legnoarchitettura
incontri
Paolo Ninatti - Assolegno progetti
Architecture Workshop2
Lino Rama
Djuric Tardio
ZPZ Partners
Pacific Environments
Architects
KREJ Engineering
Georg Bechter techné
Timber Wave sistemi elementi in lamellare dettagli
angolo pareti esterne
EdicomEdizioni
Trimestrale
legnoarchitettura
rivista trimestrale
anno 3 – n 9, ottobre 2012
ISSN 2039-0858
Numero di iscrizione al ROC: 8147
direttore responsabile
Ferdinando Gottard
redazione Lara Bassi, Lara Gariup
editore
EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)
redazione e amministrazione
via 1° Maggio 117
34074 Monfalcone - Gorizia
tel 0481 484488, fax 0481 485721
progetto grafico
Lara Bassi, Lara Gariup
stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)
Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate
prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri
Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro
Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno
distribuzione in libreria
Joo Distribuzione
Via F Argelati 35 – Milano
copertina Yellow Treehouse Restaurant, Pacific Environments Architects
Foto: Lucy Gauntlett
È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore
Paolo Ninatti - Assolegno
La situazione attuale e le prospettive future del settore delle costruzioni in legno sono al centro dell’intervista a Paolo Ninatti, Presidente nazionale di Assolegno, l’associazione che rappresenta e tutela le aziende del comparto del legno e che promuove la ricerca e l’aggiornamento scientifico oltre alla formazione e l’informazione delle imprese associate
A destra e nella pagina accanto, un edificio multipiano e una casa a un piano realizzati entrambi con struttura portante in legno
L’Italia è un paese con una lunga tradizione costruttiva fondata sui laterizi e il cemento: che spazi si è ricavata la costruzione in legno e quali sviluppi potrà avere?
Nel settore dell’edilizia il comparto case ed edifici a struttura legno appare oggi come una realtà emergente e in costante crescita
Una recente ricerca commissionata allo Studio Gardino da promo legno, con il supporto di Assolegno, ci ha fornito dati per certi versi sorprendenti: visto che già oggi il 3% circa delle abitazioni e l’8% degli edifici sono realizzati in legno, non possiamo ormai più parlare di nicchie, ma di una realtà che si sta ritagliando un proprio spazio – sempre crescente – all’interno del
Sopra, uno stabilimento di produzione di legname da costruzione
mercato Paolo Gardino ha rilevato nella sua ricerca che negli ultimi 5 anni il tasso di sviluppo è stato addirittura del 500%, con una (prudente) previsione di un ulteriore raddoppio nei prossimi 3 anni
La discrepanza fra il numero delle abitazioni e quello degli edifici è data dal fatto che un edificio può contenere più abitazioni; questo dato ci conferma che sino a ora la tecnologia della costruzione in legno è stata utilizzata soprattutto per realizzare edifici mono e bifamiliari, mentre in futuro sempre più spesso la vedremo applicata anche per edifici a più piani – attualmente fino a 14, anche se la continua ingegnerizzazione dei prodotti rende possibile il raggiungimento di sempre nuovi primati
Dall’analisi di mercato a cui ha fatto accenno e a cui
Assolegno ha collaborato attivamente, emerge che il settore degli edifici in legno è in crescita Secondo lei qual è il motivo di questa crescita? È un trend in sviluppo anche nei prossimi anni?
L’indagine fatta dallo Studio Gardino conferma una sensazione già ampiamente diffusa fra chi di noi si occupa di strutture in legno: siamo convinti di essere solo all’inizio di un cammino che ci porterà lontano, in quanto proponiamo un nuovo modo di costruire che sicuramente darà un importante contributo al miglioramento del livello tecnico dell’edilizia italiana
La clientela apprezza non solamente la competitività in termini di costo e la velocità di realizzazione, ma soprattutto il confort e la sensazione di benessere percepito da chiunque si trovi a contatto con un materiale come il legno
Il trend è quindi sicuramente in ascesa, come del resto conferma anche l’autorevole studio Gardino, perché il prodotto è assolutamente performante e viene conti-
nuamente migliorato e affinato, per cui quella in legno è sicuramente l’edilizia del futuro, anche per edifici di grandi dimensioni e a più piani
Quali sono gli ostacoli alla costruzione di edifici in legno di grandi dimensioni anche nel nostro paese?
