Insieme - Marzo 2015

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MARZO 2015 N. 3 ANNO X

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

L’APPROFONDIMENTO

AGRO:

DOVE STIAMO ANDANDO? IL PUNTO: Aspetto demografico Trasporti Rifiuti Lavoro Scuola



Marzo 2015 Insieme

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sieme L’APPROFONDIMENTO

AGRO:

DOVE STIAMO ANDANDO?

Foto di copertina Slavatore Alfano

MARZO 2015 N. 3 ANNO X

MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

IL PUNTO: Aspetto demografico Trasporti Rifiuti Lavoro Scuola

In copertina una panoramica dell'Agro dal Valico di Chiunzi. Questo mese la rivista esce con la nuova testata, realizzata da Salvatore Alfano con la collaborazione di Giovanni Alfano

marzo2015

Vita nell’Agro. Economia che dona vita. Occasioni di lavoro generate da giovani

Vita Ecclesiale. La Città dei ragazzi dal 1953 al 1957

Sommario

EDITORIALE 5 Diritto di parola di Silvio Longobardi

VITA NELL’AGRO 22 Economia che dona vita di Salvatore D’Angelo

CRESCIAMO INSIEME 6 “La guerra fa soffrire tutti” di Donatella Salvati

23 Dariya, campionessa dell’Agro di Giuseppe Della Morte

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L’APPROFONDIMENTO Foto di gruppo di Silvio Longobardi

Carissimi. La lettera aperta del Vescovo a personaggi biblici, santi e beati

28 LA BACHECA a cura della redazione

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Non è un Paese per neonati di Mariarosaria Petti

VITA ECCLESIALE 32 Verso Firenze 33 Il Concilio Giovane di Salvatore D’Angelo

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In ritardo di Salvatore D’Angelo

36 Don Enrico Smaldone di Antonietta Abete

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Rifiuti, una ricchezza nascosta di Sofia Russo

38 Il Pane della Domenica a cura delle sorelle Clarisse

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Laurea o diploma? di Martina Nacchio

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“Chiediamo solo un lavoro, non l’elemosina” di Antonietta Abete

NEWS DALLE PARROCCHIE 43 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti

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“Perché vai a Messa?” di Donatella Salvati

58 Il legale risponde a cura dell’avv. Gianni Severino 59 Arte... rischi di don Natalino Gentile 60 Le parole della crisi di Peppe Iannicelli 61 Diario del Concilio di Silvio Longobardi CARISSIMI 62 Veronica, icona della tenerezza di mons. Giuseppe Giudice

IN PARROCCHIA 48 Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 57 Le Suore Francescane di sant’Antonio di padre Paolo Saturno

Auguri ai nostri papà. A pagina 30 e 31


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Diritto di parola

È giunto il momento di cambiare la home page dell’agenda politica mettendo al primo posto le cose che davvero contano

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essuna condanna. Neppure una generica presa di distanza da quei comportamenti che offendono la libertà di opinione. A me non pare normale che in un Paese civile per fare un convegno sulla famiglia deve intervenire la polizia per tenere a bada i violenti, quelli che vogliono togliere ai cattolici il diritto di parola. Le intimidazioni non si contano, l’ultima trovata è stata quella di imbrattare di vernice rossa una statua della Madonna con scritte che inneggiano alla cultura trans. Tutto questo avviene sotto lo sguardo indifferente della politica e degli intellettuali. In un mondo mediatico dove ogni evento pubblico trova solerti commentatori, questo silenzio pesa e appare come un’implicita giustificazione. Oggi non possiamo più dire: “Voglio una mamma e un papà”. Questa verità elementare è messa sotto accusa da una cultura che non riconosce il valore e la ricchezza della diversità sessuale. Chi si oppone, viene messo alla gogna. Come è accaduto a Carlo Conti, costretto a chiedere pubblicamente scusa per avere usato il pronome maschile con il trans Conchita. È una violenza strisciante che cerca di impaurire e scoraggiare ogni pubblica manifestazione di dissenso. Un’intolleranza e una faziosità che ricorda un’altra stagione politica, quella degli anni ’70, che ha già seminato tanto odio e può fare ancora del male. Il cardinale Bagnasco, di solito piuttosto misurato nella denuncia sociale, ha dichiarato che in molte scuole del nostro

Paese è in atto il tentativo di “colonizzare le menti dei bambini e dei ragazzi con una visione antropologica distorta”. Ed ha aggiunto: “L’educazione della gioventù è talmente delicata e preziosa che non ammette ricatti o baratti di nessun tipo e in nessuna sede. Noi Vescovi su questo saremo sempre in prima linea a qualunque costo”. Parole chiare e determinate che invitano a non tacere per paura o pigrizia. Il nostro silenzio diventerebbe un’oggettiva complicità con questa cultura che stravolge l’alfabeto del vivere. Qualche mese fa, parlando alla Fao, l’organizzazione dell’ONU che si occupa di debellare la fame nel mondo, Papa Francesco ha ricordato che il cibo è uno dei diritti fondamentale dell’umanità ed ha fatto un rapido accenno ad altri diritti: “Oggi si parla molto di diritti, dimenticando spesso i doveri; forse ci siamo preoccupati troppo poco di quanti soffrono la fame. E mentre si parla di nuovi diritti, l’affamato è lì, all’angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base”. Tra i nuovi diritti di cui parla il Papa non ci sono anche quelli che rivendica la Ditta LBGT e che tanto affascinano la politica nostrana? E così, mentre il mondo occidentale investe energie e soldi per garantire presunti diritti a chi ha già troppo e troppo potere, tanta altra gente soffre la fame, non ha lavoro né casa. È giunto il momento di cambiare la home page dell’agenda politica mettendo al primo posto le cose che davvero contano. Marzo 2015 Insieme

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CRESCIAMO INSIEME La rubrica dei piccoli di Donatella Salvati

Vuoi essere intervistato anche tu dalla nostra inviata speciale e raccontarci le tue passioni e i tuoi sogni? Manda una mail al seguente indirizzo: donatellasalvati92@gmail.com

La piccola Francesca

francesca messina ha 8 anni e frequenta la quarta elementare. è una ragazzina vispa e simpatica che segue il gioioso cammino dell’Acr nella parrocchia sant’Antonio di Padova a Poggiomarino

“La guerra fa soffrire tutti”

F

rancesca disegna abiti, ama uscire in bicicletta e rinuncerebbe alla tv solo per un avvincente libro di avventura. Fin dall’inizio il suo sorriso sveglio mi ha suggerito che fosse molto più grande della sua tenera età. Ed il nostro piacevole ed allegro incontro lo ha confermato. Cara Francesca eccoci qui, pronte per cominciare la nostra chiacchierata. Quanti anni hai? Il 25 marzo ne compio nove. Frequenti la 4ª elementare allora. ti piace studiare? Sì, pensa che le mie materie preferite sono

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inglese e storia. Le trovo molto interessanti. Qual è il tuo colore preferito? Adoro il turchese. Cosa fai nel tempo libero? Beh, se è bel tempo esco in bicicletta, altrimenti gioco con i videogiochi. A questo proposito,

preferisci la tv o un buon libro? Diciamo che preferisco la tv, ma se si tratta di un libro d’avventura la spengo subito! ti piacciono le storie avvincenti, allora. Cosa vuoi fare da grande? Vorrei aprire un negozio

di vestiti ed accessori. Pensa che il pomeriggio mi diverto a disegnare abiti. Sei già una piccola stilista! Qual è il valore più importante per te? Tra tutti scelgo la famiglia. Che rapporto hai con la tua famiglia? Splendido, ci troviamo molto bene tutti insieme. Sai, ho anche una sorella più grande di me e solitamente andiamo d’accordo.


I CONSIGLI DELLA PSICOLOGA di Carolina Rossi

Il primo distacco da un bambino

Lavoretti creativi

La piccola Laura tra qualche mese andrà all’asilo. Mamma e papà sono attanagliati da molti dubbi e paure. La nostra psicologa li rassicura con qualche suggerimento

È

soprattutto nei primi anni di vita, nel rapporto con i propri genitori che un bambino impara a relazionarsi con gli altri, mentre il rapporto con i coetanei si sviluppa in una fase successiva e riguarda la maturazione delle capacità relazionali. A partire dai 3 anni il bambino, affrancato dall’affetto dei genitori, può separarsi da essi e aprirsi con fiducia agli altri, affrontando l’in-contro con un adeguato livello di stress. È importante essere attenti,

senza farne tuttavia una patologia! Proprio partendo dalle difficoltà che vive il piccolo può sperimentarsi e conquistare l’abilità di rompere il ghiaccio ed imparare a stare con gli altri senza snaturarsi. Non va allontanato dalla frustrazione del gruppo; piuttosto è bene favorire il suo inserimento in spazi informali affinché si sperimenti e impari ad utilizzare modalità sempre più funzionali, positive e propositive.

UNA CORNICE PER PAPÀ Il papà, si sa, lo immaginiamo sempre a lavoro dietro ad una scrivania. Perché non approfittare della festa del papà per regalargli una cornice personalizzata?

MATERIALE

Mamma Angela mi ha detto che partecipi attivamente in parrocchia. Di quale gruppo fai parte? Faccio parte dell’Acr. Con loro vivo sempre esperienze fantastiche e conosco tanti nuovi amici! Cara Francesca ultimamente la televisione ci racconta di guerre ed attentati. È sempre bello sapere cosa ne pensa un bambino di questa storia. Sai, i vostri occhi sono

sempre così puri! Io penso solo una cosa: vorrei che tutto ciò non ci fosse, perché la guerra fa soffrire tutti, e la sofferenza non dovrebbe esistere. A questo proposito il 24 gennaio l’Acr, come tutti gli anni, ha organizzato una Marcia della Pace. Come hai vissuto questa esperienza? La Marcia della Pace è una cosa molto significativa

per me. È stato bello stare insieme agli altri, ed è stato bello marciare per gridare al mondo intero il bisogno di pace. Per me la pace è Gesù, e sono felice che noi lo abbiamo testimoniato in quel modo. Cosa diresti ai tuoi coetanei in questo momento? Direi loro di seguire la propria strada con felicità e gioia, e di leggere bene il disegno che il Signore ha tracciato per loro.

Cartoncino spesso (es. scatola delle scarpe), Fogli di carta velina colorata, Forbici, Pennarello nero, Colla

PROCEDIMENTO

Con il pennarello disegnare sul cartoncino a caratteri cubitali la sagoma della parola “Dad” (o papà se lo si preferisce), e ritagliarla con le forbici. Se il cartoncino non dovesse essere di un colore brillante, si può utilizzare la carta velina colorata per rivestirlo. I più fantasiosi si possono divertire a decorare la cornice appena realizzata con glitter, pennarelli e nastrini. Con il cartoncino avanzato realizzare delle strisce abbastanza doppie da incollare dietro ad ogni lettera per poterle utilizzare come supporto. Potete anche pensare di appenderla e quindi incollare con un po’ di nastro adesivo un nastrino che faccia da gancetto. A questo punto non vi resta che stampare la foto che preferite ed incollarla dietro ai buchini delle lettere.

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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

Foto Salvatore Alfano

Per celebrare il centesimo numero di Insieme, abbiamo voluto scattare una foto dell’Agro, una foto largamente incompleta eppure capace di far intravedere la realtà che oggi viviamo. Più che un’indagine rigorosa cerchiamo di raccontare storie, vogliamo dare voce e volti alle persone

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FOTO DI GRUPPO P

er celebrare il centesimo numero di Insieme, abbiamo voluto scattare una foto dell’Agro, una foto largamente incompleta eppure capace di far intravedere la realtà che oggi viviamo. Più che un’indagine rigorosa cerchiamo di raccontare storie, vogliamo dare voce e volti alle persone. Vi sono alcune parole che emergono tra le righe del nostro racconto. Una di queste è precarietà. Anche se nessuna l’ha usata, fa da sfondo ad un quadro segnato da una crescente instabilità. La diminuzione della natalità è un segno preoccupante di questo disagio. È vero, i genitori vogliono dare tutto ai figli, forse troppo, ma non tutti sono capaci di trovare nella fede una certezza che va oltre i limiti oggettivi del nostro sistema sociale. Il nostro dossier denuncia anche le inadempienze della politica locale, le amministrazioni dell’Agro non brillano, non sembrano capaci di affrontare i problemi e rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini, spesso si arrangiano, in alcuni ambiti sono chiaramente imprepara-

te. È questo il caso dei trasporti e della spazzatura. Sono problemi di lunga data ma proprio per questo mostrano e misurano l’incapacità di governare. La nostra denuncia è documentata ma non è mai gridata, non è fatta con livore, con quella indignazione che puzza di ipocrisia. Amiamo la nostra terra e la vorremmo vedere più bella e dignitosa. Le storie raccolgono il disagio, raccontano la fatica del vivere. Ma il nostro Agro non è solo questo. Sotto la patina grigia c’è un popolo che lotta e soffre, ci sono persone che non hanno ceduto alla rassegnazione, famiglie che affrontano sacrifici per far crescere i figli, giovani che studiano e lavorano per costruire un futuro, aziende che, nonostante la concorrenza, producono e danno lavoro. Nel nostro racconto c’è anche la speranza, un piccolo filo di speranza per dire che il futuro dell’Agro dipende anche da noi, dal nostro impegno, dalla nostra capacità di guardare oltre il piccolo orticello di casa. Ciascuno è chiamato a fare la sua parte. Noi ce la mettiamo tutta. Silvio Longobardi Marzo 2015 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

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l 2015 è arrivato, nessuno skateboard fluttuante nell’aria ha preso il posto delle nostre autovetture, a servirci al tavolo del bar non si allungano monitor rotanti e non abbiamo l’idratatore per la pizza. Insomma, la profezia di Ritorno al futuro, il film che nel 1989 ci presentava l’anno in corso, non si è compiuta. Rubiamo l’idea del fortunato regista Robert Zemeckis e proviamo ad immaginare come sarà la nostra terrà dell’A gro nocerino-sarnese tra 26 anni. A giudicare dai dati ISTAT, possiamo eliminare dalla scenografia culle, passeggini e biberon. Depennare dal copione le lacrime di gioia per l’arrivo al mondo di una nuova vita. Nel cast, solo over 65. Nessun neonato. I dati. Se dal 1911 al 1991 la popolazione dell’A gro è cresciuta del 20% ogni anno, negli ultimi 20 anni l’incremento demografico è stato solo del 7,7%, sviluppo ascrivibile essenzialmente alla più incisiva presenza di cittadini stranieri, che rappresentano circa il 2,2% della popolazione (dati CGIL Salerno). Nel periodo 2003-2010, la fascia d’età 21/35 si è ridotta di 3495 unità, passando dal 23% al 21,3%. Nello stesso periodo, la percentuale di ultrasessantacinquenni è passata dal 12,9% al 14,4%, con un incremento assoluto di 5372 unità. Un dato non mitigato da uno sviluppo demografico compensativo. Una lettura comparata. I dati sulla natalità di un territorio non possono essere commentati in modo asettico, senza un necessario intreccio con le altre dimensioni coinvolte. Le dinamiche demografiche non sono neutre rispetto a questioni cruciali, come la situazione economica e i flussi migratori, in entrata e in uscita. Il nostro Sud si svuota di autoctoni ed è sempre più nuova residenza per gli immigrati. Il mondo non invertirà di certo la rotta tutto d’un tratto. Alla luce di questi numeri perché non chiedere politiche a sostegno della famiglia all’altezza delle sfide attuali? L’Europa, strumentalizzata da più parti – tra chi ne elogia origini e vocazione e chi ne farebbe volentieri a meno – non può essere innanzitutto e più semplicemente luogo di condivisione di buone prassi? Politiche familiari all’altezza. Solo per fare un esempio, nel 2006 la Francia ha raggiunto il record di 830.000 nascite, con un indice di fecondità che raggiunge i 2 figli per donna (dati Insee), piazzandosi al primo posto nella classifica europea per natalità. L’Italia, invece, è fanalino di coda. Quali sono gli strumenti messi in campo dagli amici della Senna? Il 3% del prodotto interno lordo è destinato agli aiuti alle famiglie, le madri che hanno scelto un congedo

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Foto Salvatore Alfano

Non è un paese per neonati Il nostro Agro nocerino-sarnese non è cresciuto in termini demografici nell’ultimo decennio. Le proiezioni per il futuro sono allarmanti


cia – ne fa un discorso pratico: l’incremento del tasso di natalità è un vantaggio per l’economia del Paese. Più figli equivale a dire più occupati, più consumatori e più contribuenti. I nuovi nati rappresentano forse il più potente antidoto – a cui pochi o nessuno pensa – per risanare gli squilibri crescenti del sistema di previdenza. Le amministrazioni comunali condividono su tale tema le responsabilità con il GoL’andamento demografico nell’Agro nocerino-sarnese verno. Anzi, sono le istiPopolazione Popolazione Comune tuzioni locali a potere e 2001 2014 dovere leggere in chiave Angri 29761 33562 critica i dati che interesCorbara 2455 2595 sano i loro territori, raccoNocera Inferiore 46540 46582 glierne istanze e bisogni e farvi fronte. Un compito al Nocera Superiore 23837 24335 quale siamo chiamati tutti, Pagani 32349 35949 se non vogliamo vedere un Roccapiemonte 9113 9071 film a inquadratura fissa S. Marzano sul Sarno 9472 10334 su di una scena buia, senza S. Egidio del M. Albino 8394 8932 titoli di coda. Mariarosaria Petti S. Valentino Torio 9285 10795 di maternità di un anno hanno diritto ad un assegno di 750 euro mensili, le scuole materne sono gratuite, il sistema fiscale per le famiglie è addolcito, per ogni nascita c’è un bonus di 800 euro. E se non basta come biglietto da visita, vi si aggiungano le misure legislative per garantire alle madri lavoratrici di non interrompere o rallentare la loro carriera a causa dei figli. E la Francia – la laica Fran-

Maria Sole Ferrajoli

Sarno

31059

31250

Poggiomarino

19653

21727

7507

8306

Striano

Perché non si fanno più figli? I numeri senza i nomi sono simboli vuoti. Riportiamo la testimonianza di Michela, una giovane mamma che con le sue parole dipinge il nostro Agro. Un territorio non a misura di famiglia

M

i chiamo Michela, ho 28 anni e sono mamma di un bimbo bellissimo di nome Lorenzo. Sono sposata con Nicola da quasi 4 anni e il desidero di un figlio è stato quasi immediato, dopo soli 6 mesi. Ora che Lorenzo ha due anni e mezzo, sogniamo di avere un altro figlio, ma questo deside-

rio ci spaventa un po’. Io ho perso il lavoro e portare avanti una famiglia con un solo reddito è diventato difficile, come per tante altre famiglie. Lo Stato non ti aiuta in nessun modo. Anzi, ti schiaccia. Domandare perché non si fanno più figli è quasi come chiedere perché oggi non si va a lavorare: c’è caren-

za di tutto e pesa un forte senso di instabilità. Si pensa al futuro, tuo figlio all’università, che si sposa o semplicemente vuole un aiuto nel realizzarsi. Si vuole il meglio per i figli. E così, tra tutte le limitazioni e i sacrifici, oggi ci viene strappata la gioia più bella: dare vita ad una vita. Michela Amabile

Michela con suo marito Nicola e il piccolo Lorenzo

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L'APPROFONDIMENTO Foto Salvatore Alfano

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che ora passa l’autobus? Non so, speriamo almeno che passi! E il treno c’è? Se non hanno deviato anche l’ultimo rimasto forse lo trova… Conversazioni di fantasia, ma quanto mai reali. Trovare un mezzo pubblico, oggi più di ieri, è un’impresa. Al tradizionale ritardo, negli ultimi anni si è aggiunta la crisi economica che ha livellato verso il basso un servizio già scadente. Una conseguenza del taglio chilometrico e dalla riduzione dei rimborsi effettuati dagli enti sovracomunali. Una scure abbattutasi pure sui privati, che però si sono visti riconoscere un maggiore rimborso chilometrico. A volte non resta che muoversi in macchina, contribuendo alla crescita di traffico e smog nelle città all’ombra del Vesuvio.

