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Lunedì 21 giugno 2010 1 e

Redazione di Milano Via Solferino 28 - Tel. 026339 Redazione di Roma Piazza Venezia 5 - Tel. 06688281

Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Anno 114 - Numero 145

SLOVACCHIA-PARAGUAY 0-2S ITALIA-NUOVA ZELANDA 1-1 S BRASILE-COSTA D’AVORIO 3-1

MONDIALE GIORNO 10 OGGI CILE-SVIZZERA ALLE 16

GIA’ AGLI OTTAVI COSTA D’AVORIO K.0. ESPULSO NEL FINALE KAKÀ

IL CASO GLI INSULTI DI ANELKA

E’ un Brasile da spettacolo Doppietta di Luis Fabiano

Contro l’Honduras Francia nel caos la Spagna in ansia Tutti i giocatori punta su Torres si ammutinano 3 ALLE PAGINE 20-21-22

3 ALLE PAGINE 18-19

3 GRANDESSO A PAGINA 24

Luis Fabiano, 29 anni gioca a Siviglia REUTERS

LA NAZIONALE IL PAREGGIO CON LA NUOVA ZELANDA CI COMPLICA LA VITA

LIPPI TUTTO QUI?

Italia addormentata, il gioco non si vede Per passare sicuramente il turno (dopo la vittoria del Paraguay) bisogna battere la Slovacchia, anche se potrebbe bastare un pari. C’è il rischio-sorteggio

Le facce preoccupate del c.t. Marcello Lippi, 62 anni, e del capitano Fabio Cannavaro, 36 SPORT IMAGE

IL C.T. DIFENDE LE SCELTE

«Macché pentito Nessun fenomeno è rimasto a casa»

3 SERVIZI DA PAGINA 2 A PAGINA 13

Poi punge Pepe: «L’ho cambiato perché non ha eseguito gli ordini»

l’Editoriale

3 NICITA A PAGINA 5

PER CHI SUONA LA VUVUZELA

LO SPOGLIATOIO

Marchisio e Iaquinta «C’è un po’ di paura»

di ANDREA MONTI

Per favore, nessuno si sogni di vietare le vuvuzela: il loro urlo lacerante non basta a svegliare gli azzurri nel tiepido pomeriggio di Nelspruit ma è un'utile e sonora sirena d'allarme per tutto il nostro calcio. Un'Italia abbastanza inguardabile impatta con la Nuova Zelanda che geograficamente e calcisticamente ci sta agli antipodi, giganteggiando al settantottesimo posto del ranking Fifa.

3 CURINO A PAGINA 10

SEGUE A PAGINA 2 3

3 BOVOLENTA A PAGINA 15

Ciao Rosato faccia d’angelo IL ROMPI PALLONE

MERCATO IERI HA FIRMATO STORARI

Juve allo sprint per Bonucci I nodi: Mirante e Lanzafame Bonucci

di Gene Gnocchi

Sarkozy rimprovera Anelka per gli insulti a Domenech: «Erano troppo pochi».

Roberto Rosato

MOTOGP A SILVERSTONE GARA IN SOLITARIO

Lorenzo è irraggiungibile Ma Dovizioso brilla (2o) Jorge Lorenzo

3 ALLE PAGINE 38-39-41-43

9 771120 506000

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3 BRAMARDO, DI FEO, LAUDISA PAGINE 32

IL LUTTO

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LUNEDÌ 21 GIUGNO 2010

LA GAZZETTA DELLO SPORT

MONDIALE DELUSIONE NAZIONALE dalla prima di ANDREA MONTI

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5 RIPRODUZIONE RISERVATA

PER CHI SUONA LA VUVUZELA Ora siamo a rischio nel girone eliminatorio più facile di questo Mondiale: l'autostrada che sul tabellone ci aveva aperto la sconfitta della Spagna s'è precipitosamente richiusa. Non siamo minacciati da un destino cinico ma dalla nostra pochezza. La circolazione di palla è più lenta di un ballo del mattone. Manca l'uomo che salta l'uomo. L'organizzazione di gioco è confusa, si risolve in un curioso, continuo dibattito tra campo e panchina che finisce per individuare in Pepe (chissà perché lui e non un magazziniere o il cuoco della spedizione) il colpevole della figuraccia. I tifosi che in queste ore affollano il sito di Gazzetta hanno idee più precise e lapidarie. Per loro i giocatori che non meritano la sufficienza sono molti, ma il responsabile ha un solo nome: Marcello Lippi. Che fare? Rincorrere la delusione montante? No, non è l'ora dei processi, ci mancherebbe solo questo. Ma delle riflessioni sì. Per Lippi e per tutti noi. Il tecnico azzurro, non dimentichiamolo, è un vincente ma nel dopopartita riesce simpatico quanto un'ernia cervicale. Non dà spiegazioni e non offre appigli a chi - e siamo tra questi - vorrebbe portargli conforto. Certo, la Nazionale è vittima di un sortilegio che si riassume nella regola del due: due partite, due palloni nello specchio di porta, due gol subiti. Pali e altre sfighe assortite hanno fatto il resto. Né si può ragionevolmente sperare nell'uomo del destino: i nostri attaccanti, ieri, li abbiamo visti tutti. Ma questi giocatori li ha scelti e messi in campo Lippi. Ed è lui che deve trovare una soluzione che vada oltre al prudente 4-4-2 del primo tempo e a ciò che è seguito nel secondo, dove francamente ho perso il conto. Davvero pensa che questa partita non meritasse un commento tecnico sincero e approfondito, se non altro per rispetto ai tanti che seguono la squadra con passione? D'accordo, Lippi non è un tecnico ciarliero, ma tra Mou e il mutismo ci sarà pure una via di mezzo. Una sola dichiarazione pare memorabile e infatti sta destando uno tsunami di polemiche: "Non ho lasciato a casa fenomeni in grado di cambiare questa partita". A costo di rischiare l'impopolarità con la possibile eccezione di Mariomatto Balotelli - concordo in pieno: il calcio italiano è quello che vediamo. Non ce n'è un altro dimenticato a casa o confinato in panchina. Siccome però tra quattro giorni ci tocca la fatal Slovacchia, nomen omen una delle squadre più svaccate che ricordi, affidiamo a Lippi una preghiera: meno chiacchiere su Pepe, più sale nel gioco e nella zucca di chi va in campo. Parafrasando il poeta John Donne, non chiediamoci per chi suona la vuvuzela. Suona per noi.

IL GOL AZZURRO E L’ESULTANZA-VUVUZELA

De Rossi, un soffio di gioia Vincenzo Iaquinta ha appena messo a segno il rigore che vale il pareggio e gli azzurri lo circondano per festeggiarlo. Daniele De Rossi, con le mani chiuse, mima il gesto di chi suona la vuvuzela, la lunga tromba che è ormai diventata il simbolo di questo Mondiale. E così l’esultanza azzurra diventa un omaggio al Paese che ospita la competizione. Un omaggio che speriamo di rivedere EPA

COME COMPLICARSI LA VITA

ITALIA GIUDIZIO

77

1 1

N. ZELANDA

MARCATORI Smeltz (NZ) al 7', Iaquinta (I) su rigore al 29' p.t.

(4-4-2)

(3-4-1-2)

Marchetti; Zambrotta, F. Cannavaro, Chiellini, Criscito; Pepe (dal 1' s.t. Camoranesi), De Rossi, Montolivo, Marchisio (dal 16' s.t. Pazzini); Gilardino (dal 1' s.t. Di Natale), Iaquinta. PANCHINA De Sanctis, Bonucci, Bocchetti, Maggio, Gattuso, Palombo, Quagliarella.

Paston; Reid, Nelsen, Smith; Bertos, Elliott, Vicelich (dal 36' s.t. Christie), Lochhead; Smeltz; Killen (dal 48' s.t. Barron), Fallon (dal 18' s.t. Wood). PANCHINA Bannatyne, Moss, Sigmund, Brown, McGlinchey, Clapham,Mulligan, Boyens, Brockie.

ALLENATORE Lippi.

ESPULSI nessuno. AMMONITI Fallon e Smith per gioco scorretto, Nelsen per comportamento non regolamentare.

ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno.

ALLENATORE Herbert.

ARBITRO Batres (Guatemala) NOTE Spettatori 38.229. Angoli 15-0. In fuorigioco 1-0. Recuperi: p.t. 1'; s.t. 4'. POSSESSO PALLA

ITALIA 72%

CROSS

N. ZELANDA 28%

TIRI IN PORTA

IIIIIII ITALIA 7

ITALIA 42

N. ZELANDA 3

TIRI FUORI

I IIIIIII N. ZELANDA 1

ITALIA 7

II N. ZELANDA 2

MOMENTI CHIAVE PRIMO TEMPO

SECONDO TEMPO

c GOL!

25' Montolivo da fuori area, respinge il portiere. 35' Di Natale da fuori area sfiora il palo. 38' Wood salta Cannavaro e sfiora il palo. 43' Camoranesi da fuori area, devia il portiere.

7' Smeltz in fuorigioco devia da pochi passi un pallone toccato da Reid e svirgolato da Cannavaro su punizione di Elliott. 22' Zambrotta da fuori area sfiora il palo. 27' Montolivo colpisce il palo da fuori area. c GOL! 29' Iaquinta pareggia su rigore. 45' De Rossi da fuori area, devia il portiere.

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N. ZELANDA

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SLOVACCHIA

Al 7’ Smeltz segna il gol che costringe gli azzurri ad inseguire GETTY IMAGES

Gioco, difesa e gol Manca un po’ tutto L’Italia ora rischia Nuova Zelanda avanti con un tiro, poi rigore di Iaquinta Battere la Slovacchia può non bastare a evitare l’Olanda DAL NOSTRO INVIATO

ALBERTO CERRUTI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

NESLPRUIT dDov'è la vittoria? Dov'è l'Italia campione del mondo? Speravamo che si svegliasse dopo il pisolino davanti al Paraguay. Invece la riscopriamo brutta addormentata, incapace di andare al di là di un secondo 1-1 contro la Nuova Zelanda, che nella classifica Fifa è al posto numero 78. Noi maestri nel calcio, con 4 titoli vinti, frenati dai maestri del rugby che alla fine si abbracciano felici, perché il pareggio per loro è un risultato storico. Con gli All Whites siamo andati in bianco e non è una battuta, ma una preoccupante verità. In bianco nel punteggio e soprattutto nel gioco, senza neppure un alibi.

Prospettive La classifica dice che possiamo ancora qualificarci come secondi, persino con 3 pareggi come nel magico 1982, se non perdiamo giovedì contro la Slovacchia. Ma senza addentrarci nel labirinto dei calcoli, è lecito interrogarsi sulle reali prospettive di questa squadra, tecnicamente e atleticamente inferiore rispetto al 2006, sulla cui strada potrebbe profilarsi l'Olanda negli ottavi. Proprio l'ultima negativa esperienza di ieri insegna che al Mondiale è pericoloso fare pronostici, ma per quanto riguarda la nostra storia ci spaventa l'analogia con il 1986, quando l'Italia campione del mondo di Bearzot pareggiò 1-1 le prime due partite, si qualificò vincendo la terza e poi si arrese alla Francia agli ottavi. Con la non piccola differenza che il secondo 1-1 di allo-

ra fu contro l'Argentina di Maradona, lanciata verso il titolo mondiale. Italia involuta Quando mancano i risultati, e il gioco, il bersaglio più facile è l'allenatore. Ma stavolta non ce la sentiamo di sparare soltanto su Lippi, che cerca in tutti i modi, paradossalmente persino troppi, di migliorare la manovra d'attacco, sempre senza un certo Pirlo va ricordato. Abbandonato il 4-2-3-1, riparte dal 4-4-2 per servire meglio Gilardino, affiancandogli Iaquinta, con Pepe e Marchisio sulle fasce attorno a De Rossi e Montolivo. Regalato un gol, in fuorigioco, dopo una svirgolata di Cannavaro, l'Italia pareggia con un rigore di Iaquinta. Ma neppure il pericolo scampato trasforma una squadra involuta, affidata agli spunti dei singoli, tra

i quali però non c'è il Baggio di Usa 94 e nemmeno la sua riserva Zola, come scoprirà anche Prandelli. L'unico che si ribella al grigiore generale è Montolivo e siccome non basta nemmeno lui, Lippi rimescola le carte. Dopo l'intervallo escono Pepe e Gilardino, rilevati da Camoranesi e Di Natale, con risultati persino peggiori: lo juventino tradisce l'eccessiva fiducia del c.t. mentre il capocannoniere del campionato, invece di sfruttare la sua agilità in verticale, si defila cercando inutilmente lanci per i compagni. Dal 4-4-2 al ritoccato 4-3-3, con Camoranesi-Iaquinta-Di Natale, e poi con Iaquinta-Pazzini-Di Natale, aumenta soltanto il numero degli angoli, alla fine 15-0, visto che gli spazi sono sempre più intasati e il portiere para tutto, mentre Marchetti rimane disoccupato. Magra consolazione, perché in 2 gare abbiamo già preso 2 reti, quante ne avevamo incassate in tutto il mondiale del 2006. E anche questo è un segno che il vento è cambiato. Vecchia Zelanda Un tiro in porta, un gol. Nella terra dei diamanti, i neozelandesi ne raccolgono uno indimenticabile, sfruttando la tattica più vecchia del calcio. Tutti rinchiusi nel bunker, increduli di resistere contro i campioni del mondo. Se Nelsen e compagni giocassero in Italia, faticherebbero a salvarsi in serie B. Ma il calcio è anche questo. E allora è giusto recitare un mea culpa azzurro. Perché a tutto c'è un limite e non possiamo tornare a casa subito.

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IN SPAGNA AVANTI CON 3 PARI

Moviola azzurra

di ANTONELLO CAPONE

Al Mondiale 1982 in Spagna, gli azzurri superarono la prima fase con 3 pareggi: ItaliaPolonia 0-0 Perù-Italia 1-1 ItaliaCamerun 1-1 Poi la cavalcata vittoriosa fino al titolo conquistato nella finale con la Germania

V

Enzo Bearzot, 82 anni, c.t. dell’Italia in Spagna nell’82

Spinta a Gila e fuorigioco L’1-0 andava annullato

E’ il 7’ quando la Nuova Zelanda segna un gol irregolare per due motivi: su punizione di Bertos, Reid va su di testa spingendo Gilardino. Riesce a deviare e a questo punto Smeltz è in furigioco, oltre Cannavaro. L’assistente dell’Honduras Pastrana non sbandiera né l’arbitro del Guatemala Guatres fischia per il fallo su Gilardino. Non è pensabile che l’assistente resti giù guardando Cannavaro che devia alla disperata. Quel tocco non rimette mai in gioco l’avversario. Al 14’ Fallon dà una gomitata a Cannavaro: giallo giusto e già poco prima aveva sgomitato su Zambrotta. Al 28’ rigore per l’Italia dell’1-1: fiscale, ma c’è. Smith trattiene per la maglia De Rossi su cross e viene anche ammonito. L’azzurro cade dopo che la maglia viene lasciata. Batres è coperto da De Rossi, vede la mano di Smith che tira e gli basta. 14 s.t.’: Fallon col gomito becca Criscito: niente secondo giallo, ma il suo c.t. lo sostituisce. Spallata di Smith a Criscito: punizione, al Mondiale non è più tollerata. Scambio di accuse tra Lippi ed Herbert quando Chiellini con una manata si libera di Reid che poi fa molta scena.

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Lippi e polemiche «Non ho lasciato fenomeni a casa» E poi sgrida Pepe Il c.t. difende le sue scelte e sulla sostituzione del neo juventino dice: «Non ha eseguito gli ordini». La replica: «Di queste cose si parla negli spogliatoi» DAL NOSTRO INVIATO

MAURIZIO NICITA NELSPRUIT (Sudafrica) d La Nuova Zelanda ha meno abitanti della Campania, la regione che offre più giocatori a questa Nazionale. Ciò può dare la dimensione di un pari vissuto in Italia come uno smacco di proporzioni storiche per un Paese che vive di pallone, a differenza dei soli 199 mila praticanti neozelandesi. Marcello Lippi forse a tutto questo non può pensare «a caldo», pochi minuti dopo la partita soprattutto se c’è una domanda che scatena l’orgoglio. LIPPI E BEARZOT «L’ITALIA AVANTI CON 3 PARI. COME NELL’82»

Potremmo passare anche con tre pari, come l’Italia di Bearzot nell’82. E in Champions ero fuori dai quarti con la Juve, poi segnò qualcuno in Grecia... Dove sono i fenomeni? Domanda dura, ma legittima: alla luce delle prestazioni di alcuni campioni del mondo, è ancora convinto di aver fatto scelte che non siano di riconoscenza? «Sono sempre convinto delle mie scelte. E sono assolutamente convinto che non sono rimasti a casa fenomeni che avrebbero potuto cambiare questa partita». Poi ammonisce l’autore del quesito: «Mai fare certe domande prima. Ricordati: a volte si rischia di rimangiarsele». E sarebbe bello poterlo fare. I fatti però dicono anche che, se schieriamo una difesa con i centrali della Juve (56 gol subiti: più dell’Atalanta retrocessa), un terzino del Genoa (61: quanto il Livorno ultimo in classifica) e un altro che nel Milan ha giocato solo 24 gare, forse non è un caso che si prenda gol «con gli avversari che buttano un pallone in mezzo all’area da lontano». Così dice il c.t. che però non lo legge come un problema di reparto: «Si sbaglia l’atteggiamento a squadra schierata».

sostituzioni». Pepe gli ha replicato: «Io sto bene fisicamente e comunque di come ho giocato parleremo io e il c.t., sono cose che si dicono nello spogliatoio». Lippi, poi, ha parlato di tattica: «Ho cercato soluzioni diverse. Quando si cerca di recuperare si provano diverse opzioni. Non sempre riescono. Pirlo? Spererei di recuperarlo per la Slovacchia, ma non ho certezze». Assolve pure l’attacco, incapace di andare in gol su azione: «Abbiamo Di Natale che è il capocannoniere del campionato, Gilardino e Pazzini i gol li hanno sempre fatti, Iaquinta si è ripreso bene. Camoranesi non sarà lucidissimo,

TIFOSI DELUSI

E sul web «Vogliamo Balotelli e Cassano» Ironico il direttore di Radio Padania: «E’ colpa nostra...» FILIPPO CONTICELLO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

Marcello Lippi, 62 anni, è tornato sulla panchina azzurra nel 2008 LAPRESSE

ma è giocatore di qualità. Certamente dobbiamo fare il nostro mea culpa. Visto la caratura dell’avversario, dovevamo vincere per forza. La volontà c’è stata, è mancata lucidità. Per la supremazia avuta abbiamo creato poco. Continuando a buttare palloni in area con gente di due metri, abbiamo finito per fare il loro gioco». Come Bearzot La qualificazione si complica. «Ma non c’è panico. Sono da 35 anni nel calcio, ho avuto la fortuna di disputare tante manifestazioni e di vincerne diverse. C’è grande dispiacere, questo sì. Se non vinceremo la prossima partita

sarà giusto...». Andare a casa, certo, ma Lippi non finisce la frase e incalza ottimista: «Potremmo passare anche con tre pari, come l’Italia di Bearzot nell’82. E inoltre vi ricordo che all’ultimo minuto di una partita di Champions ero eliminato dai quarti con la Juventus, poi segnò qualcuno in Grecia, passammo il turno e vinsi la Champions». Era il dicembre ’97: Djordjevic segnò nel finale per l’Olympiakos, eliminando il Rosenborg. La Juve di Lippi poi in finale perse col Real Madrid. A Marcello auguriamo ancora tanta strada in azzurro. E di somigliare più al Bearzot dell’82 che a quello dell’86.

dIeri Radio Padania aveva un altro impegno, sacro: 20a edizione del raduno di Pontida. Nonostante tutto, alle 16 è cominciata puntuale la radiocronaca di Italia-Nuova Zelanda. Pessimo spettacolo in tv, figurarsi alla radio. E i tifosi azzurri non hanno gradito nell’ordine prestazione, risultato e parole di Lippi. «A casa non ci sono fenomeni che avrebbero cambiato la partita» il ringhio del c.t. La risposta sul web: l’86,5% dei votanti al sondaggio di Gazzetta.it non è d’accordo. Per loro i fenomeni ci sono eccome. Anzi, nel dettaglio, uno ha appena organizzato un rinfresco nuziale per 150 persone, l’altro si gode una meritata estate post-tripletta. Sì, perché nel secondo sondaggio Gazzetta il risultato è senza storia: i due giocatori lasciati a casa da Lippi che sarebbero stati più utili in Sudafrica so-

Nel sondaggio di Gazzetta.it l’86,5% dei lettori è contrario alle parole del c.t. Il sampdoriano è il rimpianto più grande mod. PANAMERIKA 1 -

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Confusione in attacco I cambi nella ripresa hanno dato l’impressione di creare confusione in una squadra che è arrivata in Sudafrica senza una fisionomia ben precisa di gioco ed è anche priva di due giocatori importanti come Buffon e Pirlo. Lippi non ci sta: «Nella ripresa abbiamo giocato un 4-2-3-1 con Iaquinta largo a destra, Di Natale a sinistra e Camoranesi trequartista. Ho messo Mauro e Di Natale per cercare con i loro movimenti di tirar fuori i difensori. Qualità? Ce n’era in campo, ma non l’abbiamo sfruttata. Pepe? Ha fatto cose diverse da quelle che gli avevo chiesto, ma non sono punizioni le

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carreraworld.com

no, neanche a dirlo, Cassano e Balotelli. Facebook Lo sposo felice si trasforma in un lampo in maxi-rimpianto per tifosi depressi: per il 53,6% dei lettori, nell’Italia senza fantasia, sarebbe servito FantAntonio anche se celibe (in caso di convocazione, ci saremmo persi la cerimonia dell’anno). Meno votato Balotelli, più bizzoso e ancora all’asciutto di presenze nella Nazionale maggiore: il talento dell’Inter si ferma al 29%. Alle loro spalle due scelte meno fresche e più nostalgiche: 11% di votanti per Totti e 6% per Del Piero. Inutile aggiungerlo: nel mondo di Facebook crescono come funghi gruppi che inneggiano alla coppia della redenzione Cassano-Balotelli. Tanti se la prendono con il c.t., anche il direttore di Radio Padania Matteo Salvini: «Grande Lippi, grande Cannavaro... Vabbè, sarà colpa nostra...». Col Paraguay aveva esultato a voce, con la Nuova Zelanda si è limitato a farlo sulla sua bacheca.

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SUDAFRICA 2010 GIORNO PER GIORNO

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E se passassimo con la «monetina»? Italia agli ottavi in 4 casi su 9. Due pareggi identici e si andrebbe al sorteggio FABIANA DELLA VALLE 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

IERI

Nella prima partita il Paraguay ha battuto la Slovacchia 2-0, poi l’1-1 tra Italia e Nuova Zelanda e la larga vittoria del Brasile (3-1) sulla Costa d’Avorio.

OGGI

Alle 13.30 Portogallo-Corea del Nord (Sky Mondiale 1). Alle 16 Cile-Svizzera (Sky Mondiale 1), alle 20.30 Spagna-Honduras (Rai 1, Sky Mondiale 1).

DOMANI

Alle 16 Messico-Uruguay (Sky Mondiale 2) e Francia-Sudafrica (Sky M. 1). Alle 20.30 Nigeria-Sud Corea (Sky M. 2), GreciaArgentina (Rai 1, Sky M. 1).

dPrepariamoci a tutto, anche al sorteggio. Il destino dell’Italia è appeso al 4-4-1. Che non è un nuovo modulo, ma la formuletta che ci spiega quante possibilità abbiamo di passare il turno. Su nove combinazioni possibili tra i risultati delle ultime due gare del nostro gruppo (Slovacchia-Italia e Paraguay-Nuova Zelanda), quattro ci portano agli ottavi, quattro a casa e c’è una possibilità che si debba ricorrere al sorteggio (la vecchia monetina).

Italia vincente Partiamo dalle certezze: se i Lippi boys perdono sono fuori, se invece battono la Slovacchia, con qualsiasi punteggio e a prescindere dal risultato dell’altra gara, la qualificazione è assicurata. Per centrare il primo posto, però, l’Italia deve sperare che il Paraguay perda con la Nuova Zelanda e che la nostra differenza reti sia migliore di quella dei kiwi. Le due squadre ora sono in parità (differenza reti 0), perciò per evitare l’Olanda (probabile prima del girone E, quello che negli ottavi s’incrocerà con il nostro), dovremmo battere la Slovacchia con più gol di scarto rispetto a quelli

con cui la Nuova Zelanda batterebbe il Paraguay. Chi vince col miglior punteggio passa come prima, con lo stesso scarto di reti esulta chi ha segnato di più, in caso di parità su tutto si ricorre al sorteggio. L’Italia arriva prima (e quindi dovrebbe trovare Danimarca o Giappone) anche se Paraguay e Nuova Zelanda pareggiano e noi battiamo la Slovacchia con 3 gol di scarto; o se vinciamo 2-0 e l’altra partita finisce 0-0. Altrimenti (se il Paraguay batte la Nuova Zelanda segnando almeno un gol; se il Paraguay pareggia con la Nuova Zelanda e l’Italia batte la Slovacchia con 2 o meno gol di scarto; se la Nuova Zelanda batte il Paraguay con più gol di scarto di quelli con cui l’Italia batte la Slovacchia) ci dobbiamo accontentare del secondo posto. Pari e sorteggio Il pari con la Slovacchia significa qualificazione solo se il Paraguay vince con i kiwi (Italia seconda), o se Paraguay e Nuova Zelanda pareggiano segnando meno gol di quelli fatti da Italia e Slovacchia. Se le due gare finiscono con lo stesso risultato di parità, il nostro destino passerà nelle mani della dea bendata: sarà il sorteggio a decidere chi, tra Italia e Nuova Zelanda (seconde con 3 punti), continuerà l’avventura mondiale.

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LE PAGELLE

di FABIO LICARI

Montolivo ora è un intoccabile Si salvano solo quattro azzurri; De Rossi lento, Gilardino lontano dall’area, Cannavaro il peggiore

ITALIA

N. ZELANDA

5

i 5,5 L’ALLENATORE

h 6,5

Lippi

«Tanta manovra e niente palle alte»: come aver parlato al muro. Gli azzurri - non tutti - interpretano la partita all’opposto. Il c.t. le prova tutte, passa dal 4-4-2 al 4-3-3 (con Iaquinta mediano nel finale), ma non riceve risposte: soprattutto dagli attaccanti. Discutibile però il cambio Pepe-Camoranesi: doveva uscire Marchisio. E quel Di Natale così lontano dall’area: è lui che si defila? Contro la Slovacchia si cambia, sicuro.

Spiacevole sensazione d’impotenza: sembra sempre che non farà gol

s.v.

Marchetti

Se Cannavaro gli scivola davanti e libera Smeltz a mezzo metro, se il guardalinee non vede il fuorigioco sul gol (colpo di testa di Reid), beh, non è mica colpa sua. Per il resto, avrebbe anche il tempo di finire l’ultimo malloppo di Stephen King, con brividi nel finale per il diagonale di Wood e la gran botta di Vicelich fuori di poco. Ma fuori. Tra lui e Buffon, due tiri nello specchio della porta e due gol subiti. Non male come media. Gli esami devono ancora arrivare.

5,5 Criscito

Non ci sono errori gravi nella sua prestazione: Bertos mette il naso fuori ma torna quasi sempre sui suoi passi, anche se sulla sua fascia ai neozelandesi riescono un paio di affondi. È che Criscito dovrebbe aumentare velocità e tempi, dovrebbe aggredire la fascia e crossare: invece cerca lo scambio stretto e rallenta un po’ la manovra. Sia chiaro: per ruolo ed esperienza è il meno colpevole della scarsa fluidità della manovra. Ma qualcosa in più, su.

5

Gilardino

Quasi non si rende conto se Paston, il portiere, è biondo o scuro: in pratica non lo vede mai in faccia, pressato da Smith fino alla trequarti, sempre spalle alla porta per tentare un appoggio ai compagni. E stavolta non era solo in attacco. Esce dopo 45’. Pazzini 5 Entra per Marchisio, nel ruolo di Gilardino, ma riesce a fare quasi peggio del viola perché perde una brutta palla a centrocampo e, nell’area stra-intasata, ha pure un pallone e lo gioca male.

6,5

Zambrotta

Altro atteso al varco nel girone dei «bolliti», invece fa avanti e indietro con i polmoni dei bei tempi, anche se gli manca l’ultimo soffio per arrivare in fondo e crossare: è da lì che la Nuova Zelanda soffre, è da lì che arriva l’assist di Chiellini per il rigore. Ma per riuscire occorre anche la sponda del mediano e la sovrapposizione: Pepe una mano gliela dà, Marchisio meno, nella ripresa è semplicemente un assedio. Due volte al tiro: la prima di poco alto, la seconda respinta da Nelsen.

5,5 Pepe

Non è quello assatanato visto col Paraguay, anche perché la Nuova Zelanda pressa alto e gli lascia meno spazio per affondare. Però, tutto sommato, svolge ancora il compito: terzino aggiunto, esterno alto, anche coraggioso nei tagli verso il centro, sebbene un po’ fuori misura nei lanci. Lippi lo sostituisce dopo 45 minuti, l’avremmo tenuto ancora dentro: perché più imprevedibile, e con più fiato, di altri compagni.

6

Iaquinta

Segna il rigore — non era facile vista la situazione — e almeno si guadagna la sufficienza. Ma anche lui non riesce quasi mai a liberarsi, in una girandola incredibile di posizioni: seconda punta a sinistra con Gila, poi centrale con Di Natale nel 4-3-3, laterale destro quando entra Pazzini, chiudendo addirittura da mediano destro lasciando Camoranesi all’ala, più avanti. Qualche imprecisione: la fretta lo tradisce sprecando palloni «di prima», poi ritarda sotto rete. Ma il vero Iaquinta sarebbe entrato dritto in porta.

4,5

Cannavaro

Porca miseria, che guaio: d’accordo che la «spizzata» di testa di Reid crea il fuorigioco e sposta la parabola quanto basta per ingannarlo, ma la scivolata davanti a Marchetti mette subito la partita sul binario dell’irrealtà. Non bene nell’uno-contro-uno su Wood, che lo supera e manda fuori, un po’ d’impaccio su un colpo di testa-mano. Mille palloni alti respinti con rabbia, ma la manovra passa troppe volte dai suoi piedi. Non è colpa sua: è qui che manca di più Pirlo.

5,5 De Rossi

Di lavoro ne smazza tanto, tantissimo, come al solito. Insegue Vicelich, rincorre Elliott, protegge Montolivo. Rispetto al Paraguay però c’è meno lucidità, meno geometrie negli scambi, anche meno visione di gioco: trascura in diverse occasioni il compagno libero. E i tempi sono troppo lenti quando c’è da andare al tiro: uno come lui dovrebbe provarci sempre, con questo pallone poi... Detto ciò, impossibile farne a meno. Solo, per favore, più cattivo dai 20 metri.

5

Camoranesi

Sostituisce Pepe dopo 45’: partecipa alla manovra, questo è vero, ma è quasi indisponente per come riesce a sbagliare cose facili, lui che i neozelandesi un tempo se li sarebbe bevuti a colazione. Gran movimento da destra al centro, un po’ ala un po’ mediano, ma tutto qui. E da Camoranesi è troppo poco: se perde palla non recupera, fallisce appoggi semplici. Da ricordare il tiro parato da Paston e il pallonetto che potrebbe liberare Iaquinta.

6

Chiellini

Ingaggia anche lui un gran duello con i due giganti (Fallon e Killen), le prende e quando può le restituisce. Comunque non lo superano mai, né in velocità né col fisico. Quando capisce che due difensori potrebbero bastare, lascia la retroguardia, scambia a sinistra e azzecca il lancio giusto a centro area: qui Smith s’impappina e De Rossi va giù. Rigore. Un colpo di testa e un tiraccio in area, ma fuori bersaglio.

4,5 Marchisio

Che sia lui il Paolo Rossi atteso da Lippi? Sì, perché l’alibi del trequartista improvvisato, da ieri, regge molto meno: l’impressione è che, più che una questione tattica, sia fisica. Da esterno sinistro del 4-4-2 aggredisce poco la fascia e resta spesso fuori dal gioco. Non incrocia mai — la sua arma — per entrare in area. Non è «cattivo»: neanche fa fallo, brutto segno. Cambia poco a destra e cambia poco, nella ripresa, da mezzala del 4-3-3. Finché esce, un po’ tardi.

5

Di Natale

Se possibile, più indisponente di Camoranesi. Perché avrebbe tutto per saltare gli avversari e puntare la porta (l’unico bel tiro gli riesce da breve distanza). E invece si tiene largo a sinistra, non cerca mai il dribbling — che spreco! — e insiste con cross tagliati da sinistra, alti per il portiere o lunghi a fondo campo. Fa tutto il contrario di quello che avrebbe dovuto, pur dando l’impressione di una certa freschezza atletica. Con la Slovacchia forse merita 45’ da seconda punta, poi tiriamo le somme.

TERNA ARBITRALE: BATRES 5 Severissimo sulle perdite di tempo: sventola giustamente il «giallo» a Nelsen che rifiuta la barella. Ma è l’unica finezza di una giornata non indimenticabile: perdona un paio di gomitate di Fallon (già ammonito), è generoso sul rigore. Il fuorigioco neozelandese, poi: d’accordo che anche la tv fatica a capire, ma l’assistente a che serve sennò? Leal 6; Pastrana 5

IL MIGLIORE

Montolivo Sembrava soffrire di deficit di personalità, invece si conferma tra i pochi a muoversi con senso tattico e qualche idea: e non è soltanto questione di ruolo. Purtroppo non ha collaborazione: né dai mediani troppo frenetici nello scambio stretto, né dagli attaccanti che non si liberano quasi mai. Legge bene la disposizione dei neozelandesi, cerca di sfuggire al pressing partendo «basso» e non spreca un pallone. Primo tempo da play (posizione ideale), secondo da mezzala sinistra che si prende tutte le responsabilità. Anche al tiro. Il palo trema ancora nel primo caso, il portierone si distende e ci arriva con le dita nel secondo. Nell’Italia che cambierà contro la Slovacchia — perché cambierà — lui è uno degli intoccabili, con De Rossi al fianco. Non è Pirlo, ma di più non può. FOTO OMEGA

6 Sette difensori, un muro invalicabile e un tiro in porta: tutto qui

h

IL MIGLIORE

7 PASTON

Non sarà l’immagine della sicurezza, ma riscatta la papera con la Slovacchia con due grandi parate su Montolivo e Camoranesi. E non gli sfugge uno spiovente in area. REID 6,5 Uno dei tre fratelli Bandiera — nel senso di «piloni» da rugby — piazzati là dietro a fare muro. S’appiccica a Iaquinta, chiude Pepe, bracca Di Natale. «Morde» e di solito non fugge, ma torna a coprire. Da copione. NELSEN 7 L’ultimo avamposto del fortino, senza bandiera bianca. Tiene stretta la difesa, chiama i tempi, chiude con coraggio e si permette un salvataggio decisivo sulla botta tremenda di Zambrotta. SMITH 5,5 S’incarta sul rigore, più ingenuo che colpevole, sbanda, recupera ma non gli fanno mai veder le stelle. E sì che potrebbero. BERTOS 6 Sarebbe l’esterno destro, fa il terzino, ma per sbarrare la strada a Marchisio basta poco. Montolivo è già più complicato, ma tanto c’è il «muro». ELLIOTT 6 Lui e Vicelich, formalmente coppia di play, sono in realtà due stopperoni avanzati. Il collega è più difensivo, Elliott fa girare la manovra: d’altra parte, col «modesto» 1.80 che si ritrova, è inevitabilmente più tecnico. VICELICH 6 Dal suo 1.93 spazza l’area di testa, poi va ad aggredire a centrocampo, più De Rossi che Montolivo, comunque dove capita (Christie sv). LOCHHEAD 5,5 Un altro messo lì in mezzo per sbarrare lo spazio a pallone e avversari, senza preferenze. Andava aggredito con più lucidità. SMELTZ 6 Se non altro ha il merito del gol, cercato partendo dalla trequarti e beffando mezza difesa. Un passo indietro le due punte, si sfianca nel pressing orizzontale. FALLON 5 Di nome e di fatto: in un quarto d’ora atterra tre azzurri (Zambrotta, Chiellini e Cannavaro) con gomiti volanti, ma se la cava con un’ammonizione soltanto. Il resto è pressing. WOOD 6 Sostituisce il simpatico compagno che alzava il gomito e mette in difficoltà la difesa azzurra puntando a destra e a sinistra, lottando con un fisico da rugby, tenendo palla. Utilissimo. KILLEN 5,5 Come Fallon, un po’ più tecnico, un po’ meno falloso (Barron sv). All. HERBERT 6 Con l’Italia dà il meglio, come in Confederations. Conosce una tattica soltanto: 7 difensori, 1 mediano e due mezze punte da pressing. Questo gli passa il convento. Diversamente dal Paraguay, però, aggredisce subito il portatore di palla impedendo di ragionare. Bella mossa.

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ITALIA

N. ZELANDA

Montolivo: «Sfortunati, ma l’atteggiamento è sbagliato» E Cannavaro ammette: «La voglia c’è, mancano le idee» MASSIMO CECCHINI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

NELSPRUIT dVedendo le giraffe metalliche del «Mbombela Stadium» che allungano il collo nella tenebra liquida di Nelspruit, pensiamo: bella soluzione architettonica, ma le giraffe vere sono un’altra cosa. Ecco, più o meno è quello che fa venire in mente questa Italia rispetto al modello «Mondiale» che avevamo negli occhi. La Nazionale è ormai una impalcatura a forma di giraffa, a cui manca l’arte del movimento. A darle un’anima ci ha provato Riccardo Montolivo da Caravaggio — il migliore degli azzurri — abituato ormai da anni a fare indigestione di paragoni pittorici. Ci mettiamo in scia per rubare a lui ed agli altri alcune pennellate verbali di questa malinconica domenica, che ci aiutino a far luce su questa domanda: perché abbiamo giocato così male?

Poca cattiveria Preso per buono ciò che dice Pepe («i migliori 23 italiani sono qui»), Montolivo spiega: «Io sto crescendo ma non siamo riusciti a tirar fuori dalla zona i loro tre difensori. Io sono stato sfortunato sul palo, ma il gol ci manca. Colpa dell’atteggiamento. Ci manca cattiveria, convinzione, e poi anche noi centrocampisti dobbiamo dare più supporto alla fase offensiva con gli inserimenti. Inutile adesso pensare all’Olanda o al Brasile. Ora serve una vittoria, anche per aiutarci psicologicamente. Pirlo? Spero che torni presto, ma potremmo anche giocare insieme. Magari io e De Rossi più indietro e Andrea un passo avanti a far da trequartista». Sotto processo Questo scorcio di Mondiale, però, ha trovato già due capri espiatori: Gilardino e Marchisio. Solo colpa loro? «Mi piacerebbe essere il Paolo Rossi dell’82 — dice l’attaccante — ma spesso gioco spalle alla porta, e questo gioco mi

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GIRONE

«Non segniamo? Poca cattiveria» DAL NOSTRO INVIATO

9 R

Riccardo Montolivo, 25 anni, con le mani nei capelli. L’Italia ha giocato con lutto al braccio per la scomparsa dell’ex stopper azzurro Roberto Rosati AP

PARAGUAY

SLOVACCHIA

penalizza». Gli fa eco Marchisio: «Non creiamo molto, cambiare così tante posizioni ci ha portato anche a fare un po’ di confusione. Non ci riesce ciò che proviamo in allenamento. Stavolta buttavamo la palla dentro e non cercavamo passaggi filtranti». Se Cannavaro — rifiutando processi («ancora una volta ve la volete prendere con me? Fate pure, tanto ci sono abituato») — dice come «la Nuova Zelanda giocava con tutti all’indietro, mancava solo l’allenatore», Criscito invece conferma: «Dovevamo giocare palla a terra e invece la mettevamo solo in mezzo per il loro portiere». De Rossi sa essere impietoso: «Per far gol dipende da come si muove la squadra, non solo dalle punte. Anche se abbiamo giocato solo nella metà campo avversaria, potremmo fare molto meglio. Abbiamo lasciato talenti in Italia? Ditelo voi. Io difenderò il gruppo fino alla morte». Iaquinta Vuvuzela «La voglia c’è, mancano le idee», conclude Cannavaro prima di lasciare la ribalta al rigorista Iaquinta: «Lippi mi ha detto di batterlo e poi con De Rossi ho fatto il gesto della vuvuzela perché un amico, visto il mio naso, mi ha detto che ce l’ho naturale». Forse è l’unico sorriso di una serata sbagliata, che si chiude così: «Anche la Slovacchia si chiuderà. Dobbiamo bucarli, ma non saprei come. Meglio giocare con l’Olanda, con squadre più aperte faremo meno fatica». Possibile, ma dobbiamo arrivarci. E la giraffa italiana ha scoperto di avere le gambe corte.

CHE OCCASIONI

Riccardo, due sventole Palo e miracolo di Paston

V 27’

PRIMO TEMPO

25’

SECONDO TEMPO

Gli azzurri sotto di un gol provano a rimontare. E’ Montolivo il più pericoloso: colpisce il palo interno con un destro teso a incrociare. Paston sorpreso, ma tanta sfortuna REUTERS

Il regista della Fiorentina è l’azzurro più vicino al gol con le sue conclusioni da fuori. Serve un grande intervento di Paston in tuffo per ribattere un tiro secco nel secondo tempo REUTERS

(L’appuntamento con “Mediterroni” e Diego Abatantuono è su Radio2 dalle 15 alle 15.50)

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IL PARERE DEI TECNICI

di FRANCESCO VELLUZZI

Pierpaolo Bisoli

Franco Colomba

Antonio Conte

Beppe Iachini

Giampiero Ventura

ALLENATORE CAGLIARI (?)

ALLENATORE BOLOGNA

ALLENATORE SIENA

ALLENATORE BRESCIA

ALLENATORE BARI

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Quale è stata la chiave tattica della gara? Che cosa non ha convinto? E’ dura contro tutti?

La pura verità è che non ci sono più partite facili e squadre materasso. Tutte sono organizzate. Lippi ha anche tentato i cambi, ma l’Italia, che non gioca male, non è riuscita a concretizzare le occasioni.

Non sono le nostre partite. Ci esprimiamo meglio quando abbiamo spazi. E in spazi stretti non è facile. Tutte le grandi soffrono. Stavolta è mancato il «filtrante» e poi bisogna provare più il tiro da fuori. E Pepe lo ha.

Andare sotto con squadre che si chiudono è un problema è difficile con chiunque. Poi in loro cresce l’autostima e non hanno pressione. All’Italia, però, manca qualcosa in fase offensiva, due soli gol su calcio da fermo.

La Nuova Zelanda ha segnato e si è chiusa. Psicologicamente è dura e non è facile giocare palla a terra. Serve far girare la palla più veloce e sfruttare l’1 contro1 negli ultimi 20 metri. E ci vuole pazienza. C’è, troppa frenesia.

E’ stata una partita di grande difficoltà. Ci si aspettava di più. E’ un’Italia che soffre, tutte le grandi soffrono. E’ il motivo dominante del Mondiale. Certo, bisogna giocare palla a terra e farla girare più velocemente.

Dopo due pareggi deludenti, l’Italia è ancora così certa di qualificarsi per gli ottavi di finale?

