Associazione costituita il 27 gennaio 2003, giornata della Memoria della Shoah, ispirata all’opera di don Tonino Bello
Polisfere
Contra Dogmaticos Format d’intervento sulle forme della democrazia 1/2007
L’organizzazione politica come learning organization di Giuseppe Nenna e Leonida Reitano
La virtù che ha nome umiltà è radicata nel profondo della divinità Meister Eckhart, Dell’Uomo nobile, Adelphi 1999
Cui prodest? Polisfere è il tentativo di fornire una risposta alla domanda di partecipazione attiva che chiama in causa le formazioni politiche nazionali, ma anche le grandi istituzioni locali. La proposta qui avanzata assume il tema del raccordo con la quota attiva di popolazione che, nella società delle reti, è il sostituto naturale degli apparati tradizionali chiamati a tracciare la linea d’azione concreta [sul territorio si sarebbe detto una volta] dei partiti o di frazioni dominanti di esso. Proprio perché, per concentrarne la dinamica in uno slogan, la differenza tra Novecento e secolo nuovo è il recupero della logica inclusiva, potenziata dalle tecnologie della comunicazione peer to peer. Ovvero vince chi condivide meglio, non chi esclude di più. Oggi la componente governativa assorbe la totalità della rappresentanza, schiacciando l’elaborazione politica che sorreggeva la selezione interna di classe dirigente, o esterna di intellettualità professionale [un rapporto non necessariamente utilitaristico, o non solo] ad un ruolo gregario che disperde passioni, ma anche intuizioni e visioni, tecnicalità e presenze di cui l’asfittica sopravvivenza delle formazioni politiche tradizionali potrebbe solo giovarsi. Indipendentemente dal riflesso autoreferenziale e perfino ovvio di tali apparati. L’unico esperimento su grande scala che ha provato a forzare quel limite lo ha messo in campo La fabbrica del programma, ed il suo corollario Incontriamoci, cui si salda il vasto movimento d’opinione favorevole all’introduzione estesa di elezioni primarie. Questi tentativi hanno il limite nel modello, che mantiene un approccio sostanzialmente gerarchico all’interlocuzione coi volontari che prestano tempo e motivazioni al movimento che ha riportato Romano Prodi e l’Unione al governo del Paese. Polisfere si spinge invece sul terreno proprio del deliberative polling suggerito da James S. Fishkin, e pertanto assume dall’economia della conoscenza, anche non formalizzata ed esperienziale [molto diffusa nei territori borderline del nuovo assetto dei rapporti tra pubblico e privato e tra stato e cittadini], la chiave per recuperare una riconosciuta e riconoscibile partecipazione attiva alle scelte ed alla formazione degli atti politicamente rilevanti. Se non anche della linea di tendenza che si associa ad un programma, amministrativo o di governo, capace di connotare distintivamente un soggetto politico o la sua proiezione istituzionale, senza diminuire l’autonomia propria dei soggetti istituzionali né la responsabilità delle scelte che i rappresentanti elettivi esercitano quotidianamente. Riepilogando sinteticamente, Polisfere delinea un modello di sondaggio deliberativo che punta ad attrarre forme nuove di partecipazione, eliminando i filtri tradizionali d’impronta gerarchica, per supportare una domanda di riconoscimento e partecipazione dal basso. Ovvero niente altro che la traduzione nel processo politico di quanto spontaneamente accade nel sistema di relazioni provocate dallo spazio virtuale, sul modello wiki. Utile anche nel supportare il confronto aperto nella redazione di “scelte” e “programmi” amministrativi o generali, d’area e nazionali. Associazione per il servizio di formazione all’impegno civile e politico
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