NOVEMBRE 2015 N. 10 ANNO X
sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO
GIORNATA DIOCESANA DI INSIEME Volti e storie dei nostri referenti e corrispondenti
il punto Intervista a Francesco Zanotti, presidente Fisc
CONVOCATI
In 8.000 all'incontro regionale del Rinnovamento nello Spirito
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Foto di copertina Salvatore Alfano
NOVEMBRE 2015 N. 10 ANNO X
sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO
GIORNATA DIOCESANA DI INSIEME Volti e storie dei nostri referenti e corrispondenti
Il puNTO Intervista a Francesco Zanotti, presidente Fisc
CONVOCATI
In 6.000 all'incontro regionale del Rinnovamento nello Spirito
In copertina Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo
novembre2015
21. Per una pastorale scolastica
34. Marito e moglie, santi
Sommario
EDITORIALE 5 Figli di nessuno di Silvio Longobardi CRESCIAMO INSIEME 6 La famiglia, punto di riferimento insostituibile di Donatella Salvati 8
32. Le opere di Misericordia
L'APPROFONDIMENTO Insieme si può di Silvio Longobardi
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La storia di una passione di Antonietta Abete
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Il volto dei corrispondenti di Mariarosaria Petti
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Amare per primi di Antonietta Abete
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Dio e la famiglia sopra ogni cosa di Donatella Salvati
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Le tante strade per servire il Signore di Martina Nacchio
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Insieme, porta di comunicazione di mons. Giuseppe Giudice
19 LA BACHECA a cura della redazione SCUOLA&UNIVERSITà 20 Diversamente Expo di Veronica Bove 22 La fatica dietro la macchina da presa di Martina Nacchio VITA NELL'AGRO 24 Carnevale bis? Non proprio di Salvatore D’Angelo 25 Sinergie che danno frutto di Flora Porreca VITA ECCLESIALE 28 Salvatore Martinez si racconta di Salvatore D’Angelo 36 Il Pane della Domenica a cura delle sorelle Clarisse
IN PARROCCHIA 50 Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 58 Diario dal Concilio di Silvio Longobardi 59 Arte e rischi di don Natalino Gentile La recensione di Giovanni Di Santo 60 Le suore francescane di sant’Antonio di p. Paolo Saturno 61 Le parole della crisi di Peppe Iannicelli CARISSIMI 62 “Immersi nella luce" di mons. Giuseppe Giudice
40 Don Enrico Smaldone di Antonietta Abete NEWS PARROCCHIE 46 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti 42. Conto alla rovescia
EDITORIALE di Silvio Longobardi
Figli di nessuno
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tutto un coro di voci, tutti d’accordo nel dire che i gruppi terroristici che stanno insanguinando il mondo non hanno niente a che vedere con l’islam. Qual è allora la radice perversa che li ha generati? In apparenza, sono figli di nessuno. E tuttavia, la cronaca dice che tutti i terroristi, nessuno escluso, si vantano di combattere in nome di Allah, anzi affermano di essere loro i veri credenti in quanto osservano fedelmente i precetti del Corano. Nel mondo islamico non c’è un’autorità centrale che può accreditarli o scomunicarli. Non mi pare però che la reazione sia universalmente e visceralmente oppositiva. Al contrario. Troppo comodo attribuire le colpe all’Isis. Ma questo è solo l’iceberg di un mondo che ribolle di odio e ricorre alla violenza. La verità è che nei Paesi a maggioranza islamica, salvo poche eccezioni, non c’è spazio per una reale libertà di coscienza. Chiedetelo a Joseph Fadelle. Vi risponderà che “il Corano afferma la necessità di uccidere chi abbandona l’islam”. Lo vive sulla sua pelle. È un musulmano convertito al cristianesimo, vivo per miracolo, assieme alla moglie e ai quattro figli, ma costretto a cambiare spesso dimora per sfuggire alla fatwa che lo ha condannato a morte. Eppure vive in Francia, nel cuore dell’Europa. La sua è una vicenda drammatica raccontata nel libro Il prezzo da pagare (Edizioni San Paolo). Non è certo l’unico a vivere così.
Quando Giovanni Paolo II ha voluto inserire nel grande Giubileo dell’anno 2000 una specifica celebrazione per ricordare i martiri del Novecento, qualcuno è rimasto sorpreso. Sembrava storia passata: il comunismo non aveva più la forza di ruggire, il nazismo era morto da tempo, le dittature dell’America latina avevano lasciato il passo alla democrazia… Quel Papa veniva dall’Est e di martirio se ne intendeva fin troppo bene. E sapeva anche che lungo i secoli il cristianesimo sarà sempre combattuto. Lo ha detto Gesù: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Giovanni, 15.20). Inutile farsi illusioni. In Medio Oriente la comunità cristiana, che può vantare una presenza bimillenaria in quella terra, sta per essere praticamente cancellata. Resteranno poche tracce. L’eroica testimonianza di tanti cristiani è degna di ammirazione ed è un segno eloquente di quella fede che non si nasconde, neppure dinanzi al rischio della vita. Nella cronaca degli ultimi anni vi sono vicende davvero commoventi che ricordano gli Acta martyrum dei primi secoli. “Quanto dolore! Quante vittime innocenti! Di fronte a tutto questo, sembra che i potenti di questo mondo siano incapaci di trovare soluzioni”: sono parole accorate di Papa Francesco che tante volte ha supplicato di fermare questo massacro. Inutilmente. Non ci rassegniamo al male ma, nello stesso tempo, chiediamo che il martirio possa diventare un canto di amore e un segno di quell’Amore che illumina e santifica tutta la vicenda umana.
Beirut (Libano), dicembre 2006 Foto Salvatore Afano
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CRESCIAMO INSIEME Cambia look la nostra rubrica dedicata ai ragazzi che da questo mese dà la parola agli adolescenti per scrutarne i sogni e le attese, le speranze e la fatica di diventare grandi. Se vuoi raccontarci la tua esperienza, manda una mail a insieme@diocesinocerasarno.it
Quattordici anni, occhi chiari e una grande passione per la musica e la famiglia: ecco il ritratto di Maria Troiano, giovanissima paganese iscritta al primo anno del Liceo Scientifico
Maria Troiano
La famiglia, punto di riferimento insostituibile
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cchi chiari e una passione sfrenata per gli One Direction. Testarda, semplice e solare. È così che si presenta Maria Troiano, la quattordicenne paganese in equilibrio tra la voglia di stare in compagnia e la ricerca dei suoi spazi. Ma si sa, l’adolescenza è proprio questo: saper danzare su un filo sospeso tra le emozioni e i sentimenti. Nella grande confusione di questi anni non si può non individuare la propria casa base, dove rifugiarsi e sentirsi al sicuro. E Maria, studentessa al primo anno di liceo scientifico, le idee chiare le ha: è la famiglia il suo punto di riferimento. Il suo focolare si colora di sei personalità diverse, che però, come una scatola di cioccolatini assortiti, sono perfetti stando insieme.
Parlare di questo tema ha permesso alla giovane di Pagani di aprire completamente il suo cuore, da qualche tempo provato dalla lontananza dei fratelli. «La nostra è una famiglia molto unita, siamo in tanti, e sappiamo di poter contare l’uno sull’altro. Ultimamente però la casa è più silenziosa. I miei fratelli sono partiti, per motivi di studio e di lavoro». Anche la malinconia è un sentimento fondamentale nell’adolescenza. Pone l’accento sulla sensibilità di chi sta crescendo, aiutando il cuore ad assegnare il posto giusto alle persone che ci sono accanto. Difficilmente però una partenza non è seguita da un ritorno. E aspettare quello dei suoi fratelli rende
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l’attesa di Maria meno dura, soprattutto se guardandosi intorno trova l’affetto di due genitori premurosi e attenti. «Con i miei ho un bellissimo rapporto. Nonostante i battibecchi passeggeri loro mi sono sempre vicini. Mi ritengo molto fortunata». Sentendola parlare di quanto i suoi genitori siano all’avanguardia deduco che abbia accanto due persone splendide; una madre che considera la sua migliore amica e un padre talmente speciale da compiere un viaggio di 12 ore per accompagnarla al concerto della sua band preferita. Ma non è forse questo che fa un genitore? Aiutare i propri figli a raggiungere la felicità e, allo stesso tempo, saper mettere un freno dove ce n’è bisogno. Maria, infatti, nella sua maturità sa che i “no” servono per crescere e per proteggerla, così il broncio di quell’attimo a poco a poco si libera in un sorriso. Famiglia vuol dire volersi bene, poter contare l’uno sull’altro, sostenersi a vicenda ed esserci. Sempre. In una fase così delicata spesso ci si smarrisce, si perde la via di casa, perché permettiamo alla fiammella che ci guida di spegnersi. Tenendo invece lo sguardo sempre rivolto verso l’alto e riflettendo attentamente sui passi da fare e le scelte da compiere, il sentiero diventa meno tortuoso. L’importante è fidarci chi ci ama davvero, e non esiste al mondo affetto più grande di quello di Dio e di coloro che ci hanno donato la vita. Donatella Salvati
L'ANGOLO PSICOLOGICO di Carolina Rossi
Emozioni e comportamenti rischiosi L’adolescenza è simile ad una grossa ristrutturazione di casa. La dottoressa Rossi detta qualche regola per uscire indenni da questa delicata fase
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adolescenza è paragonabile ad una grossa ristrutturazione di casa! La regola generale per uscire indenni da questi anni è ricordarsi che è proprio grazie a questa fase che i ragazzi svilupperanno le potenzialità degli adulti che saranno. Non bisogna dimenticare che è un momento di grande cambiamento e che, con soluzioni a volte innovative, osservazione e dialogo, possiamo rendere questo passaggio proficuo e meno rischioso per tutti. Il binomio “fantasia di grandi successi e vissuti di impotenza definitiva” spinge i ragazzi a cercare emozioni forti per sentirsi stimati e apprezzati, anche se in realtà si tratta di una falsa autostima. In questa fase, nel divertimento si cerca l’esaltazione e il superamento di ogni limite, talvolta anche con la consapevolezza dei possibili rischi. Questo comportamento tuttavia non riguarda tutti i ragazzi. In tanti vivono questa età con maggiore serenità, diventando esempio per gli altri; si tratta solo un terreno delicato, minato, che necessita di particolare attenzione. I ragazzi più fragili vivono il deserto dell’anima, una profonda solitudine: soli di fronte al desiderio di eccedere, di fronte alla voglia di andare oltre i limiti, sentendo il bisogno di vivere emozioni forti. Tutti, indistintamente, hanno la tendenza di non curarsi delle opinioni e delle critiche altrui. I ragazzi che praticano questi nuovi divertimenti molto pericolosi coltivano l’illusione di trovare una soluzioMa le stelle quante sono ne all’angoscia e al senso per l'Editore FELTRINELLI uscito ad Aprile 2005 di vuoto. Interroghiamonella collana Super Universale Economica ci su come possiamo conta 232 pagine, il Prezzo è di € 10,00 stare loro accanto.
ILMIO
LIBRO
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se due voci si incontrassero in un libro? E se due vite si mescolassero tra di loro per dare forma ad un sogno? E se due ragazzi adolescenti si guardassero dentro come in uno specchio? Lei. Lui. Una da una parte e l’altro dall’altra, proprio come è strutturato il libro, da capovolgere a seconda di chi si vuole leggere. La scuola, la vita familiare e quella degli amici si incontrano in questo libro leggero e frizzante. Alice e Carlo. Stessa classe e, a volte, stesso banco. Alice che crede nell’amore e aspetta quello vero... ma che scambia l’infatuazione per un sentimento vero. Carlo, un ragazzo alla mano, meravigliosamente imbranato, che non ha modelli da seguire ed è maledettamente ingenuo, senza maschere. Carlo che osserva Alice da lontano, come una meta irraggiungibile, un sogno che non si può neanche sfiorare. Diciotto anni. La maturità. La paura di non farcela. Di svegliarsi un giorno e non sapere che fare nella vita. E poi l’amore. L’amore inaspettato dell’adolescenza che invade la vita come un uragano e ci fa perdere la terra sotto ai piedi.
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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione
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na rivista è il frutto maturo di una passione per la vita, nasce dal desiderio di comunicare a tutti quella luce che veste di significato l’esistenza umana. La cerchiamo nella cronaca dei giorni feriali perché sappiamo che, dietro e dentro i fatti, ci sono tracce di quella verità che ogni uomo cerca avidamente. Non ci basta fabbricare notizie, vogliamo raccontare la bellezza della vita. E vogliamo farlo con quello stupore che hanno i bambini quando guardano la vastità del mare. E vogliamo scrivere parole che non offuscano l’eterna Parola, anzi permettono di comprendere meglio quei segni che Dio scrive nella storia dell’oggi. Un mestiere affascinante e difficile, il nostro. Una responsabilità non di poco conto. Una rivista non è la somma di tante individualità, fossero pure di alto valore, ma un gioco di squadra. Il primo cerchio è quello dell’équipe redazionale, il gruppo di lavoro che pensa e progetta la comunicazione. Ma il secondo livello, non meno indispensabile, è quello dei referenti parrocchiali, cioè tutte quelle persone che, a nome della parrocchia, collaborano al-
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la diffusione della rivista diocesana. Non si limitano a distribuire copie ma cercano di far conoscere la rivista per allargare la rete dei lettori. Lo fanno con la consapevolezza di svolgere un ministero ecclesiale, cioè un servizio che fa crescere tutta la comunità. Ho cominciato anch’io così, anni fa. Parlo della mia adolescenza. Non c’era allora una rivista diocesana ma sentivamo il dovere di diffondere la stampa cattolica. In quegli anni lontani è nata la passione per questo mestiere. Il dossier che qui presentiamo, accanto ad un’interessante intervista a Francesco Zanotti, Presidente della FISC, racconta alcune storie dei nostri referenti parrocchiali. Fedeli al nostro stile, vogliamo far conoscere le persone che permettono al nostro periodico di arrivare nelle mani di tanta gente e di comunicare parole che alimentano la speranza. Ciascuno fa la sua parte ma tutti lavorano per lo stesso progetto. È questa la bellezza della Chiesa. È questo il segreto di quell’avventura che da duemila anni scrive pagine sempre nuove che profumano di futuro. Silvio Longobardi
Francesco Zanotti, presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici
LA Storia di una passione A colloquio con Francesco Zanotti, direttore della Federazione italiana dei settimanali cattolici di cui fa parte anche Insieme
Francesco Zanotti, classe 1960, è il primo presidente laico della Federazione italiana dei settimanali cattolici. Una grande passione per il giornalismo, nata sui banchi di scuola. Si laurea in Economia e lavora per 13 anni al Credito Italiano. «La vita mi ha portato a fare altro e devo dire che mi sono trovato anche bene». Il giornalismo è una vocazione a cui dedica tutto il tempo libero sostenuto dalla moglie e dai tre figli, tutti maschi. Collabora con il Corriere Cesenate, il settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina, è delegato regionale della Fisc. Passa le domeniche a scrivere quando
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a stazione di Roma Termini è una cloaca di odori e rumori. Francesco è in piedi dalle quattro del mattino ma lo sguardo è sempre vivo e il sorriso accogliente. Le questioni sul tavolo della Federazione sono tante – il calo degli abbonamenti e delle vendite, la riduzione della pubblicità e dei contributi, lo spinoso problema con Poste Italiane – ma il presidente non demorde: «La storia della Fisc fa parte della tradizione di questo Paese. Buttarla via per una questione meramente economica è un controsenso. I bilanci non si fanno solo con i numeri, ci sono anche i bilanci sociali. Le parrocchie sono un presidio del territorio da difendere e tutelare. E noi continueremo ad alzare la voce!». A colloquio con Francesco Zanotti.
si presenta all’orizzonte un evento che molti altri, forse, avrebbero considerato una pietra di inciampo. Per Francesco è l’occasione per scommettere su se stesso. Racconta: «È andato via il direttore con cui avevo lavorato gomito a gomito per molti anni. Io e molti colleghi non ci siamo trovati bene. Ho deciso così di provare a fare altro». Inizia a lavorare come promotore finanziario, scommettendo sulla sua faccia e credibilità. Senza i lacci dell’orario fisso e del cartellino da timbrare, si dipana davanti a lui la possibilità di trasformare la passione per la scrittura nella sua professione.
Il 2007 è l’anno decisivo: «Ho preso un anno sabbatico, mi sono detto “vediamo come va a finire”. In cuor mio sapevo che non sarei più rientrato in ambito finanziario». In quello stesso anno è nominato direttore del Corriere Cesenate e dell’Ufficio stampa diocesano. Nel 2010 diventa giornalista professionista. Nel 2011 è eletto presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici. Nel dicembre del 2013 è stato riconfermato per il triennio 2014-2015. La sua esperienza è la testimonianza che la passione è il motore per ogni piccola rivoluzione. Anche personale.
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L'APPROFONDIMENTO
Quali sono gli elementi che un giornale diocesano deve avere a cuore per arrivare ad un pubblico variegato?
«Se vogliamo che i nostri giornali siano acquistati non per fede ma per convinzione, anzitutto devono essere fatti benissimo, in maniera professionale. Poi devono essere utili. Se il lettore ha le informazioni che gli interessano, prende in mano il giornale più volte alla settimana o al mese. Questa cosa l’avevano capita benissimo quelli che avevano fondato i giornali sul finire dell’800. La raccomandazione era di scrivere i prezzi del mercato. Mentre forniamo queste informazioni, diciamo la nostra sul parcheggio che non è stato costruito, sul perché i profughi sono da accogliere, spieghiamo perché costruiamo una casa della carità e non una piazza». Quale stile di lavoro bisogna coltivare?
«Noi siamo amministratori e dobbiamo rendere moltiplicato. È la parabola dei talenti. Dobbiamo schiacciare ogni giorno il piede sull’acceleratore al massimo. Senza risparmiarci. Mettere il massimo impegno anche in un avviso di una riga, dietro vi è un volto, ci sono delle persone. E noi con quella riga possiamo rendere un servizio, favorire un appuntamento. Uno o un milione non fa differenza, perché nell’uomo è stampato il volto di Dio. Dunque, dobbiamo avere la massima cura. Non per sforzo, ma per presa di coscienza». Devi ammettere che non è facile trasmettere questo modus operandi ai collaboratori.
«Non è facile. Dico sempre che dobbiamo avere il sacro terrore di sbagliare. Questo non ci deve frenare, ma deve ricordarci che trattiamo una materia importante: le persone. Dobbiamo sapere che possiamo sbagliare e questo deve farci salire l’attenzione ai massimi livelli». Spesso si ha la percezione che l’informazione ispirata al Vangelo è considerata di serie B. C’è qualche accorgimento per superare questo pregiudizio?
«Bella domanda. Dobbiamo crederci noi per primi! A volte ci castriamo da soli, siamo convinti di essere di serie B mentre abbiamo la cosa più bella da raccontare: la buona notizia. Il Papa, il 13 marzo del 2013, prima ancora di insediarsi, ha detto ai giornalisti: “Raccontate il vero, il bello, il buono”. Poi, attenzione: noi non facciamo informazione cattolica e non siamo giornalisti cattolici. Il nostro essere cattolici non è un aggettivo, è un sostantivo, cioè ci precede, determina la nostra vita e, dunque, anche la no-
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stra professione. Ci precede: dunque, che io faccia il medico, il giornalista, l’operatore ecologico, l’imbianchino, il cuoco, l’insegnante o il ferroviere è indifferente. La fede dà un valore a quello che faccio. E non è un’etichetta». Cosa ci differenzia allora dagli altri giornalisti?
