Insieme - Giugno 2013

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GIUGNO 2013 N. 6 ANNO VIII - € 2,00

L’ABBRACCIO ACCOGLIERE

MATURITÀ

PUPO

Il tema della Sosta ecclesiale del 17 e 18 giugno

Mille paure. I giovani si raccontano

Così ho sconfitto la dipendenza dal gioco d’azzardo




GIUGNO 2013 N. 6 ANNO VIII - € 2,00

Fotografia Felici

GIUGNO 2013 N. 6 ANNO VIII - € 2,00

L’ABBRACCIO L’ABBRACCIO ACCOGLIERE Il tema della Sosta

ACCOGLIERE ecclesiale del

17 e 18 giugno Il tema della Sosta ecclesiale del 17 e 18 giugno

MATURITÀ Mille paure.

MATURITÀ I giovani

si raccontano Mille paure. I giovani si raccontano

giugno 2013

PUPO Così ho sconfitto

PUPO la dipendenza

dal gioco d’azzardo Così ho sconfitto la dipendenza dal gioco d’azzardo

PRIMO PIANO

5 EDITORIALE

E se avesse bruciato la bandiera?

a cura di Antonietta Abete e Salvatore D’Angelo

di Silvio Longobardi

LA SOSTA ECCLESIALE 7 LO STILE DELLA FRATERNITÀ 8 IL TEMA: ACCOGLIERE 11 IL RELATORE: MONS. MORFINO 12 IL CAMMINO COMPIUTO

6 L’ABC DELLA FEDE

Talenti da mettere a frutto risponde mons. Giudice

16 SCUOLA & UNIVERSITÀ Maturità: mille paure di Martina Grimaldi

VITA NELL’AGRO 20 Maria Sassone: va a Lourdes

40 IN DIOCESI

Uffici diocesani e associazioni

grazie a Insieme

a cura della Redazione

28 VITA ECCLESIALE

44 BACHECA

In 2000 per la Veglia di Pentecoste

50 IN PARROCCHIA

Pagine parrocchiali

58 CULTURA

Libri, storia e arte

I nostri auguri a cura della Redazione

di Salvatore D’Angelo

45 NEWS DALLE PARROCCHIE

31 MONTE TABOR La vocazione

a cura della Redazione

60 LE RUBRICHE

Notizie dalle parrocchie

Suore di San Giovanni Battista Il legale risponde

a cura di Mariarosaria Petti

a cura dell’avv. Gianni Severino

di p. Matteo Ferrari

insieme Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

Direttore Editoriale Silvio Longobardi

Bonfiglio, Mario Fugaro, Antonio Amarante, Flora Gaito, Andrea Cocchi, Maria Sessa, Fabio Senatore, Francesca

Coordinatrice Antonietta Abete

Amministrazione Via Vescovado, 4 - 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466 redazioneinsieme@alice.it

Segreteria di redazione Maria Luisa Franco

Editore Associazione Editrice Insieme Luciano Vastola (presidente)

Marketing Sofia Russo Amministrazione don Gaetano Ferraioli Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Mariangela Giudice, Giovanni

Direttore Responsabile Andrea Annunziata

Severino, Maria Ermelinda Di Lieto, Isabella Cascone, Sofia Russo, Valentina Giudice, Mario Scarpa,Tiziana

€ 50,00 benefattore

Pauciulo, don Antonio Cuomo, Raffaele Manna, Maria

Redazione Salvatore D’Angelo, Martina Grimaldi Mariarosaria Petti

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Liguori, Donatella Ferrara, P. Matteo Ferrari, Giovanna

Anna Crispo, don Natalino Gentile, Anna Chiara Deside-

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rio, Anna e Paola Gelo, Mariano Rotondo

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano Stampa Grafica Metelliana s.p.a. - Cava de’ Tirreni (SA) Abbonamenti € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola € 20,00 ordinario con ritiro postale € 25,00 sostenitore

Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 27 maggio 2013

“Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.

Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Roma, piazza San Giovanni

D

urante il tradizionale concerto del primo maggio, organizzato dai sindacati, uno dei cantanti ha alzato al cielo un preservativo, come se fosse un’ostia, mimando gesti e parole che il sacerdote compie durante la Messa quando presenta al popolo il Pane consacrato. “Questo è il modello che uso io, che toglie le malattie dal mondo, prendetene e usatene tutti, fate questo, sentite a me”. Il conduttore ha subito preso le distanze. Ma è stato l’unico a farlo. Nessuna parola di scusa da parte dei sindacati che organizzano la manifestazione e hanno, dunque, una precisa responsabilità morale. Nessuna condanna da parte della stampa. Repubblica descrive così il fatto: “Un po’ di trambusto hanno creato i Management del Dolore Post-Operatorio”. Su Libero troviamo un giudizio assolutorio e una decisa condanna dei perbenisti che s’indignano. Massì, in fondo cosa ha fatto di male? Una bravata giovanile. Forse qualcuno la considera una provocazione intelligente. E se invece di alzare il preservativo come un’ostia, avesse bruciato una pagina del Corano? E se avesse inneggiato alla Shoa? E se avesse bruciato la bandiera italiana? Davvero tutto sarebbe passato nell’indifferenza generale? Tre anni fa nella laicissima Francia, contraria ad ogni simbolo religioso, la foto di un uomo che usava la bandiera nazionale come carta igienica, sollevò scandali e polemiche e convinse ad approvare una nuova legge per difendere il vessillo tricolore. Eppure si trattava solo di un simbolo e di una foto che aveva un chiaro intento provocatorio e non certo offensivo. Qualcuno forse ricorda in casa nostra le polemiche sul fatto che i calciatori della Nazionale non cantavano l’Inno di Mameli. Anche questo è solo un simbolo eppure ha fatto sprecare fiumi

E se avesse bruciato la bandiera? di inchiostro ed ha costretto gli sportivi ad imparare le parole. Lo scorso anno un soldato americano in Afghanistan bruciò il Corano. Tutta l’America si affrettò a chiedere scusa. Lo fecero per convinzione o solo per paura delle rappresaglie? Temo che la risposta esatta sia la seconda. Anche se nessuno dei protagonisti lo ammetterà mai. Qualche anno fa un ministro italiano indossò una maglietta con le ormai famose vignette che raffiguravano Maometto. Il gesto fu prontamente condannato come una pericolosa provocazione. Ma nessuno criticò, anzi molti apprezzarono la vignetta disegnata da Vauro e presentata ad Annozero il 4 dicembre 2008: accanto alla tre croci tradizionali, appare una quarta alla quale è appeso un giovane. “Questi sono i due ladroni e tu chi sei?”, domanda Gesù. E lui: “Non lo sai, bel biondino?”. Una satira, si affrettano a dire i paladini della libertà. Ma come mai la parodia tocca sempre e soltanto i simboli della cristianesimo e mai quelli dell’islam? Non sarà forse la paura? Anche la Chiesa ha tenuto un atteggiamento riservato, non ha voluto alzare inutili polveroni. Io non sono così sicuro che il silenzio sia la strategia migliore. Qualcuno potrebbe obiettare che non vale la pena dare troppa importanza ad un episodio che in fondo rappresenta solo l’ennesima conferma di una famosa legge di Albert Einstein: “Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima”. E tuttavia ci sono situazioni in cui reagire con fermezza è necessario. Non solo per difendere dall’ingiuria gli affetti e le convinzioni più profonde della coscienza religiosa ma anche per invitare i cattolici a non subire passivamente gli oltraggi di una cultura sempre più ammalata di cristianofobia. Insieme - Giugno 2013

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L’ABC DELLA FEDE risponde mons. Giuseppe Giudice

Talenti da mettere a frutto Interpellato sui doni dello Spirito Santo, il vescovo Giuseppe ricorda che sono carismi speciali, ricevuti gratuitamente insieme al sacramento della Confermazione. A noi il compito di farli fruttificare

Eccellenza, sto per ricevere il sacramento della Confermazione e durante il corso di preparazione la catechista ci ha chiesto di riflettere sui doni dello Spirito Santo. Volevo chiederle come deve il cristiano, nell’attuale contesto storico, percepire e vivere questi doni?

Carissima Sofia, la sera di Pasqua, nel cenacolo, Gesù soffiando sugli apostoli dice: Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20,22), primo dono ai credenti, come ci fa ripetere la liturgia. Lo Spirito Santo è il dono di Gesù Risorto, affinché ognuno non viva più per se stesso ma per Lui che è morto e Risorto per noi. Riceviamo il frutto dello Spirito che è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (cf. Gal 5,16ss). Nel dono riceviamo anche i doni, carismi speciali, che ci abilitano a vivere da Cristiani. Sono doni settenari per indicare la pienezza della vita

EDICOLA Amato Giornali - 081 513 27 08 EDICOLA Diodato - 328 16 80 694 EDICOLA Ruocco Bruna - 333 29 03 154 EDICOLA Attianese Vincenzo - 081 517 64 09 EDICOLA Fortino - 081 94 82 56 EDICOLA Ferro Francesca - 081 517 22 95 CARTOLIBRERIA CORINTO - 081 517 48 74 CENTRO EDICOLA - 081 514 40 60 EDICOLA Lambiase - 081 514 40 88 SARDO ART - 081 91 73 53 EDICOLA Daniele Raffaella - 081 515 14 69 EDICOLA D'Andria Giuseppe - 339 34 09 275 EDICOLA Zambrano Valentino - 081 320 80 23 TUTTO srl di Bello M. Rosaria - 081 513 61 73 MIR MIR MIR - 081 513 71 49 EDICOLA Archimede - 081 528 12 48

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Via Dei Goti, 11 Via Dei Goti Piazza Doria C.so Vittorio Eman., 42 Via M. Nonio Balbo Via Roma, 79 Via Loria, 31 Via Russo Piazza Zanardelli Via Cesarano Via G. Marconi Via Gramsci C.so Umberto I, 11 Via Roma, 50 Via Roma, 85-87 Via Dante Alighieri

Sofia

cristiana: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio. Sono doni da accogliere, dati gratis nel sacramento, che hanno una grande valenza per la vita cristiana. Sono i sette doni che riceviamo nel sacramento della cresima e come talenti non vanno nascosti ma fruttificati per dare alla nostra vita lo spessore del Risorto. Mons. Giuseppe Giudice

ANGRI ANGRI ANGRI NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA SUPERIORE ROCCAPIEMONTE PAGANI PAGANI S. MARZANO SUL SARNO S. VALENTINO TORIO SARNO SARNO POGGIOMARINO

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IN PRIMO PIANO di Antonietta Abete e Salvatore D’Angelo

ACCOGLIERE:

LO STILE DELLA FRATERNITÀ

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i arriva sempre a giugno con un po’ di affanno e con il desiderio di fare una sosta, una pausa per riflettere e poi ripartire. È quello che propone il vescovo Giuseppe quando invita tutta la comunità diocesana a ritrovarsi insieme per ripensare il cammino compiuto. Non si tratta di fare un bilancio rigoroso perché la Chiesa non è un’azienda e non può misurare il bene seminato né i frutti raccolti. Ma possiamo almeno tentare una verifica attenta per individuare risorse e lacune, punti di forza e debolezze. Più che i numeri, qui contano le persone, i volti e le storie di chi ha incontrato Gesù Cristo. È certamente utile presentare idee e progetti pastorali. Ma c’è il rischio di ridurre il Vangelo ad una dottrina. Per questo, è necessario imparare a raccontare la fede. La sosta ecclesiale diventa anche occasione per guardare oltre, al prossimo anno pastorale. Il Vescovo traccia la prossima tappa e racchiude tutto in una parola, semplice e impegnativa: accogliere. Un altro piccolo passo dopo ricominciare e ascoltare, i verbi che hanno ritmato i primi due anni del suo episcopato.

Con questo verbo il Vescovo invita a ripartire dalla relazione con Dio e con il prossimo. Accogliere deriva dal latino collígere (cum lègere) e significa mettere assieme. Accogliere infatti vuol dire fare spazio a Dio, proprio come ha fatto la Vergine Maria. Ma vuol dire anche impegnarsi a costruire uno stile di dialogo e di fraternità nella comunità ecclesiale. E Dio sa quanto ne abbiamo bisogno! C’è troppo individualismo. La mancanza di comunione tra i presbiteri impedisce di creare percorsi di effettiva collaborazione e diventa perciò il primo e più grande ostacolo all’annuncio del Vangelo. Prima e più che un progetto pastorale il verbo accogliere invita ciascuno ad assumere un altro sguardo. Se la Chiesa diocesana vuole essere e diventare una vera comunità, deve imparare l’arte dell’accoglienza che significa: camminare insieme e intrecciare i passi, le sensibilità, le ricchezze. Una via faticosa, senza dubbio, ma anche la necessaria premessa per una significativa e duratura rivoluzione pastorale. Silvio Longobardi


LA SOSTA ECCLESIALE: IL TEMA Masaccio, “Crocifissione” Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli

Il 17 e 18 giugno la Chiesa diocesana è chiamata a vivere, per il secondo anno consecutivo, la Sosta Ecclesiale. “Accogliere” è il verbo scelto dal vescovo Giuseppe per il discernimento comunitario. L’appuntamento è presso il complesso parrocchiale Santa Maria Maggiore in Nocera Superiore, alle ore 19,30

Il discepolo l’accolse con sé

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’è un gesto, che avviene ai piedi della croce, che qualifica in modo peculiare il tema dell’accoglienza. Donata da Cristo a Giovanni, Maria è accolta dall’Apostolo tra le cose care mentre anche Maria, la Madre, ha già accolto, su indicazione delle parole del Figlio, l’Apostolo nella casa del suo cuore (cfr GV 19,27). Nel Vespro del Venerdì Santo, questa duplice accoglienza è il primo frutto maturo della croce. Maria accoglie Giovanni ed è da lui accolta, ai piedi della croce, sotto la croce, dove nasce ogni vera maternità e figliolanza. Accogliere è il verbo della fede, indica un atteggiamento spirituale fatto di disponibilità, di partecipazione. Accogliere vuol dire attendere, preparare, fare spazio, dire sì a colui o colei che deve entrare nel luogo della tua vita.

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Accogliere è il verbo che la Chiesa di Nocera – Sarno vuole coniugare e rielaborare nell’Anno Pastorale 20132014. Dopo i verbi RICOMINCIARE e ASCOLTARE, ecco il verbo ACCOGLIERE, che è il verbo del sì disponibile e pronto. Ci esorta l’apostolo Giacomo: “Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla” (Gc 1,2225).

Così, il verbo accogliere diventa un passo ulteriore dopo l’ascolto e vuol dire mettere in pratica, scegliere. Gesù, Maestro di accoglienza, ci indica il percorso dell’accoglienza: “Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato” (Gv 13,20). Il Maestro ci conduce così al cuore stesso di Dio, al mistero trinitario: accoglienza dello Spirito mandato da Gesù, accoglienza di Gesù mandato dal Padre e accoglienza di colui che manda, il Padre. Siamo radicati nell’accoglienza trinitaria e, l’accoglienza che nell’eterno avviene tra i tre, diventa modello e icona della nostra accoglienza, per cui Paolo potrà dire: “accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi” (Rm 15,7). Non esiste accoglienza orizzontale (tra di noi), senza quella accoglienza verticale, che è accogliere Dio nella


Foto Salvatore Alfano (2)

I lavori dei laboratori durante la Sosta dello scorso anno

propria vita. Chi accoglie Dio, accoglie l’uomo. Chi non accoglie Dio, molte volte fa dell’uomo un dio. C’è tutto un percorso che la nostra Chiesa potrebbe fare, modellando i propri gesti sui gesti di accoglienza di Gesù verso i poveri, i peccatori, gli ammalati, le donne, i bambini. Ci sono nel Vangelo e anche nell’Antico Testamento bellissime icone (Abramo alle querce di Mamre, Zaccheo, Marta e Maria, etc) che possono dare respiro di accoglienza alle nostre comunità. Una Chiesa accogliente deve innanzitutto accogliere la proposta del suo Signore; deve accogliere Gesù, Parola e Pane, per poter andare ai Poveri. Accogliere vuol dire anche “dire realmente sì” alla proposta della Chiesa diocesana per realizzare una pastorale in comunione, non dispersiva, non autoreferenziale, non improvvisata, non emotiva, capace di incidere real-

LA CHIESA GIOVANE Lo scorso anno, il 25 e 26 giugno, la Chiesa diocesana ha vissuto la sua prima Sosta Ecclesiale

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entre la Chiesa diocesana si prepara a vivere la sua seconda Sosta Ecclesiale, facciamo un passo indietro per ricordare l’esperienza che lo scorso anno ha coinvolto più di 800 persone, presso l’auditorium “S. Alfonso” di Pagani. In due calde serate di giugno, parrocchie, gruppi, associazioni e movimenti si sono fermati per riflettere sul tema della “Chiesa giovane” accompagnati dalle relazioni di Mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, e di don Nicolò Anselmi, già responsabile del servizio nazionale di Pastorale Giovanile. Gli spunti ricevuti sono stati ulteriormente approfonditi in 12 laboratori tematici, animati dai 12 giovani del Consiglio episcopale dei Giovani e dagli altri 72. Lavoro che è proseguito per tutto l’anno pastorale. Antonietta Abete

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mente nei percorsi esistenziali della gente.

LE INTUIZIONI Due intuizioni mi sembrano da approfondire, tenendo presente il discernimento comunitario che stiamo compiendo: i Giovani e i Cortili dell’Evangelizzazione. Innanzitutto la pastorale con i giovani (12 e 72 e altri), che può diventare lievito di evangelizzazione con e verso le nuove generazioni. Intuizione che va accolta, a cui va dato spazio, cuore, intelligenza perché possa crescere nelle comunità. Permettere ai giovani di diventare oggi soggetti di evangelizzazione non è poca cosa. Certamente, l’intuizione

Accogliere è il verbo del sì, disponibile e pronto richiede anche preghiera e sacrifici e revisione dei nostri schemi che oggi, forse, non tengono più. L’altra intuizione, da accogliere con simpatia, sono i cortili dell’evangelizzazione, da comprendere innanzitutto nella giusta valenza per ridare alla nostra pastorale il sapore autentico del popolo che è, nonostante le diversità, sempre popolo di Dio. Recuperare i cortili come luogo e metodo pastorale vuol dire allargare i confini delle parrocchie e accogliere gli uomini

e le donne non come vorremmo che fossero, già con aureole di santità, ma così come sono, impastate di cielo e di terra, ed avere la passione e il coraggio di accompagnarli in un autentico cammino di fede ed ecclesiale. Vorrei che puntassimo o scommettessimo su queste due realtà – Giovani e Cortili – ben sapendo che richiedono un tempo di rodaggio e di approfondimento per diventare stile di una Chiesa che accoglie e si sente accolta dal mondo e che, nel tempo difficile, va riscrivendo la sua grammatica evangelica per essere sale, lievito e luce e per poter accogliere in un bambino il volto stesso di Dio (Cf. Mt 18,5). Mons. Giuseppe Giudice

L’abbraccio con Papa Francesco

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ncontro sulla tomba di Pietro tra i Vescovi italiani e Papa Francesco. Tra questi c’era anche monsignor Giuseppe Giudice, che ha abbracciato e salutato il Santo Padre a nome dell’intera Chiesa dell’Agro. Ai Vescovi riuniti in Vaticano per la 65esima Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, Papa Francesco ha detto: «La conseguenza dell’amare il Signore è dare tutto per Lui: questo è ciò che deve distinguere il nostro ministero pastorale». «Essere Pastori - ha aggiunto il Pontefice - vuol dire anche disporsi a camminare in mezzo e dietro al gregge: capaci di ascoltare il silenzioso racconto di chi soffre e di sostenere il passo di chi teme di non farcela; attenti a rialzare, a rassicurare e a infondere speranza. Dalla condivisione con gli umili la nostra fede esce sempre rafforzata: mettiamo da parte, quindi, ogni forma di supponenza, per chinarci su quanti il Signore ha affidato alla nostra sollecitudine. Fra questi, un posto particolare, ben particolare, riserviamolo ai nostri sacerdoti».