Ce la fa, ce la fa. Lippi è bravo, ha creato un gruppo che è molto unito e compatto. Con le partite più intense la vera Italia verrà fuori e nella seconda parte sarà un’avversaria scomoda per chiunque.

Diventa fondamentale la Slovacchia. Ma la gara di ieri serve da stimolo per fare bene. L’Italia nelle sfide che contano e nelle gare secche, di solito, non sbaglia. E’ importante il ritorno di Pirlo che alterna regia e lanci.

L’Italia ha tutte le carte in regola per farcela. Poi la Slovacchia giocherà per vincere e quindi si apriranno spazi. Confido in Lippi, nel gruppo e nella qualità superiore, ma non bisogna assolutamente andare sotto.

Sono ottimista. L’Italia in queste occasioni non sbaglia. Sarà una partita aperta. Perché pure la Slovacchia deve vincere. Io confido in Montolivo che sta facendo bene, ma gli attaccanti si devono sbloccare.

Ce la deve fare. Siamo l’Italia. Bisogna avere la serena consapevolezza di essere più forti. Questo dovrebbe bastare e avanzare. Se si passa poi la squadra diventa più produttiva perché cresce l’intensità.

2 domande a...

Marchisio: «Adesso abbiamo paura» Iaquinta ammette: «Un po’ di timore di uscire a questo punto c’è». De Rossi: «Sono deluso» DAL NOSTRO INVIATO

LUCA CURINO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

NELSPRUIT (Sudafrica) dSorpresa e anche un po’ di paura. Dopo il secondo 1-1 sono questi gli stati d’animo prevalenti tra gli azzurri, insieme alla voglia di battere la Slovacchia. Ma se questa è scontata, fa specie rilevare stupore e preoccupazio-

ne in una squadra che è pur sempre campione del mondo. Difatti i più esperti e scafati, come Gilardino, Chiellini e Pepe, negano di temere di non farcela a qualificarsi per gli ottavi. Mentre altri ammettono che sì, a questo punto qualche timore c’è. Rialzare la testa «Dopo il secondo pareggio un po’ di pau-

ra di tornare subito a casa c’è — confessa Claudio Marchisio, deluso del suo mondiale —. Perché la Slovacchia non è per niente male e non sarà facile batterla. Non è finita, però: sappiamo che con una vittoria si passa, quindi non è il caso di demoralizzarci, ma di ritrovare in fretta la qualità che sappiamo di avere». Vincenzo Iaquinta, a segno su ri-

gore, prima dice di no, ma poi anche lui ammette che «un po’ di timore di uscire a questo punto c’è. Non immaginavo che non avremmo vinto nessuna delle prime due gare: se avessimo battuto la Nuova Zelanda adesso saremmo tutti più tranquilli. Ora però dobbiamo rialzare subito la testa e fare 3 punti con la Slovacchia».

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Mancano i punti Fabio Cannavaro respinge le responsabilità sul gol («quando ti spizzano la palla non è facile, ma se volete trovare un colpevole fate pure») e si dice più che altro sorpreso: «Perché sulla carta doveva essere più semplice. Ora può succedere di tutto, ma io ho fiducia perché ho visto la squadra lottare fino alla fine per vincere. Mancano solo i punti». Il che non è poco. Anzi, il problema oltre al gioco in attacco è proprio quello. Rischio fallimento «Una dobbiamo vincerla, altrimenti non si passa», avverte Daniele De Rossi accusato dai neozelandesi di essersi tuffato («ma il rigore c’era, ho sentito tirare la maglia»). «Io non ho mai creduto che fosse un girone facile, come hanno pensato in tanti — prosegue —. Paura no, non ne ho: sono piuttosto deluso e sorpreso, perché due pareggi con Paraguay e Nuova Zelanda sono poco. Non vedo paura neanche nei compagni, solo voglia di vincere: siamo l’Italia. Chiaro però che se fossimo eliminati sarebbe un fallimento assoluto». «Non vediamo nero — chiosa Chiellini — e pensiamo positivo. Certo, ora per il primo posto si fa dura, ma se ci qualifichiamo diventiamo una brutta bestia per tutti».

p

la foto

Blatter e Platini allo stadio dagli azzurri Il presidente della Fifa Joseph Blatter chiude le polemiche con la federazione italiana dopo la vicenda della Coppa del Mondo alzata da Patrick Vieira alla vigilia dell’evento sudafricano. Ieri Blatter ha assistito a Italia-Nuova Zelanda. E lo ha fatto insieme a Michel Platini, presidente dell’Uefa.

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Orgoglio Nuova Zelanda «Riscriviamo la storia» Il c.t. Herbert: «E’ la risposta a chi diceva che non meritavamo di essere qui». Fallon: «Gli italiani? Cadevano come delle bambine» DAL NOSTRO INVIATO

MAURIZIO NICITA 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

NELSPRUIT (Sudafrica) dSaltano tutti i neozelandesi al fischio finale al Mbombela stadium: come avessero vinto. Salta in campo il c.t. Ricki Herbert, giocatore nell’82 per il primo Mondiale kiwi: quello vinto dagli azzurri di Bearzot. Esulta in tribuna il premier John Key. Spiega Herbert: «Saranno stati tantissimi i nostri connazionali a seguirci in tv e a non dormire. Questo è un risultato pazzesco». Poi snocciola qualche nu-

Esulta anche il premier John Key in tribuna. Un milione di neozelandesi davanti alla televisione: gioia sfrenata mero. Si parla di un milione di spettatori su circa 5 di popolazione: eccezionale per un paese nel quale il pallone più seguito ha forma ovale.

L’esultanza di Smeltz, autore del gol della Nuova Zelanda LIVERANI

Accuse e polemiche Grande gioia che aumenta a dismisura l’orgoglio e scatena anche le accuse. Come quella di Rory Fallon, 190 centimetri di muscoli, notato per i suoi gomiti spesso larghi: «Gli italiani cadevano a terra come delle bambine», sottolinea denotando una cultura sportiva rugbistica. E sull’arbitro punge l’allenatore Herbert: «Alcune sue decisioni ci hanno penalizzato. Per esempio quel-

la sul calcio di rigore su De Rossi. E poi con Fallon è stato troppo duro». Più volte, durante la gara, i neozelandesi hanno mimato il tuffo degli azzurri in occasione di contrasti e punizioni. Storia riscritta Poi in Herbert prevale la gioia: «Sapevo che sarebbe stata durissima. Abbiamo cambiato qualcosa tatticamente per affrontare l’Italia e c’è stata una bella risposta. Abbiamo anche accarezzato il successo. Sarebbe stato un risultato ancora più pazzesco. Per una squadra che non doveva essere qui, non stiamo andando neanche male. La qualificazione agli ottavi? Avevo detto sempre che la prima gara era più difficile. Superato bene lo scoglio Slovacchia, ora stiamo crescendo. Abbiamo giocato contro i quattro volte campioni del Mondo. Ora stiamo riscrivendo la storia, rispetto a chi diceva che non meritavamo di stare qui».

SLOVACCHIA

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di GENE GNOCCHI

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Fallon «Gli italiani erano sempre per terra. Cadevano come se fossero delle bambine»

FIRENZE dMessaggi variegati. Uno indirizzato al tecnico del suo recente passato, Cesare Prandelli, futuro c.t. dell’Italia. L’altro dedicato all’allenatore futuro, Mihajlovic, affinché riapra il... Luna Park Fiorentina. Diego Della Valle si confida a Sky e, dopo svariati mesi, torna a parlare di Cesare Prandelli: il tutto inquadrando l’Azzurro caratterizzato da forti sfumature viola. «Mi auguro che Prandelli sappia reggere alle pressioni che troverà sulla panchina dell’Italia - racconta il patron della Fiorentina - Con lui immagino una Nazionale che continui sulla strada tracciata da Lippi. Gli auguro di lavorare tranquillo come a Firenze. Ricordiamoci che l’Italia è campione del mon-

Elogio di Nelsen Poi aggiunge: «Non mi piace parlare di singoli. Però il nostro capitano è meraviglioso, come guida della squadra. Nelsen sa ispirare i giovani. Abbiamo visto che siamo molto uniti. Alleno una squadra unica: mai visto una cosa del genere. Questo gruppo sa motivarsi da solo e l’abbiamo visto in campo. Non abbiamo paura degli avversari. Ce la giochiamo sempre». Curiosità: la comitiva neozelandese aveva prenotato una escursione in aereo al parco di Serengeli, nella vicina Tanzania a fine girone: «Saremmo felici di rimandarla».

La forza viola La morale è che

perché sono sotto Daspo. Due giorni fa è successo un fatto increscioso durante Olanda-Giappone: Sneijder ha mandato il bacio alla sua fidanzata Yolanthe Cabau, poi dopo il 90' si sono incontrati e stavano facendo l'amore. Solo che lei, al culmine del piacere si è confusa e anziché Wesley lo ha chiamato Gene.

Io mi sono accorto che all'origine dei tanti errori dei portieri ci sono errori di posizione. Il portiere del Giappone, per esempio, sbaglia la posizione, come posizione dovrebbe stare sopra ad un cavallo e fare ippica. Ho scoperto anche cosa farà Domenech una volta lasciata la nazionale francese: ha deciso di diventare testimone di Geova. Dice che a suonare i citofoni la domenica mattina alle sette si ricevono meno insulti che a fare il ct della Francia. Comunque ieri grazie ad Anelka abbiamo scoperto che la mamma di Domenech e la sorella di Zidane sono colleghe.

do in carica, io sono italiano, per me la bandiera è importantissima. Viva l’Italia, sempre. Prandelli è bravo, è arrivato in Nazionale grazie alle sue doti ma anche perché dietro ha sempre avuto una società forte e i tifosi viola che non gli hanno fatto mai mancare il loro apporto». Ecco la genesi del Cesare c.t.: bravura sua, ma anche forza di Firenze e della Fiorentina. Divertirsi L’altro sms è per Sinisa Mihajlovic: sta lui a riaprire il Luna Park Viola. «Parlo da tifoso - racconta Diego Della Valle dopo aver assicurato che mai entrerà in politica -, perché è mio fratello Andrea che si occupa della squadra: chiedo al nuovo tecnico di farci godere, di farci divertire ad ogni partita; e ai fiorentini dico di venire allo stadio senza dimenticarsi che il calcio è uno sport che deve far divertire tutti, compresi i proprietari: perché altrimenti se non ci si diverte non c’è più motivo di fare delle cose...».

Italia-Zelanda l'ho dovuta vedere in tv e devo dire che gli azzurri, considerando che molti di loro fanno i calciatori come secondo lavoro, hanno giocato bene.

Sky sta andando a risparmio. Le telecronache delle partite di seconda fascia vengono fatte commentare da giornalisti che in realtà stanno a casa loro a Milano. Addirittura Ghana-Australia l'ha commentata la donna che fa le pulizie a casa di Maurizio Compagnoni mentre lui era al mare a Jesolo.

«Prandelli c.t. grazie a Firenze»

5 RIPRODUZIONE RISERVATA

Anelka svela il legame tra la sorella di Zizou e la mamma del c.t.

R Non mi hanno fatto entrare allo stadio

Herbert «Abbiamo anche accarezzato il successo. Sarebbe stata una vera impresa»

Stadio trema per esplosione controllata

MATTEO DALLA VITE

Zidane-Domenech ma c’è parentela?

La squadra italiana però mi è sembrata stanca. Verso la fine della partita, ad esempio, Camoranesi era così affaticato che ha chiesto a un fotografo di battere il calcio d'angolo.

TRA IL VIOLA E L’AZZURRO

Il patron Diego Della Valle: «A Mihajlovic chiedo di farci divertire»

Gnocnotes

I RIVALI

SOCCER CITY

NELSPRUIT Una normale esplosione controllata in una fabbrica di Johannesburg. Sarebbe questa, secondo fonti della polizia sudafricana, la causa del forte tremore avvertito al Soccer City e che ha messo in allarme le persone presenti. L’esplosione era stata effettuata nella fabbrica Maxam di Roodepoort. Si tratta di una ditta che produce prodotti, e quindi anche esplosivi, da utilizzare nelle miniere dei dintorni. Intanto nel centro stampa di Soccer City, a circa 400 metri dallo stadio, nonostante sia stato avvertito il boato, tutto si è svolto in modo tranquillo. I controlli di polizia sono stati quelli di sempre. «Non ci sono stati danni a cose o persone - si legge in una nota delle forze dell’ordine - visto che tutto è stato fatto sotto la stretta supervisione di funzionari della compagnia, a parecchi chilometri di distanza dal Soccer City».

13 R

taccuino PROTESTE DEGLI UTENTI

Salta il secondo tempo sulla Rai in diverse zone di Torino TORINO dQuando stava per iniziare su Rai1 il secondo tempo di Italia-Nuova Zelanda è saltato il collegamento del digitale terrestre della Rai in diverse zone di Torino. Proteste degli utenti. La colpa, ha fatto sapere la Rai, sarebbe stata di un violento sbalzo di tensione elettrica sulla rete del gestore nazionale che alimenta l’impianto principale della Rai nel Piemonte occidentale (Torino-Eramo).

BRUTTA SORPRESA

Guasto dell’impianto elettrico Docce fredde dopo la gara

nel suo mondo, nel pianeta-Diego, c’è sempre il viola. «Ai fiorentini - prosegue Diego Della Valle - dico anche che 8 anni fa a Firenze non c’era nulla e noi insieme ai fiorentini e ai tifosi abbiamo costruito una società che ovunque viene considerata un modello. Una società così forte che è riuscita a portare il proprio allenatore a fare il c.t. Adesso noi continueremo a fare ciò che facevamo prima: bando alle piccole critiche, ai malumori e concentriamoci sul dire Forza Viola». E Forza Azzurri.

Diego Della Valle, 56 anni, patron della Fiorentina con Cesare Prandelli, 52, futuro commissario tecnico azzurro GRAZIA NERI

NELSPRUIT dE dopo una brutta prestazione, docce fredde. E’ quanto è stato riservato ai giocatori dell’Italia al termine della sfida con la Nuova Zelanda. Un guasto all’impianto elettrico di un settore dello stadio ha infatti impedito che l’acqua potesse essere riscaldata. Per gli azzurri proprio un giorno da dimenticare.

FUTURO IN PANCHINA

L’Al Alhy lascia la pista Lippi Resta in corsa Zola NELSPRUIT (ma.cec) dAl Alhy addio. Il club di Dubai finisce il corteggiamento a Marcello Lippi. «Le strutture della società degli Emirati Arabi non sono ancora all’altezza di un allenatore» spiega il mediatore Murabet, affiancato nella trattativa dal manager Andrea D’Amico. Sul fronte dei tecnici, l’Al Alhy sembra ancora interessata a Zola, mentre per il suo futuro Lippi sembra più intenzionato a puntare ad una panchina di c.t. di una Nazionale straniera. La prima offerta giunta riguarda il Qatar.

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MONDIALE IL LUTTO

Ciao Rosato Faccia d’angelo gambe d’acciaio Lo stopper di Torino, Milan e Nazionale è morto a 66 anni. Soave fuori campo, spietato in difesa E’ morto ieri a Chieri, dove era nato il 18 agosto 1943, Roberto Rosato. Sposato con la signora Anna, lascia tre figli: Carola, Davide e Alessandro. I funerali si terranno domani nel Duomo di Chieri. GERMANO BOVOLENTA 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

dE' morto Roberto Rosato. Lo chiamavano Faccia d'Angelo. Era bellissimo, dolce e gentile. Era uno dei ragazzi di Nereo Rocco, el Paron del Milan (e non solo). Centrocampista e poi stopper, veloce e deciso negli anticipi e nelle marcature. Soave fuori campo, spietato in difesa.

Gli inizi Roberto comincia a Chieri, lo portano al Torino. Ha 12 anni, provino al Filadelfia. E' un cuoricino grana-

Anche Cruijff e Muller si accorsero della sua forza. In Messico divenne mito. E che battaglia alla Bombonera ta, Ellena e Rabitti lo prendono subito. Giovanili, tutte, poi l'esordio in serie A contro la Fiorentina. Qualcuno storce il naso: ma ha le gambe a ics! Diventano, quelle gambette sgraziate un marchio e una barriera. Il faccino, è vero, è tenero ma provate - scrivono i commentatori degli anni Sessanta - a dribblarlo. Il Toro è la sua scuola e la sua palestra. Cresce con Rocco allenatore e Ferrini capitano. Poi va al Milan e lì ritrova, un po' di tempo dopo, il Grande Nereo. Robertino piace a tutti perché è buono e, soprattutto

LA SCHEDA

O

ROBERTO ROSATO Difensore TORINO, MILAN E NAZIONALE

Roberto Rosato era nato a Chieri (To), il 18-8-1943, stesso giorno e anno di Rivera. Inizia al Torino, nel ’66 è al Milan. Vince 1 scudetto, 4 Coppe Italia, 1 Campioni, 1 Intercontinentale e 2 Coppa delle Coppe. In nazionale campione d’Europa ’68 e vice campione del mondo nel ’70 ANSA

Un momento della celebre sfida del ’70 Italia-Germania 4-3. Roberto Rosato marca stretto Gerd Muller IMAGO

perché, dice Rocco «xe omo». Perché un uomo. Prima uomo e poi calciatore. Come Rivera. Anzi di Rivera è il gemello: sono nati il 18 agosto 1943, circa cento chilometri di distanza. Con Gianni Rivera e il Golden Boy? Rosato è Baby Face? Allora andava di moda così. Il Ragazzo d'oro e Faccia d'Angelo. Amici, gemelli, protagonisti di partite e battaglie. Rocco diceva: «nel Milan go tanti fjoi e due gemelli». Roberto di Rocco diceva: «Mi ha insegnato il calcio e la vita». Rosato esordisce in nazionale ad Amburgo contro la Germania e i suoi interventi, sui centravanti di turno, sono chirurgici. Gambe incrociate, palla mia. E vai. Lo chiameranno il Martello di Amburgo. Poi torna Faccia d' angelo. In azzurro e nel Milan. Diventa campione d'Eu-

ropa (1968) con la Nazionale di Ferruccio Valcareggi. Diventa campione d' Italia e Europa con il Milan di Rocco e Rivera. Nel 1969 a Madrid, Stadio Bernabeu, i rossoneri schiantano l'Ajax. Il giovane Cruijff incrocia, quella sera, le gambe a «ics» di Rosato. Non sarà una bella sera. Che battaglia Rosato è protagonista nella battaglia nella Bombonera di Buenos Aires contro l'Estudiantes. Milan campione Intercontinentale. Rosato va ai mondiali in Messico come terzo stopper (dopo Puja e Niccolai) e diventa il primo. Anzi, di più: miglior difensore di Mexico 70. Partecipa a Italia-Germania 4-3, entra nel mito. Poi, quando Rocco lascia il Milan lui va al Genoa, quattro anni. Va in B e lotta con squadra di grande cuore, come il Toro, come il Grande Milan.

Rosato vive intensamente le sue stagioni. Con quei sorrisi con quelle clamorose, incredibili gambette d'acciaio. Chiude in serie D, dalle parti di casa e poi si mette a lavorare. «Ramo assicurazioni, scelta di vita». Con la sua Anna e i piccoli Carola, Davide e Alessandro. Tre figli. Lavora a casa, a Chieri. Poi la malattia che non lo lascia più. Dieci anni di sofferenza, ieri se n’è andato. La figlia Carola piange e dice: «E' l'uomo più dolce, più giusto, più meraviglioso che abbia mai conosciuto». Ciao, Faccia d'Angelo.

I vice presidenti Adriano Galliani e Paolo Berlusconi, il consiglio di amministrazione, i tecnici, i calciatori e il personale tutto dell'A.C. Milan partecipano, profondamente commossi, al dolore della famiglia per la scomparsa di

Roberto Rosato campione che ha contribuito a rendere glorioso il Milan in Italia, in Europa e nel mondo. - Milano, 20 giugno 2010.

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MONDIALE LE PARTITE

GIRONE

F

ITALIA

N. ZELANDA

PARAGUAY

0 2

SLOVACCHIA PARAGUAY

SLOVACCHIA (4-1-4-1) Mucha; Pekarik, Skrtel, Salata (dal 38’ s.t. Stoch), Durica; Strba; Weiss, Kozak, Hamsik, Vittek; Sestak (dal 25’ s.t. Holosko). PANCHINA Pernis, Kuciak, Zabavnik, Cech, Sapara, Jakubko, Jendrisek, Kucka, Kopunek, Petras. ALLENATORE Weiss.

SLOVACCHIA 4

h

PEKARIK 5,5 Soffre le accelerazioni di Santa Cruz quando gioca dalla sua parte. Viene avanti per riscattarsi. SKRTEL 5,5 In ritardo sull’azione del raddoppio. In generale poco reattivo. SALATA 5 La prima rete è «sua» nel senso che si fa superare come un dilettante: in mezzo alle gambe.

ARBITRO Maillet (Sey). AMMONITI Durica (S), Sestak (S), Weiss (S) e Vera (P) per gioco scorretto.

DURICA 6 Uno che spinge, ma è legnoso, macchinoso. (Stoch s.v.)

NOTE spettatori 26.643. Tiri in porta 1-5. Tiri fuori 2-4. In fuorigioco 3-1. Angoli 3-1. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.

I giocatori del Paraguay festeggiano con un balletto il secondo gol, realizzato da Riveros AFP

Il Paraguay c’è La Slovacchia non fa paura I sudamericani si portano in testa al girone, i nostri prossimi avversari sono senza gioco

BLOEMFONTAINE

mo quattro. Poi però è arrivata la Nuova Zelanda a frenare l’euforia... (Sudafrica)

dQuando la Slovacchia riesce a tirare in porta mancano 180 secondi al fischio finale. Inarcandosi, il portiere del Paraguay, Villar, dimostra una bella concentrazione: per novantadue minuti dalle sue parti non era accaduto niente, considerato il sole finalmente caldo e l’ora di gioco, aveva rischiato seriamente il pisolo. Già, Slovacchia inesistente. Tanto che il manipolo di osservatori italiani sugli spalti, a fine partita, si dava di gomito: l’Italia a questi debuttanti gliene darà mini-

IL MIGLIORE 6,5 MUCHA

Due interventi di rilievo sullo 0-0, poi un prodigio di piede per dire no a Santa Cruz. Lui c’è.

PARAGUAY (4-3-3) Villar; Bonet, Da Silva, Alcaraz, Morel; Vera (dal 43’ s.t. E. Barreto), V. Caceres, Riveros; Barrios (dal 37’ s.t. Cardozo), Valdez (dal 23’ s.t. Torres), Santa Cruz. PANCHINA Bobadilla, D. Barreto, Veron, Caniza, J. Caceres, Benitez, Ortigoza, Gamarra. ALLENATORE Martino.

5 RIPRODUZIONE RISERVATA

di NICOLA CECERE

MUCHA TIENE, SESTAK SCAPPA SANTA CRUZ, ASSIST DI CLASSE

GIUDIZIO 77 PRIMO TEMPO 0-1

NICOLA CECERE

SLOVACCHIA

LE PAGELLE

MARCATORI Vera al 27’ p.t.; Riveros al 41’ s.t.

DAL NOSTRO INVIATO

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Nessuna paura Possiamo davvero temere Hamsik e compagni? Vi lasciamo la risposta raccontandovi come il Paraguay, con semplicità, abbia gestito il match dal primo all’ultimo minuto. Atteggiamento iniziale decisamente offensivo, quasi un 4-2-4 alla Mourinho. Caceres e Riveros in mezzo al campo, Vera dopo cinque minuti già in costante posizione di ala d’attacco e Santa Cruz libero di andare dove estro comanda: comincia a sinistra ed è da quella posizione che farà le cose migliori. Due assist al bacio

e due tiri assai pericolosi. La palla del gol rompighiaccio la dà invece Barrios che manda in profondità Vera abile a inserirsi in un corridoio lasciato senza presidio: il filtrante passa in mezzo alle gambe dello stopper Salata, fuori tempo nella chiusura. Nessuna reazione Siamo a metà primo tempo, lecito attendersi una qualche reazione da parte degli slovacchi, fin lì spettatori. Macché, non saranno capaci di costruire un’azione decente, tre passaggi di fila, una sovrapposizione insidiosa. Avete presenti le progressioni di Hamsik? Sarà un bel giocatore o no? Beh, persi-

no lui non si è mai visto. Ha trotterellato tra fascia sinistra e una posizione che voleva essere più minacciosa ma ha toccato pochissimi palloni, dei quali, per giunta, si è liberato in fretta e non sempre con precisione. In fondo non si può nemmeno dire che abbia giocato. Come lui diversi altri elementi, tipo il figlio del tecnico, Vladimir Weiss jr, uno che ritarda sempre l’appoggio. Corre, si agita e spreca. Regolarmente. Nessuno schema apprezzabile nonostante il gran lavoro di Kozak, regista non veloce però con senso della posizione e delle geometrie. Ma intorno a sé trova giocatori rassegnati, privi di agonismo, di idee, di tecnica. Almeno il cuore? No, niente a che vedere con i neozelandesi. Contenimento e raddoppio Così le mosse di contenimento del c.t. del Paraguay, Gerardo Martino (fuori un attaccante, dentro un centrocampista), sono sembrate un eccesso di prudenza in un secondo tempo privo di pathos e di gioco. Inevitabile l’approdo dei sudamericani al secondo gol. Bello il tiro di Riveros, giusto dal limite, ma del tutto assente la difesa slovacca, con Hamsik che rimedia una figuraccia accennando appena l’intervento. Insomma, con tutta la scaramanzia di cui siamo capaci, l’Italia deve puntare con sicurezza alla goleada: vincere il girone è ancora possibile.

STRBA 5 Se ne sta davanti alla linea difensiva, presenza irrilevante: non chiude, non spinge. WEISS 4,5 Sterile. Si incaponisce nel dribbling, tiene troppo il pallone. KOZAK 6 Il regista. Un po’ lento ma preciso e lucido. HAMSIK 4 Il più deludente in rapporto alle capacità. Partita anonima, sempre ai margini della contesa. VITTEK 5 Suo l’unico tiro in porta, ma arriva al 47’ del secondo tempo! SESTAK 4 Dovrebbe essere il centravanti di movimento. Ma scappa dal pallone. (Holosko s.v.) All. WEISS 6 Le prova tutte cambiando anche modulo.

PARAGUAY 6 VILLAR 6 Spettatore fino al secondo minuto di recupero, quando si dimostra attento sulla botta di VIttek. BONET 6 Può anche permettersi qualche scorribanda. DA SILVA 6 Fossero tutti così tranquilli i match. ALCARAZ 6,5 Pronto, scattante, rude: impeccabile. MOREL 6 Si fa vedere spesso in appoggio. VERA 7 Realizza un bel gol inserendosi con l’esterno destro, fallisce il raddoppio di testa per un pelo. Protagonista. (E. Barreto s.v.) V. CACERES 6 Centrocampista arretrato, spezza e imposta. RIVEROS 6,5 Regista classico, firma il 2-0 con un gran tiro. BARRIOS 5,5 Confusionario, poco concreto, anche se è suo il passaggio filtrante sul primo gol. (Cardozo s.v.) VALDEZ 5,5 Si muove parecchio cercando di coprire anche la fascia ma non fa legna. TORRES 6 Entra a presidiare la fascia sinistra. Riesce anche ad andare al tiro.

h

IL MIGLIORE

7 SANTA CRUZ

Impone la classe superiore, ispirato negli assist e pericoloso al tiro. All. MARTINO 6 Gestisce una squadra tatticamente duttile.

TERNA ARBITRALE: MAILLET 6 Gara facile per l’arbitro delle Seychelles, priva di episodi dubbi. Menkouande 6; Hassani 6

SPOGLIATOI

Hamsik deluso punta già l’Italia «Senza complessi contro gli azzurri» BLOEMFONTAINE (Sudafrica) «Sì sono molto deluso. Della mia prestazione, anzitutto, e poi di quella della squadra. È come se non avessimo giocato e non so spiegarne il motivo». Marek Hamsik negli spogliatoi non si nasconde: lo aveva già fatto in campo. «Non è una questione di posizione, non ho reso come potrei ma tutta la squadra è rimasta al di sotto delle sue capacità. Un vero peccato, perché siamo rimasti in partita sino a pochi minuti dalla fine ma non siamo riusciti a creare niente di pericoloso. Giochiamo meglio, di solito». Il centrocampista del Napoli parla prima della partita degli azzurri. «Sperare di battere l’Italia? Beh, loro sono fortissimi, però non ci rimane altro. Dobbiamo andare in campo senza complessi, cercando di dare il massimo. Cosa che purtroppo non ci è riuscita qui». ni.ce.

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MONDIALE LE PARTITE

Fabuloso Brasil Luis Fabiano ed Elano Costa d’Avorio travolta La squadra di Dunga è già agli ottavi. Finale nervoso: segna Drogba poi l’arbitro espelle Kakà dopo una sceneggiata di Keita

DAL NOSTRO INVIATO

LUCA CALAMAI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

JOHANNESBURG (Sudafrica) dLa camicia portafortuna color arancio, con una maglietta verde che spunta sotto, è roba da urlo. Niente a che vedere con il vestito da matrimonio che Maradona indossa quando si sistema sulla panchina della Seleccion. Carlos Dunga è fatto così. Ama stupire. In Brasile gli urlano «asino» e la sua nazionale centra la qualificazione nelle prime due partite. Non solo. Chi il giorno delle convocazioni aveva alimentato processi sommari lamentando la mancata convocazione di Adriano, Ronaldo e Neymar ora deve beccarsi la splendida doppietta di Luis Fabiano. Due gol di quelli che fanno saltare sulla sedia. Ah, per non farsi mancare niente, Dunga ritrova anche il miglior Kakà. Due assist e tante iniziative importanti. Peccato che, alla fine, il mediocre arbitro francese Lannoy si faccia ingannare dalla simulazione di Keita e spedisca anzitempo Ricky negli spogliatoi per doppia ammonizione. Nessuna tragedia. Kakà sarà bello fresco per gli ottavi di finale. Insomma, «l’asino Dunga» non scherza. E chi pensa di vincere il mondiale dovrà fare i conti con questa Seleçao. Forse poco spettacolare (tre gol, dieci colpi di tacco e dribbling in quantità industriale cosa sono?) ma micidiale.

La chiave Volevate il vero Kakà? Eccovi serviti. Primo tempo, minuto ventisei. Luis Fabiano pesca Ricky a pochi

LA SFIDA

Luis Fabiano più incisivo di Drogba

metri dall’area. Il fuoriclasse del Real accelera, poi con un tocco che sembra una carezza chiude il triangolo facendo passare il pallone tra due avversari. Il destro di Luis Fabiano è un siluro che lascia Barry di ghiaccio. «O Fabuloso» chiude così un digiuno con la maglia della Seleçao che durava da nove mesi. 1-0 e la partita si consegna al Brasile. Kakà insiste. Si muove con eleganza su tutto il fronte offensivo andando, quando capita, a cercare l’uno contro uno con l’avversario di turno. La crisi-Real è archiviata. Magia Luis Fabiano Se Kakà sta bene, Luis Fabiano sta meglio. L’altro malato illustre della Seleçao chiude la partita con un gol tanto bello da far dimenticare anche i due falli di braccio che lo propiziano. Secondo tempo, sesto minuto: «O Fabuloso» sale in cielo per controllare (con l’aiuto del braccio) un lancio. Il centravanti della Seleçao salta il primo avversario, ne salta un altro con un controllo volante e, di nuovo con l’aiuto del braccio, ne supera un terzo con un sombrero. Luis Fabiano completa l’opera con un diagonale imparabile. Gol irregolare ma fantastico. Anche Kakà, però, non vuole farsi dimenticare e al 18’ confeziona il secondo assist della gara. Stavolta il beneficiario è Elano che deve solo appoggiare il 3-0. Elano dedica il gol mostrando i nomi di Maria e Teresa stampati sui parastinchi. Parastinchi che, però, non lo proteggono da un’entrata assassina di un difensore della Costa d’Avorio. Elano deve uscire in barella.

MOVIOLA MONDIALE

2

Piedi di velluto a confronto. Abbiamo passato al setaccio la partita di Luis Fabiano e Didier Drogba: ecco com’è andata a finire Luis Fabiano, 29 anni, porta in vantaggio il Brasile con una botta terrificante che gela Barry. Si ripeterà con un’azione personale nella ripresa WITTERS

LE PAGELLE

di ANDREA ELEFANTE

JULIO CESAR 6,5 Quando c’è da respingere di pugno si difende sempre bene: come nella ripresa, per scoraggiare le voglie degli ivoriani. MAICON 7 Non c’è traccia dell’indisciplina che a volte lo divora: dosa discese sulla fascia mai banali e un’occhiata a Kalou. Sta da dio. LUCIO 6 Ancora piccole incertezze qua e là, tipo sul gol di Drogba. Prima era parso in crescita, anche fisicamente. JUAN 6,5 Regala sicurezza anche a Lucio: esperienza uguale a calma olimpica e se sta bene non ce n’è per nessuno, neanche per Drogba. MICHEL BASTOS 6 Alterna i movimenti sulle fasce con Maicon: i tempi sono giusti, non sempre l’ultimo spunto. GILBERTO SILVA 6 Incrocia Tiote, che non ha il passo per mangiarselo: a ritmi bassi, o quando si può amministrare, può dare ancora lezioni. FELIPE MELO 6 Nel primo tempo, quando serve di più, la diga tiene, anche se di là sono grandi e grossi. Mezza distrazione sul 3-1.

ELANO 6,5 Lavora come un operaio, ma sembra non fare fatica: è quello che gioca più e meglio di posizione e infatti è a quota 2 gol in 2 partite, perché al momento giusto è sempre lì. DANIEL ALVES 6 Cerca spazio, dunque morde subito la partita. KAKÁ 6,5 Per quasi mezzora non ne azzecca una: incursioni, dribbling, lanci. Poi inventa il primo assist, lascia andare la gamba e ne disegna un altro come ai bei tempi. Nervosetto, però: ma il rosso è comunque ingiusto. ROBINHO 6 Un peccato d’egoismo all’alba della partita (c’era Luis Fabiano solo) e il rimorso non gli passa quasi più: il meglio è un giochino modello playstation con Kakà (Ramires s.v.).

h 7,5 ILLUISMIGLIORE FABIANO Due gol da centravanti vero e ci mette dentro tutto: preparazione, movimento, tiro, anche un tocco di mano quando raddoppia. All. DUNGA 6,5 La macchina si è accesa: quand’è così va quasi da sola, ma perché non fa qualche cambio in più?

COSTA D’AVORIO 5,5 BARRY 5,5 Fa quel che può quando si può, cioé su tiro di Kakà centrale. Sui gol servirebbe un miracolo: non è il suo mestiere. DEMEL 6 Gioca a spaventare Robinho senza togliersi il gusto di qualche blitz, anche se Michel Bastos non va mai perso di vista. KOLO TOURÉ 5 L’ultimo a essere fregato quando Luis Fabiano apre la gara, Kakà lo lascia lì e va a dare l’assist che certifica il 3-0. ZOKORA 5 Sul primo gol Kakà gli nasconde la palla e lui è ancora lì che non capisce come abbia fatto. Anche su Luis Fabiano potrebbe essere più deciso: anzi, dovrebbe. TIENE 4,5 Il primo a essere saltato da Luis Fabiano, si innervosisce e non si raccapezza più: il Fabuloso gli va via due volte quando raddoppia e si perde Elano sul 3-0. EBOUÉ 6,5 Per un’ora recupera e riparte, rincorre tutti, non gliela porti via mai e tira pure in porta. Non può durare così per 90’. ROMARIC 6 Entra a partita compromessa: volontà e poco altro. YAYA TOURÉ 6,5 Per mezz’ora

LUIS FABIANO 29 ANNI

SUPER MAICON , TIOTE DIVENTA CATTIVO BRASILE 7,5

OO

ATTACCANTE

DROGBA 32 ANNI

Irregolare il 2-0: netto il controllo con il braccio

ATTACCANTE

BRASILE-COSTA D’AVORIO apre e chiude alla grande il ventaglio del centrocampo: ha ancora lucidità per il cross del 3-1. TIOTE 5 Il meno sincronizzato dei tre di centrocampo, quando poi salta il tappo perde le misure e diventa anche cattivo. DINDANE 5,5 Si allarga su Michel Bastos e schizza qua e là, ma alla fine combina poco: sono sempre tentativi senza pretese. GERVINHO 5,5 Dovrebbe dare una mano a Drogba: dovrebbe. KALOU 5,5 Piazzato in faccia a Maicon, ma il gioco funziona poco. Sa come si gioca per Drogba e ci prova quando può: troppo poco. KEITA 5,5 Ha il fisico per fare il gradasso con Michel Bastos, ma rimedia solo un’ammonizione. IL MIGLIORE h 6,5 DROGBA E’ già un miracolo che sia in campo, però dà sempre tutto. Di testa gli va male una volta e bene la seconda: è il primo gol di una squadra africana contro il Brasile in tutta la storia dei Mondiali, mica una soddisfazione da poco. All. ERIKSSON 6 Poco tempo per metterci le mani a livello tattico.

TERNA ARBITRALE: LANNOY 5 Il secondo tocco di L. Fabiano è mani netto: e forse ce n’è uno prima. Poi la gara gli scappa di mano. Dansault 6; Ugo 6

TIRI

2 3 DRIBBLING RIUSCITI

2 0 CONTRASTI VINTI

45% 20%

Da annullare il 2-0 di Luis Fabiano: il primo controllo in contrasto con Tiene è con la mano sinistra e può essere involontario, il secondo (nella foto REUTERS) con il braccio destro è invece nettamente volontario. Al 20’ s.t. Tiote entra con il piede a martello su Elano: meriterebbe almeno il giallo, l’arbitro non fischia nemmeno il fallo. Al 30’ Keita fa lo stesso fallo su Bastos: stavolta il giallo c’è. Regolare il gol di Drogba, che parte da dietro sul lancio di Yaya Touré e sorprende la difesa brasiliana. Finale infuocato: al 43’ Kakà, ammonito 3’ prima per una spinta a Keita, prende il secondo giallo esagerato per un contatto lieve ancora con Keita che fa una scena madre

SLOVACCHIA-PARAGUAY Nessun episodio rilevante. Tutte giuste le quattro ammonizioni, manca un giallo a Skrtel che entra sulla caviglia di Santa Cruz. Regolare la posizione di Da Silva sulla punizione che porta al 2-0 di Riveros.

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GIRONE

G

w

BRASILE

C. D’AVORIO

NORD COREA

PORTOGALLO

DOPO LA PARTITA DROGBA: «ABBIAMO ANCORA UNA GARA PER CREDERCI»

Il bomber come Diego: 288 «È stata la mano di Dio» I NUMERI

giorni trascorsi dall’ultimo gol in nazionale per Luis Fabiano. Anche allora fu una doppietta nel 3-1 all’Argentina In alto, la rissa del secondo tempo, con Kakà e Drogba coinvolti e Keita a terra AP Qui sotto Maicon, 28 anni LIVERANI

Drogba presente La Costa d’Avorio non si arrende. Yaya Toure pesca Drogba sul filo del fuorigioco. Il fuoriclasse del Chelsea corregge di testa lasciando immobile Julio Cesar. Giusto così. Didier dovrebbe essere in vacanza con l’avambraccio ingessato e invece è in campo a lottare. Il finale è la parte più brutta della partita. Alcune entrate dei difensori africani innervosiscono Kakà. Giusta la prima ammonizione (spinta fuori luogo), inesistente la seconda. In un normale contatto Keita crolla a terra fulminato. Portandosi le mani alla faccia. L’arbitro abbocca e caccia via uno stupito Ricky (prima espulsione in nazionale). Tutto questo mentre Dunga salta come un indemoniato in panchina. Per fortuna, il signor Lannoy è a distanza di sicurezza.

BRASILE COSTA D’AVORIO

3 1

GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Luis Fabiano (B) al 26’ p.t.; Luis Fabiano (B) al 6’, Elano (B) al 16’, Drogba (C) al 33’ s.t. BRASILE (4-2-3-1) Julio Cesar; Maicon, Lucio, Juan, Bastos; Gilberto Silva, Felipe Melo; Elano (dal 21’ s.t. Dani Alves), Kakà, Robinho (dal 47’ s.t. Ramires); Luis Fabiano. PANCHINA Gomes, Doni, Thiago Silva, Gilberto, Luisao, Kleberson, Josué, Nilmar, Grafite, Julio Baptista. ALL. Dunga. COSTA D’AVORIO (4-3-2-1) Barry; Demel, Kolo Touré, Zokora, Tiene; Eboué (dal 25’ s.t. Romaric), Yaya Touré, Tiote; Dindane (dal 10’ s.t. Gervinho), Kalou (dal 21’ s.t. Keita); Drogba. PANCHINA Zogbo, Yeboà, Angoua, Gohouri, Doumbia, Gosso, Kone. ALL. Eriksson. ARBITRO Lannoy (Fra). GUARDALINEE Dansault-Ugo (Fra). ESPULSI Kakà (B) al 42’ s.t. per doppia ammonizione. AMMONITI Tiene, Tiote e Keita per gioco scorretto. NOTE spett. 84.455. Tiri in porta 7-6. Tiri fuori 4-5. Angoli 3-2. Fuorigioco 0-1. Rec.: 1’, 3’.

1a

espulsione in nazionale per Kakà. E’ il nono giocatore a ricevere un cartellino rosso in questo Mondiale

DAL NOSTRO INVIATO

ANDREA ELEFANTE 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

JOHANNESBURG (Sudafrica) dMa come gliel’hai messa, Kakà? Ma dove l’hai messa, Luis Fabiano? Quando ci si conosce così bene, capita di fare gol così: sono momenti di calcio che sgorgano in un attimo, quel che serve per stordire gli avversari e aprire partite che sembravano chiuse come recinti. Capita di dare assist che sono un po’ come revival, di segnare gol che cancellano ansie sottili ma pericolose.

Cresciuti insieme Luis Fabiano non segnava in nazionale da sei partite e nove mesi: era settembre, il Brasile passò sopra i mali dell’Argentina con una sua doppietta, e il secondo gol fu un gentile omaggio di Kakà, che gli ispirò un tocco sotto da urlo. Ieri sera no, Luis Fabiano non ha chiesto al suo destro un tiro educato. Non era il momento: ha «chiamato» Kakà con un mezzo colpo di tacco, poi quando è andato a riprendersi ciò che gli spettava ha messo in quella botta sotto la traversa tutta la rabbia per un’astinenza che era il primo a

Il francese Lannoy caccia Kakà ANSA

non spiegarsi. Probabilmente sapeva che Kakà gliel’avrebbe messa proprio lì: quando si è cresciuti insieme all’alba della carriera, come hanno fatto loro due nel San Paolo dal 2001 al 2003, poi certe cose non si dimenticano. Poi arriva il momento in cui si può giocare quasi a memoria: arriva il momento in cui si torna a segnare. 20 su 28 Dunga non aveva dubbi e lo aveva pure detto, l’altro ieri: «Luis Fabiano ricomincerà a segnare quando servirà al Brasile». E il Fabuloso, dopo aver messo il 20˚ timbro in 28 partite della gestione del Professore, ha sentitamente ringraziato: «Avere la fiducia dell’allenatore e dei compagni è fondamentale, perché non sono arrivato a questo Mondiale

al cento per cento. Io lo so che Dunga ha sempre avuto fiducia in me: è sempre dalla mia parte e sono felice di averlo ripagato. Ero sicuro che al momento giusto sarei riuscito a sbloccarmi, infatti ho aspettato questo momento continuando ad allenarmi, credendoci sempre e ora sono molto più tranquillo. C’era fallo di mano sul 2-0? Involontario, diciamo che è stata la mano di Dio. E comunque questo è uno dei gol più belli della mia carriera». Quello era mani Sarà, deve aver pensato Didier Drogba: a lui e a Eriksson è piaciuto un po’ meno. «Sapevamo di giocare contro i favoriti — ha detto l’attaccante — però sono ugualmente molto deluso per questa sconfitta. La chiave di tutto è stato Luis Fabiano: due gol favolosi, certo, ma il secondo irregolare». E il c.t. conferma: «Sul 2-0 Luis Fabiano ha fatto non uno, ma due falli di mano. Però, siamo onesti: il corso della partita non sarebbe cambiato granché». Quel che non è piaciuto a Kakà, invece, è stato quel cartellino rosso. E la rabbia, anche un’ora dopo la gara, non gli era passata: «Perché sono stato espulso? Non chiedetelo a me, non lo so davvero».

