Insieme - Marzo 2012

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insieme mensile di attualità e cultura dell’Agro

Anno VII - n. 3 Marzo 2012 € 2,00

IL POTERE OCCULTO Chiamati a costruire il bene comune

IL CONVEGNO

“La grazia di ricominciare” La relazione di fratel Enzo Biemmi




Sommario Sommario Sommario

Sommario

Sommario Sommario Sommario

Foto di copertina Salvatore Alfano

Sommario Sommario Sommario Sommario Sommario marzo 2012 Sommario Editoriale 05 Un mondo che brucia

In parrocchia

Le rubriche

45 Pagine parrocchiali

58 Spazio consulenza

di Silvio Longobardi

di Carolina Rossi

L’ABC della fede 06 Risponde mons. Giudice

59 Congregazione Suore di S. Giovanni Battista

In diocesi 54 Uffici diocesani e associazioni a cura della Redazione

Spazio Scuola

di Carmine Giordano

60 Il legale risponde a cura dell’avv. G. Severino

16 MSAC Riciclo

La bacheca

a cura di Sofia Russo

Le parole della crisi 61 La bellezza della relazione coniugale

57 I nostri auguri

Vita nell’Agro

a cura della Redazione

20 Notizie dall’Agro-nocerino a cura di Salvatore D’Angelo

di Peppe Iannicelli

PRIMO PIANO

Vita ecclesiale 31 Messaggio per la Quaresima

di Mariarosaria Petti

di Mons. Giuseppe Giudice

07 A scuola di legalità

Il Pane della Domenica

08 La ragnatela della camorra

34 Dalla IV domenica di Quaresima alla Pasqua del Signore a cura di Mons. Giudice

News dalle parrocchie 39 Notizie dalle parrocchie

10 27 immobili confiscati alla Camorra nell’Agro 12 La rivoluzione culturale 13 “L’ho fatto per gioco” 14 Le battaglie di Libera

insieme Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Associazione Editrice Insieme Luciano Vastola (presidente) Direttore Responsabile Andrea Annunziata

Direttore Editoriale Silvio Longobardi Redazione Salvatore D’Angelo, Mariangela Giudice Mariarosaria Petti e Carmine Giordano Coordinatrice Antonietta Abete Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Amministrazione don Gaetano Ferraioli Hanno collaborato

Mons. Giuseppe Giudice, Carolina Rossi, Sofia Russo, Giovanni Severino, Peppe Iannicelli, Maria Ermelinda Di Lieto, Doriana Carosella, Lorenzo Ruggiero, Francesco Aufiero, Giovanna Vaccaro, Salvatore prof. D’Angelo, Gabriella Calenda, Giuseppe Robustelli, Giovanna

Abbagnara, Raffaele Manna, Aniello Lettieri, don Natalino Gentile, Francesco Coppola, sr Chiara Sabina De Angelis, Fernando Faiella, Sergio Velardo, Martina Nacchio, Fabio Senatore, Elena Ferrentino, Guido Caringi, Carlo Attanasio, Mariano Rotondo, don Gaetano Ferraioli, Marina Longobardi, don Pieratello Liccardo, Carmine Giordano

Amministrazione Via Adriana, 18 - 84012 Angri (SA) Tel/Fax 081 5134504 redazioneinsieme@alice.it Fotografia Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano Stampa Grafica Metelliana s.p.a. - Cava de’ Tirreni (SA) Abbonamenti € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia

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EDITORIALE di Silvio Longobardi

Un mondo che brucia può dire in pubblico quello che pensa, rischia di peggiorare la situazione del suo piccolo gregge. Dobbiamo parlare in privato, ascoltare la testimonianza di chi è costretto a convivere con una maggioranza che ritiene legittimo imporre le leggi della umma (la comunità islamica) e trattare gli altri come dhimmi, protetti e tollerati ma senza uguali diritti.

È

stato un gesto sconsiderato, una stupida e inutile provocazione, una dissacrante messa in scena. Al mondo islamico non interessa sapere chi ha bruciato le copie del Corano e perché lo ha fatto. Non importa sapere che l’azione è stata fatta da un gruppo isolato ed ha ricevuto una ferma condanna da parte delle autorità militari e civili. È scattata subito una reazione, ispirata alla vendetta più cruenta che non guarda in faccia a nessuno, non interessa punire i colpevoli, è l’Occidente il nemico da combattere: dodici i morti, nel momento in cui scrivo. Quello che in questi giorni è accaduto in Afghanistan è l’ennesima conferma che la violenza non è l’extrema ratio, sempre e comunque deprecabile, ma la forma abituale del linguaggio usato dai discendenti di Maometto. È ingenuo pensare che il fondamentalismo che serpeggia in tutto il mondo islamico – dall’Egitto alla Nigeria, dall’Iraq al Pakistan – sia frutto di schegge impazzite. Vi sono i gruppi armati, senza dubbio, ma vi è soprattutto una mentalità che guarda l’altro (il mondo occidentale e i cristiani) come un nemico, un pericoloso concorrente. Dobbiamo parlare con i cristiani che vivono nel mondo arabo, se vogliamo capire questa situazione. Dobbiamo guardare l’Islam con i loro occhi, con le loro inquietudini. Non date rette alle interviste ufficiali. Un vescovo che vive in una terra a maggioranza islamica non

Sappiamo tutti quello che succede in Egitto. Le elezioni sono state vinte da partiti che vengono qualificati come islamisti, cioè quelli che più si avvicinano al fondamentalismo. Era difficile già prima. Cosa succederà adesso? Conosciamo assai poco le angherie che i cristiani devono subire nei Paesi dell’Islam asiatico, in primo piano Pakistan e Bangladesh. L’ennesima strage di Natale avvenuta in Nigeria con decine di morti – il periodo non è scelto a caso – ha avuto una certa eco sulla nostra stampa, senza peraltro suscitare una decisa reazione da parte dell’opinione pubblica. Accanto al terrorismo (sempre più organizzato e diffuso) vi è una crescente intolleranza religiosa nei confronti dei cristiani. Lo scorso anno ha avuto un certo successo il film di Xavier Beauvois Des hommes et de Dieu che narra la vicenda dei sette monaci trappisti uccisi in Algeria nel 1996. Una strage contro uomini inermi che vivevano di preghiera e di carità. In quella tragica occasione, nel mondo islamico – nei Palazzi che contano – non si alzò una voce per condannare questa mattanza. Accade anche oggi lo stesso. Il terrorismo non riceve alcuna condanna, neppure dalle organizzazioni islamiche che sono in Italia. È la paura che impedisce di parlare oppure la convinzione che la violenza non è assolutamente incompatibile con la visione religiosa dell’Islam. È possibile uccidere in nome di Allah? Alla luce del Corano è possibile condannare – senza se e senza ma – il terrorismo? Una volta ho fatto questa domanda al Gran Muftì della Cecenia nel corso di un convegno organizzato dalla CEI. Ha tergiversato diplomaticamente, ma non ha risposto. Qualche anno fa, in uno dei viaggi a Nazaret chiesi di incontrare i responsabili della Moschea bianca, costruita a due passi dalla Basilica dell’Annunciazione. La situazione politica era incandescente. Ricordai allora le parole di Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”. “Il sangue rimane sangue, non acqua”, rispose uno di loro. Se questa rimane la regola abbiamo più di un motivo per essere inquieti. Insieme - Marzo 2012

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L’ABC DELLA FEDE risponde mons. Giuseppe Giudice

Dio conta le nostre lacrime Mons. Giuseppe Giudice affronta il delicato tema del dolore

Eccellenza, Dio sa che noi soffriamo? Lettera firmata

Domanda difficile, che affonda le radici nel cuore di ogni uomo. Se mi chiedi se Dio sa, già mi stai dicendo che credi in Dio e che tu sai che Dio esiste. Dio c’è, anche se io non lo vedo: è la certezza della mia fede. Io sono di qua a soffrire; ma so che di là, oltre quella porta, Lui c’è e mi ascolta. Come una mamma, Dio veglia di notte e di giorno sulla sua creatura, che è inferma. Dio sa delle nostre sofferenze; Dio conta i nostri sospiri e le nostre lacrime, anzi le raccoglie nel suo otre; tutto conserva nel suo archivio. Sa della nostra sofferenza perché Egli è l’amore e amare vuol dire, sempre, anche soffrire.

La sofferenza, luogo di salvezza

ha preso su di sé la nostra fragilità. Gesù si è fatto amico dei piccoli, degli esclusi, dei sofferenti. Il Vangelo è una folla di piangenti, fatti beati da Lui. Egli non ci ha consegnato un trattato sul dolore, ma semplicemente lo ha assunto divenendo l’Uomo dei dolori, capace di compatire ogni piaga. Con Gesù, la sofferenza diventa luogo di salvezza. Egli non ci salva al di fuori della sofferenza, ma nella sofferenza. La sua Croce, su cui fa grumo ogni dolore, è la risposta carica di amore ad ogni sofferenza umana. Dio non manda la sofferenza, ma la permette per rispettare la libertà e la fragilità della condizione umana. Con Gesù, il Verbo fatto carne, Egli abita ogni dolore e, portandolo sulla croce, lo fa entrare nel mistero della redenzione e della sua Pasqua.

Conoscendo la nostra sofferenza, per asciugare le nostre lacrime, ha mandato suo Figlio, Gesù, che

Mons. Giuseppe Giudice

Ecco le edicole dove puoi trovare Insieme!

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EDICOLA

INDIRIZZO

CITTÀ

GIORNALI Amato Antonio EDICOLA Diodato EDICOLA Ruocco Bruna EDICOLA Attianese Vincenzo EDICOLA Auletta Gambilongo Enrico EDICOLA Ferro Francesca CARTOLIBRERIA Corinto CENTRO EDICOLA EDICOLA De Bartolomeis Antonio EDICOLA Lambiase SARDO ART KAIROS EDICOLA Daniele Raffaela CART’EDICOLA EDICOLA D’andria Giuseppe EDICOLA Zambrano Valentino TUTTO srl di Bello M.Rosaria MIR MIR MIR CARTOLIBRERIA Archimede

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ANGRI ANGRI ANGRI NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA SUPERIORE NOCERA SUPERIORE ROCCAPIEMONTE PAGANI PAGANI PAGANI S. EGIDIO DEL M. ALBINO SAN MARZANO/SARNO SAN VALENTINO TORIO SARNO SARNO POGGIOMARINO

Insieme - Marzo 2012

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IN PRIMO PIANO di Mariarosaria Petti

A SCUOLA

DI LEGALITÀ

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ome non essere contenti nel vedere le giovani generazioni prendere posizione contro la violenza che insanguina le strade e contro quel potere occulto, fatto di intimidazioni e di corruzione, che inquina la vita sociale? La camorra è un cancro e come tale va combattuta, con essa non possiamo cincischiare, dialogare. Tutto bello. Fin troppo. Una ragazza, intervistata dal TG nazionale, diceva che la lotta contro la camorra comincia dalla scuola. Vero. Ma chi entra nelle scuole, in una qualsiasi scuola, si accorge subito che non sono palestre di legalità: muri imbrattati, suppellettili rovinate, corsa al voto non importa come (copiando o cercando la scorciatoia delle raccomandazioni), scarsa capacità di fare della scuola luogo di dialogo e di dibattito, fuga in massa dalle lezioni. Educare alle legalità vuol dire imparare a rispettare le regole della convivenza civile; vuol dire fare il proprio dovere, anche quando richiede sacrificio; vuol dire denunciare chi infrange la legge, anche se questo comporta qualche problema; vuol dire rispettare le idee degli altri e dare a ciascuno la possibilità di manifestare le proprie opinioni, anche se non le condividiamo,

vuol dire rispettare le cose che appartengono all’istituzione pubblica, anche se nessuno mi vede. L’impegno per la legalità è solo un altro modo per ricordare una parola antica: mi sta a cuore il bene comune? Manifestare contro la camorra è facile, ma il vero banco di prova è la scuola, l’ufficio, l’officina, l’ospedale… in questi luoghi nasce o muore quella legalità che è amore per la verità, rispetto per la dignità dell’uomo, passione per la giustizia, impegno per la pace. È lì che scriviamo le prime pagine di un nuovo libro che speriamo di consegnare alle prossime generazioni. La legalità non è un ambito ma uno stile di vita che riguarda ogni aspetto della vita sociale. Questo dossier apre una finestra sul mondo della criminalità e offre qualche accenno su quello della scuola. È chiaro che possiamo e dobbiamo tornare su questo argomento aprendo altre finestre, interrogando la politica, verificando l’effettiva trasparenza delle amministrazioni locali, monitorando l’iter che assegna i beni confiscati. Su queste cose tutti dobbiamo vigilare. Nessuno escluso. Silvio Longobardi


UNA FOTOGRAFIA DELLA REALTÀ

Foto Salvatore Alfano

Secondo il Rapporto SOS Imprese del 2010, l’Agro nocerino sarnese è la terza area calda interessata dal pizzo e dall’usura, dopo il basso casertano e il Vesuviano interno. Le realtà più colpite sono Nocera Inferiore, Pagani e Sarno

La ragnatela della Camorra

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Agro nocerino sarnese è da sempre teatro in cui organizzazioni malavitose orchestrano i loro affari e gestiscono la loro organizzazione interna. Un territorio “cerniera” tra il modello dei clan dell’hinterland napoletano e casertano e la, apparentemente disinteressata, area salernitana. Questi due poli entro cui prende vita il fenomeno camorristico dell’Agro gli conferiscono le caratteristiche principali: da un lato, dagli anni ottanta ai giorni nostri, a boss preparati e acculturati si sono spesso sostituiti “cani sciolti”, come definiti dalla giornalista Rosa Coppola, dalla pistola facile; dall’altro – come osserva il procuratore della Repubblica di Salerno, Franco Roberti – «i livelli di attentato all’ordine pubblico sono più bassi, si spara molto meno che nel napoletano e casertano, […] segnale che probabilmente nel salernitano si fanno più affari». La struttura della Camorra è basata su instabili relazioni di “non belligeranza” tra diversi clan, differenti tra loro per tipo di influenza, struttura organizzativa e forza economica. Rapporti labili che degenerano facilmente in vere e proprie faide tra le famiglie camorriste. In poco tempo il nostro territorio è passato da luogo di coabitazione coordinata di molteplici clan a sanguinoso scenario di guerre per la successione. Negli ultimi anni la magistratura e le forze dell’ordine hanno “smantellato” diverse organizzazioni criminali ed hanno reciso alcune connivenze, ormai radicate da anni; tuttavia il fenomeno appare ridimensionato, ma non del tutto debellato.

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I guadagni della Camorra Alle lotte violente si affianca l’interesse per gli affari, oggi soprattutto negli appalti pubblici e nell’edilizia. Un sistema criminale che trova humus vitale in quella “zona grigia” caratterizzata dalla connivenza con gli apparati pubblici, con la politica e nel credo del clientelismo e dell’omertà. Secondo Eurispes, la Camorra guadagna 7.230 milioni di euro l’anno dal traffico di droga, 2.582 milioni da crimini legati all’imprenditoria (appalti truccati, riciclaggio del denaro sporco, ecc…), 258 milioni dalla prostituzione, 2.066 milioni dal traffico di armi e 362 milioni dall’estorsione e dall’usura. Il giro d’affari complessivo è di circa 12 miliardi e mezzo di euro. Corruzione e racket vedono l’Agro nocerino sarnese protagonista; l’usura, poi, rappresenta una delle strategie più efficaci per l’incremento e il riciclaggio economico della criminalità organizzata. La categoria più esposta è quella dei piccoli imprenditori (titolari di bar, pizzerie, esercizi commerciali) che non riescono ad accedere alle normali linee di credito. Secondo il Rapporto SOS Imprese del 2010, Le mani della criminalità sull’impresa, subito dopo l’area del basso casertano (con i Comuni di Casal di Principe, Mondragone e Aversa) e il Vesuviano interno (la fascia che comprende Afragola e Nola), l’Agro nocerino sarnese è la terza area calda interessata dalle dinamiche dell’usura e anche del pizzo. Le realtà più colpite sono Nocera Inferiore, Pagani e Sarno.


“Non uccidere” «Dio ha detto una volta non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. […] Lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta, un giorno, verrà il giudizio di Dio!» Questi dati sono soltanto orientativi: i richiamati reati sono a cifra nera molto elevata, ovvero esiste un divario significativo tra il numero di illeciti commessi e quelli denunciati, perché i soggetti che denunciano sono di molto inferiori rispetto al numero reale delle vittime. Non si può certo trascurare il fenomeno della corruzione, che alimenta un tratto considerevole della cultura dell’illegalità: Trasparency International colloca l’Italia al 67° posto nella classifica che misura la percezione della corruzione. Sorpassati, quindi, da Ghana, Tunisia, Lettonia e Nabibia, che, da quanto risulta, hanno una maggiore trasparenza nei loro processi decisionali nel settore pubblico. Un dipinto a tinte fosche, a partire dal quale dobbiamo elaborare soluzioni per contrastare il consolidamento e la cristallizzazione di un sistema economico sommerso e parallelo, che trova nel pizzo, nell’usura e nei traffici illeciti i suoi pilastri fondamentali. È ancora il procuratore della Repubblica di Salerno, Roberti, a rintracciare nell’aggressione ai patrimoni un’arma valida per il contrasto alla criminalità, anche se di difficile ricostruzione. Quest’anno sono stati sequestrati oltre 2 miliardi e 200 milioni di euro, cui si aggiungono 140 milioni di euro di confische. Per la corruzione, posto che possano essere confiscati i proventi, il tassello mancante è il riutilizzo sociale degli stessi: ambito che richiede un tempestivo intervento legislativo.

Dall’intervento di Giovanni Paolo II alla Valle dei Templi – Agrigento, 9 maggio 1993

Il codice antimafia Ulteriore strumento per erodere il potere dei clan è il codice antimafia, che consente un passaggio in tempi più rapidi dal sequestro, alla confisca e al riutilizzo. È proprio degli ultimi giorni la discussione su una semplificazione delle procedure per il rilascio del certificato antimafia: il Ministro Paola Severino, in seguito all’idea lanciata da Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia, intende seguire la strada di uno snellimento dell’iter, senza sacrificare l’adeguato controllo dei requisiti richiesti, anzi andando oltre. Al contrasto delle estorsioni, Grasso, chiede di aggiungere la tracciabilità delle spese, la trasparenza dell’assetto societario, il rispetto della legge sullo smaltimento dei rifiuti. Che tutte le politiche, l’impegno e le attività dei singoli, degli enti locali e del Governo siano proiettate a quella che il senatore Lumia chiama “l’antimafia del giorno prima”; perché non ci sia impegno dopo uccisioni violente, perché non ci sia indignazione a manette scattate, perché non ci sia indifferenza alla sete di giustizia. Mariarosaria Petti

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LA BATTAGLIA PER LA LEGALITÀ Sarno, bene confiscato alla camorra, diventavato Orto botanico

Foto Salvatore Alfano

27 immobili confiscati alla Camorra nell’Agro

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ANBSC (agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) segnala che il 13,94% dei beni confiscati è in Campania. Soltanto nell’Agro ci sono 27 immobili in gestione: addirittura 9 a Sarno e 5 a Roccapiemonte. A questi vanno, poi, aggiunti i beni aziendali. È stata la raccolta di oltre un milione di firme, grazie all’incessante opera di don Luigi Ciotti e Libera, a portare alla nascita della legge 109/96, concernente il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia. Una norma che si proponeva il difficile compito di ricostruire quella parte di tessuto sociale saccheggiato dalle mafie. Per merito di questa legge sono sorti in Campania, Calabria, Sicilia e Puglia realtà prima non immaginabili, costituite da cooperative ed associazioni che lavorano sui latifondi dei boss, costruendo proprio in questi spazi testimonianze preziose di antimafia sociale. La legge finanziaria del 2010 ha però introdotto la possibilità della vendita dei beni confiscati, se non assegnati nel termine dei 90 giorni previsto. Molte sono state le proteste sollevate dalla società civile e dalle associazioni antimafia che prefigurano una le-

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Il 13,94% dei beni confiscati alla malavita è in Campania. Soltanto nell’Agro ci sono 27 immobili in gestione: 9 a Sarno e 5 a Roccapiemonte. L’iter per la confisca dei beni e le novità della Legge finanziaria del 2010 sione del principio che ha ispirato la legge 109/96: il suo valore non è tanto e solo di carattere repressivo, volto, quindi, all’esclusivo indebolimento economico delle mafie, ma riveste il significato di un riscatto della società civile, un’occasione reale di riconquista della libertà dall’oppressione criminale. Ha detto Tano Grasso che «sociale è il fenomeno della mafia e sociale deve essere la risposta dello Stato con il riutilizzo dei beni». L’Agro nocerino sarnese è uno dei dieci presidi che costituisce il coordinamento di Libera Salerno, che si riunisce ogni venerdì pomeriggio, presso la sede provinciale della CGIL in via Manzo, dalle ore 16:00 alle 18:30. Tre le aree principali di impegno: l’istruzione e formazione di cui è responsabile Anna Garofalo, l’area memoria e pubbliche relazioni, affidata ad Annamaria Torre e quella beni confiscati e informazione, curata da Riccardo Christian Falcone.


