Insieme - Gennaio 2012

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insieme mensile di attualità e cultura dell’Agro

Anno VII - n. 1 Gennaio 2012 € 2,00

EMERGENZA MINORI Reportage dall’Ucraina




Sommario Sommario Sommario

Sommario

Sommario Sommario Sommario

Foto di copertina Salvatore Alfano

Sommario Sommario Sommario Sommario Sommario gennaio 2012 Sommario Editoriale

In parrocchia

05 Abbiamo bisogno di luce di Silvio Longobardi

06 Risponde mons. Giudice 15 Concorso per le scuole

di Carolina Rossi

a cura della Redazione

59 Congregazione Suore di S. Giovanni Battista

In diocesi

60 Il legale risponde

52 I nostri auguri

Spazio Scuola

di Carmine Giordano

53 Uffici diocesani e associazioni

a cura di Mariangela Giudice

a cura della Redazione

Vita nell’Agro

Cultura

19 Notizie dall’Agro-nocerino

30 Giovani e Progetto Policoro a cura della Redazione

a cura della redazione

34 Dalla II alla VI domenica del Tempo ordinario a cura di Mons. Giudice

38 Notizie dalle parrocchie

Direttore Editoriale Silvio Longobardi Redazione Salvatore D’Angelo, Mariangela Giudice Coordinatrice Antonietta Abete Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Amministrazione don Gaetano Ferraioli

Direttore Responsabile Andrea Annunziata

07 La responsabilità di essere parte 08 Un Paese che rinasce 09 Impressioni di un viaggio

News dalle parrocchie

Editore Associazione Editrice Insieme Luciano Vastola (presidente)

di Peppe Iannicelli

PRIMO PIANO

Il Pane della Domenica

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

61 C’è crisi, un ritornello lancinante

a cura della Redazione

Vita ecclesiale

Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

a cura dell’avv. G. Severino

Le parole della crisi

56 Libri, storia e arte

a cura di Salvatore D’Angelo

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese

58 Spazio consulenza

La bacheca

L’ABC della fede

insieme

Le rubriche

44 Pagine parrocchiali

Hanno collaborato

Mons. Giuseppe Giudice, Carolina Rossi, Mariarosaria Petti, P. Pietro Lombardi, Salvatore Manzo, Carmine Giordano, Sofia Russo, Giovanni Severino, Peppe Iannicelli, Carmela Filosa, Carlo Attanasio, Maria Ermelinda Di Lieto, Donatella Salvati, Antonio Salzano, Marco Giordano, don Enzo Di Nardi, Liliana Tortora, Giuseppe

12 Una casa per la famiglia 13 Il coraggio delle donne

Calabrese, Piercatello Liccardo, Dilia Rea, Stefania Grimaldi, don Natalino Gentile, Nello Ferrigno, Gabriella Calenda, Giuseppe Ianniello, Alfonso Amarante, don Gaetano Ferraioli, Samantha Squitieri, Fiore Giordano Gabriele, Guido Caringi, Salvatore Alfano

Amministrazione Via Adriana, 18 - 84012 Angri (SA) Tel/Fax 081 5134504 redazioneinsieme@alice.it Fotografia Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano Stampa Grafica Metelliana s.p.a. - Cava de’ Tirreni (SA) Abbonamenti € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola

€ 20,00 ordinario con ritiro postale € 25,00 sostenitore € 50,00 benefattore MODALITÀ DI PAGAMENTO c.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (SA) Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 22 dicembre 2011 “Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di col­la­borazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Abbiamo bisogno di luce Camus, uno scrittore che per tutta la vita ha cercato la verità senza approdare alla fede.

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ll’inizio del nuovo anno permettetemi di parlare con il cuore, vorrei dirvi le cose in cui credo, quelle certezze che ogni giorno mi danno il coraggio di sognare e di lottare. Credo alla promessa di Dio, Lui ci darà “cieli nuovi e terra nuova”. Ma so che l’attesa deve essere operosa. Ogni volta che inizia un nuovo anno emerge l’ancestrale paura, abbiamo bisogno di accendere luci artificiali per rischiarare l’orizzonte cupo. Più che di speranze, l’uomo si affida alle illusioni, si rifugia in un mondo che non esiste, chiede l’impossibile. Salvo poi che gridare al tradimento. Noi invece entriamo nel nuovo anno con la serena fiducia di vivere in compagnia di Dio. È questa per noi la radice della speranza. Abbiamo tanti motivi di inquietudine ma la certezza che Dio guida la storia, basta e avanza per guardare al futuro con ottimismo. “Nella cultura nuova, non ci sarà futuro per la superstizione cristiana. Io vi dico che, tra vent’anni, il Galileo sarà spacciato”. Così scriveva Voltaire nella seconda metà del ‘700. Sono passati quasi 250 anni e con buona pace del pensatore francese, Gesù continua a parlare e ad affascinare uomini e donne di ogni razza, lingua e civiltà. Il Vangelo resta una luce che rischiara i passi di tanta parte dell’umanità, anche di quella che dice di non credere. “Possiamo essere santi senza Dio? È il solo problema concreto che io conosca”. Lo scrive Albert

Un altro scrittore del primo Novecento, l’inglese Chesterton, un convertito, commentando i racconti di Sherlock Holmes, il leggendario investigatore inventato da Arthur Conan Doyle, lancia una provocazione: “Preferisco un uomo che impiega un racconto breve per affermare di saper risolvere il problema di un omicidio a quello che ci mette un libro intero ad affermare di non saper risolvere il problema delle cose in sé”. Abbiamo bisogno di luce e di persone che fanno luce. Troppa gente impiega la vita a disquisire sui problemi senza venirne a capo, anzi giungendo alla conclusione che nessuno può risolvere l’enigma. Una vita così è noiosa e prima o poi diviene anche disperata. Un romanzo poliziesco affascina perché c’è qualcuno che scopre l’enigma, individua il colpevole, lo assicura alla giustizia. Questo genere letterario mi ha sempre affascinato fin da ragazzo, forse perché esprime quell’istintivo desiderio di verità che c’è in ogni uomo. Guai a tradire questo desiderio con la menzogna. Il tradimento degli amici appartiene alle cose che meno sopportiamo. Molti oggi si affannano a dimostrare che questo desiderio è una piacevole illusione perché non esiste alcuna verità. Senza la verità l’esistenza diventa solo un gioco, una rappresentazione teatrale dove ciascuno svolge una parte.

Entriamo nel nuovo anno con la serena fiducia di vivere in compagnia di Dio. È questa per noi la radice della speranza

Vi scrivo dal Burkina Faso, un Paese dove la miseria ha radici profonde e dove non s’intravede a breve uno sviluppo sociale che dia all’uomo, ad ogni uomo, una vita dignitosa. Eppure qui non c’è spazio per la rassegnazione, la speranza continua a sbandierare. “Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza”, ha detto Benedetto XVI ai giovani riuniti quest’estate a Madrid. Vale per tutti. Nella comunità ecclesiale serpeggia – e a volte emerge – la tentazione di gestire il Mistero. Ma solo una vita donata gratuitamente affascina e rende ragione di quella Presenza che accompagna l’umanità e fa della storia un cammino sempre nuovo. Anche oggi. Insieme - Gennaio 2012

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L’ABC DELLA FEDE risponde mons. Giuseppe Giudice

L’Ecumenismo “Vivere una vita conforme al Vangelo: questo è il segreto per promuovere l’unità dei cristiani”. Il Vescovo risponde alle domande giunte in redazione Eccellenza, che cosa è l’ecumenismo? Antonio

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ossiamo partire da cosa dice il Concilio. Il decreto Unitatis Redintegratio definisce l’ecumenismo l’insieme di “attività, iniziative che, a seconda delle varie necessità della Chiesa e opportunità dei tempi, suscitano e ordinano la promozione dell’unità dei cristiani” (UR 4). I cristiani, per diversi motivi storici e teologici, nel lungo cammino della storia si sono divisi, ma anche se la rete è strappata, la tunica senza cucitura “tessuta tutta d’un pezzo da cima fino a fondo” (Gv 19,23) non è stracciata. Nella vigilia della Passione, Gesù ha pregato per l’unità dei suoi e i “suoi” rimangono uniti a Lui nonostante le divisioni nel corso della storia. Ecumenismo non si-

gnifica camminare tutti verso una realtà scelta da noi, ma camminare tutti insieme, pur con situazioni liturgiche, teologiche e storiche diverse, verso Cristo. È importante riprendere, in questo momento innanzitutto l’ecumenismo spirituale, cioè pregare perché le differenze non diventino ostacoli, barriere, muri, ma ponti lanciati verso il cuore di Cristo dove abita l’unità. In Cristo, con Cristo e per Cristo dobbiamo camminare sapendo, come ci ricorda ancora il Concilio che “tale divisione contraddice apertamente alla volontà di Cristo, ed è scandalo al mondo e danneggia la santissima causa della predicazione del Vangelo ad ogni creatura” (UR 1).

Dobbiamo chiedere allo Spirito Santo, anima ed artefice dell’unità, il dono e la passione per l’unità, cercando di evitare ogni gesto, pensiero, azione che non contribuiscano ad alimentare il comune cammino verso l’ecumenismo. L’amore, anche nel campo ecumenico, è generato dalla conoscenza. Conoscendoci meglio, potremo amarci e rispettarci nel cammino verso l’unità voluta dal Signore. Il segreto? “Si ricordino tutti i fedeli che tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno in pratica l’unione dei cristiani, quanto più si studieranno di condurre una vita più conforme al Vangelo” (UR 7). Mons. Giuseppe Giudice

Ecco le edicole dove puoi trovare Insieme!

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EDICOLA

INDIRIZZO

CITTÀ

GIORNALI Amato Antonio EDICOLA Diodato EDICOLA Ruocco Bruna EDICOLA Attianese Vincenzo EDICOLA Auletta Gambilongo Enrico EDICOLA Sorrentino Luca EDICOLA Ferro Francesca CARTOLIBRERIA Corinto CENTRO EDICOLA EDICOLA De Bartolomeis Antonio EDICOLA Lambiase SARDO ART KAIROS EDICOLA Daniele Raffaela CART’EDICOLA EDICOLA D’andria Giuseppe EDICOLA Zambrano Valentino TUTTO srl di Bello M.Rosaria MIR MIR MIR CARTOLIBRERIA Archimede

Via dei Goti, 11 Via dei Goti Piazza Doria C.so Vitt. Eman. 42 Via M. Nonio Balbo Piazza Amendola, 17 Via Roma, 79 Via Loria, 31 Via Russo Via Pecorari, 125 Piazza Zanardelli Via Cesarano Via Caduti di Superga, 5 Via G. Marconi Via Ugo Foscolo, 34 Via Gramsci C.so Umberto I, 11 Via Roma, 50 Via Roma, 85-87 Via Dante Alighieri

ANGRI ANGRI ANGRI NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA SUPERIORE NOCERA SUPERIORE ROCCAPIEMONTE PAGANI PAGANI PAGANI S. EGIDIO DEL M. ALBINO SAN MARZANO/SARNO SAN VALENTINO TORIO SARNO SARNO POGGIOMARINO

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Se vuoi abbonarti e ricevere la rivista in edicola, chiama in redazione lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00 martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle 17.00 Tel/Fax 081 513 45 04 oppure scrivi a diffusione.insieme@virgilio.it redazioneinsieme@alice.it


IN PRIMO PIANO a cura della Redazione - Foto Salvatore Alfano

LA RESPONSABILITÀ DI ESSERE PARTE

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egistrare gli eventi che accadono in un territorio – è questo il compito di una rivista come la nostra – non può essere dissociato da uno sguardo su quello che avviene in altre parti del mondo. Lo impone la globalizzazione. E, prima ancora, la coscienza che l’umanità è chiamata ad essere una sola famiglia. Negli anni della follia nazista, che pretendeva di affidare alla razza ariana il dominio del mondo, il premio Nobel Albert Einstein, costretto anch’egli a lasciare la Germania a causa delle sue origini ebraiche, a chi gli domandava il passaporto rispose semplicemente: “razza umana”. Vi è un’appartenenza comune che precede e supera tutte le altre pur legittime differenze. È stato il cristianesimo ad acquisire, prima degli altri, questa coscienza, a partire dal fatto che siamo figli di un unico Dio, Padre di tutti. Ogni anno Insieme offre un reportage su un Paese del mondo, una finestra su una realtà lontana eppure tanto vicina. Viviamo in un’epoca in cui le notizie giungono in tempo reale e dove il turismo diventa sempre più uno stile di vita, oltre che un bene di consumo. E tuttavia, oggi più che mai rischiamo di essere solo spettatori di quel che accade. Ci sono molti modi di visitare una Nazione, specie quelle che presentano maggiori pro-

blemi. Il più comune è quello dei turisti: godono delle bellezze della natura, girano per le città ma difficilmente conoscono i villaggi, se hanno anche la possibilità di incontrare la povertà e la miseria, è probabile che lascino un’offerta. Ma poi ripartono alla ricerca di nuove mete. Vi sono poi gli affaristi: quelli prendono quel che serve, sfruttano le risorse materiali, neppure si accorgono che quella terra è popolata di persone che hanno diritti. E vi sono infine quelli che vanno in nome dell’amicizia, per conoscere e condividere, non si limitano a guardare, vogliono incontrare le persone e conoscere i loro sogni, non si fermano alle emozioni, decidono di scendere in campo. Il nostro dossier non vuole tanto dare notizie, che ciascuno potrebbe trovare attraverso internet, ma comunicare un’esperienza, seguendo chi negli altri Paesi va per fare volontariato. Educare ad essere cittadini del mondo vuol dire accrescere la coscienza della responsabilità. Non possiamo più far finta di non sapere. Le parole sono al servizio dei fatti. Conoscere per capire e per intervenire. Abbiamo le risorse per fare qualcosa. È sempre poco ma quel poco serve a rendere più bella la vita, nostra e degli altri. Silvio Longobardi


Un Paese che rinasce In Ucraina sono 200mila i bambini in stato di abbandono. Il dramma della disgregazione familiare e dell’emergenza minori affonda le radici nell’ideologia marxista

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ono stato in Ucraina nel 2005, ho visto un Paese che con fatica e determinazione cercava di rinascere dopo 70 anni di comunismo. Da allora sono tornato molte altre volte in quella terra e ho imparato ad amare quella gente che vive la povertà con grande dignità. La prima persona che ho conosciuto è stato mons. Stanislav Shirokoradiuk, il giovane e intraprendente vescovo ausiliare di Kiev, impegnato a tempo pieno come Presidente nazionale della Caritas Spes, l’organizzazione cattolica che si preoccupa di intervenire con impegni mirati lì dove il comunismo ha lasciato macerie. Ricordo il suo viso gioviale e sorridente. Nelle sue parole non c’era alcuna denuncia ma solo il desiderio di fare presto e bene tante cose per rimettere in piedi l’Ucraina. Ha scelto di dedicare una speciale attenzione ai minori, le vittime più fragili di una cultura che ha distrutto la famiglia. «Sono 200mila minori in stato di abbandono - diceva il Vescovo - non tutti sono orfani, la maggior parte non ha genitori in grado di occuparsi di loro». L’emergenza minori è il frutto di una disgregazione familiare che affonda le sue radici nell’ideologia marxista che per decenni ha rivendicato l’assoluta ed esclusiva priorità dello Stato nell’intervento educativo.

Arginare il disagio dei minori La Chiesa cattolica latina, (poco più di un milione di fedeli su una popolazione di 48 milioni di persone), cerca di arginare il disagio dei minori, ma si tratta di interventi assai limitati: una dozzina di case famiglia sparse su tutto il territorio nazionale, vacanze estive per bambini più poveri che coinvolgono ogni anno almeno 3mila minori. Piccole gocce d’acqua ma è già tanto nel mare dell’indifferenza. Alcuni operatori pastorali – tra cui lo stesso vescovo Stanislao - non vedono di buon occhio i viaggi-vacanze dei minori all’estero, molto diffusi anche in Italia: si tratta di brevi periodi (in genere durano un mese) in cui i bambini vengono affidati a famiglie che si prendono cura di loro, dando tutto il possibile, seminando illusioni che

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la realtà s’incarica poi di smentire. Sono esperienze che non hanno un’impronta educativa perché rischiano di generare sogni che difficilmente potranno essere realizzati. Forse è meglio aiutare la Caritas che s’impegna ad offrire vacanze per i bambini nei luoghi più salubri dell’Ucraina.

Il ruolo della Chiesa L’attuale situazione socio-culturale, segnata dall’affermazione individualista e dalla ricerca del successo, non è priva di ombre. Il comunismo ha schiacciato l’uomo, ha creato un vuoto di valori. Il consumismo ha riempito questo vuoto di ideali effimeri. Il comunismo soffoca l’uomo, il consumismo lo gonfia in modo innaturale. Ieri ed oggi, il ruolo della Chiesa non cambia: è sempre chiamata a lottare per difendere l’uomo. In Ucraina ho compreso la bellezza del cattolicesimo. Grazie agli aiuti giunti da ogni parte del mondo, e grazie al forte sostegno di Giovanni Paolo II, in pochi anni (l’indipendenza è datata 1991) la Chiesa ha potuto ricostruire molte chiese, avviare percorsi di carità, dare una struttura più organica alla pastorale. La presenza di molti preti e religiosi stranieri – in prevalenza polacchi – ha permesso di impegnarsi più a fondo per l’evangelizzazione. In questi anni è cresciuta una nuova generazione di preti, i tre seminari maggiori sparsi nel Paese sono pieni di giovani. Segni di una primavera che sta per sbocciare e che porterà frutti anche altrove. Silvio Longobardi


IMPRESSIONI DI UN VIAGGIO

Col pugno chiuso Il nostro fotografo ha partecipato ad un campo scuola per minori in Ucraina. Ecco il racconto del suo viaggio, gli incontri con famiglie e bambini che pagano lo scotto di una povertà che priva dell’essenziale, ma non intacca la dignità

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uando mi sono svegliato a darmi il benvenuto è stata l’aria frizzante dell’agosto ucraino. Ero partito dall’Italia il giorno prima con la voglia di fotografare una parte della realtà - enorme - dei ragazzi disagiati ucraini e per fare questo mi sono aggregato ad una carovana di italiani di varia provenienza, età ed estrazione sociale, messi insieme dalla volontà di Marco Giordano, responsabile dell’Associazione Progetto Famiglia in questa nazione. Giunti a Kiev, siamo partiti subito per Bar che dista circa 350 chilometri, nell’Ucraina occidentale a metà strada tra la capitale e Leopoli. Qui il disagio economico è notevole, le persone guadagnano meno di 1.000 grivne al mese (circa 100 euro), un quarto di quello che servirebbe per una vita dignitosa e per assicurare ai propri figli il necessario per la crescita e lo studio. Molti tentano di rimediare con piccole attività agricole e un po’ di pastorizia, ma solo in pochi riescono a raggiungere un tenore di vita dignitoso. Diffusissimo nella zona, come del resto in tutta la nazione, il problema dell’alcoolismo. In questa parte del territorio, anche per questo, sono migliaia i ragazzi bisognosi di accoglienza familiare. Il breve passaggio per la capitale, che abbiamo praticamente

tagliato in due, mi ha dato l’impressione di trovarmi in una metropoli in divenire, una della tante grandi città che, in maniera più o meno disordinata, si stanno mettendo in piedi tentando di imitare le più ricche nazioni europee. Muraglie di grandi palazzoni grigi, strade trafficate e caotiche, le insegne di una società che cerca di crescere, crisi permettendo. A Bar la dimensione rurale, la natura dolce del paesaggio e la gente mite che da subito ho conosciuto mi hanno messo nella condizione migliore per fare ciò per cui ero andato: fotografare. Che poi fotografare significa scrivere con la luce e di luce soprattutto i più piccoli, miserie a parte, ne hanno parecchia. Per quanto uno possa essere un mediocre osservatore, qui non si può fare a meno di notare come appaiano, in contrasto fra loro, la bellezza di una nazione, con una enorme risorsa di terra e acqua, e la sua povertà. Qui, dove a distanza di vent’anni si leggono ancora per le strade, sopratutto di campagna, i segni del regime, mi sono accorto di quanto questo luogo e la sua gente possano essere stati vittime della storia che gli è toccato di vivere. Mi è parso, andando in giro, di capire che il costo è stato altissimo e che quella falce e quel martello, quel pugno chiuso, hanno stretto in una morsa mortale il popolo, le sue tradizioni e le sue aspettative.

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ma negli occhi dei piccoli che ho conosciuto, gialli come il grano, il sole e il cielo azzurro non hanno fine.

Vania

Occhi di grano

All’inizio è stata una lotta con il piccolo Vania, una battaglia che ho combattuto in silenzio fin dal primo momento in cui l’ho visto. Schivo e sfuggente, Vania è l’ultimo di sette figli. I genitori sono due brave persone ma il padre soffre da tempo di disturbi mentali e per questo perde costantemente il lavoro. Il risultato è che sono una famiglia estremamente povera, vivono in una casa malridotta e la mamma cerca, come può, di accudire i figli, soprattutto i più piccoli. Nonostante la situazione finanziaria della famiglia, la formazione del bambino è discreta, la comprensione reciproca dei genitori riesce a creare, al di là delle difficoltà, un clima favorevole per la sua crescita. Naturalmente Vania soffre del disagio economico e dello stato del padre, per questo è schivo e sfuggente, attaccato oltremisura alla sorellina Maria. Ultimamente ha dei problemi di salute. Per questo spesso non va a scuola, limitando il rapporto con i coetanei e questo alimenta il suo carattere diffidente. All’inizio non voleva farsi avvicinare, ho dovuto fotografarlo da lontano, poi ho capito che la sorella era il ponte per arrivare a lui. Allora ho iniziato a giocare con lei. Vania pian piano si è accostato e dopo qualche ora di gioco, per me estenuante, facendo finta di essermi fatto male, me lo sono visto venire vicino, accarezzarmi e abbracciarmi forte. Allora ho capito che, tutto sommato, anche uno come me può essere un buon padre o, almeno, un discreto compagno di giochi.