Dopo la recente eliminazione del vincolo che riguardava edifici superiori ai 3 piani totali dentro e fuori terra, si può dire che ogni ostacolo di tipo tecnico è stato rimosso, mentre gradatamente si ridimensionano anche i pregiudizi che derivavano soprattutto dalla scarsa conoscenza del materiale da parte di molti progettisti, imprese e amministrazioni pubbliche La bontà del prodotto e la capacità tecnica delle aziende che realizzano costruzioni in legno sono la migliore pubblicità e l’interesse verso questo tipo di soluzioni è sempre in aumento, grazie anche alla crescente sensibilità dei consumatori verso materiali rigenerabili e processi ecosostenibili
Sotto tutti questi aspetti il legno è imbattibile
Quali sono le problematiche e le sfide che, in questo periodo di crisi e di trasformazione dell’edilizia, deve affrontare il settore del legno?
In un mercato in forte contrazione, anche l’industria del legno, con molti comparti fortemente collegati all’edilizia, non può che risentirne: oltre alla diminuzione di commesse e alla contrazione dei margini, preoccupa soprattutto l’aumento del rischio per quanto riguarda i pagamenti
Incoraggiante è però la continua crescita delle quote di mercato e la convinzione, propria di molte nostre aziende, che in momenti come questi si debba procedere con determinazione sul percorso dell’innovazione di prodotto e di processo, per presentarsi sul
mercato con un’offerta sempre più competitiva
L’intervento sul costruito, in termini anche di riqualificazione energetica, è una delle sfide future per un miglioramento del patrimonio esistente e una riduzione dell’impatto ambientale Che ruolo potrà avere la costruzione in legno e in quali ambiti vede le maggiori possibilità?
Abbiamo già citato precedentemente la velocità di realizzazione; se a questo aggiungiamo leggerezza, proprietà antisismiche, facilità di montaggio e adattabilità a ogni situazione tecnica, ritengo che nell’ambito degli ampliamenti, sopralzi e riqualificazioni il legno sia un materiale particolarmente indicato, che si conferma protagonista anche in casi limite come le case parassite I campi di applicazione sono dunque infiniti e le nostre aziende sono pronte a collaborare con ogni tipo di committenza per studiare insieme le migliori soluzioni tecniche
Parallelamente alla continua ingegnerizzazione e sviluppo dei prodotti, grande attenzione è stata dedicata,
infatti, alle tecniche di progettazione e calcolo strutturale, per cui il cliente e il progettista trovano consulenza qualificata e assistenza di ottimo livello
In Italia, contrariamente a quanto accade nei Paesi del Nord Europa, c’è un’evidente difficoltà a reperire la materia prima legno da destinare alla filiera della lavorazione, pur avendo una grande disponibilità boschiva. Secondo lei è solo una questione di sostenibilità, di tutela del territorio o manca una reale gestione del patrimonio boschivo? A che cosa è dovuta questo differente approccio?
Quello che stiamo facendo in Italia non ha niente a che fare con la sostenibilità e soprattutto con la tutela del territorio; le superfici coperte da bosco, che sono tra l’altro in continuo aumento, sono state letteralmente dimenticate e manca tuttora una cabina di regia che si occupi di elaborare una politica forestale degna di questo nome
Nel frattempo vantiamo numerosi primati per quanto riguarda l’importazione di materia prima: basti pen-
Una fase di lavorazione nella filiera del legname da costruzione.
sare che siamo addirittura il primo importatore mondiale di legna da ardere!
Anche in questo campo l’imprevidenza sembra dunque essere la principale caratteristica nazionale; siamo infatti dei grandi trasformatori, ma rinunciamo a sfruttare il grande potenziale forestale nazionale, che non è solo una risorsa economica, ma un grande serbatoio di posti di lavoro, particolarmente virtuosi perché legati al presidio e alla tutela del territorio
Ritiene che il settore delle costruzioni in legno in Italia, rispetto agli altri Paesi europei sia sufficientemente maturo?
C’è un’eccessiva frammentazione o un problema di dimensioni delle aziende?
