di ottobre hanno aderito al progetto 7.129 giovani, pari al 18.9% delle adesioni complessive realizzate a partire dal 5 maggio, questo perché si sta diffondendo in maniera sempre più capillare la notizia del programma e delle opportunità che offre. I giovani finora contattati e trattati dai servizi competenti sono 13.467, di questi 7.586 sono stati

Attivo da sei mesi, sta prendendo piede tra i giovani che non studiano e non lavorano, il programma Garanzia Giovani. Finanziato con risorse europee, il progetto dovrebbe favorire esperienze lavorative e formative sul territorio. Il presidente dell’Arlas lancia un appello alle istituzioni

presi in carico. «Garanzia giovani sta andando bene – dichiara Pasquale D’Acunzi –, i ragazzi cominciano a crederci. Ma devono puntare su questo progetto anche le imprese, che si possono mettere a disposizione per offrire tirocinio e apprendistato». Anche la pubblica amministrazione può fare la sua parte, sono infatti aperti i tirocini formativi. «Questa occasione è importante per i giovani del territorio. Il comune non ci rimette niente, l’azienda non ci rimette niente – chiosa il presidente dell’Agenzia regionale per il lavoro e l’istruzione –, dobbiamo dunque fare il massimo perché venga offerta questa opportunità ai nostri ragazzi». La speranza è che questo treno non passi invano. Salvatore D’Angelo

Cos’è Garanzia Giovani Con questa espressione si fa riferimento a un piano, finanziato dall’Unione Europea, che ha l’obiettivo di aiutare i giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (i cosiddetti Neet, Not in education, employment or training). L’Unione Europea mette a disposizione ingenti risorse, per l’Italia 1,5 miliardi di euro. Per informazioni: www.lavorocampania.it.

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INFO

Casa albergo per anziani “Santa Rita”, Via Isonzo, 22 – Sarno (SA) - Tel. 0815136548 info@albergosantarita.it - www.albergosantarita.it

Fantasia in tavola

Un tavolo addobbato per “Fantasia in tavola”

La Casa Albergo si apre al territorio. Grazie ai social network viene lanciata un’iniziativa per il Natale

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a Casa Albergo per anziani “Santa Rita”, tenendo sempre conto dei fabbisogni dei propri ospiti e lavorando ogni giorno sul mantenimento e rafforzamento delle abilità cognitive, manipolative e creative, propone il progetto dal titolo “Fantasia in tavola”. Ogni settimana viene scelto un tema. Gli ospiti, poi, durante i sette giorni sono impegnati nella realizzazione di segnaposti, accessori e decorazioni varie che la domenica andranno a comporre il tavolo a tema. Un modo per far sentire forte l’atmosfera tradizionale del pranzo domenicale. Avendo riscosso molto successo tra gli ospiti della struttura e i parenti degli stessi, i responsabili della Casa Albergo per Anziani Santa Rita hanno deciso di estendere l’iniziativa all’esterno in occasione del Natale. Il progetto ha cambiato nome ed è diventato “Ti preparo per le feste”. Tutti quelli che vogliono mettere in gioco la propria creatività sono invitati a iscriversi. Per partecipare basta inviare la foto del tavolo all’indirizzo e-mail info@albergosantarita.it oppure pubblicarla sulla pagina Facebook albergosantaritasarno. Al termine delle feste natalizie sarà premiato con una cena al ristorale il creatore del tavolo più originale e finemente apparecchiato. La Casa Albergo Santa Rita fa vincere la tua creatività!

Foto di gruppo per Halloween

“Streghe” in posa per Halloween

Halloween party Presso l’Albergo per Anziani “Santa Rita” ogni occasione è buona per far festa. Lo spirito è quello di stare insieme e divertirsi. Lo scorso 31 ottobre, in occasione della festa di Halloween, gli ospiti ed i “giovani anziani” che frequentano quotidianamente la struttura hanno festeggiato la ricorrenza anglosassone al ristorante Santa Maria. Nella sala addobbata ad hoc, in uno stile “spaventosamente” bello, si è cenato, ballato e cantato. Tra giochi e scherzi il divertimento non è mancato. Nonostante i vestiti scuri e l’atmosfera tenebrosa sui volti degli ospiti della Casa Albergo brillava l’allegria e la felicità. Locandina progetto “Ti preparo per le feste”

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ATTORI IN ERBA

Un momento dello spettacolo

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nche quest’anno la Residenza sanitaria assistita LARS di Sarno, in collaborazione con il Lions Club Pompei Host - Distretto 108 YA, ha fatto salire i propri “ospiti” sul palco del Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei in occasione dello spettacolo “Cca’ damme ‘e nummere”, scritto e diretto da Elio Sorrentino. «Realizzare un progetto teatrale è una sfida che si pone come obiettivo primario l’attivazione delle potenzialità dei nostri “attori” – hanno affermato Raffaella Buonaiuto e Leonilda Renzullo, titolari del Centro LARS –. I canali della drammatizzazione, della mimica e del “far finta di” sono utilizzati per facilitare questo processo, lasciando come veicolo privilegiato la musica, la “lingua” più bella del mondo che, pur non essendo

parlata, viene compresa da tutti». La serata è stata di quelle esilaranti e spettacolari. Un viaggio tra i classici della musica napoletana, coreografati e reinterpretati dai giovanissimi ragazzi diversamente abili. Soddisfatti gli operatori del centro e i genitori per i risultati ottenuti attraverso un percorso non privo di difficoltà. Ciò è stato sottolineato anche dal Presidente del club Lions Pompei, Rossana Bifulco: «In un mondo dove la dignità dei diversamente abili viene spesso calpestata, le attività promosse dalla Residenza LARS danno a questi ragazzi l’opportunità di far emergere cosa sono in grado di fare. Noi del Club Lions Pompei Host, grazie all’impegno del Presidente di zona Pasquale Di Paolo, siamo sempre felici di sponsorizzare questo evento».

“Cca’ damme ‘e nummere” è lo spettacolo portato in scena a Pompei dai ragazzi della Residenza LARS

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“Facciamo festa Insieme” In occasione della quinta Giornata di Insieme, la redazione ha proposto una festa dedicata agli “operai della vigna”, che ogni mese consegnano la rivista in parrocchia e tra le famiglie

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are festa, incontrarsi e condividere percorsi e testimonianze nella comune esperienza di servizio per la diffusione della Buona Notizia: questa la cornice per la prima “Festa del referente” promossa dalla nostra redazione in occasione della quinta Giornata diocesana di Insieme. Lo scorso 8 novembre, il salone della parrocchia di San Giovanni Battista a Nocera Inferiore, ha accolto più di 60 delegati impegnati nella distribuzione della rivista. Il vescovo, mons. Giuseppe Giudice, ha guidato il momento di preghiera iniziale, accompagnato dal coro della parrocchia. Il prelato si è rivolto all’assemblea, ricordando quanto il mensile sia prezioso strumento di evangelizzazione, che arriva nelle case, tra le famiglie, agli ammalati, portando con sé il racconto del Vangelo che s’incarna. Il Pastore della Diocesi di No-

cera-Sarno ha poi offerto una lettura originalissima della figura di Zaccheo: «Quando proponiamo Insieme, non sempre riusciamo a farlo conoscere “a causa della folla” e per la piccolezza della “statura”, proprio come succedeva al pubblicano. Gli altri e i nostri limiti ci impediscono di vedere Gesù, è necessario allora imparare sempre a salire sul sicomoro». Al termine della meditazione, don Andrea Annunziata, direttore responsabile di Insieme ha dato il benvenuto ai partecipanti, anticipando la pronta attivazione di corsi di formazione per gli animatori della comunicazione parrocchiali. Ha poi preso avvio la festa, momento completamente dedicato ai referenti. La redazione ha scelto di rendere protagonisti tutti coloro che offrono generosamente il loro lavoro ogni mese, come espressione di grati-

tudine. Prima di aprire il ricco buffet, si sono succedute simpatiche gag teatrali, organizzate dagli amici delle comunità di San Sisto e della SS.ma Annunziata, e un mega cruciverba per tastare il polso circa la conoscenza della rivista. Infine, è stato proiettato un breve video con piccole interviste ad alcuni dei referenti. A ciascuno è stato illustrato il contenuto del numero di novembre, con il dossier dedicato interamente alla famiglia. In conclusione, la grande famiglia di Insieme ha tagliato la torta e brindato: tanto il lavoro che ci aspetta, numerosi gli obiettivi che sogniamo di raggiungere e forte il desiderio di continuare a crescere e migliorare. Passi che possiamo compiere soltanto nel segno di quella parola che ci lega e che ogni mese bussa alla nostra porta: Insieme. Mariarosaria Petti


Imparare a fare i conti... Arriva la fine dell’anno ed è tempo di resoconti. A tal proposito, cari lettori, condivido un insegnamento del mio caro nonno Antonio parafrasando quanto lui diceva: «I conti si fanno tutti i giorni, non una volta l’anno». Ottimizzare la spesa annuale del gas significa non solo conoscere il miglior costo del gas sul mercato, ma anche saper “contare” il gas. Sì, caro lettore, saper “contare” il gas per poter razionalizzare i propri consumi giorno per giorno. Non bisogna mai dimenticare che la bolletta è caratterizzata da costi e volumi. Questo mese impariamo a “contare” per giocare in anticipo e poter correggere il tiro prima dell’arrivo della bolletta. Nella seguente tabella vi indichiamo i metri di cubi consumati durante un’ora di tre attività casalinghe.

Consumi GAS 0,75 m3/h 1,60 m3/h 2,50 m3/h

Piano cottura a 5/6 fuochi [8 Kw] Scaldabagno per produzione di acqua calda [15 Kw] Caldaia per produzione acqua calda e riscaldamento [24 Kw] Facciamo tre esempi: Abitudini

I Conti

Consumo giornaliero

Consumo mensile (30 giorni)

Signora VERDI

Ama cucinare per la sua famiglia e mediamente lo fa per due ore al giorno.

Circa 0,75 × 2 =

Circa 1,5 mc

Circa 45 mc

Signora BIANCHI

Le piace cucinare ma può farlo solo la sera e mediamente lo fa per un’ora al giorno ed ama rilassarsi con un bel bagno caldo a sera. Le piace cominciare la giornata con una bella doccia calda, in media passa mezzoretta al giorno a cucinare. Trascorre molto tempo a casa e ama stare al calduccio per cui accende il riscaldametno per circa quattro ore al giorno impostando la temperatura di casa a 20°C.

Circa 0,75 + 1,60 =

Circa 2,3 mc

Circa 69 mc

(0,75 × 0,50) + (1,60 × 0,25) + (2,50 × 2) =

Circa 5,7 mc

Circa 173 mc

Signora ROSSI

Per il calcolo abbiamo stimato due ore di attività della caldaia per il iscaldamento degli ambienti. Attenzione questo dato è fortemente condizionato dal tipo di caldaia, dal suo stato e dalla classificazione energetica dell’appartamento.

Se impariamo a “contare” il gas non ci saranno più sorprese. Resta un’ultima cosa da fare: comunicare la lettura. Arrivederci al prossimo appuntamento. Ing. Nunzia Manuela Giordano Responsabile Settore Energia

DIMEGAS S.r.l.

Via A. De Gasperi, 421 - 84016 Pagani (Sa) - Tel. 081 5159140 - 081 910789 - Fax 081 5159790 www.dimegas.it - info@pec.dimegas.it

TUTELA DEL MINORE TRA CINEMA E DIRITTO

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a chiuso i battenti la quarta edizione del Sarno film festival. Tema del concorso internazionale dei cortometraggi é stato l’art. 31 della Costituzione: «La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gio-

ventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo». La tutela del minore, dunque, è stata il leitmotiv dei film in concorso. Il Festival, ideato e organizzato dall’associazione culturale “Il Cantiere dell’alternativa – Diritti Cinema e Cultura”, ha ospitato anche la prima nazionale di “Largo Baracche” di Gaetano di Vaio, miglior documentario italiano al Festival del film di Roma.

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“TEATRO… CHE PASSIONE”

Gli attori de La Quarta Scena

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iparte la stagione teatrale messa a punto dall’associazione Oratorio San Domenico Savio di Nocera Inferiore in collaborazione con la compagnia di teatro amatoriale La Quarta Scena. Con lo spettacolo “Pianoforte e voce 2” ha riaperto i battenti il teatro di via Federico Ricco, a Nocera Inferiore. Un viaggio nella lirica e poesia napoletana, dalla tradizione classica a quella contemporanea. Ad accompagnare la lettura dei testi scelti dalla compagnia, la voce del maestro germano Parisi e le note della pianista Claudia Vietri. I prossimi appuntamenti. Il 14 dicembre va in scena la compagnia Arabesco, con “Una cantata dei pastori” di P. Lodato; il 4 gennaio sarà la volta degli attori di

Facimm a Cummedia con “Arezzo 29 in tre minuti” di g. Di Maio; La Quarta Scena propone il 18 gennaio “Il candidato” di O. De Santis; il primo febbraio il sipario si aprirà su “Ciccio Bellocchio maestro di tromba” di S. Lieto, interpretato dalla compagnia Amici di Gaetano; il 15 febbraio a raccogliere la staffetta sarà Oltre la maschera, con “Nu mbruoglio fortunate” di R. Caianiello; il primo marzo in scena “Sogno di una notte di mezza sbornia” di E. De Filippo, proposta da A.I.M.C. compagnia teatrale; La Bottega dell’arte interpreterà “Tre pecore viziose” di E. Scarpetta, il 15 marzo; a chiudere la rassegna, la compagnia di casa con “Mettimece d’accordo e ce vattimme” di g. Di Maio, il 29 marzo. Mariarosaria Petti

Inaugurata lo scorso 16 novembre la rassegna teatrale che si concluderà il prossimo marzo, con una proposta di spettacoli ampia e di qualità

“L� �it� � c��� �n� �oto�r�fi�, �� s�r�i�� ����� �e��i�”

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Fiera della Borsa di Raffaele Biosa Via F. S. Caiazzo, 5-7 - 84012 Angri (SA) Insieme - Dicembre 2014

Tel. 081 94 63 80 - raffaelebiosa@alice.it


La bacheca del Natale L’agenda degli eventi delle festività natalizie, da vivere con familiari, parenti ed amici

Presepi da vivere

Mercatini di Natale

Pietrelcina 27, 28 e 29 dicembre XXVIII edizione del Presepe Vivente Ingresso gratuito, necessaria la prenotazione

Nocera Inferiore, fino al 6 gennaio Mercatini in piazza Diaz ed eventi in strada, a teatro e nelle chiese

Morcone, 3 e 4 gennaio XXXI edizione Presepe nel Presepe Occorre prenotarsi via e-mail all’indirizzo info@presepenelpresepe.org

Nocera Inferiore Ricicalesando il Natale. Luminarie ecologiche al quartiere Cicalesi Domenica 21 dicembre aspettando Babbo Natale in piazza dalle ore 9.30 alle ore 14.00

Conca dei Marini, 20 dicembre Il Presepe è in fondo al mare. È necessario prenotarsi presso il Gosub.

Sorrento, 6 dicembre -11 gennaio “M’Illumino d’Inverno” cartellone di eventi natalizi, mostre, concerti e spettacoli in centro e nelle chiese. Telese Terme, fino al 6 gennaio Va in scena il “Paese di Natale” tra giochi, spettacoli, pista di pattinaggio su ghiaccio, casa di Babbo Natale. info@associazionecommerciantiteleseterme.it www.paesedinatale.it Ottaviano, fino al 21 dicembre Mercatini al Castello Mediceo

Luci d’artista Luminarie d’autore, spettacoli e mercatini in scena a Salerno fino a fine gennaio L’Aurora boreale al corso, le fiabe in villa, i circensi nei vicoli. Sono le novità delle Luci d’artista salernitane, in scena fino alla fine di gennaio. Numerosi gli

eventi collaterali organizzati dall’amministrazione comunale di Salerno, da associazioni e privati. Alla passeggiata in centro si può abbinare la visita dei mercatini

al lungomare, o quelli a Torrione e Pastena. In via Mercanti c’è poi la Bottega della Coldiretti che offre i prodotti dell’eccellenza enogastronomica salernitana.