Al campo scuola di Kopaihorod, una frazione di Bar a venti minuti di macchina, l’esperienza fatta con i bambini, con i ragazzi più grandi che hanno fatto da animatori e con quelli che insieme a me vi hanno partecipato, è stata intensa ed emozionante. Da paziente osservatore, pensavo di riuscire a tenere fra me e loro il distacco necessario per fare un buon lavoro. Pensavo da fotografo, innanzitutto, ma lo spazio fisico della macchina fotografica non è bastato. Gli ospiti di questa settimana ricca di intense relazioni, sviluppate attraverso il gioco, la condivisione dei momenti di lavoro e discussione, i pasti semplici consumati insieme, mi hanno profondamente colpito. Mi piace pensare che gli ultimi di questa terra, quelli più maltrattati nella storia umana, qui, diventino i primi. Ragazzi, bambini e donne che ho fotografato e porto dentro di me. Persone che meritano, al di là delle loro storie difficili, tutto il nostro rispetto, che è poi il primo modo per poterli aiutare. Il primo passo verso di loro. In Ucraina mentre scrivo, il cielo sereno e l’aria tiepida d’agosto sono ormai un ricordo sommerso dalla neve e dal freddo, Il piccolo Vania

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mi sono ritrovato a pulirlo e senza troppe storie ho messo un altro punto alle mie paturnie. I viaggi servono anche a questo.

Quello che resta L’idea di condividere un breve momento di crescita comune, in un contesto di reciprocità con dei ragazzi che vivono storie familiari difficili in una nazione povera, è stata buona perché ha prodotto conoscenza e condivisione. Non solo. Infatti, chi vi ha partecipato si è portato dentro un po’ del loro dolore ma anche la gioia e la bellezza di questa terra e dei suoi figli.

La signora Anna col piccolo Sasha

Leonid In viaggio per Kamianet’s-Podolsky, cittadina storica dove risiede il vescovo Leon Dubravsky, ho fatto amicizia con Leonid, un omino di 4 anni, con un bel caratterino. Leonid Hulcan, il più piccolo della famiglia, è assistito insieme ai suoi fratelli dai volontari dalla Parrocchia Sant’Anna di Bar. Vive con i genitori in un piccolo villaggio di campagna. All’inizio l’intera famiglia viveva in condizioni pessime. La madre è ammalata di cancro e il padre alcolizzato solo di tanto in tanto trova qualche lavoro. A due anni Leonid si è infortunato ad un piede e ha subito due interventi. Spesso non va a scuola e il suo stato di salute non è molto buono, a causa del debole sistema immunitario. Inizialmente Leonid ed i fratelli erano molto chiusi nei confronti dei volontari, per timidezza e paura. Nonostante la fame, i primi giorni non mangiavano nulla di quello che veniva loro preparato. Poi, dopo alcune settimane, le cose sono migliorate. Fra me e Leonid tutto è cominciato dopo qualche ora di viaggio in un rumoroso e cigolante autobus degli anni ‘60. Mi era seduto vicino e mi ha vomitato addosso. Pensavo di vomitare anch’io, con effetti ben più nefasti, ma dopo qualche istante

C’è una cosa che più di tutte mi rimane di questo viaggio: il rispetto per le persone che ho conosciuto. Bambini, ragazzi e madri, in difficoltà o meno. Le signore al campo, autentiche donne della campagna ucraina che con cura cucinavano per noi. I giovani animatori, padre Jan Slepowroski. La signora Anna che con il marito si è presa cura di alcuni bambini e che, senza parole, mi ha comunicato quanto sia importante avere dignità, quella che serve per indossare un abito semplice, liso, e continuare a guardare con occhi buoni. Quanto poco ci vuole per prendersi cura di qualcun altro, oltre che di se stessi, anche quando si ha poco. Senza volerlo, e lontano migliaia di chilometri, ho rivisto in lei mia madre e ho capito che la mamma è ovunque, ovunque ci sia una donna che abbraccia un bambino, che lo accudisce, che se ne prende cura nel nascondimento più totale. Dopo aver conosciuto questa realtà mi sbalordisco ancora di più ascoltando discorsi razzisti, figli di una cultura irrispettosa degli altri, di chi viene da lontano per necessità, portando con sé storie difficili. Mi fanno anche un po’ compassione quelli che non riescono a vedere miracoli negli occhi altrui e, a dire il vero, mi giro indietro e, rivedendomi, ho compassione di me. Salvatore Alfano

Un momento del campo Insieme - Gennaio 2012

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Mons. Shirokoradiuk, presidente Caritas Ucraina, benedice l’Oasi “Martin”

Foto archivio Progetto Famiglia

Dedicata ai genitori di Santa Teresa di Lisieux, la struttura è stata inaugurata lo scorso 17 ottobre e affidata a padre Jan Slepovronski, missionario polacco presente in Ucraina da oltre vent’anni

Una casa per la famiglia

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’abbiamo inaugurata il 17 ottobre, è stato mons. Stanislav Shirokoradiuk, vescovo ausiliare di Kiev, a benedire la nuova struttura di accoglienza. Era presente anche il vescovo diocesano, mons. Leon Dubravski. Anche le autorità civili locali hanno partecipato all’evento, il Sindaco della cittadina di Bar ha tolto il velo che copriva simbolicamente la nuova insegna esterna della casa. C’erano molti preti e tanta folla, amici che hanno voluto condividere quel momento nonostante l’orario mattutino. Ma la persona che più mi è rimasta impressa è un’anziana donna. Non era presente il giorno dell’inaugurazione, ma la mattina dopo ha bussato alla porta ad ha lasciato un’offerta di mille grivne, più di quanto riceve ogni mese per la pensione. Dagli abiti che indossava era facile misurare la sua povertà. Ma il gesto svela la fede di quel popolo e ricorda a noi, spesso troppo preoccupati di misurare le risorse, che Dio non fa mancare la sua Provvidenza a coloro che si fidano di Lui. La casa di accoglienza si chiama “Oasi Beati Luigi e Zelia Martin”, è stata dedicata ai genitori di santa Teresa, beatificati nel 2008. Nella cappella della Casa sono state poste le reliquie dei Beati che don Silvio Longobardi ha ricevuto quest’estate da mons. Lagoutte, rettore della Basilica di Lisieux. Una coppia esemplare per accompagnare il cammino dei giovani al matrimonio, una testimonianza che può aiutare le coppie a vivere più intensamente il matrimonio, una famiglia che ha molte cose da dire alle mamme che vivono l’attesa della gravidanza e il disagio della solitudine. L’oasi vuole essere un luogo dove la preghiera e la carità s’intrecciano, secondo lo stile della Fraternità di Emmaus.

ed affidata a padre Jan Slepovronski, missionario polacco presente in Ucraina da oltre vent’anni. Questa nuova Casa è un altro tassello di quell’avventura che la Provvidenza ha consegnato alla Fraternità di Emmaus, un movimento ecclesiale nato nell’Agro. Segno che quel seme di Vangelo, deposto nella terra, inizia a germogliare e a portare frutti anche in altri e più lontani luoghi. Marco Giordano

L’Oasi è realizzata in un edificio messo a disposizione dalla Diocesi di Kamianet’s-Podilski, ristrutturato nel corso del 2011, L’esterno della Casa

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Secondo gli ultimi dati raccolti da Caritas Italiana, in Campania la presenza di cittadini ucraini è molto alta. Sono soprattutto donne, che hanno lasciato la loro terra per sostenere con il proprio lavoro le famiglie di origine. Ne abbiamo incontrate tre. Ecco le loro storie.

Il coraggio delle donne Janna, Ylalyna e Tamara hanno lasciato la loro terra e vivono nel nostro Agro per assicurare un futuro migliore ai propri figli

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e che conoscono l’Italia da tempi differenti. a domenica mattina c’è uno spazio del nostro Agro che si trasforma in un pezzo di Ucraina: Janna ha 35 anni ed è arrivata nell’Agro solo da otto si tratta di via Bosco Lucarelli, in particolare mesi. Ha lasciato un figlio in Ucraina e non parla andell’area parcheggio adiacente al passaggio a cora bene la nostra lingua. Ha cambiato già diversi livello, nei pressi del Liceo classico G.B. Vico di Nolavori e, anche se con poche parole, lascia intendere cera Inferiore. Un appuntamento fisso per le tante che non è stata trattata con onestà. Il suo sguardo donne che lavorano qui e attendono con ansia di ripotrebbe sembrare diffidente, ma forse si tratta solo cevere dai loro cari prodotti tipici del loro Paese o semplicemente di inviare loro regali o altri piccoli pensieri. È un incontro denso di persone e nella confusione tipica di un mercato si mescolano visi e, quindi, storie e femminile e lo sgretolamento del nche l’Agro Nocerino Sarnerealtà diverse. modello di famiglia allargata, circonse, storicamente contrasseAlcune di queste donne trovano dato dall’assenza di politiche assignato dall’emigrazione aul’occasione di parlare con altre stenziali, si è creato il c.d. welfare mix toctona, nell’ultimo decennio è stato connazionali, un motivo per aprirall’italiana: gli immigrati hanno cioè interessato da microflussi di migranti si e condividere angosce e preocsupplito alle carenze del nostro siin entrata. In Campania la presencupazioni. Il suono di una lingua stema di welfare nazionale. I sacrifici za di residenti ucraini è attestata al lontana dalla nostra lascia interdegli attuali immigrati, per permet22,8%, di cui il 13,5% risulta occuparogativi irrisolti e anche semplici tere un più alto grado di istruzione ta, secondo il 21° Dossier Statistico curiosità, come sapere cosa siai loro figli, causerà l’indisponibilità Immigrazione Caritas-Migrantes. La gnifichi vivere qui, apprendere se di questi ultimi a svolgere lo stesso quota più consistente, a prevalenza siano madri o mogli, uscire dalla lavoro dei genitori; in parallelo l’imfemminile, è occupata nel comparto rigidità delle loro professioni e possibilità economica delle famiglie dei servizi. In Italia i temi di immientrare in dialogo con loro. Sono italiane di sostenere un’elevata spesa grazione e welfare appaiono stretJanna, Tamara e Ylalyna ad aiuper l’assistenza familiare comporterà tamente legati: in un Paese che ha tarci con la testimonianza delle la necessità di un ripensamento del vissuto una profonda trasformazioloro esperienze. Tre donne che visistema assistenziale. ne sociologica, con l’emancipazione vono tre fasi diverse della loro vita

La presenza ucraina in Campania

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di un velo di timore di chi ancora non si sente a casa. Tamara, invece, vive ad Angri da un anno e mezzo. La sua è una scelta coraggiosa: ha portato con sé i suoi tre figli. Nel suo Paese si occupava di organizzare feste e disorienta scoprire che in Ucraina un stipendio medio è pari a 100 euro mensili. Questa informazione restituisce la misura dei sacrifici di queste donne e lascia ben poche domande aperte. Tamara però ha un modo diverso di esprimersi, la durezza della sua vita non l’ha travolta, anzi sembra quasi che l’amore per i suoi figli l’abbia coinvolta in un progetto di vita difficile, ma possibile.

Nelle foto le donne ucraine che hanno partecipato al campo scuola

Ylalyna è in Italia da dodici anni e questo lungo periodo le conferisce la saggezza per esprimere valutazioni anche sugli italiani, sulle loro qualità e i loro limiti. In questi anni ha visto paesaggi pianeggianti e bellissimi, molto diversi dal suo villaggio ad Ovest dell’Ucraina, ma proprio non si spiega la fretta e l’ansia degli italiani; spesso questo correre frenetico non le sembra orientato verso una meta precisa. Ylalyna lavora come colf a Nocera Superiore, in questo lungo periodo le è mancato l’affetto di suo marito e dei suoi figli. Con orgoglio racconta che il primo figlio, di 28 anni, lavora come Professore universitario e il secondo, di 18 anni, studia alla Facoltà di Psicologia. Si dice integrata e fortunata per aver incontrato persone che le hanno permesso di lavorare, anche se il suo

desiderio più grande è quello di ritornare in Ucraina e di ritrovare finalmente un Paese che ha ripreso a crescere. Queste tre donne insegnano il coraggio e l’intraprendenza della loro terra e la loro forza di vivere qui ed ora rende più vicino il pensiero di Mounier secondo cui “ogni persona ha un significato tale da non poter essere sostituita nel posto che essa occupa nell’universo delle persone”. Mariarosaria Petti

La religione In Ucraina la religione prevalente è quella cristiana, la maggior parte della popolazione è cristiana ortodossa. La Chiesa cattolica è composta da due tronconi: il rito bizantino, maggioritario, che coinvolge più di 5 milioni di persone; e quello latino che comprende poco più di 1 milione di persone. Nella nostra diocesi, don Andrey Yevchuk segue la comunità cattolica ucraina di rito bizantino insieme ai gruppi delle Diocesi di Pompei e di CastellamareSorrento. Ecco il calendario delle Messe in rito bizantino.

Santuario di Pompei Giovedì/sabato 16:00 - Domenica 10:00 I domenica del mese Poggiomarino, 15:30 Chiesa dei Santi Sposi II domenica del mese Castellemare, 15:00 - Parrocchia Maria Santissima del Rosario (Starza) III domenica del mese Sorrento, 16:00 Chiesa di San Paolo

Santa Messa in rito bizantino: Cappella del Beato Bartolo Longo

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IV domenica del mese Sarno, 16:00 Chiesa dell’Immacolata


SPAZIO SCUOLA a cura di Mariangela Giudice

Concorso per le scuole

La tecnologia come strumento per non dimenticare

ELABORATI MULTIMEDIALI

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iamo giunti all’ultimo appuntamento con i consigli per il concorso “Comunicare la Tradizione”. Cimentarsi con le nuove tecnologie per comunicare il passato è un esperimento interessante. In questo modo si riescono a coniugare insieme vecchi e nuovi linguaggi di comunicazione, in un intreccio sapiente di tradizione e innovazione. Registrare vecchie cantilene o modi di dire, filmare momenti di festa e folklore, raccontare attraverso immagini, testo ed audio testimonianze del passato, permettono contemporaneamente di rinnovare la tradizione e sperimentare l’innovazione.

Elaborati multimediali: che cosa intendiamo? Per elaborati multimediali si intendono tutti quelli realizzati con l’utilizzo di strumenti digitali, ovvero il computer, la fotocamera digitale, il lettore/registratore di file audio, il cellulare o, meglio ancora, lo smart-phone, il telefonino tutto-fare… tutti strumenti tecnologici che sembrano essere ad agio più

nella mani dei piccoli che in quelle dei grandi! Con l’utilizzo della fotocamera o del telefonino potete creare filmati di diverso genere: documentari, cortometraggi o vere e proprie pubblicità progresso pro-tradizione. Utilizzando la formula del documentario potete divertirvi nell’interpretare la parte del conduttore che presenta il frammento di tradizione che volete raccontarci, attraverso interviste, racconti, cronache di qualche evento tradizionale che si svolge nella vostra città. Potete anche filmare delle scenette in cui rappresentate un episodio del passato. Ad esempio, sapete come giocavano i vostri nonni? Fatevelo raccontare, mettetelo in pratica e filmatelo. In questo modo sarete voi gli attori e i registi, come in un vero cortometraggio. Vi consiglio la collaborazione di qualche compagno, però! Se invece volete sperimentarvi da soli potete creare dei video multimediali con il pc, usando i programmi di manipolazione di immagine presenti nel pacchetto software di base. Con questa tecnica potete costruire voi il soggetto della comunicazione anche montando insieme immagini e video che si trovano in rete. Se invece avete idee più creative e messaggi forti da comunicare potete progettare la vostra pubblicità progresso per rilanciare l’amore per la tradizione.

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Attenzione alla forma oltre che al contenuto Per vincere il concorso non basta semplicemente scegliere un buon soggetto da comunicare, ma è necessario che anche la presentazione abbia la sua parte. Ogni elaborato multimediale deve essere accompagnato da una scheda, anche un foglio di carta, su cui siano indicati i realizzatori dell’elaborato, classe, professore di riferimento, scuola, città e titolo dell’elaborato. Gli elaborati multimediali devono pervenire in redazione su cd-rom in doppia copia, in un formato leggibile da almeno uno dei seguenti programmi: Window Media Player, VLC media player e Real Player. Accertatevi che il file sia leggibile e di buona qualità video ed audio, altrimenti rischiate che il vostro lavoro venga rovinato da piccoli particolari. È preferibile che classe e scuola vengano scritti anche direttamente sul cd. Per la durata dipende dalla tipologia dell’elaborato. Per i file esclusivamente audio consigliamo una durata non superiore ai 5 minuti. Per i documentari, i cortometraggi e le scenette la durata massima consigliata è di 10 minuti. Se invece vi siete dedicati a video e pubblicità non superate i 3 minuti. Non mi resta che dirvi… in bocca al lupo! Sofia Russo

Per Partecipare Le iscrizioni sono aperte fino al 31 gennaio 2012. Per info su bando e modalità potete scrivere a redazioneinsieme@alice.it oppure contattarci allo 081 513 45 04

Possono partecipare al concorso: Tutti gli Istituti dell’Agro Dalle scuole elementari alle superiori, tutti possono aderire al bando. La quota di iscrizione per un intero istituto è di € 100,00. In questo modo potranno partecipare tutti gli alunni dell’istituto che ha aderito all’iniziativa, sia presentando un elaborato individuale, sia partecipando per gruppi o per classi.

Singolo alunno e/o gruppi Avete letto la notizia del bando ma il vostro istituto non ha aderito? Non scoraggiatevi: potete iscrivervi singolarmente o come gruppi al concorso. La quota di partecipazione è di € 25,00. Tutti coloro che aderiranno all’iniziativa possono richiedere alla segreteria di redazione i numeri precedenti di Insieme con i suggerimenti per il concorso.

Ricordiamo che all’istituto che presenterà più elaborati verrà conferito il Premio Speciale “Vincenzo Vastola” consistente in un pacco libri del valore di € 300,00.


Insegnanti: questione di cuore Il 15 dicembre il Vescovo ha incontrato gli insegnanti di religione cattolica, ricordando l’importanza della loro professione

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a senso ancora oggi in questo contesto plurale e variegato insegnare la religione cattolica nelle scuole? Sì, perché spesso proprio in questo contesto culturale così vasto mancano punti di riferimento per i più giovani. E l’insegnante di religione deve essere una figura valida in tal senso, pronto ad essere il primo referente dell’adolescente che si fa domande riguardo la fede. All’interno di una sobria celebrazione del Vespro, mons. Giudice ha spronato tutti i docenti di religione ad avere a cuore il loro compito nella scuola. Non a caso il Vescovo ha voluto incontrare tutto il corpo docenti prima di Natale, in questo momento così importante per fare il punto del cammino spirituale. In questo periodo dell’anno “siamo invitati alla veglia, alla vigilia”. “Bisogna rinverdire la fede”, afferma il Vescovo, perché essa di certo non termina con l’anno che si conclude, ma “l’anno prossimo riaprirà la porta della fede”. E il ruolo di una guida nel

Maxi-concorso da 300mila posti Ipotizzata la possibilità di indire un concorso per la categoria per il 2012 19 dicembre. Regalo di Natale o effimera illusione? Resta per ora l’annuncio del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, riguardo la volontà di indire un maxi-concorso per assumere insegnanti nella Scuola pubblica. Sarebbero 13 anni che non se ne effettua uno (l’ultimo si tenne il 1999). Potrebbe essere una manna dal cielo per tanti giovani laureati: il ministro ha ventilato l’ipotesi di 300mila posti di lavoro. La notizia è stata accolta con favore, specialmente dalle parti politiche. Più cauti i sindacati, i quali invitano a fare prima ricognizione dei posti disponibili e una riformulazione delle graduatorie, per evitare il nascere di nuovo precariato.

processo di trasmissione della fede è ineludibile, perché “la fede non è un fai da te; la fede non è andare a comprare all’ultimo discount”. Ecco la necessità, da parte del docente di vestirsi di umiltà, traendo lo spunto dal passo della prima lettera di Pietro (1 Pt, 5,5-11): “abbiamo bisogno del vestito dell’umiltà, che non significa nascondere talenti o avviarsi sulla via della depressione antropologica”. Vestirsi di umiltà, dunque, per apprendere il mestiere dell’insegnante. Sull’esempio del Figlio di Dio che si fa bambino, si fa umile. Proprio a Natale. In questo modo potranno svolgere al meglio la loro professione, riconoscendo negli alunni delle persone, ognuna con la sua storia e le sue domande. E solo in questo modo la scuola può diventare il luogo “dove testimoniare la fede”. Degli insegnanti che siano guide silenziose ma efficaci: “Voi siete le mani, la bocca, lo sguardo, le parole del Vescovo nella scuola”. Questo auspica il nostro pastore, che non a caso conclude ribadendo la necessità di prendere la propria professione con spirito cristiano: “Attenti ai peccati di omissione. Lo impone non la laurea, non la nomina, ma la fede. Dobbiamo domandarci come va la nostra fede. Qual è il suo stato di salute” e nel fare questo “chiediamo alla maestra della fede, Maria, di accompagnarci fino a Betlemme. Perché essere insegnanti di religione è una grazia, una chiamata, ma soprattutto una vocazione”. Mariangela Giudice Insieme - Gennaio 2012

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I giovani chiedono…

a cura di Salvatore Manzo

noi sappiamo ascoltarli?