Il settore non è certamente maturo, ma, al contrario, in piena fase di crescita, sia dimensionale che tecnica
La frammentazione è purtroppo un difetto tipicamente italiano e comporta senz’altro parecchie inefficienze, compensate però da una maggiore flessibilità e adattabilità a esigenze così mutevoli come quelle tipiche del mercato nazionale
Quali aziende rappresenta Assolegno e quali compiti svolge?
Lavorazione di pareti in legno in stabilimento (Foto: Arcadia Biocase - Riko)
Assolegno è l’Associazione che all’interno di Federlegno-Arredo rappresenta i comparti che vanno dalle Prime Lavorazioni (segherie), alla Carpenteria in legno, alle Grandi strutture e legno lamellare, fino alle Case ed Edifici a Struttura Legno
Sono quindi tutti gli anelli della filiera che vengono dopo le Lavorazioni Forestali e prima dei complementi d’arredo (Porte, Serramenti, Pavimenti, Scale, ecc ) e dell’Industria del mobile
I nostri iscritti sono in continuo aumento e il nostro compito è quello di rappresentarli e tutelarli nelle sedi istituzionali, favorendo inoltre la ricerca e l’aggiornamento scientifico e proponendo nuove modalità di fare impresa, come ad esempio le Reti d’impresa
Dedichiamo anche molta attenzione alla promozione dei nostri prodotti, presentandone le caratteristiche ad un pubblico sempre più ampio: non si contano i convegni, le pubblicazioni tecniche, le collaborazioni con le più svariate realtà
Nel febbraio 2010 si è costituito all’interno di Assolegno il gruppo Case ed Edifici a Struttura di legno, quale funzione svolge il gruppo e da quante aziende è composto?
Il Gruppo dà voce a un comparto in grande sviluppo, favorendo il rafforzamento di una coscienza di categoria e il crescere della consapevolezza del potenziale di queste Aziende in termini di prodotto/servizio
Essendo un ambito molto tecnico, fondamentale è la possibilità di collaborare allo sviluppo delle normative e correggere eventuali incongruenze, proponendo soluzioni migliorative: il tutto nell’ottica del perfezionamento del prodotto e delle tutela del consumatore
Il grande prestigio di Federlegno-arredo e la capacità di portare argomentazioni tecniche in modo trasparente e corretto, hanno reso possibile ottenere risultati come l’eliminazione del già citato vincolo dei 3 piani dentro e fuori terra, vera spada di Damocle sullo sviluppo del settore, o proporre modifiche alle Norme Tecniche delle Costruzioni; nessuna Azienda, agendo singolarmente, avrebbe potuto raggiungere questi obbiettivi Resta comunque il rammarico che, nonostante il continuo aumento dei nostri iscritti, siano ancora molti i “cani sciolti”, che sfruttano il lavoro e l’impegno delle Aziende più sensibili all’associazionismo
Queste ultime vengono però ricompensate dalla possibilità di condividere esperienze, ricercare soluzioni comuni e utilizzare servizi di alto livello come quelli offerti da Federlegno-Arredo
Tutto ciò favorisce il miglioramento della propria cultura aziendale e stimola il miglioramento continuo, grazie al confronto con altre realtà e pratiche aziendali
Oltre a essere Presidente di Assolegno, è amministratore unico di un’azienda che, nata come segheria, si è nel tempo specializzata nella progettazione, produzione e posa di strutture, case e tetti in legno,di arredo urbano e per i parchi gioco; il legno rappresenta quindi una parte importante della sua attività professionale e proprio per questo vorremmo una sua definizione del materiale legno Il legno è una sfida continua e sempre nuova, perché non esiste un pezzo uguale all’altro; per questo richiede tanta passione e professionalità, ma ci ripaga stimolando la nostra curiosità, la nostra creatività; è una compagnia gradevole, perché sa raccontare, ci trasmette sensazioni di naturalità e benessere, ci affascina con il suo colore, il suo profumo, le sue vibrazioni Una volta conosciuto, diventa difficile starne lontano
Per approfondimenti: www federlegnoarredo it/tool/home php?s=0,1,29,35
Six Senses Con Dao
Con Dao, Ba Ria-Vung Tau (VN)
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Uno scorcio notturno di una delle suite: la zona notte si apre direttamente sul porticato e sulla piscina
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L’area pubblica si caratterizza per un doppio rivestimento, realizzato in bambù e con antiche porte recuperate.