«Lo stile, l’approccio. Noi non andiamo dietro alle agenzie, alle mode, a quello che dicono tutti. Andiamo controcorrente: raccontiamo quello che viviamo. Non abbiamo un’opinione e troviamo quelli che ce l’appoggiano. Per scrivere dobbiamo ascoltare. E poiché siamo giornali del territorio, ascoltiamo il territorio. Incontriamo le persone, le ascoltiamo e diamo loro voce, soprattutto a quelli che non ce l’hanno. Pensiamo ai profughi, andiamo ad incontrarli invece di dare i numeri! Ne ospitiamo 20? Ma che ce ne importa! Avranno dei nomi e delle storie? Raccontiamole». Un suggerimento per i direttori e i Vescovi.
«I nostri giornali devono condividere. Dobbiamo raccontare storie di condivisione. Nel messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, il Papa ci ha detto: alla maniera del buon samaritano e come i discepoli di Emmaus. Queste due immagini sono fondamentali per il nostro la-
voro. Dobbiamo accompagnare la vita delle nostre comunità, se ci rinchiudiamo nel recinto della comunità cristiana decretiamo la nostra morte. Siamo giornali di appartenenza ecclesiale ma di informazione generale. Non siamo giornali di informazione ecclesiale. Questo non lo dico io ma la storia dei nostri giornali, una storia gloriosa dalla quale abbiamo solo da imparare. Se perdiamo questa caratteristica, siamo morti». In questa delicata fase storica, qual è il pericolo più grande per i giornali diocesani?
«C’è un rischio dal quale metto spesso in guardia che ho definito “riduzionismo”. La tentazione, in questo frangente, è di ridurre pagine, servizi, uscite. È un gatto che si morde la coda: eliminando le notizie dal territorio, si toglie l’appeal al giornale, il grimaldello che ci fa entrare nelle case dei lettori». Il legame tra il cartaceo e l’online?
«Il digitale è un ambiente e noi ci vogliamo stare, lì si trova l’uomo e noi ci dobbiamo essere. Ma se traslochiamo armi e bagagli sul digitale, moriamo. Noi vogliamo stare di qua e di là. E la carta sostiene l’online. Senza la carta, la presenza online muore, non ha peso, non ha autorevolezza. Ecco perché servono l’uno e l’altro. Io, al Corriere Cesenate, l’editoriale lo lancio su Fb. Se come Fisc devo dire qualcosa al governo facciamo un tweet. Perché il governo capisce solo i tweet». Un consiglio per chi scrive.
«Leggere ogni giorno qualche buona pagina». Uno per i gruppi di lavoro?
«Avere le porte delle redazioni sempre aperte». Ricordi il primo incontro con la federazione?
«Certo. Era il 1992, a Treviso per i cento anni della Vita del Popolo, diretta da Dino Boffo. Ero un pivello, ma quell’esperienza mi bastò per capire che c’era una strada già tracciata, una tradizione importante della Chiesa e che bastava seguire i più bravi. Da allora non sono più mancato ad un appuntamento. In Fisc ho incontrato maestri straordinari, preti e laici. Maestri di vita e di giornalismo». Un laico alla guida delle Fisc. Che percorso è stato?
«È un segno dei tempi. Oggi i sacerdoti sono chiamati a passare più tempo in parrocchia per fare un lavoro pastorale piuttosto che occuparsi di una rivista. Ma è una conseguenza. Il tempo, la passione che ho dedicato a questo
mondo, la mia disponibilità hanno fatto sì che venissi eletto. Anche tra i direttori delle riviste associate alla Fisc, i laici sono in maggioranza. Su 153, abbiamo 88 laici e 65 sacerdoti. E 13 donne! Anche questo è un bel segno». Quale insegnamento hai portato in Fisc?
«Gareggiate nello stimarvi a vicenda (Rm 12,1-2.9-18): questo è lo stile che ho cercato di incarnare e portare avanti in questi anni nella Fisc. Dobbiamo crescere nel volerci bene e aiutarci l’un l’altro. Le tre motivazioni che spinsero i fondatori a istituire la Fisc nel 1966 sono valide ancora oggi: mettere insieme le esperienze e le professionalità, fare opinione pubblica nella Chiesa e nel Paese, rappresentare i giornali sui tavoli istituzionali. Se non ci stimiamo tra noi, quando andiamo a fare opinione nel Paese o ci presentiamo ai tavoli istituzionali, dietro non abbiamo nessuno. Io, invece, sono convinto di avere alle spalle un popolo, quello dei lettori, milioni di persone». Un treno lo riporta a Cesena. Le sue parole mi restano attaccate addosso, perché sono incarnate in uno stile di vita coerente. «Al mattino – mi ha raccontato – quando mi sveglio ho un unico pensiero, dire grazie. E la mia sveglia suona sempre molto presto, com’è scritto nella vita del piccolo san Placido: al mattino si balza dal letto. Perché la vita è un dono». Antonietta Abete
Poste, l’annosa questione Poste Italiane vuole introdurre la consegna della posta a giorni alterni o, per meglio dire, a scacchiera perché è dislocata su 15 giorni. La posta sarà consegnata una settimana il lunedì, mercoledì, e venerdì. Quella successiva, il martedì e il giovedì. La riforma riguarda i Comuni al di sotto di 30.000 abitanti e con meno di 200 abitanti per Kmq. Si tratta di 5.200 Comuni su 8.000 in Italia. 15milioni di italiani coinvolti. Settimanali non consegnati il venerdì rischiano di arrivare il martedì successivo, praticamente già “vecchi”. È questo uno dei fronti di battaglia più caldi che la Fisc sta portando avanti al tavolo tecnico di confronto aperto presso la Presidenza del Consiglio.
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Il volto dei corrispondenti
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anni il prossimo 30 novembre, documenti pronti per la tesi di laurea in Giurisprudenza e una dolcezza avvolgente. È questo l’identikit di Livia Rossi, corrispondente dall’Abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis. Ogni mese è sua la news che puntuale arriva alla casella di posta della redazione di Insieme. Non mancano mai i saluti cordiali e il ricordo nella preghiera. È una gentilezza non scontata, che anima le giornate di lavoro intense e frenetiche. Livia è una delle tante giovani che mette a servizio della Chiesa locale la sua penna e il suo talento, per aiutarci a comporre mensilmente il mosaico variegato della vita diocesana. «Fin da piccola ho sempre amato scrivere. Credo di riuscire ad esprimermi meglio con carta e penna che a voce». La timidezza le colora le guance di rosso, gli occhi si assottigliano e la voce sottile incalza, mentre racconta l’originaria passione per il giornalismo. Sapere scrivere non è l’unico requisito necessario: i corrispondenti parrocchiali sono le nostre antenne nelle comunità, raccontano quanto di bello accade e come il Vangelo s’incarna nella vita quotidiana delle persone. Livia vive intensamente il suo percorso di fede nella Chiesa di Sant’Egidio del Monte Albino. L’impegno per Insieme arriva come il frutto maturo di un’amicizia spirituale nata tra i banchi della parrocchia: «Era il 6 gennaio, durante la celebrazione eucari-
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stica ho intrecciato le mani di Maria Ermelinda per recitare il Padre Nostro. Erano fredde, lei le ha riscaldate». Da quel momento nasce il loro legame. La differenza d’età non ostacola il crescendo che le unisce: «Abbiamo iniziato insieme un cammino di fede, con la comunità neocatecumenale. Ognuna ha seguito con discrezione e affetto i momenti più significativi della vita dell’altra, fino alla notizia dell’attesa dei due gemelli di Maria Ermelinda, abbiamo tanto pregato insieme per questi doni del Signore». La gravidanza della storica referente di Insieme segna la staffetta: a Livia il compito di raccontare la vita della parrocchia. «Tutt’ora condivido con lei i miei articoli. Il Signore ha incrociato le nostre strade e non potrà che essere lei a porre la sua mano sulla mia spalla per il sacramento della Confermazione». Tanti i lettori che attendono di trovare su Insieme le news dalle proprie comunità: «Spesso mi telefonano per dirmi che hanno letto il mio articolo. È una gioia». Per il prossimo semestre, dobbiamo però fare a meno di Livia: la studentessa partirà per il programma Erasmus. Raggiungerà la Spagna e lì coronerà un altro piccolo sogno, quello di sperimentarsi con le lingue straniere. La famiglia di Insieme aspetta però con ansia il suo ritorno e anche il fidanzato, Lorenzo. E chissà che presto non vi siano anche i fiori d’arancio a profumare la sua vita. Mariarosaria Petti
Ogni mese raccontano la vita delle parrocchie. Sono antenne preziose nelle comunità, leggiamo le loro firme, ma non ne conosciamo le storie. Il volto di Livia, giovane corrispondente dell’Abbazia di S. M. Maddalena in Armillis
Livia Rossi con Ermelinda Di Lieto
Il vivaio di Insieme La rivista diocesana rappresenta una palestra per tanti giovani che desiderano affinare il talento grezzo per la scrittura. Tante le penne sbocciate nella storia decennale del mensile: un vivaio in continua crescita
Chiara Panella
È
Via Santissimi Martiri, 55 - Sant’Egidio del M. Albino Per info e prenotazioni Cell. 338 63 91 895
Vent’anni di attività È giovanissimo Gaetano Fabbricatore, ha appena 43 anni e già festeggia 20 anni di attività professionale. La sua passione? La SPOSA che cura nei minimi particolari, dal trucco ai capelli, con il doppio look giorno/sera. Parrucchiere, truccatore visagista, correttivo ed estetico, si aggiorna continuamente nelle accademie di bellezza di tutto il mondo.
Foto Peppe Battipaglia
soltanto dal mese di giugno che collabora con Insieme. 19 anni, appena iscritta alla Facoltà di Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli, e idee chiare sul futuro: «Amo il diritto e non mi precludo la possibilità di avviare una carriera come avvocato o magistrato. Nel frattempo, alimento la mia passione per il giornalismo». Parola di Chiara Panella, corrispondente dalla parrocchia S. Alfonso di Pagani. Il legame con i redentoristi l’ha fatta approdare a Telenuova 2, il canale ecclesiale dell’emittente locale. «Ho fatto un primo servizio, me la sono cavata e così ho continuato», ha raccontato. L’impegno nel coro parrocchiale e la collaborazione con altre pubblicazioni dei redentoristi sono una valida palestra in cui coltivare il sogno del giornalismo: «A breve mi iscriverò anche all’Albo dei giornalisti pubblicisti». Un’altra firma che farà strada. M. P.
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L'APPROFONDIMENTO Aniello insieme alla moglie Nunzia e ai figli Carlo e Marta
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n poco più di 2 anni, ha portato gli abbonamenti della parrocchia a 150. Lo scorso settembre, con l’iniziativa “Insieme anche al bar” è riuscito a diffondere 700 copie della rivista. Ad affascinarlo è la testata: «Quel nome, Insieme. Forse, se si fosse chiamata in un altro modo, non mi sarei appassionato tanto», racconta.
Classe 1972, Aniello Lettieri scorge nella rivista lo strumento pastorale che permette alla sua amata Poggiomarino di vivere in comunione con tutta la Diocesi di Nocera - Sarno. Le pagine sono come una zattera che traghetta le vicende del suo paese natio da una periferia geografica nel cuore della chiesa locale. Seduti al secondo banco della parrocchia Sant’Antonio di Padova a Poggiomarino - è la condizione posta per questa chiacchierata - riannodiamo i fili di un’esistenza trapuntata di disponibilità e altruismo. È il primo di quattro figli, amato e coccolato da tutti. Aveva una paghetta settimanale di 1000 lire. Ma quando la famiglia si allarga con l’arrivo di due gemellini, il piccolo Aniello fissa serio la mamma e le dice: «Da oggi me ne bastano 700». «A volte dovrei parlare di meno e ascoltare di più - dice serio -. Abbiamo sempre la tentazione di riempire i silenzi di parole. Dio mi parla nei momenti più strani: mentre guido, prima di riposare dopo una notte passata in ospedale». Aniello lavora nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Sostiene che questa professione lo ha “salvato”, facendogli ritrovare la pace: «Ho una maturità tecnica. È stato un periodo difficile, io e i numeri non andiamo per nulla d’accordo!». Il suo primo incarico è a Milano, all’Istituto Nazionale dei Tumori, nel reparto di Oncologia Ginecologica. È il primo uomo in ginecologia. Si siede sul letto delle pazienti e ascolta le loro storie. Vince un concorso a Lodi, al Fatebenefratelli nel reparto di Medicina. «C’erano 48 posti e 5 infermieri». La voce si incrina. «Ho scoperto l’abbandono, ho visto persone ricche morire in una dolorosa solitudine». Solo la fede lo aiuta a non smarrirsi. Il matrimonio. Dio intanto tesse altri fili della sua esistenza. Nunzia ha gli occhi color del mare. Lei e Aniello si conoscono nel 1991 durante un pellegrinaggio a Czestochowa. Hanno tutti e due alle spalle un Cammino Neocatecumenale. L’amicizia coltivata nel tempo, con premura e attenzione, sfocia nel fidanzamento. È padre Vincenzo Sicignano, sacerdote stimmatino, che ha vissuto il suo ministero sacerdotale nella comunità Sant’Antonio di Padova in Poggiomarino fino al 2006 a
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Amare per primi Classe 1972, Aniello Lettieri è il referente di Insieme più fantasioso e appassionato. Alle spalle, una vita trapuntata di altruismo e attenzione per il prossimo
prendere in mano la situazione: «Dovete sposarvi», dice con affetto e fermezza ai due giovani a cui è legato da una profonda amicizia. Con il volto rischiarato da un sorriso, guarda Aniello e aggiunge: «Tanto tu non ti sposeresti mai, non sei sicuro mai di nulla!». La data scelta è l’8 settembre, anniversario di ordinazione del sacerdote. Con la serenità di chi getta uno sguardo al passato, Aniello aggiunge: «Il Signore mi ha messo accanto la donna giusta». Con il matrimonio arriva il trasferimento a Prato. Tre giorni dopo le nozze, Nunzia e Aniello sono alla ricerca di una casa nella quale passeranno i primi due anni di vita coniugale. Poi c’è il ritorno in Campania. Lavora due anni in Rianimazione a Maddaloni. È a contatto ogni giorno con persone sospese tra la vita e la morte. Scopre che la sofferenza non guarda in faccia nessuno: «Avevo sempre pensato che le persone che hanno vissuto rettamente non dovessero morire in un lago di dolore. In quel reparto ho capito che non è così e la mia fede ha dovuto fare un altro scatto in avanti». Nella sua vita vi è sempre una sovrapposizione tra la carta topografica e la geografia interiore. Nel percorso che piano piano gli consente di ritornare nella sua terra, Dio scrive continuamente nel suo cuore. Pennellate delicate che gli segnano l’anima. Passa 12 giorni all’ospedale di Castiglione di Ravello, nel cuore della magnifica costiera amalfitana. Dalla finestra scorge il mare, è convinto di essere giunto a destinazione. Invece, c’è ancora un tratto di strada da fare. L’ultimo, e forse quello più importante: c’è un posto per lui nella Terapia Intensiva Neonatale del nosocomio nocerino. Il reparto non è ancora pronto e Aniello passa due anni al Nido. Tutti sono sorpresi dalla delicatezza e dalla pre-
mura che ha nei confronti dei piccoli. «Com’è fortunata sua moglie!», gli dice una signora. «Non ho figli», risponde senza perdere il sorriso. I figli sono arrivati quando Dio ha voluto. Lo dice con pacatezza, senza nascondere il dolore di quella lunga attesa. Carlo è nato dopo sei anni di matrimonio - era il 7 maggio del 2005 -, l’anno in cui Aniello inizia a lavorare alla Tin. Due anni dopo, arriva anche la piccola Marta. Le attese non sono mai sterili, producono frutti dal valore inestimabile. L’attenzione di Aniello e Nunzia per i piccoli, per i giovani, per i fidanzati che accompagnano nella preparazione al matrimonio affonda le radici in quel tempo in cui Dio ha scavato a fondo nel loro cuore. Quando in Tin arriva Cristina, una bimba con una gravissima malformazione che i genitori non riconoscono, tutto il reparto si mobilita. Aniello si fa in quattro. La culletta della bambina è punto di incontro e confronto per tutto il personale. Cristina apre la strada all’esperienza della celebrazione eucaristica che ogni anno, prima di Natale, raccoglie nella cappella dell’ospedale Umberto I i genitori dei piccoli che non ce l’hanno fatta. È proprio vero, siamo la somma delle esperienze che viviamo. Ed esse determinano il modo in cui decidiamo di stare al mondo. Sia che si tratti di andare in giro per Poggiomarino a distribuire la rivista, di vivere la propria professione come annuncio e vocazione, portare le caramelle il lunedì pomeriggio ai bimbi che vanno a scuola con la figlioletta Marta o comprare i dolci per un giovane del Marocco che lavora a Poggiomarino. Il motore è unico: amare Dio nel volto del fratello, senza aspettare che siano gli altri a fare il primo passo. Questa è la lezione di Aniello. Antonietta Abete NOVEMBRE 2015 Insieme
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L'APPROFONDIMENTO
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a sua voce arriva calma dalla cornetta del telefono. Mentre le parole si susseguono, intravedo un volto addolcito dagli anni e segnato dall’esperienza. Emiddia Avitabile, classe 1952, ha speso la sua vita al servizio degli altri e di Dio, ed offre il suo prezioso contributo per la rivista Insieme da 4 anni, come referente parrocchiale di San Lorenzo Martire. La casa paterna, in cui vive a Sant’Egidio del Monte Albino, è il palcoscenico dei sacrifici d’amore che l’hanno plasmata facendola diventare la persona disponibile e concreta che è ora. Il suo papà è venuto a mancare quando era ancora piccola, catapultandola in una fase della vita che le ha permesso, a poco a poco, di capire il senso dell’offerta e del dono di sé. Con il passare degli anni, la fanciulla è diventata una donna forte e coraggiosa, cresciuta dispensando amore ed energie nel luogo a lei più caro: la famiglia. «Mia mamma aveva una salute cagionevole, io le restavo accanto mentre mia sorella lavorava» racconta ripensando con serenità a quei giorni. Non si è mai pentita della sua scelta, non ha mai tentennato, neppure nei momenti di sconforto: si è sempre affidata a Dio, rimettendosi totalmente alla Sua volontà. Emiddia non ha mai lavorato, ha scelto di rimanere accanto alla mamma nel tempo doloroso della malattia: sempre presente, con un sorriso aperto e una tazza di brodo caldo. Ci ritroviamo ad un tratto l’una di fronte all’altra e, così, le confessioni più intime possono liberarsi spontanee. Riflettendo sul suo amore verso il prossimo le chiedo se ha mai sentito, anche solo per un attimo, la chiamata vocazionale. Risponde dicendo che l’idea di consacrarsi è sempre stata lontana da lei. Per tutta la sua vita ha sempre amato Dio nello stesso modo: partecipando alla Messa, aiutando il parroco ed accudendo i suoi genitori; nonostante il suo incontro con il Signore sia diventato, con gli anni, il suo pane quotidiano. Emiddia è una risorsa preziosa nella sua parrocchia: partecipa come socio di Azione Cattolica e collabora alle pulizie della Chiesa, oltre ad essere referente di Insieme. Sono 4 anni, infatti, che sostiene la realtà della rivista, facendo di Insieme un altro tassello del puzzle della sua vita, fatto anch’esso di semplicità e servizio. Emiddia non ama apparire, non crede nelle parole gridate e nei gesti plateali. Si muove silenziosa dietro le quinte, proprio come quando mette la rivista sotto braccio e la porta nelle case di coloro a cui fa visita o arriva svelta in redazione per fare il report su vendite e abbonamenti raccolti. La signora Avitabile vive nella continua ricerca della volontà di Dio. Ha fatto della carità il suo vessillo. Lo tiene alto. In tutti questi anni mai una volta ha immaginato la sua vita diversamente. Ama essere là dove è arrivata, consapevole di vivere il disegno che Dio ha tracciato per lei. Donatella Salvati
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Dio e la famiglia sopra ogni cosa Emiddia Avitabile, classe 1952, ha speso la sua vita al servizio degli altri e di Dio. Da 4 anni si occupa della diffusione di Insieme come referente parrocchiale di San Lorenzo Martire
Emiddia Avitabile
Maria Felicia insieme ai bambini della parrocchia
Le tante strade per servire il Signore Maria Felicia è tra i più giovani referenti della nostra rivista. La distribuzione di Insieme è solo uno dei tanti servizi che offre alla Chiesa locale
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i sono diversi modi per offrire il proprio servizio a Dio. Prestare il proprio tempo alla comunità è senza dubbio uno di questi. All’interno di una casa così poliedrica qual è una parrocchia, sono numerose le attività in cui potersi impegnare, perché diverse sono le strade per percorrere il bene. Maria Felicia è un factotum della sua comunità, la parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di Nocera Inferiore. Catechista, voce del coro, animatrice ACR, Ministro Straordinario della Comunione, dall’alto dei suoi 22 anni è anche tra i più giovani referenti della rivista Insieme. «Il mio incarico è nato per caso – racconta – . È stata la precedente referente, in procinto di partire, a chiedermi di svolgere questo servizio. Ed io ho accettato». Da appena un anno il suo sorriso radioso fa da tramite tra noi e i nostri lettori, eppure se ne vedono già i frutti. «Quando ho iniziato a distribuire la rivista ho cercato di capire quale fosse l’appeal che aveva sugli altri, sui ragazzi in particolare. Così ho cominciato a poggiare il giornale sulla scrivania del mio parroco e sono rimasta ad osservare l’effetto sortito». Mentre ascolto divertita questa sperimentazione di marketing parrocchiale, spero non mi deluda la conclusione del racconto: «Molti giovani si avvicinavano a sfogliarne le pagine e, con il tempo, il pubblico che mensilmente si appassiona alla rivista si è arricchito e variegato».