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LA SOSTA ECCLESIALE: IL RELATORE Mons. Mauro Maria Morfino

Padre accogliente Cresciuto all’ombra di San Giovanni Bosco, monsignor Mauro Maria Morfino è dall’aprile 2011 vescovo di Alghero-Bosa, diocesi nel nord ovest della Sardegna. Il 17 giugno sarà relatore principale per la Sosta ecclesiale diocesana

È

un sardo doc monsignor Mauro Maria Morfino. Il vescovo di Alghero-Bosa, nato ad Arborea in provincia di Oristano, il 17 giugno sarà relatore principale per la Sosta ecclesiale diocesana. Fine studioso ed apprezzato direttore spirituale, si è formato alla scuola di San Giovanni Bosco. Monsignor Morfino ha frequentato, infatti, il ginnasio nella casa di formazione dei Salesiani a Genzano di Roma, seguito dal noviziato a Lanuvio, conclusosi con la professione temporanea il 12 settembre 1975. Il 25 settembre 1983 ha emesso la professione perpetua. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 19 luglio 1986, ad Arborea, dal vescovo Giovanni Pes, primo pastore della diocesi unita di Alghero-Bosa. Ad imporre le mani per la sua consacrazione episcopale fu, invece, il 3 aprile 2011, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano.

Gli impegni prima dell’episcopato Il Vescovo di Alghero-Bosa è stato insegnante di educazione musicale nelle scuole Medie inferiori e segretario della scuola media “Don Bosco” di Arborea. Dal 1987 al 1990 ha collaborato con la Rappresentanza Pontificia a Gerusalemme. Dal 1995 al 1998 è stato direttore spirituale del Pontificio seminario regionale sardo. Dal 1992 è stato docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica di Cagliari e, dal 1996 anche vice preside.

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onsignor

Morfino

ha

conseguito il diploma di studi filosofici presso la Pontificia

Facoltà della Sardegna, ma ha voluto approfondire gli studi accademici in Medio Oriente, conseguendo a Gerusalemme il Baccellierato in Sacra

Attualmente è ordinario di Scienze Bibliche e direttore del Dipartimento di Scienze Bibliche e Patristiche presso la Facoltà Teologica di Cagliari; docente per il Dottorato di Ricerca “Esegesi e Fonti di testi del Mediterraneo”. Ricordando questi impegni, nel suo saluto alla Diocesi scrisse: «In tutto ciò ho realmente sperimentato la gioia del centuplo promesso dal Signore ai suoi amici!».

Accogliere Nel suo saluto alla comunità di Alghero-Bosa, il Vescovo parlò anche dell’accoglienza, tema che caratterizzerà la Sosta ecclesiale: «Regalo dei regali è l’accoglienza di chi è estraneo, per qualsiasi motivo: “Non dimenticate l’amore per chi è estraneo, alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli” (Eb 13,2). Permanendo nella memoria di Colui che ha vestito l’assoluta estraneità da sé, Gesù, Dio vestito di carne, possiamo accogliere ogni estraneità e differenza e ci è dato di incontrare angeli. È il rischio che possiamo permetterci di correre come credenti nel Signore Gesù: imparando da Lui a vivere senza omologare, ci è concesso di intravedere che ogni relazione può assurgere a rivelazione. Propongo a me e alla Sposa, di fare e di farci doni cristianamente significativi per festeggiare questo passaggio gioioso e salvifico del Signore, il sempre Veniente, nelle nostre vite». Salvatore D’Angelo

GLI ANNI IN TERRA SANTA

Teologia, la Licenza in Scienze bibliche ed infine il Dottorato di ricerca in Scienze bibliche.

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IL CAMMINO COMPIUTO

UN SOSTA CONTEMPLATIVA Non una pausa, piuttosto un fermarsi per poi ripartire verso mete più ambiziose, questo l’obiettivo che ha animato l’anno pastorale che volge al termine. Tra tappe ecclesiali e Cortili dell’evangelizzazione, la verifica non può che suggerire di rinnovare l’impegno di laici e consacrati per una Chiesa sempre più unita

È

stato sicuramente un anno particolare. Innovativo per alcuni. Carico di impegni per altri. Per la Diocesi dovevano essere 365 giorni di sosta. La Chiesa dell’Agro nocerino-sarnese ha avuto modo e tempo per confrontarsi e pensare al suo futuro. Ciascuno ha potuto beneficiare delle novità che il Vescovo, attraverso gli orientamenti pastorali, ha suggerito al popolo di fedeli laici, ma anche e soprattutto ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai movimenti e alle aggregazioni ecclesiali. Non tutto, come accade spesso con le novità, è stato subito compreso. Le difficoltà non sono mancate. Ma l’entusiasmo e la voglia di testimoniare l’appartenenza a Cristo non ha scoraggiato quanti hanno aderito a questo nuovo stile. L’innovazione più grande, probabilmente, è stata proprio la Sosta. Fermarsi, tirare il fiato, ritrovarsi: una vera novità per quanti erano presi dalla convulsione di iniziative, eventi, progetti e realizzazioni. Sosta, comunque, non vuol dire stasi. Non sono, quindi, mancate le iniziative ed i momenti diocesani, per una Chiesa sempre più animata dall’unità, durante i quali si è sostato insieme. Guai

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se non fosse stato così. «Il nostro Vescovo Giuseppe – afferma don Ciro Galisi, vicario episcopale per il laicato – ci ha invitati ad una Sosta per ascoltare ed ascoltarci, affermando che la nostra Chiesa ha bisogno di riscoprire la dimensione contemplativa della vita e riascoltare la mai definitivamente compresa Parola del Maestro». Un momento che ha visto protagonisti tanti laici: «È stato questo motivo di grande speranza per dare forza ed entusiasmo all’azione pastorale delle nostre comunità. I laici – continua don Galisi – sono chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo». Tra le intuizioni del Vescovo c’è sicuramente il Consiglio Episcopale dei Giovani che, insieme al gruppo dei 72, è stato presenza viva in molte occasioni. E poi ci sono i Cortili dell’evangelizzazione, luoghi dell’incontro dove sostare, riflettere e crescere insieme: «Si tratta – afferma il vicario per il laicato – di luoghi di evangelizzazione nei quali far risuonare la Parola di Dio, per poter insieme, così come ci ha ricordato Papa Francesco, camminare sempre alla presenza del Signore, edificare la


Foto Salvatore Alfano

Un momento della Sosta ecclesiale 2012

Chiesa sulla pietra angolare che è Cristo, confessare Gesù Cristo, e questi crocifisso, perché senza la croce il discepolato cristiano è svuotato di significato e di capacità testimoniale». Cortili che hanno ritrovato vigore e forza dopo la tappa ecclesiale di febbraio, durante la quale don Roberto Palazzo enucleò il tema “Fides ex auditu”. Qualche intoppo non è mancato, ma buona parte dei delegati dei Cortili si sono incontrati per un analisi delle diverse realtà: «In questo modo – chiosa don Ciro – si individuano insieme itinerari che possano aiutare la nostra Chiesa diocesana». Salvatore D’Angelo

INCONTRARSI, IL SENSO DEI CORTILI

S

icuramente l’idea della Sosta come anno di “riflessione” è stata una giusta intuizione perché appare sempre più difficile trovare il tempo per fermarsi all’interno delle singole parrocchie e associazioni. Ho inteso questa sosta come una possibilità per riscoprire chi siamo e dove possiamo andare. Sicuramente non basta un anno. Il cammino è lungo. Buona anche l’idea degli incontri

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ascono per suscitare una discussione, il confronto, ma anche e soprattutto per nutrirsi della Parola di Dio. Sono i Cortili dell’evangelizzazione, un’intuizione proposta alla Diocesi dal Vescovo. Uno stile nuovo per un’evangelizzazione nuova. Dodici i gruppi tematici che sono nati dalla Sosta ecclesiale del giugno 2012 e che hanno ritrovato vigore dopo il “richiamo” di febbraio scorso. Cortili all’interno dei quali parlare di annuncio, catechesi, ma anche di problemi sociali. Queste le varie declinazioni: carità, lavoro, cittadinanza, volontariato, comunicazione, cultura, spiritualità, liturgia, tradizione e festa, annuncio ai ragazzi, ai giovani, agli adulti e alle famiglie.

nei “cortili”. Come mi raccontava mia nonna, il cortile era il luogo dove ci si incontrava e ci si raccontava. Questo permetteva di conoscersi e, condividendo, si diventava più “famiglia”. Come accade per tutte le cosa nuove, c’è bisogno sicuramente di tempo. Il primo anno è stato solo l’inizio, da ora ci si potrà guardare in faccia e conoscersi meglio, il prossimo anno poi cominceremo a mettere insieme i carismi di ognuno. Tiziana Ferraioli

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È

stato un anno all’apparenza sterile, ma in realtà molto ricco. Oggi non è facile proporre qualcosa di spiritualmente “diverso”. Il progetto dei 12 e dei 72 sta prendendo però sempre più corpo e si sta inserendo nella vita attiva della diocesi. Un primo passo è stato la Sosta ecclesiale. Ha smosso gli animi e dato un’impronta forte, che con un lento e progressivo impiego di forze e spirito, convergendo verso un’unica direzione, porterà soltanto benefici.

L L

a lettura del libro “Lettera apostolica Porta Fidei” del Papa emerito Benedetto XVII, in particolare il punto 13, mi ha aiutato a riscoprire la bellezza della semplicità, come i “sì” di Maria che erano vissuti perché vi era in Lei una Fede vissuta e testimoniata. In questa luce ho vissuto quest’anno pastorale, che nonostante fosse di sosta è stato comunque ricco di spunti e di impegni. La fatica iniziale di partecipare agli incontri, ai cortili, alle catechesi diocesane, alle attività dell’Associazione a cui appartengo e agli impegni parrocchiali, ha lasciato il posto alla gioia. In ogni incontro ho avuto modo di riscoprire quanto è bella ed attuale la Parola del Signore. Ecco, quest’anno di Sosta mi ha dato l’opportunità di aprire ancora di più il mio cuore al messaggio che il Signore voleva donarmi. Anna Aprea, Presidente parrocchiale di Azione Cattolica San Matteo Apostolo

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Perno fondamentale, sul quale insistere per poter sempre più trovare un’identità è la forania, perché partendo dal basso si possono allargare i confini, soltanto costruendo valide fondamenta si può coinvolgere l’intera diocesi e non solo. L’auspicio è quindi quello di continuare in questa direzione, affidandoci allo Spirito Santo, capace di far emergere la fantasia e l’entusiasmo di tutti, in particolare di noi giovani! Angelo Del Giudice

a sosta non è stasi, ma rimanere. Viene sempre dopo un cammino, serve per ristorarci e rinvigorire le energie, per poi riprendere a camminare verso una nuova meta. La nostra direzione di marcia è stata indicata più volte dal nostro Vescovo Giuseppe: una Chiesa giovane, sempre aperta, accogliente, comunicativa e veramente diocesana. Siamo dunque in cammino verso una Chiesa giovane che con coraggio unito alla passione di evangelizzare desidera infiammare il cuore di chi incontra. Il senso dell’andare, dell’aprirsi è quello dato ai Cortili della gioia che abbiamo sperimentato in quest’anno pastorale come nuovo modo di stare insieme e maturare. Un modo nuovo di “stare” nella nostra Chiesa. Non da tutti e non in tutto questa “intuizione del vescovo” è stata capita, abbiamo riscontrato difficoltà nel coinvolgere e abbiamo faticato nel metterci in gioco, ci sono aspetti che vanno rivisti e progettati ma solo se lo facciamo insieme sarà possibile “costruire”. Ci vuole disponibilità a lasciarsi guidare, obbedienza e fiducia; le stesse che hanno mosso il Vescovo Giuseppe, docile all’azione dello Spirito, ad accogliere un progetto che si può realizzare e comprendere solo cammin facendo. Raffaella Ruocco



SCUOLA&UNIVERSITÀ di Martina Grimaldi

Antonio Giannini Itis “G. Marconi” (Nocera Inf.)

MATURITÀ: MILLE PAURE

Carmela Maiorino Liceo Scientifico “Mons. B. Mangino” (Pagani)

Mariateresa D’Amato Liceo Scientifico “N. Sensale” (Nocera Inf.)

G

Antonella Tagliamonte Liceo socio-psico pedagogico “A. Galizia” (Nocera Inf.)

iugno. Si prevedono belle e lunsere un Esame di Stato, è un’esperienza di Iniziano il 19 giugno ghe giornate di caldo e sole, le vita che non va sottovalutata. Per questo le prove per l’Esame spiagge cominceranno ad affolabbiamo deciso di dar voce ad alcuni matularsi dei primi bagnanti, la genrandi 2013, che ci raccontano come stanno di Stato che coinvolge te si riverserà nelle strade per fare lunghe vivendo quest’ importante fase di transito. migliaia di ragazzi passeggiate, lo stress accumulato dopo un difficile inverno sarà solo un ricordo. Molti del nostro Agro. troveranno un po’ di relax… Forse non proAntonio Giannini Li abbiamo incontrati prio tutti! Proprio in questo ameno periodo Quanto ti spaventa la parola “esame”? per raccontarvi i sogni Poco, quasi per niente. Ho deciso di vivedell’anno tanti ragazzi tra i 18 e i 19 anni re bene quest’esperienza stando lontano saranno impegnati a costituire l’esercito e le speranze, le ansie da ansie e paure inutili. Per me l’esame dei maturandi che, a partire dal 19 giugno, e le paure è un punto di arrivo, lo sprint finale che darà l’assalto al tanto ambito diploma. conduce a una tappa da cui non vedo l’oPuò sembrare semplice parlare con legra di ripartire. gerezza di esami di maturità quando si è Quindi, immagino, hai già progetti chiari su quello che farai ormai lontani dalle prove che essi comportano. Tuttavia, chi di noi dopo? non ricorda la “notte prima degli esami” accompagnata da quella Prima ho intenzione di godermi un po’ di meritato relax, poi vorterribile sensazione di vuoto, le ginocchia che cedono, la paura di rei catapultarmi nel mondo del lavoro per cominciare pian piano non ricordare nulla? “La maturità” è una prova che, in un modo o a costruire la mia vita. Mi sento carico di entusiasmo e di enernell’altro, tutti abbiamo affrontato riconoscendo che, prima di es-

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SCUOLA VS MAFIA La testimonianza della giornalista Angela Corica

Susy Russo Liceo Linguistico “G. B. Vico” ( Nocera Inf.) gie per affrontare nuove sfide.

E non c’è nulla che ti mancherà degli anni da liceale? Posso dirti con sicurezza cosa non mi mancherà affatto: compiti e interrogazioni!

Susy Russo Esame di stato. Cosa temi di più? Il vuoto di memoria è la mia paura più grande. Il non riuscire a dimostrare la mia preparazione, il mio impegno.

Hai già preparato una tesina? Sì, e parlerò de “Le diverse interpretazioni dell’essere”; è un tema che rispecchia anche un po’ la mia personalità e il mio modo di vivere.

Con che voto speri di diplomarti? Nella mia vita cerco sempre di aspirare al massimo… è per questo che spero di arrivare al 100!

Carmela Maiorino Quest’anno il Miur ha annunciato che la matematica sarà una delle materie esterne. Come avete reagito a questa notizia voi concorrenti per la maturità scientifica?

Il 3 maggio numerose scuole dell’Agro hanno assistito presso il Comune di Nocera Inferiore alla premiazione della giornalista calabrese Angela Corica che da anni, con dedizione e coraggio, utilizza il giornalismo come mezzo per la denuncia sociale. Tra i partecipanti, il sindaco di Nocera Inf. Manlio Torquato, il sindaco di Nocera Sup. Gaetano Montalbano, il procuratore di Salerno Franco Roberti e la premiata, da anni attiva contro la ‘ndrangheta. Le argomentazioni che sono state trattate nel corso dell’evento hanno scosso noi ragazzi che non sempre riusciamo a prendere coscienza del fatto che la criminalità imbruttisce il territorio dell’Agro. A catturare la nostra attenzione è stato soprattutto l’intervento finale di Angela Corica. La sua è una vita marchiata da una scelta chiara e determinata: un “sì” al coraggio rinnovato ogni giorno, un “no” a qualsiasi forma di criminalità. La giornalista ha accettato con orgoglio il suo premio dedicandolo a tutte quelle donne calabresi che, come lei, decidono di combattere ogni giorno contro “il marcio” che da troppo dilania la loro bellissima terra. A conclusione del suo discorso la Corica esorta noi giovani a costruire un ”domani” migliore: “Saremo mai in grado di cambiare le sorti del Paese?”. Isabella Cascone

È stata senza dubbio una pessima notizia, soprattutto per me… La matematica non sarà mai il mio mestiere!

Stai già pensando a come affronterai queste giornate di prove? Ad essere sincera, per ora no. Non riesco a fare altro che pensare ai preparativi del Mak π. È il primo a cui partecipo e sono molto emozionata. Dopo la festa, penserò all’esame, promesso!

Come immagini la tua estate dopo l’esame? Purtroppo sui libri, a studiare in vista dei test d’ingresso per Fisioterapia! Infatti quest’anno i quiz per l’Università sono stati tutti anticipati, quindi noi maturandi avremo davvero poco relax.

Mariateresa D’Amato La maturità si avvicina. Hai qualche rito scaramantico o portafortuna che porterai con te in seduta d’esame? Sale, corni e peperoncino! Ovviamente scherzo, spero che una buona dose di studio e qualche preghiera prima di iniziare possano bastare.

Cosa ti aspetti da questo esame? Mi aspetto un’esperienza in più da tenere a cuore, co-

munque vada.

Antonella Tagliamonte Quante ore al giorno dedichi alla preparazione di quest’esame? (Antonella ride) Troppo poche! La mia preparazione, per ora, è meramente psicologica.

Scommetto che ci sarà sicuramente qualcosa che ti mancherà della tua scuola. Per farla breve, tutto. La familiarità e il calore che solo una scuola in cui ti rechi tutti i giorni può darti, ma soprattutto gli amici con cui ho condiviso mille avventure. Penso che è proprio vero che questi sono i migliori anni della nostra vita.