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tosta in difesa, pericolosa in contropiede. Servono gol? Un momento. Prima dobbiamo pensare a non far giocare gli altri, poi penseremo a prendere in mano la gara e provare a segnare. Non cambieremo molto il nostro stile di gioco. Magari metteremo più pressione e rapidità in attacco». Ecco l’altro segnale. Avanti tutta. Ma l’Honduras punterà tutto sul contropiede: Mendoza dovrebbe far esordire la freccia del Genoa David Suazo. Per quel che valgono i precedenti, L’Honduras è un brutto ricordo. Nel mundial ’82 bloccò sull’1-1 la Spagna, e fu l’inizio del disastro. «Roja» 2a nel gruppo e fuori agli ottavi con la Germania in casa. Del Bosque non

Tremarella Spagna Del Bosque punta sul niño Torres Contro l’Honduras servono tre punti e tanti gol «Metteremo più pressione e rapidità in attacco» generazione di fenomeni, che ora devono risollevarsi.

DAL NOSTRO INVIATO

FABIO BIANCHI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

JOHANNESBURG

(Sudafrica) d Un

bambino ci salverà. Come nel film di Fernando Cuaron, «I figli degli uomini», dove in un mondo allo sbando che non può più procreare l’ultima speranza è l’unico figlio che sta per nascere. Un bambino per creare gol in una squadra che ha sbandato. Fernando Torres è cresciuto ormai, ma sarà sempre el niño. La Spagna si aggrappa a lui per riprendersi il Mondiale? Tutto fa pensare che sì. Del Bosque non si sbottona, negli ultimi allenamenti ha mischiato tutti per non far capire nulla. Ma critica e tifosi reclamano cambi dopo il tonfo con la Svizzera, dove il tiki-taka è apparso sterile e senza profondità. Quella che può dare il niño, e s’è visto quando è entrato. D’altronde, lui è stato il pioniere mediatico della

Il tecnico spagnolo: «Quando perdi, difficile avere tutti vicini. Ora ho sentito grande appoggio da tutto l’ambiente»

Segnali Il c.t. col baffo prima tranquillizza la platea iberica, poi nel suo non dire qualcosa dice. «Abbiamo l’emozione e la tensione giuste per affrontare quella che per noi è una finale. Personalmente preferisco gare di questo genere, piuttosto che altre all’apparenza facili che non ti danno la carica giusta. Stanno tutti bene, tranne Iniesta. Ricaduta? No, ha ricevuto un pestone da Lichsteiner e ha un dolore che un po’ lo tormenta». Ecco il segnale: Torres al posto del blaugrana. Potrebbe anche decidere per Fabregas, o magari metterli entrambi. Ma servono gol, serve Torres. «La formazione? Certo che ce l’ho chiara in testa, ma abbiamo ancora un giorno a disposizione». Brutto ricordo Fari puntati sull’Honduras, dunque. «Squadra

Fernando Torres, 26 anni, attaccante del Liverpool e della Spagna, in atteggiamento perplesso durante la gara persa con la Svizzera REUTERS

se ne cura, preferisce rimarcare che, nonostante la debacle svizzera, lui e la seleccion sono ancora amati. «Quando perdi, difficile avere tutti vicini. Stavolta ho sentito grande appoggio da parte di tutto l’ambiente». La Spagna ci crede ancora e si vede anche da piccoli dettagli, come questo: per Germania 2006 a Madrid e dintorni si vendettero 50 mila maglie della «roja», a fine trionfo europeo il conto era di 450 mila. In questo mondiale sono già 500 mila. Non si può interrompere subito un sogno.

s

HONDURAS CHE STORIA

I FRATELLI

I tre Palacios tutti per Edwin Il quarto, anche lui giocatore, fu trovato cadavere un anno fa DAL NOSTRO INVIATO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

JOHANNESBURG (Sudafrica)dSono in tre, potevano persino essere quattro. Edwin Renè Palacios a 15 anni giocava nelle riserve del Deportivo Olimpia e nelle giovanili dell’Honduras. Seguiva le orme dei fratelli. La banda del «La Mara 18» assaltò la sua casa di Ceiba, 500 km. da Tegucigalpa, legarono i genitori Eulogio e Orfiria e lo portarono via. Si disse: un altro sequestro lampo, pratica comune in Honduras. Successe anche a Henri Suazo, fratello di David. Due settimane prigioniero, riscatto pagato, ritorno a casa. Anche la famiglia Palacios pagò: oltre 200 mila dollari. Era il 2007. Ma Edwin lo trovarono cadavere due anni dopo, nel maggio 2009. Un boss del «La Mara» indicò la sua tomba, nella Sierra. L’analisi del Dna non lasciò dubbi. Wilson Palacios, il fratello maggiore, giocava in Cina (ora al Tottenham) e dal dolore voleva smettere. Il padre lo supplicò: «Devo continuare, così come i tuoi fratelli, in memoria di Edwin».

Famiglia record E ora Wilson è qui in Sudafrica, come Johnny e Jerry, chiamato in extremis venerdì per sostituire l’infortunato Julio «Rambo» Cesar. Tre fratelli in Nazionale, mai successo in un Mondiale. Un record nel nome del piccolo di famiglia, che sognava di giocare i mondiali. Wilson è diventato introverso, non parla quasi mai con la stampa, si sente bene solo in campo. Ha solo detto che ogni istante del mondiale lo dedicherà a Edwin. Lui, centrocampista, ha giocato contro il Cile. Johnny e Jerry sperano di entrare contro la «grande Spagna, un rivale durissimo». Lo dice Jerry, che aggiunge: «Ma tutto può succedere. Wilson da bambino diceva che un giorno sarebbe stato titolare della nazionale e ci è riuscito. Nella vita nulla è impossibile. Guardate me: mi sono sentito triste per "Rambo", ma allo stesso tempo ho realizzato due sogni: sbarcare in un Mondiale a 28 anni è incredibile, e dividere questa gioia coi tuoi fratelli è un regalo di Dio. Qualcosa che i nostri figli e nipoti ricorderanno per sempre».

R

Wilson 25 anni, centrocampista, gioca in Premier League nel Tottenham

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Johnny 23 anni, difensore del Club Deportivo Olimpia, società honduregna

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Jerry 28 anni, attaccante, gioca nella Super League cinese, nell’Hangzhou Nabel Greentown

fa.bi.

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BRASILE

C. D’AVORIO

NORD COREA

PORTOGALLO

Ronaldo scopre il tabù del gol Nel Portogallo non segna dal febbraio 2009. Ci prova con la Nord Corea che fece tremare Eusebio una squadra pericolosa, composta da giocatori veloci e bravi nel contropiede. Il mio lungo digiuno? Non mi sento né frustrato, né sotto pressione. Sto bene, i gol arriveranno. Dopo la Corea penseremo al Brasile e cercheremo di battere anche loro. Non abbiamo paura. Possiamo farcela». Cristiano Ronaldo deve però fare attenzione a non beccare un'ammonizione se vuole giocare contro il Brasile: il cartellino giallo rimediato contro la Costa d'Avorio lo ha inserito nell' elenco dei diffidati. Il reclamo di protesta inoltrato dal Portogallo per cancellare il «giallo» è stato respinto.

DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO BOLDRINI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

CITTA' DEL CAPO (Sudafrica) dAnche la Corea del Nord ha avuto la sua Corea: il Portogallo. E anche i coreani hanno avuto un Pak Do-Ik lungo la loro strada: Eusebio. La differenza fu che l'Italia, battuta 1-0 il 19 luglio 1966 a Middlesbrough dai «ridolini» nordcoreani — definizione coniata da Ferruccio Valcareggi —, al ritorno a casa fu presa a pomodorate. I coreani, invece, che il 23 luglio a Liverpool dopo 25 minuti conducevano 3-0 sul Portogallo e persero poi 5-3 impallinati da un poker di Eusebio, al rientro in patria finirono nei lager perché in Inghilterra si erano dati ai bagordi e la loro condotta fu giudicata «borghese, reazionaria e guastata dal capitalismo». Il libro «L'ultimo gulag», scritto da Kang Chol-Kwan, racconta l'odissea postuma di uno di quei giocatori, soprannominato scarafaggio. Mangiava gli insetti per sopravvivere.

Ronaldo spavaldo E' molto difficile — ma non impossibile — che Cristiano Ronaldo sappia qualcosa di questa storia, ma oggi può essere l'Eusebio del terzo millennio. Ad un patto:

L’attaccante del Portogallo e del Real Cristiano Ronaldo, 25 anni REUTERS

Il fuoriclasse: «Il mio lungo digiuno? Non mi sento né frustrato né sotto pressione. Sto bene, il gol arriverà». E’ diffidato

che torni a segnare. In partite ufficiali, il fuoriclasse del Real Madrid non festeggia il gol con la maglia portoghese dal febbraio 2009. La lunga astinenza sta diventando un caso. Ronaldo però non si scompone: «L' importante è vincere, non importa chi segna. Io sono convinto che stavolta vinceremo ed è

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la cosa più importante. Ci sarà molta meno pressione rispetto al debutto e noi saremo meno ansiosi. Se poi riusciremo a battere la Corea segnando diversi gol, tanto meglio, ma la priorità è conquistare i tre punti. Abbiamo visto il video della partita della Corea del Nord con il Brasile e abbiamo scoperto

Il c.t. e il vecchio Eusebio Carlos Queiroz non si tira indietro: «Siamo già al dentro o fuori. Dobbiamo vincere», dice il ct con l'aria del playboy. Eusebio, ambasciatore del calcio portoghese, sostiene invece che stavolta il Portogallo non soffrirà come nei Mondiali inglesi di 44 anni fa: «I coreani ci sorpresero. Ricordo che quando ci ritrovammo sotto 3-0, Simoes mi sussurrò "se ne facciamo quattro, passiamo noi". Lo presi in parola e segnai quattro gol». Un solo assente, oggi, ma illustre: Deco. E' infortunato. Ma non solo: tra lui e Queiroz non corre buon sangue.

GLI ASIATICI

Jong Tae Se «Non abbiamo paura» CITTA' DEL CAPO (Sudafrica) I nordcoreani si presentano in ritardo in conferenza stampa e dopo sei domande dicono basta, è finita, grazie agli onorevoli giornalisti di essere stati qui. Il «caro leader» della nazionale, Kim Hong Hum, fa due annunci. La prima è che il centravanti Jong Tae Se giocherà. La seconda è che la storia dei 4 coreani scappati è una balla. «Siamo tutti qui e stanno tutti bene». Kim Hong Hum confermerà la squadra che ha giocato con il Brasile e sarà data una chanche al portiere Ry Myong Guk per riabilitarsi agli occhi del «caro leader» vero, il dittatore Kim Jong Il. «Il nostro presidente ci seguirà, il nostro Paese è con noi», dice il c.t. Jong Tae Se, che ha pianto in mondovisione mentre ascoltava l'inno, promette: «Voglio migliorarmi e segnare. Il Portogallo è forte, ma non abbiamo paura». bold

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SPAGNA

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SVIZZERA

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Medel, il pitbull Vita spericolata e futuro in Europa

Gary Medel, 23 anni il 3 agosto, difensore del Cile AP

Il difensore del Cile e del Boca è alto 1.70, ma è un gran colpitore di testa: ha la grinta di Gattuso DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO CONDO’ 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

PORT ELIZABETH (Sudafrica) dGary Medel viene da un barrio poverissimo di Santiago, ed è cresciuto nei polverosi campetti in cui chi vince resta a giocare e chi perde non tocca più palla per ore. E’ un sistema che crea una certa tempra, ma non insegna a essere politicamente corretti: l’altro giorno gli hanno chiesto se si fosse commosso nell’ascoltare l’inno del Cile al Mondiale, e lui ha risposto «amico, avevo i lucciconi ma non potevo permettermi di piangere. Mi chiamano il pitbull e passi, ma pitbull gay vorrei evitarlo».

Quanti guai Gary Medel attira i guai quasi avesse una calamita. Due anni fa, al culmine di un festino nel suo appartamento, una ragazza si gettò dal bal-

cone morendo sul colpo: l’inchiesta ha escluso qualsiasi responsabilità, la poverina aveva già tentato il suicidio due volte, e in ogni caso il difensore allora all’Università Cattolica nel momento della tragedia era appartato in camera con un’altra tipa. Uno così non resta sposato a lungo, e infatti la moglie non solo l’ha piantato, ma l’ha pure denunciato per il mancato mantenimento dei figlioletti Garito e Luis, che pure figurano in forma di tatuaggio sui suoi avambracci, e dopo ogni gol vengono baciati sin quasi a consunzione. Durante le qualificazioni mondiali venne fuori un pieno prima della trasferta in Bolivia, perché il giudice aveva fatto presente che con la denuncia pendente Medel non sarebbe potuto uscire dal Cile. La questione venne appianata in un amen, e Gary a La Paz segnò i due gol del successo. Mica è finita: la

Festini, denunce, un incidente in stato di ebbrezza, eppure è uno dei giocatori mondiali che ha il maggior mercato notte del 3 gennaio 2009, reduce dalle vacanze di Capodanno a Viña del Mar, Medel resta coinvolto in un grave incidente sull’autostrada per Santiago. La prova del palloncino rivela un tasso di alcol eccessivo nel sangue. Al Boca Bel tipo, eh? In confronto a lui, pure il Cassano dei vecchi tempi era un pantofolaio. Malgrado la turbolenta vita privata, però, Gary Medel è uno dei giocatori mondiali di maggior mercato, perché un difensore del suo valore ha un futuro segnato in Europa. At-

tualmente gioca in prestito nel Boca Juniors, fortissimamente voluto dal tecnico Alfio Basile, che da lui ha ottenuto i due gol della vittoria sul River nell’ultimo superclasico. Basile lo scoprì la stessa sera in cui ne restammo impressionati anche noi, Cile-Argentina 1-0, capolinea del Coco sulla panchina della Seleccion e prologo all’avvento di Maradona. L’Università Cattolica, che continua a detenere il suo cartellino, per cederlo vuole 8 milioni di dollari, ma se il Mondiale del Cile dovesse allungarsi il prezzo salirebbe, perché il Pitbull è sempre più simile al miglior Gattuso. Hanno chiesto a Bielsa perché non lo faccia giocare a centrocampo, e lui ha risposto che in Sudamerica di colpitori di testa superiori a Gary non ne vede. Stiamo parlando di un ragazzo che non raggiunge il metro e 70; si vede che la tempra aiuta l’elevazione.

SVIZZERA

Recuperati Frei e Behrami PORT ELIZABETH (p.c.) Cile-Svizzera è un confronto fra le panchine più nobili del Mondiale, perché sulla prima siede Marcelo Bielsa, olimpionico nel 2004, e sulla seconda c’è Ottmar Hitzfeld, vincitore di due Champions. La Svizzera dovrebbe ripetere la formazione che ha battuto la Spagna, con i recuperati Behrami e Frei in panchina; nel Cile previsto il debutto di Humberto Suazo, goleador delle qualificazioni. Hitzfeld: «Pensavo che questa gara sarebbe stata lo spareggio per il 2˚ posto. Se non perdiamo, potremmo arrivare primi».

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Cile-Svizzera, mai un pareggio Tre precedenti in Coppa, due vittorie elvetiche contro una. Il Portogallo? Non vince da 4 gare 4-3-3

w curiosità

Gruppo G

A CITTÀ DEL CAPO, ORE 13.30

I NUMERI

1 EDUARDO (Braga - Por)

3

2

19

23

FERREIRA (Chelsea - Ing)

ALVES (Porto - Por)

CARVALHO (Chelsea - Ing)

COENTRAO (Benfica – Por)

19

8

16

TIAGO (Atl. Madrid – Spa)

MENDES (Sporting L. – Por)

MEIRELES (Porto - Por)

11

9

7

SIMAO (Atletico Madrid – Spa)

LIEDSON (Sporting L. – Por)

C. RONALDO (Real Madrid – Spa)

3

i giocatori della Corea del Nord che militano in campionati stranieri. Uno in Russia, due in Giappone

9

12

JONG TAE-SE (Kawasaki – Gia) 10 AN YONG-HAK HONG YONG-JO (Omiya – Gia) (Rostov – Rus)

17

8

3

JI YUN-NAM RI JUN-IL (April 25 – Cdn) (Sobaeksu – Cdn)

5

4

i nazionali della Spagna che provengono dal Real Madrid o dal Barcellona. Il ct Del Bosque è stato giocatore e tecnico del Real

11

13

MUN IN-GUK (April 25 – Cdn)

2

RI KWANG-CHON PAK NAM-CHOL PAK CHOL-JIN CHA JONG-HYOK (April 25 – Cdn) (April 25 – Cdn) (Amrokgang – Cdn) (Amrokgang – Cdn)

1 4-3-2-1

RI MYONG-GUK (Pyongyang – Cdn)

PORTOGALLO

COREA DEL NORD

CILE

SVIZZERA

SPAGNA

HONDURAS

Panchina 12 Beto, 22 Fernandes; 4 Rolando, 5 Duda, 13 Miguel, 21 R. Costa; 14 Veloso, 15 Pepe, 17 Amorim; 10 Danny, 18 Almeida Allenatore Queiroz Diffidati 7 Cristiano Ronaldo Indisponibili 20 Deco

Panchina 18 Kim Myong-gil, 20 Kim Miong-won; 14 Pak Nam-chol, 16 Nam Song-chol, 21 Ri Kwang-hyok; 6 Kim Kum Il, 15 Kim Yong-jun, 19 Ri Chol-myong, 22 Kim Yong Il, 23 Pak Sung-yok; 7 An Chol-hyok 12 Choe Kum-chol Allenatore Kim Jong-hun Indisponibili nessuno

Panchina 12 Pinto, 23 Marin; 2 Fuentes, 5 Contreras; 10 Valdivia, 13 Estrada, 19 Fierro, 20 Millar, 21 Tello; 11 M.Gonzalez, 16 Orellana, 22 Paredes Allenatore Bielsa Diffidati 6 Carmona, 14 M. Fernandez Indisponibili nessuno

Panchina 12 Woelfli, 21 Leoni; 3 Magnin, 22 Eggiman, 11 Behrami, 14 Padalino, 15 Yakin, 20 Schwegler, 23 Shaqiri; 9, Frei, 18 Bunjaku Allenatore Hitzfeld Diffidati 1 Benaglio, 13 Grichting, 17 Ziegler Indisponibili 4 Senderos

Panchina 23 Reina, 12 Valdes; 2 Albiol, 17 Arbeloa, 4 Marchena; 6 Iniesta, 10 Fabregas, 20 Javi Martinez; 22 Navas, 13 Juan Mata, 18 Pedro Rodriguez, 19 Llorente Allenatore Del Bosque Indisponibili nessuno

Panchina 22 Escober, 1 Canales; 5 Bernardez, 4 Jh. Palacios, 14 Garcia, 16 Sabillon; 6 Thomas, 10 Je. Palacios, 19 Turcios; 9 Pavon, 12 Welcome, 15 Martinez Allenatore Mendoza Diffidati 8 W. Palacios Indisponibili nessuno

ARBITRO Pozo (Chi) GUARDALINEE Basualto e Mondria (Chi) QUARTO UOMO Damon (Rsa) TV Sky Mondiale 1 INTERNET www.gazzetta.it

ARBITRO Al Ghamdi (Rsa) GUARDALINEE Kamranifar (Ira), Al Marzouqi (Uae) QUARTO UOMO Vazquez (Uru) TV Sky Mondiale 1 INTERNET www.gazzetta.it

ARBITRO Nishimura (Gia) GUARDALINEE Sagara (Gia) e Jeong (Kor) QUARTO UOMO Mohd Salleh (Mas) TV Rai 1 e Sky Mondiale 1 INTERNET www.gazzetta.it

LE QUOTE

LE QUOTE

LE QUOTE

1 = 1.27

X = 5.00 2 = 11.00

FRANCESCO RIZZ0 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

dMentre la Corea del Nord si allena davanti ai fotografi con le maglie da gioco personalizzate, per smentire la voce della fuga di quattro giocatori, il Portogallo cerca il primo successo nel Mondiale. Risultato che a Cristiano Ronaldo e compagni manca, in Coppa del Mondo, da quattro partite (2 pareggi e 2 sconfitte il bilancio parziale). I lusitani hanno colto la loro ultima vittoria iridata il 25 giugno 2006, 1-0 sull’Olanda, agli

1 = 2.25 X = 3.10 2 = 3.25

ottavi di finale. Si tratta della peggior striscia negativa ai Mondiali della squadra portoghese. Mai pari Tre precedenti fra Cile e Svizzera e nessun pareggio: due le vittorie elvetiche (4-2 nel 1960 e 2-1 nel 2007, entrambe in partite amichevoli) e una cilena (3-1 ai Mondiali 1962, nella fase a gironi). In Coppa del Mondo la Svizzera non ha mai battuto squadre sudamericane: il bilancio è di un vittoria (con il Brasile, nel 1950) e di tre pareggi.

Fratelli L’Honduras si fa notare per i tre fratelli in organico: Wilson (25 anni del Tottenham), Johny (23, gioca in patria, nell’Olimpia Tegucigalpa) e Jerry Palacios (28, gioca in Cina). Un quarto fratello, Edwin Rene, è stato rapito e ucciso nel 2007. Stasera l’Honduras sfida la Spagna, che, nell’unico precedente, il Mondiale dell’82, non era andata oltre l’1-1. Oggi è l’ultimo giorno della 1ª fase del Mondiale con tre partite: da domani e fino a giovedì, il ritmo sarà di quattro gare al giorno (due alle 16, due alle 20.30).

1 = 1.13

X = 7.50 2 = 18.00

QUOTE PORTOGALLO-COREA DEL NORD Malgrado le difficoltà del Brasile - che nel primo incontro del Mondiale non è andato oltre il 2-1 contro i nordcoreani - la vittoria del Portogallo è quotata solo 1.27. Il pari è pagato 5.00, la sorpresa di un successo nordcoreano 11.00. La vittoria di Cristiano Ronaldo nella classifica dei bomber è a 50. CILE-SVIZZERA Per il passaggio del turno gli elvetici hanno una quota più bassa rispetto alla Spagna (2.25 contro 3.00). L’accoppiata Cile e Svizzera alla seconda fase è pagata 3,85. Altre quote: Under 2,5 a 1,45, «No gol» a 1,70, risultato esatto 1-0 a 6,00. SPAGNA-HONDURAS Quota alta per un colpaccio dell’Honduras contro i campioni d’Europa in carica (18.00). Spagna vincente con più di 1 gol di scarto a 1,45; over 3,5 a 2,20 «No goal a 1,45». Accoppiata passaggio del turno Spagna e Cile a 3,00; Spagna e Svizzera a 2,00.

0

gol subiti dalla Svizzera in 4 gare al Mondiale 2006: gli elvetici uscirono ai rigori con l’Ucraina agli ottavi di finale

Elano, 29 anni: gioca in Turchia IPP MARCATORI

Classifica dei bomber Gilardino a 50.00 dI brasiliani Elano e Luis Fabiano raggiungono a quota 2 reti Forlan (Uruguay) e Gyan (Ghana), in una classifica guidata ancora da Higuain. Prima del match Luis Fabiano era quotato 20.00 come capocannoniere del Mondiale, mentre Drogba, anch’egli a segno ieri, era a 75.00. Tra gli azzurri è Alberto Gilardinoad avere la quota più bassa (50.00). Poi Di Natale (75.00) e Iaquinta (150.00). 3 RETI: Higuain (Arg) 2 RETI: Luis Fabiano ed Elano (Bra), Forlan (Uru), Gyan (Gha, 2 rig.) 1 RETE: Heinze (Arg); Lee Jung-soo, Park Ji-sung e Lee Chung Yong (Cds); Podolski, Klose, Mueller e Cacau (Ger); Gerrard (Ing); Maicon (Bra); Marquez, Hernandez e Blanco (rig. - Mes); Koren, Birsa e Ljubijankic (Slo); Tshabalala (Saf); Dempsey, Donovan e Bradley (Usa); Kuyt e Sneijder (Ola); Honda (Gia); Alcaraz, Vera e Riveros (Par); De Rossi, Iaquinta (rig. Ita); Reid, Smeltz (Nzl), Vittek (Slo); Ji Yun-nam (Cdn), Beausejour (Cil), Fernandes (Svi), A. Pereira (Uru), Uche (Nig), Salpingidis e Torosidis (Gre), Jovanovic (Ser), Holman (Aus), Etòo (Cam), Bendtner e Rommedahl (Dan), Drogba (Cda).

LEONI IN GABBIA

Riscatto inglese I «bookie» dicono sì I bookmakers credono nel riscatto dell’Inghilterra dopo i due pareggi consecutivi: le quote per la decisiva sfida di mercoledì con la Slovenia vedono la vittoria inglese a 1.45, il pari a 4.10, il clamoroso successo sloveno a 7.00. Reti segnate: 1 a 3.75, 2 a 2.90, 3 a 3.50, 0 a 8.00.

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INGHILTERRA

ALGERIA

USA

SLOVENIA

Il patto inglese «Noi giocatori siamo con Capello»

NIGERIA

Kanu EPA

Il santone che specula su Kanu

Terry a nome della squadra: «E’ l’uomo che ci ha portato qui. Niente scuse, battiamo la Slovenia»

A Lagos si è attribuito la sua guarigione. Ma non è così FILIPPO MARIA RICCI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

John Terry, 29 anni, bandiera del Chelsea e della nazionale, durante l’incontro con i giornalisti AP

DAL NOSTRO INVIATO

GIANCARLO GALAVOTTI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

PHOKENG (Sudafrica)dFabio Capel-

lo non ha dubbi. Il male dell’Inghilterra è la paura. Il timor panico, l’ansia da prestazione che assale i leoni al momento di entrare in campo. «Sono stato giocatore, so perfettamente come vanno le cose quando la pressione ti attanaglia, soprattutto nelle partite importanti. Non conta essere in forma e preparati. La paura fa brutti scherzi». Antidoto Rientrato sabato sera da Città del Capo alla base del Royal Bafokeng Sports Campus, Capello deve trovare un antidoto alla paura dei leoni per mercoledì a Port Elizabeth nella sfida senza appello che aspetta la sua nazionale. Se l’Inghilterra non batte la Slovenia torna a casa (il pari potrebbe bastare se finisse in parità anche lo scontro tra Stati Uniti

e Algeria ma con differenze gol improbabili). La chiave per uscire dalla crisi, secondo il tecnico friulano, è di natura psicologica. «La partita che ci aspetta con la Slovenia va considerata come una finale secca. Mi aspetto dai giocatori una reazione, quanto basta per vince-

L’analisi del ct: «La paura fa brutti scherzi, l’ho sperimentato da giocatore. Non basta essere in forma» re e guadagnarci gli ottavi ». Leader La reazione è partita ieri, quando Capello e il dg Franco Baldini hanno delineato la strategia di rianimazione. John Terry è stato spedito alla conferenza stampa, dove ha confermato di essere il leader

che Capello aveva scelto come capitano. Ha perso la fascia in marzo per la storia con Vanessa Perroncel, l’ex compagna dell’ex compagno Bridge, ma resta la personalità più forte della rosa. E lo dimostra quando si presenta davanti ai giornalisti «Parlo a nome della squadra – annuncia – e vi dico che siamo tutti con il nostro commissario tecnico. Da quando è in carica ha portato l’Inghilterra al successo, e non si discute. Non dobbiamo cercare scuse, né criticare il c.t. Dobbiamo tenere compatto il gruppo, e battere la Slovenia per restare ancora in corsa nel Mondiale» Rivolta I giornali inglesi della domenica dipingono scenari apocalittici. Giocatori in rivolta, furibondi per l’atteggiamento di Capello, sempre distaccato anche dopo tre settimane insieme. Giocatori impazziti dalla noia del ritiro, talmente demoralizzati da non reagire più

alle frustate verbali del c.t. Insomma, ribellione totale. «Nessuna rivolta, nessuna agitazione – dice Terry. – Siamo solo molto arrabbiati per non aver giocato bene contro gli Stati Uniti e l’Algeria. Ha ragione il c.t. Non abbiamo tirato fuori lo spirito inglese che ci ha sempre caratterizzato» Assemblea Parla tanto, l’ex capitano, e promette che il contributo dei giocatori si farà sentire nella riunione tecnica. Diranno la loro al c. t., per risolvere la crisi. «Player power», insinuano i giornalisti inglesi: giocatori al potere. Ma al meeting non parla nessuno. Parla solo Capello. Sul video del primo tempo di Inghilterra-Algeria. «State tranquilli, provate a giocare divertendovi, con la Slovenia». Nel suo manuale calcio e democrazia non sono compatibili. Ma sa tendere la mano, quando serve. Forse le pecore torneranno leoni. Appena in tempo.

LAGOS (Nigeria)dA Lagos si prega. In massa, come

da numeri demograficamente impressionanti. Per le Super Aquile, a un passo dall’eliminazione, e per il futuro di una città da 27 milioni di abitanti (stima non ufficiale), ricca di risorse e stracolma di povertà. Adunate oceaniche, prediche fiume, guarigioni miracolose, vere o presunte.

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HA DETTO

R

Terry Nessuna rivolta, nessuna agitazione. Siamo solo arrabbiati per le vittorie mancate. Non abbiamo ancora tirato fuori lo spirito inglese

La squadra Pastor TB Joshua su parole e parabole (religiose e televisive, visto che ha un canale tutto suo) ha costruito un impero. E tra i vari investimenti ha deciso di diversificare creando una squadra di calcio, My People FC. Obiettivo: aiutare i giovani. Sinora il My People ha dato due giocatori alla nazionale nigeriana Under 17 vicecampione del Mondo lo scorso anno e 3 al club svedese Bodens. Nella frequentatissima biblioteca della sua «Church of All Nations» Pastor Joshua ha tanti video delle sue performance. Uno di questi è con Nwankwo Kanu. Girato nel 1996, quando «Papilo» era appena passato dall’Ajax all’Inter dopo aver vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Le visite mediche avevano evidenziato un grave problema al cuore. Miracolo Nel video il predicatore mette le mani sul petto di Kanu e in qualche modo pretende di curarlo con i suoi poteri. Nella realtà Massimo Moratti prese a cuore la salute del nigeriano e lo mandò negli Stati Uniti a farsi operare, salvandogli la vita. Di quel video il capitano della Super Aquile non parla volentieri, non gradisce la pubblicità che il «pastore» si fa con lui, e, pur vivendo nella fede, la pensa diversamente: la sua «Kanu Heart Foundation» in questi anni ha salvato tanti ragazzi con problemi di cuore. Pagando loro le cure mediche, non con l’imposizione delle mani.

Zupping di VINCENZO CITO

Bella forza con 2 portieri I pronostici della vigilia nello studio Rai. Fulvio Collovati e Sandro Mazzola «Vince l’Italia 2-0». Ma no, è poco. Vincenzo D’Amico e Carlo Longhi «Vince l’Italia 3-0». Ma no, è poco. Marino Bartoletti «Vince l’Italia dal 3-0 in su». Ecco. Carlo Paris (Rai) durante Italia-Nuova Zelanda «Dalla panchina anche i consigli del taciturno Pirlo». Chissà come faceva. Marco Civoli (Rai) nella telecronaca di Italia-Nuova Zelanda. Primo tempo «La deviazione del portiere neozelandese Paston» «Il rilancio di Paston». «Buona uscita di Paston». «Facciamo fatica a presentarci davanti

a Paston». Il colpo di scena «Rilancio di Pastos». «Il pugno di Pastos» «Palla recuperata da Pastos». Il ripensamento «In due tempi Paston». «Sempre sicuro Paston». La ricaduta «Palla recuperata da Pastos». L’aiuto esterno della spalla tecnica Salvatore Bagni: «E’ stato bravo Paston». Il compromesso «C’è l’uscita di Pastos. Anzi Paston». La via d’uscita: «Intervento dell’estremo difensore della Nuova Zelanda». Il gran finale «Decisivo Pastos!» «Respinge Pastos!» «Rinvio di Pastos!». La doccia fredda: «Paston indica di mettere tre uomini in barriera». Abbiamo capito. I portieri della Nuova Zelanda erano due. Stampato e distribuito da NewspaperDirect

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MONDIALE IL CASO

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SUDAFRICA

URUGUAY

MESSICO

Ammutinati La Francia sciopera Ora il caos è totale Il comunicato: «Via Anelka senza consultarci, non ci alleniamo» Si dimettono d.g. e preparatore. Tutto con la regia di Domenech

I giocatori francesi sono arrivati per l’allenamento a Knysna, hanno firmato autografi e salutato i tifosi. Quindi via: tutti sul pullman senza allenamento ANSA ALESSANDRO GRANDESSO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

PARIGIdL’anarchia al potere.

Ieri doveva essere la giornata della ripartenza per la Francia. I giocatori erano pure tornati a firmare autografi, sorridenti, disponibili coi tifosi come mai negli ultimi tempi. Tutta una farsa. Di nuovo. I Bleus in realtà hanno rifiutato di allenarsi in segno di protesta contro la cacciata di Anelka, decisa dalla Federcalcio. Uno sciopero in piena regola che ha provocato l’ira del preparatore atletico e le dimissioni del capo delegazione. Il tutto orchestrato magistralmente ancora una volta da Raymond Domenech, manipolatore sopraffine, anarchico dichiarato che si è pure tolto lo sfizio di leggere il comunicato di rivolta dei giocatori. Scontro La cronaca del melodramma francese comincia al mattino, in tv, in diretta su Tf1, la rete ufficiale dei Bleus. È Domenech che sale per primo sul palco offrendo una versione per lo meno ambigua dello scontro avuto giovedì nell’intervallo di Francia-Messico con Anelka: «La sua è stata una reazione di frustrazione, diventata importante solo per-

ché finita in prima pagina dei giornali. Il problema per me era già risolto. Poi non si è scusato e la Federazione ha preso la buona decisione». Atto secondo, Franck Ribery. L’esterno del Bayern interrompe il silenzio in cui si era rifugiato e davanti a milioni di telespettatori chiede scusa: «Non siamo stati all’altezza, il gruppo è imploso e soffriamo come voi anche perché tutto il mondo ci prende in giro, ma il problema è che c’è un traditore tra noi». Etnie Come Patrick Evra il giorno prima, anche Ribery ha preferito sviare l’attenzione sulla spia che passerebbe i segreti di spogliatoio alla stampa e che di fatto conferma il clima dele-

78 PARTITE CON DOMENECH Raymond Domenech è il c.t. della Francia dal 12 luglio 2004, quando prese il posto di Jacques Santini. Con lui la Francia ha perso a Germania 2006 la finale ai rigori con l’Italia. Qualificata all’Europeo 2008, finì con l’ultimo posto del girone. In tutto con lui 109 gol fatti e 53 subiti in 78 panchine coi bleus: 41 vittorie, 24 pareggi e 13 sconfitte, l’ultima è stata quella col Messico

terio che regna tra i Bleus. Un gruppo imploso tra divisioni anche di stampo razziale. Govou nei giorni scorsi aveva spiegato all’Equipe che «in nazionale come nella vita si creano affinità anche in base al colore della pelle». Anche così si spiegherebbe il caso Gourcuff, un giocatore che presenta il profilo atipico di ragazzo bianco di buona famiglia e di successo, spinto in panchina da Henry, Anelka, Gallas. E anche da Ribery, che come i colleghi di colore condivide origini più umili della banlieue, e non sopporta l’ascesa mediatica e sportiva dell’ex milanista. L’esterno del Bayern l’ha indirettamente ammesso ieri in tv: «È vero abbiamo avuto una discussione, ma non ci siamo mai menati». Per fortuna. Dimissioni Quasi un armistizio, perché il nemico ora è un altro: la dirigenza che ha fatto fuori uno della banda. Anelka ha pagato per tutti. Ma la situazione invece è degenerata in ammutinamento con effetti devastanti. Il preparatore atletico Robert Duverne ha quasi aggredito Patrick Evra e poco dopo, tra le lacrime, il direttore generale della Federcalcio, Jean-Louis Valentin, ha perso il controllo urlando: «Non ho

Bovosodo Le parole nel cinema di GERMANO BOVOLENTA

I giornali francesi e inglesi scatenati contro i c.t. Domenech e Capello «È la stampa, bellezza. È la stampa e tu non ci puoi fare niente... Niente!» Humphrey Bogart L’ultima Minaccia (1952)

FRANCIA

scono lo scontro frontale e una figuraccia planetaria. Domenech ha i giorni contati, preferisce chiudere il mandato come piace a lui, nei paradossi della provocazione. Impostore Quelli che hanno da sempre caratterizzato la sua gestione e che gli hanno permesso di guadagnarsi in patria il soprannome di «impostore». Un c.t. senza palmarès a cui solo Zidane ha regalato una finale mondiale nel 2006. Dopo Berlino, Domenech ha vissuto di rendita, ma il suo credito due anni dopo era già esaurito. Il flop all’Europeo, con l’eliminazione al primo turno coronata dalla richiesta di matrimonio alla compagna in diretta tv ha suggellato il divorzio con la Francia. Il fallimento sarebbe costato il posto a chiunque. Non a Domenech, nonostante la disponibilità di Didier Deschamps, contattato e convinto dal presidente della Lega, sconfessato però dall’intervento di Michel Platini, al quale non piaceva il passato di Deschamps, troppo vicino agli scandali marsigliesi dell’era Tapie o a quelli in chiave doping della Juve. Meglio tenersi Domenech, difeso dal presidente della Federcalcio, Jean Pierre Escalettes, e dal direttore tecnico Gerard Houllier, che sperava di sostituirlo al primo passo falso. Impero Invece Domenech ha concretizzato al meglio il suo personale disegno di potere, strappando la qualificazione al Mondiale nei playoff contro l’Irlanda del Trap grazie a una mano di Henry, ma soprattutto assecondando i clan nello spogliatoio e duellando con le primedonne del gruppo, seminando di fatto l’anarchia, fedele ad una regola semplice ed efficace: divide et impera. Solo che il suo impero è al tramonto, con la Federcalcio che prima di partire per il Sudafrica ha annunciato l’accordo con Laurent Blanc, il capitano della Francia campione del Mondo del 1998, con la benedizione di Zidane. Uno schiaffo all’ego di Domenech e una mossa infelice che ha discreditato ancora di più il c.t. agli occhi dei giocatori. Martedì però contro il Sudafrica c’è ancora una chance di qualificarsi per gli ottavi. E non sia mai che Domenech torni di nuovo protagonista.

Domenech legge il comunicato AP

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frasi DOMENECH

Anelka? La sua è stata una reazione di frustrazione, il problema per me era risolto, ma non ha chiesto scusa...

RIBERY Non siamo stati all’altezza, il gruppo è imploso e soffriamo anche perché tutto il mondo ci prende in giro

IL D.G. VALENTIN Basta, non ho più nulla da fare qui, è uno scandalo. Mi dimetto. Me ne vado, rientro a Parigi, è una vergogna

più nulla da fare qui, è uno scandalo, mi dimetto». Rottura Ma il colpo di scena finale del melodramma ha visto di nuovo protagonista Domenech che si è presentato davanti ai giornalisti per leggere il comunicato dei giocatori: «Non ci alleniamo perché vogliamo testimoniare il totale disaccordo con la Federcalcio che ha deciso senza consultarci di cacciare Anelka». La rottura in realtà si è verificata tra lui e lo spogliatoio. I giocatori non lo reputano più all’altezza e preferi-

Nicolas Anelka, 31 anni, punta del Chelsea, ieri al gate per l’imbarco per Londra REUTERS

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GERMANIA

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AUSTRALIA

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Ghana-Germania derby Boateng Fratelli divisi anche dalla nazionale: Kevin Prince è il genio maledetto, Jerome il buon panchinaro Kevin Prince Boateng, 23 anni

DAL NOSTRO INVIATO

PIERFRANCESCO ARCHETTI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

AFP

PRETORIA (Sudafrica) dJay Jay Oko-

cha negli anni 90 è uno spettacolo per la Bundesliga. Uno degli incanti del nigeriano porta ancora il suo nome: sollevare la palla di tacco, farla passare sopra la testa, stopparla con il piede e partire. Gli allenatori delle giovanili dell’Hertha propongono spesso delle selezioni in un quartiere difficile dell’ex Berlino Ovest: Wedding. La vita da quelle parti non offre varietà: o diventi criminale o commerciante (di droga); oppure calciatore. I bimbi si mettono in mostra quando vengono i signori del maggior club cittadino. Uno ripete con naturalezza l'Okocha: ha 7 anni, è l'unico senza scarpe. Ai piedi porta degli stivali di gomma. Si chiama Kevin Prince Boateng, il giorno dopo è tesserato. Rahn in famiglia Suo padre Prince è ghanese, la madre Christine Rahn è tedesca. Helmut Rahn diede il primo titolo mondiale alla Germania: 1954, segnò il 3-2 all'Ungheria. Christine è sua pronipote: non eredita denaro dalla celebre famiglia, si arrangia con l'elemosina dei servizi sociali, ma traman-

Il primo ha un talento straordinario ma un carattere impossibile la Germania l’ha scartato. Mercoledì va a caccia della sua vendetta da il talento calcistico. Il marito la abbandona dopo il parto e si mette con una hostess: il 3 settembre 1988 nasce Jerome, fratellastro di Kevin Prince, più anziano di 18 mesi. Jerome cresce a Charlottenburg, quartiere della media borghesia berlinese: va a scuola e gira il mondo con la madre. Però riesce bene anche nel calcio: nelle juniores dell’Hertha trova il fratello. Da ragazzi sono legati: «Lui era il mio idolo, sopravvissuto alle difficoltà di Wedding», racconta. Da un mese non si parlano più. KP, centrocampista del Portsmouth, ha stroncato il Mondiale di Ballack, capitano della Germania, scassandogli la caviglia nella finale di Coppa d'Inghilterra. Si scusa tre volte, ma J, che passerà al Manchester City dall'Amburgo, ha detto che era da espulsione. La replica: «Con lui ho chiuso». Mercoledì si riguarderanno negli occhi, a

Johannesburg. Uno è con la Germania, l'altro con il Ghana. Il buono e il cattivo: indovinate la collocazione. Classe e violenza Kevin Prince ha qualità immense: frequenta tutte le Under; gli assegnano il premio come miglior juniores tedesco. E' un mediano con la tecnica di un numero 10, però ha un carattere delicato. Il quartiere giungla non gli è mai uscito dalla testa. Già affermato, l'Hertha lo manda nella sua prima scuola per un’azione social-pubblicitaria. KP vede un suo insegnante e lo umilia: «Ehi profe, guardi che auto di lusso ho, altro che la sua». Da idolo di Wedding, dove vengono denunciati 15 mila crimini l’anno, diventa un mito. A 17 anni debutta in Bundesliga, a 18 quasi picchia l'allenatore; a 20 l'Hertha sta annegando nei debiti e lo vende al Tottenham, per 7,9 milioni. A Londra cambia subito il tecnico: dopo 11 tribune consecutive, Kevin Prince, che guadagna oltre due milioni, va in depressione. Compra una Cadillac, una Lamborghini e una jeep Hummer in una settimana. C'è chi dice in un giorno. Senza pallone, usa il lusso come riscatto sociale. Accatasta 160 paia di scarpe, 200 cappellini, orologi, orecchini e bracciali

d'oro. Si copre con 13 tatuaggi. Gli inglesi lo chiamano «Ghetto Kid». Ma resta il miglior talento tedesco e il Borussia Dortmund lo riporta a casa. Dura sei mesi.