Autobus decimati Fino a cinque anni fa gli autobus del CSTP viaggiavano in lungo e in largo. Oggi quelle corse, che nei tempi d’oro quasi si sovrapponevano evidenziando forse uno spreco, appaiono un miraggio. Specialmente nei giorni festivi, quando di autobus per Napoli non ce ne sono e quelli sulla linea 4 (Pompei-Salerno) o la linea 9 (Siano-Salerno) sono sporadici. Se il 4, che attraversa l’intero Agro nocerinosarnese, nei giorni feriali passa ogni 30 minuti, nei festivi transita ogni 80. Il 9, invece, al posto di transitare ogni 40 minuti, nei giorni di festa passa ogni 70 minuti. Vanno poi considerati i ritardi dovuti al traffico e alle strade non sempre in perfette condizioni. Nei giorni “rossi” scompaiono, poi, i collegamenti Sarno-Nocera o quelli per Castellammare di Stabia. Nell’ultimo quinquennio, calcolano al Consorzio Salernitano Trasporti Pubblici – nel frattempo commissariato – si è assistito alla scomparsa di almeno il 35 per cento di mezzi dalle strade. Pure la Sita Sud paga lo scotto dei tagli chilometrici. Riuscire a salire su un autobus verso Napoli è come un terno al Lotto. I mezzi che arrivano a Nocera Inferiore da Cava de’ Tirreni, in alcuni periodi dell’anno, non si fermano tanto sono carichi. E anche in questo caso di domenica non si circola. Un dramma ferroviario Qualcuno potrebbe sperare nei treni. Dal 5 febbraio 2014 non si può fare nemmeno questo. Il trasporto su ferro rappresenta un altro tema caldo. Tutti sanno che un crollo all’altezza di Portici ha causato l’interruzione della linea storica Napoli-Salerno. È passato più di un anno, ma la soluzione non è ancora vicina. Difficile trovare un accordo tra Rete ferroviaria italiana e proprietari di villa d’Elbeouf. Durante l’ultima riunione in Regione furono preventivati 45 giorni, ma il tempo scorre e all’orizzonte sembra esserci un nuovo rinvio della riapertura. Trenitalia per un periodo ha sostituito i convogli con dei

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In ritardo Nell’ultimo quinquennio il servizio offerto dal trasporto pubblico locale è peggiorato. Corse decimate e biglietti aumentati a causa dei tagli alla spesa pubblica e ai chilometri. La crisi maggiore si avverte nel settore degli autobus. Fatica anche il trasporto su ferro a causa di una rete strutturale fatiscente


La stazione ferroviaria di Angri

pullman, senza però riuscire a fornire un buon servizio. I pendolari hanno preferito le macchine. Da dicembre i treni sono tornati a circolare, ma con capolinea a Torre Annunziata centrale. Da lì, chi viene da Salerno e deve arrivare a Napoli prende gli autobus sostitutivi. Decisioni che hanno creato notevole malcontento, soprattutto perché hanno portato alla deviazione di numerosi regionali e interregionali dalla linea storica a quella di Monte del Vesuvio. Sulla tratta dell’alta velocità i treni viaggiano spediti, ma quasi sempre vuoti. Mentre i promotori del Comitato “Pendolari linea storica” stimano che un milione di cittadini residente tra Torre e Salerno, e dunque tutto l’Agro, è costretto a fare enormi sacrifici stringendosi nei pochi treni rimasti o preferendo il trasporto su gomma tutt’altro che a colori. «Si è formato una sorta di arcobaleno che collega Napoli e Salerno e mortifica i territori che stanno in mezzo» ha attaccato Gino D’Angelo, presidente della Pro Loco Nuceria Alfaterna. Un’accusa confutata dalla realtà e dalla testimonianza di chi soffre i disagi. Paola Lanzara, assistente museale a Città della scienza, testimonia come i disagi aumentino nei giorni festivi: «Una volta arrivati a Torre si attende anche un’ora per il bus sostitutivo. Per arrivare puntuali a lavoro occorre partire anche tre ore prima». Glenda Pepe, docente a Roma, per ritornare a casa preferisce le autolinee: «Arrivare a Napoli o Salerno con le Frecce non è comodo perché poi non sai come arrivare a Nocera. A questo punto meglio gli autobus privati che conducono direttamente nell’Agro». I sindaci del territorio hanno provato a fare squadra. Il Comitato pendolari il 24 gennaio ha organizzato pure un corteo e una petizione popolare. Ma nulla. L’abusivismo Emerge così un fenomeno inedito per i trasporti: quello degli abusivi. Gruppi di lavoratori o di studenti si mettono insieme e affittano da agenzie private il pullman che li conduce nei luoghi desiderati. Il noleggio non è però temporaneo, ma dilatato nel tempo. Diventa, insomma, una sorta di trasporto pubblico locale non autorizzato e, quindi, abusivo. Ci sono poi i nuovi biglietti. L’esperienza di Unico Campania ha lasciato il posto alla TIC (Tariffa integrata Campania). Chi immagina una riduzione dei costi, davanti a un servizio scadente, si sbaglia. Le tariffe sono aumentate e non valgono più per aree, ma per chilometri. In alternativa l’utente può però scegliere i biglietti del gestore utilizzato, si risparmia qualcosa ma si è vincolati a quell’operatore. Insomma, si è ancora molto lontani dalla meta. L’autobus verso la civiltà è in ritardo. Salvatore D’Angelo Marzo 2015 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

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arlare di rifiuti non è semplice. Sono tantissimi gli aspetti da considerare per presentare l’attuale situazione del nostro comprensorio, ma tutti convergono su un solo punto: il cammino è lungo e c’è ancora molto da fare. L’Agro nocerino sarnese, infatti, spesso diventa terreno di discariche abusive, di cumuli di monnezza lasciati alle intemperie, con le amministrazioni che cercano di volta in volta di far fronte alle continue emergenze, senza stilare un programma efficace e risolutivo per la prevenzione del problema. Impegnarsi per raggiungere una buona percentuale di raccolta differenziata rappresenta un primo e importante passo in avanti per evitare che rifiuti “preziosi”, quali vetro, alluminio e carta, vadano ad ingombrare i già pieni centri di raccolta e stoccaggio. L’unica città dell’Agro che raggiunge gli obiettivi dettati dalla legge, ovvero la soglia del 65% di raccolta differenziata, è Nocera Superiore, seguita da San Valentino Torio e Corbara. Fanalini di coda sono Nocera Inferiore e Pagani, rispettivamente al 35 e 24 per cento (vedi tabella 1). Una posizione decisamente imbarazzante quella della città di Nocera Inferiore, che vorrebbe ambire al ruolo di città capofila dell’Agro ma che negli anni ha fatto un balzo indietro: da “Comune Riciclone” del 2010, che gli valse il premio nazionale “Start-up” del Conai con il 70% della raccolta porta a porta, agli attuali ultimi posti di tutta la regione Campania. Le amministrazioni danno la colpa ai cittadini, restii alla raccolta. I cittadini, invece, giustamente, protestano per una tassa sui rifiuti elevatissima ma con servizi sempre più spesso incompleti e scadenti. Il vero problema, forse, è la forma mentis: bisogna percepire i rifiuti non come “monnezza” ma come “ricchezza”.

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro espressione della comunità ecclesiale della Diocesi nocera Inferiore-sarno registrato presso il Tribunale di nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al r.o.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana settimanali Cattolici, associato Unione stampa Periodica Italiana

Editore Insieme Diocesi nocera Inferiore-sarno Direttore Responsabile andrea annunziata Direttore Editoriale silvio Longobardi Vicedirettore antonietta abete

Redazione salvatore D’angelo, Mariarosaria Petti, Martina nacchio e Donatella salvati Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, don natalino Gentile, Peppe Iannicelli, Giovanni severino, Carolina rossi, sorelle Clarisse, padre Paolo saturno, Giuseppe Della Morte, nunzia Manuela Giordano, Maria Grauso, raffaele Massa, Livia Rossi, Maria Bonfiglio, Michele Lanzetta, Danilo sorrentino, Fiorentino Di nardo, Paola Viscito, Marianna sorrentino, don Gaetano Ferraioli, Carmine annunziata, Marianna attianese, Carlo attanasio, Gennaro Pagano, Mariangela Bisogno, Cinzia Faiella, susy Ferrentino, Giovanni Giordano, Maria Lamberti, Gianni Borsa Amministrazione Via Vescovado, 4 - 84014 nocera Inferiore (sa) Tel/Fax 081 5170466

riFiuti, una ricchezza nascosta di Sofia Russo

dAtI e numerI del nostro Agro. un cAmmIno lungo che rIchIede un cAmbIo dI PAsso delle AmmInIstrAzIonI Per trAsformAre I rIfIutI In guAdAgno

Solo così si possono risolvere i problemi relativi a smaltimento, ingombri e, perché no, risanare le casse del comune. Se si pensa che con i soli rifiuti differenziati raccolti nel 2013 le città della nostra Diocesi avrebbero potuto incassare in totale quasi due milioni di euro, viene naturale chiedersi cosa stiano aspettando i Comuni a far partire progetti concreti ed efficienti. Certo, le resistenze dei poteri “nascosti” sono davvero molto forti, ma l’appello ai nostri sindaci deve essere forte e chiaro: per fare bene ci vuole coraggio. E il popolo della Diocesi tutta ha più volte mostrato di averlo.

Progetto grafico e impaginazione salvatore alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 2 marzo 2015

Concessionario Cooperativa sociale L’onda

“Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.

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Rifiuti zero? È possibile L’esperienza di Atena Lucana, cittadina a sud di Salerno

Q Le percentuali di raccolta differenziata nei Comuni dell’Agro Città

Abitanti

% Raccolta Differenziata

Nocera Superiore

24.117

65

San Valentino Torio

10.211

61

Corbara

2.612

60

Striano

8.266

59

Sarno

31.394

57

Roccapiemonte

9.068

55

Sant’Egidio del Monte Albino

8.878

51

Scafati

50.694

50

Angri

31.692

47

San Marzano sul Sarno

10.119

45

Poggiomarino

21.175

43

Nocera Inferiore

45.837

35

Pagani

35.932

24 I dati sono stati raccolti dal sito comuniricicloni.it

uando si parla di “rifiuti zero” si intende il riuscire a differenziare la totalità dei rifiuti per poterli smaltire, riutilizzare, riciclare o rivendere. Anche se sembra un’utopia, sono molte le realtà che hanno raggiunto questo risultato e non sono neanche tanto lontane da noi. Sergio Annunziata, all’epoca sindaco di Atena Lucana, cittadina del sud salernitano, nel 2001 prese un’importante decisione: trasformare i rifiuti in ricchezza. «Non fu molto semplice iniziare – ricorda Annunziata, attualmente vicesindaco – ma sapevamo anche che per raggiungere il nostro obiettivo dovevamo essere drastici. La notte togliemmo tutti i bidoni della spazzatura ed iniziò, non con poche difficoltà, la nostra nuova gestione dei rifiuti. Nel giro di pochi anni siamo riusciti a raggiungere il 95% di raccolta differenziata e adesso rivendiamo il vetro, l’alluminio, la plastica, carta e cartone, portando nelle casse comunale introiti importanti che possiamo reinvestire nelle politiche sociali e nella scuola».

Il futuro è nelle biomasse

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ei 13 comuni che compongono la nostra Diocesi, la sezione organica è in media il 64% del totale dei rifiuti differenziati. Lo smaltimento di questa tipologia di rifiuti comporta spese elevate e, a volte, qualche difficoltà per l’enorme mole di materiale. Irrinunciabili, quindi, diventano raccolta differenziata, riciclaggio

e valorizzazione delle risorse seconde, come il trattamento della frazione organica dei rifiuti mediante digestione anaerobica, che consente di abbinare il recupero di materia al recupero di energia, ossia centrali elettriche a produzione di biogas. «È chiaro che in questo processo gioca un ruolo importante l’energia

contenuta nei rifiuti organici – sottolinea l’ingegnere Salvatore D’Angelo, progettista di una centrale elettrica a biogas, rimasta però solo sulla carta per mancanza di fondi – ma anche quella dei residui colturali, degli scarti organici dell’agroindustria e di macellazione, fanghi di depurazione e colture energetiche: questi prodotti sono identificati col termine

di biomasse. Il biogas, come fonte di recupero energetico, è costituito per circa il 50-60% da metano che ha un elevato potere calorifero e pertanto può essere convertito in quasi tutte le forme di energie utili: calore, elettricità e produzione congiunta di quest’ultime». Una proposta che contribuirebbe a trasformare i rifiuti… in guadagni. Marzo 2015 Insieme

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he cosa hanno in comune un giovane cuoco e un tecnologo alimentare? Certamente l’interesse per il cibo, ma non solo. Vincenzo e Giuseppe, ventisette anni il primo, ventiquattro il secondo, hanno aspirazioni professionali e titoli di studio diversi e la stessa realtà con cui confrontarsi. Non è facile inseguire i propri sogni professionali al giorno d’oggi. Non lo è alla luce dei dati occupazionali e delle statistiche di mercato. La laurea non è garanzia di lavoro: anni di studio e sacrifici possono tramutarsi in un’infinita corsa ad ostacoli verso un traguardo professionale impossibile da tagliare. Parlano chiaro i dati: secondo l’ultima indagine Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati a pagare il prezzo più alto di questi anni di recessione sono stati proprio i giovani, con un tasso di disoccupazione tra gli under 29 pari al 28%. E se, da un lato, un titolo di studio rappresenta un importante biglietto da visita, dall’altro non sempre è sufficiente a scongiurare la disoccupazione. I segni di frenata della capacità di assorbimento del mercato del lavoro si riscontrano in tutti i percorsi disciplinari, con tasso di disoccupazione dei laureati, fino a 34 anni, cresciuto di 6,5 punti dal 2007, anno di genesi della crisi. Viene dunque da chiedersi se al giorno d’oggi valga la pena affrontare la scalata alla laurea in una prospettiva di realizzazione professionale futura o non sia meglio, invece, affidarsi ad un istituto superiore tecnico o professionale, in grado di collocarsi sul mercato del lavoro. Ne dà testimonianza Vincenzo, giovane cuoco paganese, che con un diploma per i servizi alberghieri in tasca, che gli aveva permesso già diversi stages scolastici, ha intrapreso

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Immagine di repertorio

L'APPROFONDIMENTO

Laurea o diploma? L’inserimento nel mondo del lavoro, reso sempre più difficile dalla profonda recessione economica che ha colpito il nostro Paese, ha delle ripercussioni anche sulla scelta del percorso di studio. Due esperienze a confronto


Giuseppe Civale, dottore in Tecnologie alimentari

alcune esperienze lavorative, dalla Svizzera a Bolzano in nome di quella “gavetta” che costituisce un curriculum indispensabile per farsi strada nel mondo del lavoro e che ha dato i suoi frutti. Ora Vincenzo è uno chef con contratto a tempo indeterminato da ormai 5 anni presso un Grand Hotel di Roma, albergo di lusso in cui può sperimentare la sua arte culinaria realizzando il sogno che da sempre lo ha accompagnato.

Vincenzo Tortora, nel ristorante di Roma dove lavora

Impossibile negare che il tasso di disoccupazione sia cresciuto notevolmente anche tra i diplomati di istituti professionali, come quello frequentato da Vincenzo, o tecnici, ma la formazione, i contatti e l’orientamento lavorativo che queste scuole riescono a fornire è sicuramente maggiore rispetto a quello dei licei. Eppure, se gli domandiamo se consiglierebbe un istituto professionale ad un ragazzo che deve iscriversi alla scuola secondaria di secondo grado, Vincenzo risponde: «Dipende dai sogni che ha, dalle sue aspirazioni». Ecco cosa accomuna Vincenzo, Giuseppe e tutti i giovani che lottano per raggiungere i propri obiettivi: l’idea che debbano essere le proprie aspirazioni personali a guidare le scelte e non il rincorrere la via più facile, perché nessun traguardo è così vicino come quello in cui si crede davvero. E i dati sembrano confermarlo: secondo le prime stime delle iscrizioni scolastiche pubblicate dal Miur dell’anno 2015, chiuse lo scorso 15 febbraio, circa il 50% dei giovani ha scelto gli istituti liceali, contro il 30% che ha preferito un istituto tecnico e il 17,6% delle iscrizioni ai professionali, a dimostrazione che i giovani credono sempre di più nei diploma di laurea. Giuseppe, dottore in Tecnologie alimentari alle prese con gli ultimi esami della laurea magistrale, sceglierebbe di nuovo il Liceo scientifico. Il tecnologo, un esempio dei giovani che investono il proprio futuro nello studio, come Vincenzo, la futura professione se la sta costruendo accumulando esperienze, sia di tipo universitario che extra: prima tirocinante presso i laboratori di un’azienda di Napoli, poi una di Nocera Inferiore e in ultimo, in ordine temporale, un impiego durante la campagna estiva di pomodori come “addetto al controllo qualità” sia di processo produttivo che d’analisi di laboratorio in un’azienda marzanese. Impegno e sacrificio sono i punti focali nei discorsi dei due giovani, che si intrecciano pur percorrendo binari diversi. Difficile dire quale sia la strada migliore. A volte i sogni non bastano a concretizzare una professione. La determinazione e la capacità di mettersi in gioco possono tuttavia fare la differenza. Martina Nacchio Marzo 2015 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO Immagini di repertorio

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nomi sono di fantasia, ma la storia è vera. I protagonisti sono di Angri, hanno un volto, un passato e un sorriso stanco. Francesca, 38 anni, e Giovanni, anni 36, hanno cinque figli: 19, 15, 12, 8 e 3 anni. Capelli rossi e occhioni neri, sono affiatati ed educati. L’unione familiare è l’unico bene che hanno, la sola ricchezza che è rimasta loro. Non hanno più un lavoro né una casa, hanno perso mobili e biancheria. Rannicchiati in una stanza, i più grandi si prendono cura dei piccoli, mentre io parlo a lungo con la loro mamma. Non un pianto, un capriccio, un lamento. Nessuna interruzione mentre passiamo a setaccio gli ultimi vent’anni della loro vita. Siamo sedute in cucina, in una casa che una famiglia ha messo loro a disposizione per qualche mese, dopo l’ultimo sfratto. Speravano di trovare un po’ di sollievo, mentre i proprietari cercavano un acquirente per l’immobile, vuoto da otto anni. Ma l’acquirente è arrivato prima del previsto. E per firmare il contratto di compravendita ha preteso che la casa fosse libera. In un grande salone vuoto, i pacchi sono già pronti, uno accanto all’altro. Francesca e Giovanni si sono sposati nel 2007, subito dopo il matrimonio sono andati a cercare lavoro in Germania. Giovanni impegnato in un ristorante, lei in una gelateria, sono felici. Piano piano Giovanni trova un’occupazione migliore. Poi affiora quella nostalgia canaglia, il richiamo per quella terra che resta attaccata sotto i piedi. Arriva una proposta di lavoro dall’Italia e ritornano a casa. Ripensando a quella scelta, Francesca scuote il capo e dice: «Avevamo la testa da ragazzi». Nel 2005, il rientro in Italia. Francesca con i bambini vive ad Angri in una casa in affitto, Giovanni è a Piacenza per lavoro e rientra nel fine settimana. Il 7 dicembre del 2006 - Francesca è incinta del suo quarto figlio - un incendio distrugge la loro casa, portando con sé tutto quello che avevano costruito in quegli anni: «Non ci è rimasto più nulla - racconta - neppure le foto del matrimonio o della nascita dei nostri figli». La donna è indagata, si pensa che possa essere stata lei ad appiccare il fuoco. Durante il processo è assolta grazie alla testimonianza di una suora battistina. A quell’ora aveva accompagnato i bambini a scuola. La giustizia fa il suo corso, è stato un cortocircuito a rubare loro sogni e speranze. Di colpo non hanno più nulla. Giovanni chiama al lavoro, spiega il momento terribile che la sua famiglia sta vivendo. Gli dicono di risolvere con calma i problemi. Invece, dopo poche settimane arriva la lettera di licenziamento. Chiedo a Francesca se hanno pensato di rivolgersi ad un legale per impugnare l’atto. Ci voleva del denaro e loro non avevano più nulla. È l’inizio della fine. Quattro figli e senza lavoro. La loro storia si tinge di piccoli lavoretti e sfratti per morosità. Nel 2008, Giovanni commette una sciocchezza, un furto che gli

