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Notizie, pag
by Domenico
D. Defelice: Il microfono (1960)
NOTIZIE
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CI HA LASCIATO MARIA FENELLI –Il 29 marzo 2022, è morta a Roma, all’età di 78 anni, Maria Fenelli. A lei si devono molti scavi e ritrovi archeologici nel sito dell’Antica Lavinium, oggi Pratica di Mare, e, in particolare, anche il Museo che oggi custodisce molti dei reperti, tra cui la Minerva Tritonia, da lei composta unendo i tanti frammenti in cui era stata rinvenuta, e esposta proprio nel nostro Museo. La Fenelli era docente di Topografia all’Università La Sapienza di Roma. Tante le sue scoperte negli scavi e tante le sue pubblicazioni. Siamo certi che il Comune di Pomezia saprà onorarla come meritava, come meritano tutti coloro che lavorano per la grandezza della nostra città. Ma eccone un breve profilo dell’Associazione Latium Vetus, tratto da Internet. Maria Fenelli, è stata professore associato
di Topografia dell’Italia antica all’Univer-
sità ‘La Sapienza’ di Roma e membro del Consiglio Accademico dell’Ateneo Federato delle Scienze Umane, delle Arti e dell’Ambiente, del Comitato Tecnico scientifico per i Beni Archeologici del MiBACT, e del Comitato Scientifico istituito dalla Re-
gione Lazio per i Cataloghi dei Musei locali.
Nella sua brillante carriera, ha condotto ricerche topografiche in Etruria e nel Lazio, e coordinato l’unità “Topografia antica nell’ambito del “Progetto Veio” (convenzione Sapienza-MiBACT). A lei è stata an-
che affidata la direzione della ricerca archeologica a Lavinium, odierna Pratica di
Mare, a partire dallo scavo archeologico fino alla ricomposizione, il restauro e la catalogazione dei reperti: una limitata selezione
dello straordinario patrimonio è oggi esposta nel Museo Archeologico di Pratica di
Mare. È stata membro della Fondazione Sapienza Università di Roma. Già allieva del grande Professor Ferdinando Castagnoli, proprio a lei si deve il ritrovamento e la ricomposizione dei frammenti della Minerva Tritonia, durante gli scavi presso il sito dell’Antica Lavinium. Oggi la
statua è esposta in tutto il suo splendore nel Museo civico archeologico Lavinium di Pratica di Mare.
I funerali della prof.ssa Maria Fenelli sono stati celebrati nella Cappella dell’Università La Sapienza di Roma, il giorno 31 marzo
alle ore 14.00.
*** PETER RUSSELL, VITA E POESIA Venerdì6 maggio alle ore 17,00 presso il Circolo dei Lettori di Via Bogino, 9 a Torino, nella Sala Musica, incontro dedicato a PETER RUSSELL: Peter Russell. Vita e poesia a cura di Wilma Minotti Cerini, Edizioni Il Foglio. Vi è una grande concordia tra i moltissimi importanti recensori, sia italiani sia esteri, nel
considerare Peter Russell senza ombra di dubbio, uno dei maggiori poeti inglesi contemporanei, se non addirittura il principale. Il motivo per cui tale merito non sia ancora universalmente riconosciuto rimane uno dei misteri più “arcani” di quest’ultimo squarcio di secolo, come sostiene il prof. Alex R. Falzon (Università di Siena). Russell è stato chiamato “l’ultimo dei grandi Modernisti” e “un poeta appartenente alla più alta tradizione romantica”, definizione che l’ha avvicinato alla poetica di Yeats. La poesia di Russell è dunque una specie di platonica anamnesi, di prescienza paradisiaca, grazie alla quale si può arrivare alla comprensione del tutto e all’Unità che lo sorregge. Poetare, per Russell, equivale a creare un intermondo, che sta tra l’esistere (il mondo delle apparenze) e la luminosa vita dello spirito (il mondo dell’Idea). Russell ha rivolto la sua dedizione più completa a questo, dedicando la vita a ogni singolo componimento, perché come disse una volta: “La poesia ha a che fare col respiro. Il respiro è vita, anima, pneuma”. A parlare di Peter Russell, nell’occasione del centenario dalla nascita: • Wilma Minotti Cerini, curatrice del libro Peter Russell. Vita e poesia; • Dr. Ezio Cacioli Sindaco di Castelfrancopiandisco, ultima residenza del Poeta; • Natale Luzzagni e Stefano Valentini di Venilia Nuova Tribuna Letteraria; • Adam Vaccaro, Presidente Associazione Milanocosa-Milano; • Roberto Salbitani, scrittore e insegnante di scuoladifotografianatura, amico di Peter Russell dal 1971 Lido di Venezia; • prof. Giampiero Tonon del sistema www.Literary.it; • Mons. prof. Franco Buzzi – ex Prefetto - Collegio dei dottori Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano; • Prof. Francesco Diciaccia, scrittore e recensore. A coordinare l’incontro, Sandro Gros-Pietro.