Jerome Boateng, 21 anni, tedesco REUTERS

Cacciato Horst Hrubesch li allena entrambi nelle giovanili: «Jerome sa come si vive, usa il compromesso. Kevin vuole sempre tutto o niente», ha detto a Die Zeit. Un anno fa, li prepara per l'Europeo Under 21. Una sera KP rientra con due ore di ritardo. Viene mandato a casa, la squadra approva. «Boateng ha un deficit nello sviluppo personale», annuncia Sammer, responsabile delle juniores. L’Under di Özil e Neuer, Aogo, Marin e Boateng jr, ora tutti qui in Sudafrica, piglia il titolo. KP non la digerisce: «Giocherò con il Ghana». A 23 anni non ha mai visto l'Africa, ma il 12 maggio gli recapitano il nuovo passaporto. Bluffa: «I tedeschi mi cercano segretamente». La federazione: «Falso». Mercoledì Kevin Prince può eliminare la Germania, decapitando i suoi nemici. Dopo la coppa, a Berlino lo aspetta un processo per aver spaccato decine di specchietti di auto sul viale più celebre della capitale. Il quartiere non gli è mai uscito dalla testa.

FENOMENO INATTESO

L’industria del sesso scopre la crisi Paura di malattie e di rapine, polizia severa: ecco il flop della prostituzione DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO BOLDRINI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

JOHANNESBURG (Sudafrica) dDove-

va essere il mondiale della trasgressione, si sta rivelando il mondiale della castità. Bacco, grazie al buon vino sudafricano, e tabacco, si può fumare con maggior libertà, imperversano, ma niente Venere. Un flop, questo mondiale, per l'industria del sesso. Gli affari vanno male: gli strip-bar annullano gli spettacoli, le prostitute sono senza lavoro, i tassisti che trasportano le ragazze sono bloccati ai parcheggi. Tutta colpa dell'Egitto.. Che sta succedendo? Semplice: i turisti hanno paura di furti e Aids, la polizia controlla e il freddo fa il resto. Come spiega l'edizione del sabato del quotidiano Star, questa crisi imprevista ha un punto di partenza: le rapine subite dai giocatori egiziani nella Confederations di un anno fa. Dopo il successo sull’Italia, i ragazzi di Shehata si diedero ai bagordi. Alcuni di loro invitarono qualche ragazza in camera e, al risveglio, si ritrovarono con il portafoglio vuoto. Il fattaccio avvenne nell’albergo Protea ad Illovo, uno dei centri del sesso facile di

Johannesburg, come Oxford Street e Sandton. Le indagini della polizia smentirono la tesi delle prostitute ladre: i sospetti caddero sul personale dell’albergo. Questa storia ha fatto però il giro del mondo e nell'immaginario collettivo del turista tifoso l'equazione è stata quasi scontata: prostituzione uguale rapine. I lamenti «Il mio guadagno mensile è di 4.500 rand (500 euro circa, ndr) e speravo con il mondiale di arrivare a 15.000, ma il lavoro sta andando malissimo. Un disastro», dice una ragazza che lavora sui marciapiedi di Johannesburg da 7 anni. Nel Gauteng, la regione di Joburg, sono stati cancellati 300 spettacoli. E quando i turisti-tifosi decidono di sfidare rischi di rapine e malattie, scatta la security. Un gruppo di messicani si è presentato in albergo in gentile compagnia: le ragazze sono state respinte senza pensarci due volte. No business I più temerari, per la cronaca, sono messicani, argentini, brasiliani e statunitensi: sono loro che garantiscono ancora qualche affare. Ma il business preventivato resterà una chimera. I 2 milioni di preservativi messi a disposizione dallo stato sudafricano saranno utilizzati in altre occasioni. Visti i tagli sociali, meglio così. E meglio anche che il calcio non faccia rima con lo sfruttamento delle donne. Qui non si comprano solo i corpi: si compra soprattutto la fame.

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ARGENTINA

SUD COREA

NIGERIA

GRECIA

Aguero: «Ora tutti temono l’Argentina» Il genero di Maradona: «Macché raccomandato, in un Mondiale bisogna cogliere ogni occasione» Grecia ha bisogno di vincere per qualificarsi agli ottavi, quindi attaccherà disperatamente. Ma non abbiamo paura: abbiamo buoni difensori e attaccanti sempre pronti a colpire».

DAL NOSTRO INVIATO

ALESSANDRA BOCCI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

PRETORIA dFesta del papà per

gli ispanici, quindi anche di Sergio Aguero padre di Benjamin figlio di Gianina (Maradona), e di Diego Armando Maradona, padre di Gianina, moglie di Sergio (Aguero). Non è così raro avere parenti in squadra, però le curiosità restano. Per dire: al tecnico olandese Van Marwijk non fanno mai mancare la domanda sul genero Mark van Bommel. Figuriamoci che cosa può accadere al povero Aguero, imparentato con un c.t. immensamente più famoso. «Ma io non ci faccio caso. Alcuni pensano che sia un raccomandato, altri che per meritarmi il posto debba ammazzarmi di lavoro. Non è vera né l’una né l’altra cosa».

Prossima avversaria preferita?

«Una vale l’altra».

Sergio Aguero, 22, esulta con Messi e Higuain, seminascosto REUTERS

La Spagna è in una situazione difficile. Lei gioca a Madrid: prova simpatia per la Spagna o spera che venga eliminata, così ci sarà una candidata al

successo finale in meno in giro?

«Sinceramente, se passa il turno o meno non è un mio problema. Io penso soltanto all’Argentina e non mi importa nulla di chi si qualifica negli altri gironi». Mascherano dice che questo è un Mondiale tattico, i singoli brillano poco.

«Ha ragione Javier. In queste partite bisogna fare sempre molta attenzione, giocare compatti».

In allenamento Maradona le ha fatto cambiare posizione un paio di volte.

«Sì, prima ero a destra, poi mi ha detto di stare a sinistra. Io a sinistra mi sento meglio. Ma la cosa più bella che ci dice è di giocare liberi. Non ci ingabbia nei ruoli». Aguero, si sente pronto a vincere il Mondiale?

«Sentiamo che le altre squadre ci temono molto e questo non può che darci tanta fiducia in più. Ma la strada è ancora davvero lunga».

E allora il suo rapporto con Maradona com’è?

«Come quello dei miei compagni. Chi mi conosce bene sa che mi alleno esattamente quanto gli altri. E qui tutti cercano di lavorare e di correre il triplo del solito, perché questa è la nazionale argentina, è un Mondiale e non è facile trovare spazio». Lo troverà probabilmente contro la Grecia, dopo il bel quarto d’ora contro la Corea del Sud.

«Se mi mette in campo sono contento, contro qualsiasi avversario. Il posto assicurato non ce l’ha nessuno, perciò se ti danno un’occasione è bene essere pronti a sfruttarla». Lei è sembrato subito molto in forma, come tutti i suoi compagni dell’Argentina.

«Stiamo lavorando bene. Per me poi è stato importante nella stagione passata giocare ogni tre giorni in Spagna: con l’Atletico Madrid mi sono abituato alle tante partite e il mio fisico sta reagendo benissimo anche adesso». L’Argentina è andata subito a razzo: pensieri sulla qualificazione?

«L’importante è arrivare primi nel gruppo. Sappiamo che la

PARLA LA «PULCE»

Messi: «Diego mi ha liberato» PRETORIA (a.b.) In un’intervista a Olè, Messi ha spiegato: «Nelle qualificazioni non ero io, ora sì, grazie a Diego e compagni. Prima non mi riusciva niente, appena mettevo piede in campo mi sembrava di sentire le critiche. La mia famiglia mi raccontava quello che si diceva in Argentina e io soffrivo: una cosa è criticare per il gioco, un’altra dire che non tengo alla nazionale e che non gioco bene perché mi pagano meno che al Barça. Diego mi diceva di essere me stesso, di non preoccuparmi di quello che dicevano gli altri, che lui ci sarebbe stato sempre. Mi sento liberato: sono entrato in sintonia con la squadra».

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MONDIALE LA GUIDA CHE COSA È SUCCESSO GRUPPO RISULTATI E MARCATORI

PRIMA FASE A A B B C C D D E E F F G G H H A B B A D C C E D E F F G

Sudafrica-Messico Uruguay-Francia Sud Corea-Grecia Argentina-Nigeria Inghilterra-Usa Algeria-Slovenia Serbia-Ghana Germania-Australia Olanda-Danimarca Giappone-Camerun Italia-Paraguay Nuova Zelanda-Slovacchia Costa d’Avorio-Portogallo Brasile-Corea del Nord Honduras-Cile Spagna-Svizzera Sudafrica-Uruguay Grecia-Nigeria Argentina-Corea del Sud Francia-Messico Germania-Serbia Slovenia-Stati Uniti Inghilterra-Algeria Olanda-Giappone Ghana-Australia Camerun-Danimarca Slovacchia-Paraguay Italia-Nuova Zelanda Brasile-Costa d’Avorio

1-1 0-0 2-0 1-0 1-1 0-1 0-1 4-0 2-0 1-0 1-1 1-1 0-0 2-1 0-1 0-1 0-3 2-1 4-1 0-2 0-1 2-2 0-0 1-0 1-1 1-2 0-2 1-1 3-1

Tshabalala (S), R. Marquez (M) J.Park, S. Lee Jung Heinze Gerrard (I), Dempsey (U) Koren Gyan (rig) Podolski, Klose, Muller, Cacau Agger (a), Kuyt Honda Alcaraz (P), De Rossi (I) Vittek (S), Reid (NZ) Maicon (B), Elano (B), Ji (C) Beausejour (C) Fernandes (S) Forlan, Forlan (rig.), Pereira Uche (N), Salpingidis (G), Torosidis (G) Park Chu-young (a, C), Higuain (Arg), Lee Chung Yong (C), Higuain (2) Hernandez, Blanco (rig.) Jovanovic Birsa (S), Ljubijankic (S), Donovan (U), Bradley (U) Sneijder Holman (A), Gyan (G, rig.) Eto’o (C), Bendtner (D), Rommedahl (D) Vera, Riveros Smeltz (Nz), Iaquinta (I, rig.) Luis Fabiano (2,B), Elano (B), Drogba (C)

CHE COSA SUCCEDERÀ DATA

ORA

CITTA’

PARTITA

Città del Capo Port Elizabeth Johannesburg Rustenburg Bloemfontein Durban Polokwane Port Elizabeth Pretoria Johannesburg Nelspruit Johannesburg Polokwane Rustenburg Città del Capo Nelspruit Durban Bloemfontein Pretoria

Portogallo-Corea del Nord Cile-Svizzera Spagna-Honduras Messico-Uruguay Francia-Sudafrica Nigeria-Corea del Sud Grecia-Argentina Slovenia-Inghilterra Stati Uniti-Algeria Ghana-Germania Australia-Serbia Slovacchia-ITALIA Paraguay-Nuova Zelanda Danimarca-Giappone Camerun-Olanda Corea del Nord-Costa d’Avorio Portogallo-Brasile Svizzera-Honduras Cile-Spagna

GRUPPO

PRIMA FASE Oggi

ore 13.30 ore 16 ore 20.30 Domani ore 16 ore 16 ore 20.30 ore 20.30 23 giugno ore 16 ore 16 ore 20.30 ore 20.30 24 giugno ore 16 ore 16 ore 20.30 ore 20.30 25 giugno ore 16 ore 16 ore 20.30 ore 20.30

OTTAVI DI FINALE 26 giugno ore 16 ore 20.30 27 giugno ore 16 ore 20.30 28 giugno ore 16 ore 20.30 29 giugno ore 16 ore 20.30

Port Elizabeth Rustenburg Bloemfontein Johannesburg Durban Johannesburg Pretoria Città del Capo

Vincente A-Seconda B (OF1) Vincente C-Seconda D (OF2) Vincente D-Seconda C (OF3) Vincente B-Seconda A (OF4) Vincente E-Seconda F (OF5) Vincente G-Seconda H (OF6) Vincente F-Seconda E (OF7) Vincente H-Seconda G (OF8)

QUARTI DI FINALE 2 luglio 3 luglio

ore 16 ore 20.30 ore 16 ore 20.30

Port Elizabeth Johannesburg Città del Capo Johannesburg

Vincente OF5-Vincente OF6 (QF1) Vincente OF1-Vincente OF2 (QF2) Vincente OF4-Vincente OF3 (QF3) Vincente OF7-Vincente OF8 (QF4)

SEMIFINALI 6 luglio 7 luglio

ore 20.30 ore 20.30

Città del Capo Durban

Vincente QF2-Vincente QF1 (SF1) Vincente QF3-Vincente QF4 (SF2)

Port Elizabeth

Perdente SF1-Perdente SF2

Johannesburg

Vincente SF1-Vincente SF2

FINALE 3˚ POSTO 10 luglio

ore 20.30

FINALE 1˚ POSTO 11 luglio

ore 20.30

G H H A A B B C C D D F F E E G G H H

GRUPPO A

GRUPPO B

GRUPPO C

RISULTATI Sudafrica-Messico Uruguay-Francia Sudafrica-Uruguay Francia-Messico

RISULTATI Corea del Sud-Grecia Argentina-Nigeria Argentina-Corea del Sud Grecia-Nigeria

RISULTATI Inghilterra-Usa Algeria-Slovenia Slovenia-Usa Inghilterra-Algeria

1-1 0-0 0-3 0-2 PARTITE RETI Pt G V N P F S

Uruguay Messico Francia Sudafrica

4 4 1 1

2 2 2 2

1 1 0 0

1 0 3 0 1 0 3 1 1 1 0 2 1 1 1 4

DA DISPUTARE Messico-Uruguay Francia-Sudafrica

22-6 22-6

2-0 1-0 4-1 2-1

PARTITE RETI Pt G V N P F S

Argentina Corea Sud Grecia Nigeria

6 3 3 0

2 2 2 2

2 1 1 0

0 0 0 0

0 1 1 2

DA DISPUTARE Nigeria-Corea del Sud Grecia-Argentina

5 3 2 1

1 4 3 3

22-6 22-6

GRUPPO D 1-1 0-1 2-2 0-0 PARTITE RETI Pt G V N P F S

Slovenia Usa Inghilterra Algeria

4 2 2 1

2 2 2 2

GRUPPO F

GRUPPO G

RISULTATI Italia-Paraguay Nuova Zelanda-Slovacchia Slovacchia - Paraguay Italia - N. Zelanda

RISULTATI Costa d’Avorio-Portogallo Brasile-Corea del Nord Brasile-Costa d’Avorio

PARTITE RETI Pt G V N P F S

Olanda Giappone Danimarca Camerun

6 3 3 0

2 2 2 2

2 1 1 0

DA DISPUTARE Danimarca-Giappone Camerun-Olanda Olanda qualificata alla 2ª fase

0 0 0 0

0 1 1 2

3 1 2 1

0 1 3 3

24-6 24-6

PARTITE RETI Pt G V N P F S

Paraguay Italia Nuova Zelanda Slovacchia

4 2 2 1

2 2 2 2

DA DISPUTARE Slovacchia-Italia Paraguay-Nuova Zelanda

1 0 0 0

1 2 2 1

0 0 0 1

3 2 2 1

1 2 2 3

24-6 24-6

1 2 2 1

0 0 0 1

3 3 1 0

2 3 1 1

23-6 23-6

RISULTATI Olanda-Danimarca Giappone-Camerun Olanda-Giappone Camerun-Danimarca

1-1 1-1 0-2 1-1

1 0 0 0

DA DISPUTARE Usa-Algeria Slovenia-Inghilterra

GRUPPO E 2-0 1-0 1-0 1-2

RISULTATI Serbia-Ghana Germania-Australia Germania - Serbia Ghana-Australia

PARTITE RETI Pt G V N P F S

Ghana Germania Serbia Australia

4 3 3 1

2 2 2 2

1 1 1 0

1 0 0 1

0 1 1 1

DA DISPUTARE Ghana-Germania Australia-Serbia

2 4 1 1

1 1 1 5

23-6 23-6

GRUPPO H 0-0 2-1 3-1

PARTITE RETI Pt G V N P F S

Brasile Costa d’Avorio Portogallo Corea del Nord

0-1 4-0 0-1 1-1

6 1 1 0

2 2 1 1

2 0 0 0

0 1 1 0

DA DISPUTARE Portogallo-Corea del Nord Portogallo-Brasile Corea del Nord-Costa d’Avorio Brasile qualificato alla 2ª fase

0 1 0 1

5 1 0 1

2 3 0 2

21-6 25-6 25-6

RISULTATI Honduras-Cile Spagna-Svizzera

0-1 0-1 PARTITE RETI Pt G V N P F S

Cile Svizzera Honduras Spagna

3 3 0 0

DA DISPUTARE Cile-Svizzera Spagna-Honduras Cile-Spagna Svizzera-Honduras

1 1 1 1

1 1 0 0

0 0 0 0

0 0 1 1

1 1 0 0

0 0 1 1

21-6 21-6 25-6 25-6

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LUNEDÌ 21 GIUGNO 2010

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MERCATO

Maicon, oggi l’Inter attende la mossa Real Branca aspetta una chiamata da Perez. Rischio buste per Jimenez. Idea Felipe Melo MIRKO GRAZIANO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO dSi entra nella fase cal-

da del mercato interista. Il d.t. Marco Branca è rientrato a Milano dopo un paio di giorni di relax passati in Sicilia. Oggi, poi, Massimo Moratti è atteso negli uffici Saras, ma difficilmente in questa fase entrerà direttamente nelle trattative più importanti. Spazio quindi ai collaboratori più stretti, appunto Branca, che in serata potrebbe ricevere una telefonata importante da Madrid. Florentino Perez o l’uomo mercato

Hidalgo è a Milano per parlare anche di Milito. Il brasiliano della Juventus alternativa a Mascherano

w

I NUMERI

Jimenez alle buste? Intanto, il nigeriano Obinna piace in Inghilterra: da verificare quanto sia concreto l’interesse dello Stoke City. Ci sono difficoltà, poi, sul fronte Jimenez. I nerazzurri rischiano infatti di andare alle buste con la Ternana per il centrocampista cileno. Infine, il Siena realizzerà con l’Inter lo scambio tra i difensori Mannini (’92), che sarà nerazzurro, e Caldirola (’91), che verrà affidato a Conte.

35

milioni è la valutazione di Maicon secondo l’Inter. Per ora il Real Madrid si è fermato a 28: si chiude a 30

30

DA OGGI IL 4˚ DVD

i gol di Diego Milito nella stagione della «tripletta»: 22 in campionato, 6 in Champions League e 2 in Coppa Italia

Jorge Valdano sono chiamati alla prima mossa, per aprire ufficialmente una trattativa che tramite intermediari ha di fatto, seppur timidamente, già preso il via. Il club di Madrid non vuole spendere più di 28 milioni, ma da Milano la posizione per ora non cambia: Maicon costa 35 milioni. A quota 30 il possibilissimo punto d’incontro. Si è parlato anche di contropartite tecniche da inserire nell’affare, il problema è che a Moratti - Higuain a parte - non piacciono più di tanto gli uomini in vendita del Real: tra questi, i vari Raul, Drenthe, Gago, Van der Vaart e i due Diarra.

Il caso Milito e l’idea Melo Fernando Hidalgo, manager di Milito e Burdisso, arriverà questa sera a Milano, ma forse solo domani incontrerà Branca per parlare dei suoi assistiti. In corso Vittorio Emanuele è pronto l’adeguamento del contratto del Principe di Bernal, a meno che proprio da Madrid non arrivi un’offerta irrinunciabile anche sul fronte Milito. Mercoledì o giovedì, poi, sono previsti nuovi contatti per Javier Mascherano, anche se nelle ultime ore negli ambienti nerazzurri sta prendendo quota l’idea Felipe Melo, un giocatore che piace molto nello spogliatoio interista e che la stessa Juventus sembra avere interesse a piazzare sul mercato. Non va dimenticato che già la scorsa estate si parlò di un forte interessamento di Marco Branca per il roccioso centrocampista della Seleçao.

Leggenda Inter Trionfo a Madrid

Da oggi è in edicola il quarto dvd di «Leggenda Inter, 2010 la storica tripletta». E’ dedicato alla «partita dei sogni», lo storico trionfo dell’Inter in finale di Champions League contro il Bayern Monaco al Santiago Bernabeu di Madrid. Una notte indimenticabile per tutti i tifosi nerazzurri. A 12,99 euro, solo con La Gazzetta dello Sport

Sisenando Maicon, classe 1981, è all’Inter dal 2006 AP

NAPOLI FERMA LA CAMPAGNA ACQUISTI

De Laurentiis, primo obiettivo: vendere Il d.s. Bigon deve sfoltire la rosa per poi stringere con Fred e Mantovani MIMMO MALFITANO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

NAPOLI d Prevale la confusione.

Non c’è chiarezza nei programmi del Napoli. Gli ultimi avvenimenti ne sono la dimostrazione. La questione legata all’ingaggio di Fred e di Mantovani; quella relativa ai rinnovi dei contratti di Paolo Cannavaro, Pazienza ed Hamsik; la soluzione di due comproprietà (Mannini, Calaiò) e la necessità di cedere: sono alcuni degli argomenti in discussione che stanno carat-

terizzando l’attività del club in questo periodo. L’impegno di Riccardo Bigon è intenso, come la sua attività che è frenetica. Lui, di trattative ne ha intavolate negli ultimi tempi. Ma sulla conclusione delle stesse pende l’ordine imposto da De Laurentiis: non si può comprare se prima non si vende. Cessioni difficili Ed è questo lo scoglio più duro che il direttore sportivo deve superare, perché c’è davvero poco interesse intorno a questi elementi. Basti pensare che sono rientrati dai prestiti ragazzi come Bucchi, De Zerbi, Amodio, Pià, Navarro, Datolo, che non hanno mercato per l’alto costo dei loro ingaggi. Bigon li sta offrendo un po’ a chiunque, ma le risposte sono identiche: c’è anche chi sareb-

Aurelio De Laurentiis, 61 LAPRESSE

be disposto a prenderne qualcuno a patto, però, che gli stipendi restino a carico del Napoli. Ed allora, la questione si ferma lì. Rinnovi e intrighi Dalle dichiarazioni rilasciate da Bigon sui rin-

novi s’è capito una sola cosa: Cannavaro e Pazienza dovranno accettare la offerte della società, altrimenti si arriverà alla scadenza naturale del contratto prevista per il 2011. Insomma, nessun adeguamento economico: chi vuol restare deve farlo alle condizioni dettate da De Laurentiis. Poi c’è l’intrigo Fred: tra annunci e smentite da parte dell’attaccante la trattativa va avanti... Resta da capire se il brasiliano abbia intenzione o meno di rinnovare con la Fluminense. Decisive le prossime 48 ore. Domani è previsto l’incontro tra il giocatore ed il club di Rio. Il Napoli, tuttavia, ha la necessità di liberare un posto di extracomunitario, diversamente la trattativa con l’attaccante brasiliano non sarebbe possibile.

y

ROMA IL NODO DA SCIOGLIERE

BRANCA, AGENDA FITTA

Inizia una settimana importante per l’Inter in chiave mercato

Oggi

Il direttore dell’area tecnica Marco Branca rientra a Milano. Probabile contatto con il Real Madrid per Maicon.

Domani

Fissato un incontro con Fernando Hidalgo, agente di Nicolas Burdisso e Diego Milito. Pronto per il Principe un adeguamento dell’ingaggio.

Tra mercoledì e giovedì

Inter e Roma dovrebbero incontrarsi per definire il futuro di Burdisso. Dopo il recente prestito, il difensore vuole restare giallorosso. Ma servono 8 milioni. Possibile anche un contatto con l’agente di Javier Mascherano

S

Nicolas Burdisso, 29, difensore argentino della Roma AP

Rosella Sensi, 38 anni, presidente dal 2008 FORNASARI

E dalla Sensi vuole 8 milioni per Burdisso ALESSANDRO CATAPANO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA dForse s’era fatta prendere un po’ la mano.

Del resto, capitava anche a papà. Ma quando Rosella Sensi, appena qualche giorno fa, ha detto — con una sicurezza che in effetti era parsa subito eccessiva — «su Burdisso sono molto tranquilla, anzi lo considero già giallorosso. Confido negli ottimi rapporti con Moratti», forse non ha valutato con la dovuta attenzione la posizione della controparte. Per dirla in termini spicci, la Sensi ha fatto i conti senza l’oste.

Quant’è buono... Lei ha l’immagine comune di Massimo Moratti: ricco, generoso, pacifico, quando può aiuta i bisognosi. Con la Roma, negli ultimi anni, si è comportato da benefattore, da gran signore: la cessione in due comode rate di Pizarro; gli acquisti a prezzo di favore (per la Roma) di Chivu e Mancini; l’omaggio di Andreolli; il prestito gratuito di Burdisso. Operazioni (non le sole, ovviamente) che hanno consentito alla Roma di restare ai vertici. Era Ora, la Roma deve assolutamente acquistare Nicolas Burdisso. Ranieri è stato perentorio con Pradè e la Sensi: toglietemi tutto (o quasi), ma non la roccia argentina. «No problem — gli hanno risposto — tanto c’è Babbo Moratti». E invece stavolta il babbo non ha alcuna intenzione di essere accomodante, anzi pare proprio intenzionato a recitare la parte del cattivo. Dicono che si sia legato al dito l’atteggiamento tenuto dalla Roma nella vicenda Baptista, quel rilancio dell’ultima ora che fece lievitare il prezzo della Bestia a circa otto milioni di euro, «non trattabili». Esattamente quanto vale oggi Nicolas Burdisso. Almeno per l’Inter. Non un centesimo di meno. Chi l’ha fa l’aspetti. Calendario E chi se li è persi otto milioni? Al momento la Roma è sprovvista di liquidi. Nè vuole offrire in cambio giocatori già richiesti dall’Inter, come Juan. I soldi veri arriveranno quando saranno ceduti Doni e Julio Baptista. Qualche spicciolo si attende dalla risoluzione della comproprietà di Marco Motta. E allora la Roma adesso confida molto nell’incontro tra Fernando Hidalgo e Marco Branca. L’agente di Burdisso (e Milito) arriverà oggi a Milano. L’incontro con il d.t. nerazzurro è previsto nelle prossime ore, poi dovrebbe ricevere Daniele Pradè. La Roma ha pensato di proporre all’Inter la stessa formula con cui acquistò Pizarro: la prima metà subito, l’altra tra dodici mesi. Troppo generosa per l’ultimo Moratti?

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MERCATO w

JUVENTUS VISITE MEDICHE E FIRMA

I NUMERI

7

i gol di Lanzafame con il Parma in questa stagione: l’attaccante è in comproprietà tra Palermo e Juve

38

le partite disputate da Bonucci col Bari quest’anno: il difensore è a metà tra Bari e Genoa

12

Bonucci, sprint Juve Ma occhio alle buste

comproprietà risolte fino ad oggi. L’ultima è quella di Scappini tra Ravenna e Samp: l’accordo è stato rinnovato

Compartecipazioni da risolvere entro venerdì. Marotta pressa il Bari per il difensore, tratta Mirante e Lanzafame. I casi in ballo GIULIO DI FEO CARLO LAUDISA 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO dLa Juve sta nel mez-

zo, cioé tra le comproprietà. Il club bianconero entro venerdì deve accordarsi per ben 19 giocatori attualmente condivisi con altre società. Altrimenti entro le ore 19 del 25 va presentata un’offerta scritta per il riscatto, la busta. Con i rischi legati a una scelta al buio. La comproprietà più importante, però, è la «ventesima»: Bonucci, ancora a metà tra Genoa e Bari. Il d.g. bianconero Marotta ha imbastito con i rossoblù un’intesa per rinnovare la comproprietà di Palladino, lasciare tutto Criscito a Gasperini ed avere così in cambio Bonucci. Ma da oggi bisognerà avere anche il sì del Bari che dai bianconeri vorrebbe avere mezzo Almiron (2,5) e altri 5 milioni (può entrarci anche la punta Paolucci, tra Siena e Juve). A meno che come contropartita tecnica Marotta non ceda Paolucci o Immobile ai pugliesi. In parallelo il Bari chiede al Genoa il rinnovo per Meggiorini. Se ne comincerà a parlare da domani, cioè da quando gli alberghi milanesi torneranno ad affollarsi di procuratori e ds. Ad esempio la Juve deve dipanare la matassa-Mirante con la Samp: il Parma è pronto a prendere per intero il portiere, ma se Gasparin e Leonardi non si intendono, potrebbe profilarsi il rischio buste. Poi c’è da accordarsi col Palermo per Lanzafame che il Parma vorrebbe tenere (ma i rosanero per la metà hanno sparato alto). E non si dimentichi Zalayeta, ancora a metà con il Napoli.

Accordi in vista L’affare Bonucci, però è destinato a sbloccare anche le comproprietà del Bari. Con il cash di parte Juve, i pugliesi andranno a parlare con l’Udinese, tra gli altri, anche per Salvatore Masiello, che Ventura vuole tenere. Tra i due club balla pure Langella, per cui però probabilmente si andrà alle buste. Tante situazioni in realtà hanno già una bozza di accordo, da ratificare a breve. Lo stesso Bari, per esempio, si terrà Belmonte (a metà con il Siena), così come al Parma manca ancora il nero su bianco ma ha già stretto la mano a Galliani (per Paloschi, che resta) e a Moratti (Biabiany e Mariga tutti in nerazzurro per circa 10 milioni). Stesso discorso col

L CLIC

VENERDÌ ALLE 19 STOP ALLE TRATTATIVE ALL’ATA EXECUTIVE, POI CI SONO LE BUSTE Da oggi inizia il periodo decisivo per le comproprietà, che vanno risolte entro le 19 di venerdì (da giovedì trattative all’AtaHotel Executive di Milano). Senza un’ intesa si andrà alle buste (che verranno aperte martedì 30), in cui i club formuleranno un’offerta per il giocatore. A parità di importo, o di offerta zero da parte di entrambe, il calciatore sarà tutto del club titolare del tesseramento.

Siena per Galloppa e Reginaldo (a cui va trovata una sistemazione: piace al Cagliari). E i toscani hanno anche un’intesa con la Roma per lasciar tornare Rosi in giallorosso, anche se aspettano un segnale per il trequartista D’Alessandro (ex Grosseto), che pure pareva vicino al Bari. L’ambitissimo Schelotto alla fine resta a Cesena in prestito (l’Atalanta lo ha già riscattato). Budel dovrebbe restare a Brescia così come Cordova (entrambi a metà con il Parma). I casi spinosi Ma a cinque giorni dalla dead line, ci sono tanti nomi per cui l’intesa è lontana o manca del tutto. Uno di questi è Mannini: il Napoli lo rivuole, la Samp non se ne priva, facilissimo che si vada alle buste. Poi c’è Munari, che il Palermo rivuole: tra i rosanero e il Lecce peserà la volontà del giocatore, anche se nelle ultime ore si è inserito il Chievo. La Samp invece potrebbe riscattare Volta e Dessena (tutti e due dal Parma) per poi usarli come pedine di scambio: entrambi piacciono al Cagliari (per il secondo sarebbe una conferma), sul primo non ha perso le speranze il Cesena. I blucerchiati vogliono invece riscattare per poi trattenere Tissone (ma non sarà così facile), mentre Potenza (a metà tra Catania e Genoa) è un’idea del Bologna. Altre situazioni calde: Astori verso la conferma al Cagliari, per il portiere Coppola oggi incontro tra Atalanta e Milan (ci sono Chievo e Reggina), non c’è accordo tra Lecce e Genoa per il centrale Esposito, bella lotta Udinese-Samp per il centrale svizzero Rossini (era al Sassuolo).

Leonardo Bonucci, 23 anni PIERANUNZI

Marco Storari arriva dalla Samp via Milan LAPRESSE

Ecco Storari Le mani sicure del vice-Buffon Il portiere voluto da Delneri firmerà un contratto triennale FRANCESCO BRAMARDO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO dIn attesa di Gigi Buffon oggi tocca a Storari. Visite mediche di prima mattina, poi la firma in sede e la stretta di mano con Gigi Delneri che ha lasciato un mese fa e che oggi ritrova di nuovo in panchina, altra società, altra maglia. Per lui Beppe Marotta ha bruciato i tempi e la concorrenza. Poteva rimanere al Milan, poteva arrivare in bianconero Sorrentino, alla fine sono state determinanti la parola del tecnico friulano e il passato a difesa della porta della Samp. Marco Storari, 33 anni, contratto triennale a 1,1 milioni è atteso a Torino via Messina, dove sta trascorrendo le vacanze con la famiglia, in compagnia del proprio agente, Claudio Vigorelli. Una scelta cautelativa, in attesa di capire la decisione di Gigi Buffon. Lo stop improvviso era nell’aria, difficile una guarigione completa senza intervento chirurgico per un ernia del disco, ancor più per un atleta ed un portiere di calcio con le sollecitazioni alla colonna vertebrale del caso.

Reazione Anche i tempi dall’intervento alla completa guarigione non sembrano così rapidi, più di quattro mesi, più ragionevolmente sei prima di rivederlo in campo. Di qui la scelta Storari, anche se l’ingaggio dell’ex portiere blucerchiato non ha trovato pieno gradimento in squadra. Alex Manninger, secondo di Buffon, ha condiviso le precedenti scelte della società, il ruolo di

In uscita Tiago e Grosso piacciono all’Atletico Madrid, che però non vorrebbe spendere più di 6 milioni per entrambi. Una voce dalla Francia: bianconeri interessati a Makoun vice a Supergigi, secondo ad un grande campione. L’arrivo di Storari non sarà stato facile da digerire. Senza contare l’ennesima bocciatura di Carlo Pinsoglio (20 anni), ora in cerca di squadra per non arrugginire. Tesserato Storari sarà la volta di Jorge Martinez. Stessa trafila per l’ex del Catania acquistato per 12 milioni. Trattative Sul fronte cessioni si attendono notizie dalla Spagna. La trattativa con l’Atletico Madrid per la cessione di Tiago è arrivata alla parola fine: o si chiude definitivamente, come gradirebbe il giocatore, oppure il centrocampista rientrerà alla base in attesa di valutare le richieste del Galatasaray. Agli spagnoli non dispiace l’idea Grosso, disposti i biancorossi e portare a casa entrambi i giocatori ma su cifre nettamente inferiori al prezzo di mercato, 6 milioni per entrambi i bianconeri. Un’ipotesi che non dispiacerebbe poi tanto visto lo sgravio dal bilancio di ingaggi onerosi (6 i milioni risparmiati). Fabio Grosso ha richieste anche da Qatar, Usa e dall’Al Alhi Dubai, la prossima squadra di Cannavaro. Infine secondo il quotidiano francese Le Parisien, la Juventus avrebbe preso informazioni sul centrocampista camerunese Jean Makoun del Lione, che è sul taccuino di Manchester United, Barcellona e Real Madrid.

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MERCATO y

Amelia c’è

IL RADUNO SARA’ IL 20 LUGLIO

Arriva al Milan per riprendersi quello che ha perso Campione del mondo nel 2006 è uscito dalla Nazionale, ma adesso ha la grande occasione G.B. OLIVERO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO dIl portiere che visse due volte oggi arriva a Milano per cominciare la terza fase della carriera. Dopo il periodo dell’esplosione e quello dell’involuzione, adesso per Marco Amelia è arrivato il momento della verità. La svolta, magari inattesa, giunge all’improvviso ma forse non è un caso che tutto nasca, ancora una volta, da Gigi Buffon. L’infortunio del portiere della Juve ha spinto Marco Storari a Torino e Amelia al Milan. E lo stesso Buffon è il fenomeno a cui Amelia è stato (incautamente) paragonato a inizio carriera e che è stato suo compagno durante il Mondiale 2006. Quello è stato il periodo più bello della carriera di Amelia: campione d’Europa Under 21

nel 2004, bronzo all’Olimpiade di Atene nello stesso anno, campione del Mondo nel 2006. Con le maglie azzurre delle varie nazionali sono arrivate molte più soddisfazioni che con i club: Amelia è cresciuto nella Roma, ma non ha mai giocato con la maglia giallorossa. Ha girovagato a lungo trovando continuità a Livorno (quattro stagioni) prima di andare a Palermo e da lì subito al Genoa. Nelle gerarchie azzurre è stato scavalcato da Marchetti, De Sanctis e Sirigu, ma il Milan adesso regala ad Amelia una grandissima occasione.

w

I NUMERI

30

le presenze di Amelia con la maglia del Genoa nell’ultimo campionato per un totale di 2.700 minuti

Quel rigore Il portiere, che domani effettuerà le visite mediche, trascorrerà la giornata di oggi alla ricerca di una casa. Arriva al Milan in prestito con diritto di riscatto già fissato

IL BRACCIO DI FERRO TRATTATIVA SENZA FINE

Cellino e Allegri: non c’è accordo sui collaboratori Intanto il Cagliari volta pagina e mercoledì vuole presentare Bisoli

Il Milan è a riposo fino al 19 luglio. Queste sono le date certe del programma estivo.

20 luglio

Marco Amelia è nato a Frascati il 2 aprile 1982. E’ cresciuto nelle giovanili della Roma OMEGA

per la comproprietà. E’ stato discusso nei giorni scorsi un contratto quadriennale da un milione a stagione. E’ legata al Milan la più grande soddisfazione di Amelia negli ultimi due anni: il 30 novembre 2008 parò un rigore a Ronaldinho facilitando il netto successo del Palermo sui rossoneri. Poi, però, le cose sono andate sempre peggio e nell’ultima stagione, dopo aver partecipato alla Confederations Cup, Marco è uscito dal giro della Nazionale. Gerarchia Adesso Amelia ha davvero la possibilità di invertire la rotta. A Milanello troverà Christian Abbiati, da sempre abituato alla concorrenza. Non si sa ancora se Allegri deciderà di puntare su Abbiati e di concedere eventualmente qualche chances anche ad

Oggi il portiere cerca casa a Milano, domani effettuerà le visite mediche. Poi comincerà il duello con Abbiati Solo durante il ritiro si capirà se Allegri sceglierà subito un titolare o se deciderà dopo aver valutato le amichevoli

Amelia oppure se almeno per l’estate non ci sarà alcuna gerarchia interna. Nelle ultime stagioni il Milan è stato sfortunato con i portieri. Nell’estate 2008 Ancelotti aveva deciso di affidarsi alle amichevoli per decidere quale portiere sarebbe stato titolare: Kalac naufragò in fretta, fu provato anche Dida, ma poi iniziò la stagione Abbiati. Nel 2009, invece, gli infortuni hanno determinato le scelte di Leonardo: si sono alternati Storari, Abbiati e Dida. Il brasiliano, alla fine, ha giocato più di tutti ma il Milan non puntava più su di lui e ha voltato pagina. Abbiati spera di partire titolare e di non vivere più nell’incertezza, almeno per qualche mese. Ma Amelia ha accettato il Milan con la speranza di riprendersi anche la Nazionale. Il duello sta per cominciare.

E il giovane Max spaventò Baresi e Van Basten

della trattativa tra il tecnico e il club rossoblu è stata segnalato l'intervento di un legale. La presenza dell'avvocato Paolo Rodella avrebbe ulteriormente irritato il patron. In breve, stallo totale con scarse prospettive di chiusura a breve.

CAGLIARI dBufera infinita. Il braccio di ferro tra Max Allegri e Massimo Cellino prosegue. Anzi, se possibile, si complica. Tra l'altro, ieri il Cagliari, pur senza averlo ufficializzato, ha messo Pierpaolo Bisoli al centro di una pubblicità: «Sono tornato a casa», è il cuore dello spot apparso su un quotidiano e diretto agli abbonati che vogliono sfruttare la prelazione sulla tessera. Un passo quanto meno da interpretare. Anche perché la società vuol presentare mercoledì l'ex tecnico del Cesena. Intanto, dalla sede rossoblù viene ribadito un concetto: Cellino ha rassicurato il Milan sulla decisione di liberare il tecnico. Ma alle sue condizioni. Di fatto, il braccio di ferro è e rimane personale. Anche perché a margine

Il bivio Ricapitolando, la risoluzione contrattuale che libera Allegri, sotto contratto fino a giugno 2011, e gli permetterà di allenare il Milan, era pronta per la firma. Ma venerdì l'allenatore ha dribblato l'appuntamento in sede. Cellino, infuriatosi anche per la posta di fotografi e tv, avrebbe fatto slittare l'incontro. Allegri avrebbe puntato i piedi per avere garanzie sulle ultime mensilità e sul premio salvezza. Il discorso l'avrebbe esteso anche al suo staff tecnico (Landucci, Grani e Folletti) saltato con l'esonero a cinque giornate da fine torneo. Landucci seguirà Allegri al Milan, per Grani e Folletti la questione è aperta. In breve, una serie di paletti Max che hanno stoppato una tratta- Allegri, 42 tiva che doveva chiudersi in anni 10 minuti. Ieri, Allegri ha chiu- LIVERANI so il weekend al Forte Village, irreperibile il d.g. Marroccu. La partita si riapre oggi.

31 luglio

Prima partita dell’Emirates Cup a Londra contro l’Arsenal.

1 agosto

Seconda partita dell’Emirates Cup a Londra

LA STORIA UNA GRANDE PARTITA NEL PESCARA DI GALEONE

MARIO FRONGIA 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

Raduno a Milanello: arrivo previsto entro ora di pranzo. Possibile un’amichevole dopo circa una settimana in una città vicina

Galeone, Allegri e Dunga: è il Pescara nella stagione 1992-93 VALERIO PICCIONI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

d Al centro del suo attacco, quel giorno, il giorno in cui mise sotto niente meno che il Milan campione d’Italia e allora imbattuto da una vita, c’era Stefano Borgonovo. Il loro dai e vai mise in difficoltà un Baresi reduce da un infortunio e un Costacurta che andava al rallentatore. Chissà se Massimiliano Allegri si ricorda quella domenica, 13 settembre 1992, caldo boia, finire d’estate, in tribuna, all’Adriatico, molti con le scarpe e l’abbronzatura da mare. Pescara-Milan 4-5: e lui

che dirige l’orchestra, trova corridoi, inventa spazi, spaventa Capello prima che ci pensi Van Basten, tre gol e sogno finito. Ma il sogno durò, eccome se durò. Il futuro allenatore del Milan lo costruì subito, pim pum pam e dopo 56 secondi già in gol: cross di Massara, tocco di Borgonovo, lui che arriva in corsa e due minuti di felicità pura per Galeone, allora monumento vivente del Pescara che giocava a pallone. Due minuti soli perché poi arrivò Maldini e quindi Lentini. Sogno finito? Macché, il Pescara scappò ancora davanti: 4-2! Prima del Marco.