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“Chiediamo solo un lavoro, non l’elemosina” Cinque figli, senza un lavoro né una casa. Il dramma di una famiglia dei nostri giorni


L’appello

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costa tre anni di detenzione, una parte scontata ai domiciliari e lavorando presso un’azienda di San Marzano. Pagato il suo debito con la giustizia, non è più riuscito a trovare un lavoro con la famosa busta paga. Tante famiglie negli anni si sono prese cura di loro, portando generi alimentari o chiedendo a Giovanni di fare piccoli lavori di giardinaggio, per tinteggiare o mettere a posto casa. Un modo per non violare la sua dignità mettendogli in mano soldi non guadagnati. A sostenerli c’è anche il loro parroco che bussa ad ogni porta, dentro e fuori la Chiesa. Piccole gocce che non possono tuttavia risolvere i problemi di questa famiglia. Hanno cinque figli - nel 2012 arriva anche la piccola Stella - e senza un lavoro fisso è impossibile mettere il piatto a tavola, pagare l’affitto e le bollette. Luca, il penultimo figlio, appena 8 anni è l’unico bambino della sua classe a non frequentare la scuola calcio. Quando Francesca ha fatto presente le difficoltà economiche della famiglia, si è sentita dire: «Li può dare anche a rate». Ormai viviamo in una società che non conosce più il valore della gratuità. Di fronte a storie come questa viene spontaneo chiedersi dove sono le istituzioni. Nei suoi interminabili colloqui con le assistenti sociali, Francesca si è sentita ripetere che c’è chi sta peggio di lei. Racconta: «In Comune assisto ad un continuo rimpallo di responsabilità tra sindaco e assistenti sociali. A volte ho la sensazione che non mi vedano neppure. Mi guardano, ma non mi vedono veramente. Sai, chi non vive il tuo dramma, chi mangia tutti i giorni, ha la casa, la macchina e d’estate fa anche le vacanze al mare non può capire fino in fondo il tuo dramma». Aggiunge: «Chiediamo solo un lavoro, non l’elemosina». C’è tristezza nel suo sguardo. Una sorda rassegnazione. A marzo sapranno se hanno diritto all’assegnazione di una casa popolare. In graduatoria vi sono anche famiglie le cui condizioni economiche negli anni sono cambiate. Chi verifica? Qualcuno, in ambito istituzionale, le ha suggerito di mettersi davanti alla casa comunale insieme ai figli. Il no di Francesca è netto: «I nostri figli vanno a scuola, sono impegnati in parrocchia, non possiamo fare loro una cosa del genere». Sembra quasi che senza la ribalta mediatica, le politiche per la famiglia siano inesistenti. Francesca e Giovanni si sono visti riconosciuto un contributo una tantum pari a 150 euro per tutto lo scorso anno. Il fallimento totale. La morte delle istituzioni locali. L’Agro, purtroppo, è anche questo. Una terra incapace di prendersi cura dei propri figli. Per il momento hanno trovato ospitalità presso la Casa d’accoglienza per gestanti “Santa Gianna Beretta Molla” dell’Associazione Progetto Famiglia, in attesa che qualche altra porta si apra. In fondo, chiedono solo di vivere dignitosamente. Null’altro. Antonietta Abete Marzo 2015 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

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ado a Messa perché mi piace lodare Dio. Entro in chiesa affidando a Lui tutte le persone che non stanno bene”, racconta Giovanni, 10 anni. Abitudine, educazione familiare, necessità, affidamento, lode. Sono tante le motivazioni che spingono un fedele ad andare a Messa, e tanti altri sono i pensieri che abitano la mente di coloro che entrano in chiesa. Abitare la fede è cosa assai difficile, soprattutto nel momento in cui la vita scorre via veloce tra le faccende quotidiane, il lavoro e lo studio. Individuare i bisogni e le attese che portiamo dentro, prima di accostarci all’altare domenicale, risulta essere la sfida maggiore di quel momento. C’è chi va in chiesa da poco o ci andrà solo per un periodo, perché ha capito che la preoccupazione che gli fascia la testa può alleviarsi solo affidandola all’Onnipotente; chi invece è cresciuto respirando la fede tra le mura domestiche e vede la Messa come un appuntamento fisso a cui non poter assolutamente mancare. Ci sono i giovani alle prese con il bivio della vita, che hanno scelto di non scegliere, lasciando il timone nelle mani di Dio; e chi vive l’incontro con il Signore a tutto tondo, perché parte attiva di gruppi o associazioni laiche. “Quando entro in chiesa cerco di sentire il filo che mi lega a Lui, è una sen-

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Immagine di repertorio

“Perché vai a Messa?” sazione sottile che posso avvertire intimamente solo io. Quando mi siedo in quei banchi mi sento appagata, ascoltata”, racconta una giovane. Molti di noi conoscono benissimo questa sensazione. Un rapporto Padre-figlio autentico, che a volte ha bisogno di essere rispolverato come la copertina di un buon libro. La maggior parte delle volte, seduti nell’eloquente silenzio di quelle mura antiche restiamo zitti, chiusi nella familiare sensazione di non sapere neppure perché si è lì, ma speranzosi di una risposta chiarificatrice. La fotografia dell’Agro anche questa volta è chiara: la diversità della gente ha puntellato il sagrato della chiesa di bisogni ed attese svariate. Ciò che le varie interviste hanno messo in luce è un punto in particolare, comune a tutti coloro che hanno risposto alle nostre domande. Un bisogno condiviso da tutti ma non esplicitato, che ha trovato via d’uscita dagli occhi e dai silenzi delle persone. È il bisogno di evasione. Evadere dalla quotidianità, dai problemi che pesantemente si posano sugli occhi, è la consapevolezza di trovare rifugio e conforto nella casa del Signore, lo stesso luogo in cui i bambini sgambettano veloci in allegria, e dove i loro genitori, scrutando il sacerdote, li seguono con lo sguardo affidandoli alla Vergine. Donatella Salvati

Sul sagrato di una Chiesa abbiamo provato ad intercettare le speranze e i bisogni interiori delle persone


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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo I promotori del pastificio “Il mulino di Gragnano”

Economia che dona vita

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l record della disoccupazione giovanile si combatte dal di dentro. Attivando processi virtuosi e puntando su idee che valgono. Qualcosa si muove nella vicina Gragnano, dove è nato il pastificio “Il mulino di Gragnano”. Un’esperienza giovane, fatta da giovani: Agostino Alfano, Cristian Battaglia, Alfredo Cesarano, Raffaele Faella, Luigi Petrosino e Francesca Scarfato. Hanno deciso di avviare un’attività che fonda le radici nell’arte bianca dei pastai gragnanesi. Un prodotto che da tempo gode del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta, ndr). Si tratta di una microimpresa nata nel solco del Progetto Policoro, «un grande segno di speranza», lo ha definito monsignor Francesco Alfano. Un piano, ha aggiunto l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare, che «stimola la comunità ad assumersi le proprie responsabilità, stando vicino non solo idealmente e moralmente, ma concretamente, e a osare di più». “Il mulino di Gragnano” è nato «grazie alla Provvidenza», ha spiegato don Alessandro Colasanto, responsabile per il Servizio dei Problemi Sociali e del Lavoro dell’arcidiocesi costiera. Questi ragazzi, infatti, sono stati capaci di fare un investimento di 300.000 euro «grazie all’impe-

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gno di tante famiglie che hanno prestato loro i soldi, senza alcun interesse, anche per sei o sette anni». Ora vogliono diventare «una benedizione anche per le altre chiese locali, perché la reciprocità si diffonda». Per questo è stato indetto un bando per formare gli agenti di commercio del pastificio. Potranno vendere la pasta sul proprio territorio e all’estero. «L’impresa offrirà la possibilità di un lavoro ad alcuni giovani e questi aiuteranno il pastificio a crescere nella propria capacità produttiva – ha sottolineato don Colasanto –. Questa è l’economia che non uccide, ma dona vita». Tra i requisiti richiesti c’è la presentazione di un attestato di Garanzia firmato del tutor di Progetto Policoro della propria diocesi. Per partecipare al concorso il candidato dovrà presentare la domanda a mano presso la curia arcivescovile di Sorrento – Castellammare di Stabia, con raccomandata inviata all’ufficio diocesano dei Problemi Sociali e Lavoro o a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo ilmulinodigragnano@pec.it. Il plico dovrà arrivare entro e non oltre il prossimo 20 giugno. Mancano alcuni mesi alla scadenza, ma chi ha tempo non aspetti tempo. Sa. D’An.

Grazie al pastificio “Il mulino di Gragnano” è stata avviata la selezione per cento agenti di commercio. L’idea è di sei giovani ritrovatisi grazie al Progetto Policoro

Info È possibile rivolgersi all’equipe diocesana del Progetto Policoro di Sorrento-Castellammare ai numeri: 346 6890055; 334 3485076; 339 6177250; 388 1932567.


Dariya Derkach

Medaglia d’oro ai Campionati Italiani Indoor di Padova nel salto triplo, l’atleta italo-ucraina da qualche mese vive a Formia: «Che rabbia aver dovuto salutare Pagani per la mancanza di strutture»

DarIya, campionessa dell’Agro

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n salto lungo più di nove mila chilometri. È quello che la separa da Rio de Janeiro. La città brasiliana che, nel 2016, ospiterà le Olimpiadi. Ma Dariya Derkach può arrivarci senza problemi. E da protagonista. Dariya è una delle maggiori speranze dell’atletica tricolore. La storia della 22enne italo-ucraina, cresciuta a Pagani, è una favola dal lieto fine ma con qualche tinta scura. Dariya è uno straordinario esempio di integrazione nel nostro tessuto sociale. Si sente italiana a tutti gli effetti: «Sono cresciuta in Italia. Mi sembrava stupido optare per un’altra nazionalità. Io penso italiano, la mia formazione e la mia mentalità portano i colori bianco, rosso e verde». Ha bruciato le tappe e fino a qualche mese fa era anche il talento sportivo più cristallino che l’Agro nocerino sarnese potesse mettere in vetrina. La carenza di strutture idonee ai suoi allenamenti, l’ha costretta a lasciare la sua città adottiva, Pagani. Scortata da papà Serhiy (che le fa da allenatore) e da mamma Oksana, Dariya si è trasferita a Formia, città dove insiste il Centro Sportivo di preparazione Olimpica del Coni. Lì può lavorare senza problemi. Lì ha a disposizione tutto quello che le serve per scalare la vetta. A dif-

ferenza di Pagani, dell’Agro e più in generale della provincia di Salerno: «Mi spiace. Il nostro è un territorio stupendo, ricchissimo di talenti, ma che a livello sportivo offre poco, pochissimo. Mi fa rabbia – dice Dariya – aver dovuto lasciare Pagani per questo motivo. E i problemi restano tanti, con i giovani costretti a scappare per trovare un lavoro». Ma facciamo un passo indietro. Mamma Oksana si stabilisce a Pagani nel 2000, due anni dopo viene raggiunta dal marito Serhiy e dalla piccola Dariya. I Derkach non potevano sapere che avrebbero aggiunto una “stellina” di cui andrebbe fiero anche Sant’Alfonso. Dopo essersi aggiudicati vari titoli a livello giovanile, dal 2014 Dariya è nei quadri dell’Aeronautica Militare, ma è con l’azzurro della Nazionale che vuole conquistare il mondo. Certo, le delusioni ci sono state, come i recenti risultati nel salto in lungo, non in linea con le sue enormi potenzialità. Ma Dariya ha tirato fuori gli artigli e si è imposta nel salto triplo. Medaglia d’oro ai Campionati Italiani Indoor di Padova. Un volo di tredici metri e ottantaquattro centimetri, superando la favorita Simona La Mantia. In attesa del salto più importante. Quello in direzione Rio 2016. Giuseppe Della Morte

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VITA NELL'AGRO

Un nocerino nel Gen Rosso

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ei giovani studenti universitari diversi per cultura e provenienza, ma uniti da una ricerca ansiosa di un futuro migliore; divisi tra un passato marcato, difficile da superare, e un presente ancora tutto da vivere. Questa è la trama di Campus, il nuovo musical del gruppo artistico internazionale Gen Rosso (www. genrosso.com) che sarà presentato in prima mondiale al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli. Appuntamento il 28 e 29 marzo. Diciotto i ragazzi, provenienti da tutto il mondo, che compongono il complesso. A farne parte anche il nocerino Michele Sole, da qualche anno entrato a far parte del gruppo. Lo spettacolo rispecchia in pieno gli ideali e i temi che i Gen Rosso sta portando avanti sin dal 1966, anno in cui nacque a Loppiano, cittadella del Movimento dei Focolari vicino Firenze, da un’idea del “Premio Unesco per l’Educazione alla Pace”. E così, anche stavolta, attraverso una storia ambienta-

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Michele Sole (a sinistra) durante un concerto del Gen Rosso

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ta in un campus universitario, e le vicende di Jacques, Raf, Alicya, Jay, Sam e Rosita, il Gruppo è riuscito ad affrontare, e a declinare in note e passi di danza, messaggi ispirati alla solidarietà, al rispetto reciproco, al dialogo fraterno, per catturare l’interesse del pubblico e trasmettergli il valore di un’accoglienza totale e disinteressata, in grado di guardare oltre le differenze religiose, sociali e politiche. Il doppio appuntamento tra Napoli e i Gen Rosso è stato organizzato dalla Fondazione Mario Diana onlus e dall’Associazione di promozione sociale Focus Focolari. La data scelta per la presentazione ufficiale del Musical, che si preannuncia un grande evento artistico-culturale, non è casuale, perché segue di poco il 21 marzo, giorno in cui Papa Francesco, per la prima volta, farà visita a Napoli. Per il messaggio e i valori trasmessi, dunque, Campus può essere considerato una manifestazione che fa da scia alla visita del Pontefice. Salvatore D’Angelo

Il complesso presenterà a Napoli, in prima mondiale, il musical Campus

Foto d’altri tempi Fino al 22 marzo sarà possibile visitare la mostra fotografica “Sulle tracce del Grand Tour” dell’artista Michele D’Amico, organizzata al Museo raccolta di Arti Applicate Villa De Ruggiero a Nocera Superiore. L’evento, promosso dall’Osservatorio Politiche Giovanili di Nocera Inferiore e dalla Direzione dei Musei e delle Biblioteche di Archeologia e Storia dell’Arte della Provincia di Salerno, prevede l’esposizione di 27 opere fotografiche.


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Non ho mai firmato alcun contratto…

Scoprire di aver sottoscritto nuove utenze e accordi senza saperlo. È una truffa. Si può fare ricorso

Il signor Ottavio ha scoperto di avere un nuovo contratto comunicando la lettura del gas al suo gestore. Il signor Mario si è ritrovato con due nuove utenze: sia di luce che di gas. Alla signora Luisa arriva una nuova bolletta, con una nuova dicitura. Come per magia. Nel club dei truffati ci sono pure quelli che firmano davvero, ma non quello che avevano pensato. La scena è sempre la stessa. Suona il citofono e parla un ragazzo: «Buongiorno, siamo del servizio elettrico. Possiamo farle risparmiare oltre il 30%, possiamo entrare?». Oppure: «Dobbiamo aggiornare il contatore». I due venditori entrano e chiedono di vedere una bolletta. Si infilano in casa nostra spacciandosi per addetti del servizio, si fanno mostrare la bolletta (sulla quale leggono il PDR, ossia il codice necessario per “migrare” da un fornitore all’altro) e fanno compilare una richiesta di preventivo. Et voilà il gioco è fatto! Un altro stratagemma è quello di far credere al malcapitato che la compagnia

di cui è cliente sta per fallire o che sta per aumentare notevolmente le tariffe. Purtroppo operatori come Enel Energia, Edison, Gas de France, Eni, Acea, Sorgenia si affidano a piccole società esterne alle quali appaltano il servizio di vendita al cittadino e non effettuano alcun tipo di controllo sui contratti entranti. Per tale motivo l’Authority nel 2012 ha comminato sanzioni per un totale di un milione e centomila euro ad Enel Energia, poi è toccato a Sorgenia, Italcogim Energie (poi diventata Gdf Suez), Acea, Edison ed Exergia. Per denunciare i casi di truffa di contratti non richiesti ci si può rivolgere direttamente all’AEEG. Vi saluto e vi rimando al prossimo appuntamento. Articolo a cura di Ing. Nunzia Manuela Giordano Responsabile Settore Energia

DIMEGAS S.r.l. Via A. De Gasperi, 421 - 84016 Pagani (Sa) - Tel. 081 5159140 - 081 910789 - Fax 081 5159790 www.dimegas.it - info@pec.dimegas.it

CoN I GENItorI Un centro di ascolto mamma/bambino per approfondire tematiche sanitarie dell’infanzia. a promuoverlo è l’associazione medica “Marco Levi Bianchini”. Gli incontri si tengono al centro di quartiere di via Loria a nocera Inferiore il lunedì dalle ore 17.00 alle ore 18.00. Prossimamente si parlerà di cure odontoiatriche (24 marzo), consigli di pronto soccorso (30 marzo), alimentazione (13 e 21 aprile). Il dott. Carlo Montinaro (al centro) e intorno i partecipanti al centro di ascolto

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InsIeMe Marzo 2015


INFO

Casa Albergo per anziani “Santa Rita”, Via Isonzo, 22 – Sarno (SA) - Tel. 0815136548 info@albergosantarita.it - www.albergosantarita.it

È arrivato Carnevale

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l Carnevale sarnese ha fatto tappa in via Isonzo. Il terrazzo della Casa Albergo per anziani Santa Rita il 12 febbraio ha accolto l’esibizione delle quadriglie di ballerini che il Martedì grasso sono sfilate per le strade di Sarno. Le diverse squadre hanno presentato la propria organizzazione e le originali coreografie agli anziani che partecipano alle attività della struttura. Negli occhi degli ospiti è comparsa come d’incanto la gioia e la spensieratezza tipica di questo periodo festivo. Il sorriso più grande è però comparso sul loro volto non appena sono iniziate le esibizioni dei gruppi formati principalmente da piccoli “nipotini”, anche loro emozionati ed impazienti di esibirsi orgogliosi davanti a così tanti “nonnini”. Ad esibirsi è stato prima il gruppo che si richiamava alla maschera tradizionale di Alesio, poi è stata la volta dei ragazzi spaziali di “C’è Spazio per tutti”, seguiti dagli indigeni della quadriglia “Cuore Nero” e dal gruppo “Viva il Carnevale”. Grata per lo spettacolo offerto dai figuranti, la direttrice Nilde Renzullo ha ringraziato i presenti e omaggiato il presidente del comitato organizzatore del Carnevale sarnese con un vaso in ceramica realizzato dagli ospiti del “Santa Rita”.