Foto Massimiliano Verdino

Tra le sue prime iniziative, il coordinamento provinciale di Libera ha indirizzato una lettera a tutti i Sindaci dell’Agro per sensibilizzare le amministrazioni alla cura e alla gestione dei beni confiscati. «Sono numerose le difficoltà che si incontrano per riconvertire i beni confiscati - ci ha spiegato Riccardo Christian Falcone -. Si tratta di immobili su cui pendono pesanti zavorre. Spesso sono locati abusivamente e richiedono seri interventi di ristrutturazione, per i quali bisogna mettere in cantiere ingenti investimenti economici». Il coordinamento provinciale mette a disposizione la propria competenza per aiutare le amministrazioni comunali a seguire l’iter per il riutilizzo, a fini sociali, dei beni confiscati: «c’è bisogno di competenza per redigere progettazioni adeguate, che rispettino tutti i requisiti necessari per accedere ai fondi europei predisposti dal PON Sicurezza», ha concluso Falcone. Una preziosa opportunità per le amministrazioni dell’Agro che ci auguriamo sia accolta e utilizzata a pieno. Mariarosaria Petti

Foto di repertorio

Angri, affidato al P.F. un bene confiscato La struttura, che sarà inaugurata il prossimo 20 maggio, è stata destinata all’accoglienza delle ragazze madri

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assegnazione di un bene confiscato rappresenta sempre il riscatto e la vittoria della legalità. Ad Angri uno degli ultimi beni confiscati alla criminalità e assegnati alla società civile è stato affidato all’associazione Progetto Famiglia, una realtà che da più di vent’anni è impegnata fattivamente nel contrasto al disagio sociale. Si tratta di un appartamento di un piccolo 100 mq ristrutturato a spese dell’associazione e con un contributo della Caritas Italiana, ottenuto grazie ad un progetto presentato d’intesa con la Caritas diocesana. La Casa, che sarà inaugurata il prossimo 20 maggio, è destinata all’accoglienza delle gestanti, mamme che si trovano ad affrontare da sole un passaggio piuttosto difficile della loro vita. La Casa di accoglienza sarà gestita dai volontari per la vita e sarà totalmente gratuita.

Don Luigi Ciotti

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LA SFIDA EDUCATIVA

La rivoluzione culturale

La legalità si costruisce cambiando la mentalità e lo stile di vita, a partire dai bambini

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e leggi, le azioni dello Stato, le confische e i sequestri sono strumenti parziali e palliativi se la rivoluzione non sarà capace di toccare l’ambito della cultura e della mentalità delle persone. La prima vera vittoria della criminalità organizzata, infatti, non sono i colpi di pistola sparati, ma il successo del modello di “mafiosità”, intendendo con questo termine un complesso di convinzioni, comportamenti e atteggiamenti che non costituiscono reato di per sé, ma creano la base culturale e sociale a partire dalla quale si sviluppa il fenomeno malavitoso e da cui trae una legittimazione comportamentale, educativa e sociale. Si tratta di una condotta accessoria, secondaria del criminale che diventa lo stile dei più piccoli e che si riversa in famiglia, a scuola, nell’associazionismo. Queste le prime agenzie educative impegnate ad estirpare simili contegni nei giovanissimi. Come ricorda don Armando Matteo, assistente nazionale dell’Aimc (associazione italiana maestri cattolici): «il brutto della vita è che non ci sono istruzioni, che nessuno “nasce imparato” e queste istruzioni te le devi andare a cercare, te le devi andare a rubare da qualche parte: il primo luogo dove vai a inseguirle, il primo luogo dove provi a

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intuirle sono gli occhi di tua madre e di tuo padre». La famiglia accompagnata dalla scuola. I dati nazionali. Dal quinto Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, si evince che su un campione rappresentativo di 3800 adolescenti di età compresa tra i 12 ed i 18 anni, quasi un terzo ha dichiarato che nella propria scuola si verificano continui atti di prepotenza da parte dei compagni, mentre circa la metà del campione ha riferito di aver minacciato o picchiato qualcuno. A questi dati dovrebbero affiancarsi le statistiche sugli atti di vandalismo nelle aule, di deterioramento delle strutture scolastiche. I dati non servono a comporre un mero grafico, ma per capire cosa scatti nella testa e nel cuore di un ragazzo che, abbandonata la dolcezza dei suoi anni, misura la sua forza con la prepotenza, subordina l’accettazione in gruppo a prove mortificanti. Per fare i “conti in casa”, possiamo prendere come riferimento il Rapporto di ricerca del 2008, condotto con il campione degli alunni delle Scuole Secondarie di primo grado di Pagani. Il documento registra una percentuale molto alta di atti di bullismo nell’Agro nocerino sarnese. Mariarosaria Petti


Il progetto Co.Me.Ta. La giunta comunale di Sarno ha recentemente approvato il progetto Co.Me.Ta. con l’obiettivo di offrire formazione ai giovani delle cosiddette aree deboli di legalità. L’acronimo, che sta per competenza, merito e talento, rispecchia le finalità dei laboratori pensati per i ragazzi: la valorizzazione dei talenti dei giovani per una preparazione professionale, alla luce della promozione della legalità. M. P.

Il fenomeno del cyber-bullyng Nelle aree urbanizzate, accanto all’aggressività fisica, dilaga un nuovo tipo di bullismo, reso possibile da un utilizzo aberrante delle tecnologie informatiche, il cyber-bullyng. Eppure internet rappresenta uno degli strumenti principali dell’antimafia sociale: tante associazioni che attraverso siti e blog cercano di promuovere la battaglia contro le mafie e la mafiosità. M. P.

“L’ho fatto per gioco” La battaglia per costruire la cultura della legalità, fuori e dentro la scuola

È

una fredda mattina di dicembre. Per andare al lavoro, passo davanti ad una Scuola media. I ragazzi aspettano il suono della campanella per entrare. Un adolescente dalla chioma bionda strattona un ragazzino più esile e mingherlino, quasi fino a farlo cadere a terra. Mi fermo, punto i miei occhi dritti nei suoi e gli domando perché lo ha fatto. Resta sorpreso. Non si aspettava una domanda così diretta e pacata. «Mi dava fastidio», risponde d’istinto. Lo incalzo:

«Non potevi dirgli semplicemente di lasciarti stare. Che bisogno c’era di usare le mani?». È ancora più confuso. «L’ho fatto per gioco», si difende. Per gioco. Per gioco si picchia un compagno, per gioco si imbrattano i muri dei bagni e i banchi delle aule. Al piccolo Alfredo, il nome è di fantasia, che realizza ogni giorno dei Picasso sui banchi della sua scuola chiedo se lo fa anche a casa. «No, perché mamma mi sgrida». Le regole ferree che vigono tra le pareti domestiche scompaiono magicamente appena varcato l’uscio. Un po’ come accade per quelle casalinghe che pur di tenere la casa linda e pinta, portano fuori la spazzatura senza

rispettare i giorni della raccolta differenziata. Tanto, cosa importa se le strade sono imbrattate di immondizia e il dramma dei rifiuti raggiunge livelli sempre più imponenti? Per realizzare questo dossier, abbiamo chiesto ad Elvira Viviano, maestra al I circolo didattico di Nocera Inferiore, se anche tra i bambini delle scuole elementari sono individuabili atteggiamenti di bullismo e di infrazione delle regole. «Devo purtroppo rispondere di sì. Mi è capitato in passato e mi capita anche adesso - forse addirittura più di prima - di assistere a fenomeni, per quanto più leggeri, di bullismo e prepotenza, per non parlare del mancato rispetto anche delle più elementari norme civili e morali». Cosa fa la scuola? Che azioni può mettere in campo per fermare piccoli atteggiamenti che con gli anni possono sfociare in comportamenti pericolosi? «Nel mio circolo – racconta l’insegnante - il progetto PNL (Programmazione Neuro-Linguistica, ndr) ha fatto un bellissimo lavoro sulle emozioni dei bambini e sulla loro gestione. Inoltre, per il secondo anno consecutivo, abbiamo attivato un PON sulla legalità, dal titolo “Per nostra norma e regola”. I bambini hanno fatto un percorso di riflessione e consapevolezza sul tema, con tecniche particolari che includono il gioco e il loro diretto coinvolgimento». Oltre i progetti, resta l’impegno personale di ciascun docente. «Io dico sempre che il team degli insegnanti ha due obiettivi ambiziosi che porta avanti strenuamente: il primo è quello di rendere i bambini autonomi nello studio. Il secondo è insegnare loro a vivere. Da soli, però, non ce la possiamo fare. La fiducia e la fede non ci abbandonano e, nonostante le leggi che soffiano sempre come venti contrari, sono sicura che qualche seme cade sempre sulla terra buona e porta frutto, prima o poi». Antonietta Abete Insieme - Marzo 2012

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Le battaglie di Libera

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l prossimo 17 marzo, a Genova, si svolgerà la XVIIesima edizione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, promossa dall’associazione Libera. Perché Libera? Perché una giornata della memoria e perché Genova? Libera, nata nel 1995, è una piattaforma che raccoglie intorno al medesimo ideale associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Inserita nel 2008 dall’Eurispes tra le eccellenze italiane, Libera si propone di promuovere la cultura della legalità, l’impegno contro la corruzione, la formazione antimafia e le attività antiusura. La giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie si celebra ormai dall’anno in cui Libera ha aperto i battenti. Un appuntamento che mantiene fedele la data nel mese di marzo, intorno al giorno dell’inizio della primavera, come simbolo della speranza che si rinnova. Un’occasione per onorare la memoria delle oltre 900 vittime, con i loro familiari e attraverso l’elenco dei loro nomi, per fermarsi a riflettere sui tanti cittadini, magistrati, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti che hanno perso la vita in nome della giustizia. L’importanza di questo incontro annuale sta soprattutto nel suo carattere itinerante: ogni anno infatti Libera arricchisce una città italiana e il risultato è un accrescimento reciproco in termini di relazioni di sensibilità sociale, di coinvolgimento personale e di gruppo

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per rinnovare una coscienza collettiva contro la mafia. Dopo Napoli, Milano e Potenza, quest’anno l’evento troverà la sua collocazione a Genova. Genova perché – come sostiene il Presidente onorario di Libera, Nando Dalla Chiesa – «è il nord ormai la vera terra di conquista delle mafie, la vera posta in gioco se si vuole rovesciare la strategia dei clan» e ancora continua: «un atto di amore tanto più dovuto dopo la prova terribile delle alluvioni autunnali, che hanno suscitato in tutta Italia un moto spontaneo di solidarietà verso Genova e la Liguria». Mariarosaria Petti

Foto di repertorio

Si svolgerà a Genova la XVII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie perché “è il nord la vera terra di conquista della malavita organizzata” dichiara Nando Dalla Chiesa, Presidente onorario di Libera

I ragazzi di Libera durante un Campo Scuola

Il Premio “Marcello Torre”

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ell’ambito delle iniziative promosse a livello scolastico per diffondere la cultura della legalità particolare prestigio ha assunto il Premio “Marcello Torre”, che ha avuto luogo presso l’Aula Magna del Liceo Scentifico “B. Mangino” a Pagani, lo scorso 10 dicembre. Alla premiazione, in onore del Sindaco ucciso dalla camorra trentuno anni fa, hanno partecipato don Luigi Ciotti, presidente di Libera; Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli e Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano. L’unità d’Italia, l’impegno dei giovani nella e per la politica, la lotta alla criminalità, la memoria: alcuni dei temi affrontati durante il dibattito, cui ha fatto seguito la premiazione alla redazione del quotidiano “Metropolis” e al giornalista Riccardo Iacona, conduttore di “Presa diretta”. M. P.

Marcello Torre


Le prossime iniziative del Vescovo Giuseppe Non è ancora passato un anno dal suo solenne ingresso in diocesi, eppure le iniziative, gli incontri e i dibattiti promossi dal vescovo Giuseppe sono numerosi e variegati. Nel solco del tema del RICOMINCIARE, tanto caro al nostro pastore, la premura pastorale di Mons. Giudice tocca gli adolescenti e gli sposi separati.

Alzati, rivestiti di luce Lettera pasquale del Vescovo per gli adolescenti Dopo il successo della Lettera di Natale che il Vescovo ha scritto ai bambini dell’Agro, destinatari della Lettera di Pasqua sono gli adolescenti, con un’attenzione speciale per quelli che dopo la I Comunione hanno abbandonato le comunità parrocchiali. «Chi vi parlerà di Maria, Madre del Crocifisso e del Risorto? - scrive Mons. Giudice -. Noi vi siamo debitori. Abbiamo il dovere di parlarvi della Pasqua. Siamo obbligati a raccontarvi il Vangelo della Resurrezione indicandovi il sentiero che conduce al sepolcro vuoto. Un giorno potreste accusarci: tu lo sapevi e non hai avuto il coraggio di dirmelo…».

La lettera arriverà nelle prossime settimane nelle parrocchie e nelle scuole dell’Agro.

L’APPUNTAMENTO

“In te mi sono rifugiato” Incontro per sposi separati

17 marzo, alle ore 19:00, presso la parrocchia Madonna delle Grazie in Angri Il Vescovo desidera incontrare gli sposi che hanno smarrito il filo dell’amore, gli sposi separati, risposati e i conviventi. «Essi rappresentano - ha dichiarato il vescovo - un’urgenza della pastorale. Per alcuni è una scelta, sia pure sofferta, per altri è una resa. Per tutti è una ferita. La Chiesa vuole dire che non abbandona nessuno e vuole a tutti offrire la consolazione di Dio».

Per maggiori informazioni: Ufficio diocesano Famiglia Giovanna Pauciulo, cell. 392 97 70260


SPAZIO SCUOLA a cura di Sofia Russo

MSAC Riciclo L’iniziativa degli studenti di Azione Cattolica volta a sensibilizzare i giovani sul tema della salvaguardia dell’ambiente

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iao a tutti e in particolare ciao studenti! Speriamo che abbiate letto l’articolo del numero precedente sul MSAC ed è per questo che non faremo altri giri di parole per presentarci… Ma per chi non l’avesse fatto noi siamo i ragazzi del Movimento Studenti di Azione Cattolica. In questo articolo vi illustriamo una delle iniziative di quest’anno: MSAC Riciclo. Vogliamo recuperare una grande sfida, quella che è propria di chi si mette in gioco e si apre a spazi di gratuità, innanzitutto all’interno della Scuola ed è per questo che ci rivolgiamo proprio a studenti come noi! “MSAC Riciclo” è un concorso che ha lo scopo di sensibilizzare la comunità scolastica riguardo il problema dei rifiuti, della loro raccolta e del loro riutilizzo. Tutto ciò mediante una proposta: a voi studenti delle scuole superiori chiediamo, per la partecipazione al concorso, la realizzazione di uno spot sulla raccolta differenziata e/o opere artistiche realizzate con materiali riciclabili. Insomma, spazio alla fantasia! L’iscrizione è aperta ai singoli e ai gruppi/classe. Non c’è tempo per pensare... dovete partecipare! Aspettiamo i vostri lavori entro il 15 aprile 2012, per poi attendere insieme la premiazione il 5 maggio. Per qualsiasi informazione potete visitare il sito diocesano www.acnocerasarno.it nella sezione “MSAC” o la nostra pagina Facebook “Msac Nocera Inferiore – Sarno” o, ancora, venire a trovarci il martedì sera dalle ore 19,30 presso il Centro Diocesano di Azione Cattolica, a Nocera Superiore, località Croce Malloni. Speriamo di aver acceso la vostra “lampadina”! Non “gettate” la vostra creatività, piuttosto “riciclatela” e sorprendeteci! Equipe MSAC

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Ecco la giuria del concorso

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o scorso 7 marzo, nei locali della redazione, si è riunita la giuria che ha valutato e decretato i vincitori di questa terza edizione del concorso rivolto alle scuole pensato da Insieme. Dovendo valutare elaborati basati su “comunicazione” e “tradizione”, ci siamo avvalsi dell’aiuto di esperti del settore, ovvero di giornalisti, docenti ed esperti di tradizione. Ecco i membri che hanno composto la giuria: Francesco Fasolino, ispettore scolastico e rappresentante di AssoStampa; Michele Raiola, in qualità di nonno e professore in pensione; Alfredo Franco, storico ed esperto di tradizioni locali; Gianfrancesco D’Andrea, maestro e direttore del settimanale Clarus; Piero Califano, giornalista di TeleNuova; Mariangela Palmieri, giornalista di Quarto Canale; Rosanna Marrazzo, direttore di Radio Base; Antonietta Abete, coordinatrice di Insieme. Mercoledì 14 scopriremo i nomi dei vincitori durante la premiazione del concorso che si svolgerà, lo ricordiamo, presso la sala/teatro della Scuola media Statale “Don Lorenzo Milani”, di San Valentino Torio, in via Terrazzani, 21, dalle ore 9,30 alle 12,00. Sofia Russo


Laboratorio di vita al Liceo “T. L. Caro” di Sarno Gli studenti aderiscono al progetto UNICEF per contrastare la mortalità infantile

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voler descrivere con una sola parola il significato e il valore della PIGOTTA UNICEF, questa è, senza ombra di dubbio alcuno, la parola “VITA”. Proprio così, perché realizzando una PIGOTTA si salva un bambino in fin di vita. È a questo scopo, infatti, che l’Unicef lotta da anni contro la mortalità infantile nei paesi in via di sviluppo e per cui il 28 settembre 2011 una delegazione UNICEF, guidata dal Direttore Lake, è stata ufficialmente ricevuta a Palazzo del Quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il lancio della campagna “VOGLIAMO ARRIVARE A ZERO” mortalità infantile. Realizzarne una è molto semplice e alla portata di tutti: basta armarsi di ago, filo e tanta passione e fantasia! Questo progetto ha coinvolto, e continua a farlo, davvero tutti: famiglie, privati, associazioni, scuole e centri anziani, e se si sono avuti risultati nella lotta alla mortalità dei bambini fino a primi 5 anni di vita in questi ultimi anni, è solo grazie a tutti i volontari che, attivandosi sul territorio, hanno creato un vero e proprio esercito di bambole che “avranno anche il cuore di pezza ma ogni anno salvano migliaia di bambini”. Ed anche al Liceo “Tito Lucrezio Caro” di Sarno c’è un vero e proprio esercito di pigottari, ragazzi che, con leggerezza, da chi non li conosce davvero possono essere definiti superficiali

La Pigotta preparata da Francesco

o disimpegnati e che, invece, decidono liberamente di dedicare una parte del loro tempo libero per una giusta causa, come quella sposata dall’Unicef. Quest’anno al Liceo ci sarà la carica delle 101 PIGOTTE, tante infatti saranno le bambole realizzate dai circa 150 alunni-volontari Unicef. Un’esperienza davvero straordinaria all’insegna della solidarietà ma allo stesso tempo del divertimento e di quel sano spirito di condivisione di valori e di fratellanza umana. Appena ho ricevuto il materiale che fornisce gratuitamente l’Unicef, ho subito provveduto a confezionare la mia Pigotta realizzando Peter Pan: simbolo da sempre di chi finisce per rimanere imprigionato nell’abisso dell’uomo che non vuole diventare e del ragazzo che non può continuare ad essere. Grazie all’instancabile entusiasmo e allo sprone motivante della prof.ssa Giovanna Vaccaro, referente del progetto e volontaria attiva Unicef, ho potuto completare il mio “lavoro” in quattro giorni appena. Sono fiero di aver fatto ciò, credo che il mio è stato un tempo speso bene e di certo meglio di altre ore magari trascorse davanti alla tv e aspetto ansiosamente il progetto del prossimo anno. Francesco Aufiero - III D Liceo Classico Prof.ssa Giovanna Vaccaro - Referente Volontaria Unicef


Open Day a San Marzano sul Sarno La Scuola Primaria e quella dell’Infanzia si aprono a genitori e studenti

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omenica 22 gennaio 2012, la Scuola Primaria e dell’Infanzia di San Marzano sul Sarno ha spalancato a genitori e studenti le porte della sua sede di Piazza Amendola. L’Open Day, nato da un’iniziativa della Dirigente Scolastica, prof.ssa Emma Tortora, ed organizzato grazie all’indispensabile contributo dei docenti e dell’intero personale scolastico, si è rivelato un’idea vincente per promuovere le molteplici attività didattiche e formative della Scuola “S.S. Giovanni Paolo II” di San Marzano. Presenti anche il parroco di San Biagio, don Giovanni Iaquinandi, e la superiora delle Suore Vocazioniste, suor Patrizia De Vivo. La volontà di favorire la conoscenza e l’informazione su tutte le attività della scuola traspare inequivocabilmente dalle stesse parole della Dirigente Scolastica, che tiene a sottolineare la necessità e l’importanza di allargare lo sguardo della comunità scolastica e dei suoi protagonisti all’intera cittadinanza ed anche all’utenza potenziale dei comuni limitrofi: in quest’ottica si inquadra la proposta di istituire un servizio di trasporto mediante autobus per gli allievi dei quartieri più periferici e dell’intero circondario. Oltre all’illustrazione del Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.), l’intervento della Dirigente pone l’accento sull’attivazione del tempo pieno, a partire da settembre 2012, resa possibile dalla predisposizione di una necessaria mensa supplementare con l’approvazione di ingegneri ed esperti, rimarcando la sinergia imprescindibile con l’ente comunale e la sua amministrazione. Tra le altre sorprese dell’Open Day, l’esposizione di disegni, fotografie ed altre opere preparate dai bambini che hanno catturato l’attenzione dei

presenti, lavori che testimoniano l’impegno degli studenti e dei loro educatori nelle svariate attività. L’evento ha giovato di un gradevole sottofondo musicale e di un delizioso punto ristoro gestito dalle stesse insegnanti, che hanno garantito alla manifestazione un’atmosfera ancor più serena ed accogliente. Lo scorso giovedì 16 febbraio, La Scuola dell’Infanzia, articolata nel plesso di piazza Amendola e nel plesso “Collodi” di via Pio La Torre, e la Scuola Primaria hanno riaperto nuovamente le porte ai genitori degli alunni che devono iscriversi al primo anno di entrambi i cicli. Lorenzo Ruggiero

Genitori e bambini nell’atrio della scuola, allestito con i lavori degli studenti esposti per l’occasione


Le tre ragazze che hanno vinto il concorso

San Valentino e l’amore, anche nelle scuole In occasione delle festività del Santo Patrono, la Scuola Primaria valentinese celebra con un concorso l’amore, quello per la mamma

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spirato da una frase dello scrittore e poeta Kahlil Gibran, il tema della prima edizione del concorso poetico era proprio: “La prima parola sulle labbra del genere umano è mamma”. Il concorso era aperto ai bambini delle V elementari della Scuola Primaria “G. Mazzini” e della sezione annessa di Casatori “San Giovanni Bosco”. Premiazione si è svolta domenica 12 febbraio, nella parrocchia di San Giacomo Maggiore Apostolo di San Valentino, durante Santa Messa delle ore 18,30. L’idea è nata dalla collaborazione della Fondazione “San Valentino – prete e martire” e la parrocchia di San Giacomo Maggiore Apostolo, guidata da don Alessandro Cirillo.