Sentenza Allegri, promesso romanista e napoletano, si presentò il giorno dopo in un caffè di Piazza Salotto contento, ma neanche tanto. In fondo aveva fatto paura al Milan, ma c’era già nel suo porsi un che di disincantato, la capacità di andare a spasso fra le emozioni con una certa, navigata disinvoltura. La pagella della «Gazzetta» lo incoronò: «Apre la danza dei gol, poi provoca la seconda autorete di Baresi ed è sempre dei migliori». Con il primo gol in serie A, finì nella nazionale della domenica insieme a gente come Mancini e Maldini. Ma la delusione fu più forte della collezione di elogi: «Abbiamo regalato al Milan la vittoria». Poi, finalmente, Max raccontò un po’ di sé: il famoso matrimonio saltato a 48 ore dall’altare, la passione da buon livornese per il basket, la sfida dei pronostici olimpici con Galeone, battuto sul fiasco di Michael Johnson nei 200 metri. In quei giorni di Barcellona ’92, il tecnico gli aveva cucito addosso un soprannome: sentenza. «Per il fatto che sputo sentenze su tutto e su tutti». Niente Marco Ora la storia propone un altro incontro ravvicinato fra Massimiliano Allegri e il Milan, la squadra del suo esordio (Pisa-Milan 0-2, ’89) e del suo primo gol in serie A. Stavolta Van Basten non s’è messo in mezzo, anzi, il suo no ha spianato la strada all’ex fantasista di quel pazzo 4-5. La novità è che l’incontro Allegri-Milan non durerà soltanto una domenica. Remeranno insieme. E per la prima «sentenza» bisognerà aspettare almeno un po’.

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MERCATO LA FESTA DI NOZZE E DA DOMANI ALLE FIJI

Cassano duetta con D’Alessio ma non cede alla discoteca DAL NOSTRO INVIATO

FRANCESCO VELLUZZI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

PORTOFINO (Genova) dUna festa sobria ed elegante, nello stile della tradizione genovese. Forse l’unica follia erano i fuochi d’artificio, anche blucerchiati, sparati per 20 minuti dopo le 23. Antonio Cassano e Carolina Marcialis si sono detti sì sabato pomeriggio e hanno poi festeggiato all’abbazia della Cervara. I 150 presenti

sono stati deliziati con un sontuoso aperitivo in terrazza e una cena a base di pesce all’interno della struttura ormai aperta solo per grandi eventi. Gigi e Antonio Dopo la torta, a scala, al limone, il momento più atteso: il concerto di Gigi D’Alessio. Il presidente Garrone (dovrà discutere con Cassano che vuol firmare a vita, riducendosi anche l’ingaggio) è andato via prima che il cantautore napoletano si mettesse al pia-

Al «Covo» solo le compagne della sposa. La coppia è tornata a casa. Gli orecchini di Carolina con la A di Antonio

no e a completa disposizione del festeggiato. Ogni brano era richiesto da FantAntonio che ha poi inscenato un duetto con D’Alessio. Pure Carolina, che aveva degli splendidi orecchini di brillanti con la A di Antonio, ha cantato. Il brano più applaudito è stato «Non dirgli mai». Quaranta minuti di show e poi il dj set con un buffet di pasticcini, crepes, fragole. E champagne. Perché d’accordo essere sobri, ma Cassano non ha mai badato a spese. Non lo ha fatto

Sosa per il Catania Lazio: c’è Barrera Il Genoa stringe per Sorrentino. Il Brescia pensa a Zapater Cagliari su Reginaldo. Chievo: idea Acquafresca, piace Coppola CALVI-DI CHIARA-DI FEO

dLa Lazio sta per diventare Mondiale: Lotito è vicino ad assicurarsi Pablo Barrera, classe ’87, esterno destro della nazionale Messicana (si è procurato il rigore del 2-0 con la Francia). Al suo club, il Pumas, offerti 3 milioni, e potrebbe arrivare anche un suo compagno di squadra, il terzino destro Efrain Juarez: entrambi costano intorno ai 5 milioni, si pensa anche ad acquisirli in prestito con diritto di riscatto. E dall’Argentina rimbalza anche la voce dell’interesse per l’esterno sinistro colombiano del Banfield James Rodriguez, classe ’91, già nel mirino Juve.

Mosse Lecce I pugliesi, pronti ad annunciare il portiere Benassi svincolato dal Perugia, resta sulle tracce del centrocampista cileno Silva, che l’Universidad Catolica valuta 1,5 milioni: appena saranno liberati i posti per extracomunitari, il Lecce tenterà di chiudere per un milione. Intanto rischia di complicarsi il rinnovo per Giacomazzi: la richiesta del regista è un triennale a 450 mila euro a sta-

La bomboniera delle nozze di Antonio e Carolina. E’ stata scelta da Corsanego a Genova

nemmeno venerdì per l’addio al celibato allo «Spinnaker» dove è tornato perché quel locale ha un significato: ci è rimasto con Carolina fino alle 2 la notte in cui stava per dire sì alla Fiorentina.

minato le danze. La coppia ha dormito nel residence di Nervi (niente discoteca, al Covo solo 4 compagne di Carolina) non in hotel e quella di ieri è stata una giornata di relax. Difficile che il fantasista della Samp abbia visto l’Italia: soffre troppo. Figuriamoci poi dopo aver visto lo «spettacolo» con la Nuova Zelanda. Domani Antonio e Carolina smetteranno di pensarci: partiranno per le Fiji e poi raggiungeranno la Polinesia.

Bomboniere La festa è finita alle due con la consegna della bomboniera: una conchiglia d’argento. Delneri è stato tra i primi a prendere la strada di Genova. Strada che hanno preso anche gli sposi quando hanno ter-

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I NUMERI

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gol di Sosa in 15 gare la scorsa stagione con l’Estudiantes. Per l’attaccante è stato un ritorno dopo tre anni al Bayern

presenze di Pablo Barrera con la maglia della nazionale messicana. L’esterno vanta anche 5 presenze con l’Under 21

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le reti di Acquafresca in Serie A, dove l’attaccante ha giocato con Cagliari, Atalanta e Genoa

gione, il Lecce è fermo a 320 mila euro. Sarà decisiva la volontà del giocatore. La porta del Chievo Oggi si vedranno Genoa e Chievo per Sorrentino. E una volta ceduto il proprio numero uno, i gialloblù hanno varie opzioni per la porta. La principale è Rubinho (Palermo): l’ostacolo è l’ingaggio, ma con i rosanero ci sono altre trattative in ballo, come il prestito di Bertolo e, novità, l’interesse per Munari. Altre piste, nell’ordine: Consigli e Coppola dell’Atalanta, Mirante e Bressan. In mezzo il Chievo non molla per Magnanelli, davanti interessa Acquafresca (se ne parlerà nell’affare Sorrentino, ma l’ingaggio è alto e il Genoa vorrebbe monetizzare) ed è stato sondato Zigoni (Milan, c’è pure al Brescia).

In senso orario, dall’alto: Pablo Barrera, 23 anni, con il Messico; José Ernesto Sosa, 25 anni, esulta in maglia Estudiantes dov’era in prestito dal Bayern; Reginaldo, 26 anni, l’anno scorso al Siena GETTY IMAGES, AFP e AP

Altre trattative Per il dopo Martinez, il Catania ha scelto l’esterno argentino Sosa: c’è l’ok del Bayern Monaco per il prestito, si aspetta il sì del giocatore già seguito tempo fa dal Palermo; Lo Monaco cerca di stringere anche per la punta Caraglio e il difensore Paglialunga (entrambi del Rosario Central). Cesena: piace Knezevic, confermati dall’Atalanta per Schelotto Caserta, Pellegrino e 2 milioni. L’Udinese spinge per Rolando Bianchi e per il centrale finlandese Portin (Ascoli). Il Parma insiste per Barzagli (Wolfsburg) e aspetta le buste tra Inter e Ternana per riavere Jimenez. Palermo: quasi chiuso l’affare Santiago Garcia, è sempre calda la pista Behrami (West Ham, lo scoglio è l’ingaggio), se dovesse partire Kjaer la prima scelta è Toloi. Pià (Napoli) ha un’offerta dal Qatar.

L’EVENTO

Tutti in piazza contro la Sla A Roma la giornata mondiale per la lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica. Proteste dei malati a Montecitorio FABRIZIO VITALE

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Punto Brescia Corioni pensa ai giovani: blindato con un quadriennale il centrocampista Paghera (’91). Si cerca un centrale: dopo Andreolli (Roma) e Terlizzi (Catania, c’è pure il Bari), spunta anche Mandelli (Chievo). Piace Madonna (a metà tra Atalanta e AlbinoLeffe) e come vice Caracciolo, c’è l’idea Ruopolo (svincolato dall’AlbinoLeffe, c’è anche il Chievo). A centrocampo sondata la disponibilità del Genoa per Zapater, da Padova dovrebbe tornare il portiere Agliardi. Come d.s. può arrivare Meluso.

A sinistra Antonio e Carolina all’uscita della chiesa. Sopra la mamma di Cassano ANSA

5 RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANOdOggi i malati di Sclerosi Laterale Amio-

trofica nel mondo saranno uniti da un abbraccio ideale: infatti ricorre la giornata Mondiale per la lotta alla Sla, una malattia grave, per la quale finora non è stata trovata una cura, che comporta la progressiva paralisi dei muscoli. Ciò vuol dire non potersi muovere più, avere problemi a nutrirsi, respirare e comunicare, pur mantenendo, nella maggior parte dei casi, intatte le capacità cognitive. La Sla è conosciuta anche come «il male del calciatori» per la forte incidenza su chi ha praticato questo sport. L’ultimo caso è quello di Stefano Borgonovo, diventato il simbolo più importante nella lotta alla Sla. Dal 1997 la varie associazioni di pazienti affetti da Sla in tutto il mondo, tra cui anche la Aisla Onlus, celebra il 21 giugno il Global day per la sensibilizzazione verso la Sclerosi Laterale Amiotrofica. La protesta Sensibilizzazione, sì, ma anche protesta per la rivendicazione dei diritti dei malati di Sla e dei loro familiari. A Roma, sede del Global Day in Italia, questa mattina (ore11) in piazza Montecitorio l’associazione italiana Sla ha organizzato una manifestazione per evidenziare i ritardi nello sblocco dei Livelli Essenziali di Assistenza e del Nomenclatore Tariffario delle protesi e degli ausili, annunciato più volte però mai applicato. Alla contestazione aderiranno anche le altre associazioni a tutela di persone disabili.

taccuino GIOVANI

Memorial «Romano» al Benfica ROMAd Il torneo internazionale di calcio «Memorial Vincenzo Romano» è andato al Benfica. I portoghesi si sono imposti in finale per 2-1 sul Milan. Finale equilibrata, primo tempo senza gol. Nella ripresa bel calcio e gioco veloce.

CALCIO A 5

A Forte dei Marmi i campioni ’82 dGiovedì a Forte dei Marmi e Cinquale e fino al 28, seconda parte del «Trofeo Everlast». La Versilia si anima ancora col calcetto e col tennis . Stavolta in campo i campioni del mondo di Spagna dell’82 e i calciatori attuali, compresi alcuni campioni di Germania 2006.

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SERIE B L’INTERVISTA x HA DETTO

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su Preziosi Ha detto che nella trattativa per Guarente siamo stati squallidi? Il giocatore voleva andare a Siviglia e non a Genova

Antonio Percassi, 57 anni MAGNI

«La mia Atalanta modello Barça e senza scippi» Il nuovo presidente Percassi: «Futuro in A con 5-6 prodotti del vivaio. Chi ci ruba i giovani la pagherà» ROBERTO PELUCCHI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

dRitorno in Serie A e rilancio del vivaio: questioni di vita o di morte. Ma anche «carri armati» pronti all’uso contro le società che portano via i giovani talenti nerazzurri, il Barcellona come modello e un forte avviso a tutti quei calciatori che pensano di spennare la gallina dalle uova d’oro. Antonio Percassi, di nuovo presidente dell’Atalanta dopo sedici anni, ha idee chiare e adrenalina alle stelle. «Stiamo costruendo una squadra che si adatti a un torneo durissimo come la B — dice —, gente di grande grinta e altrettanta umiltà». Come allenatore torna Colantuono. Andò via per «mancanza di stimoli» dopo aver chiesto, e ottenuto, due anni di contratto. Ma dietro c’era il Palermo. Non tutti i tifosi hanno apprezzato.

«Dei motivi che lo spinsero ad andarsene, parlerà lui. Da quanto so, aveva la sua mezza parte di ragione. Mi ha impressionato la voglia, l’attaccamento alla squadra e alla città. Valori che

collimano con i nostri. E qui ha già fatto grandi cose. Con lui vogliamo rischiare il meno possibile. Serve la A a tutti i costi». Ci sono problemi con Tiribocchi. Sono risolvibili?

«Ci siamo incontrati, mi è piaciuto molto, entrambi vogliamo rinegoziare l’accordo economico. Ma l’Atalanta ha dei limiti di spesa e non può creare squilibri. Siamo in Serie B, vorrei ricordarlo, non in Champions». E lei sarà zio Paperone, ma non è un fesso.

«Appunto». Doni resterà, Bellini è attirato dalla Roma. Come trattenerlo?

«Bandiere come Gianpaolo dovrebbero restare per tutta la vita all’Atalanta. Ma bisogna anche fare i conti con le ambizioni personali e con le sollecitazioni esterne. Siamo disposti a parlare del rinnovo del contratto, ma come per Tiribocchi non supereremo certi limiti». Il presidente del Genoa, Preziosi, ha detto che nella trattativa

LA SCHEDA

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ANTONIO PERCASSI 57 ANNI PRESIDENTE DELL’ATALANTA

Da difensore a imprenditore di successo Antonio Percassi, ex stopper, ha giocato nell’Atalanta dal ’70 al ’77 (133 presenze, di cui 6 in Serie A). Due presenze nel Cesena in B prima del ritiro, a soli 25 anni, per fare l’imprenditore: edilizia, ma anche moda (Benetton, Zara, Oysho). Uno dei cinque figli, Luca, 29 anni, a.d. atalantino, ha seguito le orme del padre. Dopo il vivaio atalantino, è stato al Chelsea e poi B e C in Italia prima di entrare nelle aziende di famiglia.

per Guarente siete stati «squallidi». Che cosa risponde?

«Guarente non voleva andare al Genoa, aveva già firmato un contratto di 5 anni a 850 mila euro a stagione con il Siviglia. Per noi era più conveniente il Genoa, avremmo preso più soldi. Mi dispiace per Preziosi, ma io che cosa potevo fare?». Lei ha un sogno legato al vivaio, vero?

«Sì, un giorno mi piacerebbe vedere un’Atalanta con in campo 5-6 giocatori importanti usciti dal nostro settore giovanile. Una società sul modello Barcellona, per intenderci. Ma non permetteremo più a nessuno di portarci via in modo scorretto i giovani più promettenti». Capita sempre più spesso...

«Un ragazzino straordinario, il centrocampista congolese Luzayadio Bangu, classe ’97, ce l’ha soffiato poco tempo fa la Fiorentina. Chiamerò i Della Valle per sapere se sono al corrente della cosa. Ma questo assalto alla diligenza deve finire, altrimenti combatteremo i club scorretti con le stesse armi. Garantito».

V

Su Tiribocchi Siamo disposti a rivedere il contratto, come per Bellini, ma oltre un certo limite non si può andare

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Sui giovani La Fiorentina di Andre Della Valle ce ne ha portato via uno molto forte, del ’97. Non permetteremo più questi scippi

Qualcuno potrebbe obiettare: il primo a portare via un giocatore all’Atalanta fu lei con suo figlio Luca, andato al Chelsea nel ’98.

«Ma no, Luca era un fastidio per l’Atalanta, era "maltrattato" soltanto perché figlio di Antonio Percassi, lo sanno tutti». Un mese fa ha assistito a Madrid alla finale di Champions tra Inter e Bayern. Ha voluto prendere confidenza con l’Europa?

«Vedendo tutto quel nerazzurro allo stadio, mi sono messo a sognare. Mi sono visto a Bergamo, in uno stadio nuovo, con quell’atmosfera da brividi, quei colori. I nostri, però. Adesso, invece, ad occhi aperti mi vedo in B... Teniamo i piedi per terra, che "l’è dura" (è dura, ndr)».

P

Il lituano Tomas Danilevicius, 31 anni, al Livorno dal 2008. Ex di Bologna, Avellino e Grosseto GETTY IMAGES

MERCATO

Caldirola a Siena Reggina: Acerbi e ora Bruno I toscani anche su Cassano Danilevicius rinnova a Livorno Il Vicenza pensa a Canzian Il Grosseto incontra Madonna CALVI-D’ANGELO-DI SCHIAVI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

dOggi a Siena vertice tra società e Conte: incassato il no del milanista Albertazzi (che spera di passare nella prima squadra rossonera), arriva dall’Inter il pariruolo Caldirola (in cambio ai nerazzurri il ’92 Mannin). Mastronunzio si farà in settimana. Nel mirino c’è sempre Kamata. Calda l’ipotesi di scambio Cassano-Pegolo col Piacenza.

Altre big Oggi la Reggina presenta Atzori e punta Coppola (Atalanta, ma c’è anche il Chievo), a un passo il difensore Acerbi (Pavia) e c’è l’idea D’Aniello (Torino). Per l’attacco Bruno è vicino (il bomber piace anche al Padova). Si tratta col Catania per Augustyn, Sciacca, Plasmati e il portiere Kosicky. Il Livorno ha tolto Danilevicius dal mercato: il centravanti lituano ha rinnovato per altri due anni il contratto in scadenza l’anno prossimo. L’Atalanta, che non vuole riprendersi Volpi, si muove per Sestu, che piace al Siena (poco propenso però a soddisfare la richiesta del Vicenza di 1,2 milioni). Per l’attacco idea Ruopolo, svincolato. Altre trattative Bucchi vuole restare a Cesena ma potrebbe tornare ad Ascoli. Il Portogruaro tratta con il Brescia il prestito di El Kaddouri, insiste con l’Inter per Belec, in difesa pensa a Stefani (Reggiana). Su Arma (Torino) si muove il Bellinzona, ma resta un obiettivo del Padova. Il Sassuolo segue Catinali (Ancona) e Velardi (Foggia). Nella trattativa con il Torino per la comproprietà del centrocampista Gorobsov, il Vicenza tenterà di inserire anche il difensore Di Cesare; intanto, nell’affare Sgrigna, dall’Atalanta potrebbe arrivare l’esterno Canzian. Frosinone: nell’operazione Troianiello, il Siena vorrebbe inserire l’esterno Sansone, mentre il club ciociaro chiede l’altra metà di Calil; piacciono Artistico (Pescara, era al Gallipoli) e Iunco (Cittadella); tra oggi e domani si chiude con Pesoli, svincolato dal Cittadella e si rinnova Maietta (biennale). Il Novara segue Nef (Udinese). Panchine: Madonna va a parlare oggi col Grosseto (con lui può arrivare Cellini, svincolato), che tiene in ballo anche Apolloni.

LEGA PRO LE TRATTATIVE

SERIE D Altre trattative Il Taranto, dopo aver acquistato il giovane Cutrupi (dal Barletta) e Ficarrotta (scuola Juve, nell'ultima stagione alla Cavese) sembra ad un passo dalla firma di Ciro Danucci (Ternana): il centrocampista ha un costo più abbordabile di Pederzoli (Gallipoli). Piacciono Galizia (Marcianise) e Docente (Rimini). In uscita: Coppola ha già un accordo con la Spal, che è vicinissima a Evola e Lanteri (Novara). La Reggiana va verso il rinnovo di Romizi e riavrà Arati dalla Fiorentina.

LE TRATTATIVE TORRICELLI TRA BENEVENTO E REGGIANA

La Ternana pensa a Evani Lumezzane: Nicola lascia il campo per la panchina. Galderisi a Verona? LAURETI-PAGLIALUNGA-VITALE 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

dSono ancora le panchine a movimentare il mercato di Lega Pro. Dovrebbe sistemarsi a breve quella del Lumezzane,

il club sta vagliando la soluzione interna dopo l’addio a Menichini e pensa a Davide Nicola, ex anche di Torino e Genoa, impegnato in questi giorni al Corso di Coverciano e intenzionato a chiudere l’attività di calciatore. Tra i più gettonati per una panchina «pesante» c’è Moreno Torricelli: l’ex juventino sta parlando col Benevento e anche con la Reggiana che si è inserita nelle ultime ore, scottata dalla scelta di Scienza (il primo obiettivo) di

accasarsi al Viareggio. Scienza piaceva anche alla Ternana, che oggi, in un summit tra il proprietario Longarini, l’amministratore delegato Dominicis e il d.s. Mascella, dovrebbe ragionare sul nuovo allenatore: la pista più calda è quella che porta a Evani, ex San Marino o, in alternativa, a Pecchia, a Foggia fino a gennaio. Anche a Verona il tema caldo è quello del tecnico: in standby Madonna, si parla di un ritorno di Nanu Galderisi.

Alberigo Evani, 47 anni, l’anno scorso a San Marino: fu esonerato da secondo in classifica PEGASO

Seconda Divisione L’attaccante della Scafatese Mario Ramaglia, classe ’89, farà un provino con il Fulham.

Pianura-Matera la finale playoff (r.c.) Si sono giocate ieri le partite di ritorno delle semifinali playoff. Entrambe le squadre che giocavano in casa hanno ribaltato il risultato dell’andata: clamorose le 8 reti messe a segno dal Pianura (poker per Tommaso Manzo), soprattutto dopo lo 0-5 del match di andata. Ecco i risultati. Pianura-Carpi 8-2 (andata 0-5); Matera-Pomezia 3-0 (0-1). La finalissima tra Pianura e Matera si giocherà domenica: chi vince conquista la pole position in caso di eventuali ripescaggi in Lega Pro.

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MOTOMONDIALE GP GRAN BRETAGNA

Quasi una gita Lorenzo fugge sino all’arrivo Gli altri? Mah... Eccelle solo Dovizioso, secondo sulla Honda Pedrosa resiste poco, le Ducati non graffiano FILIPPO FALSAPERLA 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

SILVERSTONE (Gran Bretagna)dÈ rimasto solo Lorenzo il Magnifico. Perché gli altri tre — Rossi, Stoner e Pedrosa — per un motivo o per l’altro si sono persi per strada. E se il nuovo pretendente, Dovizioso, trotterella brillante, lo spagnolo invece galoppa imperioso. Jorge Lorenzo vince la sua gara più difficile, la prima del dopo-Vale, quando bisogna fare i conti con l’assenza (fino a Brno?) del «faro». Lorenzo doveva diventare il nuovo punto di riferimento per la Yamaha: c’è riuscito.

Stoner rimonta ma si ferma al 5˚ posto. Adesso lo spagnolo scappa anche nel Mondiale: ha 37 punti di vantaggio su Dovi

Galoppata La gara dello spagnolo è stata senza sbavature, anzi senza stecche, giusto per rimanere in tema con la celebrazione in onore dei Beatles scelta per la scenetta del dopo gara. Al via è scattato bene, ma quando ha visto che Pedrosa e De Puniet avevano voglia di giocarsi subito le rispettive carte ha pre-

Corti cade al penultimo giro Luthi dona la vittoria a Cluzel

Tenace Con una moto non troppo veloce in rettilineo («colpa della mia pancia»,

Sprecone L’unico che avrebbe potuto in qualche modo dargli fastidio poteva essere Stoner. Ma all’australiano non ne va bene una. Al semaforo lui o la frizione della Ducati non sono stati perfetti. La Desmosedici ha cominciato a «tartagliare» e Casey ha affrontato la prima curva ultimissimo. Da lì ha iniziato una rimonta portentosa, con tempi non lontani da quelli di Lorenzo. E a un certo punto ha fatto pensare ad un clamoroso podio. Ma quando ha incontrato Pedrosa, gambero con una Honda che non aveva abbastanza trazione (lo

Jorge Lorenzo, 23 anni, ha vinto già 2 titoli iridati in 250 nel 2006 e 2007 AP

L’UOMO NUOVO L’IRIDATO SUPERBIKE 3˚ SI STUPISCE

FINALE AMARO PER IL COMASCO IN MOTO2

SILVERSTONE — Ha fatto tutto benissimo fino al penultimo giro, poi la voglia di vincere lo ha tradito: «Ci sta, in fondo sono ancora un principiante», sdrammatizza Claudio Corti, scherzando così sulla scivolata che gli ha impedito di chiudere con un grande risultato un fine settimana fino ad allora perfetto. Dopo la pole, Claudio temeva soprattutto la partenza e i primi giri, invece a tradirlo è stato il finale: può capitare, quando lotti fino all’ultima staccata con altri quattro rivali per il gradino più alto del podio.

so le cose con cautela per guadagnare quel metro che gli serviva per guidare sciolto. E se n’è andato con un assolo senza possibilità di replica. Non si è risparmiato, visto che ha fatto il giro veloce al 4˚ passaggio, quindi col serbatoio pieno, a 2 decimi dalla sua pole. Anche se le condizioni di gara erano più calde rispetto alla qualifica.

Terza vittoria su 5 gare per Jorge Lorenzo (centro), 23 anni. Sul podio anche Andrea Dovizioso (a sinistra), 24, secondo. Terzo Ben Spies, 25, al primo podio in MotoGP REUTERS

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scherza il comasco), Corti è stato sempre nel gruppetto di testa con il compagno di squadra Jules Cluzel e con Julian Simon, ai quali si sono poi aggiunti a sei giri dal termine Thomas Luthi e Scott Redding. I cinque hanno dato vita a un finale entusiasmante e quando all’inizio del penultimo giro Luthi ha preso un piccolo vantaggio, Corti ha tirato per non farlo scappare: «Ho temuto che potesse andarsene. Ho forzato troppo e si è chiuso lo sterzo».

Errore Fuori il comasco, sembrava che Luthi potesse trionfare facilmente, ma un errore a poche curve dal termine ha regalato il successo

a Cluzel (quarto vincitore differente in cinque gare), con Simon a completare il podio. Il migliore dei nostri è stato Iannone (12˚), che ha corso in condizioni fisiche precarie per le contusioni a gambe e braccia, conseguenza della doppia caduta nelle libere, mentre Corsi è stato abbattuto da Bradl al 2˚ giro, mentre era 12˚. Decimo è giunto Elias, che nel Mondiale ha 15 punti di vantaggio su Shoya Tomizawa, sesto al traguardo.

Spies: «Non avevo previsto di andare già sul podio» «Aiuti Yamaha? Io guido, dipende tutto da loro, non sono cose che controllo»

Sportellate Nella 125, secondo successo di fila per Marc Marquez, che ha battuto Pol Espargaro: nell’ultimo giro i due si sono presi a sportellate, con una serie di sorpassi tanto spettacolari quanto pericolosi. Terzo Bradley Smith, 14˚ Simone Grotzkyj Giorgi, migliore degli italiani. Giovanni Zamagni

DAL NOSTRO INVIATO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

SILVERSTONEd«Il podio? Lo de-

dico a papà: oggi è la sua festa». Nonostante quell’espressione sempre seria, Ben Spies non può che essere soddisfatto: al 5˚ gran premio della carriera nella massima categoria agguanta il podio con un attacco

a Nicky Hayden all’ultima staccata, «e non importa se la gente aveva aspettative diverse da me, io so che cosa è possibile e che cosa no, e un podio non lo avevo messo in preventivo per tutta la stagione. Meglio così, festeggiamo una corsa in continuo progresso, con tanti sorpassi, dopo un avvio nel quale ho cercato di fare attenzione a non sbagliare. Poi le gomme hanno cominciato a scivolare: è la situazione nella quale sono più a mio agio». Recupero Così, più i giri passavano, e più nella testa dell’iridato della Superbike iniziava a far-

si strada l’idea di salire sul podio: «A 10 giri dalla fine ho iniziato a pensarci, Pedrosa mi sembrava esitante, però riuscire a dimenticarsi due cadute come le sue non è facile. Guidava rigido, ma credo che in ottica campionato abbia fatto una buona gara. Cinque giri dopo ho passato De Puniet e quando ho visto Hayden non troppo lontano mi sono detto che avrei dovuto provarci. All’ultimo giro lui è andato un po’ largo e io ho preso qualche rischio. Ma in quegli istanti devi farlo, se vuoi ottenere un risultato». Bilancio Hervé Poncharal, il suo

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LUNEDÌ 21 GIUGNO 2010

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I NUMERI

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Come successi ha raggiunto Loris Capirossi di GIOVANNI CORTINOVIS

29 Le vittorie di Lorenzo nel Mondiale: 8 in MotoGP, 17 in 250 e 4 in 125. Tra i piloti in attività è 3˚, a pari merito con Capirossi, dietro a Rossi (104) e Pedrosa (32). Stoner è 4˚ a 27

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PARLA IL VINCITORE IL CONFRONTO

«Cara Yamaha, hai un altro pilota veloce come Vale» Jorge: «Non mi sono mai sentito una seconda guida. E dopo il Mugello ho cambiato mentalità: adesso mi diverto»

7 Le triplette pole-vittoria-giro veloce: prima di ieri, in MotoGP ci era riuscito in Portogallo ‘08. La prima in Qatar ‘05 in 125, poi 4 in 250: Olanda ‘06, Cina, Rep. Ceca e Australia ‘07

5 I podi di Jorge nei 5 GP del 2010, che diventano 6 consecutivi con l’ultimo del 2009. Il suo record di podi consecutivi risale al 2006, in 250, quando ne centrò 9 di fila spagnolo era stato uno dei pochi ad aver scelto la gomma posteriore dura), ha impiegato tre giri per scrollarselo di dosso. Perdendo l’abbrivio per completare la rimonta, che si è fermata al quinto posto. Niente di che per un pilota che deve (e vuole) vincere. Però è il primo passo per il completo recupero. Nel dopo gara lo sguardo cupo, al contrario del sorriso che ha sfoggiato dopo le troppe cadute di quest’anno, rappresentava il ritrovato animo da guerriero. Sorpasso Il migliore degli altri, quindi, alla fine è stato Andrea Dovizioso, al terzo podio consecutivo, il quarto in 5 gare, che significa anche un balzo nella classifica iridata, dove si piazza alle spalle (si fa per dire: 37 punti) di Lorenzo e davanti al compagno Pedrosa: continua la lotta in famiglia. La battaglia tutta americana per il terzo gradino del podio ha visto il primo lampo di Ben Spies, bravissimo a pressare un più veloce Hayden fino all’erro-

re a un paio di curve dalla fine. Un’occasione sprecata per il ducatista e una consacrazione per il campione in carica della Superbike. Guizzo È stata bella, nelle prime fasi, anche la lotta proprio tra Spies e Simoncelli, sempre più sicuro nella nuova categoria: il 7˚ posto dietro a De Puniet fa ben sperare. Avrebbe potuto fare molto bene il suo compagno Melandri, caduto al primo giro, quando era nel gruppo di testa (7˚). Tutto il contrario Capirossi, dritto e poi in terra mentre navigava lontano con la sua Suzuki. Botta Ultima nota (stonata), per lo schieramento. Tredici piloti all’arrivo su 15 partenti. Perché oltre a Vale mancava Hiroshi Aoyama, caduto nel warm up, con botta alla schiena: frattura esterna alla 12ª lombare e distacco di un piccolo frammento, ma senza interessamento del midollo. Anche ad Assen, sabato, sarà una miseria di griglia.

DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO IANIERI

TRICOLORE

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Lamborghini e Massei fanno doppietta (p.g.) Giovani talenti sbocciano nel tricolore velocità. Ferruccio Lamborghini ha bissato il successo di sabato ipotecando la Supersport. Stesso risultato per Fabio Massei dominatore della Stock 600. Corrono entrambi per Yamaha e hanno 18 anni: da martedì li aspetta l’esame di maturità. Doppietta anche per Luca Conforti (Ducati) nella Superbike: tre mesi fa temeva di lasciare le corse per un infortunio all’occhio destro. Senza avversari pure Luca Verdini nella Stock 1000. Continua invece il momento nero degli italiani in 125: ha vinto (come sabato) il ceco Miroslav Popov (Aprilia), 16 anni.

SILVERSTONE dAveva immagi-

115 I punti in campionato di Lorenzo. Meglio degli ultimi leader dopo 5 GP: nel 2009 Stoner ne aveva 90, nel 2008 Rossi 97, nel 2007 Stoner 102, nel 2006 Hayden 83

14,51

capo alla Yamaha Tech 3, è al settimo cielo «dopo avergli visto fare una gara nella quale ha dato il 120 per cento». Spies, però, tiene i piedi per terra: «Questa era una pista nuova e dovendo partire tutti al buio di sicuro non mi ha penalizzato più che su altri tracciati che non avevo mai visto. Credo che per valutare appieno un pilota debuttante ci voglia un anno intero: per il momento mi dico che sto facendo un buon lavoro».

La media punti di Jorge in MotoGP (566 punti in 39 GP), superiore a Pedrosa (13,69) ma inferiore di pochi decimali a Stoner (14,59) e di 4 punti-gara a Rossi (18,50) Jorge Lorenzo dopo i trionfi a Jerez (in alto) e Le Mans MILAGRO

Aiuto E chissà se, ora che Rossi è fuori dai giochi, la Yamaha non concederà a Spies qualche aiutino in più: «Mi aspettavo questa domanda: dico soltanto che tutto quello che posso fare è guidare la moto, non sono nella posizione per chiedere nulla. Dipende tutto dalla Yamaha, queste sono cose che io non posso controllare». p.i.

Lorenzo fa un omaggio ai britannici Beatles dopo il successo MILAGRO

nato questo giorno da un mese, quando con il suo assistente Hector e i ragazzi del fan club aveva pianificato la scenetta. Ispirandosi alla copertina di «Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band», album del 1967 dei Beatles, Lorenzo ha festeggiato vestito con la casacca azzurra di Paul McCartney. Gli altri 3 «scarafaggi»? Carlos Gil, autista del suo camion, è John Lennon, suo fratello Toni, George Harrison e Marco Benaglio, che lavora all’hospitality, Ringo Starr. «Di solito con l’iPod non ascolto i Beatles. Ma siamo in Gran Bretagna e ho pensato che sarebbe stato bello rendere loro omaggio».

Lorenzo, è stata la sua vittoria più facile?

«Non è mai facile fare 20 giri su una MotoGP restando concentrato. Mentalmente è stata dura, ma molto più facile rispetto a Jerez». Ha faticato solo nei primi giri con Pedrosa.

«Dani con la Honda era più veloce, ma io potevo staccare più tardi di lui. Due cadute lasciano il segno e sapevo che la sua fiducia non era al massimo. Per quello l’ho attaccato. Quando sulla lavagna ho visto 1"7 di vantaggio ho pensato che era la mia gara». Le difficoltà del Mugello sono alle spalle?

«Ho cambiato mentalità. Dopo il Mugello ero preoccupato che la caduta di Vale potesse influenzarmi. Ma mi sono detto che quello da fare era continuare a divertirmi e andare avanti una gara alla volta. In genere prima di un GP sono sempre un po’ preoccupato, qui avevo la sensazione che sarebbe stato un buon giorno». I numeri: 3 vittorie in 5 gare e nelle altre due ha chiuso 2˚.

Ben Spies (destra), 25 anni, passa Nicky Hayden, 28, nell’ultimo giro MILAGRO

«Meglio di quanto avrei potuto

x

ha detto OMAGGIO

«Di solito con il mio iPod non ascolto i Beatles ma siamo in Gran Bretagna ed era bello rendere loro omaggio»

RIVALI «Dovizioso è sempre nei primi 4 ma Pedrosa è più veloce e talentuoso. Può vincere delle gare»

VANTAGGIO «Questa stagione va meglio del previsto, neppure in 125 avevo iniziato così. Ma se pensi ai punti, non vinci più» aspettarmi. Neanche in 125 avevo fatto tanti punti in apertura. È più di un sogno». Il vantaggio nel Mondiale cresce: 37 punti su Dovizioso, 42 su Pedrosa.

«Non puoi correre pensando ai punti, se lo fai non vinci più». Chi le fa più paura tra i due piloti Honda che la seguono?

«Per me Pedrosa è più veloce, ma Dovizioso è sempre lì tra i primi. Magari a fine anno sarà davanti a Pedrosa, ma Dani per me ha più talento e può vincere gare». All’appello manca Stoner.

«Poteva finire 2˚. Ho molto rispetto per il suo talento, ma a volte noi piloti andiamo in crisi e perdiamo fiducia». Si sente più leader dopo questa vittoria?

«Io non mi sono mai sentito un secondo pilota. Ma neppure ora mi sento un leader. In Yamaha aspettiamo il ritorno di Valentino». Con queste vittorie che messaggio manda al team?

«Che può star tranquillo, perché ha un altro pilota veloce, oltre a Vale».

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MOTOMONDIALE GP GRAN BRETAGNA 4 Il bello

Hayden, una sbavatura gli costa il terzo posto

SABATO SI CORRE AD ASSEN

Le prossime gare in calendario 26 giugno OLANDA (Assen)

L’americano fallisce l’assalto a Dovizioso e regala il podio a Spies De Puniet resta senza gomme e non concretizza un gran fine settimana LE PAGELLE

di FILIPPO FALSAPERLA

Perfetto nella corsa più delicata P 10

JORGE LORENZO

4 luglio CATALOGNA (Montmelò) 18 luglio GERMANIA (Sachsenring)

GLI ALTRI

Pedrosa pensa alle cadute e dura 2 giri ANDREA DOVIZIOSO

BEN SPIES

8

8

Un voto d’incoraggiamento per quello che significa questo secondo posto, più che per come è stato catturato. Ma Andrea è il primo a non essere soddisfatto del distacco di 6’’7 rimediato dal vincitore. EIDON

Il podio è un mezzo regalo del connazionale Hayden, però il campione della Superbike ha dimostrato ancora una volta che la sua tattica è vincente: crescita senza eccessi e zampata se capita l’occasione. AP

Era la gara più difficile, dove non poteva permettersi di fare un errore e al tempo stesso era obbligato a vincere. Non ha sbagliato niente. Si è tenuto prudente all’inizio, quando in pista gli spiriti erano bollenti. Poi si è disteso in una corsa senza ostacoli, probabilmente verso il titolo. Una promozione con lode soprattutto alla maturità

CASEY STONER

MARCO SIMONCELLI

7

6,5

Nella difficoltà di un recupero impossibile dall’ultimo posto si ritrova il Casey (quasi) dei tempi migliori. Dal sesto giro in poi soltanto Lorenzo è stato più veloce in pista. Ora serve la conferma. AFP

Ha centrato il miglior risultato in MotoGP, soprattutto è piaciuto per l’autorevolezza mostrata a tratti. Deve limare qualche particolare, ma la classe regina non è più un pianeta impraticabile. LAPRESSE

Jorge Lorenzo, 23 anni, alla 3ª stagione in MotoGP MILAGRO

RANDY DE PUNIET

NICKY HAYDEN

6

6

Non concretizza un fine settimana al di sopra delle sue possibilità. È fin troppo aggressivo nelle prime fasi e alla fine rimane senza gomme, anche se era tra i pochi a partire con la dura posteriore. REUTERS

Una grande gara rovinata da una sbavatura quando invece doveva essere perfetto. Non riesce a contendere a Dovi un 2˚ posto che poteva essere suo e regala a Spies un podio che doveva essere suo. AP

25 luglio USA* (Laguna Seca) 15 agosto REP. CECA (Brno)

ALEIX ESPARGARO 6 Decimo sarebbe un bel piazzamento, ma certo questa griglia è proprio misera. MARCO MELANDRI 5 Cadere è sempre un errore capitale, farlo mentre sei davanti e provi a non fare scappare i primi ti dà l’attenuante della buona volontà. HECTOR BARBERA 5 Ha dalla sua la scusa di essere debuttante, ma le gare passano e le posizioni di centro classifica sembrano sempre più un’utopia. LORIS CAPIROSSI 4 Ancora una caduta, quando è lontanissimo da una posizione decente. DANI PEDROSA 4 La birra dura solo 2 giri, poi è una corsa a resistere. Le due cadute si fanno sentire a livello mentale. ALVARO BAUTISTA 4 Una gara senza la minima soddisfazione: con questa Suzuki non c’è troppo da aspettarsi. COLIN EDWARDS 4 Inguardabile come ormai succede domenica dopo domenica. Forse mettere lui o un collaudatore giapponese sulla Yamaha di Valentino non farebbe grossa differenza. MIKA KALLIO 4 Costantemente ultimo, senza storia. L’unica attenuante il difficile momento personale che sta attraversando. SCHIERAMENTO 3 Il brutto infortunio di Aoyama porta il motomondiale ad Assen – se non succede altro – ancora con 15 piloti. Inaccettabile. Occorre subito trovare una soluzione.

29 agosto INDIANAPOLIS (Indianapolis) 5 settembre SAN MARINO (Misano) 19 settembre ARAGON (Aragon) 3 ottobre GIAPPONE (Motegi) 10 ottobre MALESIA (Sepang) 17 ottobre AUSTRALIA (Phillip Island) 31 ottobre PORTOGALLO (Estoril) 7 novembre VALENCIA (Valencia) *Solo la MotoGP

MOTOGP POS PILOTA

NAZ

1. LORENZO

SPA Yamaha 41’34"083 media 170,380 km/h

2. DOVIZIOSO

ITA

3. SPIES

USA Yamaha

a 7"097

4. HAYDEN

USA Ducati

a 7"314

5. STONER

AUS Ducati

a 7"494

6. DE PUNIET

FRA Honda

a 9"055

7. SIMONCELLI

ITA

Honda

a 14"425

8. PEDROSA

SPA Honda

a 15"313

9. EDWARDS

USA Yamaha

a 27"954

10. A.ESPARGARO SPA Ducati 11. BARBERA SPA Ducati 12. BAUTISTA SPA Suzuki 13. KALLIO

TEMPO

FIN

Ducati

Che pista! Un campo di patate IL BELLO Lorenzo Concreto, rilassato, supera tutte le difficoltà della pista nuova, delle buche, delle gomme e degli avversari... che non ci sono. Dovizioso Difficile controllare il gruppo degli scatenati inseguitori: ci riesce con una gara maiuscola. Spies Continua l’apprendistato del forte pilota americano. Corona con il primo podio in MotoGP una gara molto intelligente, nonostante una fratturina al malleolo. Simoncelli Sempre più consistente, guida finalmente la MotoGP come sa fare, rimanendo nel gruppetto che conta. Se son rose fioriranno. IL BRUTTO Bridgestone e Dorna La Bridgestone porta gomme non adatte al nuovo tracciato di Silverstone. Il capo della Dorna Ezpeleta fa correre la MotoGP in un campo di patate, tanti e tali erano gli avvallamenti sulla pista inglese. Cosi si rischia di perdere i migliori attori prima della chiusura del sipario. Pedrosa Dolorante per le cadute, frastornato nella messa a punto, mischia pezzi vecchi con novità di quest’anno. Minato nel morale, perde tutta la fiducia accumulata al Mugello e sembra il fantasma di se stesso. Stoner Parte male, non è assolutamente aggressivo. Recupera solo nel finale. La prestazione è condizionata da problemi fisici. Questo è il Casey che vuole acquistare la Honda? Capirossi È vittima del disastro Suzuki. Loris che cade per non arrivare ultimo non è esattamente quello che ci si aspetta dal coriaceo ed esperto pilota romagnolo.