A questi ragazzi che stanno per affrontare la sfida della maturità non resta che fare un grande “in bocca al lupo” per questo passo deciso che li condurrà al tanto atteso traguardo; il punto in cui “finisce la strada, comincia la vita”. Martina Grimaldi

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Progettare per intervenire Si è discusso di disturbi specifici di apprendimento al circolo didattico “S. S. Giovanni Paolo II” di San Marzano

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a dislessia, la discalculia, la disortografia, sono solo esempi di quelli che possono esse-

re i disturbi dell’apprendimento. Le cause da cui essi derivano sono varie: deficit intellettivi, problemi psicologici, scarse stimolazioni ambientali. I ragazzi che presentano questi problemi affrontano il percorso scolastico con molte difficoltà, poiché stentano ad ottenere buoni risultati e spesso vengono sottovalutati. Insomma i DSA, sebbene non comportino nessuna grave conseguenza per gli studenti, non dovrebbero mai essere sottovalutati. Per questo la dirigente scolastica Emma Tortora e il suo corpo docenti hanno scelto

DANTE e la crisi IV edizione della Tenzone Dantesca al Liceo classico G. B. Vico di Nocera Inferiore. Ragazzi da tutt’Italia hanno preso parte alla competizione. A prevalere però è stata l’eccellenza degli alunni della scuola nocerina

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l termine “tenzone” rimanda al fatto che tutti i concorrenti devono sfidarsi “a suon di terzine” estratte dalla Divina Commedia. Quest’anno i Canti da recitare sono stati scelti in base ad una tematica attualissima: la crisi. Così gli alunni del terzo anno hanno gareggiato per il I Canto dell’Inferno, i ragazzi del secondo, per l’VIII Canto del Purgatorio e, infine, gli studenti dell’ultimo anno si sono destreggiati tra le terzine del Paradiso. Premio finale: denaro, un soggiorno a Firenze e una corona di alloro. La competizione si è svolta così: una “Beatrice nostrana” pescava un numero a cui corrispondeva il nome di un concorrente. Il ragazzo prescelto sorteggiava da

un’ampolla un passo del Canto che doveva recitare insieme alle tre terzine successive. I requisiti richiesti dalla professionale giuria erano vari e molteplici: memoria, chiarezza, dizione, espressività, presenza scenica. Insomma, una sfida certamente non semplice da affrontare che però i giovani appassionati di Dante, con una buona preparazione fornita dai loro insegnanti, hanno affrontato egregiamente. Tre ragazzi si sono aggiudicati la vittoria finale: per il Canto dell’Inferno Giacomo Zumstain (dal liceo Mus-Cl “F. Petrarca” di Arezzo), Sara Matrone (alunna del G.B. Vico) per il Purgatorio, Luigi Fortino (anche lui dal G.B. Vico) quello per il Paradiso.

di organizzare, in simbiosi con pedagogisti, sociologi, neuropsichiatri e psicologi, un corso di formazione aperto a tutte le scuole per apprendere nozioni, tecniche e strategie per affrontare al meglio questi disturbi. Il circolo di San Marzano ha organizzato quattro incontri di formazione, dal 24 al 30 maggio, suddivisi in lezioni e lavori di gruppo. Creare informazione riguardo i DSA serve anche a tranquillizzare le famiglie che spesso sono in apprensione per le difficoltà in cui si imbattono i propri figli. Dislessia, discalculia, disortografia, se affrontate con i dovuti strumenti, possono portare a piccoli miglioramenti e, in caso contrario, non c’è nulla di cui preoccuparsi: Galileo Galilei, Leonardo Da Vinci, Isaac Newton e, persino, Albert Einstein erano tutti affetti da disturbi specifici di apprendimento. Martina Grimaldi

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“Io mi voglio bene” Lo scorso 15 maggio, la scuola media “Don Lorenzo Milani” di San Valentino Torio ha organizzato un incontro sul tema del bullismo

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rano presenti il sindaco Felice Luminello, il presidente dell’oratorio Costantino Mancusi, il comandante dei Carabinieri Gennaro Corvino, il tenente dei vigili urbani Michele Ambrosio, suor Rosetta Ferrazzano, don Alessandro Cirillo ed il Vescovo Mons. Giuseppe Giudice. A moderare gli interventi la dirigente Mariagrazia Gervilli. Il Vescovo Giudice, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza del “volersi bene” per debellare la disistima che trasforma i giovani in bulli: «Il bullismo nasce da una cultura mafiosa che pensa che io posso vincere facendo il male. Vuol dire che non ho stima in me, per questo dobbiamo dirci più spesso: Io mi voglio bene». Sofia Russo


SCUOLA&UNIVERSITÀ &UNIVERSITÀ IN-CANTO di Mariarosaria Petti

Questo mese vi proponiamo un’illustrazione del fumettista Marco Cazzato, comparsa su La Stampa, insieme allo stralcio di una lettera di Pier Giorgio Frassati del 1925.

Oltre i libri, la vita

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a nostra società ogni giorno ci impone schemi da seguire, scadenze da rispettare, obblighi, doveri, ansie e preoccupazioni. E lo studente non è esente da questa spirale vorticosa, in un succedersi frenetico di corsi, esami, corsi, esami, e ancora corsi ed esami… Come scrive lo stesso Frassati: «Io passo la vita dedicata allo studio, come un naufrago che lotta disperatamente con i marosi sempre sperando in ancora di salvezza, ed io sono così tuffato nelle dispense che esse quasi mi circondano tentando di affogarmi in questa lotta per poter giungere al porto che sarebbe l’esame. La mente inzuppata di questa arida scienza trova ogni tanto pace e refrigerio e godimento spirituale nella lettura di San Paolo». Fino a perdere di vista la realtà. E la realtà è così diversa da come è descritta sui libri! Non è il DNA, la cellula, le singole molecole, le mutazioni. Non è il manuale di medicina con il paziente perfetto. Non è la domanda o il programma d’esame. Non è il voto. La realtà è la persona che cerca in noi un aiuto, sia che siamo medici, sia che siamo ingegneri. La realtà è la persona che non vuole sapere la diagnosi precisa o il nostro voto all’esame. Desidera solo che la si curi al meglio delle nostre capacità. La realtà è la persona che cerca un gesto d’affetto, consolazione lieve e fugace per il suo dolore, una piccola rassicurazione, un sorriso. La realtà è la forza di chi soffre nella malattia, è la forza di chi gli sta accanto e lo sostiene, è la forza di aggrapparsi alla vita e ad ogni speranza. La realtà è saper dare speranza, sostegno, forza. Per quanti libri possiamo leggere, per quanti 30 e lode possiamo avere, per quante nottate insonni possiamo passare sui libri, per quante ansie e pressioni avute per gli esami, a cui Marco Cazzato

«Io passo la vita dedicata allo studio, come un naufrago che lotta disperatamente con i marosi sempre sperando in ancora di salvezza, ed io sono così tuffato nelle dispense che esse quasi mi circondano tentando di affogarmi in questa lotta per poter giungere al porto che sarebbe l’esame. La mente inzuppata di questa arida scienza trova ogni tanto pace e refrigerio e godimento spirituale nella lettura di San Paolo». Pier Giorgio Frassati Lettera a Isidoro Bonini, 29 aprile 1925 Valentina Giudice: è nata il 7 giugno 1989, vive a Sarno e frequenta la Facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Salerno. Vive la sua fede nella comunità della parrocchia San Teodoro, a Sarno. Ha una grande passione: il disegno.

con l’illustrazione per La Stampa dà magicamente vita, niente può insegnarci la realtà. E come Madre Teresa ci ha insegnato: «Se vuoi salire fino al cielo, devi scendere fino a chi soffre e dare la mano al povero». Ecco la finalità di tutti i nostri sforzi, ciò che deve rendere lo studio più leggero: mettere il nostro sapere al servizio di chi soffre e di chi ne ha bisogno, per donare di nuovo la vita. La realtà non è nemmeno solo Parola. Anche Dio si è fatto Uomo ed ha sofferto. La realtà non è scritta. Si vive ogni giorno, negli occhi e nei sorrisi degli altri, al di là di quel muro di carte che ogni tanto dovremmo rompere per permettere alla luce di entrare. Valentina Giudice Insieme - Giugno 2013

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VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo Maria Sassone con i figli

Maria Sassone

è la vincitrice del pellegrinaggio a Lourdes Lo scorso 9 maggio è stato effettuato il sorteggio tra i 708 lettori che hanno sottoscritto o rinnovato il proprio abbonamento ad Insieme durante la campagna abbonamenti “Abbassa il tono della voce per alzare il volume del cuore”

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nche dietro un semplice sorteggio per l’assegnazione di un posto gratuito al pellegrinaggio diocesano a Lourdes, organizzato dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, può nascondersi la provvidenza di Dio. Conclusa la campagna abbonamenti “Abbassa il tono della voce per alzare il volume del cuore” promossa dalla rivista diocesana Insieme, in occasione della Solennità di San Prisco, sono stati estratti tre nomi tra i 708 lettori che dal 18 novembre 2012 al 28 febbraio 2013 hanno sottoscritto o rinnovato il proprio abbonamento. Il primo nome che la mano del vescovo Giuseppe ha tirato fuori dall’urna trasparente è stato quello di Maria Sassone, della parrocchia San Giuseppe di Nocera Inferiore, immediatamente avvisata dal parroco don Alfonso Santoriello e dalla referente Iolanda Campanella. Mi colpisce la sua voce giovane e dinamica. La signora Sassone ha 43 anni, due figli e lavora insieme al marito che ha un ingrosso di vernici. Mi racconta che la telefonata in cui le annunciavano la vittoria del viaggio è arrivata appena dopo il suo rientro da un pellegrinaggio a Medjugorje. Il secondo. C’era andata per la prima volta l’anno scorso su consiglio del suo parroco don Alfonso. «Non ho più fede, gli avevo confidato, vittima di quel senso di smarrimento che ti avvolge quando si vivono tanti lutti e perdite. E

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lui mi ha detto: “fammi un regalo, vai a Medjugorje”. L’ho ascoltato. E ho ricevuto un miracolo. Avevo la febbre quando sono partita». Un’amica della zia la vede tirar su la manica della camicia e si accorge di uno strano alone che le circonda un neo sul braccio. Maria scopre così di avere un melanoma. Al rientro in Italia toglie il neo, fa tutte le cure e oggi si sottopone ai controlli periodici. Dopo un anno ritorna a Medjugorje, un luogo al quale deve la vita. «Ero rientrata il giorno prima e quella mattina - continua - stavo proprio dicendo alla Madonna che avevo solo il 50 per cento delle risposte alle mie domande, quando mi arriva la telefonata di Iolanda che mi comunica la vincita del pellegrinaggio a Lourdes. Come non credere che la Madonna mi stia parlando ancora!». Tutto si incastra perfettamente: il viaggio coincide con la sua seconda settimana di ferie (ne ha solo due all’anno), il pellegrinaggio termina quando la figlia che studia all’estero rientra in Italia e su quel treno ci sarà anche una sua carissima amica

che per il primo anno accompagna gli ammalati. La provvidenza, quando decide di operare, fa le cose per bene. Maria andrà in pellegrinaggio insieme a suo marito, sua suocera e il suo secondo figlio. A noi non resta che augurarle di trovare, ai piedi della Madonna di Lourdes, l’altro 50 per cento di risposte alle sue domande. E ringraziare la P.U.A.C.S. che offre il viaggio perché ci permette di scrivere ogni anno piccole pagine di Vangelo incarnato. Antonietta Abete

Il momento del sorteggio

Ecco i nomi dei tre estratti Primo estratto: Maria Sassone, parrocchia San Giuseppe Nocera Inferiore. Secondo estratto: Marialisa De Prisco - San Bartolomeo Apostolo, Nocera Inf. Terzo estratto: Elena e Fortuno Quarantiello, S. Antonio di Padova, Poggiomarino. In caso di rinuncia del primo estratto, il viaggio viene assegnato al secondo estratto. Se rinuncia anche quest’ultimo, il testimone passa al terzo estratto.



Don Luigi Merola insieme alla presentatrice Maria grazia Bonagura

La campionessa europea Antonietta De Martino

Grande successo per la 15esima edizione della rassegna “Musica e Testimonianza”. Tra gli ospiti, Antonietta De Martino, don Luigi Merola e Raffaele Mansi

A POGGIOMARINO VA IN SCENA LA FEDE

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vvicinarsi alla fede toccando con mano la parola di Dio, ma anche divertendosi, è possibile. E a dimostrarlo, per il quindicesimo anno consecutivo, è stata la rassegna “Musica e testimonianza” promossa a Poggiomarino dall’associazione Amici del Presepe. Anche stavolta, infatti, la kermesse è stata un successone, grazie agli ospiti di caratura nazionale che sono intervenuti nella “due giorni” dell’ultimo weekend di maggio in piazza De Marinis. Madrina della prima serata è stata Antonietta Di Martino, campionessa europea, vicecampionessa mondiale e detentrice del record italiano di salto in alto. Nel racconto dell’atleta cavese, infatti, è emersa particolarmente la devozione alla Madonna. «Sei anni fa, dopo un intervento al piede rischiavo di non saltare più - spiega -, poi ce l’ho fatta e da allora sono cominciati i successi in pedana. Ora vado una volta l’anno in pellegrinaggio a Lourdes». Una serata che ha visto inoltre l’intervento del gior-

nalista Peppe Iannicelli, testimone della fede in un settore complicato e perennemente in crisi. E inoltre Ciro Capano, showman ed attore che si è esibito in alcuni classici della canzone napoletana, ed il cantautore di canti religiosi, Tonino Del Sorbo. Succulenta anche la seconda giornata della manifestazione poggiomarinese con don Luigi Merola, parroco napoletano anticamorra che ha fatto la parte del leone. Nel suo intervento l’omicidio dell’innocente Annalisa Durante, la lotta contro lo spaccio a Forcella e l’impegno con l’associazione ‘A voce de’ criature che ha la propria sede in uno dei beni confiscati ai clan: «Il nostro obiettivo - dice - è togliere i giovani dalle strade affinché possano sfuggire alle sirene della malavita». Un’intenzione che don Merola continua a portare avanti nonostante la scorta con cui è costretto a muoversi dopo essersi esposto con forza contro il crimine organizzato del ventre partenopeo. Omaggio per il sacerdote anticlan una coreografia di “Napul’è” della maestra Antonietta Conza.

Spazio anche per Raffaele Mansi, il diacono padre di Francesca rimasta uccisa nell’alluvione di Atrani di due anni fa: «Una tragedia - ammette - ma attraverso Cristo sono riuscito a superare uno scoglio che pareva insormontabile». E poi lo show del trio canoro “Napolincanto” oltre alle esibizioni dell’Adap (associazione diversamente abili di Poggiomarino), con danze sulle coreografie di Gabriele Cretoso. Insomma, due giorni di festa ma con lo sguardo rivolto costantemente al Signore così come voluto dal disegno degli Amici del presepe, del parroco padre Aldo D’Andria e della presentatrice Maria Grazia Bonagura. Un’occasione, quella di “Musica e testimonianza”, che è stata anche utile al fiorista locale, Giovanni Carfora, per sperimentare nuove composizioni da presentare ai campionati europei di Lecce in cui rappresenterà l’Italia. Infine, spazio anche per “Insieme” con una torta per festeggiare il centesimo abbonamento ottenuto a Poggiomarino dalla nostra rivista diocesana. Mariano Rotondo


UN PROFUMO DI RARITÀ La storia, il percorso di fede e i sogni di Maria Carmela Petrosino, giovane adulta della parrocchia S.S. Simone e Giuda di Nocera Inferiore

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e mani leggere dettano il tempo, il corpo esile segue il ritmo, gli occhi sgranati indicano pause e riprese di fiato. In diverse occasioni diocesane, la sua figura si staglia delicata accanto al coro, che guida con sicurezza: è Maria Carmela Petrosino, giovane adulta della parrocchia S.S. Simone e Giuda di Nocera Inferiore, impegnata in Azione Cattolica. La sua storia non fa rumore, non ha le luci dei riflettori puntati addosso, nessun titolo di prestigio da vantare. Eppure non c’è appuntamento in cui non vi sia una fila di giovani – di diverse comunità, associazioni o movimenti – desiderosa di salutarla e parlarle. Proviamo allora ad entrare in una ordinarietà che profuma di rarità. Il suo cammino in Azione Cattolica inizia tardi. Ha 20 anni e quasi per caso si ritrova catapultata ad un incontro. Il primo di un ininterrotto percorso. Dai suoi ragionamenti emerge un’appartenenza sincera all’associazione. Descrive la Chiesa come una grande famiglia, parla della corresponsabilità tra laici e presbiteri, della responsabilità che ciascuna vocazione comporta, nel lavoro, nel ministero, in casa. Accanto ad alcune certezze e speranze maturate non manca uno spirito critico costruttivo: discute dei limiti dell’associazionismo con chiarezza. Non giudica, analizza: «A volte riempiamo l’agenda di tante riunioni, irrigidiamo il sistema con molte strutture. L’Azione Cattolica ci chiede innanzitutto di avere attenzione per la persona». Essere prossimi all’altro, disponibili, attenti ai gesti e comportamenti: una corrispondenza esatta tra la vita quotidiana e quella di fede, la coerenza tra ciò in cui si crede e le azioni che si compiono, che riempie di bellezza la sua testimonianza. Maria Carmela afferma: «Chi è educatore, lo è sempre, non solo una volta a settimana con i giovani della sua parrocchia». Conosce bene questa generazione di giovani, che guida nella sua comunità: «Sono disillusi, temono che in una fase di crisi generale non ci sia spazio per la loro realizzazione». Le chiedo qua-

Maria Carmela all’ordinazione presbiterale di don Giuseppe Pironti e don Alfonso Giordano

le figura di santità regalerebbe loro: «La freschezza di Pier Giorgio Frassati e l’esempio - a cui devo tanto - di S. Teresina di Lisieux per la sua ricerca della vocazione nel cuore della Chiesa». Mi addentro in punta di piedi nel recinto dei suoi desideri e le chiedo quali siano i propositi per il futuro. Il viso si riga per qualche lacrima: «Sogno che si realizzi il mio progetto di Chiesa domestica, che io possa vedere presto formata la mia famiglia», oltre tutte le difficoltà che questo tempo impone. A questa aspirazione che le gonfia gli occhi e il cuore si accompagna un pensiero rivolto a tutti i volti incrociati e poi sfuggiti in questi anni: «Spero che nessuna persona si perda». Di solito, le interviste risentono della “prima impressione”, di parole belle raccontate ad un perfetto sconosciuto. La chiacchierata con Maria Carmela è solo l’ultimo pezzo di un puzzle. Le prime tessere le ho raccolte osservandola per mesi, da un angolo all’altro. «Tutto è dono» mi ricorda in ultimo. La sua conoscenza non può che arricchire. Mariarosaria Petti

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Iniziative di giovani per i giovani È attivo da due anni l’Osservatorio sulle Politiche giovanili. Tante le iniziative proposte per le due Nocera

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ato nel 2011, l’Osservatorio sulle Politiche Giovanili (OPG) è un’associazione formata da professionisti e studenti di Nocera Inferiore. Il sodalizio è impegnato in molteplici attività socio-culturali. L’OPG si è da subito contraddistinto per la naturale propensione a promuovere attività incentrate sull’analisi di temi e problemi sociali, con l’elaborazione di ipotesi di lavoro rivolte soprattutto al mondo giovanile. Nocera e l’Agro in generale hanno visto accelerare nell’ultimo decennio il processo di degrado culturale, sociale ed economico. L’Osservatorio, dunque, vuole mettere le proprie energie e competenze al servizio del bene comune e del territorio cercando non solo di coinvolgere la società civile, a cui si chiede di partecipare e collaborare, ma anche di creare un’interfaccia

tra il cittadino e le istituzioni. In pratica l’OPG cerca di dare semplici input scaturiti dalle discussioni interne all’associazione e dal confronto con gli altri soggetti del territorio, al fine di stimolare e sensibilizzare le diverse realtà della valle del Sarno. Tante le attività finora promosse: la Passeggiata culturale tra i monumenti nocerini, una Tavola rotonda su giovani e lavoro, la Tabella comparativa dei programmi elettorali e la Mappa dello shopping. L’Osservatorio, inoltre, di recente si è fatto promotore di un doppio convegno sul tema della Grande Nocera presso le due municipalità. In occasione dei seminari è stata elaborata un’analisi socio-economica sui vantaggi e gli svantaggi derivanti da un’ipotetica fusione di Nocera Inferiore e Superiore. Mario Scarpa

Genitori in formazione È terminato il corso per mamme e papà organizzato dal primario del reparto pediatrico del “Martiri del Villa Malta”

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i è concluso con successo, a conferma della bontà dell’iniziativa, la sesta edizione del “Centro d’Ascolto” voluto dal dottor Carlo Montinaro, primario della pediatria del “Martiri del Villa Malta”. Gli incontri si sono tenuti proprio nell’aula magna del nosocomio sarnese. Importante è stata la partecipazione di tante mamme e papà. È stato, dunque, un anno particolare perché ha visto coinvolti numerosi giovani anche grazie alla collaborazione con gli isti-

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tuti scolastici, in particolar modo con il liceo “Galizia” di Nocera Inferiore, diretto dalla professoressa Maria Giuseppa Vigorito. Interessante la partecipazione di numerosi specialisti che in un anno hanno risposto alle domande dei genitori presenti agli incontri. Essenziale per la riuscita della sesta edizione è stato l’impegno della pediatria sarnese e del suo direttore. Un ringraziamento speciale va all’intero staff dirigenziale della struttura ospedaliera e dell’Asl.