Gli studenti del “Pucci” di Nocera raccontano il loro viaggio

Le poesie arrivate al vaglio della giuria erano una quarantina, tutte ispirate all’amore materno. Le poesie premiate hanno fatto vincere ai loro autori delle targhe ricordo e dei “buoni” da spendere per materiale didattico nelle cartolerie di San Valentino. Hanno vinto Domenica Martorella, che si è classificata al primo posto; Melania Mosca, al secondo; Alessia Panorano, al terzo. Il tutto è stato reso possibile anche grazie alla Dirigente del Circolo Didattico, prof.ssa Mariagrazia Gervilli, che ha dato piena disponibilità per il coinvolgimento degli alunni al concorso. Sofia Russo

In ritorno da Milano

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ome accennato il mese precedente, alcuni alunni dell’I.T.C. “R. Pucci” iscritti all’indirizzo turistico, il 16 febbraio sono partiti per un viaggio d’istruzione per visitare la Borsa Internazionale del Turismo a Rho in provincia di Milano: un valore aggiunto dell’offerta formativa del ragioneria nocerino. Le classi rappresentate erano le seconde e le terze delle sezioni A e B e la 5 AT. Le esposizioni della BIT di Milano erano disposte in sei padiglioni, in cui si illustravano le iniziative volte ad incrementare le occasioni di incontro e di business per i partecipanti all’appuntamento. I padiglioni che principalmente interessavano gli studenti del “Pucci” erano quelli denominati “The world”

e “Italy”, nei quali gli enti del turismo italiani e di tutto il mondo hanno presentato le loro destinazioni turistiche e quindi i ragazzi hanno potuto constatare personalmente il lavoro che si svolge in questo settore di impiego. Durante i giorni di viaggio, gli alunni, oltre ad aver visitato la BIT, hanno trascorso una giornata in giro per il centro di Milano, tra le bellissime vetrine di via Monte Napoleone, la magnifica Galleria Vittorio Emanuele II, chiamata anche “Salotto di Milano”, e ammirando, come si vede nella foto, l’imponente e gotico Duomo. I ragazzi sono rientrati il 19 febbraio, ricchi di nozioni ed entusiasmo. Doriana Carosella II AT – ITC “Pucci”

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VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

150 anni di Italia In vista della conclusione delle celebrazioni, ripercorriamo il vissuto e l’impegno delle istituzioni e della Chiesa di Sarno rispetto alla storia unitaria della nazione

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l 17 marzo verrà chiuso l’anno celebrativo del 150° anniversario dell’Unità d’Italia (1861-2011), cioè un secolo e mezzo di vita nazionale sotto il simbolo del tricolore, con le note incitanti dell’inno di Mameli e il passaggio dal Regno alla Repubblica. Anni non sempre felici tra trasformazione sociale, guerre coloniali e mondiali, realizzazioni di grandi e piccole opere pubbliche, lotte di classe, conquista di potere, problemi tra Chiesa e Stato, riforme attuate o mai affrontate, economia vacillante, corruzione, emancipazione sociale, istruzione, progresso, vita democratica. Ora, però, cercheremo di inserirci in questa lieta atmosfera celebrativa nazionale con una particolare riflessione sull’operosità del Comune e della Chiesa di Sarno in questo secolo e mezzo di vita cittadina. Il 18 settembre scorso, in Episcopio, il Circolo dell’Amicizia, grazie ad una decisione insolita quanto encomiabile, ha assegnato una targa d’argento sia al Comune che alla Chiesa locale in riconoscenza del loro impegno a favore della comunità nell’arco appunto dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Non è stata una doppia riconoscenza gratuita ed opportunistica quella di mettere sullo stesso piano l’Amministrazione Comunale, tenuta a risolvere i problemi del paese, e la Chiesa, rivolta alla salvezza delle anime. Al contrario, tale merito è ben motivato e giustificato da fatti concreti. In tutta la seconda metà dell’800, come si sa, i rapporti tra lo Stato e la Chiesa non furono affatto amichevoli. E non dimentichiamo che le famose leggi eversive soppressero vari enti religiosi, incamerandone anche a Sarno i beni immobili, come

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il convento di S. Francesco, l’ospedale e la chiesa di S. Antonio Abate alla Cerola, la chiesa di S. Giovanni al Borgo; e che dominante era lo spirito liberale e massonico, tanto da mettere in grave difficoltà l’opera di fede e di carità della Chiesa, anche locale. A Sarno, i problemi cittadini da affrontare erano infiniti, tra cui l’analfabetismo, perché l’unica scuola umanistica esistente e funzionante, fino al 1942, era l’Almo Seminario Vescovile al Borgo e le poche classi elementari comunali erano allocate in locali privati inadatti. E c’era pure il bisogno di riavere finalmente una degna Casa Municipale e di istituire asili infantili. Realizzò queste due importanti opere il sindaco Pietro Abignente: il Municipio, edificato sull’antica struttura del convento francescano e completato nel 1889; l’Asilo Infantile Comunale, ospitato nei locali del settecentesco Conservatorio di piazza Croce nel 1864; ma, poiché procedeva male, nel 1883 fu affidato alle suore d’Ivrea, le quali hanno sempre svolto con passione e amore un ottimo lavoro di formazione dei fanciulli fino al 1983, quando subentrarono le suore di S. Marta. Sempre nell’800, mentre il Comune interviene a sistemare le impraticabili strade cittadine e provvede all’illuminazione pubblica, all’impianto della rete idrica urbana (1898) e all’istituzione della Regia Scuola Tecnica (1899), il Vescovo fa realizzare il decoroso sagrato davanti alla Cattedrale; ma ciò che più colpisce è la figura e l’opera di don Mariano De Lise, rettore per vari decenni della Collegiata di S. Matteo amato e stimato da tutti. L’inizio del ’900 segna per Sarno una nuova era: viene realizzata la strada principale, detta Rettifilo, favorita dall’arrivo della


Foto Salvatore Alfano

ferrovia Circumvesuviana (Napoli-Sarno, 1904); la sanguinosa prima guerra mondiale riavvicina l’amministrazione civica alla Chiesa per affrontare il doloroso problema dei soldati feriti ospitati nel seminario e degli orfani di guerra, per i quali viene nominato un comitato presieduto dal vescovo Luigi Lavitrano. A Lavorate, intanto, si cambia vita grazie alla grande opera di carità e di fede del primo parroco don Michele Corrado, che fonda una cassa rurale per i contadini e un maestoso asilo. Poi, è durante il fascismo che saranno costruiti il primo grande edificio scolastico (E. De Amicis, 1935), la Villa Comunale e il nuovo Macello. Nel 2° dopoguerra, dopo l’istituzione della Scuola Media e del Liceo-Ginnasio (1944), l’opera di ricostruzione e di espansione della città con nuovi edifici scolastici periferici, campo sportivo, mercato ortofrutticolo e museo archeologico va a merito del sindaco Michelangelo Capua; invece l’opera di beneficenza ai poveri viene condotta dal parroco don Francesco Della Corte e dalla sig.na Maria De Julio e dalle dame vincenziane. In più, sono state istituite scuole superiori scientifiche, tecniche, commerciali e professionali. Infine, a seguito della tremenda tragedia delle frane del 5 maggio 1998, il Comune e la Chiesa si sono impegnati notevolmente: il primo per la ricostruzione e la seconda per l’assistenza ai bisognosi. Ultimamente, sono senz’altro meritevoli segni di speranza per la rinascita di Sarno l’inaugurazione del nuovo ospedale, del polo industriale a via Ingegno e del Museo Nazionale nel palazzo Ungaro-Capua, nonché l’opera sociale e spirituale delle nove parrocchie della forania di Sarno. Centocinquanta anni, dunque, ricchi di eventi che hanno fatto sperimentare come, nonostante le grosse fratture di un tempo, è grazie alla stretta sinergia tra Stato e Chiesa che Sarno, e l’Italia intera, è riuscita a conquistare importanti primati di civiltà e cultura. Salvatore prof. D’Angelo

L’antico Borgo di San Matteo a Sarno

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Da sinistra, il dottore Mario Ascolese, il dottore Lucio Romano e il dottore Aldo Bova

Vita umana: Accoglienza e responsabilità Si è svolto lo scorso 1 febbraio, presso la Sala Colella dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore, un convegno promosso dall’Associazione Medici Cattolici (AMCI), sezione san Giuseppe Moscati diocesi di Nocera – Sarno, sulle tematiche relative alla vita umana

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iflettere sulla vita, dal concepimento alla morte, dal punto di vista bioetico. Questo l’intento dell’AMCI nel proporre un convegno sul tema «Vita umana: Accoglienza e responsabilità». A fare gli onori di casa il dottore Mario Ascolese, responsabile locale del sodalizio, insieme al dottore Aldo Bova, vice-presidente nazionale dei medici cattolici. Relatore d’eccezione Lucio Romano, docente presso l’Università di Napoli Federico II e presidente dell’Associazione Scienza & Vita. «Il tema – ha chiarito Lucio Romano – è delicato. La difesa della vita non è una questione confessionale, non si ascrive a poche realtà, è trasversale e va affrontata con argomentazioni razionali per trovare punti di condivisione e di convergenza con la dimensione bioetica, quella antropologica, giuridica-deontologica e di ordine scientifico». Ecco perché il relatore ha scelto di analizzare il tema avendo come riferimento le parole accoglienza e responsabilità: «Nessuno sarebbe al mondo se qualcuno non se ne fosse assunto la responsabilità. L’accoglienza è, dunque, in relazione diretta con la responsabilità». Delicato anche il tema del fine vita. Parlando dell’essere umano come soggetto di cura, Romano ha ricordato che i medici spesso usano l’espressione “terapia

e cura” insieme: «Ma la cura contempla la terapia, non si esaurisce con essa. “Mi assumo la tua responsabilità” anche quando la terapia non funziona più. Ti sono accanto anche quando non c’è più nulla da fare». È difficile però conciliare il rapporto tra cura e terapia con i tagli alla Sanità, per il medico occorrerebbe «una migliore allocazione delle risorse che permetta di liberarne delle altre per questo aspetto». Ha concluso la mattinata il Vescovo diocesano monsignor Giuseppe Giudice che ha ricordato: «La vita non è una corsa dalla culla verso la tomba, ma è uno sguardo costantemente rivolto verso l’altro. E quando Lui ritornerà, ci ricompenserà». Antonietta Abete

La Giornata del malato con il Vescovo Il 10 febbraio scorso la Cappella del nosocomio nocerino ha accolto un emozionante momento di spiritualità con e per gli ammalati. In occasione della XX Giornata mondiale del malato c’è stato un incontro di preghiera e di testimonianza per quanti operano nella sanità. Il tema dell’incontro è stato “Alzati e va’, la tua fede ti ha salvato”.


La sofferenza mi ha arricchito Il racconto di un uomo che grazie alla malattia ha scoperto ancora di più la fede

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enza fede non so come sarebbero andate le cose», comincia così la testimonianza di Raffaele, che dopo la Pasqua 2011 ha scoperto di essere affetto da un brutto male all’intestino. Un intervento di routine fece intuire ai medici che c’era qualcosa di più grave, ulteriori indagini cliniche emisero il terribile verdetto. Subito la corsa verso il centro di riferimento nazionale, due operazioni ed una lunga riabilitazione. Tutto vissuto con fede: «Ho vissuto questa esperienza mettendo Dio al primo posto. Quando entrai in sala operatoria vidi sul muro un crocifisso, quel simbolo mi rassicurò, mi diede coraggio. Quella serenità non era da me, c’è stato qualcuno che mi ha sostenuto. Quel crocifisso mi ha accompagnato, perché l’ho ritrovato di fronte al mio letto anche in sala di rianimazione e poi l’ho sempre ricercato ovunque andavo». Una fede sostenuta anche da chi lo circondava: «Ho sentito forte la presenza della mia comunità parrocchia-

le che nei diversi mesi di lontananza mi è stata vicino con telefonate e preghiere». «In alcune circostanze – continua – capisci bene che i risultati non sono frutto del tuo essere, ma c’è qualcuno che ti sostiene dall’alto. Per questo ogni giorno sento il bisogno di affidarmi a Lui. Ogni giorno in più è un dono del Signore». Raffaele aggiunge: «La prova mi ha rafforzato, quanto ho vissuto mi dà l’energia per pregare anche per altre persone che vivono il tempo della sofferenza». Tra le paure maggiori c’è quella di dover lasciare gli affetti, «è come un’opera

incompiuta», ma proprio la famiglia è stata una scoperta: «La sofferenza me l’ha fatta conoscere in una maniera ancora più profonda». Rispetto al rapporto con la moglie ha aggiunto: «Posso davvero dire di aver vissuto nella sua completezza l’esperienza matrimoniale». Raffaele, dunque, dopo tante lacrime, oggi si rapporta con la malattia in maniera diversa ed utilizzando una frase della Serva di Dio Santina Campana chiosa: «La sofferenza mi ha arricchito ancora in più». Salvatore D’Angelo

Una targa per il dottor De Colibus All’ospedale di Sarno è stata consegnata una targa commemorativa per ricordare la professionalità e l’abnegazione del compianto dottor Enzo De Colibus, esempio di fervente medico cattolico.


Un regalo ai sostenitori di Insieme Trecento libri della collana NuceriaeTerra saranno recapitati con il numero di marzo a chi ha sottoscritto un abbonamento con invio a casa

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l Centro Diocesano di Formazione dona un libro agli affezionati lettori di Insieme. I testi editi per la Collana NuceriaeTerra messi a disposizione sono: “Sulle orme dello Spirito… nel bimillenario cammino della Chiesa Priscana”, scritto da Roberto Farruggio; “I volti della speranza – Testimonianze di santità nella Chiesa di Nocera Inferiore – Sarno”, curato da Silvio Longobardi e Roberto Farruggio. Gli abbonati con invio presso il proprio domicilio riceveranno uno tra i due volumi disponibili. Un’attenzione del Centro Diocesano di Formazione ai sostenitori di Insieme, affinché possano approfondire la conoscenza delle testimonianze e della storia della Chiesa dell’Agro.

Sorridi a “Scenari”

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avid Larible con lo spettacolo “Il clown dei clown” ha aperto il festival “Scenari pagani”, organizzato da Casa Babylon Teatro con la direzione artistica di Nicolantonio Napoli. Un’edizione intitolata “Nani e ballerine” e che propone spettacoli che fanno rivivere le atmosfere circensi, ma anche i vicoli delle città con i loro problemi e le loro caratteristiche. Un programma variegato che si concluderà il 24 marzo e che si è aperto con Larible. L‘artista circense, che sta conquistando le platee di mezza Europa ed è stato insignito anche del Premio Scenari, ha trasformato il palco della struttura teatrale paganese in una pista del circo. Un evento unico che si è distinto tra le solite proposte degli altri cartelloni teatrali locali. Larible, conosciuto per la capacità di strappare a tutti un sorriso è anche ricordato per aver detto che la «risata di un bambino è il suono più bello». Un concetto ribadito pure a Pagani: «È un suono meraviglioso perché sorge spontaneo, incontrollato. È bella per quello, perché pura, innocente, vera; per questo te la tieni più stretta». Per informazioni www.casababylon.it.

Ida Scoppetta è Miss Carnevale

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nche Sarno ha la sua reginetta del Carnevale, ad eleggerla sono stati i suoi concittadini che lo scorso 20 febbraio sono accorsi in piazza 5 maggio. Quaranta le partecipanti arrivate da tutta la regione. Al terzo posto si è classificata Rosalia Gaudino di Napoli, al secondo Jessica Desiderio di Pagani, prima è risultata la 18enne sarnese Ida Scoppetta. La reginetta del Carnevale di Alesio ha avuto l’onore di aprire la sfilata allegorica del 4 marzo scorso a Viareggio. Infatti l’associazione promotrice della parata sarnese è gemellata con quella viareggina.


I detti di nonno Domenico Un libro edito dal Centro Diocesano di Formazione raccoglierà i paraustielli, antico retaggio della sapienza popolare. Il testo sarà presentato il prossimo 11 aprile

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n salto nel tempo per riscoprire i “paraustielli”, gli antichi “detti” intrisi di saggezza che aiutano, ancora oggi, a comprendere e a sviscerare le vicissitudini piccole e grandi della vita quotidiana. Essi rappresentano una preziosa opportunità per non dimenticare un’antica e sana tradizione che per secoli ha arricchito la nostra cultura. Ci ha pensato il Centro Diocesano di Formazione a raccogliere questi proverbi in un unico volume: un breviario di pensieri da consultare per affrontare la vita, con il sorriso sulle labbra e una buona dose di sapienza. Il titolo del libro curato da Giuseppe Ianniello è “Nepo’… vire che te riche”, VI volume della Collana Percorsi Pastorali. La raccolta annovera tutti i paraustielli pubblicati sul mensile Insieme, più alcuni proverbi inediti. La presentazione del testo è stata curata dal critico d’arte Alberto Mirabella. Giuseppe Robustelli

Premio Euanghelion Mercoledì 14 la premiazione

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a cultura protagonista della VII edizione del Premio Euanghelion. Mercoledì 14 marzo l’attesa consegna degli angeli d’argento. Nell’aula magna della Curia vescovile Luigi Accattoli del Corriere della Sera e Franca Zambonini di Famiglia Cristiana riceveranno l’ambito riconoscimento. L’appuntamento è per le ore 18:30. In mattinata, protagonisti della giornata diocesana dedicata alla comunicazione saranno gli studenti. Nell’auditorium della scuola media “Don Lorenzo Milani” di San Valentino Torio i ragazzi parteciperanno alla premiazione del concorso “Comunicare la tradizione”. A relazionare sarà padre Enzo Fortunato, direttore della rivista San Francesco patrono d’Italia, insignita di una menzione speciale.


redazionale a cura dell’uff. stampa del Comune di Sarno

Ri “C.O.S.T.R.U.I.Re.”

l’ex lavatoio L’amministrazione comunale pensa ad un importante progetto per ridare luce al patrimonio cittadino. Prossimo obiettivo, grazie ad una sinergia con il Ministero della difesa, è il recupero dell’edificio di corso Vittorio Emanuele

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.O.S.T.R.U.I.Re.” è il nome del Progetto Pon che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Amilcare Mancusi intende portare avanti per ridare dignità all’ex mattatoio, costruendo opportunità sostenibili per il recupero urbano. Di tale progetto, in sinergia con il primo cittadino, si sta occupando l’assessore Alfredo Mandola. Diversi i partner che il Comune ha individuato: il Piano di Zona - Ambito S1, il Forum dei Giovani, l’Istituto Professionale per i servizi sociali, l’Exarco s.c.s. Onlus, il Laboratorio di Sociologia A.N.S. - PRO.FORM., la Rivista Scientifica “Sociologia: la Società..in Rete”, l’AD - Art Direction ed il Consorzio Proteus. E c’è già il nome di colui che dovrà realizzare il progetto di riqualificazione. Si tratta dell’architetto Netti di Bari. Tra le priorità di “C.O.S.T.R.U.I.Re.” c’è la diffusione della cultura della legalità. In linea con questo intento è stato stilato anche un interessantissimo rappor-

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to sulle esigenze di sicurezza e legalità nell’ambito del territorio afferente al Piano di Zona S1 che comprende ben 12 Comuni. L’assessore Mandola ha affermato: «Il fine del Progetto è quello di evidenziare che diffondere la cultura della legalità è possibile anche tramite il recupero di una porzione di area urbana attraverso. Riqualificare l’ex lavatoio ci consentirà di creare una “casa della legalità” con aree attrezzate. Abbiamo scelto di valorizzare la struttura di corso Vittorio Emanuele perché è di grande valenza architettonica, perché è testimone diretta di un periodo storico ed economico importantissimo per Sarno». Il delegato di giunta ha specificato che «per quanto riguarda la verifica dei risultati attesi è prevista una complessa attività di monitoraggio, intesa come strumento conoscitivo volto a verificare lo stato di realizzazione del progetto, definendo quali attività sono state svolte e come il loro avanzamento rispecchi i risultati auspicati prima della realizza-

zione». Ma il monitoraggio sarà anche fonte di informazione per una valutazione periodica e complessiva sul valore dell’intervento in riferimento ai criteri standard prestabiliti: «Forniremo presto – ha aggiunto Mandola – altri dettagli importanti che, dal punto di vista tecnico e progettuale, spiegheranno l’iter del nostro obiettivo». Entusiasta e fiducioso nel progetto “C.O.S.T.R.U.I.Re.” il sindaco Amilcare Mancusi: «L’Amministrazione comunale è costantemente a lavoro per non lasciare nessun obiettivo della nostra programmazione elettorale in secondo piano. Miriamo ad un recupero, seppure lento perché complesso, di tutto il patrimonio storico - culturale - architettonico - artistico che ha reso grande nei secoli scorsi Sarno. Una città, la nostra, che merita di brillare nuovamente di luce propria: solo questa luce potrà dare un nuovo e forte impulso alla sua economia».



redazionale a cura dell’Area comunicazione di Agro Invest

Una tesi di laurea sul Pip di Sarno Il progetto della zona industriale di via Ingegno, analizzato come caso di un’efficace strategia di valorizzazione e comunicazione di un sistema produttivo, è stato oggetto di una tesi discussa all’Università di Salerno. L’Ad di Agro Invest Franco Annunziata ha introdotto la discussione

La dott.ssa Rainone con l’Ad Annunziata

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Un momento della discussione, da sinistra il relatore prof. Piciocchi, l’Ad di Agro Invest ed il resto della commissione di laurea

trategie di valorizzazione e comunicazione dei sistemi produttivi locali. Il caso del Pip di Agro Invest nel Comune di Sarno”: questo il titolo della tesi di laurea realizzata da Rossella Rainone e discussa il 21 febbraio scorso nell’Aula delle lauree dell’Università di Salerno, nell’ambito del corso di laurea in Scienze della comunicazione, facoltà di Lettere e Filosofia. Per la preparazione della sua tesi, la studentessa sarnese si è avvalsa della costante collaborazione di Agro Invest S.p.A., soprattutto per l’accesso alla documentazione relativa all’iter di attuazione del Piano degli insediamenti produttivi di Sarno. Dal Pip come espressione del piano particolareggiato alla definizione del concetto di sistema territoriale produttivo, la neo dottoressa Rainone ha ricostruito, nel suo elaborato, un quadro completo e puntuale del processo di attuazione del piano industriale realizzato dalla Stu per conto del Comune di Sarno, focalizzando in particolar modo l’attenzione sui processi di valorizzazione e di comunicazione del progetto stesso, inteso come sistema produttivo. In sede di discussione, in via del tutto eccezionale, e su esplicita richiesta del prof. Paolo Piciocchi, relatore della tesi e titolare della cattedra di “Economia, organizzazione e gestione delle imprese”, è stato l’Amministratore Delegato di Agro Invest Franco Annunziata ad introdurre il lavoro della

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dott.ssa Rainone. «È stata una bellissima emozione – ha dichiarato l’A.D. Annunziata – per la prima volta, nella sua storia, la nostra Società è stata argomento di interesse e di discussione di una tesi di laurea. È per noi una grande soddisfazione. Il fatto che una studentessa universitaria abbia voluto sviluppare una ricerca sulla nostra Azienda dimostra quanto Agro Invest abbia nel tempo esteso i suoi orizzonti, quanto sia cresciuta e quanto l’applicazione di una efficace e costante strategia comunicativa, adottata negli ultimi due anni, abbia inciso sul miglioramento della reputazione della nostra Società verso l’esterno». Un percorso partito da lontano: «La dott.ssa Rainone, qualche mese fa, ci inviò una comunicazione per illustrarci il suo progetto e chiedere la nostra collaborazione, a supporto del suo percorso di lavoro. Nel corso di questi mesi – ha aggiunto Annunziata – è stata spesso nostra ospite in Azienda, ha avuto accesso agli atti relativi al Pip di Sarno, ha realizzato interviste, prestando particolare attenzione alle strategie adottate dalla nostra società, nel corso del tempo, per la valorizzazione e la comunicazione del sistema produttivo nel Pip di via Ingegno». Un bel successo, dunque, per la neo laureata e per la società di trasformazione urbana.