I grandi testimoni della fede Il compito di ogni religione è accompagnare l’uomo all’incontro con Dio. E questo richiede una continua conversione del cuore Caro prof, da sempre, in nome di Dio e delle religioni gli uomini si sono fatti la guerra. Gli stessi cristiani si sono combattuti reciprocamente, hanno acceso roghi e massacrato tanti innocenti. Ancora oggi, in Italia, molti si dicono cattolici e disprezzano le persone di diversa religione. Ma siamo sicuri che le religioni rendono gli uomini migliori? Felice (17 anni) È proprio una bella domanda. Peccato che la risposta non lo sia altrettanto, almeno a guardare i molti esempi della storia e dell’attuale cronaca. “Non sacrifici io voglio, ma che l’uomo si converta e viva” disse un giorno il buon Dio al patriarca Abramo. Pare invece che l’uomo sia per natura più incline ai sacrifici che alla conversione del cuore. Sacrifici imposti agli altri ovviamente. (In questo non siamo minimamente masochisti!). C’è da dire, però, che l’uomo si è sempre mostrato fortemente attaccato al suo Dio ed appassionato alla propria fede. Come dire, da vero e accanito tifoso ha difeso la sua squadra, fino alla morte… quella degli altri, ovviamente. Sempre a causa di quella naturale inclinazione al sacrificio… quello degli altri, ovviamente. Mi viene in mente una deliziosa storiella riportata da Anthony de Mello. Un frammento di saggezza. «Il mio amico ed io andammo alla fiera. La fiera internazionale delle religioni. Non una fiera commerciale. Una fiera della religione. Ma la concorrenza era altrettanto strenua, la propaganda altrettanto chiassosa. Al banco ebreo ci dettero dei volantini che dicevano che Dio era compassionevole e gli ebrei erano il suo popolo eletto. Gli ebrei. Nessun altro popolo era tanto eletto quanto il popolo ebreo. Al banco musulmano apprendemmo che Dio era misericordioso e Maometto il suo unico profeta. La salvezza

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viene dall’ascoltare l’unico profeta di Dio. Al banco cristiano scoprimmo che Dio è amore e non c’è salvezza al di fuori della Chiesa. Entra nella Chiesa o rischierai la dannazione eterna. Mentre ci allontanavamo chiesi al mio amico: «Cosa pensi di Dio?». Egli rispose: « È bigotto, fanatico e crudele». Tornato a casa dissi a Dio: «Perché allestisci questo genere di cose, Signore? Non vedi che da secoli ti procurano una cattiva fama?». Dio rispose: «Non l’ho organizzata io la fiera. Io mi vergognerei perfino di visitarla!».

La conversione del cuore Una fiera del genere di certo continua a far vergognare il buon Dio, caro Felice, e di certo non rende l’uomo migliore. Se è vero che amare il prossimo è il comandamento più grande, è pur vero che amare è anche la cosa più difficile. E quindi continuiamo a sacrificarlo, il prossimo, per renderci le cose un tantino più facili. Sono certo che Dio non centri nulla con questa attività tipica di uomini frustrati ed infelici. Già, perché l’uomo non è crudele per natura, lo diventa quando è infelice… e quando si arrende a un’ideologia. La conversione del cuore e la logica del buon senso, la compassione per ogni uomo e la ricerca comune della pace, una mente senza pregiudizi ed un animo gioioso: tutto ciò rende l’uomo migliore! Questa è la via percorsa nelle storia dai grandi uomini di fede. Questa è la testimonianza consegnataci da Abramo, da Gesù Cristo, da Maometto, dal Buddha, da Gandhi, da Francesco d’Assisi e dai tanti seguaci delle rispettive religioni. Questo è ciò che invocano i rappresentanti di tutte le religioni ogni anno quando, rinnovando il primo invito di Giovanni Paolo II ad Assisi, si riuniscono in preghiera per testimoniare il compito che ogni religione ha: accompagnare l’uomo all’incontro col Dio-Amore che abita in ciascuno di noi.


VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

Da sinistra: padre Pietro Lombardi, Mons. Gioacchino Illiano, Nello Guerra Crescenzi e il cognato Alfonso nel giorno in cui Alfonso ha ricevuto il sacramento della Confermazione

Ha 27 anni. Si è ammalato da bambino di distrofia muscolare. Da 9 anni è costretto a vivere a letto, alle dipendenze di un respiratore. Ma ha tanta voglia di vivere. Siamo tornati a far visita a Nello Guerra Crescenzi

Il coraggio di Nello

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uando padre Pietro (Lombardi, ndr) mi ha detto che volevi incontrami ho detto subito di sì. Le interviste rilasciate nel 2006, la possibilità di raccontare quello che vivevo e pensavo mi hanno dato la forza di andare avanti. Mi è dispiaciuto che dopo quel momento, sia calato il silenzio». Già, brutto vizio dei media. «Non ho preso neppure un soldo per le apparizioni televisive, l’ho fatto solo per raccontare la mia esperienza». A parlare è Nello Guerra Crescenzi, un giovane sarnese affetto da distrofia muscolare di cui ci eravamo occupati nel 2006, quando gli dedicammo un Primo Piano in cui raccontammo il suo desiderio di vivere, nonostante la malattia che lo costringeva a letto. All’epoca imperava il caso Welby. Piergiorgio chiedeva di morire, un ragazzo di 22 anni invece urlava la sua voglia di vivere. E sulla scia del nostro approfondimento, fioccarono interviste televisive su reti nazionali e articoli su importanti quotidiani.

LA STORIA Ammalatosi all’età di tre anni, a sette ha cominciato a stare sulla sedia a rotelle. Da quel momento è iniziato un lungo calvario che lo ha portato a vivere una serie di drammi, il peggiore dei quali è stato un periodo in terapia intensiva all’ospedale Um-

berto I di Nocera Inferiore. Nel nosocomio nocerino, nell’ottobre del 2003, ha subito una tracheostomia, ovvero un’incisione della trachea all’interno della quale è stata inserita una cannula che permette il passaggio dell’aria by-passando le vie aeree superiori. Un intervento delicato, superarlo fu un miracolo. Ma per Nello iniziarono ben presto altri guai: un arresto cardiorespiratorio gli aprì le porte della sala di rianimazione, dove è rimasto per più di un anno: dal 5 novembre del 2003 al 23 dicembre del 2004. Ci sono date che non si possono cancellare. Dal 2003 la tracheostomia lo costringe a vivere inchiodato ad un letto, alle dipendenze di un respiratore. Sono passati più 8 anni, un tempo infinito. Eppure egli si sforza di vivere serenamente la sua vita, coltiva interessi e amicizie. Il computer è una sua passione. È bravissimo a montare video. Ha molti amici: «Spesso vengono a trovarmi i frati di Foce (del Convento di Santa Maria della Foce, a Sarno ndr) e i volontari dell’Avulss che non mi lasciano mai solo». La distrofia muscolare ha imposto a Nello una esistenza diversa dalle altre, fatta di sofferenze continue. «La sofferenza che vivo - racconta - è sia fisica che psicologica. Ci sono alti e bassi, mi faccio forza, anche grazie all’aiuto della mia famiglia e della fede». Una famiglia che ha organizzato la sua vita intorno alle necessità di questo figlio. Mamma Raffaella e papà Amedeo, oltre a Nello, hanno altri tre figli: Armando, Giovanna che si è sposata da poco e ha una bellissima bambina, e il più piccolo Gaetano che ha da poco compiuto 20 anni, ama disegnare e

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sogna di fare il grafico. Poi c’è Alfonso, il marito di Giovanna che ha scelto Nello come padrino di Cresima. In passato con loro c’erano anche i nonni e lo zio Pietro, recentemente scomparsi. La Cresima di Alfonso, che ha scelto Nello come padrino, è stata celebrata nella sua stanza da Mons. Goioacchino Illiano. Mi emoziona vedere quelle foto. Quanta fatica anche per le piccole cose. Tutto quello che a noi appare scontato, per Nello è una conquista. Penso alle volte in cui spreco il mio tempo, a quando ho poca voglia di uscire mentre c’è chi desidererebbe farlo, ma è costretto a vivere a letto. La normalità con cui Nello ha colorato la sua vita è toccante. Mi aspetta lavato e curato, la sua stanza perfettamente in ordine. Forse avrebbe potuto evitare questa premura, emerge invece un carattere forte, un ragazzo preciso che riceve un ospite come si conviene. Mamma Raffaella arriva subito con il caffè, mentre la sorella Giovanna mi presenta la sua bambina.

LE SUE PAROLE Nello, grazie all’equipe di medici, psicologi e fiosioteratisti del Centro Gaetano Torre per le Malattie Muscolari che lo segue, ha potuto partecipare al matrimonio della sorella tanto amata. Per lei ha scritto parole bellissime. «Oggi è un giorno molto importante e sono felice di viverlo con tutti voi, cosa che fino a 7 anni fa non credevo più possibile. Partecipare al matrimonio della mia unica sorella è un evento davvero straordinario. Ho seguito con enorme piacere la cerimonia celebrata dal mio padrino padre Pietro (ofm, ndr). Avrei desiderato che oggi fossero presenti tutti i nostri nonni e zio Pietro, purtroppo il destino non ha voluto, ma sono comunque presenti tra di noi e sono sicuramente contenti». Poi si rivolge direttamente a Giovanna: «Insieme abbiamo vissuto e superato momenti belli e brutti». Quelli difficili sono stati certamente più numerosi. «Da oggi inizia una nuova vita, voglio che sia la più bella e felice possibile». Non manca un ammonimento per il cognato Alfonso: «Comportati bene con mia sorella, non farla piangere, altrimenti te la vedrai con me… Basta scherzare, sei un bravo ragazzo ed io ti voglio bene. Impegnati a superare ogni difficoltà». Poi, una piccola richiesta: avere presto un nipotino. E Giovanna e Alfonso lo hanno subito accontentato con l’arrivo della piccola Raffaella. Gli occhi di Nello si illuminano quando la bambina entra nella sua stanza. Antonietta Abete

L’unzione con il crisma

La buona notizia Nello scorso numero, a pagina 12 e 13, vi avevamo raccontato del matrimonio di Barbara e Alfredo Sodano, che stanno raccogliendo fondi per l’acquisto di una macchina con una tecnologia speciale che consentirebbe al Alfredo, affetto da distrofia muscolare, di passare dalla carrozzina all’auto senza l’aiuto di un’altra persona. Il comune di Sarno aveva deliberato una donazione di 10.000 euro per il progetto. Ma i soldi non erano arrivati. Mentre andavamo in stampa, c’è stato l’accredito. Siamo felici di inaugurare il nuovo anno con una buona notizia. Insieme a Barbara e Alfredo ringraziamo il sindaco Mancusi e l’amministrazione comunale di Sarno.


Colletta alimentare, un’esperienza straordinaria 120 mila volontari coinvolti. Più di 300 le tonnellate di prodotti alimentari donati. Soddisfatti i vertici del Banco Alimentare campano per la 15esima edizione della Colletta alimentare

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tonnellate di cibo per i più poveri. È l’interessante risultato raggiunto in Campania nel giorno della colletta alimentare. 21 le tonnellate offerte dai cittadini dell’Agro, sensibilizzati nei vari supermercati del territorio dove hanno trovato i volontari delle ventiquattro associazioni legate al Banco Alimentare campano. Grandi numeri per un’interessante e famosa iniziativa che viene portata avanti da quindici anni e che nell’ultimo periodo ha assunto notevole lustro anche all’ombra del Vesuvio. È soddisfatto Roberto Tuorto, direttore del Banco

I numeri dell’Agro Le strutture caritative convenzionate sono ventiquattro, attraverso le quali vengono assistite 9.840 persone in difficoltà. In particolar modo il Banco Alimentare ha stipulato accordi di collaborazione con i Comuni di Sarno, qui si assistono trecento famiglie, e Sant’Egidio del Monte Albino, con centocinquanta famiglie. Alla Colletta alimentare hanno partecipato quasi tutte le strutture associate. Nell’Agro nocerino-sarnese sono state raccolte 21 tonnellate di prodotti alimentari, la cui distribuzione è iniziata già con i pacchi di Natale.

Alimentare della Campania nel commentare l’esperienza dello scorso 26 novembre. «Davanti al supermercato per una giornata intera, o al magazzino del Banco Alimentare Campania fino alle 4.30 del mattino, consegnando una busta o mettendo a posto l’enorme quantità di cartoni che cominciavano ad arrivare sin dalla mattina; ciascuno – spiega Tuorto – ha dato il suo contributo, ciascuno ha portato il suo mattone per costruire la grande cattedrale che è il proprio cuore, qualcosa in più di un imponente gesto di carità che coinvolge in un solo giorno 120 mila persone». Una giornata che ha consentito di fare molteplici esperienze. «Non fai in tempo ad incassare il no di chi, di fronte alla crisi non fa altro che imprecare ed indignarsi – racconta il direttore – che un uomo distinto, col suo sacchetto, ti bussa dietro la spalla per consegnartelo dicendo: “Ho perso il lavoro, sono in cassa integrazione e ricevo anche io il pacco da qualche mese. Ma oggi è il giorno in cui bisogna dare, non ricevere”». Grandi insegnamenti che sono serviti soprattutto ai tanti giovani che hanno voluto contribuire volontariamente alla raccolta di alimenti. «Sin dal mattino ho visto un popolo che si muove di fronte ad un invito, un popolo in cui ci sono tutti, poveri e ricchi, bisognosi e potenti. Perché la Colletta è davvero un gesto per tutti». E c’era anche qualche volontario

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illustre che ha aderito indossando la pettorina gialla. A Salerno il Presidente della Provincia Edmondo Cirielli e l’assessore Lello Ciccone. A Napoli il Presidente della Provincia Luigi Cesaro e il Presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni. Una giornata intensa quella del 26 novembre, che è diventata ancora più faticosa con l’avanzare delle tenebre ed il raggruppamento presso i magazzini di via don Melillo a Fisciano. «In serata il gioco si fa duro – spiega Tuorto – con tantissimi furgoni in fila da scaricare. Ad un certo punto regna la classica confusione organizzata. C’è stato anche chi ha portato con sé i propri amici, come Luisa di Acerra, per festeggiare il suo trentesimo compleanno dopo una giornata da volontaria». Il lavoro è andato avanti con tanto di pasta e ceci per tutti fino alle 4 del mattino. Poi è arrivato il momento di tirare le somme e la sorpresa è stata grande. «Davvero possiamo ripetere, come don Giussani, che le forze in grado di cambiare il mondo sono le stesse in grado di cambiare il cuore dell’uomo. Abbiamo superato le 300 tonnellate». Salvatore D’Angelo

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I giovani e la colletta alimentare

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ante ed interessanti le esperienze di giovani coinvolti in occasione della colletta alimentare. Nell’Agro, per esempio, sono stati impegnati nel supermercato Sisa di Scafati, a supporto della confraternita di Misericordia di Nocera Inferiore, sette ragazzi dell’I.T.C. nocerino “Raffaela Pucci”. Da sottolineare a Napoli l’impegno degli aderenti all’associazione “XV Maggio”, nata dall’impegno di alcuni ragazzi che hanno perso tre amici in un incidente stradale. Questo sodalizio ha consentito di proporre la colletta a circa mille studenti dell’Umberto, un importante istituto partenopeo. «L’esempio più semplice di come, anche una tragedia può essere la sfida per un cambiamento» dice Roberto Tuorto. E così è avvenuto in tantissime altre scuole napoletane, il Sacro Cuore, il Verna, la Scherillo, il Pansini. Una dimostrazione di solidarietà è arrivata anche da alcuni studenti stranieri. Dieci ragazzi indiani, in Italia per uno stage, hanno partecipato alla colletta in un supermarket e poi hanno contribuito a scaricare i furgoni, insieme al proprio docente universitario che li segue durante l’esperienza di studio italiana.

Una crocchetta al giorno

di Gabriella Calenda*

Parliamo di gatti

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ari amici se avete seguito la rubrica “UNA CROCCHETTA AL GIORNO”, nei precedenti numeri abbiamo parlato in particolare del cane. Ora vorrei occuparmi di un altro animale domestico, per modo di dire, vista la sua indole molto autonoma: il gatto. Iniziamo con un po’ di storia: per poter trovare i più antichi antenati dei gatti bisogna risalire a 50 milioni di anni fa. I gatti in principio impararono a frequentare le case dell’uomo per cacciare i topi che infestavano i raccolti. Si trovavano maggiormente in zone come Grecia, Egitto e Persia, poi, con gli spostamenti dei mercanti arrivarono nell’Europa Occidentale. Il gatto nell’antico Egitto era considerato un animale sacro ed era persino mummificato e messo

sui sarcofagi delle famiglie più facoltose. Nell’undicesimo secolo il topo nero invase l’Europa e quindi il gatto fu ancora più apprezzato. Nel tredicesimo secolo, con lo sviluppo della superstizione, il gatto fu associato a riti pagani ed alla stregoneria. Molti poeti e scrittori del diciottesimo secolo rendevano omaggio al gatto consacrandolo in numerose loro opere. Vi lascio con una splendida poesia di Baudelaire: “Vieni mio bel gatto, sul mio cuore amoroso, trattieni gli artigli delle tue zampe e lascia che mi immerga nei tuoi bei occhi striati di metallo e agata”. E chi volesse può scrivermi le proprie domande sul mondo dei gatti. *Medico veterinario (gabriella_calenda@hotmail.it)


La sinergia sconfigge il cancro

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l tumore si può sconfiggere». Con queste parole ottimistiche ma nello stesso tempo reali e concrete, si è chiusa la trasmissione “Parliamone Salute” (nella foto il set del programma), il quindicinale di medicina andato in onda lo scorso lunedì 12 dicembre in prima serata su Telenuova e dedicato alle malattie oncologiche. A pronunciarle il dottor Paolo Delrio, responsabile dell’Unità di oncologia chirurgica colon rettale dell’Istituto nazionale dei tumori della Fondazione Pascale di Napoli, che insieme ai colleghi Antonio Avallone, responsabile dell’Unità operativa trattamenti multidisciplinari neoplasie gastroenteriche del Dipartimento di oncologia addominale, e Biagio Pecori, responsabile dell’Unità operativa di radioterapia dell’addome del Dipartimento di diagnostica per immagini, terapia radiante e metabolica, hanno partecipato alla trasmissione. Non una frase ad effetto ma la determinazione di chi opera,

Alcuni esperti dell’Istituto Pascale di Napoli si sono confrontati nel salotto televisivo di “Parliamone Salute”. Dal dibattito è emerso che per curare i tumori occorre fare rete giorno dopo giorno, su un campo minato com’è quello della cura di una malattia che incute terrore. E non bisogna parlare di cancro, ma di cancri. In effetti non si può parlare di un’unica malattia chiamata cancro, ma di diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari. I continui progressi della medicina danno, oggi, una visione diversa della patologia oncologica che non è più il declino della vita avviata inesorabilmente verso la morte. Guardare con occhi diversi i cancri, è oggi necessario. Così come stanno facendo ricercatori e medici certi che la malattia non è incurabile. Ed è la multidisciplinarità l’elemento coagulante e vincente. Grazie alla sinergia non solo tra diverse specialistiche mediche ma anche tra ospedali e dipartimenti si possono ottenere risultati inimmaginabili fino a qualche tempo fa. «È la rete - ha precisato il dottor Avallone - lo strumento indispensabile per andare avanti». Nello Ferrigno


Vaccinazioni antinfluenzali I consigli ed i numeri utili

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a vaccinazione è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurre al minimo le complicanze che ne possono derivare. Scegliendo la vaccinazione si protegge non soltanto se stessi ma anche le persone vicine.

Chi può vaccinarsi gratuitamente Ci sono diverse categorie. Gli ultra 65enni, i bambini e gli adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di sindrome di Reye, piuttosto che le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Possono vaccinarsi i ricoverati presso strutture per lungodegenti, i medici e personale sanitario di assistenza. Ricevono gratuitamente la vaccinazione anche gli affetti da numerose patologie ed i loro familiari. Tra i soggetti a rischio che beneficiano del vaccino ci sono gli affetti da malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio e cardio-circolatorio, i malati di diabete mellito ed altre malattie metaboliche. Vaccino gratis anche per chi ha insufficienza renale, i malati tumorali, chi soffre di carenza di anticorpi o da malattie come l’HIV. La vaccinazione è inoltre gratuita per forze dell’ordine, vigili del fuoco, personale degli asili nido e delle scuole materne; allevatori, addetti all’attività di allevamento e trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori; veterinari. Chi non rientra nelle categorie a rischio e vuole evitare la malattia può informarsi presso il proprio medico di base sull’opportunità o meno di sottoporsi alla vaccinazione. Per questi il vaccino è disponibile a pagamento presso le farmacie. Giuseppe Calabrese (Si ringrazia il dr. Basilio Malamisura, dirigente responsabile Unità Operativa di Pediatria dell’ospedale di Cava de’ Tirreni)

Per info: 081 9212117, dr. Rosario Capone, direttore del Dipartimento di Prevenzione Ambito SA/1; 081 9212138, d.ssa Annalisa Caiazzo, direttore del Servizio Epidemiologia Ambito SA/1.

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Profondo rosso Poco confortanti i dati sull’economia diffusi con l’indagine congiunturale della provincia di Salerno, condotta dall’Osservatorio economico provinciale, relativa a luglio, agosto e settembre 2011

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dati di Unioncamere elaborati dalla Camera di Commercio parlano chiaro, molto chiaro. L’economia salernitana è in crisi e non riesce a rialzarsi. Il settore più penalizzato è quello del commercio. Si è passati da meno 4,6 per cento di vendite nel periodo aprile-giugno 2011 a meno 5 per cento nel periodo luglio-settembre. Questo significa che nemmeno l’afflusso di turisti arrivati nel periodo estivo è servito a far rialzare la testa. Tutt’altro.

Anche le imprese manifatturiere stentano. Si registra la riduzione tendenziale della produzione, meno 3 per cento, e del fatturato, meno 3,4 per cento. Diminuiscono gli ordini interni, con un meno 3,7 per cento. Regge l’export, più 2,3 per cento di movimentazioni, anche se si teme un notevole calo nei prossimi mesi. Difficile la situazione soprattutto per le attività sotto i 19 dipendenti, che chiudono con una diminuzione del 5,6 per cento, mentre le imprese più grandi hanno registrato un calo più contenuto, meno 2,1 per cento. In peggioramento il volume di affari delle imprese di servizi, che registrano nel periodo luglio-settembre una riduzione tendenziale del volume di affari del 3,5 per cento, e quelle di costruzioni: meno 5,9 per cento. Una situazione dai numeri drammatici ed impietosi che nei prossimi mesi, essendo l’Italia in recessione, non potrà certamente migliorare. La speranza di tutti è che vengano prese posizioni per evitare l’affondamento definitivo.