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la celebrazione del centenario della nascita di don enrico smaldone è stata voluta dal Vescovo Giuseppe, l’organizzazione è stata affidata alle comunità parrocchiali della ss. annunziata e di santa maria del Carmine in angri, in stretta collaborazione con la Cittadella della carità che sorge dove don enrico aveva costruito la sua opera

“Vorremmo vederlo sugli altari” Un momento della Celebrazione eucaristica

“O

ggi don Enrico avrebbe spento cento candeline”, ha detto il vescovo Giuseppe. La Chiesa non poteva dimenticare quest’importante anniversario, ha aggiunto, “per questo siamo qui per fare memoria, ricordare, ringraziare, celebrare, pregare”. La celebrazione eucaristica ha raccolto attorno al Vescovo tutti i sacerdoti della cittadina angrese nella chiesa dell’Annunziata, ricca di storia e di fascino. In quella stessa chiesa don Enrico Smaldone ha ricevuto il battesimo, il primo passo di un cammino che ha vissuto con grande intensità, diventando un testimone eloquente di quella carità che si traduce nel dare il pane a chi ha fame, l’acqua a chi ha sete, il vestito a chi è povero, il calore di casa a chi non ha più una famiglia. Quella carità che il Vangelo, proclamato quella sera, nella solennità di Cristo Re, ha ricordato come una strada che tutti sono chiamati a percorrere. La memoria grata per questo sacerdote, che ha reso più bella la Chiesa dell’Agro, è diventata annuncio, in qualche modo atteso ma non per questo meno sorprendente: “noi vorremmo vedere sugli altari questo sacerdote e per questo annuncio che comincerà al più presto per lui il processo di beatificazione, delego don Silvio Longobardi con la Cittadella a portare avanti questo cammino in co-

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Comincerà al più presto il processo di beatificazione per il fondatore della Città dei Ragazzi. lo ha annunciato il vescovo Giuseppe, lo scorso 22 novembre, nel corso della Celebrazione eucaristica nella chiesa della annunziata in angri

munione con il vescovo”. Al sentire queste parole in mezzo all’assemblea, che gremiva l’ampia chiesa mariana, si è levato un applauso spontaneo e quasi liberatorio. L’annuncio raccoglie un’attesa e un desiderio che Agnese Adinolfi, classe 1926, storica collaboratrice di don Enrico, ha voluto esplicitare nell’indirizzo di saluto inviato al Vescovo: “dare onore a quello che è stato non solo un grande sacerdote ma anche uno degli uomini più illustri della nostra città”. Uomini come lui, ha aggiunto la dottoressa Adinolfi, “sono la base del nostro migliore futuro”.

Don Enrico fa parte della storia angrese, i quasi cinquant’anni che ci separano dalla sua morte (1967) non hanno spento l’eco della sua testimonianza. Non pochi, tra quelli che assiepavano la chiesa, lo hanno conosciuto ed hanno condiviso con lui la fatica di realizzare la Città dei Ragazzi, un’opera caritativa destinata all’accoglienza dei fanciulli poveri. Il comitato organizzatore, coordinato dal parroco don Antonio Mancuso, per fare memoria della celebrazione, ha donato a tutti i presenti una cartolina che riporta sul dorso una frase di don Enrico che sintetizza efficacemente la sua vocazione caritativa: “Ai figli della strada, privi del sorriso della madre e della protezione del padre, io debbo ridonare l’anima che essi hanno inconsapevolmente perso”. Al termine della celebrazione don Silvio Longobardi ha ringraziato calorosamente il Vescovo per aver deciso di avviare la causa di beatificazione di un sacerdote che ha lasciato una “scia luminosa” che ancora oggi risplende. L’incarico ricevuto lo riempie di gioia non solo come sacerdote della stessa diocesi e della stessa città, ma anche per un altro motivo: “c’è un legame particolare che lega la mia vicenda sacerdotale a quella di don Enrico, un legame che scaturisce dal fatto di trovarmi nello stesso luogo in cui lui ha realizzato il suo sogno e dove ha

Foto Salvatore Alfano (2)

il pRete CHe amaVa i BamBini


“Una Città nel mio paese”

È

questo il gioco di parole che il sig. Enzo Del Sorbo ha voluto usare per la sua commedia in quattro atti dedicata a don Enrico Smaldone e che è stata rappresentata nel Teatro di Casa Madre delle Suore Battistine domenica 23 novembre, al termine dei festeggiamenti per il Centenario. Nello spettacolo si alternano rappresentazioni della vita del sacerdote angrese mes-

PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA ANGRI

se in scena da ragazzi dell’Associazione Borgo Ardinghi a ricordi della fanciullezza del sig. Del Sorbo, che è stato uno dei ragazzi cresciuti da don Enrico alla Città. Una commedia sicuramente divertente per le scene e gli episodi ricordati ma anche con un grande insegnamento di vita proveniente dalla forte testimonianza di fede, speranza e carità di don Enrico presente nel ricordo dell’autore. Un momento della commemorazione in piazza don Enrico Smaldone

consumato i suoi anni”. Non ha nascosto le preoccupazioni per questo ministero, nuovo e carico di responsabilità, ed ha chiesto a tutti preghiere e collaborazione per far emergere la santità che don Enrico ha coltivato e testimoniato senza suonare la tromba. La celebrazione eucaristica era stata preceduta da una prima commemorazione in piazza don Enrico Smaldone, dove sorge la sede del Gruppo Scout Angri I, fondato da don Enrico nel 1945. In quella piazza, qualche anno fa, Filippo Smaldone ha fatto erigere una statua dedicata al fratello sacerdote. All’ombra del monumento si è radunata una folla di amici e parenti che han-

Carmine Smaldone, nipote di don Enrico ha portato la sua testimonianza al termine della Celebrazione eucaristica

no voluto rendere omaggio al loro illustre concittadino. Oltre al Sindaco, Pasquale Mauri, erano presenti numerosi membri della famiglia Smaldone, ragazzi e giovani del gruppo Scout, persone che da ragazzi hanno frequentato la Città fondata da don Enrico. Uno di loro, Enzo del Sorbo, ha raccontato alcuni episodi che mostrano in modo eloquente il fascino e la capacità educativa del sacerdote angrese. La commemorazione, guidata dal parroco don Antonio Mancuso, è stata rallegrata dalla Scuola di Banda parrocchiale, diretta dal maestro Cartozzi, e formata da una ventina di ragazzi. La lettura di alcuni brani tratti dagli scritti di don Enrico ha riportato alla

mente la fatica e la passione di quegli anni lontani eppure mai dimenticati. “Don Enrico - ha detto il Vescovo nell’omelia - non è rimasto a guardare i problemi, ci ha messo la faccia, ci ha messo il cuore, ci ha messo i soldi”. Ed ha aggiunto: “Sorelle e fratelli, carissimi giovani, non abbassate l’anima, la bellezza del sogno, abbiate il coraggio di sognare cose grandi”. Un annuncio e un augurio che potrà trovare accoglienza nelle nuove generazioni perché un altro, prima di noi, ha saputo dare forma al sogno della giovinezza, tracciando una strada sicura. Lo ha fatto anche per noi. C.G.

La cartolina realizzata per il centenario della nascita di don Enrico Smaldone riproduce un opera pittorica del prof. Raffaele Alfano

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VITA ECCLESIALE

Un momento della Celebrazione

Una Chiesa esempio di comunione, capace di trasferire la fede. È la speranza che il vescovo della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, ripone nel Concilio Giovane. Mercoledì 19 novembre la celebrazione di apertura nella Cattedrale di San Prisco

Un anno STRAORDINARIO

U

n modo originale e sorprendente per trasmettere la fede alle nuove generazioni, uno strumento per «rinnovarsi nel cuore e nella coscienza», un’occasione per favorire l’azione dello Spirito che vivifica e ringiovanisce. Traguardi che consentiranno alla Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno di ritrovarsi insieme, in una rinnovata comunione. Sono queste le finalità del Concilio giovane, che ha preso il via lo scorso 19 novembre nella Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore. Nel giorno della festa della Dedicazione della Cattedrale, la Chiesa si è ritrovata intorno al suo pastore per dare il via a questo anno straordinario. Insieme a monsignor Giudice, anche il Vescovo emerito, monsignor Gioacchino Illiano, e il clero diocesano. Il Concilio giovane – ha detto il Vescovo nell’omelia – è un cammino da accogliere e percorrere insieme. un’occasione per rispondere alla chiamata di Gesù. Un cammino significativo e bello, che coinvolge le nostre coscienze perché è lì che possiamo rispondere sì al Signore». Monsignor Giudice ha ricordato che il Concilio giovane non è un’iniziativa di settore, rivolta ad una parte della diocesi, ma un’occasione per tutti i cristiani di Nocera-Sarno: «Giovane perché saremo ringiovaniti dall’azio-

I delegati Al Concilio giovane è invitata a partecipare «tutta la Chiesa che, per non disperdersi sarà rappresentata in alcuni momenti dai delegati delle parrocchie e delle associazioni». Da ognuna di queste realtà saranno scelti e delegati a partecipare al Concilio giovane: un anziano, un adulto, un giovane, un ragazzo e una donna. Costoro, insieme ai 12 e ai 72, guidati dall’Assistente e dal Segretario generale, faranno risentire nelle Sessioni conciliari il profumo del Cenacolo, il fuoco della Pentecoste e l’odore sempre nuovo della polvere della strada, alla quale come Chiesa siamo mandati.

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ne dello Spirito, che rinnova nel cuore e nella coscienza». Un cammino, quello iniziato il 19 novembre, che non ci può «far rimanere seduti sulla piazza». Occorre, dunque, agire. Ma come farlo e cosa fare? «Bisogna essere innanzitutto noi stessi – ha detto il Vescovo –, poi dobbiamo rileggere i documenti del Concilio Vaticano II e rinnovarci con la consapevolezza che solo lo Spirito è maestro in questo». Un percorso che non deve spaventare e che sarà caratterizzato «da poche cose, ma fatte insieme». L’ecclesialità, la comunione saranno riferimenti importanti perché, ha chiosato monsignor Giudice, dobbiamo «mostrare un cuore nuovo». Possibile fare tutto questo? «Dobbiamo puntare molto sul sogno e non scoraggiarci, consapevoli che sarà possibile realizzarlo», è stata la rassicurazione del Vescovo. Sa. D’An.

Il sito Per essere informati in tempo reale sugli appuntamenti e le novità inerenti il Concilio giovane è stato aperto un sito internet apposito. Tutte le informazioni e gli aggiornamenti sono reperibili all’indirizzo conciliogiovane.nocerasarno.it.


La Pietà Bandini di Michelangelo utilizzata come icona del convegno

Verso Firenze

L

a Chiesa italiana si ritroverà a Firenze, dal 9 al 15 novembre 2015, per il quinto convegno ecclesiale nazionale. Il tema su cui si confronteranno i Vescovi e i delegati di tutte le diocesi italiane sarà «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo». «Il Convegno – scrive monsignor Cesare Nosiglia, Presidente del Comitato preparatorio – affronterà il trapasso culturale e sociale che caratterizza il nostro tempo e che incide sempre più nella mentalità e nel costume delle persone, sradicando a volte principi e valori fondamentali per l’esistenza personale, familiare e sociale. L’atteggiamento che

deve ispirare la riflessione è quello a cui richiama quotidianamente papa Francesco: leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore che Gesù ci ha insegnato. Solo una Chiesa che si rende vicina alle persone e alla loro vita reale, infatti, pone le condizioni per l’annuncio e la comunicazione della fede». La Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno sarà rappresentata dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, da due presbiteri, don Andrea Annunziata e don Giuseppe Pironti, e da quattro laici: Angelo Santitoro, Antonio Francese, Carmela Tortora e Salvatore D’Angelo.

Un Concilio Giovane tutto da vivere Il Vescovo ha scritto un messaggio d’Avvento per dire cos’è questa esperienza che coinvolge la Diocesi

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he cos’è questo Concilio Giovane? Lo spiega monsignor Giuseppe Giudice. Il Vescovo ha scelto di inviare un messaggio per l’Avvento con il quale intende chiarire le idee in merito a questo importante appuntamento per la Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Nella nota si legge che il Concilio Giovane è un compleanno perché «celebreremo il 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II», «un anno di grazia», «un cammino non solo dei giovani, ritmato sui colori e sui tempi dell’Anno Liturgico e della Domenica. Un cammino che si apre dinanzi, sui sentieri della Parola, da percorrere nella fiducia allo Spirito Santo e aiutati dalla santità di Alfonso Maria de Liguori», «è uno stupore da riscoprire per ciascuno e per tutta la Chiesa, liberandoci da una pastorale di conservazione, appesantimento, fiscale e datata, che lascia fuori la gente». Per il Vescovo la convocazione diocesana è anche «uno stile per imparare ad accogliere nuovamente il Vangelo “sine glossa”», «una preghiera personale e comunitaria», «un atto di Chiesa, semplice e solenne, da accogliere a capo chino, con pronta obbedienza, mettendo a disposizione il cuore, le mani, l’intelligenza, nello sforzo condiviso di aprire strade nuove, di inventare e sognare scenari ecclesiali diversi», «un modo per ritornare giovani, facendosi accompagnare, strada facendo, con docilità piena, dalle indicazioni del Vescovo e della Segreteria Generale, che ha il compito, insieme ai Delegati, di supportare il nostro cammino di Chiesa».

Nominati i delegati per il Convegno ecclesiale 2015

La Lettera di natale «Caro Gesù Bambino… ti racconto il mio Natale» è il titolo della Lettera natalizia che il Vescovo consegnerà alla Diocesi il prossimo 19 dicembre, durante un incontro presso la Basilica di S. Alfonso in Pagani che si inserisce nel programma del Concilio Giovane. «Una lettera, e tanti stralci di lettere – è scritto nel testo di monsignor Giuseppe Giudice –, da leggere quasi a sorsate, un po’ alla volta, per ritrovare il gusto del Natale e chiedere al Nato in dono uno sguardo amorevole, attraente, grato e riconoscente per vivere il Natale oggi.

