Insieme - Giugno 2011

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insieme mensile di attualità e cultura dell’Agro

Anno VI - n. 06 Giugno 2011 € 2,00

L’ordinazione episcopale e l’ingresso in diocesi di Mons. Giudice

“Sarò collaboratore della vostra gioia”




pubblicitĂ


architettura

musica

pittura

cinema scultura

poesia

danza

La nuova dimensione della settima arte.


Sommario

Foto di copertina Dina Coppola

giugno 2011

28 Editoriale

La bacheca

07 Un raggio di luce

56 I nostri auguri

di Silvio Longobardi

a cura della Redazione

Spazio Scuola

In parrocchia

24 Insieme: redazione aperta

57 Pagine parrocchiali

a cura di Mariangela Giudice

Orgoglio nocerino

Le rubriche 67 Spazio consulenza di Antonietta Abete

68 Granello di senapa di Carmine Giordano

69 Il legale risponde a cura dell’avv. G. Severino

Vita nella’Agro

Cultura

Ultima fermata

28 Notizie e curiosità dal Nocerino-sarnese

65 Libri, storia, arte, film e Musica

a cura di Salvatore D’Angelo

a cura della Redazione

Vita ecclesiale

70 S-cortesia nei confronti del cliente di Peppe Iannicelli

PRIMO PIANO

di p. Emanuele Bochicchio

di Antonietta Abete

In diocesi

08 Immagine della tenerezza di Dio

45 Uffici diocesani e associazioni a cura della Redazione

News dalle parrocchie

10 La consacrazione episcopale 17 I commenti 19 L’Ingresso in Diocesi

Foto Salvatore Alfano

36 La nota

51 Notizie dalle parrocchie a cura di Andrea Annunziata

insieme Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Associazione Editrice Insieme Luciano Vastola (presidente) Direttore Responsabile Andrea Annunziata

Direttore Editoriale Silvio Longobardi

Lombardi, Edoardo Tafuto, Nunzia Pirro, Ermelinda Di Lieto, Carlo Attanasio, Guido Caringi, Martina Grimaldi, don Natalino Gentile, Giuseppe Ianniello,

€ 25,00 sostenitore € 50,00 benefattore

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariangela Giudice

Peppe Ianicelli

MODALITÀ DI PAGAMENTO c.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (SA)

Coordinatrice Antonietta Abete Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Amministrazione don Gaetano Ferraioli Hanno collaborato Gaetano Ferraioli, Marina Longobardi, Emanuele Robustelli, Salvatore Manzo, padre Emanuele Bochicchio, Carmine Giordano, Venere Buonaiuto, Virginia Villani, Daniela Carotenuto, Giovanni Severino, don Piercatello Liccardo, padre Pietro

Amministrazione Via Adriana, 18 - 84012 Angri (SA) Tel/Fax 081 5134504 redazioneinsieme@alice.it Fotografia Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano Stampa Grafica Metelliana s.r.l. - Cava de’ Tirreni (SA) Abbonamenti € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola € 20,00 ordinario con ritiro postale

Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 6 giugno 2011 “Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di col­la­borazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Un raggio di luce e alla preghiera”. “Ma ora siete papa”, ribatte il cardinale. “Sì, risponde Celestino V, ho imparato a mie spese che è difficile essere papa e rimanere un buon cristiano”. Una critica feroce, quella dello scrittore abruzzese, che non riguarda uno come Wojtyla che ha fatto della preghiera la forza segreta della sua instancabile missione. E non solo quando si trovava nella sua cappella privata ma anche quando stava sotto i riflettori dei media. Sapeva occupare la scena, è vero, ma sapeva di farlo a nome e per conto di Gesù Cristo.

S

ono passati appena sei anni dalla morte ma il ricordo è più vivo che mai. Nonostante le previsioni, il primo maggio piazza san Pietro era illuminata dal sole mentre veniva scoperto l’arazzo che mostrava il volto sorridente di Karol Wojtyla. L’applauso scrosciante e liberatorio della folla che gremiva la grande piazza e tutte le strade adiacenti, e di tanti altri che assistevano alla celebrazione attraverso il maxi-schermo del Circo Massimo, annunciava che quel momento era atteso, i pochi anni che separano la beatificazione di Giovanni Paolo II dalla sua morte (il processo più rapido della storia moderna) sono apparsi fin troppi lunghi. Santo subito, era scritto su molti cartelli l’8 aprile 2005, giorno delle esequie. E così è stato. Va detto che, a parte la deroga iniziale, quella di far iniziare subito la causa senza attendere i canonici cinque anni, la Santa Sede ha rispettato rigorosamente l’iter previsto.

Tutti riconoscono che Wojtyla ha avuto una personalità eccezionale, anche quelli che non hanno condiviso la sua fede ed hanno combattuto le sue idee. È stato senza dubbio uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo, tra i leader è l’unico che esce a testa alta. La Provvidenza lo ha chiamato a guidare la Chiesa tra il Concilio e il grande Giubileo del Duemila. Ha saputo affrontare a viso aperto le sfide della storia, ha ridato fiato alla Chiesa e orgoglio al mondo cattolico. Ha saputo essere voce di tanti cattolici ridotti al silenzio nei regimi comunisti; ha difeso i diritti di tutti, in nome della dignità che appartiene ad ogni

Giovanni Paolo II ha saputo parlare a tutti senza mai abdicare alla verità

Ne L’avventura di un povero cristiano, l’ultima opera di Ignazio Silone (1900-1978), vi è un dialogo tra papa Celestino V e il cardinale Caetani, che gli succederà sul trono pontificio con il nome di Bonifacio VIII. Il Papa si scusa per averlo fatto aspettare adducendo l’impegno della preghiera: “Prima di quest’anno ho sempre dedicato l’Avvento alla meditazione

essere umano. Ha visitato tantissimi Paesi, anche quelli più piccoli. E lo ha fatto per comunicare alla gente più povera la certezza che Dio si prendeva cura anche di loro. Giovanni Paolo II è passato come un raggio di luce: ha dato il coraggio di sognare un mondo diverso. “Non rassegnatevi”, diceva ai giovani riuniti a Roma all’inizio del terzo millennio. Li ha invitati a combattere ogni forma di povertà impegnandosi in prima persona. Li ha messi in guardia contro gli errori e tutti quei “falsi maestri” che proprio nel ventesimo secolo “hanno conosciuto il maggior successo possibile”. Ha saputo parlare a tutti senza mai abdicare alla verità. Ha tracciato sentieri che non abbiamo ancora pienamente compreso ma siamo certi che le sue parole continueranno a portare frutto.

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IN PRIMO PIANO

Foto Salvatore Alfano

a cura di Antonietta Abete

IMMAGINE della tenerezza di Dio

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rostrato, faccia a terra, mentre l’assemblea invoca l’aiuto dei santi. È una delle immagini più suggestive della liturgia di consacrazione. Grazie ai numerosi testimoni della fede, il Vangelo è giunto fino a noi. Al Vescovo Giuseppe il compito di scrivere un’altra pagina di quella storia. Grazia e responsabilità. Poco dopo egli era in ginocchio dinanzi al cardinale Vallini che stendeva le mani sul capo e pronunciava la preghiera che comunicava una nuova e più intima configurazione a Cristo, Sposo della Chiesa. Quando si è alzato un lungo e caloroso applauso lo salutava come un nuovo Vescovo. “Ultimo fra tutti apparve anche a me”, dice l’apostolo Paolo. Un Vescovo ha il compito di stare in piedi per proclamare la bella notizia, ha il dovere di stare davanti per guidare il popolo di Dio. Ma può farlo nella misura in cui sa stare in ginocchio dinanzi a Dio. Questo stile interiore gli permetterà anche di chinarsi sulle piaghe dell’umanità ferita e di porsi dinanzi ad ogni uomo come ha fatto Gesù

nella cena in cui ha lavato i piedi. Nel libro che raccoglie i ricordi degli anni del suo episcopato, Giovanni Paolo II scrive: «dall’elenco delle parole che uso ho deciso di espellere la parola mio». La consacrazione episcopale richiede una radicale spogliazione. A volte pensiamo al Vescovo come ad una persona che ha ricevuto un potere, lo vediamo come uno che comanda. In realtà l’unico potere che il Vescovo Giuseppe ha ricevuto è quello di dimenticare se stesso per poter amare e servire ogni uomo. Egli è chiamato ad essere, in mezzo al popolo, l’immagine sacramentale della paternità e della tenerezza di Dio. “Egli non deve dimenticare mai di essere padre”, scrive ancora Papa Wojtyla. Per questo il nostro Vescovo ha voluto iniziare il suo ministero entrando nel santuario della sofferenza: “Un padre non può essere assente dove i figli soffrono”. Quel gesto è icona pregnante di un ministero che intende intrecciare gesti e parole per comunicare a tutti la gioia di essere figli. Silvio Longobardi


Una mattinata di festa, scandita dalla preghiera sulla tomba dei genitori e in diverse parrocchie di Sala Consilina: così Mons. Giudice si è preparato alla consacrazione episcopale

«C

ari fratelli e sorelle, la circostanza che ci vede oggi riuniti è tra le più liete ed importanti della vita della Chiesa: la consacrazione di un nuovo Vescovo. Non si tratta soltanto di una solenne cerimonia di investitura per l’esercizio di un ufficio ecclesiastico, ma di un avvenimento ben più grande: qui si compie un mistero, cioè un sacramento, il cui protagonista principale è lo Spirito Santo. Che chiama ed abilita ad una missione». Questo è l’incipit dell’omelia che il Cardinale Agostino Vallini ha proclamato durante la consacrazione episcopale di Mons. Giuseppe Giudice. Don Peppino, lo chiamano ancora così a Sala Consilina, si è preparato con cura al

Il tempo dell’attesa Mons. Giudice percorre via G. Campia

compimento di questo mistero. Anche la scelta di fare gli esercizi spirituali prima dell’ordinazione episcopale presso l’Abbazia benedettina di Noci (Bari) si inserisce in questa cornice, in cui la creatura si affida al Creatore per essere plasmata e trasformata ad immagine di Cristo. Il 13 maggio, fin dal mattino, a Sala Consilina si respira un’atmosfera di grande festa. Anche il creato partecipa a questa gioia, la natura risplende rigogliosa sotto il sole cocente. Di buon ora don Peppino si reca insieme alla sorella Silvana al cimitero, dai genitori Angelo e Regina. Non poteva mancare, in questo scenario, la preghiera sulla tomba di chi gli ha donato la vita e gli ha insegnato a pronunciare le prime parole della fede.

L’Ora Media nella parrocchia di San Pietro. Alle spalle di Mons. Giudice, il parroco don Vincenzo Gallo

A seguire, numerose tappe in diverse parrocchie di Sala. Alle 11,00 lo abbiamo raggiunto presso la parrocchia di san Pietro dov’è stato battezzato, per recitare insieme l’Ora Media. Una nutrita folla lo aspetta. Don Peppino arriva, sorride amabilmente, riceve l’abbraccio di un paese commosso. Questo groviglio

di sentimenti, un misto di gioia, attesa, timore e trepidazione, è offerto nella preghiera corale. «Ho voluto questo momento di preghiera nella casa di Dio dove sono stato battezzato, perché mi piace ripartire da qui - commenta -. Ho visto un paese in festa. L’altro giorno ho incontrato il Cardinale Sepe. Mi ha detto: adesso tutti conoscono Sala!». Mentre sta per giungere da Roma anche il cardinale Agostino Vallini, che nel pomeriggio presiederà la celebrazione, don Peppino continua il suo percorso tra la gente, nell’affollatissima via Giovanni Campia. In questa stradina del centro storico gremita di gente il Vescovo è nato, tra queste mura di pietra bianca è cresciuto e ha maturato la sua fede. Nella casa materna è riunita la sua famiglia; ci sono le 4 sorelle, i 2 fratelli, i cognati e i numerosi nipoti. Ci offrono un dolce e una bevanda fresca, si respira una grande emozione e qualcuno nasconde a fatica le lacrime dietro un sorriso. Alle 13,00 ci si ritrova all’hotel Magic per l’agape fraterna che don Peppino ha voluto condividere con la famiglia sacerdotale di Teggiano, con il clero di Nocera e la famiglia di origine. Tutti insieme, intorno alla stessa mensa, prima di partecipare, alle 17,00, all’ordinazione episcopale che segna l’inizio di una nuova avventura.

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La consacrazione episcopale Foto Dina Coppola (3)

Successore degli apostoli La consacrazione episcopale di Mons. Giuseppe Giudice

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lle 17,00 del 13 maggio il Pala Russo di Sala Consilina ospita più di tremila persone. Fa molto caldo, ma il desiderio di partecipare a questo evento tanto atteso è più forte. Molta gente segue la celebrazione dall’esterno, attraverso un maxi schermo perché non c’è spazio all’interno della struttura sportiva. Qualcuno si è organizzato con qualche ombrello, altri si riparano dal sole come possono. In attesa dell’arrivo della processione iniziale si provano i canti. Ad aprire la celebrazione, un canto scritto da Mons. Giudice: Questo mistero è grande. Ecco veniamo, Signore, da Te:/ frammenti di vita creati per Te;/ nello stupore di tutto il creato/ veniamo per essere raccolti in te.

Mons. Giudice mentre indossa i paramenti per la celebrazione

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Da sinistra: Mons. Francesco Alfano, Mons. Gioacchino Illiano e Mons. Giuseppe Giudice


Foto Dina Coppola (2)

La processione verso il Pala Russo. Al fianco di Mons. Giudice, vi sono don Antonio Cantelmi e don Salvatore Sanseverino. Saranno proprio i due presbiteri ad accompagnare Mons. Giudice dinanzi al Cardinale Agostino Vallini per la presentazione dell’eletto e la lettura del mandato del Papa che autorizza l’ordinazione del nuovo vescovo

SICUT CHRISTUS DILEXIT ECCLESIAM

I

l 13 maggio 1917, in Cova de Iria, vicino Fatima, Maria apparve a tre pastorelli. Nello stesso giorno, Mons. Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, Pastor Angelicus, veniva ordinato Vescovo. Il 13 maggio 1981, piazza San Pietro, come un calice accolse il sangue del Beato Giovanni Paolo II, ricordando a tutti l’attualità della passione di Cristo e della Chiesa. Il 13 maggio 1989, nei primi Vespri della Solennità di Pentecoste, Mons. Agostino Vallini, che oggi presiede questa celebrazione, fu consacrato Vescovo nella Cattedrale di Napoli. Il 13 maggio del grande Giubileo del 2000, al Centro Sportivo Meridionale in San Rufo, Mons. Angelo Spinillo fu ordinato Vescovo della Chiesa di Teggiano – Policastro, mentre il Santo Padre, a Fatima, beatificava i pastorelli. Inserito in questo fiume di grazia, oggi 13 maggio 2011, ancora un pastorello, figlio di Angelo e Regina, preso dai presbiteri di questa Chiesa, è Vescovo. In aeternum Domini misericordias cantabo! Dal saluto di Mons. Giuseppe Giudice

Il Pala Russo, gremito di gente, ha accolto l’arrivo della processione. Le persone hanno partecipato con attenzione e commozione alla celebrazione, nonostante il grande caldo

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Foto Dina Coppola (3)

Mons. Angelo Spinillo legge il saluto al Cardinale Vallini

Padre per i sacerdoti

L’omelia del cardinale Agostino Vallini

(…) Prodigati pertanto, caro fratello, di essere padre ed amico premuroso di ogni sacerdote, cura la crescita delle relazioni tra sacerdoti, favorisci in ogni modo la stima, l’amicizia, il clima di fraternità del presbiterio, questo clima sacerdotale incrementerà la vitalità ecclesiale e l’impegno apostolico delle comunità. Con uguale attenzione e cura il vescovo è fedele al Vangelo come sacramento della misericordia di Dio, verso ogni umana sofferenza, verso quanti si trovano in situazioni di indigenza e di debolezza dell’anima e del corpo, ai quali egli deve guardare con un amore preferenziale, alleviandone le pene. (…). Dall’omelia del Cardinale Vallini

Accreditato dalla fede (…) Adesso la Provvidenza, attraverso la voce del papa Benedetto XVI, ti chiama a lasciare la tua terra e a intraprendere un viaggio missionario a favore di altri fratelli e sorelle, per metterti al loro servizio, e rivestito dell’autorità di Cristo sei inviato ad essere per loro maestro autentico della fede. Ti accredita in questa visione non la tua intelligenza, l’abilità umana, le doti organizzative; ti accredita la

tua fede umile e sincera, vissuta e testimoniata con amore. (…) ricorda di essere pastore di tutti, portando nel cuore, insieme con i tuoi fedeli, quanti sono lontani, indifferenti, non si sentono di fare il passo della fede, ma sono cercatori di Dio, molte volte attraverso un lungo e sofferto travaglio interiore. Dall’omelia del Cardinale Vallini

Con il canto delle litanie dei Santi, la Chiesa terrena si unisce alla Chiesa del cielo per invocare la grazia divina sull’eletto che si prostra a terra

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Foto Dina Coppola (3)

Eccomi Ed eccomi ora a Te, Chiesa di Nocera Inferiore-Sarno!

Nella foto in alto e in basso a sinistra: l’imposizione delle mani, accompagnata dalla preghiera di ordinazione

Vieni Santo Spirito (…) il carissimo don Peppino Giudice, riceverà anch’esso una speciale effusione dello Spirito Santo, che lo renderà profeta della Parola di Dio che porta salvezza. Per l’imposizione delle mani dei vescovi consacranti e le parole della formula sacramentale, egli diventerà successore degli apostoli. Dall’omelia del Cardinale Vallini

Eccomi, dando la mia mano alla Vergine del mese di maggio, mi consegno a Te, per amarti sicut Christus dilexit ecclesiam. Eccomi, Chiesa di NoceraSarno, per contagiarti sempre di più l’amore per il Risorto e per scrivere insieme altre pagine della tua già luminosa storia ecclesiale. Eccomi, Chiesa dell’Agro, vengo a Te con la bisaccia del pellegrino. Dentro vi ho messo per te la Parola, il Pane, l’attenzione ai Poveri, l’amore per la strada, la tenerezza per ogni ferita, la considerazione per i sogni dei giovani, una carezza per ogni piccolo, un sorriso per ogni tristezza, la gioia straripante della fede e … l’amore per la Chiesa, sempre. Dal saluto di Mons. Giuseppe Giudice

A significare quanto è avvenuto con l’imposizione delle mani e con la preghiera di ordinazione, il Cardinale unge con il sacro crisma il capo di Mons. Giudice

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Foto Dina Coppola (6)

La consegna dell’anello, segno di fedeltà. Mons. Giudice è chiamato a custodire la santa Chiesa, sposa di Cristo, nell’integrità della fede e nella purezza della vita

L’abbraccio di pace tra Mons. Giudice e Mons. Illiano

“Sottoposto al Vangelo”

Essere vincolato al Vangelo è espresso in modo suggestivo nella liturgia di Ordinazione, attraverso il segno dell’imposizione del libro dei Vangeli, sul capo dell’Ordinato. L’eloquenza del segno è chiara e comprensibile a tutti: la potenza del Vangelo investe l’apostolo e lo avvolge dall’alto. Tra il Vangelo e l’eletto agisce lo Spirito Santo che colma la povertà dell’uomo e lo rende servitore obbediente. Nella misura in cui il vescovo è consapevole di essere sotto, non sopra il Vangelo, egli non si sentirà mai un arrivato. Non si comporterà mai come un uomo di potere, al contrario, avvertirà l’esigenza di rimanere per tutta la vita un discepolo, bisognoso si farsi penetrare dal Vangelo. Fin nelle profondità del cuore, per diventarne un umile servo. Dall’omelia del Cardinale Vallini

La consegna della mitra, perché possa risplendere in Mons. Giudice il fulgore della santità

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La consegna il Pastorale che simboleggia il ministero di pastore. Mons. Giuseppe avrà cura del gregge nel quale lo Spirito Santo lo ha posto come vescovo

Mons. Giudice, entrato a fare parte del Collegio Episcopale, prende posto nel seggio a lui riservato


Foto Salvatore Alfano

Il prete felice “Un augurio per Mons. Giudice? Di continuare ad essere così… Vescovo alla don Peppino! A colloquio con don Vincenzo Gallo

È

cresciuto con Mons. Giudice. Grazie al suo esempio e alla sua testimonianza è maturato in lui il desiderio di donare la propria vita a Cristo e alla Chiesa. «Ho visto per la prima volta don Peppino il giorno della sua ordinazione sacerdotale - racconta don Vincenzo -; avevo solo 12 anni e non ho compreso a pieno il valore di quella celebrazione». Si era appena trasferito a Sala Consilina da Chiusano di San Domenico, paesino dell’avellinese nel quale aveva vissuto con i genitori. I ricordi si fanno più nitidi a partire dal 1990, quando don Peppino arriva nella parrocchia di sant’Anna. «Avevo 16 anni, l’età della ricerca e degli interrogativi su Dio e sulla Chiesa». L’inquietudine adolescenziale trova risposte esaurienti nella vita semplice e gioiosa del sacerdote don Peppino. «Il suo esserci sempre, il suo anticiparci, il suo organizzare mille attività, sgonfiavano i dubbi che mi portavo dentro. Ogni domanda trovava risposta nella quotidianità del cammino», racconta don Vincenzo. La parrocchia era diventata un cuore solo con l’ambiente familiare, i giorni scanditi da molteplici attività: la catechesi dei giovani, gli incontri di A.C., la preparazione dei ministranti. «La domenica era il momento culminante del percorso formativo. Di quegli anni ricordo la crescita nella maturità cristiana che mi ha aiutato a vivere con più consapevolezza il sacramento della Confermazione». Dal ‘90 al ‘94 don Peppino ha condiviso la responsabilità della parrocchia con un altro prete, don Donato Ippolito. «Un sacerdote anziano, che trasmetteva la tenacia: insieme a lui la comunità ha fatto tanti sacrifici economici per costruire il tempio di Dio. Anche questo mi ha profondamente affascinato, il sacerdote anziano e il giovane! Una generazione che narra all’altra la bellezza di appartenere alla stessa Chiesa». Emergono nel frattempo le domande sulla scelta vocazionale. «Lo stile di don Peppino, il suo entusia-

smo, il suo vivere con gioia il sacerdozio mi faceva interrogare: perché non posso essere felice anch’io nel sacerdozio come lo è lui? Don Peppino era un sacerdote gioioso ma serio. Mi spiego meglio: era preciso, faceva bene le diverse attività. Era responsabile, ma aveva nello stesso tempo un’innata capacità di coinvolgere e appassionare. Quante volte, dopo pranzo, andavamo in parrocchia per chiedere la chiave dell’oratorio e lo trovavamo con il Breviario in mano. Prima della Messa, recitavamo il Rosario insieme. Tutto questo, per un ragazzo in crescita, è uno stimolo importante».