STOP ALLA VIOLENZA Continua felicemente l’esperienza dell’AMI, Associazione Matrimonialisti Italiani, a servizio del territorio. È da tempo attivo il numero dedicato per denunciare casi di stalking, mobbing, pedofilia, bullismo e omofobia. L’iniziativa si inserisce nel solco della convenzione stipulata nel 2008 con il Piano di zona S1. Coordinatrice di questo interessante servizio è l’avvocato Alba De Felice. La linea dedicata risponde al numero 081 850 21 34.


Per contatti ed informazioni su quanto pubblicato scrivi a: diocesi.nocera@progettopolicoro.it

Lavoriamo!

Barbone o “barboncino”? di Gabriella Calenda*

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Lavori estivi Un contratto per gli studenti è possibile

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amerieri, pizzaioli, animatori, agricoltori: le richieste di lavoro stagionale non mancano. Per gli studenti che hanno deciso di “guadagnarsi” le vacanze estive è cominciato il conto alla rovescia. Dal 1° giugno potranno aspirare a qualcosa di più del classico lavoretto stagionale, semmai in nero. Da quella data e fino al 30 settembre la legge consente loro di essere “assunti” a tempo determinato con un contratto di lavoro accessorio ed essere pagati col sistema dei voucher, contributi previdenziali compresi. Il pagamento non avviene in contanti ma tramite i voucher che hanno tagli fissi - 10, 20 e 50 euro - comprensivi dei contributi Inps e Inail. Ciò significa che nel momento in cui il lavoratore va a riscuoterli (presso un qualunque ufficio postale) il loro valore netto sarà rispettivamente di 7,50, 15 e 37,50 euro. Giovani, dunque, rimboccatevi le maniche e buon lavoro. Non in nero, ma regolare!

l nome rimanda ad umili origini eppure spopolava nelle corti rinascimentali. Il cosiddetto barboncino è un cane dalle antiche origini, di provenienza francotedesca. Caniche era il suo nome francese, che deriva da canard, anatra, poiché era considerato un ottimo nuotatore. Nasceva come cane di taglia medio-grande, per poi passare a standard decisamente più piccoli, la sua particolarità è il pelo “riccioluto” e soffice, che si presta a tante tipologie di taglio. I colori accettati sono il nero, il grigio, il bianco, il marrone e l’albicocca. È un cane molto intelligente, docile, affettuoso, propenso all’apprendimento. Si adatta bene alla vita con i bambini, anche se in passato veniva utilizzato come cane da caccia per il suo incredibile fiuto. Ora è a tutti gli effetti un cane da compagnia. Le femmine risultano essere più calme dei maschi, ma hanno comunque bisogno di stare in compagnia e fare lunghe passeggiate. Curiosità: il barbone, non ha periodi di muta, né sottopelo, infatti viene definito cane ipoallergico. Per qualsiasi domanda sono reperibile all’indirizzo e-mail gabriella.calenda@libero.it. *Medico veterinario

Elezioni Ordine dei giornalisti: Campitiello primo eletto

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etta affermazione del Movimento Unitario per la Campania alle elezioni dell’Ordine dei giornalisti per la sezione “pubblicisti”. Su 1080 votanti, 1024 i voti validi. Tutti eletti i candidati espressi dal Movimento che fa capo a Mimmo Falco. Grande l’affermazione di

Salvatore Campitiello che ha racimolato 913 voti, risultando primo degli eletti al Consiglio Nazionale. Per il Consiglio Regionale sono stati eletti 3 consiglieri su 3 del Movimento Unitario: Mimmo Falco con 950 voti; Gennaro Guida 921; Lucio Perone 905.

Salvatore Campitiello

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Pupo racconta la sua dipendenza dal gioco d’azzardo: «Ho visto negli occhi il demone e ci combatto ancora oggi. Appena ventenne mi è piombato addosso un successo strepitoso. Miliardario a 24 anni. Poi ho perso tutto e il dramma è diventato estremo. Ma non bisogna arrendersi, occorre portare ai giovani testimonianze credibili»

Una sofferenza che mi purifica

P

arlare di gioco d’azzardo prima di un concerto probabilmente non è il massimo per un’artista. Ma Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, non si tira indietro davanti a quest’argomento. Lui la dipendenza l’ha conosciuta e ancora oggi la combatte. Fuori dal camper ci sono centinaia di persone che gridano il suo nome. Attendono che salga sul palco per concludere in grande stile la 15esima edizione del Concorso dei Madonnari di Nocera Superiore. Sono tutti in attesa di “Su di noi” e “Gelato al cioccolato”, eppure trova il tempo per portare la sua testimonianza. E così si apre il mondo di Enzo. «Oggi esiste un gioco d’azzardo percepito non come tale. Il gratta e vinci, le slot, il superenalotto sono considerati un passatempo. Ma è azzardo puro». E lui, che di casinò se ne intende, aggiunge: «L’az-

zardo non è lo chemin de fer, la roulette o il poker. È quando punti quello che non puoi permetterti, anche giocando a briscola o a tre sette». Una conseguenza della facile accessibilità alle macchinette: «L’averle a portata di mano, sotto casa 24 ore al giorno, induce le persone, illuse dalla facile vincita, a scommettere tutto». Prima probabilmente il gioco era per i ricchi? «Sicuramente c’erano più filtri. Per andare in un casinò dovevi avere l’abito elegante e un fido come in banca». Un mostro che non si conosce abbastanza: «Se fumi sai che la sigaretta ti fa male, che il fumo ti uccide. Il gioco invece non rovina solo te, ma anche chi ti sta accanto, perché ti colpisce il cervello e condiziona tutte le tue attività». Che ne pensa delle leggi sulla ludopatia? «È una battaglia tardiva e di una ipocrisia pazzesca. Ci sono interessi

enormi di multinazionali e soprattutto dello Stato, quindi, il problema non sarà risolto». C’è addirittura il rischio che le testimonianze vengano boicottate: «Ho partecipato a molti convegni portando la mia esperienza. Ma quando parlavo degli interessi di qualcuno, c’era chi storceva il naso. Forse per questo hanno smesso di invitarmi». Occorre innanzitutto lavorare sui giovani: «Con loro bisogna parlare. Abbiamo bisogno di testimonianze e chi ha delle esperienze si deve dedicare ad incontrare. Io ne parlo perché conosco l’angoscia, la disfatta morale, il baratro. Ho visto negli occhi il demone e ci combatto ancora oggi». Perché non si guarisce? «No, devi combattere contro una cosa che nasce e cresce con te. Una tentazione viva. Nelle scorse settimane, per esempio, sono stato in tournèe in America e Canada e lì canto nei casinò.


“CLARA, STAI ATTENTA”

Quante sensazioni che riaffiorano, ma attraverso la sofferenza riesco a vincere il vizio». Un dolore ancora vivo? «Sì. Non si può uscire dai pericoli senza soffrire. Chi pensa di venirne fuori su una gamba sola sbaglia. Sapere di non poter giocare, di non poter azzardare, è una sofferenza attraverso la quale mi purifico». Che cosa l’aiuta? «Sono stato circondato da persone che mi hanno dato un amore immeritato. Poi c’è la musica, l’aver ritrovato forza nel lavoro». In effetti il periodo peggiore di Pupo è coinciso anche con la crisi professionale: «Appena ventenne mi è piombato addosso

È

in turnèe insieme al papà. Fa la corista. È Clara, figlia 21enne di Pupo. Il padre racconta un’esperienza che fa capire quanto questo cantante combatta per far comprendere ai giovani il dramma del gioco d’azzardo: «La mia figliola una volta mi ha raccontato di aver messo un euro in una slot machine. Lo ha fatto in una sala di Ponticino, dove abitiamo. Devo

un successo strepitoso. Miliardario a 24 anni. Poi ho perso tutto e il dramma è diventato estremo. Anche il lavoro ne ha risentito». Ma non bisogna arrendersi: «Ne parlo nei miei programmi, anche se non tutti hanno piacere per gli interessi in ballo. È dura, ma se il nostro messaggio arrivasse ad una persona su un milione già abbiamo fatto qualcosa. La battaglia, poi, non deve essere contro i gestori, ma un’opera di convinzione verso i giovani purché non cadano in questa trappola». Salvatore D’Angelo

dire che le slot le odio più di ogni altra cosa: sono nate per truffare la gente. Insomma, ha messo questo gettone ed ha vinto 200 euro, che poi ha subito riperso. Il giorno che me l’ha raccontato, io l’ho ascoltata, ma poi in maniera molto decisa le ho detto di non farlo mai più. Ecco, bisogna confrontarsi e consentire ai giovani di comprendere la negatività di queste cose».


Foto Salvatore Alfano (2)

VITA ECCLESIALE

SPIRITO, VIENI

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n momento di Chiesa, una serata dello Spirito. La Veglia di Pentecoste celebrata lo scorso 18 maggio in piazza Sant’Alfonso a Pagani ha rappresentato plasticamente l’operare comunitario della diocesi. Giovani e adulti, sacerdoti e laici, insieme, hanno contribuito alla riuscita di un appuntamento atteso da mesi. Il lavoro sinergico della Consulta laicale, del Consiglio episcopale dei giovani, dei 72 e dei vari uffici di curia ha consentito a quasi duemila persone di ritrovarsi intorno al vescovo Giuseppe per accogliere lo Spirito, meditare sui santi doni e fare festa. Un incontro rivolto in modo particolare ai cresimandi che il giorno dopo, domenica 19 maggio, nelle rispettive parrocchie sarebbero stati confermati nella fede. Quest’anno, infatti, monsignor Giuseppe Giudice ha delegato i parroci ad amministrare l’importante sacramento dell’iniziazione cristiana il giorno di Pentecoste. Un momento che è stato preceduto dall’incontro della vigilia con il vescovo.

Un momento della Veglia

Quasi duemila persone, tra cui centinaia di cresimandi, hanno partecipato alla solenne Veglia di Pentecoste diocesana: una festa gioiosa per la Chiesa nocerino-sarnese

Il Vescovo che confessa una giovane

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Foto Salvatore Alfano (3)

Un abbraccio concretizzatosi anche nella festa della misericordia. Monsignor Giudice e diversi sacerdoti, prima della Veglia, hanno accolto quanti lo desideravano per la confessione. In centinaia hanno colto questa occasione per riconciliarsi con Dio, suggerendo a quanti hanno contribuito che tutto andasse per il verso giusto di ripetere simili appuntamenti. Durante le confessioni i 12 del Consiglio episcopale dei giovani ed i 72 hanno animato un momento meditativo grazie alla disponibilità di alcuni artisti. La pittura, la musica, la danza e la lettura di brani tratti dal magistero dei papi e dalla vita dei santi hanno aiutato i presenti ad immettersi nel clima di forte spiritualità che ha caratterizzato la santa messa. La solenne liturgia eucaristica è stata presieduta dal vescovo e concelebrata dai sacerdoti diocesani. Prezioso è stato l’accompagnamento del coro e la presenza dei rappresentanti di numerosi movimenti e associazioni che caratterizzano il tessuto laicale dell’Agro. Una festa, dunque, dove lo Spirito è stato artefice e protagonista. Aspetto sottolineato anche da monsignor Giudice: «La Chiesa è fatta da tutta l’esperienza di ricchezza che viene dallo Spirito. Ovunque si posa fa emergere i doni e costruisce la Chiesa». Salvatore D’Angelo

In alto due giovani leggono durante il momento di meditazione; le ballerine della scuola Igea coreografate dalla maestra Maria Teresa Contaldo; a sinistra il pittore Roberto Barbato

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Foto Salvatore Alfano (3)

Da sinistra: i rappresentanti dei Movimenti e delle Associazioni portano all’altare le fiaccole simboleggianti i doni dello Spirito; la folla assiepata in piazza Sant’Alfonso; i componenti del Consiglio Episcopale dei Giovani con don Antonio Cuomo


MONTE TABOR di p. Matteo Ferrari

La vocazione, la parola più bella sulla nostra identità

Padre Matteo Ferrari, monaco benedettino camaldolese della Comunità di Camaldoli (AR). Licenziato in liturgia presso l’Istituto di Liturgia Pastorale “S. Giustina” di Padova, ha proseguito i suoi studi in ambito biblico presso il PIB di Roma.

Gli orientamenti pastorali per il discernimento della propria vocazione Il vescovo Giuseppe ricorda la presenza costante del Signore alla porta del nostro cuore. La fede ci aiuta a comprendere il disegno tracciato per noi. Come può essere chiaro nella vita di coloro che custodiscono il seme della vocazione alla vita consacrata? Nella Chiesa ogni vocazione ha la stessa e medesima dignità. In passato, troppo spesso ci si è abituati a considerare certe vocazioni superiori ad altre. La pari dignità di ogni vocazione dipende soprattutto dal fatto che tutte le scelte di vita cristiana condividono almeno due elementi di fondo: ogni cristiano è chiamato ad avere l’uomo Cristo Gesù come suo modello di vita. In secondo luogo, ogni scelta di vita cristiana non è per se stessa, ma serve all’utilità di tutti. La Chiesa è un corpo e ogni vocazione serve alla sua edificazione. Ad esempio la vocazione degli sposi è un annuncio per i religiosi e, viceversa. Ognuno di noi dovrebbe vedere la propria esistenza come un segno, come un “sacramento” per la vita della Chiesa intera. Deve essere chiaro che non si sceglie una strada perché si è inadatti per l’altra. Non si sceglie per esclusione, ma in positivo. Dobbiamo stimare la vocazione degli altri, perché segno indispensabile e vitale per la nostra. Il desiderio di donarsi completamente a Dio è spesso accompagnato da inquietudine. Quali sono i passi per un corretto discernimento? Un corretto discernimento non si fa mai da soli. Non si può pensare che la vocazione si manifesti con segni straordinari. É nella semplicità della vita che Dio ci fa comprendere a cosa siamo chiamati. Occorre un’esistenza cristiana seria, fatta di preghiera, di ascolto della Parola, di vita ecclesiale. Poi, è necessario anche l’aiuto di qualcuno che ci possa accompagnare a leggere la nostra vita alla luce della Parola. Nella Bibbia possiamo trovare tanti esempi. Basta

«Innanzitutto siamo posti dinanzi alla presenza del Risorto, che non è sparito, ma sta alla porta e bussa ed abbiamo bisogno di Fede per percepirne la Presenza. Bussa alla porta del cuore, della famiglia, della parrocchia, della vita; sì, bussa proprio alla tua porta!». Dagli Orientamenti pastorali, n. 8

pensare alla figura del giovane Samuele che ha bisogno dell’anziano sacerdote Eli per poter scoprire che era il Signore a parlargli. La vocazione cristiana è la Parola che Dio rivolge alla nostra vita: il discernimento vocazione consiste nel rendersi capaci di ascoltare questa parola. Cosa significa, oggi, per un giovane intraprendere un cammino vocazionale? Significa avere il coraggio di scoprire la verità di se stessi. La vocazione non consiste nel fare qualcosa che ci è proposto esternamente, ma nel riconoscere ciò che siamo in profondità. In fondo quando Gesù chiama i pescatori Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sul lago di Galilea non li chiama a fare altro che “i pescatori di uomini”. Non rinnega la loro identità, le loro capacità, ma li chiama ad essere ciò che sono. Per questo motivo non bisogna aver paura di scoprire la parola che Dio ha pronunciato per la nostra vita. Essa infatti è una parola che non annulla ciò che siamo, ma fa invece emergere la nostra identità più vera, bella e profonda. P. Matteo Ferrari osb Insieme - Giugno 2013

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Gli studenti del Centro Diocesano di Formazione che hanno concluso il triennio per Operatori pastorali insieme al direttore, don Silvio Longobardi, alla professoressa Carmela Filosa e alla coordinatrice Dina Coppola

La formazione DEI LAICI Venti studenti hanno terminato il triennio di studi presso il Centro diocesano di formazione. Un dono per la nostra diocesi che può contare sul contributo di operatori pastorali qualificati, pronti ad irrorare le rispettive comunità con il seme della cultura

«L

a Chiesa deve mettere radici. Dopo tre anni di studio stasera ricevete un attestato. Tocca a voi mettere a frutto quanto avete appreso in questo percorso», così ha esordito don Silvio Longobardi nella celebrazione eucaristica per la consegna degli attestati a 20 studenti che hanno concluso il triennio di studi per operatori pastorali presso il Centro diocesano di Formazione. La scuola è nata come Istituto di Scienze Religiose agli inizi degli anni ’80, durante l’episcopato di mons. Jolando Nuzzi, per molti anni ha fornito a centinaia di studenti una buona formazione teologica di base. Nel 2006 si decise poi di dar vita al Centro diocesano di Formazione che ha formato non pochi laici, chiamati ad irrorare le comunità, i gruppi e le associazioni con il seme della cultura. Tanti tasselli di un puzzle variegato. Hanno infatti alle spalle età, percorsi ed esperienze diverse coloro che hanno concluso il percorso di studio, affrontando non pochi sacrifici. Per molti non è stato semplice coniugare studio, lavoro e famiglia e riaprire i libri dopo averli deposti nel cassetto con l’esame di maturità. «Eppure ha ricordato la professoressa Carmela Filosa - sui volti degli studenti ho sempre letto la gioia. L’intreccio tra le diverse discipline studiate, bibliche, teologiche, morali, filosofiche, psicologiche, ha ridato loro la sintesi che il messaggio cristiano annuncia: l’uomo è la creatura più preziosa per Dio che lo insegue finché egli non si arrende al suo amore». Luisa Esposito ha 49 anni e fa parte della comunità

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parrocchiale Santa Maria delle Grazie di Angri. «La mia è stata una chiamata», racconta emozionata. Già impegnata nella preparazione dei bambini alla Prima Comunione e membro del Consiglio pastorale, sentiva che il Signore aveva altro in serbo per lei. Ha mantenuto vivo un atteggiamento di ascolto e quando un’operatrice si è recata in parrocchia per presentare la proposta formativa del Centro, Luisa ha compreso che quella era una possibilità da cogliere al volo. Si è rimessa a studiare con passione ed entusiasmo. «Abbiamo da poco concluso il seminario per la formazione di Operatori della Pastorale della salute, guidato dal diacono Ivan Cerino». E Luisa ha potuto finalmente definire con chiarezza il contorno di quella chiamata che da tempo albergava nel suo cuore. Ha infatti deciso di iniziare la preparazione per diventare Ministro straordinario dell’Eucaristia. Luca Carbone di anni ne ha 22 anni ed è cresciuto nella comunità parrocchiale Sant’Alfredo di Sarno. «Sentivo il bisogno di crescere nella fede - afferma -. Avevo visto una locandina in parrocchia, poi il mio parroco, padre Pietro Lombardi, mi ha proposto di partecipare». Racconta con occhi vivi di aver fatto una bella esperienza e di essere grato ai docenti che in questi tre anni lo hanno accompagnato. «Ho capito che la fede va vissuta e professata. Essa è un cammino e va testimoniata nella comunità nella quale viviamo. La materia che ho amato di più è stata Cristologia. Ho conosciuto Cristo come Maestro e come guida, per testimoniare l’amore trinitario nella comunità e nella periferia nella quale mi trovo ad operare». Luca


I CORSI TEMATICI

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iù di cento persone hanno frequentato la scuola per Operatori pastorali, in due trienni consecutivi. Essa è una delle attività svolte dal Centro diocesano di Formazione che negli anni ha promosso numerosi corsi tematici. Ne ricordiamo alcuni: Fondamenti di psicologia vocazionale (don Ciro Scarpetta); Spiritualità e tradizione ebraica (Pier Paolo Punturello, rabbino di Napoli); Corso di formazione missionaria (padre

Giuseppe Buono, responsabile del PIME); Proclamare la Parola nella liturgia. Il valore liturgico e tecniche di dizione (Silvio Longobardi e Alfio Liotta); Io scrivo. Laboratorio di scrittura (Antonietta Abete, coordinatrice di Insieme); In cammino con Paolo sulla via di Damasco (a cura dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso); L’empatia: una dimensione della Carità (Carmela Filosa). Molto ricca anche la stagione dei convegni.