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TEATRO COMUNALE DI POMEZIA,
lavori ripresi e polemiche – Ce l’abbiamo di fronte a casa il rudere e possiamo attestare che i lavori per completare la struttura del Teatro sono ripresi, anche se con lentezza, anche se – sembra - ci lavorino pochissimi operai in un cantiere così immenso. Hanno smantellato le impalcature intorno all’edificio prospicente via Fratelli Bandiera e le stanno ricollocando intorno a quello che dovrebbe contenere la gran sala; si vede, di tanto in tanto, qualche camion scaricare materiali e cinque-sei persone in tuta arancione: nient’altro e di più non sappiamo. È certo, comunque, che non sono lavori fervorosi, come si dovrebbe, se è vero che la loro conclusione è stabilita entro il novembre prossimo. Intanto, piovono le critiche. La struttura, per
alcuni, è faraonica per una città come Pomezia; il costo totale esorbitante: più di 18 milioni di euro; il progetto è diviso in cinque lotti e di essi, finora, ne sono stati realizzati solo il primo, di 5 milioni, e parte del secondo, di circa 3 milioni, entrambi comprendenti il consolidamento dell’edificio (che ingloba la vecchia struttura del Consorzio Provinciale) e la costruzione del corpo di fabbrica vicino all’edificio principale. Poi, si dice, mancheranno sempre gli arredi, gli impianti di sicurezza ed il parcheggio. Perciò, si conclude, Pomezia il suo Teatro non l’avrà mai, rimarrà solo un sogno. Amen! Noi siamo stati sempre a favore del Teatro. Anzi, noi – allora, al tempo della dismissione del Consorzio Provinciale, corrispondenti del quotidiano Avvenire -, assieme al corrispondente de Il Tempo, Dott. Franco Di Filippo, siamo stati quelli che più si sono battuti per la sua realizzazione, perché quei locali e quel terreno non divenissero preda, occupati e sfruttati, dai soliti palazzinari. Lo spazio è così vasto, che può essere pure realizzato, in un secondo tempo, anche un vasto, capiente parcheggio e per adesso potrebbe funzionare lo stesso, anche se in terra battuta, attraverso un semplice spianamento; non è, il parcheggio, insomma, uno dei problemi principali. Il nostro augurio, allora, è che i lavori non vengano nuovamente interrotti e che tutto venga portato a compimento. Più e più volte, anche su Pomezia-Notizie - oltre che su Il Pontino nuovo (del 16/31 ottobre 2019) - abbiamo ampiamente spiegato come una struttura del genere, se ben gestita, potrebbe essere una fonte di ricchezza per la nostra città, e, la vicinanza a Roma, una risorsa, non già un andicap. Le altre proposte, tutte contro la realizzazione di questo Teatro, son da respingere. Si propone, per esempio, di utilizzare, come teatro, l’ex cinema San Benedetto, in via Orazio, quasi sulla piazza Indipendenza; spesa, dicono, appena 250mila euro. A parte l’esiguità del locale: e il parcheggio? Utilizzare largo Bassanetti? Già ora e insufficiente per i bisogni locali (su di esso gravitano il Municipio, Il Museo, Poste Italiane, la Polizia cittadina) e, infatti, esso è sempre affollato. Altra proposta: effettuare, con un milione di euro, un teatro a tenda! A parte il fatto che Pomezia non abbia bisogno di strutture precarie, dove innalzarlo? E la spesa? Il Teatro che si sta tentando di edificare si può dire ch’è nel centro della città e con spazi sufficienti. Ancora: abbattere il rudere (ma non si indica la spesa, né si considera che già, per esso, sono stati impegnati più di 10 milioni di euro!) e costruirci (senza indicare la spesa, che andrebbe aggiunta ai 10 milioni appena ricordati!) il Mercato coperto, al quale, si afferma, contribuirebbero massicciamente i privati. Già, i privati! Ecco spuntare gli interessi, le speculazionicontro le qualinoi, a suo tempo, abbiamo lottato! Perché, a soluzioni del genere, non possono non essere legati che interessi, in quanto nessun privato è mai intervenuto, né interverrà, per la semplice carità, per il bene collettivo, né tantomeno per