La chiamata Quella voce, un sussurro quasi impercettibile, si faceva già sentire quando don Vincenzo frequentava le scuole medie. I genitori seguendo il consiglio di don Peppino e don Donato scelsero di non fargli frequentare il seminario minore. “Vincenzo ha già una famiglia cristiana, vivrà il seminario rimanendo in famiglia e frequentando la parrocchia. Se sono rose fioriranno”, disse saggiamente don Donato. Ed è stato profetico. Quando quel richiamo diventò più insistente, Vincenzo ne parlò con don Peppino. «Iniziammo un bel cammino. I primi appuntamenti di Insieme - Giugno 2011

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direzione spirituale partivano dalla sacra scrittura. Mi disse: approfondiamo, senza forzare. Facciamo operare lo Spirito».

creatività è segno di un affetto pieno per Cristo e la Chiesa. Se dovessi chiudere con uno slogan gli direi di continuare ad essere così… Vescovo alla don Peppino!».

I nodi, con il tempo, si sono sciolti da soli. «Mi sono diplomato il 17 di giugno, il giorno dopo c’era un incontro al seminario di Capodimonte con i ragazzi che avevano frequentato l’anno propedeutico. È stato un segno. Avevo appena terminato un percorso e, il giorno dopo, ecco una nuova partenza! A settembre sono entrato in seminario». Ritorniamo a parlare di don Peppino. Gli chiedo di raccontarmi in che modo Mons. Giudice ha vissuto il periodo intercorso tra il 24 marzo e il 13 maggio. «L’ho visto più assorto nella preghiera. Ha scelto di fare gli esercizi spirituali, anticipando impegni e attività per vivere quella settimana di preghiera in un profondo deserto. Signore tu mi chiami ad una cosa che mi supera. Io rispondo sì, affidandomi. So a chi do fiducia, per citare un’espressione di Paolo VI a cui don Peppino fa tante volte riferimento. Il suo motto episcopale non è scelto a caso. Amare la Chiesa significa compromettersi, vivere questa chiamata con una risposta fiduciosa nel Signore». Cosa augura a Mons. Giudice questo giovane sacerdote? «Di continuare ad essere creativo com’è sempre stato. La

Don Vincenzo Gallo

I NIPOTI Ecco cosa ci hanno raccontato i nipoti di mons. Giudice

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ono contento che venga a Nocera, è vicino e potrò venire a trovarlo spesso. Zio è il collante della famiglia. In passato il punto di riferimento era mia nonna. Dopo la sua morte, è stato zio a trovare nuove forme di incontro. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui, un dialogo franco. Ho scorto in lui un po’ di agitazione in questo periodo; è comprensibile, inizia una nuova fase della sua vita. Ma da Nocera sono

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arrivati bei segnali. Anche oggi c’è tantissima gente. Qui ha fatto molto bene. Farà lo stesso a Nocera. Antonio Siamo molto orgogliosi… non mi rendo ancora conto di quello che sta accadendo! Abbiamo accolto con gioia la sua nomina, anche se ho subito pensato che non avremmo più potuto vederlo quotidianamente. Mia nonna sperava che un giorno suo figlio diventasse

Mons. Giudice insieme alla sua numerosa famiglia

vescovo. Come mamma, forse, lo sentiva. Da lassù sarà contentissima. Partecipo come volontaria del servizio civile alle attività dell’oratorio nella parrocchia di Sant’Anna. Zio Peppino è sempre presente ed ha

un rapporto speciale con i giovani: è uno di loro. Vi accorgerete del dono grande che avete ricevuto, la sua ironia è contagiosa, prende tutto con il sorriso. Arcangelo e Saveria


I COMMENTI Foto Dina Coppola

C’era la gente del posto, che conosce da anni Mons. Giuseppe Giudice, felice per la sua nomina episcopale. «Questo evento ci fa sentire la “Chiesa istituzione” più vicina, perché a Roma hanno saputo riconoscere i meriti e le qualità di un prete che ha lavorato bene nel quotidiano», affermano in molti. Ma c’era anche tanta gente dell’Agro. Numerose parrocchie sis sono organizzate con gli autobus per partecipare alla consacrazione episcopale di Monsignor

Una fiumara di persone, lo scorso 13 maggio, si è riversata a Sala Consilina Un apostolato fecondo Siamo le Maestre Pie Filippini, oggi siamo a Teggiano, in passato eravamo anche a Sala. Possiamo dirlo con orgoglio: don Peppino, anzi Mons. Giudice, è stato nostro alunno alla scuola di Sala Consilina e ha insegnato per 7 anni nella nostra scuola prima di entrare in seminario. Oggi siamo felici, orgogliose e onorate. Gli auguriamo di essere sempre docile alla voce dello spirito e un apostolato fecondissimo di frutti. Suor Matilde Conosco don Peppino da tanto tempo perché abito vicino alla parrocchia. Mi viene da piangere! Ho conosciuto due grandi uomini: don Peppino e Mons. Angelo Spinillo, due parroci della parrocchia di Sant’Anna, oggi tutte e due Vescovi! A lui auguro le cose più belle del mondo. A voi, che vi porti l’amore! Don Peppino è umile, con tutti, non guarda l’esteriorità. È soprattutto un brav’uomo, un dono di Dio. Sig.ra De Masco, della parrocchia di S. Anna di Sala Consilina Cosa ci aspettiamo dal nuovo Vescovo? Che si faccia santo, per farci santi insieme a lui! Suore di S. Giacomo Maggiore apostolo, San Valentino Torio Ridendo diciamo: “Ce l’hanno rubato!”, perché abbiamo perso una figura molto importante. Sono certa però che la gente di Nocera si troverà benissimo, don

Giudice. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Peppino diventerà uno di voi. Vogliategli bene, come abbiamo fatto noi. Una giovane

È stato un padre Lo conosco da 10 anni, da quando è venuto nella mia parrocchia. Siamo emozionati per la celebrazione e per il distacco. Per noi don Peppino è stato un parroco, un padre, un amico. Ci ha insegnato a guardare sempre avanti e ad amare il prossimo. Gli auguro di restare così com’è. Antonio, parrocchia sant’Antonio Ė un momento importante e molto particolare, molte persone della nostra comunità parrocchiale sono cresciute insieme a Mons. Giudice nell’Azione Cattolica,

Gaetano Ferrari, sindaco di Sala Consilina Un suo concittadino diventa vescovo. Che sentimenti prova? «Esprimo tutto l’orgoglio della cittadinanza salese. Gli amici di Nocera avranno un vescovo deciso, molto fattivo e vicino alla gente. Con dispiacere salutiamo don Peppino, ma siamo contenti per la sua elezione e per gli amici di Nocera che avranno un buon pastore».

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Era un giovane promettente Il raccontato del Cardinale Agostino Vallini che ha presieduto la celebrazione Eminenza, nella sua omelia ha fatto un passaggio interessante sui poveri… «Si ricordi che noi saremo giudicati sull’amore per i poveri. Lo ha detto Gesù. Non si è poveri solo dal punto di vista economico, si è poveri anche di spirito, di fiducia, di speranza. Dunque, l’amore per i poveri carat-

terizza l’ottimismo, il coraggio che un Vescovo - ed ogni cristiano - deve portare nel luogo dove vive». Immaginava che Mons. Giudice sarebbe diventato Vescovo? «Era promettente già in seminario perché era un giovane un po’ più maturo rispetto ai suoi compagni più

ancora prima che entrasse in seminario. Viviamo insieme a lui questa grande gioia. L’augurio è di essere costruttore di pace anche nella diocesi di Nocera – Sarno. Olga, parrocchia di san Pietro Auguriamo a Mons. Giudice di vivere secondo i suggerimenti dello Spirito e di essere felice in mezzo a noi. Lo accoglieremo con grande festa e tanto affetto. Sr Maria Sara, suore Battistine di Angri È una celebrazione importante e desideriamo viverla con entusiasmo, nella gioia e nella reciprocità. Abbiamo partecipato, nel 2005, all’ordinazione episcopale di Mons. Alfano. È sempre una grande emozione. A Mons. Giudice auguriamo che la letizia sia sempre presente nella sua vita e che ci dia tanto amore, ne abbiamo bisogno! Mario Annunziata e Rita Albano, parrocchia San Teodoro (Sarno)

Ha una faccia simpatica È una bella esperienza, emozionante direi. Non è una cosa che si vede tutti i giorni. Ha una faccia simpatica Mons. Giudice! Speriamo che riesca ad attirare molti più ragazzi, perché siamo pochi! Giovani Sant’Alfonso di Sarno È un bel momento, una preghiera intensa, nonostante il caldo. A Mons. Giudice auguriamo di fare un bel percorso, di rimanere molti anni insieme a noi, com’è stato per Mons. Illiano. Antonio, S. Giovanni Battista (Nocera Inferiore) Siamo partiti alle 14,00 in autobus. Siamo due gruppi, uno della parrocchia Sant’Alfredo di Sarno, l’altro della parrocchia San Michele Arcangelo di Epi-

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grandi di età. Molto serio, impegnato, coscienzioso. Era il riferimento nel gruppo dei seminaristi, perché era saggio. Aveva soprattutto una grande passione per l’ideale sacerdotale. Dunque, io che l’ho accompagnato e valutato per il sacerdozio vedevo in lui una vocazione che dava molta fiducia. E i frutti si sono visti!

scopio. Da Sarno sono venute 200 persone. Ho preso un giorno libero al lavoro, perché desideravo essere presente. Abbiamo conosciuto alcune persone della parrocchia di Mons. Giudice e ci hanno raccontato che è una persona umile e che si dà molto da fare. L’augurio è di crescere insieme a lui! Antonio Bacarella Ci dispiace che vada via, ma siamo felici per la sua nuova chiamata. È persona valida, dal polso fermo, ma disponibile con tutti. L’augurio è che trovi lo stesso ambiente che ha lasciato e che… non si dimentichi di noi!

Aperto al dialogo I suggerimenti di Mons. Angelo Spinillo, Amministratore apostolico di Teggiano Policastro Con quali sentimenti accompagna monsignor Giudice in questo momento? «Con tanta fiducia e speranza. Provo un’immensa gratitudine per il Signore che ci permette di essere, nella Chiesa, nella dimensione più bella, più vera, più intensa, consentendoci di partecipare alla carità. Nutro la speranza che il suo cammino sia aperto alla volontà di Dio, così come è stato in questa diocesi. E questo sarà una ricchezza per la Chiesa di Nocera-Sarno». Il consiglio che sente di dargli? «Da più vecchio nell’episcopato gli ho detto di avere molta fiducia. Una grande apertura di cuore al dialogo con i confratelli, com’è già nel suo stile, e con la comunità. Poi lo Spirito Santo farà il resto».


L’INGRESSO IN DIOCESI Foto Bacio a terra

La visita all’ospedale Umberto I°

«U

n padre non può essere assente dove i figli soffrono», ha ricordato il vescovo Giuseppe nella cappella dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Alle 16,30 del 4 giugno, Mons. Giudice è arrivato all’ingresso del nosocomio, scelto come prima tappa del suo servizio episcopale. Nel giorno del suo ingresso in diocesi, il Vescovo ha scelto di fermarsi nel luogo dove la sofferenza rende vive e profondamente attuali le parole di Gesù: “ero malato e mi avete visitato”. Appena è sceso dalla macchina, si è inginocchiato e ha baciato la terra. Quel suolo, testimone quotidiano di un dolore che lacera e consuma, è una terra santa. Ad accoglierlo c’erano medici, infermieri, religiosi, ammalati e numerose associazioni. Nella cappella del nosocomio il Vescovo ha ricevuto il saluto del cappellano padre Luciano Guida. La parola è poi passata al direttore sanitario, il dottore Maurizio D’Ambrosio, che accolto il Vescovo a nome dell’ASL Salerno e di tutto il personale medico e infermieristico. A seguire, il saluto del dottor Ivan Cerino, delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, che operano all’Umberto I dal 1973, e dell’A.V.O che ha offerto al vescovo la sua fattiva collaborazione. «A Voi, in missione accanto ai sofferenti nel corpo e nello spirito - ha sottolineato il Vescovo nel suo saluto - mi piace ricordare che spesso, si cura di più con un sorriso, una stretta di mano, con uno sguardo complice e rasserenante. Non abituatevi mai al dolore, ma abitatelo sempre con delicatezza e speranza».

Foto Salvatore Alfano

“Ero malato e mi avete visitato” Mons. Giuseppe Giudice, alle sue spalle il dott. Maurizio D’Ambrosio

Dopo aver pregato con “l’unica preghiera che Gesù ci ha la insegnato”, il Vescovo ha visitato alcuni reparti: la Nefrologia – Emofiliasi, l’Anestesia e Rianimazione e la Pediatria - T.I.N (Terapia intensiva neonatale).

Le tappe Lo scorso 4 giungo, la Chiesa di Nocera – Sarno ha vissuto il solenne ingresso in diocesi di Mons. Giuseppe Giudice. Il vescovo ha scelto, come prima tappa, di attraversare i sentieri della sofferenza, visitando l’ospedale Umberto I°. Ha poi salutato la città e i suoi rappresentanti. Infine, passando e stringendo le mani alla gente, il Vescovo, con il suo Presbiterio, con i Diaconi, i Seminaristi, i Religiosi e le Religiose, quasi preso per mano dai giovani, è entrato nella Cattedrale di S. Prisco.

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Il Vescovo visita i più piccoli

Mentre gli infermieri Aniello Lettieri e Alfonso Zarella mi mostrano le apparecchiature all’avanguardia di uno dei reparti di eccellenza dell’Umberto I, una delle 6 cullette della terapia intensiva, che ospita i bimbi più piccoli e con maggiori difficoltà, si mette a suonare. Chiedo cosa succede. Un bambino, mi spiegano, ha smesso di respirare. Ma non c’è da preoccuparsi. Ha appena mangiato e, sazio ed appagato, si è rilassato e si è “dimenticato di continuare a respirare. Capita ai bambini prematuri”. Basta accarezzargli un po’ il pancino o toccargli le orecchie perché tutto ritorni a posto. Detto, fatto! In questo reparto si respira lo stupore della vita. Qui i bambini rimangono diversi mesi prima di essere dimessi e andare, insieme a mamma e papà, per la prima volta a casa. Il giorno successivo, uno degli infermieri parteciperà al Battesimo di un piccolo dimesso qualche settimana prima. Il Vescovo arriva alle 17,15. Indossa i calzari verdi ed entra, accompagnato dal dottor Giovanni Amen-

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ono qui per condividere con Voi, icona trasparente della Croce, la stagione della sofferenza. Sono qui come dinanzi ad una stazione della Via Crucis per invitarVi a mettere questo tempo malato nelle mani di Colui che tutto accoglie, rinnova e guarisce. Sono qui per dirvi che non

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Foto Personale TIN

Foto Salvatore Alfano

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l reparto è in fibrillazione dalle 15,00 del pomeriggio. Mentre aspetto insieme al personale della Terapia Intensiva Neonatale l’arrivo del Vescovo, il dottor Ignazio Franzese mi racconta la sua sorpresa: «Siamo commossi, la visita al nostro reparto è segno di un’attenzione particolare per i bambini”. La T.I.N. può accogliere 21 bimbi prematuri ed è diviso in tre sezioni: la terapia intensiva (6 posti); la terapia sub intensiva (10 posti) e la Patologia neonatale.

dola. Le infermiere gli offrono un bicchiere d’acqua, fotografi e telecamere restano fuori. Gli presentano la più piccolina: un bimba nata a sole 26 settimane, che pesa appena 500 grammi. La bambina è un po’ più grande della mia mano aperta. Il vescovo Giuseppe si ferma contemplando in silenzio questo miracolo. Poi invita tutti a pregare dinanzi a quella culletta che testimonia il mistero e lo stupore della vita umana. Terminata la visita, scambia qualche battuta con gli operatori sanitari che gli regalano una immagine della Madonna con il bambino. Prosegue poi il suo percorso, raggiungendo piazza Diaz. Antonietta Abete

“Non siete soli” siete soli, non siete inutili, non siete improduttivi. No, Voi siete con Lui sulla croce, e insieme salvate questo mondo che si agita e corre. Senza la vostra libera offerta, saremmo più poveri. Grazie, perché la vostra fragilità ci ricorda che la vita viene da un Altro, che va verso l’alto, che la vita è sempre una

perla preziosa, resa più preziosa dalla sofferenza. Le vostre lacrime nascoste sono viste da Dio e purificano il mondo. (…). Eccomi, in questa prima tappa del mio servizio episcopale, per cercare di essere come il buon Samaritano e versare sulle vostre ferite l’olio della consolazione e il vino della

speranza. Eccomi per ringraziare, a cominciare dai familiari, tutti coloro che toccano la vostre piaghe per cercare di guarirle e per dirvi che le vostre ferite sono feritoie, finestre aperte, verso il mattino di Pasqua. Dal saluto di Mons. Giuseppe Giudice


Foto Salvatore Alfano

Il Vescovo: una sentinella tra la gente Dopo la visita agli ammalati, mons. Giudice si reca in piazza per incontrare le Autorità civili e tutto il popolo radunato per l’evento

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l Vescovo è un punto di riferimento non solo religioso ma anche civile, dunque, la tappa in piazza Diaz per incontrare le Autorità non è stata una formalità: con il suo desiderio di stare tra le persone, di farsi vicino a tutti, mons. Giudice ha comunicato il suo carisma di guida anche in questo momento. Presenti la maggior parte dei sindaci dell’Agro ed altre Autorità; in piazza, tra le numerose persone, c’erano anche il gruppo dell’UNITALSI con i disabili, ed alcune confraternite. A porgere i saluti iniziali il commissario prefettizio nocerino Giuseppina De Rosa ed il neoeletto sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato, che ha sottolineato come la presenza vescovile sia fondamentale per tutta la comunità e che le Istituzioni faranno la loro parte. Sulla stessa scia il saluto del prefetto Sabatino Marchione che ha ricordato come la Chiesa e il Vescovo siano un punto di riferimento. «Il Vescovo ha il polso della società – ha detto il Prefetto – ed è una sentinella anche dal punto di vista civile perché, come Autorità, è quella più vicina alla gente». Da tutti l’augurio a continuare l’impegno sociale perseguito da mons.

Illiano. Assente, invece, nonostante fosse confermata la sua presenza, il Presidente della Provincia Edmondo Cirielli. Al termine del saluto, mons. Giudice si è avviato verso il Vescovado, accompagnato dalle autorità civili e militari, dal gruppo neocatecumenale che ha animato il percorso con dei canti e dai membri del Rinnovamento nello Spirito, impegnati per il servizio d’ordine insieme agli Scout operativi in Cattedrale. Percorrendo alcune strade del centro storico di Nocera, sempre preso per mano dai suoi giovani, anzi, insistendo che andassero avanti a lui, mons. Giudice ha da subito manifestato il suo desiderio si camminare tra il suo popolo e con il suo popolo. Breve, ma significativa, è stata la tappa presso la parrocchia Santa Maria del Presepe, qui il Vescovo ha sostato in adorazione eucaristica. Giunto all’ex seminario, dopo la lettura della Parola dal profeta Geremia, il lungo corteo, formato da tutti i sacerdoti ed i vescovi presenti – mons. Gioacchino Illiano, mons. Luigi Moretti, mons. Angelo Spinillo e mons. Francesco Alfano – si è incamminato in processione verso la Cattedrale per la Celebrazione eucaristica. Mariangela Giudice

Saluto alla Città dell’Agro Dal discorso di Mons. Giudice alla società civile

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i faccio pellegrino per consegnarvi la fiaccola della Speranza, capace di illuminare ogni casa, ogni bottega, ogni piazza, ogni via. Vengo a far parte e a condividere la vostra storia, le vostre storie. Vengo ad immergermi nella polvere delle vostre strade. Vengo a partecipare ai vostri sforzi e, di più, alle vostre conquiste. Vengo a proporvi la grande lezione della Chiesa. La migliore città, ben organizzata, pulita, efficiente, con tutti i servizi, non dimentichi di avere una finestra verso l’alto, per guardare il cielo. Ecco, città dell’Agro, camminiamo insieme per costruire nei beni comuni il Bene comune, perché “in questa città io ho un popolo numeroso” (At 18,10).

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L’ingresso in Cattedrale

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l lungo corteo si ferma all’ingresso della Cattedrale. Mons. Giudice, tolta la mitra, bacia il crocifisso presentatogli da mons. Vincenzo Leopoldo, presidente del Capitolo. Al suo fianco, mons. Illiano gli porge l’acqua benedetta e il vescovo Giudice asperge l’assemblea. La Cattedrale gremita di fedeli, associazioni, autorità, accoglie la processione. Vi è anche la famiglia Giudice, emozionata e commossa. Ha inizio la celebrazione. Mons. Illiano rivolge il suo saluto al nuovo vescovo, mentre mons. Mario Vassalluzzo legge la Lettera Aspostolica. Don Salvatore Fiocco, cancelliere diocesano, legge il verbale. «Fratelli e sorelle in Cristo, per grazia di Dio e designazione della Sede Apostolica da questo momento il vescovo Giuseppe Giudice è pastore della santa Chiesa di Nocera Inferiore – Sarno», con queste parole Mons. Gioacchino Illiano annuncia l’insediamen-

Il Vescovo bacia il Crocifisso

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to del nuovo vescovo che non nasconde la sua ansia missionaria. Il primo passaggio della sua omelia, infatti, è dedicato a quanti non hanno ancora incontrato Gesù Cristo. «Vorrei però, se me lo permettete ed io lo faccio, - chiedendo scusa ai Vescovi se per un attimo li lascio, ma essi mi capiranno vorrei, più con il cuore che con i piedi, uscire dalla Chiesa cattedrale e raggiungere tutti coloro che sono lontani, distratti, che forse si sentono esclusi da questo nostro convenire. Vorrei andare ai crocicchi delle strade, nelle famiglie, nei negozi, nei bar, nei luoghi di ritrovo e di sofferenza, davanti ai monasteri e nei pressi delle case religiose e raggiungere la Concattedrale di Sarno e invitare ognuno, sussurrando specialmente alle orecchie dei giovani, dicendo: Venite, venite alla festa! Vieni, senza di te c’è un posto vuoto!».

