insieme mensile di attualità e cultura dell’Agro
Anno VI - n. 08 Settembre 2011 € 2,00
Reportage dalla GMG
I GIOVANI DEL PAPA Le confessioni di un vescovo Mons. Giuseppe Giudice racconta il suo percorso vocazionale
Sommario settembre 2011
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SPECIALE GMG
di Carmine Giordano
Editoriale
In parrocchia
05 Dieci anni dopo
42 Pagine parrocchiali
di Silvio Longobardi
a cura della Redazione
60 Congregazione Suore di S. Giovanni Battista di Carmine Giordano
61 Il legale risponde
Vita nell’Agro
PRIMO PIANO
20 Notizie dall’Agro-nocerino a cura di Salvatore D’Angelo
a cura dell’avv. G. Severino
di Antonietta Abete
07 Le confessioni di un vescovo
Vita ecclesiale
08 Tutto è dono
31 La nota di Paolo Bustaffa
36 Notizie dalle parrocchie Speciale CAMPI ESTIVI
Foto Salvatore Alfano
11 La formazione in seminario
News dalle parrocchie
Direttore Responsabile Andrea Annunziata
di Carolina Rossi
53 Uffici diocesani e associazioni
a cura di Mariangela Giudice
Editore Associazione Editrice Insieme Luciano Vastola (presidente)
59 Spazio consulenza
In diocesi
16 Studi senza frontiere
Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana
Le rubriche
a cura della Redazione
Spazio Scuola
Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.
a cura della Redazione
52 I nostri auguri
06 Risponde mons. Giudice
Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese
58 Libri, storia, arte, film e Musica
La bacheca
L’ABC della fede
insieme
Cultura
Direttore Editoriale Silvio Longobardi Redazione Salvatore D’Angelo, Mariangela Giudice Coordinatrice Antonietta Abete Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Amministrazione don Gaetano Ferraioli Hanno collaborato P. Pietro Lombardi, Alessandro Dibello, Rita Vicidomini, Giuseppe Robustelli, Prof. Salvatore D’Angelo, Carmine Giordano, Paolo Bustaffa, Raimondo Russo, Domenico Crescenzo, Fernando Faiella, don Salvatore Agovino, Maria Vastola, Nicolamaria Coppola, Peppe Della Morte, Danilo
13 Alla scuola della parola 15 Il libro di poesie Frammenti di luce
Sorrentino, Maria Vastola, Salvatore Manzo, Giuseppe Calabrese, Francesco Li Pira, Gabriella Calenda, Emanuele Robustelli, Immacolata Pappacena, Maria Ermelina Di Lieto, don Natalino Gentile, Giuseppe Ianniello, don Piercatello Liccardo, Edoardo Tafuto, Carolina Rossi, Martina Grimaldi, Michele Raiola, Carlo Attanasio, Antonio Padovano Sorrentino, Daniela Claro, Gennaro Pagano, Fabio Senatore
Amministrazione Via Adriana, 18 - 84012 Angri (SA) Tel/Fax 081 5134504 redazioneinsieme@alice.it Fotografia Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano Stampa Grafica Metelliana s.r.l. - Cava de’ Tirreni (SA)
Abbonamenti € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola € 20,00 ordinario con ritiro postale € 25,00 sostenitore € 50,00 benefattore MODALITÀ DI PAGAMENTO c.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (SA) Questo numero è stato chiuso in redazione lunedì 5 settembre 2011 “Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.
EDITORIALE di Silvio Longobardi
Dieci anni dopo
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settembre 2001: abbiamo visto il male in diretta. Davanti a questa violenza cieca restiamo attoniti, come storditi. Sentiamo il mondo tremare sotto i nostri piedi. “Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?”: è una domanda antica, la troviamo nei Salmi, eco di un’umanità dolente e impotente dinanzi al dilagare del male. La tv ha mostrato tutte le facce della tragedia, i volti dei sopravvissuti, ha dato voce agli affetti facendo riascoltare le frasi inviate attraverso sms o i drammatici colloqui telefonici di persone consapevoli di dire le ultime parole. Guardando quelle immagine ancora oggi sembra impossibile che tutto questo sia potuto accadere. In quei terribili momenti, Giovanni Paolo II fece sentire subito la sua voce, flebile e potente: “Ieri è stato un giorno buio nella storia dell’umanità, un terribile affronto alla dignità dell’uomo. […] Come possono verificarsi episodi di così selvaggia efferatezza? Il cuore dell’uomo è un abisso da cui emergono a volte disegni di inaudita ferocia, capaci in un attimo di sconvolgere la vita serena e operosa di un popolo”. Eppure l’attentato alle Torri Gemelle è solo un frammento di una guerra che si combatte ogni giorno in tutte le latitudini. È triste dirlo ma sarebbe ancora più triste negarlo. Quanta gente muore di fame o malattia… e quante guerre dimenticate? Quanti migranti sono morti in mare – in quello che una volta si chiamava mare nostrum –
mentre cercavano di raggiungere la terra promessa? Secondo le statistiche ufficiali, fatte da chi non vuole dimenticare la strage, sono più di duemila solo nel 2011. Più o meno lo stesso numero delle vittime di New York. Con la caduta del muro di Berlino (1989) abbiamo tutti sperato che il mondo sarebbe diventato migliore. Alcuni eventi positivi accaduti negli anni ’90 ci hanno dato l’illusione che si apriva una nuova era. Liberalizziamo i mercati, era la parola d’ordine, apriamo anche alla Cina, la globalizzazione ci salverà, così dicevano i mercanti. Nel frattempo tanti problemi restavano e si acuivano. In Africa la miseria diventa sempre più endemica, l’aids fa strage nelle giovani generazioni, in molte Nazioni è divenuta la prima causa di morte. E mentre in Occidente il piacere diventa il totem dinanzi al quale occorre inchinarsi, aumenta il mondo dei poveri, in Europa come nelle Americhe. L’11 settembre ha mostrato la fragilità di un mondo fondato sul profitto. “Gli angoli della terra sono covi di violenza”, dice il salmista. Abbiamo bisogno di respirare aria nuova. Abbiamo bisogno di credere che la vita non può essere sciupata nella stupida ricerca di un benessere egoistico che dimentica l’altro, anche quello della porta
L’attentato alle Torri Gemelle è solo un frammento di una guerra che si combatte ogni giorno in tutte le latitudini accanto. Anche noi sperimentiamo la crisi e la fragilità, anche noi sentiamo di essere piccola cosa dinanzi alle forze del male e s’insinua anche in noi la tentazione di gettare la spugna. Ma la presenza di Cristo ci rialza e ci risana. “La parola di Cristo è la sola che possa dare una risposta agli interrogativi che si agitano nel nostro animo. Se anche la forza delle tenebre sembra prevalere, il credente sa che il male e la morte non hanno l’ultima parola. Qui poggia la speranza cristiana; qui si alimenta, in questo momento, la nostra orante fiducia”. Così disse Giovanni Paolo II il 12 settembre 2001. Il giorno dopo. Anche per noi è tempo di voltare pagina.
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L’ABC DELLA FEDE
SCRIVI AL VESCOVO GIUSEPPE Da ottobre parte la nuova rubrica “L’abc della fede”. Risponde Mons. Giuseppe Giudice
A
nche i grandi santi e i beati hanno vissuto il tempo del dubbio e della prova. Madre Teresa di Calcutta scrive al suo confessore: «Mi dica, padre, perché c’è tanta pena e tanto buio nel mio cuore?»; «quando cerco di elevare il mio pensiero al cielo, è così schiacciante il vuoto, che quegli stessi pensieri ritornano come pugnali acuminati e feriscono la mia anima. Mi vien detto che Dio mi ama. E tuttavia la realtà dell’oscurità, e del freddo e del vuoto, è così grande, che nulla tocca la mia anima. Che abbia fatto un errore, nell’arrendermi così ciecamente alla Chiamata del Sacro Cuore?». Troverà poi la risposta, o una delle possibili risposte: «Sono giunta ad amare il buio - poiché credo adesso che sia parte, una piccolissima parte, del buio e della sofferenza di Gesù sulla terra... Oggi sento davvero una gioia profonda - che Gesù non possa soffrire più oltre la sua agonia - ma che voglia sof-
Questa rubrica sostituirà la rubrica Parliamone Insieme curata da don Antonio Guarracino che ringraziamo per il servizio reso alla rivista diocesana
frirla attraverso di me». C’è qualcuno che può aiutarti a trovare la risposta alle tue domande, ai dubbi, alle curiosità, al tuo desiderio di approfondire e capire meglio!
SCRIVI AL VESCOVO GIUSEPPE Riceverai una parola precisa e puntuale!
Puoi inviare il tuo scritto a redazioneinsieme@alice.it oppure puoi inviare un fax allo 081 513 45 04. Puoi contattarci su Facebook. Aggiungici ai contatti con l’account “Redazione Insieme”, oppure cercaci inserendo l’indirizzo: redazioneinsieme@live.it La redazione si riserva il diritto di sintetizzare le lettere
E c c o l e e d i c o l e d o ve p
Invia il tuo scritto a: redazioneinsieme@alice.it Oppure puoi inviare un fax allo 081 513 45 04 INDIRIZZO CITTA’ Puoi contattarci su Facebook. Aggiungici ai contatti con l’account “Redazione Insieme”, oppure cercaci inserendo l’indirizzo: redazioneinsieme@live.it Via dei Goti, 11 ANGRI Via dei Goti ANGRI La redazione si riserva il diritto di sintetizzare le lettere Piazza Doria C.so Vitt. Eman. 42 Via M. Nonio Balbo Piazza Amendola, 17 Via Roma, 79 Via Loria, 31 Via Russo Piazza Zanardelli Via Cesarano Via Caduti di Superga, 5 Via G. Marconi Via Ugo Foscolo, 34 Via Gramsci C.so Umberto I, 11 Via Roma, 50 Via Roma, 85-87 Via Dante Alighieri
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ANGRI NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE ROCCAPIEMONTE PAGANI PAGANI PAGANI S. EGIDIO DEL M. ALBINO SAN MARZANO/SARNO SAN VALENTINO TORIO SARNO SARNO POGGIOMARINO
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Foto Salvatore Alfano
IN PRIMO PIANO di Antonietta Abete
LE CONFESSIONI di un vescovo
L’
inizio del ministero episcopale di don Peppino – come la gente della sua terra continua a chiamarlo – è segnato dal giubileo sacerdotale. È una bella occasione per rileggere la sua vita, passare in rassegna le tappe principali, le persone che hanno scritto parole di fuoco nella sua anima. È lo scopo di questo dossier. Non abbiamo chiesto al Vescovo quali sono i suoi progetti pastorali, quali iniziative intende realizzare, quali sono le priorità del suo impegno. Ci sarà tempo per capirlo. Prima dei progetti c’è la persona, c’è una storia concreta, per tanti aspetti simile alla nostra: una famiglia, i maestri, gli studi, le esperienze. Abbiamo chiesto di scavare nella sua memoria per raccontare qualcosa di quell’itinerario interiore che ha plasmato la sua personalità.
Le Confessioni sono uno degli scritti più famosi di sant’Agostino, il grande Vescovo di Ippona (354-428). Scrisse queste pagine all’inizio del suo episcopato. La gente lo ammirava ed egli voleva presentarsi senza veli, raccontare pubblicamente i peccati commessi durante la giovinezza, quando la sua vita era avvolta nel “fango d’abisso e tenebre d’errore”, per usare le sue
stesse parole. Non aveva paura di presentarsi nella sua nuda fragilità, il giovane vescovo, per annunciare che la sua vita era frutto della grazia, di una speciale misericordia di Dio che lo aveva guidato attraverso i vicoli ciechi della passione e della ragione alla luce della verità rivelata. Il buon Dio lo aveva tratto dal fango e posto sul moggio. Abbiamo chiesto al Vescovo Giuseppe di ripercorrere la sua vita per annotare quei passaggi che lo hanno maggiormente segnato. Ha risposto alle nostre domande con trasparenza e quel filo di ironia che in questi mesi abbiamo imparato ad apprezzare. Chi sa leggere tra le righe intravede i passaggi più faticosi e comprende anche quali sono le coordinate della sua vita che diventeranno, inevitabilmente, i pilastri del suo impegno pastorale. L’intervista apre uno squarcio sulla vita personale e diventa per tutti noi un invito a costruire con lui e tra di noi relazioni più umane. Il nostro Vescovo ha il culto dell’amicizia, proprio come Agostino di Ippona. Silvio Longobardi
TUTTO È DONO Dallo scorso 4 giugno, Mons. Giuseppe Giudice siede sulla cattedra di Prisco. Ma che bambino è stato? Dove ha ascoltato i primi sussurri della fede? Quando ha percepito che il Signore lo chiamava ad una scelta più grande?
Eccellenza, chi le ha insegnato a pronunciare le prime parole della fede? «La mia formazione cristiana è avvenuta in famiglia, all’interno della quale c’erano delle figure, i nonni, mia madre, alcune zie, che vivevano la fede con molta profondità. La fede è trasmessa con il latte materno. Tuttavia, come accade per i fiumi carsici - un’immagine che amo molto - l’acqua ricevuta ad un certo punto non si vede più. Poi ritorna, riemerge ancora più fresca ed è in quel momento che disseta la nostra vita». Da bambino ha studiato dalle Maestre Pie Filippini dove ha poi insegnato per 6 anni come maestro unico, prima di entrare in seminario. Che ruolo ha avuto la scuola cattolica nella sua formazione? E la parrocchia? «Ho frequentato le scuole elementari presso le Maestre Pie Filippini e certamente la mia formazione cristiana passa attraverso il catechismo, come si intendeva allora. Una figura dominante nella formazione della fede è stato il mio primo parroco, don Giovanni Siciliani. È rimasto nella mia parrocchia per ben 45 anni. Ha ricostruito la Chiesa dopo i bombardamenti della guerra e, sicuramente, ha ricostruito anche la fede di una comunità. Era sempre presente in parrocchia, con una pastorale legata a quegli anni, dove tuttavia c’era l’essenziale. Don Giovanni era molto attento all’aspetto culturale e liturgico, poco incline invece a quello devozionale. In parrocchia non c’erano troppe processioni, non c’erano fenomeni miracolistici o sensazionali. C’era un lavoro ordinario che mi ha
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“Io sono Giuseppe, vostro fratello”
A colloquio con Mons. Giuseppe Giudice “Io sono Giuseppe, vostro fratello”, così si presentò don Peppino Giudice il 24 marzo, giorno dell’annuncio della nomina episcopale. Un’espressione che colpì il cuore di molti figli dell’Agro perché indicava vicinanza, desiderio di camminare insieme verso Cristo. Il prossimo 27 settembre Mons. Giuseppe Giudice festeggia 25 anni di sacerdozio. Lo abbiamo incontrato nella sua casa a Nocera Inferiore, con il desiderio di capire quello che c’è stato prima, prima della nomina, prima dell’ordinazione episcopale, prima dell’ingresso in diocesi. Il Vescovo ci ha accolto con grande calore umano e disponibilità. Senza remore ci ha aperto il suo cuore, rispondendo alle le domande della lunga intervista, raccontando aneddoti e piccole esperienze. Sempre con il sorriso sulle labbra e con quella straripante ironia che fa arrivare dritto al cuore la gioia di amare Cristo e servire la sua Chiesa.
Il Vallo di Diano. Sullo sfondo Sala Consilina
dato molto e una stima, oserei dire una “venerazione”, per la figura del sacerdote. Questo è rimasto nella mia formazione; sono un “po’ allergico” ai devozionismi». I suoi amici di infanzia di Sala Consilina mi hanno raccontato che da bambino le piaceva giocare a “dire la messa”. Una vocazione in embrione? «Non ricordo molto bene, erano tanti i giochi, chissà, forse qualche volta abbiamo celebrato anche un matrimonio! La vocazione non viene da noi, la vocazione viene da un Altro. Voglio ricordare un episodio. Frequentavo la V elementare. Vennero i padri Giuseppini del Murialdo e ci proposero di andare in colonia a Barletta, al Santuario della Madonna dello Sterpeto. Ci avevano detto che saremmo andati al mare, invece appena siamo arrivati hanno iniziato a parlare di vocazioni e di preti. Poiché amo l’onesta intellettuale, me ne sono andato. Avevo 10 anni, ero lontano da casa e non c’erano i telefonini. Il giorno dopo, alcuni sacerdoti si recavano in un paesino vicino Sala e sono tornato con loro. Mi sentivo preso in giro e non riuscivo neppure a divertirmi. Quando poi a 24 anni sono entrato in seminario, mio padre mi disse: «Non è che fai come l’altra volta e domani torni a casa!».
Quando ha percepito i primi sussurri della chiamata? Perché è legata a Paolo VI, al 6 agosto del 1978? «La vocazione viene da un Altro. Poi il Signore ci fa fare altre strade. Mi viene sempre in mente quella bel-
la pagina dell’Esodo, quando il popolo esce, la terra promessa è di fronte e deve rimanere 40 anni nel deserto per provare ciò che c’era nel cuore. Questo è il lavorio del deserto, in quegli anni il popolo vede se crede veramente al Signore o alle pentole d’Egitto! A volte abbiamo a portata di mano le soluzioni, per un fidanzamento, un matrimonio, un lavoro. Poi c’è tutto un percorso, che all’inizio può sembrare strano “per provare ciò che c’era nel cuore”. Durante l’adolescenza ho vissuto un periodo di allontanamento, ce l’avevo un po’ con i preti. È una età in cui esplodono tanti sentimenti, non frequentavo più la parrocchia, a malapena andavo a Messa la domenica. Una sera ho incontrato degli amici - era il 1973 - che mi dissero: «Perché non torni in parrocchia? Vogliamo ricostruire l’Azione Cattolica e i gruppi giovanili». Il parroco era diventato più anziano e così mi sono riavvicinato. E riprendendo il cammino, ricordando l’esempio del fiume carsico, l’acqua che stava lì è ritornata su. E la sera in cui è morto Paolo VI, il 6 agosto del ‘78, ho percepito in modo particolare l’amore alla Chiesa e che il Signore mi chiamava ad altro. Ecco perché la mia vocazione è legata a questo Papa. In quegli anni, quando l’acqua stava tornando su, i suoi gesti, le sue parole, la sua sofferenza mi hanno educato ad amare la Chiesa. Ho capito che il Signore mi chiamava per qualche altra cosa, ma io ancora non ero pronto». Aveva intuito, ma il cuore non era docile… «Sì. Siamo nel 1978. Gli amici in parrocchia comin-
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Foto Salvatore Alfano
l’intervista
Foto Salvatore Alfano
composta da 52 alunni a cui ero molto legato. (Mons. Giudice insegnava come maestro unico presso le Maestre Pie Filippini, nda) Pensai: li porto in V elementare e poi entro in seminario. Intanto, continuava quel lavorio interiore: è una fantasia, forse non è per me, chissà chi me lo ha messo in testa! Sono i dubbi, e guai se non ci fossero in una scelta vocazionale! È la stessa cosa che avviene tra innamorati, quando ci si domanda: è la persona giusta per me? In quel momento, la figura di riferimento è stato Paolo VI che mi ha aiutato a mettere insieme i pezzi e a dire sì alla chiamata». E il suo parroco? L’ha aiutata in questo percorso? «Nel 1978 va via don Giovanni Siciliani e arriva un parroco giovane, don Salvatore Sanseverino. Gli parlo di quello che porto nel cuore. Come ho già detto, la svolta è avvenuta il 6 agosto 1978. La data del sì è il 31 dicembre 1979. In questo arco di tempo, facevo la parte dell’avvocato del diavolo, raccogliendo anche la voce degli amici. In parrocchia avevamo ricostruito un bel gruppo, c’erano 60 ragazzi, organizzavamo gite, facevamo gli esercizi spirituali e numerose attività. Loro non volevano che entrassi in seminario, perdevano l’amico, la persona che organizzava. «Puoi fare tanto bene anche stando qui. Chi ti ha messo in testa quest’idea?», mi dicevano. Quella inquietudine che mi portavo dentro, quel laciano a percepire qualcosa e mi prendono un po’ in giro. Inizio a scrivere poesie e a tenere il quaderIl Concilio no spirituale. Qualcuno potrebbe Porto nel cuore il Concilio Vaticano II e soffro quando è interpretato o domandare: «Credi ancora a quepresentato male. Soffro quando vedo giovani preti o comunità giovaste cose?». Sì, ancora oggi scrivo ni che vogliono comunicare Gesù Cristo con immagini, metodologie o il quaderno spirituale quasi ogni pastorali che non dicono più nulla alla gente di oggi. sera, racconto quello che è accaduto durante la giornata, o più semplicemente appunto una frase che mi è piaciuta. Sono all’undicesimo vorio, quel disagio è venuto fuori con una domanquaderno! Il 6 agosto del 1978 ho percepito questa da esplicita che il Signore mi ha fatto fare da don chiamata. Quando poi hanno letto il testamento di Salvatore Sanseverino: «Forse il Signore ti chiama!». Paolo VI che rimane, anche da un punto di vista stiSono entrato in seminario nel 1980. Don Salvatore listico, uno dei documenti più belli, attraverso quelmi ha accompagnato per il sacerdozio (era il mio le parole ho riletto quello che avevo dentro e, adesparroco) e per la consacrazione episcopale in qualiso che il tempo è passato, posso dirlo con maggiore tà di Delegato ad omnia. Allora il Vescovo era morto, chiarezza: io avevo capito che il Signore mi stava adesso era stato trasferito (Si tratta di Mons. Angelo chiamando, ma non mi ero ancora arreso alla voSpinillo, destinato alla Diocesi di Aversa, nda), mi lontà di Dio. Cosa che poi ho fatto nel 1980». sono trovato in entrambi i casi un po’ orfano… ma c’era don Salvatore, per me un segno di continuiCosa accade in questo anno e mezzo? tà». «Invento un’altra scusa. Avevo una IV elementare
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lo studio
La formazione in seminario “La Teologia ha dato il contenuto ai sogni che portavo dentro”
Cosa ha rappresentato per lei il tempo del seminario? «Non conoscevo l’ambiente del seminario. La fatica più grande è stata passare da una situazione in cui gestivo la mia vita ad un’altra in cui dovevo “farmi gestire la vita”. Non era un problema di autonomia economica, per grazia di Dio non sono legato ai soldi. Ero abituato a lavorare, c’era la scuola, la parrocchia, i diversi impegni. E quando i primi tempi, dopo una certa ora non potevo uscire, mi sentivo impazzire. Quell’anno eravamo 25, 21 venivamo dalla strada, solo 4 dal seminario minore, e uno di questi non è neppure diventato prete. Mi confrontavo con una realtà nuova, con vocazioni che non passavano solo attraverso il seminario minore, ma nascevano da esperienze diverse: chi aveva insegnato, chi si era laureato, chi lasciava la ragazza. Ho fatto un seminario serio, con Mons. Vallini. Ero il più grande, avevo 24 anni e a 30 sono diventato prete». Che percorso ha fatto? «Il seminario è stato un cammino di espropriazione, sono passato dall’impegno alla consacrazione. Dicevo: “ma io sono sempre stato impegnato!”. Passare da una vita impegnata per gli altri ad una vita donata al Signore è tutta un’altra cosa. E il seminario ha rappresentato questo: quella vita donata è stata restituita al Signore in un modo diverso. In quegli
Sala Consilina, 27 settembre 1986. Nella parrocchia di San Pietro Apostolo, Mons Giuseppe Giudice è ordinato sacerdote da Mons. Grimaldi
anni ho capito molte cose, ho riletto esperienze e passaggi. Ho avuto dei compagni di viaggio meravigliosi e un rapporto sempre ottimo con i docenti». Lo studio di quali materie l’ha appassionata di più? «Mi sono innamorato della Teologia. Direi che mi sono appassionato prima alla Teologia e poi al diventare prete. La Teologia ha dato il contenuto ai sogni che portavo dentro. Ho trovato la materia che mi conduceva a comprendere il mistero della vita cristiana nella vocazione. Ho studiato la Teologia con grandi professori: Bruno Forte (oggi arcivescovo di Chieti), don Paolo Pifano, Mons. Enzo Pelvi (oggi vescovo, ordinario militare), Cipriani, Mons. Vallini (oggi cardinale). C’era una ricchezza teologica molto bella. E la Teologia studiata non nel chiuso del seminario ma nella Facoltà Insieme - Settembre 2011
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Teologica mi ha dato un grande respiro culturale. In quegli anni ho approfittato di tutte le esperienze che ci venivano offerte. Un giorno - era il 15 maggio 1981 - mi hanno detto che a Napoli c’era una suora. Sono andato e ho conosciuto madre Teresa di Calcutta! Ho ancora la sua testimonianza trascritta… In quel periodo a Napoli c’era il magistero del cardinale Corrado Ursi che fece una grande rilettura del Concilio Vaticano II. Tutte queste persone sono state per me grandi testimoni: hanno dato fondamento e forza a quelle poche cose che portavo dentro». Ha fatto la tesi sulla theologia crucis: con quale docente l’ha preparata e perché ha scelto questo tema? «Perché la dimensione del dolore, della sofferenza mi ha sempre colpito. La domanda che nasce dalle piaghe della storia mi ha sempre affascinato. Se c’è Dio, se Dio è giusto, come ci può essere il male? È il mistero della croce. Ho fatto questo percorso con don Bruno Forte». Cosa ricorda del 27 settembre del 1986? La sua ordinazione si è svolta in una cornice di dolore e perdita. «Il 1986 fu un anno particolare. Dovevo essere ordinato il 5 aprile. Il 3 febbraio muore il Vescovo Altomare a cui ero molto legato. Il percorso iniziò a diventare in salita, bisognava aspettare il vescovo nuovo. Fu un primo segno. Non sapevamo cosa fare, c’era il Vicario generale, ad un certo punto doveva ordinarmi il Cardinale Ursi, alla fine chiedemmo a Mons. Grimaldi, l’arcivescovo di Salerno. Il 1° luglio morì mio padre. Mons. Vallini mi scrisse una bella lettera in cui parlava “del mio ben preparto sacerdozio”. Per fede, decisi di non cambiare la data che avevamo già scelto: il 27 settembre, nei giorni della novena, perché il patrono di Sala Consilina è San Michele. Ho fatto una lettura di fede di tutti questi eventi. Arrivavo al sacerdozio orfano e mi accorgevo che era un segno, che poi mi ha aiutato a capire meglio la paternità».