MOTO2

PILOTI

POS PILOTA

NAZ

MOTO

TEMPO

1.

CLUZEL

FRA Suter

a 6"743

2.

LUTHI

SVI

3.

SIMON

SPA Suter

4.

REDDING

GB

5.

DEBON

SPA Ftr

6.

TOMIZAWA

GIA

7.

DI MEGLIO

FRA Suter

8.

SIMEON

BEL Moriwaki

9.

AEGERTER

SVI

10.

ELIAS

SPA Moriwaki

a 42"394 a 43"365 a 43"408 a 43"580

RITIRATI: al 1˚ giro MELANDRI (ITA-Honda), al 14˚ CAPIROSSI (ITA-Suzuki) NON PARTITO: AOYAMA (GIA-Honda) GIRO PIÙ VELOCE: il 4˚ di LORENZO in 2’03"526, media 172,005 km/h

1. LORENZO 2. DOVIZIOSO 3. PEDROSA 4. ROSSI 5. HAYDEN 6. DE PUNIET 7. SPIES 8. STONER 9. MELANDRI 10.SIMONCELLI 11. EDWARDS 12.BARBERA 13.A.ESPARGARO 14.AOYAMA 15.KALLIO 16.CAPIROSSI 17. BAUTISTA COSTRUTTORI NOME

1. 2. 3. 4.

YAMAHA HONDA DUCATI SUZUKI

NAZ

PUNTI

SPA ITA SPA ITA USA FRA USA AUS ITA ITA USA SPA SPA GIA FIN ITA SPA

115 78 73 61 52 46 36 35 32 32 26 24 22 18 15 13 12 PUNTI

120 97 65 23

QAT SPA FRA

ITA

GB

20 16 9 25 13 10 11 3 5 8 4 6 7 -

25 16 11 20 13 9 10 6 4 8 7 5 3 -

20 16 25 10 9 13 11 7 3 4 8 5 6 2

25 20 8 13 10 16 11 9 7 5 6 3 4

QAT SPA FRA

ITA

GB

25 16 13 7

20 25 13 6

25 20 13 4

25 10 20 16 13 7 11 8 5 4 3 1 2 9 6

25 20 13 6

25 16 13 -

Lehto ascoltato dalla polizia

CLASSE 125

CLASSIFICA NOME

Honda

di MARIO LEGA

FUORI PERICOLO

I RISULTATI MOTO

il brutto

Moriwaki

Suter

Suter

Suter

POS PILOTA

NAZ

MOTO

TEMPO

39’19"472 media 162,091 km/h

1.

MARQUEZ

SPA

Derbi

38’12"837 media 157,535 km/h

a 0"057

2.

P.ESPARGARO

SPA

Derbi

a 2"576

a 0"322

3.

SMITH

GB

Aprilia

a 13"446

a 0"520

4.

TEROL

SPA

Aprilia

a 17"117

a 5"271

5.

KOYAMA

GIA

Aprilia

a 35"641

GER

a 5"377

6.

CORTESE

Derbi

a 39"184

a 5"484

7.

KRUMMENACHER SVI

Aprilia

a 39"258

a 5"709

8.

ZARCO

FRA

Aprilia

a 39"949

a 10"240

9.

RABAT

SPA

Aprilia

a 40"510

GB

Aprilia

a 50"287

a 10"411

10. WEBB

11. NIETO (SPA-Moriwaki) a 10"701; 12. IANNONE (ITA-Speed Up) a 10"741; 16. CANEPA (ITA-Force GP210) a 24"118; 24. ROLFO (ITA-Suter) a 35"447; 28. DE ROSA (ITA-Tech 3) a 56"529; 30. CORTI (ITA-Suter) a 1’18"671

11. VAZQUEZ (SPA-Derbi) a 1’03"503; 12. MONCAYO (SPA-Aprilia) a 1’04"065; 13. IWEMA (OLA-Aprilia) a 1’07"148; 14. GROTZKYJ (ITA-Aprilia) a 1’07"591; 21. SAVADORI (ITA-Aprilia) a 1’41"416; 23. MARCONI (ITA-Aprilia) a 1’42"642

GIRO PIÙ VELOCE: il 12˚ di LUTHI in 2’09"886, media 163,583 km/h CLASSIFICA PILOTI: 1. Elias 80 p.; 2. Tomizawa 65; 3 Luthi 58; 4. Simon 51; 5. Corsi 51; 8. Iannone 42; 12. Rolfo 21; 18. Pasini 10; 22. Baldolini 9; 24. De Angelis 5; 29. Corti 1 COSTRUTTORI: 1. Suter 100 p.; 2. Moriwaki 96; 3. Speed Up 56

GIRO PIÙ VELOCE: il 14˚ di P.ESPARGARO in 2’13"781, media 158,820 km/h CLASSIFICA PILOTI: 1. P.Espargaro 99 p.; 2. Terol 98; 3. Marquez 82; 4. Smith 61; 5. Rabat 50; 6. Vazquez 49; 7. Koyama 45; 8. Krummenacher 39; 9. Cortese 36; 10. Zarco 33; 19. Grotzkyj 3 COSTRUTTORI 1. Derbi 120 p.; 2. Aprilia 101; 3. Honda 7

(p.t.) L’ex pilota finlandese di F.1, JJ Lehto, è sempre ricoverato in ospedale con alcune costole rotte e ferite alla testa, ma non è in pericolo di vita. Anzi, le sue condizioni hanno consentito alla polizia di interrogarlo riguardo all’incidente che lo ha visto protagonista nella notte tra venerdì e sabato, quando alla guida di un motoscafo si è schiantato contro un ponte nel canale di Tammisaari. Nell’incidente è morto l’amico che viaggiava accanto a lui. Ovviamente su quanto abbia dichiarato Lehto vige il segreto istruttorio. La polizia sospetta che JJ non fosse sobrio vista la velocità eccessiva: 70 km orari contro i 5 previsti!

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MOTOMONDIALE GP GRAN BRETAGNA

Dovizioso non si accontenta «Ora vorrei battere Jorge» «A inizio stagione chi poteva pensare che sarei stato deluso del 2˚ posto? Lorenzo qui era troppo veloce, ma se facciamo un altro passo avanti...»

x

DOVIZIOSO 2˚ Honda Hrc «Un podio importante»

Andrea Dovizioso, 24 anni, 4 podi in 5 gare AP

Dobbiamo essere contenti per quello che stiamo facendo. Miglioriamo gara dopo gara e questo podio vale più degli altri perché ho imposto io il ritmo. Ci fa capire quanto siamo forti

x

GIOVANNI ZAMAGNI

condo in gara e in campionato, 4 volte sul podio, in 3 occasioni su 5 davanti al compagno di squadra all’arrivo. Ma Andrea Dovizioso non è uno che si accontenta e non è felice: «Sì — dice a caldo — dobbiamo essere contenti per quello che stiamo facendo. In gara ho dato una dimostrazione di forza, ma Lorenzo aveva un altro passo». Il cruccio di Dovi è proprio questo: non essere abbastanza competitivo per giocarsi la vittoria, per infastidire il rivale della Yamaha. Costante In effetti, dall’inizio della stagione Andrea è molto costante ma gli manca un po’ di velocità: «Miglioriamo gara dopo gara — conferma — e questo 2˚ posto è più significativo degli altri podi, perché ho imposto io il ritmo: un aspetto che ti fa capire quanto siamo forti ora. Però non lo siamo ancora per puntare a vincere». Insomma, c’è da lavorare e da mi-

S

Melandri «Volevo passare Spies e sono andato all’interno, su una traiettoria mai fatta. C’era una buca e sono scivolato»

S

Sto rispettando la mia tabella di crescita: in questa gara ho fatto un altro passo avanti importante. Sono partito bene e sono rimasto per molti giri vicino al gruppo in lotta per il podio

SILVERSTONE (Gran Bretagna)d Se-

HANNO DETTO

Capirossi «La moto, con più caldo, è migliorata, ma non riuscivo a guidare bene. Ho perso l’anteriore in frenata»

SIMONCELLI 7˚ Honda Gresini «La crescita va avanti»

5 RIPRODUZIONE RISERVATA

x

STONER 5 GARE SENZA PODIO

«Chiedete ai tecnici che cosa è successo» SILVERSTONE — (p.i.) Cinque gare senza un podio. Alzi la mano chi si sarebbe immaginato un inizio di stagione simile da parte di Stoner e della Ducati. «Io non lo avrei mai creduto possibile», butta là Casey, costretto a rincorrere dopo un avvio disastroso: ultimo alla prima curva. «Chiedete ai tecnici cos’è successo — dice —. Al via, appena mollata la frizione, la moto ha iniziato a saltare e a scuotersi e mi hanno passato tutti. Con un avvio normale, sarei finito secondo. La moto andava bene, sono riuscito a risalire, ma più del 5˚ posto non ho potuto fare, anche perché quando sono arrivato dietro a Pedrosa per un paio di giri non sono riuscito a passarlo: in accelerazione la Honda era troppo più veloce». Arrabbiato anche Nicky Hayden, quarto per la quarta volta quest’anno, beffato all’ultimo giro da Spies: «Sono andato un po’ largo alla curva 10 e Ben ne ha approfittato. Poi non sono più riuscito ad attaccarlo». MARCHETTI IN OSPEDALE Dario Marchetti, 49 anni, è stato vittima di un incidente in una gara Sbk di contorno al Mondiale sidecar a Grobnik (Croazia). Il bolognese della Ducati è ricoverato a Rijeka per fratture al coccige, al pube e al bacino.

gliorare, ma nemmeno Dovizioso può negare che i risultati siano superiori alle aspettative iniziali: «Non avrei mai pensato di essere 2˚ nel Mondiale dopo 5 gare. E, dopo quanto accaduto l’anno scorso, non immaginavo di non essere troppo soddisfatto per un 2˚ posto. Anche se sei convinto del tuo lavoro, ci vuole la conferma in pista. Ora i risultati stanno arrivando, a dimostrazione che la direzione presa d’inverno è giusta. In tutti i GP, a parte Jerez, sono salito sul podio. Così la motivazione sale». Complimenti Andrea riconosce i grandi meriti di Lorenzo: «È stato molto bravo nei primi giri, prendendo qualche rischio con le gomme fredde per andare in testa alla gara e imporre il suo ritmo. All’inizio De Puniet era un po’ imbarazzante tanto era aggressivo e ho perso un po’ di tempo. Ma Randy ha fatto il suo dovere e io non avevo il ritmo per andare dietro a Lorenzo. Jorge è migliorato moltissimo in questi anni: mi piacerebbe batterlo. Per riuscirci bisogna fare un ulteriore passo

in avanti, ma non siamo così lontani per puntare alla vittoria». Per Andrea una bella dimostrazione di forza in un momento delicato per gli equilibri all’interno della HRC. «Bisognava fare la voce grossa in generale, non solo pensando a Pedrosa. Abbiamo dimostrato di essere tenaci, ma Lorenzo lo è stato di più: diciamo che ho alzato la voce al 50 per cento». Simoncelli Settimo al traguardo e, soprattutto, a lungo in lotta con Ben Spies, poi 3˚ al traguardo. Marco Simoncelli è molto contento della sua prestazione: «Sto rispettando la mia tabella di crescita — sorride il Sic —: in questa gara ho fatto un altro passo in avanti importante. Sono partito bene e sono rimasto per molti giri vicino al gruppo il lotta per il podio. Purtroppo, per una questione tecnica, non riesco a essere costante e fatico a mantenere il ritmo con le gomme consumate. Ma fino a due giri dal termine li vedevo davanti a me e questo conferma che stiamo migliorando: mi sono proprio divertito».

S

De Puniet «Poteva andare meglio, ma sono soddisfatto. Il problema è stato la messa a punto dell’anteriore»

LE ALTRE GARE DEL WEEKEND ENDURO Oldrati, 20 anni primo trionfo (d.a.) Il 20enne bergamasco Thomas Oldrati (Ktm) ha vinto la sua prima gara del Mondiale Enduro ieri nel GP Slovacchia. Nella E2, Oldrati ha battuto il finlandese Mika Ahola (Honda). Raggio d’azzurro anche nella E3: Simone Albergoni (Ktm) ha chiuso 3˚ alle spalle dell’inglese Knight (Ktm) e del francese Guillaume (Husqvarna). Nella E1 è tornato alla vittoria il francese Johnny Aubert (Ktm).

CROSS Vince De Dycker Philippaerts 3˚ (m.z.) Nel giorno del 26˚ compleanno Ken De Dycker (Yamaha), con una doppietta, si aggiudica la MX1 del GP Germania nel Mondiale Cross. Il fiammingo si lascia alle spalle l’ufficiale Suzuki Clement Desalle e gli azzurri David Philippaerts (Yamaha) e Tony Cairoli (Ktm). Il siciliano è ancora capoclassifica con 65 punti su Desalle. Nella MX2 domina Marvin Musquin (Ktm).

TURISMO Gené squalificato Tarquini 1˚ a Zolder (a.s.) Vittoria a tavolino per Tarquini (Seat) nella 1ª gara di Zolder (Belgio), sede della 4ª tappa del Mondiale Turismo: Gabriele era giunto 2˚ dietro al compagno Jordi Gené, squalificato per una flangia irregolare. Nel seconda gara vinta da Andy Priaulx (Bmw) Tarquini ha chiuso 6˚. Yvan Müller (Chevy) è leader con 128 punti davanti a Tarquini (109).

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LUNEDÌ 21 GIUGNO 2010

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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CICLISMO GIRO DI SVIZZERA y

Rieccolo

MARTIN VOLA IN SLOVENIA BALLAN 11˚

Chicchi fa centro E con Nibali Cronometro è festa Liquigas 1. Tony MARTIN

Toh, Armstrong «Mi manca l’1%...» Contador, attento L’americano va forte nell’ultima crono e scala la classifica finale: 2˚ dietro a Frank Schleck

Lance Armstrong, 38 anni, re di 7 Tour, 3˚ nel 2009 AP

compagnato nei suoi sette Tour vincenti. Assieme affronteranno anche l’avvicinamento a questo Tour, provando nei prossimi giorni alcune tappe alpine. Per Armstrong, 38 anni, sarà probabilmente l’ultimo assalto alla maglia gialla. Tra i rivali potrebbe esserci anche lo stesso Frank Schleck, che ieri si è detto «più fiducioso» dopo la vittoria allo Svizzera. Ma i veri favoriti sono il fratello Andy e soprattutto lo spagnolo Alberto Contador, vincitore nel 2007 e 2009.

LUIGI PERNA 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

dMai sottovalutare uno come lui. A tredici giorni dal via del Tour, riecco Lance Armstrong. Si era fatto vedere già due settimane fa al Giro del Lussemburgo, chiudendo al terzo posto. Ieri è salito sul podio del Giro di Svizzera: secondo dietro al lussemburghese Frank Schleck, che l’aveva preceduto di un gradino anche nella corsa di casa. Sia Lance sia Frank hanno scalato la classifica con un’ottima prestazione nella crono finale di Liestal (26,9 km), vinta dal tedesco Tony Martin con 17" sull’idolo svizzero Fabian Cancellara e 29" sul campione americano David Zabriskie. Armstrong si è piazzato 11˚ a 1’09" e il maggiore dei fratelli Schleck 13˚ a 1’14": abbastanza per sorpassare in testa alla corsa il leader olandese Robert Gesink, scivolato al quarto posto finale alle spalle anche dello svizzero Morabito.

Segnale Un epilogo così non se lo aspettavano neppure i diretti interessati. E infatti Arm-

La Saxo Bank può usare due pedine: il vero leader è il fratello Andy Schleck

Sul podio pure il giovane Fuglsang Da sinistra: Armstrong, 38 anni, che vinse il Giro di Svizzera 2001 su Simoni, Frank Schleck, 30, primo, e il danese Jacob Fuglsang, 25, terzo BETTINI

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12 I giorni al Tour Mancano 12 giorni al via del Tour (3 luglio) da Rotterdam, in Olanda, con un cronoprologo

8

strong l’ha definito «inatteso», condendo la sorpresa con alcune riflessioni: «Era una crono dura, con poco recupero. Bisogna spingere sempre. Ho avuto ottime sensazioni. Questa corsa, con i protagonisti che c’erano rispetto alle altre, può essere considerata un buona indicazione di quello che vedremo al Tour de France. Tutto quello che devo fare adesso è mantenere una buona salute e cercare quell’uno per cento in più nella condizione». Test Quindi il capitano di Ra- Tutta la grinta dioShack è partito per Ginevra di Armstrong in auto con Johan Bruyneel, il in Svizzera team manager che lo ha ac- BETTINI

Possibilità Si è visto sull’Albula, nella tappa regina di questo Giro di Svizzera, quando Armstrong ha dovuto ricorrere all’aiuto degli scudieri Kloden e Leipheimer (davanti anche ieri nella crono) per rispondere ai ripetuti attacchi di Andy Schleck. Però il vecchio Lance continua a stupire: a cronometro ieri è andato meglio degli avversari più giovani, dopo nove giorni di corsa. Basterà per un’altra impresa al Tour? «Ci sono solo due nomi per il Tour: Contador e Andy Schleck. Per quanto ne so, i Pirenei saranno durissimi. La crono finale conterà poco. Tutti gli altri (Armstrong, Evans, Basso, Menchov; ndr) sono un gradino sotto», dice sicuro Cancellara. Il Cowboy muore dalla voglia di smentirlo.

GP NOBILI A STRESA L’AMERICANO RESTA STACCATO E NON RIESCE A RIENTRARE: IN VOLATA VINCE IL TREVIGIANO

(Ger), 26,9 km in 32’22", media 49,866; 2. Cancellara (Svi) a 17"; 3. Zabriskie (Usa) a 29"; 4. Larsson (Sve) a 48"; 5. Leipheimer (Usa); 6. Klöden (Ger) a 52"; 7. Fuglsang (Dan); 8. Monfort (Bel) a 57"; 9. Poels (Ola) a 1’02"; 10. Devolder (Bel) a 1’07"; 11. Armstrong (Usa) a 1’09"; 13. F. Schleck (Lus) a 1’14"; 14. Ballan a 1’20"; 20. Kreuziger (Cec) a 1’33"; 21. Morabito (Svi) a 1’39"; 31. A. Schleck (Lus) a 2’09"; 40. Gesink (Ola) a 2’19"; 59. Carrara a 2’55"

Festa doppia in casa Liquigas-Doimo al Giro di Slovenia. Lanciato da Daniele Bennati, Francesco Chicchi (nella foto AP) ha vinto in volata a Novo Mesto la 4ª e ultima tappa sul polacco Marycz, centrando il sesto successo del 2010. Il team verdeblu brinda anche al trionfo finale di Vincenzo Nibali, che aveva ipotecato la corsa sabato nel tappone di Kravavec: il siciliano ha chiuso con 41" su Giovanni Visconti, 51" sul danese Chris Sörensen e 55" sul 41enne Andrea Noè, candidandosi come favorito per il Tricolore di sabato a Conegliano.

DOPO LA CRISI CARDIACA

Kirchen, lievi progressi Ma resta in coma Sono in lieve miglioramento le condizioni di Kim Kirchen, il 31enne lussemburghese della Katusha colpito venerdì sera in albergo da una crisi cardiaca mentre era in gara al Giro di Svizzera. Ricoverato in un ospedale di Zurigo, è in coma farmacologico: nelle prossime 48 ore sartà sottoposto a ulteriori accertamenti.

TRIONFO COLOMBIANO

Classifica finale

1. Frank SCHLECK (Lus, Saxo Bank); 2. Armstrong (Usa) a 12"; 3. Fuglsang (Dan) a 17"; 4. Morabito (Svi) a 23"; 5. Gesink (Ola) a 27"; 6. Martin (Ger); 7. Uran (Col) a 33"; 8. Klöden (Ger) a 48"; 9. J. Rodriguez (Spa) a 1’09"; 10. Leipheimer (Usa) a 1’14"; 14. A. Schleck (Lus) a 1’57"; 15. Carrara; 16. Kreuziger (Cec) a 2’05"; 21. Pietropolli a 4’58"

Il GiroBio è di Betancur Ultima tappa a Rabottini (l.guerra) Il GiroBio parla ancora colombiano. A Gaiole in Chianti, sulle strade bianche senesi e sotto la pioggia, Carlos Betancur ha firmato la 2a edizione della corsa a tappe per under 27, succedendo a Caetano Sarmiento. Il 20enne vice-iridato 2009, dominatore delle due tappe montane a Gallio e sul Monte Grappa, ha chiuso il Giro con 3’50" sul connazionale Edward Beltran e 5’18" su Antonio Santoro (Mastromarco). L’ultima tappa è andata all’abruzzese Matteo Rabottini (Aran), che dopo una giornata sempre all’attacco ha colto l’ultima vittoria da dilettante sullo svizzero Beney e a Pizzaballa. Da oggi entra nella Lampre e diventa pro’ come il padre Luciano negli anni 80.

GIRO DEL TRENTINO DONNE

Patuzzo, volata ok Trionfa l’inglese Pooley Grazie all’assolo nella 1a tappa, l’inglese Emma Pooley ha vinto il Giro del Trentino, davanti alle tedesche Arndt (a 2’25") e Hausler (a 2’41") e all’iridata juniores 2007 Eleonora Patuzzo (a 2’46") che ieri a Cles si è imposta nell’ultima frazione.

MALTEMPO A TREVISO

Saltano i Tricolori disabili (a.fr.) Le gare in linea che ieri a Treviso avrebbero dovuto mettere in palio i titoli italiani per disabili e handbike sono state annullate per maltempo. La Settimana Tricolore riprende domani a Vidor con la prova in linea per gli Juniores.

MTB CELESTINO «PALOMBARO»

Farrar si arrende alla zampata di Gatto smo sono letteratura — Ratto. E ha conquistato la seconda puntata del GP Nobili Rubinetterie-Città di Stresa: un «veloscafo» sul lungolago.

Basso in gruppo «Torno al San Pellegrino, ci sono 15 cm di neve...» DAL NOSTRO INVIATO

MARCO PASTONESI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

STRESA (Verbania) dGatto: negli ultimi 200 metri ha avuto una metamorfosi, e da gattomammone si è trasformato in gattopardo. Ha infilato Fischer, staccato Dall’Antonia, giustiziato Colli, rimpicciolito Ferrari e impaurito — i cognomi del cicli-

Oscar Gatto, 25 anni, pro’ dal 2006, seconda vittoria in carriera BETTINI

Autunno Difficile trovare una così triste giornata autunnale in giugno: meno male che c’era il ciclismo, con il suo destino di inventarsi un’avventura e una storia. L’avventura è quella di sette uomini, non d’oro ma di coraggio: Agosta, Borchi, Di Lorenzo, Di Paolo, Gaia, lo svizzero Bertogliati e l’ucraino Kondrut, in fuga dal km 33, ripresi al km 139. Scatti e controscatti fanno fuori il favorito, lo statunitense Tyler Farrar, che non

riesce più a rientrare. Il resto vive sullo sprint. E allora la storia è quella di Oscar Gatto, 25 anni, trevigiano, e della sua metamorfosi. «La colpa — confessa — è soltanto mia. Da dilettante vincevo troppo facilmente. Così, in allenamento, quando c’era da faticare, mi tiravo indietro. Tanto, pensavo, vinco lo stesso. Poi, però, passato professionista, non vincevo più. E prima di capire che era anche una questione di allenamenti, e poi di accettare di allenarmi di più, e infine di allenarmi le stesse ore di un operaio che timbra il cartellino, ce n’è voluta». La prima vittoria, nel 2009, al Giro di Sardegna: «Una liberazione». La seconda, ieri, qui:

«Una conferma». Perché Gatto non ha solo un nome (Oscar) da premio, ma anche gambe da podio: «Modestia a parte, fra i migliori velocisti italiani io mi ci metto. Solo che all’ultimo chilometro rischio sempre di perdermi». Sorridente, al traguardo, Ivan Basso, che nel finale è stato costantemente nelle prime posizioni del gruppo: «Un altro buon allenamento. Parto subito per il passo San Pellegrino, mi aspettano 15 centimetri di neve. E sabato il Tricolore». Arrivo: 1. Oscar GATTO (Isd-Neri) km 168 in 4.01’, media 41,812; 2. Fischer (Bra); 3. Dall’Antonia; 4. Colli; 5. Ferrari; 6. Ratto; 7. Bonuccelli; 8. Pavarin; 9. Taborre; 10. T. Bertolini; 38. Basso.

Ecco perché la gara si chiama «100 km dei forti», ultima delle tre tappe della «1000 Grobbe bike», classica trentina di mtb. Freddo, maltempo e pioggia: guardate l’espressione di Mirko Celestino, già ottimo professionista e tricolore Marathon 2009. Il ligure si è poi ritirato FACCHINI

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BASKET IL DOPO SCUDETTO s

IN USCITA

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Terrell McIntyre Play, 32 anni, 1.75, potrebbe andare in Turchia

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Henry Domercant Guardia, 29 anni, 1.93, passaporto bosniaco: piace a Milano

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Benjamin Eze Centro, 29 anni, 2.08, passaporto italiano: punta a un top team europeo

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IN ARRIVO

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Pietro Aradori Guardia, 21 anni, o 2 miglior marcatore in serie A con Biella

Siena campione «Soldi? La vittoria nasce da una idea» Il presidente Minucci dopo 4 scudetti di fila: «Un ciclo è finito Ripartiamo da buoni giocatori, non campioni: Aradori e Rakovic» LUCA CHIABOTTI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO dCinque scudetti in 7

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Milovan Rakovic Centro serbo, 25 anni, 2.08: era allo Spartak San Pietroburgo

anni, quattro di fila: Ferdinando Minucci, presidente della Mens Sana Siena, si gode l’enormità del risultato raggiunto dalla sua società. «Vincere è difficile, rivincere lo è ancora di più, la continuità è stressante anche per noi» dice ufficializzando, «con un po’ di dolore», la fine di un ciclo tecnico e umano irripetibile. «Domercant se ne andrà al 100%, Eze al 99.9%, McIntyre al 99%. A Sato abbiamo offerto un prolungamento che speriamo accetti. Hawkins ha la possibilità di uscire dal contratto biennale, ma avremmo piacere che valutasse alcune proposte che gli abbiamo fatto».

Ora la ricostruzione.

P

L’abbraccio tra Simone Pianigiani e Ferdinando Minucci sabato al Forum CIAMILLO

«Un nuovo progetto triennale con buoni giocatori che non saranno di primo livello europeo. Torniamo a 4 anni fa, quando abbiamo scommesso su McIntyre e Sato e non alle ultime stagioni dove abbiamo preso Domercant e Hawkins alzando, con i successi, anche il budget per i nostri giocatori». Restate i più ricchi.

«Ma la crisi c’è: partiamo dalla

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ha detto CHI PARTE

Domercant se ne andrà al 100%, Eze al 99.9, McIntyre al 99: Sato e Hawkins stanno valutando le nostre offerte

IL SISTEMA MENS SANA I senesi si chiudono, abbiamo piacere di avere tanti nemici. I giocatori si sentono protetti, i legami sono più forti

L’EUROLEGA E’ un obbiettivo motivazionale e strategico: per continuare a vincere in Italia dobbiamo misurarci col meglio

base solida della sponsorizzazione del Monte dei Paschi, il 60% degli introiti, ma è probabile che anche il nostro budget possa calare un po’. Però le buone squadre si fanno anche con poco, vincere nasce soprattutto da un’idea. E poi, tanti soldi servono se non li butti via».

«Sì, strategico e motivazionale. Nel senso che se vogliamo continuare a vincere in Italia dobbiamo misurarci sempre verso l’alto. E’ un sogno, non un traguardo pianificabile: anche se mi dessero 100 milioni di euro, non potrei garantire di vincere l’Eurolega».

Conferma i primi nomi fatti?

Siena resta unica.

«Aradori e Rakovic sono già nostri al 99% e le partenze di Domercant e Eze sono coperte. Per il play la situazione è più delicata: siamo consapevoli che sostituire McIntyre è difficilissimo e ci prendiamo più tempo».

«Anche nel modo di vivere i successi e gli addii. Siamo abituati a chiuderci, abbiamo piacere ad avere tanti nemici. Da noi i giocatori si sentono protetti e, in un mondo piccolo, le emozioni e i legami sono più forti».

Rakovic è una scommessa.

Da pentacampione, ci dica cosa deve fare la nostra serie A per ritrovare equilibrio?

«Costa poco e mi sembra già una cosa importante per un lungo comunitario. Riteniamo che sia bravo: non abbiamo dovuto battere la concorrenza, non aveva altre offerte come tre anni fa Lavrinovic». Di Moss, prestato alla Virtus, cosa ne farete?

«Dipende se otterrà o meno un passaporto comunitario oltre che dal successo della trattativa con Sato». All’inizio la squadra non sarà forte come quella di oggi. L’Eurolega è un obbiettivo?

«Liberalizzare i giocatori: le nuove regole sugli stranieri non produrranno italiani e favoriranno le squadre già più ricche. Secondo: i club di A non possono avere l’onere anche di produrre i giocatori. Noi ridurremo le spese per il vivaio perché la nostra missione è vincere con la prima squadra. Terzo: manca la continuità. Le squadre cambiano troppo, giocatori, allenatori, senza costruire nulla seguendo scelte troppo emotive. Direi che quello che manca di più oggi al nostro basket sono i dirigenti».

w taccuino

I NUMERI

18

Gli anni a Siena Minucci è entrato alla Mens Sana nel 1992, quando la squadra era in A-2 e allenava Bianchini

10

Le stagioni targate Mps Dal 2000 arriva lo sponsor Montepaschi: nel 2002 il primo grande successo, la Coppa Saporta

1

Il tecnico esonerato Dal 1990, anno del ritorno in A-2, la Mens Sana ha esonerato un solo tecnico: Dalmonte nel 1999

MERCATO

Cancellieri a Biella Recalcati in Sicilia? (a.r.) A Biella è pronto il ritorno di Massimo Cancellieri, già assistente di Luca Bechi fino al 2009, prima di passare a Veroli. Cantù, che ha confermato di voler partecipare all’Eurocup, ha prolungato di due anni l’accordo con Manuchar Markoishvili. Cremona ha confermato Marko Milic. LegaDue: Carlo Recalcati ha ricevuto un’offerta dalla neopromossa Barcellona Pozzo di Gotto e a breve deciderà se accettare. Stefano Cioppi ha firmato un biennale a Jesi.

ESTERO

Fischer al Real Madrid Childress, ciao Grecia (pe.m.) Il Real Madrid di Messina ha preso per due anni D’Or Fischer, centro ex Maccabi. A Vitoria arriva con un triennale David Logan, guardia Usa di passaporto polacco, ex Prokom. L’Olympiacos sta per risolvere il contratto con l’ex Nba Josh Childress, il più pagato in Europa. Lasciato il Pireo, Panagiotis Yannakis potrebbe tornare all’Aris Salonicco da tecnico.

LEGADUE

Oggi Assemblea per votare Bonamico (a.to) Oggi Assemblea di LegaDue: sembra scontato il rinnovo del mandato per il presidente Marco Bonamico, dopo una stagione molto positiva. Ottimi i dati relativi ai passaggi televisivi della finale promozione con oltre 570mila contatti per gara-3 Sassari-Veroli e un’audience media di 85mila spettatori per tutta la serie, ai quali va aggiunto l’apporto sul web con oltre 60mila spettatori per giornata. Inoltre il minutaggio riservato agli italiani si è stabilizzato attorno al 47%. Bonamico punta a un mandato triennale.

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L’abbraccio di Pianigiani «Da noi uomini speciali» L’allenatore:«Non sai mai se con le vittorie le persone cambiano Il successo non ha modificato l’atteggiamento dei miei giocatori» LUCA CHIABOTTI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO d Simone Pianigiani

Simone Pianigiani, 41 anni e Ferdinando Minucci, 57, con la coppa del quarto scudetto consecutivo di Siena conquistato sabato a Milano CASTORIA

esplora le emozioni più profonde. Succede, negli addii più che nei momenti felici. Sabato sera, dopo il trionfo, il miscuglio è diventato esplosivo e l’allenatore che in 4 stagioni a Siena ha stracciato tutti i record del nostro campionato, considerato un freddo perfezionista, esce quasi sopraffatto. Non lo avevamo mai visto così, dopo gli scudetti uno, due e tre. Il motivo è probabilmente un piccolo giocatore col quale, assieme, sono diventati giganti. L’abbraccio tra il neo c.t. azzurro e Terrell McIntyre, prima ancora della fine dell’ultima partita, è il momento più emozionante che la Montepaschi ha regalato nell’ennesima stagione dominata dall’inizio alla fine. Terrell, dopo 4 anni, se ne va. «Quando l’ho scelto — dice — ho pensato soprattutto a una sua qualità: l’etica del lavoro. E’ la base sulla quale puoi costruire tutto il resto. Poi, certo, lui è stato bravo e ci

ha costruito molto più di quello che fosse immaginabile. Per un allenatore debuttante com’ero io, è stato fondamentale quello che McIntyre ha messo ogni giorno in allenamento». Status Non è il solo: «Ma è forse quello che rappresenta meglio questa squadra. E’ normale che quando cominci a vincere, il tuo status cambi. E non sai mai se anche le persone cambiano con il successo. Nessuno di questi ragazzi ha mai modificato il suo atteggiamento, vittoria dopo vittoria sono rimasti sempre gli stessi. Per questo sono uomini speciali». Per capire la Montepaschi, è quasi più importante averla vista in allenamento: «Se qualche volta, avevamo la sensazione di non essere usciti più preparati, eravamo tutti incazzati come bestie, anche se continuavamo a vincere in partita. Se persone di razze e culture differenti, riescono a condividere certe cose, il legame che nasce tra di loro e le emozioni che si provano sono profondi anche se lo sport, ad un certo

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punto, può dividere». Apice Persone così finiscono stremate dagli obbiettivi e le leggi che si impongono: «Sono contento — dice Pianigiani — di aver chiuso un ciclo straordinario e probabilmente irripetibile arrivando all’apice della qualità della pallacanestro che abbiamo saputo esprimere. Molto viene dato per scontato, quando vinci una volta tutti si aspettano che tu non possa fare altro. Credo, però, che sia fi-

«Hanno mostrato forza mentale e una attenzione quasi disumana per evitare che gli avversari ci raggiungessero»

Simone Pianigiani, 41 anni, abbraccia Terrell McIntyre, 32 OMEGA

nalmente evidente tutto il lavoro che c’è stato dietro questi successi, la forza mentale del gruppo, la grande attenzione spasmodica, quasi disumana per evitare che le altre squadre ci raggiungessero, acquisendo ogni giorno qualcosa per migliorare come individui e come squadra. Per questo ringrazio tutti, anche quelli che sono passati e se ne sono andati, che hanno messo un dettaglio per farci arrivare fin qui. E’ difficile esprimere quello che provo, scegliere una vittoria rispetto a un’altra: le metto tutte insieme nel profondo, dentro di me, per sempre». Una settimana di vacanza, un paio di giorni col cellulare spento, poi la Nazionale: «Ho voglia di cambiare prospettiva».

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PALLAVOLO WORLD LEAGUE DAL NOSTRO INVIATO

GIAN LUCA PASINI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

FIRENZE d Bisogna dire che

Anastasi aveva ragione: questa Italia un cuore ce l’ha, magari non avrà tanta fortuna, dovrà migliorare ancora sulla strada che porta alle finali di World League in Argentina, ma non si perde d’animo, ci crede e in campo mette sempre tutto quello che ha. Come era successo a Montecatini venerdì sera, gli azzurri sono passati dal loro personale purgatorio prima di toccare (almeno per una sera) il loro paradiso. Non ci sono controprove, ma forse un anno fa queste due gare sarebbero andate a finire molto diversamente. E rispetto a venerdì sera gli azzurri hanno avuto un Lasko in formato gigante (anche se lui non è troppo contento del quarto set) 29 punti, tre ace (fra cui quello che ha chiuso la partita, fra le proteste dei serbi, anche se la palla è apparsa a molti dentro al campo) e addirittura 7 muri (il suo record in una gara di campionato è 6), hanno spinto l’Italia verso questa vittoria (la quinta su sei gare) che lascia gli azzurri in scia della scatenata Serbia (sarà giovane questa squadra, ma ha molta qualità pensate che in cinque set, se si escludono le battute ha sbagliato appena due palloni!). Migliore seconda Un successo che conferma gli azzurri come migliore delle seconde e quindi – almeno per il momento – virtualmente qualificata per le finali d’Argentina. Ma l’inizio era stato da brividi: con l’Italia in balia di una Serbia molto precisa, la ricezione balbettava e Vermiglio faceva un gioco prevedibile. Ma dal secondo set in poi cambiano radicalmente le cose: entra Cernic per Maruotti, si alzano le per-

Terminator Lasko Piegata la Serbia ITALIA SERBIA

PEBBLE BEACH (California, Usa) dC’è

anche un gruppetto di tifosi italiani a seguire Edoardo Molinari lungo il fiabesco percorso di Pebble Beach, tricolore al (tanto) vento. Il 29enne ingegnere torinese, comunque sia andata a finire nell’ultimo giro disputato nella notte italiana, tornerà a casa sorridente. Le prime 9 buche di sabato, chiuse in 32 colpi

3 2

ITALIA: Lasko 29, Parodi 14, Sala 14, Vermiglio 4, Maruotti 4, Birarelli 9; Mania (L), Cernic 14, Zaytsev, Travica. N.e. Mastrangelo, Savani. All. Anastasi. SERBIA: Podrascanin 9, Petkovic 5, Janic 8, Stankovic 8, Starovic 26, N. Kovacevic 14; Rosic (L), Dokic, Terzic, Mitic. N.e. Nikic, Petrovic. All. Kolakovic. ARBITRI: Schiemenz (Ger) e Ermihan (Tur). NOTE Spettatori 3300. Durata set: 23’, 24’, 23’, 26’, 14’; totale 110’. Italia: battute sbagliate 16, vincenti 10, muri 13, 2a linea 11, errori 31; Serbia: b.s. 16, v. 1, m. 12, s.l. 10, e. 18.

Michal Lasko, 29 anni, festeggiato dai compagni. Ha messo a segno 29 punti, tra cui gli ultimi due TARANTINI

Nel secondo set con l’ingresso di Cernic la ricezione migliora e Vermiglio si scatena Ora le trasferte in Francia, Cina e Serbia

Edoardo Molinari, 29 anni: è il numero 42 del ranking mondiale REUTERS

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Venerdì a Parigi

(21-25, 25-20, 25-18, 20-25, 15-13)

Dodo 16˚ e tra i primi L’America scopre Molinari «l’italiano»

MASSIMO ORIANI

WORLD LEAGUE

L’opposto risolve il tie-break e chiude con 29 punti (7 muri) Gli azzurri restano in scia degli slavi e in corsa per le Final Six

centuali di ricezione azzurre e il regista italiano fa ammattire il muro serbo. La partita cambia improvvisamente volto: l’Italia adesso comanda il gioco, mentre la Serbia balbetta. I centrali azzurri fanno un gran lavoro sottorete e tutta la squadra si aiuta, Parodi fa attacchi «spaventosi» e battute che inchiodano la ricezione avversaria (alle fine saranno 10 gli ace della squadra di Anastasi).

GOLF Us Open: il terzo giro

DAL NOSTRO INVIATO

taccuino

(3ª miglior prestazione di giornata), lo avevano addirittura catapultato tra i primissimi. Il brivido Quando sul grande tabellone in legno che accanto ad ogni green indica le posizioni nobili della classifica è comparso anche il suo nome, deve essergli corso un brivido sulla schiena. E poco importa se nelle ultime 9 si è arenato un paio di volte in bunker, finendo un colpo sopra il par per un +6 complessivo che lo collocava in

Tre trasferte Peccato per il calo vistoso nel quarto set, senza il quale forse l’Italia oggi potrebbe essere prima in classifica. «E' un’Italia che si aiuta — ha detto Lasko alla fine — se qualcuno non va c’è un altro compagno pronto a entrare e a dare il suo contributo. Sì forse è un gruppo diverso da un anno fa. E faremo di tutto per conservare questo piazzamento fino alla fine del girone». E adesso due giorni di riposo pri-

FORMULA: Si qualificano alle finali in Argentina, la prima di ogni girone, la migliore fra le seconde e i padroni di casa.

ma di preparare un valigione gigante: gli azzurri faranno tre trasferte consecutive iniziando dalla Francia, quindi saranno in Cina, infine in Serbia. Un altro test di maturità e di cuore, sulla strada che porta alle finali di World League, primo appuntamento della stagione. Risultato che gli azzurri non raggiungono per meriti propri» dal 2003. Ma quest’anno l'Italia ha ritrovato il cuore…

L’Italia torna in campo venerdì alle 20.30 contro la Francia a Parigi, il bis domenica a Tolosa alle 18. La Bulgaria di Prandi supera l’Olanda e insegue il Brasile. Girone A: Olanda-Bulgaria 0-3, 0-3 (21-25, 20-25, 22-25); Brasile-Sud Corea 3-1, 3-0 (25-19, 25-15, 25-19). Classifica: Brasile 14; Bulgaria 13; Olanda 9; Sud Corea 0. Girone B: Italia-Serbia 2-3, 3-2; Francia-Cina 3-0, 1-3. Classifica: Serbia 14; Italia 12; Francia 4; Cina 3. Girone C: Russia-Finlandia 3-0; 3-1; Usa-Egitto 3-1, 3-1 (25-20, 25-22, 1-25 25-14). Classifica: Russia 17; Usa 12; Finlandia 4; Egitto 3. Girone D: Cuba-Polonia 3-2, 0-3 (27-27, 23-25, 12-25); Argentina-Germania 0-3, 1-3 (32-34, 18-25, 25-18, 28-30). Classifica. Cuba 13; Germania 12; Polonia 9; Argentina 2.

EUROLEAGUE

Doppietta Spagna (a.a.) La Spagna di Velasco espugna due volte il terreno della Slovacchia di Zanini. Parità tra la Grecia di Caprara alla prima vittoria nella competizione e la Turchia di Chiappini. Uomini. Girone A Slovacchia-Spagna 2-3, 0-3; Gran Bretagna-Romania 3-1, 2-3. Classifica: Romania 8; Gran Bretagna e Spagna 6; Slovacchia 4. Girone B. Austria-Portogallo 0-3, 1-3; Grecia-Turchia 0-3, 3-0. Classifica: Portogallo 12; Turchia 6; Grecia 4; Austria 2.