Maria Felicia mette l’anima in quello che fa. Studentessa universitaria in “Scienze dell’educazione”, dedica le ore pomeridiane al doposcuola per i bambini della parrocchia. Sorride con gli occhi mentre dice: «La comunità di San Bartolomeo Apostolo è la mia famiglia. Io scappo in chiesa appena posso». Fa parte di questa comunità parrocchiale da quando aveva sei anni. «Non esistono per me impegni che hanno priorità rispetto a quelli assunti in parrocchia. Lì ho i miei amici, è la mia seconda casa». Questo radicamento così forte spinge Maria Felicia a raccontare agli altri la vita della sua comunità. È, infatti, anche autrice di numerose news della parrocchia sulla nostra rivista: «Insieme è un mezzo per comunicare con le altre comunità, per renderle partecipi della nostra vita parrocchiale, perché possano essere arricchite dalla conoscenza delle nostre attività. E noi possiamo fare altrettanto. La rivista è poi un mezzo per evangelizzare, un altro modo attraverso cui giunge la Parola di Dio». Con la sua fede profonda, il suo impegno costante, Maria Felicia è tra i nostri referenti più attivi. La sua giovane età, il suo ingegno, la sua caparbietà sono un valore aggiunto per la nostra squadra e per l’intera famiglia diocesana. Martina Nacchio NOVEMBRE 2015 Insieme
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L'APPROFONDIMENTO
Messaggio del vescovo Giuseppe per la VI Giornata diocesana di Insieme
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porta di comunicazione Carissimi, ritorna puntuale la Giornata diocesana di Insieme e, ancora una volta, il Vescovo bussa alle vostre porte per presentare la rivista, promuoverne la diffusione e ringraziare le mani, le menti e i cuori che la abitano. Perché tanta insistenza? Certo non per vendere qualche copia in più (sempre utile!), il mio desiderio è che la comunicazione arrivi a tanti, magari a tutti.
«Investire in cultura è spendersi per il bene personale e comune»: il messaggio del vescovo Giuseppe Giudice per la VI Giornata diocesana di Insieme
Insieme vuole essere una porta ed ha il compito di far entrare nella casa “buone notizie” e far uscire ognuno con un pensiero sempre più aperto alle dimensioni del mondo. Sì, Insieme vuole essere una porta, sempre aperta e spalancata sul territorio, per dare alle tante notizie che ci assalgono il sapore del Vangelo e la freschezza dell’annuncio cristiano. Insieme vuole raccontare le opere, i giorni e la vita attraverso le lenti della misericordia, utilizzando parole misericordiose, sostanziate di verità. Nessuno si chiuda ad Insieme e così Insieme diventerà sempre più, con l’apporto intelligente di tutti, una porta per comunicare con un mondo che si dice connesso ma è povero di relazioni; diventerà, volendolo, un collante per le nostre parrocchie e realtà ecclesiali, con parole che diventano segni e strumenti di unità. Accogliamo Insieme, investiamo su Insieme per comunicare cultura alla terra dell’Agro. Ci accorgeremo così che spendere in cultura è spendersi per il bene personale e comune e, nel piccolo, contribuiremo a far uscire il nostro tempo dalle sacche della crisi culturale. Vi benedico † Giuseppe, Vescovo
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Accogliamo Insieme, investiamo su Insieme per comunicare cultura alla terra dell’Agro
LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione
Auguri di buon compleanno
Buon anniversario di ordinazione presbiterale a:
Mons. Pietro Milite (prelato uditore del Tribunale della Rota Romana) spegne 45 candeline, il 16 novembre; don Mons. Romualdo Calcìde Pietro Milite (S. Biagio Vescovo e Martire, S. Marzano sul Sarno) festeggia 43 anni, il 17 novembre; don Giuseppe Pironti (San Sisto II, Pagani) spegne 32 candeline, il 21 novembre; don Flaviano Calenda (SS.mo Corpo di Cristo, Pagani) festeggia 67 anni, il 23 novembre; don Giovanni Orlando (canonico della cattedrale) compie 75 anni, il 25 novembre. Compleanno speciale per don Salvatore Verdoliva (diacono permanente) e per don Alfonso Santoriello: entrambi raggiungono il traguardo delle 50 candeline, rispettivamente il 20 e il 25 novembre.
padre Damiano Antonino, il 24 novembre. Con l’augurio che il Signore possa sempre far brillare il suo ministero. Auguri!
Buon compleanno ai referenti
Giuseppe Seccia (S.S. Apostoli Simone e Giuda, Nocera Inferiore) compie 73 anni, il 7 novembre; Maria Ermelinda Di Lieto (S. M. Maddalena in Armillis, S. Egidio del Monte Albino) festeggia il compleanno il 9 novembre; Laura Della Casa (Maria Immacolata, Nocera Inferiore) compie gli anni l’11 novembre; Ornella D’Auria (S. Anna e Fosso Imperatore, Nocera Inferiore) festeggia il compleanno il 19 novembre; il prof. Raiola (San Sisto II) compie 69 anni, il 22 novembre; Andrea Pappacena (S. Alfredo, Sarno) spegne 64 candeline, il 25 novembre; Livia Rossi (S. M. Maddalena in Armillis, S. Egidio del Monte Albino) compie 23 anni, il 30 novembre.
Affinché le vostre vite possano sempre profumare della freschezza della giovinezza ed essere impregnate dalla saggezza degli anni che il Signore vi ha donato. Auguri! Ornella D’Auria
Auguri speciali
Auguri di buon compleanno a Nunzio Desiderio (responsabile dell’Ufficio per le Confraternite), che spegne 67 candeline, Nunzio Desiderio il 28 novembre. Gli auguri più sinceri dalla famiglia della Curia diocesana. Auguri a Maria Orefice per il doppio traguardo accademico raggiunto: la laurea triennale, il 15 ottobre 2013 e quella magistrale il 15 settembre 2015. Con affetto ed orgoglio. La nonna
Il nostro cordoglio Il 20 ottobre scorso è tornato in Cielo il padre di don Salvatore Fiocco. Intorno al presbitero, parroco di Maria SS.ma delle Tre Corone e amministratore parrocchiale di San Matteo in Sarno, si stringe la comunità diocesana e la redazione di Insieme, nella certezza che “chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna”.
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SCUOLA & UNIVERSITà a cura di Martina Nacchio
Gli insegnanti, la dirigente Virginia Villani, gli allievi della Residenza Lars, gli studenti del Terzo Circolo di Sarno durante una delle attività del progetto “Diversamente Expo”
Un progetto di educazione alimentare per favorire l’integrazione tra studenti e ragazzi diversamente abili, grazie al protocollo d’intesa firmato dalla dirigente scolastica Villani con la Residenza Lars
“Diversamente Expo” per il Terzo Circolo di Sarno
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uale tema migliore per coinvolgere gli studenti del Terzo Circolo di Sarno e i ragazzi della Residenza Lars, se non il cibo, in particolar modo i prodotti del nostro Agro nocerino-sarnese, da sempre famosi per la loro genuinità? Da maggio a settembre 2015 gli alunni hanno potuto vivere esperienze di grande valore umano grazie ad un protocollo d’intesa stipulato dalla dirigente scolastica Virginia Villani con la Residenza Lars, diretta dalla dottoressa Renzullo, per il progetto di educazione alimentare “Diversamente Expo”. Obiettivo prioritario dell’iniziativa è stato quello di favorire l’integrazione e la socializzazione degli alunni con gli allievi diversamente abili della Residenza Lars. All’inaugurazione – tenutasi il 22 maggio presso la Residenza Lars a
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Episcopio – sono seguiti dal 21 al 23 settembre straordinari incontri presso i locali del plesso Borgo: approfondimenti sul tema, mostre interattive e giochi di squadra. La dirigente scolastica Virginia Villani si è mostrata ben felice di accogliere questi ospiti speciali, molti dei quali erano anche nostri alunni. Interessanti e coinvolgenti le relazioni del dottor Montinaro, che ha tenuto conferenze sull’alimentazione e sulla dieta mediterranea. Attraverso giochi di ruolo e attività di gruppo, i bambini hanno compreso l’importanza dei corretti stili alimentari per la loro crescita psico-fisica. Alla fine di ogni incontro gli allievi della Residenza Lars hanno preparato e offerto sia agli alunni che alle insegnanti, semplici piatti a base di frutta e verdura. Il progetto si è concluso il 25 settembre nella suggestiva location
del Country Resort “La Collina”, in Nocera Inferiore. Qui sono stati esposti i prodotti tipici dell’Agro nocerino-sarnese, libri della storia locale, foto di vecchi mestieri. Gli alunni del Terzo Circolo hanno esposto i loro cartelloni, che illustravano lo studio svolto in classe con le loro insegnanti e si sono divertiti ad impastare acqua e farina per realizzare piccole forme di pane e di pizza. La manifestazione ha visto una grande affluenza di persone interessate e un po’ anche incuriosite. Tutti hanno così potuto constatare che è possibile abbattere i pregiudizi sulle diverse abilità. È possibile la socializzazione e l’interazione tra normoabili e diversamente abili. Tutto questo per gli alunni del Terzo Circolo è “normale amministrazione”. Veronica Bove
La pagina Facebook del Servizio di pastorale scolastica diocesano
In memoria di mons. Vassalluzzo È stato intitolato a mons. Mario Vassalluzzo l’Istituto comprensivo di Roccapiemonte, con la deposizione del busto in bronzo raffigurante il sacerdote scomparso nel 2014
Per una pastorale scolastica 2.0 Il Servizio di pastorale scolastica ha inaugurato il 18 settembre scorso la pagina Facebook dedicata alla spiritualità dello studio
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o zaino con il portachiavi del cuore, i disegni sul diario e le cuffie nelle orecchie: una barriera invalicabile i ragazzi di oggi? Non c’è tempo migliore che quello della scuola per assaporare la forza e la bellezza del Vangelo. La stagione delle prime domande su noi stessi, in cui scoprire che quel cammino esigente che richiede lo studio è molto simile allo slancio del cuore per muovere i primi e incerti passi nella fede. Come aiutare i ragazzi a vivere lo studio come tempo in cui comprendere la propria vocazione? Il 18 settembre, giorno in cui la Chiesa festeggia san Giuseppe da Copertino, patrono degli studenti, il Servizio di pastorale scolastica della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ha inaugurato la sua pagina Facebook: uno spazio per accompagnare studenti, docenti e dirigenti a vivere la spiritualità dello studio.
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l Pastore del popolo di Dio, al giornalista, all’uomo dall’immensa cultura, al parroco che con la sua opera ha forgiato il cuore di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Alla sua memoria, una scuola nella città che tanto ha amato. Si è svolta il 9 ottobre la cerimonia di intitolazione a mons. Mario VassalIl busto in bronzo raffigurante mons. luzzo dell’Istituto comprensiMario Vassalluzzo vo di Roccapiemonte, guidato dal dirigente scolastico Giuseppe Pannullo, con la deposizione del busto in bronzo, che lo raffigura. Evento già anticipato dallo scoprimento della targa sull’edificio scolastico al suonare della prima campanella, lo scorso settembre. Un evento per cui anche il vescovo della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, ha espresso soddisfazione attraverso un messaggio diffuso dall’attuale parroco di Roccapiemonte, padre Giuseppe Ferraioli, durante la cerimonia. Gli studenti hanno letto alcuni stralci delle opere più belle del sacerdote scomparso il 4 marzo 2014, ascoltando diverse testimonianze sulla sua vita, in un auditorium gremito e commosso. Mar. Nac.
FOTONOTIZIA Il Servizio di pastorale scolastica della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ha ideato una cartolina per diffondere tra studenti, docenti e dirigenti il significato e la mission del gruppo di lavoro guidato dal dirigente Filippo Toriello NOVEMBRE 2015 Insieme
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FAI LA SCELTA GIUSTA I consigli dei neolaureati
La fatica dietro la macchiana da presa
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universo cinematografico attrae nella sua orbita tanti giovani, che da grandi sognano di farne parte. Non solo recitazione, esiste un mondo altrettanto affascinante al di là della lente della telecamera: il motore del grande schermo, gli ingranaggi della sceneggiatura, del montaggio, degli effetti speciali. Un mestiere basato su competenze informatiche e matematiche, oltre che tecniche, le cui conoscenze si acquisiscono con anni di studi mirati nel settore, oltre che con la pratica. Lo sa bene Claudio Califano, studente della Roma Film Accademy, laureatosi nel luglio del 2014 in Scienze e Tecnologie dei Media, uno dei corsi di studio a numero programmato presenti nella macro-area di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Roma “Tor Vergata”. «Il mio percorso formativo è stato legato a doppio filo con materie di ambito matematico ed informatico che hanno applicazioni pratiche nel campo della comunicazione mediale» spiega. Un corso di studi in cui la rigidità dell’ambito scientifico si sposa ad
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una vasta gamma di applicazioni creative che la stessa matematica offre. La salita. Non è però mai in discesa la strada verso i sogni e di difficoltà sul percorso Claudio ne ha incontrate. Nonostante abbia scelto un’università della capitale, ha dovuto confrontarsi talvolta con una cattiva organizzazione didattica e con una scarsa garanzia del diritto allo studio, che ormai stentiamo a definire tale al Nord come al Sud. Inoltre, la pecca maggiore che Claudio ha riscontrato nella sua università è la carenza di strumenti informatici all’avanguardia, fondamentali nel suo settore. Il consiglio. Nonostante ciò, il neo-dottore si dice soddisfatto del primo traguardo accademico che ha coronato. Ex studente del Liceo scientifico, consiglierebbe questo corso di laurea a coloro che abbiano una propensione per gli studi scientifici e siano affascinati dall’applicazione creativa di queste matere nei più svariati campi, come cinema, internet, computer graphics. Lo studio, la creativi-
Nome Claudio Cognome Califano Laureato in Scienze e Tecnologie dei Media Voto 97/110
tà e il desiderio di mettersi in gioco sono fondamentali. Piccoli lavoretti nel settore, spesso mal pagati ma soddisfacenti, hanno contornato questi anni di studi impegnativi. Claudio vuole diventare un video editor. È di Pagani, ma ha sempre saputo che la sua passione lo avrebbe spinto lontano. Roma è la prima tappa di un percorso che lo porterà ad essere uno dei nomi che alla fine del film sul grande schermo scorrono davanti agli occhi degli spettatori entusiasti. Martina Nacchio
Gaetano FABBRICATORE Makeup artist and hairstylist
Via Santissimi Martiri, 55 Sant’Egidio del M. Albino cell. 338 63 91 895
VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo
Carnevale bis? Non proprio
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ccorre rimettere la luce di Cristo al centro del 31 ottobre, perché questa notte diventi una veglia di preghiera in attesa della festa di Ognissanti, anziché una celebrazione del buio e dell’occulto come vorrebbe la festa pagana di Halloween. È il senso di numerose iniziative promosse parallelamente in ambito cattolico per contrastare il diffondersi di una consuetudine che non ha nulla da spartire con la tradizione cristiana. La festa delle streghe ha preso il sopravvento e rischia di travolgere il senso delle celebrazioni dell’1 e 2 novembre. La Chiesa tende per questo a rimettere al centro il significato autentico della festa dei santi. Un percorso non facile, specialmente in un’Europa fortemente secolarizzata. Ma come in tutte le cose di buon senso, non bisogna alzare palizzate. Halloween è, infatti, un fenomeno culturalmente complesso. Ci sono tanti giovani cattolici che fanno festa il 31, senza per questo
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mettere in discussione la loro fede. Occorre così puntare sulla bellezza della luce, valorizzando la celebrazione della santità. Ci sono interessanti esperienze a livello locale e mondiale. A Torino, per esempio, hanno organizzato “Con sale in zucca”. La serata del 31 si caratterizza per uno spettacolo che coniuga teatro, musica e arte, seguito da un momento di riflessione e preghiera. Si fa festa, insomma, con intelligenza e mettendo in luce la santità. Nel capoluogo piemontese hanno scelto Piergiorgio Frassati e Chiara Luce Badano. Ma anche in Gran Bretagna, dove la festa è praticamente nata, i cattolici scendono in campo. Come riporta Famiglia Cristiana, l'organizzazione Cor et lumen Christi suggerisce a famiglie e comunità idee e risorse per aiutarle a celebrare la “notte della luce”. Insomma, più che demonizzare, bisognerebbe mettere in campo una strategia diversa: riaccendere il desiderio di luce che purtroppo tende sempre più ad assopirsi. Salvatore D’Angelo
È tra i prodotti di importazione più diffusi in Italia. In alcuni casi batte quelli cinesi. Nessuno resiste a festeggiarlo, nonostante le controverse impressioni sul tema. Parliamo di Halloween. I party si moltiplicano non solo nei pub, ma anche in scuole e ludoteche
Monsignor Francesco Alfano, al centro, insieme ai giovani imprenditori del pastificio
In memoria dei caduti
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Sinergie che danno frutto
di Flora Porreca*
Grazie al Progetto Policoro di Sorrento Castellammare e al sostegno di un’intera comunità, sei giovani sono riusciti a mettere su un pastificio artigianale a Gragnano
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a gioia è l’unica cosa che si moltiplica quando viene divisa o, meglio, condivisa. Questo è quello che hanno potuto sperimentare i soci del pastificio “Il Mulino” di Gragnano quando il 2 ottobre 2015, nella sede produttiva situata sulla Statale per Agerola, hanno inaugurato la loro impresa. Migliaia le persone che hanno preso parte all’open day. Alfredo, Agostino, Cristian, Luigi, Raffaele e Francesca hanno fatto diventare realtà il loro sogno. A sostenerli, il Progetto Policoro della Diocesi di Sorrento – Castellammare, le famiglie della parrocchia di Gragnano e quelle d’origine.
iportare in Italia le salme dei caduti durante la seconda guerra mondiale. L’iniziativa è portata avanti dalla sezione bersaglieri “Guido Cucci” dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Nocera Inferiore, si tratta di una campagna di sensibilizzazione per evitare che «questi giovani figli catturati, rastrellati e deportati nei territori del terzo reich cadano nell’oblio», ha spiegato il presidente Luigi Sellitti. In tutto l’Agro si contano 34 vittime sepolte nei cimiteri di guerra tedeschi. L’associazione “Guido Cucci” sta sollecitando le amministrazioni comunali dell’Agro affinché si possano attivare per il rimpatrio delle salme dei loro sfortunati concittadini, come già è avvenuto da parte di altri comuni della nostra provincia. Un’iniziativa davvero lodevole.