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Tempo di grazia Il vescovo Giuseppe e i sacerdoti della Diocesi dal 3 al 7 novembre hanno vissuto al Getsemani di Paestum gli esercizi spirituali. Il predicatore, padre Eduardo Scognamiglio, li ha invitati ad assumere l’atteggiamento del pellegrino che ha come meta la santità

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I sacerdoti e le religiose che hanno partecipato agli esercizi insieme al vescovo Giuseppe

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el caratteristico ambiente del Getsemani di Paestum, anche quest’anno il clero diocesano ha vissuto, insieme al suo Vescovo, l’esperienza degli esercizi spirituali. Predicatore e guida è stato padre Eduardo Scognamiglio, provinciale dei frati minori conventuali della provincia napoletana. Il predicatore ha da subito chiesto di assumere l’identità del pellegrino, ha invitato tutti ad un cammino comune con una meta ben precisa e con una identità ben precisa: sacerdoti in cammino verso la santità, passando per il “tempo di grazia” offertoci dagli esercizi spirituali. Diverse volte ci è stato ricordato come avere un obiettivo chiaro nella propria vita personale e nella propria azione pastorale sia fondamentale. Ciascuno poi percorre strade diverse, ma per tutti in fondo ci deve essere l’obiettivo della santità, l’incontro col Signore. Durante i giorni di ritiro ci si è soffermati molto sul concetto di evangelizzazione e su come questa sia fondata sull’annuncio della Parola di Dio. Come questa debba scavare innanzitutto nella propria vita personale se la si vuole far giungere agli altri. Lo stile di Dio, lo stile del Vangelo è il “se vuoi” di Gesù. Più ciascuno risponderà positivamente all’invito evangelico tanto più sarà evangelizzatore. L’annuncio essenziale del cristiano, il kerigma, non è un annuncio complesso o fatto di chissà quali contenuti, è il semplice testimoniare la fede nel Cristo incar-

nato, morto e risorto per ciascuno di noi, perché noi avessimo la vita. La catechesi e i contenuti della fede fanno parte di una fase successiva. Molto interessante la riflessione sulla “stabilità”. L’amen, risposta ormai automatica nelle nostre celebrazioni, ha nella sua radice verbale il concetto di “avere il fondamento”: nell’Amen che pronunciamo, più che il “così sia”, noi affermiamo di avere il fondamento, la stabilità in ciò a cui stiamo dando il nostro assenso. Mia stabilità è la fede nel Signore Crocefisso, morto e Risorto che è il Pane che mangio. In un tempo in cui si vive la provvisorietà in tutti i campi e l’indecisione cronica a causa delle difficoltà umane, soprattutto per le giovani generazioni, avere punti fermi, saldi, può essere di grande aiuto. Il mio essere cristiano è un ‘di più’ nella vita e non un ‘ostacolo’ nelle scelte. Altro concetto importante è che Dio non abbandona mai il suo popolo! In tutti i momenti di crisi Lui invia un profeta. Che in questo momento di crisi il profeta si chiami Francesco? L’esperienza degli esercizi non è certo un momento di scoperta di chissà quali novità spirituali o teologiche, ma è una occasione per fare il punto della situazione nella propria vita. Occasione preziosa per sistematizzare concetti e conoscenze che si hanno in maniera intuitiva e sparsa, in questo padre Eduardo, essendo anche docente di Teologia, ci ha aiutato non poco. A.A.


Forza venite gente… da Papa Francesco si va!

Foto di gruppo della comunità M.A.S.C.I. di Angri che ha partecipato all’udienza con Papa Francesco

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anno risposto con entusiasmo tutte le comunità M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) d’Italia. Anche la Comunità di Angri, senza esitare, ha accolto l’invito portandolo nelle famiglie e agli amici più cari, per condividere insieme la gioia di questo appuntamento speciale. Per arrivare puntuali, il folto gruppo, con tanti bimbi piccoli al seguito, è partito nel cuore della notte, desideroso di accogliere le parole del Santo Padre. Che emozione quando Papa Francesco è entrato nella Sala Paolo VI gremita da oltre 7000 scout che lo attendevano con le loro famiglie. Nel suo messaggio, il Pontefice ha chiesto gli Adulti Scout di proseguire la “strada” in famiglia, nel creato, nella città e li ha incoraggiati ad essere testimoni credibili dei valori dello Scoutismo – di amore a Dio e al prossimo – che trovano espressione e sintesi nella Legge e nella nostra Promessa. Le sue parole hanno toccato il cuore di ciascuno, ripercorrendo i tre ambiti dell’itinerario degli Adulti Scout. La famiglia: cellula della società e luogo primario dell’educazione. É da essa che si impara a trovare la propria strada nel mondo. É da qui che si impara e si vive l’aiuto reciproco nella fede e nel bene tra genitori, figli e fratelli. Il dialogo, l’ascolto e il confronto reciproco sono gli ingredienti per una famiglia serena e feconda. Tutte le vocazioni muovono da qui i primi passi e ne portano l’impronta. Il creato. Il rispetto della natura e dell’ambiente in cui viviamo è una questione vitale per l’uomo. Il creato è un dono del Creatore, nel quale riconosciamo la sua stessa impronta. Il Papa ha incoraggiato gli adulti scout ad eliminare gli sprechi in una società che tende a scartare beni ancora utilizzabili e che potrebbero essere donati a quanti vivono nel bisogno. La città. Per la realizzazione del bene comune, nei nostri quartieri e nelle nostre città, occorre essere come il lievito che fermenta la pa-

Più di 7mila scout hanno risposto all’invito. Lo scorso 8 novembre, Papa Francesco ha incontrato gli Adulti Scout Cattolici Italiani, in occasione del sessantesimo anno di fondazione del movimento. Era presente anche la comunità M.A.S.C.I. di Angri sta. Bisogna proporre con gioia i valori evangelici, in un confronto leale e aperto con le varie istanze culturali e sociali, testimoniando, con semplicità ed umiltà, l’amore di Gesù per ogni persona. Per questa missione, la bussola da portare sempre con sé è un “cuore orientato con il senso di Dio”. Un brivido ha avvolto tutti, anche quanti si sono piacevolmente uniti a noi, quando davanti al Santo Padre abbiamo rinnovato la Promessa: “dinanzi a voi m’impegno sul mio onore e voglio esserne degno per te o Signor. La giusta e retta via mostrami Tu e la Promessa mia accogli o Gesù…”. Come segno di riconoscenza, gli Adulti Scout hanno donato al Papa le preghiere sgorgate dal cuore di ciascuna Comunità, composte per Francesco e raccolte in un’ampolla di vetro. Per la Comunità di Angri, l’incontro con Papa Francesco rappresenta un nuovo punto di partenza. Incoraggiati dalle sue parole – continuate a tracciare il vostro cammino con speranza nel futuro – volgiamo il nostro sguardo “oltre il ponte” con un nuovo e deciso “cambio di passo”, impegnati a “lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”. Gianfranco Provenza

Che cos’è il M.A.S.C.I.?

“S

iamo uomini e donne provenienti da strade ed esperienze diverse, ma uniti dalla convinzione che lo scautismo è una strada di libertà per tutte le stagioni della vita e che la felicità è servire gli altri a partire dai più piccoli, deboli ed indifesi. Apparteniamo alla grande

famiglia dello scautismo e ci riconosciamo nei valori espressi dalla Promessa e dalla Legge scout. Siamo convinti che la nostra proposta sia valida per ogni persona che non consideri l’età adulta un punto di arrivo, ma voglia continuare a crescere per dare senso alla vita ed opera-

re per un mondo di pace, più libero e più giusto. Per questo motivo ci rivolgiamo a chi vuole continuare a fare educazione permanente con il metodo scout e a testimoniarne i valori a chi si avvicina per la prima volta allo scautismo da adulto”. (dal Patto Comunitario)

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Ecco la segreteria pastorale

L’

annuncio fu dato lo scorso 8 settembre, qualche settimana dopo ha cominciato a muovere i primi passi la Segreteria pastorale diocesana. Si è parlato per la prima volta di questo organismo lo scorso 8 settembre, quando il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, ha diffuso la Nota pastorale sul significato e sui compiti della Curia diocesana. A coordinare il gruppo di lavoro, che si occuperà di supervisionare l’agenda pastorale del Vescovo e di garantire una maggiore coesione a tutte le iniziative diocesane, a partire da quelle promosse dai vari settori pastorali, sarà il vicario generale, monsignor Giovanni Iaquinandi. Il vescovo Giuseppe, che la presiede, ha nominato membri don Antonio Adinolfi, con le funzioni di segre-

L

a Diocesi nocerina ha avuto tanti monasteri, sia maschili che femminili: basiliani, padri bianchi, benedettini di San Prisco, benedettini cassinesi, verginiani, olivetani, domenicane, clarisse e carmelitane. Ma anche carmelitani e agostiniani, ordini mendicanti di stile monastico. I monasteri delle domenicane di Sant’Anna e delle clarisse di Santa Chiara sono gli unici due ancora attivi. Gli altri, per la maggior parte, furono dismessi a causa delle imposizioni durante il decennio di occupazione francese (1806-1815) e con le leggi

tario, e don Enzo Di Nardi, con il compito di vice segretario. Del gruppo fanno parte anche don Gaetano Ferraioli, delegato al coordinamento degli uffici e delle attività diocesano, don Ciro Galisi, delegato alle relazioni con i laici, don Alfonso Santoriello, delegato alle relazioni con il clero e i religiosi, e don Giuseppe Pironti, assistente del Concilio Giovane. Suor Agnese Pignataro si occuperà delle relazioni con le religiose. Coinvolti anche cinque i laici: Antonio Francese, segretario del Concilio Giovane, Salvatore D’Angelo, delegato alle comunicazioni ad Extra, Carmine Giordano, delegato alle comunicazioni ad Intra, Francesca Savastano, delegata al cerimoniale e ai pellegrinaggi diocesani, Dina Coppola, assistente al cerimoniale.

eversive del 1866 e 1867 del Regno d’Italia post unitario. Molte notizie di queste abbazie e monasteri, in particolare dei più antichi, sono custodite nel Codex Diplomaticus Cavensis e nel Codice Diplomatico Verginiano: raccolte del patrimonio diplomatico e documentario posseduto dall’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni e dall’Abbazia di Montevergine a Mercogliano. Nella Biblioteca di Nocera Inferiore – Sarno si possono consultare i volumi di tutta l’opera di entrambe le prestigiose raccolte. Don Roberto Farruggio

Nocera, Montevergine e la Badia di Cava

Un nuovo vicario foraneo Il Vescovo ha nominato don Antonio Mancuso Vicario della Forania di Angri, sostituendo don Antonio Calabrese, trasferitosi a Sarno dallo scorso settembre.

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La Nota del Vescovo sul significato e sui compiti della Curia diocesana diffusa lo scorso 8 settembre annunciava la costituzione dell’organismo composto da sacerdoti, religiosi e laici

Un sussidio per l’Avvento L’Ufficio catechistico diocesano ha preparato per l’Avvento un percorso da proporre ai ragazzi delle parrocchie della Diocesi. Un sussidio voluto da don Antonio Adinolfi e nato alla luce delle sollecitazioni arrivate dagli Orientamenti pastorali del Vescovo. Due i volumi in cui si divide il percorso: uno è destinato a catechisti, educatori e responsabili di gruppi e movimenti, un altro è destinato ai ragazzi.


ILPANEDELLADOMENICA Sussidio liturgico dalla IV domenica di Avvento al Battesimo del Signore (Anno B) Commenti a cura delle sorelle Clarisse del Monastero di Santa Chiara

Volto adorabile Volto adorabile di Gesù, sola bellezza che rapisca il mio cuore, imprimi in me la tua divina somiglianza, perché tu non possa guardare la mia anima, senza contemplare te stesso. Teresa di Lisieux Dalla Priére à la sainte Face Histoire d’une âme Lisieux 1925,

21 dicembre 2014

IV DOMENICA DI AVVENTO (Anno B) Le letture “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” Prima lettura: 2Sam 7,1-5.8-12.14.16 Salmo: Sal 88 Seconda lettura: Rm 16,25-27 Vangelo: Lc 1,26-38 Il Vangelo «L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”». (Cfr Lc 1,30-33)

L’ultimo velo In quest’ultima domenica di Avvento la liturgia sembra far cadere l’ultimo velo che ci separa dal compimento della sua promessa. Il profeta Natan annuncia a Davide la Parola del Signore: «Il Signore ti annuncia che farà a te una casa». Ma dove il Signore sceglie di abitare e di porre la sua dimora? In te, Maria Madre nostra, su di te lo Spirito Santo è disceso e la potenza dell’Altissimo ti ha coperto con la sua ombra e tu hai concepito il Figlio di Dio: «Ave, suo palazzo. Ave suo tabernacolo. Ave, sua casa» (S. Francesco). «Come dunque la gloriosa Vergine delle vergini lo portò materialmente, così anche tu, seguendo le sue orme, specialmente di umiltà e povertà, lo puoi sempre portare spiritualmente nel tuo corpo contenendo Colui dal quale tutte le cose sono contenute» (S. Chiara). Come Maria ancora oggi il nostro “sì” libero e lieto al Signore ci rende grembo fecondo per la sua venuta nel mondo.

Colore liturgico: VIOLA

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25 dicembre 2014

NATALE DEL SIGNORE (Anno B) Le letture “Si compirono per lei i giorni del parto” Prima lettura: Is 9,1-6 Salmo: Sal 95 Seconda lettura: Tt 2,11-14 Vangelo: Lc 2,1-14 Il Vangelo «Ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”». (Cfr Lc 2,10-12) Colore liturgico: BIANCO

Luce vera per illuminare ogni uomo «Venne nel mondo la luce vera quella che illumina ogni uomo. La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta». Gesù nasce nelle tenebre, nella notte. Il mistero del Natale illumina il mistero della notte, il mistero delle tenebre nell’esperienza umana. Entrando nella notte del mondo, nelle tenebre degli uomini, Gesù ha intrapreso una lotta contro ogni notte di ogni tempo: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo». Ogni credente allora illuminato dalla luce di Cristo diviene messaggero che annuncia la pace, sentinella che alza la voce perché vede con gli occhi il ritorno del Signore. La gioia del Natale, l’annuncio degli angeli nella Notte Santa non è la distruzione della notte ma è l’accadere di una presenza che è luce, luce che vince ogni tenebra, luce che nessuna notte può spegnere.

28 dicembre 2014

SANTA FAMIGLIA DI GESù (Anno B) Le letture “Il padre e la madre di Gesù si stupivano” Prima lettura: Gen 15,1-6; 21,1-3 Salmo: Sal 104 Seconda lettura: Eb 11,8.11-12.17-19 Vangelo: Lc 2,22-40 Il Vangelo «Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale […] portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui». (Cfr Lc 2,22.39-40) Colore liturgico: BIANCO

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Alleanza nuziale: genesi della salvezza Il Signore viene, l’atteso dei popoli entra nella storia ma si presenta come un bambino, non come un Dio forte e potente, ma come un bambino fragile che si lascia abbracciare. Simeone lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, anche la profetessa Anna si mise a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Simeone e Anna possono riconoscere il Salvatore nella fragile carne del piccolo Gesù solo per la fedeltà di tutta una vita, fino alla fine. Il Signore è fedele al suo patto, si è sempre ricordato della sua alleanza. Fedeltà di Dio all’uomo e fedeltà dell’uomo alla promessa di Dio, da questa alleanza nuziale nasce la salvezza del mondo e la storia racconta le meraviglie che Dio opera, infinite come le stelle del cielo e la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare.


1 gennaio 2015

Maria Santissima Madre di Dio (Anno B) Le letture “Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù” Prima lettura: Nm 6, 22-27 Salmo: Sal 66 Seconda lettura: Gal 4, 4-7 Vangelo: Lc 2, 16-21 Il Vangelo «In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». (Cfr Lc 2, 16-19) Colore liturgico: BIANCO

Maria e il suo volto materno al principio dell’anno La Chiesa ci fa celebrare il primo giorno dell’anno la maternità divina di Maria, quasi a ricordarci che da questo primo giorno il Signore viene ogni giorno, viene sempre e noi possiamo imparare da Maria ad accogliere Dio e lasciarci abitare da Lui. Come? Attraverso lo stupore e il silenzio. Lo stupore di chi scopre che veramente i cieli e la terra sono pieni della Sua gloria, perché in tutto ciò che c’è intorno a noi c’è la Sua Parola che si fa carne. Il silenzio di Maria che serbava nel cuore, meditando tutte le cose che non capiva. Chiediamo a Maria di aiutarci a custodire nel nostro cuore tutto ciò che ancora non riusciamo a comprendere del mistero della nostra vita con le sue prove e i suoi dolori, tutti i desideri di bene che vorremmo veder fiorire per noi e per coloro che amiamo. Tutto questo Lei ci insegni a leggerlo alla luce della Parola del Suo Figlio.

