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Slesia e Małopolska: Polonia tra idea e realtà

Nel profondo di ognuno di noi esistono migliaia di mosaici immaginari dei luoghi che ancora non abbiamo visitato, costruiti in base alle voci che, di quei luoghi, nel corso della vita ci sono giunti. E così, pur senza saperlo, l’immaginario della Polonia, per la maggior parte delle persone, corrisponde proprio alla Małopolska e alla Slesia. Due regioni poste a sud della nazione, terre di avvenimenti e di personaggi che hanno travalicato i confini dell’Europa: il solo passato più recente ha visto qui la tragedia del campo di concentramento nazista di Auschwitz, ma anche la nascita di Karol Józef Wojtyła. Altre immagini note di questo angolo di Polonia, invece, sin

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dal 1950, sono state messe a sistema in un itinerario dal nome suggestivo: “Il sentiero dei nidi d’aquila”: la similitudine ai maestosi rapaci fa riferimento alla moltitudine di incredibili castelli arroccati su speroni di roccia, proprio alle altezze vertiginose in cui nidificano le aquile, che costituiscono i capisaldi di un fantastico percorso tra Cracovia e la città mariana di Częstochowa: 164 chilometri che percorrono l’altopiano della Jura dove si mescolano icone di cultura e di natura legate a tante storie protagoniste di romanzi, film, serie televisive e documentari. Ed è solo l’inizio: da qui si dipanano altri percorsi e altre storie tutte da scoprire.

Castelli fantastici

La storia dei castelli ha origine intorno all’anno Mille quando, per difendere i propri traffici commerciali dai pericoli esterni, i nobili della dinastia dei Piast, che governarono il Regno di Polonia fino al 1370, ne ordinarono la costruzione andando a formare una vera cintura difensiva.

Nei secoli questi manieri hanno mantenuto inalterato il proprio fascino, insieme ai segreti che custodiscono. Come quello del terribile drago sulla cui caverna è stato edificato lo spettacolare Castello Reale che domina Cracovia sul colle di Wawel. Sarebbe invece il fantasma decapitato

dell’antico proprietario del Castello di Pieskowa Skała (imponente ed eretto su uno sperone di roccia) ad aggirarsi nelle stanze. Lo spirito di una donna vestita di bianco è poi quello che aleggia nel Castello Reale di Bobolice. Nei suoi sotterranei fu persino trovato un tesoro che, secondo una leggenda, sarebbe solo parte di una

più grande ricchezza nascosta nel tunnel che lo unirebbe al vicino castello di Mirów: introvabile poiché sorvegliato da una perfida strega! Sono infine storie di dame e cavalieri quelle che prendono vita ogni anno durante le rassegne medievali ambientate tra le rovine dei castelli di Rabsztyn e di Olsztyn.

Sul set di “The Witcher”

“The Witcher” è una celebre serie fantasy (e anche un videogioco) in onda su Netflix, basata sulla saga dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski. Alcune tra le scene più avvincenti (come la battaglia di Sodden dell’episodio finale della prima stagione) sono state girate presso il Castello di Ogrodzieniec: letteralmente incastonato nell’altopiano della Jura è protetto da alte rocce e chiuso da un muro naturale di pietra. Situato nel borgo di Podzamcze, fu eretto nel XIV secolo e nella sua travagliata storia fu più volte conquistato, rimaneggiato, saccheggiato e parzialmente bruciato nel 1655. Altamente scenografico è stato in passato set di altre produzioni (come nel 2002 l’edizione cinematografica della “Vendetta” diretta dal regista polacco Andrzej Wajda) e oggi ospita esposizioni permanenti, mostre ed eventi storici: ogni anno, dalla primavera all’autunno, fa vivere ai suoi ospiti l’esperienza di trovarsi in un film quando il castello diventa scenario di una serie di manifestazioni artistiche all’aperto come tornei cavallereschi, spettacoli di danze antiche, festival internazionali di musica folk, concerti, feste abbinate a banchetti di antica cucina polacca.

Bizzarriedella natura

Ci sono luoghi nelle regioni del sud della Polonia dove le aquile sono davvero di casa insieme a orsi, caprioli, cervi, camosci e marmotte. Parliamo del Parco Nazionale dei Monti Tatra: un mondo di roccia a soli cento chilometri da Cracovia, gelida palestra per i più esperti alpinisti, ma anche sito di centinaia di piacevoli sentieri attrezzati come l’Orla Perć che percorre il crinale delle cime più alte. Meno aspri invece i monti Beschidi e i monti Pieniny dove una delle attrattive è il fiume Dunajec. Frequentato da canoisti estremi, lo si può più tranquillamente navigare anche a bordo delle caratteristiche zattere dei flisacy, gli uomini delle montagne addetti proprio al trasporto sul fiume: si scende la parte più

spettacolare delle Gole di Pieniny dove le pareti del canyon si alzano sulle acque per oltre cinquecento metri. Da queste parti la natura è strana e al verde rigoglioso dei boschi contrappone anche dei deserti come quello di Siedlec, formatosi nell’era glaciale, con dune di sabbia dorata alte trenta metri.