Tombe di italiani caduti in Germania
Lo scorso 2 ottobre in tanti hanno voluto partecipare alla loro gioia. Il maggior numero di presenze si è registrato in serata, quando ha avuto luogo la tavola rotonda dal titolo “Una città vera vive di solidarietà, unica via per dare credito alla speranza”, alla quale sono intervenuti monsignor Fabiano Longoni, direttore nazionale dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della CEI, e l’arcivescovo stabiese, monsignor Francesco Alfano. Una storia che farà storia? È quello che ci auguriamo, affinché il seme gettato nella fertile terra gragnanese dia frutto per tutto il Paese. *Animatore di comunità Progetto Policoro NOVEMBRE 2015 Insieme
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VITA NELL'AGRO Un momento del convegno
«Creare un tavolo permanente a favore delle politiche familiari»: è la proposta emersa durante il convegno Senza figli non c’è futuro, seguito all’approfondimento di Insieme “Culle vuote” realizzato dall’Osservatorio Politiche Giovanili e dalla nostra redazione
Crollo delle nascite: parliamone
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l rischio che l’A gro si spopoli è più reale di quanto si creda. Nell’ultimo ventennio si fanno sempre meno figli e in alcuni comuni ci sono più morti che nascite. Un quadro desolante su cui l’Osservatorio Politiche Giovanili di Nocera Inferiore e Insieme hanno aperto una riflessione. Innanzitutto con il primo piano di settembre, poi con un convegno tenutosi l’8 ottobre nell’aula consiliare del Comune di Nocera durante il quale sono stati snocciolati numerosi dati. Gli analisti dell’OPG hanno preso spunto dalle percentuali stilate dall’Istat per fotografare la situazione di Angri, Bracigliano, San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, San Marzano, San Valentino, Sant’Egidio, Sarno, Siano, Poggiomarino e Striano. I numeri sono impietosi. In tutti i comuni presi ad oggetto nel 2014 sono nati appena 2539 bambini. La palma d’oro è andata ad Angri, 361 na-
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ti lo scorso anno. Hanno retto Nocera Inferiore con 350 bambini, Pagani con 348 e Sarno con 284. Bene pure Poggiomarino con 237 nascite registrate, seguito da Nocera Superiore, 208 fiocchi tra azzurri e rosa, Castel San Giorgio, 131 nati, San Valentino 109, San Marzano 107, Roccapiemonte 91, Siano 82, Striano 77 e Sant’Egidio 76. Fanalino di coda per nascite, da considerare anche però le dimensioni delle cittadine, sono stati Bracigliano con 44 nati e Corbara con 34. Angri è l’unico a crescere rispetto al 2013, quando furono registrate 353 nascite. I membri dell’Osservatorio hanno rilevato che ad avere la peggio è stata Nocera Inferiore. Spaventa il saldo naturale, ovvero il rapporto tra nascite e morti. Nel 2014 c’è stato un meno 66. Su questi dati, presentati da Alfonso Pergolesi dell’OPG e Mariarosaria Petti di Insieme, introdotti da Francesco Belisito, presidente dell’Osservatorio, si sono confrontati il sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato,
il vescovo diocesano monsignor Giuseppe Giudice e il sociologo Raffaele Sibilio. Il Vescovo ha posto l’accento sul ruolo della Chiesa: «Dobbiamo puntare sulle famiglie, dando però ad esse un contributo sociale e politico. Non basta proporre un modello di famiglia se poi non ci sono le adeguate politiche familiari che lo sostengano». Il professor Sibilio dell’Università Federico II di Napoli ha detto: «Le istituzioni hanno il compito di generare cambiamento, le politiche di welfare legate al mercato del lavoro sono molto importanti, perché oggi i giovani, non trovando un lavoro stabile e continuativo, non possono progettare il loro futuro. Il problema è che le istituzioni non dialogano tra di loro e non si creano coerenze tra i servizi da erogare». In chiusura Mariarosaria Petti ha lanciato l’idea di «creare un tavolo permanente a favore delle politiche familiari e di sviluppo demografico». Donatella Salvati
Pillole di finanza etica di Pino D’Ammora*
Casa D’Amalfi
I liquori della tradizione
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on bisogna andare troppo lontano per scoprire delle interessanti realtà produttrici. È il caso dell’azienda artigianale Casa D’Amalfi di Aniello D’Ambrosio. Dal 1996 produce creme e liquori tipici della tradizione enogastronomica campana. Il metodo di lavorazione artigianale segue le antiche ricette della memoria. Abbiamo avuto modo di conoscere Aniello e la sua attività. Grazie alla sua disponibilità e accoglienza siamo entrati nel suo mondo. Accanto al laboratorio, ad Angri, c’è il negozio al dettaglio dov’è possibile scegliere deliziose confezioni regalo, abbinando più liquori. Tra le quindici tipicità prodotte c’è l’Amalficello, il prodotto di punta fatto con il tipico sfusato amalfitano, e Dama Bianca e Campo Amaro, le due novità degli ultimi anni. Dama Bianca è una crema soffice e delicata dal gusto simile alla vaniglia. Campo Amaro è l’amaro realizzato con diverse erbe tra cui assenzio gentile e centaurea. Ma a Casa d’Amalfi non si fermano mai. È in programma la preparazione di una nuova e gustosa crema.
Il voto con il portafoglio
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ome si resta delusi quando si votano politici che non rispettano le promesse! È interessante sapere che si può “cambiare” il mondo anche “votando con il portafoglio”. Quando scegliamo un prodotto anziché un altro, esercitiamo un diritto, come col voto. Un esempio? L’energia elettrica. Si può acquistare energia da compagnie che utilizzano solo fonti rinnovabili e non i combustibili fossili o il nucleare, che portano danno all’ambiente e alla salute, a causa dell’inquinamento. Esistono in Europa delle cooperative di consumo che distribuiscono energia acquistando solo da fornitori “etici”, cioè che pro-
ducono corrente da fonti non inquinanti. Alla “fiera dell’economia solidale” a Salerno è stata presentata una di queste cooperative. I vantaggi di diventare soci sono dati dal fatto che, a parità di prezzo, si è sicuri di non danneggiare l’ambiente e se il numero di soci aumenta, godere dei profitti come sconto in bolletta. Per saperne di più sul voto col portafoglio è possibile visitare il sito www.nexteconomia.org, mentre per quanto riguarda l’energia pulita si possono visitare i siti www.enostra.it oppure www.retenergie.it. *Coordinatore dei soci di Banca etica in Provincia di Salerno
Info www.casadamalfi.it tel. 081 513 88 72 Via Nazionale 274, Angri (Salerno)
Casa D’Amalfi NOVEMBRE 2015 Insieme
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VITA ECCLESIALE Foto Salvatore Alfano
a cura della redazione
Il palco allestito all’interno della ex Fatme di Pagani per la Convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito
Salvatore Martinez si N
el 2007 è stato il primo laico a diventare presidente del Rinnovamento nello Spirito. Ed è anche stato il primo laico ad esserne coordinatore nazionale nel 1997 e, qualche anno prima, responsabile in Sicilia. Salvatore Martinez si racconta e parla di Chiesa, rapporti con gli altri movimenti, famiglia e papa Francesco. La guida dei carismatici italiani è stato a Pagani lo scorso 11 ottobre, per la convocazione regionale. Un momento di forte preghiera e di festa tenutosi nella ex Fatme, trasformatasi da vecchia fabbrica a luogo di meditazione e condivisione fraterna. Martinez ha conosciuto il Rinnovamento quando aveva 12 anni, nel bel mezzo degli anni ’60: «Si trattava di una delle primissime espressioni di questa corrente di grazia che in Italia era giunta a Roma nel 1974. Mia zia e i miei genitori sono stati tra i primissimi a conoscere questa nuova realtà e mi coinvolsero in qualità di animatore musicale, dal momento che mi destreggiavo con la chitarra e l’organo. A 14 anni ero membro del primo pastorale di servizio della Comunità, l’organismo direttivo che, all’epoca, guidava
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Il presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo parla del movimento che guida in Italia, del ruolo dei carismatici in Campania e del supporto allo sviluppo sociale e civile. Il suo pensiero va anche alle famiglie, riflette sulla Chiesa e definisce papa Francesco il pontefice che «ha rivelato la prossimità della Chiesa con una originalità che ci dice l’inesauribile bellezza del Vangelo»
Foto Salvatore Alfano
Occorre mostrare la ricchezza che si sperimenta in famiglia, anche nelle difficoltà e nel disorientamento corrente
già 120 persone. E da quel giorno lo Spirito Santo non mi ha dato riposo». Lo Spirito è essenziale in tutte le cose e ha suscitato i carismi alla base dei Movimenti. Qual è il loro contributo all’evangelizzazione e alla Chiesa?
Salvatore Martinez mentre prega davanti al Crocifisso
racconta Foto Salvatore Alfano
Giuseppe Contaldo, coordinatore regionale del RnS
Non possiamo nascondere la verità profonda dei carismi che per loro natura sono missionari. La parola “movimento” ci dice, per l’appunto, che sono proprio il superamento di ogni staticità della fede: segnano, in linea di continuità con il mandato di Gesù, quella costruzione del Regno di Dio che avviene nella storia dove noi laici siamo perfettamente innestati. La natura dei Movimenti è in una dinamica missionaria, una spinta che nasce dal desiderio di comunicare la gioia dell’incontro con Gesù Cristo. È importante evitare però l’autoesaltazione. I Movimenti rischiano una chiusura al loro interno e talvolta la formazione di chiese parallele. Come il Rinnovamento vive l’incontro e l’accoglienza con chi non ne fa parte?
Il Rinnovamento è uno strumento ecclesiale per una nuova comunicazione spirituale della fede e non rappresenta in se stesso una nuova spiritualità. Il suo dinamismo è orientato al rinnovamento di tutta la Chiesa, in tutte le sue manifestazioni vitali e in tutte le sue diverse componenti. Pertanto il Rinnovamento è aperto a tutti, ad ogni categoria ecclesiale e sociale, senza distinzioni di età, di sesso, di ceto, perché tutti possano esperimentare la novità di una vita cristiana vissuta secondo lo Spirito e i suoi carismi. Com’è la collaborazione con gli altri Movimenti?
Fu Giovanni Paolo II, nella Pentecoste del 1998, ad incontrare i Movimenti in piazza San Pietro a Roma, inaugurando una stagione di condivisione e amicizia in Gesù che ancora oggi ci lega ai Focolari, alla Comunità di Sant’Egidio e ad altri Movimenti e Comunità diffusi nel mondo. Nasceva in quegli anni un rapporto speciale: lo Spirito Santo ci avrebbe spinto a lavorare e camminare insieme nella Chiesa con una gioia e un’apertura mai sperimentate prima e che perdura ancora oggi, estesa anche ad associazioni di ispirazione cristiana che operano nel sociale. NOVEMBRE 2015 Insieme
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VITA ECCLESIALE Foto Salvatore Alfano
Un particolare degli ottomila partecipanti all’incontro
Non è la prima volta che viene in Campania, ultimamente c’è stato il Pellegrinaggio delle Famiglie per la Famiglia tra Scafati e Pompei. Qual è lo stato di salute del RnS in questa Regione?
Il Pellegrinaggio, iniziativa annuale e nazionale del RnS, nacque nel 2007 nel segno della valorizzazione del “Sud del Paese”, spesso evocato per tanti episodi di trascuratezza morale e civile. La straordinaria vitalità del RnS campano, articolato in circa 200 gruppi e popolato da migliaia di aderenti, è da anni testimonianza efficace della presenza di persone accoglienti, oneste, estremamente generose e volenterose, attive nell’evangelizzazione nei luoghi più periferici come le carceri e gli ospedali. Conosciamo e apprezziamo molto un popolo capace di sperare e costruire un futuro migliore per la propria terra. Il contributo che un aderente al Rinnovamento può dare alla società civile? In generale, il contributo dei laici nella Chiesa e nella società.
Bisogna rendere testimonianza della permanente attualità del Vangelo di Gesù Cristo con entusiasmo, con gioia, con energia reale, con la potenza dello Spirito. Combattere la crisi che ci attanaglia vuol dire lavorare in modo creativo e perseverante, non arrendersi davanti agli ostacoli, non cedere al timore e alle preoccupazioni. Gesù ci ha dato il suo Spirito Santo; lo Spirito ci ”attrezza” con doni e carismi per “umanizzare e cristianizzare” la storia. Un compito per ciascuno di noi, nessuno escluso. «La gioia del Vangelo riempie il
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cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù»: inizia così il “manifesto programmatico” di papa Francesco, l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, in cui il Pontefice chiede a tutta la Chiesa e ai credenti un vero “rinnovamento spirituale” che possa redimere le povertà e le emergenze spirituali più disparate che spengono la speranza nel cuore dell’uomo. Famiglia. Un argomento caldo. Tutti ne parlano e lo utilizzano a modo proprio. La sua impressione, alla luce del Sinodo?
C’è un enorme bisogno di ridare credito alle famiglie, a partire dalla riaffermazione gioiosa e vitale dell’originalità dell’amore coniugale, paterno e materno. Una nuova soggettività ecclesiale e sociale della famiglia, fondata sull’unione di un uomo e di una donna, è significata in due fondamentali elementi: la stabilità di questo amore unitivo nel matrimonio e la fecondità di questo amore generativo nella procreazione. Questi non sono solo principi di fede, ma elementi di civiltà profondamente umani e laici, fattori importanti nella difesa e nello sviluppo dello stato sociale. Tutto questo il Sinodo sta ribadendo nella ricerca di una pastorale più adatta alle sfide di questo tempo. Ritrovare il senso della preghiera in famiglia: perché e come?
Non bisogna smettere di credere nella forza trasformante
Foto Salvatore Alfano (2)
della preghiera. Una famiglia è viva e rimane in vita se non si smette di pregare. Chi non prega perde l’uso del cuore e smette di amare. La preghiera ricrea la famiglia, dilata la famiglia, fa ospitare Dio e rende ospitali verso tutti; permette di vincere il male con il bene, di non essere sopraffatti dallo scoraggiamento, dall’orgoglio, dall’indifferenza. Dio ha fatto dell’umanità una sola famiglia: Egli non discrimina, non esclude, è protezione dell’orfano, della vedova, del divorziato. Occorre chiedere al Signore che le famiglie siano protette dal male, salvate dalla morte, benedette nel dono dei figli, rinnovate nella bellezza dell’amore e dalla potenza della preghiera. Aderenti durante la preghiera
Tante famiglie vivono vere vie crucis. Come affrontare tutto questo?
In molti casi constatiamo gli effetti devastanti dell’irruzione del male nella vita coniugale e familiare. Occorre accogliere, prendersi cura accompagnando, dare fiducia a tante coppie dimenticate e abbandonate che cercano e non trovano ascolto, mostrare la ricchezza che si sperimenta in famiglia, anche nelle difficoltà e nel disorientamento corrente. La sorpresa e la rivoluzione di papa Francesco cosa può ancora riservare?
Papa Francesco suscita ripetutamente gesti che regalano gioia profonda e speranza creatrice. Sin dall’inizio del suo pontificato, il Papa ha rivelato la prossimità della Chiesa con una originalità che ci dice l’inesauribile bellezza del Vangelo. E ora l’apertura di un Giubileo dedicato alla misericordia schiude le porte ad altre sorprese dello Spirito Santo a cui papa Francesco è interiormente e profondamente sottomesso nell’espressione di tanta libertà. Salvatore D’Angelo
sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO
Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana
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LE OPERE DI MISERICORDIA a cura dI Mariarosaria Petti L’inizio del Giubileo della misericordia è alle porte, come possiamo vivere al meglio questo Anno Santo? Riscopriamo le Opere di misericordia, lasciamo che la santità di alcune figure esemplari illuminino il nostro agire, valorizziamo tempi e spazi della preghiera personale e comunitaria per rivestirci di misericordia
Dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati
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ono in controtendenza, profeti audaci del loro tempo. Hanno biografie coraggiose e usano la grammatica del Vangelo. Sono i santi, coloro che hanno vissuto cercando di portare in terra un pezzo del Regno di Dio. Nell’Anno Santo della misericordia, scorgiamo nell’esempio di tanti santi e beati lo sprone a vivere concretamente le Opere di misericordia. Non c’è bisogno di volgere lo sguardo troppo lontano, perché la prima testimonianza autentica del “Dare da mangiare agli affamati” e “Dare da bere agli assetati”, arriva dalla vicina Pompei e dalla vita del laico missionario Bartolo Longo, oggi beato. Originario della Puglia, completa a Napoli i suoi studi in Giurisprudenza. L’arrivo in Campania segna il suo futuro. Prima si lascia coinvolgere da cattive frequentazioni, poi – grazie a santi sacerdoti – cambia radicalmente strada. Tra i primi incarichi del giovane avvocato, si presenta l’occasione di amministrare i possedimenti della vedova Marianna De Fusco che, dopo la prematura morte del marito, è in affanno con le questioni burocratiche. Bartolo Longo conosce così la Valle di Pompei. Lo scenario è disperato: una massa di poveri, con scarsa istruzione e nessuna igiene, preme per essere aiutata. Dove trovare la forza e i mezzi? Bartolo avverte dentro di sé la voce della Madonna: «Se vuoi la salvezza propaga il Rosario, è promessa di
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Maria». La preghiera dei semplici per eccellenza è l’inizio della sua immensa opera di carità. Don Bartolo – come sarà chiamato successivamente – è un fiume in piena: la prima ad essere contagiata dal suo entusiasmo è proprio la vedova Fusco. Per mettere a tacere mormorazioni, Leone XIII in persona consiglia loro di sposarsi. Sarà un matrimonio casto, ma non per questo non fecondo. Bartolo e Marianna dopo avere organizzato tutte le iniziative necessarie per portare a termine il maestoso Santuario di Pompei – come ancora oggi lo conosciamo – riuscirono a realizzare molte altre opere sociali, tra cui l’Istituto per le orfanelle e quello per i figli dei carcerati, dove furono accolti migliaia di bambini. «Non uno di loro si perse», come scriverà il beato nelle sue memorie. Ma i suoi sforzi non si fermarono: fondò il periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei”, avviò la costruzione della nuova città, con le case per gli operai, il telegrafo, un piccolo ospedale, l’osservatorio meteorologico e quello geodinamico. Senza dimenticare l’inizio dei lavori per la stazione ferroviaria. Gli ultimi anni non furono sereni: dopo la morte di Marianna, s’inasprirono i rapporti con i figliastri. Bartolo morirà poverissimo, ma ricco della gratitudine delle persone aiutate e dei fedeli che ancora oggi sono a lui devoti.