Festa in maschera

I ballerini professionisti esibitisi il 27 gennaio

Gemellaggio danzante Lo scorso 27 gennaio gli ospiti della Casa Albergo Santa Rita hanno accolto gli amici del Centro diurno per anziani di Angri. Grazie alla disponibilità della direttrice Renzullo e del suo staff è stato possibile consolidare una bella amicizia. Una splendida serata danzante aperta dall’esibizione di una coppia di ballerini professionisti.

Festa grande sul terrazzo dell’Albergo per anziani Santa Rita

Foto di gruppo del gemellaggio tra Sarno e Angri

Su il sipario

Il gruppo teatro

Il teatro si inserisce tra le numerose attività organizzate per gli ospiti della Casa Albergo per anziani Santa Rita. Al ballo, alle lezioni di canto e ai corsi di cucina e cake design si aggiungono le lezioni di recitazioni guidate dall’attore professionista Antonio Izzo. Marzo 2015 Insieme

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Buon onomastico Eccellenza

Il Pastore della nostra Diocesi, mons. Giuseppe Giudice, festeggia l’onomastico il 19 marzo. Affidiamo il padre amorevole della nostra Chiesa pellegrina in Nocera Inferiore-Sarno a san Giuseppe, affinché Mons. Giuseppe sia sempre sorretGiudice to e guidato nel suo ministero episcopale.

Auguri di buon compleanno

Mons. Giuseppe Lanzetta ha festeggiato 87 anni, il 5 marzo; don Ciro Zarra (San Giovanni Battista, S. AnDon Ciro Zarra na, Nocera Inferiore) compie 27 anni, il 17 marzo; don Alessandro Cirillo (S. Giacomo Maggiore Apostolo, S. Valentino Torio) spegne 42 candeline, il 27 marzo. A voi, impegnati nella vigna del Signore, non manchi mai il sorriso e la gioia nel cuore. Auguri!

Anniversario di ordinazione presbiterale

Don Vincenzo Ruggiero (S. Bartolomeo Apostolo, Nocera Inferiore) festeggia 46 anni di ordinazione presbiterale, il 29 marzo. Il suo ministero continui ad essere orientato all’amore per il prossimo.

Buon compleanno ai referenti

Danilo Sorrentino (Gesù Risorto, Pagani) spegne 22 candeline, il 16 marzo; Massimo Ferrara (S. Matteo, Nocera Inferiore) festeggia 44 anni, il 24 marzo. Il vostro servizio umile e generoso per la comunicazione e diffusione della Buona Notizia, sia sempre illuminato dalla fede. Auguri!

Un augurio speciale

Vincenzo Massa e Rosalia Storelli hanno festeggiato il diciottesimo anniversario di matrimonio, l’8 marzo. Il Signore vi benedica e vi dia la forza di vivere sempre nell’amore che ha donato a noi la vita. Dai vostri gioielli. Lele ed Angela Giulia

90 candelIne

Lo scorso 17 gennaio nonna Sofia ha compiuto 90 anni. Punto di riferimento, fresco fiore di vita, giungano con tutto l’amore gli auguri da tutti noi! I tuoi figli, i tuoi nipoti e i tuoi “bis” nipoti Emanuele e Aurora.

Redazione in festa

Antonietta Abete, vicedirettore di Insieme, festeggia il compleanno il 22 marzo; Sofia Russo, responsabile del marketing, spegne le candeline il 26 marzo. Ai nostri angeli di redazione i migliori auguri di buon compleanno, affinché il loro lavoro continui ad essere testimonianza dell’amore e della passione per la Verità.

Il nostro cordoglio

La comunità di S. Antonio di Padova di Poggiomarino piange la scomparsa del caro Tonino Bosco. Catechista della prima comunità neocatecumenale, testimone di fede adulta, di poche e sagge parole. Ha abbracciato tante croci ed è stato umile servitore della comunità parrocchiale. Il Signore accolga la sua anima tra i Santi del Cielo.

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Il concorso è organizzato dal Servizio C.E.I. per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. Marzo 2015 Insieme

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auguri papà Le dediche dei nostri lettori Per papà Alfonso Mi hai dato tutto. E sono ciò che tu volevi: “l’amore, l’onestà e la gioia della vita”. Grazie per i tuoi doni. Francesca Damiano Per papà Giovanni Papà, quest’anno è più difficile farti una dedica. Da quando te ne sei andato ogni cosa ha preso una forma e un significato diverso. Mi manca seguire il tuo esempio di infinita bontà e di fede, mi mancano le nostre chiacchierate e il prenderci in giro, mi manca ridere con te... Sull’esempio di Sant’Agostino provo a non chiederti, o Signore, perché me lo hai tolto, ma a ringraziarti per avermelo donato come padre. Auguri “papozzo” . Antonio Attianese

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Per papà Antonio Fai davvero tanto per noi e, poi, a fine serata, ti basta una semplice carezza per sentirti felice e ripagato di tutto. Grazie Papà, sei magico! Tantissimi auguri. Francesco e Carmine Coppola Per papà Luciano Caro papà, grazie per la tua presenza. Grazie perché sei un papà speciale per me e per Vincenzo che dal cielo continua a prendersi cura di te. Per la tua festa e per tutti gli altri giorni regalaci un sorriso. Ti vogliamo bene. Lucia e Vincenzo Vastola Per papà Alfonso Al papà più caro, paziente, rassicurante e buono che ci sia. Nessuno è più ricco di noi che possediamo un tesoro di papà. Auguri speciali.

Le tue figlie, Gerardina, Elsa e Antonella de Vivo Per papà Giuseppe Caro papà, ti giungano i nostri auguri in questo giorno speciale in cui festeggi anche l’onomastico. Grazie per il tuo sostegno, per la discrezione, per la silenziosa presenza. Per la leggerezza nell’affrontare la vita e le difficoltà quotidiane. Instancabile, paziente ed insuperabile, sai leggere nelle pieghe dell’anima di ogni tua “perla”. Auguri papà! Le tue perle, Marilena, Claudia e Sabrina Per papà Francesco Lanzetta Ti adoperi sempre e con tutte le tue forze per assicurarci continuamente il bene. Non potevamo avere un padre migliore! Tanti auguri papà. I tuoi figli, padre Serafino,

Caterina e Michele Per papà Gianni Mazzeo L’esempio, la forza, il coraggio: in te, papà, troviamo la guida per crescere con valori e principi saldi. Tanti auguri dai piccolini Francesco Maria, Michele Maria e Niccolò Maria Per papà Francesco Esposito Il baluardo nel nostro cammino, la sicurezza nella nostra vita: tanti auguri caro papà. Ti vogliamo un gran bene. Maria Chiara e Dalila Per papà Bruno A te che sai sempre come farci ridere, A te che affronti i problemi senza abbatterti mai A te che hai spalle forti e mani grandi, fatte apposta per proteggerci


A te che sei quanto di più eccezionale potessimo desiderare dalla vita tanti auguri papà. Mariantonia e Martina Per papà Francesco Amato Non avrei potuto scegliere che te come papà. So che sarai il suo cavallo a dondolo, il suo aeroplano, il suo primo amico, la guida che gli indicherà la strada... Gli insegnerai a non mollare, ne avrai cura in ogni fase della sua vita... Buona prima festa del papà. Ilaria e il piccolo Simone Per papà Costantino Mio caro papà, se tu fossi una canzone saresti la più bella melodia, se fossi un albero saresti una robusta quercia, se fossi una stella saresti la più luminosa che indica la strada giusta da seguire. Auguri. Marzia Francese Per papà Giuseppe Tutti credono di avere il papà

più buono del mondo, io non lo credo, ne sono certa! Auguri. Imma Biondino Per papà Luigi La bellezza dell’essere figlio sta nell’avere un papà come te! Tanti auguri. Claudio Gargano Per papà Giuseppe All’uomo più importante della mia vita, perché con la tua allegria e dolcezza porti il sole in tutti i giorni Auguri papà Peppino! Maria Rosaria Russo Per papà Vincenzo Sei il papà più buono e gentile del mondo. Sei parte del mio cuore. Ti voglio bene papà. Giuseppe Violante Per papà Antonio In questo giorno speciale vorrei che tu potessi ricevere tutto l’amore che hai sempre dato a noi.

Francesco e Valerio Salvatore Per papà Basilio Al mio papà che di affetto me ne regala davvero tanto e di sacrificarsi per me non è mai stanco! Ti voglio bene papà! Laura Casolino Caso Papà, spero un giorno di poter ripagare i sacrifici che hai fatto per crescermi, rendendoti fiero di me! Tanti auguri! Giusy Contaldo Auguri papà, restami sempre accanto perché quando ci sei tu non ho paura di nulla. Gennaro Pepe Per papà Carlo Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te… Da oggi tocca a noi dirla per te. Tanti auguri. Norma, Antonia, Emmanuele e Aniello Lettieri Al nonno Ninuccio Sei la nostra roccia e noi

vogliamo essere la tua! Salvatore, Daniele, Salvatore, Maria Giovanna, Anna Chiara e Aurora Caro papà, voglio farti gli auguri per questo giorno meraviglioso, dedicato a te. Tu per me sei il più grande e forte di tutti! Raffaele Granturco A te che sei un papà speciale, auguro tutto il bene del mondo. Rosa Mauro Eri un papà speciale... Ti voglio bene! Carletto Farina Caro papà, per tua festa ti auguro tanta felicità! Salvatore Rotondo Papà, per me sei la fine del mondo e nessuno è meglio di te! Girolamo Russo Per papà Gerardo Tanti auguri Gerry! Salvatore e Daniele D’Angelo

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

Foto Salvatore Alfano

VERSO FIRENZE

Leggiamo insieme il secondo capitolo della Traccia che ci accompagnerà al Convegno ecclesiale di Firenze

Esempio di volontariato, definito «autentico dono di tempo e di talenti»

Rilanciare i legami «L o scenario dell’annuncio del Vangelo» è il titolo che il comitato preparatorio del Convegno di Firenze ha voluto dare al secondo capitolo della Traccia. Un passaggio per capire in quale ambiente si muove la Chiesa italiana. Attraverso le esperienze delle Diocesi si intravede la «complessa realtà in cui l’annuncio evangelico è lievito di un umanesimo rinnovato in Cristo Gesù». Viene fuori una fotografia «sempre più plurale e complessa, per l’evolversi della cultura occidentale e per l’arrivo di tanti immigrati, portatori di valori e mentalità diverse. La recente crisi economica, inoltre, con le sue drammatiche conseguenze ha appesantito la dinamica culturale e sociale del Paese». In questo contesto è necessario riconoscere i segni dei tempi. Da qui l’importante compito delle comunità cristiane: «Aiutarsi a vicenda a non rimanere disorientate e quindi solo re-

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attive o rassegnate di fronte a fenomeni culturali di cui non comprendono a sufficienza la provenienza e l’intenzione; a evitare di subire interpretazioni fabbricate altrove; a testimoniare con la vita ciò in cui credono, incarnando nella concretezza dell’esistenza il valore universale dell’umano». L’uomo è relazione. Occorre, per questo, rilanciare i legami. Perderli «porta a concepire l’uomo come una costruzione indeterminata, affidata esclusivamente alle proprie mani, alle leggi del sistema o alla tecnica». Ne consegue la «difficoltà a riconoscere il volto dell’altro» a causa di una deriva autoreferenziale. L’autoreferenzialità, si legge, è «così pervasiva che s’insinua nella vita dei singoli come in quella delle comunità, nella vita del Paese e anche in quella della Chiesa. Questa pretesa chiude gli occhi e il cuore, rende asfittica la nostra vita, consumandola dall’interno».

Ma la persona vive in relazione. È opportuno far passare questo concetto, presente «come un filo rosso» nonostante «le contraddizioni» dell’oggi. Esperienze di relazione sono l’impegno educativo di oratori, associazioni sportive, della scuola e del volontariato, definito «autentico dono di tempo e di talenti». Si parte da qui per innescare «una tensione d’incontro in noi». Se avviene, come è auspicabile, è perché «noi siamo, di fatto, relazione. Lo siamo prima ancora di sceglierlo o di rigettarlo consapevolmente, perché non veniamo da noi stessi, ma ci riceviamo da altri, non solo all’origine della nostra vita ma in tutto ciò che siamo e abbiamo». Sforzarsi, insomma, di «riconoscersi generati, cioè figli». «D’altronde – si legge nella parte finale del secondo capitolo –, al cuore del senso dell’umano rivelato in Gesù Cristo non sta il nostro essere figli?». Salvatore D’Angelo


Dal 23 al 28 marzo le iniziative del Concilio Giovane animeranno le foranie. Tra gli appuntamenti la Via Crucis a Striano e il dialogo con il mondo della scuola a Nocera Inferiore

Una settimana N di gioia

el calendario del Concilio Giovane c’è la settimana di evangelizzazione nelle foranie della diocesi. Sei giorni di attività che culmineranno nella Domenica delle palme, giornata mondiale della gioventù. L’appuntamento finale sarà vissuto nelle rispettive parrocchie, è nei giorni precedenti che la comunità diocesana sarà chiamati a riunirsi e ad aprirsi alle città. Il primo appuntamento è per il 23 marzo nella forania di Angri, seguiranno il 24 Nocera Superiore/Roccapiemonte, il 25 Sarno, il 26 la forania di San Valentino Torio/San Marzano sul Sarno/Striano/Poggiomarino, il 27 sarà la volta di Pagani e sabato 28 toccherà a Nocera Inferiore. Un percorso di «preparazione alla Pasqua nella settimana che ci conduce alla Giornata dei giovani», ha spiegato don Giuseppe Pironti, assistente del Concilio Giovane. Gli incontri, caratterizzati da momenti di animazione, preghiera e evangelizzazione, vogliono coinvolgere attivamente le giovani generazioni dell’Agro. Due foranie saranno chiamate a vivere in maniera particolare questa settimana. Il 26 marzo, infatti, a Striano si terrà la via Crucis diocesana, mentre il 28 Nocera Inferiore accoglierà una mattinata in dialogo con il mondo della scuola. Salvatore D’Angelo

PRESENTATA LA TRACCIA

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o scorso 16 febbraio il Vescovo ha consegnato ai delegati delle parrocchie e delle associazioni della Diocesi la Traccia del Concilio Giovane. «Vino nuovo in otri nuovi» è il tema della pubblicazione, che raccoglie gli Orientamenti pastorali degli ultimi anni. Partire da lì per una pastorale rinnovata dallo Spirito Santo. Il testo contiene anche una scheda che dovrà essere approfondita dalle comunità parrocchiali, affinché si esprimano dodici parole, scelte dagli Orientamenti, per parlare all’uomo di oggi.

Questi termini dovranno poi essere incrociati con le cinque vie verso l’umanità nuova, cinque verbi proposti nell’ambito del Convegno ecclesiale di Firenze: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. La consegna della Traccia è avvenuta in occasione della Tappa ecclesiale che si è tenuta nella Concattedrale di Sarno. L’incontro è stato caratterizzato dalla Lectio di don Antonio Landi. Il biblista ha ricordato che «è la comunità che parla», quindi il Concilio dovrà «essere un cammino che por-

ta al noi». «Rileggere e approfondire gli Orientamenti – ha detto il Vescovo, monsignor Giuseppe Giudice – ci aiuterà a trovare alcune parole da condividere per costruire il noi della Chiesa».

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VITA ECCLESIALE Un momento della Giornata diocesana dell'ammalato

Cure

per tutti Il Vescovo lancia l’idea di aprire un ambulatorio solidale

«U

n ambulatorio solidale per assicurare le cure sanitarie a chi non ha i soldi, perché chi soffre non resti con le bestie, ma si lasci servire dagli angeli». È la proposta che monsignor Giuseppe Giudice ha lanciato alla Chiesa diocesana durante la celebrazione per la Giornata del malato. Monsignor Giudice chiede, insomma, un impegno concreto, che vada al di là dei buoni propositi e delle parole, in linea con quanto attuato da papa Francesco. Le docce e il barbiere per i clochard sotto il colonnato di San Pietro rappresentano solo l’ultima di una serie di attività volute dal pontefice. Il Vescovo non è nuovo a iniziative simili. Ha sostenuto con forza l’apertura di Casa Betania a Codola, che offre un tetto a chi l’ha perso, ma ha anche istituito un fondo di carità per intervenire dove c’è bisogno. La proposta provocazione di un ambulatorio solidale dove chi non ha i soldi si possa curare è solo il prossimo passo che vuole compiere una Chiesa già in prima linea grazie alla Caritas, sempre più spesso chiamata ad occuparsi della salute degli ultimi. Salvatore D’Angelo

Segni visibili

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ue compleanni importanti. L’8 marzo ha spento due candeline la “Mensa di Tommaso”, inaugurata nel 2013 nelle strutture del Carminello ad Arco di Pagani. Il giorno dopo, il 9, ha spento una candelina la residenza per senza tetto Casa Betania di Roccapiemonte. Due strut-

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In formazione ture che hanno consentito di dare una speranza agli ultimi dell’A gro. A Pagani mangiano in media quaranta persone al giorno, mentre a Codola in 365 giorni gli otto letti a disposizione non sono mai rimasti inoccupati. Moltiplicati, si hanno numeri importanti, specchio dei bisogni crescenti del-

la valle del Sarno. Attività, quella voluta da don Flaviano Calenda e quella gestita dal Buon Samaritano Onlus, che si reggono sulle forze dei volontari. Per questo è sempre valido l’invito a sostenere e incontrare in queste realtà il Cirsto che dice «ho avuto fame e mi avete dato da mangiare».

Il 23 febbraio è cominciato il Corso di preparazione per i nuovi Ministri Straordinari della Comunione organizzato dall’Ufficio Liturgico. I nuovi ministri sono stati scelti dai parroci per il loro amore all’Eucaristia e per le loro capacità umane di accostare i malati.


