Luglio/Agosto n. 3 (Italiano)

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JULY / AUGUST 2017

NO. 3

DISCOVER

NAPLES

TRAVEL AND FOOD MAGAZINE

SYLVAIN BELLENGER Intervista al Direttore del Real bosco di Capodimonte

ALLA SCOPERTA DI

STREET FOOD

in viaggio verso Bacoli e Miseno

Cuoppo Allese & ò Per é o muss

PHOTOGRAPHED BY LISA SICIGNANO


"Un proverbio italiano dice: Vedi Napoli e poi muori! ma io dico: Vedi Napoli e vivi, perché c'è molto qui degno di essere vissuto." ARTHUR JOHN STRUTT

#DISCOVERNAPLESMAGAZINE


02

DISCOVER NAPLES MAGAZINE

IL PROGETTO DEL MAGAZINE

Raccontare e offrire ai turisti quello che per noi napoletani rappresenta davvero Napoli. Raccontare attraverso le foto che Napoli è una città che vive di storia, di cultura, di tradizioni, di spettacolo, di folklore, di cibo, di mare e di pallone. Una città che ha oltre 2800 anni di storia e conserva tradizioni uniche che vogliamo farvi leggere e vedere. Discover Naples è questo. E’ una rivista che offre ai turisti italiani e stranieri contenuti originali, consigli sui luoghi da visitare e suggerimenti gastronomici. Scriviamo per aiutarvi a capire quanto è magica la città che vi apprestate a visitare, ricca di civiltà e generosità, abitata da

un popolo sempre pronto ad affrontare le difficoltà con il sorriso sulle labbra e con un ottimismo disarmante. La rivista bimestrale nasce online proprio perché #zerowaste, il nostro sito non a caso è ospitato su server con un sistema di raffreddamento a bassissimo impatto ambientale. Il team di Discover Naples magazine ha a cuore il futuro del nostro pianeta e le abitudini dei lettori, infatti, tra i nostri obiettivi importanti da concretizzare, c' è quello di stampare la rivista su carta ecologica certificata. Non ci resta che augurarvi buon viaggio grazie anche alle pagine di Discover Naples.


SOMMARIO 08

04

05

Sylvain Bellenger

02

IL PROGETTO DELLA RIVISTA

15

STREET FOOD

41

EVENTI DI LUGLIO/AGOSTO

47

COME E QUANDO MUOVERSI

49

LEZIONI DI NAPOLETANO

Intervista al direttore del Museo del Bosco di Capodimonte. Di Ciro Cuozzo

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Ricette Napoletane Limoncello e Zingara Di Discover Naples Magazine

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Alla scoperta di Bacoli e Miseno Articolo di Giorgio Nugnes Foto di Lisa Sicignano

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Il quartiere: Possillipo Di Discover Naples Magazine Foto di Pietro Scolorato P. 3 |

DISCOVER NAPLES

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I CONSIGLI DI DISCOVER NAPLES #1

Visitare Napoli, tuffarsi nel suo mare azzurro e prendere il sole? a Napoli tutto è possibile. Che Kayak vuoi?


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VISTA SUL VESUVIO DA CAPODIMONTE


Sylvain Bellenger Intervista al direttore del Museo del Bosco di Capodimonte DI CIRO CUOZZO, FOTO LISA SICIGNANO


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L'INTERVISTA

Vedi Napoli e poi diventi uno dei massimi esperti mondiali di storia dell'arte. Ne sa qualcosa Sylvain Bellenger, 62 anni, da 18 mesi direttore del Museo e del Bosco di Capodimonte, folgorato dalle bellezze artistiche della città quando la visitò a 24 anni. Nato in Normandia, Bellenger ha diretto musei in Francia e negli Stati Uniti. Da novembre 2015 è alla guida di Capodimonte dove resterà in carica per quattro anni. Dal 2016 le visite (180,705) al museo sono aumentate del 24% rispetto all'anno precedente. Nel 2017 il dato è destinato a salire ulteriormente e quota 250mila visitatori sembra un obiettivo facilmente raggiungibile. Un traguardo fino a pochi anni fa insperato per il museo di Capodimonte che con l'arrivo di Bellenger ha avuto una vera e propria rivoluzione, anche in ambito digitale. I social (Facebook, Twitter e Instagram) sono stati implementati proprio per raggiungere quanta più gente possibile. Oggi Capodimonte ha oltre 200 dipendenti, la cui età media è di 60 anni.

L'obiettivo del neo direttore è quello di ringiovanire il personale e internazionalizzare ulteriormente sia il Bosco che il Museo. Direttore Bellenger, ci spiega il suo rapporto con Napoli? La città la conoscevo da anni. Venni la prima volta da solo a 24 anni, quando ero professore di Filosofia a Parigi. Ero in un albergo a Conca dei Marini, in Costiera, e ogni mattina prendevo l'autobus per venire a visitare Napoli.

Cosa la colpì principalmente? Tutto, ma principalmente la pittura di Masaccio. Rimasi folgorato. Decisi quindi di cambiare direzione e dedicarmi alla storia dell'arte. Tornai a casa e dissi ai miei genitori che vivevano in Normandia, mentre io vivevo a Parigi (perché noi francesi lasciamo la famiglia a 17 anni), di voler iniziare a studiare storia dell'arte. La cosa li spaventò ma poi col tempo hanno capito.

Che cosa è cambiato a Capodimonte rispetto a quando la visitò in passato?


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DISCOVER NAPLES

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L'INTERVISTA

Quando visiti il museo come

Già negli anni '90 mandavo una

curatore la tua visione cambia

mail al professore non un

completamente rispetto a

messaggio scritto, una

quella di un visitatore. Così

raccomandata. Capodimonte non

come quando sei direttore. Non

ha un inventario informatico, è

hai più nessun piacere a

tutto su carte. La nostra

visitarlo perché guardi solo le

amministrazione è vintage (ride,

cose che non vanno bene...

ndr).

Ci sono tanti difetti da correggere? Italia le cose che non vanno

Su cosa state lavorando per cambiare questa vecchia abitudine?

sono diverse.