Risollevò la popolazione della Valle di Pompei. Numerose sono le sue opere di carità: salvò tanti orfani, si occupò dei figli dei carcerati. Disegnò il volto della Chiesa e della città che ancora oggi conosciamo. L’esempio di Bartolo Longo
Celebrare la misericordia: la Liturgia delle Ore Il Giubileo della Misericordia va anzitutto celebrato: inauguriamo uno spazio in cui dare eco ai suggerimenti del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, offrendo un aiuto concreto alle comunità diocesane e religiose, per tutte le parrocchie e i santuari affinché in quest’Anno Giubilare le nostre celebrazioni possano profumare della misericordia del Padre
P Veduta dell'Istituto Bartolo Longo a Pompei
Il beato Bartolo Longo fra i suoi ragazzi
er iniziare ad assaporare la dolcezza della misericordia, sarebbe auspicabile promuovere la celebrazione della Liturgia delle Ore in forma comunitaria, soprattutto nelle ore cardine di Lodi e Vespri. «O Dio, vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto» (Sal 70,2): iniziare la giornata con queste parole, uniti con la comunità con cui condividiamo il nostro percorso di fede ha un valore speciale. «L’aiuto che invochiamo rappresenta già il primo passo della misericordia di Dio verso di noi. Egli viene a salvarci – si legge nel testo “Celebrare la misericordia” (Edizioni San Paolo) – dalla condizione di debolezza in cui viviamo. E il suo aiuto consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza. Giorno per giorno, toccati dalla sua compassione, possiamo a nostra volta diventare compassionevoli nei confronti di coloro che incontriamo sul nostro cammino». Quando la liturgia lo consente, in particolare nelle celebrazioni con il popolo di Dio, si deve avere cura di scegliere quei Salmi che meglio sottolineano l’aspetto della riconciliazione e della misericordia. Alcuni sono indicati da Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo: Sal 25, 50, 103, 146-147, 136. E come manifestare al meglio la misericordia del Padre se non attraverso la musica? Proponiamo che i Salmi siano cantati, soprattutto il Cantico alla Vergine, il Magnificat, che rappresenta l’inno della misericordia dell’Onnipotente: «Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia».
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Un particolare dell'altare presente nella prima Chiesa al mondo dedicata ai Santi Luigi e Zelia Martin
Marito e moglie,
santi
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te le coppie di oggi. È possibile vivere il matrimonio come scala che conduce al Cielo: è questo il messaggio più bello della loro storia d’amore.
Nel cuore del Sinodo sulla famiglia, Papa Francesco ha canonizzato i coniugi Martin, il 18 ottobre scorso: salgono così agli onori degli altari due sposi che con la loro esistenza offrono un modello di santità a tut-
La devozione ai Santi Sposi nella diocesi di Nocera-Sarno. Nel complesso della Cittadella della Carità ad Angri sorge la prima Chiesa al mondo dedicata ai coniugi Martin. Eretta dalla Fraternità di Emmaus, la Chiesa è un vero santuario dove pregare per la famiglia. Le ferite della famiglia sono curate con il balsamo della preghiera e dell’adorazione eucaristica incessante. Un rifugio per chi ha un figlio in Cielo, per gli sposi in crisi, per chi vive la vedovanza, per coloro che desiderano un figlio. La notizia della canonizzazione non poteva non essere accolta con gioia dai fedeli che hanno scelto come loro patroni – insieme all’originaria patrona del movimento, santa Teresa di Lisieux – i coniugi Martin. Infatti, la Fraternità di Emmaus ha organizzato un pellegrinaggio a Roma per vivere intensamente la canonizzazione della coppia francese. I pel-
rologiaio lui. Merlettaia lei. Uno sguardo su un ponte mentre passeggiano e una scintilla d’amore li unisce. Dopo tre mesi di fidanzamento, pronunciano il loro “per sempre” nel cuore della notte del 13 luglio 1858, nella chiesa di Notre-Dame d’Alençon. Una trama da romanzo d’amore la storia di Luigi e Zelia Martin, genitori di santa Teresa di Gesù Bambino, che a tratti inonda di lacrime i lettori. La loro vita non è stata sempre da film. Nasceranno nove figlie, quattro moriranno in tenera età. E quando Teresa ha solo quattro anni perderà l’affetto di sua madre, stroncata da un carcinoma al seno. Luigi vivrà il tempo della vedovanza proteso all’educazione delle figlie e farà i conti con un’arteriosclerosi cerebrale, che piano piano lo debiliterà.
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Il 18 ottobre sono stati canonizzati da Papa Francesco Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa di Lisieux. Presente una ricca delegazione diocesana in piazza San Pietro: ad Angri la celebrazione eucaristica di ringraziamento con l’avvio della peregrinatio domestica delle reliquie dei santi sposi
Salvatore e Anna i coniugi custodi della Chiesa Martin di Angri
Una parte della delegazione che ha partecipato alla canonizzazione dei coniugi Martin
legrini hanno partecipato alla Veglia di preghiera nella parrocchia di Santa Teresa d’Avila a Roma, la sera del 17 ottobre. Il giorno dopo, in piazza San Pietro era presente una ricca delegazione diocesana e don Silvio Longobardi, custode della Fraternità di Emmaus, ha concelebrato l’Eucarestia.
dell’Immacolata Concezione, ndr), proprio loro che hanno avuto tutte figlie consacrate». La giovane spiega così la passione per i due nuovi Santi sposi: «Personalmente ho imparato ad amare i Martin attraverso gli scritti di Zelia e poi con il lavoro a Editrice Punto Famiglia, pubblicando tanto materiale sulla loro vita, che ha acceso in me il desiderio di una coniugalità ordinaria, fatta di cose semplici ma gradite a Dio».
Inoltre, i pellegrini hanno condiviso, lunedì 19 ottobre, una Messa di ringraziamento alla Santissima Trinità per il dono di questa prima coppia proclamata santa, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano. «Interpreto la canonizzazione dei Martin come un punto di svolta per la nostra Chiesa – racconta Emanuela Pandolfi, responsabile dell’area editrice di Punto Famiglia, presente in piazza con la folla festante – in questo tempo così delicato per la famiglia ecco che il Santo Padre ha deciso di donarci ben due compagni, due sposi, due santi che possano affiancarci ed è stato importante che siano stati canonizzati insieme a due religiosi (Vincenzo Grossi e Maria
Un cammino che inizia sulle orme di Luigi e Zelia. La gioia di avere una coppia di sposi come faro nella compagnia dei Santi non poteva non risuonare anche nella diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. È stata celebrata martedì 20 ottobre, nella Chiesa Martin di Angri, una Santa Messa di ringraziamento per il dono della canonizzazione dei coniugi Martin, presieduta da mons. Gennaro Pascarella, delegato regionale per il settore Famiglia e Vita della Conferenza Episcopale Campana. Un’occasione speciale per dare avvio alla peregrinatio domestica delle reliquie
dei Martin. «Portare le reliquie nelle case significa annunciare la bellezza del sacramento del matrimonio e manifestare la casa come luogo salvifico. Le reliquie resteranno un solo giorno, per poi passare in un’altra casa. Lungo tutta quella giornata nella casa risuonerà l’esperienza di questi santi sposi», spiegano Anna e Salvatore Caracciolo, i coniugi custodi della Chiesa Martin di Angri. Dieci le diocesi interessate dalla peregrinatio domestica: arcidiocesi di Sorrento-Castellammare; diocesi di Nocera inferiore-Sarno; arcidiocesi di Capua; diocesi di Vallo della Lucania; diocesi di Aversa; arcidiocesi di Napoli; arcidiocesi di Amalfi-Cava; diocesi di Tursi Lagonegro; arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo; diocesi Suburbicaria Sabina-Poggio Mirteto. Più di quindici le parrocchie interessate. Oltre 200 le famiglie coinvolte: il profumo della santità coniugale arriverà in tante case per contagiare gli sposi di oggi. Mariarosaria Petti NOVEMBRE 2015 Insieme
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ILPANEDELLADOMENICA commenti a cura delle sorelle Clarisse del Monastero di Santa Chiara
Sussidio liturgico dalla XXXII domenica del tempo Ordinario alla II domenica di Avvento (Anno B - Anno C)
Sequela Signore, rendici capaci di vivere con amore la nostra vocazione, da veri innamorati della bellezza spirituale, rapiti dal profumo di Cristo che esala da una vita di conversione al bene, stabiliti non come schiavi sotto una legge, ma come uomini liberi guidati dalla grazia. Agostino d’Ippona
8 XXxII domenica NOVEmbre dEL TEMPO ORDINARIO 2015 (Anno B) Questo mese affianchiamo ai commenti alcune opere di Gentile da Fabriano, pittore nato nel 1370 circa e morto a Roma nel 1427. Formatosi sulla pittura e sulla miniatura tardo gotica lombarda fu attento alle espressioni artistiche dei suoi contemporanei francesi.
Le letture: “Vi gettò due monetine” Prima lettura: 1Re 17,10-16 Salmo: Sal 145 Seconda lettura: Eb 9,24-28 Vangelo: Mc 12,38-44 Il Vangelo: «Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”». (Cfr Mc 12, 43-44) Colore liturgico: VERDE
Il polittico di Valle Romita, 1400-1410
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Non si dona per essere visti dagli altri
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esù che si incammina verso la sua Pasqua resta ammirato da una vedova povera che dona tutto quanto ha per vivere. La vedova diviene così modello per i discepoli di ogni epoca del senso profondo del dono fatto a Dio. Non si dona a Dio per essere visti dagli altri. Dio ama chi dona con gioia, è qui il segreto di chi fa della sua vita un dono a Dio e ai fratelli, dono sempre possibile, non misurato dai nostri beni, dalle nostre capacità, ma animato interiormente dalla fiducia in Dio che è Padre, la stessa fiducia di Gesù, il Figlio, donatosi per noi. Questa vedova è anche figura della Chiesa, che fiduciosa si rivolge al suo Signore “perché sostenga la speranza del povero che confida nel suo amore e perché tutti impariamo a donare sull’esempio di Colui che ha donato se stesso”.
15 XXXIII domenica NOVEmbre dEL TEMPO ORDINARIO 2015 (Anno B)
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XXXiv domenica dEL TEMPO ORDINARIO nostro signore gesù cristo re dell'universo (Anno B)
Le letture: “Egli è vicino”
Le letture: “Il mio regno non è di quaggiù”
Prima lettura: Dn 12,1-3 Salmo: Sal 15 Seconda lettura: Eb 10,11-14.18 Vangelo: Mc 13,24-32
Prima lettura: Dn 7,13-14 Salmo: Sal 92 Seconda lettura: Ap 1,5-8 Vangelo: Gv 18,33-37
Il Vangelo: «In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». (Cfr Mc 13, 30-32)
Il Vangelo: «Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”». (Cfr Gv 18, 37-38)
Colore liturgico: VERDE
Colore liturgico: BIANCO
Attendere il Signore nella carità
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i avvicina la fine dell’Anno liturgico e la liturgia della Parola di quest’oggi ci invita ad un atteggiamento di vigilanza, perché il Signore è vicino. A quanti aspettano la fine del mondo Gesù contrappone la fine di un mondo e l’instaurazione di un nuovo ordine, del suo Regno, quando Egli radunerà i suoi eletti dai quattro venti. La sua venuta è certa, è incerto il quando. Al discepolo è chiesto di attendere ogni giorno la manifestazione gloriosa del suo Signore operando nella carità. Quest’attesa non ci allontana dalla terra, ma ci chiede di aderire al presente, di impegnarci oggi per costruire il futuro, un futuro di luce e speranza, un futuro di piena comunione con Dio. Egli è fedele alla sua Parola che non passa: «Sì, vengo presto!».
Loggia di Romolo e Remo di Palazzo Trinci
Miracolo di san Nicola di Bari, dal polittico Quaratesi 1425
Regnare è servire
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ggi si conclude l’Anno liturgico con la celebrazione di Cristo Re dell’universo. Siamo invitati a volgere il nostro sguardo “a Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue e ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre”. La regalità di Cristo partecipata ad ogni credente con il Battesimo, è ben diversa da quella dei re della terra: è rivelazione dell’amore di Dio e l’instaurazione di un nuovo ordine di rapporti tra gli uomini e con Dio. Dinanzi a tale rivelazione il credente comprende che servire è regnare e che donando la vita ai fratelli rendiamo testimonianza a Cristo, la Verità. Resi liberi di amare come Cristo, possiamo servire disinteressatamente senza pretese di dominio ma con l’umile ambizione di costruire ogni giorno il regno di Dio. NOVEMBRE 2015 Insieme
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IL PANE DELLA DOMENICA
29 I domenica NOVEmbre dI AVVENTO 2015 (Anno C)
6 Ii domenica DICEmbre dI AVVENTO 2015 (Anno C)
Le letture: “La vostra liberazione è vicina”
Le letture: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”
Prima lettura: Ger 33,14-16 Salmo: Sal 24 Seconda lettura: 1Ts 3,12-4,2 Vangelo: Lc 21,25-28.34-36
Prima lettura: Bar 5,1-9 Salmo: Sal 125 Seconda lettura: Fil 1,4-6.8-11 Vangelo: Lc 3,1-6
Il Vangelo: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra». (Cfr Lc 21, 34-35)
Il Vangelo: «[…] La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa». (Cfr Lc 3, 2-4)
Colore liturgico: VIOLA
Colore liturgico: VIOLA
Un’attesa gravida di promesse
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n nuovo Anno liturgico si apre dinanzi a noi, si riprende il cammino iniziando con l’Avvento, tempo di attesa vigilante e operosa, silenziosa e gravida di promesse. Sì, delle promesse di Dio al suo popolo, alla sua Chiesa. Celebriamo questo tempo tra le due venute del Signore, nella carne e nella venuta gloriosa alla fine dei tempi. In quest’attesa non lasciamoci turbare dagli sconvolgimenti della nostra storia personale e comunitaria ma “alziamo il capo” per vedere ciò che a molti resta invisibile, il regno di Dio che avanza. Gesù, poi, ci invita a “stare attenti a noi stessi” per non essere sorpresi dalla sua venuta ma ad attenderlo nella vigilanza e nella preghiera perché il nostro cuore non si appesantisca e diventi schiavo del peccato ma su di esso regni il Signore, nostro liberatore.
Incoronazione della Vergine, 1420 circa
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Madonna dell'Umiltà, 1420 circa
Una voce che grida nel deserto
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n questa domenica è Giovanni il Battista ad illuminare il nostro cammino incontro al Signore. Mentre i capi politici e religiosi governano il popolo, o meglio sfruttano e dominano, come i potenti di ogni tempo, la Parola del Signore investe il Battista nel deserto, lontano dai palazzi dei grandi. Egli allora diviene voce che grida nel deserto, che annuncia la venuta del Signore e chiama a conversione. Per andare incontro al Veniente è necessario abbassare i colli dell’orgoglio e di raddrizzare i sentieri del proprio cuore, decidere di rompere con le maglie del peccato con la certezza che non siamo soli in questo cammino, ma il Signore che ha iniziato in noi la sua opera la porterà a compimento. Potremo così vedere e cantare le “grandi cose che il Signore ha fatto per noi”.
INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Preghiamo per i defunti Come ogni anno, nel giorno della Commemorazione dei defunti il Vescovo presiederà alcune Celebrazioni nei cimiteri della Diocesi. Il 2 novembre, alle 11.00 sarà a Sarno e alle 16.00 a Nocera Inferiore. Il 21, invece, nella parrocchia Santa Maria Maddalena in Armillis di Sant’Egidio del Monte Albino, alle 18.00, presiederà la Messa per i “Figli in cielo”. Insieme ai sacerdoti Dal 3 al 7 novembre il Vescovo e i sacerdoti
della Diocesi saranno a Castellammare di Stabia, presso la casa delle suore Compassioniste, per l’annuale ritiro di esercizi spirituali. Insieme a Firenze Dal 9 al 13 novembre il Vescovo, insieme alla delegazione diocesana, parteciperà al quinto Convegno Ecclesiale Nazionale che si terrà alla Fortezza da Basso di Firenze. Insieme in festa Il 14 novembre, nella parrocchia San Giovanni Battista di Nocera
Inferiore, si terrà la sesta Giornata diocesana di Insieme. Tre i momenti in programma. Alle 16.30 la formazione, alle 18.30 il Vescovo presiederà la Celebrazione Eucaristica e alle 19.30 un momento di agape fraterna. Insieme alla Diocesi Il 19 novembre, alle 19.00, in Cattedrale a Nocera Inferiore, ci sarà la Celebrazione Eucaristica in occasione dell’anniversario della Dedicazione della Cattedrale.
Cammino conciliare Ultimi appuntamenti per il Concilio Giovane. Il 17 novembre, alle 20.00, nella parrocchia Santa Maria di Bagni, a Scafati, ci sarà la terza Sessione conciliare. Il 4 dicembre, sempre alle 20.00, nella parrocchia San Giovanni Battista di Roccapiemonte si terrà la quarta. Il 7, invece, nella basilica di Sant’Alfonso a Pagani ci sarà la chiusura del Concilio Giovane. Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it
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DON ENRICO SMALDONE Il prete che amava i bambini di Antonietta Abete
“Diventeremo i primi fornitori”
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ontinuano ad accompagnarci, nella nostra ricostruzione, i diari della Città, pagine preziose scritte a mano, qualcuna direttamente da don Enrico. Nella metà del 1962, il sacerdote è proiettato verso l’ampliamento dell’officina meccanica. Scorge in essa il volano per la crescita della Città: quanti sogni avrà avuto nel cuore, quanti progetti custodiva nell’intimo per il futuro dei suoi ragazzi? In questo percorso è accompagnato dalla presenza di Felice D’Arco, un perito di Cava de’ Tirreni nel quale il sacerdote ripone molte speranze. Il 13 aprile del 1962 si recano insieme a Milano, alla ricerca di macchine per l’officina. È costruita, accanto alle officine, una baracca ove sistemare i saldatori e la carpenteria meccanica. «Oggi per merito di don Felice, instancabile nell’aiutarci, siamo entrati a far parte dei fornitori della Finseder di Torre Annunziata – inchiostro nero su un foglio bianco –. Per ora i lavori sono di poca entità ma non mancherà il momento in cui diverremo tra i maggiori fornitori». Il 9 giugno vanno all’ifm di Napoli, l’azienda produce macchine per conser-
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ve alimentari e macchine utensili. Don Felice – così lo chiamano – è amico dell’addetto all’Ufficio lavori il quale promette di visitare l’officina della Città il giorno seguente. In questo modo sarà possibile presentare domanda per essere ammessi tra i fornitori dell’azienda. L’8 novembre don Enrico scrive di suo pugno un ringraziamento per Felice D’Arco: «Giornata molto importante. Abbiamo spedito acconti per una alesatrice-fesatrice SAN ROCCO e una rettificatrice. L’officina meccanica si mette sulla via di un grande progresso. Lo sviluppo insperato della meccanica è dovuta al perito industriale Felice D’Arco di Cava de’ Tirreni. Egli è un uomo di eccezionale preparazione tecnica, di una saggezza e di un equilibrio ammirevole. Il suo spirito di abnegazione ci commuove, il suo assoluto disinteresse, la sua rettitudine morale, la sua ineccepibile onestà ci conforta inducendoci a pensare che in mezzo a tanto egoismo della società moderna vi sono ancora delle anime elette che sanno ergersi come alfieri di carità evangelica. Affido il perito Felice D’Arco all’ammirazione di chi leggerà questo
Tra il 1962 e il 1963, don Enrico spende molte energie per incrementare il lavoro dell’officina meccanica nella quale intravede il volano per lo sviluppo della Città
spunto di Diario». Segue la sua firma, scritta in grande e tondeggiante. Una firma felice, come il suo cuore in quella giornata. Di colpo il diario fa un salto in avanti. 1 febbraio 1967. «Da poche ore don Enrico ci ha lasciati per sempre». Parole che feriscono. Che colpiscono come uno schiaffo improvviso. Come la lama fredda di un coltello. «Solamente in questo momento riprendo tra le mani il diario che don Enrico aveva lasciato il 25 ottobre del 1963». Sono passati circa tre anni. «Da allora quasi una coltre di silenzio è scesa sugli avvenimenti più importanti della nostra Città dei Ragazzi. Ricordo molti fatti salienti, dolorosi e lieti di questi anni e mi accingo ora a tramandarli ai posteri». La scomparsa di uno dei ragazzi. La narrazione riprende da un episodio doloroso, che ha segnato profondamente il sacerdote. È il 15 luglio del 1963, la banda musicale ha un impegno per la sera e il giorno succes-
sivo a Marina di Camerota, nel cuore del Cilento. I ragazzi sono felicissimi perché potranno fare anche il bagno. Preparano i costumi e partono pieni di entusiasmo.Don Enrico ha troppi impegni per accompagnarli. Quel giorno c’è molto da fare. Solo verso le 18.00 nella Città c’è un po’ di tregua e ci si prepara a trascorrere una serata serena insieme ai ragazzi che non sono partiti. Ma alle 19 don Enrico raggiunge Agnese in lavanderia, ha il viso pallido e scavato. Ha appena ricevuto una telefonata da Marina di Camerota: è scomparso uno dei suoi ragazzi. Vorrebbe partire subito con l’utilitaria della Città, ma riescono a dissuaderlo: la strada è lunga ed è ormai buio. È troppo provato e angosciato per affrontare il viaggio. Per fortuna rientra Armando da Tramonti con il furgoncino e partono insieme per Camerota. Il racconto finisce così. E questo fa sperare in una conclusione felice dell’episodio.
