Andrea Cigognetti
Progettazione Grafica
il viaggio come metafora: Ritorno al Futuro
PROGETTAZIONE
GRAFICA Ritorno al Futuro
AA 2015 - 2016 Testo e illustrazioni Andrea Cigognetti Grafica Editoriale ABAR
Professore Enrico Pusceddu
viaggio come metafora Il tema che ho deciso di affrontare per offrire una mia personale interpretazione del viaggio come metafora è il viaggio nel tempo, in particolare il viaggio nel tempo in un film che ha fatto la storia del cinema geek e pop degli anni ‘80: ritorno al futuro. Il viaggio nel tempo, in particolare in questa trilogia cinematografica, appare un modo non solo di combinare qualche pasticcio nella linea temporale ma anche come un modo di ampliare la propria conoscenza di un luogo, del mondo che ci circonda, delle persone che conosciamo. In linea di massima il viaggio nel tempo è un’occasione unica per capire che cosa ha fatto l’umanità, come lo sta facendo o quando lo farà. il mio progetto editoriale parte da una ricerca relativa ad un argomento specifico (ritorno partenza e viaggio, passato futuro e presente) attraverso immagini ed elaborazioni grafiche, espedienti per rappresentare questi concetti al di là dell’esperenza sensoriale nel tentativo di trovare rappresentazioni illustrative inquadrate in uno stile personale per un prodotto della cultura pop, un`opera ormai ossidata nella cultura di massa e ancora attuale ed osannata.
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Pigiama Tipografico Per la creazione di questo pattern emozionale sono partito dall’ elemento più caratterizzante per un prodotto di massa: il suo logo. Scomponendo infatti il marchio logotipo in due parti (scritta ed elemento illustrativo) proprio concentrandomi su quest’ultimo, ho trovato il mio punto di partenza. Moltiplcando, quindi la freccia integrata al logo di ritorno al futuro, con una traslazione dapprima di 90” poi 120” e 160”, ho ottenuto una nuova forma che ricorda con la sua forma a ipsilon il flusso canalizzatore, altro elemento ricorrente nel film. Per generare nel fuitore del pattern una esperienza emozionale legata ad uno dei 5 sensi, ho moltiplicato e traslato anche questa nuova base modulare per ottenere una girandola che comunichi dinamismo rifacendosi alla rotazione della ruota di una macchina (in particolare della DeLorean).
pagina a fronte: pigiama tipografico, A4, tecnica digitale sotto: l’evoluzione modulare dal logo al pattern, tecnica digitale
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Parquet deformation Un’unità ripetuta in un modulo ad incastro permette la tassellazione di più esagoni, forma di partenza per la realizzazione di un cubo in veduta prospettica. Giocando sui temi dell’infinite pattern e delle forme concave e convesse, questo trapasso di forme di Escheriana memoria rappresenta degli universi paralleli dalle infinite possibilità, frutto dell’alterazione della linea temporale. Una piccola modifica nel passato, un cubo che nasce dal nulla possono alterare la struttura stessa della realtà ramificandosi.
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Taglia e piega Sono 88 le miglia orarie (141 km/h) la velocità necessaria a far aprire un varco spaziotemporale alla DeLorean per permetterle di viaggiare del tempo. Partendo da questa semplice premessa ho esplorato le possibilità messe a disposizione dal paper-folding per cercare di creare un numero Origami che non fosse semplicemente una figura bidimensionale ma che si moltiplicasse nello spazio in avanti, volendo quasi suggerire l’idea di un’infinità di realtà possibili racchiuse tutte in una semplice figura di carta. Partendo da un foglio di dimensioni 13x21 cm e seguendo il sistema di pieghe riportato nella pagina a fronte ho ottenuto una figura unica e al contempo multipla, effetto reso possibile dalle pieghe laterali.
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pagina a fronte: disegno sul piano che mostra la sequenza di pieghe necessaria per realizzare il modello
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IX I X IV I XII XI
VI V I I
V
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Immagini ambigue Concentrate anch’esse sul tema del “viaggio nel tempo”, le immagini ambigue presenti in questa doppia pagina sono realizzate con tecnica vettoriale e fotografica e intendono mettere in relazione di ambiguità soggetto e sfondo.Nel caso dell’elaborazione vettoriale, l’idea parte dalla similitudine di una sgommata incendiata sull’asfalto con il quadrante dell’orologio, entrambi elementi ricorrenti nel film; le due immagini ambigue fotografiche d’altro canto mostrano due concezioni diverse di elaborazione visiva per un tema comune, dal momento che quella in alto a destra si rifà ad una base piùconcettuale mentre quella qui in basso la possiamo inserire in quei tipi di advertise “aggressivi” che bombardano di informazioni il fruitore con idee piene di visibilità in occasione di eventi e manifestazioni (come per esempio il trentesimo anniversario della serie).