Cittadinanza illustre Il vescovo emerito, mons. Illiano, ha ricevuto la cittadinanza onoraria del Comune di Roccapiemonte

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n nuovo Comune dell’Agro annovera tra i cittadini onorari monsignor Gioacchino Illiano. Il vescovo emerito è stato insignito della cittadinanza onoraria di Roccapiemonte. Il consiglio comunale ha deliberato il riconoscimento nel luglio 2011. La pergamena ufficiale è stata invece consegnata lunedì 12 dicembre nell’aula magna del Liceo scientifico “Rescigno”. Ad accogliere il prelato è stato il consiglio comunale riunito in sessione straordinaria, presieduto da Aurelio Pecoraro, le autorità civili e militari della cittadina dell’A-

gro, numerosi cittadini e rappresentanti della forania, tra cui monsignor Mario Vassalluzzo, padre Giuseppe Ferraioli, monsignor Carmine Citarella ed alcune suore: le Alcantarine, le suore di Nostra Signora di Fatima e quelle del Preziosissimo Sangue. Accorata la motivazione riportata sulla pergamena ricordo, letta dal sindaco Pagano: «Monsignor Illiano è stato sempre attento ai problemi locali, voce dei più deboli e disagiati, vicino alla gente, specialmente nelle dure prove della vita». Un ricordo speciale è stato tracciato dall’ex sindaco Pasquale Palumbo: «Il

Da sinistra il presidente Aurelio Pecoraro, mons. Illiano e il sindaco Antonio Pagano

vescovo emerito ha colto le istanze che attendevano risposte; non le ha sfiorate, al contrario le ha affrontate con decisione. Di fronte alle assuefazioni ha chiesto di non lasciarsi andare all’abbandono; alle inefficienze ed ai soprusi ha chiesto di puntare in alto oltre le sterili parole, per costruire l’alternativa». Monsignor Illiano, emozionato, non ha potuto fare altro che ricordare i rapporti che lo legano a Roccapiemonte, che ha dichiarato Città di Maria il 31 agosto 2003, ed assicurare che continuerà «a pregare e ad essere vicino ai rocchesi». Salvatore D’Angelo


redazionale a cura dell’uff. stampa del Comune di Sarno

Il sindaco Mancusi ed il Vescovo mons. Giudice durante l’inaugurazione del Museo, tenutasi lo scorso 1 luglio

Il Museo si arricchisce I giovani salernitani di Confindustria hanno scelto le sale museali di Sarno per condividere il progetto di recupero e valorizzazione del patrimonio storico e artistico. Un esempio di sinergia tra pubblico e privato

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alazzo Capua, sede del “Museo Archeologico nazionale della Valle del Sarno”, ha aperto le sue porte al gruppo Giovani Imprenditori Confindustria di Salerno. Presentato il progetto di finanziamento per il completamento delle sale di esposizione dei reperti archeologici provenienti dall’intero agro nocerino sarnese. Un perfetto connubio tra il Comune di Sarno, guidato dal sindaco Amilcare Mancusi, l’assessorato ai servizi sociali e culturali retto da Filomena Amato, la Sovrintendenza ai Beni culturali delle Province di Salerno-Avellino-Benevento-Caserta, diretta da Adele Campanelli, il Servizio alla Persona del Comune di Sarno coordinato da Clelia Buonaiuto. I giovani salernitani di Confindustria hanno scelto per la prima volta la città di Sarno come location dei loro incontri annuali. In particolare sono state scelte le sale museali per condividere meglio il progetto di recupero e valorizzazione del patrimonio storico e artistico. Soddisfatto il primo cittadino Amilcare Mancusi, che ha invitato i presenti a visitare le sale di esposizione e la città che vive un momento di pieno recupero della tradizione storica e culturale. «Segniamo sul calendario l’inizio di una proficua sinergia che non miri solo al rilancio del Museo, ma che rivaluti l’intera prospettiva economica e turistica del nostro territorio. Insieme al mio gruppo amministrativo – ha spiegato il sindaco – stiamo portando a termine una serie di progetti, come quello della totale riqualifica-

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zione del Borgo San Matteo e il restauro dei principali monumenti cittadini, che daranno un volto nuovo alla città».

Alla scoperta della storia Non mancheranno le occasioni per scoprire Sarno e la sua storia: «Ci saranno delle aperture straordinarie per il museo, già tanti gli appuntamenti con le scuole non solo cittadine, ma anche con diversi studenti dei paesi limitrofi. Viene offerto un vero e proprio tour alla riscoperta delle bellezze architettoniche, archeologiche e paesaggistiche della nostra città. Un patrimonio – ha aggiunto il primo cittadino – che con sacrificio e costante lavoro stiamo recuperando e restituendo alle nuove generazioni». La nuova collaborazione siglata con Confindustria porterà anche al definitivo allestimento del museo, con ulteriori reperti che saranno ospitati al secondo piano di Palazzo Capua. «Il progetto di perfezionamento dell’altro piano del Museo – ha spiegato l’assessore Amato – è indubbiamente ambizioso, considerando che è impegnativo soprattutto da un punto di vista economico. Nonostante questo, riteniamo sia sicuramente possibile un completamento dell’opera attraverso più fasi. Con grande entusiasmo, per questo, abbiamo proposto ai giovani imprenditori di Confindustria di Salerno di sostenere insieme a noi queste tappe. Pensiamo di allestire le sale anche per eventi culturali di carattere nazionale. Le idee ci sono – ha chiosato Amato – ed anche la concretezza per dare una impronta nuova alla nostra città».


redazionale a cura dell’Unità Operativa Complessa Comunicazione, Formazione e Innovazione del Comune di Angri

Prima candelina Ha vissuto il suo primo anno di attività il Centro Polifunzionale per disabili. Tanti i risultati positivi raggiunti

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d un anno soltanto dall’inaugurazione, il Centro Polifunzionale per disabili di via Leonardo Da Vinci ha già dato notevoli soddisfazioni. Fortemente voluto dal sindaco Pasquale Mauri e dall’assessore alle politiche sociali Annamaria Russo, il Centro aiuta i suoi fruitori a vivere esperienze uniche e originali, grazie alla competenza di personale qualificato e all’organizzazione di iniziative interessanti e stimolanti. All’interno della struttura i ragazzi partecipano quotidianamente a laboratori di cucina, di giardinaggio, di scrittu-

ra e prescrittura, per incentivare l’uso consapevole delle lettere dell’alfabeto e delle parole, e per favorire la coordinazione nei movimenti del polso e della mano. Attività che si sono svolte da maggio a dicembre 2011 e che saranno confermate anche per il 2012. Un altro laboratorio interessante è stato quello artistico, grazie al quale i ragazzi hanno potuto realizzare con le proprie mani e secondo il proprio estro una serie di lavoretti che sono stati venduti durante i mercatini promossi dalla Confcommercio angrese. I ragazzi hanno anche preso parte al presepe vivente allestito nella villa comunale dai Borghi Storici. A settembre i ragazzi del Centro hanno ricevuto le visite di un dentista, di una parrucchiera e di un’estetista per apprendere l’importanza dell’igiene e della cura della persona. Il dentista, al termine delle sue lezioni, ha regalato spazzolini e dentifrici. La parrucchiera ha spiegato come fare per tenere i capelli puliti e

ha mostrato una serie di pettinature da praticare per restare in ordine. L’estetista, infine, ha curato le mani di tutte le donne del Centro, utilizzando anche smalti e decori, e molte delle ragazze, entusiaste del lavoro, hanno smesso di mangiare le unghie. Molto spazio è riservato anche alle attività sportive come i giochi con la palla e la ginnastica a corpo libero. Non manca poi l’esercizio con giochi che stimolano i sensi dell’udito e del tatto. Grande attenzione è riservata all’aspetto psicologico. Un giorno a settimana, i ragazzi tengono dei colloqui personali e di gruppo con una psicologa esterna. Ampio spazio è riservato anche ai festeggiamenti. In occasione dei compleanni ogni utente riceve un regalo, mentre di tanto in tanto vengono organizzate delle feste in collaborazione con l’agenzia Max Party, che opera a titolo gratuito. Tra i progetti pensati per il futuro c’è l’organizzazione di visite di istruzione e la collaborazione con una scuola di danza della città che ha già dato disponibilità a tenere corsi di danzaterapia. Il Comune di Angri, infine, ha partecipato ad un bando proposto dal Ministero del Lavoro per l’inserimento lavorativo dei diversamente abili attraverso la partecipazione a stage, tirocini, corsi di formazione e borse di studio. Questo potrebbe significare per il Centro Polifunzionale per disabili una nuova ed importante esperienza di vita.

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Un calendario d’autore

G Il giornalista Francesco Gravetti

Premio Città di Ottaviano

iuseppe Angrisani, insieme al figlio Antonio, firmano per l’ennesima volta il calendario ufficiale della Nocerina calcio. La squadra rossonera si è fatta immortalare dal fotografo nocerino in diversi set allestiti presso alcuni sponsor della società. Un calendario elegante e caratterizzato dai colori sociali dei molossi. L’almanacco rossonero è stato fortemente voluto dalla società di via Alveo Santacroce, che in questo modo entra nelle case di tantissimi nocerini, tifosi e non solo, per scandire le giornate del 2012. Già nel 2010 e nel 2011 il calendario portò la firma dello studio Angrisani e fu molto apprezzato dagli esperti del settore per lo stile utilizzato negli scatti.

Il riconoscimento è stato attribuito ad uno dei primi collaboratori di Insieme

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Francesco Gravetti il “Premio Città di Ottaviano”. Al giornalista di Striano, tra i primi collaboratori di Insieme, è andato il neonato riconoscimento perché ha riservato attenzione e sensibilità alla cittadina ottavianese. A consegnarlo, nella Chiesa di San Francesco di Paola, è stato il presidente dell’Assostampa “Valle del Sarno” Salvatore Campitiello. Insieme a Gravetti, è stato premiato il tenore Angelo Casertano. L’iniziativa è stata ideata da Gennaro Barbato e diretta da Aniello Sepe.

I successi degli Alfa Sound

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e feste di Natale hanno visto nuovamente protagonista il gruppo musicale nocerino diretto dal maestro Mario Alfano. “Auguri e buon Natale”, infatti, ha conquistato tutti nel nuovo arrangiamento e grazie al nuovo coro. Una canzone entrata a far parte del tradizionale repertorio festivaliero, diventata anche un video/favola. Come ogni anno la vendita dell’album è stata effettuata durante i tantissimi concerti tenuti in tutta la regione Campania, e non solo. Sposati anche alcuni

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progetti benefici. Oltre che aiutare i “nuovi poveri” della città di Nocera, gli Alfa Sound hanno sostenuto le spese mediche di una bambina cilentana operata negli Stati Uniti ed un progetto in Congo. È stata, dunque, davvero festa.


Una rappresentanza dei responsabili di oratorio insieme ad Antonio Lombardi, responsabile dell’Anspi diocesana, e alla sua destra don Aniello Manganiello

Anspi a 360 gradi Diverse le iniziative portate avanti dall’associazione degli oratori diocesani. Il primo dicembre un convegno sulla legalità con il prete anticamorra don Aniello Manganiello. Il 18 dicembre la consegna del Bambinello ai fanciulli

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o scorso primo dicembre l’Anspi Comitato Zonale Nocera-Sarno si è reso promotore del convegno sul tema: “Famiglia, Scuola e l’Oratorio, sorgenti di formazione alla legalità che rende sano il Territorio”. Relatore d’eccezione è stato don Aniello Manganiello, sacerdote per 16 anni a Scampia, autore del libro “Gesù è più forte della camorra”, scritto con Andrea Manzi e pubblicato dalla Rizzoli. “I miei sedici anni a Scampia fra lotta e misericordia” è il sottotitolo del libro che parla dell’esperienza di don Aniello durante il suo trasferimento presso la parrocchia di Santa Maria della Provvidenza al rione “don Guanella” dove lui, originario del Nolano, era stato destinato nel 1994.

dizione di passività della gente nei confronti della camorra, antistato, e in grado di tenere sotto ricatto tutto il territorio. – ha commentato il parroco anticamorra – È la fede che spinge ad assumere in proprio il “beati coloro che hanno fame e sete di giustizia”. Il girarsi dall’altra parte per non vedere, la mancanza di coraggio e la paura di esporsi, si trovano ovunque e non solo a Scampia». Infine ha così concluso: «Cerco di vivere per strada, tra la gente, che è scuola di vita, per fare accompagnamento educativo, denunciare, esponendo la mia persona a più di qualche pericolo. Non trovo sempre solidarietà, specie da parte dei professionisti della cultura della legalità».

Nell’intervento al convegno, don Aniello ha evidenziato il suo contatto con i giovani, parlando del loro forte bisogno di dialogare, della ricerca di luoghi alternativi alla discoteca dove potersi confrontare, per uno scambio di idee o una semplice parola. Di qui l’esigenza di una comunità parrocchiale che sappia essere al passo coi tempi, al passo con i giovani, per capirli meglio. «Nel corso della mia esperienza a Scampia ciò che mi ha segnato e spinto a fare, è stata la con-

L’Anspi è stata anche protagonista della giornata “Il Bambino per i bambini”. Durante la celebrazione della messa domenicale del 18 dicembre, presieduta dal vescovo monsignor Giuseppe Giudice, è stata consegnata ai fanciulli, nella parrocchia Santa Maria delle Grazie di Lavorate, una statuina di Gesù Bambino. Liliana Tortora


VITA ECCLESIALE Il gruppo partecipanti al 24° Corso di formazione nazionale

Giovani e Progetto Policoro La diocesi è stata presente al Corso di formazione nazionale promosso dalla CEI che punta a realizzare il connubio “Giovani-Vangelo-Lavoro”

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n’opportunità per i giovani del Meridione d’Italia che, col tempo, sta affascinando e conquistando anche le realtà centro-settentrionali. È emerso questo dal 24esimo corso di formazione nazionale organizzato dal “Progetto Policoro” ad Assisi dal 30 novembre al 4 dicembre scorso. L’iniziativa pensata da don Mario Operti, infatti, sta attecchendo anche in regioni dove si pensava fosse più facile trovare lavoro, creare imprese, costruirsi un futuro. 174 i giovani/adulti presenti in qualità di animatori di comunità, così sono chiamati gli incaricati dalle diocesi di seguire il Progetto. Per lo più si trattava di espressioni di Chiese particolari storiche aderenti all’iniziative, come quelle siciliane, calabresi, pugliesi, lucane, sarde, campane e abruzzesi, a cui se ne sono aggiunte dieci nuove: Anagni-Alatri, Cesena-Sarsina, Modena-Nonantola, Palestrina, Prato, Pistoia, Senigallia e Velletri-Segni. Nell’ambito dei lavori ci sono state le relazioni di mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, don Domenico Beneventi, aiutante di studio del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile, e di Piero Rinaldi di Caritas Italiana. Tra i temi esaminati, l’identità del Progetto Policoro tra vocazione, educazione e animazione, e gli approfondimenti sul Compendio della Dottrina sociale della Chiesa. «Agli animatori – ha spiegato mons. Casile – viene proposto un cammino incentrato sulla chiamata personale, riconoscibile tramite i segni dell’amore di Dio

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Padre nella vita di ciascuno e il servizio nella comunità e con la comunità. L’itinerario di crescita indicato intende condurli alla testimonianza dell’Amore ricevuto fra i coetanei. L’educazione, così, apre a domande profonde di senso e l’evangelizzazione assume i volti degli uomini, testimoniando una Chiesa che va oltre il fatalismo e realizza gesti concreti, come ad esempio i progetti elaborati attraverso il microcredito». A quest’ultima importantissima pratica è stata dedicata una sessione intera di lavori con la presentazione del professor Daniele Ciravegna, presidente della Fondazione don Mario Operti, e di alcune testimonianze di cooperative presenti nate e sostenute dal microcredito. Inoltre, è stato possibile conoscere, almeno sommariamente, grazie alla collaborazione con Cisl e Acli, il mondo della contrattualistica lavorativa. A rappresentare la diocesi di Nocera Inferiore-Sarno erano Anna Chiara Desiderio, animatrice al terzo anno, e Salvatore D’Angelo, new entry come animatore del primo anno. Saranno questi due giovani gli incaricati a seguire lo sviluppo delle attività, attraverso il centro servizi di riferimento e a nuove iniziative da mettere in campo. Inoltre Anna Chiara Desiderio, grazie ad un percorso di e-learning da lei ideato, è stata chiamata a svolgere un servizio di tutoraggio nazionale come referente degli animatori di primo anno delle diocesi nuove. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito www.progettopolicoro.it.


La Caritas non è assistenzialismo

Don Alessandro Cirillo, dal 2 dicembre scorso nuovo direttore della Caritas diocesana

Tra gli obiettivi del nuovo direttore della Caritas c’è il potenziamento del volontariato, la realizzazione di una rete di Centri di ascolto ed una formazione più consapevole delle comunità al rispetto dei bisognosi

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n incarico delicato, ma accettato con profonda consapevolezza e grande spirito di servizio. Don Alessandro Cirillo, parroco di San Giacomo Maggiore a San Valentino Torio, dallo scorso 2 dicembre è il nuovo direttore della Caritas diocesana. Il sacerdote succede al diacono Edoardo Tafuto che per più di cinque anni ha rivestito l’importante incarico. «Ho ricevuto un incarico di grande fiducia da parte del vescovo. Ringrazio monsignor Giuseppe Giudice per aver pensato a me e cercherò di fare tutto quanto mi sarà possibile per i poveri ed i lontani che vivono nel nostro territorio». Una nomina che arriva anche in un tempo difficile per l’Italia e non solo. «Trovo una situazione territoriale di grande precarietà. Mi accorgo, perché sono anche parroco, della grande sofferenza delle famiglie per la mancanza di lavoro. C’è un generale disorientamento, una paura diffusa rispetto al domani. Il dato potrebbe spaventarmi, ma sono fermamente convinto che si debba sperare e confidare che una soluzione c’è». Nella mente di don Alessandro è già chiara la missione della Caritas che «non deve essere assistenzialismo, ma promozione alla carità e attenzione alle povertà umane». Dunque non solo pacchi alimentari o aiuti per pagare le bollette. Gli obiettivi. Per fare questo occorre una rete maggiore e volontari formati: «Serve uno slancio nuovo verso il volontariato. Bisogna riscoprirlo ed incrementarlo. È una ricchezza». Anche a livello parrocchiale, quindi, occorrerà ripensare alcune cose: «Non ci sono tre cirenei che operano per tutti, ma dovrà essere la comunità, attraverso dei volontari, ad occu-

parsi dei bisognosi». Rispetto al recente passato don Cirillo parla «di un buon lavoro fatto» e aggiunge: «Punteremo su una Caritas più visibile, più tangibile. Con dei segni concreti riconoscibili». In primis si cercherà di puntare sui centri d’ascolto dei bisogni: «Penso ad una rete foraniale, non singoli centri parrocchiali, dove si ascolteranno i bisogni. Questa rete dovrà essere potenziata, perché in alcune città dell’Agro già ci sono segnali». Una volta approntata questa iniziativa si potrà pensare anche ad un osservatorio permanente sulle povertà, che censisca la realtà diocesana: «Lo potremo fare attraverso il sistema della Caritas italiana che si chiama OSPA, ognuno può inserire i dati relativi alla propria parrocchia. Solo dopo aver fatto questo lavoro potremmo avere una visione di insieme delle povertà». Per don Cirillo servirà anche «potenziare l’attenzione verso i lontani», intesi come gli stranieri, anche attraverso «gemellaggi con le loro diocesi di provenienza». L’appello. Per fare questo occorreranno delle persone, da qui l’appello del direttore: «La Caritas non è di pochi, ma è fatta da tutti. Chiunque fosse disponibile a prestare il proprio servizio volontario ci contatti. A noi serve la disponibilità di tutti, da chi ci aiuta manualmente a chi ci sostiene nell’elaborazione dei dati o sbrigando delle pratiche. Tutti sono preziosi per la Caritas». Insomma, c’è da fare. E chi vuole operare può contattare sia il numero verde 800 002 330 oppure visitare il sito internet www.caritasnocerasarno.it. Salvatore D’Angelo Insieme - Gennaio 2012

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ILPANEDELLADOMENICA Sussidio liturgico dalla II alla VI domenica del Tempo ordinario Commenti a cura di Mons. Giuseppe Giudice

Concedimi, o Signore Concedimi, o Signore, di desiderare ardentemente, investigare con prudenza, conoscere con verità adempiere con perfezione ciò che a Te piace. O mio Dio metti ordine nella mia vita donami di comprendere ciò che tu mi chiedi e saper mettere in pratica ciò che è utile alla mia anima.

nelle vicende prospere e nelle avverse affinché in quelle io non mi insuperbisca e in queste io non disperi. O Signore, donami intelletto per conoscerti, diligenza per cercarti, sapienza per trovarti, parola che ti piaccia, perseveranza che ti attenda, fiducia di poterti un giorno per sempre abbracciare.

O Signore, mio Dio, donami di non abbandonarti

San Tommaso D’Aquino

15 gennaio 2012

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B) LE LETTURE “Abbiamo trovato il Messia” Prima lettura: 1Sam 3,3-10.19 Salmo responsoriale: Sal 39 Seconda lettura: 1Cor 6,13-15.17-20 Vangelo: Gv 1,35-42 IL VANGELO Gesù si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Maestro, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui. (cfr Gv 1, 38-39) Colore liturgico VERDE

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I passi della fede Che cosa cercate? Erano circa le quattro del pomeriggio. Venite e vedrete… La prima parola di Gesù ai discepoli: “Che cosa cercate?” è la stessa che rivolge alla Maddalena il mattino di Pasqua: “Donna, chi cerchi?”. L’uomo e la donna sono sempre alla ricerca di Qualcuno perché si accorgono che qualcosa non basta mai. Venire e vedere sono i verbi dei piedi e degli occhi, mossi dal cuore, mossi dalla fede. Si è discepoli quando si va dietro a Gesù con il movimento di tutto il corpo, senza lasciare lungo la strada la mente e il cuore. Si è discepoli quando, come Samuele, si ascolta anche nella notte e più di una volta in ogni notte. Quando si fermarono presso di Lui erano circa le quattro del pomeriggio. I discepoli non solo ricordano l’ora dell’incontro e della sosta, ma sanno anche, secondo il Vangelo giovanneo, che quella è l’ora dell’immolazione degli agnelli. La sequela comporta sempre il dono totale di sé. Con Gesù bisogna entrare totalmente nella sua casa. La dimora è immersione continua nel mistero pasquale, perché ci ricorda che siamo stati comprati a caro prezzo.