Mons. Illiano porge al Vescovo Giuseppe l’acqua benedetta

Foto Salvatore Alfano (3)

Venite alla festa


Un inno alla gioia

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Foto Salvatore Alfano (3)

ono qui per intonare con Voi un inno alla gioia. Il Vescovo vi chiede: sapete dove abita la gioia? Dove avete messo la vostra gioia? È questo il mio compito, il compito del Vescovo: fare per primo, pagare in prima persona il prezzo della fatica che costa tutto il lavoro pastorale della Diocesi, perché la vostra gioia sia piena (Gv 16,24). (…). Mi piace ripetere a tutti i sacerdoti, ai parroci, agli educatori, ai genitori, agli appassionati nell’educare: “non temano di insistere, a tempo e fuori tempo, sulla fedeltà dei battezzati a celebrare nella gioia l’eucaristia domenicale. Come potrebbero essi trascurare questo incontro, questo banchetto che Cristo ci prepara nel suo amore? Che la partecipazione ad esso sia insieme degnissima e gioiosa! (…) Il tema della gioia, dono dello Spirito del Risorto, sarà la colonna sonora del nostro camminare insieme. Dall’omelia di Mons. Giuseppe Giudice

I Ringraziamenti

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l termine della celebrazione il Vescovo ha ringraziato la Commissione per l’ingresso del nuovo Vescovo per il lavoro svolto, ha invitato sull’altare i 12 giovani che compongono il Consiglio episcopale giovanile. “Mi accompagneranno a visitare la diocesi – ha spiegato -, conoscerò le diverse realtà attraverso i loro occhi». Ha poi annunciato che tre sacerdoti vivranno con lui in episcopio. Si tratta di don Andrea Annunziata, don Roberto Farruggio e don Antonio Adinolfi. “Formeranno la nuova famiglia del Vescovo, segno e testimonianza di vita comunitaria”. Ha ringraziato Mons. Illiano per il lavoro svolto nei suoi 24 anni di ministero episcopale e per la Chiesa che gli consegna. Ha infine salutato tutte le famiglie che hanno seguito la celebrazione in diretta su Telenuova e Radio Base a cui ha chiesto di pregare per il vescovo e affinché “la famiglia diventi sempre più Chiesa domestica”. Ha rivolto l’ultimo pensiero ai suoi familiari. Immaginando il loro ritorno a Sala Consilina con un po’ di tristezza nel cuore, ha ricordato l’icona dei discepoli di Emmaus. Antonietta Abete

Mentre firma il verbale

Al termine della celebrazione, saluta la gente

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a cura di Mariangela Giudice

Insieme: redazione aperta Gli alunni del I Circolo didattico di Angri in visita nella nostra redazione

I bambini intenti ad ascoltare la Coordinatrice durante la lezione di giornalismo Foto Salvatore Alfano (2)

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inea editoriale, menabò, lavoro di cucina, sono alcune parole che i giornalisti utilizzano per il loro lavoro quotidiano. Con questi termini, e con altri adottati nel gergo giornalistico, hanno fatto conoscenza anche i bambini della classe III E della Scuola elementare del I Circolo di Angri. I piccoli vincitori del Concorso “ComunicAzione”, promosso da Insieme, hanno effettuato una visita negli uffici del nostro giornale, durante la mattina del 27 maggio, accompagnati dalla maestra Giuseppina Varone. Proprio per restare nel tema del Convegno abbiamo invitato i piccoli vincitori in un luogo dove la comunicazione diventa atto pratico, lavoro: la redazione di un giornale. Dopo le presentazioni i bambini hanno preso posto ordinatamente nelle aule del Centro di Formazione Diocesano, dove la Coordinatrice Antonietta Abete ha tenuto loro una breve lezione di giornalismo. Come nasce un giornale, come selezionare gli argomenti e le notizie, l’importanza dell’incontro di redazione, sono stati i temi a cui i piccoli ascoltatori si sono appassionati, intervenendo con domande e raccontando i loro interessi: abbiamo, infatti, scoperto

tra di loro, “giornalisti” e “scrittori” in erba, che già compongono piccole storie e addirittura le distribuiscono per farle leggere.

Dalla pagina vuota a quella stampata I nostri piccoli ospiti sono stati molto disciplinati ed interessati durante la visita, anche perché, come ha spiegato la maestra, il prossimo anno scolastico realizzeranno un giornalino. Dopo l’incontro, gli alunni hanno visitato i locali in cui lavoriamo ed hanno conosciuto il resto dei componenti della redazione. Il momento più “emozionante” per loro è stato quando hanno visto nascere una pagina di giornale. Assiepati intorno alla scrivania del grafico, hanno visto come Salvatore Alfano impagina una notizia e ne manda in stampa la bozza. Dalla pagina vuota alla pagina stampata: per loro è stata la materializzazione delle parole ascoltate pochi minuti prima, al punto che non hanno saputo trattenere una esclamazione di sorpresa quando hanno visto il foglio appena uscito dalla stampante. Dopo aver visitato le altre stanze (il loro ufficio preferito è stato quello del Direttore, qui non poteva mancare la foto intorno alla scrivania), ci hanno salutato allegramente per ritornare a scuola. Così abbiamo trascorso una mattinata diversa. Si parla spesso male della Scuola, invece bisognerebbe incontrare da vicino questa realtà. Abbiamo conosciuto un gruppo di bambini interessati ed educati, ricettivi verso un argomento nuovo e di cui hanno intuito il risvolto pratico. Mariangela Giudice

Foto di gruppo degli alunni della III E

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Agorà A tutto G.A.S.

Arte e Scuola ad Angri

Giornata dell’Arte studentesca il 27 maggio a Sarno

Dal 25 al 28 maggio il castello Doria ha ospitato la manifestazione Artiscuola, il primo festival nazionale delle arti nella scuola

G.A.S. ossia Giornata dell’Arte Studentesca. La manifestazione (che non è un concorso) è organizzata dai ragazzi di Classico, Linguistico e Scientifico di Sarno senza l’aiuto degli insegnanti. Per i giovani è un’occasione per farsi conoscere e mostrare la loro bravura. L’evento quest’anno è stato, però, un po’ sottotono a causa di mancati finanziamenti. Ad esibirsi, tra gli altri gruppi, i Noises, i NeVro e i Brothers in Blood. Questo momento di aggregazione fa emergere un universo di interessi giovanili spesso sommersi, ed è un unicum nel panorama studentesco del territorio. Come non augurarsi che nei prossimi anni ritorni agli antichi splendori?

“Il Risorgimento e la Costituzione repubblicana” Il Prof. Casavola incontra gli studenti Il Presidente emerito della Corte Costituzionale ha svolto, lunedì 23 maggio al Centro Sociale di Sarno, su invito del Liceo “T. L. Caro”, una lectio magistralis. L’evento si colloca nella serie di iniziative per i 150 anni dell’Unità. Il Prof. Luigi Rossi, preside di Scienze Politiche dell’Università di Salerno, ha detto: «Il Prof. Casavola ha mirabilmente sintetizzato nel saggio Ritratti italiani i profili dei personaggi più significativi che hanno creato l’identità nazionale. Spaziando dal concetto di “persona” a quello della nobiltà dell’impegno politico, ha tracciato un originale percorso, cha attraversa assialmente la storia italiana dal Risorgimento alla Resistenza».

“Facemmo un sogno” In scena a Sarno l’ultimo lavoro della compagnia teatrale “La nave dei Folli” del “T. L. Caro” La consolidata compagnia teatrale, formata da alunni del “T. L. Caro” e diretta dal prof. Franco Salerno, ha presentato in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, uno spettacolo incentrato sulle sofferenze e le speranze dei nostri Padri nel fondare l’identità della nostra Nazione.

Quattro giorni dedicati all’arte, all’esibizione, agli stages. La prestigiosa iniziativa ha previsto 13 concorsi dedicati ad altrettante discipline destinati alle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado presenti sul territorio italiano. Tra cinema, teatro, musica, pittura, letteratura, fotografia e danza, il festival ha affrontato anche tematiche sociali ed ambientali.

Miniolimpiadi angresi Sport ed allegria allo stadio “Novi” dal 17 al 20 maggio La festa dello Sport è giunta a conclusione del Progetto dei giochi, promosso dai dirigenti scolastici, con il patrocinio del Comune di Angri. Hanno partecipato le scuole del: 1° Circolo, 2° Circolo, 3° Circolo, Suore Compassioniste, Scuola Media “Opromolla”, Scuola Media “Smaldone”. Assenti gli atleti delle Suore Battistine e dell’Istituto Comprensivo “Galvani” per la scomparsa prematura dei piccoli Irma e Gaetano, a cui è stata dedicata la X edizione della manifestazione. Sport, natura, allegria: i tre ingredienti di un evento speciale per centinaia di alunni, per infondere in loro l’amore per lo sport, senza l’ansia del risultato e lo stress dell’egoismo. Il coordinamento sportivo delle Miniolimpiadi

Gli esami non finiscono mai Aggiunta una quarta prova scritta all’esame di Terza media A sorpresa il Ministero rende nota la decisione di aggiungere un’ulteriore prova scritta riguardo la lingua straniera insegnata. Modalità e difficoltà verranno stabilite dalle singole commissioni. E se molti si chiedono il perché di questa decisione inaspettata, ci sono anche alunni che l’hanno presa come una sfida, come ha affermato ad esempio Luigi, alunno della Baccelli di Sarno: «Sarà l’occasione per una nuova avventura».

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Voci dalla scuola

Redazionale a cura del Terzo Circolo didattico - Sarno

I ragazzi delle classi IV e V in visita al Quirinale

In viaggio con l’Europa

Si è conclusa, negli ultimi giorni di maggio, la fase finale dei progetti PON 2011 realizzati dal Terzo Circolo Didattico di Sarno

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el corso delle manifestazioni organizzate dal Terzo Circolo a fine maggio, la conclusione dei progetti è stata salutata, dal Dirigente Scolastico, prof.ssa Virginia Villani, con soddisfazione, sia per l’impegno mostrato da tutti i partecipanti sia per gli esiti conseguiti. Grazie al contributo dei Fondi Europei, il Terzo Circolo ha potuto attivare 10 percorsi formativi. I progetti B1 e B4, destinati ai docenti, riguardavano corsi per la promozione delle competenze nel campo della lingua italiana e del suo aspetto creativo, e per il miglioramento delle metodologie per il recupero del disagio. Come ha sottolineato il Dirigente Scolastico, “la nostra scuola è un’istituzione aperta al sociale, che opera sul territorio e il corpo docente deve essere pronto a gestire relazioni sociali particolari tra alunni, docenti e famiglie”. I progetti C1, rivolti agli alunni, hanno mirato al recupero delle difficoltà logico-matematiche (I numeri in gioco), al potenziamento delle competenze linguistiche di base (L’italiano, la mia lingua) e all’acquisizione di strategie e tecniche per migliorare la crescita culturale (Tra fantasia e realtà). Sono stati attivati corsi di potenziamento della lingua inglese (English Lab 1 & 2 levels) e percorsi per il corretto utilizzo degli strumenti informatici (Navigare informati) e un percorso a carattere storico per valorizzare il territorio locale e le sue tradizioni (Il Territorio e la sua storia). Di grande valore è stato il progetto C3: Leg(a)li al Sud: un progetto per la legalità in ogni scuola. Il Terzo Circolo, infatti, è una scuola che si pone come punto di riferimento per le famiglie e per i bambini che manifestano un disagio a causa di un vissuto familiare e so-

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ciale difficile. Pertanto, l’esigenza è quella di promuovere interventi che possano assicurare ai fanciulli la costruzione di personalità compiute e ben integrate. Questa è la più alta qualità del “fare scuola” del Terzo Circolo, un “fare scuola” che si rivela sempre più produttivo e soprattutto a misura a bambino. Dott.ssa Venere Buonaiuto

Lezioni di primo soccorso Nell’ambito del progetto C3, è stato realizzato il percorso BLS (Basic Life Support) che ha rappresentato per gli alunni delle classi quinte un’esperienza formativa coinvolgente e di grande valore civico. Il progetto ha previsto uno specifico modulo con l’uso dei Mini Annie, piccoli manichini, forniti ad ogni allievo per far acquisire conoscenze teoriche e abilità pratiche nell’esecuzione delle tecniche per il supporto vitale di base (BLS). Sono state fornite, inoltre, basi teoriche sull’uso del defibrillatore, che sarà acquistato dalla scuola entro il prossimo anno scolastico. La collaborazione tra gli operatori del 118 e i docenti ha dimostrato quanto necessario ed efficace sia il dialogo tra le istituzioni nella formazione dei futuri cittadini. Prof.ssa Virginia Villani


I giovani chiedono…

a cura di Salvatore Manzo

noi sappiamo ascoltarli?

In volo verso la felicità La felicità fondata sulla soddisfazione di desideri materiali può portare alla disillusione e alla frustrazione. Ma allora dove si trova la vera felicità? Emilia (16 anni): Perché non riusciamo mai a raggiungere questa felicità che tanto cerchiamo? E perché, semmai ci capita qualcosa di bello, viviamo nell’angoscia che prima o poi sarà destinato a finire? Quante volte cerchiamo di raggiungere la felicità! Ma essa pare allontanarsi quanto più ci sforziamo di raggiungerla. Spesso cerchiamo nelle cose materiali, e troviamo certamente un po’ di piacere; ma una volta avuto ciò, siamo davvero “felici”? Quotidianamente ci affannia-

Bisogna cercare dove si può trovare Se, invece, mia cara, non sei disposta a rassegnarti, prova almeno a considerare che forse non stai cercando dove puoi trovare! Mi viene in mente un aneddoto di saggezza orientale... Una sera il maestro di Nasrudin passeggiava per il villaggio, lo vide sotto la luce di un lampione che cercava qualcosa. Si avvicinò e gli chiese cosa stesse facendo. «Sto cercando la chiave di casa» rispose Nasrudin, «Ti aiuto a cercarla» replicò il maestro. Cercarono e dopo un po’ di tempo il Maestro chiese a Nasrudin: «Sei certo di averla perduta qui?» «No – rispose – in realtà sono certo di averla perduta in casa». «Allora perché la cerchi qui?» chiese il maestro, «Perché qui c’è più luce» rispose! La “chiave” è la felicità che cerchiamo, la “luce del lampione”

mo nel fare sempre qualcosa per raggiungere il potere, la ricchezza, il successo, ma essi ci restituiscono solo sforzi, competizione, insoddisfazioni, tristezza, rabbia. Allora può capitare di rinunciare per sempre: delusi e stanchi, ci convinciamo che la felicità sia solo un’effimera e dannosa illusione. Meglio non desiderarla neanche più, per non soffrire ancora. Meglio rassegnarci a razzolare nell’aia, a portata di becco, che perseguire il sogno di volare alto! Meglio vivere da “polli” ed avere la pancia piena, che continuare a faticare a causa di quella voce di aquilotto che ancora sentiamo dentro di noi!

il posto dove ci illudiamo di trovarla, dove sembra più facile. Noi sappiamo che essa non è lì e che va cercata dentro “casa”, perché è lì che si trova. Ma la “casa” siamo noi!

Cercare dentro di sé. Sul sentiero tracciato da Dio Il filosofo Aristotele distingueva tra i piaceri che hanno a che fare con il bene relativo e la felicità che rappresenta il bene assoluto. La vera felicità per Aristotele consiste nella realizzazione della propria natura, potremmo dire che consiste nell’abitare la propria casa! S. Agostino, il quale nella sua vita non cadde nel conformismo ma continuò a cercare la risposta ai suoi interrogativi, nel cammino di ricerca della felicità, trovò l’orientamento e individuò la meta nella fede in Cristo: «Ci hai fatti per te, Signore, perciò il nostro cuo-

re è inquieto finché non riposerà in te». Dio c’entra con la felicità dell’uomo: Egli ne traccia il sentiero, ne indica la direzione, e poi mette degli argini a tutto ciò che può comprometterne la ricerca. Parafrasando ancora Agostino diremo che «La felicità è desiderare ciò che si ha; è diventare ciò che si è!». Allora, mia cara, non rassegnarti a fare il “pollo”, sei un aquilotto: dai, prova a volare! Insieme - Giugno 2011

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VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo foto Luigi Pepe

Orgoglio nocerino

I rossoneri ritornano in serie B dopo un campionato entusiasmante che ha galvanizzato due città e migliaia di cuori. Alla promozione diretta si è affiancata la gioia per la conquista della Supercoppa di Lega

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on poteva esserci regalo più grande, per il suo compleanno, che la promozione in serie B. Un centenario memorabile per la Nocerina calcio, che dopo 32 anni ritorna nel campionato cadetto. Un’annata straordinaria, come memorabile è la storia della squadra molossa. La cavalcata dei rossoneri è partita con la vittoria a Terni per 3 a 0 il 24 ottobre 2010.

La storia

L’Associazione Giovanile Nocerina nasce il primo febbraio del 1910 per iniziativa di Carlo Cattapani. Il primo incontro di calcio c’è nel 1911, un’amichevole al Piazza D’Armi contro il Pagani F.B.C. La tradizione vuole che i colori sociali siano nati per ispirazione di un certo Frigerio, militare di stanza alla caserma di Nocera, simpatizzante milanista. Il termine “molosso” è stato associato per la prima volta alla squadra nel 1928, al termine della prima amichevole tra la Nocerina e il Napoli. La partita fu vinta 1 a 0 dai rosso-neri.

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Un undici dei record che, sotto la presidenza di Giovanni Citarella, nel giro di due anni, ha raggiunto la promozione in serie B. Infatti dal maggio 2009, quando ci fu la vittoria dei playoff di serie D contro il Vico Equense, al 23 aprile 2011, con la vittoria contro il Foggia, sono passati appena ventitre mesi. Per la Nocerina si tratta della terza promozione in B. La prima nel 1947. La seconda nel 1978: in panchina c’era Bruno Giorgi, in campo il bomber Stanislao Bozzi. Oggi in panchina c’è il 49enne Gaetano Auteri, per lui è la prima promozione in B dopo tanta gavetta. Il suo 3-4-3, fatto di rigore tattico e tanto dinamismo, ha portato ben 20 vittorie e appena tre sconfitte in 31 gare. La sua è una panchina dagli illustri predecessori. Ci fu seduto sopra Ernest Erbstein, che fu il tecnico del Grande Torino scomparso a Superga, piuttosto che Gigi Del Neri, il quale per un soffio non conquistò la B (semifinale playoff persa contro l’Ascoli). A trainare i molossi è stato il tridente Catania-Castal-


do-Negro: 32 dei 47 gol realizzati porta la loro firma. Ma sarà tutta la formazione degli undici in campo a restare nella mente e nei cuori dei tanti tifosi che, grazie al sogno realizzato, hanno riscoperto i colori di una maglia gloriosa. Un successo che si è trasformato in festa. Diverse volte, nelle ultime settimane, gli artefici della vittoria sono stati al centro di ovazioni, caroselli e sventolii di bandiere. Le due Nocera, accomunate dai colori dei molossi, si sono colorate di rossonero: ad ogni angolo una bandiera, uno striscione, un gagliardetto. I cittadini si sono riscoperti tifosi autentici intorno ad una squadra che, grazie alle gesta del “San Francesco”, ha creato aggregazione, ma anche speranza. Speranza in una rinascita sociale e civile, così come quella sportiva portata a termine. A completare l’opera è arrivata la Supercoppa di Lega, che ha mandato nuovamente in delirio i nocerini i quali hanno potuto stringere tra le proprie mani l’importante trofeo, per la prima volta in Campania grazie alla Nocerina calcio 1910.

La rosa del successo Portieri: Gori, Amabile, Chinchio. Difensori: Bolzan, De Franco, Di Maio, Filosa, Nigro, Perricone, Pomante, Riccio, Servi, Trezza, Carrieri. Centrocampisti: Bruno, De Liguori, Lettieri, Marsili, Pepe, Sardo, Scalise, Petrilli, De Martino. Attaccanti: Castaldo, Catania, Cavallaro, Galizia, Negro, Ripa.

I tifosi La tifoseria molossa può essere annoverata tra le più calorose d’Italia. La Curva sud del San Francesco ospita numerosi gruppi ultras: Bothers Group 1987, Estranei alla Massa 1992, Passamano 1994, South Warriors 1995, AGN Ultras 2000, Massive 2001, Opposta Fazione, Nocera Casual.

Ad Angri si discute sui diritti dei bambini

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areri ed idee a confronto, ad Angri, lo scorso 26 maggio. Grandi e piccoli si sono ritrovati per discutere de “I diritti dei bambini e delle bambine: l’opinione degli adulti e l’opinione dei ragazzi”. A promuovere l’incontro le associazioni “Baobab amici di Tampellin” Onlus e “Arti scuola”. L’iniziativa è stata voluta per celebrare il ventesimo anniversario della ratifica, da parte del Parlamento italiano, della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ad animare la tavola rotonda c’erano Roberta Bosisio del dipartimento di studi sociali e politici dell’Università degli studi di Milano, Margherita Dini Ciacci, vice presidente nazionale dell’UNICEF, don Luigi La Mura dell’AGESCI, il pediatra Luigi Morcaldi ed i magistrati Vincenzo Starita e Giuseppe Cacciapuoti. Giuseppe Robustelli

Un momento del convegno

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Un ballottaggio travolgente

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422 i voti di scarto tra Manlio Torquato ed Adriano Bellacosa. Nocera Inferiore ha scelto il suo sindaco premiando la proposta del candidato di area civica, piuttosto che l’esponente del Pdl. Il candidato di Edmondo Cirielli finisce per giunta tre punti sotto la percentuale del primo turno: 43,59 contro il 46,76. 56,40 per cento, invece, per Manlio Torquato che è riuscito ad aggregare intorno a sé una città intera, partendo dal basso. Si sono spesso definiti «quattro amici al bar» i primi sostenitori di Torquato, che alla fine sono riusciti a sconfiggere la corazzata del centro destra ed il candidato del centro sinistra Felice Ianniello, fermatosi al primo turno al 17,28 per cento. Il problema per Torquato è però rappresentato dalla governabilità. Infatti, le liste in suo sostegno non

foto Giuseppe Bove

Manlio Torquato è il nuovo sindaco di Nocera Inferiore. Il candidato civico batte i partiti ed al ballottaggio travolge il Pdl

Manlio Torquato

hanno raggiunto il 50 per cento, cosa invece accaduta alle liste in sostegno a Bellacosa che al primo turno avevano toccato il 58 per cento circa di preferenze. Il sindaco però è fiducioso perché «sono stati i nocerini a scegliere il proprio sindaco». Il primo atto della sua amministrazione è stato quello di impegnarsi per l’adeguamento dello stadio in vista del campionato di serie B.

Premiato il centro sinistra Annunziata è il nuovo sindaco di Poggiomarino

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on è stata una battaglia all’ultimo voto quella tra Andrea Forno (Udc, Alleanza per Poggiomarino, Liberamente Uniti e Primavera Poggiomarino) e Leo Annunziata (Pd, con Leo e Poggiomarino si sveglia), ma una vittoria netta a favore di quest’ultimo. Annunziata, infatti, si è aggiudicato la poltrona di primo cittadino prendendo il 56,28%, pari a 6040 voti mentre Andrea Forno si è fermato al 43,73, pari a 4693 voti. Divisi da poche centinaia di preferenze al primo turno, i due candidati hanno vissuto gli ultimi giorni di campagna elettorale tra polemiche e accuse reciproche, ma hanno soprattutto speso tutte le energie per tentare di convincere gli indecisi. Alla fine, però, il risultato finale è appar-

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so nettamente favorevole all’esponente del Pd, che adesso può contare sull’entusiasmo della sua gente, in gran parte composta da giovanissimi.

L’Alba corbarese di Pietro Pentangelo

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elezione a sindaco di Pietro Pentangelo rappresenta il futuro di Corbara. Il tributarista ha ricevuto il 68,06 per cento dei voti, il suo avversario, Sabato Del Pezzo, ha racimolato solo il 31,93 per cento. Ad affiancare Pentangelo ci saranno tre assessori: Raffaele Giordano, vicesindaco con delega alla cultura, spettacolo, turismo ed associazionismo; Marco D’Antuono è delegato all’innovazione tecnologica, formazione, sicurezza e polizia locale; Alfonso Coppola si occuperà di tributi e contenzioso. «Tra le priorità della mia amministrazione – ha detto Pentangelo – ci sarà il miglioramento delle strutture scolastiche».