4 gennaio 2014

II domenica del Tempo di Natale (Anno B) Le letture “Veniva nel mondo la luce vera” Prima lettura: Sir 24,1-4.12-16 Salmo: Sal 147 Seconda lettura: Ef 1,3-6.15-18 Vangelo: Gv 1,1-18 Il Vangelo «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: “Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me”». (Cfr Gv 1, 14-15)

Il Figlio di Dio, nostra via Il Prologo di S. Giovanni letto il giorno di Natale, la notte del 31 dicembre e in questa prima domenica dell’anno ci fa comprendere che l’insistenza della liturgia su questo bellissimo inno cristologico non è casuale, ma è per ricordarci la cosa più importante. Dobbiamo rammentare che il Signore è in mezzo a noi, che “il Verbo si è fatto carne”. Il Signore è venuto ed è presente, abita fra di noi, “ha affondato le sue radici tra i suoi eletti”. Dire che “il Verbo si è fatto carne” vuol dire allora che la carne, cioè tutta la nostra umanità, è la strada di conoscenza di Dio stesso: «Il Figlio di Dio si è fatto nostra via» (S. Chiara). La nostra umanità, la nostra quotidianità, allora, non è più condannata alla disperazione, ma è divenuta ed è ogni giorno la via utilizzata dal Signore per raggiungerci e per salvarci.

Colore liturgico: BIANCO

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6 gennaio 2015

Epifania del Signore (Anno B) Le letture “Alcuni Magi vennero da Oriente” Prima lettura: Is 60, 1-6 Salmo: Sal 71 Seconda lettura: Ef 3, 2-3. 5-6 Vangelo: Mt 2, 1-12 Il Vangelo «Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra». (Cfr Mt 2, 9-11)

Luce per gli angoli bui dell’esistenza La cometa è una stella diversa dalle altre, perché è una stella che cammina, che guida, che accompagna l’uomo che desidera. L’uomo porta scritto nel suo cuore la nostalgia delle stelle, la nostalgia del Cielo, la nostalgia di Dio. I Magi hanno visto la stella e si sono messi in cammino, «ed ecco la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva». È Dio stesso che mette nel cuore dell’uomo il desiderio dell’incontro con Lui e lo attende. Ma dove Dio si fa incontrare? I Magi s’incamminano verso Betlemme, “l’ultima delle città e trovano Dio in un bambino avvolto in fasce in una mangiatoia”. Dio ci attende nel luogo della nostra vita che per noi è il meno presentabile, il più povero e il più buio. Lui vuole entrare in quella parte di vita che noi vorremmo cancellare. Lui, invece, vuole incarnarsi lì e da quell’angolo illuminare tutta la nostra esistenza.

Colore liturgico: BIANCO

11 gennaio 2015

battesimo del signore (Anno B) Le letture “Egli vi battezzerà in Spirito Santo” Prima lettura: Is 55, 1-11 Salmo: Is 12 Seconda lettura: 1 Gv 5, 1-9 Vangelo: Mc 1, 7-11 Il Vangelo «Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”». (Cfr Mc 1, 9-11) Colore liturgico: BIANCO

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Il Battesimo: sigillo che genera a nuova vita In questa domenica dopo l’Epifania la liturgia ci fa celebrare il Battesimo di Gesù e ci invita a scoprire la sua vera identità. L’inizio del Vangelo di Marco diviene così il racconto della natività di Gesù Cristo, il mistero nascosto della Sua persona, che ci sarà rivelato passo dopo passo fino al monte della Trasfigurazione e poi alla fine, ai piedi della croce, quando il centurione romano sigillerà con le sue parole la verità del Figlio di Dio. Oggi lo Spirito Santo manifestandoci il mistero di Gesù Cristo Figlio di Dio ci rivela il nostro mistero di figli amati e salvati, segnati dal sigillo indelebile del Santo Battesimo, sacramento che ci genera a nuova vita. “Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo, e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.” Usciamo allora da questo tempo di Natale ed entriamo nell’ordinarietà della vita uniti a Lui “che è il più forte”.


INF ORMADIOCE SI G L I A P P U N TAM E N T I Con gli ammalati

Con le comunità

Nel periodo natalizio il vescovo Giuseppe visiterà case di cura e ospedali. Il 18 dicembre, alle ore 16.30, sarà a Villa Chiarugi a Nocera Inferiore per lo spettacolo “Napoli e non solo…” portato in scena dai pazienti residenti nella struttura; il 20 dicembre, alle ore 10.30, presiederà la Santa Messa organizzata dal personale di Terapia Intensiva Neonatale all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore; il 22 dicembre, alle ore 11.00, presiederà la Celebrazione eucaristica a Villa dei Fiori a Nocera Inferiore.

Il 21 dicembre, alle ore 10.30, il Vescovo presiederà la Santa Messa della IV Domenica di Avvento nella parrocchia Sant’Alfonso di Sarno; il 27 dicembre, alle ore 19.00, presiederà la Celebrazione eucaristica nella parrocchia Santa Maria del Presepe di Nocera Inferiore. Evento conciliare Il 19 dicembre, alle ore 19.00, la Basilica alfonsiana di Pagani accoglierà il primo appuntamento del Concilio Giovane e

l’evento “Sant’Alfonso e il Natale”. Durante la serata il Vescovo presenterà e consegnerà la sua Lettera di Natale. La bellezza del presepe Il 4 gennaio, alle ore 19.30, il Vescovo parteciperà alla premiazione del Concorso dei Presepi organizzato dalla P.U.A.C.S. al Santuario di Gesù Bambino di Praga di Pagani.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

Celebrazioni natalizie A Natale il Vescovo presiederà la Santa Messa di Mezzanotte nella parrocchia Sant’Antonio di Padova, in Poggiomarino. Alle ore 10.30 del 25 dicembre la Celebrazione eucaristica è in Cattedrale a Nocera Inferiore. Monsignor Giuseppe Giudice presiederà il Te Deum di ringraziamento in Cattedrale, alle ore 17.00, mentre il 6 gennaio, alle ore 18.30, presiederà il Pontificale dell’Epifania nella Concattedrale di Sarno.

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La sacra Sindone

Un’ostensione con i giovani e i sofferenti

U

scovo Nosiglia vuole caratterizzare l’o-

noi, che abbiamo ricevuto la vita di Dio in Cri-

stensione solenne che, dal 19 aprile al 24 giu-

sto. Ma l’«amore più grande» ci invita, ci spinge

gno 2015, chiamerà nuovamente a raccolta il

a riconoscere il Signore nei fratelli, nei poveri,

«popolo della Sindone», per vedere e pregare

nei bisognosi, nei sofferenti.

n’ostensione con i giovani e con le

grande di chi dà la vita. E dunque, proprio per

persone che soffrono. Così l’Arcive-

questo, rendono manifesto l’amore di Dio per

davanti a quell’Immagine che ricorda con tanta forza espressiva la Passione e la morte di

Il volto nuovo di Torino. L’ostensione del-

Gesù Cristo.

la Sindone, celebrazione e pellegrinaggio religioso, spirituale, momento forte di vita della

Perché i giovani, perché i malati? L’osten-

Chiesa, è anche una grande occasione per To-

sione del 2015 è stata concessa da Papa Fran-

rino e per il suo territorio: per farsi conoscere,

cesco per la coincidenza con i 200 anni dalla

proporre un’accoglienza che, negli ultimi anni,

nascita di san Giovanni Bosco, fondatore del-

è cresciuta in quantità e qualità. Saranno so-

la famiglia salesiana: un «giubileo» che richia-

prattutto i giorni vicini a quelli della visita di

merà a Torino da ogni parte del mondo i gio-

Francesco a mostrare un «volto nuovo» di To-

vani (e i meno giovani) che hanno frequenta-

rino, quando verranno migliaia di giovani per

to scuole, oratori e campi sportivi nel nome di

incontrare il Papa. Come nelle ostensioni più

don Bosco. Lo stesso Francesco sarà a Torino

recenti (dal 1998 in poi) Torino e il Piemon-

il 21 giugno: l’ha annunciato nell’udienza in

te si sono mobilitati per organizzare l’ostensio-

piazza San Pietro il 5 novembre scorso. Per lui

ne. Nel Comitato organizzatore siedono, insie-

il viaggio sarà anche un «ritorno alle radici»: da

me alla diocesi, la Città, la Provincia di Tori-

Torino e dalle colline del Monferrato la famiglia

no, la Regione Piemonte, con le due fondazioni

Bergoglio partì, come tanti altri emigranti pie-

bancarie (San Paolo e CRT), i Salesiani e la Di-

montesi, alla volta dell’Argentina.

rezione regionale per i Beni artistici. La coinci-

Quanto ai malati, il collegamento con la Sin-

denza con l’Expo di Milano dovrebbe favorire il

done è diretto: chi conosce la sofferenza, sul

flusso di visitatori anche su Torino.

Torino chiama a raccolta il popolo della Sindone. Dal 19 aprile al 24 giugno 2015 sarà possibile pregare davanti all’immagine che ricorda la Passione e la morte di Gesù Cristo

proprio corpo o nello spirito, chi vive accanto a persone ammalate sperimenta nel profondo il mistero del dolore; e anche per questo è tanto più aperto a «riconoscere» e cercare di alle-

La prenotazione

viare la sofferenza altrui, per quanto possibile.

Si vuole realizzare un’ostensione che garantisca a tutti la possibilità di vedere la Sindo-

L’attenzione al mondo della malattia porta al-

ne e di conoscere meglio le realtà – ecclesiali e non solo – di Torino e del suo territo-

la ragione autentica, vera dell’ostensione: con-

rio. Per questo, come in passato, la visita alla Sindone è completamente gratuita,

templare il Volto del Signore per uscire a «ser-

pur essendo obbligatoria la prenotazione (anch’essa gratuita). Si prenota esclusiva-

vire i fratelli». È il senso del motto che il Cu-

mente via internet, attraverso il sito ufficiale della Sindone, www.sindone.org.

stode Nosiglia ha scelto per questa esposizio-

Durante i giorni lavorativi è attivo un servizio telefonico di informazione, al numero

ne: «l’Amore più grande». Le parole di Gesù in

011.5292550 (le tariffe dipendono dal proprio gestore telefonico).

Giovanni 15 ricordano che non c’è amore più

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Mons. Franco Giulio Brambilla

Educare alla fede e alla vita adulta Dal 23 al 25 ottobre si è svolta, presso l’Istituto dei Padri Carmelitani a Sassone - Ciampino in provincia di Roma, la Conferenza Organizzativa e l’Assemblea Ordinaria dell’ANSPI

E

terni bambini e adolescenti. Da questo nodo nasce e si sviluppa la difficoltà nel trasmettere la fede. Ne ha parlato, nell’ambito della conferenza organizzativa, mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, che ha approfondito il rapporto educativo tra diverse generazioni con la relazione “Di generazione in generazione, come trasmettere l’umano tra valori e fede”, contenuta negli orientamenti 2014-2015. Come trasmettere i valori e tra questi anche quello essenziale della fede? Alimentando l’interesse di tutta la platea, mons. Brambilla ha spiegato che è difficile trasmettere la fede e la qualità buona della vita perché è diventata un’impresa drammatica generare alla vita adulta. Utilizzando un linguaggio semplice, l’oratore ha posto un quesito alla platea: «É possibile dare alla luce una vita, senza dare una luce per vivere?». Poi ha aggiunto: «Nell’arco che va dal nascere al diventare adulti, nel tempo disteso dell’adolescenza e della giovinezza, oggi diventate prorogate, dilazionate, interminabili –­ c’è sempre tempo per diventar grandi... – sta, dunque, tutto il dramma della trasmissione di generazione in generazione». La trasmissione della vita e della fede “di generazione in generazione” attraversa un momento di crisi. Bisogna passare da una libertà dissipativa ad una generativa, introducendo un nuovo legame tra il desiderio e la legge: la legge della Parola che il Padre rappresenta simbolicamente. Desiderio, legge e promessa: insieme crescono oppure insieme decadono.

Le generazioni devono vivere una relazione virtuosa con questi tre elementi. Il riferimento è il capitolo 8 del Deuteronomio. La legge (Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi – Dt, 8,2) custodisce la promessa (perché viviate, diveniate numerosi ed

Nuove nomine Cambio di testimone all’interno dell’ANSPI: don Vincenzo Di Nardi è stato nominato nuovo vice presidente, per il settore della Formazione degli Animatori sono state nominate Annalisa Di Donato, Manuela De Vivo e Michela Belmonte. Michela, in particolare, seguirà il rapporto tra Oratori e Pastorale Giovanile, mentre il settore della comunicazione (sito internet, profilo facebook e contatti con la redazione di Insieme) è curato da Chiara Pagano. Il settore sport è stato affidato ad Antonio De Vivo e Giulio Violante. Nel frattempo, sono state avviate le consultazioni tra i vari Oratori che porteranno al rinnovo del Consiglio direttivo.

entriate in possesso del paese che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri – Dt 8,1) e il desiderio dell’uomo (quello che avevi nel cuore – Dt 8,2). Il saper vivere deve attraversare il deserto meraviglioso e struggente, ma anche “grande e spaventoso” dove la forma del mondo cambia alla prima folata di vento. “Se non trovi una roccia fissa, una lampada che illumina e una fonte a cui dissetarti – ha ricordato il Vescovo - puoi soccombere e perire. Non bisogna contrapporre grazia e legge: la prima è l’orizzonte che illumina sempre la seconda, la seconda custodisce il carattere di promessa del dono di Dio”. Mons. Brambilla ha poi concluso il suo intervento ponendo l’accento sulla cura educativa che si realizza nella capacità di ereditare. Come diceva Goethe: “Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero”. L’educatore è chiamato a trasmettere il sapere, in questo modo diventa dono per l’adolescente e il giovane. Educare è mettere l’altro in condizione di ereditare. Maestri di vita, tempo disteso, relazione con l’altro sono i tre aspetti dell’educare e dell’ereditare. Infine, un cenno ad un tratto singolare dell’educazione cristiana: il suo carattere testimoniale. L’incontro con Cristo come porta sul mistero di Dio e compimento dell’identità dell’uomo, l’azione educativa come luogo e cammino per realizzare questo meraviglioso e drammatico incontro sono azioni che richiedono molti attori, anzi molti educatori. E la figura felice dell’educatore è quella del maestro di vita. Insieme - Dicembre 2014

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NEWS DALLE PARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Maria SS.ma Addolorata San Potito di Roccapiemonte

Da Stanislao a… Ciro Don Natalino ha invitato il novello presbitero Ciro Zarra a concelebrare in parrocchia, come segno di comunione ecclesiale

La brochure di presentazione della rassegna

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

“Cantate inni al Signore, cantate inni” Quarta rassegna di cori polifonici in onore di San Nicola

I

fedeli della comunità parrocchiale di Santa Maria Maddalena in Armillis ogni anno festeggiano il solenne triduo di lode in onore del Santo patrono Nicola da Bari e dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria. Per questo, domenica 7 dicembre, la seconda domenica d’Avvento, alle 19.30 la monumentale Abbazia è stata nuovamente scenario di ospitalità della rassegna di cori polifonici che è giunta alla sua quarta edizione. “Cantate a lui un canto nuovo, cantate a lui con arte nel giubilo” insegna il Salmo 32,3 a cui pur si è ispirato Sant’Agostino nel Commento sui salmi: «Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde quanto non gli riesce di esprimere a parole». Con questo spirito, sono stati rivolti gli inviti alla partecipazione di diverse corali delle parrocchie della Diocesi, che hanno proposto ed eseguito due canti, l’uno mariano e l’altro di melodia, soprattutto, natalizia. Livia Rossi

L

a celebrazione è stata intensa, pur nella sua semplicità. Invitare un neo sacerdote nella comunità è stato come una festa di famiglia. La gioia di uno è la gioia di tutti e la gioia di tutti è la gioia di tutta la Diocesi, anzi della Chiesa intera. Proprio per sottolineare questo senso di comunione ecclesiale ho voluto invitare il neo sacerdote d. Ciro Zarra a concelebrare nella piccola parrocchia di S. Potito. E lui, disponibile e quasi timido, per quel suo rossore ogni volta che si emoziona, ha accolto volentieri l’invito. Alle 10.00 tutti in chiesa per la messa di precetto. Un po’ curiosi i fedeli, soprattutto i bambini nel veder questo giovane prete accanto al loro parroco, sull’altare. Naturalmente ho spiegato il motivo della presenza, l’importanza del sacerdozio, il ricambio generazionale anche nel nostro presbiterio e come ha lui sottolineato nell’omelia, occorre fare fruttificare questi talenti, questo patrimonio economico-spirituale che il Signore dona a ciascuno di noi. Poi, al termine, la presentazione dei doni. Gli è stata regalata una splendida torta, preparata da una delle nostre donne, con tanto di calice ed ostia. Il dono a sorpresa è stato il quadro, una litografia del ‘900, che rappresenta S. Stanislao Kostka. Un santo giovane gesuita del 1550: con una somiglianza a don Ciro a dir poco impressionante. È stata davvero una bella scoperta ed è stato emozionante regalargli questa immagine. Inutile parlare delle emozioni e di qualche lacrime: il cuore è un forziere geloso in cui possiamo conservare, inalterati, ricordi e sentimenti, immagini ed affetti che superano gli anni, perfino i secoli. Vedere per credere. d. Natalino Gentile Don Natalino Gentile regala a don Ciro Zarra una litografia di S. Stanislao Kostka

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Alcuni dei piccoli artisti del gruppo 9-11dell’A.C.