22 gennaio 2012

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B) LE LETTURE “E subito li chiamò. Ed essi andarono dietro a lui” Prima lettura: Gn 3,1-5.10 Salmo responsoriale: Sal 24 Seconda lettura: 1Cor 7,29-31 Vangelo: Mc 1,14-20 IL VANGELO Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. (cfr Mc 1, 16-18) Colore liturgico VERDE

Dietro a Lui sulla croce. Dietro a Lui nella luce Dio vide le opere dei niniviti e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare. Quando Dio vede che l’uomo cambia strada, Egli stesso si converte verso l’uomo che esce dal peccato, cioè il suo amore va nuovamente verso di lui. Il mio Dio, il Dio dei miei padri, è un Dio che vede e si ravvede; non è un Dio fermo, statico, ma è un Dio che si muove nell’amore ed è mosso dall’amore. Tutto ciò che fa, lo fa solo per amore. Il mio Dio è un Dio che si ricorda della sua misericordia e del suo amore e, per questo motivo, si ricorda di me nella sua misericordia. Non è smemorato il mio Dio, non dimentica l’appuntamento con l’uomo sulla sua via ed Egli sa che l’appuntamento con ogni uomo lo porta ai piedi di una croce. Mentre il tempo si è accorciato, si è fatto breve, Dio viene a noi nel “Verbum abbreviatum”, suo Figlio. Dio “si contrae”, si perde, si annienta nel cuore del Figlio per essere vicino ad ogni figlio. Così Dio continua a vederci in Gesù. Vide Simone e Andrea… Gesù vede e chiama ad andare dietro di Lui. Venite dietro a me … dietro a Lui, non davanti a Lui, solo così si è discepoli. Dietro a Lui… sulla croce! Dietro a Lui… nella luce!

29 gennaio 2012

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B) LE LETTURE “Egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità” Prima lettura: Dt 18,15-20 Salmo responsoriale: Sal 94 Seconda lettura: 1Cor 7,32-35 Vangelo: Mc 1,21-28 IL VANGELO Nella sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare. Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro uscì da lui. Tutti si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità». (cfr Mc 1, 21.23.25.27) Colore liturgico VERDE

Gesù, il vero Maestro Che è mai questo ? Domanda sempre attuale dinanzi al mistero gesuano. Che è mai questo? Un insegnamento nuovo. Gesù stupisce con il suo insegnamento. La sua autorità viene da Dio, perché Egli è il Figlio di Dio. Dinanzi a Lui non deve essere scontato lo stupore, perché Gesù è lo stupore di Dio. Lo stupore non accoglie ciò che è vecchio, scontato, morto. Lo stupore non cammina e non accoglie il male. Nella sinagoga di Cafarnao, il male si sente rovinato, sta per essere distrutto. Gesù, nella sua autorità di Figlio di Dio, è venuto a rovinare il male per poter salvare l’uomo. Egli è il profeta di Dio, a Lui bisogna dare ascolto. Egli non solo proferisce le Parole di Dio, ma Egli è Dio. Accostiamoci a Lui. Prostriamoci: adoriamolo e non induriamo il cuore dinanzi a Lui. Rendiamogli grazie nei nostri giorni e nelle nostre opere per vivere senza preoccupazioni, ma solo occupati in Lui e per Lui. Solo così, in famiglia ed in comunità, troveremo cuore e tempo per occuparci dell’altro, del prossimo nel quale Gesù si nasconde. Stupore e meraviglia sono i segni sempre nuovi della lezione che Dio impartisce nella carne del Figlio. Insieme - Gennaio 2012

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5 febbraio 2012

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B) LE LETTURE “La febbre la lasciò ed ella li serviva” Prima lettura: Gb 7,1-4.6-7 Salmo responsoriale: Sal 146 Seconda lettura: 1Cor 9,16-19.22-23 Vangelo: Mc 1,29-39 IL VANGELO Gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Guarì molti e scacciò molti demòni. Al mattino presto si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». (cfr Mc 1, 32.34.35.37-38) Colore liturgico VERDE

Annunciatori del Vangelo Tutti ti cercano! Gesù è sempre cercato ed è ri-cercato ad ogni stagione. Ma non tutti cercano il Gesù rivelato dal Padre e che ci rivela il Padre, il Gesù dei Vangeli. Ognuno cerca un “suo Gesù”. Gesù guarisce: tutti gli ammalati e gli indemoniati sono portati a Lui. Molti sono guariti, la suocera di Pietro è presa per mano ed è restituita alla salute, al servizio. Ai demoni, che sanno chi è Gesù, ma non amano Gesù e non accolgono Gesù, gli è impedito di parlare. Dopo che Egli ha guarito alcuni se ne va; è ancora buio e va in un luogo deserto a pregare. Si allontana dagli uomini e, nel dialogo della preghiera, si avvicina di più al Padre. Così, nella preghiera silenziosa, Egli raggiunge tutti gli ammalati; nella preghiera Egli è raggiunto dal lamento di Giobbe e si ricorda che un soffio è la vita di ogni uomo. Entriamo così tutti e a tutte le ore nella preghiera che Gesù rivolge al Padre. Ma quando si accorge che in Lui la gente non cerca il vero volto di Dio, Gesù raggiunge altri villaggi per poter predicare, per spargere il seme della Parola del Padre. Anche la Chiesa, quando non è cercata per Gesù, deve allontanarsi, deve andare altrove per poter annunciare il Vangelo in altri villaggi. Guai a me se non annuncio il Vangelo!

IL VANGELO CHE SI INCARNA La testimonianza di Sarah, uccisa da un melanoma a 19 anni

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on stupitevi se vi dico che si può essere felici anche in un letto di ospedale e che si può dimenticare il dolore per sorridere agli altri, mentre il proprio avvenire è pieno di interrogativi”: così parla Sarah Calvano (1973-1992) di Avola, Siracusa, quando la ricoverano colpita da un melanoma che la uccide a 19 anni. Dopo il liceo classico fa appena in tempo a iscriversi alla facoltà di Matematica all’Università di Catania. “La chiamavo libellula perché ci trasmetteva un senso di libertà, di levità, di pulizia interiore”, racconta Adele Clara Corallo: “Si affacciava piena di speranze agli studi universitari. Nel-

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Insieme - Gennaio 2012

la parrocchia di San Giovanni Battista si occupava delle vocazioni giovanili. Frequentava un ragazzo, Nino, il quale dirà che per lui Sarah è stata una benedizione: nel silenzio e nella semplicità gli ha insegnato i valori della vita. Aveva uno slancio di fede straordinario, che la rendeva umilissima e al tempo stesso irraggiungibile. Alla sofferenza aveva dato uno scopo: avvicinare suo padre a Gesù. E ci è riuscita, con tutto l’amore per chi le aveva dato la vita. Ci ha lasciato una grande eredità spirituale, il ricordo di una fede gioiosa e serena”. Nel diario Sarah si rivolge a Gesù e così l’interroga al momento del primo ricovero: “Che parola strana: ospedale.

Avrei voglia di chiederti: cosa vuoi? Sai, perché io non l’ho capito chiaramente. L’attesa ha un senso, il sacrificio ha un senso, il dolore ha un senso, tutto ha un senso: ok, ma quale senso? Ti voglio bene, Gesù, devi crederlo, ma se cerco di capire non mi raccapezzo più. Ma in fondo non ha importanza, io non devo capire nulla; sei tu che sai quello che fai… e non potrà essere che la cosa migliore”. Sarah ha lasciato un vivo ricordo in chi l’ha conosciuta. Ad Avola portano il suo nome un Centro di accoglienza e una Casa famiglia. Dal blog di Luigi Accattoli sezione “Cerco fatti di Vangelo”


12 febbraio 2012

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B) LE LETTURE “Se vuoi, puoi purificarmi!” Prima lettura: Lv 13,1-2.45-46 Salmo responsoriale: Sal 31 Seconda lettura: 1Cor 10,31-11,1 Vangelo: Mc 1,40-45 IL VANGELO Venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò. E subito la lebbra scomparve da lui. Quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città; e venivano a lui da ogni parte. (cfr Mc 1, 40.41.42.45) Colore liturgico VERDE

Il coraggio di chiedere il perdono L’uomo peccatore, cioè ogni uomo, è un lebbroso perché è fuori dalla comunione. Vive isolato, vive appartato, vive emarginato, è impuro. Nel Vangelo, un lebbroso viene da Gesù e lo supplica. Io sono quel lebbroso. Ogni uomo è quel lebbroso e ogni uomo viene da Gesù. Il lebbroso vive fuori dall’accampamento. Egli va da Gesù, come noi andiamo da Gesù nella Chiesa per farci purificare. Se vuoi, puoi purificarmi! Gesù ha compassione, tende la mano, mi tocca e dice: lo voglio, sii purificato! Sia la luce… e la luce fu. Nella Parola e nel gesto di Gesù il lebbroso, il peccatore, che porta il mio nome, è guarito. Non sono più fuori, non devo vivere coprendomi e appartandomi, ma sono riammesso nella comunione, nella vita sociale ed ecclesiale. Anche il peccato più piccolo è sempre una ferita nel mistero della Chiesa, è un graffio sul volto della Madre, è una scheggia nel cuore dell’Amore. Riconciliati nell’amore, siamo chiamati ad imitare, così come Paolo imita Cristo. Imitare vuol dire ripresentare nella propria vita i gesti e le parole di Gesù. Imitare significa non essere motivo di scandalo, ma cercare di fare tutto per la gloria di Dio. Confessando la colpa, manifestando il nostro peccato nella Chiesa, Egli diventa il rifugio che libera dall’angoscia. E la lebbra scompare…

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI 8 gennaio, ore 11,00: chiusura delle celebrazioni del Millennio dell’Abbazia di Cava con la Conferenza Episcopale Campana. Alle 18.30, presentazione del libro di don Domenico La Guardia a Lavorate di Sarno 9 - 13 gennaio: Il Vescovo predica gli esercizi alle monache del Monastero di S. Anna

24 gennaio, ore 18:00, Cattedrale di S. Prisco - Nocera Inferiore: il Vescovo incontra la stampa e i referenti di Insieme 29 gennaio, in mattinata: ritiro delle religiose presso la Casa delle Suore del Preziosissimo Sangue.

Febbraio

14 gennaio: in serata Premiazione Presepe presso la P.U.A.C.S. 17 gennaio, ore 9,30: Ritiro del clero presso la Basilica di S. Alfonso

11 febbraio, ore 16:00, Monastero di Santa Chiara a Nocera Inferiore: professione perpetua di Suor Chiara Sabina

19 gennaio, ore 19,00: incontro con il Terzo Ordine Francescano

13 febbraio: in serata Fra Enzo Biemi terrà una catechesi sul secondo annuncio. Sono invitati tutti i catechisti e gli animatori. In mattinata Fra Enzo incontrerà i sacerdoti

23 gennaio, ore 18,00: incontro di preghiera in occasione della settimana dell’Unità dei Cristiani

Per maggiori informazioni consultate il sito www.diocesinocerasarno.it

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Raccontare la vita

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osa, Emanuele, Giuseppe, Anna Pia, Antonietta…». È lungo l’elenco dei bambini nati prematuri e che non ce l’hanno fatta. Per ricordarli e per celebrare il dono della vita, lo scorso 17 dicembre, il reparto di Terapia Intensiva Neonatale ha organizzato una Celebrazione eucaristica, nella Cappella dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, presieduta dal Vescovo Giuseppe Giudice. Nel Tempo di Avvento, mentre ci si prepara ad accogliere il bambino Gesù, i medici, gli operatori sanitari e i volontari A.V.O. hanno voluto ricordare, insieme alle famiglie, quei piccoli che “abbiamo abbracciato forse più dei genitori e che per questo sono un po’ anche figli nostri”. «Sono felice di celebrare in questo luogo dove la vita è accolta, curata, e dove tante volte è accolto l’ultimo respiro della vita - ha affermato il vescovo Giuseppe -. Celebriamo per i bambini che sono in reparto e per quelli che sono in cielo perché nella Celebrazione eucaristica, cielo e terra si incontrano».

La vita ha valore sempre

«Come mai la vita di qualcuno ha tanti giorni, quella di altri solo un respiro?». È questa la domanda a cui il Vescovo ha dato una risposta chiara e definitiva. «La vita ha valore sempre. Basta un respiro. Con quel piccolo respiro, Dio ha detto più cose rispetto ad una vita segnata dal male e dalla violenza». Ha poi affrontato le altre questioni fondamentali legate al tema della vita nascente. «E se quella vita nasce da un atto di violenza oppure è segnata dalla malattia - ha continuato il Vescovo - ha valore lo stesso? Sì, la vita è vita. Non si conta la vita, la vita si racconta». La mamma seduta al mio fianco ascolta attenta, ha gli occhi di un colore molto bello, segnati da una piccola ombra. Si abbevera alle parole del Pastore, sembra che il suo cuore si rassereni. Si chiama Roberta, ha 40 anni e tre figli, il più grande ha 20 anni. È lì

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Lo scorso 17 dicembre il Vescovo Giuseppe ha celebrato l’Eucaristia per i bambini prematuri presso l’ospedale Umberto I

insieme al marito e alla figlia adolescente. Lo scorso febbraio ha perso il piccolo Paolo, appena 18 giorni di vita. Qualcuno le ha detto che in fondo ha altri tre figli. Come se questo fosse sufficiente per non soffrire. «Purtroppo non è così - aggiunge -, è un dolore che nessuna mamma e nessuna famiglia vorrebbe mai vivere». Si fa forza Roberta, «perché ogni volta che nasce un bambino è Natale, ha appena ricordato il Vescovo, e quando rinasce al cielo, Dio non si dimentica più di lui».

Il piccolo Matteo

Tra la numerosa assemblea, seduto su una sedia c’è il piccolo Matteo, un bimbo pakistano nato senza arti, abbandonato in ospedale e accolto da una coppia di sposi di San Giorgio a Cremano. Ogni tanto cerca l’attenzione della mamma Pina, una giovane donna esile e mingherlina. È proprio vero che la forza d’animo ha poco a che vedere con lo statura fisica. Ricevono l’Eucaristia a turno, prima il papà, poi la mamma. Tommaso ha gli occhi cristallini, dopo aver ricevuto Gesù si inginocchia e prega. Non sono eroi, ma due ragazzi normali, con una profonda fede che hanno avuto il coraggio di lascarsi interpellare dall’abbandono di un bambino. «Oggi ha le protesi - raccontano prima della benedizione finale -, ci arrenderemo solo quando vedremo Matteo correre insieme gli altri bambini. Se la mamma di Matteo avesse abortito, oggi nella nostra vita non ci sarebbe questa grande gioia». C’è anche il papà di Francesca, la giovane travolta dalla frana che nel settembre del 2010 devastò Atrani. Invita tutti a mettere da parte la disperazione “perché è la negazione della speranza”. Poi lancia un invito: «Non chiudiamoci nel nostro dolore, a Natale facciamo visita agli ammalati». Al termine della celebrazione il Vescovo ha regalato ai bambini e alle famiglie presenti la Lettera che ha scritto per Natale: Prisco e il filo della gioia. Antonietta Abete


Il Centro diocesano di Formazione La complessità culturale del nostro tempo impone ai cristiani di formarsi per testimoniare la propria fede. Ecco tutte le opportunità offerte dal Centro diocesano di Formazione

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l Magistero degli ultimi Pontefici è stato caratterizzato da un costante appello alla cultura e alla formazione. La rievangelizzazione del mondo, e in particolare del Vecchio Continente, richiede ai cristiani, oltre alla coerenza, un impegno a comprendere il cuore e il modo in cui l’uomo, dopo Galilei, pensa. Dopo Galilei tutto è cambiato e noi cristiani dobbiamo saperlo per continuare a dare le ragioni credibili della nostra speranza in Cristo Redentore del Mondo. Benedetto XVI, con insistenza, parla di pastorale dell’intelligenza e intelligenza pastorale per sottolineare l’urgenza di entrare nella complessità culturale che segna la storia del nostro tempo. Nella diocesi dell’Agro è presente, dal 2006, una risorsa formativa che potrebbe ben rispondere alle attese di evangelizzazione se fosse più utilizzata, il Centro diocesano di Formazione. Le proposte formative che vengono indicate riguardano tre aree: teologica-filosofica, etica e psicopedagogica. Le Sacre Scritture sono lo sfondo e lo strumento su cui vengono impiantati i contenuti elaborati. Dalla Bibbia non si può prescindere, non solo perché è il luogo della Rivelazione di Dio, ma perché, come ebbe a dire, tra gli altri, Tullio De Mauro (ministro della pubblica istruzione) essa è il paradigma culturale di tutto l’Occidente e andrebbe insegnata a scuola alla stregua di tutti gli altri classici. Il Centro, oltre a proporre percorsi mirati alla formazione teologica, indispensabile per chiunque voglia servire la Chiesa e annunciare Cristo all’uomo di questa storia, propone anche seminari di appro-

fondimento sul Magistero della Chiesa. Solo a mò d’esempio indichiamo gli ultimi che hanno riguardato il Sinodo Diocesano e il Documento della CEI sulla emergenza educativa. Tematiche costanti nella offerta formativa del Centro sono quelle relative alla relazione educativa che il particolare impegno pastorale richiede. L’empatia, il benessere personale e le dinamiche comunicazionali sono affrontate con setting laboratoriali, in modo da coinvolgere tutti personalmente nel percorso formativo. L’impegno pastorale non può prescindere da una formazione nuova. prof.ssa C. Filosa

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NEWS DALLE PARROCCHIE a cura di Mariangela Giudice

S. Maria M. in Armillis S. Egidio del M. Albino

Nocera Inferiore e la Corale “Millenium” della stessa Abbazia. La serata di inni sacri e canti natalizi è stata curata dal M° Rosaria Fiocco, direttrice della Corale “Millenium”, e presentata da Rosario Damiano di Angri. A conclusione le corali sono state premiate da un’originale “tegola” decorata. Affettuosi e doverosi i ringraziamenti alla forza spirituale ed organizzativa di p. Massimo e al Sindaco Nunzio Carpentieri. Maria Ermelinda Di Lieto

Una delle corali che ha partecipato alla “I Rassegna di Cori Polifonici”

“Cantate inni al Signore, cantate inni”

Regina Pacis Angri

la sua luce e possiamo essere per chi ci incontra suoi testimoni. Il tesseramento è la testimonianza concreta dell’essere parte di una grande famiglia unita, una famiglia che cammina insieme passo dopo passo, anno dopo anno sempre più forte di prima. L’adesione è avvenuta durante la S. Messa delle 11:30 in cui tutti i gruppi dell’AC si sono impegnati per animare la Celebrazione presieduta dal nostro sacerdote don Romualdo Calcide, e all’unisono hanno pronunciato la promessa, dopo la quale sono state benedette le tessere. Dopo la Messa tutti insieme ci siamo riuniti fuori la chiesa, per far volare, proprio come le nostre speranze per

Solenni e melodiosi festeggiamenti in onore di San Nicola

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al 1 al 10 dicembre 2011 si è svolta la festa liturgica in onore del Santo Patrono Nicola di Bari. Spiritualmente profondo l’annuncio ai fedeli di p. Massimo, il quale ha esortato a venerare il Santo come protettore “benevolo e misericordioso”, e a “meditare in questo tempo di Avvento la Parola di Dio con il cuore aperto alla speranza di meritare la vita eterna”. Alla tradizionale novena e alle solenni celebrazioni presiedute dai sacerdoti delle parrocchie delle frazioni di S. Lorenzo ed Orta Loreto e dal vescovo Giudice, si sono aggiunti quest’anno i “cenacoli di preghiera” in diverse famiglie della comunità, l’approfondita lectio divina di Sr. Julie T. delle Battistine di Angri e la “I Rassegna di Cori Polifonici – Cantate inni al Signore, cantate inni”. La I Rassegna di Cori si è esibita il 10 dicembre, animata da diversi gruppi musicali provenienti dalle comunità religiose delle cittadine limitrofe: la Corale Polifonica “Gesù Bambino” di Sant’Antonio Abate (Na), la Corale “Madonna del Carmine” di Angri, la Corale “Sant’Antonio da Padova” della frazione di Orta Loreto, la Corale “Voce del Carmelo” di Pagani, la Corale “Profeta Altissimi” di

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Il gruppo di AC di Regina Pacis con il parroco don Romualdo Calcide

Ecco il nostro sì Rinnovo delle promesse per tutti gli aderenti all’AC. In cammino per un nuovo anno di santità

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Azione Cattolica della nostra parrocchia, l’8 dicembre, ha gridato ancora una volta il suo sì! Proprio come Maria anche noi siamo pronti a diventare servi del Signore, affinché i nostri gesti e le nostre parole siano i suoi, affinché risplenda su di noi

quest’anno associativo, dei palloncini blu e gialli, colori simbolo dell’Azione Cattolica. In 143 anni l’AC ha visto sempre più nomi di giovani pronti a spendere il proprio tempo e la propria vita per lei, e noi della Regina Pacis, sull’esempio di chi prima di noi ha saputo fare di questa il proprio stile di vita, vogliamo continuare a portare avanti questi colori di pace e portare sempre più in alto il suo vessillo, guidati dalla nostra presidente Lina D’Ambrosio e dalla voglia di metterci in gioco in questo avventuroso cammino! Donatella Salvati


NEWS DALLE PARROCCHIE Fatto e rifatto: il riciclo creativo come alternativa al consumismo. I giovani di AC

San Teodoro Martire Sarno

Fatto e rifatto… ad arte Non si fermano i giovani di AC: dopo il Mercatino della Solidarietà, ecco l’iniziativa natalizia

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ualche tempo fa, durante la Quaresima, abbiamo condiviso con i lettori di Insieme il nostro sforzo di realizzare un mercatino della solidarietà, il cui ricavato fu devoluto interamente ad Alfredo Sodano, giovane disabile. Vista la generosità mostrata dai nostri fratelli, abbiamo deciso di riprovarci con un collage di iniziative volte ad incentivare il tesseramento. Eh sì, la tessera di adesione all’AC è un segno di

appartenenza importantissimo per tutti coloro che scelgono questo cammino. Per favorire l’adesione di più persone possibile, specialmente giovani e famiglie, abbiamo richiesto delle quote minori, impegnandoci a completare la somma necessaria tramite questa iniziativa. Ecco che cosa ha partorito la nostra immaginazione: non potevano mancare le classiche zeppoline e gli sfiziusielli, ma una vera sorpresa sono state anche le bag per la spesa confezionate con le buste vuote del caffè e gli scintillanti alberi di natale realizzati con le bottiglie vuote. E non poteva certo mancare la lotteria con un presepe artigianale in palio. Il fil ruoge che ci ha motivati è stato proprio il riciclo, per proporre un’alternativa al consumismo del Natale. L’appuntamento era al termine della Messa della domenica sera. E nessuno ci ha fatto mancare l’appoggio e la generosità: a tutti loro un grazie, è stato il più bel modo di far nascere ancora il Salvatore tra di noi. Ma, se ormai avete imparato a conoscerci, avrete capito che le iniziative non terminano certo qui. Stay tuned: seguiteci per i prossimi aggiornamenti solidali! Mariangela Giudice

San Biagio San Marzano

Caritas parrocchiale Le attività del gruppo parrocchiale di Caritas

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Natale siamo tutti più buoni, si dice. Ma tanto c’è da scoprire nelle nostre piccole realtà quotidiane , ad iniziare dalle parrocchie. La Caritas della parrocchia di San Biagio offre, durante tutto l’anno, un mirabile servizio di sussidio alle realtà sociali disagiate. Ogni quindici giorni vengono distribuiti circa 250 pacchi ad un target che varia dagli extra-comunitari ai poveri del nostro territorio. Proprio per favorire un migliore servizio, sono entrati nella squadra Caritas quattro nuovi collaboratori: Domenico Ambrosio, Cosma Annunziata, Domenico Esposito e Vincenzo Esposito. Coordinato dalla presidentessa Modestina Grimaldi, il gruppo si prefigge di riorganizzare il tessuto di aiuti e di continuare a svolgere al meglio tutte le iniziative, in particolare quella delle adozioni a distanza. Proprio per incentivare questo piccolo ma immenso gesto di carità si è svolta la “giornata delle zeppole” il giorno di S. Lucia e S. Aniello. Il ricavato della vendita è stato devoluto interamente al progetto-adozioni. Di tenore leggermente diversa è stata,


NEWS DALLE PARROCCHIE invece, la “giornata per la Pace” che si è svolta il 28 dicembre. La nostra comunità ha vissuto una messa con tutti quelli che ricevono il pacco di aiuti. Un modo per ribadire che siamo tutti fratelli, che in Chiesa non ci siano distinzioni, che siamo pronti a tendere la mano l’uno all’altro, senza pregiudizi di sorta. Perché il Natale abbia veramente il volto dell’accoglienza verso tutti. m. g.