Sull'accoglienza, che è un

Vuoi l'elenco? (ride, ndr). In

concetto molto largo. Grazie ai

Si spieghi...

giovani che stanno lavorando a

Il pubblico non è al centro della

Capodimonte, abbiamo un sito

missione. Paradossalmente lo

internet molto più dinamico.

sono invece i funzionari,

Abbiamo profili social curati bene,

l'amministrazione pubblica, il

perché la comunicazione oggi si

che è una follia totale.

fa sui siti social. Le istituzioni devono devo utilizzare questi

Poi?

canali per presentarsi, per rivelare

I giovani sono stati privati

la propria identità. Qui invece si è

dell'arte, sono fuori dalle

rimasti a una presentazione

strutture culturali e questo è un

ministeriale che capisce solo il

problema enorme. Non parliamo

funzionario. Si utilizza un

lo stesso linguaggio loro. Io lo

linguaggio obsoleto, assurdo che

parlo di più perché in America

io non capisco. Quando parlo, ad

sono cresciuto e ho lavorato in

esempio a telefono, con gli

modo diverso, utilizzando

amministrativi di Roma ci capiamo

sistemi nuovi.

perfettamente. Poi mi scrivono in


Sylvain Bosco

Bellinger

di

Direttore

Capodimonte

a

del

Museo del

Napoli


L'INTERVISTA

via ufficiale e non capisco nulla.

avremmo mai potuto fare sia in Francia che in America.

Come si spiega questa cosa? Due generazioni sono state

Questo perché c'è uno spirito di adattamento?

saltate. Il personale, l'amministrazione, è ormai

Io la chiamo “qualità dei difetti”,

vintage o, meglio ancora,

non c'è nessuna capacità di

antiquata.

anticipare: è questo non è napoletano ma italiano in

Come intende risolvere questa “paralisi”?

generale. Ad esempio riceviamo dal Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturli e del turismo,

Vado avanti per la mia strada e i

ndr) lavori che chiedono un mese

risultati piano piano stanno

di tempo ma da consegnare invece

arrivando, anche in modo veloce.

per il giorno dopo. Perché hanno

Ho un incarico di 4 anni e

aspettato tutto questo tempo per

inizialmente pensavo che sarei

mandare una comunicazione del

riuscito solo a mettere le cose a

genere?

posto, invece siamo a metà percorso ed è già arrivato un successo visibile sia per le

Sta dicendo che c'è molta disorganizzazione?

mostre, sia per il Museo che per il Bosco.

C'è un una gestione dell'emergenza incredibile. Tutti i

Un miracolo...

funzionari sono trasformati in pompieri. Non c'è programmazione,

Le cose più difficili a Napoli sono

non c'è una visione. Questo ci dà

quelli normali, come avere le luci

la capacità di reagire con una

che funzionano. Questo richiede

straordinaria efficacia ma il

una forza di Ercole. Invece

prezzo da pagare è che non c'è

abbiamo fatto una mostra di

ambizione. L'Italia è un paese che

Picasso in 8 mesi che non

manca gravemente di ambizione.



P.

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DISCOVER NAPLES

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Come mai?

Addirittura? Perché Totò entra nel mio ufficio

Mi ha detto “caro Sylvain, ti

ogni tre minuti. Con una storia alla

voglio bene, ma noi abbiamo già

Totò da gestire, con delle soluzioni

un programma di prestiti fino al

alla Totò, che non sono delle

2021. Potremo fare una mostra a

soluzioni. Così il senso del burlesco

Napoli nel 2022...”. Se non si fa

napoletano che mi divertiva tanto

così, se non entri in questo

adesso mi fa arrabbiare. Questo

mondo che anticipa il futuro,

significa forse che sono diventato

resti da solo. Resti isolato,

un vero napoletano...

rispetto ai musei europei e del mondo. L'Italia purtroppo soffre di due cose

Quali?

E' un po' amareggiato da questi atteggiamenti? Napoli ha delle cose molto belle: è uno degli ultimi luoghi che ha

E' territoriale, divisa per città,

conservato qualcosa di naturale.

regioni. Così torna il

Qui c'è una sensibilità umana, anche

campanilismo. Il territorio non è

del passato, che esiste tutt'oggi

la Repubblica, bensì è inteso

rispetto ad altre città italiane,

città per città. Su questo siete

compresa Roma, che hanno perso la

molto divisi.

propria anima. Napoli l'ha conservata, forse ha fin troppa

Cosa le piace dei napoletani?

anima.

complessa. Nel 2010 sono stato

Come pensa di poter migliorare la “qualità dei difetti”?

un anno intero a girare per la

A Chicago è nata la fondazione

città, mi alzavo la mattina ed ero

“Amici di Capodimonte” composta

immerso a Napoli come in un

da tutti italiani tra cui napoletani

libro. Uno dei miei personaggi

emigrati in America, il cui successo

preferiti è sempre stato Totò.

all'estero è straordinario. La

Ora però non lo sopporto più.

fondanzione di diritto americano ha

E' una domanda troppo

l'obiettivo di portare la lingua


inglese al Museo di Capodimonte. Quindi

sono sfumature. Napoli è una

la prima cosa che mi hanno assicurato è

bellezza ferita, umiliata

un curatore americano che verrà qui per 2

innanzitutto dai napoletani stessi.

anni, pagato da loro. Poi mi hanno chiesto

Se tu scrivi il nome della tua

se fossi riuscito a cambiare Capodimonte

ragazza su un'opera del '600

in questi anni da direttore?

questo non è bello, è di una ignoranza totale.

Che cosa ha risposto? Che per cambiare Capodimonte devo cambiare prima io. Vi racconto un altro

Ignoranza però dovuta anche alla mancanza di possibilità che si hanno qui. Concorda?

particolare emblematico: un giorno stavo andando a pranzo in una trattoria vicino

Sarà anche vero che i giovani non

al

hanno futuro ma la loro reazione

Bosco e c'era una signora che stava

finisce col danneggiare solo loro e

prendendo da un albero un ramo di alloro.

il resto dei cittadini anche se in

La fermo e le dico “signora me lei non è al

città c'è poca autorità. A Parigi,

mercato”. Lei, dopo aver appreso che ero

dove essere giovani è diverso (ad

il direttore del Museo, mi guarda e mi fa

esempio andare via di casa a 17

“è più alto di me, mi dà una mano?”

anni), le cose sono diverse. Ci sono almeno 34 piscine che costano 1

Alla fine l'ha aiutata?

euro per i ragazzi e sono aperte fino alle 11 di sera, così come

Certo. Per la signora il Bosco era suo, così

strutture con pc a disposizione dei

come tutto. Parlare di regolamenti, di

giovani per fare qualsiasi cosa. Qui

rispetto per la natura, non aveva senso

non hanno nulla. Non esiste il senso

per lei. Questo è un individualismo totale

e il relativo rispetto del pubblico.

che è tipico di questa città. A Napoli è

Questo paese ha bisogno di

sempre tutto fantastico e terribile, bello e

evolversi. Mi lasci aggiungere

brutto, non ci

un'altra cosa.