Il presepe realizzato dalla comunità parrocchiale

San Bartolomeo Apostolo Nocera Inferiore

San Teodoro Martire Sarno

Le meraviglie del Creato siamo noi

La magia del Santo Natale

I ragazzi del gruppo 9 - 11 vincitori al concorso “Riciclarte 2014”

La comunità si prepara a vivere la nascita del Bambino Gesù

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rande vittoria dei ragazzi del gruppo 9 - 11 anni della parrocchia, vincitori per la categoria “gruppi parrocchiali e associazioni” del concorso Riciclarte 2014, tenutosi in piazza Municipio a Nocera Inferiore lo scorso 8 novembre. RiciclArte è in piena sintonia con il messaggio lanciato dall’A.C. diocesana attraverso l’intervento dell’onorevole Cananzi al convegno “Tutta mia la Città”. I nostri ragazzi hanno meritato ben 54 dei 60 punti disponibili. Un punteggio assegnato da una giuria composta da sei membri (un poeta, un docente di educazione tecnica, un bersagliere, un geologo, un docente di educazione fisica ed una casalinga) tenuta a valutare contenuto artistico e tecnico, messaggio e capacità di collaborazione, assegnando punti extra per fair play e “riordino differenziato” del materiale usato. “Le meraviglie del Creato” il titolo del concorso, un tema caro all’Azione Cattolica Italiana. Con un’opera fatta di soli tappi e lattine, giocando con colori e gessetti, i ragazzi hanno lanciato un messaggio che non lascia dubbi: “Le meraviglie del Creato siamo noi”. Infatti, i ragazzi, sotto l’occhio vigile degli educatori, hanno rappresentato un sole che sorge, sorretto da una mano che lo protegge e gli da forza, circondato da fiori, farfalle e coccinelle. Questo sole rappresenta tutti noi, capaci di rinascere ogni giorno. Sta a noi proteggere e difendere il Creato, rispettandolo con ogni nostro gesto. Patrizia Lamberti

T

rasmette sempre quella sensazione di gioia, di stare bene e di prodigare buoni insegnamenti. Ogni volta che si rinnova è una volta “nuova”. Una nuova possibilità che ci dona per somigliare sempre di più a Lui. Lui che, Bambino, è venuto a stare in mezzo a noi per renderci come Lui. Puri di spirito, buoni d’animo e caritatevoli nelle azioni. Il Santo Natale è così: una festa che si rinnova per rinnovarci. È Gesù che “ridiventa” Bambino per farci tornare bambini. Per farci riscoprire, nel trambusto della vita quotidiana, la grandezza del nostro essere piccoli. Piccoli rispetto al resto che ci circonda, ai problemi che ci affliggono, ai tormenti che ci assillano, alle paure che ci assalgono. Ma grandi se confidiamo in Lui. Se poniamo al centro delle nostre azioni Dio, il nostro Signore Gesù Cristo, la grandezza assoluta. Colui che tutto sa e tutto compie. Sotto questo auspicio la parrocchia San Teodoro Martire di Sarno si appresta a vivere la magia del Santo Natale. Con animo candido e guidata dagli insegnamenti di don Alfonso Giordano, l’intera comunità si appresta ad accogliere “nell’umile casa” l’Onnipotente che sceglie di stare con e tra i suoi figli. Possa il Bambino di gloria incoronato volgere il Suo sguardo di bontà su tutti i fedeli che a Lui ricorrono fiduciosi. Santo Natale a tutti! Michele Lanzetta

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Don Ciro Galisi con i bambini e volontari del centro “Il Buon Samaritano”

San Giovanni Battista Striano

Celebrazioni per il 4 novembre Per l’occasione, la comunità strianese ha ricevuto una lettera dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

È Santa Maria del Presepe Nocera Inferiore

“Il Buon Samaritano” riapre i battenti Con la ripresa dell’anno scolastico ripartono le attività e i servizi di assistenza offerti ai bambini dai volontari del centro

“I

l Buon Samaritano” ha riaperto i battenti per condividere insieme il quinto anno di attività. L’anno scolastico è da poco iniziato e i volontari del centro sono sempre più numerosi, perché la generosità è contagiosa. Alleviare il disagio: è questa la missione che spinge “Il Buon Samaritano” a creare attività formative, ricreative e di aggregazione per essere nido ospitale per bambini, adolescenti e – talvolta – per le famiglie. Operatori, docenti, educatori e tutti i volontari, con passione, pazienza e professionalità, sono impegnati anche quest’anno a supportare, educare, ascoltare e “coccolare” i ragazzi loro affidati. Mensa, doposcuola, giochi, attività sportive, catechismo e celebrazione eucaristica domenicale si articolano in un crescendo di vitalità, di calore e di spirito di fratellanza al centro, favorendo la cultura del dialogo, della condivisione e della socializzazione. Sono momenti speciali quelli vissuti al centro sia per i bambini, felici di sentirsi ascoltati e seguiti con affetto e sia per i volontari, soddisfatti di instaurare un così splendido rapporto con gli ospiti de “Il Buon Samaritano”. Don Ciro, che con la sua generosità e disponibilità è un punto di riferimento per tutti, invita ognuno a crescere in una dimensione solidale come comunità, ricordando che parlare al cuore è il modo migliore di comunicare. «La Provvidenza – dice il presbitero – è sempre con noi in questa divina avventura». È aperto a tutti l’invito a dare una mano come volontario. D’altra parte, il piacere del dono va in gran parte a chi lo fa. Maria Bonfiglio

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stata una cerimonia estremamente sentita e partecipata quella che l’associazione socio-culturale “Caduti per la Patria” di Striano ha dedicato alle celebrazioni per il 4 novembre, festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate. Una cerimonia rinnovata, che ha assunto una rilevanza ancora maggiore per il concomitante centenario della prima guerra mondiale e bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. La manifestazione ha avuto inizio alle ore 18.00 con la celebrazione eucaristica presso la Chiesa Madre di San Giovanni Battista, concelebrata da don Enrico Ascolese e don Michele Fusco, con la partecipazione del coro Severiniano. Al termine della Santa Messa ha avuto inizio il corteo dalla chiesa al Palazzo di città Filippetto Marino, dove gli alunni della locale scuola primaria hanno posato la corona di alloro sulla lapide in onore dei caduti della prima guerra mondiale. In seguito il corteo ha raggiunto il Monumento di Piazza Caduti di tutte le guerre, dove ha avuto luogo l’alzabandiera e l’intonazione dell’inno nazionale. Ad aprire gli interventi il neo presidente dell’associazione “Caduti per la Patria”, Raffaella Bellacosa, che ha letto le parole che il presidente della Repubblica ha voluto indirizzare alla comunità strianese per l’occasione. A seguire il saluto del sindaco di Striano, Aristide Rendina. Raffaele Massa

Un momento della celebrazione eucaristica


La famiglia di A.C. della parrocchia

Sant’Alfonso Pagani

La proposta dell’A.C. nella comunità alfonsiana Dai fanciulli agli adulti, l’associazione chiama tutti a vivere il proprio percorso di santità

I

l gruppo di Azione Cattolica della parrocchia S. Alfonso in Pagani, come ogni anno, avvia un “progetto” che si incarna nella storia dei suoi associati. In A.C. ce n’è per tutti: fanciulli, adolescenti, giovani, adulti e “adultissimi”. Non manca nessuno in questa piccola famiglia incanalata in una parrocchia di città. Un filo che non si interrompe, una fede che si apre e trova, anche nell’associazione, spazio per condividere e far crescere relazioni. Nello specifico, l’anno 2014/2015, come in una staffetta, accoglie in sé nuovi obiettivi. Uno in particolare è il percorso adulti-giovani (fascia d’età precedentemente non coinvolta): ragazzi, per la maggior parte trentenni, che tra fatiche lavorative e affanni gior-

nalieri, hanno scelto comunque di ritrovarsi. L’obiettivo di questo gruppo è consentire un ingresso graduale nel mondo degli adulti dell’associazione. Gli incontri arricchiscono l’agenda parrocchiale all’interno della comunità alfonsiana. Ogni quindici giorni, di lunedì, si riuniscono i giovani adulti (ore 20.15) e gli adulti (ore 19.30) mentre gli adultissimi, alle ore 18.00 tutti i lunedì. I giovanissimi tra compiti per la scuola e attività varie, si riuniscono il martedì; i giovani, infine, il mercoledì di tutte le settimane. Lo Spirito si allena alla palestra dell’A.C.: tra corsi universitari, impegni familiari e iscrizioni in piscina, i giovani arricchiscono la nostra associazione e l’intera comunità parrocchiale con la loro presenza.

La scorsa estate, l’A.C. ha proposto un GrEst, attività ludiche con la finalità di avvicinare i bambini alla comunità parrocchiale. Tale esperienza ha aperto le porte e fatto del cielo il tetto della nostra Chiesa, uscendo fuori nella piazza e strappando sorrisi ai passanti. Ora l’A.C.R. si è arricchita di intensa partecipazione, motivo per il quale, quest’anno, l’équipe adulti vuole porre più attenzione alle famiglie, attraverso il coinvolgimento dei genitori dei ragazzi in un percorso formativo mensile. Tra gli obiettivi, una maggiore partecipazione all’esperienza associativa dei figli, contagiando con l’entusiasmo dei fanciulli anche il cuore dei genitori. Angela Giordano

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Don Antonio Guarracino

Padre Antonio Cuomo

Regina Pacis Angri

Gesù Risorto Pagani

“Cafarnao, il pane della fede”

Il sogno del nuovo complesso parrocchiale

Lectio divina, un appuntamento fisso per vivere insieme l’ascolto della Parola

Tante le iniziative per la raccolta fondi a favore della parrocchia

C

S

ome ogni mese, anche lunedì 10 novembre, nella parrocchia Regina Pacis di Angri, padre Antonio Cuomo ha tenuto per la comunità una lectio divina. È questa un’iniziativa che dall’anno scorso vede riunirsi la comunità parrocchiale in ascolto della Parola di Cristo, un’occasione in più per tutti i fedeli, oltre alla Messa domenicale o agli incontri dei vari gruppi, di dedicare del tempo all’incontro con Cristo, all’incontro con Lui, che sia di profonda meditazione. Padre Antonio ha guidato tutti i presenti attraverso le cinque fasi che accompagnano l’interiorizzazione della Parola: l’invocazione allo Spirito Santo; la lectio, la lettura attenta del testo; la meditatio, la meditazione sul passo; oratio e contemplatio, il momento della preghiera; in fine l’actio, la Parola attualizzata nella nostra vita. Il passo che ha segnato questo incontro è stato tratto dal Vangelo di Marco, “Cafarnao: il pane della fede. Diventare discepoli” (Mc 1, 21-38). Il messaggio per tutti: «Diventare discepoli significa imparare a vedere la vita come vocazione, cioè come una risposta a Qualcuno che chiama […] e Gesù chiama tutti». Un messaggio forte che ci spinge a vivere il nostro quotidiano sulla strada di Cristo, tenendo sempre dentro la Sua Parola. Concetta Mainardi

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ono tante le iniziative, soprattutto in questo periodo natalizio, che la parrocchia Gesù Risorto sta mettendo in atto. Per preparare il cuore all’attesa del Natale ma anche per cercare di aprire, il più presto possibile, il nuovo complesso parrocchiale. Le ultime due iniziative del mese di novembre sono state finalizzate proprio a quest’ultimo obiettivo. La prima ha riguardato la diffusione, in tutte le parrocchie della forania di Pagani, del libro “Spigolando tra i ricordi”, scritto dal professore Vittorio Marrazzo e che racconta la storia, i particolari e i personaggi della Pagani del secolo scorso. Ad interessarsi della diffusione sono stati in modo particolare i giovani, anche perché il ricavato della vendita dei libri, per volere dello stesso autore, è andato ed andrà per la costruzione della nuova Chiesa. Sono stati i giovani, con il sapiente e fondamentale aiuto degli adulti, anche ad occuparsi del mercatino di solidarietà. Domenica 23 novembre, per tutta la giornata, è stato allestito uno stand in piazza Sant’Alfonso dove sono stati venduti prodotti offerti dalla comunità (verdura e frutta delle nostre terre), oggetti natalizi e dolci. La risposta è stata quella che ci si aspettava, grazie al gran cuore dei cittadini paganesi. Danilo Sorrentino


Papa Francesco mentre abbraccia il piccolo Alessandro

Santa Maria dei Bagni Scafati

L’abbraccio di Papa Francesco Il piccolo Alessandro ha partecipato all’udienza generale in piazza San Pietro ed è stato baciato dal Pontefice

A

lessandro ha sette anni e il suo idolo non è un supereroe, ma un uomo in carne ossa. Accento argentino e vestito di bianco. Due indizi inconfutabili. Stiamo parlando di Papa Francesco. Il bambino della comunità di Santa Maria dei Bagni, al termine di una celebrazione eucaristica domenicale, si era avvicinato a frate Michele Floriano e pieno di orgoglio aveva annunciato: «Io vado dal Papa mercoledì!». Frate Michele lo aveva preso in braccio e gli aveva stampato un bacio sulla guancia, con una raccomandazione: «Porta questo saluto a Papa Bergoglio e l’abbraccio di tutta la nostra comunità». Alessandro ha partecipato all’udienza generale del Pontefice lo scorso mese, schiacciato tra la folla ha visto Francesco passare. La gioia immensa non poteva fermarlo, il bambino continuava a gridare il nome del Vescovo di Roma. Fino a quando, il Papa stesso lo ha udito. Dando indicazione di fermare l’automobile, si è chinato, lo ha salutato e abbracciato. Un gesto che il piccolo non dimenticherà mai e in cui un frammento della nostra Chiesa locale ha potuto incontrare la tenerezza del successore di Pietro. Mariarosaria Petti

LA PIÙ GRANDE TESTIMONIANZA DELL’AMORE PIÙ GRANDE.

ARMANDO TESTA

SOLENNE OSTENSIONE DELLA SINDONE 19 APRILE - 24 GIUGNO 2015 DUOMO DI TORINO

L'AMORE PIÙ GRANDE SINDONE 2 0 1 5

In occasione del bicentenario della nascita di Don Bosco, la Santa Sindone sarà esposta nella cattedrale di Torino. Sul sito dedicato troverete tutte le informazioni utili per la visita.