2
Ubicazione: Con Dao, Ba Ria-Vung Tau (VN)
Progetto architettonico: Réda Amalou e Stéphanie Ledoux - AW2, Parigi (F)
Ingegneria: Chan Phuong Engineering, Ho Chi Minh City (VN)
Superficie utile: 26 000 m2 (14 ville – 35 suites)
Fotografie: Daniel Moulinet for AW2
Un resort immerso nella natura
Nell’isola principale dell’arcipelago di Con Dao, lungo una lunga striscia di sabbia dorata chiusa dalle montagne e dalla foresta di mangrovie, sorge un esclusivo resort della catena Six senses immerso in un panorama unico e protetto L'isola è parte di un parco nazionale e gli architetti chiamati a sviluppare il progetto si sono imposti, fin dalle fasi iniziali, l'obiettivo di rispettare la natura del sito con un design appropriato, prestando grande attenzione agli aspetti ambientali della progettazione (impatto sul sito, sulla natura, energia, acqua ) Il resort comprende una zona pubblica (reception, bar, ristorante, area commerciale, spa), con terrazze che danno sulla spiaggia e sul fiume, e una privata che accoglie 14 ville e 35 suites con ponti pedonali che collegano le diverse aree Tutti gli edifici sono realizzati in legno con struttura a telaio e si caratterizzano per la forma dei tetti con rivestimento in scandole, in lamiera o in legno, una reinterpretazione delle tradizionali coperture delle case vietnamite ad ala di farfalla, a doppia falda o a falda unica Le pareti degli edifici nell’area comune sono tamponate con vecchie porte recuperate, a riaffermare la volontà di riutilizzare materiali altrimenti destinati allo scarto e di contestualizzare il progetto richiamando un elemento tipico dell'architettura vernacolare del Vietnam
Gli edifici residenziali sono stati progettati con un allineamento leggermente irregolare secondo la pendenza naturale delle dune, lungo la linea di costa, per permettere a tutte le suites e le ville – dotate di 3 o 4 camere – di godere della vista verso il mare e per una migliore integrazione degli elementi costruiti nel sito
Certificato Green Globe, nel 2011 l’intero complesso ha ottenuto anche il premio Green Architecture dall’European Center for Architecture Art Design and Urban Studies
3
La zona commerciale all'interno dell'area pubblica In fondo l'ingresso al resort
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L'area del bar: in primo piano le tipiche porte vietnamite utilizzate come finitura esterna della parete.
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Una vista del market dall'ingresso È ben visibile come tutto il complesso a ridosso delle alture è sopraelevato rispetto alla foresta di mangrovie
Pagina a fianco, una sala del ristorante
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Alcune immagini dell’interno di un suite, dove anche gli arredi e i tessuti sono stati scelti per le loro caratteristiche di ecocompatibilità.
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In alto, alcune viste del modello della struttura di una villa tipo con l’ossatura a telaio
Qui sopra, l’ingresso a uno dei negozi del market: la tradizione del rivestimento si sposa con la modernità dei nuovi serramenti
s ibili à
Il complesso è stato costruito utilizzando materiali (legno, bambù) e manodopera locali La struttura degli edifici è a telaio in legno con elementi in acciaio e tamponamenti in doghe di legno mentre i muri degli edifici della parte comune sono rivestiti con vecchie porte vietnamite sottolineando, a livello ambientale, il riutilizzo di elementi di scarto delle costruzioni ma anche la valorizzazione dell’architettura vernacolare locale La ventilazione naturale e le ampie sporgenze del tetto riducono la necessità di utilizzo dell’aria condizionata all’interno delle residenze, comunque limitata alle sole camere da letto, contribuendo a diminuire il consumo di energia
Il complesso è stato certificato Green Globe, un programma di certificazione dell’industria del turismo il cui obiettivo è salvaguardare le risorse di energia e di acqua, ridurre i costi operativi e contribuire positivamente allo sviluppo delle realtà locali Per le strutture turistiche lo standard di certificazione individua 41 criteri di sostenibilità suddivisi in 337 indicatori di conformità, variabili in base all’area geografica e ai fattori locali; lo standard è rivisto e aggiornato due volte all’anno Il criterio “Design, costruzione degli edifici e delle infrastrutture: sostenibilità edifici nuovi ed esistenti” richiede principi di progettazione e di costruzione sostenibili e localmente appropriati, rispettando gli ambienti naturali e culturali
A sinistra, scavi e fondazioni in c a nella zona delle suites e delle ville
A destra, la struttura lignea a telaio di una villa assemblata a terra viene montata grazie all'ausilio di una gru
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A sinistra, posizionamento di una delle due lunghe travi bli he daranno forma porto del tetto ad iano verso il mare no scorcio iano di una dove sono visibili oni, gli ancoraggi ri della struttura
a struttura completata, dove mpianto a a telaio. tre tipologie menti esterni doghe in legno ti, bambù come e pietra locale per to in c a
una parte dell'area ove si nota to rialzato piattaforma in gli edifici in legno alizzati in cls e accolgono ervizio del resort.