Il filo della Fede e i fili dell’Arte Il Museo San Prisco dal 31 marzo al 14 maggio accoglierà un’importante mostra d’arte promossa dall’associazione francese “Kill Oh What - L’imprimerie168”

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arte fa tappa a Nocera Inferiore. Cinque affermati artisti della scena pittorica europea esporranno le proprie opere nel settecentesco chiostro della curia vescovile e nell’annesso Museo San Prisco. Grazie ad una sinergia tra un sodalizio francese “Kill Oh What – L’imprimerie168” ed il polo espositivo diocesano è nato il Progetto Leonardo. Un’iniziativa ardita e di sperimentazione che si avvale delle opere di Sarah Barthélémy Sibi, Michal Korman, Joelle Bondil, Emmanuelle Leblanc e Gennaro Scarpetta, unico pittore italiano che impreziosirà la mostra. Il cuore dell’evento sarà proprio il chiostro, mentre nelle sale museali gli artisti esporranno altre opere

che interpreteranno con linguaggio moderno altrettanti oggetti in esposizione permanente. Il titolo della Mostra “Il filo della Fede ed i fili dell’Arte” si ricollega direttamente al tema “pastorale” della nostra Diocesi. L’esposizione è sostenuta dall’Unione Europea e dal Consiglio regionale d’Ile di Francia, ossia l’area metropolitana che fa capo alla città di Parigi. Un evento di grande prestigio, che eleva gli spazi nocerini a quelli di capitali europee come Berlino, altra città che accoglierà la mostra dopo Parigi. Il taglio del nastro è fissato per le ore 16:00 del 31 marzo. Ulteriori aggiornamenti saranno disponibili sul sito www.diocesinocerasarno.it

Laudato conquista il sud America

Una crocchetta al giorno

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Gatti, l’accoppiamento

Agro nocerino sarnese si conferma sempre più terra di talenti artistici. Il poeta Sabato Laudato fa breccia nel cuore di un candidato al premio Nobel per la letteratura. Nei giorni scorsi, infatti, ha ricevuto in omaggio da Miguel Oscar Menassa il libro Aforismos y decires. «È per me una grande soddisfazione personale – ha detto il poeta nocerino – non avrei mai immaginato che un candidato al Premio Nobel mi rendesse partecipe della sua attenzione». Gli apprezzamenti avanzano dalla Spagna all’Argentina. La poetessa di Buonos Aires Maria Cristina Drese lo scorso 15 febbraio è stata in Uruguay a parlare di Laudato. Nonostante il 2012 sia iniziato da poco, tanti già i riconoscimenti ricevuti: in Italia la medaglia d’Argento del Presidente della Camera dei Deputati; in Brasile il primo posto al Concurso Literario Internazionale di Rio Grande do Sul e una menzione alla seconda edizione del Premio Araucaria de Literatura.

di Gabriella Calenda*

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ari lettori di Insieme, ci avviciniamo alla Primavera e con essa arrivano i primi calori intesi sia come innalzamento delle temperature che come l’inizio del periodo degli amori. Nel gatto la pubertà si manifesta intorno ai 6 mesi, con piccole variazioni in base alla razza, mentre per quanto riguarda il calore questo è regolato molto dalle ore di luce da marzo ad ottobre. Il felino ha calori “poliestrali stagionali”, in parole povere va in calore per 7-15 giorni, poi ha un periodo di quiescenza, da una a quattro settimane, e poi ha un altro calore e così via. Come ce ne accorgiamo? Principalmente la gatta inizia ad emettere dei miagolii simili al pianto di un bambino, poi si struscia per terra, diventa più docile, sposta

la coda di lato ed inarca la schiena. Il maschio del gatto invece non va in calore. Se diventa irrequieto, urina e spruzza in casa o vuole scappare è perché nei paraggi sente l’odore, i feromoni, di gatte in calore. Durante questi mesi bisogna stare molto attenti perché tra i maschi iniziano delle vere e proprie lotte per accaparrarsi il diritto all’accoppiamento. Per ora ci fermiamo qui, ma nel prossimo numero parleremo di un argomento che si ricollega all’accoppiamento: l’importanza della sterilizzazione. Non perdetelo! *Medico veterinario (gabriella_calenda@hotmail.it)

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VITA ECCLESIALE LA NOTA

Il Messaggio per la Quaresima Il Vescovo Giuseppe ha indicato le linee guida per vivere con consapevolezza il Tempo quaresimale. Silenzio, preghiera, meditazione e digiuno: ecco i pilastri per rifare il look alla nostra anima

Riscopriamo la stanza interiore Sorelle e fratelli, entriamo nel sacro recinto quaresimale per inoltrarci verso la terra promessa, terra pasquale della libertà e del dono. I quaranta giorni della Quaresima sono un tempo propizio, quasi un prolungato corso di esercizi spirituali, per rifare il look alla nostra anima. Viviamo questi giorni accogliendo una preziosa indicazione che ci viene dal Maestro: “entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo” (Mt 6,6).Viviamo sempre fuori, esposti, estroflessi, sul palcoscenico, in piazza e la Quaresima ci invita all’interiorità, a rientrare nella casa dell’anima, a mettere giù le maschere per specchiarsi nella Parola. È tempo di entrare nella camera, nella stanza interiore, chiudere la porta e pregare il Padre. Questo gesto non per nasconderci, non per allontanarci, non per disimpegnarci, ma soltanto per pregare e rigenerarci nello spirito: “e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,6).

Tempo da vivere dietro le quinte

“Entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo” (Mt 6,6)

“Ogni disgrazia – ha scritto Pascal – viene agli uomini da una cosa sola: il non saper restare soli in quiete in una camera” (Pascal, Pensieri 139). Ecco la Quaresima: tempo per ritirarci dalla scena; tempo da vivere dietro le quinte; tempo del deserto per vincere le tentazioni, le illusioni, le delusioni. Ognuno riscopra in questo tempo la stanza interiore, la preghiera del cuore, la meditazione, il digiuno dalle cose inutili, la carità verso se stessi e verso gli altri. In ogni stagione della vita c’è bisogno di un po’ di ritiro per fare ordine. La carità verso se stessi, come cura della propria vita spirituale, è condizione necessaria per la carità e la cura verso la vita del prossimo: “Quante cose si finisce di sapere se si resta un po’ da soli” (Antonioni). Nei quaranta giorni, da soli con il Solo, alimentati dalla Parola, dalla Liturgia e dalla Carità, possiamo rivedere la nostra vita. Vi riscopriremo qualche coriandolo, segno di fragilità e di frivolezza; e un po’ di cenere, segno di serietà e di penitenza e, nella revisione di vita, sapremo apprezzare e l’uno e l’altro aspetto per vivere la vita santa del Vangelo e uscire, con uno stile sobrio, dal sacro recinto quaresimale verso chi attende il fuoco della Pasqua. Non siamo soli; Cristo, modello supremo dei penitenti, fa la strada con noi, anzi si fa via per donarci la verità e la vita. Vi benedico † Giuseppe Vescovo Insieme - Marzo 2012

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Si sono “rotte le acque” Fratel Enzo Biemmi, presidente dei catecheti europei, lo scorso 13 febbraio a Pagani ha affrontato il tema «Accompagnare gli adulti nella fede: la grazia di ricominciare. Provocazioni per un secondo annuncio»

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hiarezza e semplicità: questa l’essenza delle parole rivolte da fratel Enzo Biemmi alle centinaia di persone accorse a Pagani per ascoltare una relazione dirompente e allo stesso tempo semplice, che racchiudeva al suo interno numerosi suggerimenti per fronteggiare la crisi, anche spirituale, che oggi sembra ergersi dinanzi agli occhi di tutti. «Dal punto di vista culturale – ha spiegato il presidente dei catecheti europei – si sono “rotte le acque”. Vuol dire che è in atto un forte disequilibrio. Sta finendo un tempo, ma non in vista della morte, piuttosto nell’ottica di una vita nuova». Questa immagine non vuol dire che scompare il cristianesimo, «ma finisce un certo cristianesimo». «Veniamo da 17 secoli nei quali si nasceva cristiani – ha continuato –, da una cinquantina d’anni le cose sono cambiate. Un quadro nuovo che all’apparenza fa pensare ad una crisi del cristianesimo, ma che in realtà apre possibilità nuove». Da qui la necessità di un nuovo annuncio: «Per 17 secoli non abbiamo avuto bisogno di annunciare nulla perché era in atto un “catecumenato sociologico”, si diventava cristiani dentro la famiglia, dentro il paese. Finalmente stiamo tornando in una situazione di assoluta pluralità delle mentalità e dei riferimenti, per cui diventa indispensabile che le persone adulte abbiano la gioia ed il coraggio di annunciare il Vangelo». «Bisogna guardare la situazione attuale con fiducia, con la speranza cristiana nonostante gli aspetti disu-

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manizzanti» ha esortato il sacerdote che ha chiesto di «ricominciare ad offrire il Vangelo con una freschezza nuova, perché appaia acqua che disseta». E non bisogna ripiegarsi: «Nella Chiesa in tanti preferiscono restare a guardare quello che è stato. Nel frattempo non si accorgono delle opere belle che lo Spirito sta già facendo. Restare ripiegati non fa vedere che c’è una domanda di fede più alta, una grande ricerca di spiritualità. Se l’impegno pastorale attuale è per ricostruire il tempo che fu, è tempo perso!».

La direzione da seguire La Chiesa italiana, secondo Biemmi, ha individuato la direzione giusta, è uscita dal disorientamento ed ha trovato tre linee guida: «Occorre una conversione missionaria delle parrocchie, che sono ancora strutturate per offrire servizi a chi già crede. Bisogna passare dagli incontri fissati, dalle programmazioni e dalle strutture, alle relazioni, alla testimonianza dei singoli». È anche necessario un rinnovamento della pratica tradizionale, che «per molti secoli è stata doppiamente semplificata: centrata sui bambini perché gli adulti erano già cristiani e ridotta a “buona preparazione” ai sacramenti». «Uno stile simile – ha detto Biemmi – poteva reggere quando i bambini venivano iniziati alla fede nelle famiglie, nelle scuole, nel paese. Oggi occorre “ricentrare” l’iniziazione cristiana sugli adulti, sui genitori. Non serve a nulla dare i sacramenti ai ragazzi se i genitori non cominciano un cammino


La necessità di ricominciare Soddisfatto il Vescovo per la grande partecipazione di catechisti all’incontro di metà anno pastorale

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edo i nuovi evangelizzatori di questa terra dell’Agro», così il vescovo monsignor Giuseppe Giudice si è rivolto alle oltre 500 persone che hanno affollato l’auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori, in occasione del convegno catechistico promosso dall’Ufficio diocesano coordinato da don Antonio Guarracino e don Antonio Adinolfi. Una presenza importante, che sta a significare l’urgenza e la necessità di un’evangelizzazione nuova. Nel suo saluto il presule ha parlato della necessità di ricominciare: «Non è

una semplice verniciatura, richiede una ri-motivazione, un incontro nuovo tra la Parola e colui che si appresta a ricominciare. Quasi una nuova plantatio ecclesia: perché la Chiesa sia piantata non solo nei crocicchi, ma nella vita, nel cuore dell’uomo». Monsignor Giudice ha poi avvertito la necessità di avere «uomini toccati dal mistero, capaci di accordare il cuore alla Parola». «Da Prisco, primo vescovo e padre della fede, questa terra dell’Agro ha ricevuto il primo annuncio che ha prodotto storia, cultura e santità. Oggi – ha aggiunto

monsignor Giudice – da noi attende un secondo annuncio che, amplificando e non dimenticando il primo, ridica nuovamente Gesù Cristo, unico nome che dà salvezza, per far crescere ancora una vita buona e santa del vangelo per le strade dell’Agro». L’auspicio del Vescovo è che «il Signore conceda questa grazia per essere evangelizzatori, portatori di una novella buona e gioiosa, per spenderci anche come martiri in questa amata Chiesa dell’Agro». Sa. D’An.

Foto Salvatore Alfano

Da sinistra: don Antonio Adinolfi, fratel Enzo Biemmi, Mons. Giudice e don Antonio Guarracino

di fede. L’iniziazione deve essere non la preparazione ai sacramenti, ma il tirocinio per vivere una vita cristiana». Terzo step è l’annuncio agli adulti: «Bisogna incrociarli nelle situazioni di vita che attraversano e vivono. Il Vangelo è rimasto chiuso nei dogmi, che oggi occorre far cantare, farli sentire vicini alla vita. Questo lo possono fare solo i laici, fuori da forme troppe teologiche e dogmatiche».

Non ricette, ma soluzioni condivise Non ci sono ancora formule per rivedere e ricominciare. Ci sono idee che occorre perfezionare attraverso il lavoro comune. Utilizzando un’altra immagine fratel Biemmi ha aggiunto: «Siamo a metà tra due mondi. Abbiamo una casa antica, con tutti i pregi di una tradizione, che va ristrutturata. L’attuale catechesi non è da buttare via, ma va recuperata l’intenzionalità profonda, la tradizione in senso forte. Occorre rendere

abitabile la casa della fede possibilmente per coloro che se ne sono già andati e sono in attesa della casa nuova». Sulle modalità, il presidente dei catecheti europei ha le idee chiare.«Il secondo annuncio richiede di disimparare molto, prima di ricostruire, occorre scommettere sulla capacità di sorpresa: mostrare un altro volto a coloro che si sono allontanati. Vedere catechisti e catechiste liberi, che li accolgono non per quanto hanno vissuto, ma perché è degno del Vangelo. Il motore della missione deve essere la gioia che ci è stata data e che vogliamo donare agli altri».

Un discorso per tutti «Di primo e secondo annuncio vanno innervate tutte le attività pastorali» suggerisce Biemmi. Per questo è importante non trascurare nulla. Da qui il riferimento alla religiosità popolare. «Per quanto ambigua possa essere, deve diventare luogo di primo e secondo annuncio perché ha dentro un anticorpo ecclesiale sano, utile a contrastare forme troppo intellettuali di fede e liturgie fredde e asettiche. La gente ha bisogno del corpo, dell’emozione, di sentire che Dio è vicino. Ecco perché, pur nei suoi limiti, la religiosità popolare ha aiutato la Chiesa a non separarsi dalla vita. Certo, ha bisogno di essere evangelizzata, ma non è restando fuori da essa che lo si fa. C’è da prendere il cuore, il corpo. Tutto. Non c’è nessuno che non è adatto al Vangelo». Salvatore D’Angelo Insieme - Marzo 2012

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ILPANEDELLADOMENICA Sussidio liturgico dalla IV domenica di Quaresima alla Pasqua del Signore Commenti a cura di Mons. Giuseppe Giudice

Ogni nuovo mattino Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita, senza che il mio pensiero si volga alla tua resurrezione e senza che in spirito io vada, con i miei poveri aromi, verso il sepolcro dell’orto. Che ogni mattino sia, per me, mattino di Pasqua! E che ogni giorno, ogni risveglio, arrecandomi la gioia della Pasqua, mi arrechi anche la conversione profonda:

quella che sappia, in ogni situazione e in ogni persona, conoscerti come vuoi essere conosciuto oggi, non quale mi sembrasti ieri, ma quale ti mostri a me adesso. Che ogni episodio della giornata sia un momento in cui ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria! Concedimi di risponderti con una parola sola ma con tutto il cuore: “Maestro mio!”. Monaco orientale

18 marzo 2012

IV DOMENICA DI QUARESIMA O DOMENICA “LAETARE” (Anno B) LE LETTURE “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” Prima lettura: 2Cr 36,14-16.19-23 Salmo responsoriale: Sal 136 Seconda lettura: Ef 2,4-10 Vangelo: Gv 3,14-21 IL VANGELO Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. (cfr Gv 3,14-16) Colore liturgico VIOLA o ROSACEO

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La libertà è amore Sia con lui e salga! Per bocca di un re pagano, Ciro, Dio porta oltre il suo popolo per farlo salire, dopo il tempo difficile, verso il luogo della Pasqua. Dimenticare Gerusalemme è il grande peccato; pensare a Gerusalemme è la grande speranza. Siamo salvati per grazia da un Dio che è ricco di misericordia. A Pasqua, Egli ci fa sedere nei cieli, in Cristo Gesù. Salire e andare verso il luogo della Croce, verso il Figlio innalzato da Dio per avere la vita eterna. Salire vuol dire venire alla luce facendo la verità. La luce è venuta, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce. Le tenebre lasciano nella libertà dell’io. La luce fa abitare nella libertà di Dio. Dio, che è Luce, è un amore che non giudica per condannare; ma è un amore che illumina per salvare. A Pasqua, nella libertà del dono offerto e sofferto, ritroviamo la cetra e il canto.


25 marzo 2012

V DOMENICA DI QUARESIMA (Anno B) LE LETTURE “Se uno mi vuole servire, mi segua” Prima lettura: Ger 31,31-34 Salmo responsoriale: Sal 50 Seconda lettura: Eb 5,7-9 Vangelo: Gv 12,20-33 IL VANGELO In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. (cfr Gv 12,24-26) Colore liturgico VIOLA

Una curiosità che salva Vogliamo vedere Gesù! Ci uniamo anche noi al desiderio dei greci e di ogni uomo che vuole vedere Dio. Per “vedere” ci occorre un cuore nuovo, uno spirito saldo, un’alleanza nuova. Per “vedere” ci serve una comunità: Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Per “vedere” ci vuole uno sguardo purificato dalla sofferenza: offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime. Per “vedere” bisogna imparare l’obbedienza come il Figlio. Solo a queste condizioni riusciamo a riconoscere Gesù – a vederlo – nel chicco di grano, caduto in terra, morto, solo. Solo così sappiamo riconoscere nell’ora della Croce l’ora della Gloria e, nel seme che muore, il molto frutto della salvezza. Solo con lo sguardo purificato dalla fede possiamo, anche se con l’anima turbata, chiedere la glorificazione del suo nome ed essere salvati non dall’ora, ma nell’ora della Croce.