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Si è poi iscritto alla Pontificia Facoltà Gregoriana a Roma e ha conseguito la “Licenza in Teologia Dommatica” con una tesi sulla “Ecclesiam Suam” di Paolo VI. «Scelsi la dogmatica, un’altra materia che mi era piaciuta molto, indirizzo ecclesiologico. Feci la tesi sulla “Ecclesiam Suam”, la prima enciclica di Paolo VI, perché mi sembrava un percorso naturale. Mi ero preparato anche per il Dottorato sulle omelie di Paolo VI, poi con i tanti impegni non l’ho più fatto. Ero nel convitto Leoniano, c’erano molte persone, con alcuni sono rimasto molto amico. Nel frattempo ero stato nominato parroco di due parrocchie a Roscigno e a Bellosguardo, quindi il fine settimana ritornavo a Sala. Roma mi ha dato il respiro universale della Chiesa, ho imparato che la tua esperienza, poiché è tua, è personalissima, ed è importante che ci sia, ma è relativa rispetto ad un mondo molto più ampio, rispetto alla Chiesa universale. Però, se tu non hai la chiarezza del tuo frammento, non puoi stare nel tutto».
L’amore per la Teologia Ricordo sempre quello che diceva Mons. Pifano: la pastorale nasce dalle grandi prospettive teologiche. Se è grande la prospettiva teologica è grande la pastorale. Se è piccola o angusta la prospettiva teologica, non andiamo da nessuna parte.
La facciata della Pontificia Università Gregoriana a Roma
il parroco Foto Salvatore Alfano
Alla scuola della Parola “Mi nutro ogni giorno della Parola, attraverso quello che la Chiesa mi dà. È un appuntamento d’amore” Nel ’90 le viene affidata la comunità di sant’Anna, affiancherà il parroco don Donato Ippolito fino al gennaio del 1995. Nel 1998, le viene affidata anche la comunità di sant’Antonio da Padova. Giovane sacerdote ha affiancato un prete più anziano. Che esperienza è stata? «Dopo Roscigno e Bellosguardo, il Vescovo mi chiama a Teggiano e per un anno sono il vicerettore del seminario. Poi, a luglio del ’90, mi mandarono nella parrocchia di sant’Anna, perché don Donato non stava bene. A Roscigno e a Bellosguardo ero stato parroco, qui ero viceparroco. Questa situazione, da un punto di vista umano poteva sembrare un ritornare indietro. Ne ho fatto una lettura diversa: mi veniva proposto un cammino di umiltà, era un ricominciare. Don Donato aveva fatto molto, anche da un punto di vista sociale: c’era l’istituto per gli anziani, quello per i ragazzi disabili, la parrocchia nuova. È stato un ricominciare all’insegna della condivisione e del lavoro comune. Nell’ultimo periodo mi sono occupato di lui anche fisicamente perché stava male, egli desiderava continuare a vivere il suo ministero, a celebrare la Messa. Ma non ci vedeva bene, aveva problemi di udito, un paio di volte è addirittura caduto dall’altare. È stata una grande testimonianza per i giovani perché, più con la pazienza che con le parole, hanno capito che c’era grande rispetto per una persona che aveva dato tanto. A volte le persone mi chiedevano: «Ma che ci fai qui?». Io rispondevo con serenità: «Il Vescovo mi ha mandato qui». La sera dell’8 dicembre don Donato è andato in coma, quando sono andato a trovarlo in sala di rianimazione, mi ha detto: «Se me ne vado grazie di tutto, perché mi avete voluto bene!». Come si impara la paternità? «Gli anni passati insieme a don Donato, insieme ad altre esperienze vissute durante il seminario mi hanno dato una grande capacità di leggere l’animo umano. Ho aiutato due suore nel loro percorso vo-
L’interno della parrocchia di Sant’Anna a Sala Consilina
cazionale. E ho seguito un amico di seminario che, poco prima dell’ordinazione sacerdotale, si innamorò di una ragazza. Provai un grande dolore per la solitudine in cui si venne a trovare. Sono andato insieme a lui dal cardinale Ursi, da Mons. Vallini. Il Signore mi ha donato la sensibilità per capire che non era il capriccio di un momento, c’era una crisi interiore. Egli non ha mai messo in discussione la bellezza del sacerdozio né quella del celibato, semplicemente non era la sua strada. C’era tanta sofferenza, in quei giorni stavamo preparando l’ordinazione. Un giorno ho incontrato la mamma a Roma, a piazza san Pietro. Le ho detto: «Signora, a voi sta a cuore la felicità di vostro figlio? E la sua felicità si realizza attraverso questa ragazza». Così la mamma si è rasserenata. Oggi è un papà contento che vive la sua vocazione all’interno della Chiesa. Questa capacità di rimanere accanto, senza giudicare, mi ha aiutato a sviluppare la sensibilità per capire chi vive esperienze di dolore. Il Signore mi ha fatto anche un altro dono: la capa-
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cità di scuotere, perché non bisogna girare troppo intorno alla piaga». Cosa ricorda della sua esperienza di parroco? «Il lavoro nelle due comunità parrocchiali di sant’Anna e sant’Antonio è stato molto bello, a volte mi viene la nostalgia. Ringrazio il Signore per quello che ho vissuto. Ora ho voltato pagina, sono consacrato a questa Chiesa, per un giorno, un mese, un anno, non conta. Sto servendo la Chiesa di Nocera - Sarno. Qualcuno ha scritto: “Quando ti alzi da una panchina, non chiederti che cosa lasci, ma che cosa hai ricevuto”. Io ho ricevuto molto in questi anni: l’esperienza pastorale, due parrocchie, il Sinodo, l’Ufficio catechistico, l’Ufficio regionale, l’insegnamento della religione, tutte queste molteplici esperienze mi hanno preparato a questa nuova missione. Fondamentale è stata la vita comune in canonica, con preti con competenze e incarichi differenti, ognuno condivideva la propria esperienza e ascoltava quella degli altri. La vita comune è stata fondamentale anche per la pastorale. Non si può fare una pastorale insieme se ognuno sta per conto suo». Mostra una certa dimestichezza con la Scrittura. Come ha coltivato l’amore per la Bibbia in questi anni. «Per me la Parola è il fondamento di tutto. Leggo la Bibbia tutti i giorni, secondo quello che la Chiesa mi dà. Oggi la Chiesa mi dà queste letture, questo è il pane! Quella parola non è solo scrittura, quella parola è Gesù Cristo, Egli è la Parola. È potuto capitare, forse, che qualche volta, a sera tardi, non ho recitato la Compieta, ma non ho mai lasciato il breviario. Mai in questi anni! Così come il Rosario e la preghiera. Ancora oggi adotto questo metodo: il lunedì leggo le letture della domenica e durante la settimana preparo l’omelia. Non è mai capitato che in una giornata non ho pregato, qualche volta sono arrivato alla fine del salmo e non ricordavo quello che avevo letto sopra, però non sono mai venuto meno, con un senso di fedeltà, a questo appuntamento d’amore. Senza visioni o miracoli, nella concretezza. In parrocchia, alle 18,45 recitavo il Rosario insieme alla gente. Questo senso della vita ordinaria e ordinata mi ha aiutato molto. Non sono mai andato impreparato ad una Messa. Anche se dovevo parlare due minuti. Mi sembrava irrispettoso nei confronti della Parola di Dio e anche nei confronti di chi ti ascolta». Si parla spesso di nuova evangelizzazione? Che cos’è? «Questo termine mi sembra già superato. Per me è molto semplice: è ridire Gesù Cristo oggi, è dire
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di nuovo, in un contesto totalmente cambiato, con destinatari nuovi, l’unico ed eterno Vangelo. Come posso ridire Gesù Cristo nella terra dell’Agro? Come entrare nel cuore della gente?». Come ha accolto la chiamata episcopale? «Mi accorgevo che era una chiamata nella chiamata. Quando ho iniziato a capire, ho scritto: comunque sarà, dovunque sarà, l’importante è che si faccia la sua volontà. Mi sono ispirato a Giovanni Paolo I, egli racconta che durante il Conclave quando da certi atteggiamenti e alcuni sguardi ha capito che sarebbe diventato Papa, si è messo nelle mani di Dio».
Passano due ore, senza che ce ne accorgiamo. “Don Peppino” ritorna ad essere Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Giudice, deve prepararsi perché lo attendono in una parrocchia. Prima ci accompagna a visitare la cappella, ci mostra lo sgabellino che si è fatto costruire per la preghiera, le meditazioni e per scrivere: le lettere, le omelie e le poesie. E così scopriamo che quando insegnava dalle Maestre Pie Filippini si era iscritto alla Facoltà di Filosofia perché “ha sempre avuto una grande passione per la letteratura”. Un amore per la scrittura nato durante l’adolescenza e mantenuto vivo negli anni. Le sue poesie sono raccolte nel 2007 nel testo Dilexit Ecclesiam. In seguito, altri testi sono stati pubblicati in piccoli opuscoli.
La prima visita pastorale
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ons. Giudice si prepara a compiere la prima visita pastorale, è destinata esclusivamente ai presbiteri della diocesi, prenderà il via ad ottobre, dopo la celebrazione del XXV anniversario di sacerdozio, e si concluderà prima di iniziare con l’Avvento il nuovo anno liturgico. «Vorrei, semplicemente - scrive il Vescovo - come fece Maria con Elisabetta (cfr. Lc 1,39-56), venire a trovare ognuno di voi, nei luoghi ordinari del vostro ministero. In ogni visita, Maria porta Cristo mentre è portata da Cristo. Nella fraternità presbiterale, vorrei chiedere ad ognuno: Come stai? Come va? Che mi racconti del tuo Presbiterato? Che cosa ti suggerisce lo Spirito per la nostra Chiesa Diocesana?». La lettera è accompagnata da una preghiera che pubblicheremo nel prossimo numero.
Mons. Giuseppe Giudice
1986 - 27 settembre - 2011 Giubileo sacerdotale di Mons. Giuseppe Giudice Per festeggiare questo evento ricco di grazia, abbiamo pensato di offrire a tutta la comunità ecclesiale una selezione dei testi poetici scritti negli anni da Mons. Giudice, più alcuni testi inediti.
Solo a settembre libro + rivista 5,00 € Se sei già un nostro abbonato con ritiro in parrocchia, il libro sarà tuo a soli 3,00 € Per informazioni puoi rivolgerti al tuo parroco oppure all’ufficio vendite e abbonamenti della redazione al numero 081 513 45 04
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a cura di Mariangela Giudice Una veduta della città di Lione in Francia
Studi senza frontiere L’esperienza di Viviana, studentessa all’estero per sei mesi grazie al progetto Erasmus
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l sogno di un mondo senza barriere e senza divisioni passa per lo studio. Spesso sui libri di Storia abbiamo letto che durante il Tardo Medioevo i chierici andavano in giro per l’Europa per studiare nelle più prestigiose Università. Da allora la situazione è cambiata e questa possibilità è potenzialmente offerta ad un numero sempre più ampio di studenti. Dal 1987 è possibile, per gli studenti universitari europei, compiere un periodo di studi in un’altra Università. Il programma si chiama Erasmus, proprio dal nome del grande intellettuale Erasmo da Rotterdam, che nel XV sec. viaggiò per tutta l’Europa per accrescere la sua conoscenza. Non è un’esperienza accessibile a tutti, anche per via dei costi, ma la percentuale dei ragazzi che aderisce al progetto è significativa e in costante crescita. Molti la vivono come un’esperienza unica, capace anche di cambiare la vita. Per molti è la prima occasione per stare a contatto con una cultura diversa dalla propria, per sentirsi grandi e cavarsela da soli. Viviana ha desiderato aderire a questo progetto fin dal primo anno di università (non specifichiamo il corso di laurea né la sua città per far emergere l’aspetto
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umano della vicenda) e ha raccontato a noi quello che ha vissuto. Come è nata questa idea? Desideravo approfittare di questa opportunità che l’Università offre, sin dal primo anno. Non volevo lasciarmi sfuggire l’occasione unica di viaggiare e studiare allo stesso tempo, di conoscere una nuova cultura, di fare una simile esperienza da studentessa. Da grande non si vivrebbe più con lo stesso spirito. Dove sei stata in Erasmus? La meta desiderata era la Francia, anzi, Parigi per la precisione, ma le circostanze mi hanno spinta a scegliere Lione. Presentata la domanda durante il secondo anno, sono partita all’inizio dell’anno accademico successivo ed ho studiato in Francia per tutto il primo semestre. Sei partita da sola? No, sono riuscita a convincere una mia amica di corso a fare questa esperienza. Lei era molto più cauta, temeva lo sradicamento, non aveva mai varcato la
Che cos’è l’Erasmus
frontiera, temeva di rimanere indietro con gli esami. È stata insicura del passo che stava per compiere fino a poco prima della partenza, ma al ritorno ha dovuto ammettere che grazie a questa esperienza le si sono aperti nuovi orizzonti. Come è stato l’iter burocratico? Molta ansia all’inizio. Una volta fatta la domanda si viene inseriti in una graduatoria e si tiene conto dei crediti ottenuti e della media. C’è anche la possibilità che ti propongano una meta diversa da quella che hai indicato tu, ma per le facoltà poco numerose, come la mia, capita che ci siano addirittura posti vacanti. L’Università vi ha seguite in questo iter? In realtà non tutte le Università e non tutte le facoltà sono sensibili allo stesso modo o hanno la stessa disponibilità per seguire gli studenti. La mia facoltà copriva le spese per un minimo, la cifra non bastava nemmeno per l’affitto. Abbiamo dovuto provvedere noi a prendere contatti per trovare un alloggio e per sbrigare le altre faccende burocratiche. Come hanno reagito a casa? Quando parlai di questo mio desiderio, all’inizio la mamma la prese male. Era la prima volta che mi staccavo da lei, ma non mi ha ostacolata. Mia madre mi ha sempre sostenuta, convinta che questo tipo di esperienze siano positive e che aiutino a crescere. Se da un lato c’è il desiderio di tenermi vicina, dall’altro c’è la consapevolezza che devo diventare indipendente e autonoma. Come è stato ambientarsi all’estero? Il problema della lingua è stato il problema minore, un po’ perché conoscevamo sommariamente il francese, un po’ perché ci siamo immerse totalmente nella nuova realtà. Qui entra sicuramente in gioco l’intraprendenza e l’apertura di ogni persona, ma la necessità ti fa sviluppare doti che non pensavi nemmeno di avere. Io mi ero integrata così bene che le persone per strada, o quando andavo a fare la spesa, mi salutavano. Forse da questo punto di vista è stato meglio andare a Lione: a Parigi non avrei sentito così fortemente il
Erasmus sta per European Region Action Scheme for the Mobility of University Students. Il progetto nacque nel 1987 per educare i giovani al concetto di Europa unita. Grazie a questa iniziativa gli studenti europei possono studiare o svolgere tirocini in un Paese dell’UE o in quelli associati (Liechtenstein, Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia) per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi. Attualmente 2.199 istituzioni universitarie dei 31 Paesi partecipano al progetto Erasmus. È possibile trovare il bando e le relative istruzioni presso il sito della propria università, dopodiché si verrà inseriti in una graduatoria.
calore umano. C’era da occuparsi di tante incombenze a cui a casa non pensi nemmeno: dalla spesa alla bolletta. Ma quando hai i coinquilini giusti tutto diventa più semplice e il carico si divide. Com’era l’Università? Sono pienamente soddisfatta anche per quanto riguarda l’aspetto universitario. Il metodo didattico era diverso: c’è più interazione, dibattito docente – discente, ricerche e lavori di gruppo. Almeno per quanto riguarda la mia facoltà, in Italia abbiamo un livello di contenuti più elevato, ed anche il nostro corpo docenti è più preparato, ma il metodo che ho sperimentato là era più stimolante. Ero tenuta a dare un certo numero di esami che fossero più o meno corrispondenti ai nostri, dovevo studiare libri in francese, ma non è stato il problema più grande, anzi in questo modo ho familiarizzato maggiormente con la lingua. Pensi che questa esperienza abbia rallentato i tuoi studi? A volte i professori più anziani ci scoraggiano, insinuandoci l’idea che subiremmo rallentamenti nella carriera universitaria, ma non è così, almeno non lo è stato per me. Anzi io posso dire di aver guadagnato tempo. Senza contare il carico di esperienze che ho accumulato: staccarsi da casa, andare a vivere, anche se per un breve periodo e da giovani, in un altro Paese, dover essere autonomi e responsabili, aprirsi ad un’altra cultura: tutto questo cambia la vita. O almeno, ti dà uno sguardo diverso e più ampio sulla realtà. Mariangela Giudice Insieme - Settembre 2011
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Agorà
Test di ammissione: una sfida impossibile?