Prego... Reazioni del genere danno

un'immagine negativa che poi viene strumentalizzata dai media. Quando sono arrivato qui mi colpì


P.

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la notizia in prima pagina su importante giornale locale. Si riferiva a una rapina del cellulare subita da due ragazze vicino al Bosco. Queste sono cose che accadono ovunque, nella metropolitana di Parigi e nel resto del mondo. Qui invece ho letto titoli fuorvianti. Titoli come “ecco il linguaggio della camorra”, tutto per uno scippo. A Chicago ci sono ogni anno più di 600 crimini commessi da ragazzi di colore e di cui non si parla sulla stampa.

A Capodimonte quali sono i turisti più numerosi? I francesi che hanno una relazione particolare con Napoli, che è anche storica. Non aspettano da Napoli che sia come Torino, ne sarebbero dispiaciuti. Amano questa città ma solo per una settimana...

Lei come si sposta? Prende i mezzi pubblici? In taxi o con amici. Non aspetto bus perché ci vuole troppo tempo. Napoli in questo è come Beirut.

Il suo piatto preferito invece? Pizza a parte... Alici marinate, sono una cosa meravigliosa. E' vero che qui si mangia bene.


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STREET FOOD CUOPPO ALLESSE & Ò PER E Ò MUSS DI DISCOVER NAPLES | FOTO DI LISA SICIGNANO


Da un’antica tradizione napoletana oggi

In passato con mille lire prendevi 3-4 pezzi o

ereditiamo l’usanza d’incartare le castagne

come diciamo a Napoli un po’ di “robba

appena bollite (allesse), in genere quelle

amiscata” per intendere almeno un pezzo di

acquistate dai castagnari (venditori

ogni componente cuoppo chiamato anche a

ambulanti di castagne), in un foglio di

“a otto”: data la povertà in cui versava il

giornale formato a cono (cuoppo). Le

popolo napoletano, il friggitore accettava un

castagne, rilasciando l’umidità, bagnano il

pagamento anche “a rate” fino a otto giorni

cuoppo deformandolo e afflosciandolo, ed

dopo l’effettivo acquisto.

è proprio così che Totò espresse il suo stato

Troviamo riferimenti letterari del “cuoppo” con

d’animo verso la donna amata nel Film

Salvatore di Giacomo, poeta, drammaturgo e

“Totò a Parigi” nel 1958.

saggista italiano di fine Ottocento, autore di

Oggi Cuoppo allesse è un modo di dire

notissime poesie in lingua napoletana. Egli

molto utilizzato a Napoli e si riferisce ad una

descrive la friggitora ed il cuoppo napoletano

donna sgraziata, la cui dote sicuramente

nella poesia “Donn’Amalia e Speranzella”.

non è la bellezza. L’etimologia della parola indica che il termine cuoppo deriva dal

Donn’Amalia ‘a Speranzella,

latino “coppam”, che vuol dire botte, le

quanno frie paste crisciute,

dimensioni, però, sono decisamente

mena ll’oro’int’ ‘a tiella,

superiori a quelle del cartoccio conico,

donna’Amalia ‘a Speranzella.

pertanto, si fa derivare il termine da una

Che bellezza chillu naso

forma latina maschile “coppum”, che indica

ncriccatiello e appuntatiello,

un recipiente di natura più piccola.

chella vocca ‘e bammeniello,

Il termine “cuppetiello”, invece, in italiano

e chill’ucchie, e chella faccia

diventa pacchetto o fagotto, sostantivi che

mmiez’ ‘e tìttelle e ‘a vurraccia

non fanno alcun riferimento alla forma

Pe sta femmena cianciosa

dell’involucro che invece è espressa dal

Io farria qualunque cosa!…

napoletano cuoppo, oggi utile a contenere

Piscitiello addeventasse,

svariate cose: oltre al Cuoppo di castagne,

dint’ ‘o sciore m’avutasse,

infatti, una delle specialità dello street food

m’afferrasse sta manella,

a Napoli è “Il cuoppo di fritti”.

mme menasse ‘int ‘a tiella donn’Amalia ‘a Speranzella!

P.

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Di recente in centro si trovano botteghe

In origine veniva preparata dalla polenta

tipiche, dette Cuopperie, che propongono

avanzata che si induriva seccandosi e veniva

anche il cuoppo di pesce con il pescato

fritta dopo essere stata tagliata

del giorno (in napoletano “paranza” più

grossolanamente.

info nelle lezioni di napoletano a pagina ?)

Ci sono poi delle varianti stagionali. La zeppola,

o di sole alici fritte che per i napoletani va

nei periodi di fioritura, viene riempita di “ciurilli”

mangiata generalmente a tavola,

(fiori di zucca), a volte di alghe. Al giorno

bagnando la frittura di pesce con il limone

d’oggi, oltre ai classici fritti tramandati dalle

e bevendo un sorsetto di vino bianco e

vecchie generazioni, possiamo trovare

fresco. L’antico cuoppo è composto dalla

numerose altre varianti, come il cuoppo di

Zeppola, anche definita “pastacrisciuta” o

pesce con calamari, seppioline, gamberi, totani,

“aria fritta”, è un impasto di acqua, farina e

fravagli e baccalà e nella variante dolce,

lievito, ed è per questo che il friggitore a

invece, troviamo le graffe con lo zucchero.

Napoli è anche detto Zeppaiuolo. Ma troviamo solo Zeppole? ovviamente no. Troviamo il Panzarotto fatto senza uova e senza impanatura, con la patata rigorosamente schiacciata con la forchetta; la Pallina di Riso che è la versione in miniatura ma non ripiena della sua parente siciliana; la Melanzana indorata e fritta che a differenza della altre preparazioni con melanzane, qui la fetta è tagliata rotonda e non in lungo e viene fritta dopo essere stata passata in una pastella leggera. Ultimo ma non per fama, lo Scagliozzo di Polenta. Ha origini molto antiche rintracciabili nella cucina povera ed è l’unico modo in cui a Napoli, oggi, si mangia la polenta.


entrate con delle pizzerie/friggitorie improvvisate proprio sui vicoli: predisponevano una piccola vetrina con gli ingredienti offerti e portavano in strada il calderone, dove friggevano gli impasti. Sono queste le prime pizzerie napoletane perché avere un forno in casa era troppo oneroso, friggere era alla portata di tutti. Abitudine che deriva dalla tradizione popolare povera di gente abituata a non buttare via nulla, oltre al gusto unico e al costo contenuto.