San Michele Arcangelo Nocera Superiore

stesso. I dipinti di Tommaso Maiorino rappresentano una vera espressione esistenziale, figure e paesaggi di una realtà popolare idilliaca e non naturalistica. Visitando il suo laboratorio a Castel San Giorgio ci si trova di fronte a tele e tavolette con vedute infantili e incantate. È un discorso poetico che esalta le piccole e umili cose, che richiama a immagini serene e tranquille. Tommaso, con la sua sensibilità espressiva, disegna paesaggi e figure elementari, dipinti con colori vivaci; egli non ha nulla del pittore intellettuale, con quella sua aria di isolato, timido e con l’espressione del viso di un fanciullo diventato adulto. Il pittore osserva intorno, “vede” una realtà trasfigurata che trasferisce sulla tela: un paesaggio di due case e un albero in una strada in festa con bandiere e luminarie e una processione che l’attraversa, un paesaggio con il mare e l’orizzonte. Altro tema che Tommaso ama dipingere è l’icona mariana del Convento di Materdomini, che viene portata dai fedeli su un carro in processione all’alba della vigilia dell’Assunta.

La pittura di Tommaso Maiorino si deve guardare con franchezza e limpidezza, perché ci troviamo di fronte a un pittore candido e ingenuo, ma con un carattere tenace e volitivo. Antonio Salzano

S. Maria di Costantinopoli Angri

In memoria di Ivo Silvestri Il 31 gennaio sarà celebrata una Messa in suffragio del generale dei Carabinieri Ivo Silvestri, scomparso un anno fa

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a comunità parrocchiale ne ricorda la figura con profondo affetto e riconoscenza. È ancora vivo il ricordo del furto subito nel 1992, quando ignoti asportarono il quadro della Ma-

Un quadro di Tommaso Maiorino

Tommaso Maiorino: un pittore naif Tra paesaggi poetici e soggetti sacri: l’arte che nasce nella nostra terra

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ella nostra terra dell’Agro vive un artista che pochi conoscono, si chiama Tommaso Maiorino, che con la sua pittura figurativa ci propone un linguaggio semplice per persone semplici. Egli è un vero pittore naif, la sua arte non è condizionata da nessun movimento artistico: essendo di formazione autodidatta, ha il pregio di essere genuinamente se

Insostituibile Zio Ciccio

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Sant’Alfonso - Sarno

i ha lasciati il signor Francesco Mancuso, zio Ciccio, per tutti noi della comunità di Sant’Alfonso di Sarno. Zio Ciccio ci ha lasciati in silenzio, senza clamore, così come è stata tutta la sua vita di uomo e di cristiano. Padre esemplare e marito modello di fedeltà, di amore e di pazienza: modello anche per tutti noi, per i giovani, ma soprattutto per i meno giovani che lo seguivano ogni anno durante la tradizionale processione dei “Paputi” che si tiene ogni anno a Sarno il Venerdì Santo. Testimone instancabile di Azione Cattolica, della quale era socio dal 1948, rinnovando con amore ogni anno la sua tessera. Mi sembra di vederlo ancora lì seduto sulla sua sedia ogni domenica mattina alla Messa delle 11.00, la Messa dei fanciulli. Sempre presente, mai stanco e sempre con un sorriso per tutti. Un uomo d’altri tempi che non dimenticheremo e, per questo, mi sembra giusto salutarlo come sempre: ciao Zio Ciccio.


NEWS DALLE PARROCCHIE

Lectio d’avvento nelle parrocchie Spiritualità itinerante Il 21 dicembre ha avuto termine l’esperienza delle lectio di Avvento per i giovani Il gen. Silvestri e don Luigi La Mura con il dipinto ritrovato

donna degli Angeli, amata e conosciuta come “La Madonna di Costantinopoli”. Ma è ancora più vivo il ricordo del suono gioioso delle campane che dopo circa due anni, nel marzo del 1994, annunciarono il ritrovamento del quadro operato dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico in un paesino della provincia di Brescia. Tale Nucleo, operava nell’ambito della XII Brigata CC al cui comando era appunto il Gen. Silvestri, figlio adottivo di questa terra di Angri, che prontamente informato provvedeva a darne immediata comunicazione al fratello Franco, presidente parrocchiale di AC, e al parroco don Luigi La Mura. Il 23 dello stesso mese, il quadro veniva restituito alla Comunità nel corso di una conferenza stampa presso il Ministero dei Beni Ambientali: presenti l’allora Ministro prof. Paolucci, il Gen. Silvestri, il fratello Franco e il parroco don Luigi La Mura. L’8 maggio successivo il quadro fu riportato ad Angri, sempre a cura dei Carabinieri, e consegnato dapprima alle Autorità cittadine presenti a palazzo Doria e poi portato in processione in Chiesa dove fu celebrata una solenne liturgia di ringraziamento presieduta da mons. Illiano.

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n percorso di geografia spirituale: le tre lectio di Avvento hanno come luogo di incontro altrettanti siti importanti della spiritualità del nostro Agro, proprio a sottolineare il legame a doppia mandata che esiste tra tempo, persone e trasmissione della fede. La prima lectio si è tenuta nella Cattedrale di Nocera Inferiore, sede del successore di Prisco, il 30 novembre; la seconda si è svolta nella Concattedrale di Episcopio in Sarno, il 15 dicembre; la terza nella secolare abbazia di S. Maria

Maddalena in Armillis a S. Egidio il 21 dicembre, proprio alle porte del Natale. Un percorso di spiritualità itinerante pensato per i giovani, i quali, nonostante la frenesia delle feste, si sono ritrovati per ascoltare le parole del loro pastore. Che hanno colto nel segno: come per la parabola del fico sterile, protagonista della seconda lectio. Non pochi i giovani che sono rimasti sorpresi dalla scelta del brano e dalla nuova luce che ha ricevuto grazie al commento del vescovo. m. g.


NEWS DALLE PARROCCHIE Il vescovo incontra la stampa Tradizionale scambio di auguri tra mons. Giudice e i rappresentanti della stampa locale

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i è tenuto il 20 dicembre scorso, nella sala degli stemmi del Palazzo Vescovile, alla vigilia del Natale, questo breve ma sentito incontro. Dopo aver ricordato che fare il giornalista è una missione più che un lavoro, Mons. Giudice ha invitato tutti a usare rispetto quando si tratta di commentare notizie sulla Chiesa, a non omologarsi al pensiero dominante. Un breve passaggio anche sul Natale: «A chi dice di non sentire il Natale, vorrei domandare: sei andato in Chiesa in questo tempo, hai pregato? O, forse, non senti il Natale perché hai meno soldi? Abbiamo

dimenticato il festeggiato: il Bambino. Dobbiamo riproporre, con rispetto e attenzione, di riprendere la via verso Betlemme. Ricominciare per noi significa riprendere il senso cristiano della vita, preservare la dignità dell’uomo che è calpestata a livello politico e sociale». A.A.



IN PARROCCHIA a cura della comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie Casatori San Valentino Torio

La Festa dell’adesione La nostra comunità si è riunita, lo scorso 8 dicembre, per rinnovare il proprio sì all’A. C. sull’esempio della Vergine Maria

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assemblea era numerosa e variegata, c’erano i ragazzi, i giovani, i giovanissimi, i “giovani adulti” e gli adulti. Qualcuno ha aderito per la prima volta all’associazione, altri, invece, hanno rinnovato l’impegno assunto in precedenza. Aderire all’Azione Cattolica significa mettersi alla sequela di Gesù, testimoniando la gioia di seguirlo con la propria vita. Quest’anno i

piccoli saranno accompagnati dal tema “Punta in alto”; i più grandi, invece, rifletteranno sulla chiamata: “Alzati, ti chiama”. Auguriamo a tutti buon anno associativo, impegnandoci a superare le difficoltà, il pressapochismo che ci circonda, l’egoismo che impera nella nostra società. Con impegno e responsabilità, noi… puntiamo in alto! Squitieri Samantha

Il cero della fede La comunità parrocchiale ha celebrato, lo scorso 10 dicembre, il settimo anniversario dell’Incoronazione della Vergine Addolorata

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iuniti intorno alla mensa eucaristica, abbiamo ricordato il nostro amore per la madre del Salvatore. Ci siamo soffermati, prendendo spunto dalla Parola ascoltata, sul “pellegrinaggio della fede di Maria”, umile figlia di Israele. Ripercorrendo le tappe della sua vita, dal primo “sì” ad oggi, è nato l’invito ad imitarla nel cammino e ad aprirci al dono dell’Emmanuele, accogliendo il Dio con noi, incarnandolo nella nostra vita, diventando uomini e donne di “fede” che ha in Cristo il suo fondamento. Al termine della Celebrazione, abbiamo vissuto un momento di intensa spiritualità. Prima di recitare la preghiera che ogni sera la comunità rivolge alla Madonna, abbiamo acceso ai suoi piedi il “cero della Fede”, in esso abbiamo voluto simbolicamente racchiudere il dono della vita, il nostro grazie per il

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dono della fede, la gioia dell’incontro, il desiderio dell’ascolto, la speranza del chiedere, la fiducia dell’essere esauditi grazie alla sua materna intercessione. Grazie ad un calendario che stiamo predisponendo, saranno le famiglie della comunità - e chiunque lo desideri - ad alimentare questa preziosa fiammella. Il bacio alla corona della Madonna ha concluso l’Eucaristia, segnando la profonda unione della nostra comunità con la Mamma celeste. Don Gaetano Ferraioli

I ragazzi che hanno rinnovato l’adesione all’Azione Cattolica, insieme al parroco don Gaetano

Accogliere Gesù Un bambino della comunità ringrazia il Vescovo per la Lettera di Natale Eccellenza, i ragazzi della comunità parrocchiale di Casatori La ringraziano per questo libricino che ci ha donato, è stato bello sapere che il nostro Vescovo si ricorda di tutti i bambini e i ragazzi della diocesi. Leggendolo abbiamo capito che il Natale non è solo regali; è, invece, vivere con gli altri e stare vicino a chi soffre. Il dono più grande é Gesù che ogni anno nasce e rinasce con gioia per ognuno di noi. Spesso, purtroppo, lo dimentichiamo. Spero che noi ragazzi, proprio come Prisco, il protagonista del libricino, possiamo trovare l’inizio del gomitolo e riscoprire i valori più importanti come l’amore, la famiglia, gli amici, affinché Gesù non nasca invano, ma possa trovare accoglienza anche nel nostro cuore. A Lei auguro un sereno Natale, perché la venuta di Gesù Bambino possa portare pace e gioia ad ogni cuore. Con affetto Fiore Giordano Gabriele


a cura della comunità parrocchiale Sant’Antonio da Padova Poggiomarino Coordinatore di redazione Mariano Rotondo

Nella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sostituiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento. Se desideri anche tu prendere uno spazio fisso o in occasione di un evento particolare, contattaci allo 081 513 45 04 o su redazioneinsieme@alice.it

Corso di protezione civile e primo soccorso Emergenze sul territorio, parrocchia e Misericordia impegnati a formare i giovani

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orso di protezione civile e di primo soccorso per formare i giovani ad arginare le emergenze. È il progetto condotto dalla parrocchia Sant’Antonio di Poggiomarino insieme alla Misericordia locale che ha preso il via il 23 ottobre e che si prolungherà sino ai primi mesi del 2012. Il corso ha l’obiettivo di formare nuovi volontari che possono sostenere le tante attività della confraternita Misericordia. I partecipanti apprendono una serie di tecniche e di approcci per gestire le crisi che possono coinvolgere il territorio e che un giorno potrebbero trovarsi ad affrontare. E così, tanti ragazzi - studenti universitari e liceali, lavoratori e professionisti - stanno imparando direttamente con gli esperti come dare sostegno fisico e psicologico, l’utilizzo idoneo delle comunicazioni, le procedure antinfortunistiche e come allestire tende e campi in situazioni di difficoltà. Gli

Eventi di Natale

È

stato il presepe vivente del 26 dicembre e del 2 gennaio l’evento clou promosso dalla parrocchia e dal Forum delle Associazioni in vista delle sante festività. L’appuntamento più sentito dalla comunità si è tenuto nelle due giornate, entrambe di lunedì, dalle 17 alle 22 alla Masseria presso Boccia Antonio - Marano Rosaria. Tra le altre iniziative ricordiamo la Marcia della Pace con le scuole del 21 dicembre, il recital “Un Natale da Favola” dell’antivigilia, la giornata dell’ACR del 5 gennaio e la visita guidata ai presepi di Napoli del 7 gennaio.

Un momento del corso di formazione

aspiranti membri della Misericordia stanno poi provando, in maniera pratica, su manichini ed altri strumenti didattici, il funzionamento e l’efficacia di lavorare guidati da un centro operativo e, quindi, a gestire i soccorsi nelle più diverse difficoltà. Il corso si svolge ogni lunedì nei locali dei Santi Sposi a Poggiomarino, le lezioni durano due ore. Al termine del ciclo di pratica e teoria soltanto agli idonei verrà rilasciato un attestato con la possibilità di intraprendere la delicata opera di volontariato al servizio della comunità. «Si tratta di un progetto certamente utile - commenta don Silvano Controne, parroco della Sant’Antonio di Poggiomarino -, un percorso importante sia dal punto di vista della crescita sociale dei singoli partecipanti che per la necessità di sostenere coloro che possono avere bisogno, in futuro, di un aiuto da parte della protezione civile». Mariano Rotondo

Prima comunione,

ritiro a Madonna dell’Arco

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uattrocentocinquanta persone in ritiro per un giorno presso il Santuario della Madonna dell’Arco. E insieme ai bambini che faranno la Prima Comunione la prossima primavera ci sono anche i genitori. È la nuova formula voluta da don Silvano Controne per i percorsi sacramentali in cui vengono coinvolte anche le famiglie. Il 20 novembre il primo appuntamento formativo, con Messa nella Chiesa nuova e momenti di condivisione come il pranzo a sacco e la visione del film “Il Quarto Re”. E per il ritorno da Sant’Anastasia a Poggiomarino non è mancata un’intensa recita del Rosario.

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a cura della comunità parrocchiale Sant’Alfonso Sarno

La bellezza ci parla di Dio Conclusi i lavori di restauro ed abbellimento della Chiesa parrocchiale di Sant’Alfonso Maria de Liguori in Sarno

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inalmente conclusa l’opera di restauro ed abbellimento della nostra parrocchia con l’apposizione delle ultime tre tele realizzate dalle mani del maestro Raffaele Graziano. Le tele, a forma di vela, rappresentano magnificamente la nascita, la morte e la resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Il restauro della nostra parrocchia era iniziato nel 2007 e nell’aprile del 2009 abbiamo vissuto il rito della consacrazione dell’altare e della dedicazione della Chiesa. Grazie al coraggio e all’impegno del nostro parroco don Raffaele Corrado e della comunità parrocchiale tutta, il progetto si è concluso nella seconda settimana di Avvento. Le ultime tre tele sono state benedette sabato 3 dicembre 2011 dal nostro Vescovo Mons. Giuseppe Giudice, il quale ha giustamente sottolineato che il Tempio del Signore ha bisogno anche di bellezza. A chi non le ha ancora viste, possiamo assicurare che le tre opere hanno reso ancora più preziosa la nostra Chiesa che, seppure piccola, oggi è sicuramente tra le più belle di Sarno. Ringraziamo pertanto il nostro parroco per averci donato un così bel gioiello. La comunità parrocchiale

Nelle foto a fianco è possibile ammirare le tre tele realizzate dal maestro Raffaele Graziano e una panoramica della parrocchia sant’Alfonso, resa ancora più bella dai lavori di restauro

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Il parroco don Raffaele Corrado insieme a Mons. Giudice che ha benedetto le tele lo scorso 3 dicembre


a cura dell’Unità sinodale San Sisto II e San Francesco di Paola Pagani I catechisti della parrocchia San Francesco insieme a don Andrea e al diacono Carmine Cialdini

Catechista per… attrazione

Ed è vero, perché si è attratti ad essere catechista dal desiderio di conoscere Gesù. Ogni parrocchia avrebbe bisogno di tanti “operai” disposti a lavorare nella “vigna del Signore”. Nelle nostre due parrocchie non mancano (anche se non bastano mai!). Sono, infatti, tanti quelli che domenica 4 dicembre hanno ricevuto l’investitura ufficiale con solenni celebrazioni.

I catechisti della comunità San Sisto II

“Coraggio! Alzati, ti chiama!” (Mc 10,49) È stato scelto lo slogan che accompagnerà la comunità per il nuovo anno

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nche quest’anno i giovani e gli adulti della nostra comunità sono stati chiamati alla Tavola rotonda della Parola per trovare la frase stendardo che meglio potesse rappresentare ed accompagnare il nostro cammino in questo nuovo anno pastorale. Dopo una lunga consultazione, prima individuale con il Vangelo di Marco e poi collettiva, è stata stipulata una classifica delle possibili candidate. Fra le prime tre la più votata è stata: “Coraggio! Alzati, ti chiama!” (Mc 10, 49), che, verrà posta fuori alla Chiesa per chiamare non solo i fedeli, ma anche i passanti ad accettare l’incontro con Gesù. Dilia Rea

Un momento delle votazioni

“Acqua per la vita”

È

stata scelta da don Andrea la terza domenica di Avvento per celebrare il rito del dono, fatto con “gioia” dalla Comunità di San Sisto al Burkina Faso per la costruzione di un pozzo nel più povero dei paesi africani. Tutti coloro che hanno aderito al progetto “Acqua per la vita” hanno potuto, così, rendersi conto nella Celebrazione eucaristica dell’11 dicembre scorso che i loro sforzi sono stati tesi al più nobile dei fini che l’uomo possa porsi, quello della “carità”. Il presidente dell’Associazione “Progetto Famiglia – Cooperazione”, dr. Rosario Alfano, ha ricevuto un assegno di € 6.000, somma

che servirà a coprire buona parte delle spese necessarie per dare un po’ di acqua in più ai Burkinabè. Poi, non resta che… ripartire con un altro progetto, come ha detto in anticipo Elena Carrara, responsabile del Gruppo di Animazione Missionaria.

