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SPORT Giovedì 25 Gennaio 2024
Leonardo Cortini
In questo numero le realtà romagnole di: Calcio, Basket Scherma, Hockey, Volley Nuoto, Rugby, Taekwondo Dakar, WEC, Fitness
gioiello della scherma
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Un 2024 a tutto sport! L’anno appena iniziato offrirà molti appuntamenti importanti per gli appassionati di sport: fra tutti le Olimpiadi che si terranno a Parigi la prossima estate, seguite dai diciassettesimi Giochi Paralimpici, i primi che verranno disputati nella capitale francese. Mentre scriviamo sono in corso gli Australian Open di tennis e intanto sono nel pieno svolgimento gli sport invernali con la Coppa del Mondo di Sci Alpino. Febbraio sarà il mese per gli appassionati di sport acquatici, con i Campionati Mondiali di Doha, dove atleti provenienti da 200 nazioni si sfideranno nel nuoto in vasca, in acque libere, nei tuffi e nel nuoto artistico. A marzo ruggiranno i motori, infatti il 2 partirà la Formula 1 in Bahrein e il 10 il MotoGp in Qatar. Sempre a marzo, ancora due ruote, ma senza motore: si comincia con la Granfondo Strade Bianche il 3 marzo e il giorno dopo inizierà la Tirreno Adriatico, la più importante corsa ciclistica di inizio stagione. Scusandoci con tutti quelli che non abbiamo potuto citare, terminiamo questa velocissima carrellata con il calcio. L’evento più importante sarà il Campionato Europeo, dal 14 giugno al 14 luglio, nel quale l’Italia dovrà difendere il titolo di campione in carica. Ma anche lo sport forlivese offrirà agli appassionati tante occasioni di divertimento. In questo numero di Diogene Sport Magazine, il periodico in diffusione gratuita dedicato allo sport locale, trovate innanzitutto un servizio dedicato al giovane schermidore Leonardo Cortini, campione europeo under 17, recentemente premiato come Atleta dell’Anno dai “Veterani dello Sport” forlivesi. Non potevamo poi esimerci dall’approfondire cosa succede nel basket della nostra città, con i servizi e le interviste di Enrico Pasini. Emiliano Tozzi ci parla del calcio forlivese con un’intervista a Cristiano Protti, direttore sportivo di Forlì Calcio e un approfondimento sulla stagione calcistica. Abbiamo poi un intervento di Emanuele Bandini sul Cesena Calcio. Segue un’intervista di Enrico Pasini a Lorenzo Lotti, maratoneta e assessore allo sport del Comune di Predappio. Lotti ha conquistato il Guinness World Record spingendo per 50 chilometri il passeggino con il figlio Raimondo, durante l’ultramaratona di Winschoten in Olanda. Ancora Enrico Pasini ci introduce a discipline cosiddette minori, ma non per questo meno entusiasmanti, come l’Hockey e il Taekwondo, mentre Emiliano Tozzi ci parla di Volley, con la Libertas Blue Line e di Rugby giovanile. Ancora giovani in prima linea, con due servizi sul nuoto giovanile, presentati da Emanuele Bandini, poi torniamo a parlare di motori con Emiliano Tozzi, che ci porta alla Dakar, con Enrico Gaspari, che ritorna per la terza volta ad uno dei "rally-raid" più famosi al mondo. Sempre Tozzi ci parla di World Endurance Championship a Imola, con la sfida tra Ferrari e Lamborghini. Concludiamo questo numero di Diogene Sport Magazine con il Workout Silent Fitness, una disciplina sportiva veramente divertente, salutare e adatta a tutti. Augurandovi buona lettura, confidiamo che questa rivista vi stimoli ad abbandonare il divano, almeno per un po’, per cominciare una attività sportiva che faccia bene al corpo e allo spirito.
Sommario 3
SCHERMA
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CALCIO FORLÌ: IL PUNTO
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CALCIO FORLÌ: INTERVISTA
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BASKET FORLÌ: IL PUNTO
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BASKET FORLÌ: INTERVISTA
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CESENA CALCIO
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PODISMO
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HOCKEY
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VOLLEY
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NUOTO GIOVANILI
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RUGBY
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CALCIO A5 FORLÌ
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TAEKWONDO
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DAKAR
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AUTOMOBILISMO
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FITNESS
Supplemento a Diogene n. 1212 del 15 gennaio 2024 Aut. Trib. Di Forlì 9/1988 del 29 marzo 1988 Editore: Pigreco s.r.l. Viale Gramsci, 34 Forlì Tel. 0543/552121 Direttore Responsabile: Marco Viroli Fotocomposizione: Pigreco s.r.l. Raccolta Pubblicitaria: Pigreco s.r.l. Viale Gramsci, 34 Forlì Tel. 0543/552121 Foto di copertina: Fabio Casadei Stampa: Nuova Tipografia, Via Enrico Berlinguer, 1/7, Forlimpopoli Nell’impossibilità di verificare tutto il materiale ricevuto, si fa presente sin d’ora che la responsabilità dei diritti iconografici e di altri diritti esclusivi di terzi è di chi ci fornisce le informazioni.
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SCHERMA
A cura di Emanuele Bandini Foto Fabio Casadei
Leonardo Cortini: gioiello della scherma italiana tra successi nazionali e internazionali Nel panorama della scherma italiana emerge un luminoso talento, un giovane spadista che sta catturando l’attenzione e conquistando il cuore degli appassionati di sport in tutto il paese: Leonardo Cortini. A soli diciassette anni, questo atleta del Circolo Schermistico Forlivese ha recentemente inciso il suo nome nella storia dello sport italiano, aggiudicandosi la medaglia d’oro ai campionati europei Cadetti a Tallinn, in Estonia. La vittoria a Tallinn rappresenta il culmine finora raggiunto nella carriera di Cortini, il quale ha
superato il polacco Wojciechowski nella finale con un eloquente punteggio di 1511. Questa medaglia d’oro si affianca a una serie impressionante di trionfi che hanno caratterizzato la giovane carriera dello spadista. Fin dal 2021, quando si è laureato Campione italiano cadetti, Cortini ha dimostrato una crescita costante nel suo percorso sportivo. Nel 2022, ha ottenuto un meritato secondo posto ai giochi del Mediterraneo, preludio al suo trionfo internazionale l’anno successivo con il titolo di Campione europeo categoria cadetti. L’at-
tenzione nei confronti di Cortini è cresciuta ulteriormente con il riconoscimento come “Atleta dell’Anno” durante gli auguri di Natale della sezione forlivese “Amleto Casadei” dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport. Questo prestigioso titolo sottolinea la sua positiva influenza sulla comunità sportiva locale e nazionale. Oltre ai suoi successi nello sport, Cortini si è rivelato un esempio di determinazione anche negli studi. Frequentando con impegno l’Istituto Agrario di Cesena, dimostra che l’eccellenza sportiva può coesistere con l’eccellenza accademica. Il suo approccio bilanciato tra studio e allenamento offre uno sguardo sulla sua maturità e responsabilità. Cortini ha condiviso dettagli sulla sua intensa routine di allenamento, comprendente cinque giorni a settimana di preparazione atletica e tecnica schermistica. Ha anche affrontato con tenacia un periodo di pausa forzata dovuto a un infortunio alla mano causato da una caduta in moto a settembre, tornando all’attività a tempo pieno solo un mese dopo. La sua passione per la scherma è nata a soli sei anni, scegliendo la spada come arma per riflettere la tradizione del Circolo Schermistico Forlivese, dove è stato guidato dai Maestri Igor Efrosinin e successivamente da Michele Mazzetti. Guardando al futuro, Cortini ha annunciato con determinazione i suoi progetti ambiziosi. Parteciperà alla Coppa del Mondo a Udine, seguita da una serie di gare durante l’anno. Tuttavia, il suo obiettivo più grande è sicuramente rappresentare l’Italia alle Olimpiadi, continuando a dimostrare che il giovane spadista ha ancora molte sfide e trionfi davanti a sé.