Foto Salvatore Alfano

“90 minuti per la Cittadella”

In 3 mila per l’evento calcistico del “Marcello Torre”. L’iniziativa promossa da Progetto Famiglia e Fondazione Emmaus è servita a raccogliere fondi per la realizzazione di due Oasi per minori

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ip contro amministratori pubblici, impiegati, sindacalisti e magistrati. L’eccezionale confronto è andato in scena lo scorso 21 maggio per raccogliere fondi per la Cittadella della Carità di Angri. Vestiti di calzoncini e magliette hanno corso dietro la palla di calcio per dare spettacolo e favorire, con la propria presenza, la costruzione di Oasi per l’accoglienza di minori. «I fondi raccolti serviranno a finanziare la costruzione delle “Oasi dell’accoglienza” nel complesso della Cittadella della Carità – ha detto la presidente del “Progetto Famiglia”, Anna Pisacane – si tratta di due case fa-

miglia dove bambini e ragazzi, privi di un contesto familiare sereno e stabile, troveranno accoglienza nel calore di una famiglia». Ad ospitare il confronto tra la Nazionale Calcio Tv e gli “Amici della Cittadella” è stato lo stadio “Marcello Torre” di Pagani. Affiancati dal Gabibbo, tanti i volti noti della televisione che hanno corso per 90 minuti. Tra questi c’erano Capitan Ventosa e Felice Centofanti, beniamini di Striscia la notizia, Simone “Mimo” Barbato ed Enzo e Sal di Zelig, il principe Ascanio Pacelli e Roberto “baffo” da Crema per la sezione reality. Sicuramente meno noti, ma fermi a

sostenere i colori della solidarietà, nei completini offerti da Bushidò, i volti degli “Amici della Cittadella”. Tra questi il vice sindaco di Pagani Fabio Petrelli ed il consigliere comunale di Angri Giuseppe Galasso. Tanti, inoltre, i sostenitori privati, come coloro i quali si sono impegnati per l’accoglienza delle squadre: agriturismo la Grotta, il ristorante La Tammorra, gli hotel Valleverde e degli Amici. Alla fine il risultato, 1 a 1, ha messo tutti d’accordo nel nome della solidarietà e dei bambini che potranno finalmente godere di una casa accogliente e di volti amici.


Sotto lo sguardo di Maria Si è svolta a Poggiomarino, lo scorso 21 e 22 maggio in occasione dell’arrivo della Statua della Madonna di Fatima, la Manifestazione Musica e Testimonianza organizzata dall’Associazione Amici del Presepe, presieduta da Padre Silvano Controne

Q La famiglia Castaldo, con il piccolo Matteo

Il dottor Luigi Cremone, durante la sua testimonianza

Un momento della processione

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uesto evento ultra decennale, attraverso un sapiente intreccio di musica popolare e testimonianze ad hoc, affronta importanti tematiche sociali. Tra gli ospiti di questa edizione, c’erano il gruppo musicale Mt 5,13 diretto da Piergiorgio Bussani, il cantante Eugenio Bennato, l’attore Marco Tornese ed il regista Bruno Colella, autore di sei documentari, due proiettati in anteprima nazionale, che trattano il tema dell’immigrazione e dell’adozione. Molte le esibizioni dei diversamente abili, ricordiamo gli sbandieratori dell’Associazione Nuovo Elaion di Eboli, unico gruppo al mondo, e i ballerini dell’ Assocciazione AGVH di Poggiomarino, guidati dal Maestro Gabriele Cretoso. I momenti più toccanti sono stati quelli delle testimonianze. Il sabato sera la famiglia Castaldo di S. Giorgio a Cremano si è presentata alla folla che gremiva la piazza stringendo tra le braccia un bimbetto, Matteo, di quasi 3 anni, vispo e dallo sguardo dolcissimo. Papà Tommaso ha raccontato che il bambino era stato abbandonato alla nascita dalla madre naturale, perché era nato privo degli arti e loro lo avevano adottato, dopo aver visto un servizio al TG3. I volti delle persone presenti erano vi-

sibilmente sconvolti per questo piccolo essere indifeso a cui è stato negato non solo un corpo sano ma anche l’amore della madre. Man mano che papà Tommaso continuava a parlare con grande serenità, l’espressione dei volti è mutata, aleggiavano sorrisi di speranza e gli occhi gonfi lasciavano scorrere lacrime di gioia. La domenica abbiamo ascoltato l’esperienza del dottor Luigi Cremone, Responsabile del Servizio di Senologia Chirurgica presso l’Ospedale di Cava de’ Tirreni. Ha scelto di fare il medico per una promessa fatta alla sua mamma gravemente malata. Va a trovare a casa le sue pazienti, le affida alla Madonna, che definisce “la mamma di tutte le mamme”. Ogni anno organizza una festa per i suoi ammalati preceduta da una celebrazione eucaristica. Ad accompagnare il dottore c’era il figlio, Cristiano, anche lui medico, che lavora insieme al papà, da cui ha certamente ereditato la passione per la medicina e la grande umiltà. Nel corso della serata è stata presentata la rivista diocesana Insieme, con l’augurio di una maggiore collaborazione tra la città di Poggiomarino e il mensile, per rendere concreto il desiderio degli organizzatori che hanno dichiarato più volte di avere “voglia di Diocesi”. Daniela Carotenuto


redazionale a cura dell’Unità Operativa Complessa Comunicazione, Formazione e Innovazione del Comune di Angri

Obiettivo: migliorare il territorio L’Amministrazione comunale promuove il Piano Urbanistico Comunale Partecipato

L’

Amministrazione comunale guidata dal sindaco Pasquale Mauri sta promuovendo un percorso partecipato per la redazione del Piano Urbanistico Comunale, un’iniziativa fortemente voluta dal primo cittadino e dalla compagine governativa per individuare un’idea di sviluppo futuro del territorio in linea con le esigenze, le necessità e le aspirazioni di tutti i cittadini. Il percorso partecipativo prevede la realizzazione di una serie di incontri con le forze rappresentative della cittadinanza quali associazioni di categoria, comitati di quartiere, parrocchie, gruppi politici, movimenti giovanili, istituti scolastici che, vivendo quotidianamente la realtà cittadina del centro e della periferia, sono in grado di intercettare più di qualunque altro le problematiche esistenti e di individuare le soluzioni più consone. A tale scopo la Giunta comunale, con delibera n. 261 del 6/12/10, ha istituito la Consulta comunale per il P.U.C., un istituto di confronto, partecipazione e coordinamento, deputato ad attività con-

sultive e propositive, con il preciso intento di dare impulso e sostegno alla promozione del territorio, nel rispetto del principio di sussidiarietà e dei diritti delle fasce più deboli della popolazione. Gli incontri pubblici organizzati dalla Consulta, a cui potranno partecipare i portatori di interesse (commercianti, artigiani, imprenditori, associazioni, etc) ma anche i singoli cittadini, hanno avuto inizio il 16 maggio 2011 e termineranno il 20 giugno. «Il primo principio ispiratore della redazione del P. U. C. – ha dichiarato il sindaco Mauri – sarà la partecipazione: attraverso il confronto con gli angresi vogliamo individuare tutti quegli indirizzi strategici che determineranno il futuro assetto del nostro territorio, coniugando interessi privati e collettivi. È per questo che stiamo intensificando gli incontri sul P.U.C. con i cittadini del centro e della periferia. Saremo lieti di accogliere idee e proposte che consentano di migliorare le condizioni di vita di ognuno, perché ci sta a cuore una città sana, vivibile e felice».

Nel frattempo continuano gli interventi di risistemazione dell’arredo urbano e alcuni lavori pubblici di importanza primaria. Tra questi rientra la rotatoria che regolerà la circolazione stradale all’incrocio tra via Badia, via Dante Alighieri, via S. Lucia e via Ardinghi, un punto di snodo strategico per raggiungere il centro cittadino o per indirizzarsi verso i comuni limitrofi. Per realizzare l’opera l’Amministrazione comunale, dopo aver constatato a seguito di rilevazioni tecniche l’insufficienza degli spazi, ha avviato una trattativa con la parrocchia della SS. Annunziata, proprietaria del suolo adiacente all’incrocio, ottenendo la cessione di alcune centinaia di metri in cambio di cinquecento metri quadrati di terreno di proprietà comunale, posti al lato sud. L’Amministrazione ha ringraziato pubblicamente la parrocchia per la disponibilità mostrata e per la fattiva collaborazione che tutte le comunità ecclesiastiche angresi stanno dando al progetto di rinascita della città.


redazionale a cura dell’uff. stampa del Comune di San Valentino Torio

San Valentino si apre all’Europa Sabato 30 aprile alla presenza del sindaco Felice Luminello è stato presentato il progetto “Europe, our homeland”. L’iniziativa nasce da un’idea del Forum dei giovani

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l primo cittadino Felice Luminello ed il coordinatore del Forum dei Giovani Domenico Frigenti hanno presentato, insieme ad alcuni rappresentanti del Forum del Comune di Striano e del Forum del Comune di Sarno, il Progetto “Europe, our homeland” presentato dal Forum dei Giovani con il patrocinio del Comune alla Regione Campania. Al progetto hanno aderito due delegazioni europee, oltre a quella italiana, ossia alcuni giovani ungheresi e bulgari. Otto i ragazzi che sono stati ospitati presso le famiglie dei giovani del Forum, altri invece sono stati ospitati presso il Palazzo Formosa, location molto suggestiva situata nel centro storico della cittadina.

Il sindaco ha salutato le delegazioni dando loro il benvenuto a San Valentino Torio ed ha spiegato gli obiettivi del progetto: «Nell’era della globalizzazione invece di stabilire amicizie on-line – ha affermato – i giovani di San Valentino hanno voluto creare rapporti di amicizia con scambi interpersonali face to face, creando in maniera particolare all’interno di quel moderno e multiculturale spazio politico che è l’Unione Europea, la creazione di una stabile rete di relazioni oltre che tra persone, tra organizzazioni, modelli e sistemi culturali e sociali, nell’ottica della costruzione “dal basso” dell’Unione Europea che, sebbene da un punto di vista politico sia ben avviata (anche se ancora

incompleta), da un punto di vista dell’Unione dei Popoli è ancora di là da venire». Il sindaco ha ribadito che Palazzo Formosa sarà a disposizione dei giovani che qui potranno incontrarsi intorno alla musica, la poesia e la lettura. L’attuazione di questo progetto, inoltre, è il primo passo verso la creazione a San Valentino di un ostello della Gioventù. Gli ospiti si sono congratulati con il sindaco ed il coordinatore del Forum ringraziandoli dell’opportunità offerta. «Conoscere l’Italia ma soprattutto trascorrere dieci giorni in una cittadina così tranquilla, pulita e accogliente – ha detto un rappresentante delle delegazioni estere – è stato bellissimo».


redazionale a cura dell’uff. stampa del Comune di Sarno

Aperto il “Parco della Memoria” Il Sindaco Mancusi e l’assessore Milone all’inaugurazione del Parco della Memoria

Un appezzamento di terreno strappato alla frana ospita il memoriale delle vittime del 5 maggio 1998

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stato inaugurato nel giorno del ricordo, lo scorso 5 maggio, il “Parco della Memoria” a viale Margherita. In un appezzamento di terra che confina con le abitazioni ricostruite è stata realizzata una piccola riserva verde dedicata alle 137 vittime della frana del 1998. Ad occuparsi dei lavori l’assessore alla manutenzione Carmine Milone, il quale ha illustrato il progetto realizzato grazie all’impiego di materiale di risulta dei cantieri impegnati nella zona per la ricostruzione dei comparti abitativi. «Negli anni – ha detto Milone – abbiamo voluto realizzare in questa zona opere che fossero una ulteriore memoria di quella notte. Come istituzioni del territorio abbiamo il dovere morale di continuare a farlo per le generazioni a venire. La realizzazione del “Parco della Memoria” , a pochi passi dal monumento “Naturae Furor”, è il frutto di una collaborazione

tra il servizio manutenzione del Comune di Sarno ed i lavoratori dell’ex acquedotto». Si tratta di un’opera compiuta davvero a piccoli passi, con il contributo di tanti: «Voglio ringraziare in particolare i tecnici, l’ingegnere Angelino, il geometra Corvino e l’architetto De Filippo – ha dichiarato l’assessore Milone – davvero validi ed instancabili collaboratori. L’impegno prezioso degli operai». Il parco è stato realizzato attraverso contributi materiali di vari enti: «Il corpo della forestale ci ha fornito le piantine di quercia, l’università di Portici ha dotato l’area di piante di ulivo. È stata costruita una fontana, una zona di verde con aiuole. Stiamo già provvedendo ai lavori di completamento con delle panchine. È previsto – ha chiosato il delegato della giunta guidata dal sindaco Amilcare Mancusi – un ulteriore ingesso, quindi non soltanto da viale Margherita ma anche da via Pedagnali».

Monsignor Illiano cittadino onorario di Sarno

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utto pronto per il conferimento della cittadinanza onoraria al vescovo emerito monsignor Gioacchino Illiano, che lo scorso 4 giugno ha passato il pastorale al suo successore, monsignor Giuseppe Giudice. La proposta di conferimento ha ricevuto il via libera dal consiglio comunale, con l’approvazione all’unanimità. In via di programmazione l’ufficializzazione con la cerimonia presso l’aula consiliare di Palazzo San Francesco.

«La cittadinanza onoraria è un atto dovuto – ha sottolineato il sindaco Amilcare Mancusi – per l’alto valore di guida spirituale e per l’impegno religioso e civile a favore della nostra popolazione di monsignor Illiano. Per sottolineare la degna opera di richiamo per noi amministratori locali alle opere giuste e al rispetto della legalità. È l’elogio dovuto a chi, in tanti anni di attività pastorale, ha segnato il cammino di noi cittadini dell’Agro, dando dignità

ai fedeli ed insegnando, con l’esempio e la partecipazione, i valori della vita nel rispetto e nella persecuzione del bene e della giustizia; ridando vigore ai ministri di fede ed agli amministratori locali nell’opera quotidiana, nell’ambito delle rispettive attività». Il primo cittadino sarnese si dice inoltre «orgoglioso di esprimere ringraziamenti per l’opera svolta nel nostro territorio a difesa dei valori cristiani, per l’affermazione degli ideali di pace e di

solidarietà, per la diffusione dell’amore e della fiducia tra le popolazioni, in particolare, tra i giovani». «Sua Eccellenza – ha concluso il primo cittadino – ha dato sempre la certezza della presenza anche in grandi momenti di difficoltà per la nostra comunità. Ricordo in particolare il periodo della frana del 5 maggio 1998 e le successive battaglie per vedere ricostruito il nostro ospedale. Noi gli saremo sempre riconoscenti per il sostegno e l’aiuto».

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VITA ECCLESIALE

LA NOTA

di p. Emanuele Bochicchio ofm

Da cristiani, tutti missionari

Nel 2012 il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione. Pubblicate le linee di orientamento Il 24 ottobre 2010 Papa Benedetto XVI ha chiuso l’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente e ha annunciato il prossimo Sinodo dei Vescovi del mondo, dal 7 al 28 ottobre del 2012. Dal 2 febbraio 2011 ci sono i Lineamenta, cioè le linee orientative, con il titolo La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana

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a indicato il tema Papa Benedetto, La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede. Si svolgerà dal 7 al 28 ottobre del 2012. Come Gesù Cristo “inviato” dal Padre con la forza dello Spirito Santo, occasione per sentirci consapevolmente quello che siamo nella fede. Dunque “inviati”, cioè “missionari”, dal Padre come Gesù Cristo, nella forza dello Spirito Santo a dire che tutti sono chiamati ad essere figli di Dio e fratelli. Dal 2 febbraio 2011 ci sono i Lineamenta, cioè le linee orientative, con il titolo La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Il testo pone la questione in termini diretti, vivi, immediati. Potremo noi salvarci se, per negligenza, per paura, per vergogna – ciò che s. Paolo chiamava “arrossire del Vangelo” – o in conseguenza di idee false, trascuriamo di annunziarlo?». Dunque il compito dell’evangelizzazione per la Chiesa di oggi è assolutamente centrale (n. 2). I cristiani e la Chiesa o sono missionari o non sono. La fede si irrobustisce trasmettendola, ribadisce il documento (n. 10). Insomma è anche “la via per interrogarci oggi sulla qualità della nostra fede, sul nostro modo di sentirci e di essere cristiani”. Da dove cominciamo? È utile per la Chiesa istituire spazi e occasioni di ascolto e di confronto reciproco, ma questo per l’esercizio del discernimento su cambiamenti hanno caratterizzato il nostro recente passato e le sfide che ci provocano.

Si vive senza Dio Non c’è attacco alla Chiesa o alla fede, ma “si vive senza Dio” nei giudizi e nella pratica della vita: il nascere, il morire, la relazione, la stessa visione dell’altro ne sono influenzati (n. 6). Questa la situazione generale. Tuttavia ci sono altri particolari che chiedono discernimento: la ricchezza enorme di informazioni e di conoscenze rende necessaria la riflessione, il concentrarsi, il mettere ordine su ciò che è principale

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e secondario sulla necessità di riferimenti solidi e oggettivi, quando tutto sembra effimero, immediato, apparente, senza memoria, né futuro; la ingiusta distribuzione della ricchezza o delle risorse e gli squilibri tra nord e sud; lo sfruttamento “violento” della creazione. La verità viene dalla scienza e dalle tecniche che creano vie di benessere umano e psicologico immediato; la pace, lo sviluppo e la liberazione dei popoli sono in pericolo per la presenza di nuovi mondi e potenze: mondo islamico, mondo asiatico. Cosa fare? Oltre la paura, lo scoraggiamento, l’emotività, quale speranza cristiana? Cos’è “nuova evangelizzazione”? Questi gli interrogativi di partenza per un cristiano o una comunità cristiana che vuole essere missionaria. Per Giovanni Paolo II, che per primo ne ha usato il termine “nuova evangelizzazione” vuol dire rifare il tessuto cristiano della società umana, rifacendo il tessuto delle stesse comunità cristiane; vuol dire aiutare la Chiesa a continuare ad essere presente «in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie, per animarne la vita e indirizzarla al Regno che viene. Nuova evangelizzazione è allora sinonimo di missione. Dunque accanto alla vita quotidiana delle persone. La Chiesa ha bisogno, dentro la varietà delle sue figure, di non perdere il volto di Chiesa “domestica, popolare”. Dunque nelle case e per le strade. Ecco i luoghi della missione. Lo stile della predicazione. Rendere ragione, rispondere «con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza» (1 Pt 3, 16). Da persona a persona.


Foto Salvatore Alfano

Per conoscere San Prisco Lo scorso 9 maggio si è tenuta, come da tradizione, la Giornata Priscana, giunta alla 12esima edizione. È stata approfondita la figura del patrono della diocesi nell’opera agiografica del vescovo Paolo Regio

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na bella tradizione che va avanti dal 2000 nel segno della cultura e della riscoperta del patrono della diocesi, San Prisco. È questo il senso della Giornata Priscana che da dodici anni si ripete il 9 maggio, giorno in cui la Chiesa dell’Agro ricorda il suo fondatore. L’iniziativa fu fortemente voluta dal Vescovo emerito, monsignor Gioacchino Illiano. Implacabile, infatti, è stato l’impegno del prelato nel promuovere la conoscenza della storia e delle radici della Chiesa nocerino-sarnese. Sin dall’inizio del mandato vescovile ha sempre voluto favorire momenti di riflessione e formazione intorno a tali tematiche. Lo ha fatto con gli approfondimenti organizzati in occasione di diverse Giornate Pro Episcopo, ma lo ha fatto soprattutto con l’istituzione delle Giornate Priscane. «Il 9 maggio 2000 – ha spiegato il Vicario generale, monsignor Mario Vassalluzzo – nell’ambito del Grande Giubileo, si apriva in Diocesi uno speciale “Anno Priscano” destinato a dare notevole impulso a tutto un insieme di attività volte a valorizzare sia la figura del patrono, sia la Cattedrale nocerina». Da allora ogni anno si è voluto scoprire qualcosa in

più della figura di San Prisco. «Pian piano è venuto fuori un vero e proprio “Decennio Priscano”» ha affermato monsignor Carmine Citarella, direttore dell’Ufficio pastorale per la Nuova Evangelizzazione. Il programma della Giornata Priscana ha visto quale relatore d’eccezione il professor Salvatore Ferraro, ispettore onorario per i beni culturali e ambientali, che ha relazionato su «La figura di San Prisco nell’opera agiografica del Vescovo Paolo Regio». La mattinata culturale, a cui hanno preso parte diversi sacerdoti e laici, soprattutto studiosi ed esperti di storia antica, si è conclusa con il solenne pontificale presieduto da monsignor Illiano, mentre nel pomeriggio c’è stata la processione del busto argenteo raffigurante il primo vescovo di Nocera Inferiore per le strade della città. Tra le Giornate priscane da ricordare con maggiore importanza c’è quella del 2002, che vide a Nocera Inferiore il cardinale Michele Giordano per la concomitante riapertura del Seminario vescovile, e quella del 2003, quando l’Arcivescovo metropolita di Salerno, monsignor Gerardo Pierro, restituì un’importante reliquia di San Prisco conservata nel duomo del capoluogo. Insieme - Giugno 2011

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Il Vescovo pronuncia la preghiera di ordinazione

Tre nuovi diaconi in Diocesi

Dopo anni di attesa, la nostra Diocesi festeggia l’ordinazione diaconale di alcuni suoi seminaristi

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l 5 maggio mons. Illiano ha ordinato diaconi don Carmine Cialdini, don Giuseppe Perano e don Salvatore Agovino: dalla Concattedrale di Episcopio, a tredici anni dal luttuoso evento dell’alluvione, il diaconato di questi giovani sboccia come un fiore di speranza sulle macerie del dolore umano. Essi esprimono il desiderio di questo futuro di speranza. E sono il segno visibile, il frutto, che mons. Illiano lascia alla nostra Diocesi. In questo evento vogliamo cogliere un segno di speranza e l’azione nascosta dello Spirito: il predecessore lascia questi tre diaconi, e tutta la Chiesa di Nocera-Sarno, come eredità a Mons. Giuseppe Giudice. Don Andrea Annunziata

“Impegnarsi per il Cristo e con il Cristo” Il diaconato è il primo gradino del sacramento dell’Ordine. Ma non è uno stato transitorio, è come un’impronta che resta per sempre: una volta diventati sacerdoti, i nostri diaconi non potranno dimenticare lo stile diaconale

L’imposizione delle mani da parte del Vescovo

“C

hi è chiamato al diaconato è sostanzialmente chiamato ad essere ministro della Parola e dei Sacramenti. La Parola deve renderci presenti tra la gente. Poi la testimonianza della carità, è il tratto specifico del ministero diaconale, come il maestro che si cinse l’asciugatoio e si mise a servire. Il grembiule non deve essere un paramento esteriore: il diaconato deve essere uno stile incarnato nella scelta dei ministri ordinati. La carità, infatti, deve essere il segno

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distintivo dei discepoli di Cristo: le situazioni di povertà sono molteplici. Lo spessore e la cifra del vostro ministero, anzi, “nostro ministero”, è amarsi gli uni gli altri, portare il ministero ai poveri, ai sofferenti. Come Maria, anche voi siete invitati a seguire il Vangelo in obbedienza e umiltà, come lei dobbiamo imparare il diaconato permanente. Ella ci aiuti a mettere la nostra vita a disposizione dei poveri, di quelli che avremo sempre con noi, e che celano Cristo”. Dall’omelia di mons. Illiano

Da sinistra: Carmine Cialdini, Salvatore Agovino e Giuseppe Perano


“La prostrazione a terra indica il distacco dal mondo e l’inizio di un servizio alla Chiesa e al prossimo”

Dietro la foto L’emozione dell’ordinazione raccontata in prima persona dai protagonisti

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er trovare le parole adatte a spiegare un’emozione non c’è altro modo che viverla, anche perché colleghiamo le emozioni a degli attimi precisi a cui annodiamo tutto un bagaglio di significati. Per Giuseppe, infatti, tra i momenti più emozionanti dell’ordinazione c’è stata la vestizione, quando ad aiutarlo c’è stato il suo parroco ed ha rivisto tutti i volti della sua comunità: «È la comunità che mi ha accompagnato in seminario e che ora mi accoglie da diacono». Un altro momento significativo, sia per Giuseppe che per Salvatore è stato la prostrazione durante le litanie dei santi: «Il gesto della prostrazione a terra significa sottomissione a Dio, ciò è il senso profondo della vocazione, come ci ricorda Paolo: Non vivo più io ma Cristo vive in me», ci dice Giuseppe. E Salvatore aggiunge: «Questo gesto indica il distacco dal mondo e l’inizio di un servizio che un ministro dona alla Chiesa e al prossimo; ho pensato che il Signore mi faceva suo per sempre ed ho avuto la conferma della sua chiamata». Carmine ricorda in particolare la preghiera di ordinazione: «In quel momento ho avvertito tutta la responsabilità di cui ero investito» e l’imposizione delle mani da parte del Vescovo: «Attraverso le sue calde mani, ho sentito tutto il suo affetto di Padre e Pastore». I ragazzi si sono preparati a vivere questo momento

tramite gli esercizi spirituali a Collevalenza nel Santuario dell’Amore misericordioso. Sono stati giorni di «Ascolto della Parola, chiedendo al Signore la grazia di dire sempre: Eccomi, non solo il giorno dell’ordinazione ma per tutta la vita», come ci racconta Salvatore.