Promuovere itinerari precisi di formazione Nei fedeli laici, che costituiscono la maggioranza del Popolo di Dio, deve evidenziarsi la forza missionaria del Battesimo. (…). Sarà per questo necessario promuovere itinerari specifici di formazione, che li abilitino ad assumere responsabilità nella Chiesa all’interno delle strutture di partecipazione diocesane e parrocchiali, oltre che nei diversi servizi di animazione della liturgia, di catechesi, di insegnamento della religione cattolica nelle scuole, ecc. (…).

(Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Post-sinodale Pastores gregis, n. 51) ha scelto di continuare il suo percorso formativo, proseguendo gli studi presso l’Istituto Superiore di Scienze religiose San Matteo di Salerno. La cornice scelta per la consegna degli attestati lo scorso 23 aprile è stata la celebrazione eucaristica nella Cappella dedicata ai coniugi Martin di Angri. Prendendo spunto dalla Parola (Atti 11, 19 - 26), il direttore del Centro ha ricordato la semplicità con cui Barnaba, pieno di Spirito Santo, va a chiamare Saulo a Tarso, dove l’apostolo risiede da circa 8 anni dopo l’incontro con Cristo. «Il verbo partire usato negli Atti in riferimento a Barnaba letteralmente significa uscire - ha spiegato il sacerdote che poi ha aggiunto - Anche voi siete chiamati ad uscire da voi stessi per mettere a frutto quello che avete appreso, per seminare speranza, per dire a quanti incontrate che vale la pena formarsi e spendersi per il Regno di Dio». Paolo, il grande apostolo, accoglie l’invito di Barnaba. Un insegnamento per la Chiesa che a volte fa fatica a

lavorare insieme per la costruzione del Regno. «Da soli si fa prima - ha concluso il direttore citando un proverbio africano - ma insieme si va più lontano». Purtroppo negli ultimi anni si è assistito, e non solo nella nostra diocesi, ad un costante calo di iscrizioni. Sempre meno persone hanno tempo ed energie da investire nella formazione personale. Le cause sono molteplici e affondano le radici in dinamiche diverse. La pastorale è chiamata a fare i conti con un contesto culturale sempre più impregnato dall’individualismo e con la mordente crisi economica che obbliga molte persone a dedicare più energie al lavoro e alla famiglia. Un dato che genera rammarico e che impegna la Chiesa a ricercare strade nuove per la formazione dei laici che “sono in grado di esercitare una grande influenza sull’ambiente circostante, allargando per tanti uomini e donne le prospettive e gli orizzonti della speranza”. Antonietta Abete



ILPANEDELLADOMENICA Sussidio liturgico dall’XI alla XV domenica del Tempo ordinario Commenti a cura di Mons. Giuseppe Giudice

La nostra vita sia intercessione Signore, l’ascolto dell’altro stimoli la nostra attenzione la sua accoglienza rinnovi la nostra comunione. Tu mostri la tua forza attraverso la nostra debolezza tu ti mostri medico se noi ci riconosciamo malati. Vogliamo venerare la tua passione e la passione di chi soffre ogni patimento purifichi, insegni e accresca la vita. Ti chiediamo lo Spirito santo nella certezza dell’esaudimento conosceremo la pace e non ci lasceremo turbare.

La nostra preghiera sia sempre intercessione accompagni il gemito di ogni creatura. Nella contemplazione della bellezza cerchiamo te, salutiamo ogni creatura nello spirito di lode. La nostra ricerca di te sia la nostra sete il nostro desiderio sia essere sempre con te. Mai si estingua la consapevolezza che siamo tutti fratelli viandanti e pellegrini in attesa del Regno. Sorella Maria di Campello Preghiera d’intercessione tratta dalla liturgia di Bose

Sorella Maria di Campello (Foto Cittadella Editrice)

16 giugno 2013

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C) Le letture “Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato” Prima lettura: 2 Sam 12,7-10.13 Salmo: Sal 31 Seconda lettura: Gal 2,16.19-21 Vangelo: Lc 7,36-8,3 Il Vangelo In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. (cfr Lc 7,36-38) Colore liturgico: VERDE

Beati gli umili Molto ti è perdonato, perché molto hai amato! Va’ in pace! È la nostra condizione di peccatori che ci abilita ad essere fruitori dell’Amore di Dio. Gesù, misericordia del Padre, ha parole per il fariseo e parole per la peccatrice. Siamo peccatori: dobbiamo riconoscere questa nostra identità. Siamo peccatori: è la nostra condizione originaria e abituale. Ma non vogliamo rimanere nel peccato: ecco il nostro desiderio più vero. La tua fede ti ha salvato; va’ in pace! La pace è un dono che Gesù ci fa per ricostruire la nostra vita. Accusandoci e dicendo semplicemente: ho peccato… noi siamo restituiti al profumo della grazia e della vita. La fede medica e guarisce riempiendo di profumo tutta la casa.

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23 giugno 2013

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C) Le letture “Chi dicono che io sia?” Prima lettura: Zc 12,10-11; 13,1 Salmo: Sal 62 Seconda lettura: Gal 3,26-29 Vangelo: Lc 9,18-24 Il Vangelo Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. Allora domandò ai suoi discepoli: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua». (cfr Lc 9,18.20-21.23) Colore liturgico: VERDE

La sapienza della Croce Ma voi, chi dite che io sia? È la domanda di Gesù al cuore del vangelo e al cuore di ogni uomo e di ogni stagione. Risponde Pietro: il Cristo di Dio. Ma la risposta di Pietro, attraversando il cuore di ogni uomo, deve diventare una risposta personale, la mia risposta a Lui, oggi, adesso. E la croce diventa il luogo dove il Trafitto interroga ognuno di noi. Dinanzi a Lui, come ad un figlio unico, ognuno è chiamato a diventare uno in Cristo Gesù. Per dare una risposta puntuale, bisogna andare dietro di Lui mettendo le nostre orme nelle sue. La croce diventa il luogo della sofferenza e perciò dell’amore e solo nella croce la risposta diventa autentica.

30 giugno 2013

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C) Le letture “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio” Prima lettura: 1 Re 19, 16.19-21 Salmo: Sal 15 Seconda lettura: Gal 5,1.13-18 Vangelo: Lc 9,51-62 Il Vangelo Mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». (cfr Lc 9,57-59.61) Colore liturgico: VERDE

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La libertà guarda sempre avanti Gesù cammina decisamente verso Gerusalemme, volge il suo volto, fermo e deciso, verso la sua Pasqua. È un cammino sicuro, ma è un cammino libero: Cristo ci ha liberati per la libertà! Per essere liberi, dietro Gesù, bisogna camminare secondo lo Spirito. Chiamati a libertà, ma la libertà non può essere un pretesto per vivere secondo la carne. Liberi, senza sapere dove posare il capo. Liberi, non legati ai morti e ai sepolcri. Liberi, senza tornare indietro dopo aver posto mano all’aratro. Liberi, con il mantello di Elia, che non ci imprigiona, non tarpa le nostre ali, ma ci restituisce alla vera libertà di Cristo.


7 luglio 2013

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C) Le letture “Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” Prima lettura: Is 66, 10-14 Salmo: Sal 65 Seconda lettura: Gal 6, 14-18 Vangelo: Lc 10, 1-12. 17-20 Il Vangelo In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». (cfr Lc 10,3-5.8-9) Colore liturgico: VERDE

Discepoli e inviati di Cristo Andate: ecco vi mando! Sta in questa parola del Maestro la forza dei discepoli: dodici e settantadue e poi tutti coloro che lo seguiranno. Noi siamo dei mandati: ecco la nostra identità più vera. Mandati da Lui a portare Lui. Senza borsa, né sacca, né sandali: solo con la forza di chi manda. Mandati a portare un messaggio che non è nostro, ma che noi dobbiamo accogliere per primi; mandati a donare senza misura ciò che abbiamo ricevuto gratuitamente. Mandati e… portati in braccio, e accarezzati sulle ginocchia e consolati a Gerusalemme. Ecco chi siamo: dei mandati a portare l’annuncio del Regno, avendo come unico vanto la croce del Signore.

14 luglio 2013

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C) Le letture “Va’ e anche tu fa’ così” Prima lettura: Dt 30, 10-14 Salmo: Sal 18 Seconda lettura: Col 1, 15-20 Vangelo: Lc 10, 25-37 Il Vangelo In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». (cfr Lc 10,25-28) Colore liturgico: VERDE

Sulla strada Va’ e fa’ anche tu così. Nel pellegrinaggio, che abbiamo iniziato dietro a Gesù, c’è una tappa da compiere sul tratto che da Gerusalemme scende a Gerico. Lungo la strada, se ci lasciamo curare dal Signore, possiamo curare le ferite dei fratelli. Sulla tratta GerusalemmeGerico, noi riceviamo il comandamento dell’amore e così possiamo prenderci cura dell’uomo che troviamo mezzo morto. Mentre ci fermiamo, ci facciamo vicini, curiamo, ci prendiamo a cuore l’altro, stiamo nello stesso tempo curando la nostra vita. Così, la legge del Signore rinfranca l’anima…

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INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI DIRETTORI A CONFRONTO Il 4 giugno il Vescovo incontra in Curia, alle ore 20:30, i responsabili degli Uffici diocesani per una verifica dell’anno in corso e la programmazione delle principali attività per il prossimo anno pastorale. SANTI SACERDOTI L’11 giugno appuntamento al Santuario di Pompei per la Giornata di Santificazione Sacerdotale. Le iniziative prenderanno il via alle ore 9:30.

che. Il 12 giugno, alle ore 19:00, sarà nella chiesa dedicata al Santo di Sala Consilina; il 13, giorno di festa, alle ore 19:00 sarà al convento di Sant’Antonio in Nocera Inferiore.

presiede la santa messa presso la clinica Villa dei Fiori. Il 2 luglio presiede la celebrazione eucaristica delle 11:00 nella parrocchia Santa Maria della Grazie in Lavorate di Sarno.

FESTA DEL BATTISTA

APPUNTAMENTI REGIONALI

Il 23 giugno il Vescovo sarà in due comunità parrocchiali che hanno come santo patrono San Giovanni Battista. Alle ore 6:30 presiederà la messa ad Angri, alle ore 20:30 sarà invece a Nocera Inferiore.

Il 3 e 4 giugno si riunisce la Conferenza Episcopale Campana; il 26 giugno, alle ore 10:30, riunione dei Vescovi della Metropolia di Salerno; il 29 giugno, alle ore 17:30, partecipazione alla presa di Possesso del nuovo Vescovo di Capua, Mons. Salvatore Visco.

IN MEMORIA DEL SANTO In occasione della festa di Sant’Antonio il Vescovo presiederà due celebrazioni eucaristi-

IL VESCOVO INCONTRA LE COMUNITÀ Il 21 giugno Mons. Giudice

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

SALIAMO A GERUSALEMME Dal 13 al 20 luglio Pellegrinaggio diocesano in Terra Santa. Insieme al Vescovo Giuseppe, accompagnati dalle guide più qualificate, la Chiesa dell’Agro andrà a Nazareth dove tutto ebbe inizio, a Betlemme dove il Verbo si incarnò, a Gerusalemme dove la gloria si è manifestata. Un tour nei luoghi più significativi della cristianità.



IN DIOCESI

UNA CASA PER DIO A CURA DELL’UFFICIO PER LA PASTORALE FAMILIARE

Educare gli adolescenti all’amore

Questa rubrica desidera accompagnare le famiglie a vivere l’Anno della Fede. Riflessioni e piccoli consigli per declinare in chiave domestica un tempo speciale che ha lo scopo di sostenere la fede di tanti credenti, anche quella dei genitori

La stagione degli amori adolescenziali prepara il tempo dell’amore maturo. Delicato e fondamentale è il compito dei genitori che devono orientare e motivare, indicando con chiarezza i valori di riferimento

«I

o sono tranquilla, Luigi sa che deve avere rapporti protetti». A parlare è Consiglia, una mamma giovane e moderna che sostiene di aver “istruito a dovere” il figlio. In più di un’occasione gli ha spiegato che avere rapporti senza protezione significa esporsi al contagio e, soprattutto, rischiare di avere un figlio. Ad una festa Luigi riceve le attenzioni di Laura, la ragazza che fa girare la testa a tutti i ragazzi della scuola. Ha in tasca il preservativo ma Laura gli sussurra che non le piace “protetto”. Ricorda le raccomandazioni della madre, ma, quando gli ricapita un’occasione del genere! Cosa non ha funzionato? Perché Luigi, pur ricordando l’insegnamento ricevuto, ha fatto un’altra scelta? Quali sono i valori in gioco? La pulsione sessuale va educata, non istruita. Il capitolo dell’amore è uno di quelli che i genitori sono “costretti” a scrivere. La stagione degli amori adolescenziali, che prepara il tempo dell’amore maturo, non può essere affrontata semplicemente garantendo l’istruzione scientifica e metodologica dell’uso della contraccezione. I genitori devono orientare, motivare e dare significato alle scelte e ai comportamenti. A volte possono incontrare l’opposizione dei figli perché con il loro intervento educativo si oppongono al loro istintivo determinarsi. Tutti i genitori sono preoccupati per “alcuni comportamenti” de-

TESTI PER APPROFONDIRE GIOVANNI PAOLO II, Uomo e donna lo creò. Catechesi sull’amore umano, Città Nuova, 1985. BENEDETTO XVI, Lettera Enciclica, Deus caritas est, 25 dicembre 2005. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Orientamenti educativi sull’amore umano, 2005.

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gli adolescenti. Ma dobbiamo domandarci: «Mamma e papà si sono impegnati a trasmettere chiari e precisi valori di riferimento?». Spesso i ragazzi risultano analfabeti rispetto ai valori. Un genitore che consiglia la contraccezione non si preoccupa affatto di formare rettamente sul significato e sul valore del rapporto sessuale, il processo generativo non è attento all’affettività e alle tappe dell’amore. Benedetto XVI, nel suo libro Luce del mondo, riafferma che l’uso del profilattico, banalizzando l’atto sessuale, è «la pericolosa ragione per cui tante persone nella sessualità non vedono più l’espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sé». I figli vanno educati alla gradualità delle scelte e, soprattutto, bisogna offrire loro un’etica di riferimento perché possano formulare, responsabilmente e personalmente, un giudizio sul proprio comportamento e sulle proprie scelte. Alcuni suggerimenti. Ci si deve impegnare ad educare l’istintività. Un genitore non può consigliare l’uso della contraccezione che è intrinsecamente un male. Il genitore deve preoccuparsi di formare. Il principio educativo non risiede nell’informare e/o mettere in guardia dai pericoli ma nella perseverante e amorevole dedizione alla verità e all’amore che per noi cristiani risiede nel magistero della Chiesa. Così i figli potranno confermare i valori ricevuti dai genitori, messi in discussione dalle proposte provenienti dalla società e dalla tempesta ormonale. Nell’Anno della fede i genitori, alla luce della verità rivelata, approfondiscano il magistero della Chiesa sulla sessualità e l’amore. Vi sono tanti documenti da leggere e meditare. Insieme ai figli, soprattutto adolescenti, i genitori organizzino un confronto con un sacerdote o una persona preparata, sia scientificamente che in ambito morale, per illuminare le coscienze affinché ciascuno possa maturare scelte coerenti con la propria fede. Giovanna Pauciulo


A CURA DELLA CARITAS DIOCESANA

«Mai assuefarsi» Il Cardinale Bagnasco parla del dramma vissuto da chi precipita nel baratro del gioco d’azzardo e chiede un risveglio delle coscienze. Anche la Caritas diocesana si adopera su questo fronte, numerose le iniziative che don Alessandro Cirillo si prepara a varare Il cardinale Bagnasco

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l dramma della dipendenza da gioco d’azzardo è ben noto alla Caritas diocesana. Troppi coloro i quali si presentano ai centri di ascolto indebitati fino al collo. Don Alessandro Cirillo, direttore della Caritas nocerino-sarnese, aveva lanciato l’allarme già in passato ed ora lo ribadisce. La piaga del gioco d’azzardo è quanto mai reale e, soprattutto, in costante ascesa. Il dato di una sala ogni 3 mila abitanti, calcolato dalla nostra rivista nel primo piano dello scorso mese, probabilmente potrebbe già essere superato. Nelle ultime settimane, infatti, le locande dal fascino irresistibile, che propongono vincite facili e poi si rivelano vortici infernali, hanno continuato ad aprire. «Il gioco – afferma il direttore Caritas – risulta essere sempre più uno specchio per le allodole. Da un lato c’è chi crede di superare i propri problemi economici ricorrendo al gioco e dall’altro chi vuole arricchirsi con esso. Siamo tutti più poveri, ma il gioco diventa sempre più ricco, mietendo così vittime che in extrema ratio arrivano addirittura al suicidio». Anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nella sua prolusione in apertura dell’assemblea generale dei vescovi italiani, lo scorso 20 maggio, ha detto: «La società nel suo insieme non deve mai assuefarsi alle diverse forme di evasione che degradano e distruggono i suoi figli a vantaggio di pochi profittatori senza scrupoli. Il nostro pensiero ritorna sul gioco d’azzardo che divora giovani, anziani

e famiglie». Il porporato chiede, quindi, una reazione: «La società contemporanea è al bivio! Non solo le singole coscienze sono chiamate a un risveglio, ma anche la coscienza collettiva deve scuotersi dal torpore etico-spirituale che genera un modo di pensare talmente fluido che le emozioni individuali diventano l’unica realtà, fino a sovrastare la vita degli altri in forme violente, come purtroppo si assiste anche nelle strade delle nostre città. È l’ora di una grande alleanza educativa che proponga il gusto della verità e del bene, la capacità di conoscere se stessi, la bellezza delle relazioni. Ed anche la Chiesa locale prova ad adoperarsi. Don Alessandro Cirillo lancia delle proposte: «Innanzitutto occorre denunciare l’ipocrisia e la falsità promossa dal sistema gioco Italia che dice “gioca, ma con moderazione”. Ma cosa significa? Inoltre bisogna adoperarsi in primis nelle realtà locali realizzando una campagna mediatica per smascherare la diabolica logica del gioco». Il direttore Caritas, infine, chiede anche l’attivazione delle parrocchie e delle singole persone: «Occorre creare una rete di persone, famiglie, che sostengano le vittime delle slot. Nelle singole comunità parrocchiali, infine, c’è bisogno di riferimenti, volontari che sappiano ascoltare e indirizzare le vittime presso strutture specializzate in questo tipo di dipendenza». Salvatore D’Angelo


DAVANTI A DIO PER IL MONDO A CURA DELL’U.S.M.I. (UNIONE DELLE SUPERIORI MAGGIORI D’ITALIA) DIOCESANO

Suor Lissy, suor Shigi, Suor Marcy e suor Rosy nel loro alloggio all’interno dell’Ospedale

DAVANTI A DIO PER IL MONDO Questa rubrica è una finestra sul mondo vocazionale per scoprire la ricchezza della vita religiosa femminile presente nella nostra diocesi

DONARSI AL PROSSIMO Il carisma delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. Abbiamo incontrato Suor Lissy, suor Shigi, Suor Marcy e suor Rosy che prestano servizio agli ammalati presso l’Ospedale “A. Tortora” di Pagani