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CALCIO
A cura di Emiliano Tozzi
Forlì: il cuore oltre l’ostacolo Premessa. Come direbbe il mio maestro (attenzione, non sa di esserlo eh…) Leo Turrini. Di calcio so veramente poco. Arrivo a malapena ai fondamentali del gioco. Ma una cosa la so per certa. So riconoscere quando davanti a me si presenta una storia. Io e Fabio, ci guardavamo in redazione e ci dicevamo: “Allora ‘sto Forlì?” “Hanno cambiato tanto, stiamo a vedere.” Stiamo a vedere appunto. E io distante osservavo. E credevo in figure che, se la “piazza” apertamente non contestava, a fatica (se non altro) tollerava. Un nuovo direttore sportivo. Un presidente che, se non era in barricata, aveva il suo bel da fare per giustificare all’opinione forlivese le proprie scelte di campo. “C’è un nuovo direttore sportivo. Viene dalla Sammaurese e qua a Forlì è già il caso dell’estate. Per me questo Cristiano Protti ha delle
cose da dire…” A Fabio confermai le sue impressioni. Me lo dicevano i modi, le parole dette con sano pragmatismo. Senza proclami che facessero dire gatto, prima di averlo nel sacco. Scarpe grosse e cervello fino, da contadino metropolitano. Viene un avvio di campionato semplicemente tragico per il Forlì. Due sconfitte e l’esonero di Martini dopo la terza giornata. Cappelli che rinnova la fiducia nel suo nuovo direttore sportivo. Coraggio, il cuore oltre l’ostacolo, mentre la piazza rumoreggia e vorrebbe vedere rotolare qualche testa, come prassi calcistica esigerebbe nella logica del tutto e subito. Mentre io da cronista, vedevo altro. Investimenti nel nuovo centro tecnico di Santa Maria Nuova (varrebbe la pena ricordare che l’alluvione c’è stata anche per il Forlì Calcio). La voglia di credere nel progetto di riportare il Forlì tra
Foto Callegari-Studio Frasca
i professionisti entro tre anni. Non so niente di calcio. Ma qualche faccia come Beppe Viola insegna, so riconoscerla, insieme alle voci di quelle interviste in cui traspariva il senso più autentico di voler fare qualcosa di buono oltre che per se stessi, per la città. Di possibili statistiche pallonare (notare il possibile doppio senso…) sono totalmente digiuno. So soltanto di aver visto uomini continuare a credere nel loro operato come altri non fanno e forse mai faranno. Più alle prese con la gratuità di chi non sbaglia mai perché niente combina.Insomma, vedete un po’ voi. A questo punto del campionato un Forlì in piena zona Play Off è qualcosa su cui riflettere, considerando solamente la differenza di budget investito rispetto alla scorsa stagione. Qualcosa vorrà pur dire. Se qualcuno coerentemente tiene fede ai propri impegni, mantenendo la calma (anche solo apparente) dettata dal proprio programma. Credere in queste persone. Tutto qui. Come in questo Forlì. Dove il cuore oltrepassa l’ostacolo.
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CALCIO
A cura di Emiliano Tozzi
Foto Callegari-Studio Frasca
Cristiano Protti: sono io Nel parlare con Cristiano Protti nuovo Ds del Forlì Calcio, si ha l’impressione di bere un bicchiere di Sangiovese di un bel colore rosso rubino. Voce vissuta. Nessuna libera interpretazione. Modi chiari e diretti. Senza risposte che sappiano di politichese e dintorni. Ambizione. La Serie C in tre anni. Come dichiarato. Bilancio di questi primi 6 mesi a Forlì? “Non ho dormito tutto giugno e tutto luglio. Arrivavo al Morgagni alle tre del pomeriggio e andavo via alle nove, dieci di sera. Agosto e settembre sono stati mesi davvero difficili, cercando di convivere con lo scetticismo che circondava il mio ruolo e la società. Mi avevano sotterrato e seppellito che ancora respiravo. Sinceramente per una persona che aveva fatto una scelta di campo così
radicale nella sua vita, questo stato di cose non andava bene. Avevo lasciato il luogo in cui calcisticamente ero nato, prendendomi la responsabilità di venire a Forlì con un budget drasticamente ridotto rispetto alla stagione scorsa. Ricostruire da zero 25 giocatori nei diversi ruoli. Non è stato affatto uno scherzo, programmando con la società un percorso di crescita che ci riportasse tra i professionisti entro 3 anni. Tutto questo mi riempie di felicità per la proprietà che è composta da elementi eccezionali e soprattutto per quelle persone che avvicinandosi al Morgagni, vedono la partita e sono contenti.” Quindi, unendo i puntini… o sei un pazzo o un fenomeno. O forse solo una persona competente?
“Lo dici te (sorride). Non posso risponderti. Ma forse, tra i due un pazzo, che lascia casa per mettere a posto una situazione in un altro luogo, mettendosi in gioco in una piazza così importante. Solo un pazzo lo può fare. Vedere se riuscivo a dare una mano a Gianfranco (il presidente) e Marco, amici di tante battaglie sportive. Se riuscivo a riportare a Forlì un entusiasmo che nel calcio mancava da tanto tempo. Quando la proprietà mi assunse mi fu chiesto: “Quanto vuoi per venire?” “M’interessa soltanto sapere che mi vogliate. Per il resto fate quello che vi pare. “ Gli ho risposto così. Ancora adesso risponderei allo stesso modo.” Dimostrare competenza calcistica, lasciando carta bianca alla proprietà sul proprio ingaggio. Lo dicono i fatti… Chapeau. “Quel che dici mi fa un piacere enorme. A parte la proprietà, è un complimento che non ho mai ricevuto, al contrario delle critiche. Personalmente è una cosa che mi ha dato fastidio, siccome fortunatamente non vivo di calcio. Previsioni future? “Non molleremo fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto dell’ultima partita. Siamo nei nostri obbiettivi. I giocatori sanno benissimo cosa voglio da loro. Lotteremo senza risparmiarci. Sempre.”