Consegnato lo scorso 11 dicembre un assegno di 6.000 euro per la costruzione di un pozzo in Africa

Nella foto da sinistra: don Andrea, Rosario Alfano, responsabile dell’Associazione Progetto Famiglia; Elena Carrara, Responsabile del Gruppo parrocchiale di Animazione Missionaria; Michele Raiola, Segretario del Consiglio Pastorale e Salvatore Di Natale, Economo della parrocchia

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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. di Costantinopoli Nocera Superiore Coordinatore della redazione parrocchiale Carlo Attanasio

AVVENTO RICCO… DI GRAZIA Fotocronaca degli appuntamenti comunitari più importanti 27 novembre, I Domenica di Avvento: con l’inizio dell’Anno Liturgico ha inizio anche l’Anno Pastorale, la cui programmazione e l’agenda pastorale è stata presentata a tutti i fedeli mediante un libretto che viene distribuito a tutte le famiglie della parrocchia, insieme al bilancio parrocchiale e alla Lettera Natalizia del nostro parroco 27 novembre, I Domenica di Avvento: i Ministranti ricevono il mandato e assumono l’impegno del servizio all’Altare. Essi non fanno i Ministranti, sono Ministranti, collaboratori del Sacerdozio ministeriale, al quale portano un aiuto prezioso. I Ministranti svolgono un vero ministero liturgico

8 dicembre: Il Movimento Giovanile Costruire si affida a Maria nel suo cammino 4 dicembre, II Domenica di Avvento: i catechisti rinnovano l’impegno a istruire nella fede, facendo risuonare il messaggio del Vangelo, attraverso ciò che la Chiesa professa, celebra, vive, prega nella sua vita quotidiana

8 -11 dicembre: II edizione del Christmas Village, mercatino di Natale, animazione, stand gastronomici e spettacoli per animare la città. Quest’anno a via Vincenzo Russo in collaborazione con i negozi

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8 dicembre: L’Azione Cattolica vive la festa dell’Adesione nella Solennità dell’Immacolata Concezione. Si affida a Maria rinnovando il tesseramento

11 dicembre, II Domenica di Avvento: i Cantori e gli strumentisti si impegnano nel Coro ad arricchire il decoro e la bellezza della liturgia con il canto e la musica, animando così la preghiera e la meditazione 11 dicembre, II Domenica di Avvento: gli Scout, Nocera Superiore 1, portano nella nostra parrocchia la Luce della Pace di Betlemme. La fiamma è attinta alla lampada perenne che arde sul luogo della Natività ad opera degli Scout austriaci e distribuita, poi, agli Scout di vari paesi europei. La lampada e stata in parrocchia fino al 6 gennaio, tutti hanno potuto attingere da essa la luce da poter far risplendere nei giorni di festa nelle proprie case

13 e 14 dicembre, Festa di S. Lucia e S. Agnello. C’è una grande devozione per i Santi Lucia e Agnello, numerosi sono i fedeli che si affidano alla loro intercessione, partecipando in questi giorni alle Celebrazioni e alle Messe

8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. La Chiesa tutta è legata a questa solennità perché in Maria, tutta bella, è espressa l’essenza e l’immagine di ciò che la Chiesa deve essere e deve diventare. La Novena dell’Immacolata, la Celebrazione del Rosario itinerante per le strade della Parrocchia e le Sante Messe hanno fatto risplendere la bellezza di Maria e della Chiesa

12 -17 dicembre: Nel cuore dell’Avvento, nella settimana in cui la devozione ai Santi Lucia e Agnello porta in Chiesa numerosi fedeli, la comunità parrocchiale vive un tempo di intensa preghiera nella solenne Adorazione Eucaristica e negli Esercizi Spirituali al popolo. Il tema che ha caratterizzato quest’anno è “Cominciò di nuovo a insegnare” (Mc 4,1) Il filo della fede: ricominciando dalla Parrocchia per educare e trasmettere la fede

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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. delle Tre Corone Sarno

Una Celebrazione eucaristica gioiosa I bambini che partecipano alla Messa domenicale delle 11,00 sono seguiti e supportati dagli animatori A.C. che li aiutano a comprendere il mistero che si celebra sull’altare

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olteplici sono i significati teologici sulla Celebrazione eucaristica che è innanzitutto un memoriale, ossia enfatizza il ricordo e la presenza di Cristo nell’attesa del suo ritorno. Ancora, potremo dire che è un convito, ovvero un segno di unione tra Dio e la Chiesa ed è un modo per ringraziare il Signore per i doni che Egli ha inteso elargire. Anche Papa Benedetto XVI, con l’esortazione apostolica “Sacramentum caritatis”, ha ribadito che “Senza l’Eucarestia un cristiano non può vivere, in essa il Signore si fa cibo per l’uomo affamato di verità e di libertà”. Numerose sono le iniziative che aiutano le persone, come i bambini che iniziano il loro cammino di fede, a riscoprire il senso vero della Messa. I piccoli vanno incoraggiati, sostenuti, invogliati ed aiutati a capire, seppur nella semplicità, il grande mistero che si celebra durante l’Eucaristia.

Un momento di festa Non a caso, nella nostra comunità parrocchiale, numerosi educatori ed animatori di Azione Cattolica, ogni do-

Un momento della Celebrazione

menica, dopo le attività associative, sono vicini ai più piccoli, li preparano alla Messa. Non solo. Essi, oltre ad aiutarli ad avere un comportamento degno del luogo in cui si trovano, spiegano loro cosa viene celebrato ed i vari segni e significati della funzione. Pertanto la Messa diventa motivo di giubilo, occasione per fare festa, un incontro gioioso che si ripete settimanalmente durante la celebrazione delle ore undici. È proprio il nostro parroco don Antonio Mancuso a rendere protagonisti i fanciulli, coinvolgendoli durante l’omelia, ponendo loro domande a cui, spesso, i nostri ragazzi danno risposte veramente sbalorditive e sorprendenti. Tutto è poi armonizzato dai canti che coinvolgono l’intera assemblea, è uno stile “giovane” quello che viene adottato, dove non si pone il maggior accento sulla perfezione scenografica della celebrazione ma si fa leva sul cuore dei piccoli, dei ragazzi che vanno via arricchiti, gioiosi perché hanno incontrato il Signore in un modo che è più vicino al loro linguaggio. Grazie, dunque, al nostro parroco che è da sempre impegnato con i ragazzi che sono il sale della sua esperienza sacerdotale. Guido Caringi


a cura della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine Pagani

Le lettere di S. Alfonso M. de Liguori Il Dottore della Chiesa ha scritto tantissime lettere che hanno contribuito a plasmare, come ha ricordato Papa Benedetto XVI, la spiritualità popolare degli ultimi due secoli

N

el 1871, in seguito alla proclamazione di S. Alfonso M. de Liguori Dottore della Chiesa, i Redentoristi stabilirono che fosse pubblicata l’edizione critica di tutti gli scritti del santo, tra cui una nuova edizione delle lettere del nuovo Dottore. In occasione del primo centenario della sua morte vennero editi tre volumi delle sue lettere: Lettere di S. Alfonso M. De Liguori, Roma 1887-1890. Tale opera fu curata dai redentoristi Federico Kuntz e Francesco Pitocchi. Essa contiene 1470 documenti, in parte incompleti, e alcune lettere mandate a S. Alfonso. La disposizione delle lettere, non da intendersi tutte in senso stretto, è stata divisa in due parti: corrispondenza generale e corrispondenza speciale. Nella prima sono state poste le lettere spedite dal santo ai suoi confratelli, a religiosi, a religiose, alle autorità ecclesiastiche e secolari, a persone di ogni classe e condizione sociale, nobili, gente semplice, parenti, amici. Nella seconda, sotto il titolo di lettere scientifiche, sono state raccolte quelle che riguardano generalmente le opere del santo; mentre sotto il titolo di lettere pastorali quelle che riguardano generalmente la sua azione episcopale.

gloria di Dio e l’amore per le anime. Nel 1991 Valencia ha pubblicato il regesto delle lettere di S. Alfonso pubblicate ed inedite che si trovano nel suddetto archivio. La somma di tutte le lettere conosciute scritte dal santo è per quelle autografe 968, per le copie 958. Inoltre nel processo di beatificazione di S. Alfonso, vengono menzionate altre 479 lettere, di cui si conosce solo il luogo, la data, l’inizio, la fine, che però sono andate disperse. Quindi il totale delle lettere conosciute è 2.305. Il regesto comprende complessivamente 1926 lettere. Don Enzo Di Nardi

Lo specchio dell’anima Le lettere, secondo alcuni, rappresentano lo specchio più attendibile e fedele dell’indole, del carattere, dell’animo di un uomo. Esse, di solito, sono immediate, spontanee e possono rilevare importanti dettagli che non emergono da altre fonti. Il Santo vi scopre l’intimo del suo animo. Lo stile è semplice, spontaneo, sobrio, privo di ambiguità. Il Dottore della Chiesa appare scrittore sicuro di sé, padrone del suo pensiero, capace di esprimerlo con chiarezza. La sua sapienza pratica ne rivela un animo proteso verso la

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IN BACHECA a cura della Redazione foto Salvatore Alfano

Auguri di buon compleanno a:

Auguri di buon onomastico a:

Don Antonio Guarracino (Gesù Risorto e Madonna di FaMons. Mario Vassalluzo (delegato ad omnia) e mons. Matima, Pagani) il 18 gennaio, don Ciro Galisi (S. Maria del rio Ceneri (S. Michele Arcangelo, Sarno) il 19 gennaio, Presepe) il 22 gennaio, don Giovanni Iaquinandi (San don Ciro Galisi (S. Maria del Presepe, Nocera Inferiore) e Biagio, San Marzano) che il 27 gennaio compie 75 anni, don Ciro Scarpetta (Cappellano del Cimitero di Nocera p. Damiano Antonino (SS.mo Corpo di Cristo, Nocera InInferiore) il 31 gennaio. feriore) il 29 gennaio, don Ciro Scarpetta (CappellaCome i santi di cui ereditate il nome furono delle stelle no del Cimitero di Nocera che illuminarono e fortificarono i loro fratelli nella fede, Inferiore) che il 5 febbraio così anche le vostre vite siano come un motore che tracompie 70 anni. scina tutto il popolo di Dio nel cammino della santità. Che il Signore benedica i vostri giorni, rendendo le vostre vite degli esempi di saggezza, di umiltà di vita cristiana lodevolmente visDon Giovanni suta nel ministero sacerdoIaquinandi tale. Auguri!

Ordinazioni sacerdotali Il Signore benedice ancora la nostra Chiesa. È stata ufficialmente annunciata la data dell’ordinazione sacerdotale dei nostri tre diaconi: Salvatore Agovino, Carmine Cialdini e Giuseppe Perano. I tre giovani riceveranno il sacramento nelle loro parrocchie di appartenenza in tre date distinte: don Carmine a Santa Maria del Presepe in Nocera Inferiore il 21 giugno 2012; don Salvatore a San Michele in Episcopio di Sarno il 28 giugno 2012; don Giuseppe a Sant’Alfredo in Sarno il 5 luglio 2012. Per ora, mentre ci uniamo alla loro gioia, ci uniamo anche alla loro attesa, accompagnandoli con la preghiera.

Mons. Mario Vassalluzo

Mons. Mario Ceneri

Carmine Cialdini

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Giuseppe Perano

Salvatore Agovino

Uniti nella preghiera

25 anni di amore

Per descrivere la nostra condizione di Chiesa, san Paolo ci descrive come un corpo, in cui tutte le membra funzionano insieme. Se un membro soffre, tutti gli altri ne risentono. Ed in virtù di ciò è doveroso invitare tutto il popolo di Dio alla vicinanza nella preghiera per le Suore Battistine che hanno subito, recentemente, un furto. Preghiamo insieme per il perdono e il ravvedimento, e invochiamo la generosità di tutti per sostenere le sorelle.

Un traguardo importantissimo per il nostro carissimo collaboratore Peppe Iannicelli e per la moglie Concetta, che il 28 dicembre hanno festeggiato il loro venticinquesimo anniversario di vita matrimoniale. Sulla vostra unione invochiamo la protezione della Santa Famiglia, perché la vostra casa sia un focolare che irradia la luce dell’amore e il calore della condivisione. Auguri.

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IN DIOCESI a cura dell’ufficio per la Pastorale Giovanile

Educare con la musica e il canto 150 giovani, il 18 e 19 novembre, erano a Roma per il Laboratorio “Giovani, canto ed educazione alla fede”, promosso dalla Pastorale Giovanile. L’esperienza di Daniele e Maria Carmela

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n’entusiasmante esperienza di Chiesa è quella che abbiamo vissuto il 18 e il 19 novembre, in occasione del Laboratorio di Formazione Liturgico Spirituale “Giovani, canto ed educazione alla fede”, offerto dalla Pastorale Giovanile con l’Ufficio Liturgico nazionale. Circa 150 tra giovani e meno giovani sono accorsi da tutta Italia (isole comprese!) a Roma, presso le aule degli Uffici della Cappella Sistina: una gioiosa presenza che è stata espressione del servizio alla Chiesa, in un percorso che mira ad “Educare alla vita buona del Vangelo” attraverso la musica ed il canto, “risorse educative straordinarie” all’interno della pastorale liturgica. Diversi relatori si sono alternati allo scopo di ricordare che “il rito ha le movenze e il ritmo dell’amo-

Gustare la fede con il canto

I

n occasione del Convegno è stato presentato il Repertorio Nazionale di Canti per la liturgia, la “raccolta di canti ritenuti adatti, per testo, musica e stile, ad una celebrazione che coinvolga nel canto ogni membro di un’assemblea media, e consenta una partecipazione sentita per tutti i tempi liturgici”. Una polifonia speciale è stata gustata dal vivo, partecipando ai lavori di preparazione dei piccoli Pueri Cantores, del Coro Pontificio della Cappella Musicale Sistina: un assaggio dei cori degli angeli! Infine l’emozione del canto del Salve Regina nella Cappella Sistina, con gli occhi rivolti alla Creazione di Adamo di Michelangelo, tra i cuori commossi di tutti i giovani partecipanti e con don Niccolò Anselmi, Direttore del Servizio per la Pastorale Giovanile, e Mons. Vincenzo De Gregorio, Consulente Nazionale per la musica liturgica. “Chi suona prega con la punta delle dita” ci ricordava don Pierangelo Ruaro, compositore, ospite e relatore. E allora… che a tutti stia a cuore il “cantare la fede” con la Chiesa e nella Chiesa, gustando la Parola affinché, prima di uscire dalla bocca, essa dimori nel cuore! D. e M.C.

Maria Carmela e Daniele nella Cappella Sistina

re”: innanzitutto don Massimo Palombella, docente alla Pontificia Università Salesiana, nonché direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, che ci ha illustrato quanto la musica, come espressione dell’arte, sia necessaria “per dire, spiegare, la rivelazione di Dio nella storia della salvezza” e come il canto Gregoriano sia “lo strumento per fare della liturgia il luogo intimo e prezioso dove si incontra l’umanità di Gesù e dove la Chiesa continua l’opera che Egli ha iniziato, in una polifonia che esprime proprio lo stile della Chiesa: sinfonica e mai monocorde”. La relazione di Mons. Antonio Parisi, consulente per la musica dell’Ufficio Liturgico Nazionale, ha poi posto l’attenzione sulla pertinenza liturgica del canto e la necessità di una formazione per animatori e cantori della liturgia, affinché il canto e la musica riconducano alla bellezza del rito, ribadendo che “la musica sacra è tanto più santa quanto più sarà unita all’azione liturgica” (Sacrosantum Concilium). Una speciale testimonianza ci è stata regalata, infine, da Mons. Marco Frisina, direttore del Coro della Diocesi di Roma, che ha raccontato in un crescendo di emozioni la sua vocazione a comporre musica liturgica come “esperienza di Chiesa”, di partecipazione alla preghiera col canto del cuore, evidenziando la necessità che nel canto liturgico la parola, anzi la Parola, abbia il primato sulla musica e sia servita da quest’ultima. Daniele e Maria Carmela Insieme - Gennaio 2012

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a cura dell’Ufficio per la Dottrina Sociale e la Pastorale del Lavoro Commissione diocesana Pastorale del Lavoro e della Solidarietà Commissione diocesana “Giustizia e Pace”, salvaguardia del Creato ed educazione alla mondialità

Dio fa la differenza

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a mentalità che è andata diffondendosi nel nostro tempo, rinunciando a ogni riferimento al trascendente, si è dimostrata incapace di comprendere e preservare l’umano. La diffusione di questa mentalità ha generato la crisi che viviamo oggi, che è crisi di significato e di valori, prima che crisi economica e sociale. L’uomo che cerca di esistere soltanto positivisticamente, nel calcolabile e nel misurabile, alla fine rimane soffocato. In questo quadro, la questione di Dio è, in un certo senso, “la questione delle questioni”. Incontro e testimonianza. Ma come risvegliare la domanda di Dio, perché sia la questione fondamentale? Cari amici, (…) la domanda su Dio è risvegliata dall’incontro con chi ha il dono della fede, con chi ha un rapporto vitale con il Signore. Dio viene conosciuto attraverso uomini e donne che lo conoscono: la strada verso di Lui passa, in modo concreto, attraverso chi l’ha incontrato. Qui il vostro ruolo di fedeli laici è particolarmente importante… Siete chiamati a offrire una testimonianza trasparente della rilevanza della questione di Dio in ogni campo del pensare e dell’agire. Nella famiglia, nel lavoro, come nella politica e nell’economia, l’uomo contemporaneo ha bisogno di vedere con i propri occhi e di toccare con mano come con Dio o senza Dio tutto cambia. La conversione del cuore. Ma la sfida di una mentalità chiusa al trascendente obbliga anche gli stessi cristiani a tornare in modo più deciso alla centralità di Dio. A volte ci si è adoperati perché la presenza dei cristiani nel sociale, nella politica o nell’economia risultasse più incisiva, e forse non ci si è altrettanto preoccupati della solidità della loro fede, quasi fosse un dato acquisito una volta per

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“La crisi che viviamo è di significato e di valori, prima che economica e sociale”: così si è espresso lo scorso 25 novembre Papa Benedetto XVI all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici tutte. In realtà i cristiani non abitano un pianeta lontano, immune dalle «malattie» del mondo, ma condividono i turbamenti, il disorientamento e le difficoltà del loro tempo. Perciò non meno urgente è riproporre la questione di Dio anche nello stesso tessuto ecclesiale. Quante volte, nonostante il definirsi cristiani, Dio di fatto non è il punto di riferimento centrale nel modo di pensare e di agire, nelle scelte fondamentali della vita. La prima risposta alla grande sfida del nostro tempo sta allora nella profonda conversione del nostro cuore, perché il Battesimo che ci ha resi luce del mondo e sale della terra possa veramente trasformarci. La Chiesa ha bisogno di voi. Cari amici, la missione della Chiesa ha bisogno dell’apporto di tutti i suoi membri e di ciascuno, specialmente dei fedeli laici. Negli ambienti di vita in cui il Signore vi ha chiamati, siate testimoni coraggiosi del Dio di Gesù Cristo, vivendo il vostro Battesimo. Per questo vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre di tutti i popoli. a cura di p. Pietro Lombardi


a cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano

“Lodate il Signore con la cetra” Questo mese la nostra rubrica fornisce alcune indicazioni riguardo il canto liturgico e il ministero di cantore Esistono dei testi per la formazione dei cantori? Il punto di riferimento per il canto liturgico è il repertorio nazionale dei canti. È il primo strumento che la CEI ha inteso fornire alle comunità per poter vivere in maniera ordinata il canto liturgico e quindi la celebrazione. In aggiunta a questo esistono moltissimi bravi autori di canto liturgico che arricchiscono il repertorio nazionale. Per capire come utilizzare tali strumenti diciamo alcune cose. Innanzitutto è necessario distinguere tra canto liturgico e canto sacro. Il primo riguarda una tipologia di canti pensati chiaramente per la celebrazione liturgica. Il secondo invece è canto a tema sacro non pensato per la celebrazione, ma che ha come oggetto comunque un tema religioso. Tale distinzione è fondamentale per capire che il canto liturgico è

un genere proprio, che riguarda il tempo liturgico, il tema di ogni celebrazione, il momento della celebrazione per essere cantato. Tanto per fare un esempio. Il canto “Dolce sentire” che risuona spesso nelle nostre celebrazioni è certamente un canto sacro, ma non è assolutamente un canto liturgico, quindi non adatto alla celebrazione liturgica, soprattutto eucaristica. Il canto liturgico, infatti, risponde a regole molto precise che valuta diversi fattori. Un esempio ci aiuta. Se iniziando una Celebrazione eucaristica cantiamo “Andate per le strade” c’è palesemente qualcosa che non va. Il canto di ingresso deve avere come idea quella della comunità che si raduna per celebrare la festa. Così come la presentazione dei doni deve avere chiaramente l’idea di una Chiesa che offre il suo lavoro e se stessa per permettere a Dio di dare il pane di vita. E così via. Ci accorgiamo chiaramente che

in questa precisione non c’è spazio per la creatività selvaggia e soprattutto non c’è spazio per il gusto personale. Il canto liturgico è fedele alla Chiesa e non al suonatore di turno. Sac. Piercatello Liccardo

Perché non introdurre nelle nostre liturgie canti in lingua straniera? Oggi, devo dire purtroppo, va di moda introdurre nelle celebrazioni (in tutte le forme di preghiera comunitaria) il canto cosiddetto Gospel o, peggio ancora, pezzi di musica leggera o popolare. In primo luogo il Gospel, benché molto coinvolgente, non è canto liturgico, anche se può essere definito (almeno per alcune sue espressioni) sacro. Qualcuno potrebbe obiet-

tare che il canto Gospel viene dalle chiese cristiane americane. A ciò posso rispondere serenamente che non necessariamente ciò che viene dall’America è fonte di salvezza. Inoltre, va tenuto presente che la teologia protestante (su cui si fonda il canto Gospel) è molto diversa dalla nostra e che propriamente quel canto non è canto liturgico.

In secondo luogo, le canzoni della musica leggera o popolare non hanno proprio niente a che fare con il canto sacro, pur riprendendo spesso i temi della vita umana. Non basta semplicemente e pigramente traslare ciò che “non parla di Chiesa” all’interno di essa, perché non sappiamo o vogliamo fare di meglio. P.L.