1 aprile 2012

DOMENICA DELLE PALME O “DE PASSIONE DOMINI” (Anno B) LE LETTURE “E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza” Prima lettura: Is 50,4-7 Salmo responsoriale: Sal 21 Seconda lettura: Fil 2,6-11 Vangelo: Mc 14–15 IL VANGELO Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?» e dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: A «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». (cfr Mc 15,34-39) Colore liturgico ROSSO

Alle porte del dolore. Alle porte dell’amore Entriamo a Gerusalemme per immergerci nella festa dell’accoglienza e nel dramma della Passione. Entriamo accompagnati dalle voci festanti dei ragazzi e dei giovani. Andate nel villaggio… troverete un puledro legato. Il Signore ne ha bisogno. Il Signore ha bisogno di un asino per entrare a Gerusalemme. Eccomi! Ho presentato il mio dorso ai flagellatori … il Signore Dio mi assiste. Egli svuotò se stesso assumendo la condizione di Servo. Osanna! Crocifiggilo! Amore ed odio: sono gli estremi dei sentimenti umani e della nostra risposta a Cristo. Con questa folla di sentimenti, anche noi entriamo nel racconto della Passione non come spettatori distratti, ma cercando di cogliere nei diversi personaggi l’atteggiamento giusto per accogliere il grande dono dell’amore di Dio. Passio Christi… passio hominis… la Passione del figlio di Dio verso di noi, diventi in noi compassione di Dio verso i figli degli uomini. Insieme - Marzo 2012

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8 aprile 2012

DOMENICA DI PASQUA (Anno B)

La risurrezione: fondamento della nostra speranza

LE LETTURE “È risorto, non è qui” Prima lettura: At 10, 34a. 37-43 Salmo responsoriale: Sal 117 Seconda lettura: Col 3, 1-4 ovv. 1Cor 5, 6b-8 Vangelo: Gv 20, 1-9 ovv. Mc 16,1-7 IL VANGELO Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme vennero al sepolcro al levare del sole. Entrate nel sepolcro, videro un giovane ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto» (cfr Mc 16,1-2.5-7) Colore liturgico BIANCO

Sono Risorto e sono con te, camminerò con te prendendoti per mano! Si ricomincia: è Pasqua! La vita risorge là dove è stata immolata. Morte e vita si sono affrontate: la Vita, il Risorto, ha vinto. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo. Questo giorno è un tempo: è Pasqua! Questa Pasqua è vita: è Risorto! Il Risorto è con noi: Alleluja! Risorti con Cristo, cerchiamo le cose di lassù. Pasqua ci dona lo sguardo delle cose di lassù; ci offre il pensiero delle cose di lassù. Siamo morti e la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Raccontaci, Maria… le cose di lassù per amare e rispettare le cose di quaggiù. Corriamo insieme a Pietro e Giovanni nel giardino della resurrezione per incontrare la Speranza nuova, la Speranza risorta: Cristo, mia speranza, è risorto!

IL VANGELO CHE SI INCARNA L’inno alla gioia dello scrittore Luigi Santucci

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uigi Santucci è uno scrittore, morto a ottant’anni nel 1999, che già nel 1954 aveva pubblicato un volume intitolato L’imperfetta letizia nel quale affermava che “più forte dell’uomo c’è solo la gioia”. Il più compiuto inno alla gioia Santucci l’ha consegnato al suo testamento. La lettura delle parole dello scrittore – che se ne era andato otto mesi prima e che aveva inciso il testamento su un nastro – risuonò con la forza di un cantico. Un testo davvero degno della vocazione cristiana del suo autore.

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«Carissimi, eccovi dunque la mia voce. Così vi convincerete che non me ne sono andato del tutto. Non sono qui a dirvi “non piangete”. Se vi fa bene piangere, accettate il pianto, coltivatelo anzi. Ma che sia un pianto, che siano lacrime serene, o addirittura gaudiose. O persino allegre. Mi capite? Perché “serene”, perché “allegre”? Perché la mia vita è stata una vita “privilegiata” e, oso dire, felice. La ragione più segreta e più forte per cui ho fatto questo mestiere di scrittore, e della quale ho preso coscienza ultimamente, è… sì, è la vocazione, la spinta, la volontà di lodare. Lodare quante più cose posso. Persone, luoghi, rapporti

umani, sentimenti, autori e le loro parole, o se musicisti le loro musiche. Anche la vecchiaia, che come ricordate non mi è mai stata simpatica né gradita. Scrivere per lodare. Dunque certo una letteratura alquanto inammissibile, in anni come questi dove quasi tutto è squalificato come negativo, come spregevole, come il contrario che “degno di lode”. Spero che questa mia chiacchierata a ruota libera lasci voi, figli miei, con un grande conforto: nel sapere, nel sentirmi con questa voce affermare che me ne sono andato in pienezza di soddisfazione e di gratitudine alla mia sorte… ». Dal blog di Luigi Accattoli sezione “Cerco fatti di Vangelo”


INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI IL CALENDARIO 13 marzo, ore 9:30, ritiro del Clero in Curia 15 marzo, ore 19:00, celebrazione eucaristica presso il Seminario di Salerno 19 marzo, Festa onomastica del Vescovo Dal 23 al 25 marzo, Esercizi spirituali con il Consiglio Episcopale dei giovani a S. Agata sui Due Golfi 26 marzo, ore 18:00, inaugurazione della nuova cappella Beati Luigi e Zelia Martin presso la Cittadella della Carità di Angri 27 marzo, ore 9:30, Assemblea Sinodale del Clero in Curia 30 marzo, ore 20:30, via Crucis diocesana con i giovani, Colle S. Andrea Nocera Inf. 31 marzo, ore 16:00, inaugurazione mostra pittorica internazionale Museo San Prisco Nocera Inf. 5 aprile, ore 10:00, Messa Crismale in Cattedrale; ore 19:30, Messa in Coena Domini in Cattedrale 6 aprile, ore 17:30, Azione liturgica pomeridiana in Cattedrale;

ore 21:00, Processione cittadina del Venerdì Santo a Nocera Inferiore 7 aprile, ore 22:30, Veglia Pasquale in Cattedrale 8 aprile, ore 11:00, Pontificale di Pasqua presso la Con-cattedrale di Episcopio di Sarno 12 aprile, pellegrinaggio dei sacerdoti presso Sant’Eremo in Colle (Ba), sulla tomba di mons. Jolando Nuzzi

LE CRESIME DI APRILE Martedì 10, ore 19:30, parrocchia S. Giacomo S. Valentino Torio Mercoledì 11, ore 19:00, parrocchia SS. Annunziata - Angri Venerdì 13, ore 19:30, parrocchia Maria SS. di Costantinopoli Nocera Superiore Domenica 15, ore 12:00, parrocchia S. Maria del Presepe Nocera Inferiore ore 19:00, parrocchia S. Alfonso - Sarno Giovedì 19, ore 18:30, S. Sebastiano - Sarno Venerdì 20, ore 19:00, S. Maria degli Angeli - Nocera Superiore

Per maggiori info consulta il sito www.diocesinocerasarno.it

L’APPUNTAMENTO Il 6 giugno PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A ROMA E UDIENZA CON IL SANTO PADRE A Roma con il Vescovo Giuseppe per vedere e ascoltare Pietro, ad un anno dal suo ingresso in diocesi. Al più presto saranno comunicate le modalità di partecipazione

UN NUOVO SERVIZIO L’Economato della Diocesi Nocera Inferiore – Sarno mette a disposizione dei sacerdoti, degli Istituti religiosi maschili e femminili della nostra diocesi un servizio CAF (Centro di assistenza fiscale). Dal 19 marzo è possibile trovare in Curia un operatore che eroga stabilmente questo servizio. PER MAGGIORI INFORMAZIONI: Tel. 081 517 66 63 www.cafdiocesinocerasarno.org


Città dell’Agro riprenditi l’anima Il 30 aprile il Vescovo terrà un discorso alla Città. L’appuntamento sostituirà la Giornata Priscana

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cominciare da questo anno, il Vescovo vuole trovare un’occasione per rivolgersi ai cittadini dell’Agro, dei 13 Comuni che compongono la diocesi di Nocera Inferiore – Sarno, per dialogare con loro su un tema di attualità. Il “Discorso” sarà rivolto alle Istituzioni, agli amministratori pubblici, agli uomini e alle donne impegnati nella scuola, al mondo dell’economia, agli imprenditori, alle associazioni, per una “lettura sapienziale” che possa aiutare tutti coloro a cui sta a cuore il bene comune, per meglio comprendere, di anno in anno, le situazioni che si stanno vivendo. Il tema, scelto annualmente, sarà suggerito anche da una attenta osservazione del territorio e per fare questo il Vescovo si servirà, oltre che degli uffici della Curia, anzitutto degli occhi, del cuore e dell’intelligenza dei giovani, che formano il Consiglio Episcopale. Il Discorso sarà pronunciato in Cattedrale, Chiesa Matrice dove si trova la Cattedra, da cui il Vescovo rivolge il magistero ordinario alla sua Chiesa, che abita nel territorio dell’Agro. Il Discorso sostituisce la “Giornata Priscana” che, per dieci anni lodevolmente, durante l’episcopato di mons. Gioacchino Illiano, ha

svolto il compito di ripresentare e far conoscere la vita di san Prisco, primo Vescovo e patrono della Diocesi. Quest’anno l’appuntamento è fissato per lunedì 30 aprile, alle ore 11:00. Il tema scelto è: «‘Quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?’ (Mc 8,36) Città dell’Agro, riprenditi l’anima!».

Il clero rilegge il Sinodo

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a gennaio a giugno parroci, vicari parrocchiali, sacerdoti e diaconi della Diocesi saranno impegnati mensilmente per le Assemblee Sinodali del clero, per rileggere il Sinodo diocesano integrandolo con gli Orientamenti Pastorali consegnati dal Vescovo e programmare il cammino della Chiesa locale al fine di delineare il nuovo programma pastorale per la Comunità cristiana dell’Agro. Un nuovo tempo, che si potrebbe definire straordinario, per vivere e rivivere l’esperienza dello stare insieme e studiare quanto lo Spirito, oggi, vuole continuare a suggerire alla Diocesi. «Vogliano essere l’esercizio di quella sinodalità, frutto del Sinodo, e che tanto deve starci a cuore per poter insieme camminare ed insieme costruire» ha detto monsignor Giudice introducendo i lavori. Il primo incontro c’è stato lo scorso 24 gennaio, si è parlato dell’area della celebrazione. Il 21 febbraio, invece, al centro degli interventi è stata l’area dell’annuncio. Il 27 marzo, invece, si parlerà di testimonianza. Altri due saranno gli appuntamenti, 24 aprile e 29 maggio, durante i quali si parlerà di “Una Chiesa giovane e amica”. In questo contesto saranno rivisti l’organigramma diocesano e gli organismi di partecipazione parrocchiale.

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Durante una serie di Assemblee sinodali del clero si analizzerà l’attuale situazione della Chiesa dell’Agro e si programmerà il futuro

Da sinistra don Gaetano Ferraioli, il Vescovo Giuseppe, don Piercatello Liccardo


NEWS DALLE PARROCCHIE a cura della Redazione

FORANIA DI ANGRI Sant’Antonio da Padova Orta Loreto

Don Gerardo insieme agli attori

Natale in casa Cupiello Commedia antica, risate sempre nuove

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omenica 9 gennaio, dopo due settimane di prove, un bel gruppo di giovani e adulti della nostra comunità ha rappresentato, con grande spirito di autoironia, una delle più famose e celebrate commedie di Eduardo De Filippo: Natale in casa Cupiello. Eduardo definiva Natale in casa Cupiello “una commedia affatata”, cioè magica, perché ogni volta che gli capitava di riprenderla il gradimento del pubblico era sempre altissimo. E così è stato anche questa volta. Per ben tre atti, i nostri improvvisati attori hanno intrattenuto un pubblico entusiasta e attento, con i suoi contrasti tra farsa e grottesco, mostrando il volto amaro e realistico delle dinamiche parentali. Il nostro parroco, don Gerardo e il sindaco della piccola frazione, Nunzio Carpentieri si sono complimentati con gli attori: Sara Forino, Gerardo Gargano, Vincenzo Grimaldi, Maria Antonietta Maresca, Gaetano Fabbricatore, Vincenzo Primavera, Consiglia De Martino, Cristina Abbagnara, Massimiliano Pepe, Toni Ferrè. Tutti sapientemente guidati dalla simpatica regista del gruppo: Angela Vitale. Giovanna Abbagnara

Una scena della commedia

Santa Maria della Grazie Angri

In ascolto della Parola Un ciclo di incontri per ripartire dalla Parola

tempo di crisi possa essere sorgente di speranza e di comunione. Da ciò l’ispirazione di don Domenico di indire questi appuntamenti, avvalendosi di giovani coppie (Gerardo e Lella, Mario e Annamaria), che hanno saputo trasmettere alla comunità l’amore per la Parola, attraverso una costruttiva pastorale familiare. Gli incontri si tengono ogni seconda domenica del mese, alle ore 16,30 e terminano con la Santa Messa serale. I titoli degli incontri dei mesi di novembre, dicembre e gennaio sono stati rispettivamente: “Famiglia, gioisci nel Signore”, “Dio cerca casa” e “Il Maestro è con noi”. La perla preziosa di ciascun appuntamento è l’ascolto della Parola, la riflessione su un passo del Vangelo, video e canti appropriati. Essenziale è il dialogo durante l’incontro con le famiglie presenti, alimentando in loro la speranza che da Cristo Parola si può ripartire per una vita familiare in sintonia con il Vangelo. Raffaele Manna

Don Domenico insieme ad alcuni sposi

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ontinuano gli incontri mensili, nella Sala “don Franco” della Parrocchia S. Maria delle Grazie in Angri, sul tema “Ripartiamo dall’ascolto della Parola”. Lo scopo di questi incontri, voluti dal parroco don Domenico D’Ambrosi, è quello di coinvolgere le famiglie del quartiere e sensibilizzarle all’ascolto della Parola, come risposta all’appello del Papa e dei Vescovi d’Italia: “Educare alla vita buona del Vangelo”. Occorre aiutare a riscoprire il “progetto d’amore di Dio sul matrimonio e sulla famiglia”, perché la famiglia in questo

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Santa Maria dei Bagni Scafati

Antonio alla batteria

Santa Maria M. in Armillis S. Egidio del Monte Albino

Il prodigio dell’Abbazia Una giovanissima testimonianza di talento naturale e passione per la musica

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a oltre quattro anni, quasi ogni domenica e durante le celebrazioni festive, un tintinnio melodioso accompagna i momenti di preghiera dell’Abbazia Monumentale di Santa Maria Maddalena, a Sant’Egidio del Monte Albino. Accanto all’altare, si staglia l’agile figura di un ragazzino di 10 anni, che attende con prontezza il momento adatto per produrre, con le sue piccole ma esperte mani, suoni armoniosi. È Antonio De Prisco, frequenta la V elementare ed ha ereditato il talento dal papà Nico, amante sin da giovane delle percussioni e che oggi legge, con passione, le pagine del Vangelo. Antonio è nato e cresciuto in parrocchia, con la mamma Lina impegnata come catechista e i nonni materni dediti alle attività del gruppo Caritas della comunità. A tre anni ha iniziato a suonare con gli oggetti più disparati. Il papà ricorda la volta in cui ha sorpreso Antonio a suonare, nella legnaia, con bastoncini e altri attrezzi di ferro. Da lì alla costruzione della prima “batteria da cucina” con pentole, coperchi e forchet-

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toni il passo è stato breve. A quattro anni il suo talento è stato affidato alla maestra Paola Petrosino, come giovane studente all’Accademia “F. Chopin” di Nocera Inferiore. Sono seguite numerose partecipazioni a concorsi e manifestazioni locali, dal Maggio Nocerino del 2009 al recente evento “MoviMentiAmoci in concerto per Telethon”, presso il Teatro Comunale “Diana” di Nocera Inferiore, lo scorso 9 gennaio. Il maestro Antonio Raiola seleziona, a soli otto anni, Antonio per la formazione del coro “Gens Helvia”, non lasciandosi sfuggire un ragazzo tanto semplice quanto dotato di personalità e capacità musicale. Il coro si è classificato, strepitosamente, al primo posto alla V Rassegna nazionale di cori scolastici “Ercolano… in canto”. Antonio, l’enfant prodige, che a sei anni già suonava in parrocchia, appare sempre più come una virtuosa testimonianza di quei “bravi ragazzi”, che con l’amore e i sacrifici dei genitori coltivano con impegno, studio e passione i talenti che il Signore ha loro donato. Maria Ermelinda Di Lieto

Il gruppo “Sabato in festa” La gratuità che si fa speranza

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a comunità parrocchiale di S. Maria dei Bagni vive ormai da dieci anni l’esperienza del “Sabato in festa”, un gruppo di accoglienza per diversamente abili. Dare spazio, nella propria vita di comunità, ad un cammino con e per questi ragazzi così speciali, in qualche modo, significa investire nel campo educativo. Attraverso questa esperienza ci si educa a riconoscere i veri valori, dando importanza all’essenziale: valutando le persone per quello che sono dentro, non per quello che appaiono o per la loro efficienza; scoprendo la gratuità dell’amicizia e della solidarietà, trovando le ragioni profonde dell’unione, della gioia e dell’amore. Tutto questo è nato sotto la guida del nostro parroco, fra Michele, che ha creduto in questo gruppo, rendendo tale impegno uno dei punti cardine del suo programma pastorale. Dice il Signore: «Ogni volta che avete fatto un gesto d’amore verso i fratelli lo avete fatto a me». La responsabilità del gruppo

Santa Maria dei Bagni. I membri del gruppo “Sabato in festa” insieme a fra Michele


FORANIA DI NOCERA INFERIORE Santa Maria del Presepe Nocera Inferiore

I bambini insieme ai volontari e a don Ciro Galisi

La magia della neve Un sogno è diventato realtà per 33 bambini

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lle 9 del mattino del 28 gennaio, 33 bambini dell’Associazione “Il Buon Samaritano” prendono posto sull’autobus, direzione Roccaraso. Un sogno finalmente si realizza: le immagini viste in tv diventeranno a breve realtà e i piccoli potranno ammirare la magia della neve. «La neve? A’ neve è bianchissima, c’affunne a rinde. Però, si tien’e stivale pa’ neve, chille te fanne galleggia’», esclama un bambino. «E po’… , po’… - aggiunge - tu puoie pure sciulia’ accussi’, obbire, gneeeeeeeeeomm (mimando con i gesti un percorso tutte curve)». «Però, se ci stanno gli alberi?», domanda preoccupato un altro piccolo. «Cose e niente, che ce vo’, freni che piere!». Finalmente si parte. Dopo aver recitato la preghiera, si chiacchiera, si canta, si continua a fantasticare. Dopo una breve sosta presso una stazione di servizio, l’autobus comincia a percorrere una strada innevata ai lati, intorno è tutto bianco e si scorge l’insegna Roccaraso. Dopo i primi chiassosi entusiasmi, gli occhi meravigliati di tutti restano fissi sul paesaggio, ogni espressione di-

venta un bisbiglio, le parole sembrano affondare nel bianco ovattato della neve. Un bambino, sottovoce, confida al compagno di viaggio: «Mi sento tanto felice, che mi viene da piangere». Giunti nella struttura, i bambini vorrebbero subito correre sul vasto tappeto bianco, qua e là hanno adocchiato lo scivolo, le giostrine, le altalene; ma è necessario equipaggiarsi. Tutti, allora, di corsa nelle camere assegnate per indossare tute, cappelli, guanti e mettere gli scarponi… ogni cosa donata a piene mani dalla “Provvidenza”. Appena pronto, il folto gruppo di bambini, attorniato dai giovani volontari con il parroco don Ciro Galisi in testa, parte alla conquista della neve e tutti i sogni diventano realtà: le palle di neve, il pupazzo di neve, le discese veloci scivolando, seduti, lungo i fianchi di brevi e ripidi pendii. E le risate per la gioia di riuscire a superare la difficoltà della risalita. E, poi, di nuovo di corsa a scendere sempre più veloci, felici come solo i bambini sanno essere. Per saperne di più visita il sito www.buonsamatiranonocerainferiore.it Una volontaria

San Giovanni Battista Cicalesi

Le contrade Il territorio parrocchiale diviso in 5 contrade

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uest’anno il vasto territorio parrocchiale di San Giovanni Battista è stato suddiviso, dopo un attento studio, in cinque contrade. Ad ognuna di esse è stata affidato un colore ed uno stemma, partoriti dopo accurati studi sulla storia, gli usi e le tradizioni di ogni singola contrada, affidata alla protezione di Maria. L’iniziativa, nata dopo un attento ascolto delle voci della strada, ha uno scopo pastorale e di aggregazione culturale. È un ulteriore impegno per

portare il Vangelo alle famiglie. Alla contrada San Mauro/S. Maria a Pago, nella quale si venera l’icona di S. Maria a Pago, è stato affidato il colore marrone ed è denominata “Contrada del Mulino”. Per la contrada Villanova, affidata alla Madonna di Fatima, è stato scelto il colore verde ed è denominata “Contrada della Quercia”. La contrada Merichi, ovvero la “Contrada dell’Uva”, distinta dal colore vinaccio, è affidata alla protezione di Santa Maria di Costantinopoli. La contrada Cicalesi, nella quale si venera S. Maria delle Grazie, è identificata dal colore arancione ed è denominata “Contrada del Gallo”. Infine, abbiamo la neonata contrada San Prisco, per la quale è stato scelto il colore giallo ed è chiamata “Contrada del Cedro”. Qui non c’era alcun riferimento religioso, per questo si sta provvedendo alla costruzione di un’edicola votiva dedicata alla Madonna di Lourdes. Ogni stendardo della contrada, oltre al colore rappresentativo, presenta anche i colori celeste e rosso, che simboleggiano la Madonna e San Giovanni Battista. Anche la parrocchia ha un proprio stemma (vedi foto): su sfondo celeste appare Maria come stella della nuova evangelizzazione mentre sullo quello rosso c’è l’Agnello di Dio, Cristo Gesù indicato dal Battista. I cinque gigli sono le cinque contrade. La corona con le sette punte rappresenta i sette sigilli del Libro dell’Apocalisse, aperti dall’Agnello Cristo Gesù, a cui va l’onore e la gloria. Francesco Coppola

Lo stemma della parrocchia Insieme - Marzo 2012

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Monastero Santa Chiara Nocera Inferiore

Suor Chiara Sabina in ginocchio durante la Celebrazione

“Hai trovato la perla preziosa” Professione Solenne di sr Chiara Sabina

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ioia e rendimento di grazie a Dio Padre che continua ad adornare la Chiesa, sua sposa, con le gemme preziose della vita consacrata. È questo il canto di lode che ha animato la Celebrazione eucaristica dell’11 febbraio 2012, mentre pronunciavo il mio “Sì per sempre” a Cristo, con la Professione Perpetua nell’Ordine delle Sorelle povere di S. Chiara, nel cuore della diocesi di Nocera-Sarno. Celebrazione che ha narrato la bellezza di “quel giorno in cui Cristo è entrato nella nostra vita e ci ha detto: Se vuoi… e noi abbiamo venduto il campo perché abbiamo trovato la perla preziosa, per raccontare con la nostra vita, come Francesco e Chiara, che Gesù povero, crocifisso e risorto è Amore e l’Amore chiama sempre”(dall’omelia Mons. G. Giudice).