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BASKET A2
A cura di Enrico Pasini
Basket A2: volata a quattro per due posti Forlì a caccia delle finali di Coppa Italia Due partite, due scontri diretti, per una volata finale di gruppo, spalla a spalla, verso la conquista di due obiettivi: accesso alle finali di Coppa Italia e un calendario potenzialmente “amico” per la successiva fase ad orologio. È lo sprint, emozionante e combattutissimo, con cui si conclude la prima tranche del campionato di basket di serie A2 e che, nel girone Rosso, vede 4 squadre lottare per i primi due posti: Fortitudo Bologna, Unieuro Forlì, Udine e Trieste. Un passo dietro, quella Verona sempre pronta in agguato, ma che la squadra di coach Antimo Martino ha momentaneamente messo ai margini della lotta al vertice, sconfiggendola nello scontro diretto del 13 gennaio. Un successo basilare per i biancorossi, che avevano iniziato il 2024 con una opaca prestazione e con la conseguente sconfitta a Cividale del Friuli. Battuta d’arresto che aveva interrotto una serie di 6 successi consecutivi, spodestando i romagnoli dal trono della graduatoria occupato ormai da settimane in coabitazione con Bologna. Un momento di impasse, una flessione di rendimento riscontrabile già dal precedente match pur vinto con Piacenza, di fonte ai quali Forlì ha saputo reagire ritrovando il proprio Dna fatto di tenacia, capacità di soffrire facendo quadrato, ferrea determinazione e cinismo nei momenti chiave delle partite. Doti che servirà più che mai riaffermare nelle ultime due giornate di ritorno che pongono davanti a capitan Cinciarini e compagni due
scontri diretti a Udine e con Trieste, in casa, il 4 febbraio. Incontri decisivi inizialmente perché arrivare primi o secondi significa staccare il pass per le Final Four di Coppa Italia del 16 e 17 marzo a Roma. C’è, però, anche una seconda ragione che rende importante questo traguardo: il calendario delle successive 10 gare incrociate con il girone Verde al termine delle quali si definiranno le griglie dei play-off. La formula del cosiddetto “orologio” prevede che ogni formazione affronti in casa propria le 5 peggio classificate di lei
Foto Fabio Casadei
dell’altro raggruppamento e, in trasferta, le 5 meglio posizionate. Ciò significa che arrivare primi o secondi porterebbe i forlivesi a scontrarsi in trasferta con tutte le ultime del gruppo parallelo (a parte la capolista Trapani in caso di chiusura al 2° posto) e sarebbe un bel vantaggio rispetto a sfidare fuori casa anche seconda e terza del Verde nel caso di arrivo a fine regular season al 3° o 4° posto. Insomma, più su ci si posiziona, meno è in salita, sulla carta, il cammino futuro. Forlì ha battuto Udine all’andata, ma gioca ora sul suo campo, ancora inviolato, e ha perso a Trieste quindi deve batterla per non farsi superare anche in virtù del peso del doppio confronto. Vincerne una potrebbe bastare all’Unieuro? Forse no, ma traguardi parziali a parte, ciò che conta è che i biancorossi da questi due match non perdano convinzione. Anzi, semmai, la rafforzino.
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BASKET A2
A cura di Enrico Pasini
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Basket A2: Unieuro in salita Mentalmente forti per un grande rush finale “E quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita”. È vero: che fantastica storia è questo campionato. La serie A2 di basket 2023-2024 è alla volata finale, il 4 febbraio si chiuderà il girone di ritorno, ma per una regular season che finisce, ecco che si spalanca la finestra della fase ad orologio. Ben 10 partite incrociate tra le formazioni del girone Rosso dell’Unieuro Forlì e quelle del girone Verde sinora dominato da Trapani, che determineranno chi accederà ai play-off e quali saranno gli incroci nei tabelloni che eleggeranno le due promosse in serie A. Si va avanti, allora, e più si procede, più le partite aumentano di importanza. È dunque proprio adesso che comincia la salita. E salita vuole dire anche aumentare i giri del motore per affrontarla al meglio. Significa salire di livello. Quello che è chiamata a fare, desiderandolo lei per pri-
ma, l’Unieuro di Daniele Cinciarini. «Sì, ma un campionato così equilibrato come quello di quest’anno ha chiaramente detto che il livello lo devi tenere sempre altissimo, al cospetto di chiunque – afferma il capitano biancorosso -. Non ci sono squadre davanti alle quali ti puoi rilassare, ogni volta è una battaglia e tutti possono vincere contro tutti. Questa idea, a volte, viene persa, ma se ti capita una giornata storta come a noi con Cividale, le partite puoi perderle anche con squadre della seconda metà della classifica». L’orizzonte della pallacanestro 2.015 non passa, quindi, solo dagli scontri diretti come quello vinto con Verona e i successivi a Udine e con Trieste che diranno se Forlì accederà o meno alle Final Four di Coppa Italia (a Roma il 16 e 17 marzo) e determineranno le avversarie della seconda fase. In ogni match i romagnoli dovranno dare il meglio di
sé. «Principalmente in difesa, dove dovremo sempre essere coriacei, poi nel dimostrare ogni volta quello spirito di sacrificio che contraddistingue la Forlì di quest’anno, diversa nel gioco da quella che l’ha preceduta, ma simile per tenacia e capacità dei suoi elementi di pensare prima al bene della squadra che a sè stessi. E se vogliamo lottare per gli obiettivi più alti, stando al pari di squadre che onestamente presentano organici superiori al nostro, dobbiamo sempre ricordarci di questi concetti». La scorsa stagione, proprio in questo periodo dell’anno, l’Unieuro inizio ad acquisire sempre più consapevolezze e questo la fece “esplodere” sino al raggiungimento dell finale promozione. Siccome il punto di partenza è simile, può accadere di nuovo? E cosa serve affinché succeda? «Succederà se sapremo acquisire più costanza nella nostra solidità mentale, perché tutto dipende sempre e solo dalla testa – dichiara Cinciarini -. Questo è l’aspetto sul quale dobbiamo ancora lavorare e stiamo lavorando di più in palestra: essere caratterialmente forti e duri per 40 minuti».