Ma tutte queste fritture che origine hanno? Chi non ricorda la meravigliosa Sofia Loren nel celebre film “L’Oro di Napoli” che frigge e dispensa pizze a chi le chiede segnando il nome per il pagamento a otto giorni. La caratteristica abitazione nei vicoli napoletani era il basso, un alloggio misero di dimensioni e popolare, che consisteva solitamente in un’unica stanza, dove viveva tutta la famiglia. Spesso, per arrotondare i magri salari, i locatari arrotondavano le loro pingue


O pèr e ‘o muss è un piatto tipico campano,

stomaci del vitello e i piedini del capretto)

in particolare dell’Agro Nocerino Sarnese e di

vengono prima depilate accuratamente, poi

Napoli, oggi cibo di strada per definizione.

bollite, raffreddate, tagliate in piccoli pezzi e servite fredde condite con sale e succo di

In origine veniva preparata dalla polenta

limone. Questo tipo di prodotto è reperibile

avanzata che si induriva seccandosi e veniva

nelle botteghe tradizionali e nelle macellerie e

Il nome significa letteralmente: il piede e il

lo si trova frequentemente in vendita anche da

muso, e ha sfumature dialettali diverse a

postazioni ambulanti, come banchetti o carretti

seconda delle zone della Campania dove

e mezzi motorizzati quali ad esempio le

viene anche detto musso ‘e puorco o musso

apecar. In passato la salatura ambulante

d’ ‘o puorco (muso di maiale), anche se di

veniva effettuata per aspersione servendosi di

fatto del maiale viene usato solo il piede

un caratteristico strumento, un dosatore

(mentre il muso è del vitello). Queste frattaglie

costituito da un corno animale bucato

(piede di maiale, muso di vitello, ma anche

all'estremità. Tale arnese è ancora in uso

utero di mucca, retto, i quattro

presso alcuni venditori.

NOMADIC

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"Miss mia cara Miss, nu’ cuoppo allesse io divento per te". DAL FILM" TOTÒ A PARIGI" 1958


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LIMONCELLO & ZINGARA DI DISCOVER NAPLES FOTO LISA SICIGNANO

Il liquore nacque proprio agli inizi del 1900, in una piccola pensione dell’Isola Azzurra, dove la signora Maria Antonia Farace curava un rigoglioso giardino di limoni e arance. Il nipote, nel dopoguerra, aprì un’attività di ristorazione proprio nelle vicinanze della villa di Axel Munte. La specialità di quel bar era proprio il liquore di limoni realizzato con l’antica ricetta della nonna. Nel 1988, il figlio Massimo Canale avviò a sua volta una piccola produzione artigianale di limoncello, registrandone il marchio nel 1988. Ma in realtà, anche a Sorrento ed a Amalfi, fioccano leggende e racconti sulla produzione del tradizionale liquore giallo. In costiera, ad esempio, la storia narra che le grandi famiglie sorrentine, agli inizi del 1900, non facevano mai mancare agli ospiti illustri un assaggio di limoncello, realizzato secondo la tradizionale ricetta. Ad Amalfi, c’è chi sostiene addirittura che il liquore abbia origini molto antiche, quasi legate alla coltivazione del limone. Tuttavia, come spesso accade in queste circostanze, la verità è nebulosa e le ipotesi sono tante e suggestive. Qualcuno sostiene che il limoncello veniva utilizzato dai pescatori e dai contadini al mattino per combattere il freddo,


già ai tempi dell’invasione dei saraceni. Altri, invece, ritengono che la ricetta sia nata all’interno di un convento monastico per deliziare i frati tra una preghiera e un’altra. La verità, forse, non la sapremo mai. Ma al di là di questioni squisitamente campanilistiche, il tradizionale liquore giallo varca da decenni le frontiere, conquistando i mercati di mezzo mondo. LA RICETTA Ingredienti Limoni grandi di Sorrento Alcol puro a 95° 500 ml Zucchero 600 g Acqua 750 ml Per realizzare il limoncello lavate i limoni sotto il getto dell’acqua corrente, sfregate la buccia con una spugnetta nuova per eliminare eventuali impurità, quindi asciugate i limoni con un canovaccio. Sbucciate i limoni con un pelapatate dovrete prelevare solo la scorza gialla e non la parte bianca che risulterebbe amara. Prendete un recipiente di vetro con chiusura ermetica, versate all’interno l’alcol e le scorze dei limoni, richiudete il barattolo e lasciate macerare le scorze nell’alcol per 30 giorni in un luogo

buio e lontano da fonti di calore. Trascorsi i 30 giorni recuperate le scorze e preparate lo sciroppo: in un tegame versate l’acqua e lo zucchero, portate al bollore lo sciroppo, una volta raggiunto il bollore, spegnete il fuoco e lasciate raffreddare completamente. Versate lo sciroppo nel contenitore con le scorze di limone. Agitate il barattolo per mescolare lo sciroppo, quindi lasciatelo ancora riposare per 40 giorni, sempre al buoi lontano da fonti di calore. Trascorso il tempo di riposo riprendete il barattolo con il liquore, agitatelo e poi filtratelo attraverso un colino e raccogliete il liquore all’interno di una bottiglia. Il vostro limoncello fatto in casa è pronto per essere degustato.


Correva l’anno 1977 e l’Italia viveva uno dei tornanti più difficili della sua travagliata storia repubblicana: strategia della tensione; brigate rosse; inflazione; compromesso storico. A Ischia no, in quegli anni arriva solo la eco mediatica di quelle vicende politiche. Negli anni ‘70 sull’isola il turismo era in piena espansione e aveva già garantito un miglioramento economico e sociale impensabile se confrontato con le condizioni di partenza dell’immediato dopo guerra. La mobilità sociale non era, come ora, un concetto accademico, per di più usato negativamente per spiegare che il “paese non cresce“.