Diaconato e sacerdozio «Passo passo che mi avvicinavo a questo momento, ho riscoperto che la dimensione diaconale appartiene a tutti i battezzati», queste parole di Carmine ci riportano al carattere vero del diaconato, che è quello del servizio: «La grazia passa, ossia attraverso di noi raggiunge gli altri. In questo senso noi siamo diaconi: servi inutili della grazia di Dio». Un carattere che ha, per questi motivi, un forte risvolto pratico: «Essere diacono significa non dire mai di no a tutte quelle persone che incontri durante le tue giornate sia per un aiuto spirituale che materiale, facendo toccare con mano l’amore di Dio che si manifesta attraverso di noi», sottolinea Salvatore. E Giuseppe conferma: «La diaconia si riversa nel sacerdozio e nel sacerdozio trova la sua pienezza: nella carità e nel servizio pastorale». Don Andrea Annunziata


«Mia amata Chiesa:

Lo scorso 25 maggio, la Diocesi di Nocera-Sarno ha voluto ringraziare il vescovo emerito Mons. Gioacchino Illiano per i suoi 24 anni di episcopato. L’emozionante festa diocesana si è svolta al Palazzurro di Pagani

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t unum sint. È questo l’augurio e il mandato che consegno a te, Chiesa di Nocera-Sarno: sii una cosa sola in Cristo per dare testimonianza della speranza che è in te agli uomini e alle donne di questa splendida terra dell’Agro». Con queste parole monsignor Gioacchino Illiano ha chiuso la festa di commiato e ringraziamento organizzatagli dalla Diocesi, lo scorso 25 maggio, in vista del passaggio di pastorale al nuovo vescovo, monsignor Giuseppe Giudice. L’emozione era palpabile sul volto del vescovo emerito e sulle centinaia di persone presenti, che hanno affollato il Palazzurro di Pagani per ringraziare il pastore che per

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quasi 24 anni ha guidato la Chiesa nocerino-sarnese. Ad accogliere il prelato è stata l’intera famiglia diocesana. Tutti stretti intorno al padre spirituale nel segno dell’unità, perseguita dal presule fin dalla sua ordinazione e che è stata riferimento continuo proprio attraverso il motto episcopale “Ut unum sint”. Presenti i sindaci Alberico Gambino di Pagani e Felice Luminello di San Valentino Torio, accompagnati dalle rispettive delegazioni consiliari. C’erano anche amici e conoscenti di monsignor Illiano giunti da fuori diocesi.

don Mimmo Iervolino, sono stati ripercorsi gli ultimi 24 anni di storia della Chiesa locale che, inevitabilmente, si sono sovrapposti a quella della valle del Sarno. Ci sono poi state diverse testimonianze: i bambini della scuola elementare “Regina Mundi” di Nocera Inferiore, Carmine Giordano e Carmela Tortora del servizio di Pastorale Giovanile, Luigi Speranza in rappresentanza degli adulti, Gerardo Tipaldi per la PUACS e don Andrea Amato in rappresentanza del presbiterio, quale ultimo sacerdote ordinato dal vescovo Illiano.

La festa

La preghiera

Con alcuni video e le canzoni di

Ad aprire la serata la liturgia del-


duc in altum!» futuro ed ha aggiunto: «Il tempo che vi attende è tutt’altro che un tempo da pensionato: con l’affetto e l’incoraggiamento, con la preghiera personale e liturgica, continuerete a pascere il vostro popolo di Nocera-Sarno e la Chiesa tutta, condividendo ancora il nostro cammino spirituale».

Il ringraziamento

la Parola presieduta dal vicario generale della Diocesi, monsignor Mario Vassalluzzo. Toccante il suo intervento di commiato, nel quale è venuto fuori il forte rapporto di collaborazione e stima che lo ha legato per oltre venti anni al vescovo in qualità di suo principale collaboratore. «Questa festa – ha detto il vicario generale – scaturisce dal nostro

vivo e filiale affetto per la vostra persona, ormai entrata in modo tanto significativo nella nostra vita e nella Chiesa dell’Agro. Grazie eccellenza! La Diocesi non potrà dimenticarvi: avete stampato il nome del Signore nei nostri cuori con l’inchiostro del vostro sangue e, statene certo, non si potrà cancellare più». Il presbitero ha poi guardato al

L’ultimo a prendere la parola è stato il vescovo emerito che ha affermato: «Insieme abbiamo condiviso 24 anni di cammino tra gioie e amarezze, sforzandoci di attuare gli insegnamenti di Gesù e le indicazioni del Concilio Vaticano II, sempre nello stile della Comunione e della corresponsabilità. Giunto al termine del mio mandato, ringrazio Dio per voi, mia gioia e mia corona, nella coscienza di aver combattuto la buona battaglia». Monsignor Illiano ha poi ringraziato i sacerdoti perché «sempre disponibili a spendere se stessi per il bene delle anime dei fedeli».

Cittadino di Pagani Il vescovo Gioacchino Illiano cittadino onorario di Pagani. Il sindaco Alberico Gambino ha consegnato l’importante riconoscimento al Prelato nel corso della cerimonia di saluto organizzata dalla Chiesa dell’Agro al Palazzurro. «Abbiamo vissuto un momento spirituale intenso ed emozionante» ha detto il sindaco: «Il vescovo ci ha guidato per tanti anni, non facendoci mai mancare il suo sostegno». Il consiglio comunale di Pagani, su input del primo cittadino, decise di annoverare monsignor Illiano tra i cittadini onorari nel novembre 2007 con la delibera n.22.

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Educare alla vita buona

di Silvio Longobardi

Accompagnare i giovani al matrimonio La giovinezza è segnata dall’esperienza affettiva. Nel documento episcopale troviamo un esplicito riferimento al fidanzamento come un tempo da valorizzare

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vescovi italiani ribadiscono che intendono “dedicare un’attenzione particolare ai giovani”. Non nascondono le difficoltà, sanno bene che i giovani respirano una cultura in cui “tutto diventa provvisorio e sempre revocabile” (n. 32). Tra i diversi nodi dell’età giovanile, citano anche i “problemi connessi ad una visione corretta della relazione tra i sessi, alla precarietà negli affetti”. Ma proprio per questo chiedono di “suscitare e sostenere” adulti che s’impegnano ad accompagnare ragazzi e giovani, capaci di ascoltare ma anche di “far loro proposte esigenti anche in contrasto con la mentalità corrente” (n. 34). La giovinezza è profondamente segnata dall’esperienza affettiva, non deve perciò stupire se nel documento episcopale troviamo un esplicito riferimento al fidanzamento come un tempo da valorizzare (n. 37). “L’amore è un’occasione per maturare, per diventare in se stessi un mondo per la persona amata”, scriveva il poeta austriaco Rainer Maria Rilke. I Vescovi rimandano al Direttorio di pastorale familiare (1993) che dedica al fidanzamento un intero capitolo e chiede di promuovere “una cura pastorale del fidanzamento che aiuti a riscoprirne e a viverne il senso umano e cristiano”.

C’è bisogno di un itinerario di formazione al matrimonio È una via tutta da esplorare. Negli ultimi decenni i

corsi prematrimoniali sono diventati una realtà piuttosto diffusa, il fidanzamento, invece, è un’esperienza che non s’intreccia con i percorsi ordinari della pastorale. Gli Uffici di pastorale giovanile e quelli che si occupano della famiglia s’incontrano raramente. Alcune diocesi iniziano a elaborare percorsi specifici per accompagnare i fidanzati ma siamo ancora ai primi passi, manca un vero itinerario di formazione al matrimonio, una proposta puntuale e organica: quante coppie che celebrano le nozze nella nostre parrocchie hanno una chiara coscienza della loro vocazione? Questa disattenzione influisce non poco sulle lacune che più tardi emergono nella vita matrimoniale. I giovani, ha detto Papa Benedetto, sono molto attenti alla dimensione sociale, “sentono l’esigenza di accostarsi ai valori autentici quali la centralità della persona, la dignità umana, la pace e la giustizia, la tolleranza e la solidarietà”. Sono valori autenticamente evangelici e come tali vanno coltivati. Ma occorre aiutarli a vivere, con la stessa tensione morale, la relazione affettiva e offrire un itinerario che mostri l’intrinseco legame tra fede e amore. I giovani hanno bisogno di capire che l’amicizia con Gesù cambia radicalmente il modo di pensare e vivere l’amore nuziale. Questa proposta ha bisogno di nuove figure educative, e in particolare di sposi che sappiano testimoniare e motivare la fede e la bellezza del matrimonio. Spetta alla comunità ecclesiale promuovere questa nuova forma di ministerialità.

“La preparazione al matrimonio deve assumere i tratti di un itinerario di riscoperta della fede e di inserimento nella vita della comunità ecclesiale. Il tempo del fidanzamento può essere valorizzato come un’occasione unica per introdurli alla bellezza del Vangelo, che essi possono percepire in modo più profondo perché la sperimentano nella ricerca di una relazione d’amore. È quindi auspicabile che nelle comunità parrocchiali incontrino coppie mature da cui essere incoraggiate e sostenute nel passo decisivo”

(Educare alla vita buona del vangelo, n. 37) Foto Salvatore Alfano Insieme - Giugno 2011

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“SPALANCATE LE PORTE A CRISTO” È l’insegnamento che Karol Józef Wojtyla ha donato a tutti i testimoni privilegiati del suo cammino di santità

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IN DIOCESI a cura dell’ufficio per la Pastorale Giovanile

Il Vescovo Giuseppe incontra i giovani È stato costituito, lo scorso 2 giugno, il Consiglio Episcopale dei Giovani. “Voglio guardare la diocesi con i loro occhi”

SMS dalla festa Uno sguardo che abbracciava 800 ragazzi e che sorrideva paterno, accarezzandoli uno per uno: questo ho avvertito! E subito dopo una voce pacata, che è arrivata al cuore come “brezza silenziosa”, invitando ognuno a cercare e seguire Colui che abita nel silenzio. In quel pomeriggio piovoso lo Spirito è soffiato lì, di cuore in cuore, tra le giovani pecore e il nuovo Pastore, tra ammirazione e commozione, per ricordarci che “l’Essenziale è invisibile agli occhi” e... davvero si è visto col cuore! Maria Carmela

C

Santissima Trinità di Cava, 2 giugno

ome si fa a raccontare un evento così straordinario e carico di significati a coloro che non l’hanno vissuto? E come si fa a parlare di un incontro che ti cambia la vita a coloro che erano presenti, senza sminuire o sciupare il ricordo? È sicuramente un compito difficile che cercheremo di portare a termine con ciò che è stato al centro della Giornata dei Giovani con il Vescovo Giuseppe Giudice del 2 giugno scorso: le parole e le immagini. L’immagine più bella è certamente quella dell’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni, colma dei giovani che salutano il proprio Vescovo: quelli di Sala Consilina, che hanno custodito per tanti anni il dono di un pastore umile e caparbio; quelli della Diocesi di Nocera-Sarno, che accolgono il dono dello Spirito Santo per la Chiesa dell’Agro. Un lungo applauso riempie ogni spazio di questa millenaria Badia ed accoglie l’ingresso del Vescovo, un fragore che fa tremare mura tanto possenti e riscalda i cuori di quanti vivono questo evento.

Giovani. Dodici ragazzi, due da ogni forania, si stringono intorno al Vescovo che spiega: “Voglio guardare la diocesi attraverso gli occhi dei giovani”. Un impegno importante per questi ragazzi che provengono da zone e comunità ecclesiali diverse, una promessa impegnativa da parte di un Pastore che intende ritmare il suo servizio sui passi dell’entusiasmo di coloro che per età e definizione sono i più “rivoluzionari”.

Un uomo piccolo di statura domina l’altare con il suo grande spirito. Prove dei canti, chiacchiere e mormorii si fermano davanti alle sue parole che annunciano subito il primo segno: il Consiglio Episcopale dei

Dopo il saluto viene il momento del dialogo e dell’ascolto. Il silenzio torna ad abitare la sua casa e lo Spirito comincia a parlare alla Chiesa attraverso l’umiltà del suo Pastore. La lectio sul Vangelo delle Nozze di

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SMS dalla festa

Cana rappresenta la continuità del cammino cominciato con il Sinodo dei Giovani quasi dieci anni fa. I giovani presenti ascoltano con attenzione rompendo, ogni tanto, il ritmo delle parole con un applauso di approvazione e di felicità. “Non abbiate paura” è l’invito della Chiesa che vuole camminare insieme ai suoi figli; è una rassicurazione che scaturisce dalla Parola e che viene letta anche attraverso “I due orfani” di Giovanni Pascoli. In questa splendida giornata, anche l’acqua si ritaglia il suo ruolo da co-protagonista. Nell’incontro a Cava e nel brano evangelico è lei che detta i tempi della festa: la pioggia ritarda il momento della festa mettendo al centro e all’inizio di tutto la Parola; nella lectio, l’acqua trasformata in vino diventa fonte della gioia e per noi “è un bene comune, che nessuno deve privatizzare per venderla”.

SMS dalla festa In un tempo in cui vige l’esaltazione dei falsi miti, Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Giudice ha proclamato una parola antica ma sempre nuova, quella dell’amore di Cristo. È lui l’unico e solo che può trasformare le vite scialbe e impure come l’acqua in vino buono. È con questo spirito che si è presentato a noi giovani il nostro nuovo vescovo spronandoci ad essere vino buono per riempire di gioia la nosta vita e quella degli altri. Antonio

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Il nostro Vescovo ha tanta voglia di fare. Attento, è riuscito a guardare negli occhi ogni singola persona presente; e in ogni sguardo si potevano leggere le stessa parole non ripetute: “sono contento!”. La gioia dell’essere accolto ancor prima di essere conosciuto gli ha riempito il cuore. Quando sono andato a salutarlo mi sono chinato per baciare il suo anello, e lui mi ha seguito con lo sguardo per guardarmi negli occhi. E poi mi ha detto: “Noi ci conosciamo già!” L’avevo visto mezza volta un mese e mezzo prima. Lui si è sentito accolto, io mi sono sentito come se mi conoscesse da sempre, e da sempre mi volesse bene. Domenico Dopo la riflessione viene il momento di far festa insieme. I giovani delle parrocchie di Nocera Inferiore ci hanno fatto ballare insieme mentre le famiglie che fanno parte dei Borghi Angresi hanno nutrito i partecipanti con i panini preparati per l’occasione. Infine, il gruppo dei Night Sparks ha cantato la gioia di essere giovani in questo mondo, sempre alla ricerca di qualcosa di più Alto. Il bilancio più bello di questa giornata sono i volti dei partecipanti: lo sguardo bello della Chiesa dell’Agro che prega, ascolta, si diverte e si impegna. Una Chiesa rinnovata e giovane pronta a camminare insieme al suo novello Pastore. Carmine Giordano


a cura dell’Ufficio per la Dottrina Sociale e la Pastorale del Lavoro Commissione diocesana Pastorale del Lavoro e della Solidarietà Commissione diocesana “Giustizia e Pace”, salvaguardia del Creato ed educazione alla mondialità

Le sfide culturali Il documento Chiesa italiana e Mezzogiorno pone l’accento anche sullo sviluppo culturale

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l problema dello sviluppo del Mezzogiorno non ha solo un carattere economico, ma rimanda inevitabilmente a una dimensione più profonda, che è di carattere etico, culturale e antropologico: ogni riduzione economicistica, specie se intesa unicamente come “politica delle opere pubbliche”, si è rivelata e si rivelerà sbagliata e perdente, se non perfino dannosa.

Investire sì, ma in risorse umane La Chiesa deve alimentare costantemente le risorse umane e spirituali da investire in tale cultura per promuovere il ruolo attivo dei credenti nella società, infatti, «per la Chiesa il messaggio sociale del Vangelo non deve essere considerato una teoria, ma prima di tutto un fondamento e una motivazione per l’azione». Ai fedeli laici, in particolare, è affidata una missione propria nei diversi settori dell’agire sociale e nella politica. «Il compito immediato di agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella società non è dunque della Chiesa come tale, ma dei fedeli laici, che operano come cittadini sotto propria responsabilità». In una prospettiva di impegno per il cambiamento,

Lo sviluppo è impossibile senza uomini retti Cultura del bene comune, della cittadinanza, del diritto, della buona amministrazione e della sana impresa nel rifiuto dell’illegalità: sono i capisaldi che attendono di essere sostenuti e promossi all’interno di un grande progetto educativo.

soprattutto i giovani sono chiamati a parlare e testimoniare la libertà nel e del Mezzogiorno. Non sembri un paradosso evocare il bisogno di riappropriarsi della libertà e della parola in una società democratica: i giovani del Sud sanno bene che cosa significhino omertà, favori illegali consolidati, gruppi di pressione criminale, territori controllati, paure diffuse, itinerari privilegiati e protetti. Ma sanno anche che le idee, quando sono forti e vengono accompagnate da un cambiamento di mentalità e di cultura, possono vincere i fantasmi della paura e della rassegnazione e favorire una maturazione collettiva. Essi possono contribuire ad abbattere i tanti condizionamenti presenti nella società civile.

Bisogna adeguare lo stile pastorale L’esigenza di investire in legalità e fiducia sollecita un’azione pastorale che miri a cancellare la divaricazione tra pratica religiosa e vita civile e spinga a una conoscenza più approfondita dell’insegnamento sociale della Chiesa, che aiuti a coniugare l’annuncio del Vangelo con la testimonianza delle opere di giustizia e di solidarietà. «La maggiore forza a servizio dello sviluppo è un umanesimo cristiano», per questa ragione rivendichiamo alla dimensione educativa, umana e religiosa, un ruolo primario nella crescita del Mezzogiorno. I veri attori dello sviluppo non sono i mezzi economici, ma le persone. E le persone, come tali, vanno educate e formate: «lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello del bene comune». p. Pietro Lombardi Insieme - Giugno 2011

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a cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano

Curiosità liturgiche Con l’arrivo dell’estate molte parrocchie organizzano i campi estivi. Vi proponiamo qualche suggerimento per vivere i momenti di preghiera insieme ai giovani e ai ragazzi Come vivere bene l’esperienza della preghiera ai campi scuola? I campi estivi, che in diverse forme e modi molte parrocchie organizzano durante i mesi estivi, sono una grande opportunità di crescita nella carità e nella conoscenza reciproca. Ma possono diventare anche una buona occasione per vivere bene e in maniera più intensa la vita di preghiera. Infatti, lontani dai ritmi e dagli impegni del feriale cui siamo tutti vincolati, spesso nei giorni rilassanti di un campo si scopre una maggiore disponibilità dell’animo alla preghiera. Sarebbe interessante che tra le attività che una parrocchia mette in conto durante i giorni del campo ci fosse almeno un “laboratorio” di preghiera. È possibile educare i ragazzi e i giovani a non “subire” la preghiera, a non sentirla come un impegno da assolvere, ma a viverla come un’occasione di dialogo con il Signore e con la comunità dei credenti. Abituarsi a preparare la preghiera (una liturgia della Parola, una celebrazione eucaristica, un’adorazione) può diventa-

re un’interessante esercizio di comprensione. Spesso i ragazzi si “annoiano” durante i momenti di preghiera perché non si sentono partecipi, né sono partecipi o, peggio, perché non comprendono cosa stanno facendo, che significato hanno le parole e i gesti che stanno vivendo. Compiere un passo avanti in tal senso può significare un grande contributo alla vita di fede del singolo e può contribuire a rinsaldare i rapporti all’interno di un gruppo che si scopre ancora più unito dalla preghiera. Inoltre un esercizio del genere può fugare la tentazione del teatrale cui spesso sottoponiamo le nostre liturgie da campo per renderle più “appetibili”. Non ci rendiamo conto che in tal modo rischiamo solo di tradire l’equilibrio e l’armonia che una liturgia possiede in sé con il risultato di lasciare in chi ha pregato solo un’emozione che, tuttavia, è fugace quanto la brezza del mattino.

Verso il Congresso Eucaristico Nazionale Il programma: due appuntamenti importanti

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ei mesi che ci separano dal Congresso Eucaristico Nazionale, vorrei condividere alcuni degli appuntamenti più interessanti per la sensibilità pastorale della nostra Diocesi. Il primo appuntamento, che il comitato centrale ha organizzato con l’ACR nazionale, è l’incontro per i bambini e ragazzi (sono coinvolti anche i ragazzi che si preparano

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alla Prima Comunione e i ministranti). L’evento è previsto per domenica 4 settembre ad Ancona, in diversi punti della città, tanto da diventare una tappa itinerante. Il secondo e significativo appuntamento è dedicato alle famiglie. Avrà come luogo fulcro la fiera di Ancona, articolandosi poi in diversi punti della città. L’appuntamento è per

sabato 10 settembre. Per partecipare a questi eventi è necessario iscriversi direttamente sul sito www.congressoeucaristico.it dove troverete informazioni dettagliate. Il comitato diocesano verrà informato della vostra iscrizione e troverete qualcuno di noi ad attendervi ad Ancona il giorno o i giorni in cui deciderete di partecipare. P. L.