A sinistra: Immagine ambigua, A4, tecnica vettoriale in basso: Immagine ambigua, A5, tecnica digitale Pagina a fronte: Immagine Aambigua, A4, tecnica digitale
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Antiprimadonna Esercitazione per produrre un pattern non gerarchizzante: in questo riquadro 10x35 cm sono presenti sette bande verticali di larghezza variabile, cinque delle quali riempite con campiture piatte di colore, mentre le restanti due contengono una diversa trama in bianco e nero. Come tutti i contest presenti in questa rivista, il punto di partenza per l’esercitazione è la serie di film “ritorno al futuro”, presente nei pannelli di colore con la sua caratteristica gamma cromatica figlia degli anni 80, qui rielaborata in combinazioni pantone, e nelle due trame in bianco e nero, in cui sono stati usate moltiplicazioni del pattern emozionale basato sulla ripetizione del logo originale della pellicola. Attraverso la studiata alternanza di colore e texture nessuna parte della configurazione deve esercitare il ruolo di prima donna, cioè attirare per prima lo sguardo.
sotto: antiprimadonna , 10x35 cm, tecnica digitale
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Combinazioni cromatiche <Dove? Non dove, ma QUANDO!> con questo scambio di battute i due protagonisti del film sanciscono le regole del viaggio nel tempo, definendo la capacità del loro macchinario fantascientifico di viaggiare non tanto nello spazio quanto nel tempo. E se invece fosse possibile un po’ di entrambi? con questo visual, ispirato al “I colori del viaggio” si vuole giocosamente rappresentare una timeline di luoghi lontani ed epoche passate, tutti raggiungibili con il tecnologico “tappeto volante” della serie di Robert Zemeckis.
Questa proposta per un visual in tecnica digitale vettoriale utilizza sei diverse combinazioni cromatiche per ogni singolo luogo ed ogni singola epoca esplorate dalla DeLorean, e sono le seguenti: combinazioni con coppie di colori complementari per la giungla amazzonica, combinazioni tetradiche complementari per lâ&#x20AC;&#x2122;antica Roma, combinazione complementare alternata per lâ&#x20AC;&#x2122;Egitto, combinazione triadica per la cittĂ del futuro, combinazione complementare simmetrica per il paesaggio gotico e coppie di complementari per la skyline di New York.
In basso: i colori del viaggio A3, tecnica vettoriale
Moodboard e Palette pantone Dove cade il mio sguardo quando visito una città d’arte. Dove cade il mio sguardo quando faccio una passeggiata. Dove cade il mio sguardo quando il sole sorge o tramonta. Dovunque mi trovi, in qualisasi periodo dell’anno, il cielo esercita su di me una certa fascinazione; in fondo è quell’elemento ricorrente che ci accomuna tutti, che ci accompagna sempre quando viaggiamo, che se gli diamo un’occhiata anche se solo per un secondo notiamo sempre nuovi particolari. La moodboard che ho realizzato con immagini scattate dal 2009 ad oggi mostra il cielo in numerose delle sue sfaccettature che mi hanno colpito nel corso degli anni. Nella realizzazione della palette pantoni invece mi sono ispirato ad i colori più ricorrenti nei tre capitoli cinematografici del film in questione, privilegiando i colori acidi e accesi tipici degli anni ottanta.