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CALCIO
A cura di Emanuele Bandini Foto Fabio Casadei
Cesena FC: La rinascita bianconera e l’ambizione di conquistare la serie B Il Cesena FC ha vissuto una vera e propria rinascita nel 2018, emergendo dalle ceneri dell’AC Cesena con una nuova proprietà determinata a ripristinare l’onore e la gloria del club bianconero. Oggi, sotto la guida del presidente John Aiello, il Cesena FC è più che un club: è una promessa di eccellenza nel mondo del calcio. La storia recente del Cesena FC è stata segnata da importanti trasformazioni. Nel dicembre 2021, un gruppo di imprenditori americani ha acquisito il 60% delle azioni, seguito da un ulteriore passo decisivo il 29 novembre 2022, quando JRL Investment Partners LLC ha completato l’acquisizione totale del club, detenendo ora il 100% delle azioni. Sotto la guida del direttore sportivo Fabio Artico, il Cesena FC non è solo una realtà calcistica professionisti-
ca ma anche un catalizzatore per lo sviluppo dei giovani talenti. Attualmente, sei giocatori provenienti dal vivaio del Cesena (Pieraccini, Francesconi, Berti, Shpendi, Giovannini e David) militano con successo in prima squadra, rappresentando un esempio tangibile dell’incessante impegno del club nel fornire opportunità ai giovani emergenti. Il club investe in modo significativo nel futuro del calcio, gestendo ventuno squadre giovanili che coinvolgono quasi seicento ragazzi, oltre a una Sezione Femminile di spicco nella Serie B del Campionato Nazionale. Il fulcro di tutte queste attività è l’Orogel Stadium Dino Manuzzi, con i suoi 20.164 posti a sedere, uno degli stadi che ha ospitato con orgoglio gli Europei Under 21 nel 2019. Il 2023 è stato un anno di record e alti e
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bassi per il Cesena FC. Lo scorso giugno una sconfitta inaspettata nei play-off contro il Lecco ha bruscamente interrotto il sogno della promozione. Tuttavia, nonostante la delusione, il Cesena FC in questa stagione dopo un impressionante girone d’andata, si è fregiato del titolo di campione d’inverno come mai gli era riuscito nella sua storia tra i professionisti. Nel 2024, in un clima di spirito olimpico, il Cesena FC si prepara ad affrontare nuove sfide e ambizioni. Con una media punti stagionale superiore persino a club prestigiosi come l’Inter, il Cesena FC mira a conquistare la Serie B. Il record di 79 punti ottenuto nella stagione 2022-23 potrebbe essere presto superato, e la squadra ha ora la possibilità di demolire il primato di 83 punti del Cesena di Giuseppe Angelini in Serie D. Detto questo, il Cesena FC non si pone solamente l’obiettivo di stabilire nuovi record, ma di ottenere risultati tangibili. Con il sostegno di una squadra coesa e un roster di giocatori determinati, il club guarda al futuro con ambizione e determinazione, pronto a scrivere un nuovo e glorioso capitolo nella sua storia calcistica.
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PODISMO
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Podismo: Lorenzo Lotti, una vita sempre di corsa Da Predappio ai Mondiali Ultramarathon in India Scoprire il mondo del running a 30 anni, come terapia per risolvere alcuni problemi alla schiena, e in neppure otto diventare il Re delle distanze estreme e il simbolo a livello nazionale di una disciplina «che da grande passione si è evoluta sino a dare vita a una vera e propria azienda». Il tutto partendo da Predappio, il Comune in cui lui, il 38enne Lorenzo Lotti, è anche assessore allo Sport. Una vita, la sua, “sempre di corsa”, come recita il titolo del manuale tecnico che ha recentemente pubblicato e il nome del marchio da lui creato e che lo vede svolgere attività di coaching professionale. Di corsa da una città all’altra, coniugando lavoro, famiglia, impegni istituzionali, Lotti è il maratoneta più cercato dai grandi brand del settore, il primo e maggiore influencer italiano nel running,
è persino entrato nel Guinness dei Primati. Soprattutto è quello che sulle strade sta vincendo tantissimo, al punto da diventare il 30 settembre scorso campione italiano di ultramaratona. A Torino, sul circuito del Parco Valentino, il predappiese ha vinto il titolo tricolore assoluto di 100 km conquistando anche la maglia azzurra della Nazionale. «In realtà avevo pianificato la stagione sulla 100 chilometri del Passatore, ma l’alluvione ha portato a cancellare l’appuntamento e l’assegnazione del titolo italiano è stata trasferita alla “100 km delle Alpi” – racconta Lorenzo Lotti -. Questo ha implicato rivedere tutta la preparazione e per una gara su queste distanze non è semplice visto che servono 4-5 mesi di lavoro mirato. Inizialmente non era stata fissata neppure una data precisa, in più avevo
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già programmato un viaggio con la famiglia negli Stati Uniti a fine luglio». Lotti l’ha sfruttato per allenarsi. «Cercando di non intralciare troppo la vacanza, ho percorso 25-30 chilometri due volte al giorno, poi la gara, che prevedeva pure un dislivello di 1.200 metri, è andata come meglio non potevo immaginare». Titolo italiano e “tempone”. «Volevo stare sulle 7 ore e 15 minuti e ho chiuso in 7 ore e 8 minuti. Ora andrò ai Mondiali di 100 km che si svolgeranno in India probabilmente a dicembre, rappresentando l’Italia assieme ad altri 5 atleti: è la mia prima convocazione, dovrò anche giurare sulla maglia azzurra e più ci penso più è un’emozione incredibile». Chiuso il 2023 con anche 4 vittorie in maratone Fidal (Messina, Ragusa, Catania e Assisi) l’appuntamento iridato è già in cantiere: «Il 7 gennaio ho già corso, e vinto, la Super Marathon di Forte dei Marmi, poi il 28 gennaio correrò la maratona di Miami, il 25 febbraio sarò a Osaka e poi farò quella di Londra». E per il 2025 c’è già un nuovo obiettivo: il secondo Guinness World Record dopo quello dei 50 km spingendo il passeggino con sopra suo figlio Raimondo di 7 mesi. «A maggio nascerà il mio secondo figlio e come ho voluto realizzare un record col primo, lo stesso farò con lui» sorride Lotti.
HOCKEY
A cura di Enrico Pasini Foto Callegari-Studio Frasca
Hockey Inline serie B Giovani War Pigs crescono… e bene Una bellissima corsa interrottasi forzatamente e dolorosamente proprio sul rettilineo finale a causa di un trauma improvviso che ha messo in ginocchio non solo una squadra, ma tutta una città. Un cammino, però, che riprende all’insegna dei giovani, dei progetti, delle ambizioni e anche delle soddisfazioni. È quanto ha vissuto, e sta vivendo, la Libertas Hockey inline Forlì, che sta affrontando la stagione 2023-2024 in serie B ancora una volta da protagonista dopo essersi trovata costretta a mettere da parte disco, mazze e pattini, sostituendoli
a maggio con stivali di gomma e badili da utilizzare per ripulire la città dal fango dopo l’alluvione. Evento che portò alla fine anticipata del campionato quando i “War Pigs” erano all’inizio della serie di semifinale play-off contro i Fox Legnaro. Non c’erano le condizioni per giocare e, allora, gli avversari passarono d’ufficio in finale per poi vincerla ed essere promossi in serie A. Da quel momento di buio improvviso, però, non solo si è ripresa Forlì, ma anche la Libertas, che ha deciso di avviare un nuovo progetto tecnico rinnovando profondamen-
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te la squadra. Forlì è ripartita con tanti giocatori “fatti in casa”, un’età media della rosa più bassa con numerosi elementi dall’Under 18 reduce dalle finali nazionali di categoria, e solo 4 atleti “fuori sede”. L’obiettivo? Gettare quest’anno le basi per potere mettere nel mirino il ritorno in serie A nell’arco di due o tre anni. Lo sguardo, dunque, è proiettato al futuro, ma la squadra allenata da Roberto Rizzoli è protagonista sin d’ora di un torneo cadetto dominato dal Vicenza Hockey, ancora imbattuto dopo 11 giornate. È la squadra vincitrice dello scudetto 2023 riposizionatasi in estate in serie B e, ovviamente, sta facendo valere una netta superiorità. Alle sue spalle, però, ci sono proprio i War Pigs, che nell’ultima gara casalinga (al pattinodromo di via Ribolle si gioca sempre il sabato alle 19.30) nonché prima del nuovo anno, hanno travolto 10-0 i Mammuth Roma. Forlì seconda, con solo 3 sconfitte maturate sinora, due delle quali contro Vicenza. Un risultato provvisorio più che soddisfacente, forse superiore alle previsioni della vigilia, che si porta dietro anche l’accesso alle semifinali di Coppa Italia in gara secca disputatasi il 21 gennaio sulla pista amica contro Viareggio. Il traguardo principale, però, è quello dei play-off cui accederanno alla fine delle 20 giornate di regular season (l’ultima sarà il 6 aprile) le prime 4 in classifica. Semifinali in 3 gare dal 13 al 21 aprile, finalissima al meglio delle tre partite, che andrà in scena dal 27 aprile al 5 maggio. È a questa decisiva fase che la Libertas vuole tornare. Questa volta per giocarsela davvero e, perché no, per sognare una finale con Vicenza. Sarebbe il modo migliore per avviare un progetto nuovo, ma già di successo.