Al contrario, chi era intraprendente e aveva voglia di fare, trovava il modo di esprimere le sue ambizioni.A.M. e M.A. erano due ragazzi ischitani che appunto avevano idee e capacità di metterle in pratica. Nell’estate di quell’anno decidono di aprire un pubpaninoteca nella bella cornice del borgo marinaro di Ischia Ponte. È un successo! I giovani la frequentano e i due “sfornano” panini a ritmo crescente lavorando fino all’alba. È in questo clima fatto di spirito gaudente e lavoro duro che salta fuori l’idea della “Zingara”, il panino simbolo dell’isola d’Ischia. Del resto, l’ingrediente più importante, il pane, era davvero a portata di


mano! Lo storico panificio di Boccia si trovava, e si trova ancora, a poche centinaia di metri dal Pub dei due giovani. Dunque sono le “mitiche” fette di pane di Boccia l’ingrediente base su cui poi i due hanno aggiunto mayonese, fior di latte, pomodoro per l’insalata e prosciutto crudo. l’altro colpo di genio che ha decretato la fortuna commerciale di questo panino è stata la scelta del nome o più semplicisticamente sulla necessità di “azzeccare” il nome. All’epoca “Zingara” fu un’intuizione, a dimostrazione dello “stato di grazia” dei due giovani ischitani in quella lontana estate del 1977! Gli affari andavano alla grande e la Zingara faceva il suo ingresso in società. Prezzo: 900 lire!

LA RICETTA Ingredienti: 2 fette di pane cafone intere, spesse 1,5/2 cm; pomodoro per l’insalata; mayonese; prosciutto crudo; lattuga; fior di latte o mozzarella;

Procedimento: (1) spalmare la mayonese (non molta) su entrambe le fette di pane; (2) aggiungere una o due foglie di lattuga; (3) pomodoro per l’insalata tagliato a fette sottili; (4) prosciutto crudo di qualità – San Daniele o Parma per intendersi; (5) fior di latte o mozzarella – non troppo acquosa altrimenti il pane si spugna. A questo punto chiudere le fette e poi piastrarle, badando a non bruciare il pane. Una padella o pure una piastra, rigorosamente a fiamma bassa, vanno più che bene, basta che siano abbastanza grandi per potervi adagiare le Zingare. Questo perchè di tanto in tanto bisogna girare le fette di pane per renderle croccanti e l’operazione deve essere la più agevole possibile.Va bene anche coprirle inizialmente con un coperchio, in modo da riscaldare meglio l’interno e scongiurare che a cuocersi siano soltanto le fette di pane. Le indicazioni di cui sopra valgono pure se si dispone di una comoda piastra elettrica, che però semplifica di molto la cottura del panino. Una volta che si è dorata da ambo i lati, basta disporre la zingara su un tagliere e dividerla in due con un coltello. Buon appetito!


P.

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ALLA SCOPERTA DI BACOLI E MISENO ARTICOLO DI GIORGIO NUGNES FOTO DI LISA SICIGNANO Dopo aver decantato nel numero precedente le bellezze e la storia di Baia, il nostro viaggio fa tappa nella vicina Bacoli per finire a Capo Miseno, la punta estrema della penisola flegrea, in una posizione favorevole per raggiungere le isole di Ischia e Procida con imbarcazioni private. Così come Baia, Bacoli e Capo Miseno era considerati dei luoghi di villeggiatura degli antichi romani che la chiamarono col nome di Bauli. Nell'età augustea Bacoli diventò addirittura il principale avamposto militare e capitale elettiva della politica, della cultura e della mondanità insieme alla vicina Baia. Poi dopo la caduta dell'impero romano decadde anche a causa di alcuni fenomeni geologici come il bradisismo. Oggi il comune di Bacoli comprende sia Miseno, sede della tomba del leggendario Misenus (il trombettiere di Enea), che Miliscola (damilitum schola), sede della flotta pretoria degli imperatori romani, oltre a una piccola porzione dell'antica città greca di Cuma. Bacoli è una delle zone più frequentate dai turisti e anche dagli stessi napoletani. Posizionata a poco più di 20 chilometri da Napoli, la cittadina sul mare rappresenta uno dei luoghi simbolo della stagione estiva. Spiagge spaziose e aperte quasi per tutta la giornata. Dalle 7 del mattino alle 3-4 di notte a Miseno è possibile trascorrere buona parte dell'estate direttamente con i piedi nella sabbia. I prezzi sono decisamente competitivi rispetto ad altre zone di Napoli come Posillipo

o alle stesse isole. Anche mangiare pesce a pochi passi dal mare è possibile e non costa molto. Sono diversi infatti i ristoranti che adottano menu favorevoli per i clienti che in cambio di 20-25 euro riescono ad assaporare piatti tipici a base di pesce. Bacoli però non è solo spiagge e mare. E' anche tanto altro grazie soprattutto all'eredità accumulata nei suoi secoli di storia. Dalla piscina Mirabilis ai resti delle Cento Camerelle, concludendo poi con la Casina Vanvitelliana, un vero e proprio gioiello in mezzo al mare. PISCINA MIRABILIS: Così denominata per l'imponenza del suo impianto, era il collegamento finale dell'acquedotto del Serino, lungo 96 metri, che terminava a Bacoli in questa enorme ciserana di età augustea, scavata interamente nel tufo. La Piscina Mirabile si presenta davvero come un luogo altamente suggestivo per va dei giochi di luce cui è sottoposta, che la rendono simile ad una cattedrale gotica sotterranea. Al di là di ciò questa enorme cisterna scavata nel tufo, è un serbatoio largo oltre i 70 metri di lunghezza, 25 metri di larghezza e 15 metri di altezza costruita per contenere circa 12,600 m d'acqua necessari per l'approvvigionamento dei soldati della base navale di Miseno. Cose da sapere: visite dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 18, prenotazione: 39 333 68 53 278, info: bacoli.it CENTO CAMERELLE: Stretti e lunghi cunicoli scavati nel tufo che terminano a picco sullo splendido mare



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DISCOVERNAPLES

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di Bacoli. Le Centocamerelle erano di certo, la cisterna e gli acquedotti di una famosa villa della regio Baiana, il cui proprietario era Q. Ortensio Ortalo. Ortensio Ortalo era un noto oratore romano, che fu soprannominato da Cicerone Tritone, per via della sua mania di allevare pesci, e che secondo quanto riportato dagli storici, pianse a lungo per la morte prematura di una murena a lui molto cara. La villa di Ortensio Ortalo, fu acquistata da Antonia Minore, la moglie di Druso, e per poi passare nelle mani dell'imperatore Nerone, a tutti noto per l'incendio di Roma. Nerone trasformò questa meravigliosa villa, in un luogo dove venivano espletate le più crudeli atrocità, ed è per questa ragione che la residenza di Ortensio Ortalo, venne denominata, le Carceri di Nerone.