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l primo piano dell’Ospedale “A. Tortora” di Pagani, tra un reparto e l’altro, è possibile trovare i piccoli alloggi delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. La Congregazione è attiva nel territorio paganese da circa sessant’anni per portare assistenza e conforto agli ammalati. Le suore che oggi dedicano con devozione il loro tempo ai pazienti del nosocomio sono in tutto quattro: suor Rosy, suor Lissy, suor Shigi, suor Marcy; tutte provenienti dall’India, tutte diplomate in Scienze infermieristiche per offrire assistenza non solo morale, ma anche tecnica. Ognuna ha incarichi precisi da portare a termine. Suor Rosy, dolce e pacata, si occupa dei pazienti del reparto di dermatologia offrendo loro tutte le attenzioni necessarie e, talvolta, recitando insieme il Rosario. Suor Lissy, sagace e introversa, si occupa del reparto di chirurgia generale; prega con i pazienti prima di qualche delicato intervento, per trasmettere loro la fede e infondere coraggio. Suor Shigi invece, attiva nella sala operatoria, si occupa dell’assistenza tecnica dei medici durante gli interventi: «Il mio è un ruolo più silenzioso - spiega la suora -, affianco i pazienti e prego per loro costantemente, anche se non lo sanno o non se ne ricordano». Infine suor Marcy si occupa del nuovo reparto

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di ematologia oncologica. Ha un ruolo delicatissimo, tra la disperazione e la paura dei pazienti, non sempre è semplice portare la Parola di Dio. Eppure niente scoraggia le quattro suore che, grazie a una salda fede, una gran forza d’animo e a un buon gioco di squadra con infermieri e medici, riescono ad assistere i pazienti negli amari e interminabili giorni di malattia. ALLE RADICI. L’Istituto delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue fu fondato dal Beato Tommaso Maria Fusco. Nato a Pagani il primo dicembre 1831, la sua fanciullezza fu segnata dalla sofferenza per la perdita prematura dei genitori. Nel 1839, durante una celebrazione in onore di Sant’Alfonso, promette a Dio e a se stesso: «Sarò prete anch’io». Entra nel seminario di Nocera Inferiore ed è consacrato sacerdote il 22 dicembre 1855. Sin dai primi anni di sacerdozio adibisce la sua casa a scuola per i bambini poveri, visita le carceri, assiste gli ammalati, si prende cura delle piccole orfani, per le quali il 6 gennaio 1873 fonda la Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue. Don Tommaso muore il 24 febbraio del 1891, consegnando il “caso della Carità” alle sue Figlie spirituali. IL CARISMA. Le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue operano nell’educazione cristiana della gioventù, nell’assistenza

degli ammalati e degli anziani e collaborano con l’apostolato missionario. La Congregazione è chiamata a riflettere la divina Carità Trinitaria della quale Gesù Crocifisso è espressione, misura e pegno. È missione dell’Istituto, inoltre, fornire assistenza infermieristica ai pazienti. Oggi, oltre che in Italia, le suore vivono il loro carisma negli Stati Uniti, in Brasile, in Nigeria, in India, nelle Filippine dove portano la Parola di Dio e conforto ai sofferenti. SUORE E LAICI IN CAMMINO: L’ A.V.O. Suor Lissy, suor Shigi, Suor Marcy e suor Rosy non sono sole nel loro operato. Ad affiancarle ci sono i membri dell’A.V.O. (Associazione Volontari Ospedalieri). Nell’Ospedale di Pagani i volontari sono 20, di tutte le età. Prestano il loro servizio secondo una propria organizzazione interna e visitano gli ammalati almeno 3 volte a settimana offrendo loro tutte le attenzioni necessarie. La costante dedizione di queste suore è un pungolo per noi cristiani che, talvolta, ci dimentichiamo dell’importanza di assistere e confortare il prossimo. Le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue ci insegnano che “dai poco se doni la tua ricchezza, ma se doni te stesso, tu doni veramente”. Martina Grimaldi


A CURA DELL’UFFICIO PER LA PASTORALE GIOVANILE

La CEI ha pubblicato la Nota pastorale “IL LABORATORIO DEI TALENTI” sul valore e la missione degli oratori nel contesto dell’educazione alla vita buona del Vangelo. Il documento si inserisce negli orientamenti dell’episcopato italiano per il decennio 2010-2020

Il Laboratorio di talenti

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el linguaggio comune, la parola oratorio richiama un’esperienza di vita buona legata ai tempi della giovinezza. La Chiesa, le diocesi e le comunità parrocchiali hanno sempre avuto un’attenzione particolare verso la crescita e l’educazione dei ragazzi e dei giovani. Giovanni Paolo II lo ricordava spesso: «Tutti guardiamo in direzione vostra, poiché noi tutti, grazie a voi, in un certo senso ridiventiamo di continuo giovani. Pertanto, la vostra giovinezza non è solo proprietà vostra, proprietà personale (…). Essa è un bene speciale di tutti. È un bene dell’umanità stessa». Il documento, elaborato dalla Commissione episcopale per la famiglia e la vita e dalla Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali privilegia la “pastorale integrata”. La sfida è far diventare gli oratori spazi di accoglienza e di dialogo, veri ponti tra la ricerca emotiva di Dio e la proposta di un incontro concreto con Lui, tra il virtuale e il reale, tra il tempo della spensieratezza e quello dell’assunzione di responsabilità. Ponti tra la chiesa e la strada. Gli oratori nascono dalla capacità di lasciarsi provocare e mettere in discussione dalle ur-

genze e dai bisogni del proprio tempo, con la stessa passione dei grandi maestri dell’educazione: san Filippo Neri, san Giovanni Bosco, san Carlo Borromeo. Se la prossimità è lo stile dell’oratorio, uno dei suoi obiettivi primari è contribuire alla crescita di cittadini responsabili. Attraverso il dialogo l’oratorio diventa un ambiente di condivisione e di aggregazione giovanile, dove i genitori trovano un fecondo supporto per la crescita integrale e il discernimento vocazionale dei propri figli. Il primato della relazione. L’oratorio è un laboratorio capace di attingere a tutti i linguaggi e gli ambienti giovanili, compreso il web e i “new media”, con un occhio speciale ai “nativi digitali” ai quali indicare, attraverso il confronto, le potenzialità e i limiti dei nuovi media. Ma l’oratorio educa ed evangelizza soprattutto attraverso relazioni personali autentiche e significative, perché nessuna attività può sostituire il primato della relazione personale, come spesso avviene nei social network. L’accoglienza è la cifra dell’oratorio, il suo potere di attrazione, ma non può mai comportare disimpegno o svendita dei valori educativi. La prospettiva adottata è quella della “restituzione”: tutti, in modi e

situazioni diverse, hanno ricevuto del bene da qualcuno e sono chiamati a restituire tale bene diventando dono per gli altri. Non solo sport. Per creare quel tipico “clima di famiglia” che ne ha accompagnato l’evoluzione, i sacerdoti - e non solo quelli giovani, perché l’efficacia educativa non coincide con la vicinanza generazionale fra educatori e ragazzi - devono “stare” in oratorio, per offrire un accompagnamento umano e spirituale ai ragazzi e agli educatori. Servono, inoltre, figure stabili di riferimento, come laici preparati. Tra le proposte più consolidate dell’oratorio, c’è l’attività sportiva, che nel nostro territorio si avvale anche della “presenza capillare” del Centro sportivo italiano, ma non mancano attività come musica, teatro e danza. Fin dalle origini l’oratorio ha posto attenzione alle necessità e alle povertà delle nuove generazioni: un ruolo di prevenzione, più che di contrasto del disagio sociale, nel quale gli oratori sono sollecitati a perseverare, grazie alla loro capacità di “stare anche sulla strada”. Don Antonio Cuomo

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IN BACHECA a cura della Redazione

Auguri di buon compleanno Don Raffaele Corrado festeggia 38 anni, il 17 giugno; don Vincenzo Ruggiero compie 72 anni, il 21 giugno e mons. Mario Ceneri festeggia 70 anni, il primo luglio. Prosegua sempre con vigore il vostro cammino di santità.

Auguri di buon onomastico Don Romualdo Calcìde il 19 giugno; don Luigi La Mura il 21 giugno; don Giovanni Iaquinandi, don Giovanni Longobardi, don Giovanni Orlando, don Giovanni Padovano, p. Giovanni Battista Castellaz, don Ivan Cerino, il 24 giugno; p. Pietro Lombardi, don Piercatello Liccardo, mons. Pietro Milite, il 29 giugno. Possano custodirvi sempre i santi di cui portate i nomi. Auguri!

Un duplice augurio Per il compleanno e onomastico di don Luigi Loreto il 21 giugno; don Gianfranco Marotta il 23 e 24 giugno; don Pietro Califano il 4 luglio e 29 giugno; don Luigi Lamberti il 5 luglio e il 21 giugno. Per la duplice ricorrenza, a ciascuno il più caro augurio!

Auguri di buon compleanno ai nostri referenti

Buon anniversario di ordinazione presbiteriale Don Luigi Lamberti festeggia 15 anni di sacerdozio, il 24 giugno; don Pietro Califano e mons. Mario Vassalluzzo celebrano rispettivamente 63 e 58 anni di sacerdozio, il 25 giugno; mons. Domenico La Guardia festeggia 64 anni di sacerdozio, il 26 giugno e lo stesso giorno festeggia 42 anni di sacerdozio p. Giovanni Battista Castellaz; il 28 giugno festeggiano l’anniversario di ordinazione presbiterale mons. Antonio Calabrese (43 anni), mons. Mario Ceneri (46 anni), don Natale Gentile (45 anni) e don Giovanni Iaquinandi (48 anni); il 29 giugno, invece, festeggiano don Flaviano Calenda (39 anni), mons. Ernesto Giove (66 anni), mons. Giuseppe Lanzetta (62 anni); don Piercatello Liccardo festeggia 13 anni di sacerdozio, il 30 giugno; festeggiano il primo luglio p. Raffaele Bufano (13 anni), mons. Alfonso Desiderio (51 anni) e mons. Vincenzo Leopoldo (46 anni); don Antonio Palumbo celebra 41 anni di sacerdozio, il 2 luglio; don Ciro Scarpetta ricorda 46 anni di sacerdozio, il 3 luglio; il 4 luglio festeggiano l’anniversario di ordinazione presbiterale don Alessandro Cirillo e don Antonio Cuomo (15 anni), don Giovanni Longobardi (65 anni) il 4 luglio. Sia sempre fresco per voi il profumo del crisma, sempre lieto il vostro ministero, a servizio dei più deboli e bisognosi. Auguri!

Una augurio speciale

Antonio Marra (Santa Maria delle Grazie, Angri) spegne 28 candeline, il 18 giugno; Aniello Lettieri (S. Antonio di Padova, Poggiomarino) compie 41 anni, il 22 giugno; Carlo Attanasio (Maria SS. di Costantinopoli, Nocera Superiore) festeggia 21 anni, il 25 giugno. All’intercessione di Maria affidiamo le vostre vite e il servizio prezioso per la diffusione di Insieme. Auguri!

Don Domenico Cinque e don Gaetano Ferraioli festeggiano 20 anni di sacerdozio il 19 giugno; mons. Alfonso Raiola festeggia 70 anni di sacerdozio, il 4 luglio. Accanto ai loro ministeri maturi e saggi la freschezza del primo anno da presbiteri di don Carmine Cialdini (21 giugno), don Salvatore Agovino (28 giugno) e don Giuseppe Perano (5 luglio). A ciascuno un caro augurio!

Carlo Attanasio

Mons. Alfonso Raiola

Antonio Marra

Auguri di buon lavoro La redazione esprime i migliori auguri per un proficuo lavoro ad Antonio Lombardi, nominato membro della Segreteria regionale ANSPI. Affinché il servizio a favore della formazione integrale dei giovani sia sempre orientato a Cristo. Aniello Lettieri

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NEWS DALLE PARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Cattedrale San Prisco Nocera Inferiore

Vegliare in attesa del Signore Solenne Messa Pontificale presieduta dal Vescovo Giuseppe Giudice

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Foto Salvatore Alfano (4)

el ricco programma religioso e civile per i solenni festeggiamenti in onore di San Prisco, primo vescovo nocerino, ha avuto un posto di primo piano la solenne Celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Giuseppe lo scorso 9 maggio. «Abbiamo bisogno di un sussulto di gioia per vivere questa festa diocesana», ha affermato invitando i sacerdoti e i fedeli presenti a chiedere a Dio di mettere nel proprio cuore la nostalgia della festa. Facendo poi riferimento alla Parola ascoltata, Mons. Giudice ha sottolineato che il compito dei pastori è stupendo, perché posti da Dio a vegliare come sentinelle sulla Chiesa. Numerose le immagini che il vescovo ha utilizzato per declinare il verbo vigilare, ricordando le mamme che vegliano sui propri bambini e quanti restano accanto agli ammalati. «Vegliare è un verbo che non appartiene solo al Tempo di Avvento - ha ammonito -. Che cos’è la nostra vita se non una veglia d’amore in attesa del Signore? Il problema è che oggi non vegliamo più, non speriamo più!». Ecco il peccato che mina il cuore di tanti credenti che fanno fatica a ricordare che la vita è un dono e che, se vissuta con gioia, può diventare una sana e salutare provocazione per molti. Rivolgendosi ai sacerdoti il Vescovo ha detto: «Attenzione a non farci abbagliare dalle sirene della notte, perché noi non siamo figli della notte. Se nella nostra vita riprendessimo il tema della vigilanza, saremmo meno ripiegati su noi stessi e avremmo lo sguardo maggiormente rivolto al cielo». Un ultimo passaggio sulle modalità con cui bisogna esercitare la custodia: «Custodire significa vigilare con dolcezza e tenerezza il gregge» che è la comunità, la famiglia, la scuola, ma anche il mondo sociale e politico. Antonietta Abete

Alcuni momenti della Messa dello scorso 9 maggio

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Il gruppo di cresimati con Alba e Luigi, al termine della celebrazione

Un momento della Celebrazione Eucaristica presieduta da don Giuseppe Pironti

S.S. Simone e Giuda Nocera Inferiore

La prima Messa di don Giuseppe Commozione e applausi per il neo presbitero dalla comunità in cui è cresciuto

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ntensa emozione per i tanti fedeli che il 20 aprile scorso hanno partecipato alla Messa vespertina, officiata da don Giuseppe Pironti, a cui ha voluto essere presente anche il vescovo, mons. Giuseppe Giudice. Un momento di grande commozione è stato l’ingresso in chiesa di don Giuseppe, accompagnato da molti sacerdoti, che hanno concelebrato insieme a lui, mentre si diffondevano le dolci melodie della corale parrocchiale. Al suo fianco la famiglia, i parenti e gli amici della sua infanzia. Numerosi i presenti che hanno accompagnato – nel corso di questi anni – il cammino di fede di don Giuseppe, la cui vocazione è germogliata proprio nell’Azione Cattolica della stessa parrocchia. Nella sua omelia don Giuseppe ha ricordato: «Gesù è il nostro buon Pastore, che cura, ama, perdona, accoglie, tiene per mano ognuno di noi, perché tra noi e Lui c’è un rapporto di amore così stretto che neanche la morte può rompere». Infine, dal neo presbitero una sollecitazione: «Da pecore dobbiamo diventare annunciatori, evangelizzatori. Siamo coloro che sono amati per andare ad amare». Al termine della celebrazione, don Rosario Villani, parroco della comunità, ha ricordato quando una sera del 2006 in sacrestia Giuseppe gli comunicò la bella notizia di voler entrare in Seminario: «Che tu possa essere un Pastore eccezionale, dal cuore aperto e accogliente» gli aveva augurato. «Nel 1983 – ha concluso affettuosamente il parroco – quando tu nascevi, io diventavo sacerdote». Al termine della Santa Messa, la comunità di Casolla si è stretta intorno a don Giuseppe, per festeggiare il suo “ragazzo”. Maria Bonfiglio

Santa M. Maddalena in Armillis S.E. del M. Albino

Lo Spirito Santo su una “testa matta” L’incontro con Dio attraverso il corso di cresima

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nimata dai canti del coro polifonico Millennium, si è svolta il 19 maggio la festosa celebrazione del sacramento di confermazione alla fede e alla testimonianza di vita cristiana dei giovani della comunità parrocchiale. P. Massimo Staiano ha accolto i 16 cresimandi che dal mese di ottobre hanno iniziato il cammino verso lo Spirito della Pentecoste. «Un gruppo difficile da gestire, ma che, dopo le problematicità iniziali, si è distinto nella testimonianza di crescita spirituale e morale», così Alba Albanese, guida della formazione spirituale dei cresimandi da circa vent’anni, ha presentato i giovani alla comunità. Con la collaborazione di Luigi Strino, attraverso incontri di presentazione, lettura e commento della Bibbia, di condivisione dei problemi giovanili e varie esperienze di ritiro di preghiera gli stessi giovani hanno scoperto e valorizzato il “dono” della fede, che cambia la prospettiva di vita. I ragazzi, alla fine della celebrazione, in una lettera indirizzata ad Alba e Luigi, hanno rivelato che per qualche “testa matta”, l’incontro con Dio è stata una scintilla profonda di cambiamento interiore. Infine, l’applauso della comunità ha accolto questi “doni” sinceri dell’opera dello Spirito Santo. Maria Ermelinda Di Lieto


Spiritualità benedettina

La giuria di esperti al momento dell’assaggio dei piatti

Regina Pacis Angri

Alla riscoperta di un tubero prezioso Il convegno con tanti esperti per approfondire tecniche di coltivazione e di utilizzo in cucina delle patate

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iovedì 9 maggio, nel salone Beato Giovanni Paolo II presso la Cittadella della Carità, si è svolta la IV edizione del convegno dal titolo: “La patata: un tubero prezioso, un alimento sano e gustoso”. Ha aperto i lavori Antonietta La Storia, tecnologo alimentare (Università Federico II) e Orlando Vincenzo, presidente dell’associazione NOMOS onlus. Moderatore dei lavori Luigi Frusciante, docente di Genetica Agraria (Università degli Studi di Napoli, Federico II) Al convegno sono poi intervenuti Domenico Carputo, docente di Genetica Agraria; Mauro Mazzei, agronomo; Gerardo Gaudiano, Direttore O.P. Campania Patate; Rossella Robusto, agronomo e fitopatologo; Maresca Diamante, dell’Università degli Studi di Napoli, Federico II; Alfonso Pentangelo, tecnico agrario; Maurizio Quirino, responsabile stabilimento Mitica Food; Andrea Pasqua e Nicola Lazzaro Gullo, agronomi, Tecnici responsabili Cotrapa 2000; Carmela Perla, agronomo. Il convegno ha aperto ufficialmente la V edizione della Sagra della patata. Come ogni anno, sono stati coinvolti i ragazzi degli istituti superiori del nostro territorio. Quest’anno hanno partecipato ai lavori l’I.S.I.S. ”G. Fortunato” di Angri, e l’I.P.S.A.S.. Ad arricchire il seminario, il concorso enogastronomico tra i ragazzi. Una giuria di chef di alcuni ristoranti del territorio hanno giudicato i piatti realizzati con la patata ricciona. Portata vincitrice: ricciofrolla all’amarena con salsa allo sfusato, realizzato dagli studenti della II C dell’I.S.I.S., Alessandro D’Amato, Concetta Borrelli e Regina Ruocco. Il piatto è stato proposto alla sagra del 25-26 maggio. Associazione NOMOS onlus

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ontinuano nella chiesetta di S. Benedetto ad Angri gli incontri settimanali di spiritualità benedettina, appuntamenti che rispondono pienamente ai cortili permanenti di evangelizzazione, tanto voluti dal nostro amato Vescovo. Le nostre riunioni, che avvengono alle ore 16 di ogni sabato, ci permettono di vivere, in modo nuovo, la lectio divina benedettina, suddivisa in quattro momenti: lettura, meditazione, preghiera e contemplazione. Il nostro intento di gruppo è quello di condividere poi con i nostri parenti ed amici ciò che la Parola di Dio ha seminato nei nostri cuori. Dalla condivisione spesso emergono situazioni di vita difficili in cui lo scoraggiamento può prendere il sopravvento. In queste circostanze il nostro lavoro consiste soprattutto nel riportare la pace familiare, dimostrare, attraverso la lettura di testi biblici, che il Signore è vicino a chi lo invoca e il suo aiuto non tarda: si tratta solo di saper aspettare con fiducia. Nel frattempo diventa più che utile avvicinarsi alla mensa del Signore e nutrirsi quotidianamente del Suo Corpo. Allora se è vera l’espressione «l’uomo è ciò che mangia», del filosofo tedesco Feuerbach, tanto più lo è per queste famiglie che si avvicinano alla mensa del Signore, per ottenere le grazie necessarie e sospirate. Raffaele Manna