E poi grotte (ben 220!) nascoste nelle pieghe dell’altopiano della Jura, parte del sistema giurassico polacco sviluppato a partire dal Paleogene: paradiso per lo sport dove si praticano trekking, arrampicata e cicloturismo, ma anche sport acquatici nei laghi Pogoria I e Pogoria III.

Un viaggio nelle favole

Nel voivodato di Małopolska, tra vallate verdi e colline pittoresche con lo sfondo dei monti innevati, perfettamente integrati nel paesaggio da favola, si trovano 255 edifici antichi molto speciali, non opera di archistar ma di semplici carpentieri del luogo. Sono le costruzioni tipiche in legno (chiese, palazzi, borghi, poderi) alcune custodi di opere d’arte e così pregiate nella fattura da avere attirato l’attenzione

dell’Unesco che le ha inserite nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità (le chiese di Binarowa, Blizne, Dębno Podhalańskie, Haczów, Lipnica Murowana e Sękowa). La scoperta di questa particolare espressione della cultura materiale vale un viaggio che si svolge lungo 1.500 chilometri all’interno della regione, da qualche anno fruibile turisticamente con il nome “l’itinerario aperto dell’architettura lignea”. Il periodo migliore per

Nel magico mondo sotterraneo

E' orgogliosa, la Slesia, delle sue tradizioni industriali alle quali da ben 11 anni dedica un festival: 36 strutture situate in trenta località della regione consentono ai visitatori di conoscere la storia manifatturiera del paese attraverso laboratori, tour, spettacoli. Uno dei fiori all’occhiello di questo percorso sono sicuramente le antiche miniere di Tarnowskie Góry, Patrimonio Unesco. Giacimento di galena da cui si estraeva piombo, argento e zinco la cui scoperta risale al XV secolo, quando il leggendario signor Rybka trovò un pezzo di minerale

mentre lavorava il suo campo. Da allora si sviluppò l’insediamento minerario, fino alla chiusura all’inizio del XX secolo: è oggi un complesso di oltre cinquanta chilometri di gallerie con un sofisticato sistema di gestione delle acque e l’escursione ipogea, con tratti in barca, porta a faccia a faccia il visitatore coi volti degli antichi minatori scolpiti nella roccia. Altra storia e

altro Patrimonio Unesco è quella della miniera di sale di Wieliczka, vicino a Cracovia. Se ne parla già nell’XI secolo e mille anni di estrazione hanno formato una vera e propria cattedrale sotterranea di fulgido salgemma: 287 chilometri di gallerie e cunicoli ricche di statue di sale ritraenti figure storiche e religiose, stanze ornate, cappelle e laghi sotterranei.

Luppoli e lieviti:storie di birra

Secondo l’European Beer Trends Statistics Report nel 2019 la Polonia si è classificata, dopo la Germania, come la nazione con la più alta produzione di birra: insomma la birra in Polonia è una cosa seria, le cui origini risalgono addirittura al Medioevo. Le birre più diffuse sono le lager Tyskie e Żywiec prodotte proprio nel sud del Paese, dove sono visitabili le fabbriche che ospitano bellissimi musei con collezioni di memorabilia che vanno dagli oggetti, ai cimeli, alle fotografie fino ai documentari in 3D che narrano la storia degli antichi birrifici: seicento anni per la Tyskie di Cracovia e 160 per la Żywiec, situata nell’omonimo paese. La scoperta delle “bionde polacche” prosegue nel borgo di Tychy, a una settantina di chilometri da Cracovia, dove ha sede il Brewery

Museum: un birrificio reale del XIX secolo con enormi vasche di fermentazione e un attuale impianto di produzione da 60mila bottiglie all’ora. Anche nella Slesia e nella Małopolska, come nel resto della Polonia, il fenomeno dei microbirrifici

è in aumento: prodotti di nicchia da provare nei più celebri pub di Cracovia come, nella città vecchia, il Pierwszy Lokal, il CK Browar e il Katedra oppure, nel quartiere Kazimierz, il Beer Gallery Pub, l’Omertà, il Smocza Jama e il Kolanko 6.

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