a sinistra: moodboard personale “nuvole”, tecnica fotografia digitale pagine successive: palette pantone A3, tecnica digitale
Pantone P 20-5 C
Pantone P 41-14C
Pantone P 108-13C
Pantone P 4-10 C
Pantone P 105-9C
Pantone P 174-14C
Pantone P 106-13C
Pantone P 100-16 C
Pantone P 52-11 C
PANTONE 7465 C
PANTONE 709 C
PANTONE 1375 C
PANTONE 7621 C
PANTONE 431 C
PANTONE 7546 C
PANTONE 7687C
Composizione tipografica vola grande re
GIOVE
epoca
miglia
razzo strade
salto
ritorno fulmine
tempo anno Est corsa
come
ss pameta in
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realtà universo
Einstein
DOC
Ovest
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ne azio
salto
tempo s p
viaggio azio
in alto: Tag Cloud, bozza; A4, tecnica digitale
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biff
quando
velocità
n
volo no ritor
DeLorea
88 mph chi
vivere
futuro ora
fuori
Una comosizione tipografica caratterizzata da tre famiglie di font, Gill San, Lucida Monotype e Goudy Old Style ispirata al tema del “viaggio nel tempo” in una semplice rielaborazione del del titolo della serie cinematografica più famosa di sempre sull’argomento. per creare una sensazione di spaesamento quello che rimane dalla scomposizione della prima parola segue una diagonale che direziona lo sguardo verso un gruppo di lettere più condensato e schematizzato. La R maiuscola e la i, così come la F e la O maiuscole seguono le ricerche di Brian Coe atte a determinare cosa si può togliere ad ogni lettera di un alfabeto lineare ai limiti della leggibilità. Qui sopra è rappresentato uno dei primi tentativi di raggiungre una composizione tipografica che si allontanasse dal calligramma per abbracciare più una ricerca di stile. Nonostante la famiglia di font fosse solo una (Impact) il risultato è ancora troppo legato ad una struttura geometrica precostituita e ricorda più un tag cloud con le sue gerarchi tra parole piuttosto che una vera “composizione tipografica”.
pagine a fronte: composizione tipografica a tre famiglie di font. A4, tecnica digitale
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Composizione calligrafica Muoversi nel mondo non significa necessariamente sapere dove si sta andando. In quest’opera, realizzata con acquerelli, china e rielaborazione digitale, ho provato ad imbracciare una esercitazione calligrafica come ricerca stilistica rimanendo fedele al tema assegnato, il viaggio come metafora e la mia rielaborazione personale, il viaggio nel tempo. lo studio del segno in questo insieme di tracce, segni e carattere, sovrasta uno sfondo acquarellato che ricordaa il mare, elemento sempre presente nei miei ricordi e per me sinonimo di un viaggio nella memoria. L’elaborato è stato studiato su carte diverse,ha trovato i suo supporto ideale sullacarta da acquerello e si è evoluto nel prodotto definitivo passando per una rielaborazione digitale dell’immagine, resa possibile dall’acquisizione via scanner del prodotto manuale.
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a destra: composizione calligrafica, tecnica mista
Possibilità espressiva del Type E ancora una volta il prodotto editoriale ruota attorno al tema scelto con l’intenzione di modificare un’immagine pubblicitaria già esistente e ossidata in una rielaborazione artisticoeditoriale personale. Questo alfabeto tipografico di fantasia illustrato manualmente e tradotto in vettoriale in un secondo momento è un connubio di tutte elementi ricorrenti e non presenti nel film. la “A” è il plettro di Marty Mcfly, la “B” è un paio di occhialetti 3D indossati da uno degli scagnozzi di Biff, la “D” è una delle strampalate invenzioni Doc e così via. Qui sotto abbiamo un pangramma, tutto l’alfabeto applicato in una frase per contestualizzare il font in un’applicazione di tipo pratico.
pagina a fronte: font fantasia, A4, tecnica digitale sotto: pangramma, prova di scrittura,
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Immagine
coordinata Realizzata come “immagine coordinata” per il progetto presentato all’esame, la fotografia al lato presenta una rielaborazione digitale fittizia dell’immagine. Partendo da sinistra troviamo il packaging dell’elaborato modellato su design del flusso canalizzatore presente nella trilogia; subito dopo la rivista editoriale che state leggendo presentata solo con la sottocoperta; in alto due buste da lettera tratte esplicitamente dal primo film ospitano il timone editoriale stampato in A3; la fila centrale più in basso offre un panorama di quello che potrebbe essere inteso come un merchandise per il progetto stesso, con i vari visual realizzati e presentati sia su sopporto digitale che cartaceo, la cancelleristica e i biglietti da visita recandi il marchio logotipo e le informazioni relative all’illustratore del progetto stesso
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a destra: immagine coordinata, esame progettazione, A4, tecnica digitale
Ex libris Dal momento che un Ex Libris caratterizza graficamente un prodotto editoriale ancora prima che lo faccia il layout dell’indice, bisogna avere chiaro in mente la direzione che si intende seguire per tutto l’elaborato. L’ex libri per me rappresenta l’anima di un volume, o almeno le intenzioni che aveva l’autore per quel volume stesso. Con una semplice illustrazione si dice “questo libro mi appartiene, è mio e mio soltanto”. Per questo è così imposrtante capire dove si vuole arrivare con questa sorta di biglietto da visita personalizzato: la direzione che ho scelto è quella che accomuna tutti i contest raccolti in questo fascicolo, la direzione che ho spiegato nella premessa e che ancora una volta ribadisco. Il mondo è pieno di infinite possibilità, sta a noi esplorarle al meglio delle nostre capacità; se si potesse tornare indietro nel tempo, non pensate che si potrebbe viaggiare molto di più?