PRENOTAZIONE GRATUITA OBBLIGATORIA SUL SITO WWW.SINDONE.ORG

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diocesi di TORINO


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Insieme - Dicembre 2014


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II, PAGANI COORDINATORE REDAZIONE PARROCCHIALE: MICHELE RAIOLA

Foto Antonio Venditti (5)

IN PARROCCHIA

A

d un mese esatto dall’insediamento di don Giuseppe Pironti, il 26 ottobre, è ritornato il vescovo mons. Giuseppe Giudice, per l’amministrazione del sacramento della Confermazione. É sembrata, questa, una coincidenza, volta a confermare la scelta che lo Spirito Santo ha riservato alla nostra parrocchia. Intanto, nell’arco di questo primo mese sono state riorganizzate e sono ripartite tutte le attività parrocchiali. La comunità è in cammino, a cominciare dai più piccoli riaccolti dagli educacuori presso l’oratorio ogni sabato pomeriggio e dalle catechiste la domenica mattina. Anche per i giovani e giovanissimi sono riprese le catechesi di formazione tenute dagli animacuori ogni giovedì sera. Il giovedì è il giorno prescelto per la catechesi comunitaria, una volta al mese, e per l’adorazione eucaristica settimanale, momento in cui don Giuseppe si dedica ai fedeli nella preghiera e con il sacramento della Confessione. Questi sono i primi passi di una nuova avventura pastorale intrapresa da una comunità che ha voglia di ricominciare. Redazione parrocchiale

INSIEME, PER UNA NUOVA AVVENTURA Sono ripartite tutta le attività parrocchiali, pensate per i piccoli e per i grandi

IL DONO DELLO SPIRITO Dodici giovani della comunità hanno ricevuto il sacramento della Confermazione Lo scorso 26 ottobre, dodici giovani della nostra comunità parrocchiale hanno ricevuto il dono della Confermazione. Mons. giuseppe giudice, rivolgendosi ai cresimandi, ha invitato tutti i fedeli ad accogliere lo straniero che è in ognuno di noi, quello che diventerà il nostro punto di riferimento, che ci darà la speranza e, soprattutto, un’identità. Lo Spirito ci ricorda le parole del Maestro: “Amatevi come io vi ho amati”. Ecco allora la grande novità: amare fino a dare la vita. Come ha fatto gesù.

Un momento della celebrazione (Foto Giulia Rossi)

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Il dono della fede

Padre Aldo insieme ai bambini della parrocchia

S

i è conclusa, con la penulti-

della parrocchia – aggiunge il parroco

ma domenica del Tempo ordi-

-. È da qui che muovono i passi tutte

nario, la presentazione dei gio-

le altre attività. Far conoscere e ama-

vani della comunità parrocchiale che

re Gesù è l’obiettivo primario». Quan-

frequenteranno un corso per riceve-

do questo accade, le persone si sen-

re i Sacramenti: 176 ragazzi faranno

tono parte di una grande famiglia. Ri-

la Prima Confessione, 167 riceveran-

cevono sostegno, forza e coraggio, ma

no per la prima volta l’Eucaristia, 57

scoprono anche che possono dare, nei

giovani, invece, si preparano a riceve-

limiti del possibile, un po’ del loro tem-

re il sacramento della Confermazione,

po per gli altri.

In aumento a Poggiomarino il numero di bambini, giovani e adulti che si preparano a ricevere i Sacramenti

40 coppie partecipano al corso prematrimoniale.

I catechisti delle comunità e dei vari gruppi di catechismo sono fedeli che

«Numeri in netto aumento rispetto agli

evangelizzano anzitutto con la testi-

scorsi anni che ci riempiono il cuore di

monianza e con una preparazione ade-

gioia – commenta il parroco padre Aldo

guata. Spesso diventano un vero e pro-

D’Andria –. Questa parrocchia riesce

prio punto di riferimento. «Ho voluto

ancora ad attirare tanti fedeli». Nume-

inserire una commissione di evange-

rosi sono i gruppi impegnati nel tes-

lizzazione nel Consiglio pastorale che

suto parrocchiale al servizio dell’evan-

presto inizierà a monitorare le necessi-

gelizzazione: sette comunità Neoca-

tà della parrocchia e si adopererà con-

tecumenali, la Fraternità di Emmaus

cretamente per dare risposta ai biso-

con gruppi di giovani e sposi, Azione

gni rilevati», conclude padre Aldo men-

Cattolica, la comunità Gesù Risorto, i

tre la comunità si prepara ad accoglie-

centri d’ascolto e tante altre realtà e

re il figlio di Dio che si è fatto bambi-

attività. «L’evangelizzazione è il cuore

no per noi.

STIMMATINI NEL MONDO Quattordici seminaristi stimmatini, in visita alle parrocchie del Meridione d’Italia, hanno fatto tappa anche a Poggiomarino

S

ono quattordici i seminaristi stimmatini provenienti da diversi Paesi del mondo che lo scorso ottobre hanno visitato per due settimane numerose parrocchie del Meridione d’Italia. I giovani arrivano da Filippine, Brasile, Thailandia, Botswana, Costa d’Avorio ed altri Stati africani dove insistono province stimmatine. Una tappa è stata fatta anche a Poggiomarino, qui i seminaristi hanno avuto l’opportunità di incontrare i diversi gruppi

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Insieme - Dicembre 2014

presenti all’interno della parrocchia e l’intera comunità poggiomarinese che ha accolto calorosamente i ragazzi organizzando, oltre alla celebrazione eucaristica, un vero e proprio momento di festa. Durante la Messa nel corso della quale i ragazzi sono stati presentati a tutta la cittadina, i giovani seminaristi hanno ringraziato per l’accoglienza e per la testimonianza che i sacerdoti danno nella vita religiosa e nell’apostolato.

Un momento di festa con i seminaristi stimmatini


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI SAN VALENTINO TORIO

I piccoli impegnati in alcuni momenti di gioco

La festa dell’accoglienza

L’

anno associativo dell’Azione Cattolica si apre con la festa dell’accoglienza, un’opportunità per ritrovarsi e ricompattare il gruppo con cui si vivrà il cammino nei mesi successivi. Un’occasione preziosa per riscoprirsi parte di una comunità più grande: quella parrocchiale. Un momento in cui assaporare il gusto di giocare, conoscersi e sperimentarsi in diverse abilità. Al centro della festa vi è l’esperienza del gioco, che non è soltanto la garanzia di un sicuro divertimento o un modo per far passare piacevolmente il tempo. Il gioco favorisce la relazione con gli altri e fa crescere il senso di gratuità, offre ai ragazzi la possibilità di conoscere ca-

pacità e limiti personali, fa gustare l’allegria e la festa, apre alla trascendenza. La festa prevede anche un momento d preghiera durante il quale i bambini si ritrovano insieme ai propri educatori e al sacerdote e ringraziano il Signore per quanto ricevuto in quella giornata affidandogli l’anno associativo. «Coraggio, sono io. Non abbiate paura!». É questo il tema che accompagnerà la grande famiglia di Azione cattolica e anche i piccoli accierrini che dovranno imparare a fidarsi di Dio e a scoprire la bellezza del messaggio evangelico. Nei prossimi mesi, aiutati dai loro educatori, scopriranno che Gesù è l’Amico che non delude mai. Francesca Strianese

«Coraggio, sono io. Non abbiate paura!». É questo il tema che accompagnerà la grande famiglia di Azione Cattolica e anche i piccoli accierrini

Davanti a Lui Lo scorso 22 novembre, la comunità ha vissuto un inteso momento di adorazione eucaristica che ha coinvolto anche i piccoli

L’ I piccoli accierrini in preghiera durante le Quarantore

adorazione eucaristica è un momento privilegiato per sostare davanti al Signore, presente in mezzo a noi con il suo corpo. É questo che abbiamo voluto trasmettere ai piccoli accierrini, lo scorso 22 novembre, durante le Sante Quarantore che ogni anno, nella festività di Cristo Re, si svolgono presso la nostra parrocchia. In preghiera davanti a Lui con “tutto noi stessi”: con il corpo, magari stanco per una giornata di lavoro e studio, con la mente e i suoi progetti e i pensieri che a volte distraggono dalla

Nella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sostituiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento. Se desideri anche tu prendere uno spazio fisso o in occasione di un evento particolare, contattaci allo 081 517 04 66 o su insieme@diocesinocerasarno.it

preghiera, con gli affetti in cui rientrano a pieno titolo anche i ragazzi che ci sono affidati. In preghiera davanti a Lui, ma non eravamo soli. Infatti, non potremmo vivere il compito educativo se il Signore non ci avesse messo accanto maestri ed amici che condividono il nostro impegno. Insieme ai bambini, abbiamo vissuto questo ricco momento di preghiera con lo spirito di una famiglia. Un altro dono prezioso che il Signore ci ha fatto. Valeria Fedele

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI NOCERA SUPERIORE

appuntamenti natalizi Foto Giulia Serio

Tante occasioni per fare festa insieme

I bambini e i ragazzi durante la condivisione del pranzo

Tutto da scoprire! La Festa del Ciao dell’Azione Cattolica Ragazzi ha coinvolto, lo scorso 19 ottobre, i bambini e i ragazzi in una fantastica avventura

C

osa ci fanno uno scienziato

personaggi: quello del chimico in cui

matto, una cuoca pasticciona,

si sono svolti esperimenti con pozioni

un estroso pittore e un’allegra

colorate e uova galleggianti, quello di

contadina alla Festa del Ciao dell’A-

cucina con la richiesta di preparare un

CR? Questi strambi personaggi erano

impasto, il laboratorio artistico in cui

nell’Oratorio parrocchiale, domenica

c’era da riprodurre un panorama e, in-

19 ottobre, a guidare bambini e ragaz-

fine, un laboratorio di giardinaggio per

zi in un’avventura “tutta da scoprire”.

la piantagione dei semi. In ogni attivi-

La giornata non poteva cominciare

tà i ragazzi hanno avuto a disposizio-

meglio: alle ore 11.00 tutti in Chiesa

ne non solo il materiale e gli attrezzi

per celebrare la Santa Messa e rende-

necessari, ma molti oggetti superflui

re grazie a Lui che ci chiama alla Sua

e inutili, posti di fronte alla scelta di

festa. A seguire, in oratorio, momenti

selezionare quelli giusti e sfruttarli al

di animazione, balli e la condivisione

meglio per portare a termine il compi-

del pranzo, un succulento menù pre-

to, proprio come nella vita ciascuno è

parato ad hoc nella cucina della strut-

chiamato ad individuare i talenti che

tura. Dalle 15.00 alle 18.00 si sono

Dio gli ha donato per farli fruttare.

aperti i laboratori guidati dai quattro

A

ccanto alle celebrazioni liturgiche, cuore del Natale, tante iniziative sono in programma nella nostra comunità parrocchiale per vivere i giorni di festa nel solco della comunione e della condivisione: il Christmas Village, il caratteristico mercatino di Natale, il 13 e 14 dicembre, giorni di festa dedicati a Santa Lucia e Sant’ Agnello; il suggestivo Presepe vivente nell’antico borgo di Uscioli, il 3 e 4 gennaio 2015; l’artistico Presepe nel salone parrocchiale con la Mostra dei Presepi, concerti, tombolate e tante altre occasioni di fraternità. Per conoscere tutti gli appuntamenti in programma, è possibile consultate il sito della parrocchia www.mariassdicostantinopoli.it e la nostra pagina facebook Parrocchia Maria SS. di Costantinopoli. M.A.B.

Daniela Claro

LA FORMAZIONE: Il corso biblico É ripartito il corso di approfondimento biblico, ogni mercoledì alle ore 19,30. Il tema affrontato quest’anno è la vocazione

È

partito anche quest’anno il corso biblico, appuntamento seguitissimo e occasione preziosa per crescere nella fede. Il tema che ci accompagnerà nei prossimi mesi è quello

vocazionale, ogni mercoledì alle ore 19,30. Nel 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II - che la nostra Diocesi celebra con il Concilio Giovane - don Roberto Farruggio ha pensato di arricchire questo percorso inserendo anche un itinerario sui documenti del Concilio, per conoscere meglio le costituzioni, le dichiarazioni e i decreti conciliari. Maria Angela Bisogno

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Insieme - Dicembre 2014

Una delle lectio tenute da don Roberto Farruggio

Il Presepe vivente


IN REDAZIONE MARIA ANGELA BISOGNO E CINZIA FAIELLA

I partecipanti al week-end formativo

F

edeli allo slogan di

scende nei nostri cuori per

accompagneranno il percor-

quest’anno

associa-

sedare la tempesta e farci

so di quest’anno: rimanere,

tivo - “Coraggio, sono

riprendere la rotta. Attenti

andare e gioire.

io, non abbiate paura!”(Mc

e fiduciosi ci siamo lascia-

Rimanere

6,50) - gli adulti di Azione

ti coinvolgere dalla bellez-

annunciarlo e testimoniar-

Cattolica,

con

Gesù

per

re-

za del testo evangelico di

lo ovunque; andare senza

sponsabili, sono usciti dalle

Marco, riflettendo sulle bu-

fermarsi mai e gioire nel-

rispettive comunità per ri-

fere che travolgono la vita,

la fede senza scoraggiarsi.

manere due giorni insieme

consapevoli che davanti alle

Arricchiti nel cuore e nello

in occasione del week-end

piccole e grandi prove, Gesù

spirito, abbiamo immor-

diocesano di formazione. È

ci invita ad essere coraggio-

talato in una bella foto di

stato bello mettersi l’uno

si e responsabili.

gruppo questo prezioso mo-

accanto all’altro e raccon-

“AC-comunati” dalla stessa

mento di crescita. Nei nostri

tare liberamente la propria

speranza, abbiamo deposto

occhi la luce della Parola e

esperienza. Insieme abbia-

il nostro cammino di fede

l’impegno di metterci al ser-

mo condiviso il desiderio e

ai piedi dell’altare durante

vizio degli altri per portare

la difficoltà di impegnarci

la Santa Messa celebrata

l’annuncio di Cristo Risorto

in una vita cristiana più

da don Raffaele Ferrentino,

non solo nelle nostre par-

autentica. In ogni esperien-

assistente diocesano Adul-

rocchie ma fino alle “perife-

za ascoltata, si incontrava

ti, il quale ci ha invitato a

rie” del mondo.

Lui, il Maestro, che sempre

riflettere sui tre verbi che

insieme

ai

“Rimanere, andare, gioire” Ecco i tre verbi da coniugare nel corso di quest’anno associativo: l’intenso week-end formativo degli adulti di Azione Cattolica, lo scorso 27 e 28 settembre

Susy Ferrentino

Prisco, il Santo dell’evangelizzazione La comunità in pellegrinaggio alla Cattedrale nocerina

L

o scorso 9 novembre, la nostra comunità si è recata in pellegrinaggio sulla tomba di S. Prisco, primo Vescovo della nostra Diocesi. In quest’anno di celebrazioni per il 400esimo anniversario della costruzione della nostra Chiesa parrocchiale, ci siamo inseriti nel pellegrinaggio mensile che le parrocchie della Diocesi vivono, alternandosi, il 9 di ogni mese. La parrocchia è una porzione della Chiesa diocesana e il pellegrinare verso la Cattedrale esprime la comunione nell’unica Chiesa. La preghiera sulla tomba di S. Prisco manifesta la gratitudine a Dio per le radici di santità e l’impegno ad imitare il nostro grande santo nell’infaticabile testimonianza di fede. La vita di S.