Vista complessiva del cantiere in fase di ultimazione
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Lino Rama
Aqualux Hotel
Bardolino1
Una vista dell’ala ovest, dall’interno della corte Il rivestimento esterno è una facciata ventilata con gres porcellanato
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La piscina rettangolare centrale e, sullo sfondo, la facciata che dà sulla corte interna dell’ala a nord-est.
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Ubicazione: Bardolino (VR)
Progetto: arch Lino Rama, Bardolino (VR)
Strutture cls: ing F Zanetti, Bardolino (VR); ing. R. Daducci, Garda (VR)
Strutture legno: ing Arno Gadner, ing Andreas Berger, Merano (BZ)
Consulente impianto meccanico: ing Michele Carlini, Bolzano
Consulente acustica: ing Massimo Rovere, Mansuè (TV)
Consulente impianto elettrico: ing Roberto Covi, Merano (BZ)
Consulente progettazione del verde: Fontana L’arte del verde, San Giorgio in Salici (VR)
Direttore dei lavori: arch Lino Rama
Appaltatore: Fedrigoli Costruzioni Spa, Ambrogio V lla (VR); per le strutture in legno: Finnforest/MetsaWood Merk
GmbH, Aichach (D)
Lavori: 2008-2012
Superficie fondiaria: 17 730 m2
Superficie utile: 11.982 m2
Superficie verde: 8 000 m2 per hotel, 2 200 m2 aperta al pubblico
Per una vacanza sostenibile
Inaugurato a fine maggio a Bardolino, sul Lago di Garda, l’Aqualux nasce dalla volontà di realizzare un complesso alberghiero basato sulla sostenibilità ambientale e sul risparmio energetico L’architettura dell’hotel vede convivere materiali biocompatibili e naturali – la struttura è quasi totalmente in legno –, innovative scelte di produzione energetica e avanzati software di gestione che riducono drasticamente gli sprechi consentendo quindi un elevato livello di risparmio energetico e idrico
L’edificio si configura inoltre come un esperimento di ridefinizione di una zona industriale dismessa e da tempo abbandonata al degrado
Il complesso alberghiero è articolato intorno a una grande corte centrale con quattro piscine all’aperto, spazi per il relax e aree verdi con essenze locali e piante d’alto fusto Al piano terra si sviluppano le aree comuni dedicate alla ristorazione e all’accoglienza: la hall, due ristoranti, due bar (uno dei quali su due piani), una zona fitness Al primo e al secondo piano trovano posto le 113 camere – di cui 33 suite – tutte, come gli spazi comuni, dotate di un sistema di climatizzazione radiante
Nella parte interrata sono collocati, invece, tutti i locali di servizio, l’area dedicata alla spa, le sale congressuali e il parcheggio da 130 posti
Fin dalla fase iniziale di progettazione si è scelto di eseguire l’intervento riducendo di oltre il 40% le volumetrie disponibili e utilizzando materiali bio-compatibili e non dannosi per l’uomo, provvedendo al fabbisogno energetico con fonti rinnovabili e introducendo metodi di gestione improntati al risparmio energetico L’impegno e le scelte orientate alla sostenibilità, al benessere e alla salute hanno permesso al progetto di ottenere, primo albergo italiano realizzato al di fuori della provincia di Bolzano, la pre-certificazione ClimaHotel
trasmittanza media elementi costruttivi
pareti esterne: U = 0,17 W/m2K (parete in legno ventilata con isolamento costituito da 16 cm di fibra di legno) solaio contro terra: U = 0,28 W/m2K (solaio verso vespaio con isolamento costituito da 12 cm di XPS)
copertura: U = 0,14 W/m2K (solaio in legno ventilata con isolamento costituito da 20 cm di XPS) superfici trasparenti: Uw = 1,4 W/m2K (serramenti in alluminio e facciate); abbattimento acustico 43 dB
prestazioni energetiche
per riscaldamento: 29,49 kWh/m2 anno (precertificato CasaClima) per acqua calda: 15,60 kWh/m2 anno (ACE) per riscaldamento e acqua calda: 45,09 kWh/m2 anno per raffrescamento estivo: 27,8 kWh/m2 anno emissioni di CO2 evitate: 130 000 kg CO2/anno