Nel ricordo di don Mario Ad un anno dalla scomparsa di mons. Vassalluzzo, le comunità parrocchiali che lo hanno avuto come guida lo ricordano con affetto

L Mons. Mario Vassalluzzo

Scuola e Chiesa insieme Il 18 marzo, nell’aula consiliare del Comune di Nocera Inferiore, si terrà il convegno “L’incidenza culturale del Giambattista Vico sul territorio” promosso dalla Biblioteca diocesana e dal liceo classico in occasione dei 150 anni dell’istituto. Appuntamento alle ore 9.30.

a partenza per il paradiso di monsignor Mario Vassalluzzo, avvenuta il 4 marzo 2014, ha lasciato un vuoto nel cuore di quanti hanno avuto modo di conoscerlo e collaborarci. Un sacerdote d’altri tempi, un grande studioso e appassionato di storia e cultura locale, antesignano nel campo delle comunicazioni sociali. La parrocchia San Giovanni Battista di Roccapiemonte lo ricorderà dedicandogli una sala per gli incontri, dove sono raccolti i suoi volumi e alcune tesi di laurea a cui ha collaborato. Un luogo dove approfondire la storia del territorio e, in particolare, della diocesi. Il parroco, padre Giuseppe Ferraioli, lo ricorda così: «Mi ha insegnato il rispetto per i confratelli e il bene per Roccapiemonte. Ha davvero amato queste persone, lo dice anche la scelta di essere sepolto qui. Discretamente, si in-

formava e seguiva il percorso di tutti». Il 4 marzo, in contemporanea con Roccapiemonte, pure la parrocchia San Michele Arcangelo di Nocera Superiore, che lo ha avuto quale guida per più di venti anni, si è riunita in preghiera per lui. Don Giuseppe Perano, suo giovane successore a Croce Malloni, ha detto: «Mi ha lasciato un esempio di disponibilità, paternità e grande senso di obbedienza alla Chiesa». Un profilo particolare lo ha tratteggiato l’amico fraterno Basilio Fimiani: «La fraternità – ha detto – è un rapporto che continua anche se non ci si vede. Don Mario è stato fratello di tanta gente senza nome. Semplice, capace di arrivare al cuore di tutti. Un uomo e un sacerdote pieno di sentimenti che ha contribuito a creare una scuola di preghiera e di affetto». Sa. D’An.

Al servizio dei giovani

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i è svolto a Brindisi, dal 9 al 12 febbraio, il Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile organizzato dalla CEI. A rappresentare la nostra diocesi il Responsabile don Giuseppe Pironti, l’Assistente don Giuseppe Perano e, per il Progetto Policoro, l’Animatore Antonio Francese. Quattro giorni intensi, con relazioni e laboratori per riflettere insieme sull’educazione, tema fondamentale nel percorso della Pastorale Giovanile. Come educare i nostri giovani? Come raccontargli la fede? Come fargli sentire la nostra presenza e la nostra vicinanza? Come fargli respirare un’aria di famiglia e di accoglienza? Queste, le domande che hanno guidato il nostro cammino di quei giorni. L’Equipe di Pastorale Giovanile

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DON ENRICO SMALDONE Il prete che amava i bambini di Antonietta Abete

“NoN vi peNtite di Fare iL beNe”

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essendo mese dopo mese il filo del racconto siamo giunti all’anno 1953. La Città continua a prendere forma. In una lettera inviata a Federico Russo, il 23 aprile del 1953, don Enrico Smaldone scrive: «Ti comunico con gioia che per la fine di maggio sarà completata la cappella e una stanza di ricevimento per gli ospiti che ci invierai». Una foto del piccolo Domenico Cosentino, l’ultimo arrivato, fa compagnia al foglio bianco al quale il sacerdote affida le confidenze per l’amico. Un legame intenso che gli farà affermare: “Il tuo nome rimarrà legato alla mia vita, a questa grandiosa opera che gronda di sudore e di sangue versato senza pentimento, nei nostri diurni sacrifici, nelle nostre ansie, nelle nostre notti insonni” (20 luglio 1954). Nel mese di maggio un grave lutto si abbatte sulla famiglia Smaldone: una delle sorelle di don Enrico, malata di cuore, ritorna in Cielo. Le esili spalle del sacerdote, già provate dalle preoccupazioni per i debiti nei confronti della ditta Lamaro, unite alla responsabilità di provvedere ai bambini a lui affidati, si piegano sotto il peso del dolore. Cambiali di 500mila lire turbano il suo riposo. Quando non riesce

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a mettere insieme tutta la cifra, versa quello che può mentre bussa a tante porte nella speranza di ottenere un contributo governativo che possa risollevare le finanze della Città. Scrive al dottor Lamaro. Addolorato dalla morte della sorella, prima di partire per Roma, invia al dottore Lamaro una lettera confessione: «Non sono stanco di correre ovunque vedo la possibilità di un aiuto, ma non posso nasconderVi che spesso, a sera, con un profondo accoramento passo in rassegna tutte le persone che mi sbalzano a destra e a sinistra e, nel mio fantastico girovagare di persona in persona, sono costretto a ridurmi sempre a Voi, che siete rimasto veramente unico nella vostra paziente e costante bontà, a tirarmi lentamente fuori da questo mare di ansie e preoccupazioni, accettando a sconto del mio debito quello che le mie forze riescono a raggranellare». È stanco don Enrico, ma non perde neppure per un momento la sua incredibile tenacia: «Per questo la Città dei Ragazzi è più vostra che mia: io vi potrò spendere tutta la mia vita, ma oggi essa è nelle vostre mani, perché dipende da Voi,

lA vItA nellA cIttà dAl 1953 Al 1957: Il condono del debIto dA PArte dellA dIttA lAmAro e lA reAlIzzAzIone del terzo e ultImo PIAno dell’edIfIcIo


dalla vostra bontà farla persistere oppure farla ritornare, come all’inizio, solo ad un’ardente aspirazione. E anche se Voi la riduceste al nulla, non fareste cosa ingiusta, perché vendichereste un giusto vostro diritto».

Un gruppo di ragazzi ospiti della Città. A sinistra un particolare della costruzione di uno dei piani dell'edificio.

Il condono. Eppure, più forte del diritto e della giustizia è la misericordia di Dio. Qui l’uomo di Dio emerge in tutto il suo spessore. Subito dopo aggiunge: «Ma non Vi pentite di fare il bene. Nella vostra vita fra i tanti capitali investiti, senza dubbio, il migliore per il passato e per il futuro è quello investito nella Città dei Ragazzi. Vi sarà un momento nella vita, in cui saremo costretti a dare uno sguardo a tutto il nostro passato per cercarvi, ansiosi, le opere di bene, unico patrimonio da portare innanzi a Dio; la longanimità, l’amorosa pazienza che avete per noi sarà il più bel tesoro della vostra anima da consegnare nelle mani di Dio giusto e misericordioso». È l’11 maggio del 1953. Tre anni dopo arriva il condono del debito residuo. A darne notizia è Agnese Adinolfi, che

nel frattempo si era trasferita nella Città dei Ragazzi il 18 luglio del 1956, in un diario tenuto di suo pugno. Inizia a scrivere il 5 dicembre del 1957. La sua cronistoria è interrotta da una piccola nota: «Febbraio 1956. Torno indietro di circa due anni. Ho commesso una distrazione imperdonabile. In questi giorni di freddo inverno - siamo infatti coperti di neve -, don Enrico si reca a Napoli dal dottor Lamaro il quale gli condona il rimanente debito pari a 3 milioni e 75mila lire». Una somma non piccola se pensiamo che in quegli anni lo stipendio medio si aggirava attorno alle 50mila lire. Il terzo piano. Chissà quale grande sollievo avrà provato don Smaldone. Ma il suo sogno - quello che Dio gli aveva messo nel cuore quando giovanissimo sacerdote scrutava dalle scale della Chiesa di Santa Caterina la miseria dei numerosi ragazzi che trascorrevano gran parte della giornata per strada - non gli concede sosta. Nel 1957 viene costruito il terzo e ultimo piano dell’edificio.

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ILPANEDELLADOMENICA commenti a cura delle sorelle Clarisse del Monastero di Santa Chiara

Sussidio liturgico dalla V domenica di Quaresima alla II domenica del tempo di Pasqua (Anno B)

Ricevi, o Signore Ricevi, o Signore, le nostre paure e trasformale in fiducia. Ricevi la nostra sofferenza, e trasformala in crescita. Ricevi le nostre crisi, e trasformale in maturità. Ricevi le nostre lacrime, e trasformale in preghiera.

22 V domenica marzo di Quaresima 2015 (Anno B) Nelle immagini di questo mese alcune opere realizzate tra il 1400 e il 1600 da alcuni fra i più noti pittori della Scuola fiamminga.

Ricevi il nostro scoraggiamento, e trasformalo in fede. Ricevi la nostra solitudine, e trasformala in contemplazione. Ricevi le nostre attese, e trasformale in speranza. Ricevi la nostra morte, e trasformala in risurrezione. A. GANUBE

Le letture: “L’ho glorificato” Prima lettura: Ger 31,31-34 Salmo: Sal 50 Seconda lettura: Eb 5,7-9 Vangelo: Gv 12,20-33

Crocifissione di Antoon Van Dyck, XVII sec.

Il Vangelo: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore». (Cfr Gv 12, 24-26) Colore liturgico: VIOLA

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Dalla tristezza alla glorificazione

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a mia anima è triste fino alla morte: Gesù fa sua la nostra tristezza, la nostra ansia e paura di peccatori di fronte alla morte; ha assunto la nostra umanità non solo fino alla morte, ma fino all’angoscia che l’uomo prova di fronte alla morte. Tutta l’angoscia triste e mortale dell’umanità, passa nell’anima, nella libertà e nella preghiera di Gesù, e Lui la trasforma convertendola in obbedienza e glorificazione: Padre glorifica il tuo nome! La glorificazione del nome del Padre è come la ragione profonda della sua obbedienza, della sua missione, del dono e del sacrificio di tutta la sua vita. Ognuno di noi dovrebbe accordare la sua preghiera su questa nota, in cui il pregare è un porci come siamo, con umiltà di fronte a Dio Padre perché manifesti il suo amore di Padre in noi, anche attraverso le nostre tristezze e angosce. Allora tutto è compiuto.


29 domenica marzo DELLE PALME 2015 (Anno B)

5 domenica DI PASQUA, APRILE RESURREZIONE DEL SIGNORE 2015 (Anno B)

Le letture: “Uno dei Dodici”

Le letture: “Egli doveva risuscitare dai morti”

Prima lettura: Is 50,4-7 Salmo: Sal 21 Seconda lettura: Fil 2,6-11 Vangelo: Mc 14,1-15,47

Prima lettura: At 10,34a.37-43 Salmo: Sal 117 Seconda lettura: Col 3,1-4 Vangelo: Gv 20,1-9

Il Vangelo: «Gesù disse: “In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà”. Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: “Sono forse io?”. Egli disse loro: “Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto”». (Cfr Mc 14, 18-20 )

Il Vangelo: «Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”». (Cfr Gv 20, 1-2)

Colore liturgico: ROSSO

Colore liturgico: BIANCO

La scelta di Gesù

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no di voi mi tradirà. Un amico metterà Gesù nelle mani dei suoi nemici. Tutta la Passione e morte del Signore è l’opera di molteplici mani: le mani del Padre consegnano Gesù; le mani degli altri discepoli che l’abbandonano alle mani dei soldati; le mani di quelli che flagellano e colpiscono Gesù, che piantano i chiodi; le mani di Simone di Cirene che aiuta Gesù a portare la croce; e le mani di Maria che non trattengono il Figlio nella sua offerta. Ma al cuore di tutto ciò c’è Gesù che si consegna; malgrado tutte le apparenze, ciò che accade a partire dalla morte e dalla Risurrezione di Cristo è l’opera del più grande Amore: Prendete, questo è il mio corpo.

Ultima cena di Dieric Bouts il Vecchio XVI sec. particolare

Corpo di Cristo morto nella tomba di Hans Holbein il Giovane, 1521 - particolare

L'intreccio di vocazioni

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ietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due. La comunione dei primi due testimoni della Risurrezione è come l’intrecciarsi armonico di due temperamenti, di due vocazioni e missioni distinte. Fanno tutto assieme, ma in una complementarietà in cui nessuno dei due vede cancellata la propria identità. La loro amicizia ha trovato l’unità nell’esperienza e nella fede che renderà la loro comunione una testimonianza viva della Risurrezione di Cristo. Non avevano ancora compreso la Scrittura: insieme ora credevano e testimoniavano che la Risurrezione di Cristo è un avvenimento di salvezza, che salva dalla miseria, dalla morte e dal peccato, dalla divisione e dall’incapacità di amare. Marzo 2015 Insieme

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12 ii domenica APRILE dEL TEMPO 2015 DI PASQUA (Anno B)

Le letture: “Anche io mando voi” Prima lettura: At 4, 32-35 Salmo: Sal 117 Seconda lettura:1 Gv 5, 1-6 Vangelo: Gv 20, 19-31 Il Vangelo: «Otto giorni dopo […] venne Gesù […] e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!” […] Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”». (Cfr Gv 20, 26-29) Colore liturgico: BIANCO

Deposizione di Rogier van der Weyden, 1433 circa - particolare

Tommaso e la sua professione di fede

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discepoli gioirono nel vedere il Signore, poiché Egli è di nuovo al centro della loro vita e della loro storia. Essi contemplano nel Risorto, con le sue piaghe, l’immagine del Suo amore capace di trasformare la loro paura e angoscia in gioia, rendendoli testimoni dell’amore di Dio, che in Gesù Cristo, supera la morte. Se non vedo: in Tommaso possiamo riconoscerci di fronte al nostro desiderio di “sperimentare” Gesù, di “toccarlo”. Non vorremmo soltanto credere, ma “sentire”. Ed è Tommaso ad esprimere la più bella professione di fede Mio Signore e mio Dio: Gesù Risorto si fa sperimentare solo nella relazione personale, nel venire toccati e amati nella fede. Nell’Eucarestia, anche noi “tocchiamo” le sue ferite d’amore: luogo in cui accade il miracolo della fede e promessa che anche le nostre ferite saranno trasformate.

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI In dialogo con la scuola Il 18 marzo, alle ore 10.00, il Vescovo parteciperà ad un convegno promosso dalla Biblioteca diocesana e dal Liceo classico “Giambattista Vico” di Nocera Inferiore presso l’aula consiliare del Comune nocerino. La mattina del 28, nell’ambito della Settimana di evangelizzazione organizzata per il Concilio giovane, il Vescovo incontrerà gli alunni del biennio degli istituti superiori in piazza a Nocera Inferiore per la Giornata Diocesana dei Giovani promossa in collaborazione con l’Ufficio di pastorale scolastica.

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Insieme Marzo 2015

Buon onomastico Il 19 marzo, Solennità di san Giuseppe e festa onomastica del Vescovo, alle ore 20.00 ci sarà una Santa Messa in Cattedrale e, a seguire, la presentazione del centesimo numero di Insieme. Pregando dietro la Croce Il 20 marzo, alle ore 11.00, il Vescovo presiederà la Via Crucis all’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. Il 26, invece, alle ore 20.00, presiederà la Via Crucis diocesana a Striano. Gli appuntamenti della Settimana Santa Il 29 marzo, Domenica delle Palme, il Vescovo presiederà la

Santa Messa delle ore 11.00 nella Concattedrale di Sarno. Il 2 aprile, in Cattedrale, alle ore 10.00, ci sarà la Santa Messa Crismale. Monsignor Giudice presiederà il solenne Triduo pasquale nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani. Il 5 aprile, alle ore 10.30, il Pontificale di Pasqua sarà in Cattedrale a Nocera Inferiore. Il Sacramento della Cresima Il 12 aprile, alle ore 10.30, il Vescovo presiederà la celebrazione del sacramento della Confermazione per la forania di Nocera Inferiore nella parrocchia Maria Immacolata.

BENVENUTO FRANCESCO Il 21 marzo è una giornata importante per la Chiesa campana, che in mattinata accoglierà Papa Francesco a Pompei e poi lo accompagnerà durante la sua intensa giornata di visita a Napoli. Alle ore 11.00 è in programma la Solenne Celebrazione Eucaristica in piazza del Plebiscito.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it


Il Vescovo distribuisce l’Eucaristia ad un ammalato

La soFFereNza, un’opportunità di grazia celebrata lo scorso 22 febbraio la seconda giornata diocesana dell’ammalato, istituita da mons. giuseppe giudice

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ro occhi per il cieco e piedi per lo zoppo…”: lo scorso 22 febbraio, giornata dedicata alla Cattedra di San Pietro e dies natalis del Cav. Alfonso Russo, fondatore della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, è stata celebrata la seconda giornata diocesana dell’ammalato, voluta ed istituita dal nostro amato vescovo mons. Giuseppe Giudice. Un giorno importante per l’intera diocesi, in particolar modo per i fratelli e le sorelle della P.U.A.C.S. che hanno ricordato con gioia e nostalgia il carissimo Alfonso Russo - per noi semplicemente Alfonso -, per quanto ha fatto e continua a fare attraverso la piccola Opera che il Signore gli ha ispirato.

Alle 17.00 il ritrovo e l’accoglienza. Numerose le organizzazioni presenti, c’erano anche l’UNITALSI di Nocera Inferiore e l’AVO, ma uno solo lo scopo: insieme per e con i fratelli ammalati. La sensazione provata è stata quella di una grande e bella famiglia, la nostra chiesa locale! Il Rosario, la Messa e l’Ave Maria di Lourdes cantata elevando al cielo i nostri occhi pieni di lacrime. Con una fiaccola accesa abbiamo ringraziato la Vergine Maria per questo bel momento di condivisione. È stato emozionante vedere alcuni fratelli ammalati pronunciare il loro grazie con sincerità e spontaneità, mentre con una mano stringevano la fiaccola, l’altra affondata in quella di alcuni “angioletti bianchi”, i fratel-

li e le sorelle degli ammalati. Il mondo della sofferenza fa sempre un po’ paura, ma il nostro Vescovo ha parlato ai nostri cuori sottolineando come proprio alla cattedra della sofferenza riusciamo a comprendere cos’è la vita. Questa esperienza ci aiuta a capire realmente il valore di una lacrima, di un sorriso o, più semplicemente, di una stretta di mano. A tutti i lettori estendiamo l’invito che il nostro Vescovo ha fatto ad ognuno di noi: la sofferenza è un’opportunità di grazia donataci dal Cielo. Ai volontari l’augurio di Maria Carmela, una nostra cara sorella: «I nostri occhi siano fiaccole per questi piccoli fratelli, come Giobbe vanno aiutati a rendere la sofferenza un’opportunità di grazia». Maria grauso

I volontari insieme agli ammalati

25 aPrILe 2015 “GIORNATA DEL MALATO” 58esimo pellegrinaggio a San Gerardo Maiella, presieduto da s. ecc. Mons. Giuseppe Giudice, Vescovo di nocera Inferiore – sarno Per info e prenotazioni: P.U.a.C.s. Monastero santa Maria della Purità Corso e. Padovano, 71 84016 Pagani (sa) Tel/fax: 081 91 62 85 monasterodellapurita@gmail.com

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I responsabili del settore sport

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ons. Pietro Farina ricordava: «Tutte le attività sportive hanno una caratteristica peculiare: riproducono sul piano simbolico la realtà della vita. Vincere, perdere, conseguire un successo o subire una sconfitta: sono sensazioni che ognuno di noi vive quotidianamente». Lo sport non deve perdere la capacità di educare ai valori dell’esistenza attraverso una “competizione sana e leale”, tesa a costruire persone capaci di interpretarla in modo autentico. Questa è la vera funzione educativa – quella che aiuta a superare un ostacolo apparentemente insormontabile o a dominare l’emozione prodotta da una straordinaria vittoria – e diventa realmente efficace se realizzata affiancando la famiglia, la scuola e la parrocchia. Nelle palestre, come negli oratori,

diverse generazioni sono cresciute l’una accanto all’altra. In questi luoghi alcune hanno costruito il proprio futuro, altre hanno trasferito la propria preziosa esperienza. La federazione è costretta a lanciare un allarme sul ruolo della famiglia che sembra aver smarrito il valore educativo del gioco. Mentre i figli scendono in campo per “giocare”, i genitori si lasciano andare ad atteggiamenti poco corretti. A tutti gli animatori, che negli oratori sono chiamati a gestire le attività sportive, è affidato l’arduo compito di far riscoprire, in primis ai genitori, il valore educativo e formativo di una sana competizione, ricordando un monito importante di San Filippo Neri: «Bambini, state buoni se potete, cari “genitori” state buoni e ricordate che i bambini si devono divertire».