Comunicare la tradizione
Sembra un dato di fatto che la scuola superiore non prepari lo studente ad inserirsi nel successivo percorso di studi
Parte da ottobre la III edizione del concorso promosso da Insieme per le scuole
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ettembre è diventato sempre più importante per gli studenti. Dopo essersi diplomati ed aver sostenuto l’esame di stato, sono proiettati subito verso un’altra prova: il famigerato test di ammissione all’Università. Sono sempre più i corsi di laurea che negli anni hanno adottato questa pratica inaugurata dalla facoltà di Medicina. Sebbene ci sia una sottile differenza tra corsi a numero programmato (si valuta l’idoneità) e corsi a numero chiuso (più selettivi), il problema per lo studente resta sempre quello di dover affrontare un test per cui non è in nessun modo preparato. La scuola secondaria non si è, infatti, adeguata per niente a questo dato di fatto, non preparando i propri studenti ad affrontare questo tipo di prova. Mariangela Giudice
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obiettivo di quest’anno è stimolare negli studenti la ricerca e l’amore per il passato, rivalutando gli antichi saperi che sono alla base della nostra storia personale, culturale e sociale. Contestualmente, il concorso ha l’obiettivo di esortare gli studenti allo studio delle diverse tecniche e dei diversi mezzi di comunicazione. L’intento è offrire stimoli per rinnovare la tradizione e sperimentare l’innovazione. Il bando sarà pubblicato sulle pagine del prossimo numero di Insieme, unitamente alle indicazioni per produrre gli elaborati.
APOSTOLATO LITURGICO MIR MIR MIR di Rosanna Monteleone
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“Si prenotano oggetti per trigesimo”
I giovani chiedono…
Il valore del tempo
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a cura di Salvatore Manzo
noi sappiamo ascoltarli?
Durante le vacanze tutto è più semplice, c’è il tempo per coltivare le amicizie e anche il rapporto con mamma e papà è più tranquillo. Peccato finiscano presto! Forse, più che sul tempo a disposizione, dovremmo interrogarci sul come lo spendiamo
ualche giorno fa ero in compagnia di un gruppo di ragazzi appena tornati dalle vacanze. Martina, raccontava dei giorni felici trascorsi con gli amici del mare, quelli che incontra ogni estate sulla stessa spiaggia. Gli amici con i quali ha imparato a nuotare, e poi a tuffarsi, e poi a fare tardi la sera… ogni anno sempre un po’ più tardi… ogni anno un po’ più grandi… ogni anno un po’ più amici! E poi c’era Francesca, la miss del gruppo. Lei qualche anno fa, mentre era in spiaggia, fu invitata a partecipare ad un concorso di bellezza tra gli ospiti dei vari lidi. Insieme ad alcune amiche accettò la proposta come un gioco divertente e non privo di sfide. Di anno in anno il gioco si faceva sempre più interessante. Dalle sfilate sui lidi è passata alle sfilate sulle piazze, e di piazza in piazza ha conosciuto i tanti paesi della costa. Ha collezionato svariate fasce vinte qua e là. Ma la fascia che riconosce essere più preziosa è quella della sicurezza cresciuta dentro di sé, della complicità con i suoi genitori, della simpatia degli amici che la seguivano nell’insolita tournée con ironia e divertimento.
Tonino intanto riportava tutti al presente, ricordando che ormai il tempo delle vacanze era alle spalle e tra pochi giorni si tornava sui banchi di scuola, a sbuffare per le ore che non passavano mai, a stare in ansia per le verifiche e le interrogazioni, a passare in casa interi pomeriggi e serate. Meno male che c’è facebook! A questo punto Giada stava quasi per aggredirlo fisicamente. Perché spezzare così l’incantesimo dei ricordi? È proprio necessario pensare già ai giorni della scuola? Le cose belle, si domandava, perché finiscono presto? Fu Valentina ad osservare che in vacanza tutto è più facile, anche il rapporto con i genitori. Sì, qualche discussione ogni tanto, ma tutto sembra risolversi più velocemente. Ognuno sembra più disponibile a lasciar andare, a trovare soluzioni “vincenti” per tutti, ed in fondo anche lo stare insieme ai genitori e a qualche parente non è poi così male. Anzi, le lunghe colazioni al mattino tutti insieme, i tuffi con il papà, le grigliate in famiglia dove ognuno, ancora in costume, dà il meglio di sé... senza fretta… senza scappare via per qualche impegno… senza TEMPO!
“Io ho tempo”, disse la lumaca A questo punto mi ricordai di Una parabola sulla vita moderna e la raccontai: Gli animali si riunirono in assemblea e iniziarono a lamentarsi che gli esseri umani non facevano altro che portar via loro qualcosa. “Si prendono il mio latte”, disse la mucca. “Si prendono le mie uova”, disse la gallina. “Usano la mia carne per farne pancetta”, disse il maiale. “Mi danno la caccia per il mio olio”, disse la balena. E così via. Infine parlò la lumaca. “Io ho qualcosa che a loro piacerebbe avere, più di ogni altra cosa. Qualcosa che mi porterebbero sicuramente via se potessero. Ho TEMPO”.
Quella nostra piccola assemblea di persone nostalgiche sembrò così apprezzare tanto il dono del tempo! E fummo tutti d’accordo nel riconoscere che quelle vacanze non erano state solo uno spazio vuoto, un tempo senza impegni scolastici o d’altro tipo, ma un tempo pieno! Pieno della nostra presenza in ogni cosa che facevamo con piacere e passione. Pieno del desiderio di incontrarci e di stare. Pieno di conquiste fatte e ricordi che restano nel cuore. Questo pensiamo che ci manchi: il come abbiamo vissuto il nostro tempo! Abbiamo, dunque, tutto il tempo del mondo, se solo ce lo concediamo. Che cosa ci impedisce di farlo? Insieme - Settembre 2011
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VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo
i assottigliano le liste di attesa a nord di Salerno. Qualche disagio resta in costiera, ma le strutture sanitarie dell’Agro nocerino vanno forte per gli esami più semplici. Per elettrocardiogramma e visite ginecologiche non si attendono più di quindici giorni. I problemi si riscontrano, invece, per la diagnostica specialistica, raggiungendo picchi di attesa, riporta il dossier diffuso dall’Asl relativamente al mese di giugno scorso, anche di 186 giorni (tempo medio). «I report redatti – scrivono da via Nizza – sono elementi preziosi ed indispensabili per trarre indicazioni sulla realtà attuale, dati che permetteranno alla struttura commissariale di poter calibrare azioni di governo sanitario efficienti, efficaci ed appropriate». Lungo l’elenco di prestazioni erogate per le quali la media di attesa è al massimo di due settimane. Per una visita cardiologica al distretto di base di Nocera Superiore si attende 13 giorni, all’ospedale di Nocera 4 giorni, a Pagani l’attesa sarebbe pari a zero. 14 sono i giorni, invece, per un elettrocardiogramma al distretto di Maiori, 7 ad Amalfi, 6 all’ospedale Umberto I. Record negativo per l’ospedale di Sarno, 33 giorni, e per il distretto di Vietri, 32 giorni. A Positano sono 14 i giorni necessari per una visita dermatologica, 2 al distretto di Scafati, ben 40 all’Andrea Tortora. Grande differenza per una visita ostetrica: 11 giorni a Sarno e zero al distretto di Nocera Inferiore. Un giorno per un’ecografia all’addome, inoltre, sempre al distretto nocerino di via Giordano. Si attende molto, quasi ovunque, per la visita neurologica: 21 giorni a Maiori, 14 nelle due Nocera, 12 al distretto di Cava. Se si vuol far prima ci si dovrebbe recare al dipartimento di salute mentale: attesa pari a zero. Per le visite oncologiche sono 10 i giorni di attesa a Cava, 4 a Scafati, 58 al distretto di Nocera Inferiore. Stesso luogo, ma attesa minore, 15 giorni, per l’esame audiometrico. 10 giorni, in media, occorrono per effettuare una radiografia. Per una mammografia bilaterale al Martiri di Sarno si attendono 15 giorni, solo 5 all’Andrea Tortora. Il problema, dai dati diffusi, sembra essere la branca oculistica. Per un fondo oculare si attendono 186 giorni al distretto di Angri, 95 a Scafati. Per l’esame complessivo dell’occhio pecora nera è sempre Angri con 162 giorni, segue Scafati con 89, chiude Cava con attesa zero. All’Umberto I, inoltre, per un Eco doppler dei tronchi si atten-
Diffusi dall’Asl i dati relativi alle liste di attesa. Pochi giorni di pazienza per un elettrocardiogramma, cento ottantasei per un fondo oculare al distretto di Angri
Foto Salvatore Alfano
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DOPPIA CORSIA
dono 100 giorni, solo 8 a Pagani. Liste lunghe pure per le visite ortopediche: 72 giorni al distretto di Pagani, 24 a Nocera Superiore. Tempi brevi per le visite urologiche. Per una spirometria semplice, infine, a Maiori si attendono 124 giorni, solo 46 a Nocera. Stessa cosa vale per quella globale: 44 giorni di attesa all’ospedale sarnese, solo 29 a Nocera. «Con la diffusione di questi dati – si legge in una nota – l’Azienda intende fornire alla cittadinanza utili indicazioni per individuare soluzioni alternative disponibili in tempi più brevi. L’iniziativa da una parte orienta i cittadini e dall’altra consente di utilizzare al meglio le risorse esistenti». Salvatore D’Angelo
Il donatore dei record La storia del paganese Salvatore Apa che in trent’anni ha donato 50 litri di sangue
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a prima donazione fu all’ospedale Molinette di Torino, più di sei lustri fa. Da quella volta per altre 108 volte, per un totale di 109 donazioni, Salvatore Apa si è messo al servizio del prossimo, salvando tante vite, grazie al suo sangue. Il donatore record, un prelievo ogni tre mesi di 450 ml del prezioso liquido, ha 65 anni, è sposato ed è padre di due figli di 34 e 32 anni. «Non nascondo che in un primo momento la cosa mi faceva paura – ha detto – ma quando vidi due ragazzi che andavano a donare, mi dissi: il mio coraggio dov’è? E allora sono andato anche io. Ero terrorizzato all’idea, credevo potessi sentire dolori atroci o quant’altro. Invece dopo il prelievo mi accorsi che non era successo niente di che». Quel primo salasso all’ombra della Mole diede tanta forza
ad Apa da portarlo a donare ininterrottamente per 37 anni. «Lo feci – ha aggiunto – anche perché sapevo che il mio sangue veniva dato ad un ragazzo in terapia per leucemia». Salvatore, componente del direttivo AVIS di Nocera Inferiore, ha anche spiegato: «Donare è un gesto molto nobile, oltre che coraggioso, ma non tutti possono farlo. Bisogna godere di un buono stato di salute, magari non fumare o bere o essere sotto assunzione di farmaci». Da qui l’appello innanzitutto ai giovani: «Non è necessario essere così assidui, come capita a me o ad altre persone, ma sarebbe bello, magari, pensare di andarci di tanto in tanto. Anche una sola volta all’anno. A noi non costa nulla, ma nello stesso tempo avremo acceso un lume di speranza per chi ne ha bisogno».
Dove donare il sangue Il centro trasfusionale di riferimento per l’Agro nocerino è sito presso l’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. Qui è possibile donare il sangue tutti i giorni feriali dalle ore 8:00 alle ore 12:00. Sono previste, inoltre, raccolte domenicali organizzate dall’AVIS non solo a Nocera, ma anche in altri comuni dell’Agro, in particolare a Sarno.
Per informazioni telefoniche contattare il numero 081 921 32 18
Ritorno dalle vacanze traumatico? Ecco alcuni consigli
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inite le vacanze da qualche giorno, si torna agli impegni quotidiani fatti di lavoro, famiglia, orari da rispettare. Ci assale così quella spiacevole sensazione di tristezza per la fine del periodo passato all’insegna della spensieratezza. Gli americani la chiamano “post-vacation blues”, da noi suona come “stress post vacanza”. Arriva puntuale alla fine dell’estate ci rende il ritorno alla ruotine quotidiana un evento insopportabile. Una sensazione che per molti può diventare una vera e propria sindrome, caratterizzata da calo dell’attenzione, stordimento, mal di testa difficoltà digestive, dolori vari. Si tratta comunque di disturbi che tendono a scomparire nel giro di qualche giorno, e che possono essere attenuati ascoltando i consigli dei medici. Ecco alcune semplici regole da seguire: prepararsi in anticipo al cambiamento e prevedere qualche giorno di riposo prima del rientro, per arrivare alla fine della vacanza con qualche energia in più; riprendere la vita quotidiana in modo graduale, senza farsi prendere dall’ansia per le cose da fare e dal lavoro che, probabilmente, si sarà accumulato durante la nostra assenza; puntare su obiettivi semplici da realizzare, almeno nella prima settimana, e lasciare per un secondo momento i progetti di lavoro più impegnativi; fare ogni giorno dell’attività fisica, per mantenersi ancora attivi dopo le nuotate o le camminate fatte al mare o in montagna; cambiare genere di abbigliamento gradualmente, passare direttamente da pantaloncini e infradito a giacca e cravatta può contribuire ad affaticare ulteriormente l’organismo. Inoltre, può tornare utile farsi venire alla mente le frasi dette sull’argomento dai nostri anziani: «Il lavoro nobilita l’uomo». Ben ritrovati a tutti! Giuseppe Calabrese
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Alternative da ripensare Da Campanile dell’Orco alle strade intercomunali, gli enti dovrebbero ripensare la manutenzione delle vie periferiche che collegano i Comuni dell’Agro, oggi piene di buche e trasformate in discariche a cielo aperto
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otrebbero essere delle ottime valvole di sfogo per il traffico delle stradi principali, ma il più delle volte sono solamente abbandonate a se stesse, tra buche e manutenzione inesistente. Si tratta delle strade periferiche dell’Agro nocerinosarnese. Piccole carraie che attraversano le campagne e che grande aiuto potrebbero dare alla viabilità inter cittadina. Un dedalo di viuzze utilizzate in passato dagli avi per raggiungere i paesi vesuviani, dove si andava per vendere gli ortaggi della valle del Sarno nei mercati ambulanti. In un periodo di aperture di alternative alla statale 18 o ad altre strade provinciali, le vie intercomunali sono però abbandonate al degrado. I Comuni dovrebbero essere i garanti della manutenzione ordinaria, ma gli scarsi fondi a disposizione non consentono tutto ciò. Per questo motivo punti di collegamenti tra Pagani e Nocera come via del Rosto, via Galilei, piuttosto che altre strade tra Angri e San Marzano o i paesi dell’hinterland napoletano sono allo sbando. Il più delle volte si tratta anche di strade trasformate in
discariche a cielo aperto. Tra frutteti e lunghi assi viari si accumulano, infatti, quintali di sacchetti, gomme usate, materiali edili e di risulta. Qualche cosa è stato fatto per Nocera Inferiore, un esempio sono le strade alle spalle del mercato ortofrutticolo, ma resta abbandonata via cavaliere Cuomo. La strada di periferia oggi è diventata una vera e propria arteria, ma la manutenzione ordinaria e straordinaria è inesistente. L’assessore provinciale Salvatore Arena, intanto, rilancia l’ipotesi della costruzione della “Campanile dell’Orco”. La strada ripercorrerebbe il valico già esistente che collega Codola di Castel San Giorgio alla frazione Fiano di Nocera e Lavorate di Sarno. Per il delegato provinciale «il progetto è concreto ed è realizzabile, la Regione davanti a proposte di così grande respiro non ha difficoltà a finanziare le opere». Sulla zona vigono però vincoli ambientali e storici. Infatti dal passo dell’orco, si racconta, passarono anche gli elefanti di Annibale, mentre la montagna è attraversata dalla prima galleria ferroviaria italiana costruita dai Borboni ed inaugurata nei primi mesi della nuova Italia unita.
CONOSCIAMOLI MEGLIO Questioni di strisce… Doppia striscia continua
La doppia striscia continua separa due corsie della carreggiata in maniera più evidente. Inoltre viene spesso impiegata per dividere le carreggiate che hanno due o più corsie per ogni senso di marcia. In questo caso non vanno oltrepassate le strisce. Che cosa fare? Non superare mai le strisce continue. È possibile sorpassare solo se si sta all’interno della corsia da esse delimitata.
Striscia continua e discontinua affiancate Le doppie strisce separano una carreggiata in due corsie.
Che cosa fare? I conducenti che hanno alla propria sinistra la striscia discontinua possono oltrepassare la doppia striscia per compiere manovre di sorpasso, inversione di marcia e svolta a sinistra. Se hanno alla pro-
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pria sinistra la striscia continua non possono superare la doppia striscia e quindi non possono fare alcuna manovra.
Striscia continua
La striscia longitudinale continua divide la carreggiata in due corsie che hanno senso di marcia opposto. La striscia continua non va assolutamente oltrepassata né per fare sorpassi né per svoltare a sinistra. Il sorpasso può essere fatto solo nel caso in cui non si superi tale striscia. Che cosa fare? Stare sempre alla destra della striscia continua. Inoltre mantenersi il più possibile sul lato destro della corsia in maniera tale da consentire manovre di sorpasso nel caso in cui la larghezza della corsia lo consenta.
Squadra che vince non si cambia La Nocerina, tornata dopo trentatré anni di attesa in Serie B, ha seguito alla lettera il detto, confermando in blocco il gruppo che ha raccolto gli straordinari successi della passata stagione in Lega Pro Prima Divisione
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astaldo, De Liguori, De Franco e Negro, rieccoli gli idoli incontrastati del pubblico di fede rossonera, ai nastri di partenza di un campionato completamente diverso rispetto a quello dominato l’anno scorso. La Serie B, si sa, è un torneo lungo, estenuante, dove contano forza fisica, tenacia, carattere ma anche tanta qualità. Diciamocela tutta, almeno la metà dei club presenti al via, di quella che può essere definita senza giri di parole una sorta di Serie A2, sembrano superiori alla Nocerina. Eppure, nel calcio di oggi tutto è possibile, soprattutto in cadetteria dove, negli ultimi anni, hanno piazzato il doppio salto Como, Cagliari, Treviso, Cesena e Novara, compagini arrivate in B in punta di piedi e ritrovatesi a festeggiare la promozione nella massima serie. Quale ruolo tocca quindi alla Nocerina? L’aver mantenuto la stessa ossatura vincente di qualche mese fa, con giocatori già amalgamati, con la conoscenza dei metodi del tecnico, con sistemi di apprendimento più rapidi anche per i pochi nuovi arrivati, è perciò un punto a favore della Nocerina.
Gaetano Autieri
Autieri è il perno principale del giocattolo rossonero, un allenatore comunque alla prima esperienza in Serie B, come tanti dei suoi calciatori, che dovrà dimostrare il suo indubbio valore al cospetto di “vecchi volponi” della panchina come Novellino, Zeman, Ventura, Mandorlini, Baldini, Menichini, Foscarini, per non parlare dei tanti giovani rampanti che hanno già dimostrato più volte indiscusso valore (Breda, Scienza, Pea e Atzori su tutti). Punti deboli ora. Innanzitutto la mancan-
za di qualità ed esperienza in tutti e tre i reparti. Molti si aspettavano almeno un intervento della società per ogni settore del campo. Dalla sessione di calciomercato estivo invece sono arrivati un giovane difensore di prospettiva (Alcibiade), un centrocampista che la B l’ha solo assaggiata (Sacilotto), un terzino con voglia di riscatto (Del Prete), un esterno d’attacco al primo vero esame tra i big (Farias) e un centravanti fermo da un anno e mezzo (Plasmati). Ancora presto per dire se la ragione è dalla parte del trainer siciliano, di sicuro le prime giornate, definite solitamente di rodaggio, hanno mostrato una Nocerina ancora in ritardo dal punto di vista fisico, con un passo ancora lento, leggerina rispetto agli avversari affrontati e con l’impressione che non ci sia in rosa un calciatore che possa “girare” la partita in un qualsiasi momento della stessa. Conclusioni: la salvezza è l’obiettivo dichiarato. Se Auteri e i suoi ingraneranno le marce alte da qui a non molto i sostenitori molossi potranno riprendere a festeggiare, altrimenti si preannuncia un campionato di fatica, sudore e paure. Giuseppe Della Morte
Foto…segnalate Polemici sì, ma giustamente! Così i tifosi della Curva Nord di Ancona hanno salutato l’inizio del campionato di Serie D. «Voi permettete e date attenzione ad uno sciopero di mercenari strapagati,quando ignorate famiglie in crisi e disoccupati, ragazzi uccisi e poi dimenticati, ritenete noi la parte malata quella che ricorda il pallone di cuoio e la maglia di lana, quella che vi sogna senza potere e senza grana».
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In ricordo di Carmelina Boccia
I dubbi della minoranza Con un esposto a Procura e Corte dei Conti si chiede di fare chiarezza sull’accordo tra il Comune di Striano ed Agro Invest rispetto all’area Pip
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on ci vedono chiaro i consiglieri comunali di minoranza. Gli esponenti dell’opposizione consiliare strianese chiedono conto e ragione al sindaco Antonio Del Giudice in relazione all’accordo siglato con Agro Invest per la realizzazione dell’area industriale cittadina. I consiglieri Aristide Rendina, Giuseppe Maccarone e Andrea Oreste di Rinascita strianese, Antonio Gravetti di Civico 34 e l’indipendente Francesco Trippa hanno presentato alla procura della Repubblica di Torre Annunziata e alla Corte dei Conti un esposto sulla decisione dell’amministrazione comunale di affidare alla società mista di trasformazione urbana, con sede ad Angri, la gestione dell’area di via Fusaro. Nell’esposto, i consigli di minoranza elencano le perplessità rispetto alle modalità con cui il Comune ha voluto legarsi ad Agro Invest, comprando cioè una azione della società. «Una procedura anomala e farraginosa, adottata,
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a nostro parere al solo scopo di evitare una gara ad evidenza pubblica, con il risultato di “falsare” il mercato e la concorrenza in tema di appalti pubblici», spiegano i consiglieri. Una motivazione a cui se ne aggiungono delle altre: «Non si conoscono, né sono allegati agli atti i bilanci societari della Agroinvest Spa degli ultimi anni, per cui non si ha certezza di deliberare l’ingresso in una società economicamente e finanziariamente sana; la tempistica di realizzazione dell’intervento fa anche intuire o sospettare accordi precedenti già stabiliti di cui il Consiglio Comunale non è stato messo a conoscenza; l’adesione è avvenuta in assenza di un parere legale che garantisca la correttezza di tale operazione». I consiglieri comunali affermano, comunque, di non essere «alla ricerca di reati a tutti i costi. Consideriamo, però, gravissimo l’atteggiamento dell’amministrazione comunale rispetto a questa operazione e ci auguriamo che venga fatta chiarezza al più presto».