Piercatello Liccardo

Vocabolario liturgico

Il crocifisso

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embra scontato doverlo sottolineare, ma esso non può mai mancare nel presbiterio. È un punto di riferimento continuo dell’essenza della nostra fede nella Pasqua. Fino a pochi anni fa, veniva sostituito nel tempo pasquale con l’immagine del Risorto. Il crocifisso, invece, anche nel tempo pasquale dovrebbe sempre rimanere nel presbiterio. L’unico giorno in cui non è visibile è il giovedì santo, quando viene velato. P. L.


a cura della Caritas Diocesana

Vivere l’Amore di Dio

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o scorso 25 maggio ero tra le persone che al Palazzurro di Pagani salutavano, per l’ultima volta, S.E. Mons. Gioacchino Illiano. L’emozione era forte e, con essa, la consapevolezza che un’avventura, durata 24 anni, si stava chiudendo ma, contemporaneamente, ne partiva un’altra che chiedeva a tutti, me compreso, di accettare una grande sfida: andare avanti in continuità con la strada tracciata, ma con rinnovato entusiasmo e guidati da un nuovo Pastore. Spinto anche dalle immagini proiettate, che riportavano alla mia mente molti degli eventi accaduti in questi anni, mi sono trovato a riflettere sui 15 anni vissuti nella nostra Diocesi, ed in particolare sugli ultimi 5 che ho trascorso al servizio della Caritas Diocesana, della quale ancora oggi ho immeritatamente la direzione. È stato, pertanto, automatico fare un bilancio di questa esperienza, e sono sfilati davanti ai miei occhi decine e decine di volti, di storie, di esperienze, di bisogni, di disperazioni, di piccole gioie.

È stata una bella sfida Nel novembre del 2006 la Caritas Diocesana ripartiva da zero: nuova la sede, nuovi tutti i suoi volontari, due progetti sociali finanziati dai fondi 8xmille, alcuni volontari del Servizio Civile ed una mancan-

Mentre la diocesi salutava Mons. Illiano, il direttore della Caritas ha stilato un bilancio delle attività messe in cantiere in questi anni za di coordinamento tra la Caritas Diocesana e le Caritas Parrocchiali, impegnate per lo più in attività di reperimento fondi e di assistenza materiale. Difficile riprendere i contatti con Caritas Italiana, un po’ meno difficile con la delegazione regionale; arduo incontrare e motivare i volontari delle 54 Caritas Parrocchiali. E poi individuare, ascoltare e motivare volontari disposti a mettersi in gioco; e ancora accogliere i fratelli che chiedevano aiuto morale, spirituale, materiale e, principalmente, qualcuno disposto ad ascoltarli. Oggi l’equipe della Caritas Diocesana è viva e ricca di entusiasmo,

gli animatori delle Caritas Parrocchiali si incontrano regolarmente per un cammino di formazione permanente, la Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ha ripreso un ruolo di primo piano nella Delegazione Regionale ed il suo Direttore partecipa al Gruppo Nazionale di Educazione alla Mondialità di Caritas Italiana come referente regionale. Si è fatto tanto? Si è fatto poco? Non è questo l’importante! Importante è che tutti insieme abbiamo vissuto la solidarietà verso i fratelli, e che abbiamo ancora la voglia e l’entusiasmo per continuare a farlo! Edoardo Tafuto

Le parole di Mons. Giudice

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n questi anni non sono mancati i momenti di sconforto e di sfiducia. E la tentazione di gettare la spugna è stata forte ma le parole che il nostro nuovo Vescovo, S.E. Mons. Giuseppe Giudice, ha rivolto alla nostra comunità nel Suo primo messaggio hanno cancellato ogni amarezza ed hanno aperto di nuovo il mio cuore alla speranza: “Mi inginocchio presso il letto degli ammalati e, stringendo loro le mani, invito tutti i Sofferenti – nel corpo e nello spirito –, i disabili, ad alzare gli occhi verso il monte del Calvario, dove la loro croce incrocia lo sguardo del Crocifisso e della Madre Addolorata. A voi, silenziosi operai della croce, chiedo l’offerta della sofferenza per la nostra chiesa diocesana. Voi sarete, nel dono oblativo, i miei principali collaboratori. Mi siedo accanto agli Anziani, ricchezza delle nostre comunità, per ascoltare le loro storie e per farmi raccontare di questa Santa Chiesa Nocerina – Sarnese, per poterla conoscere, amare e meglio servire”. Il mio posto, il nostro posto, è ai piedi della Croce a sostenere le croci dei nostri fratelli e lì resteremo nella speranza di incrociare lo sguardo salvifico e redentore del Crocifisso. E. T.

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News dalle Parrocchie

S. Maria delle Grazie - Casali

Giubileo sacerdotale per Mons. Citarella La comunità parrocchiale di Casali festeggia i 25 anni di sacerdozio del suo pastore

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traguardi vanno sempre festeggiati: essi sono un’occasione per rendere grazie a Dio del percorso svolto in anni di servizio. Un servizio svolto sempre con il sorriso sulle labbra, nonostante gli ostacoli che la vita ci pone sul cammino. Questo è stato il messaggio che mons. Carmine Citarella ha lasciato a tutti i presenti, che il 3 maggio hanno festeggiato con lui questo anniversario. La solenne Eucaristia, è stata presieduta da mons. Illiano (che da pochi giorni aveva festeggiato i suoi 50 anni di sacerdozio); hanno concelebrato tutti i sacerdoti del Direttivo diocesano e sacerdoti amici, anche della Diocesi di Salerno: di Castel S. Giorgio e Mercato S. Severino. Al termine della solenne Celebrazione eucaristica è stato offerto un rinfresco a tutti i presenti, durante il quale sono stati consegnati i doni della comunità ed un’onorificenza da parte del Vaticano al nostro sacerdote per il lavoro svolto in questi anni. La festa è sta-

ta fortemente voluta dalla sua comunità parrocchiale: mons. Citarella, infatti, voleva quasi lasciar correre questo evento. È stato un modo anche per ripercorrere i suoi anni di sacerdozio: durante la festa è stato, infatti, proiettato un video in cui si riassuMons. Citarella meva tutto il suo ministero pastorale. In questa occasione mons. Citarella ha ricordato gli inizi del suo percorso e le motivazioni che lo hanno spinto ad accogliere la chiamata del Signore, motivazioni che gli anni non hanno affievolito, ma che sono sempre valide: non si sono spenti, anzi, sono cresciuti l’entusiasmo e la voglia di accompagnare il popolo di Dio nel cammino di fede. m.g.

S. Maria dei Bagni – Scafati

Distribuite 200 copie dello speciale su Mons. Illiano Record di vendite nella parrocchia di Bagni

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on basta ideare e confezionare un buon prodotto, bisogna anche saperlo pubblicizzare, altrimenti resta “lettera morta”. La parrocchia di Bagni è tra i nostri migliori collaboratori in tal senso, con una media di 40 copie vendute ogni mese. Il tratto caratteristico di questa comunità è la collaborazione stretta con l’area marketing di Insieme: spesso p. Michele Floriano richiede la presenza diretta dei membri della redazioni addetti alla diffusione del periodico. In queste occasioni la vendita supera facilmente le 100 copie, grazie anche all’impegno che in prima persona il parroco profonde nel pubblicizzare la rivista contattando persona per persona. Ma il “record” è stato raggiunto lo scorso mese: circa 200 copie vendute con in allegato lo speciale sull’episcopato di mons. Illiano. Il numero fuori della media è stato un segno visibile di affetto nei confronti del vescovo che per tanti anni ha guidato la nostra Diocesi. “Bisogna sostenere il giornale – ci dice p. Michele – per far crescere il senso di comunità, per sapere in quale direzione

cammina la nostra Diocesi, per far conoscere gli eventi più importanti, anche sociali”. m. g.

Insieme incontra le parrocchie Questo mese ringraziamo e menzioniamo la parrocchia di S. Maria dei Bagni in Scafati, ma tante altre sono le parrocchie che si impegnano nella promozione della stampa cattolica, rappresentata sul territorio da Insieme. Nei prossimi mesi dedicheremo uno spazio fisso per conoscere il loro lavoro.

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News dalle Parrocchie Maggio mariano

San Teodoro Martire - Sarno

Parrocchia missionaria ed in preghiera insieme a Maria

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opo l’annuncio dell’angelo, Maria si reca in visita ad Elisabetta. Con questa immagine fissa e con questo intento la nostra parrocchia ha vissuto il mese di maggio: una preziosa occasione per rinsaldare, tenendo fissa nel cuore l’icona di Maria, la fede e il legame tra la Parrocchia-istituzione e il territorio. L’iniziativa più importante è stata quella dell’Eucaristia missionaria. Per due volte a settimana è stata celebrata la Messa serale in alcune famiglie della parrocchia che a loro volta hanno invitato altre persone. Si è cercato di coprire tutto il territorio, dalle zone periferiche a quelle più centrali per un totale di otto appuntamenti. Questo itinerario si è concluso con la processione della statua della Madonna, la nostra preziosa icona settecentesca, tra i giorni 28 e 29 maggio. Durante il sabato mattina la processione in forma non solenne ha percorso le strade periferiche della parrocchia, quelle che di solito per mo-

tivi di tempo non venivano toccate negli anni scorsi. La domenica Maria SS.ma della Purità: pomeriggio si è svolta, l’icona invece, la processione settecentesca venerata in in forma solenne che parrocchia ha toccato le principali strade parrocchiali. Al termine, è stata celebrata l’Eucaristia in piazzetta Abignente e il corteo formato dai fedeli ha accompagnato l’icona in chiesa dove è stata ricollocata nella sua nicchia d’onore. E per sottolineare l’importanza della maternità, abbiamo affidato a Maria tutte le mamme della nostra parrocchia e si è pregato per quelle defunte. L’8 maggio durante le Messe della mattina e della sera c’è stata la benedizione alle madri presenti e la consegna di un piccolo dono - un rosario - a tutte loro. Emanuele Robustelli

S. Maria delle Grazie - Angri

Auguri Raffaele L’esperienza di un laico che si impegna per offrire un servizio sempre più qualificato alla Chiesa

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oi è mai tardi per coronare un sogno. Ce lo insegna l’esperienza di Raffaele Manna della parrocchia di S. Maria delle Grazie in Angri e collaboratore della nostra rivista, che a 63 anni ha completato un percorso di studi. Il nostro collaboratore ha conseguito, infatti, il diploma accademico di magistero in Scienze Religiose il 23 maggio scorso, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Salerno. Raffaele è da sedici anni un trapiantato renale, e questa esperienza è un forte segno di vitalità, la manifestazione della volontà di impegnarsi e spendersi per gli altri

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A sinistra nella foto Raffaele Manna

nonostante le difficoltà superate. Come dice lui stesso: «Il desiderio di raggiungere questo traguardo era motivato dalla maggiore aspirazione di servire la Chiesa ed in particolare la mia Parrocchia. È questo un modo per ringraziare il Signore per avermi ridonato la vita».

Oggi sposi Tanti auguri a Maria Grazia Bonagura e Mariano Rotondo che il 13 maggio scorso hanno pronunciato il loro Sì davanti a Dio e davanti ai familiari e agli amici. Alla nuova famiglia vanno gli auguri della nostra Redazione, di cui Mariano è stato prezioso collaboratore per molto tempo. Che dalla vostra unione nasca una famiglia calda ed accogliente verso tutti coloro che incontrerete. Vi auguriamo tanta felicità, ed una vita insieme piena di gioie!


News dalle Parrocchie Insieme premia le parrocchie Durante il Premio Euanghelion sono state premiate le parrocchie che hanno raccolto più abbonamenti

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embra che la voglia di comunicare, di mettersi in rete, stia iniziando ad attecchire in Diocesi. Prova ne è il lavoro svolto da alcune redazioni parrocchiali nella diffusione e nella partecipazione alla realizzazione della rivista diocesana. Il nostro mensile ha voluto premiare le parrocchie più attive, ossia quelle che hanno sottoscritto più abbonamenti o hanno dei gruppi di lavoro che inviano mensilmente e stabilmente delle notizie. Durante il Convegno organizzato dal nostro mensile hanno ricevuto un attestato di riconoscimento le parrocchie di: S. Sisto in Pagani, S. Maria delle Grazie in Casatori di San Valentino T., S. Giacomo Maggiore Apostolo in San Valentino T., S. Antonio di Padova a Orta Loreto in S. Egidio del M. Albino, S. Teodoro in Sarno, Maria

SS. di Costantinopoli in Nocera Superiore. Il lavoro di questi “laboratori culturali” manifesta la voglia delle nostre comunità di raccontarsi e condividere le loro iniziative con il resto della Diocesi. Ciò sottolinea anche il ruolo svolto da Insieme nell’ambito dell’informazione cattolica territoriale, e mette in luce il fatto che la “cultura del giornale” si stia radicando anche nelle nostre realtà. Il nostro augurio è che il lavoro di questi angeli della comunicazione sia sempre più motivato, assiduo e qualificato e che la loro intraprendenza contagi anche tutti gli altri. Mariangela Giudice

Dall’alto: i referenti parrocchiali di Maria SS. di Costantinopoli, quella di S. Antonio di Padova e quella della parrocchia di S. Sisto II


News dalle Parrocchie “Passio Christi - Passio hominis”

San Bartolomeo Apostolo – Corbara

L’ANSPI ha organizzato a Corbara, il 22 aprile, nel suggestivo scenario esistente nella parte storica del paese, “Borgo Sala”, una particolare via Crucis

L’

oratorio ANSPI “Chiara Luce Badano” ha voluto

dei tanti educatori degli oratori sparsi ovunque. Nell’ultima

timidamente avvicinare la vita della Beata alla

stazione si è voluto rivolgere ai giovani un incitamento a

Passio Christi con la speranza di aiutare giovani

credere in questo mondo così difficile, pieno di guerre, dro-

e non alla ricerca di valori autentici, di un cammino sicuro,

ga, odio.

arduo, ma praticabile la propria vita.

Con l’immagine di Gesù deposto dalla Croce nelle braccia

Infatti, proprio questo ha scelto come termine di paragone

della madre l’oratorio ANSPI di Corbara si affida al Signore

questa splendida ragazza beatificata nel settembre 2010,

e si mette nelle sue braccia affinché possa perseguire alti

perché Ella, allegra, vivace, scherzosa, ha vissuto nella cer-

ideali e non lasciarsi inghiottire dalla mediocrità. D’Amato Regina

tezza di essere “amata da Dio” “di fidarsi di Dio” e di “stare al gioco di Dio”. Aveva colto un punto centrale e riassuntivo della spiritualità dell’unità: Gesù crocifisso e abbandonato. Lo trovava e Lo amava nei lontani, negli atei, nei suoi “fallimenti” e nei suoi dolori personali. Le XIV stazioni della via Crucis sono state rappresentate dai ragazzi e commentate dagli animatori dell’oratorio, i quali, con intima partecipazione e profonda commozione hanno saputo offrire il meglio di se stessi. Man mano che si percorrevano le tappe dell’agonia di Gesù esse sono state paragonate non solo alle tappe della vita di questa ragazza, ma anche a quelle dell’essere umano in generale. Nel quadro della Veronica che asciuga il volto di Gesù i ragazzi dell’oratorio hanno voluto sottolineare che tutti i giorni dobbiamo riconoscere Gesù nei volti di chi ci guida: dal Papa al Vescovo e ai sacerdoti e, perché no, anche nei volti

Piedimonte in rete Il quartiere incontra la politica In occasione delle elezioni amministrative in parrocchia è stato organizzato, il 4 maggio presso la sala teatrale dell’Oratorio S. Domenico Savio nella Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di Nocera Inferiore, un evento a cui hanno partecipato i candidati del quartiere Piedimonte, di qualunque colore politico, per discutere di progetti e prospettive, e per avviare un processo che andasse al di là

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del risultato elettorale. Hanno partecipato diversi “aspiranti” consiglieri, tra loro annoveriamo Caliendo Isabella, Cannavacciuolo Antonella, Capaldo Paolo, De Angelis Piero, Grassi Giuseppe, Manzo Forte Rosa, Milite Pasquale, Oliva Alfonso, Pagano Dina, Scarpa Gerardo, Siciliano Eugenio, Sorriso Bruno, Zarra Carmine, che si sono messi in gioco avendo a disposizione 3 minuti ciascuno in cui presentarsi e proporre idee, per poi ascoltare il quartiere e raccogliere le istanze o le critiche che potessero nascerne.

Auguri don Antonio La nostra comunità si raccoglie intorno al suo parroco, don Antonio Calabrese, nella preghiera e nell’affetto per augurargli buon onomastico il 13 giugno. Grazie perché ogni giorno continui a rendere presente la Grazia di Dio che agisce attraverso i Sacramenti; grazie perché ci indirizzi costantemente sulla strada del Vangelo; grazie perché sei per noi immagine del Buon Pastore. Auguri, don Antonio! La comunità parrocchiale

San Bartolomeo Apostolo – Nocera Inferiore Siamo partiti dall’analisi dell’Ing. Patrizia Lamberti, che ha poi assunto il ruolo di moderatrice, sulla situazione politica attuale della città ed in particolar modo del nostro quartiere, per poi passare alle proposte volte a riqualificare nel miglior modo possibile la zona. Scopo dell’incontro è stato proprio quello di legare l’elettorato al suo rappresentante, chiedendo di non dimenticare le promesse fatte in campagne elettorale e di essere coerenti nell’affrontare i problemi che si presentano, indipendentemente dai colori

politici. Dopo quest’incontro si è deciso di dar vita ad un laboratorio politico: organizzatori, futuri consiglieri, ma soprattutto normali cittadini si sono dati appuntamento per l’8 giugno, al fine di fissare i punti e le idee che sono emerse dall’incontro, per dare una concretezza all’attività amministrativa. A spronarci ancor di più nell’intraprendere tale esperienza che, seppur laica, guarda fortemente alla Chiesa, i molteplici moniti del nostro Vescovo e del Papa. Nunzia Pirro


News dalle Parrocchie “Maggio con Maria”

Santa Maria Maria Maddalena in Armillis - Sant’Egidio del Monte Albino

Gli appuntamenti religiosi dell’Abbazia di S. Maria Maddalena in Armillis di Sant’Egidio del Monte Albino

I

ntensi, con l’inizio del mese mariano, i momenti spirituali dell’Abbazia di Sant’Egidio. Anche quest’anno p. Massimo Staiano ha guidato la commemorativa “Peregrinatio Mariae” lungo il territorio parrocchiale, visitando circa 600 famiglie della comunità di fedeli. Il pellegrinaggio si è concluso il 31 maggio alle ore 20,00 con la recitazione itinerante del Santo Rosario, dalla chiesa parrocchiale di S. Maria, alla chiesa di Maria SS. delle Grazie dove è

stata celebrata l’Eucaristia. Nel frattempo, l’8 maggio, in occasione della festa della mamma, durante le SS. Messe, p. Massimo ha donato a tutte le mamme un piccolo Rosario, mentre i bambini dei vari gruppi parrocchiali hanno consegnato alle relative madri un cuore in cartoncino rosso con una poesia. Il 21 maggio, invece, un gruppo di fedeli della comunità parrocchiale ha raggiunto Città del Vaticano a

Roma per pregare sulla tomba del Beato Giovanni Paolo II. Inoltre, il 26 maggio, un gruppo di giovani ha concluso il corso di formazione alla Cresima ricevendo, da parte del Vicario episcopale per il Clero don G. Ferraioli, il sacramento della Confermazione. All’insegna dell’agape fraterna, infine, si è svolta, presso il “Parco Trombetta” di Serino (Av), la giornata conclusiva dell’anno associativo di tutti i gruppi parrocchiali. Maria Ermelinda Di Lieto

I sacerdoti aiutano tutti.

Aiuta tutti i sacerdoti. Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e v e n g o n o d i s t r i b u i t e a t u t t i i s a c e r d o t i , s p e c i a l m e n t e a q u e l l i d e l l e c o m u n i t à p i ù b i s o g n o s e , c h e p o s s o n o c o n t a r e c o s ì s u l l a g e n e r o s i t à d i t u t t i .

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IN BACHECA a cura della Redazione

Auguri di buon compleanno a:

Don Raffaele Corrado

Mons. Alfonso Desiderio (S. Maria delle Grazie, Pagani) il 4 giugno, don Raffaele Corrado (S. Alfonso, Sarno) il 17 giugno, don Vincenzo Ruggiero (S. Bartolomeo, Nocera Inferiore) che compie 70 anni il 21 giugno e a don Gianfranco Marotta il 23 giugno. Il Signore moltiplichi le benedizioni sui giorni della loro vita.

Auguri di buon onomastico a: Don Roberto Farruggio (Maria SS.ma di Costantinopoli, Nocera Superiore) il 7 giugno; don Antonio Adinolfi (S. Giovanni Battista e S. Bartolomeo, Nocera Superiore), mons. Antonio Calabrese, p. Antonio Cuomo (S. Giovanni Battista, Nocera Inferiore), don Antonio Guarracino (Gesù Risorto e Madonna di Fatima, Pagani), don Antonio Mancuso (Ma- Don Luigi La Mura ria SS.ma delle Tre Corone, Sarno), don Antonio Palumbo (Cappellano del Cimitero di Angri) il 13 giugno; don Romualdo Calcìde (Regina Pacis, Angri) il 19 giugno; p. Gigi Lamberti, don Luigi La Mura (S. Maria di Costantinopoli, Angri) il 21 giugno; don Giovanni Iaquinandi (San Biagio, San Marzano sul Sarno), don Giovanni Longobardi (Assistente spirituale della Congrega di S. Caterina, Angri), don Gianfranco Marotta, don Giovanni Orlando (Cappellano delle Suore Compassioniste, Angri), don Giovanni Padovano (Cappellano del Cimitero di Pagani) il 24 giugno; don Pietro Califano (Canonico della Cattedrale), don Piercatello Liccardo, Mons. Pietro Milite (Officiale del Tribunale Apostolico della Rota Romana) il 29 giugno. Che questa ricorrenza sia per tutti loro un invito ed un incoraggiamento a percorrere senza esitazioni Padre Antonio Cuomo la strada del Vangelo.