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A cura di Emiliano Tozzi Foto Studio Frasca
mo che un po’ di attenzione in più da parte della città ci avrebbe fatto piacere. Ciò che in sostanza servirebbe per far bene le cose, già da voi proposte a un livello assolutamente ragguardevole … “Seguo il mondo dello sport da una vita. Abbiamo una società sana (presupposto non così ovvio al giorno d’oggi) con un settore giovanile assolutamente di valore, sia per numeri che qualità espressa. La nostra U18 in coabitazione con la Mosaico Ravenna a livello nazionale sta vincendo tutte le partite. Siamo primi in tutti i campionati giovanili cui partecipiamo. Questo ciò che dice la realtà di noi, nonostante da un punto di vista mediatico non si ottenga uguale considerazione.
Volley Libertas: la qualità sopra i problemi È un Riccardo Molinari vispo e dinamico, quello intervistato in qualità di vicepresidente della Libertas Volley Forlì. Molinari: risolti i problemi alle vetrate del palazzetto? “Siamo rientrati al Ginnasio sportivo di Viale della Libertà quattro giorni prima che iniziasse il campionato, dopo varie insistenze nostre e di altre società sportive che usufruiscono del medesimo impianto. Certamente non è stato un periodo facile. Il nostro più grande rammarico è che da questa situazione sono state in primis le ragazze a rimetterci, con un
avvio di campionato ”rallentato” da una situazione logistica certamente non facile. Ce lo aspettavamo, dopo aver cambiato l’intero sestetto base e la direzione tecnica. Abbiamo perso un paio di partite ma nei mesi di novembre e dicembre siamo poi riusciti a riportare la situazione in una condizione di assoluto controllo, riportandoci in una condizione di medio alta classifica. Assolutamente soddisfacente dal nostro punto di vista. Il rammarico comunque resta. “Certo. Facciamo un campionato di livello nazionale con giocatrici professioniste. Dicia-
Non una realtà di basso livello per la città di Forlì. “Siamo certamente interessanti. Da tre anni giochiamo in B1, con ragazze di 16 anni come Martina Simoncelli (la figlia di Susy Sbarzaglia) e Letizia Bellavista che provengono dal nostro vivaio e sono stabilmente in prima squadra da protagoniste. Andando avanti coi nostri progetti e principi siamo arrivati a giocarci la promozione, senza nemmeno intenzionalmente cercarla. Di per sé già una bella soddisfazione. “Il frutto del lavoro insieme all’idea di avere il più possibile in squadra giocatrici forlivesi, come il nostro libero Giorgia Gregori, biancorossa purosangue. Certo, l’esperienza di qualche giocatrice proveniente da fuori rimane un punto irrinunciabile su cui costruire i nostri programmi, ma anche in questo senso le cose procedono al meglio.” Al meglio, per chi sappia costruire un’opportunità. A fronte di un problema.
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A cura di Emanuele Bandini Foto fornite dalla Società
La scena del nuoto a Forlì: In primo piano le società Rari Nantes Romagna e Forlì Nuoto La scena del nuoto a Forlì: In primo piano le società Rari Nantes Romagna e Forlì Nuoto. La Rari Nantes Romagna, nata nel 2016 dalla fusione di importanti realtà natatorie del territorio di Forlì, si sta consolidando come un pilastro nello sport locale. Marco Bandini, presidente e legale rappresentante, gioca un ruolo chiave fin dalla fondazione. La missione della RNR è stata sin da subito quella di promuovere l’attività natatoria in tutte le sue sfaccettature, spaziando dalle competizioni agonistiche al nuoto paralimpico. La fusione delle principali realtà natatorie, unita alla collaborazione con il Gruppo Around Sport, gestore di impianti sportivi, ha generato una
realtà competitiva e stimolante per le generazioni future di atleti. Nei primi tre anni, la società ha vissuto una crescita straordinaria, passando da circa 80 tesserati nel primo anno a un notevole numero di 350 atleti alla fine del 2019. Tale espansione ha coinvolto diverse categorie, dagli 8 ai 14 anni fino alle categorie master over 65. Tra i successi più significativi, la RNR può vantare campioni regionali, partecipazioni ai campionati italiani di nuoto agonistico, la promozione in Serie C della squadra di pallanuoto e numerosi podi nei campionati italiani a squadre di nuoto sincronizzato. Il 2020 ha portato sfide inaspettate con l’arrivo della pandemia, ma la
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resilienza della Rari Nantes Romagna si è dimostrata senza eguali. Grazie all’impiego di tecnici specializzati e esperti psicologi, la società è riuscita a mantenere accesa la fiamma della passione degli atleti attraverso sessioni di allenamento virtuale. Il secondo lockdown è stato particolarmente complesso dal punto di vista economico, ma la determinazione della società ha permesso la continuità delle attività agonistiche, con la piscina di Forlì che è rimasta operativa. L’impegno economico è stato notevole, ed ha coinvolto il Comune, il Gestore e la Società, ma il risultato è stato la riapertura della stagione 2023/2024 con tutti i 350 atleti ancora attivi. Attualmente, la RNR continua a dominare le corsie dei tre impianti con allenamenti quotidiani. La società ha stretto convenzioni con centri medici locali per visite sportive agevolate e ha potenziato la sezione nuoto paralimpico, affiliandosi alla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico (FINP) con l’obiettivo di partecipare a un campionato del mondo. Non limitandosi alle sole competizioni, la Rari Nantes Romagna promuove attivamente cinque eventi nel territorio romagnolo, dimostrando un impegno costante nella comunità locale. Due di questi