tutti solo abbracciandomi teneramente a Te, con la certezza che chi aderisce totalmente a Cristo ha già raggiunto tutti i fratelli. È il mistero della vita di “ogni monaca che ogni giorno incontrandosi con il suo Sposo prepara per le ferite degli altri l’olio, il balsamo, il vino della carezza” (dalla veglia di preghiera Padre L. Lamberti), e come sposa che accosta il proprio cuore al cuore dell’Amato, inebriata del suo profumo, ne spande la fragranza nella Chiesa e nel mondo intero. sr Chiara Sabina De Angelis

Equipe ACR Diocesi Nocera Inferiore–Sarno

Epifania all’Umberto I L’equipe diocesana di ACR visita i bambini ammalati

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utto ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a me” (cfr Mt 25,40). Di sicuro lo scorso 6 gennaio queste parole sono risuonate forti nelle menti dei ragazzi dell’Equipe ACR della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno quando, accompagnati dall’assistente don Raffaele Ferrentino e dalla presidente Giovanna Civale, in punta di piedi hanno varcato la soglia

del reparto di Oncologia pediatrica del plesso ospedaliero “Umberto I” di Nocera Inferiore. Di eclatante, certo, non hanno fatto nulla, come nulla di eclatante e a sfondo consumistico bisogna fare per vivere al meglio una festa come l’Epifania. In piccolo, come i Magi hanno portato un omaggio ai bambini che il plesso nocerino ospita. Come sempre, anche in questa occasione a ricevere il regalo più bello sono stati loro: il sorriso di quei ragazzi, e dei genitori che li hanno accolti, è stata un’iniezione di fiducia a continuare il viaggio in AC, con la forza e la consapevolezza di chi sa di non essere mai solo e, pertanto, non lascia solo chi, in un particolare momento della propria vita, è chiamato a giocare una difficile partita. Ai bambini, oltre al sorriso e alle carezze, insieme anche a qualche lacrimuccia, è stata donata una calza particolare con caramelle, matite, angioletti e la lettera che il Vescovo Giuseppe ha scritto in occasione del Natale: “Prisco e il filo della gioia”. Un filo che da oggi speriamo possa riannodarsi anche per Francesco, Federica, Marilena e tutti gli altri bambini incontrati. In tutto ciò non è mancata la preghiera, una preghiera sentita e voluta anche dai genitori di quei piccoli grandi ragazzi. Fernando Faiella

Questo Amore che si dona dalla Croce mi è venuto incontro dai tanti crocifissi nel letto del dolore e della malattia e Tu, Crocifisso di S. Damiano, dalle pareti spoglie di quelle stanze, mi hai condotto fin qui, sussurrandomi che lasciando ogni singolo letto, potevo raggiungerli L’equipe ACR all’ingresso dell’Umberto I

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FORANIA DI SAN VALENTINO TORIO Sant’Antonio di Padova Poggiomarino

San Biagio San Marzano sul Sarno

Il Carnevale a San Marzano Il gruppo di fidanzati insieme a don Giosy Cento

L’amore di Dio I “promessi sposi” di Poggiomarino in trasferta a San Valentino

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l 13 febbraio, con gioia, abbiamo detto “sì” all’invito di don Alessandro Cirillo per festeggiare con tutti gli innamorati della Forania il San Valentino proprio nel Comune di San Valentino Torio. È stata una bella e sentita serata, con il concerto-catechesi di Giosy Cento che ha toccato diversi punti fondamentali per la vita di ogni famiglia. Ed è stata un’enorme iniezione di fiducia per chi si appresta a dire il proprio “sì” davanti a Dio. Quella sera, ricordiamolo, era in programma una partita di calcio del Napoli, ma i “nostri fidanzati” erano felicemente presenti a San Valentino. In bella mostra un cuore rosso che li rappresentava quali “promessi sposi” di Poggiomarino. È proprio vero quello che ci ha detto, tra una canzone e l’altra, don Giosy: «Non bisogna andare tanto al cuore dei problemi, ma dell’amore. Ed amare nella misura di Dio, cioè senza misura». La serata è terminata con l’assaggio di un’ottima cioccolata, il Padre Nostro recitato accanto all’immenso cuore fatto di fiori e la preghiera di ritrovarci ancora insieme da sposi e innamorati. E la promessa di festeggiare nuovamente San Valentino a San Valentino. Aniello e Nunzia Lettieri

Una tradizione che continua Lo scorso 21 febbraio l’Azione Cattolica ha proposto una festa di Carnevale e a seguire la premiazione della maschera più bella. Una tradizione che continua da oltre 20 anni e che ha riportato in auge, a San Marzano, il folklore dei carri e delle sfilate tipiche del Carnevale. Vincenzo Iaquinardi e Rosario Pelosi, di 8 anni, mascherati da Stanlio e Ollio, sono stati i vincitori della gara. Giuseppe Robustelli

FORANIA DI NOCERA SUPERIORE ROCCAPIEMONTE Santa Maria Addolorata San Potito di Roccapiemonte

rucola all’insalata, al radicchio. Come mai tutto quel ben di Dio, in un momento di crisi? Forse, proprio colpa della crisi e dell’aumento del gasolio, dello sciopero degli autotrasportatori, del fermo della merce, della necessità di smaltire cibo che porta una scadenza, etc. Ne abbiamo profittato anche noi, non tanto per gustare una prelibatezza di prima scelta (erano confezioni che avrebbero rifornito ristoranti come Chez Maxim o la tavola del presidente all’Eliseo) quanto per fare dell’evento un gesto di solidarietà e di generosità per tutta la comunità. È stato quindi un bel momento ecclesiale, perché spiegato il motivo, le nostre operatrici hanno preparato tante buste, con diverse confezioni, per tutti quelli che nella fredda mattinata di domenica 2 febbraio sono intervenuti alla celebrazione festiva. Ognuno, con la sua busta, è tornato a casa; una busta per ogni presente, non per ogni famiglia. È stato bello e socialmente gratificante pensare che all’ora di pranzo sulle tavole dei nostri fedeli, si è gustato lo stesso cibo. Un prolungamento ideale e significativo dell’unico cibo, consumato al banchetto eucaristico: un’esperienza che nessuno dimenticherà. d. Natalino Gentile

Le verdure d’inverno La Provvidenza e il prolungamento suggestivo del banchetto eucaristico

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à c’è la Provvidenza”, diceva il Renzo manzoniano, ed è vero. In modo inaspettato ne abbiamo avuto esperienza gioiosa e vivace anche noi nella piccola comunità di S. Potito. Una telefonata dalla Caritas diocesana ed eccoci con il capiente furgoncino al centro distribuzione di S. Valentino. Non erano i consueti prodotti ad essere distribuiti, ma cassette già confezionate di prelibate verdure, dalla

Le operatrici parrocchiali insieme a don Natalino Gentile

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La statua di San Teodoro

Basilica Maria SS.ma Materdomini

La Candelora e la vita consacrata

FORANIA DI SARNO San Teodoro Martire Sarno

Il Vescovo Giudice ha iniziato la visita ai religiosi della diocesi in occasione della Candelora

Festa di San Teodoro

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religiosi e le religiose della diocesi Nocera-Sarno hanno avuto un’occasione particolare d’incontro con il Vescovo, Mons. Giuseppe Giudice, nella Basilica di Materdomini, il 2 febbraio scorso, festa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio, più comunemente conosciuta come festa della Candelora. I religiosi sono venuti, come in pellegrinaggio, ai piedi di Maria, per festeggiare la giornata dedicata alla vita consacrata e, di conseguenza, rinnovare i loro voti. Il Vescovo, prima della celebrazione eucaristica e secondo il rito della liturgia del giorno, ha benedetto le candele sotto il porticato destro del Santuario e, poi, seguito dai religiosi, dai Francescani Secolari di Materdomini e da tutti i fedeli convenuti per la festa, è entrato in processione nella Basilica. Il nostro Pastore, nell’omelia, ha ricordato l’evento straordinario di Maria e di Giuseppe, che portarono il Bambino Gesù al Tempio per il riscatto dei primogeniti secondo la Legge di Mosè. Ha messo, poi, in rilievo il significato del gesto del vecchio Simeone, che, prendendo il Bambinello dalle braccia di Maria, se lo strinse al cuore, contento di aver visto il Messia, il Salvatore: gesto simbolo della vita consacrata, che è un abbraccio a Cristo Gesù. Al termine della Celebrazione eucaristica il padre superiore dei frati di Materdomini, p. Ciro Stanzione, ha ringraziato tutti i religiosi e le religiose della diocesi e, soprattutto, il Vescovo, Mons. Giuseppe Giudice, che con la sua presenza ha reso più suggestivo e sentito il rinnovo dei voti di povertà, castità e obbedienza. Rita Vicidomini

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Santa Maria degli Angeli Nocera Superiore

Nuova Ministra all’OFS Ricambio e rinnovo delle cariche per l’OFS

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l 22 gennaio scorso il Terz’Ordine Francescano del convento di “S. Francesco al Campo” di Nocera, ha tenuto il Capitolo elettivo per il rinnovo del Consiglio, alla presenza del Ministro regionale OFS, Antonio Bruno, e dell’Assistente spirituale, p. Giacinto D’Angelo, superiore del convento. Prima della votazione, la prof.ssa Pina Cuomo, dopo sei anni di fattivo impegno e costante servizio ha rinunciato alla ricandidatura. La Ministra uscente della fraternità, che ha visto recentemente crescere il numero degli aspiranti, ha ringraziato per la loro collaborazione il padre assistente, i consiglieri uscenti e tutta la fraternità, ricordando anche le varie consorelle (una decina) defunte nell’ultimo periodo. Con la partecipazione di 51 votanti su 55 iscritti, alla fine delle votazioni, sono risultate elette: come Ministra, la prof. ssa Rosa Petrosino e, in qualità di sua vice, Claudia Abate. I membri del Consiglio risultano essere: Giovanna Filosa, Michela Trotta, Mariarosa Di Domenico, Ernestina Vicinanza e Giuseppina Petrosino. Auguriamo, a tutta la fraternità secolare, un buon apostolato sulle orme del Poverello d’Assisi! Prof Salvatore D’Angelo

Il 7 febbraio la nostra comunità ha celebrato la festa del suo Santo Patrono

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ono di Dio”: questo è il significato del nome del nostro Patrono. Teodoro era un giovane soldato dell’esercito romano che, racconta la tradizione, fu condannato a morte per non aver voluto sacrificare all’imperatore e agli dei romani. Molte cose sono cambiate dal IV sec. ad oggi, e non viene chiesto a noi cristiani il sacrificio del sangue. Ma quello del cuore sì! E questo ci insegna Teodoro: essere dei martiri della fede, dei testimoni dell’amore. Il precetto di Cristo: ama Dio e il prossimo tuo come te stesso, si condensa nell’immagine del dono, del farsi dono. E lo sguardo di Teodoro, fisso nelle cose di lassù, ci insegna quale deve essere l’atteggiamento del nostro vivere. Per questo ogni anno la festa liturgica del nostro Santo diventa un momento sempre più sentito e consolidato della vita comunitaria. Tanti i fedeli che si sono ritrovati, nonostante il freddo pungente ed opprimente, per celebrare insieme questa festa. Durante la Celebrazione c’è stato un momento in cui ognuno di noi ha potuto pregare intimamente, affidandosi all’intercessione di S. Teodoro. Alla fine l’atto di affidamento a Dio, perché ci renda dono per il mondo, e la benedizione. Il prossimo appuntamento è a settembre, quando celebreremo il ricordo delle arrivo delle reliquie del Santo soldato, segno tangibile del suo sacrificio. Che deve essere – spiritualmente – anche il nostro. Mariangela Giudice


IN PARROCCHIA

Nella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sostituiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento. Se desideri anche tu prendere uno spazio fisso o in occasione di un evento particolare, contattaci allo 081 513 45 04 o su redazioneinsieme@alice.it

Una festa da ricordare L’arrivo del quadro pellegrino della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei

Da sinistra il parroco, don Alessandro Cirillo, il sindaco Vincenzo De Luca, il dottor Carlo Vosa, il sindaco Felice Luminello

I solenni festeggiamenti in onore di San Valentino prete e martire hanno riscosso anche quest’anno un notevole successo di pubblico, nonostante il grande freddo che ha imperversato per tutta la penisola in quei giorni

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esteggiamenti in grande stile quelli organizzati dalla parrocchia San Giacomo Maggiore di San Valentino Torio per celebrare il patrono dell’amore. Per l’occasione la cittadina dell’Agro ha cambiato look: via le tradizionali luminarie, sono arrivate le luci d’artista di Salerno, omaggiate per l’occasione dal sindaco De Luca. Al riguardo don Alessandro Cirillo sostiene: «In un periodo di grande austerity dovevamo trovare una soluzione per non investire molto e dare comunque un immagine bella e soprattutto nuova a questi giorni di festa e penso che ci siamo riusciti ala grande. Avevo chiesto che questi giorni fossero vissuti in un rinnovato bisogno di ritrovare noi stessi e penso che la comunità abbia risposto bene. San Valentino è il santo dell’amore e deve incoraggiare i nostri passi verso l’Amore autentico, Cristo Gesù, dandoci sempre la forza di lottare ancora per la nostra vita». La tre giorni è iniziata il 12 febbraio ed è terminata il 14 con un prologo dal 15 al 19 febbraio, quando c’è stata la missione mariana con il quadro pellegrino della Beata Vergine di Pompei. Tanti gli appuntamenti religiosi e civili che si sono susseguiti nella città dell’amore. Dal punto di vista culturale c’è stata la premiazione del Concorso poetico dedicato all’amore per la mamma, la “Kermesse dell’amore” in tutto il centro storico con musica e animazione. C’è stato, inoltre, il percorso enogastronomico in concomitanza con la 30esima edizione della Sagra “da’ Purpetta e’ Pastenaca”, promossa dalla Azione Cattolica parrocchiale. Spazio anche alla fotografia con la mostra “E tu sai ritrarlo l’amore?”.

In piazza Spera è stata creata “la stanza dell’amore” in un cortile storico, dove gli innamorati hanno gustato cioccolata calda e sono stati immortalati in una foto ricordo. Il 13 febbraio c’è stato il concerto-veglia di don Giosy Cento, in dialogo con i fidanzati e gli innamorati. Durante la serata sono state premiate, con un cuore d’oro offerto dalla gioielleria “Vastola” e con una cena al ristorante “Al Convento”, le tre coppie di fidanzati che hanno partecipato e vinto la 17esima edizione di “S. Valentino, cuore d’oro” per il messaggio più bello scritto sull’amore. Premiata, invece, con un week-end offerto dall’agenzia “Guapo loco” la coppia vincitrice per la sezione sposi. Il 14 è stato animato dalla quinta edizione del “Premio Cuore D’Aliante”, premio dell’amore evangelico alla persona che si è distinta per l’amore verso il prossimo in campo ecclesiale e sociale. Quest’anno conferito al sindaco della città di Salerno Vincenzo De Luca e al dottor Carlo Vosa, cardiochirurgo pediatra presso il II° Policlinico di Napoli e fondatore dell’associazione “Un cuore per amico” Onlus. Nel pomeriggio c’è stata la solenne processione con la Sacra Effige di San Valentino e la messa presieduta da don Gaetano Ferraioli, parroco di Santa Maria delle Grazie, durante la quale il sindaco Felice Luminello ha affidato la città a San Valentino. In serata poi c’è stato il concerto di organo e sax “Il sacro da J. S. Back a Astor Piazzolla”, con i maestri Vincenzo Cipriani e Vito Soranno. Sergio Velardo Insieme - Marzo 2012

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a cura della comunità parrocchiale Sant’Antonio da Padova Poggiomarino Coordinatore di redazione Mariano Rotondo

Festa dei Santi Sposi, 60 coppie rinnovano le promesse Rose e confetti per chi nel 2012 festeggerà le nozze d’oro e d’argento

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esta dei Santi Sposi e degli Stimmatini, con oltre sessanta coppie a rinnovare le loro promesse di matrimonio nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova. L’intera comunità di Poggiomarino, insomma, si è stretta attorno ai propri sacerdoti per festeggiare le coppie che durante quest’anno compiranno cinque, dieci, venti, venticinque e fino a cinquant’anni di matrimonio. Una solenne celebrazione tutta per loro, per chi nell’amore di Cristo festeggerà nozze d’argento e d’oro nel corso del 2012. A suggellare il rinnovo delle promesse nuziali anche il vescovo Giuseppe Giudice che ha celebrato Messa insieme a don Silvano Controne. Un momento di preghiera intenso, per la parrocchia e per gli sposi a cui sono stati offerti rose e confetti, simboli di un amore terreno plasmato da Dio, diventato negli anni ancora più forte e indissolubile. E per le tantissime coppie che hanno voluto condividere il loro giorno con i fedeli di Poggiomarino, le parole di monsignor Giudi-

Il sito archeologico di Longola

ce, che ha ricordato i Santi Sposi, Giuseppe e Maria, a cui era stato affidato il compito di crescere Gesù, il figlio di Dio. «Un po’ tutti voi dovete sentirvi come loro Padre Silvano Controne insieme ha detto il vescovo a Mons. Giuseppe Giudice - perché in tutti voi durante la Celebrazione il Signore ha confidato per nutrire i figli sotto la sua parola, nel segno del suo amore». Una celebrazione animata dalla corale del Maestro Claudio Boccia e che al termine ha visto anche un piccolo rinfresco a conclusione delle festa dell’amore divino. Mariano Rotondo

Un momento della manifestazione in difesa del sito archeologico di Longola

Anche la parrocchia scende in campo per salvare la storia

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li scavi di Poggiomarino potrebbero non emergere mai a causa della carenza dei fondi destinati all’opera. Tutta la comunità è in campo per evitare lo scempio, compresa la parrocchia. Un fronte compatto con istituzioni ed associazioni che al momento ha evitato di fare seppellire gli scavi così come paventato dalla Sovritendenza. Per Poggiomarino, infatti, si tratterebbe di una svolta di carattere culturale, economico ed occupazionale senza precedenti. Linda Solino, presidente dell’associazione “Terra Mare” spiega perché Longola va salvata: «Oltre ai motivi finanziari ci sono quelli storici. Si tratta

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di un insediamento addirittura precedente a quello noto nel mondo di Pompei. Ai confini di Poggiomarino, inoltre, sono state già trovate 1.500 tombe di tremila anni fa, periodo in cui risalgono i reperti finora emersi. Questo è il segnale che bisogna continuare a scavare perché c’è ancora tantissimo che può tornare alla luce». M. R.


a cura della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine Pagani

La vittoria del bene comune Sono iniziati i lavori per la costruzione del muro di recinzione dell’oratorio in via Romana. Manca poco all’inizio della costruzione vera e propria dell’opera intitolata a San Giovanni Bosco

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opo anni di lotte burocratiche e di ingiustizie, la partita è vinta: i bambini di Pagani e di tutto il territorio circostante avranno un luogo in cui giocare, praticare il loro sport preferito e allo stesso tempo avvicinarsi a Dio. L’oratorio è un luogo in cui socializzare, divertirsi, crescere; un’opportunità per i bambini appartenenti a famiglie meno abbienti; un valore aggiunto per il nostro paese. In questo periodo Pagani è stata massacrata, tutto ciò che di positivo c’era, è come cancellato. È il momento opportuno, quindi, per ridare nuovo colore alla nostra cittadina, fare del nostro meglio perché sia rivalutata e cominci ad essere il luogo accogliente e sicuro in cui ognuno vorrebbe far crescere i propri figli.

verse abilità o con disagi di vario tipo, segnalati dai Servizi Sociali. Insomma, non sarà certo un oratorio a risolvere i problemi del nostro territorio ma questo progetto, che presto diverrà realtà, non può far altro che renderci un po’ più orgogliosi del nostro paese. «Una formica è solo una formica, uno zero, una nullità. I granelli di sabbia per lei sono montagne ma basta

che abbia vicino le compagne e una formica smuove le montagne», cantavamo noi ragazzi della parrocchia un anno fa. Poterla ricantare, nei prossimi anni, in un oratorio tutto nostro significherà di certo esser un vero esercito e aver rimosso un bel po’ di pietre da quella montagna che ostacola i raggi del sole diretti al nostro paese. Martina Nacchio

Il muro di recinzione dell’oratorio dedicato a San Giovanni Bosco

Un luogo per crescere insieme L’iniziativa del nostro parroco don Enzo Di Nardi, ideatore e promotore del progetto, risponde pienamente a queste esigenze. Situato nella periferia di Pagani, in Via Romana, l’Oratorio S. Giovanni Bosco si svilupperà su due livelli e sarà articolato in diversi ambienti, adibiti a zone ricreative e sportive. L’oratorio costituisce l’ennesimo tentativo di coniugare la nostra vita con la fede, anche nei più piccoli gesti. I bambini e le bambine, i preadolescenti e gli adolescenti sono i primi destinatari del progetto, che è nato proprio dal desiderio di prendersi cura della loro crescita. Ma l’oratorio è anche un luogo per la comunità in cui creare, con e per gli adulti, spazi e tempi per incontrarsi, conoscersi, condividere bisogni e riflessioni. Infine l’idea è quella di organizzare il sostegno allo studio, attività formative per giovani, animatori e famiglie, percorsi individuali per ragazzi con di-

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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. di Costantinopoli Nocera Superiore Coordinatore della redazione parrocchiale Carlo Attanasio

Madre nostra dolcissima Il suggestivo rito dell’incoronazione dell’immagine di Maria SS. di Costantinopoli

