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SPECIALE ALBERI ED ECO ABITARE

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GUARDANDO VERSO I TROPICI

di Francesco Ventura - Studente di Scienze Politiche UniBo

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La nostra concezione di agricoltura è tradizionalmente è legata, eccetto le dovute eccezioni come gli agrumeti siciliani, alle monocolture annuali di base estensive, come il grano, il riso o il granturco ecc., che rappresentano l’89% dei terreni coltivati.

Oltre a produrre un impoverimento della biodiversità, esse rilasciano nell’atmosfera il carbonio presente nel terreno causando una perdita di fertilità di quest’ultimo, compensato con l’intervento di fertilizzanti chimici. I cambiamenti climatici possono danneggiare irrimediabilmente i raccolti di queste colture di base abituate a cicli regolari e non a lunghe assenze d’acqua, con brevi cicli di piogge forti e torrenziali.

In questo momento di cambiamento climatico potrebbero tornare utili le colture pluriennali tropicali, perlopiù alberi come l’Albero del Pane o la Persea Americana (l’albero dell’avocado), le quali oltre a possedere una beltà esotica, sono in grado di resistere per lunghi periodi senz’acqua, immagazzinandola durante la stagione delle piogge.

Dal Banano al Baobab queste incredibili piante, oltre ad essere maestose, sono vere oasi di biodiversità e naturalmente anche di cibo, poiché moltissime di queste piante producono vari frutti o legumi.

In alcuni casi addirittura le loro polpe vengono fermentate insieme al lievito per più di 3 mesi in modo da produrre un simil-pane, come nel caso del Kocho, tipico piatto etiope prodotto dall’ensete, volgarmente detto anche falso Banano.

Ovviamente non credo che il nostro fabbisogno possa essere soddisfatto da queste colture pluriennali, ma credo che esse possano rallentare il processo di desertificazione in certe aree, ridurre il pericolo del dissesto idrogeologico, assorbire molta CO2 e, perché no, anche produrre del cibo in più.

BONUS MOBILI

a cura della Redazione

Si può ancora usufruire di una detrazione Irpef del 50% per l'acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. L'agevolazione spetta per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2024 e può essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia, iniziato a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni. La detrazione va ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 10.000 euro euro per l’anno 2022. Per usufruire dell’agevolazione è necessario che la data di inizio lavori sia anteriore a quella in cui sono sostenute le spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici. L’importo massimo di spesa è riferito a ciascuna unità abitativa oggetto di ristrutturazione. A titolo esemplificativo, rientrano tra i mobili agevolabili: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Per quel che riguarda i grandi elettrodomestici, la norma limita il beneficio all’acquisto delle tipologie dotate di etichetta energetica di classe , non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, se per quelle tipologie è obbligatoria l’etichetta energetica. L’acquisto di grandi elettrodomestici sprovvisti di etichetta energetica è agevolabile solo se per quella tipologia non sia ancora previsto l’obbligo di etichetta energetica. Rientrano, per esempio, fra i grandi elettrodomestici: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Nell’importo delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici possono essere considerate anche le spese di trasporto e di montaggio dei beni acquistati, purché le spese stesse siano state sostenute con le modalità di pagamento richieste per fruire della detrazione (bonifico, carte di credito o di debito). Per avere la detrazione occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. Se il pagamento è disposto con bonifico bancario o postale, non è necessario utilizzare quello (soggetto a ritenuta) appositamente predisposto da banche e Poste S.p.a. per le spese di ristrutturazione edilizia. La detrazione è ammessa anche se i beni sono stati acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità prima indicate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento.

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