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iao Carmelina, è già passato un anno, ma il tuo dolce sorriso non smette mai di darci fiducia e speranza. Con il tuo amore accogliente, con il lasciarti servire con devoto pudore, ti sei ed hai affidato tutti noi al Signore. Ma come nel cammino di Emmaus, presi nelle discussioni vanamente terrene, abbiamo capito che quel viandante che ci camminava di fianco era Gesù solo quando, ormai, era tardi. Carmelina, continua a pregare il Signore, per tutti noi, per il nostro cammino, perché come fu per quei discepoli, noi non ritorneremo a casa sconfitti, ma ripartiremo da Lui per annunciare “sì il Signore è veramente risorto e io l’ho toccato in Carmelina”. L.E.
Il Samaritano in tv
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on Ciro Galisi e la sua struttura di accoglienza “Il Buon Samaritano” sbarcano sulla web tv grazie alla Cei. Il progetto di mensa, dopo scuola e ludoteca portato avanti nella casa di via Barbarulo a Nocera Inferiore, di cui avevamo parlato sul numero di novembre 2010, è stato selezionato dalla Conferenza Episcopale Italiana per essere inserito tra gli spot informativi sull’8 per mille. Nel filmato vengono illustrate le varie attività portate avanti dal centro nocerino, con le esperienze dei volontari, la voce dei bambini, la testimonianza di un genitore e l’intervista a don Ciro, ideatore dell’iniziativa sociale.
a Nocerina diventa arte grazie al libro che raccoglie i volti dei protagonisti della promozione in serie B, disegnati dalla matita di Maurizio Barcellona. Il volume, edito da Grafix di Salvatore Faiella, raccoglie in 64 pagine le caricature di dirigenti, tecnici e calciatori della Nocerina 2010-2011, arricchite dalle interviste di Giuliano Pisciotta e dalle foto di Fernando Faiella. L’idea è nata a margine della trasmissione “Nocerinissima” in onda su Telenuova. Per informazioni rivolgersi a Grafix in via Nazionale a Nocera Superiore.
La Catalogna da noi!
Una crocchetta al giorno
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Malattie da evitare
ra le bellezze di valore nascoste ai più, a causa della scarsa conoscenza dei luoghi o dalla negligenza delle amministrazioni, senza dubbio spiccano i portali catalani. Dopo la conquista del Regno di Napoli da parte di Alfonso il Magnanimo nel 1442, infatti, si incrementarono non solo i traffici, ma anche gli scambi culturali e artistici tra l’Italia Meridionale e la Catalogna. Anche l’Agro, soprattutto Angri e Sarno, fu influenzato dalla cosiddetta arte catalana. Nel centro storico di Angri, si possono ammirare il rosone della Collegiata; il portale del palazzo de Angelis in via dei Coronati, dove l’arco ribassato a manico è caratterizzato da una cornice scolpita con motivi floreali e circondata da un vistoso toro; il portale di via Marconi, dove l’arco ribassato, incorniciato da una frangia, è inserito nel rettangolo catalano; la bifora e il portale del palazzo Cansolini; il portale della famiglia Maldacena. Opere stupende, realizzate in pietra nera di Fiano, scalpellate dagli allievi del Sagrera e di Matteo Forcimanya. Non è da meno Sarno, benché nella sede coepiscopale rimangano solo scarni lacerti artistici.
Francesco Li Pira
di Gabriella Calenda*
Il veterinario parla di Cimurro ed epatite di Rubarth
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ari amanti degli animali, come vi avevo accennato nel numero scorso, in cui evidenziavo l’importanza delle vaccinazioni nei cuccioli, in questo numero tratteremo delle malattie che si evitano effettuando questa piccola puntura! In primis c’è il cimurro, che molti chiamano “il raffreddore del cane”. Purtroppo non è così semplice ed innocuo come sembra. È una malattia infettiva contagiosa causata da un Paramixovirus, spesso letale, che colpisce i giovani cani, caratterizzata da turbe del sistema nervoso convulsivanti e paralizzanti, oltre al catarro nasale. Il virus provoca inoltre immunodepressione, il cucciolo di solito è abbattuto, inappetente, disidratato, con picchi di febbre e diarrea emorragica. La fonte principale di infezione è la via aerogena attraverso lo scolo oculo-nasale e fondamentale appare il contatto diretto tra soggetto ammalato e sano. Gli animali possono ricevere il virus da particelle di saliva, ma anche da urina e feci di animali
infetti (attenti ai cani randagi o non vaccinati). C’è poi l’Epatite Infettiva Canina (Epatite di Rubarth) che è causata da un Adenovirus. L’infezione avviene per inalazione ed ingestione di materiale infetto, colpisce i cani giovani tra i 3 e i 12 mesi ma sporadicamente può colpire anche individui adulti. Le manifestazioni cliniche comprendono depressione del sensorio, abbattimento, febbre, vomito, diarrea e scolo nasale e oculare; petecchie cutanee e fenomeni emorragici diffusi a carico della regione del muso e dell’addome. Una manifestazione caratteristica nei cani in via di guarigione è la comparsa di una opacità corneale transitoria, dovuta al deposito locale di immunocomplessi, che fa assumere all’occhio un riflesso azzurro (occhi blu). La prevenzione, come già detto precedentemente, si effettua tramite il vaccino presente in commercio che protegge il cane dal rischio di contrarre la malattia. *Medico veterinario (gabriella_calenda@hotmail.it)
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redazionale a cura dell’uff. stampa del Comune di Sarno
“Il Museo” è a Sarno Palazzo Capua ha aperto le sue porte per accogliere il museo archeologico nazionale. Sarno ospita una rassegna di preziosi reperti archeologici che ripercorrono la storia gloriosa dell’agro nocerino-sarnese
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aglio del nastro ed apertura ufficiale della porta sul passato grazie al Museo Archeologico Nazionale di Sarno, inaugurato lo scorso 1 luglio con la benedizione del vescovo della diocesi Nocera–Sarno, monsignor Giuseppe Giudice. Centinaia le persone presenti che sono state catapultate in una dimensione in bilico tra passato e futuro. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Amilcare Mancusi, ha segnato un nuovo importante obiettivo sulla tabella di marcia delle linee programmatiche ma, soprattutto, un traguardo per l’intera comunità dell’agro nocerino-sarnese. I reperti esposti, infatti, provengono non solo da Sarno, ma anche da San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Scafati, Nocera Inferiore e Nocera Superiore: un tracciato completo, lungo il quale sono state rinvenute centinaia di tombe con un ricco corredo funerario, spesso in buono stato di conservazione. L’apertura del Museo Archeologico
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Nazionale di Sarno rappresenta un nuovo slancio per la crescita culturale, sociale ed economica della città di Sarno e del territorio della provincia di Salerno. Frutto di un lavoro di sinergia lungo e complesso tra amministrazione comunale, sovrintendenza ai beni culturali e Provincia, ha dato corpo alle voci e ai desideri dei cittadini. Ad ospitare l’esposizione l’imponente Palazzo Capua: un meraviglioso esempio di architettura; residenza signorile fatta costruire nel ‘700 dall’antica famiglia sarnese degli Ungaro, con la grande corte dominata dalla scala aperta con la triplice loggia ad arcate; la facciata, con un alto portale in pietra ed i tipici ghirigori, in analogia a quello della confraternita dell’Immacolata, è proporzionata al maestoso prospetto che domina via Cavour. Lo scorso primo luglio il primo e vero tour nelle stanze dell’esposizione insieme agli esperti e alle istituzioni, con la possibilità di assistere ad un microscavo archeologico in laboratorio.
L’obiettivo, comune all’amministrazio ne e alla sovrintendenza, è creare sul territorio un circuito didattico-turistico-culturale: dal sito archeologico di Foce con il teatro ellenistico romano rinvenuto negli anni ‘70, al castello medievale eretto sul monte Locolano, alle chiese, alle ville, alle oasi naturali. All’interno delle sale del Museo, il reperto di punta: la tomba del guerriero, rinvenuta nel settembre 2002 a Sarno, nella zona di Foce, lungo via Sarno-Palma, in località Garitta. «L’apertura di questo Museo è, per i sarnesi e per tutti i cittadini del circondario, motivo di gioia e di vanto» ha sottolineato il sindaco, Amilcare Mancusi. «È necessario interiorizzare fino in fondo la cultura plurimillenaria del nostro territorio, restituirla alle generazioni future – ha continuato il primo cittadino – il nostro intento, inoltre, è creare una rete turistica e culturale per riscoprire e rivalutare le immense ricchezze architettoniche, archeologiche e naturali della nostra terra».
redazionale a cura dell’uff. stampa del Comune di San Valentino Torio
San Valentino e Maria La Vergine è stata la protagonista di un ricco ed intenso programma religioso e civile che ha coinvolto l’intera cittadina
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nche quest’anno, come tradizione, si è tenuto l’appuntamento più importante per la Comunità sanvalentinese: la festa della Madonna della Consolazione. L’evento religioso-folkloristico, per la piccola ma partecipe comunità di San Valentino Torio, è servito a favorire e promuovere l’interazione tra i cittadini. Sono stati così aperti spazi reali di partecipazione e comunicazione efficace, che hanno consentito ai cittadini, rappresentati nella maggior parte dei casi da associazioni organizzate, di sperimentare l’importante ruolo di cittadinanza attiva. L’iniziativa si è tenuta in collaborazione con la Parrocchia San Giacomo Maggiore Apostolo, che ha facilitato lo sviluppo di un senso di responsabilità condiviso sfociato nella creazione di intese e sinergie fiduciarie fra gli attori sociali in gioco. Un mix di presenze ed interessi servito a dar vita ad un evento unico. La fede e la devozione alla Madonna ha spinto tutti i cittadini di San Valentino a partecipare, insieme al primo cittadino Felice Luminello e a tutta l’amministrazione comunale, alle varie manifestazioni che si sono susseguite sul territorio, soprattutto alla messa celebrata dal nuovo vescovo della diocesi. La comunità tutta, insieme al parroco della chiesa dedicata a San Giacomo Maggiore Apostolo, don Alessando Cirillo, ha accolto monsignor Giuseppe Giudice con tanto amore e gioia. Il presule è arrivato in città per la prima volta in visita ufficiale, dopo aver ricevuto l’incarico di vescovo della diocesi di Nocera-Sarno. In questa occasione è stato ricordato con affetto e stima immutata anche il vescovo Gioacchino Illiano, che tanti sorrisi ha regalato agli abitanti di San Valentino prima di
terminare il suo cammino pastorale. Oltre alla fede ed il folklore, anche la solidarietà è stata al centro dell’evento festivaliero. Basti ricordare il gemellaggio con la cittadina di San Raffeal Del Norte, in Nicaragua, che il Comune ha sottoscritto per regalare un sorriso agli abitanti di quelle terre che vivono un disagio socio-economico molto forte. Numerosissimi i cittadini dei Comuni limitrofi che hanno passeggiato sotto le luminose ed incantevoli luminarie e hanno coccolato il palato con le nostre delizie eno-gastronomiche che le mamme di San Valentino hanno preparato con tanto amore per raccontare e far assaggiare il frutto delle tradizioni culinarie ai propri figli e non solo. L’evento è servito a promuovere, sicuramente, lo sviluppo economico del territorio sanvalentinese, grazie all’arrivo di tanti turisti devoti a Maria e di tantissimi appassionati di bancarelle, giostre e serate canore. San Valentino è una terra di “abbondanza” nella quale le bellezze paesaggistiche si mescolano alla storia antica, ai luoghi d’arte, le tradizioni folkloristiche, all’ottima cucina e ai gustosi prodotti tipici locali, pertanto la festa della Madonna della Consolazione è servita a far emergere tutti questi aspetti.
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redazionale a cura dell’Unità Operativa Complessa Comunicazione, Formazione e Innovazione del Comune di Angri
Estate 2011, il programma di iniziative promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Angri a favore degli anziani, dei diversamente abili, dei ragazzi e dei bambini rimasti in città per il periodo estivo
Un’estate spensierata
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a tutela delle fasce più delicate della popolazione e il miglioramento della qualità di vita è uno degli obiettivi più importanti di una società civile - ha dichiarato l’Assessore al ramo avv. Annamaria Russo -. Ecco perché l’Amministrazione comunale retta dal Sindaco Pasquale Mauri, attraverso l’azione del mio Assessorato, si è impegnata nella programmazione e nella gestione di interventi a favore degli anziani, dei diversamente abili, degli adolescenti, dei bambini e delle loro rispettive famiglie, garantendo la promozione e la tutela dei diritti di ciascuno, con servizi educativi e progetti specifici orientati a favorire la socializzazione e la dimensione ludica». Un fitto calendario di attività ha interessato i mesi di giugno, luglio e agosto: i corsi di nuoto per i giovani angresi tra i 6 e i 14 anni, il soggiorno climatico per gli anziani in località Ascea Marina (SA), il soggiorno climatico per i diversamente abili a Scalea (CS), il convegno sulla prevenzione dell’invecchiamento e il prosieguo delle attività legate al ballo presso il Centro Polifunzionale per Anziani, e il campo estivo per i bambini tra i 4 e i 12 anni.
Giornate all’insegna del relax e dell’allegria «Abbiamo voluto assicurare a tutti, grandi e piccoli, un’estate divertente e spensierata nel più delicato dei periodi dell’anno per la chiusura delle scuole, per le temperature torride e
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per il rallentamento dei ritmi quotidiani», continua l’Assessore al ramo. «Agli anziani e ai diversamente abili abbiamo voluto destinare giornate al mare, all’insegna del relax e dell’allegria, mentre ai ragazzi e ai bambini attività educative, sportive e ludiche. Ciò anche per essere di supporto a quelle famiglie in cui i genitori lavorano nel periodo estivo e che non possono garantire ai propri figli, per motivi di tempo o problematiche economiche, giornate di vacanza». Commentando le numerose iniziative a sostegno delle fasce più deboli della cittadinanza, il Sindaco di Angri Pasquale Mauri ha dichiarato: «Nonostante i pesanti tagli praticati dal governo centrale, la mia Amministrazione, con grande impegno e determinazione, è riuscita a soddisfare le esigenze specifiche di ciascuno: anziani, diversamente abili, ragazzi e bambini della città. Siamo orgogliosi dell’operato realizzato nei mesi estivi di giugno, luglio e agosto, perché siamo riusciti, attraverso l’azione e la supervisione dell’Assessorato alle Politiche Sociali, a portare avanti progetti importanti in maniera seria ed esemplare. La nostra emozione più grande è stata quella di cogliere la gioia, la contentezza e la serenità negli occhi delle persone che hanno partecipato alle iniziative da noi proposte. Di concerto con l’Assessore al ramo Annamaria Russo, che ringrazio vivamente per gli obiettivi raggiunti, programmeremo nuovi interventi anche per il periodo invernale perché anziani, diversamente abili, ragazzi e bambini sentano sempre il calore, il supporto e la presenza di questa Amministrazione».
VITA ECCLESIALE
Un anniversario importante La comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie di Angri ha organizzato una festa, preceduta dalla Celebrazione eucaristica per il 50esimo anniversario di sacerdozio di mons. Illiano. Hanno condiviso questo momento di gioia mons. Giudice e mons. Alfano
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l 2011 per Mons. Illiano è stato un anno di traguardi, anniversari e novità. Il vescovo emerito della diocesi, che il 27 luglio ha compiuto 76 anni, qualche settimana prima, il 2 luglio, celebrava il suo 50esimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Una lunghissima missione, durante la quale monsignor Illiano ha speso tutto se stesso (prima a Siano come parroco e poi a Nocera come vescovo) per la Chiesa e per il prossimo nel segno dell’unità e della comunione. Un anniversario, quello del 2 luglio, già celebrato in maniera ufficiale, da tutta la diocesi, il 21 aprile, il giorno del Giovedì santo, con una celebrazione eucaristica in Cattedrale, durante la messa crismale.
Una festa continua Il 3 luglio il vescovo emerito è stato protagonista di un’altra Celebrazione eucaristica. Le comunità parrocchiali di Siano, infatti, hanno voluto ricordare quel parroco diventato vescovo con una santa messa nella chiesa di Santa Maria delle Grazie (detta di San Rocco, perché è molto vivo il culto di questo santo). A condividere questo momento c’era il vescovo di Pozzuoli Mons. Gennaro Pascarella. Dopo la celebrazione, la festa è continuata con un momento conviviale nella parrocchia dell’Annunziata. Un momento di famiglia che ha registrato il ritorno a Siano di quel giovane sacerdote, nominato vescovo l’8 agosto 1987 da papa Giovanni Paolo II.
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Nuova cittadinanza onoraria Lo scorso 18 luglio, con delibera n. 30, anche il comune di Roccapiemonte ha conferito la cittadinanza onoraria a Mons. Gioacchino Illiano, sulla scia di altri comuni dell’Agro. Un segno di stima per il pastore che ha guidato la nostra Chiesa locale per 24 anni. La festa del primo luglio, invece, nella vigilia della memoria di Santa Maria delle Grazie, è stata un momento forse più intimo e meno ufficiale, ma di uguale intensità ed emozione. Nella parrocchia angrese dedicata alla Vergine delle Grazie, c’è stata la solenne celebrazione eucaristica che ha visto intorno all’altare del Signore gli amici ed i collaboratori più stretti di monsignor Illiano, nonché la straordinaria partecipazione della comunità parrocchiale. Due gli ospiti d’eccezione che hanno spezzato il pane con l’emerito. Il successore sulla cattedra di San Prisco, monsignor Giuseppe Giudice, e monsignor Francesco Alfano, già parroco della chiesa angrese nel rione Alfano e figlio spirituale di monsignor Illiano, elevato alla dignità vescovile durante il suo mandato, il 2 luglio 2005. Un momento per onorare un vescovo, monsignor Illiano, che ha fatto la storia degli ultimi due decenni della valle del Sarno e che festeggiava il grande ed importante traguardo del mezzo secolo alla sequela di Cristo e al servizio della Chiesa. Salvatore D’Angelo
LA NOTA
Una brezza sul mondo Finisce una grande giornata e continua una grande avventura
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ulle strade e nelle piazze di Madrid, che per alcuni giorni hanno accolto il mondo, il Papa passa, ascolta, parla. Sfiora tutti con la lievità di una carezza. È il suo stile. Mai una formalità, sempre un profondo rispetto dell’altro, chiunque egli sia. Al punto che tra gli “indignados” alla Puerta del Sol alcuni, contrari alle offese e alla volgarità, scoprono che quest’uomo vestito di bianco e i suoi amici non sono affatto distanti dai loro problemi. Attraverso quelle madrilene una brezza passa sulle piazze del mondo perché il dialogo e non la violenza le abiti. Sorprende e fa nascere domande questo passaggio leggero. La prima è rivolta ad ogni persona, al significato che ognuno dà alla presenza o all’assenza di Dio nella vita personale e nella storia di tutti. È un invito alla ricerca della verità che, ha ripetuto più volte il Papa, non è uno slogan, non è un’ideologia, non è un’astrattezza. Cita Platone per dire che l’essere giovani non dipende dall’anagrafe ma dal desiderio di cercare, di scoprire, di conoscere. Il contrario di “ever green” e di “ever young”. La ricerca, precisa infatti il Papa alle nuove generazioni, deve essere per giungere a “qualcosa di grande nella
vita, qualcosa che vi dia pienezza e felicità”. Come realizzarla da cristiani nella società di oggi? Come “continuare ad aspirare a grandi ideali” in una cultura relativista? La risposta, ribadisce, è una Persona, è Cristo. La brezza di questa parola attraversa l’accampamento di Cuatro Vientos dove, dopo l’improvviso e violento acquazzone, riappare il cielo azzurro di Madrid e il Papa ringrazia commosso per la forza, la resistenza e l’allegria. Ancora una volta ha la prova di non essere solo.