Il gruppo che prende parte agli incontri


Santuario del Santo Bambino di Praga Pagani Suor Maria Rosaria

Solennità di Maria SS.ma della Purità Pagani e la P.U.A.C.S. per il 30° anniversario dell’incoronazione della Sacra Immagine della Madonna della Purità

L Monastero di S. Chiara Nocera Inferiore

“Và sicura in pace, anima mia!” È salita al Cielo Suor Maria Rosaria, clarissa di 100 anni

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el giorno della solennità di San Prisco la nostra sorella, suor Maria Rosaria, è tornata alla Casa del Padre, restituendo i 100 anni della sua vita e gli 85 anni di consacrazione nell’Ordine delle Sorelle povere di S. Chiara, nelle mani del donatore di ogni Bene. La divina Provvidenza l’ha accolta proprio nel giovedì dell’Ascensione. La nostra sorella Maria Rosaria in tutto il cammino della sua vita ha sempre guardato con fiducia al volto buono di Dio Padre e alla tenerezza della Mamma Celeste, sempre cercando, da sposa innamorata, l’amato volto dello Sposo. Negli ultimi tempi in cui la malattia, la sofferenza e l’inabilità l’hanno resa totalmente consegnata alle nostre cure, è apparso evidente dalle sue parole quel sentirsi membra del Corpo ineffabile di Cristo, desiderosa di ricongiungersi a Lui e grata per tutto il Bene che il Creatore aveva operato e continuava ad operare nella sua vita. Alla nostra domanda: «Cosa dirai a Gesù quando finalmente lo vedrai?», rispondeva sorridendo: «No! Lui non mi lascerà dire niente, perché subito mi abbraccerà e mi dirà: “Vieni, mia diletta!”». Spesso davanti al suo dolore ci chiedevamo perché un corpo già tanto segnato dall’invecchiamento, potesse essere ulteriormente provato da una malattia così insidiosa e dolorosa come il melanoma. Solo lo sguardo fisso nel cuore misericordioso di Dio ha fatto luce nei momenti più difficili. Ora che il Re ti ha introdotta nelle sue stanze, carissima sorella, guardaci dai suoi giardini affinché anche noi, desiderose di sedergli accanto, non ci stanchiamo mai di cercare l’amato del nostro cuore, fiduciose che lo Sposo non tarderà. Le Sorelle Clarisse

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a comunità del Santuario del Santo Bambino di Praga, in comunione con i Piccoli Discepoli della Croce e la Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, come ogni anno, il 7 maggio 2013, nel 30° Anniversario, ha ricordato l’incoronazione alla Sacra Immagine della Madonna della Purità, opera attribuita alla scuola del Murillo del XVII sec. Ricorreva il 7 maggio 1983 quando per volontà di Giovanni Paolo II, il cardinale Giuseppe Casoria, allora prefetto della Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, alla presenza dell’ordinario diocesano, mons. Jolando Nuzzi, incoronò “Nomine et Auctoritate Summi Pontificis” la Sacra Immagine di Santa Maria della Purità. Anche quest’anno ci siamo ritrovati – attraverso la celebrazione eucaristica – a rivivere quel momento di grazia per la nostra comunità, con il rito dell’incoronazione. Come sempre il popolo di Pagani insieme ai sacerdoti del Santuario si sono raccolti nell’ascolto della Parola di Dio tenendo soprattutto presente ciò che ha reso beata e gloriosa la Vergine Maria, cioè la fede, l’umiltà e la purezza. Infatti, più volte è stato sottolineato ciò che Gesù disse di Maria: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica». In questi propositi, nel ricordo di tale evento abbiamo chiesto al Signore, attraverso la Madre della Purità, di poter ascoltare sempre la voce dello Spirito e poter poi pronunciare anche il nostro “sì” come ha fatto Lei per rinnovare nella fede, nella speranza e nella carità la nostra terra. Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza

Il rito di incoronazione della Sacra Immagine della Madonna della Purità


Santa Maria del Presepe Nocera Inferiore

Due serate gastronomiche per sostenere la colonia estiva dei bambini I volontari de “Il Buon Samaritano” impegnati nella raccolta fondi per la colonia dei bambini del Centro parrocchiale

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anno scolastico è terminato ed anche il Centro “Il Buon Samaritano” di Nocera Inferiore concluderà il terzo anno di servizio alla comunità nocerina, non prima di aver fatto vivere un’ulteriore esperienza di spensieratezza ai 50 bambini che sono stati accolti ed accompagnati in quest’anno scolastico. Come gli altri anni si terrà la colonia estiva, dal 29 giugno al 7 luglio, a Cetraro Marina (CS). Anche quest’anno la Divina Provvidenza ha operato: tanti nuovi volontari hanno voluto fare esperienza del dono di sé; tanti giovani si sono avvicinati all’associazione rimanendo affascinati ed innamorati dalla

semplicità, in modo particolare della gioia e dell’affetto dei bambini. Per sostenere l’iniziativa della colonia estiva, “Il Buon Samaritano” rinnova per il terzo anno il tradizionale appuntamento gastronomico: l’invito è per tutti gli amici che vorranno venire ad incontrarci presso la sede dell’associazione, in via G. Garibaldi, 48 (Nocera Inf.) il 14 e 15 giugno, dalle 20:00 a mezzanotte. Le serate gastronomiche sono un momento in cui allegria, cibo e beneficenza vengono “serviti” in un unico piatto: l’amore per il prossimo. Vi attendiamo con affetto! Il Buon Samaritano ONLUS

Un gruppo di pellegrini all’udienza generale di Papa Francesco Mercoledì, 1 maggio, circa 50 pellegrini della parrocchia, accompagnati dal parroco, don Ciro Galisi, sono giunti a Roma, per ascoltare Papa Francesco. «Che felicità vederlo così da vicino!» hanno esclamato in tanti. Felicissimo don Ciro, che ha potuto donargli un cappellino bianco con il logo de “Il Buon Samaritano”. Papa Francesco ha contagiato tante persone. Con la sua gioia serafica permette di sognare un mondo diverso. Maria Fugaro


Nella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sostituiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento. Se desideri anche tu prendere uno spazio fisso o in occasione di un evento particolare, contattaci allo 081 517 04 66 o su redazioneinsieme@alice.it

IN PARROCCHIA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI

Da sinistra: don Enzo Di Nardi e don Ciro Scarpetta

Proseguono gli incontri formativi presso la parrocchia Santa Maria del Carmine. Lo scorso mese è stato affrontato il tema della preadolescenza e del compito dei genitori, aiutati da don Ciro Scarpetta, sacerdote e psicologo dalla vastissima esperienza

La preadolescenza, un tempo difficile

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ontinua l’impegno sul versante della formazione. Lo scorso mese don Ciro Scarpetta, sacerdote e psicologo che collabora con il Consultorio Familiare diocesano ha sviscerato il tema “La preadolescenza e il compito dei genitori”. L’incontro ha visto una ricca partecipazione dei membri del gruppo I e II media dell’Oratorio San Giovanni Bosco, dei Giovanissimi e dei Giovani della parrocchia. Una stagione delicata. Tema centrale della discussione è stato la preadolescenza, età sensibile e determinante per il futuro sviluppo dell’individuo. È stata definita come un difficile compito da affrontare, soprattutto per i ragazzi, i quali, non più bambini ma non ancora adolescenti, sono chiamati ad assumere una maggiore consapevolezza di se stessi e ad interagire con la società civile. In particolare, il passaggio alla preadolescenza non è istantaneo ma è il punto di arrivo di un iter durante il quale il preadolescente, assumendo nuovi compiti, si affaccia ad una nuova visione della vita e della realtà che lo circonda. Inizia, così, a reclamare più spazio per

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se stesso, attraverso una maggiore emancipazione sia a livello familiare (possibilità di prendere le decisioni che lo riguardano, insieme con i genitori) sia a livello sociale (possibilità di uscire con il gruppo di amici). Laddove quest’esigenza di emancipazione non è soddisfatta, il preadolescente tende a ribellarsi alle costrizioni e alle imposizioni esterne. Ovviamente, in questo particolare momento di formazione possono verificarsi numerose circostanze che potrebbero condizionare, in maniera determinante, la graduale maturazione del ragazzo e la sua capacità di relazionarsi con i propri coetanei e con gli adulti, i cosiddetti “grandi”. Ricerca di una guida. Allo stesso modo, anche la sua vita spirituale subisce gli effetti di questa delicata fase di crescita: molto spesso il preadolescente avverte l’esigenza di rielaborare i contenuti religiosi appresi in famiglia e al Catechismo e di trovare una risposta alle domande che non possono essere soddisfatte in maniera superficiale. Il preadolescente può, dunque, sentirsi smarrito (sia a livello sociale sia religioso) e, più o meno

consapevolmente, inizia la ricerca di una guida. Compito dei genitori è quello di ricoprire questo ruolo, superando l’ostacolo costituito dalla differenza di età e cogliendo le richieste di attenzione e comprensione del preadolescente: solo in questo modo potranno garantire al ragazzo una crescita ottimale. Questo processo è un’occasione di crescita anche per i genitori, chiamati quotidianamente ad affrontare diversi tipi di problematiche facendo tesoro di ogni esperienza vissuta. Don Ciro ha inoltre focalizzato l’attenzione sulle problematicità che la preadolescenza presenta, sui fattori di rischio da prevenire e su quelli protettivi da promuovere per il fisiologico sviluppo del preadolescente, servendosi anche di numerosi esempi pratici. Il numeroso pubblico, attento e incuriosito, ha posto molte domande allo psicologo che ha risposto sia ai quesiti dei preadolescenti che a quelli dei genitori. L’incontro si è concluso con una preghiera comunitaria, guidata da don Ciro. Un’esperienza ricca e formativa, per i ragazzi e i genitori. Antonio Amarante e Flora Gaito


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DA PADOVA POGGIOMARINO

COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Grande successo per la 24esima edizione del CONCORSO NAZIONALE DI POESIA “CITTÀ DI POGGIOMARINO

L’arte della poesia

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o scorso primo giugno si è svolta la premiazione del 24esimo concorso di poesia “CITTÀ DI POGGIOMARINO” nella splendida cornice di Piazza de Marinis. Il concorso, riservato alle scuole elementari, medie inferiori e medie superiori d’Italia, ha lo scopo di sviluppare nei ragazzi il gusto di far poesia. Sono giunte alla segreteria del premio, curato da Pino Colace, ben 2.926 poesie da 15 Regioni italiane. Esse sono state distribuite alle scuole del territorio che le hanno selezionate. Il giorno 9 maggio, nella sala del Comune, alla presenza del Sindaco dott. Leo Annunziata, in qualità di Presidente del premio, si è riunita la giuria per la scelta delle poesie vincitrici e di quelle da segnalare. Giuria composta dal prof. Franco D’Avino, manager del premio, dai Dirigenti scolastici delle Scuole di Poggiomarino e dalla Pro Loco.

I VINCITORI Per la Scuola elementare è risultata vincitrice la poesia “LE MANI” di Boccia Chiara, alunna del primo circolo didattico di Poggiomarino. Per la Scuola media inferiore è risultata vincitrice la poesia “COSÌ È LA VITA” di Barchiesi Alessio, della scuola media Falcinelli di Montemarciano (AN). Per la scuola media superiore vincitrice è stata la poesia “MUSICA” dell’alunna Giorgia Bianco del Liceo Classico RuggeroBonchi di Lucera (FG).

LA LUNGA STORIA DEL PREMIO Questo concorso, nato nel 1989 ad opera della Pro Loco,

Un momento della premiazione dell’edizione 2012

Sono giunte alla segreteria organizzativa ben 2.962 poesie da 15 Regioni italiane. Si è aggiudicata la vittoria, per la sezione Scuola elementare, la poesia “LE MANI” della piccola Chiara Boccia, alunna del I Circolo didattico di Poggiomarino

retta dall’allora Presidente Mario Morra, ha avuto nel corso degli anni un successo sempre maggiore. Nel 1994 il Comune di Poggiomarino, con il Sindaco dott. Roberto Aprea, ha istituzionalizzato il Premio. Il concorso ha l’alta adesione del Presidente della Repubblica che assegna, ogni anno, a ciascun vincitore una medaglia d’argento. I Presidenti di Camera e Senato assegnano altre due medaglie. Il Premio ha inoltre il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, della Regione Campania e dell’Amministrazione provinciale di Napoli. Sono stati stampati già 4 volumi contenenti le poesie vincitrici e segnalate di ogni quinquennio. Non possiamo che fare i complimenti alla Pro Loco che da 24 anni porta avanti questo concorso e al Comune di Poggiomarino che lo ha sempre sostenuto. Prof. Andrea Cocchi

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DELLE TRE CORONE SARNO

MARIA, strada

che conduce a Dio

L Il mese di maggio è dedicato alla Madonna attraverso la recita quotidiana del santo Rosario

a Chiesa ha sempre promosso e benedetto la devozione a Maria Santissima, “cammino sicuro” per avvicinarsi al Signore, giacché Maria è pur sempre strada che conduce a Cristo. È divenuta una consuetudine che nei vari centri di ascolto nella nostra parrocchia Maria SS. delle Tre Corone si reciti il Santo Rosario per l’intero mese di maggio. Quest’anno molte persone hanno chiesto che nella Chiesa di Piazza Croce si recitasse di nuovo il Rosario. E così un bel gruppo di persone si reca lì ogni giorno per pregare la Madonna. Il nostro parroco don Antonio, durante il mese di maggio, sceglie delle date e si reca nei diversi centri di ascolto con la statua di Maria per pregare e recitare insieme il Rosario. Noi cristiani, desiderosi di essere sempre più vicini alla Madonna, le offriamo per tutto il mese dei piccoli sacrifici, i cosiddetti “fioretti” e andiamo a piedi a Pompei in raccoglimento, recitando quella meravigliosa preghiera che è il Santo Rosario, nel quale l’anima

non si stanca di ripetere le stesse cose, in cui si impara a rivivere i momenti centrali della vita del Signore. Molte persone accorrono in questi luoghi piccoli o grandi dove c’è la presenza speciale della Vergine per ringraziare, per lodare Maria, per chiedere delle grazie e anche per ricominciare da capo, dopo essersi allontanati da Dio. Perché come diceva Giovanni Paolo II, l’eredità di fede mariana di tante generazioni in questi luoghi dedicati alla Madonna non è solo ricordo di un passato, ma un punto di partenza verso Dio. Il fatto di mettere Maria al centro, attraverso un mese a lei dedicato, diviene così l’occasione per portare nel vissuto quotidiano, nei nostri luoghi di vita e accanto a tutti, quello sprazzo di cielo che la Mamma di Gesù ci offre da sempre con la sua presenza nella storia dell’umanità. Il nostro augurio è che queste piccole esperienze ci facciano crescere sempre più come comunità e che siano da stimolo per vivere la fede in modo saldo. Tiziana Liguori e Donatella Ferrara



A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI NOCERA SUPERIORE

Trionfo di colori e tripudio di gente

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Il rientro della Processione

ei giorni vissuti intensamente tra spiritualità e svago, dal 16 al 21 maggio 2013. Trionfo di colori e tripudio di gente per i Solenni Festeggiamenti in onore di Maria SS. di Costantinopoli e San Pasquale Baylon a Nocera Superiore, una galleria di luci ha illuminato ed esaltato i colori dei gessetti sull’asfalto del Concorso Internazionale dei Madonnari. Un connubio perfetto ha accompagnato i tre giorni di arte e spiritualità in via Vincenzo Russo. Tantissimi artisti Madonnari provenienti da ogni parte del mondo, con i soli gessetti e la loro creatività, hanno generato un manto di colori al fine di onorare la tradizionale Processione di Maria SS. di Costantinopoli e San Pasquale Baylon. Nuovi particolari hanno arricchito i giorni di festa: a via Pecorari sono stati rappresentati i fioretti di San Pasquale Baylon, ripercorrendo i momenti salienti della sua vita e il suo Amore per Gesù Eucarestia; la processione della Via Lucis alla vigilia della festività di Maria SS. di Costantinopoli è stata un messaggio evangelico forte tra i rumori mondani del nostro tempo. Un altro evento di grande rilievo ha arricchito questi giorni: nell’Aula Consiliare del Comune di Nocera Superiore, il primo convegno internazionale in videoconferenza con Monterrey (Mexico) e con Toulon (Francia) per l’istituzionalizzazione del F.I.E.M. (Federazione Internazionale Eventi Madonnari), ideato dalla nostra parrocchia dove ha anche la sua sede. Giorni intensi conclusi con il Gran Galà di Premiazione durante il quale sono stati proclamati i dipinti vincitori per le tre giurie: esperti, popolare e on line. Al termine la serata è stata allietata dalla musica di Pupo e i fuochi pirotecnici. Maria Sessa

Grande successo per i festeggiamenti in onore di Maria SS. di Costantinopoli e San Pasquale Baylon e per il XV Concorso Internazionale dei Madonnari

Il passaggio solenne della Processione sul tappeto dei quadri

La realizzazione delle opere

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COORDINATORE DELLA REDAZIONE PARROCCHIALE CARLO ATTANASIO

Il rientro della Madonna di Costantinopoli a conclusione della Missione

IL SEME DELLA FEDE I frutti della missione popolare non si misurano solo con i numeri. Molte persone si sono riavvicinate alla comunità e alle attività dei diversi gruppi parrocchiali

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settimane di missione distribuite lungo l’arco di sette mesi, 17 rioni visitati, 48 catechesi del parroco sui temi della fede, 52 Rosari animati dai vari gruppi parrocchiali, 19 adorazioni eucaristiche e liturgie penitenziali per gli abitanti delle diverse zone, circa 2000 famiglie visitate dal parroco insieme a centinaia di campagne, fabbriche, uffici, negozi e luoghi di lavoro benedetti: questi i numeri della missione. Eppure essi non riescono a raccontare e a descrivere a pieno questa meravigliosa esperienza di “nuova evangelizzazione” e riscoperta della fede che ha interessato tutti i 7 mila fedeli della nostra comunità. É difficile descrivere le emozioni che la pietà popolare suscita e accende in momenti tanto straordinari, ma se tutto si fosse fermato lì, all’emozionalità del momento, non potremmo dire che questa Missione abbia portato buoni frutti. Il raccolto atteso perciò non va ricercato nei numeri, nelle accoglienze sia pur calorose, nell’entusiasmo dei fedeli. Il raccolto atteso, e certamente abbondante, bisogna cercarlo nel cuore dei tanti fedeli che, con fede semplice e amore verso la Madre di Dio, hanno accolto nel campo dell’anima la semina abbondante delle catechesi del nostro parroco, innaffiato dai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia, curato dalla preghiera del Santo Rosario e dall’Adorazione eucaristica, irradiato dallo splendore del volto di Maria. E poiché crediamo che: “dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa (Mc 4,27)” siamo certi che il raccolto abbondante non tarderà a venire e già ne possiamo assaggiare i primi frutti nelle numerose persone che grazie a questa esperienza hanno scelto di vivere più a pieno la vita parrocchiale e la partecipazione attiva ai vari gruppi. Il vero raccolto è quindi nel cuore e nell’anima di ciascun fedele e aspetta di maturare per poter essere condiviso con gli altri. Sta a noi tutti ora impegnarci a continuare nella cura amorosa di ciò che in quest’anno è stato seminato. Un grande ringraziamento va a don Roberto Farruggio che con la sua creatività pastorale ha reso possibile tutto questo, ai gruppi parrocchiali e a tutti coloro che si sono impegnati in questi mesi in vario modo. Soprattutto ringraziamo Dio che ci ha benedetto con un’esperienza di fede così straordinaria. Fabio Senatore