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NUOTO eventi sono realizzati in collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto (FIN), mentre i restanti tre sono di carattere regionale con relativi enti di promozione sportiva. Forlì Nuoto, istituita nel lontano 1979, si erge non solo come una squadra agonistica, ma come un’autentica famiglia, legata dalla passione per la competizione e lo spirito sportivo. Al timone di questa straordinaria squadra si trova Alessandro Resch, il Direttore Sportivo. Il suo contributo come atleta, allenatore e innovatore nel campo della biomeccanica e della tecnica di nuotata lo ha reso un punto di riferimento nazionale. Parallelamente, il Direttore Tecnico Andrea Resch ha ampliato la portata internazionale della squadra, ricoprendo il ruolo di Commissario Tecnico della nazionale del Kuwait e portando con sé un prezioso bagaglio di esperienze e idee innovative. Massimiliano Resch, nelle vesti di Allenatore del Gruppo Assoluti e Preparatore Atletico della squadra, contribuisce in modo
A cura di Emanuele Bandini Foto fornite dalla Società
significativo all’evoluzione e alla crescita della squadra. Il club si distingue ulteriormente per la presenza di allenatori specializzati, tra cui spiccano nomi come Vittoria Marcacci, recente arrivo nello staff, che guida il Gruppo Esordienti, portando con sé una ricca esperienza ai Campionati Italiani Giovanili, ed Eleonora Vallicelli, con trent’anni di esperienza nell’insegnamento del nuoto, ideale guida per il Gruppo Academy, preparando i nuotatori più giovani a diventare gli atleti di domani. Il Forlì Nuoto può vantare una lista impressionante di atleti di spicco che hanno scritto la storia del club. Fabio Lombini, cresciuto nella squadra a 13 anni, ha rappresentato l’apice del talento, conquistando successi nazionali e internazionali. La sua triste scomparsa nel 2020 in un incidente aereo ha segnato profondamente la storia del club. Beatrice Siboni, specialista della velocità, ha ottenuto notevoli risultati ai Campionati Italiani Assoluti, guadagnandosi
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medaglie di bronzo nei 50 Dorso e la convocazione in Nazionale per le Universiadi 2019 di Napoli, diventando l’unica atleta femminile forlivese a raggiungere un traguardo così prestigioso. Il club non si limita a sviluppare talenti interni, ma attrae anche atleti di alto profilo che scelgono di allenarsi a Forlì. Fabio Scozzoli, cresciuto sportivamente a Forlì ma ormai imolese di adozione, si è allenato con il Forlì Nuoto per diversi mesi nella stagione 2015-2016. In seguito a un grave infortunio al ginocchio, che lo aveva allontanato dai successi per diversi anni, Scozzoli ha trovato nel Forlì Nuoto la possibilità di rinnovarsi e migliorare la sua tecnica di nuoto. Altri atleti di calibro internazionale, come Lisa Angiolini, Giorgia Romei, Filippo Megli e Laura Letrari, hanno scelto il Forlì Nuoto come riferimento per la cura della tecnica di nuoto e l’aspetto biomeccanico. Guardando al futuro, il Forlì Nuoto si impegna nel progetto “Academy”, avviato nella scorsa stagione. Quest’iniziativa non solo mira all’eccellenza sportiva, ma anche a coltivare una nuova generazione di atleti completi, capaci di bilanciare il divertimento con un serio impegno tecnico.
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A cura di Emiliano Tozzi
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Satanassi il rugby e i giovani “Va da povero vecchio. Con l’umidità è sempre peggio ma il cervello funziona benissimo.” Al punto che a chiedergli dell’ultima Coppa del Mondo di rugby, c’è un’indicazione precisa per cui nell’emisfero sud del pianeta sembri ogni volta che pratichino un’altra disciplina sportiva. “Già 10 anni fa hanno impostato metodologie e un’organizzazione dei campionati in funzione della Nazionale. Fantascienza per noi europei.” Fantascienza per Paolo Satanassi, presidente del Rugby Forlì 1979 che non gli fa comunque perdere di vista il valore intrinseco della propria società sportiva in un’ottica di più ampio respiro. “Abbiamo la fortuna di avere un riferimento importante nella squadra “Romagna” di Cesena che milita in serie B. Quando abbiamo
dei giocatori di valore cerchiamo di farli approdare lì. Come società Forlì non avremmo i mezzi per far compiere a un ragazzo che meriti il medesimo percorso. Sono tutti romagnoli. Se vuoi un piccolo vanto per tutte le società che collaborano a questo progetto. Poi ti può capitare l’eccezione come Mattia Zecchini che te lo viene a prendere il Colorno che milita in TOP serie e non gli puoi dire di no, anzi. Ho solo piacere. Come mi è successo con un U19 e un U20 che sono finiti nel giro della Nazionale. Se hanno fatto qualcosa di buono mi piace pensare che glielo abbiamo insegnato noi a Forlì. Il modo di praticare sport nel tempo è cambiato profondamente. Il rugby? “C’è un problema di fondo. Se oggi in Veneto 1000 ragazzini praticano rugby dopo un anno sono 200. Una volta a scuola, il professore di educazione fisica t’indirizzava verso un possibile disciplina da pratica-
re. Adesso si va a sentimento e il più delle volte son delusioni. Come successo col figlio di una mia amica, che abbiamo tirato su fino ai 12 anni. Decide di cambiare ed è andato a giocare a calcio. Voleva fare Ronaldo e l’han messo in porta. Poi quest’anno gli han detto chiaro e tondo: “Siete in 5 dovete rimanere in 3.” Capisci che un bambino cosa fa: smette. Ma di fare qualsiasi cosa.” Un bel problema. “Se non hai risultati oggi gli sponsor non ti considerano.” I vostri giovani? “Gli U16 e U18 sono sguarniti. Dobbiamo accordarci con altre società di rugby e non riusciamo ad avere così ricambi in prima squadra. Per questo stiamo lavorano forte su U14 e U12 finché regge la motivazione. Bullismo con un gioco così duro? “Mi vanto di poter dire che da noi tra le nuove generazioni, il bullismo non esiste. Come ti dissi già l’altra volta, il rugby forma prima persone e cittadini. E poi dei giocatori. Per noi il rugby è una grande famiglia: con valori da vera famiglia.” Se mai qualcuno, potesse avere dubbi su come la pensi. Il presidente Satanassi.