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Buon anniversario di ordinazione sacerdotale a: P. Pietro Lombardi (S. Alfredo, Sarno) il 3 giugno; don Rosario Villani (Ss. Simone e Giuda, Nocera Inferiore) il 4 giugno; mons. Mimmo Cinque (S. Prisco, Nocera Inferiore) e mons. Gaetano Ferraioli (S. Maria delle Grazie, S. Valentino) il 19 giugno; don Roberto Tortora (S. Maria Maggiore, Nocera Superiore) il 20 giugno; p. Gigi Lamberti (eremo di S. Erasmo) il 24 giugno; don Pietro Califano (Canonico della Cattedrale), mons. Gaetano D’Acunzi e mons. Mario Vassalluzzo (S. Michele, Nocera Superiore) il 25 giugno; mons. Domenico La Guardia il 26 giugno; don Alfonso Santoriello (S. Giuseppe, Nocera Inferiore) il 27 giugno; Mons. Antonio Calabrese (S. Mons. Mario Vassalluzzo Bartolomeo, Corbara), p. Silvano Controne (S. Antonio di Padova, Poggiomarino), don Natale Gentile (Maria SS.ma Addolorata, Roccapiemonte) e don Giovanni Iaquinandi, (S. Biagio, S. Marzano) il 28 giugno; don Flaviano Calenda (SS.mo Corpo di Cristo, Pagani) e mons. Ernesto Giove il 29 giugno; don Piercatello Liccardo (Maria Immacolata, Nocera Inferiore) il 30 giugno. Il Signore vi ha donato a noi come guide e custodi, vi doni di saper dare una risposta alle esigenze materiali e spirituali di questa terra. Un augurio speciale a don Andrea Annunziata (S. Sisto II e S. Francesco di Paola, Pagani) che il 1 giugno festeggia i dieci anni di sacerdozio. Tu che non hai avuto paura di rispondere alla chiamata del Signore pur da giovane, continua a non aver paura di andare da tutti coloro a cui Lui ti manderà. Giubileo sacerdotale per don Silvio Longobardi. Il 5 giugno il nostro Direttore e Custode della Fraternità di Emmaus festeggia 25 anni di sacerdozio. Auguri, carissimo don Silvio, noi tutti ti affidiamo alla Vergine Maria perché attraverso il tuo ministero sacerdotale il Signore continui a dispensare la saggezza dei suoi insegnamenti.

Don Silvio Longobardi


IN PARROCCHIA a cura della comunità parrocchiale

Monselice chiama Casatori

Il soffio dello Spirito

I

n attesa della Pentecoste, festa del dono dello Spirito Santo alla Chiesa, la comunità parrocchiale di S. Maria delle Grazie di Casatori in San Valentino Torio si è preparata con la celebrazione delle Cresime. Domenica 22 maggio venti giovani hanno detto il loro sì confermandosi nella fede in Cristo. Emozionati, ma pieni di gioia hanno partecipato con la consapevolezza di quanto stava accadendo in loro; come Cristo è l’Unto di Dio, così anche essi si sono configurati a Cristo, animati dallo stesso Spirito, inviati a vivere e a testimoniare il Vangelo di salvezza. A rendere più intenso il rito è stata la presenza di don Gaetano, che, sotto la duplice

Mentre fervono i preparativi per la XVI edizione dell’Infiorata, in programma dal 16 al 19 settembre, gli infioratori hanno partecipato all’evento “La Rocca in Fiore”

Il tappeto floreale che raffigura il volto di Garibaldi

Venti giovani hanno ricevuto lo scorso 22 maggio il sacramento della Confermazione

veste di parroco e vicario Episcopale per il Clero, ha presieduto la celebrazione, invitando i cresimandi a lasciarsi guidare dall’azione dello Spirito, perché con una dedizione pronta ad ogni sacrificio possano dare nell’amore tutto quello che hanno, tutto quello che sono. Alla fine della celebrazione, sul sagrato della chiesa, un vento gagliardo ha soffiato, sfiorando il volto dei presenti, quasi ad indicare la presenza dello Spirito che alita continuamente sulla Chiesa e spin-

ge ogni cristiano senza mai stancarsi, nonostante le delusioni, a rispondere sempre della ragione della speranza che è in noi. Marina Longobardi Foto Art Vision

P

er il secondo anno consecutivo gli infioratori di Casatori hanno partecipato all’evento “La Rocca in Fiore”, nella città di Monselice in provincia di Padova. La manifestazione è giunta quest’anno alla tredicesima edizione. Gli esperti del “Coordinamento Infioratori di Casatori”, grazie all’Associazione Culturale Le Vie dei Colori, hanno realizzato un tappeto floreale che aveva per tema i 150 anni dell’Unità d’Italia e raffigurava il volto di Garibaldi e lo stemma dei Savoia. Questo gemellaggio ha permesso di creare una vera opera d’arte ed è servita, nel stesso tempo, come importante momento di formazione per il gruppo di studenti locali, dell’Istituto Kennedy, che hanno contribuito alla realizzazione del tappeto floreale. Dall’incontro è scaturito un gemellaggio con il comune di Monselice, grazie all’impegno del presidente della Pro Loco locale, la dott.ssa Franca Donato, che parteciperà ufficialmente all’Infiorata di Casatori il prossimo mese di settembre, dal 16 al 19. Vi aspettiamo, a Casatori, dal 16 al 19 settembre, certi di farvi vivere, attraverso i diversi eventi in programma e la vista dei meravigliosi tappeti floreali, giorni sereni che stimoleranno il cuore ad una riflessione autentica sulla propria fede. L’armonia dei colori, la bellezza ed il profumo dei fiori, insieme alla gioia di offrire quanto di bello possediamo in dono al Creatore. Gaetano Ferraioli

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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. di Costantinopoli Nocera Superiore Coordinatore della redazione parrocchiale Carlo Attanasio

Facciamo festa insieme

di Carlo Attanasio

Dal 17 al 23 maggio si sono svolti i solenni festeggiamenti in onore di Maria SS. di Costantinopoli e San Pasquale Bylon

A DIARIO DI BORDO

nche quest’anno la parrocchia Maria SS. Di Costantinopoli si è dipinta di bianco, giallo e azzurro. Fuochi pirotecnici, inni sacri, balli e musiche hanno caratterizzato lo svolgimento dei festeggiamenti che si sono svolti da martedì 17 maggio a lunedì 23 maggio 2011. Una parrocchia inserita in un clima di grande gioia per la recente promozione in B della Nocerina che ha visto unire il sacro e la sana passione sportiva, tutti insieme per una grande festa: quella della gente.

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Martedì 17 maggio La preparazione È mezzanotte e tutta la cittadinanza è impegnata, chi addobba il quartiere, chi è in Chiesa per la veglia. L’attesa è trepidante e, con l’esplosione del primo mortaretto, inizia la festa, attesa per un anno intero speso a pensare come preparare il proprio palazzo, la strada: ognuno vuole rendere la festa un po’ più sua e cerca di dare il proprio contributo in tutti i modi. Incontri di preghiera e riunioni organizzative hanno fatto sì che questa festa potesse rappresentare la rinascita dopo la disdetta dell’anno precedente, quando la pioggia e il vento hanno spazzato via il lavoro e i sacrifici di un’intera comunità. I fedeli preparano il territorio parrocchiale per mostrarsi a tutti i visitatori nel modo più bello.

Giovedì 19 maggio Notte Rossonera Dopo il mercoledì dedicato al varietà in piazza, abbiamo un appuntamento atteso dalla tifoseria

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molossa. È la “Notte Rossonera” organizzata dai gruppi ultras della Nocerina di Nocera Superiore e concessa nei giorni dei solenni festeggiamenti da don Roberto Farruggio. Balconi rossoneri, bandiere con l’immancabile B, drappi, gigantografie e ogni altro oggetto con i colori sociali è stato messo in bella mostra sin dagli inizi del mese di maggio, così da non fare brutta figura al passaggio della squadra vincitrice del campionato cadetto. Sul palco allestito in Piazzetta Pecorari hanno fatto l’ingresso i beniamini della Nocerina 2010/2011: per tutti, De Liguori, Bruno, Di Maio, Castaldo, e per la dirigenza l’allenatore Gaetano Auteri, il vice Loreno Cassia, il Direttore sportivo Ivano Pastore e infine il patron Giovanni Citarella. Il club Rossonero di Pecorari ha gestito alla perfezione un evento


tanto concitato e seguito, erano presenti in pochissimo spazio non meno di 3000 persone. Ad animare la serata e a dettare i tempi di scena, Giuliano Pisciotta ed Enzo Pepe, da sempre giornalisti al seguito della compagine molossa. A fine serata targhe ricordo per i membri della rosa e per i dirigenti, torta per tutti e fuochi d’artificio e in sottofondo la canzone dei Queen “we are the champions” cantata con orgoglio e tanta gioia.

Venerdì 20 maggio Madonnari sotto le stelle, concorso giunto alla XIII edizione Provenienti dall’America, dall’Asia e da altri paesi del mondo, i Madonnari hanno iniziato alle 20,00 a dipingere l’asfalto, un materiale considerato uno scarto di lavorazione, che per tre giorni all’anno diventa

espressione di sacro, di puro, di arte. Una strada che si trasforma in una galleria d’arte a cielo aperto, con all’opera circa cento artisti, un miscuglio di lingue e di culture che propongono il loro bello e la loro idea. Sul tema “Il Volto di Cristo” il Concorso Internazionale dei Madonnari è giunto alla XIII edizione. Abbiamo visto prendere vita dal nulla volti, arredi, paesaggi che a volte meravigliano anche chi segue questo concorso dall’inizio. La notte dei Madonnari, con musiche e balli, ha avuto una grande affluenza di fedeli provenienti da paesi limitrofi e non solo. Alle prime ore del mattino tutto è compiuto e può essere ammirato, nel silenzio e nella bellezza.

Domenica 22 maggio Processione di San Pasquale Baylon e di Maria SS. di Costantinopoli Nove del mattino, fuochi d’artificio e coriandoli danno inizio al passaggio delle statue più venerate in parrocchia. In mattinata, la processione ha raggiunto le località più distanti dal centro come Casa Milite, Citola e Camerelle. Ogni palazzo si è consorziato offrendo un omaggio e manifestando la propria fede addobbando la facciata. Le due statue, portate con automobili adatte, sono giunte nella chiesa parrocchiale alle 12,30 per poi riprendere il cammino alle 16,00. Dal pomeriggio sono state portate a spalla dai portatori che da anni prestano servizio con devozione. In serata il passaggio solenne sui quadri realizzati dai Madonnari, momento molto suggestivo in cui la processione attraversa tutta la “galleria” fino a giungere davanti al sagrato della Chiesa. Una folla trepidante e commossa, con un applauso ha messo fine alla festa. Anche quest’anno è passata, sempre con qualcosa di diverso e, a volte, inaspettato.

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a cura della comunità parrocchiale San Sisto II Pagani Coordinatore della redazione parrocchiale Michele Raiola

Festa grande a Barbazzano

Cortile storico, datato 1551

Dopo un grande lavoro organizzativo, tutto è pronto per la festa di San Vito

L

a festa parrocchiale è ormai alle porte. Tutto è stato deciso dopo una serie di incontri cominciati dopo le festività natalizie. È stata costituita un’apposita Commissione, formata da rappresentanti parrocchiali ed esponenti locali con provata esperienza. A presiederla, don Andrea, che ha dato le principali direttive affinché la festa non derogasse da certe prerogative che egli aveva in mente. Infatti la “festa parrocchiale” vuole essere per il nostro parroco un’occasione per mostrare all’esterno tutto ciò che di valido riesce a fare una comunità che lavora a pieno ritmo. I vari gruppi che agiscono all’interno delle tre Commissioni (Celebrazione, Annuncio e Testimonianza) lavorano per un anno intero, ma nessuno sa fino ad ora con cognizione di causa che cosa “si produce”. Per questo nei due giorni della festa in alcuni cortili saranno allestite delle “vetrine” parrocchiali, cioè luoghi di esposizione delle attività e delle offerte parrocchiali.

Tutti i cortili coinvolti Abbiamo chiesto a due membri della Commissione Organizzatrice di presentarci i luoghi della festa e le attività che essi ospiteranno. «La nostra parrocchia è la risposta di Michele Raiola - si sviluppa su un territorio che il Signore ha voluto come luogo di diffusione del Cristianesimo fin dall’antichità e che conserva una vetustà di notevole fascino nei cortili storici di Barbazzano. Ebbene, ognuno di questi cortili ospiterà le nostre vetrine, e non solo. Infatti abbiamo deciso di dedicare il cortile più grande ai bambini: i nostri educacuori e le catechiste animeranno gli spazi sottraendoli per due sere alla loro consueta abitudinarietà. Poli di attrazione saranno il Teatro dei Buratti-

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L’interno del cortile dove si svolge la rappresentazione teatrale su San Vito

ni e i giochi che i nostri animacuori si inventeranno per il divertimento dei bambini, che si intratterranno gustando zucchero filato e sgranocchiando popcorn. Tutto questo al cortile n° 84». «Nel cortile n° 7 - ha aggiunto Salvatore Donato - ci sarà la rappresentazione teatrale su San Vito allestita dalla Compagnia Teatrale Parrocchiale con due rappresentazioni a sera. Poi in Piazza Cirio e nei cortili n° 20 e n° 34 ogni visitatore potrà gustare delle

Seconda stazione: Vito opera miracoli già in tenera età dando la vista ai ciechi e risanando gli infermi.


pietanze scelte, legate alla tradizione della Contrada, da un primo piatto ai dolci. Non mancheranno un po’ di comicità e le canzoni del repertorio classico napoletano, un genere musicale intramontabile».

Sarà con noi Mons. Giudice «La festa avrà un suo inizio solenne – ha proseguito Michele Raiola – con una Celebrazione eucaristica mercoledì 15 giugno, giorno in cui la Chiesa celebra San Vito martire presieduta dal nuovo Vescovo Mons. Giuseppe Giudice, il quale aprirà i lavori dell’incontro culturale che abbiamo chiamato “Appuntamento con la storia e le tradizioni”, come si può leggere dal programma». Salvatore Donato conclude la nostra chiacchierata parlandoci di due momenti che rendono “particolare” questa festa: «Nel pomeriggio della domenica, 19 giugno, la statua di San Vito sarà portata dai ragazzi della Comunità al centro di Via Barbazzano, seguita da tutti i bambini con le loro famiglie e i cani, ai quali verrà impartita la benedizione di rito. Infine, a chiusura della festa, si snoderà lungo tutto il percorso della strada la Via Gloriae con le 14 stazioni canoniche che descrivono e fanno rivivere i momenti salienti della vita del giovane Santo, fino al “glorioso” martirio. Per tutto questo ci è sembrato opportuno intitolare questo evento: FESTA GRANDE A BARBAZZANO! Un sentito ringraziamento da parte del parroco va a tutti i componenti del C.O.G.E, la Commissione Organizzazione Grandi Eventi, che con lavoro instancabile ha dato vita al grande evento parrocchiale». Martina Grimaldi

In cammino per Maria Il 14 maggio scorso la comunità parrocchiale di San Sisto II e quella di San Francesco di Paola hanno vissuto il pellegrinaggio a piedi a Pompei

«C

arissimi, all’inizio del nostro pellegrinaggio richiamiamo alla mente con quale animo abbiamo maturato questo proposito…». Con questa esortazione rivolta ai fedeli radunati in Chiesa alle sei del mattino è cominciata la benedizione del pellegrino. «Dobbiamo portare in dono l’esempio della nostra fede, speranza e carità, perché possiamo arricchirci nella mutua edificazione», ha continuato don Andrea, prima di procedere alla benedizione finale. Il lungo corteo, una volta chiuse le porte della chiesa, si è mosso lungo la strada nazionale che porta direttamente alla basilica della Madonna di Pompei. Tra canti e preghiere siamo giunti dopo due ore in un santuario quasi vuoto. La celebrazione, prevista per le nove, è stata officiata da don Andrea e da un altro sacerdote in un clima di silenziosa partecipazione. Alla fine ci si è ritrovati in una chiesa gremita di fedeli giunti da ogni parte. Eravamo in centoventi circa (qualcuno lungo il cammino si è divertito a contarci!) della parrocchia di San Sisto II e di San Francesco di Paola. Era il 14 maggio, giorno in cui la Chiesa celebra San Mattia apostolo: la prima lettura (dagli Atti degli Apostoli) recitava proprio così: “In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era di circa centoventi – e disse: Fratelli, …”. Ci siamo sentiti arricchiti!

Alcuni momenti del pellegrinaggio

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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. delle Tre Corone Sarno

Nuovi Crocifissi

I

n occasione della Messa in Coena Domini, gli altari delle nostre chiese sono addobbati in modo solenne, con composizioni floreali e altri simboli in omaggio all’Eucarestia che viene conservata per poter permettere ai fedeli di fare la Comunione Venerdì Santo (giorno in cui non si consacra l’Eucarestia). Quest’anno, nella Chiesa dell’Immacolata di Sarno, di fronte alla parrocchia, don Antonio Mancuso, coadiuvato da molti giovani, ha allestito un altare della reposizione dai toni molto forti e dal messaggio sempre attuale. Il tema era quello dei “Nuovi Crocifissi”, un omaggio a coloro che come Cristo, da innocenti, hanno sacrificato il dono più prezioso: la vita. «Chi

vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua», dice Gesù. Non c’è altra strada per andare a Lui, ogni altro cammino è illusorio.

Dopo la croce e la morte, c’è la Resurrezione L’hanno capito bene Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino, don Peppino Diana, Peppino Impastato, Eluana Englaro, Sara Scazzi, Yara Gambirasio, Marthin Luther King, Gandhi, Massimiliano Maria Kolbe, sei milioni di persone sterminate dal nazismo, civili fatti saltare in aria a causa degli attentati; tutte vittime dell’odio umano. Forse sarebbe

Nella Chiesa dell’Immacolata, il Giovedì Santo è stato allestito un altare della reposizione per ricordare i tanti innocenti che come Gesù hanno perso la vita ora che cristiani o non, tutti quelli che si commuovono di fronte alla morte di Gesù di Nazareth, capissero che non sarà possibile incontrarlo in Chiesa se non si accetta di incontrarlo e onorarlo nei tanti che ogni giorno sono costretti a salire sul Golgota. I teologi si sono domandati come fosse possibile per Dio essere ad Auschwitz. Non c’era bisogna di andare molto lontano per trovare la risposta. Il Dio di Gesù di Nazareth c’era. Non nella cappella dei lager, se ci fosse stata, ma nei forni crematori. Vittima tra le vittime. Non rubiamo il Crocifisso ai Crocifissi. Trasformeremo in idolo quello che si trova in Chiesa. Guido Caringi

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a cura della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine Pagani

Le nostre radici Pubblichiamo in anteprima uno stralcio del libro sulla nostra parrocchia che contiene appunti inediti del parroco don Giuseppe Scarpa. Abbiamo scelto le considerazioni di don Peppino su un evento del 1944 che contengono, tra l’altro, notizie storiche di prima mano sull’eruzione del Vesuvio. Buona lettura

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a mattina del 22 marzo una grave sciagura si è abbattuta sulla nostra contrada, segno manifesto della giustizia divina adeguata per gl’innumerevoli peccati coi quali viene oltraggiata la sua infinita maestà. Difatti il popolo s’è mostrato insensibile al castigo della guerra coi relativi disagi per cui invece di redimersi e far penitenza sui propri falli s’è abbandonato maggiormente al peccato. Il Signore ha voluto con questa nuova sciagura dare un’altra stretta di freni e far comprendere al popolo che vive spensieratamente che egli è onnipotente e potrebbe tutti annientare se lo volesse. Verso le ore 2 di notte è cominciata la caduta del lapillo vulcanico. Il Vesuvio che già da parecchi giorni si trovava in eruzione minacciando di annientare i paesi sottostanti dirigendosi soprattutto verso Torre del Greco, ha cominciato a dare pure una pioggia intensa di lapillo, che dal vento è stato portato in diverse direzioni ed a grandi distanze. Le zone più colpite sono state quelle dell’Agro Nocerino fino a Pontecagnano. Per tutto il giorno del 22 marzo è continuata densa e fitta la caduta di lapillo che ha ricoperto il molo per l’altezza di oltre centimetri 20 immergendo in un mare di lapillo tutti i prodotti agricoli.

I danni La campagna prima verdeggiante e ridente è diventato un mare immenso di lapillo. I prodotti agrico-

li sono andati completamente distrutti ed anche gli alberi fruttiferi sono stati danneggiati, parecchi tetti già scossi a causa dei bombardamenti e dei cannoneggiamenti dell’estate scorsa sono crollati provocando il crollo pure di alcune abitazioni. Si sono registrate pure delle vittime a seguito dei crolli, fra le quali i tre figli del giudice Pepe, compreso il figlio Peppino Avvocato, mio carissimo amico. Speriamo che il Signore ci usi la sua misericordia e non ci faccia vivere giorni più tristi. Il lapillo è caduto ininterrottamente fino alle 6 di sera. Di fronte a questa grave prova parecchie persone si sono riunite ed hanno girato per le strade e le Chiese implorando misericordia e perdono. Sabato mattina 25 c’è stata un’altra grave minaccia, per scongiurare la quale s’è mossa dalla Parrocchia una processione di penitenza con la statua della Madonna. L’ho guidata io con una fune al collo in segno di penitenza. Molte persone si sono unite lungo la strada. Abbiamo sostato nella Chiesa di S. Alfonso, dove il P. Marinaro ha rivolto ai penitenti parole di grave ammonimento. Anch’io quando siamo rientrati in Chiesa alle ore 17 circa ho approfittato dell’occasione per eccitare nell’animo dei partecipanti sentimenti di penitenza e di ravvedimento. Speriamo che questa nuova prova divina produca i suoi salutari effetti sul popolo. Durante la processione si sono raccolte numerose offerte votive per l’ammontare di L. 12.000 (dodicimila). Ho speso per lo sgombero del tetto della chiesa e degli altri locali L. 4.000. La differenza in L. 8.000 l’ho segnata fra le offerte riservate per i restauri della Chiesa. Pagani, 21 settembre 1944 Insieme - Giugno 2011

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PAGINE DELLA NOSTRA STORIA di Silvio Longobardi

Guai a corte

San Giovanni Bosco e il Risorgimento anni. Siamo nel 1855, il parlamento piemontese discute la legge sull’incameramento dei beni ecclesiastici. Il governo prende con la forza conventi e terreni appartenenti ai religiosi e caccia via frati e suore. Chi si ribella viene inviato in esilio. Quelle stesse leggi, dopo la proclamazione dell’unità, furono approvate anche nel resto del Paese.