O SUL SITO I VIDE ISTE RV TE IN LE N CO O SK A LA E VERMIGLIO

Gazzetta.it

NUOTO Tricolori societari 19ª posizione, a 12 colpi dal leader, Dustin Johnson. «Due rimbalzi sfortunati — spiega Dodo — mi sono costati caro. Ma tutto sommato sono soddisfatto». Apprezzato Nella giornata della rinascita di Tiger Woods, Molinari ha strappato applausi. Il competente pubblico californiano commentava incuriosito ogni colpo di Edoardo: «Bravo l’italiano, non me lo sarei aspettato così in alto» raccontava un grassoccio signore, sigaro in bocca, minitelevisore portatile al collo per seguire il resto del torneo. Un padre spiegava al giovane figlio: «E’ uno dei due fratelli Molinari, sono italiani». Quando Edoardo si è presentato sul green della 18ª buca, lo stesso brivido di un paio d’ore prima deve essersi rifatto vivo. Anche se la calma con cui chiudeva in 72 colpi totali la sua fatica quotidiana, lo sopprimeva in fretta. «E’ ancora giovane, deve imparare quando attaccare e quando difendersi, ma essere arrivato sin qui è un grande risultato» commentava il suo allenatore, il londinese Denis Pugh. Se in Sud Africa il tricolore resta per ora ripiegato in un cassetto, a Pebble Beach sventola alto. Us Open, Pebble Beach Golf Links, $ 7.500.000, par 71, 3˚ giro: 1. D. Johnson (Usa) -6 (71 70 66); 2. McDowell (N.Irl) -3 (71 68 71); 3. Woods (Usa) -1 (74 72 66); 4. Els (S.Af) par (73 68 72), Havret (Fra) par (73 71 69); 6. Mickelson (Usa) +1 (75 66 73); 16˚ E.Molinari +6 (75 72 72).

Filippi in ripresa Pellegrini trascina l’Aniene al successo

dell’Aniene; e c’è un’Alessia Filippi che ha così voglia di gareggiare e recuperare tempo prezioso da essere l’unica a scendere in acqua tre volte nel pomeriggio per salvare l’Aurelia e prendersi in pochi minuti i 200 dorso e i 400 misti (col miglior crono stagionale nazionale in 4’46"85). Un piccolo ma significativo segnale di svolta?

Fede e la 4x200 La Pellegrini nella sessione mattutina aveva conquistato comodamente i 200 sl in 2’00"37: quasi un «bagno», un voler aspettare segnali da dietro: Alice Carpanese ha nuotato col mal di schiena in 2’02"91, Flavia Zoccari non è andata oltre un 2’03"74. Considerata in stand-by la programmazione europea della Filippi, non sono segnali incoraggianti in prospettiva Budapest, al punto che la staffetta rischia di essere in forse senza riscontri ai campionati di categoria di luglio. Ieri contava vincere, e tra i big azzurri lo hanno fatto un po’ tutti. L’Ispra è seconda nonostante l’assenza di Marin alle prese con una borsite al ginocchio. Oggi Luca sarà a Roma per un controllo.

Tricolore C’è tutto il meglio del nuoto azzurro a rendere avvincente un campionato italiano a

RISULTATI A PAGINA 51

Alessia Filippi, 22 anni, iridata dei 1500 e argento olimpico degli 800 LAPRESSE DAL NOSTRO INVIATO

STEFANO ARCOBELLI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

PESCARA dC’è anche il sorpasso, come nelle migliori tradizioni romane per il podio finale su cui sale la Larus di Magnini, autore di un 48"66 lanciato, che beffa il Forum nell’ultima gara; c’è Federica Pellegrini che crea il vuoto nella staffetta mista finale a simboleggiare il dominio per il quarto scudetto di fila

otto sempre più sentito, nonostante le fatiche del Settecolli e la fase di carico per gli azzurri, e mal collocato per la visibilità che avrebbe potuto avere anche televisivamente, poiché in contemporanea alla partita mondiale degli azzurri del calcio, tanto da far dire a Giovanni Malagò, patron di un Aniene per la prima volta da grande slam tra titoli invernali ed estivi, «che queste gare meritavano più rispetto, vedere sul tabellone le immagini del calcio mentre i ragazzi soffrivano in acqua non è stato bello».

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LUNEDÌ 21 GIUGNO 2010

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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ATLETICA EUROPEO A SQUADRE

Di Martino, due metri per risollevare l’Italia Azzurri giù dal 3˚ al 7˚ posto, ma Antonietta torna a 2.00 vincendo l’alto «Lottare per la squadra mi carica». Ok Gibilisco e Rosa, Donato quarto DAL NOSTRO INVIATO

FAUSTO NARDUCCI

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DONNE OK

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Antonietta Di Martino Vola a 2.00 e vince per la prima volta la serie maggiore della rassegna

5 RIPRODUZIONE RISERVATA

BERGEN (Norvegia) d Di Martino,

Santa Antonietta. A Bergen, con lo stadio gioiello da 30.000 posti finalmente gremito, è ancora lei, la saltatrice che nella pedana dell’alto sembra una pigmea, a tenere su l’Italia in una seconda giornata dell’Europeo a squadre che, com’era nelle previsioni, ci retrocede dal 3˚ al 7˚ posto. In 6 punti e mezzo ci sono quattro squadre ma la settima piazza tocca proprio a noi per mezzo punto dalla Polonia. Una beffa che si materializza proprio all’ultima gara: Licciardello supera all’ultimo colpo di reni il polacco di turno, ma non basta. E allora ci viene in mente il punto perso sabato nei 400 dalla Grenot che ieri si è ripetuta in cartacarbone nella 4x400 dove per un’inezia abbiamo perso un punto rispetto alla finale B. E allora meno male che c’è Antonietta, più forte anche della mononucleosi che l’aveva fermata in inverno e quasi perfetta nell’ultimo salto a 2.02. E’ significativo che la 32enne finanziera esca dalla pista proprio mentre si consuma la delusione delle staffette, dopo il tonfo decisivo di giavellotto e lungo femminile (Cipolloni 5.76!).

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Chiara Rosa All’ultimo tentativo getta il peso a 17.77 e centra un prestigioso terzo posto

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Antonietta Di Martino, 32 anni, personale di 2.03, a Bergen supera per la settima gara nella carriera (una indoor) i due metri COLOMBO

La malattia Già, ci vuole un fisico e una testa bestiali per vincere in una rassegna in cui ogni punto vale anche per la squadra. Lo stesso spirito con cui Antonietta ha sconfitto la malattia di quest’inverno. «Da novembre mi sentivo debilitata, ma continuavo a saltare 1.90, non capivo. Poi sono quasi svenuta e mi sono fermata due mesi, ma ad aprile non sono ripartita da zero. Così mi sono permessa l’1.95 di Roma e questi due metri che potevano essere anche di più. Ero appagata a 1.98, anche perché qui abbiamo dovuto combattere anche contro il vento. Chissà, mi ha aiutato il fatto che a Cava abbiamo le stesse folate».

Felice «Proprio non me l’aspettavo di vincere — ammette col candore dei forti —. Puntavo a superare l’1.98 e basta. Invece ho ottenuto la prima vittoria nella coppa Europa vera, dopo il 2.03 in serie B a Milano 2007. Ma lo sapete che insieme al Golden Gala, la coppa Europa era la competizione che seguivo di più in tv da ragazza? Lo spirito di squadra applicato all’atletica mi stimola: per questo credo di non averne mai sbagliata una. Ricordo l’anno scorso a Leiria quando ho saltato due metri eppure son finita terza dietro Friedrich e Beitia. Ora a Barcellona quello che viene viene...».

Gli altri Certo se avessimo avuto cinquanta Di Martino forse avremmo combattuto alla pari con Russia e Gran Bretagna che

Marzia Caravelli Nei 100 hs si migliora di 24/100 e con 13"10 diventa la quarta italiana di sempre

hanno fatto gara a parte, ma almeno abbiamo evitato la retrocessione in First League toccata a Grecia, Norvegia e Finlandia. La verità è che ieri l’Italia ha offerto quasi il rovescio della medaglia rispetto alla trionfale prima giornata: solo l’inossidabile Gibilisco e la ritrovata Rosa (proprio all’ultimo lancio con 17.77) sul podio e qualche delusione di troppo sia nelle prime schiere (Donato 4˚ e Cusma 5ª ma affaticata dal doppiaggio) sia nelle seconde (si sperava di più per esempio da Benedetti, solo 8˚ negli 800). Una citazione merita però Marzia Caravelli, friulana trapiantata a Roma che a 28 anni s’è presa il lusso di togliere 24/100 al personale e di diventare con 13"10 la quarta italiana di sempre nei 100 hs dopo Tuzzi, Cattaneo e Macchiut. Il suo sesto posto vale come una vittoria.

ASTA PAURA PER IL FINLANDESE MEKONNEN: CADE NELLA FOSSA, MA SE LA CAVA CON DUE COSTOLE INCRINATE

Gibilisco: «Un 5.60 a me non basta» Il 31enne ex iridato è terzo: «Posso battere Lavillenie Poi farò il tecnico» 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

BERGEN dGiuseppe Gibilisco

non si smentisce mai. Il terzo posto con 5.60 non può accontentare uno come lui. A 31 anni, un campione del mondo cerca qualcosa si più.

Perché non si accontenta di essere tornato una delle punte della squadra italiana?

«Perché ero venuto qui per vincere. Gareggio sempre per vincere. Il francese Lavillenie è bravo, ma non è imbattibile. Non mi considero inferiore». Ma si è confermato oltre i 5.60, superati alla terza prova quando il rischio è altissimo...

«Questo va bene perché mi sono posto l’obiettivo di saltare almeno 5.60 a ogni gara. Finora ci sono riuscito. A 5.70 al secondo tentativo ho esaurito i quattro errori concessi nell’Europeo a squadre, se avessi avuto un salto in più ce l’avrei fatta e mi sarei giocato la vittoria». Il terzo posto è comunque la

Ma intanto lei continua a fare l’atleta.

Barcellona punto in alto. Ma cercherò le grandi misure anche ai prossimi meeting: non farò gli Assoluti, ma sarò sicuramente a Losanna e Parigi. Vi farò divertire». Ieri non si è divertito invece il finlandese Matti Mekonnen che, dopo aver superato i 5.25, ha fallito nettamente il primo tentativo a 5.40 ricadendo di schiena nella fossa fra i sacconi. Attimi di panico perché il finnico sembrava privo di coscienza, ma dopo il trasporto in ospedale, i controlli sono stati rassicuranti: due costole incrinate e un forte dolore al fianco sinistro. E’ andata bene.

«Voglio farlo ad alto livello, a

f.n.

conferma che la scuola di Formia funziona sempre. In tribuna c’era Manuel Margesin...

«Ecco, quello che voglio dimostrare è che esiste una scuola italiana dell’asta: coi tecnici Margesin e Pilori stiamo seguendo una strada sulla quale si stanno inserendo anche Piantella e la Scarpellini che qui ha fatto bene. In futuro vorrei mettere anche la mia esperienza al servizio di tutti gli astisti che vogliono seguire la mia strada. Non dico di fare l’allenatore, ma quasi. Non esistono solo i russi, i francesi...»

Beppe Gibilisco, 31 anni, terza volta in 15 giorni ad almeno 5.60 COLOMBO

LA GUIDA La 4x400 uomini è 4ª: 3’04"52 Uomini. 200. I (+0.4): 1. Mbandjock (Fra) 20"55; 2. Tsakonas (Gre) 20"69; 3. Ernst (Ger) 20"77. II (+1.0): 2. R. Donati 21"01 (8˚). 800: 1. Borzakovskiy (Rus) 1’45"41; 2. Rimmer (Gb) 1’45"62; 3. Lewandowski (Pol) 1’45"74; 8. Benedetti 1’48"50. 3000: 1. Espana (Spa) 8’19"39; 2. Labovskyy (Ucr) 8’20"01; 3. Smirnov (Rus) 8’20"11; 6. La Rosa 8’20"39. 110 hs. I (-0.1): 1. Turner (Gb) 13"48; 2. Noga (Pol) 13"54; 3. Quinonez (Spa) 13"67. II (-0.5): 2. Tedesco 13"78. 3000 sp: 1. Szymkowiak (Pol) 8’31"53; 2. Uliczka (Ger) 8’33"39; 3. Keskisalo (Fin) 8’33"41; 7. Villani 8’39"72. Asta: 1. Lavillenie (Fra) 5.70; 2. Czerwinski (Pol) 5.60; 3. Gibilisco 5.60. Triplo: 1. Kuznyetsov (Ucr) 17.26 (+0.9); 2. Idowu (Gb) 17.12 (+1.3); 3. Tangho (Fra) 17.10 (+1.1); 4. Donato 16.81 (0.0). Disco: 1. Harting (Ger) 66.80; 2. Malackowski (Pol) 65.55; 3. Pishchalnikov 63.72; 10. Zitelli 55.67. Giavellotto: 1. De Zordo (Ger) 83.80; 2. Thorkildsen (Nor) 82.98; 3. Mannio (Fin) 81.71; 10. Tamberi 71.29. 4x400. I: 1. Russia (Dyldin, Kruglyakov, Trenikhin, Krasnov) 3’01"72; 2. Gran Bretagna 3’03"50; 3. Ucraina 3’04"21; 4. Italia (Barberi, Galletti, Fontana, Licciardello) 3’04"52 (m.p.i. ’10). Donne. 200. I (+1.8): 1. Bryzhina (Ucr) 22"71; 2. Chermoshanskaya (Rus) 22"86; 3. Jacques-Sebastien (Fra) 23"06. II (+0.7): 3. G. Arcioni 23"91 (9ª). 1500: 1. Mishchenko (Ucr) 4’05"32; 2. England (Gb) 4’05"70; 3. Kareiva (Bie) 4’07"98; 5. Cusma 4’08"53 (m.p.i. ’10). 5000: 1. Mockenhaupt (Ger) 15’17"38; 2. Pavey (Gb) 15’17"87; 3. Grrvdal (Nor) 15’25"40; 7. Dal Ri 15’39"21 (pb). 100 hs. I (-0.3): 1. Dektyareva (Rus) 12"68; 2. Nytra (Ger) 12"81; 3. Vukicevic (Nor) 12"87. II (+0.9): 2. Caravelli 13"10 (pb, m.p.i. ’10). Alto: 1. Di Martino 2.00; 2. Shkolina (Rus) 1.98; 3. Friedrich (Ger) 1.98; 4. Beitia (Spa) 1.95. Lungo: 1. Lesueur (Fra) 6.78 (+1.3); 2. Kucherenko (Rus) 6.67 (+1.4); 3. Renstrom (Nor) 6.49 (+0.9); 11. Cipolloni 5.76 (+1.6). Peso: 1. Adveyeva (Rus) 19.14; 2. Lammert (Ger) 18.31; 3. Rosa 17.77. Martello: 1. Heidler (Ger) 73.24; 2. Lysenko (Rus) 70.21; 3. Pchelnik (Bie) 69.86; 9. Claretti 66.19. 4x400. I: 1. Russia (Zadorina, Ivanova, Antyukh, Ustalova) 3’23"76 (m.p.m. ’10); 2. Ucraina 3’27"60 (3ª); 5. Italia (Bazzoni, Milani, Reina, Grenot) 3’31"16 (7ª, m.p.i. ’10). II: 1. Germania 3’26"96 (2ª).

R.Ceca, Svezia e Portogallo promosse Repubblica Ceca. Svezia e Portogallo, finite nell’ordine a Belgrado (1ª divisione), ritrovano la serie maggiore persa lo scorso anno. PRIMA DIVISIONE (a Budapest) Uomini. 200 (+1.2): Hession (Irl) 20"46; Wissman (Sve) 20"76. 400: J. Borlee (Bek) 44"99; Gillick (Irl) 45"29. 110 hs (+1.1): Kiss (Ung) 13"32. Alto: Baba (R.Ceca) 2.28; Thornblad (Sve) 2.25. Triplo: Olsson (Sve) 17.29 (0.0); Oprea (Rom) 16.73 (0.0). Disco: Kanter (Est) 68.76; Kovago (Ung) 66.64. Donne. 1500/3000 sp: Augusto (Por) 4’09"78/9’24"37. 3000: Moreira (Por) 8’53"65. 5000: Abeylegesse (Tur) 15’09"31. 100 hs (+2.1): Yanit (Tur) 12"74. Alto: Green (Sve) 1.94. Lungo: Gomes (Por) 6.69 (+0.1). Giavellotto: Spotakova (R.Ceca) 67.63. Classifica: R.Ceca* 355.5; Svezia* 323.5; Portogallo* 295.5; Romania 287; Ungheria 275; Olanda 274.5 (* promosse). SECONDA DIVISIONE (a Belgrado). Uomini. 800/1500: Nava 1’51"74/3’48"45. Triplo: Valukevic (Slk) 17.18 (+1.3). Giavellotto: Vasilevskis (Let) 84.08. Donne. Alto: Vlasic (Cro) 1.94. Lungo: Spanovic (Ser) 6.78 (+0.9). Triplo: Veldakova (Slk) 14.33 (+2.4; r. 14.32/+1.3). Martello: M. Marghiev (Mol) 70.29. Classifica: Svizzera 207. TERZA DIVISIONE (a Marsa). Classifica: 1. Danimarca 519.

ALTRE NOTIZIE A PAGINA 51

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

TENNIS WIMBLEDON AL VIA DIRETTA SKY DALLE 13

Federer: corsa a tre Rafael Nadal, 24 anni, ha trionfato a Londra nel 2008

Centrale

(ore 14) Federer (Svi) c. Falla (Col); Robson (Gb) c. Jankovic (Ser); Djokovic (Ser) c. O. Rochus (Bel)

Campo 2

Clijsters (Bel) c. Camerin; Schiavone c. Dushevina (Rus). Gonzalez (Arg) c. Hewitt (Aus).

Campo 12

Berdych (R.Cec) c. Golubev (Kaz) Henin (Bel) c. Sevastova (Let)

Campo 14

Starace c. Kohlschreiber (Ger)

Campo 15

Lorenzi c. Montanes (Spa)

IN TV

Diretta Sky Sport 2, 3 e Extra, con la scelta di sei campi.

NADAL

(ore 13) Anderson (S.Af) c. Davydenko (Rus); Ram (Usa) c. Roddick (Usa); De Los Rios (Par) c. V. Williams (Usa)

FEDERER

Campo 1

Roger Federer, 28 anni, ha vinto sei Wimbledon

DAL NOSTRO INVIATO

VINCENZO MARTUCCI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

LONDRA dIl sorteggio dice Fe-

derer (fino ai quarti, presumibilmente con Berdych, non dovrebbe avere problemi). I bookmakers dicono Federer: dopo i 6 trionfi a Wimbledon nelle ultime 7 finali di fila, lo danno vincitore a 2.37 (davanti a Nadal 3.25, Murray 8, Roddick 13, Soderling 17, Djokovic 21, Hewitt 26).

Grandi numeri L’ex padrone «del giardino», Pete Sampras, dice di Federer: «I miei 7 Championships? Roger ne vincerà talmente tanti che ci vorrà poco per superarlo: sarà un grande numero, al livello di Martina Navratilova, anche 10. Ogni volta che ci giocherà sarà competitivo, sull’erba

Andy Roddick, 27 anni, ha giocato tre finali a Londra

RODDICK

y

«Nadal è un duro Roddick, che fatica» Roger giudica i rivali e scopre un nuovo ruolo: «Ho motivato la Svizzera di calcio e non perde più»

non ha punti deboli e non gli fa paura niente». Federer scommette su Federer: «Il mio gioco è fatto per l’erba. Fin da quando ci ho giocato da junior e poi ho battuto Pete nel 2001, e quando ho vinto per la prima volta, nel 2003, ho sempre pensato di avere una chance di vincere qui. E, anche se è sempre dura vincere gli Slam, l’esperienza che ho qua sopra mi fa superare match altrimenti duri. Infatti, prima, sono più calmo che mai».

DONNE LA CAMPIONESSA DEL ROLAND GARROS OGGI CONTRO LA DUSHEVINA

Schiavone: «Dimenticare Parigi, si gioca sull’erba» 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

LONDRA dVista da Wimbledon,

Italia-Nuova Zelanda è le imprecazioni col silenziatore di Bracciali e Fognini — le bimbe di coach Sartori sono accucciate davanti alla tv come i cuccioli della Carica dei 101 —, i sussurri delusi di capitan Barazzutti, l’eccitazione patriottica di Starace (con tricolore sulla guancia), la silenziosa frustrazione di Seppi e Pennetta. Ma non ha la prorompente vivacità di Francesca Schiavone. Che, ufficialmente: «Doveva vedere la partita a casa, coi ragazzi, forse non sapeva che erano tutti qui». Ma è evidente che, a poche ore dall’esordio a Wimbledon di oggi, la regina di Parigi avverta per la prima volta la pressione dei forti, che è completamente diversa da quelli dei secondi, e degli altri. Souvenir Due settimane dopo, Francesca deve scrollarsi di dosso, quasi con violenza, il legittimo sorrisetto di compiacimento: «Mi ricordo continuamente di Parigi, cerco di ripe-

termi: "Sei qui e devi giocare Wimbledon". Ma tutti sono curiosi e mi chiedono. Del resto mi piace la gente che mi avvicina e mi dice: "Mi hai dato delle grandi emozioni". E’ per questo che gioco a tennis. Ma dovendo giocare qui mi piace meno». Francesca è orgogliosa, e vuole soprattutto vincere, a dispetto della sbornia del primo trionfo Slam, pochi giorni prima dei 30 anni (mercoledì): «Mi sento bene, quando vinci qualcosa di importante hai sempre una sensazione fantastica, ma questa è una superficie differente, come anche il tempo. E devo stare concentrata. Perché niente arriva gratis. E l’erba è una superficie fantastica, ma dura: devi trovare le buone sensazioni. Una volta la sento veloce e un’altra lenta, devi giocare sempre al 100%. Mi aiutano i quarti che ho raggiunto l’anno

«Tutti mi chiedono dello Slam vinto, devo trovare la concentrazione». Favorite sempre le Williams

SUL SUNDAY TIMES «Dolce vita» il titolo della doppia pagina dedicata dall’inglese Sunday Times a Francesca

scorso: so che posso giocarci bene». Favorite Serena Williams la mette sul ridere: «Al nostro paesello arriva la regina, devo essere sicura di essere ancora in gara. Magari potrò incontrarla. Non credo che dovrò inginocchiarmi, sarebbe troppo, probabilmente farò un inchino, muovendo molto le braccia». Lei (5 finali e 3 titoli) e la sorella (8 finali e 5 titoli), con quel servizio da uomo, sono le favorite per un quinta finale insieme ai Championships. Venus è carica: «Ho appena compiuto 30 anni, ma quando mi guardo allo specchio, senza rughe, mi vedo bene. Il tennis non ha età, non è come prima che a 27 anni eri vecchia, ora è quando capisci meglio il gioco. E’ un vantaggio, in campo». Sogno Dietro le quinte si tifa Justine Henin, che è tornata al tennis proprio per colmare l’unico buco nello Slam. Martina Navratilova ci gira attorno: «Spero in una finale non tutta Williams, la gente non rimane coinvolta, non le sente nemiche». Maria Sharapova ricorda: «Nel 2004 vincevo io, sembra davvero tanto tempo fa». v.m.

Controllo Roger è oltre, con i suoi 16 Slam-record: «Dopo che hanno perso con il Lussemburgo, coach Ottmar Hitzfeld mi ha chiamato per fare un discorso alla nostra nazionale di calcio — chissà, magari un giorno farò il motivatore: mi chiedono di parlare a convegni, banche — ho parlato di come gestire la pressione, gli ho dato qualche motivazione, gli ho ricordato che erano già in grado di gestire le situazioni. Da allora, non hanno più per-

so un match ufficiale: se hanno preso da me l’1% sono contento». Sulla carta, Nadal è ancor l’unico vero antagonista: «Il suo livello sulla terra è supremo, è impressionante come gioca sul rosso». E va rispedito sotto i riflettori: «Rafa è sempre più offensivo, in generale, partendo da quel formidabile dritto con il quale può centrare una moneta da qualsiasi parte del campo. Altrimenti non avrebbe vinto Australian Open e Wimbledon, e non sarebbe incredibilmente duro da battere anche sull’erba. Bravo, si merita di essere tornato numero 1 del mondo al posto mio». Roddick ancora si lecca le ferite dopo il 16-14 del quinto set in finale, meglio non accenderne le polveri: «Ricordo soprattutto quel rovescio che ha sbagliato, le palle-break che ho salvato, i 50 ace che ho fatto, il match point e quando ho alzato la coppa». Murray è sparito dopo la finale di gennaio agli Australian Open: «Lì aveva giocato benissimo, qui si torna a giocare al meglio dei 5 set, e tornano favoriti i grandi nomi. Andy compreso». Sogno reale E’ l’ennesima pacca sulle spalle per l’eroe di casa. Che, da quella seconda finale Slam persa con Federer, ha vinto 8 partite, ne ha perse 11, e non è andato oltre i quarti di finale. Con la regina che torna a Wimbledon giovedì (dal 1977) e vorrebbe assistere a un suo successo come fece con Virginia Wade. Altro che minus di pressione per i Mondiali di calcio. «Campione di Wimbledon? L’esperienza aiuta, ci provo». Campione di Wimbledon: «Potrebbe essere una cosa molto difficile, qualcosa con cui imparare a vivere, ma lo vorrei tanto». C’è un posto libero al corso del motivatore Federer.

y la ribalta

LE QUOTE DI TOMMASI

QUOTE Uomini:

Federer 5/2, Nadal 4/1, Roddick e Djokovic 8/1, Murray e Soderling 12/1, Hewitt 15/1, Cilic, Berdych, Youznhy, Gulbis 20/1. Il campo (la vittoria di un giocatore che non ha una quota individuale) 10/1 Donne: Serena

Williams 2/1, Venus Williams 5/1, Clijsters e Henin 8/1, Jankovic e Stosur 12/1, Schiavone e Pennetta 20/1. Il campo 8/1

A

di RINO TOMMASI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

Italia ok in Francia Ma il futuro dov’è? Da molti anni ho l'abitudine di compilare una classifica a punti alla conclusione di ogni prova del Grande Slam per misurare la consistenza dei vari movimenti tennistici. L’effetto Schiavone s’è fatto sentire al Roland Garros dove l’Italia nel femminile s’è piazzata al 2o posto, dopo la Russia, presente con 19 giocatrici. A Parigi hanno fatto abbastanza bene anche gli uomini. La vittoria di Fognini sul 2o giocatore francese, Gael Monfils, e la presenza in tabellone di sei italiani ci sono valsi un 7o posto nel maschile e una eccellente 5a posizione in una classifica mista. A fronte di queste positive indicazioni ce ne sono altre meno favorevoli. C’è poco ricambio nei due settori. Schiavone e Pennetta non sono tennisticamente giovanissime, Bolelli e Seppi sono fermi da qualche anno sugli stessi valori e Fognini stenta a prendere quota. Inoltre — è il motivo di maggiore preoccupazione — non abbiamo giovani di buon livello internazionale. A Parigi eravamo assenti nel femminile juniores, nel maschile i due nostri giocatori sono usciti al 1o o al 2o turno, la recente edizione dell’Avvenire non ci ha fornito risultati incoraggianti. A Wimbledon solo la Oprandi ha superato le qualificazioni. Abbiamo bisogno che Schiavone e Pennetta resistano e che i ragazzi si sveglino. Stampato e distribuito da NewspaperDirect

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TUTTENOTIZIE & RISULTATI ATLETICA

SCHERMA: SCIABOLA A NEW YORK

Montano, il bis in cinque giorni E’ il decimo successo di Coppa dDue su due: Aldo Montano vince ancora. Cinque giorni dopo il trionfo a Isla de Margarita l’olimpionico di sciabola ad Atene 2004 si è imposto anche a New York per il decimo trionfo nella Coppa del Mondo. Nell’ultima tappa della stagione di Coppa , Montano ha azzeccato la giornata perfetta. «E’ tornato Montano» aveva commentato il c.t. Giovanni Sirovich dopo il Venezuela. E ieri soltanto un avversario, il sudcoreano Won in semifinale, è riuscito ad andare in doppia cifra contro il 31enne livornese che in carriera tra la collezione di trofei non ha la Coppa del Mondo generale.

Risalita Un avvio di stagione opaco — nelle prime 5 gare ha raccolto un decimo posto come miglior risultato — poi Montano è tornato in pedana a maggio con un ritmo da vertice: nelle ultime quattro settimane ha raccolto un nono posto (a Padova), un terzo (a Madrid) e gli ultimi due successi che valgono il rilancio in una stagione che ora attende i campionati italiani, il prossimo fine settimana a Siracusa, gli Europei di luglio a Lipsia e i Mondiali di novembre a Parigi. Un altro segnale dell’equilibrio raggiunto tra i collegiali con la nazionale —

IPPICA: GP PRIMI PASSI

si allena con la squadra azzurra — e gli allenamenti con il maestro Bauer, c.t. azzurro ai tempi del suo oro olimpico e da 3 anni alla guida della Cina. Oggi sarà a Milano ospite della sfilata di Richmond. Altri due azzurri sono entrati nella finale a 8: Luigi Samele (sconfitto nei quarti da Limbach 15-10) e Marco Tricarico (battuto 15-8 da Won). Nella gara femminile si è imposta la Zagunis, la migliore delle azzurre è Irene Vecchi, decima.

Aldo Montano, 31 anni, non ha mia vinto la Coppa del Mondo MINOZZI

PALLANUOTO: FINALE DONNE

Risultati. New York, coppa del Mondo sciabola. Uomini, finale: Montano (ITA) b. Apithy (Fra) 15-7; semifinali: Apithy (Fra) b. Limbach (Ger) 15-14; Montano b. Won (S.Cor) 15-12; quarti: Limbach (Ger) b. Samele 15-10; Montano b. Homer (Usa) 15-7; Won (S.Cor) b. Tricarico 15-8. Sedicesimi: Apithy (Fra) b. Tarantino 15-13; Lontay (Ung) b. Occhiuzzi 15-14. Classifica: 1. Montano; 2. Apithy (Fra); 3. Limbach (Ger) e Won (S.Cor); 5. Samele; 7. Tricarico; 8. Homer (Usa); 12. Murolo; 18. Tarantino; 21. Occhiuzzi; 27. Pastore. Donne. Finale: Zagunis (Usa) b. Benko (Ung) 15-13; semifinali: Benko (Hun) b. Perrus (Fra) 15-12; Zagunis (Usa) b. Velikaia (Rus) 15-4. Ottavi: Muhammad (Usa) b. Vecchi 15-14; Zagunis (Usa) b. Marzocca 15-11; sedicesimi: Aksamit (Usa) b. Bianco 15-9; Kharlan (Ucr) b. Gregorio 15-9.

CANOA: SLALOM

Blu Constellation Un rigore di Miceli doma la Fiorentina un missile a S. Siro Catania, il 18˚ scudetto è un brivido

Coppa del Mondo Domina Molmenti

La stagione italiana di galoppo continua a essere segnata dallo stesso team, quello della scuderia Incolinx che ha come trainer Vittorio Caruso e come fantino Mirco Demuro. Ieri a San Siro, lo squadrone dell’ingegner Romeo, ha portato a casa anche il Premio Primi Passi con Blu Constellation, che ha conquistato il secondo successo in tre uscite. Il figlio di Orpen, particolarmente a suo agio sul terreno pesante, ha preceduto agevolmente Avatar Day e Step Up.

Daniele Molmenti ha vinto la prima prova di Coppa del Mondo di slalom a Praga. L’azzurro della Forestale ferma il cronometro sull’1’32"62 davanti al padrone di casa Hilgert a (1’34"02) e allo svizzero Kurt (1’34"68). Solo sesto il detentore del trofeo, lo sloveno Peter Kauzer. Una finale alla quale Molmenti era riuscito ad avere accesso grazie ad una semifinale pulita e senza sbavature. In finale Daniele ha chiuso con zero penalitá con un capolavoro nel passaggio delle ultime due porte in risalita del percorso quando riesce ad evitare il tocco con una torsione straordinaria e spettacolare del busto. «E’ stata una giornata ideale — ha detto il vincitore — dopo la semifinale ho studiato una strategia vincente con il mio tecnico Ferrazzi e ho solo messo in campo la teoria classica dello slalom: centrale tra le porte e senza rischi. Il braccio ha fatto poi la differenza». Si ferma invece in semifinale la prova degli altri azzurri impegnatiovvero Diego Paolini, Riccardo de Gennaro e Cristina Giai Pron.

4ª corsa - Pr. Primi Passi - (gr. 3) - m 1200: 1 Blu Constellation (M. Demuro); 2 Avatar Day; 3 Step Up; 4 Free Winner; (1¼-2¼-2½) Tot.: 3,50; 1,58, 2,10, 1,37 (12,14) Trio: 78,89.

ITALIANO RECORD A FIRENZE Uno strepitoso Italiano domina a Firenze il Premio Duomo e dimostra che il successo nel Lotteria non è casuale. Subito al largo del leader Filipp Roc, il figlio di Giant Cat è passato ai 600 finali e ha dominato in 1.11.8, nuovo record della classica fiorentina. 5ª corsa - Pr. Duomo - m 1660: 1 Italiano (G. Di Nardo) 1.11.8; 2 Irambo Jet; 3 Linda di Casei; 4 Leroy Giò; Tot.: 2,65; 1,62, 2,88, 3,47 (18,19) Trio: 251,14.

Blu Constellation a S. Siro DE NARDIN

Alla fine di gara-5, la squadra catanese festeggia lo scudetto D’AGATA ORIZZONTE-FIORENTINA 10-9 (1-3, 3-3, 2-2, 4-1) GEYMONAT ORIZZONTE: Brancati, Miceli 2 rig., Garibotti 2, Radicchi 1, Di Mario 2, Salanitro, Bosello 1, Ragusa, Gil 2, Musumeci, Coppolino, Maugeri, Messina. All. Formiconi. FIORENTINA: Gigli, Biancardi 2, Lavorini, Colaiocco, Corrizzato, Casanova 1, Dravucz 3, Masi, M.De Magistris, Cotti 1, Abbate 1, Frassinetti 1, Giachi. All. G.De Magistris. ARBITRI: Gomez e Paoletti. NOTE: sup. num. Orizzonte 8 (3 gol), 12 (4). Usc. 3 f. Radicchi, Bosello, Ragusa, Dravucz, Abbate nel 4˚ t.

sirena, ma il gran finale delle siciliane è merito soprattutto di Garibotti (doppietta). L’ultima superiorità numerica della Fiorentina, a 21" dal termine, non è sfruttata da Biancardi. «È un titolo che dedico alle mie compagne — dice Miceli —, le motivazioni ce le hanno dati gli stessi avversari per le cattiverie sul caso Bosurgi». «È un successo — chiude il tecnico Formiconi, lanciato in acqua — che mi ricorda l’oro conquistato ai Giochi di Atene con la Nazionale».

CATANIA (l.m.) Il 18˚ scudetto dell’Orizzonte arriva dopo una splendida partita con la Fiorentina. La squadra catanese, sul tetto d’Italia dal ’92 (con una sola interruzione nel 2007, vincitrici proprio le toscane), impacciata in avvio di questa gara-5, rimonta dopo essere stata sotto anche di tre gol (1-4, 2-5, 4-7). Gianni De Magistris alla fine accusa gli arbitri per non aver assegnato un rigore su Casanova: «Ma onore comunque all’Orizzonte. Noi abbiamo pagato l’uscita per falli di Dravucz». Il tricolore porta la firma di Miceli, rigore del 10-9 a 1’17" dalla

Albo d’oro: 1985-1991 Volturno; 1992-2006 Orizzonte; 2007 Fiorentina; 2008-2010 Orizzonte. SETTEROSA Ultima giornata della 2a tappa di World League donne a Messina: l’Italia sperimentale chiude con un sorprendente 10-9 sulla Russia, l’Ungheria batte la Germania 15-13. Class.: Russia* 21; Ungheria* 17; Germania 10; Italia, Gran Bretagna 6. (* alle finali) SETTEBELLO Da oggi al 29 giugno, collegiale a Pescara. Il c.t. Campagna ha convocato N.Gitto, Presciutti, Negri, Baraldi, Gallo, D.Fiorentini, Giacoppo, Pastorino, Aicardi, Felugo, Figari, Figlioli, Tempesti, Mangiante, Giorgetti, Bini, Luongo, Deserti, C.Mirarchi e F.Lapenna (che torna a Recco da Firenze).

Tricolori giovanili: ok Bencosme-Vallortigara PESCARA — Ai tricolori giovanili in evidenza gli juniores Jose Bencosme, al personale sui 400 hs (51"04) e la coppia Vallortigara-Vitobello, a 1.88 e 1.86 in alto. Uomini. Juniores. 200 (-0.4): Valentini 21"43; Bencosme 21"64. 1500: Razine 3’53"53. 400 hs: Bencosme 51"04; Patano 53"39. Peso: Secci 19.69. Marcia km 10: Stano 43’08"01. 4x400: F. Gialle 3’18"02. Promesse. 200 (-1.5): Manenti 21"19; Berdini 21"33. 1500: Bellino 3’49"49. 400 hs: Gallina 51"53; Panizza 51"64; Capotosti 51"92. Lungo: Bianchi 7.43 (+1.2). 4x400: Cus Torino 3’15"36. Marcia km 10: Adragna 42’48"73. Donne. Juniores. 200 (-2.0): Hooper 24"31; Maffioletti 24"48 (b. 24"23/-2.0). 1500: Viola 4’27"10. 400 hs: Latini 59"98. Alto: Vallortigara 1.88; Vitobello 1.86. 4x400: Fanfulla 3’49"74. Promesse. 200 (-2.4): Paoletta 23"89; D’Angelo 24"14. 1500: Samiri 4’27"77. 400 hs: Marone 59"55; Ricci 59"77. Asta: Benecchi 4.00. Lungo: Di Loreto 6.16 (-0.5). Disco: Strumillo 45.88. 4x400: Atl. Fermo 3’54"24.

BASEBALL

Parma-Nettuno sospesa (m.c.) La pioggia ferma la terza sfida Parma-Nettuno, coi laziali sull’1-0 al 4˚. Gara-3. Godo-Catania 12-0 (7˚). Punti, Catania 000. 000.0: 0 (2-3); Godo 830.001.X: 12 (11-1). Lanc.: v. Sikaras (2bv-6so), p. Torres (0.2rl-7bv). San Marino-Rimini 6-7. Punti, Rimini 302.000.200: 7 (9-1); San Marino 103.000.011: 6 (13-1). Lanc.: v. Serrano, p. Bonilla, s. Di Roma. Bologna-Grosseto 7-5. Punti, Grosseto 001.010.030: 5 (10-0); Bologna 000.000.07X: 7 (8-2). Lanc.: v. Milano, p. Luciani. Cariparma-Nettuno rinv. Classifica: Parma 687 (22-10); San Marino e Bologna 667 (22-11); Rimini 636 (21-12); Nettuno 562 (18-14); Grosseto 515 (17-16); Godo 181 (6-27); Catania 090 (3-30).

BEACH VOLLEY WORLD TOUR (c.f.) A Praga, nella 6ª tappa maschile dello Swatch World Tour, poker stagionale per Rogers-Dalhausser (Usa): 2-1 in finale su Emanuel-Alison (Bra). Terzo Brink-Reckermann (Ger). Nel Satellite Cev di Costanza (Rom) successi dei russi Likholetov-Romashkin e delle tedesche Köhler-Sude. Settimi Cavaliere-Zauli, tredicesime Cella-Rosso. TRICOLORE (c.f.) Nella prima tappa del Tricolore, a Pescara, Tomatis-Ranghieri in finale superano 2-0 Amore-Cicola. Settimi Cisolla-Casadei. Tra le donne vittoria di Gioria-Momoli, 2-0 a Campanari-Fanella.

BOXE

A Stintino Irlanda travolta (m.moro.) A Stintino (Ss), così l’Italia Youth e Elite con l’Irlanda (negli Elite priva dei medagliati europei). Youth: kg 48 Myers b. Cappai; 51 Casey b. Cubeddu; 57 Licheni b. McDonagh; 60 Cosenza b. Forde; 69 Broadhurst b. Morello; 91 Turchi b. Afanasev. Elite: 51 Ferramosca b. Shane; 57 Parrinello b. Coughan; 64 Melis b. Murray; 69 Di Luisa b. Redmond; 75 Grieco b. Upton; 81 Del Monte b. Hogan; +91 Rossano b. Turner, Vecchi b. Ramsey.

SECONDA TRIS Ad Albenga (1ª corsa, ore 14) indichiamo Ledoyen (13), Gretel Axe (20), Giuditta Wise (18), Geisha Cup (3), Grizzly Ramp (12) e Lilian del Cigno (6). SI CORRE ANCHE A Taranto (15.35), Varese (18.45), Napoli (g. 15.30).

NUOTO

Campionato a squadre Pescara (50 m., finali dirette). Uomini, 50 sl: 1. Rolla 22"70; 2. Dotto 22"93. 100-200 sl: 1. Magnini 50"97, 1’49"45 (Maglia 51"32, 1’51"03). 400 sl: 1. De Lucia 3’55"15; 2. Brembilla 3’55"60. 800 sl: 1. Busato 8’07"29; 2. Cleri 8’08"92. 1500 sl: 1. De Lucia 15’36"95; 2. Cleri 15’38"06. 50-100 dorso: 1. Lestingi 26"30, 55"72. 200 dorso: 1. Aversa 2’02"62. 50 rana: 1. Terrin 28"65. 100 rana: 1. Toniato 1’01"82. 200 rana: 1. Bossini 2’15"93. 50-100 farf.: 1. Codia 24"70, 54"95. 200 farf.: 1. Calzolari 2’01"52; 2. Iacobone 2’01"60. 200 mx: 1. Boggiatto 2’04"07. 400 mx: 1. Battistella 4’28"30. 4x100 sl: 1. Larus (2ª f. Magnini 48"66) 3’22"36; 2. Aniene 3’25"48; 3. Ispra 3’25"54. 4x100 mx: 1. Aniene 3’44"83 (1ª f. Lestingi 55"97). Donne. 50-100 sl: 1. Ferraioli 26"32", 56"40. 200 sl: 1. Pellegrini 2’00"37; 2. Carpanese 2’02"91; 3. Zoccari 2’03"74; 4. Buratto 2’03"94. 400 sl: 1. Pellegrini 4’15"71 (2’07"91). 800 sl: 1. Caramignoli 8’44"69. 1500 sl: 1. Bruni 16’33"97; 2. Caramignoli 16’39"81; 3. Consiglio 16’42"10. 50 dorso: 1. Gemo 29"94; 2. De Nardi 30"06. 100 dorso: 1. Armellini 1’03"50; 2. De Nardi 1’03"66. 200 dorso: 1. Filippi 2’13"47; 2. Ioppi 2’14"26; 3. Lucconi 2’16"91. 50 rana: 1. Plos 32"62; 2. Damiani 32"72. 100-200 rana: 1. Damiani 1’11"24, 2’34"71. 50 farf.: Gemo 27"17. 100 farf.: 1. Segat 1’00"37; 2. Migliori 1’01"65. 200 farf.: 1. Giacchetti 2’12"51. 200 mx: 1. Segat 2’18"30; 2. Filippi 2’19"70. 400 mx: 1. Filippi 4’46"85 (1’06"84, 2’16"74, 3’40"21); 2. Giacchetti 4’53"81. 4x100 sl: 1. Aniene 3’48"97 (4ª f. Pellegrini 55"36). 4x100 mx: 1. Aniene (1a f. Gemo 1’03"93, 4ª f. Pellegrini 56"19) 4’11"31; 2. Larus 4’14"15 (1ª f. De Nardi 1’03"54); 3. Forum 4’16"38; 4. Aurelia (1ª f. Filippi 1’04"46) 4’16"71. Classifica società: 1. Aniene 306; 2. Ispra Swim Planet 235; 3. Larus Roma 199; 4. Forum Roma 196; 5. Plain Team Veneto 176.50; 6. Aurelia Roma 173.50; 7. RN Torino 143; 8. Salaria 125 (ultime 2 in B).