Il monito dell’ANSPI L’associazione lancia un allarme: le famiglie hanno perso di vista il valore educativo del gioco

La famiglia dell’Anspi cresce L’ANSPI dà il benvenuto all’oratorio di Nocera Superiore, dedicato a padre Francesco Laudato, missionario salesiano

I I soci fondatori dell’oratorio, insieme al parroco don Giuseppe Perano, neo responsabile dell’Ufficio Sport e Tempo Libero Padre Francesco Laudato

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l piccolo Francesco nasce il 16 febbraio del 1933 da papà Pasquale e mamma Maria De Falco. Cresce in una famiglia contadina e riceve i primi insegnamenti cristiani dalla mamma e dalle suore Alcantarine presso le quali frequenta la scuola fino al 1945, anno in cui entra nel collegio Salesiano di Castellammare di Stabia. Dinanzi ai primi segni della vocazione sacerdotale, nel 1946 è trasferito presso l’Aspirantato Salesiano di Torre Annunziata. Successivamente, nel 1950, arriva al noviziato di Villa Moglia – Chieri, specializzato nella formazione missionaria. Padre Francesco fa la sua prima professione religiosa il 16 agosto del 1951. Ancora minorenne, ottenuta l’autorizzazione dal riluttante papà Pasquale, il 12 dicembre si imbarca da Napoli sulla motonave Paolo Toscanelli e arriva a Recife, in Brasile, il 25 dicembre del 1953. Successivamente si trasferisce a Natal.


NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

S. Maria Maddalena in Armillis S. Egidio del M. Albino

La Chiesa e gli ammalati

L

a Giornata mondiale del malato, voluta da Giovanni Paolo II e giunta alla XXIII edizione, ha avuto per tema un’espressione tratta dal libro di Giobbe «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo». Nel suo messaggio per la ricorrenza papa Francesco ha invitato a meditarla nella prospettiva della “sapientia cordis”, la sapienza del cuore, che solo il Signore dona. Il Pontefice ha, inoltre, sottolineato come dalla natura missionaria della Chiesa sgorgano «la carità effettiva per il prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove». In base ai dati dell’ultimo “Annuario statistico della Chiesa” gli istituti sanitari, di assistenza e beneficenza gestiti dalla Chiesa nel mondo sono complessivamente 115.352. Nel suo piccolo anche la Chiesa locale è stata impegnata nel diffondere nelle comunità parrocchiali e tra i malati il messaggio del Santo Padre attraverso anche la II Giornata Diocesana del Malato. Domenica 15 febbraio, infatti, durante la solenne celebrazione eucaristica diversi fedeli della parrocchia hanno ricevuto il sacramento dell’unzione con il quale il Signore risolleva da ogni fragilità e sofferenza, sia fisica che spirituale. Livia Rossi

San Giovanni Battista Striano

La homepage del sito www.parrocchiasgbstriano.com

Online il sito della parrocchia di Striano

È

stato pubblicato l’8 gennaio, in occasione della solennità di San Severino, patrono di Striano, il sito internet della parrocchia. Semplice ma incisivo nella sua veste grafica, nasce come idea di condivisione con lo scopo di uscire dalle sagrestie ed arrivare ai cittadini anche via web. Il sito raccoglie gli eventi, la liturgia domenicale, arricchita dai canti del coro Severiniano nella rubrica “Apri l’orecchio alla Parola”. La sezione parrocchia, raccoglie storia, cronotassi dei parroci e santi protettori. Sezione a parte per la catechesi, dall’iniziazione cristiana al corso matrimoniale. Uno sguardo particolare è dato alle opere d’arte, alla Caritas e alla Fraternità di Emmaus, che operano nel sociale attraverso i centri di ascolto e l’Oasi Nazareth. «Da oggi, l’ufficialità della parrocchia sul web – ha commentato il parroco, don Michele Fusco – è rappresentata solo ed esclusivamente dal sito parrocchiale, aperto a tutti, dal più piccolo al più grande». Raffaele Massa

FOTONOTIZIA Domenica 15 febbraio 2015: festa di Carnevale della parrocchia S. Alfonso in Sarno. L’unzione degli infermi Marzo 2015 Insieme

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NEWS DALLE PARROCCHIE Un momento della celebrazione eucaristica

San Teodoro Martire Sarno

La croce modello di vita

C Santa Maria del Presepe Nocera Inferiore

Giovani: “Insieme per ringraziare”

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reghiera, riflessione e solidarietà hanno reso speciale la condivisione del banchetto eucaristico da parte dei giovanissimi dell’Interact, con gli aderenti del Rotaract Nocera Inferiore-Sarno e con tanti altri giovani in occasione del ringraziamento per il nuovo anno, il 15 gennaio scorso. «Vedere la partecipazione di tanti giovani – ha sottolineato don Ciro Galisi – mi riempie il cuore di gioia e mi rende ancora più felice la consapevolezza che dei giovani spontaneamente mi abbiano chiesto di celebrare questa Messa». Tante le persone presenti alla celebrazione eucaristica, animata dai canti suggestivi della corale “Che bella compagnia” di Piera Frangione. Al momento dell’offertorio, i giovani hanno deposto ai piedi dell’altare tanti cesti pieni di merendine, biscotti e leccornie per i bambini del Buon Samaritano. Al termine, la presidente dell’Interact, Roberta La Mura, ha fatto presente che l’appuntamento tanto atteso dal suo club non aveva deluso le aspettative. È seguita una cena di beneficenza presso il ristorante “La Braseria centro storico”, il cui ricavato è stato devoluto all’associazione Onlus il Buon Samaritano. Maria Bonfiglio

resce la mia fedeltà a Cristo? Aumenta il mio desiderio di santità? La Quaresima ci pone di fronte a degli interrogativi. E solo nel mistero della croce riusciamo a comprendere l’azione divina e misericordiosa di Gesù, che si è fatto uomo per farci come Lui. Nel mistero della croce riscopriamo l’incommensurabile bene di Cristo per noi, Verbo che si è fatto carne per salvarci riconciliandoci con Dio. Nel mistero della croce comprendiamo l’amore che Dio ha riversato su di noi, tanto da “mandare il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per lui” (1 Gv 4,9). Guardando il crocifisso con occhi dritti e cuore saldo, la comunità teodorina cerca – in questo periodo di preparazione alla Pasqua – di rispondere ai mille quesiti ed alle tante turbolenze che la società dell’apparenza propone. Perché è solo nella croce, e nella sua contemplazione, che l’uomo di fede trova ogni sua risposta. E diventa santo. Michele Lanzetta

FOTONOTIZIA Il rientro della statua di San Biagio al termine della processione, lo scorso 3 febbraio.


Don Enzo Leopoldo con i bambini che hanno preso parte alla recita di Natale

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

“Un tozzo di pane”: il programma per la Quaresima

«C

ari fratelli e sorelle, quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa […] diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza», è dalle parole di papa Francesco che ha preso spunto il calendario per la Quaresima della comunità parrocchiale. Un percorso iniziato con la S. Messa del Mercoledì delle Ceneri, con il digiuno e l’astinenza dalle carni, e che si snoderà in alcuni appuntamenti fissi: ogni giovedì all’Adorazione eucaristica precederà il commento della liturgia della Parola della domenica successiva; tutti i venerdì di Quaresima si svolgerà la Via Crucis presso alcuni quartieri della parrocchia. Il 1314 marzo la comunità vivrà le “24 ore per il Signore”. Il 19 marzo, invece, al termine della S. Messa è prevista la benedizione dei papà e un successivo momento di festa. Infine, sabato 21 marzo, i fedeli sono invitati alla celebrazione penitenziale. M. P.

San Giovanni Battista Angri

I piccoli cantano il Natale

“N

atale è…” è stato il filo conduttore della recita che i nostri bambini, affidati alla scuola per l’infanzia “Casa del Padre” delle suore battistine di Angri, hanno tenuto il 20 dicembre, come momento di saluto e di auguri a tutte le famiglie. È stato bello poter partecipare alla gioia dei nostri figli, vedere i loro sorrisi, la loro emozione nel cantare le canzoncine e nel recitare le poesie imparate con tanto impegno e anche asciugare qualche lacrima dei più piccoli che si trovavano per la prima volta su un palco di fronte a tanti spettatori. L’incontro con tutte le mamme, i papà, i nonni, gli zii ha reso speciali gli auguri di Natale, ospitati nella magnifica cornice della parrocchia di San Giovanni Battista e accolti dal parroco, don Enzo Leopoldo, che ci ha fatti sentire davvero a casa. È grazie a don Enzo, alle nostre suore battistine, alla maestra Nunzia che abbiamo potuto scorgere negli occhi luminosi dei nostri figli la luce del Natale. E per tutti è stato più vero che Natale è avvento della vera luce che squarcia le tenebre della nostra piccolezza e che ci rende tutti fratelli, perché figli di un Dio che si è fatto carne per noi. Grazie di cuore. Le mamme

FOTONOTIZIA I componenti del comitato e consiglio regionale della Campania riuniti a Pompei lo scorso primo febbraio, hanno rinnovato l’organismo pastorale di servizio del comitato regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. A Giuseppe Contaldo, eletto coordinatore regionale, gli auguri più cari per il prossimo quadriennio, perché il suo mandato sia lievito nella massa.

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Gesù Risorto Pagani

“Seminatori di gioia” per la Pasqua

«C

i sono cristiani che sembrano avere uno stile da Quaresima senza Pasqua». È da questa frase dell’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di papa Francesco che parte il cammino di Quaresima per la parrocchia Gesù Risorto di Pagani. I vari gruppi parrocchiali, dai bambini del catechismo e dell’A.C.R. agli adulti, passando per il settore giovani, cercheranno, in questo periodo di riflessione e penitenza per i cristiani, di riportare alla luce una Chiesa gioiosa, capace di meravigliarsi nello scoprire che la vita quotidiana è visitata dalla misericordia di Dio. Saranno seminatori di gioia. Di settimana in settimana ci saranno una serie di atteggiamenti da seguire, proprio come un buon seminatore: seminare con coraggio, curare con fiducia, proteggere con determinazione, contemplare con gioia, attendere con fede e raccogliere con gratitudine, alla vigilia della Pasqua. Danilo Sorrentino

Il pianoforte appartenuto al Beato T. M. Fusco

Suore Figlie della Carità del Prez.mo Sangue Pagani

Il pianoforte del Beato Tommaso M. Fusco

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e Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue conservano nella Casa Madre dell’Istituto un bel pianoforte che è appartenuto al loro fondatore e che è ritornato in loro possesso dopo una serie di vicissitudini. Dopo la morte del Beato (24 febbraio 1891) i suoi beni furono divisi tra i parenti. A sua sorella Chiarina toccò il pianoforte, quest’ultima lo conservò gelosamente fino alla sua morte quando lo strumento passò in eredità al nipote Antonio Califano. Da questo momento in poi il pianoforte sarà venduto e tornerà alla Casa Madre, solo il 14 gennaio 1958 per opera dell’allora Madre vicaria, Suor Caterina Privato. La storia non finisce qui. Occorreva rimettere lo strumento deteriorato dal tempo in condizione di poter suonare. Grazie all’impegno del parroco dell’epoca, don Sabatino Celentano e al contributo delle comunità dell’ospedale Tortora di Pagani, delle Suore di Nocera e della clinica Galli, i lavori di restauro furono completati: il 5 giugno suor Dolores Scaringella inaugurò ufficialmente lo strumento con l’esecuzione dell’inno al Sangue Prezioso. Fiorentino Di Nardo

FOTONOTIZIA

Il tema scelto è esposto in parrocchia

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Un’insolita festa di Carnevale, organizzata nel laboratorio di uno scienziato, dove tra esperimenti e provette a suon di coriandoli e stelle filanti i bambini della parrocchia Regina Pacis di Angri si sono divertiti ballando e giocando insieme.


Gioventù francescana

In marcia verso un futuro di pace I partecipanti alla marcia per la pace

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gni anno in occasione della Giornata Mondiale per la Pace, che ricorre il primo gennaio, la Gioventù Francescana d’Italia promuove per tutto il mese il progetto “Dipingi le Piazze di Pace” con l’obiettivo di donare un messaggio di fratellanza. Su questa scia, quest’anno le fraternità Gi.Fra. di Nocera Inferiore “S. Antonio”, Nocera Superiore “S. Maria degli Angeli” e “Materdomini” hanno unito le forze organizzando, lo scorso 8 febbraio, una marcia per la pace che ha avuto inizio presso il Santuario di Materdomini con un momento di riflessione, e proseguita per le vie delle due Nocera fino a giungere presso la Chiesa di S. Antonio dove la marcia si è conclusa con un momento di Adorazione eucaristica. Durante il percorso, animato da canti e balli, c’è stata una sosta presso la Chiesa di S. Maria degli Angeli durante la quale ci siamo lasciati guidare dal versetto della Genesi “Cosa hai fatto del tuo fratello?”. Il tema centrale è stato: “Non più schiavi ma fratelli”, anche titolo del Messaggio che il Papa ha diffuso per la celebrazione della XLVIII Giornata Mondiale per la Pace. Un evento per uscire dalle sacrestie e testimoniare Cristo, uomo di pace. Paola Viscito

FOTONOTIZIA Le comunità di San Francesco di Paola e S. Maria delle Grazie in Pagani hanno iniziato la Quaresima in preghiera e con il digiuno, offrendone i frutti alla Caritas parrocchiale.

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IN PARROCCHIA

A CURA DELLA COMUnITÀ PARROCCHIALE sanT’anTonIo DI PaDoVa - PoGGIoMarIno CoorDInaTore DI reDazIone MarIano roTonDo

Piccoli e adulti in marcia per la pace e la libertà

lA grAnde mArcIA dI PoggIomArIno

LibertÀ e paCe

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o scorso 24 gennaio, l’Azione Cattolica di Poggiomarino ha invitato i cittadini e le parrocchie delle città limitrofe a scendere in strada e marciare. Da sempre gennaio è per l’A.C. il mese della pace, segnato quest’anno dai tragici eventi di Parigi. La marcia è stata preceduta da un momento di accoglienza e preparazione, le opere parrocchiali dei Santi Sposi in Poggiomarino hanno, infatti, aperto le loro porte alle parrocchie di Striano, San Valentino Torio, Casatori e San Marzano. Insieme agli educatori, i bambini hanno preparato cartelloni sulla Pace. Dopo varie riflessioni, i piccoli si sono preparati a marciare, indossando un cappellino a forma di matita, simbolo di vicinanza alle vittime di Parigi, segno che nel loro piccolo si impegnano a difendere la propria libertà. In mano un palloncino simbolo di speranza per un mondo migliore. In sottofondo canti di pace, la marcia è partita alla volta della chiesa di Sant’Antonio di Padova per la celebrazione della Messa, in testa il parroco di Poggiomarino. Tra la folla di cittadini in cammino, a sostenere l’iniziativa, il sindaco Leo Annunziata e il consigliere Alfonso Troiano. Prima della celebrazione eucaristica, all’esterno della chiesa, il corteo si è fermato per un emozionante momento di preghiera, terminato con il volo dei palloncini in segno di vicinanza alle vittime di attentati e guerre. Altrettanto emozionante l’omelia di don Alessandro Cirillo, parroco di San Giacomo Maggiore in San Valentino Torio che ha celebrato insieme al nostro parroco, padre Aldo D’Andria: «Abbiamo ricordato al mondo e al nostro territorio che camminare è un gesto di pace, di solidarietà e fraternità. Camminare è stare l’uno accanto all’altro, camminare è accogliere chi è diverso da me e incontro lungo la mia strada». Marianna Sorrentino

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Un momento della serata

IL “SÌ” ALLA VItA SI toCCA CoN MANo A Poggiomarino la parola alle famiglie ed ai medici

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edici, famiglie, fedeli, gruppi parrocchiali e gente normale. È il popolo della vita di Poggiomarino, che in massa ha “reso onore” alla settimana ed alla giornata della Vita, aprendo un solco in città su un argomento che resta sempre intenso e talvolta scottante. E sotto questo aspetto è stato veramente di impatto l’incontro che si è tenuto nella struttura dei santi sposi a cui hanno preso parte il primario del reparto di ginecologia dell’ospedale Umberto I di nocera Inferiore, antonio Vitiello, ed il medico della Terapia Intensiva neonatale, attilio Barbarulo. Due medici di frontiera, insomma, che hanno portato la loro esperienza in merito alla vita nascente e al “no” all’aborto. Una manifestazione segnata anche dalle tante famiglie che hanno accolto la vita: esperienze di chi ha accettato situazioni al limite in momenti difficili, di chi non ha badato ad altro che ad onorare la vita nascente. Una serata che ha toccato le corde del cuore e dell’anima.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

Prendendo spunto dal Messaggio per la Quaresima del vescovo Giuseppe che invita le parrocchie a diventare case del pane, la comunità ha realizzato un segno che li accompagnerà fino alla Pasqua: una chiesa con una porta speciale, quella di un forno. Fortificati dalla Parola e dall’Eucaristia, ciascuno è chiamato a prendersi cura di chi è nel bisogno.

Nel solco della dignità

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iamo nel cuore del Tempo quaresimale. Il cammino iniziato lo scorso 18 febbraio ci sta conducendo, poco alla volta, verso la grande Settimana santa per giungere purificati alla Pasqua di Risurrezione. La Liturgia di questo tempo penitenziale ci invita ad un’autentica “conversione” del cuore, un rinnovamento profondo capace di generare azioni e gesti concreti, espressione di un rinnovato cammino di fede, pronti ad annunciare ai vicini e ai lontani l’infinita misericordia di Dio. Il suo Sangue, versato per la redenzione di tutti, ci interpella e ci chiede di essere attenti alle necessità dei fratelli. Nel messaggio per la Quaresima - “Un tozzo di pane” (Gb 31,17) - scrive il vescovo Giuseppe: “Il tempo di Quaresima ci chiede di essere attenti ai poveri, per i quali le lacrime sono il pane giorno e notte (cf. Sal 42,2); ci è chiesto di fare delle nostre parrocchie case del pane, piccoli forni, luoghi dove si sforna pane fragrante, spirituale e materiale, capace di arrivare sulle tavole delle famiglie che ripetono l’unica e bella preghiera di Gesù: Dacci oggi il nostro pane quotidiano (cf. Mt 6,11)”.