Chiamati ad amare I giovani sono stanchi per il cammino e per l’incandescenza del giorno ma gli applausi mentre diluvia dicono che non basta una grande fatica per smorzare l’attenzione e l’entusiasmo, non basta per affievolire un abbraccio. Capiscono che qualcuno sta dicendo loro che c’è Chi li ama e per questo sono anch’essi chiamati ad amare gli altri. A cominciare dagli ammalati, dai bisognosi, dai diversi. Molti, in un orizzonte di cose grandi, si sentono poi chiamati a realizzare nel matrimonio “un progetto d’amore vero che si rinnova e approfondisce ogni giorno condividendo gioie e difficoltà e
che si caratterizza per un dono della totalità della persona”. Altri sono chiamati da Cristo “a seguirlo più da vicino nel sacerdozio e nella vita consacrata”. Progetti di vita che la “generazione di Benedetto XVI”, più giovane di altre in questa Gmg, avverte come grandi avventure per le quali vale la pena spendersi e rischiare. La via maestra da percorrere per raggiungere mete così alte è l’amicizia con il Signore. Un colloquio da coltivare ogni giorno con lo slancio e la freschezza di una Gmg. La brezza di queste parole continua a soffiare sull’accampamento a Cuatro Vientos. Non solo per una notte. Al mattino Benedetto XVI ritorna. Prendendoli per mano e facendosi prendere da loro per mano conduce la ricerca della verità all’incontro con la Verità. Insieme sulle strade del mondo, dove cammina un’umanità spesso affaticata e smarrita, diventano costruttori di speranza. La Gmg finisce. Come per tutte le precedenti venticinque Gmg quella brezza, in cui è il sorriso di Giovanni Paolo II, continuerà a soffiare nei luoghi del lavoro, della cultura e della politica. Farà nascere domande, indicherà la strada che porta alle risposte e alla Risposta. Una giornata finisce, l’avventura continua. Paolo Bustaffa
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SPECIALE GMG di Carmine Giordano
Madrid capitale dei giovani
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Centottantacinque ragazzi della nostra Diocesi, coordinati dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile, hanno partecipato alla XXVI Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Una vacanza alternativa. Il racconto di quei giorni indimenticabili
giovani della Diocesi di Nocera Inf.-Sarno hanno cominciato ufficialmente la propria GMG il 20 luglio 2011 nella Cattedrale di San Prisco, dove hanno ricevuto il mandato dal Vescovo Giuseppe insieme ad una riflessione. Un giovane, ha raccontato il Vescovo, cerca di trovare
il suo “valore” chiedendolo ad un professore. Quest’ultimo, servendosi di un anello, fa capire al ragazzo che è inutile girare tutti i mercati della vita pretendendo che persone inesperte ci valorizzino. L’unico che può dare valore alla vita è il Signore che ce l’ha donata. Il Vescovo ha consegnato ai giovani la maglietta diocesana ed una parola che potesse accompagnare
ciascuno nel cammino spirituale madrileno.
Barcellona, i Giorni nelle Diocesi A partire dall’esperienza di Parigi del 1997, la GMG è stata arricchita dall’introduzione dei Giorni nelle Diocesi, una sorta di gemellaggio tra le diocesi della Conferenza Episcopale ospitante e i pellegrini che arrivano dall’estero. Quest’anno la nostra diocesi ha celebrato i “propri giorni nelle diocesi” a Barcellona, dal 12 al 15 agosto, con vari eventi che hanno coinvolto sia i giovani spagnoli che i ragazzi di tutte le nazionalità che
La Messa di Apertura
si sono ritrovati nella splendida città catalana. Carlo, della parrocchia S.
Il 16 agosto, la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011 si
Maria delle Grazie di Angri, racconta: «È stato fantastico incontrare tante
è aperta con la Celebrazione Eucaristica a Plaza de Cibeles, presieduta
persone che si univano intorno al Signore». Tra le varie iniziative, ci ha
dal Card. Antonio Maria Ruoco Varela, Arcivescovo di Madrid e Presiden-
confessato che “partecipare alla celebrazione nella Sagrada Familia è sta-
te della Conferenza Episcopale Spagnola. Ad accogliere i quasi 500.000
to un evento eccezionale, per l’emozione che questa chiesa dona, e per-
giovani presenti c’era anche il Card. Stanisław Ryłko, Presidente del Pon-
ché ero consapevole di essere lì per uno scopo magnifico, cioè pregare
tificio Consiglio per i Laici che è l’organismo vaticano incaricato della
dinanzi a Dio in un luogo che il Papa aveva consacrato non molto tempo
promozione delle GMG.
fa” (il Papa è stato a Barcellona il 7 novembre 2010 per la dedicazione della
Durante la celebrazione è stata presentata una reliquia del Beato Giovan-
Sagrada Familia, nda).
ni Paolo II, uno dei Patroni di questa Giornata.
La gioventù del ventunesimo secolo, più o meno come le generazioni precedenti, ha bisogno di incontrare il Signore attraverso l’unica via che si è dimostrata spiritualmente efficace: la via del pellegrino umile e semplice che cerca il suo volto. (Card. Antonio M. Ruoco Varela)
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Gli eventi culturali Circa 300 attività culturali (preghiera, spettacoli musicali, poesia e teatro, esposizioni) hanno arricchito la GMG Madrid11. Le iniziative, proposte da gruppi provenienti da 37 nazioni diverse, si sono svolti durante tutta la settimana della GMG e in tutte le zone di Madrid. Francesco, della parrocchia S. Alfonso in Pagani, ci ha raccontato che era andato allo stadio Santiago Bernabeu come appassionato di sport e vi è rimasto per incontrare una Persona speciale: “Non mi sarei mai aspettato di trovare in uno stadio qualcosa del genere, davvero spettacolare e bello l’evento con le testimonianze, la musica, l’adorazione. C’erano anche le confessioni: un’esperienza molto particolare!”. Francesco, poi, ha confessato: “con i maschietti abbiamo visto il museo del Real Madrid e solo dopo abbiamo raggiunto le ragazze che stavano nel bar dello stadio ed insieme abbiamo fatto l’adorazione eucaristica; è stato davvero un bellissimo momento!”.
Le catechesi dei Vescovi Le GMG sono un vero e proprio cammino di formazione grazie anche alle catechesi dei nostri vescovi e cardinali. Saldi nella fede; Radicati in Cristo; Testimoni di Cristo Risorto sono i temi delle tre catechesi, tenute dal 17 al 19 agosto. Molti sono i pastori che hanno seguito la grande spedizione italiana in Spagna, il nostro gruppo insieme ad altre diocesi ha ascoltato le catechesi di Mons. Enrico Solmi, Vescovo di Parma, Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini e del Card. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo. Valerio, della parrocchia S. Maria del Presepe, che ha partecipato anche alla GMG di Colonia, si aspettava qualcosa in più dalle catechesi. Valeria di San Giovanni B. di Striano, invece, era alla sua prima esperienza e ci ha detto: “in generale mi ha colpito il modo in cui si parlava della fede; sentivi in qualche modo che bene o male essa univa un po’ tutti!”, notando anche che “le parole del cardinale, dei vescovi, non erano così differenti dalle nostre, cioè il messaggio è semplice, metterlo in atto è difficile! Lui parla con parole semplici, così tutti possiamo capirLo!”.
L’accoglienza del Papa Davvero spettacolare e calorosa è stata l’accoglienza del Papa a Madrid il 18 agosto, con Plaza de Cibeles e le strade limitrofe stracolme di giovani fin dalla mattina. La cerimonia è stata ricca di momenti significativi: prima la consegna delle chiavi di Madrid da parte del Sindaco; poi il passaggio dalla Porta di Alcalà insieme a 50 giovani provenienti da ogni angolo della terra; quindi lo spettacolo di cavalli andalusi e l’arrivo sul palco per la cerimonia liturgica. Una grande festa di colori e di emozioni che ha toccato il cuore del Santo Padre, il quale ha donato ai giovani una profonda riflessione a partire dal brano evangelico della “Casa sulla Roccia” (Mt 7,24-27). Mariagrazia, della parrocchia Regina Pacis di Angri, è stata positivamente impressionata dall’affetto con cui i giovani hanno accolto il Papa e ci ha detto: “l’arrivo del Papa è stato emozionante, mi colpiva l’entusiasmo delle centinaia di migliaia di persone presenti quando mi guardavo intorno”.
Cari giovani italiani! Vi saluto con grande affetto e mi rallegro per la vostra partecipazione così numerosa, animata dalla gioia della fede. Vivete queste giornate con spirito di intensa preghiera e di fraternità, testimoniando la vitalità della Chiesa in Italia, delle parrocchie, delle associazioni, dei movimenti. Condividete con tutti questa ricchezza. Grazie. (Benedetto XVI)
Veglia a Cuatro Vientos Il momento culminante di ogni GMG è la Veglia sotto le stelle, che Benedetto XVI ha voluto far diventare una vera e propria adorazione eucaristica. Prima, però, di poter pregare i giovani devono fare il proI ragazzi della nostra diocesi a Madrid
prio pellegrinaggio a piedi verso l’aeroporto di Cuatro Vientos, accompagnati da centinaia di migliaia di persone che come loro hanno nel cuore la fretta e la voglia di incontrare Cristo. Un pellegrinaggio ricco di canti e di colori, reso ancora più piacevole dalle persone che lungo
Via Crucis
la strada offrivano un po’ d’acqua ai pellegrini, e dai pompieri che in-
Alla Via Crucis del 19 agosto si è respirato tutto il clima della forte re-
naffiavano i giovani in attesa del Papa sotto il sole cocente. Verso sera,
ligiosità spagnola, attraverso le 15 rappresentazioni scultorie presenti
però, un nubifragio inaspettato ha per un attimo sconvolto la festa e
alla GMG e provenienti da tutta la Spagna. Mentre i gruppi di giovani
portato scompiglio persino sul palco del Papa. Insieme, però, ci si è
di vari paesi si sono alternati nel portare la Croce dei Giovani, sullo
fatti forza e si è continuato con la preghiera e la festa, perché radicati
sfondo campeggiavano le statue dei personaggi evangelici portate a
e fondati in Cristo non possiamo temere alcun male!
Madrid dalle diverse confraternite spagnole. Alla fine, davanti alla statua dell’Addolorata, il Papa ha pronunciato il suo messaggio concreto e ricco di speranza.
Messa di Invio Dopo la notte nei sacchi a pelo, il 21 agosto i giovani si svegliano nell’aeroporto di Cuatro Vientos celebrando le lodi insieme nell’attesa
Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire. (Benedetto XVI)
dell’arrivo del Papa per la Messa di Invio della GMG, perché l’esperienza non finisce così, ma ogni giovane è chiamato ad essere testimone di Cristo nella propria parrocchia e nei luoghi dove vive e lavora. Don Andrea Amato, parroco di San Matteo a Nocera Inf., ha concelebrato la messa con il Papa insieme ad altre migliaia di confratelli e ha vissuto il suo momento più bello della GMG nel “silenzio durante la celebrazione, quando il Papa, tramite la guida, ha chiesto di riflettere e di pregare”. Non capita spesso di vedere 2.000.000 di persone che insieme pregano in silenzio. Don Andrea, però, ha ravvisato anche due aspetti negativi: “la mancanza dell’Eucarestia alla messa di invio e l’acqua. Senza Lui non ha senso nessuno sforzo, siamo andati ad un incontro e siete stati privati dell’Unico che andava incontrato. Io mi sono sentito quasi in imbarazzo ad aver ricevuto Gesù”. La mancanza dell’Eucarestia alla messa è stata causata dal forte vento della sera precedente che ha rovinato le ostie conservate nelle tende dell’adorazione.
Accompagnatori d’eccezione
S
ono ritornati un po’ ragazzi anche loro. Si tratta degli accompagnatori della delegazione diocesana. In tanti hanno scelto di vivere la Giornata Mondiale della Gioventù insieme ai giovani delle proprie parrocchie e di altre realtà diocesane. A coordinare le operazioni don Ciro Galisi, responsabile del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile. Con lui i don Piercatello Liccardo, parroco della comunità di Maria Immacolata di Nocera Inferiore, don Andrea Amato, vice parroco di San Matteo Apostolo a Nocera Inferiore, padre Aldo D’Andria, religioso Stimmatino della parrocchia di Sant’Antonio di Padova di Poggiomarino, padre Alois Ciuraru, del Convento cappuccino nocerino di Sant’Andrea, padre Maurice Belmesingri del Burkina Faso. Per le religiose, hanno partecipato alla GMG suor Caterina della Congregazione delle suore Battistine di Angri, suor Gabriella di Sarno e suor Huguette.
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Prossime GMG Neocatecumenali a Madrid Anche i neocatecumenali dell’Agro hanno invaso Madrid. Al nutrito gruppo di giovani che ha partecipato alla GMG grazie all’organizzazione del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile, se ne sono aggiunti altri che in autonomia o in collaborazione con i Movimenti di cui fanno parte hanno raggiunto la capitale spagnola. Novanta i ragazzi che da Pagani, guidati dal parroco del Corpo di Cristo don
Durante l’Angelus, al termine della Celebrazione Eucaristica, il Papa ha rivolto il suo ultimo saluto ai giovani dando l’appuntamento alla prossima GMG che si celebrerà nel 2013 a Rio de Janeiro (Brasile) con il tema “Andate e fate discepoli tutti i popoli!” (cfr Mt 28,19). Invece, il tema della GMG che si svolgerà nelle singole Diocesi nel 2012 sarà “Siate sempre lieti nel Signore!”, tratto dalla Lettera ai Filippesi (4,4).
Flaviano Calenda, sono partiti alla volta della Spagna. Si è trattato di un momento intenso. L’incontro con il papa, vissuto alla luce del fede e delle peculiarità del proprio carisma, è stato eccezionale sotto tutti i punti di vista. Altri neocatecumenali sono partiti pure da Angri, aggregati al gruppo di Salerno, e da Striano, aggregatisi a Castellammare. Un altro tassello, dunque, del mirabile mosaico rappresentato dal successo della Giornata Mondiale della Gioventù.
GMG in cifre
2.000.000 di persone hanno partecipato alla Veglia
e alla Messa a Cuatro Vientos 48 campi di calcio è lo spazio occupato dai giovani a Cuatro Vientos 50.482.621 euro è il costo complessivo della GMG Il 70% del costo è stato pagato dai pellegrini, il 30% dagli sponsor Più di 1.000 i ristoranti accreditati nella regione di Madrid Oltre 300 gli eventi culturali in giro per la città 28.000 volontari hanno prestato il proprio servizio 5.000 giornalisti accreditati 14.000 sacerdoti hanno celebrato la Messa con il Papa 200 confessionali sono stati installati al Parco del Buen Retiro rappresentati alla GMG 12 giovani hanno pranzato con il Papa 21 lingue usate sui Social Network per raccontare la GMG 7 tonnellate di rosari realizzati in Ecuador di costi a carico del contribuente spagnolo
190 i paesi 0 euro
NEWS DALLE PARROCCHIE a cura di Mariangela Giudice
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Vacanze alternative
i sono delle esperienze che può raccontare solo chi le vive, il campo scuola è una di queste. Condivisione, confronto, amicizia, crescita, formazione, ascolto, divertimento, in pochi giorni sono condensate le più importanti emozioni che possano entrare in circolo. Tutte le fasce d’età possono parteciparvi, ma è fuori dubbio che campo scuola sia sinonimo di giovani. Durante questi
Santa Maria del Presepe Nocera Inferiore
Il campo scuola? Un’attività che sta diventando sempre più insostituibile nelle nostre comunità giorni il gruppo si rafforza e si amplia. Alcune parrocchie offrono un servizio un po’ diverso: una vacanza pensata per chi non ne ha la possibilità, ma più frequentemente per i giovani, spesso impegnati come animatori, è un’esperienza complementare, da non perdere nonostante il lavoro, gli esami, i viaggi. Ed ecco allora la nostra insostituibile estate diocesana!
Infine cogliamo l’occasione per esprimere un ringraziamento particolare al nostro Vescovo per l’affetto ed il sostegno manifestato.
Sant’Alfonso Sarno I bambini ed i volontari che hanno organizzato la colonia estiva
qualità della vita del malato si inventa la clown terapia, anche noi per migliorare la qualità della nostra vita interiore abbiamo sperimentato la “Cristoterapia della gioia”, per la quale abbiamo preso spunto dal libro omonimo di Salvatore Martinez.
San Michele Arcangelo Nocera Superiore I bambini ed i volontari che hanno organizzato la colonia estiva
Colonia estiva Una settimana a Marina di Ascea per i piccoli ospiti dell’Associazione “Il Buon Samaritano” Onlus
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razie a Dio, ad alcuni benefattori e alla tenacia dei volontari dell’Associazione “Il Buon Samaritano – Nocera Inferiore” Onlus, in primis del parroco don Ciro Galisi, il desiderio di tanti bambini è diventato realtà. Un sogno durato 7 giorni per questi bimbi, alcuni dei quali non avevano mai visto il mare! Un percorso ludico/formativo che si è svolto all’insegna della gioia e della spensieratezza. La vacanza si è conclusa con un pranzo, al quale hanno partecipato anche i genitori dei bambini per condividere la gioia di questa nuova avventura; indimenticabili per i volontari saranno gli occhi lucidi dei più piccoli e tanti sorrisi…
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Il parroco con i giovani partecipanti
Per la via del tuo amore Campo scuola dal 20 al 24 agosto a S. Andrea di Conza
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re settori dell’ ACR ed i giovanissimi, 65 partecipanti in tutto, pronti a vivere insieme giorni intensi, nella serenità e nella gioia di riscoprirsi famiglia di Dio. Il tema dell’ACR era “L’isola che non c’è” tratto dal film “Peter Pan”. Il tema del campo giovanissimi, “Corro per la via del tuo amore”, è stato mediato dalla visione del film “Patch Adams”. Gli argomenti erano più impegnativi, come il rapporto tra scienza e fede o l’amore come dono di sé. Come il protagonista del film, un medico che per migliorare la
“Quanti pani avete? Andate e vedere” Dal pane al Pane: riscoprirsi famiglia e comunità
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ragazzi dai 7 ai 14 anni, guidati dagli animatori e dalle suore Pastorelle, hanno vissuto il campo scuola dal 20 al 26 giugno negli spazi adibiti alle attività della parrocchia. Il filo conduttore, attraverso il gioco e la preghiera, è stato l’approfondimento degli elementi che compongono il pane, quali acqua, fari-
NEWS DALLE PARROCCHIE na, sale, lievito. I ragazzi sono stati aiutati a rispondere alla chiamata che Gesù ci rivolge continuamente e a ritrovarsi nell’Eucaristia. Questo percorso si è concluso con l’Eucaristica domenicale, che ha visto il coinvolgimento di tutte le famiglie dei partecipanti assieme alla comunità parrocchiale. L’augurio è che ognuno abbia percepito l’importanza della nostra vita e la missione di essere dono, pane buono, per tutti. Gli animatori
compreso che, come in una frase di senso compiuto ci sono più elementi, anche ognuno di noi può completarsi con le persone che ci sono accanto. L’avventura intensa è durata troppo poco, ma le emozioni sono state tante da lasciare la voglia di ripetere tutto. Domenico Crescenzo
Gesù Risorto Pagani
San Giovanni Battista Nocera Superiore
Sant’Alfredo Sarno Foto di gruppo degli animatori Il Vescovo in visita il 31 agosto
La nostra estate insieme Tre momenti distinti pensati per le diverse fasce d’età Foto di gruppo durante le attività
Prima di tutto ascoltiamoci
Elementi di un unico pane
22 – 25 agosto, Ascea 2011:
Dai giovani agli adulti dell’AC
Ascoltami che io ti ascolto!