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A cura di Emanuele Bandini Foto fornita dalla Società
Matteo Matteucci quando, dopo la vittoria del campionato cadetto, la compagine romagnola ha partecipato per due stagioni consecutive al campionato di serie A2, sfiorando nel 2014 la promozione nel massimo campionato nazionale di serie A. Bandiera della squadra è lo storico capitano Luca Cangini Greggi, vera e propria istituzione forlivese; classe 1983, Luca veste la maglia dei galletti dal 2000 quando appena 17enne entrò nel settore giovanile biancorosso per poi divenire capitano nel 2008 e fresco del compimento dei 40 anni è anco-
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Il Calcio a cinque Forlì è una società sportiva fondata dal presidente Decimo Bellini nel 1998, che si è imposto come punto di riferimento del movimento calcettistico romagnolo a livello nazionale. Un traguardo storico ed unico in tutto il panorama nazionale quello raggiunto da Bellini e il suo socio Massimo Conficconi, che hanno festeggiato i 25 anni di attività. Una storia lungimirante e gloriosa quella della società forlivese che ha raggiunto il suo picco in termini di risultati sportivi nel triennio tra il 2013 e il 2015 durante la gestione di mister
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Calcio a Cinque Forlì: 25 anni di passione, trionfi e crescita sportiva
ra in prima linea in campo a guidare i suoi compagni. Attualmente, la compagine romagnola partecipa al massimo campionato regionale di serie C1 col nome del Main sponsor Oleodinamica Forlivese: nel 2018 la crisi economica che ha colpito il nostro territorio ha imposto alla società di rinunciare ai campionati nazionali, ripartendo dal campionato regionale di serie C2 sotto la responsabilità tecnica del nuovo direttore sportivo Maicol Ghirelli. Una crescita costante quella degli ultimi anni con il ritorno nel campionato nazionale di serie B sfumato solo nella semifinale della fase nazionale dei play-off promozione dopo il secondo posto nella regular season e la vittoria dei play-off regionali. Dopo due stagioni ai vertici della categoria in estate, la società ha dovuto prendere la decisione di ringiovanire la squadra visto il ritiro di alcuni senatori, ripartendo da interessanti giovani prospetti del territorio ma con un conseguente ridimensionamento degli obiettivi. La squadra allenata da mister Filippo Mingozzi ha comunque chiuso il girone d’andata a metà classifica con un buon margine di sicurezza sulla zona play-out. Fiore all’occhiello della società è il florido settore giovanile. Dopo la sospensione dell’attività giovanile imposta dalla pandemia, la società è dovuta ripartire praticamente da zero, ma il lavoro svolto dai responsabili Federico Rustignoli ed Andrea Masotti sta riportando la cantera biancorossa ai fasti del passato anche grazie alla sapiente guida tecnica del mister della formazione Under 21 Alessandro Casadei, ex bandiera del Forlì dei primi anni duemila.
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A cura di Enrico Pasini Foto fornita dalla Società
Taekwondo: i talenti della Polisportiva Edera È ormai giunta alla soglia dei 40 anni di attività e presenza come punto di riferimento a Forlì dell’arte marziale che conta il maggior numero di praticanti in tutto il mondo, ma stando ai risultati di livello nazionale e internazionale che continua a mietere, l’Edera Taekwondo Forlì-Forlimpopoli non sente affatto il peso dell’età. Anzi, per il sodalizio fondato nel 1985, c’è una sorta di “seconda giovinezza” che perdura dal 2009, quando sotto la guida del direttore tecnico Filippo Rosati, una lunga serie di promesse, ha saputo conquistare titoli in ogni categoria. Soprattutto con le ragazze, perché a Forlì il 90% del totale
dei tesseramenti è declinato al femminile. Quanti titoli? Rosati li snocciola con sicurezza: «In bacheca abbiamo 38 ori, 54 argenti e 37 bronzi solo a livello di campionati italiani – elenca -. A questi vanno aggiunti un bronzo con la 2003 Linda Cecchi agli Europei di Dublino 2019 e uno a Mondiali Cadetti 2014 con Irina Volocaru. Tante altre nostre atlete, però, sono state selezionate dalla Nazionale partecipando a campionati continentali e iridati o ne fanno parte ancora come Martina Corelli, due volte campionessa italiana Senior. Risultati che ci inorgogliscono, tanto quanto vedere che atlete da fuori provincia
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o regione scelgono Forlì per allenarsi e crescere». Dal primo titolo tricolore Senior che Filippo Rosati conquistò con Lisa Gattella, sino ad arrivare a un 2023 targato, soprattutto, Letizia Biserni. È stata la forlivese del 2005 a conquistare i risultati più eclatanti. «A novembre 2022 aveva ottenuto il bronzo agli italiani di Torino, poi a giugno al Foro Italico ha vinto la Coppa Italia nella categoria -49kg proprio nel giorno del suo 18° compleanno e alla sua seconda gara tra gli Assoluti. Era la più piccola ed è stata bravissima. Peccato che dopo abbia risentito della mancata convocazione in Nazionale, ma poi ha ripreso salendo alla categoria -53kg e a fine novembre agli Italiani di Ancona è arrivata ai Quarti nonostante un infortunio al piede. Unica atleta a strappare, nettamente, un round alla futura campionessa Anna Cuorvo». Ad Ancona ha brillato la 2002 Alessia Sturari. «È giunta terza nella -49kg, ma si è dovuta ritirare per un infortunio al tendine e dovrà operarsi», spiega con un velo d’amarezza nella voce, Rosati. L’Edera, comunque si coccola tanti altri talenti già vincenti come Irina Calugareanu, nazionale moldava, e i giovanissimi del 2010 neo campioni regionali, Mattia Szabo e Martina Mingozzi. Un movimento in salute e in ritrovata crescita. «Il Covid per noi è stata una mazzata: avevamo otre 100 tesserati e siamo scesi a meno di 20 nel 2020-2021. Ora siamo risaliti a 45 con nuovi corsi di avviamento e di base dai 2 ai 3 giorni settimanali all’Edera. Il bello di questo sport è che è molto più di squadra di quanto non si pensi, è aggregante, dà sicurezza e autostima, aiuta a vincere le paure».
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A cura di Emiliano Tozzi
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Gaspari: “Diobò” che romagnolo Enrico Gaspari da Castrocaro non è semplicemente un romagnolo che corre alla Dakar. Se volete la sua (e nostra) “razza” è ancora più peculiare. Un “romagnolo da esportazione”. Uno di quelli che porterebbe ed esporterebbe ottimismo tanto in una deserta e ghiacciata landa siberiana, quanto nel bel mezzo del deserto, come in fondo gli è capitato di vivere nella tappa marathon di Shubaytah, rimanendo a secco a due chilometri dal bivacco di arrivo. Due chilometri che costano oltre tre ore di ritardo in classifica generale. Eppure, al telefono Enrico non dà alcun segno di cedimento morale, regalandomi una fragorosa risata. “Siamo rimasti a bere come oche in mezzo all’acqua…” Un ossimoro in termini, trovandosi Enrico in mezzo al deserto saudita. Tre ore finché non li raggiunge la vettura gemella della squadra TH-Trucks per cui Gaspari corre. Gli regala quei 5 litri di benzina che servono per
raggiungere il traguardo e ricominciare. Dove il sogno di raggiungere il traguardo finale di Yanbu resta per tutti il miraggio da concretizzare. Ma un romagnolo da esportazione appunto, non può fermarsi alle prime difficoltà, al seme anarchico della sconfitta che alberga nell’animo dei mediocri. Tra foto e filmati (Enrico per sua stessa ammissione è un fotografo mancato), intendi cosa i suoi occhi vedano. Cosa le sue orecchie sentano. Vive, percepisce ogni cosa della sua vita ancora più unica e viva. Enrico Gaspari da Castrocaro. Pezzi dissaldati che saltano, cinghie che si rompono, elettroventole che esplodono, posizioni in classifica che si perdono. Non importa. Il romagnolo d’esportazione non fa una piega. Eufemisticamente “scanchera”, come un comune Peppone col suo trattore sovietico, ma poi sistema le cose e infine riparte. Capisce che la vera vittoria è esserci, nonostante Saturno
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contro e un oceano di avversità. E poi, come Enrico, recuperare in classifica 60 posizioni in un solo giorno. Come disse Archimede: “Datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo.” Più o meno lo stesso pensiero di Gaspari. “Datemi una duna da raggiungere e la supererò. A tutta velocità.” Senza mai dimenticarsi che oltre al suo fidato meccanico argentino Jaton Facundo, in un angolo del suo animo, l’amico Marco Carrara continua a correre con lui sotto al volante. In un adesivo che Enrico tocca, prima di cominciare ogni tappa, in quel solo cammino chiamato amicizia. Perché la bellezza di un viaggio, dipende sempre insieme a chi, lo porti a termine. Datemi una duna da raggiungere. E poi fermarsi. Anche solo un attimo. E come soltanto un romagnolo potrebbe dire alla Sic, guardandosi attorno, respirare ed esclamare. Diobò che bello. Proprio così Enrico. Diobò che romagnolo.