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VITA ECCLESIALE
VERSO FIRENZE
Lunedì 9 novembre si aprirà il quinto Convegno Ecclesiale Nazionale
Conto alla rovescia per Firenze 2015
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l’appuntamento di riflessione, confronto e programmazione più importante della Chiesa italiana. Si tiene ogni dieci anni dal 1976, quando a Roma ci fu la prima convocazione. Sono poi seguiti gli appuntamenti di Loreto (1985), Palermo (1995) e Verona (2006). Quattro i pontefici che hanno accompagnato questi momenti: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. I lavori si apriranno il pomeriggio del 9 novembre. Alle 15.30, partendo dalle basiliche di Santa Croce, Santa Maria Novella, Santo Spirito e Santissima Annunziata, i delegati si recheranno in processione nel battistero e nella cattedrale. Ad accoglierli ci sarà l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, e il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella. Dopo la celebrazione dei vespri, alle 18.00 ci sarà la prolusione dell’arcivescovo di Torino e presidente del Comitato preparatorio, monsignor Cesare Nosiglia. La giornata del 10 novembre sarà interamente dedicata al Santo Padre. Papa Francesco incontrerà i partecipanti al Convegno in diversi momen-
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ti. Alle 10.30 sarà nella Cattedrale e alle 15.30 allo stadio, per la celebrazione eucaristica. Alle 20.30 ci si sposterà alla Fortezza da Basso, per una prima introduzione sulle cinque vie – uscire, abitare, annunciare, educare e trasfigurare – con don Mauro Merola, Valentina Soncini, Vincenzo Morgante, Alessandro D’Avenia e Jean Paul Hernandez. Mercoledì 11 sarà interamente trascorso alla Fortezza. In mattinata le relazioni introduttive di Mauro Magatti su «Per un umanesimo della concretezza. Discernimento della società italiana e responsabilità della Chiesa» e di Giuseppe Lorizio su «La fede in Gesù Cristo genera un nuovo umanesimo», a cui seguiranno i laboratori tematici. La mattinata di giovedì 12 sarà dedicata all’incontro con i rappresentanti di altre con-
fessioni cristiane e di altre religioni. Nel pomeriggio, invece, ci sarà l’incontro con la città di Firenze. Venerdì 13 sarà la giornata conclusiva. Nella Fortezza don Duilio Albarello (uscire), Flavia Marcacci (annunciare), Adriano Fabris (abitare), suor Pina Del Core (educare) e frate Goffredo Boselli (trasfigurare), faranno sintesi sui lavori dei laboratori. A tirare le somme sarà il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, che consegnerà in maniera ufficiale una lettera al Paese e alle Chiese in Italia. Un documento che si preannuncia molto interessante e ricco di stimoli, perché frutto del lavoro dei tavoli tematici, vero motore propulsore del Convegno. Salvatore D’Angelo
La nostra delegazione
La nostra Diocesi sarà a presente a Firenze con la delegazione composta dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, da due sacerdoti, don Andrea Annunziata e don Giuseppe Pironti, e da quattro laici: Carmela Tortora, Salvatore D’Angelo, Antonio Francese e Angelo Santitoro.
Apertura solenne
Don Salvatore Soreca
Sono passati sette anni e tre mesi dal 16 luglio 2008, giorno in cui fu posta la prima pietra della nuova chiesa di Gesù Risorto a Pagani, consegnata al culto lo scorso 22 ottobre. Un momento di grande emozione per don Antonio Guarracino e la comunità che guida al 1986, anno in cui fu istituita la parrocchia. A presiedere la Celebrazione di dedicazione e consacrazione è stato il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice.
Prepararsi al nuovo anno Incontro ecclesiale con don Salvatore Soreca. Si è parlato di Misericordia, ma anche formazione e famiglia
«N Gli esterni della nuova chiesa
In formazione Dal 5 al 9 ottobre si è tenuta la seconda Settimana teologica diocesana. Il corso è stato incentrato sul tema «Quale Chiesa con Papa Francesco a 50 anni dal Concilio Vaticano II». Gli incontri si sono tenuti nell’aula magna della Curia e sono stati animati dai docenti della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – sezione San Tommaso di Napoli.
arrare il Vangelo, cuore di un umanesimo di Misericordia» è stato il tema dell’Incontro ecclesiale che lo scorso 23 ottobre ha aiutato la comunità diocesana a coniugare gli Orientamenti del Vescovo e la bolla Misericordiae Vultus. Un’occasione per prepararsi al nuovo Anno pastorale, arricchito dalla speciale grazia dell’Anno giubilare dedicato alla Misericordia. A guidare l’incontro è stato don Salvatore Soreca, membro dell’Ufficio Catechistico Nazionale e Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Benevento. Il sacerdote ha evidenziato come la fede sia una storia di racconti: «Ogni linguaggio della fede, liturgico, dogmatico, sintetico, nasce dalla memoria di un evento e del suo rinnovato ed interrotto racconto. La fede cristiana sta volentieri sul terreno dei racconti, perché essa è la storia di un evento accolto, vissuto e raccontato». Alla base di tutto c’è una storia fatta di rapporti e interazione: «Una comunità che vuole iniziare ed educare alla fede illumina i racconti di vita di coloro che accoglie e accompagna con il racconto evangelico». In-
contri che vanno raccontati. Don Salvatore ha sottolineato proprio l’importanza della loro narrazione e ascolto: «Le storie di conversione e di perdono, ricevuto e donato – ha detto –, che costituiscono la trama del tessuto ecclesiale sono il nucleo generatore di un annuncio che sempre più deve configurarsi «come annuncio gioioso di perdono» (MV 11). In questo scenario si collocano i suggerimenti contenuti negli Orientamenti di monsignor Giuseppe Giudice: esigenza della formazione e attenzione alla famiglia. Per don Soreca «formativo non è solo ciò che attiene a momenti di informazione sulle questioni inerenti la fede, ma comprende tutto ciò che rende “significante” un’azione volta alla creazione di valore e al sostegno dell’apprendimento». Rispetto alla famiglia il catecheta ha, infine, dato un suggerimento concreto: «Accompagniamo le giovani coppie che si preparano a vivere la genitorialità, se lo facciamo nell’ottica di una comunità che racconta loro la bellezza della loro missione sfrutteremo un’occasione feconda di annuncio». Sa. D’An. NOVEMBRE 2015 Insieme
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Verso Cracovia
Questa pagina, a cura del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile, è uno strumento per accompagnare il cammino di preparazione alla prossima Giornata mondiale della Gioventù. L’appuntamento è a Cracovia, dal 26 luglio al 31 luglio 2016
Il calendario degli spettacoli Tutto pronto per la rassegna teatrale per sostenere i giovani che parteciperanno alla GMG di Cracovia. Fischio d’inizio il 29 novembre. Location d’eccezione l’Auditorium comunale S. Alfonso di Pagani
Un ringraziamento speciale va alle compagnie teatrali, cuore di questa iniziativa, a quanti hanno lavorato al progetto e al Comune di Pagani che ha patrocinato l’evento mettendo a disposizione l’Auditorium S. Alfonso, chiedendo solo una piccola quota per le spese.
L’iniziativa, oltre a raccogliere fondi, accende i riflettori sulla possibilità di usare
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Numerose le compagnie che hanno risposto all’appello, con un repertorio che passa dal comico al classico, per soddisfare diversi palati.
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ritaglia il coupon e portalo con te LE DATE Arezzo 29 in 3 minuti… Taxista veloce Compagnia “Tra palco è realtà” 29 novembre 2015, ore 20.30 Preghiera ‘e ‘na mamma… ‘O miracolo ‘e Natale Compagnia interparrocchiale San Sisto II e San Giovanni Battista 20 dicembre 2015, ore 20.30 È mio figlio! La Compagnia del Sorriso 3 gennaio 2016, ore 20.30
La resa di Titì La Compagnia “Le voci” febbraio 2016 Filumena Marturano La Compagnia Pro loco in scena di S. Egidio M. Albino 6 marzo 2016, ore 20.30
Il costo dei singoli biglietti è di 5 €. è prevista la possibilità di fare un abbonamento, con uno spettacolo in omaggio
FUORI PROGRAMMA La famiglia Bruscolin La Compagnia Teatrale Stabile Scafatese 24 aprile 2016, ore 20.30 Tra arte e magia L’Associazione di animazione e spettacolo …a scena aperta 12 giugno 2016, ore 20.30
Gli Scugnizzi di Barbazzano presentano C’era una volta Scugnizzi… e ci sarà ancora 6 dicembre 2015, ore 20.45 Teatro Comunale Diana di Nocera Inferiore Costo biglietto 10 €
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la cultura, nello specifico il teatro, per veicolare messaggi di comunione e condivisione. È possibile mettersi al servizio del prossimo, lavorare insieme ad un progetto comune nel quale individualità e comunione si fondono in un connubio perfetto.
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S
i parte! Ha inizio la rassegna teatrale per la raccolta fondi per sostenere i giovani della nostra Diocesi che parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, dal 20 al 30 luglio 2016.
Foto di gruppo dei partecipanti alla giornata di formazione dell’Anspi
A lezione da Doraemon
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on pensi sia ora che tu prenda coscienza della tua responsabilità? Non puoi solo pretendere devi anche dare!” (Doraemon a Nobita). Chi non ha mai visto il cartone animato giapponese Doraemon? Sembra sciocco, ma, se visto con attenzione, è un cartone davvero speciale. La maggior parte delle storie di Doraemon sono commedie che insegnano ai bambini i valori dell’integrità, della perseveranza, del coraggio, della famiglia e del rispetto. Doraemon è stato, per un giorno, il modello su cui i formatori del Comitato zonale Anspi di Nocera Inferiore-Sarno hanno organizzato un corso base di I livello, per invogliare e coinvolgere nuovi giovani ad entrare in Oratorio. Più di 90 persone, ragazzi e adulti, provenienti da diversi paesi e parrocchie, domenica 18 ottobre, hanno partecipato a questa importante iniziativa. La scelta della data non è stata casuale, piuttosto un modo per evidenziare il ruolo degli animatori, “primi missionari tra i giovani”.
Perchè Doraemon come modello? Si sa che Doraemon riesce a soddisfare tutte le richieste di Nobita, un bam-
bino pigro e maldestro e a cercare, con lui, le soluzioni ai suoi piccoli problemi e disavventure. La fatica dell’educazione comporta un coinvolgimento che non lascia mai l’animatore “neutro”. Del resto, quanto più si ritiene che l’altro sia importante, tanto più cresce il desiderio di conoscere la sua storia, i suoi desideri, le sue necessità. Perciò è importante che l’animatore abbia l’idea chiara della posizione da tenere nei confronti dei ragazzi. L’azione educativa arricchisce entrambi; l’animatore, in particolare, è chiamato ad accompagnare il bambino o il ragazzo, cooperando alla sua crescita e alla sua gioia. Uno sguardo, una parola, un gesto dell’animatore costituisce un messaggio educativo. Il “servizio” rimane uno degli obiettivi fondamentali verso cui tende tutta l’educazione: il valore cristiano che traduce visibilmente l’amore di Gesù per i discepoli, quando nell’ultima cena lava loro i piedi. Per questo occorre vivere la relazione animatore-bambino come una “stretta di mano” che non incatena, così da diventare reciprocamente – per usare un’espressione di San Paolo – i “collaboratori della vostra gioia” (2 Cor 1, 24.)
90 persone hanno preso parte alla giornata di formazione promossa dall’Anspi lo scorso 18 ottobre ad Episcopio di Sarno
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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti Il Vescovo affida la parrocchia Santa Maria delle Grazie a don Ciro Galisi
Una nuova geografia pastorale per la nostra diocesi: settembre e ottobre incorniciano gli ingressi dei nuovi parroci nominati dal Vescovo Giuseppe
L’insediamento dei nuovi parroci
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na nuova geografia pastorale s’inscrive nella diocesi della Valle dell’A gro nocerino-sarnese. Lo scorso 27 luglio, mons. Giuseppe Giudice ha comunicato le nomine riguardanti parrocchie e uffici diocesani, 25 in totale. Settembre e ottobre sono così diventati i mesi in cui le comunità hanno potuto salutare i parroci con cui hanno compiuto un tratto del cammino ed accogliere i nuovi Pastori. San Lorenzo Martire, S. Egidio del Monte Albino. «Nel mese di settembre la nostra comunità parrocchiale ha vissuto dei momenti molto forti in coincidenza del cambiamento del parroco» racconta Renata Ciannella. Infatti, è stata la comunità di San Lorenzo a salutare il 12 settembre don Carmine Vitolo, giorno in cui il presbitero ha celebrato l’eucarestia per l’ultima volta come parroco della comunità di Sant’Egidio. La dottoressa Ciannella ha letto un messaggio di ringraziamento per i sei anni di ministero vissuti insieme ai fedeli: «Come segno di riconoscenza la comunità gli ha fatto dono di una pianeta per le celebrazioni eucaristiche». Domenica 13 settembre, invece, ha fatto il suo ingresso canonico don Salvatore Fiore. «Il nuovo parroco è stato presentato da mons. Giudice, erano presenti molti sacerdoti, tra cui don Carmine Vitolo, che con la sua presenza ha sottolineato la continuità del servizio pastorale» dichiara la referente parrocchiale. Domenica 20 settembre, una
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delegazione di Sant’Egidio si è unita alla parrocchia di San Giovanni Battista per accogliere don Carmine Vitolo come nuovo vicario della Collegiata di Angri. È ancora la dottoressa Ciannella a ricordare: «Il parroco, don Vincenzo Leopoldo, ha espresso compiacimento per avere al suo fianco un tale collaboratore». Santa Maria delle Grazie, Angri. «Domenica 11 ottobre, la parrocchia ha salutato don Domenico D’Ambrosi ringraziandolo per il suo servizio sacerdotale svolto per ben dieci ani, nel quartiere “Alfano”» rende noto il gruppo web e comunicazione della parrocchia. Il 14 ottobre, don Ciro Galisi ha fatto il suo ingresso a Santa Maria delle Grazie, in Angri. «La chiesa strapiena è stato il più bel segno di affetto che si potesse preparare. Don Ciro ha fatto il suo ingresso nella navata accompagnato dalla corale che intonava “Benvenuto in mezzo a noi fratello, se cerchi una ragione per vivere, alzati e cammina con noi!”» racconta Adamo Desiderio. «La Provvidenza mi ha portato in mezzo a voi. Né io ho scelto voi e né voi avete scelto me. Ci ha uniti il Signore e da qui partiamo per questo percorso comune» ha detto don Ciro. La celebrazione è stata presieduta da mons. Giuseppe Giudice: «Nella sua omelia, ha ricordato che nel giorno del venticinquesimo anniversario di sacerdozio di don Ciro, gli aveva augurato di “restare nella stanza alta”, nella contemplazione di Cristo, come i discepoli sul monte Ta-
Don Domenico D'Ambrosi con il precedente amministratore parrocchiale don Salvatore Agovino
bor, ora invece gli assicura la sua vicinanza nello scendere nella “stanza del piano di sotto”, cioè tra la gente, nelle piazze, per incontrare volti nuovi, storie nuove, e per vivere ancora una volta nella pienezza il mistero del sacramento sacerdotale» rammenta l’insegnante di religione Desiderio. San Sebastiano, Sarno. Le strade di Sarno lo hanno accolto con striscioni a festa. Don Domenico D’Ambrosi ha varcato così la soglia della città dove svolgerà il suo ministero sacerdotale, come amministratore parrocchiale di San Sebastiano e come vicario parrocchiale di Sant’A lfredo, coadiuvato dal diacono don Vincenzo Vergati. «Il 19 ottobre abbiamo vissuto un momento molto bello – racconta Antonella Crescenzi – don Salvatore Agovino ci aveva riuniti più volte per preparare al meglio l’accoglienza di don Domenico. Tanti i fedeli presenti in parrocchia, nonostante il cattivo tempo, molti provenienti da Angri, dalla comunità guidata da don Domenico per tanti anni». Il coro ha preparato meticolosamente la celebrazione eucaristica, scegliendo due tra i canti preferi-
ti del presbitero: “Dio è amore” e “Servo per amore”. Alla tradizionale composizione della corale, si è aggiunto il talento di Alfonso Dolgetta, della comunità di Lavorate, che ha accompagnato la celebrazione con l’organo. «La celebrazione è stata presieduta da mons. Gioacchino Illiano, vescovo emerito. Molto i sacerdoti presenti, tra cui don Aniello Mario Carillo, don Antonio Agovino, don Antonio Calabrese e don Gaetano Ferraioli». Santa Maria del Presepe, Nocera Inferiore. Dopo la scelta di sospendere due delle nomine annunciate il 27 luglio, quella di don Roberto Farruggio e quella di don Domenico Cinque, per alcune incongruenze oggettive dal punto di vista amministrativo (cfr. canoni 12831284), mons. Giudice ha nominato mons. Giovanni Iaquinandi amministratore parrocchiale di Santa Maria del Presepe, affiancato dal giovane presbitero don Ciro Zarra. L’ingresso nella comunità nocerina è avvenuto il 15 ottobre scorso. Mariarosaria Petti
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NEWS DALLE PARROCCHIE I bambini che hanno partecipato all’inizio delle attività parrocchiali
S. Maria Maddalena in Armillis S. Egidio del M. Albino
Un dono per il nuovo Anno pastorale
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inizio dell’autunno vede da diversi anni i fedeli della parrocchia di Santa Maria Maddalena in Armillis impegnati nella programmazione del nuovo Anno pastorale. Come di consuetudine, tutti i collaboratori hanno ricevuto nella pace e nella gioia di p. Massimo l’invito a partecipare all’organizzazione delle attività parrocchiali dell’intero anno 2015/2016. Seguendo l’esempio di Matteo, ognuno ha accolto senza fremiti l’invito del Maestro “Vieni e seguimi”. Coinvolgente ed entusiasmante è stato l’incontro svoltosi domenica 4 ottobre davanti al tabernacolo posto accanto all’altare dell’A bbazia. Iniziato con un momento di preghiera e di agape fraterna, successivamente si è riflettuto tutti insieme sul tema della misericordia, che caratterizzerà il prossimo anno giubilare voluto da Papa Francesco. Infine, Il Signore, nel Suo immenso amore, per mezzo del Pastore della nostra diocesi, ha esaudito il desiderio di Francesco Amarante di svolgere il servizio pastorale presso la comunità parrocchiale santegidiana. Così, il seminarista, al quarto anno di formazione presso il Seminario Metropolitano Giovanni Paolo II di Pontecagnano, dal 10 ottobre è al fianco di p. Massimo per guidare nella fede il popolo in cammino. Livia Rossi
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San Bartolomeo Apostolo Corbara
L’inizio delle attività parrocchiali con i bambini
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omenica 11 ottobre, si è festeggiato con i bambini l’inizio delle attività parrocchiali: la giornata è stata incentrata su tre giochi a tempo con la finalità di “conquistare il Paradiso”. Con “Parole di vita” le squadre, pescando delle lettere, dovevano comporre parole utili per abbattere i muri della seconda gara, “Abbattiamo i muri”. Pur trattandosi del classico gioco dei barattoli, i bambini hanno compreso che nella Parola di Dio c’è il segreto per superare gli ostacoli. Una volta conquistati, gli insegnamenti conducono direttamente a Dio, un po’ come il bucato che per asciugarsi deve essere steso al sole e da qui il gioco “Stendiamoci al sole, per arrivare al Sole”. I vincitori hanno così conquistato una parte del puzzle, indispensabile per comporre il “Paradiso”. O.G.