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o scorso 29 gennaio si è rinnovato il rito della tradizionale incoronazione della sacra immagine di Maria SS. di Costantinopoli raffigurata nella bellissima pala d’altare che troneggia al centro della nostra Chiesa parrocchiale. Il rito dell’incoronazione della Vergine Maria e del Bambino Gesù che le è accanto si ripete due volte l’anno: in occasione dell’anniversario della dedicazione della Chiesa parrocchiale, avvenuta il 30 gennaio 1614, e durante i solenni festeggiamenti in onore di Maria SS. di Costantinopoli e San Pasquale Baylon, nel mese di maggio. Le corone innalzate solennemente domenica 29 sono state riposte poi la Domenica successiva. Il rito dell’incoronazione è sempre molto coinvolgente e tocca le corde più profonde della spiritualità mariana della nostra comunità. Gli occhi di tutti i fedeli, infatti, si innalzano accompagnando la salita delle corone lungo tutta la tela, risalendo tra le fiamme e il fumo nero che avvolgono la Costantinopoli assediata, passando per il trono di nubi e le schiere di angeli che premono su di esse per far scendere la miracolosa pioggia, fino a terminare sul volto dolce e luminoso di Maria Santissima che intercede, con la sua pre-

A Natale puoi… III edizione del pranzo di Natale

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entre viviamo il tempo quaresimale, vogliamo condividere un evento di cui non siamo riusciti a parlarvi lo scorso mese. È giunto alla III edizione il pranzo di Natale, un appuntamento che si è consolidato nel tempo e che quest’anno ha coinvolto anche i bambini: la befana in persona ha portato loro doni e dolciumi. Ad ospitare il lieto evento, che ha lo scopo di offrire una serata di spensieratezza e condivisione, è stato il Centro Sociale di Nocera Superiore. Il Gruppo Adulti e la Caritas parrocchiale, invece, hanno preparato tutto il necessario per la grande festa e si sono preoccupati che tutto filasse liscio. Desideriamo ringraziare quanti si sono prodigati per la realizzazione e tutti coloro che hanno creduto in noi e si sono seduti a tavola, non come accade in una mensa, ma come quando si sta in famiglia. Elena Ferrentino

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ghiera, presso suo figlio Gesù. Lo stupore poi si fa preghiera, sciolta con la recita della supplica alla Madonna di Costantinopoli, e intrecciata alle tante preghiere personali che ognuno affida alla premurosa intercessione di Maria. Il rinnovarsi di questo rito, recente ma già insostituibile, è un’occasione preziosa per tutta la nostra comunità per raccogliersi in preghiera con Maria, per chiedere il suo aiuto materno e per affidare a lei tutte le nostre ansie e le nostre pene. Gli occhi faticano a staccarsi da quel volto, ma quando arriva il giorno della reposizione delle corone il pensiero già corre al prossimo appuntamento – il prossimo 8 maggio - giorno dell’inizio della novena a S. Pasquale Baylon e Maria SS. di Costantinopoli. Fabio Senatore

Un ulteriore riconoscimento La nostra parrocchia è stata premiata dall’associazione “Nova Sociale” in occasione del 20° Concorso “Il Presepe più bello”, classificandosi al primo posto. Un nuovo motivo di soddisfazione visti i tanti premi e riconoscimenti ricevuti quest’anno. Carlo Attanasio


Don Roberto durante la Celebrazione del Mercoledì delle ceneri

Mercoledì delle ceneri, l’inizio del viaggio È iniziato, con la celebrazione del mercoledì delle Ceneri, il cammino verso la Pasqua

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quaranta giorni della Quaresima non sono solo un tempo cronologico. Essi rappresentano una preziosa occasione per riflettere, per fare ordine nella mente e nel cuore e assumere decisioni mature. Dobbiamo essere disposti, come ha fatto Gesù prima di noi, a ritirarci nel deserto per comprendere la nostra missione e cosa il Signore ha in mente per noi. La Quaresima non è un tempo facile, ma è rischiarata dalla luce della Pasqua e dalla consapevolezza che Gesù è stato il primo a portare la Croce. Impegniamoci a vivere questo tempo ricercando e costruendo una maggiore adesione al Vangelo. Durante il periodo della Quaresima tutta la comunità parrocchiale è invitata a partecipare a questi piccoli eventi, fondamentali per la ri-scoperta di Dio.

Gli appuntamenti per il Tempo quaresimale: Ogni giovedì alle 19:15, Lectio Divina al Vangelo domenicale Ogni venerdì, alle 18:30, Via Crucis Ogni sabato, alle 18:00, Catechesi al popolo sulla Quaresima e sulla Pasqua Venerdì 30 marzo, alle 19:30, Via Crucis in località Casamilite Domenica delle Palme, ore 10:30, benedizione degli ulivi e processione per le vie della parrocchia Giovedì Santo, alle ore 19:00 Messa in Coena Domini. A seguire, Adorazione presso l’Altare della Reposizione. Al termine, la processione di Gesù Morto e della Madonna Addolorata Venerdì Santo, alle 16:00, Azione liturgica in Passio Domini Alle 18:30, sacra rappresentazione della Via Crucis Sabato Santo, alle 22:00, veglia di preghiera in attesa della Pasqua Domenica di Pasqua: Messa Pasquale alle 9,30 presso la Cappella di Sant’Antonio, alle 11,00 e alle 19,00 presso la Chiesa parrocchiale Carlo Attanasio

Il Carnevale dei bambini Domenica 19 febbraio, in occasione del periodo delle festività di Carnevale i gruppi parrocchiali di Azione Cattolica, MGC, Scout Agesci e i responsabili del Catechismo hanno organizzato una festa, all’interno del Centro Sociale di Nocera Superiore, per ballare, mangiare e divertirsi insieme. Esperimento perfettamente riuscito. Carlo Attanasio

Alcuni momenti della festa

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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. delle Tre Corone Sarno

Don Michele Corrado, esempio di fede incrollabile È stato presentato nella nostra parrocchia, lo scorso 25 gennaio, il testo “Pescatori di uomini” che raccoglie la biografia di don Michele Corrado

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l 25 gennaio nella parrocchia Maria SS. delle Tre Corone, alla presenza di numerosi fedeli e cittadini sarnesi, si è tenuta la presentazione del libro, curato da don Roberto Farruggio, dal titolo “Pescatori di uomini”. Nel testo è presente una sezione curata dal professore Salvatore D’Angelo sulla figura del sacerdote don Michele Corrado di Sarno. L’intero volume, che raccoglie diverse biografie di sacerdoti che si sono distinti per l’amore alla Chiesa e lo zelo pastorale, è una bella testimonianza in questo tempo in cui la Chiesa è attaccata su più fronti. Don Michele è uno dei tanti figli della nostra terra che si è distinto per il suo operato, un padre che ha saputo accogliere tutti i suoi figli, anche quelli più lontani e diffidenti. Il Vangelo ci ricorda che Gesù Cristo è venuto per i peccatori e non per i giusti; nella sua vita terrena ha preferito pranzare con i pubblicani e le prostitute, ha guarito i malati e dato ascolto ai fanciulli. I deboli sono i protagonisti principali nella storia del cristianesimo, di

Da sinistra, il prof Salvatore D’Angelo, don Roberto Farruggio e don Domenico La Guardia

loro don Michele si è preso cura. Egli stesso era figlio di contadini che credevano nel duro lavoro della terra e vivevano nel pieno rispetto della legalità, pregando incessantemente. Sulle orme di Francesco, il nostro parroco da benestante si fece umile e utilizzò il ricavato della vendita di gran parte dei suoi beni per le diverse comunità nelle quali fu chiamato ad offrire il suo servizio sacerdotale. In particolar modo a Lavorate di Sarno, a Fuorni e negli ultimi anni nella parrocchia Maria SS. delle Tre Corone dove fece costruire un bellissimo trono per l’icona della Vergine, che era collocata in precedenza in un altare laterale. Il prof. D’Angelo ci ha presentato appassionatamente quest’uomo che era stato “dimenticato”, come accade spesso a chi opera bene ma nell’anonimato, senza la pretesa di apparire e senza fare troppo rumore. La vita di don Michele possa essere un esempio per tanti, perché oggi abbiamo più che mai bisogno di testimoni da imitare. Guido Caringi


a cura dell’Unità Sinodale San Sisto II e San Francesco di Paola Pagani coordinatore di redazione Michele Raiola Foto Marianna Attianese (3)

Il nostro Sì Domenica, 26 febbraio, un numeroso gruppo di ragazzi della parrocchia san Francesco di Paola ha confermato la propria fede ricevendo il Sacramento della Confermazione. Una grande gioia per tutta la comunità. Nella foto, i giovani insieme al vescovo Giuseppe, a don Andrea Annunziata, al diacono Carmine Cialdini e don Augusto Cuomo Spanò.

SAN SISTO II

Auguri nonna Anna

Un “fumetto” su San Vito

Il Gruppo “Telefono Amico” ha festeggiato i 99 della signora Violante di Barbazzano

Saranno i bambini e i ragazzi della comunità a realizzarlo

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I volontari insieme alla signora Anna

I bambini al lavoro

’è una data che entrerà nei ricordi del Gruppo “Telefono Amico”, sabato 21 gennaio 2012, perché è stato occasione di gioia da condividere con la signora Anna Violante, di Barbazzano, che ha compiuto “99” anni! Ci si è riuniti, come sempre, per il Santo Rosario, pregato con particolare intensità per questo evento così importante. Nel ringraziare la Santa Vergine, il Gruppo ha portato alla “nonnina” i saluti e gli auguri di tutta la comunità e dei sacerdoti che la guidano… in attesa di ritornare per il centenario!

gni sabato, dalle ore 19:00 in poi, un nutrito gruppo di bambini e ragazzi si incontrano in una stanza del salone parrocchiale per realizzare in una manciata di mesi un “fumetto” sulla vita di San Vito, il santo martirizzato giovanissimo durante la feroce persecuzione di Diocleziano. Sotto la direzione di Manuel Lupi i ragazzi avranno modo di “sfoderare” le loro doti creative e artistiche per realizzare un agile opuscolo da presentare alla Comunità in occasione della festa parrocchiale, che quest’anno si celebrerà nei giorni 15, 16 e 17 giugno.

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a cura della comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie Casatori San Valentino Torio

Una sola grande famiglia Il parroco, don Gaetano Ferraioli, insieme a Mons. Giuseppe Giudice

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iunirsi insieme come una grande famiglia è un appuntamento che la nostra comunità vive con grande fervore da oltre dieci anni. E anche quest’anno, nonostante il freddo, la partecipazione ha superato di gran lunga le attese. Abbiamo respirato un clima di fraternità, unito ad una sensazione straordinaria: presentarsi come una sola famiglia. Infatti, essere Chiesa è “vivere in una grande famiglia” che riflette, si interroga, opera, gioca, testimonia e progetta il suo futuro insieme. Questo spirito di grande armonia, tra le famiglie e le diverse generazioni a confronto, ha ricevuto un forte incoraggiamento dalla riflessione proposta dal vescovo Giudice nel corso della mattinata. La comunità riunita ha seguito con grande attenzione l’intervento del Pastore diocesano - com’è poi emerso nei laboratori -, un “Padre” che oltre a condividere le ansie della famiglia di oggi, con l’aiuto della Parola di Dio e dei documenti del Magistero della Chiesa, ha alimentato il filo della speranza invitando tutti ad una piena corresponsabilità. Dopo la conclusione dell’intervento e una pausa caffé, ci siamo divisi in gruppi per fasce di età: le coppie da una

Da destra: Carmine Giordano, don Gaetano Ferraioli e Carmela Tortora

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“Famiglia scuola della Fede e pane per la Comunità”: è questo il tema che ha caratterizzato, lo scorso 5 febbraio, la Festa della famiglia vissuta dalla comunità parrocchiale

Dopo aver ascoltato la riflessione del Vescovo, il lavoro è continuato nei gruppi per fasce di età


Da destra: Anna Aprea, Presidente AC San Matteo a Nocera Inferiore, don Gaetano Ferraioli e Pasquale Rossi, Presidente AC di Santa Maria del Presepe

Il Filo della fede: la XVII edizione dell’Infiorata parte e i figli giovani dall’altra, mentre i ragazzi con gli educatori diocesani dell’ACR hanno fatto un cammino parallelo, adeguato alla loro età. In questa fase ci siamo interrogati sulle parole del Vescovo, grazie ad una griglia di riflessione che stimolava lo scambio e il confronto.

Fervono i preparativi per la prossima edizione, che si svolgerà dal 14 al 17 settembre 2012. Al via anche la XIV edizione dei concorsi: “Un bozzetto per l’Infiorata” e “Un Bozzetto per Piccoli Infioratori”

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on l’inizio del nuovo anno la parrocchia S. Maria delle Grazie di Casatori e, in modo particolare, la commissione per i festeggiamenti con l’Associazione Culturale Le Vie dei Colori, sono in fermento per i preparativi della prossima

Infiorata che avrà luogo il prossimo settembre, dal 14 al 17. In cantiere già le bro-

Parola e sacramenti

chure e manifesti per pubblicizzare l’evento, al via anche la XIV edizione dei concor-

La conclusione alla quale siamo giunti è molto forte: sentiamo la necessità di riprendere il cammino, non più da soli, ma insieme, alla scuola della Parola di Dio e della vita sacramentale che deve scandire il cammino dei singoli e dell’intera comunità. La pausa pranzo ci ha aiutato a rinsaldare e consolidare i rapporti. Nel segno dell’unità abbiamo vissuto nel pomeriggio il confronto genitori-figli e la Celebrazione Eucaristica conclusiva, durante la quale tutte le coppie presenti hanno rinnovato le promesse matrimoniali. L’augurio è che questa esperienza non si fermi all’appuntamento annuale, ma continui nella vita di tutti, per sentirci ed essere la famiglia del Signore. Un grazie a tutti, in particolare agli amici del Centro diocesano di Azione Cattolica: Pasquale, Anna, Carmine, Carmela, Fernando, Alessia e Carlo, che hanno condiviso con noi questa meravigliosa esperienza. don Gaetano Ferraioli

si: “Un bozzetto per l’Infiorata” e “Un Bozzetto per Piccoli Infioratori”. “Un Bozzetto per l’Infiorata”. È indirizzato a tutti gli amatori e agli studenti delle scuole superiori che sono affezionati al disegno e all’arte, i quali possono cimentarsi nella realizzazione di un bozzetto che, oltre a partecipare al concorso, potrebbe essere realizzato anche nell’Infiorata. Il tema per quest’anno è “Il filo della fede” in linea con gli Orientamenti pastorali diocesani della nostra Chiesa dell’Agro. Una traccia che lascia libero sfogo alla creatività degli artisti: chi non è alla ricerca di risposte alle proprie domande di senso? Chi non è alla ricerca del progetto della propria vita? Interrogativi che ci riconducono a Lui, Creatore dell’Universo, certo è un viaggio lungo e faticoso, ma, recuperando il bandolo della matassa e seguendo il filo della fede, arriveremo alle radici della nostra esistenza. “Un Bozzetto per Piccoli Infioratori”. Questo concorso è per i piccoli infioratori, che vede protagonisti i ragazzi delle scuole primarie, il tema è “Il Fantastico mondo della magia Disney” (maghi, streghe, fate, …). Un mondo irreale capace di far sognare e fantasticare, ma incentrato su un eterno dilemma: la continua lotta tra il bene e il male. Ed è qui che si inserisce, imponente ed urgente, la nostra capacità di discernimento, scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per orientare la nostra vita giorno per giorno. Tutti possono partecipare ai concorsi, presentando elaborati singoli o di gruppo, il regolamento può essere scaricato dal sito www.infioratadicasatori.it, e chissà se non sarete voi i prossimi protagonisti dell’Infiorata di quest’anno 2012. Longobardi Marina

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IN DIOCESI a cura dell’ufficio per la Pastorale Giovanile

Un tempo prezioso Don Ciro Galisi scrive ai giovani, invitandoli a vivere il tempo quaresimale alla scuola del silenzio, del digiuno e della preghiera Carissimi amici, rivolgo un caro saluto a tutti voi e vi auguro di vivere questo tempo di grazia con il cuore ricolmo di speranza, assaporando spiritualmente la dolcezza dell’ Amore misericordioso del Padre. Invito gli anima tordella PG e tutti voi giovani a lasciarci guidare dal messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ci ha donato per questa santa Quaresima dal tema: “Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone” (Eb. 10,24); la Quaresima è un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale. Pertanto Vi invito a vivere la carità, che è il cuore della vita cristiana, con quella dedizione che dimostrate sempre nelle opere di solidarietà e di volontariato; siamo chiamati come cristiani a declinare nelle

nostre attività gli atteggiamenti del “buon samaritano che si prese cura di lui”, prestiamo attenzione gli uni agli altri in modo da rendere visibile l’amore di Gesù, per sostenerci a vicenda nella carità e nelle opere buone. I giovani, affermava il servo di Dio Paolo VI, ascoltano i maestri se prima sono testimoni; questo diventa per noi educatori, chiamati ad educare nella fede delle nuove generazioni, un invito ad incarnare nelle nostre comunità giovanili il Vangelo della carità, per rendere le comunità parrocchiali case accoglienti per tutti coloro che incontriamo sul cammino. Coraggio e auguri di cuore, perché questa santa Quaresima sia ricca di grazia, ci aiuti a prendere coscienza che “il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere buone, nell’amore di Dio”. Don Ciro Galisi

La castità del cuore e del corpo Il Vescovo mentre impone le Ceneri

La parrocchia S. Giovanni Battista di Striano ha ospitato la celebrazione diocesana del Mercoledì delle Ceneri. Il Vescovo ha invitato i giovani a riscoprire l’amore

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entinaia i ragazzi presenti a Striano per vivere l’inizio della Quaresima e ascoltare le esortazioni di monsignor Giuseppe Giudice. Il presule ha ricordato che siamo polvere, «polvere di stelle, perché è abitata dal soffio di Dio. Quella polvere che noi siamo nel peccato, nella fragilità, è presa da Dio che nuovamente soffia lo spirito e diventa segno di pace». Il Vescovo, inoltre, ha sollecitato a riscoprire l’amore: «Vi invito alla castità del cuore e del corpo. Della sessualità tutti ne parlano male. Il cristianesimo ha una parola di chiarezza. Siamo stati

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L’APPUNTAMENTO Venerdì, 30 marzo, alle ore 20,00, ci sarà la Via Crucis presso la collina di S. Andrea in Nocera Inferiore, per meditare sul tema “Cristo e l’Uomo contemporaneo sulla via della Croce”. Presiede mons. Giuseppe Giudice. L’appuntamento è presso il Convento di Sant’Antonio.

creati uomini e donna. La sessualità è la cifra per scrivere l’amore. Però c’è una cultura che invita ad approfittare del corpo, a gettarlo. Gesù vi dice: “non abbiate paura della sessualità perché io ho scritto nella sessualità il mistero dell’amore”. Imparate a parlare anche con il corpo - ha aggiunto – con gesti autentici, senza confondere l’amore con qualche altra cosa. La Quaresima può essere il tempo per recuperare il pudore, la castità del cuore, la trasparenza, la purezza, per non trovarci con un corpo mercificato, con una sessualità sbagliata». Sa. D’An.


a cura dell’Ufficio di Pastorale Liturgica

Le ostie senza glutine Il tema delicato della Comunione ai celiaci. Questa e altre riflessioni per vivere meglio le celebrazioni liturgiche Si possono utilizzare le ostie senza glutine per i celiaci? La questione della Comunione ai celiaci è molto delicata. Il documento “Redemptoris sacramentum” la affronta suggerendo di fare la Comunione ai celiaci sotto la specie del vino, utilizzando un calice nel quale non si è fatta l’immixtio. Negli ultimi anni, tuttavia, si sta diffondendo molto l’utilizzo di ostie senza glutine. Bisogna fare molta attenzione. Normalmente le ostie senza glutine che si acquistano in farmacia (spesso utilizzate per somministrare farmaci) sono di farina di mais o altro cereale che non provoca allergia. Queste ostie sono assolutamente da evitare. Il can. 924 § 2 dispone che il pane debba essere di solo frumento. Pertanto è necessario utilizzare ostie che siano state confezionate con farina di frumento senza glutine. Oggi queste ostie sono facilmente reperibili nei negozi specializzati e vanno conservate separatamente dalle ostie comunemente utilizzate. Non vanno toccate se prima si è toccata l’ostia contenente glutine (anche durante la celebrazione) e per consacrarla va utilizzata una teca destinata esclusivamente a contenere ostie senza glutine. È opportuno che siano i sacerdoti a provvedere al reperimento di ostie senza glutine, per essere certi della loro provenienza e della loro composizione. Anche perché non è elegante né caritatevole dire ad un fedele celiaco: «Certo, posso farti la comunione con ostie speciale. Provvedi a portarle ed io le consacro». Sac. Piercatello Liccardo

C’è un vincolo al numero di lettori che dovrebbero annunciare le letture? Non esiste propriamente un vincolo. La cosa migliore sarebbe che ci fossero due lettori, uno per ciascuna lettura (se pensiamo alla domenica), ovviamente capaci. Essere capaci non significa semplicemente saper leggere, ma saper proclamare, cioè far sì che la parola letta venga ben compresa e accolta da chi ascolta. Un terzo lettore, o cantore, dovrebbe proclamare o cantare il salmo (che non a caso si chiama anche canto interlezionare) e l’antifona al Vangelo. Il presbitero o il diacono (e solo loro, eccezion fatta per la Domenica delle Palme e per il Venerdì Santo) proclamano il Vangelo. Un ulteriore lettore o diacono propone all’assemblea le intenzioni di preghiera perché l’assemblea risponda con la preghiera dei fedeli. Questa varietà ordinata di lettori serve a dare maggiore diversificazione e a comprendere che la Parola che leggiamo non è tutta uguale, e che la sua complessità è data alla Chiesa nella varietà del ministero esercitato. P. L.