PENTATHLON COPPA MONDO (g.l.g.) Nella finale di coppa del mondo a Mosca, Nicola Benedetti quarto con 5756 punti dietro all’ungherese Marosi (5828), al russo Frolov (5800) e al ceco Svoboda (5788). Ottavo De Luca a 5696, Giancamilli 18˚ con 5530. Tra le donne, Cesarini 20ª con 4888 punti; Coppa alla Schoneborn (Ger) con 5348.

RUGBY

Castro, è contrattura Sabato forse ce la fa Contrattura dorso-lombare di origine non traumatica per Martin Castrogiovanni, uscito sabato al 18’ di Sudafrica-Italia: al calcio d’inizio il pilone azzurro ha sentito un fastidio, acutizzato nelle prime mischie. Lo staff lavora per farlo giocare sabato a East London nel secondo test con gli Springboks. Decisione giovedì.

Romania-Italia A 27-22

MONDIALI (r.g.) A Oakland (Usa), nella sfida valida per il Supersix, Andre Ward (21), oro ad Atene 2004, ha mantenuto la cintura supermedi Wba battendo Allan Green (29-2) con verdetto unanime. A S. Juan del Rio (Mes), nel derby locale, Nino Romero (29-3-2) spodesta Rodel Mayol (26-5-2) per la cintura minimosca Wbc.

Italia A sconfitta dalla Romania 27-22 (p.t. 14-16) nell’ultima giornata della Nations Cup a Bucarest. Partita decisa da un giallo a Ravalle nel finale, costata un parziale di 10-0. Per l’Italia meta di Sgarbi, 5 c.p. e 1 tr. Orquera. Il trofeo alla Namibia, ieri 21-16 alla Georgia; Argentina Jaguars-Scozia A 33-13.

IN ITALIA (r.g.) A Cisterna (Lt) il piuma Pisanti (6-1) batte Laribi (Mar, 4-5-2) p 6. A Baganzola (Pr), welter: Frezza (8-2-2) b. Hajrusi (Mng, 3-2) p.6. A Vottignano (Cn), mosca: Bersano (1) b. Grigoriu (Rom, 1-1) kot 2. A Potenza, welter: Di Palmo (6-1-1) b. Nikolov (Bul, 5-4) kot 3. A Nizza (Fra) il welter Sansoni (2-7) battuto per split decision da Arjevanishvili (Geo, 6-0-1) 6 t.

TEST Pacific Cup ad Apia (Samoa): Figi-Tonga 41-38; Samoa-Giappone 23-31. Churchill Cup a Harrison, Usa: Usa-Francia A 10-24. Per la Francia mete di Arias e Forestier, 1 c.p. e 3 tr. Beauxis.

CANOTTAGGIO COPPA DEL MONDO Dominio della Gran Bretagna nella 2ª tappa di Coppa a Monaco, senza barche azzurre: cinque vittorie su 14 nelle specialità olimpiche.

HOCKEY GHIACCIO RICHIESTA VIPITENO (m.l.) Il Vipiteno (A-2) ha chiesto l’ammissione alla A-1. Secisione e formula dei campionati il 16 luglio. Termine per l’iscrizione il 30 giugno.

HOCKEY PRATO

Donne, titolo al San Saba (g.l.g.) Scudetto femminile a Roma: nella partita decisiva a Bra (Cn), la Seneca San Saba ha vinto 3-2.

IPPICA GRANDE SOUMI Christophe Soumillon ora vince anche in ostacoli. Il top jockey belga ha infatti conquistato ad Auteuil nientemeno che la Gran Corsa Siepi (gr. 1, m 5100) in coppia con Mandali. QWERTY A PARIGI Ieri a Vincennes Prix Rene Balliere (m 2100) a Qwerty, allevato, allenato, di proprietà e guidato da Pierre Levesque. Qwerty, a segno in 1.10.6, ha preceduto Nouba du Saptel.

Daniele Molmenti, 25 anni AP

Dra (5), Irton del Rio (8), Lamal Jubb (20), Goal Ok (17) e Gallodoro Luis (6).

OGGI TRIS A ROMA A Tordivalle (inizio alle 16.25) scegliamo Loredan As (19), Lilloni

JUNIORES A mezzanotte italiana a Rosario (Arg) Australia-Nuova Zelanda, finale del Mondiale Jr. Alle 21.45 Sudafrica-Inghilterra per il terzo posto. Dir. Eurosport 2.

SOFTBALL QUARTA RITORNO (m.c.) Così la 4ª di ritorno: Bollate-Legnano rinv.; Fermana-La Loggia 1-9 (5˚), 1-8 (6˚); Caserta-Nuoro rinv.; Macerata-San Marino 6-2, 3-1. Class. Legnano 750 (15-5); Caserta 700 (14-6); Forlì 636 (14-8); La Loggia 591 (13-9); Bollate 500 (11-11); Macerata 458 (11-13); Nuoro 450 (9-11); Titano 375 (9-15); Fermana 091 (2-20).

TAMBURELLO PIOGGIA Nel 7˚ turno per maltempo si è giocata una sola partita: Cavriana-Carpeneto 9-13.

TENNIS VINCE GIL (m.l.) All’Harbour Club si è chiuso il Challenger Atp Milano 2010 (30.000 euro, terra). Vince il portoghese Frederico Gil che in finale ha battuto l’argentino Maximo Gonzalez 6-1 7-5.

VELA AUDI MED CUP (r.ra.) Quantum (Usa)ha vinto a Marsiglia la seconda tappa dell’Audi Med Cup tra i TP52, secondi gli argentini di Matador (in pozzetto gli italiani Bruni-Vascotto e Zirilli) terzi i franco-tedeschi di Audi A1. Nona Luna Rossa. Tra i GP 42 vittoria di Iberdrola, secondo Madrid (timoniere Cian) terzo Airisessential di Monti.

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52 R #

LUNEDÌ 21 GIUGNO 2010

LA GAZZETTA DELLO SPORT

ALTRI MONDI

dall’estero, Israele revoca l’embargo a Gaza fPressato per i prodotti che hanno impieghi civili. Resta il blocco

BENJAMIN NETANYAHU PREMIER ISRAELIANO

marittimo per non fare passare materiali da guerra

x NOTIZIE TASCABILI

IL FATTO DEL GIORNO 5 DOMANDE 5 RISPOSTE

LA FRASE DEL GIORNO MISURA ANTI-CRISI DELL’UNIONE EUROPEA

Ma come mai un cardinale è indagato di corruzione?

Berlusconi attacca la Germania «Tassare le transazioni? Ridicolo»

S

L’arcivescovo di Napoli Sepe è coinvolto nell’inchiesta sui grandi appalti. Tirato in ballo da Bertolaso e un ex ministro: dicono che ebbero gratis lussuose case a Roma dopo il suo interessamento GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

Il Papa ieri se l’è presa con i sacerdoti che adoperano la loro tonaca per far carriera, e magari arricchirsi. Un discorso duro: «Il sacerdozio non può mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale. Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero. Chi vuole soprattutto realizzare una propria ambizione, raggiungere un proprio successo sarà sempre schiavo di se stesso e dell’opinione pubblica. Per essere considerato, dovrà adulare; dovrà dire quello che piace alla gente; dovrà adattarsi al mutare delle mode e delle opinioni e, così, si priverà del rapporto vitale con la verità, riducendosi a condannare domani quel che avrà lodato oggi. Un uomo che imposti così la sua vita, un sacerdote che veda in questi termini il proprio ministero, non ama veramente Dio e gli altri, ma solo se stesso e, paradossalmente, finisce per perdere se stesso».

1Secondo me ce l’aveva con qualcuno.

FIFA WORLD CUP, opera in 15 uscite, ciascuna a 10,99 euro oltre al prezzo del quotidiano. Per informazioni e arretrati servizio tel. 02 63798511 linea.aperta@rcs.it – mailto:linea.aperta@rcs.it – www.gazzextra.it

Forse. Poteva avercela col cardinale Crescenzio Sepe (nella foto Ansa), nato a Carinaro in pro-

vincia di Caserta, anni 68, arcivescovo di Napoli, già capo della potentissima Propaganda Fide – 9 miliardi di patrimonio – e prima ancora regista o, per meglio dire, impresario del Giubileo. Un figlio di contadini di grande intelligenza e con acuto senso del popolo: parla in dialetto, tifa platealmente Napoli. Da Propaganda Fide Benedetto XVI lo rimosse molto presto dirottandolo su Napoli. Era il 2006. Per Sepe era comunque una retrocessione: lui aveva puntato alla segreteria di Stato.

Ha ricevuto adesso un avviso di garanzia dai due sostituti di Perugia, gli stessi che hanno messo nei guai l’ex ministro Scajola. Sepe, essendo un potente, deve render conto dei suoi comportamenti, però ci guardiamo bene dal considerarlo colpevole. Fino a processo e sentenza – almeno di primo grado – è innocente, e le accuse contro di lui sono tutte da dimostrare.

mente per intercessione del professor Francesco Silvano, un fedelissimo di Sepe assai devoto (è Memores Domini di Comunione e Liberazione). Bertolaso giura che, grazie a questa benevolenza, non ha mai avuto bisogno di pagare l’affitto. L’architetto Zampolini – il tuttofare del costruttore Anemone che, secondo l’accusa, lucrava appalti dalla Protezione civile concedendo in cambio ogni sorta di favori – sostiene invece che l’affitto è sempre stato pagato: da lui con i soldi di Anemone. Sepe però è stato tirato in ballo anche dall’altro nuovo imputato dell’inchiesta perugina, l’ex ministro dei Lavori Pubblici Pietro Lunardi. Lunardi è stato gratis per 14 mesi in una casa di Propaganda Fide grazie a Sepe. E gli è stato poi concesso di fare un ottimo affare comprando, sempre dalla Propaganda, un intero palazzetto in pieno centro a Roma. E in cambio di che cosa il cardinale Sepe avrebbe fatto questi favori? Questo non si sa con certezza. E finché non si sa, l’accusa a Sepe o a Lunardi è monca. Gli atti di liberalità non sono vietati dalla legge. I favori si possono fare.

3 Che accuse?

4 Beh, però non è bello che un mi-

2 Ma perché il Papa ce l’avrebbe con lui?

Guido Bertolaso ha detto ai magistrati che la sua casa in via Giulia a Roma (una strada della Capitale molto prestigiosa) gli era stata concessa gratuita-

nistro della Repubblica o un altissimo funzionario dello Stato...

Sarebbe semplicemente ripugnante. Ma non ancora penal-

mente rilevante. Quindi Sepe è fino a questo momento di sicuro innocente. Infatti il padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, controbilancia le parole del Papa con una difesa del porporato. Gli esprime «stima e solidarietà in questo momento difficile» e aggiunge: «Il card. Sepe ha lavorato e lavora per la Chiesa in modo intenso e generoso e ha diritto ad essere rispettato. Auspichiamo tutti e abbiamo fiducia che la situazione venga chiarita rapidamente ed eliminate le ombre». Un punto importante della dichiarazione di Lombardi è questo: «Bisognerà però anche tenere conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi con questa vicenda». Cioè: Sepe si è detto pronto a «dire tutto» ai giudici, ma se la faccenda dovesse complicarsi la Santa Sede non esiterà a tirare in ballo, per difenderlo, il Concordato, creando difficoltà procedurali alla magistratura italiana.

5 Come ha commentato il cardinale la sua disavventura?

Con poco stile, direi. Si è paragonato, nell’omelia di ieri mattina in Sant’Onofrio a Napoli, ai martiri cristiani. Come se lui fosse un martire, e come se fosse perseguitato per ciò in cui crede.

Benedetto XVI Il sacerdozio non può mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale. Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero

La tassa europea sulle transazioni finanziarie è «ridicola». Silvio Berlusconi non nasconde la sua contrarietà nei confronti dell’ipotesi caldeggiata da Germania e, in seconda battuta, Francia. Questa imposizione «se fosse stata approntata solo dall’Unione Europea avrebbe spostato negli Usa e in altri Paesi» le transazioni finanziarie.

FATTA SALTARE UNA BANCA D’AFFARI

Bagdad, due autobombe in centro Morte 33 persone, oltre 50 i feriti Ancora un attacco al cuore finanziario dell’Iraq: due autobomba sono esplose davanti a un’importante banca d’affari nel centro di Baghdad. Il bilancio è di 33 morti e di oltre 50 feriti, con pesanti danni all’edificio. Appena otto giorni fa, un assalto analogo alla Banca Centrale irachena aveva causato 18 vittime.

AL RADUNO DELLA LEGA A PONTIDA

Bossi: «Spostiamo i ministeri da Roma»

Al raduno di Pontida, 20 anni dopo la prima volta, la Lega lancia l’ennesimo proclama: il decentramento dei Ministeri. «Spostiamoli dalla capitale — ha detto Umberto Bossi (nella foto Epa, in basso il figlio Renzo con la maglia «il trota») —, decentrarli significa spostare migliaia di posti di lavoro che sono a Roma». E sulla nomina di Brancher a ministro dice: «C’è un solo ministro per il federalismo: sono io». E Roberto Castelli minaccia: «Senza il federalismo, ci sarà solo la secessione».

Quelle dell’estate 1990 sono notti magiche per tutta l’Italia. Notti di capolavori firmati Baggio e Schillaci. Notti di una squadra che vince e diverte, guidata da Azeglio Vicini. Il ct porta quasi al trionfo i ragazzi della sua vecchia e spumeggiante under 21. Ma, proprio sul traguardo della semifinale, il sogno si infrange ai rigori. Vincerà la Germania, ma resta il ricordo di una splendida estate di calcio e allegria, da rivivere con i film ufficiali della Fifa.

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ITALIA 1990 - NOTTI MAGICHE

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

ALTRI MONDI

referendum per i lavoratori Fiat di Pomigliano. fIlDomani ministro Sacconi: «Se questa vicenda si concluderà

DALLE CANTANTI

MARCO IARIA

Due gondolieri in pieno mare in tempesta nella laguna veneziana ANSA

la temperatura in Val Senales Le temperature più fredde ieri si sono registrate in Trentino Alto Adige: 5 gradi a Vipiteno, 4 a Dobbiaco, 5 a San Valentino alla Muta, -4,7 a Curon Cima Undici, -6,1 a Senales Croda delle Cornacchie, a quota 3220 metri nomeni sono tipici da 18 anni nel nostro Paese: «A giugno ’96 c’è stata l’alluvione dell’Alta Versilia. Sabato, vicino a Massa Carrara sono caduti 250 millimetri di pioggia, cioè in un giorno c’è stata una precipitazione pari a un terzo di quanto piove tutto l’anno».

Le previsioni Ma che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni? «Le prospettive a breve termine non sono molto buone — spiega Andrea Giuliacci, metereologo del centro Epson —. Al centro sud il maltempo insisterà per altri due giorni. Oggi ancora temporali e acquazzoni soprattutto sulle regioni centrali adriatiche e un po’ su tutte le regioni meridionali. Nel resto d’Italia ci saranno ancora nuvole con un po’ di tregua sul fronte pioggia. Domani pioggia al centro sud con temporali soprattutto sulle regioni centrali tirreniche. Bisogna attendere l’inizio di luglio per avere temperature veramente estive. A luglio l’estate farà il suo mestiere».

VOTO IL GEMELLO DEL PRESIDENTE MORTO

Elezioni in Polonia L’altro Kaczynski dietro Komorowski

S

Pausini a L’Aquila Oltre un milione donato alla città

5 RIPRODUZIONE RISERVATA

s

MENTANA FIRMA

Temperature in picchiata in tutta Italia: 3 morti in un incidente e un disperso nei boschi a Bergamo

-6,1 gradi

MAURIZIO SACCONI MINISTRO DEL LAVORO

negativamente, la responsabilità sarà solo della Fiom»

Oggi inizia l’estate con pioggia e neve dOggi inizia l’estate. No, non vi stiamo prendendo in giro. È che lo dice il calendario. Ma l’Italia sembra di essere piombata indietro di qualche mese: piogge, vento, neve, altro che tintarelle e bagni. A causa del maltempo, Giovanni Cattaneo, 65 anni ex sindaco di Valleve (Bergamo), risulta disperso nei boschi dell’Alta Valle Brembana. In Puglia, al largo di Gallipoli, tre diportisti alle prese con un’avaria al motore e il mare agitato sono stati tratti in salvo dalla guardia costiera. Pioggia e alta velocità hanno provocato un incidente stradale a Verdello (Bergamo), in cui sono morte tre persone: una 22enne brasiliana, un 20enne e una donna di 60 anni dominicani. Le temperature sono scese sotto le medie stagionali: in Valtellina e Valchiavenna, per esempio, c’è stato un calo di 12-13 gradi nel giro di qualche giorno. E sopra i 1.500 metri, in Alto Adige, è spuntata la neve. Vento superiore ai 25 nodi in Sardegna. Soffrono pure gli agricoltori: ettari di coltivazioni distrutti dalle grandinate. Secondo la Coldiretti, un’estate così piovosa dopo una primavera con precipitazioni del 12% sopra la media rischia di fare milioni di danni. A chi è stupito dal tempo Giampiero Maracchi, docente di climatologia a Firenze, ricorda che questi fe-

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Un anno dopo, ecco i soldi. Un anno dopo il concerto di San Siro «Amiche per l’Abruzzo», a L’Aquila arriva anche l’assegno: ieri, in piazza San Bernardino, Laura Pausini ha simbolicamente consegnato «l’assegnone» da 1,1 milioni al sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, e al vicesindaco Giampaolo Arduini (nella foto Ansa): 900 mila euro saranno utilizzati per la ricostruzione della scuola De Amicis e 250 mila per il centro polifunzionale di Camarda.

Gratitudine «Sono grato a Laura Pausini e alle sue colleghe — ha detto Cialente —, perché si sono fatte promotrici di un grande evento spettacolo in favore della ricostruzione della nostra città. Con la scuola De Amicis rinascerà uno dei simboli del centro storico aquilano, la scuola più antica e più frequentata». Oggi, intanto, Laura Pausini, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Giorgia ed Elisa, le promotrici del concerto di un anno fa, saranno le protagoniste di una puntata speciale di Matrix, in seconda serata su Canale 5, in occasione dell’uscita del doppio dvd sulla serata di San Siro.

Nuovo direttore del tg di La7 «La firma del contratto per il tg di La7 dovrebbe avvenire domani mattina (stamattina, ndr), ma la cosa finché non succede non è successa». Così ieri Enrico Mentana ha confermato di essere pronto al ritorno in televisione: il giornalista si era dimesso da Mediaset nel febbraio 2009

Il liberale Bronislaw Komorowski, primo agli exit poll AP dJaroslaw, il fratello gemello dell’ex presidente Lech Kaczynski, morto il 10 aprile in un incidente aereo, è indietro nel primo turno delle elezioni presidenziali anticipate in Polonia. Secondo il sondaggio della televisione pubblica TVP, Bronislaw Komorowski, 58 anni, candidato del partito di governo ed ex ministro della Difesa, ha ottenuto il 40,7% dei voti, davanti allo sfidante conservatore Kaczynski, con il 35,8%. Secondo altri due sondaggi, invece, diffusi dalle emittenti private TVN24 e Polsat, Komorowski ha ottenuto rispettivamente il 45,7% e il 46,2% dei voti contro il 33,2% e il 32,8% di Kaczynski; tra i due, si inserisce il giovane volto dei socialdemocratici, Grzegorz Napieralski, che avrebbe preso circa il 13% dei voti. Se il dato, come è molto prevedibile, dovesse essere confermato, si andrà al ballottaggio tra i due candidati in testa, in programma il 4 luglio.

Necessarie Le elezioni anticipate si sono rese necessarie in seguito alla scomparsa del presidente Lech Kaczynski, morto nell’incidente del Tupolev presidenziale caduto il 10 aprile a Smolensk, in Russia, nel quale hanno perso la vita anche la moglie e altre 94 persone: se fossero state regolari, infatti, si sarebbero dovute tenere il prossimo ottobre. L’affluenza alle urne alle 17 era del 41,57%; alle elezioni presidenziali del 2005, vinte da Kaczynski, era stata del 49,7% al primo turno e del 51% al ballottaggio.

MODA MASCHILE LO STILISTA PORTA A MILANO IL MODO DI VESTIRSI DEI RAGAZZI TEDESCHI

NEGLI USA IL CARTONE ANIMATO

Emporio Armani, la «disco» di Berlino

«Toy Story 3» già super Ha incassato 109 milioni Woody è super. Il pupazzo cowboy della saga animata Toy Story (nella foto) è tornato al cinema con il terzo episodio e negli Stati Uniti ha fatto il botto. Nel primo weekend di programmazione, ha incassato 109 milioni di dollari, restando dietro al re «Shrek Terzo», con 122 milioni (nel 2007), ma battendo «Shrek 2» (108 milioni nel 2004). Solo questi tre cartoni nella storia Usa hanno esordito con un incasso di oltre 100 milioni. Il riccone «Toy Story 3» in Italia arriverà il 7 luglio.

Moncler al Vigorelli: i modelli sfrecciano in bici tra passato e modernità FABRIZIO SCLAVI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO dIeri, entrando nel tea-

trino di Giorgio Armani dove regna l’ordine e il perfetto equilibrio estetico, è rimasta fuori dalla porta l’ultima giornata triste e uggiosa di questa primavera milanese. Per la moda della linea Emporio Armani domina il nero: un susseguirsi di sovrapposizioni di tessuti sfrangiati, gilet e giacche di leggerissima pelle, pantaloni corti indossati sopra quelli aderentissimi dei ballerini. Giorgio ha portato a Milano il modo di vestirsi dei ragazzi che frequentano le discoteche di Berlino, riuscendo però a dare, con la fantasia, la tecnologia e l’eleganza che lo hanno sempre contraddistinto. Ciclisti Passiamo poi al mondo dello sport, nel tempio milanese del ciclismo: il velodromo Vigorelli, luogo perfetto per la presentazione della collezione Moncler «gamme bleu», pro-

la gazza sull’ Iphone

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Un modello Emporio Armani ANSA

Moncler in stile ciclismo LAPRESSE

Giacca e bermuda di Prada AP

gettata dallo stilista Thon Brown, che è riuscito a creare il perfetto connubio tra la tecnologia dell’abbigliamento da sport e la sartorialità. Una moda sportiva che coniuga lo stile dei campioni Coppi e Bartali con la classicità delle divise degli studenti dei college inglesi. Da Prada sfilano uomini simili tra di loro che non distolgono

l’attenzione alla moda che indossano. Elemento base: scarpe con suola molto alta multistrato che ricordano quelle dei lavoratori in situazioni pericolose. E poi grande rigore: camicie larghe candide con colletti profilati di rosso o blu, pantaloni larghi e tagliati sotto al ginocchio, abiti impeccabili blu e maglie a righe orizzontali. Da Ro-

berto Cavalli atmosfera rilassata, in un giardino all’italiana, per una moda che può vestire uomini non più giovani e i loro figli. C’è il piacere di vestirsi con i canoni tradizionali: giacche e pantaloni classici con un pizzico di fantasia, per poter dare a ognuno la possibilità di interpretarsi e di esprimere positività e buonumore.

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Sport Italians

LETTERE

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A cura di Beppe Severgnini

Di chi sono i gol tedeschi

Mondiale deludente? Non tiriamo in ballo le vuvuzela Caro Beppe, se il gioco espresso dalle squadre di calcio in questo Mondiale è soporifero, non sarà perché anche i giocatori sono alla fine storditi da queste orride vuvuzela (nella foto Reuters)? Non se ne può più. Il multiculturalismo e il politically correct hanno un limite. Qualcuno spieghi a Blatter che il Mondiale non è una sagra di paese, è un evento che fa girare miliardi di fatturato, viene proiettato in tutto il mondo e che quando un'usanza locale è chiaramente demenziale bisognerebbe impedirla. Alla fine ci va di mezzo anche l'immagine del Sud Africa, che pure ha costruito quegli stadi magnifici.

carburare. Ma ancora un po' che aspettano, noi ci appisoliamo, sfatti di noia e malinconia. Italia-Nuova Zelanda è stata la fotografia dell'impotenza. Lunghi viaggi, molte attese, tante parole, grandi proclami: per QUESTO? Certo, bastava che entrasse un tiro di Montolivo; ma allora poteva andar dentro anche il diagonale del kiwi Wood a 10' dalla fine (Cannavaro saltato secco). E il rigore su De Rossi - vogliamo dirlo? - è stato piuttosto generoso. Dove sono le punte, gli scambi stretti in area? Se gli azzurri saltassero l'uomo con la stessa feroce determinazione con cui appaiono nelle pubblicità, saremmo già qualificati. I neozelandesi sono simpatici manovali del calcio; noi, fino a prova contraria, siamo gli architetti campioni del Mondo. In due partite non abbiamo fatto UN gol su azione. Meglio della catatonica Inghil-

Ciro Cerretelli Caro Ciro, fossero solo le vuvuzela (che peraltro anch'io ho suonato, a Città del Capo, per tenermi caldo nella pioggia durante Italia-Paraguay). Il problema mi sembra più complicato. Forse le grandi nazionali europee sono stanche dopo coppe e campionati intensi; forse sono psicologicamente appagate; forse hanno bisogno di

IL TEMPO

terra o della catastrofica Francia, d'accordo. Ma qualcosa in più si poteva sperare. O invece no? Questo, secondo me, è il punto. Forse dagli azzurri di oggi ci si può aspettare solo la partita di ieri: buona volontà, un po' di confusione, pipum- pipam, corsetta e corner (a proposito: qualcuno mi sa spiegare perché è stato tirato fuori Pepe, l'unico che sa batterli?). Generoso De Rossi. Maturo Montolivo. Zambrotta redivivo. Ma il resto? Il blocco juventino, purtroppo, ha giocato come la Juve quest'anno: ansia e furia, che insieme non sono una buona combinazione. Ma Lippi è una capatosta: quelli voleva, quelli ha portato. La speranza? Che quest'inizio un po' patetico sia il prologo della riscossa, com'è accaduto in Spagna nel 1982. Certo, occorre mooooolto ottimismo. Ma tanto cosa ci costa?

Caro Beppe, la mia compagna (tedesca-latinoamericana) si è lamentata del fatto che noi italiani siamo troppo provinciali e chiusi nelle nostre frontiere fisiche e immaginarie, esortandomi a leggere un articolo che ad un certo punto diceva: «I gol "tedeschi tedeschi" della Germania sono solo uno su quattro. I primi due sono stati realizzati dalla premiata coppia d'attacco "polacca" Podolski (al 9') e Klose (27'). Il poker viene dal "brasiliano" Cacau». Come a dire che della vera Germania c'è ben poco. Credo che sia molto difficile per questo giornalista vedere in futuro gol «tedeschi tedeschi» ma sicuramente potrà vedere in campo il riflesso di una Germania integrata con altri popoli e culture. Ciao a tutti e forza Azzurri anche senza Balotelli. Massimo Petrone

Vero. Ecco perché ieri avrei voluto vedere in campo Balotelli e Thiago Motta; credo che non avrebbero fatto rimpiangere Camoranesi (per citare un altro neo-italiano).

Radio Padania e l’Italia Al gol del Paraguay Radio Padania esulta: e io mi dispero. ABI - All but Italy. E' un film già visto: ho vissuto in Scozia per anni e poi in Inghilterra. A ogni Mondiale il dibattito sull'indipendenza della Scozia si riaccende, fomentato dalla «frien-

dly rivalry» calcistica delle due «home nations». Gli scozzesi tiferanno ABE: All but England, tutti fuorché l'Inghilterra. Il problema è quando dietro la rivalità sportiva si cela il malcontento, un certo risentimento nazionalista, un velo razzista e bigotto di «noi contro loro». E l'Unione (che fa la forza) viene messa in dubbio. E un inglese non può guardarsi la partita in santa pace in un pub di Glasgow. Io intanto vado a cercarmi un Tricolore, finché posso.

è ingiusta e vergognosa, ma mi consolo: i canali di tutti gli altri Paesi trasmettono le partite in chiaro. Posso scegliere tra quelli francesi, tedeschi, portoghesi e tanti altri. Non ho il commento di parte dei giornalisti italiani, ma almeno mi godo lo spettacolo. Un cordiale saluto da Lussemburgo. Alessandro Lancini

Storia vecchia, rabbia sempre nuova (degli italiani all'estero). Credo - anzi, sono quasi certo che il problema sia il seguente: la Rai ha acquistato dalla FIFA diritti solo per l'Italia; ed è obbligata a criptare il segnale per l'estero. Due domande: quando sarebbe costato acquistare i diritti anche per le trasmissioni internazionali? Altri Paesi lo fanno, come tu hai notato.

Marianna Nodale

C'è una differenza: la Scozia esiste (giuridicamente, storicamente, etnicamente); la Padania no. Ci sono il Piemonte, il Veneto, l'Emilia e la Lombardia, dove sono nato e vivo: ma fanno parte di uno Stato e di un progetto più grande. Il fatto che non sia riuscito come avremmo voluto non ci autorizza a inventarci nazioni che non ci sono.

C’è corte e coorte Caro Beppe, ho sentito gli azzurri cantare l'inno. Sono certo, hanno cantato: «stringiamoci a corte» (una sola o). «Stringiamci a coorte» (due o), anche se retorico e linguisticamente difficile, è più romantico ed eroico (non a caso, il verso viene dopo «siam pronti alla morte»); e soprattutto ha un altro significato. La «coorte» infatti non è quella del re o quella della cascina (entrambe con una sola o), ma una formazione militare romana. Quando hai occasione glielo spieghi?

Rai all’estero senza Sudafrica In questi giorni ho visto le pubblicità Rai che, riguardo ai Mondiali di calcio, sbandierano il jingle: «Rai. I Mondiali in chiaro sono i Mondiali di tutti». In chiaro? Peccato che fuori dall'Italia i Mondiali non siano di tutti perché non sono in chiaro. Una parte del canone in abbonamento che pago è riservata ai diritti d'autore; ciò nonostante la Rai boicotta tutto ciò che è attuale, e in questi giorni di Mondiali mi ritrovo spesso a scorrere tutti i canali Rai e vedere lo stesso desolante schermo nero. Questa discriminazione

Alessandro Inzoli

Ho l'impressione che, in questo momento, non mi starebbero a sentire.

www.meteo.it

a cura del Col. Giuliacci

LEGENDA

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Ultimo quarto

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Nuova 11 Luglio

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TV E RADIO I FILM DI STASERA

Mr. Deeds

Elizabethtown

The Butterfly...

Coraline e la porta... Transformers

Notte brava...

sDi S. Brill, con A. Sandler (Usa,

sDi C. Crowe, con O. Bloom (Usa,

sDi E. Bress, con A. Kutcher

sDi H. Selick (Usa, 2009) Cora-

sDi M. Bay, con M. Fox (Usa,

sDi T. Vaughan, con C. Diaz

COMMEDIA Italia 1, alle 21.10

COMMEDIA Rai Due, alle 23

FANTASTICO Prem. Cin. Energy, alle 21

ANIMAZIONE Prem. Cinema, alle 23.10

AZIONE Sky Cinema 1, alle 21

COMMEDIA Sky Cinema Hits, alle 21.15

2002) Dopo aver ereditato una fortuna dallo zio, Longfellow Deeds si mette a capo dell’impero

2005) Drew Baylor ha perso il lavoro e la fidanzata e deve tornare nella sua città, Elizabethtown

(Usa, 2003) Evan Treborn ha perso la memoria del tempo: la sua infanzia è stata segnata...

line è una ragazzina che, passando attraverso una porta, si tuffa in una nuova esistenza...

2009) I Decepticon tornano sulla Terra con una missione speciale: fare prigioniero Sam...

RADIO

IN CHIARO RAIUNO

RAIDUE

RAITRE

TG 1 VERDETTO FINALE TG 1 LA SIGNORA IN GIALLO TELEGIORNALE DON MATTEO 4 RACCONTAMI CAP. II TG1 CHE TEMPO FA MONDIALE RAI SPRINT REAZIONE A CATENA TELEGIORNALE RAI SPORT CALCIO: SPAGNA HONDURAS 22.50 TG 1 23.05 RAI SPORT NOTTI MONDIALI 1.00 TG 1 - NOTTE 1.30 CHE TEMPO FA

CARTOON FLAKES TUTTI ODIANO CHRIS TG 2 NONSOLOSOLDI TELEFILM - TG2 RAI SPORT DRIBBLING GHOST WHISPERER SQUADRA SPECIALE... TELEFILM TOM & JERRY TALES RAI TG SPORT - TG2 RAISPORT MONDIALE CLASSICI DISNEY - TG2 UN SOGNO SUL GHIACCIO Film 22.45 TG 2 23.00 ELIZABETHTOWN 1.00 TG PARLAMENTO 1.10 SORGENTE DI VITA 1.40 ALMANACCO

9.00 10.40 13.10 14.50 15.05 15.35 16.00 16.20 16.30

FILM SUL DIGITALE TERRESTRE

LO SPORT IN CHIARO, SUL SATELLITE E SUL DIGITALE TERRESTRE

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8.00 10.40 11.35 11.45 13.30 14.10 15.05 16.50 17.10 17.15 18.45 19.55 20.10 20.30

9.43 11.36 13.30

13.43 15.21 16.38 17.18 17.19 18.32 19.22 21.00

CIELO D'OTTOBRE PREMIUM CINEMA POTERE ASSOLUTO PREMIUM CINEMA DISASTRO A HOLLYWOOD JOI CHI E' CLETIS TOUT? PREMIUM CINEMA L'INCREDIBILE HULK PREMIUM CINEMA AMORI IN CORSA MYA I DUKE ALLA RISCOSSA JOI STRIPTEASE PREMIUM CINEMA MAR NERO MYA BRIVIDO BIONDO PREMIUM CINEMA FROST/NIXON IL DUELLO JOI

(Usa, 2008) Joy e Jack non si conoscono, ma hanno qualcosa da dimenticare e vanno a Las Vegas

7.30 10.10 10.30 11.10 11.15 14.00 14.30 15.15 16.00 18.00 18.25 19.00 20.00 21.05

CALCIO 13.30 PORTOGALLO COREA DEL NORD

17.15 18.05 18.55 21.10 23.10 0.00 0.10 1.00

AMORE SOTTO... COMINCIAMO BENE JULIA - TGR - TG3 COMINCIAMO BENE LA TV DEI RAGAZZI POLIZIA DIPARTIMENTO... MELEVISIONE MILLENNIUM NEWS... NUOTO: INTERNAZIONALI D'ITALIA DOC MARTIN GEOMAGAZINE 2010 TG3 - BLOB - SOAP CHI L'HA VISTO? Attualità SURVIVORS TG3 LINEA NOTTE TG REGIONE APPUNTAMENTO AL CINEMA

TENNIS 13.00 WIMBLEDON Sky Sport Extra

14.00 WIMBLEDON Sky Sport 2 e Sky Sport 3

Mondiale 2010. Gruppo G. Sky Mondiale 1

16.00 CILE - SVIZZERA Mondiale 2010. Gruppo H. Sky Mondiale 1

20.30 SPAGNA HONDURAS Mondiale 2010. Gruppo H. Sky Mondiale 1 e Raiuno

BASEBALL 4.00

ARIZONA DIAMONDBACKS NEW YORK YANKEES MLB Espn America

RUGBY 21.45 INGHILTERRA SUDAFRICA

OROSCOPO

Mondiale Juniores Eurosport 2

SKY SPORT 1 12.30 CALCIO: MILAN - BOLOGNA Serie A.

13.00 CALCIO: LAZIO JUVENTUS Serie A.

14.00 I SIGNORI DEL CALCIO: KAKÀ. 15.00 CALCIO: LAZIO - ROMA Serie A.

CANALE 5 8.00 8.40 9.10 11.00 13.00 13.40 14.10 14.45 15.45 17.45 20.00 20.30 21.10 0.30 1.00 1.45

16.00 CALCIO: FIORENTINA PALERMO

RETE 4

LA 7

Radio 105

CARTONI ANIMATI RAVEN STELEFILM STUDIO APERTO-SPORT CAMERA CAFE' CARTONI ANIMATI CHAMPS 12 TELEFILM CARTONI ANIMATI STUDIO APERTO-SPORT SAMANTHA CHI? I SIMPSON VIVA LAS VEGAS MR. DEEDS Film 23.00 CHUCK 0.55 POKER1MANIA 1.50 STUDIO APERTO - LA GIORNATA 2.05 MOONLIGHT

8.15 IL FUGGITIVO 9.10 BALKO 10.30 AGENTE SPECIALE SUE THOMAS 11.30 TG4 - TELEGIORNALE 12.00 CARABINIERI 13.05 DISTRETTO DI POLIZIA 14.05 FORUM-IL MEGLIO DI 15.10 NIKITA 16.15 FIORI D'ACCIAIO 18.55 TG4 - TELEGIORNALE 19.35 TEMPESTA D'AMORE 20.30 RENEGADE 21.10 COMMISSARIO NAVARRO Fiction 23.10 L'ULTIMO APPELLO 1.20 TG4 - RASSEGNA STAMPA 1.35 LE CANZONI DEI FINLEY

OMNIBUS LIFE PUNTO TG 2' UN LIBRO ISPETTORE TIBBS TG LA7 SPORT 7 THE DISTRICT FIFA E ARENA CUORE D’AFRICA RELIC HUNTER CROSSING JORDAN TG LA7 OTTO E MEZZO IL MEDICO DELLA MUTUA Film 23.10 UNO SCONOSCIUTO ALLA PORTA 1.30 TG LA7 1.50 MOVIE FLASH 1.55 L’ALIBI

Il Centocinquista

8.10 9.45 10.20 12.25 13.40 14.05 15.00 16.00 17.25 18.30 19.30 20.05 20.30 21.10

10.30 VOLLEY: PIACENZA PERUGIA

Serie A.

16.30 CALCIO: JUVENTUS - CHIEVO Serie A.

17.00 CALCIO: SIENA - MILAN Serie A.

17.30 CALCIO: MILAN INTER Serie A. 18.00 I SIGNORI DEL CALCIO: ZICO. 20.30 CALCIO: REAL MADRID SARAGOZZA Liga.

Serie A1 femminile.

11.30 RUGBY: SUDAFRICA ITALIA Test Match.

18.00 RUGBY: SUDAFRICA ITALIA Test Match.

23.30 BASKET: ARMANI JEANS MILANO MONTEPASCHI SIENA Finale scudetto maschile. Gara 4.

SKY SPORT 2 8.30

15.30 CALCIO: NAPOLI LIVORNO Serie A.

BASKET: ARMANI JEANS MILANO MONTEPASCHI SIENA Finale scudetto

Gara 5. SKY SPORT 3

9.30

maschile. Gara 4

TENNIS: WIMBLEDON

13.30 TENNIS: IL FAVOLOSO MONDO DEGLI AZZURRI

9.15 10.35 11.00 11.10 12.30 12.55 13.05 14.05 16.05 18.05 19.00 20.00 20.30 21.10

10.15 TENNIS: ATP EASTBOURNE 13.15 ATLETICA: EUROPEI A SQUADRE Da Bergen, Norvegia.

15.45 CANOTTAGGIO: COPPA DEL MONDO Da Monaco di Baviera, Germania.

17.00 TENNIS: ATP EASTBOURNE 18.15 ATLETICA: EUROPEI A SQUADRE

Finale 2009.

Radio Monte Carlo Rmc In Tempo Reale Alle 10.10, Max Venegoni e Monica Sala ospitano Alessandro Preziosi (nella foto), vincitore del premio Ciak d’oro

DAHLIA SPORT 9.30

Schiavone.

EUROSPORT

Questa settimana il gioco di 105 fa vincere il doppio dvd Amiche per l’Abruzzo (nella foto, Laura Pausini e Giorgia)

CALCIO: SAMPDORIA - SIENA Serie A.

17.00 BEACH VOLLEY: WORLD CHAMPIONSHIP P. RAI

SPORT 1

14.50 CALCIO: SERIE D Finale scudetto.

16.50 NUOTO: SETTE COLLI 18.50 AUTOMOBILIMO: RALLY ACI - CSAI 19.40 ATLETICA: EUROPEI A SQUADRE

Virgin Radio Buongiorno Dr. Feelgood Alle 7, Maurizio Faulisi (nella foto) presenta il programma del mattino per far partire la giornata con il piede giusto

Da Bergen, Norvegia.

Da Bergen, Norvegia.

21/4 - 20/5

21/5 - 21/6

22/6 - 22/7

23/7 - 23/8

L’umore cala, lo zebedeo carambola, come foste Lippi, Ariete. Potreste anche dovervi sbattere per cose poco prioritarie. Pomeriggio migliore.

Stamani potete dirigervi verso il successo a tutto gas, come Lorenzo, Toro. Nel pomeriggio verrà voglia di impagliarvi vivi: non rompete.

Lavoro, viaggi, colloqui, pranzi d’affari e fornicazione troveranno nella Luna di stamani un’alleata ottima. Pomeriggio sfigopendulo: state su.

Il lavoro, stamani, stanca e arranca: non perdete tempo utile. Recuperi pomeridiani, a ogni livello. Propositi suini in serata, realizzabili…

Il lavoro si giova di idee, sostegni, p.r. utili anche per i giorni futuri. Pomeriggio sfigatino: non nutrite aspettative, nemmeno sudombelicali…

23/9 - 22/10

23/10 - 22/11

23/11 - 21/12

22/12 - 20/1

21/1 - 19/2

20/2 - 20/3

Pesci 6-

SIMONA GIOLI

L’arguzia s’affina e voi fregate chi credeva di potervi trattare da scemi del villaggio. Grandi! Ok lavoro, finanze e amenità sudombelicali…

C’è gente che vi fa allungare gli zebedei da casa vostra fino al Sudafrica, da quanto rompe. Ma vincerete su tutti. Amici e sponsor preziosi!

Giornata di soddisfazioni concretissime. E si sblocca pure una questione di soldi. L’amor è più cuore che ormone, la famiglia è una palla.

La mattinata appare una ciofeca. Per umore, lavoro, rapporti interpersonali. E per il neurone, un po’ letargico. Pomeriggio di ripresa, però…

L’assist lunare consente performance ragguardevoli, in ogni ambito. Da lontano arrivano aiuti e spunti, ma dal pomeriggio non insfighitevi.

Ici imminente, tasse ed esborsi angustiano. Ma le finanze reggono, tranqui. Pomeriggio fattivo e suino, basta che non facciate i matti.

La pallavolista azzurra, centrale della Dinamo Mosca, è nata a Rapallo (Ge) il 17 settembre 1977

LE PAGELLE DI ANTONIO CAPITANI

Bilancia 7+

21/3 - 20/4

TG5 - MATTINA FINALMENTE SOLI TRIGGER FORUM TG5 BEAUTIFUL CENTOVETRINE ALISA - SEGUI IL TUO CUORE SOGNI SUL GHIACCIO A GENTILE RICHIESTA TG5 VELONE SPECIALE MATRIX Attualità TG5 VELONE PRIMA O POI DIVORZIO

ITALIA 1

Ariete 6

Scorpione 6

Toro 6

Sagittario 7-

Gemelli 7-

Capricorno 6-

Cancro 6

Acquario 7-

Leone 7-

24/8 - 22/9

Vergine 7,5 IL MIGLIORE. La mattina porta sollievi economici, il pomeriggio promette fortune inattese. Ormoni a forma di stadio Mbombela: si fornica mucho!

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56 R

LUNEDÌ 21 GIUGNO 2010

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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