L’adorazione Eucaristica e la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione del Venerdì per gli abitanti dei vari quartieri Una delle catechesi tenute dal parroco

FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SANT’ANTONIO DA PADOVA PROGRAMMA - TREDICINA DI SANT’ANTONIO Dal 31 maggio al 12 giugno: Ore 18,00: santo Rosario Ore 18,30: Preghiera della Tredicina in onore di Sant’Antonio Ore 19,00: Santa Messa con predicazione

Giovedì 13 giugno S. Messa in Cappella: ore 9,30 - 19,00 - 20,00 Ore 20,00: Messa solenne nella Capella di Sant’Antonio e bacio alla reliquia Ore 21,00: Spettacolo musicale e Fiera del dolce Sabato 15 giugno Ore 16,00: processione del Santo Ore 18,30: venerazione del santo davanti alla Chiesa parrocchiale Ore 20,00: Messa solenne nella Capella di Sant’Antonio e bacio alla reliquia Ore 21,00: 24esima Sagra S. Antonio. Spazio Deaban: spettacolo musicale e cabaret con Mariano Bruno Domenica 16 giugno S. Messa in Cappella: ore 9,30 S. Messa nella Chiesa parrocchiale: ore 11,00 - 19,00 Ore 21,00: 24esima Sagra S. Antonio. Spazio Deaban: spettacolo musicale con ARTETECA Ore 24,00: Fuochi pirotecnici Durante i due giorni animazione per i bambini e spettacolo Tammorre Dal 13 al 16 giugno: pesca di beneficenza a cura della Caritas e del gruppo MGC. Mostra missionaria

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE CASATORI SAN VALENTINO TORIO

Foto: Fotografi Art Vision

I giovani che hanno ricevuto il sacramento della Confermazione, lo scorso 19 maggio, insieme al parroco don Gaetano Ferraioli

Il sacramento della maturità cristiana Anna e Paola, cresimanda e madrina, ci raccontano l’esperienza che hanno vissuto durante il percorso di preparazione per ricevere il sacramento della Confermazione

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a Confermazione è il sacramento della “maturità cristiana”. Accogliendo lo Spirito Santo, confermiamo la nostra fede impegnandoci ad amare con più vigore Dio e i fratelli che Lui ci pone accanto. Non esiste pertanto un’età giusta per ricevere la Cresima: si tratta di una scelta libera, meditata e frutto di un periodo di maturazione, psicologica e spirituale, nel quale si prende coscienza della volontà di affidarsi allo Spirito Santo per una crescita ulteriore nel proprio percorso di fede. Questa consapevolezza è stata il nostro punto di partenza e di arrivo durante gli incontri fatti con le catechiste Dora Pia e Cristina, con gli altri cresimandi e il parroco don Gaetano; un itinerario volto a comprendere e a vivere pienamente il significato della Cresima. Tempo di confronto e di crescita personale attraverso un dialogo aperto, piacevole e costruttivo. Momento culminante e significativo del nostro cammino di fede è stata la celebrazione del Sacramento della Confermazione nel giorno in cui la Chiesa celebra la Pentecoste. Come nel giorno in cui gli Apostoli ricevettero dal Signore risorto la prima effusione dello Spirito Santo, anche noi abbiamo ricevuto, at-

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traverso il segno della croce sulla fronte, il Sigillo dello Spirito Santo che ci ha resi perfetti cristiani e “soldati” di Gesù nel mondo. La Cresima imprime nell’anima un “carattere” indelebile, unisce più profondamente a Cristo e alla sua Chiesa, rinvigorisce nell’anima i sette doni dello Spirito Santo, dona una speciale forza per testimoniare la Fede cristiana. Il giorno in cui si riceve il Sacramento della Confermazione non è un giorno

qualunque. È un tempo da vivere intensamente, nel quale si è chiamati ad intraprendere un cammino di fede più coerente. Questa esperienza è stata una tappa importante nella nostra vita: in questa occasione siamo state madrina e figlioccia ma nella quotidianità siamo soprattutto sorelle e speriamo che questo dono possa essere come una luce che illumina le nostre scelte. Anna e Paola Gelo

5X mille Si può donare anche per noi! Il tuo contributo sarà utilizzato per la realizzazione di progetti sociali a favore di Anziani, Bambini, Ragazzi, Minori a rischio e Bisognosi. Basta indicare nella tua dichiarazione dei redditi o nel CUD

il codice fiscale 03589060650

della cooperativa nell’apposita casella del 5 x mille e firmare! Le scelte di destinazione dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica e del 5x1000 alla Cooperativa Sociale L’Onda – Società Cooperativa ARL non sono in alcun modo alternative tra loro. Possono essere espresse entrambe, senza problemi di aggravo.



PAGINE DELLA NOSTRA STORIA di Silvio Longobardi

Un martire per la libertà

Odoardo Focherini (Carpi, 6 giugno 1907 - Hersbruck, 27 dicembre 1944)

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ll’amico Sacchetti scrive: “Perdona l’esuberanza e le esigenze di un recluso, che vissuto sempre in piena libertà, insofferente per carattere e per temperamento di ogni legame coercitivo è costretto a star qui con sette bimbi a casa, Mamma, Babbo, e giornale al quale avrebbe voluto proprio ora dare ancora di più!”. Una delle tante lettere dal carcere scritte da Odoardo Focherini, della diocesi di Carpi (Modena), attivista cattolico e dirigente di Azione Cattolica. Era stato arrestato per aver organizzato un’efficiente rete di volontariato che in pochi mesi diede a più di cento ebrei la possibilità di mettersi in salvo. Era nato nel 1907, aveva perciò conosciuto il fascismo nella sua giovinezza, quanto bastava per generare una profonda avversione. La sua vita è stata vissuta sempre al galoppo: dove c’era da fare il bene, lì c’era Odoardo. Fu un convinto educatore, negli anni in cui il regime impediva ogni attività culturale che non fosse allineata con la cultura ufficiale, l’Azione Cattolica rimase uno spazio di libertà e un autentico laboratorio culturale. Le sue capacità gli permisero di acquisire ruoli dirigenziali nelle Assicurazioni Generali. Ma quando fu chiamato ad assumere il ruolo di amministratore del quotidiano cattolico Avvenire d’Italia, non ci pensò due volte. Eppure aveva tutto da perdere, considerando che quel giornale si opponeva risolutamente alla dittatura di regime. Sempre controcorrente. Odoardo avrebbe potuto mantenere un atteggiamento defilato, non rischiare troppo. In fondo sarebbe stato più che giustificato, aveva la responsabilità di una famiglia: la moglie Maria e sette figli nati in rapida successione. Quando si trovava nel carcere di Bologna, prima tappa della sua via crucis, ricevette

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Odoardo Focherini sarà beatificato il prossimo 15 giugno a Carpi. Amministratore del quotidiano cattolico Avvenire d’Italia e padre di 7 figli, fu arrestato ed ucciso per aver salvato centinaia di ebrei una visita dal cognato Bruno Marchesi che lo mise in guardia: “Sta’ attento, forse ti stai esponendo troppo, non pensi ai tuoi figli?”. Odoardo rispose: “Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non di aver fatto abbastanza per loro, se non di averne salvati un numero maggiore”. Ha cercato e sperato fino all’ultimo di vivere, ha scritto dal carcere lettere commoventi alla moglie e ai figli. Ma quando si è reso conto che stava per morire, ha voluto lasciare un ultimo messaggio: “I miei sette figli... vorrei vederli prima di morire... tuttavia, accetta, o Signore, anche questo sacrificio e custodiscili tu, insieme a mia moglie, ai miei genitori, a tutti i miei cari. Dichiaro di morire nella più pura fede cattolica apostolica romana e nella piena sottomissione alla volontà di Dio, offrendo la mia vita in olocausto per la mia Diocesi, per l’Azione Cattolica, per il Papa e per il ritorno della pace nel mondo. Vi prego di riferire a mia moglie che le sono sempre rimasto fedele, l’ho sempre pensata, e sempre intensamente amata”. Odoardo sapeva che il Vangelo gli imponeva di non abbandonare i perseguitati. Ha scelto di amare e servire anche a costo della vita. Non lo ha fatto come un eroe che sprezza il pericolo ma come un fedele discepolo di Gesù che da Maestro attinge il coraggio e la forza di amare e perseverare nel bene. È un testimone autorevole, ha mostrato con fatti che la fede è capace di cambiare la storia. È vero, ha pagato con la vita ma ha testimoniato che il potere può togliere la libertà ma non la speranza, può chiudere la bocca ma non soffocare la voce, può chiudere in prigione ma non togliere la carità. Chi vive così “anche se muore vivrà”; e dona a molti altri il coraggio di lottare contro il male.


CULTURA

Le campane… della fede

I

mmaginate per un attimo, con un salto di oltre mezzo secolo, di trovarvi nella camera da letto delle nostre nonne. Sul comò avevano ricostruito una specie di altarino domestico, dove tra figurine di santi, immagini dei defunti, candele e ceri, troneggiava almeno una campana, di vetro, con il classico Santo all’interno. Era l’espressione più semplice e più vera di una fede popolare, di una tradizione antica, di una presenza del trascendente intriso di una familiarità commovente. Sentimenti ed emozioni che oggi il nostro spirito critico e fin troppo laico ha relegato nel soffitto dei ricordi e nei cassetti delle rimembranze. Ma soffermiamoci per un attimo all’aspetto storico-artistico. Ogni Santo, con i suoi attributi iconografici, era facilmente riconoscibile, come il giglio di S. Luigi, il Bambino in braccio a S. Gaetano, il porcellino con S. Antonio Abate, il Sacramento per S. Pasquale… Al di là di un video inesistente e di mass media poverissimi, la conoscenza alimentava la fede con questa semplicità disar-

La campana con Sant’Anna

Parole di genere

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a differenza tra i sessi è la prima delle differenze, quella sulla quale tutte le altre si costruiscono” (François Héritier). Dal lat. dis , che indica allontanamento, e ferre , portare, (quindi, allontanare fra di loro due o più entità, determinandone la disuguaglianza). Nessuna obiezione a riguardo, se non fosse che tale differenza è stata assimilata dalla società come una disparità di diritti, una legittimazione di una maggioranza a imporsi, a volte con violenza, su una minoranza. E non è necessario guardare così lontano dall’Italia per capire come la condizione della donna sia, ancora oggi, tutt’altro che paritaria rispetto a quella maschile. Ginocidi (dalla fusione del gr. gyné , femmina e lat. caedes , uccisione), cioè assassini di donne uccise in quanto donne, la cui colpa è quella di trasgredire (dal lat. trans , al di là, e gradi , andare, a sua volta da gradus , passo) al ruolo ideale imposto loro dalla tradizione o da una figura maschile, mobbing

Arte... rischi di don Natalino Gentile

mante. Una vera lezione di storia sacra e di teologia. E che dire della devozione a S. Anna, parte integrante del larario domestico? Era usanza che la suocera regalasse alla nuora, come protezione per le nuove nascite, proprio l’immagine della protettrice delle partorienti e delle gravidanze difficili. Ed Anna era anche l’istruttrice di Maria Bambina cui insegnava a leggere la legge sacra, con un libro aperto sulle ginocchia. A volte compare anche Gioacchino per avere la famiglia al completo. E per i più devoti (il pezzo è quanto mai raro) si aggiungeva anche l’arcangelo Gabriele che, in un cartiglio con le parole Ave Maria, anticipava il mistero del’Incarnazione e della nascita di Gesù. Quanta saggezza spirituale e vera teologia in quella fragile campana di vetro. Oggi quei pezzi sono quasi introvabili nelle case, vuoi per la delicatezza del vetro che per l’ingordigia dei mercanti. Ma chi li trova, anche pagandoli con sacrificio, sa di avere un pezzo importante della nostra storia religiosa. E non è poco.

Non solo parole di Francesca Anna Crispo

(dall’ingl. to mob , attaccare in massa, per indicare un comportamento aggressivo volto ad escludere un membro di un gruppo), stalking (dall’ingl. to stalk , perseguitare), insulti (spesso a sfondo sessuale), campagne pubblicitarie sessiste; sono solo alcune delle situazioni che vedono la figura femminile vittima (dal lat. victus , vitto, in riferimento al cibo offerto agli dèi o anche da victa , legata, in quanto oggetto del sacrificio era spesso un animale, condotto all’altare immobilizzato) di atti di discriminazione (dal lat. dis e crimen , giudizio, quindi disparità di trattamento), violenza (dal lat. vis , forza, sebbene spesso sia di tipo verbale) e reificazione (cioè ridurre a cosa, dal lat. res ). In un momento della storia in cui le parole sembrano sprecarsi senza consapevolezza, è bello ricordare quello che Austin, linguista britannico, sosteneva a riguardo: “le parole fanno cose”. E fanno anche le coscienze, di uomini e donne. Su questo, ne siamo certi, non esiste alcuna distinzione.

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Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista Casa Madre e Casa del Padre Associazione “Granello di Senapa” Onlus

La Colonia San Bendetto a Cetraro (CS)

È tempo di vacanze

Presentiamo alcune strutture della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, adatte ad ospitare ritiri, campi-scuola e viaggi di gruppo per le imminenti vacanze estive

L

e vacanze estive si avvicinano: è tempo di scegliere un luogo per dare ristoro al corpo e allo spirito. Un viaggio in famiglia, un ritiro con la parrocchia o con le associazioni possono trovare ospitalità in una delle tante strutture gestite dalla Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista. Le consorelle si adoperano per rendere l’ambiente sereno e familiare, e testimoniare l’incontro col Risorto attraverso l’accoglienza, secondo l’insegnamento del Beato Alfonso Maria Fusco.

San Benedetto è ideale per fare lunghe passeggiate in bicicletta, il centro è servito da numerosi campetti per attività sportive, da parchi giochi per bambini e da una rigogliosa vegetazione che offre una piacevole ombra agli amanti della lettura. Il divertimento è garantito dai numerosi locali e dagli eventi musicali che il comune organizza durante l’intera estate. Tel. 0735 583282

CETRARO (Cosenza) - Colonia San Bendetto

L’antica caratteristica Villa ospita durante tutto l’anno numerosi turisti attirati dalla tranquillità e dall’ampio e magnifico Parco che la circonda. La Villa, corredata di tutti i moderni confort, offre loro un soggiorno piacevole e l’accoglienza familiare e serena delle suore contribuisce a rendere la vacanza anche un’occasione di amicizia e fraternità. Tel. 055 6802394 - www.merlobianco.it

Fondata dal beato Alfonso Maria Fusco, la struttura si staglia tra l’azzurro del Mar Tirreno ed il verde delle colline in una posizione incantevole dal punto di vista panoramico e quello climatico per offrire agli ospiti i benefici del clima marino temperato dal verde delle colline. La Casa dispone di 180 posti letto in camere singole, doppie, triple e quadruple, tutte con servizi completi. Due sale da pranzo, una sala convegno, una sala per conferenze e salette varie, cappella, ascensore, parcheggio interno per auto, ampio spazio all’aperto con pineta, campi sportivi, giardini. La spiaggia, a 5 metri dalla casa, è riservata ai soli ospiti ed è attrezzata con ombrelloni, sedie a sdraio, bagnino ed animazione. La casa è aperta tutto l’anno ed accoglie con possibilità di solo pernottamento, mezza pensione o pensione completa. Tel. 0982 91007 - www.residencesanbenedetto.it

FIRENZE - Villa Merlo Bianco

MISANO (Rimini) - Villa Alfonso Maria Fusco La Casa Albergo è situata sul mare, con una grande spiaggia privata. Dispone di un parco dove gli ospiti possono passeggiare e riposarsi. Una grande terrazza soprelevata si affaccia sulla vista panoramica del mare ed è attrezzata con poltroncine, ombrelloni, sedie a sdraio e prendisole. Le camere sono disponibili sia singole che doppie, a tre o quattro letti. Gli interni sono grandi e confortevoli. Tel. 0541 610202 - villa.amfusco@libero.it

SAN BENEDETTO DEL TRONTO Casa per ferie San Giovanni Battista Ampia struttura adeguata alle famiglie ma anche ai giovani che desiderano una vacanza tra mare e divertimenti. Il lungomare di

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ROMA - Villa San Giovanni Un magnifico palazzo storico, ben collegato al centro della città, immerso in un meraviglioso giardino di oltre ventimila metri quadrati, offre ospitalità a persone singole, famiglie, studenti, turisti con possibilità di solo pernottamento o mezza pensione. Tel. 06 6638977 Anna Chiara Desiderio


IL LEGALE RISPONDE

Il gratuito patrocinio Il caso di una mamma di Pagani costretta a sostenere spese legali pur avendo ottenuto il beneficio del gratuito patrocinio Caro avvocato, sono una mamma disperata di Pagani. Ho un figlio a carico di 36 anni circa, agli arresti domiciliari presso la mia abitazione. Mio marito è pensionato ed io sono casalinga: non avendo molte possibilità economiche ho chiesto ed ottenuto il beneficio del gratuito patrocinio. Nonostante tale sostegno, ho dovuto affrontare notevoli spese. Per impugnare una sentenza in Cassazione, mi sono stati chiesti € 3.000,00. È giusto tutto questo? A. S. Cara “mamma”, mi limito a dire che è lecita la sanzione disciplinare inflitta al legale (sospensione di due mesi e quindici giorni) che ha chiesto ad un cliente ammesso al gratuito patrocinio un compenso per l’attività professionale svolta, dopo l’ammissione al beneficio stesso. Con ciò si violano gli articoli 5 e 6 del codice deontologico forense nonché del disposto dell’articolo 85 del DPR 30 maggio 2002, n. 115 (Testo Unico in materia di spese di giustizia), secondo cui «Il difensore, l’ausiliario del magistrato e il consulente tecnico di parte non possono chiedere e percepire dal proprio assistito compensi o rimborsi a qualunque titolo, diversi da quelli previsti dalla presente parte del testo unico. Ogni patto contrario è nullo. La violazione del divieto costituisce grave illecito disciplinare professionale». Esiste un caso recente trattato dai Giudici della Suprema Corte di Cassazione nella sentenza 19 aprile 2013 n. 9529. Secondo quanto precisato dalla Corte, nel caso in cui si tratti di attività professionale svolta in vista della successiva azione giudiziaria, la stessa deve essere ricompresa nell’azione stessa ai fini della liquidazione a carico dello Stato. In relazione alla stessa, quindi, il professionista, non può chiedere il “doppio” compenso al cliente che sia stato ammesso al beneficio de quo.

IL CONTENUTO DELLA SENTENZA Nel caso oggetto della sentenza in esame non sono state ritenute sufficienti le motivazioni (a propria discolpa) del difensore. Il legale nel giustificare il proprio comportamento aveva sostenuto che era sua intenzione procedere con un ricorso per la modifica delle condizioni della separazione personale, non coperto dal gratuito patrocinio. Il difensore avrebbe ben potuto avanzare istanza di modifica del provvedimento che ha concesso il beneficio al proprio cliente, in modo tale da ricomprendere nello stesso anche le ulteriori attività svolte sempre nell’interesse dello stesso. L’attività svolta in vista della successiva azione giudiziaria rientra “tutta” nella liquidazione a spese dello Stato. Il legale, quindi, non può chiedere compensi in merito. Nella fattispecie concreta a “far emergere le prove a carico del difensore” inchiodandolo alla sanzione disciplinare inflitta è stata la stessa nota riepilogativa delle competenze. Tale nota mostrava, infatti, voci, quali ricerca documenti, da ritenersi riconducibili alla instaurazione del giudizio. Neppure giova all’incolpato il fatto di rimarcare la lunga opera di assistenza prestata, senza aver compensi, alle parti non abbienti. Il mio sincero consiglio è di far leggere questo articolo al mio collega, così da rinfrescargli la memoria relativamente all’etica professionale e alle norme deontologiche. Avv. Giovanni Severino L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in Via Taurano, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.

Insieme - Giugno 2013

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INFIORATA


Servizio Diocesano PGV - giovani@diocesinocerasarno.it



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