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Cosa da sapere: visite dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 18, prenotazione: 39 0815233199, info: bacoli.it CASINA VANVITELLIANA: Progettata da Carlo Vanvitelli, figlio del celebre Luigi Vanvitelli, autore della Reggia di Caserta, per il Re Ferdinando IV di Borbone. La piccola residenza che si erige su un isolotto del Lago Fusaro, veniva intesa come il luogo utilizzato dal re per riposarsi dopo le battute di caccia e di pesca, ma in realtà il Casino Reale veniva utilizzato per gli appuntamenti amorosi tre il sovrano e la duchessa di Florida Lucia Migliaccio. Probabilmente il Casino incantato della perla flegrea, nasce sui resti di una

precedente costruzione di epoca romana, ai quali furono uniti da Vanvitelli, delle pietre vulcaniche che costituisce poi il basamento di fondazione dell'intera struttura. Successivamente il re Ferdinando IV decise di destinare il Casino Reale, quale residenza per gli illustri ospiti del suo regno: nel magico Casino del Lago Fusaro sono stati ospitati l'imperatore Francesco II d'Austria con la moglie, il principe di Sassonia, il principe di Metternich, gli Zar di Russia. Il Casino Reale incantò artisti come W. A. Mozart, G. Rossini, e dallo stesso scrittore A. Dumas, l'autore del celebre romanzo “I tre Moschettieri”. Purtroppo questa meraviglia che si erige sull'isolotto del Lago Fusaro conobbe altre sì due momenti di profono declino: il primo durante la Rivoluzione Partenopea del


1799, fu saccheggiato dai lazzari che danneggiarono anche i dipinti di Hackert, e il secondo nel corso della II conflitto mondiale che fu definitivamente devastato dalle truppe di occupazione. Oggi il Casino Reale è stato restaurato, ed affidato alla gestione del Centro Ittico Campano: il Casino è divenuto la cornice ideale per mostre, convegni e concerti. Inoltre negli ultimi anni è possibile svolgere matrimoni civili a Bacoli all'interno dell'opera vanvitelliana. Cose da sapere: visite sabato dalle ore 15 alle 20, domenica dalle ore 11 alle ore 20. Costo 3 euro. Contatti: 39 3484288342 39 3381069841. Info: bacoli.it

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[I napoletani] Cavano l'arte dal sole. C A M I L L O

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UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI POSILLIPO DI DISCOVER NAPLES FOTO PIETRO SCOLORATO

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Pusilleco (Posillipo in Italiano) deriva dal greco Pausilypon (che significa letteralmente «tregua dal pericolo» o «che fa cessare il dolore», denominazione legata al panorama che si godeva duemila anni fa da questa zona di Napoli, affascinante promontorio allora interamente ricoperto da rocce e alberi. Citato nelle fonti degli antichi Greci, i primi ad abitare la zona, ne rimasero affascinati anche i romani che innamorati del panorama mozzafiato sul golfo di Napoli, sulla penisola sorrentina, sul Vesuvio e Capri, nel I secolo a.C. fecero costruire per volere cavaliere romano Publio Vedio Pollione La Villa Imperiale, detta appunto anche Villa di Pollione. Oggi come allora il viaggio, verso la villa Imperiale romana inizia dall'imponente grotta di Seiano fino ad arrivare al


complesso archeologicoambientale che racchiude parte delle antiche vestigia della villa del Pausilypon. Dalla seconda guerra mondiale ad oggi, la zona di Posillipo ha subito pesanti ricostruzioni, ma ha conservato diversi edifici storici tra cui Villa Rosebery, residenza di proprietà del Presidente della Repubblica. Spostandoci sulla punta di capo Posillipo è possibile ammirare e visitare, il Parco sommerso di Gaiola (istituito nel 2002) congiuntamente dai Ministeri dell'Ambiente e dei Beni Culturali, nelle acque che circondano gli isolotti della Gaiola. Marechiaro, invece, è un piccolo borgo nel quartiere

Posillipo. È stato negli anni sessanta uno dei simboli della dolce vita in Italia, diventando famoso per le sue frequentazioni hollywoodiane, per i suoi ristoranti tipici che affacciano sullo splendido panorama del golfo e per il caratteristico “Scoglione”. Il particolare che più ha contribuito alla mitizzazione di questo borghetto è la cosiddetta Fenestella (in italiano finestrella). La leggenda narra che il poeta e scrittore napoletano Salvatore Di Giacomo, vedendo una piccola finestra sul cui davanzale c'era un garofano, ebbe l'ispirazione per quella che è una delle più celebri canzoni napoletane: Marechiare.


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Ancora oggi è il panorama a farla da padrone, come quello che è possibile ammirare dalle zone circostanti Palazzo Donn’Anna, luogo anche di antiche leggende. Nelle credenze popolari Donn’Anna sarebbe stata confusa con la Regina Giovanna D’Angiò che aveva l’abitudine di consumare lì notti di passione con dei giovani e aitanti pescatori. Come una mantide religiosa aveva il “vizio” di ammazzare i suoi amanti all’alba, gettandoli dalle finestre del palazzo o da una botola che dava direttamente sugli scogli. Gli spiriti di questi sventurati si aggirerebbero ancora oggi tra i sotterranei

Secondo altri, invece, la Regina utilizzava l’accesso da mare per far dileguare, in segreto, gli amanti su di una barca. C’è poi la leggenda che riporta Matilde Serao nel suo “Leggende Napoletane“. Donna Anna avrebbe avuto un amante, il nobile Gaetano di Casapenna, habituè delle serate di gala. Durante una di queste serate la nipote della padrona di casa, la bellissima e giovane Mercedes de las Torres, avrebbe partecipato a un piccolo sceneggiato teatrale organizzato per l’evento, proprio insieme a Gaetano e durante la scena finale la ragazza avrebbe scambiato un bacio passionale e “veritiero” con il nobile