“Giovanni Paolo II”
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nizia una nuova avventura, non c’è tempo per riposare, ma pronti subito a lavorare si formano i microgruppi. Nel corso delle attività i ragazzi restano sorpresi di quanto sia importante dar peso alle parole degli altri e interpretano sotto un punto di vista diverso i discorsi e le esigenze dei loro compagni. Dal silenzio si passa al valore delle parole e al significato che esse possono sprigionare di volta in volta. Importante, a conclusione, l’attività in cui ognuno ha anagrammato il proprio nome ed unito il tutto agli altri membri del gruppo, formando frasi o poesie che avessero più o meno senso. In questo modo hanno
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ochi gli elementi che occorrono per impastare un unico pane, ma tutti essenziali. Noi siamo come quegli elementi: solo se sapremo donarci e scioglierci in esso potremo assaporarne il gusto. Solo se saremo chicchi di grano disposti a “soffrire” ed essere “lavorati” dal Signore saremo comunità che dà sapore al nostro vivere. Un grazie particolare va da parte nostra a Mons. Giudice che ha condiviso con noi parte di questa esperienza, regalandoci la sua testimonianza di fede, preziosa per tutti noi. Fernando Faiella
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o slogan del campo “Quanti pani avete?” ha introdotto i giovanissimi, come nelle intenzioni dei loro educatori, alla tematica vocazionale intesa in senso ampio, il cui obiettivo finale era sentirsi parte integrante della Chiesa. Il campo si è svolto a Policastro (SA) dall’8 al 13 agosto. I partecipanti sono stati 22, guidati da due animatori e dal parroco. Gli adulti sono stati, invece, invitati a partecipare al pellegrinaggio a Lourdes organizzato dalla PUACS, in occasione dei 25 anni dalla fondazione della parrocchia. L’ultimo, in ordine di tempo, è il campo per i ragazzi dai 6 ai 13 anni che si è svolto dal 28 agosto al 2 settembre a Carpignano di Grottaminarda (AV). Il titolo è “Per il mio popolo con Giosuè”, la tematica è simile (ovviamente adattata) a quello del campo giovanissimi. I bambini erano circa 35, gli educatori 10. Danilo Sorrentino
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NEWS DALLE PARROCCHIE SS.ma Annunziata Angri
San Biagio San Marzano sul Sarno mamme pazienti e premurose, fino a tutti gli animatori. Ma un grazie speciale va al nostro parroco don Giovanni Iaquinandi che, nonostante non sia potuto essere presente, non ha mai fatto mancare il suo sostegno. Nicolamaria Coppola
Il gruppo 12 - 14 con gli educatori, don Marco e don Salvatore
Centra il tuo futuro, perché il futuro c’entra con te 13 ragazzi del gruppo 12-14 di AC e la loro esperienza a Castel Volturno
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on il costante riferimento della parabola dei talenti, l’obiettivo del campo era quello di far riflettere i giovani partecipanti sui talenti donati loro dal Signore, e su come questi possano essere strumento per costruire il futuro. Il percorso formativo è iniziato dallo studio del proprio microcosmo, con l’obiettivo di individuarne aspetti positivi e negativi e stimolare nel ragazzo la capacità di analisi; il passo successivo è stato quello di riconoscere i propri talenti partendo da una riflessione introspettiva. Infine si è cercato di far comprendere all’adolescente quanto sia importante seguire i propri sogni, utilizzando i talenti ricevuti nel rispetto degli altri e con la consapevolezza che l’amore è l’unico strumento per compiere questo percorso. don Salvatore Agovino
Tutti al mare
Le nostre “Cinque giornate”
San Giacomo M. A. San Valentino Torio
Acr, giovanissimi e giovani, in tutto una cinquantina di partecipanti, dal 26 al 30 agosto ad Ascea
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o slogan del ritiro è stato “Una bella giornata”. Partendo dalla storia di tre ragazzi del 21esimo secolo che, trovatisi catapultati per effetto di una pozione chimico-magica nella Palestina al tempo di Gesù, fanno esperienza di alcuni episodi emblematici del Vangelo. I ragazzi si sono confrontati su temi quali l’amicizia, la famiglia, l’interiorità, l’amore per il prossimo, la preghiera e la grandezza e misericordia di Dio. Sono stati proposti modelli alti a cui guardare: ogni giorno è stato dedicato ad un grande personaggio della Bibbia. Di domenica abbiamo preso parte alla Celebrazione eucaristica allietata dai nostri canti. Tutti hanno contribuito al successo di questo campo: dai ragazzi quali diretti protagonisti del ritiro, agli adulti che ci hanno accompagnato e aiutato come è già successo in altre occasioni, alle
I numerosi e allegri partecipanti al campo
I have a dream Il campo scuola è stato arricchito dalla visita ai luoghi di don Tonino
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ragazzi dell’ACR, aiutati da Po (protagonista del film Kung Fu Panda) e dalla storia di Giuseppe e dei suoi fratelli, hanno riflettuto sull’importanza dei propri sogni e sulla necessità di avere fiducia nelle proprie capacità per poterli realizzare, lasciandosi guidare da Dio. A dare una marcia in più al nostro entusiasmo è stata la visita ai luoghi di Don Tonino Bello, culminata in un momento di preghiera sulla sua tomba. Maria Vastola
NEWS DALLE PARROCCHIE I 48 acierrini di Striano con i loro educatori
Il Vescovo a Materdomini La presenza di mons. Giudice ha arricchito la tradizionale festa molto sentita dal popolo
San Giovanni Battista
Striano
Siamo già nel paese delle meraviglie! Campo scuola parrocchiale ACR a Vitulano dal 1 al 4 settembre
“S
ignor coniglio, mi aspetti!”, macché: quel buffo animale continua a correre. Non resta che seguirlo in quel posto così strano!. Con queste parole i 48 acierrini di Striano hanno iniziato la loro avventura dove, tra una simpatica Alice, un gatto sornione e tanti altri personaggi della storia “Alice nel paese delle meraviglie”, hanno guardato con occhi nuovi tutte le meraviglie del Creato! Tema delle attività, infatti, è stato quello della meraviglia: la meraviglia di ritrovare Cristo in tutte le cose che li circondano e soprattutto nelle loro relazioni, e di scoprire che la loro vita è la meraviglia più grande che Dio gli ha donato e come tale devono amarla! L’equipe ACR “Paolo VI”
Santuario di Materdomini
Nocera Superiore
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nche quest’anno a Materdomini la festa è stata vissuta in un clima di forte fede e con grande partecipazione. La novena di preparazione si è svolta in due momenti: dalle 5.00 di mattina in poi con canti tradizionali in vernacolo, preghiere e con l’Eucaristia presieduta da p. Egidio Siviglia, ed alle 19.00 con i Vespri, la recita di una novena di preghiera tramandata da generazioni e la S. Messa, presieduta da p. Giacinto D’Angelo. Il tema, “Maria, donna eucaristica”, è stato svolto con profonde riflessioni. Il momento culminante è stato quello della presenza di Mons. Giudice, venuto come pellegrino tra i pellegrini, all’incontro delle 5.00 del 14 agosto. Egli, forse, non si sarà meravigliato del numero straordinariamente alto di fedeli che gremivano la Basilica, il sagrato e la piazza, quanto dei carri riccamente addobbati, con i quali molti pellegrini hanno accompagnato in processione l’icona della Materdomini dai loro paesi, anche molto lontani. Avrà certamente avvertito che sta proprio qui, in queste manifestazioni di fede composta, il senso vero della festa e non nel frastuono di tanti richiami inutili. Il Vescovo ha presieduto l’Eucaristia, aniMomento della Messa con il Vescovo
mata dal coro delle giovani francescane secolari della Fraternità di Materdomini, dalle Araldine e dalla GIFRA. Nell’omelia ha posto l’accento sulla fede che ha guidato tanti fedeli a Gesù mediante l’invito di Maria. Ringraziando Mons. Giudice per la sua presenza, ci auguriamo che torni ancora ad arricchire con le sue ispirate parole la nostra devozione a Maria, per renderci più forti e maturi nella fede. Rita Vicidomini
Il gruppo della parrocchia S. Alfonso di Pagani
Sant’Alfonso
Pagani
Tra sogno e realtà Un percorso per imparare a realizzare i propri sogni attraverso la fede e la condivisione
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ome ogni anno l’ACR organizza il tanto atteso campo scuola, l’evento più importante di tutto il percorso associativo. Quest’anno il nostro campo è centrato sul tema del sogno. I ragazzi hanno avuto modo di potersi confrontare sui loro sogni e sulle modalità attuate per realizzarli. A volte il nostro mondo, che mostra un futuro incerto, scoraggia a credere in se stessi e nei propri sogni. Ed è proprio per questo che c’è il bisogno di rafforzarli e di renderli saldi, mostrando che solo avendo fede e solo con la condivisione fraterna con gli altri, è possibile dare al sogno la speranza di diventare realtà. L’equipe ACR
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NEWS DALLE PARROCCHIE Oratorio Pavoniano
Sarno
Foto di gruppo degli animatori
Maria SS. Addolorata Nocera Superiore
Il Vescovo durante l’incontro con la forania
La nostra estate in un “battibaleno”
Incontro con il Vescovo a Nocera Superiore
Dal 13 giugno al 4 luglio più di 20 animatori e 80 ragazzi delle elementari e delle medie coinvolti nell’Estate ragazzi
Il 23 giugno Mons. Giudice ha incontrato, a Materdomini, la forania di Nocera Superiore.
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a 15 anni l’oratorio pavoniano organizza l’estate ragazzi. Una ventina di animatori hanno preparato con cura, per mesi, il percorso formativo, i giochi, le uscite al mare e all’Isola verde. Usufruendo del materiale proposto dagli oratori lombardi, abbiamo approfondito il valore del tempo. Memorabile la festa dei genitori che ha coinvolto tutti: gli animatori, i gruppi, i papà e le mamme che si sono esibiti anche in una sfida di karaoke. La visita al cratere del Vesuvio, alle grotte di Pertosa, il pellegrinaggio a Nettuno al santuario di S. Maria Goretti, compatrona della nostra parrocchia, hanno caratterizzato la prima parte dell’estate ragazzi 2011. Durante il mese di luglio, poi, abbiamo offerto per tre giorni alla settimana un soggiorno al mare, alternativamente all’Isola verde, coinvolgendo anche le famiglie, per un totale di oltre 150 persone. Grazie a questa iniziativa la comunità parrocchiale esce rafforzata da esperienze di volontariato dei giovani e dalla possibilità di offrire un servizio di vacanza a chi non ha altre alternative. P. Pietro Lombardi
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Ed è stata grande gioia
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n occasione della visita alla nostra forania i membri dei Consigli Pastorali Parrocchiali hanno avuto modo di conoscere il nuovo Vescovo. Durante l’incontro ognuno di noi ha cercato di presentare la propria parrocchia con la biografia della medesima; lui ha ascoltato in silenzio ma poi con due parole: «Avete detto tanto e male», ci ha fatto capire a chiare lettere che vuole fatti e non parole. L’auspicio è che le varie comunità si accorpino per lavorare tutte insieme in questa realtà che sembra fantascienza, dove non c’è più religione e non c’è più rispetto. Una signora presente ha chiesto al nuovo Vescovo di aiutarla con l’insegnamento ai giovani, ma «L’aiuto – ha risposto – deve essere di tutti noi perché, come diceva Benedetto XVI, “Sono un umile servo nella vigna del Signore”, anche noi siamo tutti vignaioli nella grande famiglia che è la Chiesa». Alessandra Dibello
Frati minori “In cammino sulle vie del cuore” Giovani in marcia sotto le stelle, il 24 settembre
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iunge alla 14esima edizione la Marcia giovanile francescana promossa dal Centro di Pastorale giovanile e vocazionale dei Frati minori della Provincia SalernoBasilicata. “Amiche le stelle – In cammino sulle vie del cuore” è il tema della passeggiata. L’appuntamento è alle ore 17:00 presso il santuario di Materdomini a Nocera Superiore, qui ci sarà un primo momento di preghiera e riflessione. Alle 19:00 partenza per il convento nocerino di Santa Maria degli Angeli, dove ci sarà la celebrazione eucaristica. Alle 21:30 si riparte alla volta del monastero di Santa Chiara, qui si celebrerà il momento conclusivo. Per informazioni chiedere di fra Domenico, fra Pietro o fra Giuseppe al numero 0825 59 42 91 o scrivere all’indirizzo giovanivoc@yahoo.it. Giuseppe Robustelli
NEWS DALLE PARROCCHIE San Matteo Sarno
San Giovanni Battista Nocera Inferiore
Chiesa Madonna del Carmine di Sarno: celebra p. Mimmo Silvestro
6 giugno
13 giugno
Tanti fedeli alla Madonna del Carmine per P. Berardo 16 e 17 luglio: celebrazioni in onore della B.V. del Carmelo
È
lì, sulla collina dov’è il castello, dal 1701, la chiesa della Madonna del Carmine, e i sarnesi non l’hanno mai abbandonata, sia nella settimana in albis che nella ricorrenza della sua festività, il 16 luglio. Da alcuni anni, dopo un buon restauro effettuato da un gruppo di giovani volontari, quest’appuntamento con la Madonna del Carmine è stato rinvigorito dal legame storico avvenuto nel 1872 tra questa chiesa e il Servo di Dio p. Berardo Atonna da Sarno, il quale, trovandosi qui, scacciato dal convento per le leggi eversive e in esercizi spirituali, conobbe, aprendo a caso il Vangelo, il suo futuro apostolato di predicatore e confessore presso molte popolazioni meridionali. Il 16 luglio, grazie anche al servizio navetta a cura della Pro-Loco, c’è stata la S. Messa officiata dal rettore della chiesa don Mario Carillo. Il clou dell’evento si è avuto domenica sera 17, quando più di un centinaio di persone (giovani della Gifra con il coro di S. Francesco, terziari ed anziani) hanno recitato il S. Rosario e partecipato alla S. Messa celebrata da p. Domenico Silvestro, guardiano del convento alcantarino di Grumo Nevano (NA) e vice postulatore della Provincia dei FF. MM. di Napoli. Salvatore prof. D’Angelo
Prime Comunioni
Festa di Santa Chiara
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gni anno dal 2 al 9 agosto le Clarisse di Nocera Inferiore festeggiano la memoria liturgica della loro madre fondatrice, S. Chiara. Quest’anno ricorreva anche l’VIII centenario della Fondazione dell’Ordine delle Sorella Povere. Ogni sera era ospite in monastero un sacerdote che ha parlato della figura della Santa. La festa è culminata con la Celebrazione eucaristica dell’11 agosto a cui ha presieduto mons. Giudice.
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l 6, il 13 ed il 14 giugno 70 bambini della nostra parrocchia hanno partecipato per la prima volta in pienezza all’Eucaristia. 14 giugno
PUACS - Pagani Pellegrinaggio a Lourdes Anche quest’anno dal 17 al 23 agosto la PUACS ha organizzato il pellegrinaggio a Lourdes per gli ammalati
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uest’anno, in maniera particolare, sono partiti molti ammalati con patologie importanti. Il pellegrinaggio è occasione di crescita e di forte esperienza di fede soprattutto per i volontari. Come sempre si sono uniti al pellegrinaggio alcune comunità parrocchiali della nostra Diocesi. Il 3 settembre è iniziato anche il novenario per i festeggiamenti per il Bambin Gesù di Praga che culmineranno 12 ottobre. Ad aprire questo tempo di preghiera è stato il nostro Vescovo.
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IN PARROCCHIA
a cura della comunità parrocchiale San Sisto II Pagani Coordinatore della redazione parrocchiale Michele Raiola
“Andate dunque e fate discepoli…!”
“E
d ecco…”: sono due paroline che creano in noi l’attesa di qualcosa che sta per compiersi o di qualcuno di cui si anticipa l’epifania. In riferimento all’esperienza comunitaria vissuta, ultimamente, in quattro torridi giorni di agosto (dal 18 al 21), può significare: “Ed ecco, Signore, noi siamo venuti; siamo venuti ad ascoltare cosa hai da dirci; e Tu ci hai parlato attraverso i gesti e i gridolini di gioia di una bimba di pochi mesi, attraverso una bambina che ha stupito tutti noi con il suo aperto sorriso, attraverso i racconti di persone mature sulle sofferenze che si vivono quotidianamente, attraverso i sacerdoti che hanno dato una spinta in più al nostro cammino di seguaci tuoi, attraverso il pastore diocesano che si è fatto umile compagno di viaggio e, parlando per bocca tua, ha detto: “Andate dunque e fate discepoli…!”. Ed ecco, si è confermata la certezza di quanto ci hai annunziato al principio di quest’anno pastorale: “Io sono con voi tutti i giorni”. Michele Raiola
Anche la parrocchia di san Sisto non è andata in vacanza. Al contrario, le attività sono proseguite con più fervore e impegno per organizzare tre campi estivi cuciti addosso alle esigenze dei partecipanti: giovani e adulti, giovanissimi e bambini
Il campo estivo dei giovani e adulti a cui ha partecipato anche il vescovo Mons. Giuseppe Giudice
Montoro Superiore, il gruppo di giovani e adulti della parrocchia san Sisto insieme a Mons. Giuseppe Giudice e a don Andrea
Prendere o lasciare?
Ascea Marina, i bambini che hanno partecipato al campo, insieme a don Andrea Annunziata e agli educacuori
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82 bambini delle parrocchie di san Sisto II e san Francesco di Paola si sono lasciati guidare dal brano del giovane ricco
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rendete una manciata di bellissime giornate di sole, unite la confortevole casa del Sacro Cuore di Ascea Marina, aggiungete una “comitiva allargata” di 82 bambini mista all’energia di 25 educacuori pronti a vegliare sui piccoli giorno e notte. Adesso lasciate cuocere lentamente per 5 giorni e… Ecco a voi servito il campo estivo 2011 delle parrocchie di
Nella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sostituiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento. Se desideri anche tu prendere uno spazio fisso o in occasione di un evento particolare, contatta la segreteria di redazione allo 081 513 45 04 o manda una mail a redazioneinsieme@alice.it
Alcuni momenti del campo giovani e adulti
Da che parte vuoi stare?
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uest’estate la casa del Sacro Cuore di Ascea Marina ha aperto le sue porte anche ai giovanissimi delle parrocchie di San Sisto II e San Francesco di Paola. Quattro giorni (dal 4 al 7 agosto) che i ragazzi hanno trascorso tra attività, giochi inerenti alle tematiche prestabilite e catechesi dirette dal parroco
San Sisto II e San Francesco di Paola! Un’esperienza scandita da giornate intense, dense di giochi, attività e brevi catechesi strutturate apposta per i più piccoli. Ad allietare una delle nostre giornate è stata anche la visita del vescovo mons. Giuseppe Giudice che, con parole semplici e dirette, ha parlato ai cuori dei ragazzi cercando di spiegare loro il passo che ci ha accompagnato ogni giorno; “il giovane ricco” (Mt 18 ,1-10). “Prendere cosa?”, “Lasciare cosa?”. È a queste domande che i ragazzi sono stati invitati a rispondere facendosi aiutare anche dalle storie di piccoli grandi santi come Maria Goretti, Domenico Savio, Tarcisio. “Diventare santi” non è facile, ma si può cominciare munendosi degli ingredienti giusti ovvero semplicità, buona volontà, amore per la fede; sono proprio queste le basi su cui è stato costruito il nostro campo! Martina Grimaldi
don Andrea. Di tanto in tanto, in questo piccolo ma intenso arco di tempo, ogni giovanissimo è stato invitato a restare un po’ solo con sé stesso per riflettere sulla propria condizione di cristiano, sulla propria vita. Tutti loro hanno scelto di stare con Gesù… e tu da che parte vuoi stare? Martina Grimaldi
Il campo estivo dei giovanissimi
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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. di Costantinopoli Nocera Superiore Coordinatore della redazione parrocchiale Carlo Attanasio
Per aspera ad astra
Don Roberto Farruggio insieme a Mons. Giudice che ha fatto visita ai ragazzi
Estate Ragazzi 2011…
atto secondo!
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l caldo comincia a farsi sentire, i libri di scuola sono stati ormai messi da parte e molti sono in partenza per le vacanze. Cosa c’è di meglio per dare vita alla città e divertirsi in compagnia? L’Estate Ragazzi naturalmente! Questa iniziativa, nata dalla voglia del gruppo Giovanissimi di A.C. e dell’M.G.C. di offrire un’occasione di svago a bambini e ragazzi, è giunta con successo alla sua seconda edizione. Per tre giorni, dal 27 al 29 giugno, circa sessanta partecipanti, suddivisi in quattro squadre (Roccocò, Babà, Mostaccioli e Sfogliatelle) si sono sfidati in una mega caccia al tesoro, indovinelli acquatici, gare canore e di recitazione. Sempre accesi da una sana competizione hanno imparato a conoscersi, a maturare uno spirito di squadra e a coinvolgere cittadini e negozianti in questo grande gioco collettivo. Tra i momenti più belli si ricordano l’incontro con il nostro neo-Vescovo, Sua Ecc.za Mons. Giuseppe Giudice, che, venuto a farci visita la mattina del 28 giugno, ha arricchito con preziose parole quest’esperienza di per sé straordinaria. Per finire la grande festa di inizio estate con la premiazione della squadra vincitrice, organizzata in conclusione dell’evento. Daniela Claro
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Dal 18 al 22 Agosto, in concomitanza con la GMG di Madrid, l’Azione Cattolica si è raccolta in pausa di riflessione
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ionero in Vulture (PZ) è stato il luogo ideale per rinfrancare l’animo, dopo un intero anno di lavoro, e crescere nello spirito. Campo scuola unitario, dai bambini ai genitori, tutti uniti in una discussione critica, per aiutare l’uno a formare l’altro. Momenti forti di questa cinque giorni sono stati la veglia in diretta con il Papa da Madrid, con l’esposizione e il raccoglimento in preghiera di fronte al Santissimo e la visita, il sabato, del Vescovo Mons. Giuseppe Giudice che ha animato le attività dei vari gruppi e ha proposto interessanti spunti di riflessione. Tutti sono rimasti colpito da un passaggio della sua omelia in cui il Vescovo descriveva i vari modi di relazionarsi con gli altri: “chi vive gli altri come una noce è chiuso in se stesso, chi invece somiglia ad un riccio punge quando entra contatto con gli altri, infine ci sono le stelle che facendosi luce a vicenda vivono in comunione” Carlo Attanasio
Due spettacoli per sostenere i bisognosi
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Monteverde, in provincia di Avellino, da cinque anni prendono vita “lo spettacolo dell’aria” e “il grande spettacolo dell’acqua”. Il primo è rappresentato in paese, tutti hanno ammirato gli imponenti rapaci che dominano le nostre montagne. Vedere un’aquila o un falco che passa a pochi centimetri non è
una cosa che si vede tutti i giorni. Finito lo spettacolo, si siamo diretti verso il lago di S. Pietro a Monteverde. In questo posto stupendo, a confine con tre regioni, abbiamo assistito ad uno spettacolo che rappresentava attraverso balli, canti e poesia, la vita di San Gerardo Maiella. Una messa in scena imponente, dalla scenografia, costruita interamente sull’acqua, alla magia delle luci e della musica. Il corpo di ballo, gli attori e le intense voci narranti chiudevano un cerchio estremamente suggestivo. Il ricavato degli spettacoli è interamente devoluto per sostenere ben undici progetti umanitari in tutto il mondo. Antonio Padovano Sorrentino
La GMG Madrid e il M.G.C.