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CULTURA Arte... rischi

La pecorella… perduta

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on vogliamo riferirci ovviamente alla parabola evangelica, né alle persone che spesso lasciano la retta via per inerpicarsi in sentieri strani ed apparentemente fascinosi, al temine dei quali ci sono illusioni, delusioni e sconfitte. Il riferimento è… tecnico, parlando di arte e parlando di furti d’arte. Perché in un gruppo statuario (Santi e Madonne con animali, bambini o angioletti in braccio o ai piedi), gli elementi più facili da asportare sono proprio loro… le dolci pecorelle, specie quelle poste alla base di un busto o su un libro, come nel caso più classico di San Giovanni Battista. Ci fermiamo ad Angri, presso la più prestigiosa chiesa della cittadina dell’Agro, quella che vanta secoli di storia, secoli di cultura ma anche una serie di furti, ascrivibili a chi? La risposta più ovvia è l’incuria degli uomini o l’irresponsabilità di chi è preposto alla difesa del patrimonio culturale. Angri è ancora fortunatamente ricca di tali testimonianze. Ne vanno orgogliosi gli angresi che visitano il nostro museo diocesano e constatano quello che ancora è conservato. Quando vedono il busto di San Prisco, qualcuno mi ricorda che anche loro hanno un bel busto d’argento del loro protettore. È vero. Trattasi

di una preziosa opera d’arte, commissionata dall’Universitas ad un argentiere napoletano nel 1717. Il busto è posto su una base esagonale in ottone dorato, con eleganti volute agli angoli. I cartigli ricordano che la commissione fu fatta al tempo del sindaco Lorenzo Rossi e con gli economi Marco Pisacane e Francesco Bonelli; anno di realizzazione 1718. Altri bolli e saggi di bontà indicano come non ci fossero frodi nella quantità d’argento utilizzato nella lega. La sigla NA è stata identificata come Nicola Avitabile. Spesso lasciamo incustoditi i nostri tesori e quando si trova un parroco più interessato e colto è davvero una fortuna. Almeno riusciamo a recuperare e a difendere, altrimenti non manca il lupo cattivo che mangia la pecorella. Proprio come è avvenuto, tempo fa, al nostro bel San Giovanni.

Nepo’... vire che te dico

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ssere previdenti! Mi risuona ancora in mente il rimprovero della professoressa di latino: previdet ac providet (prevedere e [meglio che] provvedere). A scuola capitava spesso, non solo a me, di dimenticare il vocabolario, i fogli protocollo o la penna in occasione del compito in classe e, puntualmente, il docente di turno ci ammoniva! Nonno Mimì, quando riportavo episodi simili in famiglia, commentava semplicemente: Ie iut’ a battià senza ‘o criature (Sei andato a battezzare senza [portare] il piccolo [battezzando])

Un’altra preoccupazione del nonno era quella di inculcare nei nipoti l’idea del risparmio; ricordo il suo invito costante a non sprecare risorse quando ve ne erano in abbondanza perché: Nun’ sempe glirie e gloria e cimmenere votta fumm’ (Non sempre è festa ed i comignoli sono fumanti) Il Gloria a cui si riferiva era, in particolare, il Gloria in excelsis Deo che viene proclamato durante la solenne

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di don Natalino Gentile

da meditare

Paraustielli di Giuseppe Ianniello

celebrazione della notte di Natale. Oggi ogni occasione è buona per far festa. Nel vissuto di nonno, invece, le feste erano strettamente collegate a quelle celebrate dalla Chiesa cattolica ed indubbiamente le più sentite erano legate al periodo natalizio. Era anche l’epoca in cui le abitazioni erano fornite di cucine a legna che, se attive, facevano fumare i comignoli. Nei periodi di magra era difficile vedere tetti fumanti! Da buon contadino, nonno, ci invitava a risparmiare nei periodi di vacche grasse suggerendo: ‘A votte se sta accorta quann’ è chiena (La botte si custodisce quando è piena) La botte veniva usata nelle nostre campagne per conservare sia il vino che le derrate alimentari; quale miglior invito per poter affrontare i periodi di carestia!


LA RECENSIONE di Alfonso Amarante

Storia di Luce Il nuovo romanzo di Paola Gscheidel

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uce si è accesa per miracolo nel grembo di una ragazza, Virginia, che per amore, solo per amore gestisce un semino, venuto da chi, poi, si è dileguato nella notte. Luce è la protagonista di una triste e ordinaria vicenda umana, che vive tra nonno Ben, mami, un asilo e un’ombra, il padre naturale che le vaga intorno. Luce già tra i cinque o sei anni va, corre veloce verso un traguardo troppo vicino, capace tuttavia di generare una famiglia che non ha e non c’è. “Luce sembrava una bambina di porcellana sbocciata dalle acque”. Dalle acque perché zampillante, fresca, intelligente. Dalle acque perché emerge da un cumulo di affetti liquidi, labili, insicuri, effimeri, invano alla ricerca di riferimenti e stabilità. Intanto ha trapassato la mente e il cuore di una donna, Paola, intessuta di tenere esperienze umane e nobili trascorsi letterari. È calata in uno splendido diorama che sa farla parlare attraverso righe sapienziali. Tra sofferenze incredibili sarà rivelata a Luce la vera paternità. “Angelo è il tuo papà”: è l’ammissione velata dalla compassione della malattia. Luce infatti non sente il genitore. Ama Virginia e Angelo separatamente. Non avverte il senso della famiglia, ma solo una fine vicina, come una foglia autunnale ormai lontana dall’albero della vita. In questo intricato dramma di sentimenti a Paola non sfuggono, attraverso le ingenue intuizioni di Luce, gli interrogativi sui valori non negoziabili, sui risvolti assurdi di una vita in due, sul tema della religione, sul matrimonio. Allora la pagina si fa profonda, malinconica. Da qui l’avvio agli amori fugaci e rubati, deludenti e deturpati da roba di morte. Paola li condanna ad essere consumati in luoghi periferici sciatti e sgradevoli, anche se improvvisamente e nel buio, illuminati da getti di poesia e osservati da una luna intrigante, che si sfregia tra vetri infranti, come amori che non resistono, non

Luce, come una foglia autunnale lontana dall’albero della vita “Storia di Luce” di Paola Gscheidel Editrice G. Laterza, 2011 pp. 431 - 20,00 €

tornano e sanguinano senza ragione. A queste si alternano pagine sul mondo della storia e dell’arte. È la gita a Urbino e Vipiterno della piccola comitiva in un giorno caldo e gradevole. Allora la fugacità dei sentimenti recupera, spingendosi sui percorsi armonici dell’estetica, che concedono l’accesso al mondo infinito dei valori. Infine l’improvvisa e imperdonabile leucemia, un viaggio verso l’ultimo traguardo, preceduto da un’intensa preghiera di frate Pietro al Cristo dolente della croce. Preghiera vibrante ma non accolta, confidenziale e insistente all’estremo, ma senza risposta. Voltata l’ultima pagina, ci si accorge che Luce non si è dissolta. È dietro l’angolo. Non si è spenta e non è sola. È presente nelle mille storie dei nostri giorni. Angeli come Luce ce ne sono. Pochi, ma ce ne sono. Devono esserci. Sono angeli sulla palude. Di solito nascono dal groviglio di affetti e amori perduti. Hanno cinque o sei anni, ma gliene dai trenta e più per cervello, cuore, per i loro linguaggi che ci parlano dentro. La natura con loro è avara e prodiga. Avara di anni, prodiga di saggezza anticipata. In breve devono dire, amare e farsi amare. Così Luce, che palpita nel ricordo, si è fatta memoria e se ne ascoltano le voci tra le righe ispirate di Paola. E le voci si trovano raccolte qui, ora come lacrime, ora come gocce di rugiada che annunciano la primavera di chi sa generare e amare. Saper leggere è dono e gioia. La pittura, la musica, un romanzo di spessore letterario sono la domenica della vita.

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SPAZIO CONSULENZA di Carolina Rossi

Concedersi un’opportunità

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aolo e Arianna hanno rispettivamente 64 e 58 anni. Sono sposati da più di 30 anni, due figli di 26 e 24 anni ancora in casa, la primogenita invece vive fuori, ha due bambini e conduce una vita regolare e tranquilla. A preoccupare i genitori sono i due figli maschi, che nel periodo adolescenziale hanno vissuto parecchi disagi. Al più piccolo è stata diagnosticata una psicosi ossessiva, il più grande invece ha fatto lungamente uso di sostanze stupefacenti. Arianna e Paolo, insegnanti ormai in pensione, fanno i conti con uno stato emotivo di perenne preoccupazione, sempre impegnati sul fronte genitoriale ad accompagnare i figli, a preoccuparsi per le loro difficoltà e momenti di crisi. Hanno cominciato, in un noto centro specialistico, un percorso di terapia familiare con i figli, che sta cominciando a dare i primi frutti.

Concedersi del tempo Intanto Arianna si ritrova insieme al marito di nuovo dalla ginecologa, un copione che si ripete da anni, a riprendere, tra gli altri, il tema della difficoltà ad avere rapporti intimi con Paolo, soprattutto adesso che lei è alle prese anche con la menopausa. Hanno la sensazione di non aver tempo - e di non averne mai avuto - per sé, come coppia. La loro ginecologa, anche sessuologa, suggerisce di dedicarsi un tempo ed uno spazio per un percorso di coppia, leggendo per loro la chiara necessità di disinvestire le energie dall’eccessivo accudimento dei figli - che contribuisce a non farli crescere - per investirlo sul fronte coniugale.

Paolo e Arianna sono sposati da 30 anni. Sempre impegnati ad occuparsi dei figli, si sono accorti di aver dedicato poco tempo al loro rapporto di coppia. E hanno scelto di cambiare direzione di marcia Un suggerimento che ha generato un enorme combattimento, sia per la terapia familiare già in corso, ma anche per la strana sensazione provata nel “pensarsi” per la prima volta, avevano quasi la sensazione di essere egoisti a pensare a sé, con tutti i problemi che avevano in famiglia.

Il coraggio di cambiare Bene, sono stati coniugi coraggiosi! Hanno cominciato a fare le loro “fuitine” in questo spazio. Si sentono ancora un po’ in colpa a prendersi cura di sé, ma hanno osato, si sono affidati, hanno cominciato a guardarsi, ad incontrarsi non più e non solo per fare delle cose per gli altri, figli e parentato, ma perché, come dei fidanzatini alle prime armi, stanno sperimentando il gusto dell’incontro. La coppia è una realtà dinamica, in continua evoluzione. Così come un bambino, nasce, cresce fino a diventare adulta, acquisisce cioè una sua identità. Paolo e Arianna avevano un’identità definita quando dovevano prendersi cura degli altri. Ma ci si può sentire coppia e, soprattutto, si può funzionalmente essere al servizio degli altri se non sono custoditi e nutriti spazi relazionali e di incontro tra i due partner? L’obiettivo ambizioso ma anche la possibilità che Paolo e Arianna si stanno concedendo è quello di provare ad aprire la porta ad un nuovo tipo di dialogo, ad un nuovo modo di essere coppia, tentando di riscoprire la bellezza e l’unicità del “viaggio” intrapreso, perché ancora sentono di amarsi e di voler condividere la loro vita.


Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista Casa Madre e Casa del Padre Associazione “Granello di Senapa” Onlus

I genitori tornano a scuola Incontri di formazione per le famiglie della Scuola Battistina di Angri

E

ducarsi per educare è il tema che ha caratterizzato i primi due incontri di formazione (su un totale di tre) che si sono svolti finora presso la Scuola Paritaria “Alfonso Maria Fusco” delle Suore Battistine di Angri. Hanno partecipato agli appuntamenti formativi i genitori dei ragazzi della scuola che hanno trovato in questa iniziativa un sostegno concreto al proprio compito educativo in una fase molto delicata: il passaggio dall’infanzia alla pre-adolescenza. A promuovere l’iniziativa è stata la Scuola Battistina insieme all’Associazione “Granello di Senapa” Onlus che hanno chiesto il supporto degli esperti del Centro per la Vita “Luigi Saccone” di Pozzuoli. Relatore del primo incontro sulla spiritualità familiare e genitoriale è stato don Paolo Misciagna di Salerno, che ha aperto i lavori con la preghiera di K. Gibran “I vostri figli non sono i vostri figli”. Questa espressione ha subito scosso i genitori presenti riconducendoli alla questione principale del rapporto genitori-figli. Il secondo incontro, incentrato sugli aspetti positivi e

di rischio della genitorialità, è stato guidato dal prof. Domenico Bellantoni che ha puntato molto su un rapporto intergenerazionale fondato sull’ascolto e sulla testimonianza, prima ancora che sull’autorità e sul dettare regole. Gli incontri si concluderanno giovedì 23 febbraio 2012 con la dott.ssa Maria Vittoria Cammarota che racconterà la propria esperienza consultoriale accanto ai genitori e ai loro figli. Carmine Giordano

GRANELLO DI SENAPA

Il Centro di Ascolto Caritas L’Associazione “Granello di Senapa” Onlus, insieme alle parrocchie angresi, alle suore battistine e ad alcune associazioni di volontariato, sta realizzando l’ambizioso progetto di un Centro di Ascolto Caritas cittadino per rispondere alle necessità delle famiglie del territorio. L’iniziativa mira a realizzare una rete di solidarietà che possa accompagnare e sostenere le persone bisognose in questo periodo di crisi economica. Ciascun soggetto coinvolto mette in rete le proprie capacità; in particolare, il Granello di Senapa offre la propria professionalità e competenza consultoriale acquisita in anni di esperienza al servizio del prossimo. Il Centro di Ascolto cresce di giorno in giorno per offrire agli utenti un servizio sempre più efficiente, con l’augurio che ciascun individuo possa ritornare a sperare in un futuro più positivo. C.G.

CASA DEL PADRE

Notte di Veglia per prepararsi al Natale Sabato 17 dicembre 2011 i giovani della Forania di Angri si sono incontrati presso Casa del Padre delle Suore Battistine per pregare insieme e prepararsi al Natale con la consueta Veglia Notturna che da alcuni anni segna il loro cammino in Avvento e in Quaresima. Ad aprire la notte di veglia è stata la meditazione di Padre Gigi Lamberti, eremita diocesano, che ha condiviso la riflessione sul testo del Cantico dei Cantici: “Uno spazio ed un tempo per incontrarsi: il cuore” (Ct 5,2). I giovani hanno salutato l’alba con la Celebrazione eucaristica presieduta da don Domenico D’Ambrosi.

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IL LEGALE RISPONDE

Crescere serenamente Un papà non paga gli alimenti per la sua bambina e minaccia continuamente la sua ex moglie. Cosa fare per difendersi? Caro avvocato, sono una giovane mamma di 27 anni, sposata e separata da due anni, con una figlia piccola di anni 3 ed un marito che non intende riconoscermi gli alimenti, nonostante il Tribunale abbia stabilito una misera cifra come contributo per gli alimenti per la bambina. Spesso mi chiama al cellulare per minacciarmi, urlando che non vedrò più mia figlia; quando mi vede per strada mi aggredisce, mi istiga con delle spinte, costringendomi ad uscire di casa con una bomboletta al peperoncino. Il Giudice ha disposto che può vedere la bambina due volte a settimana alla presenza dell’assistente sociale. Ma lui se ne dimentica, e, sorpresa delle sorprese, mi ha denunciato perché, a suo dire, gli impedisco di vedere nostra figlia! Cosa posso fare per garantire serenità alla piccola senza essere continuamente molestata? Silvia Cara Silvia, sei così giovane e già così tormentata! Le tue difficoltà devono essere immediatamente denunciate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di competenza perché la richiesta di alimenti è legittima e il tuo ex compagno non può sottrarsi a quest’obbligo, tranne il caso in cui provi l’impossibilità assoluta ad adempiere. Attenzione, però, perché non basta né lo stato soggettivo di disoccupato né quello di fallito: il Giudice, infatti, deve considerare se l’incapacità economica sia senza colpa o se derivi, invece, da una scelta di tuo marito. Inoltre, il tuo avvocato - presumo che tu sia seguita da un legale di fiducia - può agire in sede civile per il recupero delle somme nei confronti dell’ex coniuge, perché il provvedimento del Giudice che dispone una qualsiasi somma a carico del coniuge obbligato è un titolo esecutivo. Per quanto concerne, invece, le ripetute chiamate al telefono, devi portare a conoscenza dell’autorità giudiziaria le molestie che subisci. Il reato di stalking in Italia è seguito e tutelato. La condotta del persecutore è punita dal nostro ordinamento quando è reiterata nel tempo e quando è tale da provocare forme pa-

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Approfondiamo insieme Le novità della normativa contro lo stalking Ecco tre importanti misure per difendersi: - È possibile presentare una richiesta di ammonimento al persecutore, prima di presentare la querela, perché venga ammonito oralmente dal Questore. Sembra poca cosa, ma se il soggetto ammonito continua a molestare la sua vittima, si procede d’ufficio contro di lui e la pena è aggravata di almeno un terzo. - Se i comportamenti sono tali da far prevedere la reiterazione del reato, il soggetto può essere formalmente diffidato. - Inoltre, è stata creata una nuova misura cautelare: il persecutore non può avvicinarsi a luoghi determinati e ha l’obbligo di mantenersi a distanza dalla vittima, dai suoi familiari e dalle persone a cui è legata da una relazione affettiva.

tologiche contraddistinte dallo stress, clinicamente definito grave e perdurante, quando genera “timore” per la propria sicurezza o costringe a modificare in maniera rilevante le proprie abitudini di vita. Cara Silvia, questi sono gli strumenti che la legge ti offre per difenderti, ma ho il fondato dubbio che tuo marito non si arrende perché forse non ha ancora accettato la vostra separazione. Ti consiglio, pertanto, di richiedere al Giudice, congiuntamente al tuo ex marito, l’adesione ad un percorso di mediazione familiare: è l’unica strada percorribile affinché tuo marito maturi l’idea di essere separato da te e possa, finalmente, provvedere con dignità al mantenimento, all’educazione e all’istruzione di vostra figlia. Buona fortuna. Avv. Giovanni Severino L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in Via Taurano, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.


LE PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli Con l’inizio del nuovo anno, abbiamo deciso di dare un volto nuovo a questa rubrica, a partire dal titolo. Desideriamo riflettere a voce alta sul tempo che stiamo vivendo, presentando una ad una le parole che sono diventate, ormai, di uso quotidiano. Questo mese vi proponiamo la parola crisi

C’è crisi, un ritornello lancinante La parola crisi deriva dal greco classico e significa valutare, giudicare, discernere

C’è

crisi! Senza se e senza ma. Aumentano le tasse e diminuiscono i servizi, chiudono le aziende ed aumentano i disoccupati. Il ronzio multimediale moltiplica i bisogni anche quelli più effimeri ma le risorse per acquistare beni e servizi sono sempre di meno. I giovani cercano lavoro? C’è crisi! I pensionati reclamano assegni più equi? C’è crisi! Le famiglie chiedono rispetto? C’è crisi! Un ritornello lancinante che in queste settimane scandisce le nostre giornate. C’è crisi! C’è crisi! Ma noi, tutti e ciascuno, siamo davvero in crisi? Le parole sono importanti e vanno usate con cautela. Abbiamo da poco celebrato, tanto per fare un esempio, il Natale ricordandoci che Dio è Logos. La parola crisi deriva dal greco classico: valutare, giudicare, discernere, scegliere. Per questo mi domando se siamo in crisi, se cioè stiamo valutando, giudicando, discernendo, scegliendo. L’Italia, il mondo, sono ad un bivio. La drammatica crisi economica globale ha evidenziato tutte le anomalie e le ingiustizie

di un modello planetario di sviluppo che presenta incongruenze ormai non più sostenibili nella distribuzione della ricchezza, nell’utilizzo consapevole delle risorse naturali, nelle direttrici di prospettiva. Nei diversi ambiti e per le diverse responsabilità, tutti e ciascuno sperimentiamo un senso d’inquietudine rispetto al futuro. Le generazioni correnti hanno la per-

più saggia è quella di ripensare a livello globale le prospettive della vita individuale e collettiva che garantiscano la sopravvivenza stessa del pianeta Terra. Accanto a tanti eventi funesti, ci sono segnali importanti di controtendenza. Aziende, enti, dirigenti, tecnici, famiglie, associazioni, cittadini mettono in campo iniziative virtuose per innescare una nuova etica del consumo, esplorare

Accanto a tanti eventi funesti, ci sono segnali importanti di controtendenza. Aziende, dirigenti, famiglie, associazioni mettono in campo iniziative virtuose per innescare una nuova etica del consumo cezione, mai prima era successo nella storia umana, che le nuove generazioni rischiano di star peggio di noi. Questa considerazione può innescare un duplice atteggiamento. La reazione istintiva è quella di difendere le posizioni privilegiate in una sorte di carpe diem schizofrenico e bulimico. Continuare a consumare fino all’ultima goccia del barile egoisticamente dimentichi del dopo. Una vita senza orizzonti. La reazione

nuove fonti energetiche, sperimentare luoghi di vita e di lavoro ecosostenibili, diffondere consapevolezza. Siamo ad un bivio. È il tempo di scegliere la direzione giusta per noi ed i nostri figli, per le aziende e le comunità. È tempo che i fermenti positivi, adeguatamente seminati e coltivati, generino cambiamenti per farci uscire dalla crisi con scelte umane, coraggiose, giuste, ecologiche. Insieme - Gennaio 2012

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Ia partire fatti…

dalla Parola

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Convegno annuale sulla comunicazione promosso dalla rivista Insieme

PREMIO EUANGHELION VII edizione

Vi sono persone che nascondono i fatti nelle parole e persone che svelano i fatti attraverso le parole. Vi sono media fatti di parole, a volte vuote, e media che accendono i riflettori sulla vita, partendo dai fatti quotidiani, dalla cronaca spicciola che spesso rimane nascosta

Mercoledì 14 marzo 2012 ore 19,00 CURIA VESCOVILE via Vescovado 4 - Nocera Inferiore

Introduce Mons. Giuseppe Giudice Vescovo della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno Intervengono Luigi Accattoli, scrittore e giornalista del Corriere della Sera Franca Zambonini, giornalista di Famiglia Cristiana Modera Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Al mattino, saranno premiati i ragazzi delle scuole primarie e secondarie dell’Agro che hanno partecipato al concorso COMUNICARE LA TRADIZIONE

Diocesi Nocera-Sarno

Servizio diocesano per il Progetto Culturale

Ufficio Comunicazioni Sociali

Mensile di attualità e cultura dell’Agro


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