Gaetano, innescando la gelosia di Donna Anna, l’unica. Nei giorni successivi ci furono svariati diverbi tra le due donne, finché la giovane Mercedes scomparve, senza lasciare alcuna traccia di sè. C’è chi disse che si era rifugiata in convento, chi additò Donna Anna come responsabile, fatto sta che della ragazza non se n’è mai più saputo nulla. Qualcuno disse che venne giustiziata in gran segreto nei sotterranei del palazzo, per volere di Donna Anna, e che il suo corpo e il suo spirito siano rimasti lì. Pare, tra l’altro, che Gaetano l’avesse cercata disperatamente, davvero innamorato, per moltissimo tempo, fin quando, ormai privo di lacrime, perse la sua vita in battaglia. La leggenda vorrebbe che la presenza di Donna Anna, a persecuzione dei due giovani amanti, sia rimasta indelebile nelle fondamenta del palazzo. Mercedes e Gaetano si cercherebbero ancora, e per l’eternità, ostacolati anche nella morte dalla gelosia di chi ha voluto che quell’amore non sbocciasse nemmeno in vita.La collina di Posillipo è attraversata da quattro strade principali quasi parallele,

vi segnaliamo, infine, altri punti dal quale ammirare lo splendido panorama sul golfo di Napoli: via Posillipo che corre parallela alla costa da Mergellina fino a capo Posillipo, via Francesco Petrarca (già "via Panoramica") in posizione più elevata con caratteristiche vedute sul golfo di Napoli e sul Vesuvio, Parco Virgiliano dov’è possibile ammirare anche la baia di Trentaremi, le rampe di Sant’Antonio (anche conosciute come le tredici discese di Sant' Antonio). Nota L'Area Marina Protetta è visitabile mediante visite guidate con battello a visione subacquea, itinerari snorkeling e diving. Il Centro Visite è ubicato presso il CeRD, Centro Ricerca e Divulgazione scientifica del Parco, dove vengono svolte attività didattico-educative per le scuole e attività formative. Il Centro Visite del Parco è aperto al pubblico tutti i giorni tranne il Lunedì dalle 10,00 alle 16,00 (10,00-14,00 nel periodo invernale). E’ possibile visitare Villa Rosebery previa prenotazione obbligatoria al costo di € 1,50. La prenotazione è nominativa, non cedibile. Vi consigliamo di prenotare online (con largo anticipo) sul sito del quirinale, oppure chiamando il Call center, tel. 06 39.96.75.57 da lunedì a venerdì 09.00-13.00 / 14.00-17.00, sabato 09.00-14.00, domenica chiuso. E’ disponibile anche un INFOPOINT in Salita di Montecavallo 15, il martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.00 alle 17.00.

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“Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero…. di notte il palazzo diventa nero, intensamente nero; si serena il cielo sul suo capo, rifulgono le alte e bellissime stelle, fosforeggia il mare di Posillipo, dalle ville perdute nei boschetti escono canti malinconici d'amore e le malinconiche note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue volte fragoreggia l'onda marina… “


EVENTI LUG/AGO DI CIRO CUOZZO

MOSTRE Pompeii Theatrum Mundi Quando:dal 22 giugno al 23 luglio 2017
Orari: 9- 19.30 (ultimo ingresso 18)
Dove:Teatro grande di Pompei
Prezzo biglietto:varie promozioni da 15-30 euro Arte, Storia e Poesia - Omaggio a Carlo Poerio Quando: 21 luglio al 6 agosto 2017 Orari: 10.30-13.30 Dove: Castel dell'Ovo di Napoli Prezzi: Winckelmann e le raccolte del MANN – dal 24 giugno al 25 settembre Quando: 25 giugno-25 settembre Orari: 9-19.30 tutti i giorni, chiuso il martedì Dove: Museo Archeologico Nazionale di Napoli Prezzi: Intero 12 euro. Ridotto 6 euro. Ingresso serale 2 euro Jan Fabre. Naturalia e Mirabilia a cura di Sylvain Bellenger e Laura Trisorio Quando: 1 luglio – 22 ottobre 2017 Orari: 10-19 domenica –giovedì; 10-22 venerdì-sabato Dove: Museo di Capodimonte Prezzi: info@luisamaradei.it "Totò genio" Eventi a Napoli Quando: 13 aprile- 9 luglio 2017 Orari: 10-19 domenica –giovedì; 10-22 venerdì-sabato Dove: Maschio Angioino, Palazzo Reale e Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore. Prezzi: 6 euro per la singola mostra – 12 euro per tutte le mostre – ridotto 1 mostra 4 euro - tre mostre 9 euro

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Il giorno appresso abbandonai con dispiacere quelle incantevoli spiagge di Napoli che pur m'erano state fatali due volte: non le potei salutare con gli occhi, ma il cuore armonizzò co' suoi palpiti l'inno mestissimo della partenza. I P P O L I T O

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Museo Madre English for foreigners Stephen Prina : from 15 may to 16 october 2017 Siamo arrivati Wade Guyton: from 15 may to11 september 2017 Where: Museo Madre, Via Luigi Settembrini, 79 Time: from Monday to Saturday: 10.00 – 19.30 | Sunday: 10.00 – 20.00 | closed on Tuesday Price: Full ticket 7 euro , Reduced ticket 3.50 euro. Free entry on Monday Festival of Photo in Capri IX edition Capri: an island for the photo. The ideal Collection Where: Certosa di San Giacomo, Quarto del Priore, Capri Opening: Saturday 24 june 2017, 19.00h When: 25 june – 23 july 2017 Time: 10-19 from Tuesday to Sunday Artists exhibition: Marina Alessi, Andrea

Alfano, Maria Vittoria Backhaus, Isabella Balena, Olivo Barbieri, Gian Paolo Barbieri, Settimio Benedusi, Silvia Camporesi, Cesare Cicardini, Nicola Cicognani, Lorenzo Cicconi Massi, Francesco Maria Colombo, Roberto Cotroneo, Paola De Pietri, Paola Di Bello, Franco Fontana, Maurizio Galimberti, Betta Gancia, Giovanni Gastel, Piero Gemelli, Mario Giacomelli, Giacomo Giannini, Alberto Giuliani, Elena Givone, Alessandro Grassani, Francesco Jodice, Mimmo Jodice, Cosmo Laera, Alizia Lottero, Uliano Lucas, Raffaela Mariniello, Paola Mattioli, Giuseppe Mastromatteo, Malena Mazza, Francesco Merlini, Andrea Micheli, Nino Migliori, Davide Monteleone, Marco Pasini, Roberto Polillo, Efrem Raimondi, Filippo Romano, Andrea Rovatti, Ferdinando Scianna, Emanuele Scorcelletti, Paolo Simonazzi, Massimo Siragusa, Paolo Solari Bozzi, Gaia Squarci, Daniele Tamagni, Lady Tarin.