Prisco è un esempio vivo, capace di raccontare ai Cristiani del terzo millennio l’urgenza di testimoniare Cristo in questo tempo di “nuova evangelizzazione”. Dopo la Celebrazione eucaristica, la folla di fedeli giunta in Cattedrale insieme al parroco, ai ministranti e al coro, in processione, si è recata verso la Cappella del sepolcro di S. Prisco recitando le litanie, la supplica e baciando la reliquia. Tante preoccupazioni e grazie sono state affidate alla sua potente intercessione, sulla scia di generazioni di fedeli che fiduciosi sono accorsi al suo sepolcro. Prima del ritorno a casa, don Roberto ci ha presentato i tesori della splendida Cattedrale nocerina. elena Ferrentino

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A CURA DELL’UNITÀ PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA IN CICALESI, Il gruppo di animazione missionaria

SANT’ANNA FIANO E FOSSO IMPERATORE NOCERA INFERIORE

“SENZA PENSIERI”

un pOzzO peR la Vita Tante le iniziative messe in campo dal gruppo di animazione missionaria “Saaga gomtigo” per raccogliere fondi per la costruzione di un pozzo in Burkina Faso

I

l gruppo di Animazione Missiona-

pozzo ci vogliono circa € 8.500, per que-

ria “Saaga Gomtigo”, nato a Cicale-

sto è partita la raccolta mensile che si

si da circa un anno, con il sostegno

farà ogni ultima domenica del mese e al-

di tutta la comunità parrocchiale, attra-

la quale prenderà parte anche la parroc-

verso iniziative varie, ha raccolto fondi

chia S. Anna di Fiano - Fosso Impera-

per dare inizio al progetto “Un pozzo per

tore. Ringraziamo di cuore le oltre cen-

la vita”. Oltre a sostenere la povertà nel-

to persone che già hanno aderito al pro-

la nostra parrocchia, lo sguardo è rivol-

getto. Durante le feste di Natale saran-

to al Burkina Faso, stato dell’Africa oc-

no distribuiti anche dei biscotti fatti in

cidentale che don Andrea ha visitato lo

casa e, chi vorrà, lascerà un’offerta per

scorso febbraio, insieme ad altre perso-

la missione. Quello che noi realizziamo

ne, per portare la nostra solidarietà.

non è che una goccia rispetto all’ocea-

Abbiamo pensato alla costruzione di un

no, ma se non lo facessimo, all’oceano

pozzo, perché l’acqua è un bene prima-

mancherebbe qualcosa. Grazie di cuore.

rio e in questo modo si possono aiutare

Gruppo Animazione Missionaria

più villaggi vicini. Per la costruzione del

“Saaga Gomtigo”

Domenica 16 novembre, durante la Messa delle 11.30, vi è stata la vestizione di venti nuovi chierichetti: Maria Gioia, Giovanni, Salvatore, Francesca, Gaia, Giulia, Rosaria, Rita, Swami, Federica Fortino, Deva, Chiara Luce, Nunzia, Federica Prisi, Sara, Francesco, Maria Pia, Emanuela, Roberta ed Elisabetta.

Muove i primi passi il gruppo giovanissimi della parrocchia S. Anna di Fiano-Fosso Imperatore. L’appuntamento è ogni mercoledì alle 20.30

“H

akuna Matata”, senza pensieri: ecco lo slogan che ha dato il là al primo incontro dei giovanissimi della parrocchia S. Anna di Fiano-Fosso Imperatore. Passo dopo passo, stiamo facendo esperienza dell’affidarci completamente al Signore nonostante le difficoltà quotidiane. Breve è il percorso compiuto finora, ma abbiamo condiviso momenti di forte spiritualità e fraternità con la comunità di Cicalesi con la quale ci sentiamo una grande famiglia: la veglia vocazionale in preparazione all’ordinazione sacerdotale di don Ciro Zarra e il momento di catechesi, guidato da don Andrea, in cui abbiamo riletto con occhi nuovi la Parabola dei talenti. Ci auguriamo di continuare questo cammino facendo nostri i sentimenti di san Pietro che, rincuorato dalle parole di gesù “Coraggio sono io” (Marco 6,45-52), ha dato una sferzata d’ali alla sua vita di fede. Rinnoviamo il nostro invito ai giovanissimi della comunità che volessero aggiungersi al nostro gruppo: l’appuntamento è ogni mercoledì alle 20.30. Rosa Ruggiero, Mariarosaria Faiella

Il gruppo dei giovanissimi REDAZIONE PARROCCHIALE: FRANCESCO COPPOLA, ANNATERESA SCARPA, ALESSIA BOVE

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI

Particolari del soffitto della sagrestia della parrocchia Santa Maria del Carmine in Pagani

Sulle tracce di Dio La comunità parrocchiale ha vissuto un intenso mese di novembre, intriso di ascolto della Parola, incontri con esperti, pellegrinaggi e partecipazione agli eventi diocesani, per riscoprire che Dio solo è l’Amore che guarisce ogni ferita

A

scoltate. Ecco uscì il seminato-

mo senza la Parola è un individuo sen-

le sue tecniche e manovre salvavita pe-

re a seminare (Mc 4, 3). Dalla

za vita, una canna vuota, uno spiffero

diatriche, ci ha ricordato di non dimen-

barca in riva al mare Gesù, se-

di vento, un cuore senza amore, una

ticarci dei bambini, perché hanno biso-

duto, proclama la prima parabola mar-

mente senza neuroni. Lo abbiamo ca-

gno di essere salvati dall’assenza di un

ciana mentre una folla enorme, a ter-

pito quando eravamo sulla strada del

papà o di una mamma, perché loro co-

ra lungo la riva, è pronta a prestare at-

ritorno e qualcuno si è interrogato sul

me cibo per crescere sani e forti man-

tenzione. Lo sciabordio delle onde si in-

male oscuro dell’uomo moderno: per-

giano dell’amore di mamma e papà.

frange sulla barca del Maestro venuto

ché se il pozzo con l’acqua zampillan-

da Nazareth e allo stesso tempo acca-

te è lì a portata di mano, l’uomo met-

Il Concilio Giovane. Il vescovo Giusep-

rezza i piedi degli uditori assetati del-

te il cappotto grigio e malinconico e si

pe, intanto, ha riunito il Concilio Gio-

la Parola. La parabola è lo strumento

aggira per le strade del mondo, cercan-

vane, perché senza la freschezza della

di congiunzione tra Colui che è disceso

do di dare un senso a ciò che un sen-

giovinezza ci resterebbe solo la saggez-

dal cielo e coloro che vogliono ripren-

so non ce l’ha?

za degli anziani, che non saprebbe a chi trasmettere questa perla preziosa.

dersi il cielo. Una comunicazione sottile e filigranata ondeggia tra il Ripetitore

I consigli degli esperti. Qualcuno in-

E poi è arrivato Papa Francesco, che ci

dell’Assoluto e le radioline dell’effimero.

tanto ha dipinto un san Sebastiano

ha ricordato che entrando in una chie-

É iniziato così il mese di novembre, riu-

moderno non più trafitto nel corpo ma

sa diverse volte vediamo “c’è lì la lista

niti attorno a quella barca, con il calo-

nel senno, dalle tante frecce dell’insod-

dei prezzi per il battesimo, la benedi-

re che trasmetteva l’uomo della Parola

disfazione. Abbiamo chiesto, allora, ad

zione, le intenzioni per la Messa. E il

e noi, tutt’intorno, desiderosi di essere

uno psicologo che ci aiutasse a capi-

popolo si scandalizza …” Non lo sape-

accarezzati dal Cielo. E che Cielo!

re, conoscere, debellare il male oscuro

vamo già questo? Sì, ma forse avevamo

del nostro tempo e abbiamo compreso

bisogno che qualcuno ce lo ricordasse.

In ginocchio da Padre Pio. Ci siamo,

che la risposta non si trova nell’uomo,

E alla fine di questo mese siamo ritor-

poi, messi sulle tracce di padre Pio,

ma altrove… Abbiamo incontrato, poi,

nati di nuovo su quella barca dove Ge-

siamo arrivati a San Giovanni Roton-

un medico venuto da lontano che ci ha

sù era seduto mentre parlava del semi-

do, la carica dei centouno, per vedere

parlato di anoressia e bulimia, e anco-

natore, ma Lui non lo abbiamo trovato.

se l’amico di tanti viandanti era anco-

ra una volta abbiamo scoperto che la

Il seme intanto era cresciuto e il grano

ra lì pronto ad accoglierci. Lo abbiamo

soluzione non si trova nella presenza

torchiato per divenire farina. Siamo ri-

trovato nella sala bassa che ci attende-

della materia, ma nell’assenza dell’A-

tornati in Chiesa e Lo abbiamo ritrova-

va, con gli occhi rivolti verso il cielo e

more con la “A” maiuscola e in quel-

to che ci aspettava sopra l’altare e così

il corpo adagiato sulla terra, che sus-

la degli amori con la “a” minuscola. É

siamo rimasti Quarantore.

surrava alle nostre orecchie che l’uo-

arrivata anche la Croce Rossa che, con

Don Enzo Di Nardi Insieme - Dicembre 2014

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IN BACHECA a cura della Redazione

Auguri di buon compleanno

Auguri di buon onomastico a:

Don Rosario Villani (Maria Immacolata, Nocera Inf.) ha compiuto 64 anni, il primo dicembre; don Michele Fusco (S. Giovanni Battista, Striano) compie 66 anni, il 18 dicembre; padre Giovanni Battista Castellaz (comunità pavoniana in Sarno) festeggia il compleanno, il 23 dicembre; don Carmine Cialdini (S. Alfonso, Sarno) spegne 32 candeline, il 29 dicembre. Le vostre vite siano sempre testimonianza gioiosa del Vangelo.

don Aniello Mario Carillo (collaboratore forania di Sarno), il 14 dicembre; don Natale Gentile (Maria SS.ma Addolorata, San Potito di Roccapiemonte), padre Natalino Rauti (S. Alfonso M. de’ Liguori, Pagani) il 25 dicembre. A voi, pastori infaticabili, giungano gli auguri più cari della redazione di Insieme.

Un augurio speciale Il 20 ottobre scorso è nato Daniele, a Negrar (Verona). I nonni, Andrea e Rosalba, insieme alla zia Francesca augurano al piccolo una vita santa insieme alla sua famiglia.

Redazione in festa Don Silvio Longobardi, direttore editoriale di Insieme, ha festeggiato 54 anni, il 3 dicembre. Attraverso le pagine di Insieme ci insegni a scovare il messaggio di Cristo nascosto nelle storie e nei volti comuni. Alla tua scuola, impariamo ogni giorno a comunicare la Buona Notizia. Dalla redazione gli auguri più sinceri. Martina Nacchio, collaboratrice di redazione, ha raggiunto il traguardo della laurea, lo scorso primo dicembre, terminando i suoi studi in Editoria e Pubblicistica all’Università degli Studi di Salerno. La redazione gioisce per il suo giorno speciale, perché frutto di talento autentico e passione ardente per la scrittura. Ad maiora!

Buon anniversario di ordinazione presbiteriale a: don Domenico D’Ambrosi (S. M. delle Grazie, Angri) e don Vincenzo Di Nardi (S. M. del Carmine, Pagani), il 7 dicembre; padre Aldo D’Andria (S. Antonio di Padova, Poggiomarino), l’8 dicembre; don Giovanni Orlando (canonico della cattedrale), il 17 dicembre; don Enrico Ascolese (S. Giovanni Battista, Striano), il 27 dicembre. Buon anniversario di ordinazione diaconale a: don Ivan Cerino, don Salvatore Di Prisco, don Franco Ferraioli, don Gerardo Guastaferro, don Luigi Loreto, don Vincenzo Vergati, il 26 dicembre. I vostri ministeri brillino sempre per l’amore incondizionato a Cristo.

Auguri di buon compleanno ai nostri referenti Maria Bonfiglio collaboratrice di redazione, ha compiuto gli anni il 6 dicembre; Carmine Giordano, responsabile del servizio informatico diocesano, festeggia 33 anni, il 22 dicembre; Giovanna Pauciulo, responsabile dell’Ufficio per la pastorale degli adulti e delle famiglie, festeggia il compleanno il 28 dicembre; Fernando Faiella (S. Giovanni Battista, Nocera Sup.) compie 33 anni, lo stesso giorno. Affidiamo le vostre vite a Maria, perché il vostro impegno di laici sia sempre avvolto dall’abbraccio premuroso della Vergine. Auguri!

Il nostro cordoglio

Martina Nacchio

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Lo scorso 3 novembre, Dionigi Miranda è tornato alla Casa del Padre. Ci stringiamo a Nunzia ed Aniello Lettieri per la perdita del caro padre e suocero, perché accolto al banchetto dei Santi, il suo esempio continui a vivere nel ricordo dei familiari. Il 18 novembre, l’avvocato Mario De Liguori, collaboratore per molti anni della Curia vescovile, è salito al Cielo. Ci uniamo al dolore dei suoi cari per la perdita. Esprimiamo il nostro cordoglio a don Natalino Gentile e alla sua famiglia, per la perdita del cognato Luigi e al nostro collaboratore, il giornalista Salvatore D’Angelo, per la scomparsa della nonna Giovanna. Rivolgiamo ai familiari le parole di Paolo: «Si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale».


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PAGINE DELLA NOSTRA STORIA di Silvio Longobardi

Silvio Dissegna (1967-1979) e Antonietta Meo (1930-1937)

“Offro le mie sofferenze” La testimonianza luminosa di Silvio Dissegna e Antonietta Meo, due piccoli martiri che nella malattia hanno testimoniato la fede in modo eroico

L

o scorso 8 novembre Papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce le virtù eroiche di Silvio Dissegna, una storia esemplare che mostra che la fede opera miracoli anche nei più piccoli. Una bella notizia per i genitori ma anche una feconda provocazione perché invita a vivere il compito educativo come una collaborazione all’opera che lo Spirito svolge nel cuore di ciascuno, anche e soprattutto dei più piccoli. Silvio è un ragazzo della provincia torinese: cresce in una famiglia in cui la fede è il pane quotidiano. All’età di 8 anni riceve la Prima Comunione. Il suo legame con Gesù è per lui fonte di grazia, dice che vuole diventare buono proprio come Gesù. Aveva 10 anni quando scrive alla mamma la sua gioia di vivere: “Ti ringrazio, mamma, perché mi hai messo al mondo, perché mi hai dato la vita, che è tanto bella! Io ho tanta voglia di vivere!”. L’anno dopo gli viene diagnosticato un tumore. Fin dai primi giorni la malattia fa maturare in lui una fede incrollabile. Vede nella sua vicenda una somiglianza con i patimenti vissuti da Cristo, al punto da fare questa preghiera audace che lascia sconcertati e stupiti quelli che gli stanno accanto: “Gesù, io soffro come quando Tu trasportavi la croce ed eri picchiato: le mie sofferenze le unisco alle tue. Stammi vicino, Gesù! Signore, perdona i miei peccati, e dona tanta forza ai miei genitori…”. Prega senza smettere mai. Ha sempre in mano un rosario. Muore il 24 settembre del 1979 con il sorriso sulle labbra lasciando nel cuore di chi lo ha conosciuto uno stupore misto a gratitudine.

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Un’altra storia straordinaria è quella di Antonietta Meo, una bambina morta quando non aveva ancora compiuto 7 anni, a causa di un tumore osseo. È stata dichiarata Venerabile da Benedetto XVI. La malattia si manifestò quando era piccola, troppo piccola per comprendere quello che accadeva. E invece Nennolina, così veniva chiamata affettuosamente dai familiari, aveva compreso e offriva la sua sofferenza. Quando aveva cinque anni iniziò a dettare lettere alla mamma, in seguito ne scrisse anche lei. In tutto un centinaio di letterine impregnate di quella semplicità che ha il profumo del Vangelo ma anche ricche di fede. Ha vissuto una vera esperienza mistica, dice il padre Borriello, docente di teologia spirituale. In una di queste lettere la piccola scrive: “Cara Madonnina, prendi il mio cuore e portalo a Gesù”. E rivolgendosi a Gesù: “Tu che hai sofferto tanto sulla croce... Io voglio restare sempre sul Calvario vicino a te e alla tua mammina”. Nennolina non si limitava a sopportare la malattia – che ha comportato anche l’amputazione di una gamba – ma offriva le sue sofferenze, impegnandosi con tutta una serie di fioretti. Queste due storie sono unite dalla sofferenza. Un’esperienza che purtroppo tocca tante persone e spesso lascia ferite che non si rimarginano tanto facilmente. La testimonianza luminosa di questi piccoli martiri, e quelli di tanti altri fanciulli che nella malattia hanno testimoniato la fede in modo eroico, stupisce e commuove. Sono piccoli ma insegnano con autorità, la loro è una parola eloquente e… dissetante, come l’acqua che sgorga limpida dalla roccia sorgiva. Un’eco fedele della grazia.