Una vista della piscina interna con la vasca idromassaggio sopraelevata
È ben leggibile la struttura portante mista, in c a e legno
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Un bagno
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La zona ristorante dell’ala nord.
certificazione ClimaHotel
La certificazione ClimaHotel, che nasce all’interno dell’Agenzia CasaClima, è un riconoscimento che certifica la sostenibilità globale delle strutture turistiche e si basa su tre pilastri portanti della sostenibilità: ecologia, economia e espetti socio-culturali Essa rappresenta lo strumento per introdurre nella realizzazione e nella gestione delle strutture alberghiere misure tecniche e strategiche gestionali coerenti con il rispetto dell’ambiente e del contesto socio-culturale
ClimaHotel propone una metodologia di valutazione della sostenibilità globale del progetto turistico nella sua interezza che va dalla scelta dei materiali fino alle strategie gestionali, con scelte che siano praticabili, controllabili e comunicabili a tutte le varie realtà connesse alla struttura realizzata 4
Solaio copertura, dall’estradosso, (A - terreno vegetal con sistema dre (600 mm)
- impermeabilizz
- massetto con p (50 mm)
- isolamento (100
- cappa collabor (200 mm)
- tegolo (610 mm)
- isolamento (100 mm)
- struttura portante
- controsoffitto
1 pavimento in pietra (20 mm)
2 massetto (120 mm)
3 vespaio a igloo (500 mm)
4 impianti e pavimento (150 mm)
5 cappa (50 mm)
6 vespaio a igloo (300 mm)
- TNT - terreno
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- TNT - riempimento con materiale riciclato (250 mm)
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sistema costruttivo
Il lotto di intervento (11 650 m2) è stato scavato fino a quota -6 m per realizzare i posti auto necessari, spazi di servizio, sale congressi e area wellness All’interno si sono realizzati i muri di sostegno su pali e su questi i solai, in gran parte prefabbricati I 27 800 m3 dell’edificio fuori terra sono realizzati con una struttura portante prefabbricata in legno con tecnologia X-Lam (tavole di abete incollate incrociate) e compensato impiallacciato provenienti da coltivazioni certificate I pannelli X-Lam hanno uno spessore di 85 mm e presentano dimensioni diverse dipendenti dallo schema statico derivato dai moduli architettonici I solai, di dimensioni varie, limitate solo dal trasporto, hanno uno spessore di 168 mm o di 198 mm e sono assemblati alle pareti verticali tramite viti e staffe in acciaio Tutte le pareti interne sono rivestite in cartongesso mentre le facciate sono finite con pannelli isolanti di fibra di legno e parete ventilata di gres porcellanato Le colonne a forma di croce e le travi al piano terra sono in compensato impiallacciato (Kerto) lasciato a vista e fissato a terra con staffe in acciaio
rivista rivista
sezione orizzontale tipo di una camera
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A destra, due immagini di cantiere che mostrano la messa in opera degli impianti radianti a soffitto e a pavimento
sostenibilità
L’intero edificio è realizzato con una struttura portante in legno proveniente da coltivazioni certificate e rivestita con pannelli isolanti naturali Tutte le coperture sono tetti verdi che consentono una migliore gestione climatica; è inoltre previsto il riutilizzo delle acque piovane per l’irrigazione delle zone a verde I vari ambienti, dalle singole camere agli spazi comuni, sono dotati di ampie vetrate, hanno un’elevata insonorizzazione e sono climatizzati per mezzo di sistemi radianti a soffitto, a pavimento e a parete Per il riscaldamento e la climatizzazione sono utilizzate fonti rinnovabili, così come per la produzione di parte dell’acqua calda sanitaria e per il riscaldamento delle piscine La principale fonte è rappresentata dalla geotermia, sfruttata sottoforma di recupero