L’invito. È con questo spirito che esorto ciascuno, in comunione con la Caritas parrocchiale, a far fruttificare nella concretezza l’amore per il prossimo. Cristo muore ancora fuori dalla città, come a Gerusalemme, per dare dignità all’uomo che vive nei bassifondi, nelle periferie, nei quartieri degradati che accolgono gli esclusi, i rifiutati, gli avanzi e gli “scarti creati – dice papa Francesco – dalla dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano”. Con forza e vigore, in questa Quaresima, il Signore ci interpella: chi vive nell’opulenza e nel benessere sia attento e si impegni a far scomparire le emergenze e i bisogni dei poveri. Siamo chiamati a far sgorgare dal cuore gesti di amore e di carità. Cristo, con la sua carità e il suo insegnamento, ci chiede: quale scelta stiamo facendo per i bisognosi? Quale forma di carità stiamo vivendo? Chiediamo al Figlio di Dio - scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati (…) Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Cor 1,23-24) - di illuminare il nostro cammino, sotto lo sguardo di Maria, nostra Madre Addolorata. Don Gaetano Ferraioli

Gesti concreti capaci di ridonare dignità ad ogni uomo: è questo l’invito che don Gaetano Ferraioli rivolge alla comunità per vivere il Tempo di Quaresima

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A CURA DELLA COMUnITÀ PARROCCHIALE sanTa MarIa DeL CarMIne - ss. annUnzIaTa - anGrI

L’omaggio al beato Alfonso Maria Fusco in piazza Annunziata

lo scorso 7 febbrAIo, lA nostrA comunItà hA celebrAto lA memorIA lIturgIcA del beAto Alfonso mArIA fusco. tre gIornI dI PreghIerA e rIflessIone culmInAtI In unA IntensA celebrAzIone eucArIstIcA

iNsieme per riCordare iL beato

O

gni giovedì la nostra comunità celebra la Giornata Eucaristica con l’esposizione di Gesù Eucaristia per l’intera giornata e l’Adorazione comunitaria serale. Per ricordare il beato Alfonso Maria Fusco, l’Adorazione si è svolta presso la cappella dove sono conservate le sue spoglie mortali: qui i fedeli si sono dati il cambio per l’intera giornata animati dal desiderio di fare compagna a Gesù. In serata, la preghiera è proseguita nella cappella di Casa Madre dove le Suore Battistine si riuniscono ogni giorno alla dolce presenza del quadro dell’Addolorata a cui don Alfonso era tanto devoto. A conclusione della serata le Suore hanno donato a tutti i presenti un sacchetto di confettini, gli stessi che il Beato aveva sempre in tasca e regalava ai bambini che incontrava per strada. Omaggio al Beato. Nella Celebrazione eucaristica vespertina di sabato 7 febbraio, animata dalle Suore Battistine, si è respirato davvero un clima familiare: le numerose persone presenti si sono raccolte in un intenso clima di preghiera. Nell’omelia, don Antonio Mancuso ha ricordato l’attenzione del Beato per i bambini e gli orfani, invitando i presenti ad essere genitori ed animatori attenti e disponibili. Dopo la Celebrazione, ci siamo spostati in piazza Annunziata. Le Madri Superiori di Casa del Padre e Casa Madre, suor Caterina e suor Giuseppina, hanno deposto una cesta di fiori ai piedi della statua del beato che troneggia nella piazza mentre la Scuola di Banda della comunità accompagnava il loro gesto con una musica gioiosa. Tre giorni ricchi di spiritualità, vissuti all’insegna della gioia e dell’unità, custodendo nel cuore il desiderio di pregare per la canonizzazione del nostro amato beato. Carmine giordano

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CENNI bIoGrAFICI

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l Beato alfonso Maria Fusco nacque ad angri il 23 marzo 1839 da aniello e Giuseppina schiavone. Primogenito di cinque figli, ricevette il nome del dottore della Chiesa, sant’alfonso Maria de Liguori, grazie alla “profezia” del redentorista Francesco saverio Pecorelli: «Avrete un figlio maschio, lo chiamerete Alfonso, sarà sacerdote e farà la vita del Beato alfonso». Divenuto sacerdote il 29 maggio 1863, dedicò la sua attività pastorale ai bambini poveri e orfani. Durante la sua vita riuscì a portare la sua opera oltre i confini angresi, finanche in America per accompagnare gli italiani che andavano a cercare fortuna oltreoceano. Don alfonso morì il 6 febbraio 1910 ad angri, nell’Istituto da lui fondato. Dopo la morte, la sua opera si è diffusa in 16 nazioni di 4 continenti ed il 7 ottobre 2010 è stato proclamato Beato insieme al conterraneo Tommaso M. Fusco. Attualmente è in corso il processo di canonizzazione che potrebbe concludersi positivamente entro quest’anno.


A CURA DELLA COMUnITÀ PARROCCHIALE san sIsTo II - PaGanI CoorDInaTore reDazIone ParroCCHIaLe: MICHeLe raIoLa

NeLLa Gioia e NeL doLore Il gruppo di fidanzati che si prepara al matrimonio, insieme ai catechisti e a don Giuseppe Pironti

è PArtIto, lo scorso 7 febbrAIo, Il corso dI PrePArAzIone Al mAtrImonIo

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ue coppie di sposi – Barbara De Santis e Pasquale Terracina, Patrizia e Nando Persi – dallo scorso 7 febbraio, due volte al mese, accompagnano i fidanzati che si preparano al matrimonio. Un percorso fatto di riflessioni, domande e risposte sulla sfida coniugale. Presente al primo incontro, don Giuseppe Pironti ha ricordato ai nubendi che “per sposarsi si deve uscire dal guscio, completamente e non a metà”. Il guscio, ha spiegato il sacerdote, rappresenta l’egoismo, le reticenze e le riserve mentali che non permettono di unirsi nella grande frittata matrimoniale. “Se facciamo la volontà di Dio, il nostro destino è la felicità” – ha sottolineato Barbara De Santis. Solo Lui conosce la nostra vocazione e di cosa ha bisogno il nostro cuore. Marianna Attianese

NuoVE INIzIAtIVE PArroCChIALI

“SoLo PEr AMorE”

CHI BEN COMINCIA… LA SETTIMANA

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Con questo slogan è stata lanciata una nuova iniziativa parrocchiale: ogni lunedì mattina, alle ore 7.45, don Giuseppe invita studenti e docenti a pregare insieme per cinque minuti, facendo tesoro di una citazione di s. Tommaso D’aquino: “Per applicarti allo studio, per acquistare il tesoro della scienza, non voler entrare subito in mare, ma arrivaci attraverso i ruscelli, perché è dalle cose più facili che bisogna pervenire alle più difficili”. Quale ruscello è più idoneo della preghiera? L’iniziativa sta avendo grande successo.

asCoLTo e DIaLoGo

Il compito educativo pone famiglie e scuola di fronte a sfide di enorme portata e il supporto di uno psicologo può essere davvero utile. Per questo motivo la parrocchia ha aperto uno sportello di consulenza che ha l’obiettivo di dare risposta alle frequenti domande sulla crescita e l’educazione dei nostri ragazzi. aperto ogni venerdì, dalle 18.30 alle 19.30 nei locali parrocchiali, lo sportello è al servizio di tutti.

icco di novità è il grande evento pasquale che la compagnia teatrale interparrocchiale “san sisto II – Pagani e san Giovanni Battista – Cicalesi, nocera Inferiore” propone sulla Passione di Cristo vista dalle donne dei Vangeli. “Solo per amore” – Requiem for a Dream”, è questo il titolo della rappresentazione che si svolgerà sabato 28 marzo nella parrocchia di san Giovanni Battista in Cicalesi e martedì 31 marzo nella Chiesa di san sisto II a Pagani, alle ore 20.00. attori, registi, musici, coreografi e operatori tecnici stanno sperimentando che l’unione tra le due parrocchie fortifica gli animi e che lavorare per Lui rappresenta la migliore gratificazione che si possa ricevere. La Redazione Marzo 2015 InsIeMe

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE

Uno spazio per tutti Al via l’importante progetto di riqualificazione dell’area esterna dell’Oratorio “Canonico Fiorillo”, candidato a divenire centro di quartiere In alto l’attuale campetto polivalente. Sotto il complesso dopo l’intervento di ristrutturazione

C’

è aria di radicali novità per l’Oratorio “Canonico Fiorillo”. Infatti le Associazioni Officina 2009 e Polis Nocera Superiore, insieme alla parrocchia, stanno lavorando ad un progetto di riqualificazione dell’area esterna alla struttura parrocchiale. Il campetto polivalente, vero e proprio gioiello, consentirà la realizzazione di attività non solo per i ragazzi che già frequentano la comunità, ma potrà svolgere la funzione di vero e proprio centro di quartiere. Inoltre, Officina

2009 già da mesi ha lanciato un segnale di forte volontà nella realizzazione di questo progetto con la donazione degli utili della gara podistica “Nuceria Run”. Don Roberto ha creato un fondo attraverso il quale chiunque può effettuare una donazione e contribuire a finanziare il progetto. Per saperne di più, basta rivolgersi in parrocchia. Per il mese di marzo è in cantiere un convegno nel quale saranno presentati il progetto esecutivo e i tempi di realizzazione. Carlo Attanasio

Il restauro

delle statue dei Santi Patroni La statua di S. Pasquale Baylon La statua della Madonna di Costantinopoli durante la missione parrocchiale nell’Anno della Fede

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Insieme Marzo 2015

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opo il lungo restauro della Chiesa parrocchiale, avviato nel 2008, nell’anno in cui la comunità celebra il 400° anniversario della sua costruzione, è giunto il tempo di pensare alle statue della nostra parrocchia, patrimonio non solo artistico ma di culto e di fede, tramandato nei secoli. Dopo il restauro di Sant’Antonio, Sant’Agnello e Santa Lucia, è il momento de L’Ecce Homo, L’Addolorata e San Giovanni Evangelista. Successivamente toccherà al Cuore di Gesù, San Giuseppe e Santa Rita. Molto atteso è il restauro dei Santi Patroni: Maria SS. di Costantinopoli e San Pasquale Baylon, statue lignee della seconda metà del XVIII secolo. Le venerate immagini sono state consegnate alla restauratrice, Prof.ssa Maria Rosaria Ruggiero, lo scorso 8 febbraio, al termine della celebrazione eucaristica, tra l’emozione dei fedeli. Il nostro parroco, don Roberto Farruggio, ha sottolineato che non dobbiamo essere legati alle statue ma al Santo, esempio di vita cristiana da imitare nella sequela di Cristo. Le statue saranno accolte solennemente il prossimo 8 maggio, inizio della tradizionale Novena al Santo dell’Eucarestia. Gennaro Pagano


In reDazIone MarIa anGeLa BIsoGno e CInzIa FaIeLLa

98/100… non è Il voto dI un esAme dI mAturItà mA lA PresenzA dellA nostrA PArrocchIA su INSIeMe che questo mese festeggIA Il suo 100esImo numero Un’immagine della processione del Venerdì Santo pubblicata nel marzo del 2007

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nno 2006. Da tempo accarezzavamo l’idea di stampare un giornale tutto nostro. Sollecitati dal nostro parroco, abbiamo accolto l’idea di essere parte integrante del giornale diocesano: durante il primo anno con uno spazio nelle News dalle parrocchie, da marzo 2007 con due intere pagine e la creazione - siamo stati i primi a farlo! - di una redazione parrocchiale. Ringraziamo la redazione diocesana di Insieme che ci dona questa avvincente opportunità e i tanti lettori che ci seguono, mostrandoci il loro apprezzamento. Portando nel cuore il nostro 98/100 ci auguriamo di costruire quanto auspicato dal Concilio Vaticano II: “Al fine di formare i lettori ad un genuino spirito cristiano, si promuova e si sostenga una stampa autenticamente cattolica, allo scopo di poter giudicare cristianamente ogni avvenimento” (Inter Mirifica, 14). Mariangela bisogno e Cinzia Faiella

LA CoNDIVISIoNE DEL PANE La Domenica in albis sarà arricchita dal pranzo di solidarietà, fiore all’occhiello tra le numerose attività organizzate dalla comunità parrocchiale

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ra i tanti appuntamenti che impreziosiscono il Tempo di Avvento, c’è il “pranzo di solidarietà” che per il 2015 è stato rimandato alla Domenica in albis con l’obiettivo di raddoppiare la gioia della resurrezione. La condivisione della tavola per vivere un’esperienza di autentica fraternità. L’ascolto, l’accoglienza, la comprensione, la condivisione, il calore di un sorriso: questi gli ingredienti che rendono l’iniziativa davvero speciale.

Susy Ferrentino

Il pranzo di solidarietà dello scorso anno

Le nostre sentinelle LUCIa DeLL’aGLIo, MICHeLe senaTore, FranCesCo aDInoLFI, GIoVannI GIorDano e assUnTa FerrenTIno: I DeLeGaTI DeLLa CoMUnITÀ aL ConCILIo GIoVane

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l concilio Giovane, partito lo scorso 19 novembre nella Basilica Cattedrale di s. Prisco, ha lo scopo di rendere “giovane” la nostra Chiesa, di gioire danzando insieme giovani e vecchi (cfr Ger 31,13). Un’occasione preziosa per trasmettere la fede alle nuove generazioni, un’opportunità di rinnovamento per tutte le parrocchie. Il Vescovo ha voluto affidare questo compito ai delegati inviati dalle comunità, rappresentanti delle diverse realtà di vita: un anziano, un adulto, un giovane, un ragazzo e una donna ai quali, lo scorso 20 gennaio ha ricordato: “siete stati chiamati per essere portatori dello spirito conciliare. sarete sentinelle che ascoltano le difficoltà delle comunità e portano loro l’entusiasmo”. a rappresentare la nostra comunità sono Lucia dell’aglio, Michele Senatore, Francesco Adinolfi, Giovanni Giordano e assunta Ferrentino che insieme ai due membri dei 72, adriano rispoli e Domenico Petti, saranno ambasciatori del Messaggio Finale delle Sessioni Conciliari. Tutto questo affinché della nostra Chiesa si dicano cose stupende (cfr. Sal 87,3). Giovanni Giordano Marzo 2015 InsIeMe

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A CURA DELL’UnITÀ PARROCCHIALE san GIoVannI BaTTIsTa - CICaLesI, sanT’anna - FIano Fosso IMPeraTore - noCera InFerIore

Il carro allegorico di Fosso Imperatore

Il Carnevale di Fiano, con carri e ragazze in maschera

Crudelia De Mon e La Carica dei 101

due ComuNitÀ iN Festa

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razie all’allegria e al divertimento che ha contraddistinto l’atmosfera di questi giorni, le comunità di Fosso Imperatore e Fiano si sono nuovamente unite, questa volta non per motivi ecclesiali ma per trascorrere insieme tre giorni all’insegna del sano divertimento. Scongiurata l’eventualità del probabile maltempo, l’acqua degli ultimi giorni è stata sostituita da una pioggia di coriandoli. Il sabato le due comunità si sono dirette verso il quartiere di Cicalesi, qui si è conclusa la serata dopo i festeggiamenti nel quartiere. La domenica mattina i carri si sono diretti verso via Barbarulo unendosi a quelli provenienti da Sarno. Nel pomeriggio i festeggiamenti si sono spostati a Fiano. In compagnia del sindaco Torquato sono continuati e i ballerini hanno potuto ristorarsi con le polpette preparate dalle signore del posto. Il Martedì grasso, balli, canti e divertimento hanno fatto tappa a Sarno. Il Carnevale è stato per tutti un’occasione di incontro, non solo per le due comunità di Fiano e Fosso Imperatore che già vivono insieme molti appuntamenti, ma anche per il quartiere di Cicalesi e la città di Sarno. L’augurio è quello di poter rivivere insieme e con lo stesso entusiasmo questi momenti di divertimento.

cArnevAle, PrezIosA occAsIone dI Incontro Per le comunItà dI fosso ImPerAtore, fIAno e cIcAlesI

ChI CANtA PrEGA DuE VoLtE La celebrazione eucaristica si tinge di celeste, grazie alla presenza dei “musicacuore”

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empre più colorata ed allegra la celebrazione della santa Messa delle 11.30. alle “verdi” catechiste, ai “rossi” educacuore e ai “bianchi” novizi si è aggiunto un altro colore. Infatti, lo scorso primo febbraio è stata data la maglietta “celeste” ai musicisti e ai ragazzi del nostro piccolo coro che sono diventati “Musicacuore”. Prezioso è il loro apporto alla celebrazione perchè riescono a creare quel giusto mix tra preghiera e divertimento. In fondo anche sant’agostino lo diceva: “Chi canta prega due volte!”.

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La consegna della maglietta ai musicisti e ai ragazzi del coro


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI

In attesa della Pasqua

Fiori e pergamene sono i due elementi che caratterizzano il percorso pensato per aiutare bambini e ragazzi a vivere il tempo di Quaresima, aiutati dalla testimonianza di san Giovanni Bosco Don Enzo Di Nardi e i ragazzi della parrocchia insieme ai seminaristi Francesco Amarante e Giuseppe Villani

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on il Mercoledì delle Ceneri è iniziato un tempo di grazia e di conversione, un tempo in cui siamo tutti chiamati ad una revisione profonda delle nostre scelte di vita: la Quaresima. Ogni anno la nostra parrocchia, in questo periodo particolare dell’anno liturgico, prepara un percorso che accompagna ciascuno a riscoprire, passo dopo passo, per le cinque domeniche di Quaresima e la domenica delle Palme, l’evento della fede più importante per noi cristiani: la Resurrezione di Gesù Cristo. L’apostolo Paolo così scrive nella prima lettera ai Corinti: “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede”. Gli educatori e gli animatori dell’oratorio, insieme a don Enzo, hanno messo a punto un cammino per i bambini e i ragazzi.

Durante la Messa riceveranno un fiore di diverso colore per ogni domenica e una pergamena. Sui fiori che dovranno custodire fino a Pasqua, è riportata una parola del Vangelo. Sulla pergamena, invece, insieme ad un’immagine che raffigura l’episodio del Vangelo, vi è una piccola storiella della vita di san Giovanni Bosco, nel bicentenario della nascita. Sull’altare è stata posta una croce sulla quale, durante la messa domenicale, viene posta l’immagine della pergamena, al centro vi è un orologio che segna lo scorrere del tempo che ci avvicina alla Pasqua e l’invito a mettere in atto l’impegno proposto settimanalmente. La testimonianza dei seminaristi. Nella prima domenica di Quaresima, abbiamo avuto nella forania di Pagani, l’annuncio vocazionale dei semi-

naristi della nostra diocesi, giovani che hanno deciso ad un certo punto della loro vita di conoscere più da vicino il Signore, di lasciare le “cose del mondo” e seguirLo. Nella nostra parrocchia sono venuti Francesco Amarante e Giuseppe Villani, due studenti del seminario di Capodimonte, che con la loro testimonianza ci hanno parlato con gioia della vocazione, della loro chiamata e dell’essere seminarista, sperando di provocare, con la loro esperienza di vita, curiosità in coloro che li ascoltavano. Entrambi hanno chiesto di pregare per loro, perché la strada che hanno scelto di intraprendere è lunga e in salita. Sostenuti dalle preghiere e dall’aiuto del Signore anche le difficoltà che, sicuramente, troveranno lungo il loro cammino, risulteranno superabili perché in Cristo tutto è possibile. Maria Lamberti

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Madonna delle Galline

domenica 12 aprile

Foto Salvatore Alfano

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arà celebrata il prossimo 12 aprile la festa della Madonna delle Galline. sono settimane di fermento per l’arciconfraternita della Madonna del Carmelo, meno di un mese infatti separa i cittadini di Pagani dalla celebrazione più partecipata ed attesa, insieme a quella del santo Patrono alfonso Maria de Liguori. Una festa sentita, ricca di fede ed emozione che coinvolge Pagani e non solo. sono migliaia i turisti che ogni anno si lasciano incantare dallo sguardo premuroso dell’amata Vergine del Carmelo, partecipando con fervore alle giornate in cui si articola la celebrazione. Il programma della festività, ancora in costruzione, sarà fedele alla tradizione. Dall’apertura del santuario al

tramonto del venerdì, alla processione dell’intera giornata di domenica, fino ad arrivare al saluto alla Vergine, all’alba del lunedì, con la deposizione delle tammorre, simbolo di una festività in cui devozione e folklore si incrociano e rafforzano vicendevolmente. I canti alla Madonna, le galline e i colombi che non si staccano dal manto della Vergine, la partecipazione numerosa alle celebrazioni eucaristiche sono un atto di fede che si rinnova ogni anno e che i paganesi e tutti i fedeli aspettano con ansia. nel prossimo numero pubblicheremo il programma definitivo dei festeggiamenti.