FOTONOTIZIA Inizio dell’anno catechistico e consegna dell’elettrocardiografo, frutto dei piccoli sacrifici della comunità Regina Pacis di Angri, all’equipe medica della terapia intensiva neonatale (TIN) dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.
Gifra
FOTONOTIZIA
Il gruppo dei ragazzi della Gifra ad Assisi l’estate scorsa con padre Damiano Antonino
La Gioventù Francescana riparte
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l prossimo 24-25 ottobre la Gioventù Francescana di Campania e Basilicata, con l’Ordine Francescano Secolare di Campania si riunirà a Caserta per il Capitolo Fraterno, momento che ha come obiettivo il ritrovarsi e il riorganizzarsi, consapevoli delle esigenze e delle proposte di nostra Madre Chiesa. Il tema di questa due giorni è “Fraternità: perdono e missione”, il perdono come donarci e la missione come annuncio. A guidarci sarà l’evangelista Marco, che ci racconta di un indemoniato liberato da Gesù. Noi siamo gli indemoniati, e rifletteremo sui nostri vincoli, chiedendo a Dio di liberarci. Tornando nelle fraternità locali, con lo spirito libero saremo pronti a donarci all’altro e annunziare che il Signore ci ha salvati e la misericordia che con noi ha usato. Chiara Bruno
I catechisti e gli educatori dell’Azione Cattolica Ragazzi della comunità San Giacomo Maggiore Apostolo di San Valentino Torio hanno ricevuto il mandato per svolgere il loro delicato servizio in parrocchia
Accessori - Angri
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IN PARROCCHIA
PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO
a cura di Antonietta Abete
Un tappeto di fiori sul decumano
L’Infiorata di Casatori sbarca all’EXPO
La delegazione che ha rappresentato l’Infiorata all’EXPO
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olori sgargianti e volti sorridenti. Sono le prime immagini degli infioratori mentre realizzano un tappeto all’EXPO di Milano, nella speciale e prestigiosa vetrina internazionale. Un riconoscimento più che meritato per la manifestazione nata dalla fantasia pastorale di don Gaetano Ferraioli e portata avanti dall’associazione culturale “Le vie dei Colori”, giunta lo scorso settembre alle 20esima edizione. La delegazione dell’Agro, composta dal sindaco Michele Strianese e da quindici infioratori dell’associazione “Le vie dei colori”, ha lasciato l’area espositiva con un bagaglio di complimenti e contatti importantissimi. L’Infiorata di Casatori, lo scorso 15 ottobre, è stata ospite del padiglione della Coldiretti e ha potuto godere di una vetrina particolare: infatti lo spazio riservato al tappeto di fiori era sul decumano principale. Il tappeto, dedicato all’amore e alle tradizioni di San Valentino, è stato realizzato con 15mila fiori che hanno tratteggiato con maestria e meticolosità il volto di due innamorati che si scambiano un bacio alle spalle del Vesuvio.
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«La gente era incuriosita dall’opera – ha raccontato il primo cittadino –, ci hanno chiesto informazioni sui metodi di realizzazione dei tappeti e sull’evento che da anni anima Casatori. Siamo orgogliosi dell’attenzione suscitata. L’Expo non è solo una vetrina – ha continuato –, è soprattutto un luogo per avviare contatti con altre amministrazioni e realtà in vista di future sinergie». In cantiere c’è già un gemellaggio con il comune di Pescia fiorentina. Emozionato don Gaetano Ferraioli che ha tenuto a battesimo la manifestazione incoraggiandone negli anni lo sviluppo. «Un’occasione così bella e importante non si presenta tutti i giorni – ha dichiarato –. Ci auguriamo che il raggiungimento di quest’importante traguardo si traduca in un’ulteriore crescita della manifestazione. I nostri ragazzi si sono impegnati al massimo. Al loro impegno e alla passione con cui hanno affrontato quest’avventura vanno i miei complimenti e ringraziamenti». Un successo meritatissimo che inorgoglisce tutto l’Agro nocerino-sarnese. Salvatore D'A ngelo
Tanti i visitatori e numerosi contatti per dare uno slancio ulteriore all’evento che ogni anno, a settembre, incanta migliaia di persone
Il tappeto realizzato dagli infioratori
A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO
L’avvocato Antonio Giugliano
Poggiomarino piange Antonio Giugliano Lo scorso 2 ottobre è ritornato in Cielo l’avvocato Antonio Giugliano. Un uomo che ha segnato la vita ecclesiale, sociale e politica di Poggiomarino
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on è semplice raccontare la vita di un uomo così poliedrico. Schivo ed umile, attento più a raccontare le opere che ad esaltare se stesso, l’avvocato Giugliano ha ricevuto, lo scorso 7 dicembre, un riconoscimento pubblico da parte del parroco di Poggiomarino, padre Aldo D’Andria, che lo ha definito «punto di riferimento affettivo, ecclesiale ed etico» della città. Classe 1927, l’avvocato Giugliano è, «insieme a Rosa Velardo, la figura più eminente che la storia ecclesiale di Poggiomarino abbia espresso». Spronato dalla signorina Velardo, che quattordici anni prima aveva eroicamente portato a Poggiomarino il ramo femminile dell’associazione, nel 1941 fu fra i primi soci del ramo maschile della nascente GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica). Nel ‘43, appena il meridione fu liberato, assieme alla Velardo si adoperò affinché giungessero a Poggiomarino aiuti materiali e spirituali. A guerra finita, nel ‘45, contribuì ad organizzare nei locali della congrega la mensa per i poveri, le colonie estive per i più piccoli e la scuola serale per combattere il diffuso analfabetismo, grazie agli aiuti provenienti dagli Stati Uniti, attraverso il
Piano Marshall, e dal Vaticano, tramite la Pontificia Commissione di Assistenza. Sollecitò presso le autorità religiose la presenza dei padri stimmatini a Poggiomarino - che arriveranno nell’ottobre del ‘51 - fungendo da «mediatore interculturale tra il nord e il sud quando gli stimmatini erano prevalentemente veneti o trentini». Nel corso degli anni, ha ricoperto ruoli di rilievo all’interno dell’Azione Cattolica Italiana e della diocesi. Cristiano appassionato. L’avvocato è stato anche attivo politicamente, esercitando per molti anni la carica di vicesindaco e poi, tra il ‘56 ed il ‘57, di sindaco di Poggiomarino. «La sua testimonianza cristiana nel sociale e in politica lo ha reso punto di riferimento per tante generazioni che hanno visto in lui una persona capace di ascolto, soccorso concreto, consolazione e speranza cristiana», si legge nella lettera consegnategli da padre Aldo a nome del consiglio pastorale. Parroci come don Emilio Moresco e don Silvio Valentini lo hanno definito «una persona leale ed un cristiano appassio-
natamente coerente». Nel ringraziarlo per il servizio reso all’Azione Cattolica, nel giorno della Festa dell’Adesione dell’8 dicembre 2014, fu nominato «presidente honoris causa», riconoscendo nell’avvocato «un grande uomo che ha fatto la storia di Poggiomarino, portando una profonda testimonianza evangelica, associativa e civica». Grande la commozione di padre Aldo durante i funerali per uno scritto che l’avvocato gli aveva dedicato. Parole di riconoscenza e gratitudine sono state espresse dalla docente Carmela Filosa, vicepresidente del consiglio pastorale, e dal sindaco Leo Annunziata. Padre Aldo D’Andria, l’avvocato Giugliano e Agostino Orefice, il 7 dicembre del 2014
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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO
Nelle immagini, don Roberto insieme ai giovani e ai piccoli della comunità
Il consiglio pastorale e la comunità ringraziano il Signore per il dono di don Roberto Farruggio, ripercorrendo le opere e le azioni che hanno segnato i suoi 17 anni di ministero parrocchiale
Ancora in mezzo a noi
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io non ha smesso di elargire a piene mani la Sua grazia attraverso don Roberto. A causa di una serie di vicissitudini, sono state sospese le nomine dei nuovi parroci e don Roberto resta ancora con noi. Sua Ecc.za monsignor Gioacchino Illiano aveva visto lontano quando 17 anni fa mandò il sacerdote alla guida della nostra comunità. Sono stati anni di grazia e di crescita durante i quali don Roberto si è speso totalmente e gratuitamente per ciascuno di noi. Dal 1998 ha portato non solo una grande rinascita pastorale nella nostra parrocchia, ma ha contribuito al rinnovamento culturale e sociale di tutta la città. Con le iniziative intraprese in questi anni ha saputo coinvolgere Nocera Superiore in tanti eventi. Manifestazioni mai finalizzate a se stesse, occasioni preziose di promozione culturale e cristiana, capaci di attirare numerosi ragazzi, giovani e adulti. Ha avuto una predilezione speciale per i giovani con i quali ha instaurato rapporti schietti e paterni, divenendo per loro un autentico punto di ri-
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ferimento. Sa essere per ogni ragazzo e giovane un educatore attento e capace di condurli ai valori umani e del Vangelo. Agli adulti, con il suo atteggiamento sereno e accogliente, unito al carattere forte, infonde la fiducia dell’amico sempre pronto a ricordare a tutti l’amore di Dio. È possibile contare con fiducia su si lui, come su una roccia salda. Aiuta ciascuno a non disperare mai della presenza del Signore, anche quando gli eventi della vita ci fanno sentire il baratro dell’abbandono. Ci ha insegnato, e continua a farlo tuttora, che un cristiano non è colui che vive senza problemi, al contrario, è chi affronta le difficoltà, la sofferenza e il dolore alla luce della Parola di Dio, senza disperarsi. La formazione. Puntando sulla formazione continua per tutti, dai piccoli agli anziani, i suoi punti fermi sono sempre stati l’unità e la comunione in Gesù. È riuscito a creare un clima di comunione mai visto in parrocchia tra gli abitanti dei territori da sempre separati tra loro. L’esempio più lampante è tra Pecorari e Camerelle che oggi
a pieno titolo si sentono protagonisti di un’unica comunità. Lo stesso vale anche per i territori più periferici della parrocchia, come Citola e Casa Milite che prima della venuta di don Roberto a Nocera Superiore tendevano a spostarsi nella vicina Cava de' Tirreni, mentre oggi, sempre più numerosi, frequentano la parrocchia. Questa sua capacità di unificare lo ha portato a costruire rapporti di comunione anche con le parrocchie vicine, in una continua tensione all’unità. Ama dire che “anche se la comunione è faticosa, solo se siamo in comunione possiamo testimoniare autenticamente Gesù Cristo ed essere Chiesa”. Ha sempre rimproverato ogni tentativo di rivalità e di campanilismo che non favoriscono l’armonia con le comunità vicine, aiutandoci a capire che il Vangelo è per tutti. Ci dice sempre: “Non esiste una parrocchia grande o piccola, là dove c’è una persona va annunciato il Vangelo”. A partire dalla devozione a S. Pasquale, con grande capacità pastorale, don Roberto ha educato la comunità all’essenzialità dell’Adorazione Eucaristica.
Con la Lectio Divina e il Corso Biblico, che favoriscono una conoscenza più profonda della Parola di Dio, ha portato tanti di noi ad una vita cristiana più matura e radicale. L’attenzione ai poveri e al territorio. Don Roberto ha un’attenzione speciale per il territorio che lo spinge a creare collaborazioni proficue con tutti, anche con gli amministratori locali per il bene della città. Grazie a questa sensibilità, unita alla sua geniale fantasia, è nata l’idea della suggestiva Sacra Rappresentazione della Via Crucis nella Necropoli Monumentale di Pizzone di cui tantissimi non conoscevamo neppure l’esistenza. Negli ultimi anni ha donato un intenso Venerdì Santo intriso di preghiera e stupore all’intera città. Non è mai mancata l’attenzione per i meno fortunati, grazie alla promozione in parrocchia di tanti progetti missionari in India, in collaborazione con le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, come segno tangibile di attenzione costante verso i poveri. Un’attenzione che spinge don Roberto ad aiutare quotidianamente anche coloro che nella nostra comunità vivono diverse difficoltà, facendosi spesso portavoce presso i servizi sociali del Comune di Nocera Superiore.
perseveranza, la grande fiducia nel Signore e le diverse iniziative ha abbattuto la nostra diffidenza. La cura per le strutture. Al suo arrivo, le strutture parrocchiali e la chiesa erano letteralmente fatiscenti e con parti in pericolo di crollo. Non esisteva la sacrestia, lo studio parrocchiale, la casa canonica, né erano presenti arredi sacri e paramenti liturgici. Don Roberto, nonostante la sua giovane età, ha avuto il coraggio di “riparare” non solo la comunità ma anche le strutture con enormi sacrifici in termini economici ed umani. E ora, guardando indietro, gettando uno sguardo su tutto ciò che è stato fatto e costruito in questi anni non possiamo che ringraziare don Roberto e il Signore che ce lo ha amorevolmente donato. In diciassette anni non è cambiata solo una cosa. È cambiato tutto! Il Consiglio Pastorale e la comunità parrocchiale di Maria SS. di Costantinopoli Nocera Superiore
In questi ultimi tempi Papa Francesco spinge le comunità parrocchiali ad ospitare famiglie di migranti e persone indigenti. Negli ultimi dieci anni la parrocchia ha ospitato già tre famiglie, pagando loro il fitto di casa. L’inizio del ministero nella nostra parrocchia è stato segnato da non poche difficoltà: ha rotto equilibri e abitudini consolidate, ma con caparbietà non ha ceduto e, piano piano, con la sua NOVEMBRE 2015 Insieme
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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI
L’amore per la vita di suor Maria Cristina
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l sorriso accogliente di suor Maria Cristina è indelebile nel cuore di quanti l’hanno conosciuta. In tanti - la sua mamma, i fratelli e i nipoti, suor Lina Pantano, superiora provinciale della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, i bambini della scuola “Beato Alfonso Maria Fusco” e tanti laici – hanno voluto ricordarla, lo scorso 7 settembre, nel decennale del suo ritorno in Cielo con una Celebrazione eucaristica nella parrocchia della SS. Annunziata.
La difesa della via nascente è il testamento di suor Maria Cristina che si è fatta carico dei problemi di tante famiglie. È stata madre di tanti genitori, spendendosi senza riserve per la tutela della vita e l’insegnamento dei metodi naturali. La sua vita era una testimonianza che toccava chiunque la incontrasse: famiglie, fidanzati, giovani per i quali aveva un amore smisurato, volontari. Per l’uomo, immagine di Dio, ha speso senza riserve le sue energie, anche nel tempo doloroso della malattia. Un cuore pronto come quella di Maria, una donna che
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ha lasciato tutto per vivere il carisma del Beato Alfonso Maria Fusco. Durante l’omelia, don Antonio Mancuso, dopo aver portato il saluto del vescovo Giuseppe Giudice, ha invitato i presenti a consegnare il proprio cuore a Dio. «La Chiesa – ha aggiunto ricordando le parole di papa Francesco – è come un ospedale da campo dove le braccia di Dio guariscono, guardano e accolgono». Sull’esempio di suor Cristina anche i sacerdoti sono chiamati a stare accanto alle famiglie, per educarle e sostenerle. «La comunità cristiana, con il Battesimo, è chiamata a vivere la carità, stando accanto a chi soffre e sorreggendosi a vicenda. Meno carte e conferenze, più tempo seduti nelle case, per ascoltare con semplicità le persone»: questo il monito finale. Al termine della Celebrazione Eucaristica, i presenti si sono recati presso il salone delle suore battistine, qui è stata proiettata la vita di suor Cristina Marinelli accompagnata dalla testimonianza di una famiglia che ha avuto la gioia di conoscerla. Suor Filomena
Dieci anni fa ritornava in Cielo suor Maria Cristina Marinelli, fondatrice del consultorio familiare “Granello di Senapa - Onlus” delle Suore Battistine
A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI La festa del ringraziamento: i bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione durante quest’anno, insieme a don Andrea Annunziata e alle catechiste
Pronti, partenza, via
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ccoci pronti ai nastri di partenza. Le catechiste, gli educacuori e i novizi sono pronti ad accogliere i bimbi che iniziano il loro personale cammino di fede mentre i piccoli che hanno ricevuto la Prima Comunione hanno ringraziato tutti insieme il Signore per il dono che li accompagnerà tutta la vita. Il gruppo di animazione missionaria, invece, è impegnato ad animare il rosario missionario. Nell’adorazione eucaristica abbiamo pregato per i numerosi missionari che in tanti posti del mondo rischiano la vita per portare una parola di conforto e il volto di Cristo nei luoghi di povertà, guerra e solitudine.