Il Pellegrinaggio a Materdomini
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estate non è solo il tempo del riposo dal lavoro, ma un’occasione importante per sedersi più a lungo ai piedi di Gesù, scegliendo Maria, Stella del Mare, come modello. La nostra parrocchia ha vissuto il pellegrinaggio notturno al Santuario della Beata Vergine di Materdomini, meta di pellegrini provenienti da tutta la regione Campania. Abbiamo portato un carro, che raffigurava una Barca a vela, preparata in carta pesta da un gruppo di volontari, con la riproduzione dell’effige della Madonna. Perché sotto la guida della Madonna si possono attraversare le burrascose tempeste della vita. Ad attenderci a Materdomini, Mons. Giuseppe Giudice che ha celebrato la santa Messa. Al termine della celebrazione, sono state liberate delle colombe bianche segno della vita e della pace. Gennaro Pagano
Secondo il Cuore di Cristo Tredici anni al servizio della comunità
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n esperienza unica ed irripetibile, che fa apprezzare il valore delle piccole cose della vita”. Così esordisce Mario Cesaro di ritorno dalla Spagna con il suo gruppo. La loro esperienza non si è limitata ai giorni della Giornata Mondiale: “L’11 agosto siamo stato ospitati nella Diocesi di Malaga e abbiamo conosciuto più da vicino i Martiri Missionari Oblati e la cultura del posto, mangiando piatti tipici. Inoltre – continua Mario – c’è stata la Festa dei Popoli: eravamo in 1500, provenienti da tutto il mondo. Con canti e balli abbiamo vissuto un bellissimo momento di comunione, presentando ciascuno il proprio Paese”. Sulla GMG racconta: “Mi ha colpito la forte differenza tra le persone, il modo in cui hanno accolto Cristo: chi pregava in ginocchio nel più profondo isolamento, chi cantava. Molto significativo è stato lo scambio di doni tra pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo. Comprendi l’universalità della Chiesa”. Carlo Attanasio
rande festa lo scorso 19 luglio. La comunità si è stretta intorno al nostro parroco per festeggiare il tredicesimo anniversario del suo arrivo in parrocchia. Una ricorrenza che, come ci ricorda sempre don Roberto, non è “la festa del Parroco” ma di tutta la comunità che ringrazia Dio per il prezioso dono di un pastore che la guida e l’ accompagna nel cammino cristiano. A rendere ancor più speciale questo momento è stata la presenza del nostro Vescovo, Mons. Giuseppe Giudice che ha presieduto la Celebrazione eucaristica e ha pregato con noi perché il Signore confermi Don Roberto nel suo ministero sacerdotale secondo il Cuore di Cristo. Al termine della Celebrazione, la comunità ha festeggiato con musica, balli, un ricco buffet e torta finale. Un’occasione speciale per riscoprire il dono del sacerdozio, spesso dimenticato e dato per scontato. Fabio Senatore
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a cura della comunità parrocchiale San Teodoro Martire Sarno
L’Isola Checcè: avventura estiva Foto di gruppo, tutta la ciurma
Dal 14 al 17 luglio la nostra ciurma parrocchiale è approdata a Montoro Superiore per vivere il suo fantastico campo estivo
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I personaggi dell’isola
Il capitano della spedizione, don Enzo insieme agli educatori
Gemellaggio nella fede 46
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ontoro Supriore. Trovato un antico tesoro nascosto. Nel bel mezzo dell’estate una nave insolita è approdata sulle sponde di Sarno, portando con sé un carico di tesori inestimabili. Il vascello, guidato dal parroco e dai giovani di Azione Cattolica, ha reclutato una ciurma di bambini pronti a vivere per la prima volta l’esperienza unica ed insuperabile del campo estivo. Al grido “C’è di più” abbiamo rotto il silenzio delle montagne di Montoro ed abbiamo messo in moto le giornate che ci hanno insegnato a “diventare grandi insieme e dare luce a questo mondo”. Sullo sfondo di uno scenario incantato, i piccoli pirati, approdati nella magia dell’Isola Checcè, sono stati gli eroi di un’avventura che li ha visti protagonisti nella ricerca del tesoro più prezioso di tutti: la Parola. Ad accompagnarli in questo viaggio fantastico c’erano gli abitanti di un luogo fiabesco che, attraverso prove e tranelli, hanno mostrato alle giovani reclute l’importanza di ascoltare per poi mettersi in gioco, la gioia di condividere e soprattutto la bellezza di camminare insieme verso un obiettivo comune. Proprio come il seme che, dopo tante difficoltà, giunge sul terreno buono e germoglia, così i nostri valorosi pirati hanno raggiunto il tanto desiderato traguardo: crescere insieme e diventare frutti maturi. L’isola non ha aiutato solo le nuove reclute ma è riuscita ad infondere nuova linfa vitale nel gruppo giovani, che ha ritrovato la gioia e la voglia di ricominciare. Forza e determinazione donati dal desiderio di don Vincenzo di vivere insieme questa nuova avventura sotto il segno dell’AC! Carichi di entusiasmo, i ragazzi si dichiarano pronti a ripartire per un nuovo ed importante viaggio, che li vedrà nel nuovo anno pastorale impegnati al servizio della parrocchia con il compito di condividere con gli altri il tesoro scoperto sull’Isola Checcè! Emanuele Robustelli Immacolata Pappacena
Anche quest’anno la nostra parrocchia ha vissuto il pellegrinaggio a Brindisi dal 2 al 4 settembre. La prima domenica di settembre la Diocesi brindisina ricorda l’arrivo delle reliquie del corpo di San teodoro da Amasea in Italia. È stata una preziosa occasione per rinsaldare non solo i vincoli che, attraverso questo Santo, ci legano a questa Chiesa sorella, ma anche tra di noi, consentendoci di vivere per qualche giorno a stretto contatto.
a cura della comunità parrocchiale Maria SS. delle Tre Corone Sarno
FATTI PER… IL BENE
I ragazzi che hanno partecipato al campo
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n’occasione di crescita, un’emozione unica. È questo lo spirito con cui i giovanissimi della nostra parrocchia si sono apprestati a vivere il loro “campo scuola”, tenutosi a Ravello dal 18 al 20 agosto 2011. Un’esperienza di crescita, di maturità personale e collettiva, fatta di giochi, attività di gruppo, discussioni, e sopratutto tanta preghiera. In questi tre giorni si sono uniti, come per magia, sentimenti, gioie, paure, desideri, amicizie... formando un’unica persona: “Il Gruppo Giovanissimi”. Infatti, siamo andati al di là del gruppo parrocchiale, diventando una grande famiglia, guidati da un uni-
Il campo giovanissimi 2011 co grande padre: Gesù. È proprio a Gesù che si è ispirato il nostro motto: “Fatti per… il bene”. Quest’ultimo ci ha sollecitati ad essere pronti per aiutare il prossimo, proponendoci di diventare volontari, missionari dell’amore e per l’amore, sempre al servizio dei più bisognosi, accendendo in loro una luce che dia il via alla speranza. Ad accompagnarci in questo piccolo grande viaggio sono stati tre nostri educatori, i quali hanno saputo infonderci il significato dei quattro temi su cui si è fondato il campo: fraternità, ecclesialità, interiorità e responsabilità, aiutandoci così nella nostra esigenza di crescita e di ricerca della Verità.
Inoltre, ci hanno donato un po’ del loro tempo e della loro simpatia e maturità Pino ed Anna, una famiglia della nostra comunità parrocchiale, che con la loro disponibilità ci hanno aiutati a curare il nostro corpo, preparandoci gustose pietanze e dandoci una vera testimonianza del loro servizio presso la Caritas, associazione formata da volontari al servizio di persone bisognose della nostra Forania di Sarno. Per tutti noi giovanissimi è stata un’esperienza di vita cristiana, che ci ha permesso di gridare, come si intitolava l’inno del campo, CHE BELLO! Raimondo Russo
a cura della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine Pagani
Via libera per l’oratorio San Giovanni Bosco Il Consiglio Comunale ha finalmente approvato la delibera per la costruzione dell’oratorio
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n data 13 luglio 2011 il Consiglio Comunale ha approvato con 15 voti a favore la delibera che consente alla parrocchia S. Maria del Carmine di poter costruire in tempi rapidi l’oratorio San Giovanni Bosco in via Romana. Alla fine ce l’abbiamo fatta. Dopo tre anni di lotta, tra delibere di Consiglio Comunale e di Giunta, sentenze del Tar di Salerno, ricorsi in Consiglio di Stato, indagini della magistratura ordinaria, divergenze su iter burocratici e quant’altro, la matassa si è sbrogliata grazie all’architetto Gerardo Zito, responsabile del Settore Pianificazione del Territorio, con il supporto dell’assessore all’urbanistica Aniello Sicignano.
Dell’architetto Zito è la relazione istruttoria che ha preceduto l’atto deliberato dal Consiglio Comunale in cui vengono affrontati, uno dopo l’altro, i nodi di questo percorso e prospettata la soluzione definitiva del problema, avendo come linea guida la sentenza del Tar. All’Amministrazione Comunale e ai consiglieri presenti in aula il ringraziamento della comunità parrocchiale per avere messo la parola fine su una vicenda che a tratti è apparsa grottesca e stravagante. Un ringraziamento alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore per la celerità e la competenza profuse in questa vicenda. Un grazie, infine, ai nostri avvocati di fiducia, la civilista
Giusy Napolitano, l’amministrativista A. Vuolo, i penalisti Manlio Torquato e Valerio De Nicola. La redazione
La delibera del Consiglio Comunale Di seguito riportiamo il testo della delibera del Consiglio Comunale 29/2011 IL CONSIGLIO COMUNALE letta e fatta propria la relazione predisposta dal Funzionario Istruttore, Visti i pareri espressi, Presenti 16 Consiglieri, Assenti 15, Con voti favorevoli 15, astenuti 1, espressi per appello nominale, secondo il risultato proclamato dal Presidente, DELIBERA di assegnare la competenza per la realizzazione dell’Oratorio in via Romana al Settore
Pianificazione del Territorio; di approvare il progetto prodotto in data 01.06.2011 prot. 17129 dal Parroco Don Vincenzo Di Nardi, trattandosi di opera di urbanizzazione secondaria e pertanto inquadrabile nella casistica del comma 4dell’art. 44 della legge regionale 16/2004; di approvare le seguenti linee guida per la redazione dello schema di convenzione che dovrà disciplinare l’attività
e la gestione dell’Oratorio, convenzione che sarà redatta dal Settore Pianificazione del Territorio ed approvata dalla Giunta Municipale: 1. vincolo perenne di destinazione d’uso, 2. gestione dell’intera struttura da parte della Parrocchia con divieto assoluto di sub ingresso o altre forme di gestione esterna, 3. utilizzo gratuito al Comune di Pagani per n. 12 (ndr) manifestazioni nel
corso dell’anno; di stabilire che eventuali varianti al progetto, che non incidano sui parametri edilizi e sulle destinazioni d’uso assentite, siano valutate dal responsabile del Settore Pianificazione del territorio previo parere della II commissione Consiliare tenuta ad esprimersi entro trenta giorni dalla richiesta ed il cui mancato parere entro tale termine è inteso favorevolmente.
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A cura della comunità parrocchiale S. Maria Maddalena in Armillis S. Egidio del Monte Albino
Scenari pastorali Spettacolari celebrazioni nel borgo di Sant’Egidio del Monte Albino in onore di Maria SS. delle Grazie e San Nicola
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nche quest’anno, dal 2 all’11 luglio, la nostra comunità ha vissuto i festeggiamenti in onore di Maria Santissima delle Grazie e San Nicola, ricchi di appuntamenti. Padre Massimo Staiano ha invitato la comunità a partecipare a questi momenti esortando tutti a confidare “nella loro intercessione, nella certezza che essi saranno dispensatori di grazia a quanti la chiederanno con fede e umiltà”. Dopo l’inizio dei triduo in onore dei Santi, venerdì 8 luglio, nella Corte del Palazzo Ferrajoli della Fontana, tra applausi e divertimento, i giovanissimi della comunità parrocchiale, preparati dalle volenterose educatrici, hanno messo in scena “Reality Sciò”, un divertente musical su tematiche adolescenziali. Gli stessi ragazzi hanno poi partecipato, il giorno seguente, alla 3 a edizione “Gioca con noi: scendi in strada… senza imbarazzo”: bambini, giovanissimi, giovani e adulti si sono cimentati in numerosi giochi d’animazione e d’acqua per scoprire anche attraverso il movimento del corpo la forza della presenza di Dio nella nostra vita.
Nel segno della condivisione Per rafforzare i momenti di preghiera, sempre nella serata di sabato, lungo il Centro Storico, a mezzanotte si è svolta la spettacolare fiaccolata in onore di San Nicola, con partenza dall’Abbazia e arrivo alla Chiesa di Maria SS. delle Grazie. In particolare, nei giorni 10 e 11 luglio, gli “scenari pastorali” si sono colorati di solenni Celebrazioni eucaristiche presso la Chiesa di Maria SS. delle Grazie e la monumentale Abbazia. Numerosi i sacerdoti che hanno concelebrato, condividendo con noi la gioia della festa: don Giovanni D’Auria, Rettore del Santuario di San Gerardo a Sant’Antonio Abate, Mons. Antonio Calabrese, parroco di San Bartolomeo Apostolo in Corbara, don Silvio Longobardi, custode della Fraternità di Emmaus. Non sono mancati i momenti musicali eseguiti dalla “Banda Città di Angri”, né quelli pirotecnici e canori con i concerti del cantate Alessio e di Micaela, quest’ultima direttamente da Sanremo giovani 2011. Maria Ermelinda Di Lieto
IN BACHECA a cura della Redazione foto Salvatore Alfano
Auguri di buon compleanno a:
Buon anniversario di ordinazione sacerdotale a:
Don Roberto Tortora (S. Maria Maggiore in Nocera Superiore) il primo settembre; don Gerardo Del Pezzo il 6 settembre, don Giovanni Padovano (Cappellano del Cimitero di Pagani) il 12 settembre, don Vincenzo Di Nardi (S. Maria del Carmine in Pagani) che il 18 settembre festeggia 40 anni, don Gerardo Coppola (S. Antonio ad Orta Loreto in S. Egidio del M. Albino) il 24 settembre. A loro va il nostro augurio perché ogni giorno sia come un fiore di santità che sboccia nel giardino della vita. Auguri!
Don Gerardo Coppola (S. Antonio ad Orta Loreto in S. Egidio del M. Albino), don Raffaele Corrado (S. Alfonso in Sarno), don Carmine Vitolo (S. Lorenzo in S. Egidio del M. Albino), il 14 settembre è la ricorrenza dei loro primi 5 anni di sacerdozio; don Salvatore Fiocco (Cancelliere diocesano) il 15 settembre compie 10 anni di sacerdozio; padre Michele Floriano (S. Maria dei Bagni in Scafati) il 19 settembre e don Rosario Ingenito (S. Anna a Fiano in Nocera Inferiore), per lui 15 anni di sacerdozio il 28 settembre. Ci stringiamo intorno ai nostri sacerdoti, fregio e corona della nostra Chiesa, perché non siano mai soli nel ministero a cui sono stati chiamati.
Auguri di buon onomastico a: Don Gerardo Coppola
Una augurio speciale a: Mons. Giuseppe Lanzetta, parroco emerito di S. Bartolomeo apostolo in Nocera Inferiore, che il 29 giugno ha compiuto 60 anni di sacerdozio. A lui va la nostra preghiera, perché gli anni della canizie portino frutti di santità per tutta la nostra Chiesa.
Mons. Giuseppe Lanzetta
“Io sono Giuseppe, il vostro fratello… Dio mi ha mandato qui… Egli mi ha stabilito padre” (cfr Gn 45,4.7-8) Così Mons. Giudice si è presentato alla sua Diocesi, e noi vogliamo festeggiarlo proprio ripetendo queste parole come una preghiera. Il nostro Vescovo festeggia, infatti, 55 anni il 10 settembre e compie 25 anni di sacerdozio il 27 settembre. Auguriamo anche al nostro Pastore di essere per noi, sull’esempio del patriarca biblico, come un fratello nella semplicità del farsi prossimo, come un padre, una guida sicura, un punto di riferimento per tutti noi, come un segno profetico inviato da Dio per condurci alla meta.
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Don Roberto Tortora (S. Maria Maggiore in Nocera Superiore) il 17 settembre; padre Maurizio Buonocore (S. Maria degli Angeli in Nocera Superiore) il 22 settembre; padre Damiano Antonino (SS.mo Corpo di Cristo in Nocera Inferiore) il Padre 26 settembre; padre Michele Damiano Antonino Floriano (S. Maria dei Bagni in Scafati), don Michele Fusco (S. Giovanni Battista in Striano), padre Raffaele Bufano (S. Maria degli Angeli in Nocera Superiore), don Raffaele Corrado (S. Alfonso in Sarno) e don Raffaele Ferrentino (S. Matteo apostolo in Nocera Inferiore) il 29 settembre. Se la Chiesa ogni giorno festeggia i santi è per ricordarci che anche noi siamo chiamati a diventare santi; sempre sulla strada di Cristo: questo è il nostro augurio.
Una augurio speciale a: don Ciro Galisi, parroco di Santa Maria del Presepe, che è stato nominato vicario foraneo di Nocera Inferiore dal vescovo, mons. Giuseppe Giudice: svolga questo compito sotto la guida di Maria, Madre della Chiesa.
IN DIOCESI a cura dell’ufficio per la Pastorale Giovanile
YouCat, la Chiesa parla giovane! Uno strumento nuovo per conoscere la nostra fede
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ra i vari gadget presenti nello zaino del pellegrino alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, ce n’era uno davvero speciale, un regalo del Papa in persona: lo YouCat. Già il titolo (probabilmente l’abbreviazione di Youth Catechism, catechismo dei giovani) ci fa assaporare l’idea di innovazione presente in questo testo, che è una rielaborazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Una rielaborazione, tuttavia, davvero autorevole che porta la prefazione dello stesso Papa Benedetto XVI, il quale ci racconta anche il lungo percorso storico che porta fino allo YouCat. Si tratta di un lavoro trentennale cominciato sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, al-
lora il Card. Ratzinger era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ed il Santo Padre gli “affidò il compito di coordinare il lavoro dei vescovi e di vegliare affinché dai contributi dei vescovi nascesse un libro - intendo un vero libro, e non una semplice giustapposizione di una molteplicità di testi”. Il testo era il Catechismo della Chiesa Cattolica ed il Papa stesso confessa che era un lavoro immane sul quale nutriva molti dubbi, ma che alla fine portò ad un volume davvero completo, un segno di unità nella diversità. In seguito, con la crescita di questa grande esperienza delle Giornate Mondiali della Gioventù nacque la necessità “di tradurre il Catechismo della Chiesa Cattolica nella lingua dei giovani e far penetrare le sue parole nel loro mondo”. Così, “sotto la provata guida dell’arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, si è formato lo Youcat per i giovani”. Il Papa stesso invita ogni giovane a studiare lo YouCat: “Questo sussidio al catechismo non vi adula; non offre facili soluzioni; esige una nuova vita da parte vostra; vi presenta il messaggio del Vangelo come la «perla preziosa» (Mt 13, 45) per la
L’appuntamento Facciamo festa con il nostro Vescovo Sabato 24 settembre 2011 alle ore 20,30 presso la parrocchia di San Giovanni Battista in Cicalesi (Nocera Inf.) ci sarà un concerto-testimonianza organizzato dai giovani per festeggiare il XXV anniversario di ordinazione sacerdotale del nostro Vescovo, S. E. Mons. Giuseppe Giudice. Siete tutti invitate per condividere questo momento di festa!
quale bisogna dare ogni cosa. Per questo vi chiedo: studiate il catechismo con passione e perseveranza! Sacrificate il vostro tempo per esso! Studiatelo nel silenzio della vostra camera, leggetelo in due, se siete amici, formate gruppi e reti di studio, scambiatevi idee su Internet. Rimanete ad ogni modo in dialogo sulla vostra fede!”. La Chiesa affronta un tempo difficile, con tanti attacchi da molteplici fronti, e noi siamo chiamati a conoscere bene cosa c’è alla base del nostro essere cristiani cattolici, aiutandoci con un sussidio fatto bene sia nei contenuti che nella grafica. Benedetto XVI chiede ai giovani di essere come Geremia: “Quando Israele era nel punto più buio della sua storia, Dio chiamò in soccorso non i grandi e le persone stimate, ma un giovane di nome Geremia”. L’invito, allora, è quello di studiare lo YouCat con passione e impegno, per conoscere profondamente ciò in cui crediamo e poterlo, così, annunciare a quanti ci chiedono ragione della Speranza che è in noi! Carmine Giordano
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a cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano
Curiosità liturgiche Molti ammalati ricevono l’Eucaristia a casa. Come prepararsi per vivere bene questo incontro?
Come prepararci ad accogliere il ministro dell’Eucaristia che viene a portare la comunione ai nostri ammalati? La questione del viatico agli ammalati è uno degli aspetti più delicati della cura che la Chiesa ha nei confronti dei sofferenti. Con essa, che è più di un’opera di misericordia, si manifesta la vicinanza della Chiesa ai fratelli sofferenti, sottolineandone la partecipazione alla vita della comunità attraverso il legame eucaristico. Questo compito è spesso affidato a ministri laici, che non possono e non devono sostituire del tutto il ministro ordinato nella visita e nella cura dei malati. Magari, a turno con il presbitero, essi si occupano di contribuire a mantenere costante e frequente tale legame. È opportuno che chi assolve questo compito sia preparato, conduca una vita spirituale regolare e una vita morale corretta, sia dotato di prudenza e di buone maniere, in modo da esercitare soprattutto la carità nella visita agli ammalati. Anche coloro che ricevono il viatico
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nella propria abitazione devono essere opportunamente preparati. Come sappiamo, i malati non sono tenuti al digiuno eucaristico, tuttavia nel tempo che precede la visita eucaristica, si preparino rimanendo in preghiera per un po’ di tempo, dedicandosi al breviario o alla recita del Santo Rosario (aiutati dai familiari) e evitando quegli elementi che possano distrarli dalla preghiera (non si può guardare la telenovela e magari mentre si abbassa il volume della tv si riceve la santa comunione). Per questo motivo è consigliabile che l’ammalato sappia con precisione il giorno e l’ora (almeno con sufficiente approssimazione) in cui riceve il viatico, affinché possa prepararsi spiritualmente. Il rito del viatico è una liturgia della Parola che può essere preceduta dalla confessione sacramentale (se ovviamente c’è il presbitero). È opportuno che si prepari un luogo ove compiere tale liturgia, che ci sia un tavolo dove porre la teca con il SS. Sacramento e possibilmente una tovaglietta banca e un cero acceso. Si sospenda ogni altra attività, anche da parte dei fami-
liari dell’ammalato e ci si dedichi alla preghiera comune. Questi aspetti che possono sembrare formali sono importanti, perché traducono il rispetto e la fede nella SS. Eucaristica, manifestano l’idea che anche uno spazio privato può e deve diventare uno spazio sacro alla presenza del Signore.