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pagina a fronte: Ex Libris a colori, A4, tecnica digitale sotto: contestualizzazione su un elaborato editoriale
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Marchio personale Come marco logotipo personale ho scelto un monogramma costruito con strutture geometriche elementari, il cerchio e il triangolo: le iniziali del mio nome sono infatti costituite da queste forme ataviche e ho deciso di integrarle nel mio marchio perché trovo che insieme siano estremamamente eleganti. Ho inscritto ntrambe le figure in una griglia geometrica quadrata ottenuta attraverso la sovrapposizione di altri quadrati ridottti e traslati di 45’’. dopo aver tracciato un triangolo iscoscele all’interno della struttura, ho scelto come centro delle mie circonferenze un punto di incontro di due quadrati minori. Così facendo ho ottenuto una sovrapposizione tra tre figure geometriche (un triangolo isoscele e due cerchi concentrici) che ho risolto con un gioco di campiture piatte monocromatiche per alternare i vuoti con i pieni. Ho poi inserito il mio logo in un biglietto da visita per contestualizzarlo.
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pagina a fronte: evoluzione del marchio; A4, tecnica digitale
ANDREA CIGOGNETTI
I L LU S T R ATO R E
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Packaging Il mio packaging è ispirato ad un simbolo della cultura capitalista e consumista celebrata nei film di Zemeckis che sopravvive nel tempo: la Pepsi. Ad avere particolare successo e spazio dedicato nel film è la Pepsi perfect, un’edizione speciale commemorativa della Pepsi che io ho deciso di reinventare nella sua intera confezione, recercando un effetto barocco in una scatola che si apre a doppia anta. L’integrità della confezione è garantita dalla rigidità strutturale del cartoncino da cui dovrebbe essere costituita la scatola (220 gr/m ca) mentre la chiusura della confezione è resa possibile da piccole calamite incollate internamente nelle pieghe a scomparsa e a vista nelle due ante pieghevoli che rappresentano l’aspetto portante dell’intera confezione.
pagina a fronte: Packaging Pepsi A4, tecnica digitale in basso: disegno sul piano del sistema di tagli e pieghe
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Cover insight Poposta per un visual finalizzato alla illustrazione della cover 2015/2016 della rivista insight - i territori della grafica. Il tema assegnato quest’anno era il viaggio come metafora, qui sempre inteso nell’accezione della metafora della vita che è il viaggio nel tempo. Ancora una volta la ricerca tematica ruota attorno agli elementi più caratteristici e riconoscibili del film Ritorno al Futuro, qui rappresentati dalle due scie fiammeggianti lasciate nel cielo ispirate a quelle che la macchina del tempo lascia nell’aria al suo passaggio nel primo e secondo film. La cover però non vuole essere totalmente assuefatta dal tema del film e per evitare ciò gioca sull’ambiguità del saluto delle figure vittoriane in primo piano che, a seconda del punto di vista, possono essere degli ingnari osservatori che si trovano lì per dire addio al veliero che è appena salpato o dei consapevoli amici dei viaggiatori del tempo che osservano quello strano marchingegno sparire nel cielo.
pagina a fronte: Cover insight n 6, A4, tecnica digitale
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sopra: Cover Variant vecchio logotipo
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Flipbook Si può raccontare una passeggiata con i segni? E perché non una corsa? attraverso una stilizzazione della macchina più famosa della storia del cinema in fatto di viaggi temporali sono arrivato ad un insieme tricromatico di colori, con campiture piatte e forme astratte geometriche che dessero soltanto l’impressione di una effettiva macchina in movimento. Per eseguire l’animazione di questi elementi vettoriali sono ricorso all’applicazione Adobe Flash Professional Plus, con cui ho potuto dare risalto ai particolari dei fulmini, nel libricino animato rappresentati quasi come delle gocce, che permetto l’apertura di una wormhole (un portale per i viaggi nel tempo) e fanno scomparire la DeLorean in un’altra epoca. Questo effetto è suggerito dal cambio di colore da un’ambientazione all’altra, considerando che il punto di partenza è azzurro e quello di arrivo è color arancio, come se dal mattino si fosse arrivati al tramonto o viceversa. I frame sono 160 con una media di 24 fps.
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pagina a fronte: 4 fotogrammi del flipbook che rappresentano le varie scene della corsa
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