Dopo l’intenso periodo estivo, riprendono a pieno ritmo le attività parrocchiali
Il gruppo giovani ha vissuto un giorno di ritiro spirituale a Taurano, un’esperienza per ricaricarsi ed immergersi con più vigore nel nuovo anno pastorale. Ospitati in un convento usato come meta di ristoro per i pellegrini che da Napoli si recavano a piedi a Montevergine, ora abitato dalle consacrate dell’Ordo Virginum, hanno respirato il profumo della Parola. I ragazzi hanno approfondito la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe e successivamente sono stati coinvolti in un gioco che li ha invitati a guardarsi dentro per scoprire come un difetto può essere d’aiuto e diventare un pregio e quanto ciascuno è unico e prezioso agli occhi di Dio. Infine abbiamo salutato don Ciro o, meglio, il nostro “don Matteo”, vista la sua passione per la bicicletta. Lo abbiamo conosciuto da giovane seminarista, anche se a stento avevamo ascoltato la sua voce, lo abbiamo visto crescere. Il Vescovo lo ha rimandato nella nostra comunità due anni fa, lo abbiamo accompagnato nella sua ordinazione diaconale, abbiamo pregato con e per lui durante l’ordinazione sacerdotale. È diventato il nostro viceparroco e possiamo dire che adesso la sua voce la riconosciamo da lontano. Buon cammino nella tua nuova strada! Anna Russolillo
Il saluto a don Ciro Zarra
La riprese delle attività dell’oratorio
Un momento della veglia missionaria
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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI Coordinatore redazione parrocchiale: Michele Raiola
Il taglio della torta
Tempo di riprendere il cammino Lo scorso 27 settembre la comunità ha festeggiato il primo anno di ministero parrocchiale di don Giuseppe Pironti. Il sacerdote, durante la celebrazione eucaristica vespertina, ha consegnato il mandato a 160 operatori pastorali
Alcuni scatti immortalano il momento di festa e condivisone che ha riunito la comunità parrocchiale nel segno dell’unità
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omenica 27 settembre è stato un giorno di gran giubilo per la parrocchia San Sisto II che ha festeggiato due importanti eventi: il primo anniversario dell’insediamento di don Giuseppe Pironti nella comunità – il sacerdote è arrivato il 26 settembre del 2014 – e l’inizio del nuovo anno pastorale. Durante la Celebrazione eucaristica delle 20.00, don Giuseppe ha presentato i circa centosessanta operatori pastorali che, anche quest’anno, hanno deciso di impegnarsi per contribuire alla crescita della comunità e ha consegnato a ciascuno di loro, oltre al mandato, una bisaccia vuota, segno del cammino e della disponibilità all’accoglienza e dell’affidamento alla Provvidenza. «Voi – ha ricordato don Giuseppe agli operatori – non siete semplici collaboratori, siete corresponsabili insieme al parroco della guida della comunità». A seguire, una festa organizzata in oratorio, per creare un momento di piacevole condivisione tra tutti i membri della parrocchia. Grande è stato l’entusiasmo mostrato dai partecipanti: ciascuno ha colto l’occasione per manifestare la propria riconoscenza nei confronti di don Giuseppe per aver contribuito a consolidare l’armonia e il sentimento di unità all’interno di una parrocchia che non smette di crescere. Martina Grimaldi
A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE PAGANI Il gruppo dei giovani
Riuniti attorno alla Parola
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on il nuovo anno pastorale la Parola di Dio ritorna a scandire le tappe dei vari gruppi parrocchiali. Ogni settimana, il giovedì sera, il gruppo degli adulti si incontra sera per la lectio divina continuativa del vangelo di Marco. Siamo giunti al capitolo sette, nel quale Gesù lasciandosi alle spalle le sterili diatribe con scribi e farisei sulla purificazione delle mani prima di mangiare, si reca nella regione di Tiro, in territorio pagano fuori dai confini della Galilea, in una casa, per riassaporare il calore di una famiglia che gli apre la porta e lo accoglie nel suo grembo. Ed è proprio qui che una madre disperata cerca l’armonia perduta della sua famiglia a causa di una figlia vessata da uno spirito cattivo. Supplica Gesù, perche riporti il calore della serenità anche nella sua casa. La fede straordinaria di questa pagana strappa al cuore di Gesù la guarigione della figlia. I giovani, insieme con gli educatori e animatori dell’oratorio, si sono incontrati martedì sera alle 20.00 attorno al fuoco della Parola del vangelo di Luca 9, 57-62. Il tema è stato la sequela: ti seguirò ovunque tu vada e ancora Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va e annuncia il regno di Dio. Abbiamo visto le diverse prospettive da cui si può guardare la propria vita. Ci ha fatto da
sfondo la canzone di Jarabe De Palo, Dipende con il suo ritornello da che punto guardi il mondo tutto dipende. Lo abbiamo guardato con lo sguardo di Gesù del capitolo 9 di Luca; poi con l’angolatura dell’antagonista di Gesù con l’episodio delle tentazione; come terzo momento, essendo il tredici ottobre, dal punto di vista di Maria nell’apparizione a Fatima; infine dal punto di vista del credente che ripone la sua speranza nella croce di Gesù, ascoltando il canto Guariscimi Gesù, ed. RnS 2015. I giovanissimi – con i gruppi 13-14 anni e 15-18 anni – si sono radunati mercoledì alle 20.00, avendo come tematica iniziale l’accoglienza e la conoscenza. L’oratorio, invece, il sabato pomeriggio, raggruppa le fasce d’età dei più piccoli, a partire dai 5 anni fino ai 12, divisi per diversi gruppi. È iniziato anche il calcetto, fiore all’occhiello del nostro oratorio con il campetto "Ninì Cesarano", che tanti bambini e giovani attira all’oratorio, e la pallavolo. Decoupage, corso di Chitarra e Pianoforte le altre attività proposte dalla parrocchia insieme al gruppo del Coro che si riunisce ogni venerdì per le prove di canto. Catechismo avviato per le prime comunioni e così anche il corso di Cresima e prematrimoniale. Don Enzo di Nardi
Adulti, giovani e giovanissimi: con il nuovo anno pastorale tutti riprendono il cammino accompagnati dall’ascolto della Parola. Tante le attività proposte ai più piccoli
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DIARIO DAL CONCILIO
50 anni fa si chiudeva il Concilio Vaticano II. Insieme rilegge l’evento che ha segnato la vita della Chiesa con una serie di articoli nei quali vogliamo ricordiamo i protagonisti, i fatti e i passaggi più significativi
di Silvio Longobardi
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a famiglia non poteva non avere un posto di primo piano nei lavori conciliari. I riferimenti sono molteplici e trovano spazio in diversi documenti, segno che questo tema non può essere confinato in un ambito. Mi limito a tre brevi considerazioni. Quando i padri conciliari decisero – al termine di un confronto piuttosto serrato e nient’affatto scontato – di inserire nel documento Gaudium et spes una riflessione sui problemi più urgenti della vita sociale contemporanea, scelsero di aprire la lista con un capitolo sulla famiglia (Gaudium et spes, nn. 47-52). Solo dopo vengono tutte le altre questioni: dalla cultura al lavoro, dall’economia alla pace. Non è un dato secondario. Anzi, ha un forte valore programmatico. Chi sostiene la famiglia, dunque, non solo svolge un ruolo eminentemente sociale ma è l’indispensabile punto di partenza di quella fattiva opera di solidarietà che tanto sta a cuore ai nostri contemporanei. Senza la famiglia, senza una famiglia sana, è più difficile edificare l’umana società. Giovanni Paolo II dirà che la famiglia, fondata sulle relazioni umane, contribuisce a fare della società una comunità di persone, opponendosi a quella cultura che invece promuove la civiltà delle cose. Chi si impegna per la famiglia non fa una battaglia di retroguardia ma sceglie un ambito che, alla luce dei fatti, si rivela sempre più urgente e decisivo per le sorti dell’umana società. Il Concilio riprende e amplifica il tema classico dell’amore spirituale co-
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me anima dell’amore coniugale. Questo amore, precisano i Padri, non può essere ridotto alla passione o al sentimento, ma “abbraccia il bene di tutta la persona”, unisce insieme “valori umani e divini”. L’autentico amore “permette un incontro umano incomparabile” che abbraccia tutte le componenti della persona, compresa la sessualità. Per questo, superando ogni forma di dualismo, la Gaudium et spes riconosce che la sessualità – ivi compresa la sua espressione genitale – è parte integrante dell’amore, perché non solo lo esprime ma lo perfeziona (n. 49). I gesti della sessualità vengono dunque considerati come una particolare espressione dell’amicizia coniugale. Sono parte integrante di quel cammino a due che conduce l’uomo e la donna a vivere una sempre più piena unità, anima e corpo. Il divorzio è “una piaga” che oscura la bellezza dell’amore coniugale (n. 47). Non usano mezze parole i Padri per definire quello che il mondo oggi saluta come una conquista civile. Il divorzio non è una bandiera da sventolare con orgoglio ma un male da evitare e una ferita da curare. La Chiesa non si rassegna a questa deriva perché sa di annunciare il Vangelo di quel Gesù che nascendo nel contesto di una famiglia, quella di Nazaret, “santificò le relazioni umane, innanzitutto quelle familiari” (Gaudium et spes, 32). È Lui che sana e purifica la debolezza che affligge l’umanità. È sua la Parola che permette alla Chiesa di non smarrire la verità che rende più lieta la vita di tutti e di ciascuno.
Si parte dalla famiglia La famiglia ha un posto di primo piano nei lavori conciliari. Molteplici i riferimenti presenti in diversi documenti, a partire dalla Gaudium et spes
CULTURA
ARTE... RISCHI
LA RECENSIONE
di don Natalino Gentile
di Gianni Di Santo
L’incenso e il vescovo Tura
Il matrimonio non è una fiction
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uesta è “l’altra storia”. Da Angri passiamo a Sarno, nella concattedrale di Episcopio. Qui incontriamo il vescovo Niccolò Tura (1624 -1706), membro di un’antica famiglia di Solofra, che Angelo Solimena ha ritratto in un affresco, sul lato destro della porta della sagrestia. È la storia di un prelato “eccellente”, committente d’eccezione per i dipinti del Duomo. Avvalendosi della “compaesanità” del Solimena – Angelo Solimena, padre del pittore Francesco Solimena, era nato a Serino il 17 novembre 1629 e aveva sposato la nocerina Marta Resignano – lo invitò a Sarno. E lì, con la schiera degli allievi della sua bottega – ricordiamo Carlo Tucci, autore delle varie scene degli Angeli – ci regala quello che potremmo defini-
re lo scrigno più prezioso del nostro tesoro artistico dell’A gro. Come le tre grandi tele del cassettonato, la cona centrale di S. Michele, gli affreschi del Vecchio Testamento della volta del presbiterio… Ritorniamo al suo ritratto: carattere deciso, volitivo, scrittore e poeta (Aborti poetici - 1665), vero mecenate; probabilmente lui stesso autore del singolare cartiglio. Tus- turis è l’incenso; turibolo (o incensiere) è il contenitore dell’incenso; lui si chiama Tura: di qui il gioco di parole della scritta. AUREO TURIBULO ARCAN-MICHAELIS HIC OFFERT EP.US TURA (con il turibolo d’oro di S. Michele Arcangelo, qui il vescovo Tura fa il sacrificio). Quando i Vescovi amavano l’arte ed il decoro della domus del Signore. E questa sì che è una bella storia!
Il ritratto del vescovo Tura realizzato da Angelo Solimena
editrice Ave pubblica una raccolta di testi di papa Francesco sul tema della famiglia. Le parole “per” la famiglia e “con” la famiglia toccano profondamente il suo cuore. Nelle tante riflessioni proposte già da cardinale e poi da pontefice, che il libro Famiglia raccoglie (ci sono anche i tweet), Francesco ritorna spesso su alcuni aspetti che aiutano a comprendere quello che egli chiama il capolavoro della creazione, in cui si condensa la storia dell’amore di Dio. Il testo è introdotto da Franco Miano e Giuseppina De Simone, coniugi e studiosi, che hanno partecipato al Sinodo in qualità di collaboratori del Segretario speciale. «La famiglia è risorsa - si legge nell’introduzione -, una incredibile risorsa da riscoprire e da ritrovare. Partire dalla famiglia vuol dire ripartire dalle relazioni più concrete, quelle che fanno la nostra umanità, vuol dire ripartire dalla vita che è vita di relazione perché in essa risuoni l’annuncio del Vangelo, dono e promessa di vita vera. La riflessione sulla famiglia è tutt’uno con il sogno di una Chiesa in uscita, una Chiesa che sta tra la gente, che sa accompagnarne la vita, riconoscendovi l’agire di Dio e che nel suo annuncio sa muovere proprio da qui». Famiglia Jorge Mario Bergoglio Introduzione di F. Miano e G. De Simone pp. 92, € 7,00 - Editrice AVE www.editriceave.it NOVEMBRE 2015 Insieme
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Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno
Il processo di beatificazione
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ttraverso le pagine di questa rivista, mese dopo mese, abbiamo conosciuto la vita straordinaria di suor Maria Luigia. A chi si domandasse a che punto è il suo processo di beatificazione, con onestà dobbiamo rispondere che è arenato da molti anni perché manca una delle condizioni indispensabili per il suo proseguimento: la fama sanctitatis, continuata e viva tra i fedeli. I santi, infatti, vengono proclamati tali per essere di modello agli uomini di buona volontà e attirare con il loro esempio a Dio. Purtroppo questa condizione manca del tutto dal 1912 o, quantomeno, dal 1925, anno della guarigione miracolosa di suor Pacifica, attribuita all’intercessione di suor Maria Luigia. Quello che sappiamo dai pochissimi documenti d’archivio rinvenuti è che il francescano padre Marino Camera, assistente spirituale dell’Istituto, negli anni cinquanta redige un piccolissimo elenco di documenti relativi al Processo. Il testo. «Processo svolto dalla Rev.ma Curia di Napoli: 1829 prima ricognizione tre mesi dopo la morte di Suor Maria Luigia; 1876 deposizione canonica; 1884 Processo de non cultu; 1885 Processo ordinario di fama di santità; 1908 Processo degli scritti; 1912 nuova deposizione». Poi aggiunge: «Il tutto si trova presso la S. C. dei RR. (Sacra Congregazione dei Riti)». Quindi continua con scrittura a mano: «Bisogna lavorare a Napoli e cercare di trovare gli ultimi tre processi. Alla S. Congregazione è giunto solo il processo del 1884». In calce conclude con u-
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na nota redatta a matita: «Vedere nell’indice e leggere il Processo ordinario. Il 12 agosto 1852 fu disumata. Terza ricognizione 29/11/1952». La lettera. C’è poi un altro documento l’ultimo - che è una lettera scritta da Roma dal padre Pacifico Capobianco - francescano e zio di p. Marino - a suor Letizia Manganelli, all’epoca Superiora del Carminello di Pagani e Vicaria generale di madre Rita Fiore. La data è quella dell’11 maggio 1956: «Veneranda Madre Vicaria, Pace e Bene! (…) Alla S. C. dei Riti non risulta che quanto vi fu notificato da P. Marino. Nemmeno nell’archivio vaticano, dove si conservano gli atti antichi, risulta conservato il processo riguardante la vostra Venerabile Fondatrice. Bisognerà curare al più presto la copia del processo istruito presso la Curia Arcivescovile di Napoli, ed eventualmente degli altri atti che risultano. È norma, da osservarsi rigorosamente, che il “processo” originale custodito dalla Curia non venga affidato alla parte interessata per la trascrizione, ma questa deve essere curata dal tribunale ecclesiastico, il quale potrà servirsi di persone di sua fiducia (esclusa sempre la parte interessata). Quindi, rassegnatevi a subire la spesa. Per la traslazione della salma della Fondatrice, sarebbe meglio intendersi con il m. r. P. Postulatore, il quale potrebbe venire ad assistere al rito. Non abbiate fretta. Religiosi ossequi». Da questa data c’è il silenzio documentario.
È arenato da molti anni il processo per la causa di beatificazione della fondatrice delle suore di Francescane di sant’Antonio per l’assenza della fama sanctitatis
PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli
È questo il significato più profondo della lode a Dio; la capacità di aderire al Suo disegno nei percorsi della nostra vita quotidiana
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o di recente avuto modo di meditare sulla visita di Maria a Santa Elisabetta. L’episodio si colloca al principio del Vangelo di Luca. L’Evangelista introduce il suo racconto con il Magnificat, che rappresenta il momento di massima espressione esterna e visibile di Maria, in genere descritta sempre nel riserbo, nel silenzio e nel nascondimento. La lode mariana è il passo più lungo in discorso diretto della Madre di Cristo e della Chiesa ed ha un valore enorme per noi credenti. Le parole sgorgano dal suo animo in modo fluido e poetico ed Ella propone a tutti noi il modello mirabile della lode a Dio che si concreta nella piena adesione, nel “sì” convinto al Suo a volte ineffabile e misterioso progetto d’amore. È questo il significato più profondo della lode a Dio; la capacità di aderire al Suo disegno nei percorsi della nostra vita quotidiana. Non la lode quindi umana, che si riserva di solito ai campioni dello sport, ai divi dello spettacolo, ai potenti della politica e dell’economia. Si tratta di applausi e di lodi destinati a spegnersi nel breve spazio di una stagione mentre la lode a Dio cambia profondamente la nostra vita e la mette in relazione forte con il Vangelo chiamandoci alla condivisione, alla solidarietà, proprio come Maria all’annuncio dell’Angelo.
Nuovo appuntamento con la nostra rubrica, uno spazio per riflettere attraverso le parole sul periodo sociale e politico che stiamo vivendo. La parola che vi proponiamo questo mese è: lode.
L’anima mia magnifica il Signore Che cosa significa rendere lode a Dio? Negli affanni quotidiani, come esprimiamo la nostra lode, quella che Maria ha magistralmente reso con le parole del Magnificat ?
In queste settimane che ci prepareranno al Natale, il compito di ciascuno di noi e della nostra comunità è quello d’interrogarsi costantemente: la mia vita, il mio lavoro, le mie relazioni umane e sociali sono una lode a Dio? È davvero Lui il centro della mia esistenza oppure io inseguo la modesta lode degli uomini? Su quali valori si fonda la mia vita? Cosa cerco realmente? Maria si affida alla volontà di Dio e proclama la Sua lode. Ed io a che punto sono di questo cammino? Affidiamo allora i nostri dubbi, i nostri affanni, le nostre miserie alla Madre Celeste ed esaltiamola (non soltanto in termini di affetto emotivo) come una bussola, una fiaccola per orientare il nostro cammino e dirigere i nostri passi lungo i sentieri dell’amore, della giustizia, della solidarietà. Solo così la nostra vita sarà un autentico canto di lode a Dio. NOVEMBRE 2015 Insieme
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CARISSIMI di mons. Giuseppe Giudice
“L’uomo… attaccato sul vuoto al suo filo di ragno” G. Ungaretti
Immersi nella luce Carissimi, dialogare con voi in questo mese di novembre, stagione fredda dei morti, non è facile, ma può essere salutare per ciascuno di noi: ci ricorda che il colloquio continua. Dobbiamo ammettere che da quando ve ne siete andati, lasciandoci soli e smarriti sullo stretto marciapiede della terra, il dialogo in forme diverse, non si è mai interrotto. Dove siete? Nella terra, nel nostro cuore, o in Cielo? Siete, innanzitutto, nelle nostre case, dove tutto parla ancora di voi e dalle quali, nonostante la morte, non siete mai usciti definitivamente. La Chiesa ci insegna a pregare per i defunti con una bella preghiera, che deve essere sempre compresa e approfondita: L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Ci ricorda la Chiesa, Madre e Maestra, che voi riposate, per questo i cimiteri sono detti anche dormitori. Dopo la fatica della vita, o all’improvviso durante i giorni migliori, voi riposate in attesa del suono dell’ultima tromba. Riposate e non siete nel buio perché dinanzi a voi risplende la lampada che è l’Agnello, che illumina la città santa dove ora voi abitate. Voi riposate e siete immersi nella luce, mentre noi ci agitiamo e siamo perduti nella nebbia. Com’è bello il dialogo con voi, corrispondenza di amorosi sensi! Dialogo da intessere per rielaborare la vita e, nella vita, il lutto affinché non esploda in sfilacciature esistenziali. Senza paura, senza fretta, senza reticenze, ma con diponibilità e affetto, noi morituri continuiamo a parlare con voi, ora viventi in Lui. E tra voi e noi, diaframma solo il corpo, continua il dialogo della preghiera, delle Messe, dei ricordi, degli affetti, della nostalgia, tutto impastato nella speranza. Siete con noi sempre, senza più la paura di perdervi e la vostra presenza, colta solo dagli occhi dell’amore, è garanzia di sostegno, comunione, continuità oltre il tempo e le cose. Dialogo delle lacrime, dei perché, del come, del se e del ma e poi, nella luce della fede, il dialogo si fa silenzio e compagnia. E ci accorgiamo che quella volta che abbiamo segnato sul calendario del cuore, non ve ne siete andati, ma avete camminato solo un po’ più avanti, siete nell’altra stanza, mentre di qua attendiamo l’incontro finale, oltrepassando la porta. Com’è bella l’immagine raccontata dai nostri emigranti della nave che salpa lasciando tutti con i fazzoletti in mano a piangere, mentre quando la nave arriva dall’altra parte, c’è ancora sventolio di fazzoletti, ma ora intrisi di lacrime di gioia. † Giuseppe, Vescovo
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Insieme NOVEMBRE 2015
«Dopo la fatica della vita, o all’improvviso durante i giorni migliori, voi riposate in attesa del suono dell’ultima tromba. Voi riposate e siete immersi nella luce, mentre noi ci agitiamo e siamo perduti nella nebbia»: il vescovo scrive ai defunti
a p e eD F la
a le rIghe r t e h C N a a S S
VI giornata diocesana di Insieme 14 novembre 2015
parrocchia San giovanni Battista Nocera Inferiore Il programma ore 16.30, training course per tutti i giovani che a diverso titolo collaborano con la rivista, per affinare la loro passione per la scrittura ore 18.30, Celebrazione eucaristica presieduta da mons. giuseppe giudice ore 19.30, Facciamo Festa Insieme Desideriamo fare festa con quanti ci aiutano a diffondere la rivista diocesana nelle comunità parrocchiali e nelle famiglie. Una serata con quanti si adoperano per sostenere e promuovere Insieme e l’impegno culturale in ogni parrocchia.
Vi aspettiamo‌ con un grazioso e utile omaggio per tutti voi!
per ulteriori informazioni contatta la segreteria di redazione: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it