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a cura della Caritas Diocesana

La carità è il cuore della vita cristiana La ferita più grande della nostra società è l’assenza di fraternità

Benedetto XVI

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l direttore della Caritas diocesana, don Alessandro Cirillo, questo mese ha voluto ricordare il Messaggio per la Quaresima di Papa Benedetto XVI: «Fratelli e sorelle - scrive il Papa - la Quaresima ci offre ancora una volta l’opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità». Prendendo spunto dalla lettera agli Ebrei, il Papa invita il popolo di Dio a prestare attenzione gli uni agli altri, incarnando nella propria vita le tre virtù teologali: fede, speranza e carità. «Prendiamoci cura dell’altro - ha incoraggiato don Cirillo - come fece il buon samaritano, impariamo a declinare nella nostra vita i verbi della condivisione. Ciascuno ha una responsabilità verso l’altro - ha aggiunto -, c’è bisogno di purificare lo sguardo: basta osservare solo i difetti e le mancanze del fratello, impariamo a scorgere anche la sofferenza e le preoccupazioni di chi ci è accanto». «Oggi - commenta don Alessandro - per salvaguardare la propria sfera personale, la cosiddetta privacy, ci occupiamo solo di noi stessi, demandando la cura dell’altro alle Istituzioni, alle associazioni, alla stessa Caritas. Facciamo attenzione: ricordiamoci che l’ascolto della Parola è importante, ma è la carità quella che ci salverà». L’episodio. «Qualche tempo fa – continua - sono andato a Napoli insieme ai ragazzi della parrocchia (don Alessandro è parroco di san Giacomo Maggiore Apostolo in San Valentino Torio, ndr) che si preparavano alla Confermazione. Alla stazione abbiamo incontrato Gaetano, dopo la morte della sorella aveva chiuso la casa e viveva lì su una sedia a rotelle. Ci ha raccontato dell’indifferenza della gente, degli occhi bassi, delle persone che lo scambiavano per un truffatore. Ma c’era anche chi riusciva a donargli un sorriso e una carezza. Non pos-

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siamo ascoltare solo il bisogno materiale, tralasciando il grido dell’anima. Questo è un monito che lancio anche ai Centri di ascolto della nostra Caritas. Permettere ad un povero di entrare nella propria vita significa lasciarsi scomodare. Non a caso Gesù ci ha ricorda che i poveri li avremo sempre con noi». Ci lasciamo con l’invito del Papa: «Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una testimonianza rinnovata di amore e di fedeltà al Signore, tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone (cfr Eb 6,10)».

La rete Caritas angrese

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o scorso 5 febbraio, in occasione della Giornata per la Vita e dei festeggiamenti per il beato Alfonso M. Fusco, il Centro di Ascolto Caritas di Angri ha ufficializzato la sua presenza sul territorio presentando ai cittadini i servizi che offre. Presente all’evento, che si è tenuto presso la parrocchia Santa Maria delle Grazie, anche don Alessandro Cirillo che ha ricordato la storia e i principi ispiratori della Caritas in Italia. Il Centro Caritas cittadino è nato nel settembre del 2010 grazie all’intuizione di don Marco Limodio, parroco della SS. Annunziata. Insieme agli operatori dell’Associazione “Granello di Senapa” Onlus hanno lavorato per mettere insieme tutte le realtà angresi. L’incontro del 5 febbraio è stata l’occasione per fare il punto della situazione e fornire qualche dato: 320 utenze in un anno, che corrispondono a 1000 persone sostenute a cui è stato offerto ascolto, sostegno materiale, psicologico e consulenze fiscali insieme ad altri servizi. Il desiderio è quello di aumentare i servizi offerti e coinvolgere nella rete altri soggetti. Il Centro di Ascolto è temporaneamente collocato presso i locali prefabbricati della parrocchia SS. Annunziata in via Messina, in attesa di trovare una sistemazione più accogliente e funzionale. C. G.


IN BACHECA a cura della Redazione

Auguri di buon compleanno a:

Auguri di buon onomastico a:

Mons. Giuseppe Lanzetta che il 5 marzo ha compiuto 84

Mons.

anni e a don Alessandro Cirillo, parroco di san Giacomo

vescovo della diocesi di No-

Maggiore Apostolo in San Valentino Torio, che il 27 mar-

cera – Sarno che festeggia il

zo ne compie 39. Il Signore li custodisca e li guidi ogni

19 marzo. Eccellenza, come il

giorno alla scoperta del suo amore.

padre putativo di Gesù, gui-

Don Alessandro Cirillo

Giuseppe

Giudice,

di e accompagni i figli della Chiesa dell’Agro alla riscoperta del filo della fede.

Auguri anche Mons. Giuseppe

Mons. Giuseppe Lanzetta

Lanzetta e don Giuseppe Ferraioli (Amministratore apostolico di San Giovanni Battista e S. Ma-

Buon anniversario di ordinazione sacerdotale a: A don Michele Fusco,

ria del Ponte in Roccapiemonte) e al diacono don Giuseppe Perano: li affidiamo alla protezione di S. Don Giuseppe Ferraioli

parroco

Giuseppe, perché anche loro siano buoni custodi del popolo di Dio.

di San Giovanni Battista in Striano, che il 19 mar-

Auguri al seminarista Giuseppe

zo festeggia 37

Pironti, a Giuseppe De Prisco e

anni di sacerdo-

Giuseppe Tamigi che frequen-

zio e a don Vin-

Don Michele Fusco

cenzo Ruggiero,

tano l’anno propedeutico: il Si-

Don Vincenzo Ruggiero

parroco di San Bartolomeo Apostolo in Nocera Inferiore, che il 29 marzo festeggia 43 anni di sacerdozio. Ringrazia-

gnore custodisca il seme della Don Giuseppe Perano

vocazione che ha posto nel loro giovane cuore.

mo il Signore per il dono della loro vocazione e preghiamo perché li conservi nel loro ministero.

Il nostro cordoglio Ci uniamo al dolore che ha colpito la famiglia Pepe per la perdita della cara Maria Califano. Puntando gli occhi sulla resurrezione di Cristo, assicuriamo la nostra preghiera e il nostro affetto.

Auguri a Peppe Iannicelli, Giuseppe Ianniello e Giuseppe Rostubelli, collaboratori di questa rivista. Il Signore li benedica per il loro prezioso servizio.

Per la Festa del papà tanti auguri a nonno Alfonso dalle tue nipoti Sofia, Rosaria e Michela


SPAZIO CONSULENZA di Carolina Rossi

Il disagio del piccolo Giovanni Luca e Roberto vivono sotto lo stesso tetto ma non si amano più. Giovanni, il loro primo figlio, il bambino “mai visto”, ha trovato un modo per farsi vedere, mettendo in atto atteggiamenti particolarmente aggressivi

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o spazio di questo mese è dedicato a Roberta, moglie e madre di 36 anni che giunge al Consultorio familiare diocesano per chiedere aiuto per il suo bambino. Giovanni di 8 anni, terzo di tre figli, nell’ultimo periodo è particolarmente aggressivo e arrabbiato. La mamma e il papà sembrano non riuscire più a “governarlo”. Il papà molto autoritario si riscopre impotente di fronte alle reazioni di Giovanni che ormai non si ferma più nemmeno davanti alla coercizione; la mamma molto morbida e permissiva sembra altrettanto impotente di fronte a Giovanni quando, in maniera apparentemente immotivata, fa dei “capricci” che sfociano in queste reazioni eccessivamente aggressive. Roberta a soli 22 anni ha sposato il marito Luca quasi come “liberazione” dalla propria famiglia. Insicura e con il sogno di una vita autonoma, dopo solo un anno e mezzo di fidanzamento, convoglia a nozze, incerta del suo legame, e sperimenta immediatamente tante difficoltà. Oggi convive con suo marito e con i tre figli sotto lo stesso tetto, ma tra loro due sembra esserci un implicito patto, quello di continuare ad occuparsi dei figli senza farsi più troppe domande sulle rispettive vite private. Così, in un clima di sterilità coniugale e di profonda incoerenza, a fronte di genitori che si relazionano a lui con stili diversi e distanti, che vanno dall’autoritarismo al permissivismo, Giovanni, il bambino “mai visto”, ha trovato un modo per farsi vedere! Forse anche un modo per rimettere insieme, “a pensare e riflettere”, questi genitori ormai rinunciatari ad ogni possibilità di vicinanza e legame coniugale.

Lavorare sulla coppia I suoi fratelli hanno trovato un modo diverso per difendersi e sopravvivere in un clima simile, lui ha scelto di

esprimere il suo disagio. Certo, qui il lavoro da fare per aiutare Giovanni sarebbe ben diverso da quello per il quale la signora fa richiesta. Bisognerebbe che questa coppia incominciasse ad occuparsi di sé. Ma Roberta mi chiede di essere orientata rispetto allo stile educativo. In realtà Giovanni ha un grande bisogno di essere ascoltato e accolto nella sua difficoltà. Questa situazione in cui i genitori propongono stili educativi nettamente opposti disorienta profondamente i figli e in particolare Giovanni. Sicuramente, alla base di questa mancanza d’intesa e d’intenti genitoriali vi è una più ampia piaga, legata alla mancanza di coerenza tra quello che questi due genitori rappresentano in termini di coppia. Vivono sotto lo stesso tetto ma non si amano, non si parlano, non si accolgono, non progettano una vita in comune. In realtà un figlio può anche arrivare ad accettare che i genitori non riescano più a stare insieme, ma sicuramente non può tollerare situazioni come questa, tanto meno che un genitore parli costantemente male dell’altro. In una famiglia ferita in cui i coniugi si separano (o non si separano pur stando separati, come in questo caso) i figli vivono nell’incoerenza e nel dolore. I figli hanno sempre il profondo bisogno e diritto di essere amati da entrambi i genitori singolarmente, e che ciascuno di questi rispetti l’altro. Il rischio? Si crescono dei figli fragili, che difficilmente saranno capaci di creare relazioni stabili e di costruire a loro volta una famiglia in futuro.

Contatti Consultorio Familiare della Diocesi Nocera – Sarno, via san Francesco,1 - Pagani Per informazioni, Carolina Rossi, cell. 347 49 74 355


Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista Casa Madre e Casa del Padre Associazione “Granello di Senapa” Onlus

Tra Fede e Carità: fare festa con il Beato Un triduo di appuntamenti che ha toccato il cuore della spiritualità battistina

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ello scorso numero di Insieme abbiamo fatto conoscere il carisma e la spiritualità del Beato Alfonso Maria Fusco, sacerdote diocesano e fondatore della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista. In questo articolo vogliamo raccontare i tre giorni di festa che hanno interessato le varie anime del carisma battistino. “Vorrei che anche la mia ombra potesse fare del bene”. I festeggiamenti si sono aperti domenica sera, 5 febbraio, con il Convegno del Centro di Ascolto Caritas di Angri che ha presentato la parte più evidente dell’opera battistina: il sostegno e l’accompagnamento delle persone in difficoltà. Il Centro Caritas ha, infatti, ripreso proprio la caratteristica più conosciuta del Beato Fusco, cioè la promozione della persona in tutti i suoi aspetti, quello materiale, psicologico e professionale. Il Centro Caritas, con i suoi volontari provenienti dalle parrocchie e dalle varie associazioni angresi, si pone in continuità con l’opera di don Alfonso e delle sue suore, facendo respirare ad Angri quel profumo di santità di fine ottocento. “San Michele Arcangelo che fosti il primo ad abbattere l’orgoglio, prega per me”. A partire da questa frase, padre Gigi Lamberti, eremita diocesano, ha tenuto la sua riflessione a giovani e meno giovani nella cappella del Beato Alfonso Maria Fusco a Casa Madre, lunedì 6 febbraio. Qui, dove sono conservate le spoglie mortali del Beato, si è svolto un intenso momento di spiritualità per ricordare che don Alfonso, oltre ad essere un “operaio di Dio”, è stato anche un grande uomo di spiritualità, innamorato della Provvidenza. Al termine del momento di preghiera, ai partecipanti sono stati consegnati dei libretti con i pensieri del Beato, insieme ai tradizionali confetti che egli distribuiva ai ragazzi quando camminava per il paese. “Se avrò la sorte di andare in Paradiso per i meriti di Gesù Cristo e per intercessione della Vergine Addolorata, non tralascerò di pregare per voi e di fare quanto posso, onde anche voi possiate avere questa fortuna”. Infine, S. E. Mons. Giuseppe Giudice ha voluto concludere egli stesso i festeggiamenti

La Celebrazione eucaristica conclusiva, presieduta dal vescovo Giuseppe, nella parrocchia della SS. Annunziata

per il Beato Fusco con una solenne Concelebrazione Eucaristica, svoltasi martedì 7 febbraio presso la Parrocchia SS. Annunziata. Qui, alla presenza di sacerdoti e suore, il Vescovo ha voluto ricordare che “i grandi santi e mistici, tra cui il Beato Alfonso Maria, sono diventati grandi perché si sono fatti piccoli” e che “preparare la strada al Signore è un carisma molto bello, perché questo verbo (preparare la strada) è coniugato in Alfonso Maria in tutti i modi e in tutti i tempi … preparare la festa per tutti sapendo che questa non viene da noi, ma dalla presenza del Signore”. Alfonso Maria Fusco ha dimostrato con la vita e le opere che Fede, Speranza e Carità vanno di pari passo e cent’anni dopo la sua nascita in Paradiso, i suoi figli spirituali, sia suore che laici, continuano a seguire l’insegnamento del Beato cercando di preparare la strada a Cristo in mezzo agli uomini e alle donne del terzo millennio. Carmine Giordano Insieme - Marzo 2012

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IL LEGALE RISPONDE

Parco Futura a Pagani: tanti problemi e molte incertezze Aumento del prezzo dell’abitazione, opere di urbanizzazione non completate, assenza del certificato di agibilità: una cittadina si domanda se conviene, a queste condizioni, stipulare il rogito notarile Caro avvocato, sono una cittadina paganese. Ho impegnato l’acquisto di una abitazione nel complesso residenziale realizzato dall’impresa edile IACP Futura di Pagani (Sa), alla via De Gasperi, ma non ho voluto finora stipulare il rogito notarile per diversi motivi: è stato applicato un aumento del prezzo della casa che, unitamente agli oneri di preammortamento, è pari a circa 8.000,00 €. Inoltre, non è stato completato il progetto dell’intero complesso, mancando sia il campo di calcetto e una strada con posti per parcheggiare da via De Gasperi e le case sono prive del certificato di agibilità. So che Lei conosce bene la controversia e vorrei avere un suo parere relativamente alla eventuale stipula del rogito notarile. Filomena Cara Filomena, sei una delle tante persone che abitano, ormai da un anno, nel parco Futura di Pagani (Sa) e che si stanno ponendo la stessa domanda. Premetto a chi sta leggendo che anche io sono assegnatario di una abitazione in questo parco e oggi anche proprietario perché ho deciso di stipulare il rogito notarile, per motivi di convenienza. È vero che l’aumento del prezzo applicato sulla casa è ingiustificabile ed è altrettanto vero che le opere da te citate non sono state realizzate, ma queste ultime rientrano nel progetto di urbanizzazione comunale, oggetto di convenzione tra il comune e l’impresa IACP Futura. Vorrei fare una precisazione: se queste opere fossero private e appartenenti al complesso residenziale Futura, la mancata realizzazione comporterebbe una diminuzione del prezzo dell’abitazione. Però, la convenzione sottoscritta tra IACP e Comune di Pagani per la costruzione del parco Futura prevede, nel caso della mancata realizzazione, sanzioni in danno dell’IACP Futura, ovvero la possibilità di monetizzare le opere mancanti riconoscendo la giusta somma in termini di denaro in favore del Comune di Pagani che, successivamente, dovrebbe investire realizzando queste opere (calcetto, strada etc, etc). Sottolineo “dovrebbe” ed è obbligatorio il condizionale.

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Insieme - Marzo 2012

Il certificato di agibilità Per quanto riguarda, invece, il mancato certificato di agibilità, il Comune, previa richiesta da parte dell’IACP Futura, ha emesso parere negativo perché mancano le opere di urbanizzazione. Tale parere, a mio modesto avviso, lascia il tempo che trova perché il certificato di agibilità deve riguardare i fabbricati e non le opere di urbanizzazione. Nel caso specifico, il Comune, se non è stato già fatto, dovrebbe invitare e diffidare l’IACP Futura al completamento delle opere come da progetto e, in mancanza, applicare le previste sanzioni, rilasciando altresì il certificato di agibilità per i fabbricati. Chi come me ha stipulato l’atto non deve smettere di continuare a richiedere l’agibilità perché l’IACP Futura rimane comunque obbligata. lnoltre, c’è un terzo soggetto, non menzionato, che è la banca creditrice dell’erogato mutuo... non potrà attendere in eterno e sicuramente, nel caso voglia mettere al sicuro il denaro concesso con il mutuo, dovrà e potrà agire sulle abitazioni. Per chi stipula con i diritti di legge di prima casa, ovviamente le abitazioni sono escluse da qualsiasi procedura giudiziale. Allora, Filomena, rispondimi: con tutti questi problemi, non “conviene” mettere al sicuro i propri risparmi con la stipula del rogito notarile? Ovviamente, devi essere libera e serena di dover decidere e la mia risposta non deve assolutamente condizionarti. Ci sono altri bravi colleghi avvocati che seguono e rappresentano alcuni assegnatari delle abitazioni e che hanno un orientamento diverso. Magari hanno ragione… Avv. Giovanni Severino

L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in Via Taurano, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.


LE PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli

Ho celebrato di recente le nozze d’argento. Mi ha colpito l’espressione “ogni giorno della mia vita”. Una promessa impegnativa, che va rinnovata quotidianamente con creatività e fantasia

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a relazione intima coniugale è uno dei doni più meravigliosi che Dio abbia regalato alle donne e agli uomini. La fusione dei corpi nobilita la fusione totale dei sentimenti, delle speranze, dei colori. Una sola carne ed un solo sangue, una sola vita. Ed è cosa buona e giusta la relazione sessuale se è vissuta come reciproca donazione all’altro, amato per “ogni giorno della mia vita”. Di recente ho celebrato le nozze d’argento con mia moglie Concetta, rinnovando le promesse matrimoniali. Questa espressione - “ogni giorno della mia vita” - mi ha particolarmente colpito. Non per tutta la vita, si badi bene, sommando statisticamente tutti i giorni vissuti insieme; ma ogni singolo giorno, anche quello nel quale hai alzato la voce, sei stato stanco e distratto. È una promessa impegnativa che va rinnovata ogni giorno, dunque, con creatività e fantasia. Una promessa nella quale la dimensione sessuale è importante. Esige il rispetto totale del coniuge. Significa accettarne i tempi e la volontà. Impone attenzione. Non può esser vissuto come un atto dovuto, una ginnastica, un’esibizione. Insomma, io non riesco a distinguere il sesso dall’amore. Senza donazione profonda e leale, l’intimità

La bellezza della relazione coniugale coniugale diventa una squallida e mortificante libidine. Che tristezza dunque quando sento l’espressione “facciamo l’amore”! L’espressione giusta è “viviamo l’amore”. Perché noi siamo l’amore che Dio ha voluto far germogliare in noi, affidandocene una fragile piantina dalle solide radici. Che tristezza la mercificazione dei corpi e della sessualità. Usati per vendere auto, catturare qualche titolo di giornale, generare allucinazioni, scalare le tappe di una carriera artistica, politica, accademica. Una deriva di squallore alla quale qualche scellerato, in nome di un

I corpi di uomini e donne sono volgarmente esibiti a tutte le ore del giorno e della notte anche sui canali del servizio pubblico televisivo. Una varia umanità di persone, che non vive certo serenamente il rapporto con il proprio corpo, tenta di contrabbandare per libera scelta il comportamento omosessuale e transessuale. Con tutto il rispetto dovuto per le persone e le loro intime sofferenze, credo che simili ostentazioni non siano un cammino di libertà ma piuttosto una triste esibizione, magari lautamente retribuita come avveniva per le “donne con i baffi” sotto il tendone del Barnum.

Che tristezza la mercificazione dei corpi e della sessualità. Usati per vendere auto, catturare qualche titolo di giornale, scalare le tappe di una carriera artistica, politica, accademica relativismo confusionario, cerca di dare anche la parvenza di libertà. Ma quale libertà ci può esser quando una cosa così meravigliosa viene svilita a merce, specchietto per le allodole, strumento di egoistico piacere? Ed i mass-media hanno un ruolo devastante in questa esibizione di squallore.

Alle famiglie, alle comunità cristiane, alle associazioni educative compete – in questa inquieta congerie – la decisiva sfida di educare le nuove generazioni a vivere in modo sereno, leale, felice la propria sessualità preparandoli alla donazione completa e sincera nei riguardi della persona amata.

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Convegno annuale sulla comunicazione promosso dalla rivista Insieme

PREMIO EUANGHELION VII edizione

Vi sono persone che nascondono i fatti nelle parole e persone che svelano i fatti attraverso le parole. Vi sono media fatti di parole, a volte vuote, e media che accendono i riflettori sulla vita, partendo dai fatti quotidiani, dalla cronaca spicciola che spesso rimane nascosta

Mercoledì 14 marzo 2012 ore 19,00 CURIA VESCOVILE via Vescovado 4 - Nocera Inferiore

Introduce Mons. Giuseppe Giudice Vescovo della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno Intervengono Luigi Accattoli, scrittore e giornalista del Corriere della Sera Franca Zambonini, giornalista di Famiglia Cristiana Modera Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania

Diocesi Nocera-Sarno

Servizio diocesano per il Progetto Culturale

Ufficio Comunicazioni Sociali

Mensile di attualità e cultura dell’Agro

Grafica_Salvatore_Alfano

Al mattino, saranno premiati i ragazzi delle scuole primarie e secondarie dell’Agro che hanno partecipato al concorso COMUNICARE LA TRADIZIONE


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