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e vicende risorgimentali hanno avuto in san Giovanni Bosco un protagonista d’eccezione. Egli viveva e operava in quella Torino dove aveva sede il governo che guidò con sapiente regia le vicende militari e politiche. La sua opera sociale a favore dei minori è stata una luce nelle tenebre di un capitalismo che costruiva la ricchezza di pochi con lo sfruttamento di molti, compresi i moltissimi ragazzi che venivano dalle campagne. Don Bosco comprese la necessità di sostituire l’intervento repressivo con quello preventivo. Cominciò ad accogliere gli adolescenti dando loro la possibilità di imparare un mestiere, voleva che diventassero “buoni cristiani e onesti cittadini”. Ha vinto la sua scommesso. Prima che un valore caritativo, la sua opera ha avuto un forte e indiscutibile impatto culturale perché ha seminato un nuovo modo di pensare l’impegno educativo. Preti come lui hanno fatto l’Italia perché hanno contribuito a sviluppare quella cultura della solidarietà che oggi è un patrimonio acquisito dalla coscienza collettiva. Amato e odiato nello stesso tempo, don Bosco aveva ascolto anche presso la famiglia reale. Il primo biografo del Santo riporta un passaggio di quegli

All’inizio di quell’anno don Bosco manda una lettera a Vittorio Emanuele II in cui comunica di aver fatto un sogno premonitore, gli era apparso un messaggero che gridava: “Gran funerale a corte”. La missiva non ebbe risposta. La settimana dopo invia una seconda lettera in cui scrive che il messaggero diceva: “Grandi funerali a corte”. A giudizio del Santo il monito celeste era legato alla Legge che il parlamento stava per approvare. Il re ne fu turbato ma non cambiò la sua decisione. La cronaca di quell’anno ricorda che la morte entrò diverse volte nella corte piemontese: il 12 gennaio muore la regina madre, Maria Teresa, a soli 54 anni; il 20 gennaio tocca alla moglie del Re, Maria Adelaide, che di anni ne aveva 33; l’11 febbraio muore Ferdinando, l’unico fratello del Re; il 17 maggio muore Leopoldo, il figlio di Vittorio Emanuele. Conosciamo la triste vicenda della famiglia Savoia: il Re Vittorio Emanuele morì nel 1878, pochi anni dopo la proclamazione dell’unità, all’età di 58 anni. Il figlio Umberto I morì assassinato agli inizi del ‘900, il nipote Vittorio Emanuele III fu costretto all’esilio. L’erede al trono, Umberto II, anche lui esule, fu l’ultimo re della dinastia Savoia. A proposito di Cavour, vale la pena ricordare che lo stratega della politica unitaria non ebbe neppure il tempo di gioire per l’ambizioso traguardo. Proprio nei giorni in cui nella capitale del Regno si festeggiava l’agognata unità, il conte si ammalò e morì. Era il 6 giugno 1861. Aveva solo 51 anni!

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CULTURA

La lapide di Giovio

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frammenti di un passato sia pur non molto lontano, riemergono, contribuendo a segnare ancora una volta la storia e quanto i testi orali e scritti ci tramandano. Sia pure in piccoli frammenti, come i puzzle di un mosaico che va a ricomporre il quadro completo. Ė il caso dei frammenti di una lapide. Durante i lavori di restauro della Cattedrale, tra i resti ammucchiati nel sottotetto, sono stati rinvenuti (e fortunatamente non gettati via o mescolati agli scarichi di rifiuto) due listelli di marmo, con epigrafe incisa. Le due strisce marmoree sono diventate sette pezzi (le fratture sono infatti recenti). Raccolte dal parroco sono state consegnate al direttore del Museo Diocesano, ad memoriam. Ricomposti con pazienza i vari pezzi, si è ottenuto un doppio rigo, facilmente congiungibile e di agevole lettura, anche se la lunga striscia di marmo (cm. 80 x cm. 14) è stata tagliata in due, per motivi pratici, asportando gli apici sottostanti della scrittura. Si leg-

Arte... rischi di don Natalino Gentile

ge: PAULO IOVIO IUN /EPO’ NUC no BENEDICT. Nella cronotassi dei vescovi diocesani troviamo infatti PAOLO GIOVIO il Giovane (1560 - 1582), nipote di Giulio Giovio (1552 - 1560), nipote questi, a sua volta di Paolo Giovio il Vecchio (1528 - 1552). Nella traduzione c’è il dubbio se intendere la scritta una dedica (questo spiega il dativo: A Paolo Giovio Junior Vescovo nocerino benedetto… ) o il periodo di episcopato (e questo spiegherebbe l’ablativo: Essendo vescovo di Nocera Paolo Giovio Junior, fu benedetto…). Lasciamo la questione agli epigrafisti più esperti, o meglio alla fortuna nel ritrovare un altro frammento che ci risolva il dubbio. Il dato certo è che ci troviamo di fronte ad un ulteriore documento “intrigante” per la storia della nostra Diocesi nocerina.

Nepo’... vire che te dico

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…di riferimento ai valori familiari

uando dovevamo prendere delle decisioni importanti nonno Mimì ci invitava, sempre, a ponderarle bene prima di attuarle: studio, lavoro, matrimonio, in particolare, erano gli argomenti che lo spingevano a ripetere: A pezz’ quann’ s’ cos’ nun s’ scos’ chiù (La pezza [di stoffa] quando si cuce, non si scuce più) Inconcepibile, per lui, scucire una pezza di stoffa. Infatti, il tessuto si bucherebbe perdendo molto della sua integrità. Il riferimento all’arte sartoriale era utilizzato dal nonno anche quando voleva ribadire l’invito a meditare bene sul da farsi: O sart’ primm’ e cos’ …nghim’ (Il sarto prima di cucire… imbastisce) Nghimare è un termine traducibile in italiano con imbastire e, non avendolo ritrovato nel dizionario napoletano, deduco fosse proprio delle nostre zone. Il sarto, dopo aver tagliato la stoffa, usa imbasti-

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Paraustielli di Giuseppe Ianniello

re il vestito ossia cucirlo a punti leggeri e larghi, più facili da scucire senza lasciare traccia nel tessuto. La metafora insita nel discorso del nonno ci spingeva chiaramente a valutare prima e bene le conseguenze delle nostre scelte: mai prendere decisioni affrettate. Mordere il freno, scalpitare, voler anticipare i tempi è tutt’oggi un atteggiamento adolescenziale; la fretta di crescere e di dimostrare di essere adulti porta, quasi sempre, a voler sperimentare situazioni non idonee all’età anagrafica e… nonno, dall’alto della sua esperienza, ci invitava all’attesa consigliandoci: Ogni tiemp’ ven’ Ogni fic’ ‘a nu ramp’ (Ogni tempo arriva Ogni fico [maturerà] su un ramo) La sua estrazione contadina lo rendeva paziente e legato a doppio filo al ciclo della natura. Il tempo dà il giusto ritmo biologico e non solo al mondo vegetale! A lui faceva eco zio Eduardo, con voce grave ed in perfetto italiano: il tempo è galantuomo!


Spazio Consulenza di Antonietta Abete

Il Rosario per la Vita L’Editrice Punto Famiglia ha pubblicato il Rosario per la Vita, con i commenti di Giovanni Paolo II, tratti dall’Evangelium Vitae

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a preghiera è nascosta, come lo sono i bambini nel grembo della madre. Nessuno li vede. Corriamo il rischio di dimenticarli. La cronaca è piena di tanti e più gravi problemi. L’ultimo rapporto Istat pubblicato lo scorso mese di maggio afferma che un italiano su 4 è a rischio povertà. Nel 2010, il 5,5 per cento degli italiani ha dichiarato di non aver avuto i soldi per comprare il cibo. L’11 per cento ha dovuto privarsi delle medicine. Il 17 per cento non ha trovato soldi per i vestiti, mentre oltre il 16 per cento ha dovuto intaccare i risparmi oppure contrarre debiti per arrivare alla fine del mese. Problemi veri che vanno affrontati. Con urgenza. Ma tutto questo giustifica l’oscuramento sociale di quei bambini cui viene negato il diritto di vivere? È lecito nascondersi dietro i problemi di una società dove aumentano le disparità? Possiamo dire chissenefrega! Possiamo arrenderci ad una cultura che riconosce alle madri il diritto di uccidere il bambino che portano in grembo. No, diceva Giovanni Paolo II. Il suo è stato un grido accorato e sofferto che ha percorso tutto il pontificato. Sono tante le parole che ha pronunciato a favore dei bambini non ancora nati. Ma lui sapeva bene che le parole non bastavano. Ha chiesto una speciale preghiera per la vita. Don Silvio Longobardi ha voluto raccogliere l’appello del Pontefice ed ha lanciato una nuova iniziativa: «Ogni giorno tante mamme decidono di non posare lo sguardo sul loro bambino. Solo la preghiera può vincere la tentazione e aiutare ciascuna donna a trovare in Maria un segno di sicura speranza e consolazione. Vogliamo realizzare una rete di preghiera che abbracci tutti i giorni della settimana, vogliamo realizzare una grande alleanza tra tutti i credenti: i monasteri e le famiglie, le parrocchie e i conventi». Siamo certi, ha aggiunto, che «la preghiera è capace di smuovere le montagne». Strumento pratico di questa iniziativa è un opuscolo, la prima pubblicazione della neonata Editrice Punto Famiglia. Per ciascuno dei venti misteri del Rosario il sussidio, curato con dovizia nei contenuti e nella grafica, offre una riflessio-

Una rete di preghiera per la vita Cosa comporta l’adesione? Vuol dire assumere l’impegno di recitare il Rosario almeno una volta a settimana con una speciale intenzione per la vita nascente. Con questa preghiera i promotori dell’iniziativa vogliono affidare all’intercessione della Vergine Maria tutte quelle mamme che scoprono di aspettare un bambino in un contesto che non ne facilita l’accoglienza. La preghiera vuole anche abbracciare quelle mamme che hanno deciso di abortire affinché nel loro cuore possa riaccendersi una speranza e nella loro vita manifestarsi, in mille forme, la Provvidenza.

Per aderire contatta: Pina Di Maio - pina.elefante@fastwebnet.it ne del beato Giovanni Paolo II. La prefazione è stata affidata a Mons. Domenico Sorrentino, già Prelato di Pompei ed oggi Vescovo di Assisi. Egli fotografa perfettamente il ruolo della preghiera. «Sono venuto perché abbiate la vita, e l’abbiate in abbondanza (Gv 10,10). È il programma di Gesù. Egli è la vita! L’epoca in cui viviamo ha un grande anelito di vita, e purtroppo si arena spesso in una cultura di morte. Epoca di contraddizioni stridenti. Da dove partire, per sciogliere questo nodo? Per noi cristiani, la risposta non può essere che una, quella indicata dal Papa all’inizio del terzo Millennio: ripartire da Cristo! Ripartire da lui contemplando il suo volto. Ripartire facendosi accompagnare da Maria. In queste due espressioni, è la definizione stessa del Rosario».

Il Rosario per la Vita Commentato dal beato Giovanni Paolo II pp. 64 - prezzo: € 2,50 Per acquistarlo, rivolgersi a: Editrice Punto Famiglia Via Adriana, 16 - 84012 Angri (SA) Tel. 081 91 55 48 redazione@puntofamiglia.net


Associazione

Granello di Senapa

Inaugurata “Casa Arcobaleno” È stata aperta lo scorso 9 giugno la struttura di accoglienza per immigrati del Progetto “I Care”

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inalmente possiamo annunciare che Casa Arcobaleno è ufficialmente aperta per l’accoglienza degli immigrati convalescenti. L’inaugurazione è avvenuta giovedì 9 giugno 2011 alle ore 16,30 presso la Sala Sol Levante di Sarno (che fa parte dello stesso complesso residenziale della struttura di accoglienza). Presenti all’apertura insieme al presidente dell’Associazione “Granello di Senapa Onsus”, prof. Carmine Carbone, anche i responsabili delle associazioni “Gorèe Onlus” e “SOSolidarità”, partner del

Una piccola scuola

progetto a cui fa riferimento la struttura. Ha rivolto un saluto anche il dott. Fabio Fraiese, responsabile della formazione del CSV Salerno, ente finanziatore dell’iniziativa. Presenti anche i referenti dell’ASL Salerno e del Piano di Zona S1 insieme alle autorità ecclesiastiche e delle amministrazioni locali. Casa Arcobaleno è una struttura di accoglienza per immigrati, dimessi dalle strutture ospedaliere dell’ASL Salerno, ma che hanno ancora bisogno di cure e che purtroppo non hanno familiari ed amici in grado di provvedere alla loro salute. Essa è il frutto del lavoro del Progetto “I Care”, cominciato nei primi mesi del 2010 con la formazione degli operatori e volontari delle associazioni coinvolte. Nell’ultimo pe-

di Italiano Incontri settimanali per aiutare gli stranieri nell’integrazione sul lavoro e negli ambienti sociali

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n seguito alle richieste degli stranieri che hanno bussato alla porta del consultorio per chiedere aiuto, abbiamo pensato di fare un piccolo corso di Italiano per aiutarli nell’integrazione quotidiana. Forti dell’esperienza del Progetto “Alfabetizziamoci” (realizzato su iniziativa del Ministero dell’Interno con i fondi europei), alcuni volontari ed operatori dell’Associazione si sono impegnati per diverse settimane per dare le basi della nostra lingua italiana ad alcuni stranieri che già lavorano sul nostro territorio. Il problema maggiore è stato riscontrato nel risolvere la confusione tra italiano e dialetto che gli stranieri apprendono nei luoghi di lavoro. Un aspetto davvero positivo, invece, risiede nel fatto che il mini-corso è stato fortemente richiesto dai partecipanti che si impegnano per essere sempre presenti e spesso chiedono di avere esercizi e testi per allenarsi nei momenti liberi. Questo è un segno forte della voglia di queste persone di entrare in contatto e di integrarsi in una realtà sociale sicuramente diversa dalla loro. C. G. Per info: 081 94 08 81

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riodo, accanto agli incontri formativi, si sono intensificate le riunioni con le istituzioni coinvolte per gli adempimenti burocratici e per promuovere l’integrazione delle politiche sociali con quelle sanitarie, dello sviluppo locale, delle pari opportunità, armonizzando le varie procedure di accoglienza e assistenza per fornire un servizio che rispetti e promuova il bene della persona. Il progetto, attraverso il lavoro delle equipe medica, sanitaria e di accoglienza, mira all’accompagnamento integrale degli ammalati presi in carico affinché questi possano lasciare la casa portando nel cuore un’esperienza di speranza e di salvezza. Carmine Giordano


Il legale risponde

Truffa nell’acquisto di una cameretta Il negoziante gli fa firmare dei documenti e promette che in caso di ripensamento pagherà solo una caparra di 50 euro. Invece, in caso di recesso, il contratto prevedeva un risarcimento del 30% dell’importo pattuito Gentile avvocato, mi sono recato insieme a mia moglie in un negozio per acquistare una camera da letto per i nostri ragazzi. Il titolare ci ha fatto vedere varie soluzioni con i relativi preventivi e poi, poiché era il 28 febbraio del 2011, ci ha spinti a sottoscrivere un contratto di acquisto. Io non volevo firmare perché non avevo ancora deciso, ma il negoziante ha insistito: pagando soltanto € 50,00 avrei bloccato il prezzo che sarebbe aumentato dal 1° marzo, il giorno successivo. Il prezzo totale della cameretta era di € 6.000,00. Mi ha fatto firmare una serie di fogli, promettendo che con calma avrei poi scelto la cameretta e che non ci sarebbero stati problemi in caso di ripensamenti: avrei perso soltanto la caparra di € 50,00. Dopo alcuni giorni ho comunicato al negoziante l’intenzione di non acquistare la cameretta. Dopo una settimana mi arriva una lettera con l’invito a pagare un’ulteriore somma di € 1.750,00. Mi sono rivolto ad un avvocato, il quale, leggendo le condizioni contrattuali, mi comunicava che firmando il contratto accettavo la rinuncia al diritto di recesso e che in caso di ripensamenti, avrei pagato a titolo di risarcimento danni il 30% dell’importo

L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in piazza B. D’Arezzo n.11, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.

pattuito. Sono disperato… cosa posso fare? Massimiliano Caro Massimiliano, sai benissimo che la legge non ammette ignoranza, ma secondo quanto mi hai raccontato potrebbe essersi configurata un’ipotesi di raggiro che rende annullabile il contratto che hai stipulato. Quando i raggiri sono usati da un terzo, il contratto è annullabile se essi erano noti al contraente che ne ha tratto vantaggio. La norma mira a tutelare la libertà della formazione del consenso contrattuale. Tale raggiro può avere anche una valenza non civilistica, ma penale poiché può concretizzarsi in un reato di truffa. Ai fini dell’annullamento del contratto, ciò che conta è che il dolo ha concretamente indotto il soggetto in errore. Inoltre, l’art. 1337 c.c. impone alle parti che stipulano un contratto ad agire con buona fede. Nel tuo caso, il negoziante ti ha spinto con raggiri a stipulare un contratto che altrimenti non avresti firmato ed ha inoltre agito con malafede… sinonimo di mancanza di onestà. Avv. Giovanni Severino

Continui ritardi nel pagamento dell’affitto Caro avvocato, ho una proprietà che ho dato in fitto ad una società mediante la sottoscrizione di un contratto di locazione commerciale, ma la conduttrice ritarda sempre nel pagamento del canone mensile. Come posso tutelarmi? Pasquale Caro Pasquale, dovrei prima di tutto dare uno sguardo al contratto che hai sottoscritto per

esaminare le clausole inserite. In genere, un normale contratto di locazione prevede un termine di “respiro” che va dai cinque ai dieci giorni entro il quale il conduttore può pagare il relativo canone mensile senza essere considerato moroso. Non hai quantificato il ritardo, ma se rientra nel termine di “respiro” indicato nel tuo contratto, nulla è previsto dalla legge in tal senso. Se il ritardo invece si prolunga per due o più mesi, il conduttore diven-

ta moroso e tu potrai adire l’autorità giudiziaria competente per territorio e notificargli un ricorso di sfratto per morosità. All’udienza, poiché il tuo contratto è di tipo commerciale, il Giudice non potrà concedere ulteriori termini di grazia per sanare la mora. Convaliderà lo sfratto, indicando un termine decorso il quale potrai dare esecuzione al rilascio dell’immobile a mezzo di ufficiale giudiziario. G. S.

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ULTIMA FERMATA di Peppe Iannicelli

S-cortesia nei confronti del cliente Disavventura nella tratta Roma TerminiSalerno. Prezzi alti e dipendenti maleducati per la Frecciarossa

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ro in coda per acquistare un biglietto ferroviario sulla tratta Roma Termini-Salerno. Si era fatto tardi e, purtroppo, non avevo alternativa tariffaria al Frecciarossa; una seconda classe dalla capitale al capoluogo costa 47 euro. E mi sembra francamente esagerato visto che il costo di intercity ed eurostar è molto inferiore ed il tempo del viaggio non è poi così superiore. Spero che la sempre rinviata liberalizzazione del trasporto ferroviario renda anche noi, utenti del trasporto monopolista su ferro, più liberi di scegliere. Nel frattempo la coda verso lo sportello avanzava, ma molto lentamente. Altri motivi per lamentarsi con i compagni d’attesa: il sito per gli acquisti on line che funziona a singhiozzo, la mancanza di un’anagrafe elettronica che permette di ottenere la fattura fiscale anche dalle macchine self-service. L’umore non era dei migliori. Ma è diventato nerissimo quando è finalmente giunto il mio turno e mi sono imbattuto in una bigliettaia scortese. Indossava dei guanti di lattice come se noi viaggiatori fossimo degli appestati; non rispondeva al saluto di cortesia che

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ho ancora l’abitudine di rivolgere quando comincio una pratica; era distratta ché ho dovuto urlare urbi et orbi le mie coordinate tributarie. Mi sono molto arrabbiato per questo comportamento anche perché mi sono convinto che la bigliettante imprecasse in cuore suo, ma senza riuscire a camuffare il sentimento, contro ogni singolo viaggiatore al suo cospetto. Ma non era finita. Era una giornata storta, evidentemente, per Trenitalia che pur annovera tanti cortesi ed efficienti collaboratori. Salito sul treno mi sono imbattuto nel controllore, se possibile, ancora più scostumato della sua collega alla biglietteria. Ha fatto irruzione nella carrozza urlando a squarciagola: BIGLIETTI!, quasi che fossimo tutti sordastri. Ha cominciato a controllarli senza rivolger parola a nessuno. Quando è giunto al mio posto, pagato a peso d’oro, gli ho rivolto un saluto che egli non ha contraccambiato. Sono sbottato. Non ne potevo più e gliene ho dette quattro. Lui non si è scomposto di un centimetro e mi ha replicato sfacciatamente: se dovessi dire buongiorno a tutti passerei la giornata

a salutare i viaggiatori. Se n’è andato lasciandomi di stucco insieme agli altri viaggiatori contro i quali, ne sono sicuro, anche lui stava imprecando in cuor suo. D’altro canto uno dei motti più in voga tra gli addetti ai lavori è: in ferrovia si starebbe anche bene, se non ci fossero i passeggeri! Con quello che ho pagato il biglietto, la scortese impiegata e lo scortese bigliettaio avrebbe dovuto farmi almeno un bel sorriso, augurarmi buon viaggio e magari offrirmi anche una tazza di caffè. Ma perché mettete allo sportello gente simile? Perché fate salire sul treno questi individui? Chi sta a contatto con il pubblico, vale per un ufficio pubblico come per un ristorante, deve esser sempre e comunque cortese. Voglio però assicurare, in attesa che Trenitalia cominci a controllare il comportamento dei suoi dipendenti, alla tizia con i guanti di lattice ed al controllore stitico di saluti che ben volentieri mi rivolgerò - quando sarà possibile - alla concorrenza liberandola dei miei virus e della mia presenza. E liberando, probabilmente, anche loro da un lavoro fatto così male.


Parrocchia

San Giovanni Battista Via Cicalesi - Nocera Inferiore (SA) - www.luceradiosa.it

Domenica 19 giugno Ore 11.00: Santa Messa e consacrazione dei “giuannielli” al Santo Patrono Ore 20.00: Santa Messa e benedizione di tutti i giovani impegnati con gli esami di maturità

Solenni festeggiamenti in onore del Santo Patrono

TRIDUO DI PREPARAZIONE Martedì 21

Ore 19.00: Santa Messa con tutti gli ammalati e gli anziani animata dal coro parrocchiale dei fanciulli “Cantate pueri Domino”

Mercoledì 22

Ore 21.00: Santa Messa animata dalla Corale parrocchiale “Propheta Altissimi” ed atto di consacrazione delle famiglie al Santo Patrono

Giovedì 23

Ore 21.00: Santa Messa animata dalla Corale parrocchiale “Propheta Altissimi” e offerta delle primizie della terra. Partecipano tutte le categorie del mondo del lavoro

Venerdì 24 giugno Solennità di San Giovanni Battista Sante Messe: Ore 9.00 - Ore 21.00

Sabato 25

Ore 17.30: Santa Messa e processione del Santo Patrono per le strade principali della Parrocchia: Statio in Via Fiuminale, Via Durano, Via A. Cuomo, Villanova, San Mauro, Via Pascoli, Piazzetta Cicalesi, Via E. De Filippo, Merichi Ore 22.00: Accoglienza del Santo Patrono da parte dei piccoli “giuannielli” sul sagrato della Chiesa vecchia Ore 23.00: Rientro nella Chiesa parrocchiale. Liturgia conclusiva e benedizione

Domenica 26

Ore 8.30: Santa Messa e benedizione dei partecipanti alla settima edizione della passeggiata ecologica “Bicicalesando” Ore 11.00: Santa Messa. Battesimi

XVII Sagra degli ortaggi con la salsiccia Sabato 2 luglio - ore 21.00

Spettacolo dei nostri bambini del catechismo. Animazione con giochi gonfiabili per i piccoli. Premiazione del 3° Torneo di calcio a 5 del nostro Oratorio Mariano (ANSPI). A seguire: l’Orchestra “Le onde sonore”

Domenica 3 - ore 21.00

Spettacolo teatrale dei nostri giovani e ragazzi dell’Oratorio Mariano

“Pulcinella sindaco di Napoli”.

Animazione con giochi gonfiabili per i piccoli. Sorteggio a premi per i partecipanti della “Bicicalesando”. Seguono balli di gruppo, karaoke, liscio e latino-americano per tutti

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale



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