Piercatello Liccardo
Vocabolario liturgico
Il lezionario
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ltro libro essenziale per la Celebrazione eucaristica è il lezionario. Il luogo che lo vede protagonista è l’ambone. Il lezionario contiene, come dice il suo nome, le lectiones, gli insegnamenti che vengono dalla Parola di Dio. È il libro (in diversi volumi a seconda delle circostanze e dei tempi liturgici) che contiene le letture che vengono proclamate durante la Celebrazione eucaristica o durate una liturgia della Parola, o durante la celebrazione degli altri sacramenti e sacramentali (le esequie ad esempio). È sostanzialmente una Bibbia per la liturgia e come tale va trattato con la dignità e il rispetto che si deve alla Parola di Dio. P. L.
a cura dell’Ufficio per la Dottrina Sociale e la Pastorale del Lavoro Commissione diocesana Pastorale del Lavoro e della Solidarietà Commissione diocesana “Giustizia e Pace”, salvaguardia del Creato ed educazione alla mondialità
Il documento Chiesa italiana e Mezzogiorno pone l’accento anche sull’insegnamento della testimonianza dei santi to nell’impegno educativo tra i giovani, le due istanze fondamentali dell’evangelizzazione e della promozione umana, che configurano l’orizzonte di quell’umanesimo integrale, che trova nell’Eucaristia origine e compimento.
Il dono di sé
Alla scuola dei testimoni Pane e Vangelo nelle attese della nostra gente. L’esperienza di don Pino Puglisi
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ello svolgimento della nostra missione educativa, un ruolo di prima grandezza è svolto dall’insegnamento e dalla testimonianza dei santi, che sono «come una parola di Dio» incarnata, rivolta a noi qui e ora. Accanto a loro, rifulgono non poche grandi personalità spirituali, rappresentative anche ai nostri giorni della Chiesa del Mezzogiorno. Fra queste, abbiamo già ricordato don Pino Puglisi, prete palermitano, parroco nel quartiere Brancaccio, dove fu ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Egli seppe magistralmente coniugare, soprattut-
Dalla vicenda “eucaristica” di don Puglisi, come di chiunque ha reso testimonianza a Cristo fino al dono della propria vita, si può ricavare, appunto, la consapevolezza credente che pane e Vangelo non possono essere disgiunti né nelle attese della nostra gente, né nella volontà di Dio. Il pane dà l’idea della quotidianità nel sostentamento di ciascuno: è simbolo della possibilità di vivere, a volte di sopravvivere, che invochiamo ogni giorno nella preghiera che Cristo ci ha consegnato. Il Vangelo ci è donato e spiegato da Colui che lo ha annunciato per primo, con la sua stessa Pasqua, come un granello di senapa, come un pizzico di sale, come un frammento di lievito, come un chicco di frumento che marcisce per poi germogliare tra le zolle di un terreno altrimenti destinato a restare sterile: cioè come appello esigente all’umile ma coraggioso dono di sé.Don Pino Puglisi lo sapeva e lo insegnava ai giovani che partecipavano agli incontri e ai campi vocazionali da lui organizzati per la diocesi di Palermo, come pure ai ragazzi della sua parrocchia. Si può ben dire ai giovani del Mezzogiorno che pane e Vangelo non possono e non devono essere separati: l’impegno sociale di don Puglisi non può essere separato dalla fede cristiana che lo animò e lo sostenne, non solo in mezzo a tante difficoltà, ma persino di fronte alla morte violenta presentita e accettata. p. Pietro Lombardi
Fede cristiana e impegno sociale Dalla logica del potere all’umile e coraggioso dono di sé. Ai giovani del Mezzogiorno va detto che pane e Vangelo non possono e non devono essere separati.
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a cura della Caritas Diocesana
Un mondo spaccato a metà La povertà di parole e di pensiero dei ricchi produce la povertà di pane dei miseri della terra
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sotto gli occhi di tutti il fatto che stiamo vivendo una fase della storia in cui lo scenario del mondo ci mostra una crescente divaricazione tra chi ha e chi non ha, e quindi tra chi può fare, comprare, connettersi, arricchirsi e chi non ce la fa più neppure a sopravvivere. I dati li conosciamo: il 94% della ricchezza è in mano a circa il 40% della popolazione, mentre il restante 60% dei popoli del mondo si deve accontentare di dividersi il 6% dei beni disponibili. Mentre Bill Gates sogna un mondo tutto interconnesso, non possiamo dimenticare che quasi la metà della popolazione terrestre non ha mai usato il telefono (solo negli Stati Uniti oltre sette milioni di famiglie non usufruiscono di servizi telefonici).
Fame di pane e fame di parole Ci troviamo dunque a vivere su un pianeta spaccato a metà secondo frontiere non sempre geografiche, ma interne alle stesse aree geopolitiche e, a volte, alle stesse città: da una parte ci sono i poveri che hanno fame di pane, che vivono
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la loro lotta quotidiana per la semplice sopravvivenza in un mondo lontanissimo dalle connessioni satellitari e dagli schermi dei computer; mentre dall’altra ci sono i ricchi, morti anch’essi di fame, ma non di pane, quanto di parole, perché l’essere umano non vive di solo pane, ma anche del significato che è in grado di dare alla propria esistenza. Come diceva Simone Weil si può morire anche di fame di parole, perché le parole illuminanti, e capaci di dare senso alle cose, sono necessarie quanto l’acqua di fonte e il pane quotidiano. Cosa vuol dire questo mondo spaccato in due metà che, comunque, in un modo o nell’altro stanno morendo di fame? Sono immiserite fino all’esaurimento e all’autodistruzione? E poi queste due forme di fame sono forse collegate in qualche modo? Io penso che questa situazione paradossale, acutizzata dalla globalizzazione delle comunicazioni che ci mette tutti i giorni in contatto diretto con tutte le povertà del mondo in tempo reale, e lascia così specchiare le due metà una nell’altra senza più filtri o distanze protettive, ci stia mostrando che siamo per davvero arrivati ad un punto limite, ad una soglia, a
un bivio tra una serie di catastrofi economiche e sociali ed un radicale rinnovamento del progetto generale di sviluppo che ancora guida il nostro mondo. Forse dovremmo cominciare a comprendere che è la straordinaria povertà di parole e di pensiero dei ricchi che produce la povertà di pane dei miseri della terra, o che almeno non è in grado di porvi alcun rimedio decente. Forse dobbiamo renderci conto che è giunto il tempo di elaborare una grande rivoluzione culturale per mettere mano all’edificazione di una nuova stagione della storia del pianeta, l’epoca in cui i processi di unificazione tra i popoli dovranno accelerarsi ed essere guidati da una coscienza capace di pensare globale-mente, e non più egoistica-mente. In tal senso scrive Benedetto XVI nella Caritas in veritate: “Ciò richiede una nuova e approfondita riflessione sul senso dell’economia e dei suoi fini, nonché una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo, per correggerne le disfunzioni e le distorsioni. Lo esige, in realtà, lo stato di salute ecologica del pianeta; soprattutto lo richiede la crisi culturale e morale dell’uomo, i cui sintomi da tempo son evidenti in ogni parte del mondo” (CV n.32). Edoardo Tafuto
Le stole... d’oro
Arte... rischi di don Natalino Gentile
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asta un po’ di fortuna ed un occhio esperto per trovare il pezzo giusto al posto giusto. E spesso i mercatini dell’usato rivelano sorprese. Come nel caso di paramenti sacri. Si sa che la Chiesa da sempre ha dato splendore e decoro al culto liturgico, specie negli apparati vestiari che, lungo i secoli, hanno costituito non solo un filone di moda ecclesiastica ma una vera e propria arte tessile: si pensi ai damaschi, alle sete, ai rasi laminati, alle stoffe di S. Leucio, a tutti quei tessuti che oggi sono introvabili ed irraggiungibili dal punto di vista economico. Ed ogni chiesa, dalla cattedrale alla pieve di campagna, aveva il suo “parato” nei classici colori liturgici (bianco, rosso, verde, viola e nero). C’era il completo che comprendeva piviale, pianeta con stola, dalmatica, tunicella con manipolo; ed essendo il corredo per tutti i tempi liturgici si può immaginare come erano pieni gli armadi delle nostre sagrestie. E di tutto quello splendore e di quella ricchezza cosa è rimasto? L’incuria, la cattiva conservazione, l’umidità dell’ambiente, il disuso, la moda del nuovo, hanno costituito facile esca per i “predatori” e facile occasione di vendita o disfacimento per i sacerdoti. E se non sono finiti al macero perché a volte inservibili ed irrecuperabili, buona
parte è andata a trasformarsi in tanti abiti di pastori antichi, paralumi, puffi da salotto… Ed allora, trovare una serie di stole ricamate in oro e ben conservate, senza nemmeno il riporto classico che recupera il disegno, è davvero una bella fortuna. Roba da collezione o da museo? Anche, ma come è bello per un prete rimettere un paramento simile in una grande occasione e dimostrare come la fede e l’arte si coniugano in modo esemplare. Si sa come oggi questo ricamo in oro è raro e costosissimo; non c’è più la pazienza e la perizia delle mani femminili (specie delle suore o delle monache di clausura); i maschi che lo fanno sono come le mosche bianche. Vale la pena quindi recuperare, riparare se necessario ed usare? È proprio una questione di coscienza.
Nepo’... vire che te dico
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e scuole stanno per riaprire le porte agli studenti e… quanti ricordi affollano la mia mente! In modo particolare affiorano i pomeriggi trascorsi chino sui libri e la voce di papà che, a modo suo, mi spingeva a dare il meglio, ripetendomi con insistenza: l’ignorante è schiavo! Io ed i miei tre fratelli frequentavamo classi diverse e, ogni pomeriggio, occupavamo vari angoli della casa che potessero consentirci di concentrarci nello studio. A me era riservato il tavolo nel soggiorno di nonno, di fronte a lui. Nonno, tra un solitario e l’altro, sottolineava, ciò che riteneva un mio grosso sacrificio, esclamando: Si bell’ vuo’ paré scortec’ mast’Andrè! (Se bello vuoi apparire scortica mastro Andrea!)
Si riferiva alla pulizia personale che mast’Andrè doveva effettuare nel giorno di festa per rendersi presentabile nella piazza del paese. Eliminare dalla pelle quanto si era incrostato in una settimana di duro lavoro manuale, comportava grosso impegno e… non era certo indolore! Nonno, come tanti suoi coetanei, era analfabeta; lo am-
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Paraustielli di Giuseppe Ianniello
…da meditare
miravo perché era quello che oggi definiremmo un self-made man. Figlio di un vinaio si era dedicato al commercio ortofrutticolo prima, alla conservazione in scatola dei prodotti della sua terra poi. Studiare sì… ma per lui la pratica era la migliore maestra di vita e lo sottolineava affermando: A’ fescena vennegna e nu’ la scala a pratt’ca m’par’ e nu la scola (Il cestone di vimini [dove viene posta e pigiata l’uva] consente la vendemmia e non la scala [utilizzata per salire sul cestone] la pratica insegna e non la scuola) Non posso certo dargli torto, la scuola, sino ad oggi, sforna, a tutti i livelli, degli ottimi teorici. Tocca poi continuare con stage ed esperienze sul campo per una completa ammissione nel mondo del lavoro!
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Genitori e adolescenti al bivio Arianna ha 16 anni e decide di fare un pearcing. La delusione dei genitori che sperimentano un senso di impotenza
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i interfaccio spesso con l’affascinante e tempestoso mondo degli adolescenti. Di fronte alle crisi, alle lotte e agli attacchi, simbolo di nuove personalità che si accingono a divenire autonome, incontro genitori sconvolti, a tratti distrutti dal senso di impotenza di fronte a tanta “energia impazzita!”. È così che Arianna, la madre di Angelica, definisce le nuove e irriconoscibili energie della propria “bambina”. Ha 16 anni ma è ancora un pulcino e «non sa affrontare il mondo». Angelica invece si dice capace di decidere in autonomia e di poter pensare di mettere il suo bel pearcing che aspetta da tempo. È stato uno scacco matto per Arianna apprendere questa richiesta/decisione della figlia. Arianna preferirebbe ancora parlare di una richiesta, per Angelica si tratta di una decisione. È su questo tema che in casa si dibatte negli ultimi tempi. Papà e mamma sono profondamente arrabbiati con Angelica che non comprende i rischi che corre, le infezioni che ne potrebbero derivare da questa scelta. In fondo, lei è bella così e non riescono proprio a capire la necessità di perforare la sua pelle e di deturpare il suo corpo. Si è innestata una dimensione di incomunicabilità tra genitori e figlia, un muro che nutre le distanze tra aspettative e fantasie genitoriali sulla propria bambina e desideri e bisogni di autoaffermazione di una figlia in piena età adolescenziale. Sembra quasi snodarsi come la lotta tra vizi e virtù, dove i vizi costituiscono la via piacevole e facile da percorrere, mentre le virtù sarebbero assicurate, attraverso sofferenza e fatica, dalla capacità di rispondere al senso del dovere per raggiungere degli obiettivi “utili e sani”.
È utile intestardirsi nel braccio di ferro? La posizione ferma dei genitori può servire al figlio a rafforzare la propria autodeterminazione, ma bisogna
fare attenzione, perché estremizzare le proprie posizioni può chiudere ogni possibilità di comunicazione, fino a generare quello stato di relazione in cui, anche di fronte a difficoltà serie, il figlio sente di non potersi rivolgere ai genitori. Ai genitori suggerisco di non chiudersi in posizioni che non possono mantenere, per poi vederle annullate dal figlio, in questo modo si perde la possibilità di essere incisivi nella vita dei ragazzi. Soprattutto non va mai interrotto il dialogo e quel sentimento di vivo interesse che consente di esplorare il mondo degli adolescenti per coglierne inquietudini, conflitti e ansie di cambiamento. I valori che la famiglia tenta di trasmettere sono fortemente frustrati dal mondo che ci circonda, la voce del gruppo, che impone l’identificazione in falsi modelli, tante volte è più forte di quella degli educatori, la confusione emotiva di chi non è ancora adulto e non è più bambino sfocia in un silenzio disarmato e disarmante, che sembra urlare una richiesta di aiuto a capire gli altri e se stessi. Chiudersi alle possibilità di dialogo non è cosa utile!
Il significato del pearcing Il pearcing è un messaggio. Disegnando il proprio corpo un figlio manifesta il bisogno di distinguersi da tutti gli altri e di riaffermare, a livello visivo, la propria diversità, il suo essere unico rispetto alla massa. Il tatuaggio “porta fuori” qualcosa che in genere è tenuto nascosto o non espresso. Per gli adolescenti, è un modo per affermare una personalità ancora in via di costruzione. Per altri ragazzi può rappresentare uno strumento per esorcizzare la paura, l’insicurezza e la solitudine.
Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista Casa Madre e Casa del Padre Associazione “Granello di Senapa” Onlus
Laici e consacrate insieme I lavori del XIII Capitolo Provinciale delle Suore Battistine hanno sancito l’inizio di un nuovo corso
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gni quattro anni le Suore Battistine si mettono in discussione e rinnovano il Consiglio della Provincia Italiana, ma prima ascoltano, studiano e valutano tutto ciò che è stato fatto fino ad allora. Anche nel XIII Capitolo Provinciale, dal tema “Voi siete una lettera di Cristo scritta con lo Spirito del Dio vivente” (2Cor 3,2-4), le suore hanno fatto un lungo cammino preparatorio e di ascolto delle varie realtà presenti all’interno della famiglia battistina.
Comunità Vocazionale di Casa del Padre Tra queste realtà, uno spazio particolare è riservato alla Comunità Vocazionale di Casa del Padre ad Angri (che si trova in pieno centro storico, alle spalle della Collegiata di S. Giovanni). Questa casa dove è nato il fondatore, il Beato Alfonso M. Fusco. è diventata un piccolo Centro Vocazionale delle Suore Battistine, qui chiunque, specialmente i giovani, possono ritirarsi in disparte per “riposare un po’”. Negli ultimi anni si è venuta a creare una comunità che fa dell’accoglienza il suo punto di forza e che vive, ascolta, ama e perdona ogni persona che viene a condividere un po’ del suo tempo con le suore.
Casa Madre Insieme a questa, Angri vive una doppia benedizione con la Comunità di Casa Madre, prima casa istituita dal fondatore alle spalle della Chiesa della SS. Annunziata. Qui
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le suore gestiscono la Scuola Paritaria dell’Infanzia e Primaria dedicata al Beato Fusco e da qui molte suore si recano nelle parrocchie limitrofe per inserirsi nella pastorale ordinaria.
“Granello di Senapa” Nella Comunità di Casa Madre è nata anche un’attenzione speciale per la famiglia e la vita attraverso il Consultorio e l’Associazione “Granello di Senapa” voluti da Suor Maria Cristina Marinelli. Quest’anno, per la prima volta, dei laici sono stati invitati a parlare al Capitolo e hanno illustrato le attività del consultorio e dell’associazione alla luce degli insegnamenti e del Carisma del Beato Fusco. Carmine Giordano
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on grande gioia annunciamo che la pagina mensile dell’Associazione “Granello di Senapa” Onlus da questo mese diventa la pagina della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista (Battistine) presenti ad Angri ed operanti nella nostra Diocesi. Esso è non solo un segno che Laici e Consacrati possono e devono lavorare insieme per fare più bella la nostra Chiesa, ma anche il frutto di un lungo cammino di conoscenza e di lavoro che finalmente giunge ad un punto importante. Questa pagina vuole, innanzitutto, essere una finestra per mostrare la vitalità del carisma battistino e vuole spronare anche le altre realtà diocesane a mettere in rete le proprie iniziative per poter dare ricchezza e armonia all’azione pastorale della nostra Chiesa locale in Nocera Ineriore - Sarno.
Nuovo Consiglio della Provincia Italiana Al termine del Capitolo è stato votato il nuovo Consiglio della Provincia Italiana. Come segno di continuità, Suor Lina Pantano è stata scelta nuovamente come Superiora Provinciale, insieme a lei faranno parte del Consiglio: Sr. Marta Sartori, Sr. Biancamaria Di Lido, Sr. Anna Lisiecka e Sr. Elisa Visconti. A loro facciamo i migliori auguri per un lavoro proficuo al servizio di Cristo e della Chiesa.
Il legale risponde
Disabili e lavoro Foto Salvatore Alfano
In che modo la legge tutela le categorie protette? Quali sono gli obblighi dei datori di lavoro? Salve, sono un invalido civile nella misura del 52% e vorrei conoscere gli obblighi dei datori di lavoro relativamente alle assunzioni che devono effettuare dalle categorie protette. Grazie. Alfonso
Caro Alfonso, facendo un tuffo tra i libri che trattano il diritto del lavoro, ti informo che la Legge n. 12 marzo 1999 n. 68, unitamente al suo regolamento di esecuzione D.P.R. 10 ottobre 2000 n. 333, impone l’obbligo in capo ai datori di lavoro che superino determinati requisiti dimensionali di avere, alle proprie dipendenze, lavoratori appartenenti alle categorie c.d. “protette”: invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, non vedenti e sordomuti; inoltre, rientrano in tale categoria anche gli invalidi del lavoro con grado di invalidità superiore al 33% a seguito di infortunio sul lavoro o malattia professionale, invalidi di guerra, civili di guerra o per servizio. Il numero di lavoratori protetti imposto dalla Legge va da uno, nell’ipotesi di aziende che hanno da 15 a 35 dipendenti, a due quando le aziende hanno da 35 a 50 dipendenti, sino ad arrivare al 7% dei dipendenti occupati per le aziende che hanno oltre 50 dipendenti. La base di calcolo del numero dei lavoratori da assumere non comprende l’intero personale, poiché la Legge esclude nel computo i dirigenti, gli apprendisti, gli assunti con contratto a termine non superiore a nove mesi, etc, etc. Inoltre, il datore di lavoro è tenuto ad assumere persone rientranti nelle categorie protette entro sessanta giorni da quello successivo alla data di insorgenza dell’obbligo presentando domanda agli uffici dell’Ispettorato del Lavoro competente. Lo stesso dovrà inviare al competente ufficio provinciale del Lavoro un prospetto del suo organico aziendale indicando il numero dei posti di lavoro e le mansioni disponibili per tali lavoratori. L’assunzione può essere nominativa, oppure mediante
passaggio diretto tra un datore di lavoro ad un altro o ancora mediante stipulazione di convenzioni tra datore di lavoro e ufficio provinciale di collocamento. La Legge prevede anche la possibilità per i datori di lavoro di essere parzialmente esonerati dall’obbligo di assunzione nella misura massima del 60% quando ricorrano determinati presupposti: faticosità della prestazione lavorativa richiesta; pericolosità dell’attività da svolgere; particolare modalità di svolgimento dell’attività lavorativa. Ovviamente, il datore di lavoro che intenda ottenere il beneficio dell’esonero temporaneo è tenuto a pagare un contributo economico al Fondo regionale per l’occupazione dei disabili. L’obbligo di assunzione, inoltre, può essere sospeso quando il datore di lavoro ricorra alla CIGS (cassa integrazione guadagni straordinaria) o avvii procedure di mobilità. Infine, per completare il quadro normativo relativo alla tua domanda, aggiungo che il datore di lavoro, in caso di inadempimento dei suoi obblighi di assunzione delle persone rientranti nelle categorie protette, è soggetto a sanzioni amministrative che variano sia nel caso di ritardo dell’invio del prospetto informativo che nel caso di mancata assunzione dei lavoratori. Avv. Giovanni Severino
L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in piazza B. D’Arezzo n.11, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.
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