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Ferrari-Lamborghini: anatomia di un confronto Proprio così. Come in un improbabile duello tra una Countach e una Mondial 8 nel film “Lamborghini (l’uomo dietro la leggenda)”. Talmente improbabile, al punto di essere uno dei possibili motivi d’interesse del prossimo mondiale Wec in ottica 2024. Perché se la F1 continua a dimostrarsi un’enclave sempre più esclusiva e glamour, quello che fu il mondiale di durata sembra destinato ad assumere i contorni della nuova terra promessa del motor sport. Attirando a sé piloti e costruttori come un’indefessa sirena incantatrice. Verso Le Mans e il suo mito inossidabile. Dopo Ferrari e la sua 499P, l’anno prossimo anche il Toro di S. Agata
farà la sua apparizione nel Wec col modello Sc-63, determinando la costruzione della propria biposto in base al regolamento tecnico “Lmdh”, a differenza di Maranello che ha scelto di progettare la propria vettura su specifica “Lmh”. L’assenza di una “d”, per una profonda diversità costruttiva e tecnica. Vediamo quale. Al termine della stagione 2022, le due sponde dell’Atlantico hanno finito per unirsi in un unico regolamento tecnico, creato congiuntamente dall’ “International Motor Sports Association” (Imsa) e dall’ “Automobile Club de l’Ouest” (Aco). Entrambi sotto egida internazionale Fia. La Lamborghini Sc-63 è una vettura costru-
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ita su base regolamentare Lmdh (Le Mans Daytona Hybrid) redatto dall’Imsa. Una biposto in cui obbligatoriamente vi è una configurazione ibrida e l’uso di componenti utilizzabili esclusivamente tra quelli indicati dalla stessa Imsa. Il telaio può essere scelto tra 4 possibili fornitori (Dallara, Ligier, Oreca e Multimatic), mentre la parte ibrida è fornita dalla sola Bosch su pacco batterie Williams (si, quella della F1), come per la trasmissione, realizzata esclusivamente dall’inglese Xtrac. Unica possibile variabile sul tema l’unità termica. Sia per cilindrata che tipologia, come del resto per le linee di carrozzeria del corpo vettura. La Ferrari 499P è costruita invece su base regolamentare Lmh (Le Mans Hypercar) redatta dalla Fia-Aco. In pratica su queste specifiche, la vettura può essere la versione da gara di un auto stradale già esistente oppure essere un prototipo disegnato appositamente per la categoria, con libertà per il costruttore di utilizzare o meno la propulsione ibrida. In ogni caso, la potenza del motore non può superare i 680 cavalli (a parte possibili intereventi del Balance of Performance, detto “Bop”). Differenze? Un regolamento Lmdh offre indubbi vantaggi economici ma anche limiti sul possibile sviluppo tecnico in divenire, considerando l’elevato numero di parti comuni con altri costruttori (Per Lamborghini, in ambito Wec trattasi di Porsche, Bmw, Alpine e Cadillac). Una scelta di campo opposta a quella compiuta dalla Ferrari con la sua 499P, la cui base Lmh permette una maggior evoluzione tecnica, a fronte di investimenti iniziali sia di progetto che realizzativi certamente più elevati. Scelte di campo. Anatomie del confronto che verrà nel Wec, tra Toro e Cavallino. Senza dimenticare l’Isotta Fraschini (Lmh) di Michelotto e soci, per un’Italia alla ricerca del proprio spazio. Nel mondo delle gare di durata.
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Fitness e musica in centro E’ sempre più frequente vedere persone che praticano attività fisica, corsa e camminata ma non solo, anche per le strade delle nostre città. Incrociare però un gruppo di una ventina di persone che si muove a ritmo di musica nel pieno centro di Forlì non è sicuramente usuale, ma forse qualche settimana fa a qualcuno è capitato. Infatti, anche per ammirare le luminarie e le scenografie
della “Forlì che Brilla” è ormai diventata un’ apprezzata tradizione per l’ASD Stradafacendo traferirsi dalle usuali “palestre all’aria aperta”, utilizzate normalmente ovvero i parchi urbani della città, nelle piazze e per le strade del centro cittadino per svolgere durante il periodo festivo qualche allenamento di Workout Fitness Silent. La caratteristica di questa attività sportiva, adatta a tutti, è proprio il fatto che si può praticare in qualsiasi luogo, isolandosi dal contesto con una completa immersione, tramite cuffie wireless, nella musica che scandisce i ritm i degli esercizi guidati dalle indicazioni dell’Istruttore. Tutto l’apparato muscolare viene attivato, partendo dalle gambe, passando per gli addominali sino ad arrivare alla parte superiore e alle braccia, sia con supporti elastici
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sia utilizzando, se disponibili, appoggi presenti nei luoghi dove si svolgono le lezioni. Le play-list vengono costantemente aggiornate e spaziano un po’ in tutti i generi musicali, mentre i ritmi partono sempre in maniera tranquilla per permettere al fisico di scaldarsi, per poi aumentare gradualmente innalzando la frequenza cardiaca sino alla fase finale di stretching e rilassamento. Un movimento continuo e ritmato, che spesso suscita stupore ed ilarità per chi da fuori non può ascoltare la musica, ed in special modo in queste lezioni in centro città in tanti si chiedevano cosa stesse facendo questo gruppo che si aggirava con strane cadenze tra le bancarelle, i portici e le vie dello shopping natalizio. Ovviamente si tratta di lezioni un po’ particolari, in quanto il massimo dei benefici lo si ottiene in contesti naturali, dove per quasi tutto l’anno, salvo situazioni meteorologiche particolari, è possibile praticare questa coinvolgente attività fisica per il tramite dell’ASD Stradafacendo, che si può conoscere tramite gli account social o visitando il sito www.stradafacendoasd.it, mediante il quale è possibile scoprire anche altre proposte di attività, come ad esempio il Nordic Walking o la Ginnastica Funzionale, svolte però sempre e solo in “palestre all’aria aperta”.
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