termico da acqua di falda attraverso l’utilizzo di due pompe di calore geotermiche polivalenti che riescono a produrre contemporaneamente fluido caldo e fluido freddo, per una potenza di 479 kW frigoriferi e 514 kW termici ciascuna A questa fonte primaria si affianca un impianto solare termico di circa 135 m2 di superficie, in grado di garantire quasi la metà del fabbisogno di ACS È stata realizzata inoltre la predisposizione per un impianto fotovoltaico con potenza di picco pari ad alcune centinaia di kW (in funzione dell’organizzazione degli spazi in copertura) che verrà però definita in futuro
Si sopperisce al rimanente fabbisogno energetico attraverso impianti a elevato rendimento Nel caso dell’energia termica, da due caldaie a condensazione, mentre nel caso dell’energia frigorifera, da un gruppo frigorifero condensato ad acqua con torre di emergenza
In tutto l’hotel è in funzione un impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore in cui anche l’unità di trattamento aria è dotata di un suo recuperatore di calore
La struttura dispone, infine, di un sofisticato sistema di Building Automation che sovrintende all’intero impianto elettrico, con software dedicati che gestiscono l’illuminazione nei vari ambienti
7 Il porticato al piano terra dell’ala ovest. con le colonne a croce e le travi in compensato impiallacciato (Kerto) lasciato a vista, fissato con staffe in acciaio
8 La passerella che collega l’ala sud-ovest con l’ala nord-est ha struttura portante in acciaio
A sinistra, le fondazioni del complesso in c a ; per poter costruire a confine, e sfruttare così appieno la superficie disponibile, si sono utilizzati diaframmi tirantati
A destra, il vano scale in c a e una fase di posa del solaio prefabbricato in legno del primo piano.
A sinistra, in alto, una staffa di collegamento tra il solaio in legno e il muro in c a del vano scale
A sinistra, in basso, le colonne cruciformi del piano terra, in compensato impiallacciato; il fissaggio a terra è garantito attraverso staffe metalliche
A destra, la posa di un pannello del solaio
A sinistra, la costruzione del portico a piano terra dell’ala ovest.
Un’immagine di cantiere della piscina interna-zona wellness, realizzata con un sistema costruttivo misto: pilastri in c a a doppia altezza, travi in legno e pareti e solai in X-Lam
A sinistra, posa di una parete portante in X-Lam
A destra, i blocchi delle stanze realizzate in X-Lam sono irrigiditi da profili metallici che fungeranno da elementi di controventatura oltre che da supporto dei controsoffitti
Date le dimensioni dei solai e delle pareti, i pannelli sono arrivati in cantiere smontati
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Djuric Tardio
Maison en bois
Antony (F)
1
La facciata della casa verso la strada vista da est: la struttura del tetto a vista richiama la medesima tipologia delle coperture circostanti
2
L’ingresso principale a nord-est con la vegetazione che si riflette sulle imposte in inox lucidato a specchio apribili e sulle vetrate
2
Ubicazione: Antony, Parigi (F)
Progetto: Djuric Tardio Architectes, Parigi (F)
Struttura in c.a., gestione ambientale, sviluppo sostenibile: AEDIS Ingénierie, Boulogne Billancourt (F)
Struttura in legno: BBOX, Bordeaux (F)
Paesaggista: Jeanne Dubourdieuatelier de paysages, Parigi (F)
Lavori: 2010 (10 mesi)
Superficie: 246 m2
Un tetto aperto sul cielo
Nella periferia a sud di Parigi questo edificio in legno a due piani si caratterizza per il tetto apparentemente incompiuto che, pur riprendendo la forma delle coperture degli edifici circostanti rispondendo così anche alle restrizioni del regolamento edilizio, è lasciato a vista, aperto; anzi, trasformato in una zona viva, un giardino pensile, una terrazza per le verdure e la frutta, sfruttando appieno una superficie altrimenti destinata al sottotetto