Picasso e Napoli: Parade. Uno spettacolo, una visione, un’opera d’arte
Quando: 8 aprile – 10 luglio Orari: 8.30-19.30-20 tutti i giorni, mercoledì chiuso 
Dove: Museo di Capodimonte
Prezzi: 10 euro Intero Mostra, 8 euro Ridotto Mostra
12 euro Mostra + Museo Museo Madre English for foreigners Stephen Prina : dal 15 maggio al 16 ottobre 2017 Siamo arrivati Wade Guyton: dal 15 maggio all’11 settembre 2017 Dove: Museo Madre, Via Luigi Settembrini, 79 Orari: dal lunedì al sabato: 10.00 – 19.30 | domenica: 10.00 – 20.00 | Martedì chiuso Prezzi: Intero euro 7, ridotto 3.50 euro, ridotto gruppi prenotati euro. Gratuito il lunedì Eventi e Concerti San Marzano Day Quando: 31 luglio 2017 Dove: Giardini del pomodoro San Marzano DOP;


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Scopri il mondo di Campania Artecard: musei, monumenti, teatri, siti archeologici‌ tutto in una card!


E V E N T I

L U G / A G O

Il Festival di Napoli – Napoli incontra

Pausylipon - Suggestioni

il Mondo 2017

all'imbrunire

Quando: 7-8-9 luglio
Dove: Mostra

Quando: 8 e 15 luglio
Dove: Grotta

d'Oltremare
Orari: 18-3
Prezzi: 10

di Seiano (Discesa Coroglio, 36 -

euro adulti e ragazzi over 13

Napoli)
Orari: ore 18
Prezzo: 8 luglio: 10 euro. 15 luglio: 15 euro

Social World Film Festival Quando: 23-30 luglio

Noisy Naples Fest

Dove: Vico Equense (Napoli)

Quando: da giugno a settembre

Prezzi e orari: socialfestival.com

2017 Dove: Etes Arena Flegrea nella

Jarabedepalo “20 ANOS: prezzi, orari

Mostra d’Oltremare – via

e date

J.F.Kennedy, 54 e via Terracina 197

Quando:14 Luglio 2017 ore

Prezzi: in base ai singoli eventi

21
Dove:Arena Flegrea, Mostra d’Oltremare Napoli
Prezzo

• Concerto di Alvaro Soler

biglietto:cavea bassa 25 euro / cavea

• Concerto degli Jarabe de Palo

alta 15euro

• Concerto di LP • Concerto dei Justice

Sant’Elmo Estate 2017 – Jazz, Pop e

• Spettacoli in collaborazione con il

Rock

Teatro San Carlo: Il Flauto Magico,

Quando: varie date dal 7 al 31 luglio

Il Barbiere di Siviglia e Cenerentola

2017 ore 21,30
Dove: Castel

• Concerto con orchestra Harry

Sant’Elmo, via Tito Angelini, 22

Potter e la Pietra Filosofale: 15% di

Napoli

sconto su tutti i settori

Prezzo biglietto: dai 18 ai 25 euro

• Alvaro Soler: Cavea Bassa – 25€ al posto di 38€ – Cavea Alta- 15 € al posto di 25€


COME E QUANDO

Il modo migliore per visitare Napoli è in scooter o in metropolitana con la linea 1 (un'occasione anche per visitare le "Stazioni dell'arte"). E' possibile muoversi anche con la funicolare, la linea 2 della Metropolitana (per raggiungere la zona Flegrea) e con i pullman (ma che circolano con meno frequenza). Pertanto, se avete degli orari da rispettare (come partenze, impegni o appuntamenti) informatevi prima sul sito dell'ANM. Un'occasione da non perdere è poter visitare la città con il bus Sightseeing. Per chi vuole raggiungere la costiera in auto, (anche se il modo migliore è con il Metrò del Mare) attenzione al traffico. Per chi si muove in città con l'auto, ecco le info per le eventuali code: tutti i giorni direzione e tratto Corso Malta in entrambi i sensi; da e verso Vomero (dalle ore 9:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 20:00 tranne il sabato e la domenica); In occasione delle partite della squadra di calcio del Napoli evitare l'uscita della tangenziale di Fuorigrotta e la zona dello stadio San Paolo. Nei weekend code anche sul lungomare di Mergellina dove è possibile, però, noleggiare delle biciclette ( ne è sconsigliato l'utilizzo per spostarsi dalle zone basse alle alte della città causa forti pendenze). Per chi dall'aeroporto vuole raggiungere il centro può prendere i taxi o il bus "Alibus" (la fermata è quasi all'esterno dell'Aeroporto di Capodichino, uscendo subito dopo la stazione dei taxi). P . 4 7

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DO YOU SPEAK NEAPOLITAN?

Rione Terra.

Tuffo a "cufaniello” : per eseguirlo perfettamente bisogna assumere in volo una posizione fetale: le ginocchia devono essere portate al petto e l’intero corpo deve racchiudersi come un “cofanetto”. Il rumore dell'impatto con l’acqua e la quantità smisurata di schizzi, sono le caratteristiche che rendono questo tuffo molto celebre tra i bagnanti napoletani.

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Discover Team Giornalista

Ciro Cuozzo

Giornalista

Giorgio Nugnes

Fotografa

Lisa Sicignano

Fotografo

Pietro Scolorato

Traduzioni Grafica

Per domande, per curiosità o iscriversi alla nostra newsletter, contattateci all'indirizzo mail:

Giovanna Giannone Lisa Sicignano

Press & Adv office

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N A P L E S

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Passeggiare per i vicoli è un'esperienza sensoriale: la confusione, i bambini che giocano (o si tuffano in piscine improvvisate), "l'odore" di cibo che pervade le strade.. ...ANCHE PERCHÈ NEI VICOLI DI NAPOLI SI STA BELLI FRESCHI.


La bellezza di Napoli cresce di giorno in giorno, di settimana in settimana, via via che scopre i suoi segreti. Finché si giunge a intendere che veramente è questo il più bel golfo della terra. G U I D O

P I O V E N E

# D I S C O V E R N A P L E S M A G A Z I N E


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