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Francesco I in un ritratto di Giuseppe Martorelli

Il dono del re Grazie ad un documento inedito, abbiamo ricostruito con esattezza la struttura del convento che Francesco I donò a suor Maria Luigia

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inalmente è possibile sapere con precisione cosa donò Francesco I di Borbone alla fondatrice delle Suore francescane di Sant’Antonio il 16 dicembre del 1828, grazie al documento Commissione mista amministratrice del patrimonio ecclesiastico regolare di Napoli: una sorta d’inventario che descrive lo stabile e il suo stato di conservazione. Il Convento è stato e rimane una sorta di labirinto. Per quanto attiene alla sua abitabilità e collocazione logistica, è interessante la testimonianza del Cafiero, assistente e superiore delle Suore che, nel 1871, nel suo Stato informativo di posizione del monastero delle Solitarie Alcantarine scrive: “sin da mano del terz’ordine francescano si avrebbe dovuto chiamare carcere, anziché Pio luogo... per quanto attiene alla sua posizione topografica, esso è situato infelicemente in mezzo alla gola dei mon-

ti fuori Porta Medina, tutto aperto e svagato presentando sin da quando vi entrarono le Suore, 43 anni or sono, varie lesioni”. Il documento di riferimento, redatto con scrittura abbastanza leggibile, consiste in una descrizione su nove fogli (19,05 per 27,05) per diciassette colonne, occupanti ciascuna mezza pagina, secondo l’uso del tempo, lasciando l’altra metà per note, correzioni o aggiunte di testo.

piccoli dormitori, otto stanze, nove camere, un basso, uno stanzino, due camerini, due cantine, un portone d’ingresso e due giardini. La chiesa richiede un discorso a parte che faremo nel prossimo numero. Essa, infatti, fu donata alle Suore con la clausola che continuasse a svolgere il ruolo di succursale della parrocchia di Montesanto. E questo contrastava palesemente con la loro vita claustrale.

Topografia del convento. Dal documento, è difficile farsi un’idea esatta della topografia del convento. Si riesce tuttavia a capire di quanti ambienti fosse costituito. I piani sono tre, escluso quello terreno o a livello di strada. Essendo costruito in collina, vi sono sbilanciamenti che ne rendono più variegata la struttura. Gli ambienti che si individuano dal resoconto, usando la terminologia usata dal redattore, sono quattro

Per quanto riguarda il documento, dobbiamo sottolineare che l’italiano, o meglio, il toscano, come si diceva prima dell’unità nazionale, è infarcito di termini napoletani: licchetti per saliscendi, ri(g)giole per mattonelle, mascatura per serratura, tesa per rampa di scala… Per quanto riguarda invece la grammatica e soprattutto la sintassi, lo scritto non si allontana dal parlare popolare con anacoluti in quantità.

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IL LEGALE RISPONDE di Giovanni Severino

Il trasferimento nel pubblico impiego Caro avvocato, sono un dipendente pubblico e mia moglie è affetta da sclerosi multipla. Sulla base della legge 104 ho chiesto un trasferimento in un Comune più vicino al mio di residenza, richiesta che non mi è stata accordata. I dipendenti pubblici sono sempre considerati ladri che rubano, anche se – nel mio caso – non mi avvalgo neanche dei tre giorni liberi al mese. Non è forse un mio diritto avere il trasferimento? Un lettore Caro lettore, la possibilità di richiedere il trasferimento del luogo di lavoro verso un Comune più vicino a quello di residenza, più che un diritto, è una possibilità che la legge consente, ma non sempre potrà essere accordato. Il TAR del Lazio si è nuovamente pronunciato (sentenza n. 7638/2013) sulla questione dell’interpretazione e dell’applicazione della normativa volta ad agevolare i lavoratori che intendano prestare assistenza a favore di familiari in situazione di handicap. Dubbi che concernono in particolare i requisiti di continuità ed esclusività del rapporto assistenziale. I giudici rilevano che sul tema si è formata ormai una giurisprudenza concorde. La modifica del 2010, ad opera della legge 183, ha eliminato il requisito della continuità, sicché il suo difetto non costituisce più valido motivo ostativo al trasferimento.

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Nuova previsione. Al tempo stesso, la nuova disposizione «da un lato ha avuto l’effetto di ampliare, senz’altro, il numero dei casi nei quali il beneficio dell’avvicinamento di sede può essere esercitato ma, per altro verso, ha ristretto la categoria dei beneficiari, posto che solo il dipendente, unico parente o affine, entro il terzo grado, capace di prestare l’assistenza necessaria, può richiederlo». La giurisprudenza. Nell’ottica di un bilanciamento dell’interesse assistenziale con la diversa necessità di garantire l’efficienza della macchina amministrativa e le pretese di altri soggetti coinvolti «viene richiamata la ratio della norma di tutelare i soggetti portatori di handicap privi di possibilità alternative di assistenza […] con la conseguenza che la causa giustificativa di tale regime derogatorio viene meno nel caso in cui nella medesima zona risiedano altri familiari idonei ad accudire la persona disabile». I requisiti. Infine, «il dipendente deve dare prova, con dati ed elementi oggettivi, della necessità di dover prestare assistenza al familiare disabile e che nessun altro familiare sia in grado o possa assicurare tale assistenza». Avvocato Giovanni Severino Cell. 347.35.31.642

Ci scrive un dipendente pubblico: sua moglie è affetta da sclerosi multipla. Per assisterla, ha chiesto, senza ottenerlo, il trasferimento in un Comune limitrofo


PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli

L’origine della tradizione “zeppolara” è napoletana. Ed è un connubio di sacro e profano, cibo e misticismo

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lla faccia del diavolo, le mangiamo fritte, al forno, con lo zucchero, la crema e la ciliegina. Sono le zeppole le protagoniste gastronomiche della festa di San Giuseppe. Il padre putativo di Gesù, specialmente nel Sud Italia dove il nome è molto in voga, viene degnamente celebrato in un tripudio di delizie da leccarsi i baffi. È difficile resistere alla tentazione di una sana trasgressione alla dieta quaresimale, perché spesso la festa liturgica cade nel periodo di digiuno ed astinenza. Un piccolo peccato di gola che affonda le sue radici nella notte dei tempi. L’origine della tradizione “zeppolara” è napoletana. Ed è un connubio di sacro e profano, cibo e misticismo. Nel cuore del centro storico di Napoli s’incontra la piazzetta San Giuseppe al Nilo. Una chiara dimostrazione della straordinaria capacità dei partenopei di far convivere popoli, culture, religioni. D’altro canto Giuseppe è colui che conduce la Madonna e Gesù Bambino in Egitto, sulle rive del Nilo, per sottrarli alla ferocia sanguinaria di Erode. Chissà se durante qualche sosta la Sacra Famiglia si è rifocillata con la dolce pietanza. Di certo a Napoli, le zeppole erano mangiate perché buone ma anche per far dispetto al diavolo sempre pronto ad insidiare le spose e le famiglie. Le preparavano gli uomini, che indossavano delle vistose parrucche e sgargianti vesti femminili. Il diavolo era confuso da questo travestimento e batteva in ritirata tra lo scherno generale. La zeppola fritta, detta anche graffa, era dotata di due punte-amuleto che facevano il verso alle corne di Satana tenendone lontani i malefici.

Nuovo appuntamento con la nostra rubrica, uno spazio per riflettere attraverso le parole sul periodo sociale e politico che stiamo vivendo. La parola che vi proponiamo questo mese è: zeppola

La zeppOla

contro il diavolo Le zeppole sono le protagoniste gastronomiche della festa di San Giuseppe. Un piccolo peccato di gola che affonda le sue radici nella notte dei tempi

La zeppola anti diavolo s’innesta perfettamente nella liturgia cattolica: San Giuseppe viene venerato come protettore della Sacra Famiglia da ogni male. Umile e rassicurante, era perfetto per assolvere al compito di essere una sorta di baluardo per le nascenti comunità cristiane sempre insidiate dalle persecuzioni. Un santo domestico, potente, buono. Proprio come le zeppole che vengono preparate in suo onore. Mangiamo tante zeppole, preparate in famiglia o acquistate dal pasticciere, ma meditiamo anche sull’esempio del santo più dolce. Marzo 2015 Insieme

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CULTURA ARTE... RISCHI

di don natalino Gentile

LA RECENSIONE di Gianni Borsa

restauratore o… imbianchino?

LA DEMoCrAzIA È IL Suo LINGuAGGIo

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arlare di restauro significa inoltrarsi in un ginepraio di idee non sempre coerenti tra loro. In genere per restauro s’intende un’attività legata alla manutenzione, al recupero, al ripristino e alla conservazione delle opere d’arte. Le teorie sono diverse, vanno dal consolidamento alla ricomposizione (anastilosi), dalla liberazione al completamento, dal restauro storico a quello filologico. Un critico diceva: “Se una sedia si rompe, viene riparata. Se la sedia è del brustolon, viene restaurata” evidenziando come nei confronti di un oggetto il nostro impegno e la nostra intenzione progettuale sono diversi, se essa è un normale prodotto industriale coevo, oppure un’antica sedia intagliata e dorata dal celebre artista Andrea Brustolon, scultore e intagliatore, protagonista del barocco veneziano del Settecento. É, comunque, un argomento delicato, visto il gran patrimonio artistico del nostro territorio, spesso affidato a mani inesperte e a gente completamente priva dei requisiti. oggi ogni falegname è diventato restauratore. Raccomandiamo ai parroci di richiedere sempre le credenziali ai vari operatori, cioè l’accreditamento alla Soprintendenza che ha un elenco degli esperti, in tutti i settori. Attenzione ai facili prezzi, alle opere mezze pagate e mezze donate, alle discutibili amicizie e conoscenze. Altrimenti i danni sono spesso irreversibili e per noi, amministratori e non proprietari dei manufatti artistici, può valere il monito biblico del Cantico dei cantici “Posuerunt me custodem in vineis, vineam meam non custodivi!”. (Mi hanno messo a custodia della vigna ma la mia vigna non l’ho custodita).

osa ci dicono termini quali popolo, laicità, costituzione, opinione, famiglia, etica, dono, pluralismo? Ci rimandano immediatamente alla vita politica, alle istituzioni democratiche, al “popolo sovrano”? Forse no. e se invece parliamo di porcellum, sondaggio, escort, primarie, padania, tutto ciò cosa ci fa balzare alla mente? La politica raccontata da tv, web e giornali? Forse sì. Il “problema politico” in Italia – così pure nelle altre democrazie cosiddette occidentali – è anche un problema di linguaggio. Forse sono partiti da qui i curatori del prezioso Vademecum della democrazia pensato, stando al sottotitolo, come un dizionario per tutti. Lo sforzo profuso da roberto Gatti, Luca alici e Ilaria Vellani, con i quali hanno collaborato oltre 40 persone (studiosi affermati, giovani e brillanti ricercatori) va nella direzione della potenziale ricostruzione di una democrazia vera, laica, matura, anche attraverso la riscoperta del senso delle parole della politica: «La democrazia – sostengono i curatori – è il suo linguaggio». non solo, potremmo aggiungere, ma non di meno.

Vademecum della democrazia Un dizionario per tutti roberto Gatti – Luca alici – Ilaria Vellani (cur.) pp. 544, € 25,00 - editrice aVe www.editriceave.it

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DIARIO DAL CONCILIO di Silvio Longobardi

l’11 ottobre 1962 inizia il concilio vaticano II. “tornando a casa, troverete i bambini. date loro una carezza e dite: questa è la carezza del Papa”: le parole semplici di Papa giovanni fanno il giro del mondo. Il concilio entra nelle case e la chiesa appare meno distante

50 anni fa si chiudeva il Concilio Vaticano II. Insieme rilegge l’evento che ha segnato la vita della Chiesa con una serie di articoli nei quali vogliamo ricordiamo i protagonisti, i fatti e i passaggi più significativi

Papa Giovanni XXXIII dalla finestra

iL CoNCiLio eNtra NeLLe Case

È

la sera dell’11 ottobre 1962, il giorno memorabile in cui, dopo una lunga preparazione, finalmente inizia il Concilio Vaticano II. Papa Giovanni aveva ancora negli occhi le immagini dell’interminabile corteo - 75 minuti, dicono i giornalisti presenti - che attraverso la storica piazza san Pietro era entrato nella grande Basilica vaticana. Vescovi, cardinali, religiosi e teologi sfilano lentamente, icona di quella Chiesa che ha preso dimora in ogni luogo della terra, segno che il granello di senape è ormai diventato un grande albero. La prima parola spetta al Papa, una parola attesa da tutti e temuta da alcuni. Con una certa dose di ironia, Roncalli prende le distanze da quelli che chiama “profeti di sventura”, cioè coloro che “annunziano eventi sempre infausti”, come se la storia passata fosse stata sempre e soltanto una stagione luminosa. Il Papa invita a guardare la storia con gli occhi della Provvidenza che tutto volge verso il bene, anche

le difficoltà del momento presente. In quelle parole c’era tutta la spiritualità di Roncalli che aveva sempre sperimentato la luce di Dio, lasciandosi guidare come un bambino. Le parole del Papa erano ispirate dalla speranza, la più genuina. Ma generarono un ottimismo che, con buone ragioni, oggi possiamo definire piuttosto ingenuo e anche eccessivo. È sera, la piazza è ancora affollata da tanta gente, venuti per pregare. Dalla finestra del suo studio Papa Roncalli osserva compiaciuto e sente il bisogno imperioso di comunicare quello che porta nel cuore. Un discorso improvvisato ma senza dubbio ispirato: «La mia è una sola, ma riassume tutte le voci del mondo; e qui di fatto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera… Noi chiudiamo una grande giornata di pace…». La memoria del grande evento ecclesiale, vissuto nella mattinata, s’intreccia con il pensiero della vita familiare, la più

semplice: «Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto. Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle ore della mestizia e dell’amarezza…». Con queste parole, che fecero il giro del mondo, il Concilio entra nelle case, la Chiesa appare meno distante. Il discorso mai preparato divenne quello più famoso di un Papa che null’altro voleva se non manifestare la tenerezza di Dio. È sera, Papa Giovanni è stanco ma ha ancora la forza di scrivere nel suo Diario: «Ringrazio il Signore che mi abbia fatto non indegno dell’onore di aprire in nome suo questo inizio di grandi grazie per la sua Chiesa santa». E ripete: «Sia fatta la tua volontà». Pronto a continuare fino a quando Dio vorrà ma anche a lasciare ogni opera nelle mani di colui che Dio sceglierà come successore. Marzo 2015 InsIeMe

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CARISSIMI di mons. Giuseppe Giudice

Parte con il centesimo numero di Insieme la nuova rubrica del vescovo Giuseppe. Lettere aperte a personaggi biblici, santi e beati scritte con uno stile semplice e diretto

Veronica,

Veronica di Pontormo, 1515. Capella dei Papi, Firenze

icona della tenerezza Carissima Veronica, ti ho cercata inutilmente nel Vangelo tra i tanti volti che affollano le ore del calvario; ho consultato i libri di storia, ma di te nessuna traccia, se non qualche accenno tra le note. Eppure durante la settimana santa tutti parlano di te, donna emergente dalla folla. Allora mi sono recato in una delle nostre chiese e ti ho ritrovata nella VI stazione della Via Crucis: la Veronica asciuga il volto di Gesù. Chi sei? Nei Vangeli non è riportato il tuo gesto d’amore, profumato al pari di quello di Maria di Betania (cfr Gv 12,1-8); la storia con la lettera maiuscola tace su di te; ma intanto tu ti affacci, con il tuo lino ricamato nella carità, in ogni stazione della nostra passione con il volto della compassione. Chi sei, VE-RO-NI-CA, vero volto, vera icona, come dice il tuo nome? So che tu abiti lo sguardo di ogni donna, che ha domicilio nel pianerottolo della nostra indifferenza e vivi nelle trame non sfilacciate dei tanti gesti di amore. Forse eri una delle donne che, nel paese del Vangelo, lo hanno amato e seguito. O una donna che, vedendolo sulla mulattiera del Golgota, è stata attratta dal suo viso, fulminata dall’amore. E ti sei fatta avanti, spinta tra la folla… piangendo, come ogni donna; amando, come ogni donna; soffrendo con dignità, come tutte le donne. Donna coraggiosa, ti sei fatta spazio tra u-

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Insieme Marzo 2015

na folla di solitudini, e dinanzi a quel Volto, senza apparenza e bellezza e davanti al quale gli altri si coprono la faccia (cfr Is 53,2-3), hai confessato il tuo amore, incurante delle chiacchiere. E il volto di Dio, tumefatto, si è stampato sul tuo lino e nella tua anima, panno non grezzo, restituita alla bellezza del primo mattino, quando quel Volto in ogni uomo è stato dipinto per sempre. Tu abiti ovunque una donna serve e asciuga il pianto; e quante volte ti ho incontrata, dolce icona della VI stazione, nei tornanti indifferenti e sbrigativi della nostra storia, nelle corsie degli ospedali e nelle case delle nostre intimità dove, come te, bisogna metterci la faccia. Esisti, Veronica, e noi ti conosciamo perché, attraverso le mani di una donna – mamma, moglie, amica, suora, volontaria –, tante volte, sulla via stretta della vita, ti sei avvicinata a noi per tergere il nostro sudore e accogliere le lacrime nel cavo della tua mano. Sono sicuro che, nell’ultima sera, esodanti verso la città della Pasqua, mentre tanti altri ora vicini si saranno allontanati, sarai ancora tu, Veronica, nascosta chissà in quale volto, ad accostarti al nostro volto per consegnarlo, bello e ripulito, a quel Volto infuocato, che contempleremo faccia a faccia (cfr 1Cor 13,12).

“Quante volte ti ho incontrata, dolce icona della VI stazione della Via Crucis, nei tornanti indifferenti e sbrigativi della nostra storia”

E ho un fazzoletto, amore, che nessuno ha mai toccato, per tergerti la faccia. Alda Merini



In queste caffetterie, caffè + Insieme a solo 1 euro

La Montalbino Via R. Falcone, 3 Sant’Egidio del Monte Albino (Sa)

Caffè Petruccelli Via D’Alessandro, 20 Nocera Inferiore (Sa)

Bar pasticceria Dolci tentazioni Via F. Turati, 520 Poggiomarino (Na)

Coffeé Break FDA Via Roma 113 Poggiomarino (Na)

Pasticceria caffetteria Voglia di Dolcezza Via Trento, 16 - Pagani (Sa)

Caffetteria Pasticceria Malù Piazza De Marinis Poggiomarino (Na)

Caffetteria stuzzicheria 3 G caffè Via Garrara Porto Sarno (Sa)

19 MARZO, festeggiamo insieme il centesimo numero Insieme questo mese ha tagliato un traguardo importante, presentandosi ai lettori per la centesima volta e con una veste grafica completamente rinnovata. Il prossimo 19 marzo, dopo la celebrazione eucaristica in Cattedrale per la solennità di San Giuseppe, festa onomastica del vescovo Giudice, ci sposteremo nei locali della redazione per festeggiare questo compleanno speciale, con la presentazione del nuovo spot e il taglio della torta. Ti aspettiamo per fare festa insieme!

Per ulteriori informazioni contatta la segreteria di redazione: tel/fax 081 517 04 66 - segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

Foto Salvatore Alfano

Insieme anche al bar


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