CULTURA Arte... rischi

Il volto nuovo È stato presentato alla comunità, lo scorso 26 ottobre, il restauro della Cappella del Convento delle Suore Serve di Maria Addolorata in Portaromana di Nocera Superiore

Mons. Giuseppe Giudice e suor Agnese Pignataro nella Cappella restaurata

L

eggiamo dal diario della Fondatrice, p. 786 “Fu allora necessario trattare la compravendita della casa di Portaromana, dove mancavano la chiesa e una scuola per le fanciulle… Si conchiuse la compravendita col sig. Guarnaccia… Si ordinò all’ingegnere di ridurre i suppenni a dormitori e di alcuni vani pianterreni formarne la piccola chiesa che venne dedicata alla SS. Vergine Addolorata e a S. Giovanni Battista… La prima pietra fu posta da M. Consiglia…”. La casa di Portaromana fu acquistata dalla famiglia Guarnaccia di Portaromana, il 9 maggio 1882 e dopo un anno, il 10 maggio 1883, la pri-

di don Natalino Gentile

ma comunità da Casolla, si trasferì a Portaromana. Ma perché la dedica anche a S. Giovanni? Ce lo spiega la tela di S. Giovanni che battezza Gesù, che attualmente sta in sacrestia ed inizialmente era dietro l’altare, ove fu posta nel 1892. La Madre Fondatrice la fece dipingere da un pittore napoletano per riconoscenza verso il Padre Scolopio p. Francesco di Sales Gasdia (al secolo Giovanni) che aveva fatto da tramite tra lei e il defunto don Carlo Vincenzo Barone, figlio di Donna Gaetana D’Ayala dei marchesi di Valva che aveva donato la somma di L.17,00 per l’acquisto della casa di Portaromana. Siamo al 26 ottobre 2014:

quanto tempo è passato da allora; comprensibili quindi la gioia e l’orgoglio di presentare alla comunità non solo delle suore ma anche dei fedeli laici di Portaromana il volto nuovo e splendente della Cappella. Grazie all’impegno dell’attuale priora locale Suor Agnese Pignataro ed allo staff di tecnici ed artigiani. La funzione di inaugurazione, presente la nuova priora generale Suor Maria Zingaro, è stata officiata da mons. Giuseppe Giudice, Vescovo diocesano, debitamente orgoglioso perché un altro tassello, ecclesiale ed artistico, si aggiunge al grande mosaico spirituale e culturale del territorio dell’Agro.

La Bibbia raccontata ai piccoli

P

arole semplici per narrare, immagini efficaci e giochi per custodire dentro di sé le storie: comincia così questo viaggio nella Bibbia. La Bibbia è un libro straordinario, che da secoli accompagna gli uomini. E – perché no? – anche i bambini: le sue pagine si prestano ad una lettura ad alta voce fantastica, perché sono popolate da personaggi straordinari, le cui vicende sono intrise dei più profondi sentimenti umani. I suoi protagonisti hanno un elemento in comune: hanno incontrato Dio e sono stati tutti amati da Lui. Grazie alle splendide il-

lustrazioni di Chiara Fruttero, il bambino conoscerà i personaggi della Bibbia, Noè con i suoi animali e l’arcobaleno, Abramo e la sua gioia per la nascita di Isacco, Giacobbe e il suo amore per Rachele, Giuseppe e i suoi fratelli, Mosè con il fuoco, il Mar Rosso e le tavole della legge. Insieme al testo di Anna Peiretti che racconta la vita di questi amici di Dio, vi sono poi proposte operative e semplici attività da suggerire ai piccoli per conoscere più da vicino il protagonista biblico. In modo semplice e immediato la vita di questi protagonisti è messa in relazione con la vita quotidia-

na del bambino: se le storie della Bibbia risuoneranno a lungo nel suo cuore, saranno per lui significative e saprà farne memoria, allora questo libro ci avrà aiutato a compiere i primi passi nella catechesi semplice che comincia in famiglia. Il libro raccoglie pagine scelte dalla rivista La Giostra, mensile per l’infanzia nato dalla collaborazione di autori e illustratori d’eccezione. La Giostra per Natale propone ai lettori un regalo intelligente: il libro Amici di Dio e l’abbonamento annuale alla rivista a soli € 22,90 anziché 30. La promozione di Natale è sul sito www.lagiostra.biz

Recensione di Rosella Grande

Un intelligente intreccio di immagini e giochi per presentare ai bambini la Bibbia e i suoi personaggi straordinari

Anna Peiretti Amici di Dio Illustrazioni di Chiara Fruttero Copertina di Silvia Forzani pp. 56, € 10 - Editrice AVE www.editriceave.it

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LE SUORE FRANCESCANE DI SANT’ANTONIO: LA STORIA

Abside della chiesa di Sant’Antonio ai Monti, Napoli

Un cd per augurare

buon natale Originali auguri per le consorelle dell’Istituto delle Suore Francescane di s. Antonio e i bambini che frequentano le loro scuole: un cd dal titolo “Tu scendi dalle stelle. Natale con s. Alfonso, i Redentoristi e Suor Maria Luigia del Cuore di Gesù”

O

riginale scelta di madre Tecla giannubilo, Superiora generale delle Suore Francescane di s. Antonio, e del Consiglio per augurare un santo e sereno Natale. Ad esclusione dei canti alfonsiani, il resto del cd è inedito. Vi sono, infatti, brani natalizi dei redentoristi Vincenzo Parziale, Mosè Simonetta, Sabino Rossignoli, Alfonso Vitale, Domenico Farfaglia, Vincenzo Carioti, Antonio Saturno. Accanto alle pastorali sono state inserite tracce estrapolate dalla cantata sacra Suor Maria Luigia del Cuore di Gesù mistica-penitente del M° p. Alfonso Vitale. Tra i brani inediti dei Redentoristi si trovano Come il Bambin Gesù, Angeli e stelle, La radice di Jesse, Accogli nel tuo grembo, Un festoso coro, Ninna nanna. Sono melodie dolci e accattivanti, versi semplici e spontanei soffusi di soprannaturale bellezza. La cantata di suor Maria Luigia. Al fascino delle note natalizie, Madre Tecla ha voluto coniugare le parti più significative della cantata di Suor Maria Luigia per delinearne, come in tanti quadri, i tratti salienti della sua esperienza spirituale. Il primo ritrae la consacrazione a Cristo mediante il voto di povertà sul modello di san Francesco (Io, Fortunata Maria Gesualda / consacro al Signore Gesù / la mia vita. Sull’esempio / di Francesco d’Assisi / faccio voto di povertà). Il secondo quadro fotografa la professione del voto di

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castità (Per amore di Maria / Immacolata / faccio voto di castità), cui segue il canto mariano: Immacolata Vergine bella, / di nostra vita tu sei la stella; / fra le tempeste tu guidi il core / di chi ti chiama: stella d’amore. / Siam peccatori, ma figli tuoi, / Immacolata, prega per noi. Il terzo quadro richiama il voto di ubbidienza con la totale rinuncia alla propria volontà (Per dar gusto al divin Padre, / in Gesù Cristo / faccio voto di ubbidienza) secondo quello spirito che Alfonso espresse nella sua lirica: Il tuo gusto e non il mio / amo solo in te, mio Dio; / voglio solo, o mio Signore, / ciò che vuol la tua bontà. La quarta scena - riapparirà musicalmente identica nel settimo e ottavo quadro - vede protagonista uno struggente canto preesistente proposto con indescrivibile emozione dai Pueri cantores dell’Istituto “Immacolata” di Pagani: Oh! che giorno beato / il ciel m’ha dato: / Fortuna Gesualda / sposa Gesù. / A soli venti anni / fugge gl’inganni. / Di Napoli la bella / sposa Gesù. / Vivendo da eremita / tutta la vita, / tra pene e sofferenze, / sposa Gesù. segue la scena eucaristica. Suor Maria Luigia, in estasi d’amore, invoca il Cuore di gesù con le labbra di Alfonso de Liguori: O cuore amabilissimo / del caro mio Gesù, / il vostro amore dolcissimo / io voglio e niente più. La giovane esisten-

za della fedele Serva del Signore è al suo abbrivo. Suor Maria Luigia si congeda da questo mondo con l’ansia di incontrare subito il suo sposo: ha troppo sofferto in questa vita; ora vuol volare direttamente in Paradiso: A Gesù Cristo che amo / - e per Lui e con Lui / desidero soffrire - / gli ho detto sempre, sempre: / voglio pagar qui sulla terra / perché in ciel / non voglio più soffrire. La settima scena descrive l’ingresso di Suor Maria Luigia in cielo con il canto dell’innocenza. Sono ancora i Pueri cantores dell’Immacolata che intonano il testo: Oggi nel Paradiso, / tutto è sorriso: / qui Suor Maria Luigia /sta con Gesù. Suor Maria Luigia è volata al cielo - penultimo quadro - ma la sua missione continua quaggiù attraverso l’opera delle sue figlie: Madre sarà di Figlie sante, / che per il mondo, tutte quante / proclameranno le sue lodi / di degna sposa di Gesù. La scena finale è un’apoteosi soprannaturale in cui l’intera famiglia francescana proclama la gloria di Francesco e di Maria Luigia: Dolce sentire / come nel mio cuore, / ora, umilmente, / sta nascendo amore. / Dolce capire / che non son più solo, / ma che son parte / di una immensa vita, / che generosa / splende intorno a me: / dono di Lui, / del suo immenso amore. p. Paolo Saturno CSsR


IL LEGALE RISPONDE

La multa per l’autovelox difettoso Un nostro lettore scrive al legale dopo aver ricevuto una multa per eccesso di velocità. Decine le contravvenzioni notificate nel medesimo periodo dalla stessa apparecchiatura Caro avvocato, ho ricevuto una multa a casa per eccesso di velocità del 4 agosto relativa al tratto di una superstrada che porta ad Agropoli. Ho letto poi da un articolo di un giornale locale che dal 4 all’11 agosto l’autovelox non ha funzionato correttamente, notificando decine e decine di contravvenzioni. Come posso tutelarmi, visto che ho già pagato la multa? Aniello

Caro Aniello, in effetti, ho dato uno sguardo ai quotidiani locali del mese di agosto 2014 e tutti parlano di un autovelox installato dal comune di Agropoli sul tratto della strada provinciale variante alla S.S. 18 e precisamente tra gli svincoli di Agropoli Nord ed Agropoli Sud, ma indicano una data di taratura non sempre univoca. Risulta che l’autovelox sia stato tarato nel mese di agosto 2014 e molte sono le multe ascritte a conducenti che hanno superato di appena dieci chilometri il limite di 80 km/h. Nel tuo caso specifico, presumo sia decorso il termine per opporti alla sanzione elevata, e comunque avrai beneficiato del 30% di sconto pagando la comminata multa entro cinque giorni dall’infrazione. Se fosse così, in virtù delle modifiche apportate dal decreto “Fare” al Codice della strada, il trasgressore che paga la sanzione amministrativa pecuniaria entro cinque giorni dalla contestazione o dalla notificazione del verbale di violazione ha diritto ad uno sconto del 30% – da calcolarsi sull’importo minimo edittale previsto per l’infrazione rilevata dall’operatore di polizia – ma non può proporre ricorso contro la multa che considera ingiusta.

L’IMPUGNAZIONE DELLA MULTA Se, invece, non avessi pagato la sanzione, avresti avuto la possibilità di impugnare la multa mediante ricorso al prefetto o, in alternativa, al giudice di pace. Nel primo caso, l’utente ha 60 giorni di tempo, decorrenti dalla data di contestazione o di notificazione del verbale. Il ricorso va presentato all’ufficio o comando cui appartiene l’organo accertatore oppure inviato agli stessi con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il responsabile dell’ufficio o del comando cui appartiene l’organo accertatore è tenuto a trasmettere gli atti al prefetto nel termine di legge. Con il ricorso possono essere presentati i documenti ritenuti idonei e può essere richiesta l’audizione personale. Il ricorso può essere anche presentato direttamente al prefetto mediante raccomandata. Alternativamente alla proposizione del ricorso al prefetto, avresti potuto proporre opposizione davanti all’autorità giudiziaria ordinaria e, segnatamente, dinanzi al giudice di pace del luogo in cui è stata commessa la violazione. L’opposizione dovrà essere proposta nel termine di 30 giorni, a pena di inammissibilità del ricorso. Avv. Giovanni Severino

L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in Via Taurano, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.

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LE PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli

Il pasticciere sviluppa, pertanto, un percorso che vuole rieducare il pubblico ad una sana alimentazione

L

e celebrazioni natalizie profumano anche di dolci. Nel menù della festa non mancano mai i dolci tradizionali che in ogni famiglia evocano ricordi e persone care anche quando sono volate in Cielo. Ogni famiglia ha la sua ricetta, ogni casa ha il suo sapore irripetibile ma talvolta anche questo momento di gioia può diventare occasione d’esclusione per coloro che hanno problemi di intolleranza rispetto ad alcuni tipi di alimenti. Da anni il maestro pasticciere vietrese Fulvio Russo ha provato a dare, riuscendovi, una risposta positiva a questo problema che, in questo periodo, rischia di rendere amare le feste più dolci dell’anno. Egli usando farine alternative, e poi grassi alimentari che non facciano male, permette anche ai celiaci e a coloro che convivono con intolleranze alimentari di gustare dolci, seppur rielaborati, della tradizione campana. «Credo che la pasticceria debba rivolgere un’attenzione maggiore a prodotti più salutari» spiega Fulvio Russo. E da questa filosofia prende il via anche il percorso di “Cose da Mat”, un esperimento dolciario che nasce nel cuore di Avellino, nei pres-

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Nuovo appuntamento con la nostra rubrica, uno spazio per riflettere attraverso le parole sul periodo sociale e politico che stiamo vivendo. La parola che vi proponiamo questo mese è: dolce

Dolci salutisti per Natale In risposta ai problemi di intolleranza alimentare, il pasticciere Fulvio Russo ha ideato un laboratorio di pasticceria salutista per consentire, ad intolleranti e non, di gustare dolci preparati con ingredienti biologici e naturali

si del Teatro Comunale “Carlo gesualdo”. Un punto vendita e laboratorio di pasticceria “digeribile” che Fulvio Russo condivide con Matilde Auriemma, di origini salernitane, e Paolo Antonio Malanga, trascorsi da tecnologo alimentare presso il CNR. Fulvio Russo organizza anche dei corsi per disabili, che attraverso la preparazione dei dolci riescono a vivere un’e-

saltante esperienza di “normalità” ed integrazione sociale. Dunque s’impara a preparare dolci salutari da fare anche a casa propria per concludere degnamente i pranzi natalizi. Il pasticciere sviluppa, pertanto, un percorso che vuole rieducare il pubblico ad una sana alimentazione, con l’uso di prodotti biologici e naturali. Dolci senza glutine, senza lattosio, non solo per i celiaci e per chi ha intolleranze alimentari in genere. La scelta di alimenti “sani”, infatti, fa star bene il corpo, ma anche la mente. Come ci fa notare Fulvio Russo, quando entriamo in un supermercato non ci soffermiamo a “scrutare” le etichette dei prodotti alimentari che acquistiamo. gli intolleranti, invece, sono costretti, tra virgolette, a leggere quelle etichette perché si informano su cosa mangiano. Una scommessa che non ha solo il dolce sapore delle delizie alimentari, ma anche una forte valenza sociale, un impegno significativo nella direzione di insegnare a vivere sani. Anche perché, in fondo, potremmo scoprire che la celiachia “è guardare la vita dall’angolo migliore”.


Foto Salvatore Alfano

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