L’aspetto distributivo della casa è molto singolare, essendo i committenti una famiglia allargata che necessitava di un design flessibile e modulare La scala è posizionata centralmente su un lato corto dell’edificio in corrispondenza dell’ingresso e delle aree di servizio e non divide fisicamente le due unità immobiliari: è stata infatti progettata per diventare in futuro un’area comune che collegherà visivamente i due piani del volume del fabbricato La zona giorno e quella della biblioteca-studio sono separate da grandi pareti mobili che consentono di allargare o chiudere gli spazi a seconda delle esigenze della vita quotidiana Le aree living si espandono al di fuori delle abitazioni: ampi serramenti con doppio vetro e argon dilatano la zona giorno verso il giardino al piano terra e al piano superiore nell’ampio terrazzo che crea una zona d’ombra al piano terra durante l’estate Due lucernari sulla terrazza giardino portano la luce naturale ai piani inferiori
La facciata principale a nord, su cui affacciano le camere da letto, è una composizione di aperture, alcune delle quali costituite da pannelli in inox lucidato su entrambi i lati, apribili ad anta I riflessi della vegetazione sulle vetrate e sulle ante a specchio nelle loro varie posizioni, mutano continuamente l’aspetto della facciata
L’elevato isolamento della struttura rende quasi superfluo il riscaldamento a pavimento mentre l’impianto di recupero dell’acqua piovana consente l’irrigazione del giardino e del tetto giardino limitando l’utilizzo di acqua potabile
Legenda:
1 entrata
2 camera da letto
3 biblioteca/studio
4 zona living
sezione longitudinale
3
La zona living dell’unità al piano terra.
A sinistra si intravede la grande parete scorrevole che consente di separare lo spazio tra la cucina e la biblioteca a seconda delle esigenze
Il balcone dell’appartamento al primo piano affacciato sul giardino a sud est
5 Vista verso sud del terrazzo giardino con la struttura “incompiuta” del tetto.
rivista rivista
Parete esterna, dall’interno: - pannello strutturale Leno® (8 cm)
- isolamento in fibra di legno
- tenuta all’acqua
- rivestimento in doghe di cedro rosso
1 cornice di metallo fissa e rivestita di acciaio
2 telaio di metallo apribile, isolato con poliuretano
3 isolamento interno della persiana
4 lastra in polimirror inossidabile, agganciata alla cornice
dettaglio persian
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struttura
Su un basamento in c a sono stati posati i pannelli portanti dell’edificio costituti da lamelle di abete rosso, incrociate e incollate, e tagliati con precisione secondo un processo produttivo rispettoso dell’ambiente Tale procedimento permette la fabbricazione di elementi costruttivi massicci di dimensioni variabili (fino a 4,80 x 20 m) con spessori compresi tra 50 e 300 mm La struttura a lamelle incrociate garantisce un effetto sigillante, mentre l’incollaggio duraturo e di alta qualità permette la realizzazione di elementi costruttivi assolutamente stabili nelle dimensioni e resistenti alle torsioni I pannelli sono giunti in cantiere già provvisti di isolamento, di membrane impermeabili, di freno vapore e di rivestimento esterno in doghe orizzontali non trattate La scelta di questo tipo di elementi è stata dettata anche dalla volontà di ridurre al minimo l’inquinamento dovuto al cantiere e ai trasporti, essendo l’area di progetto situata in un sobborgo densamente abitato L’edificio è stato completamente prefabbricato in laboratorio e montato in loco in due settimane
one in metallo ato rmedio, osso:
o in quercia ento a pavimento pannelli Leno® fitto
o in cedro stra ucido, apertura parsa nto in cemento
e immagini di una parete rra su dormiente pannello arriva completo nto, di teli vento imento
6
La grande vetrata scorrevole separa la zona giorno al primo piano dal balcone
7
L’area living esterna al piano terra, il soggiorno e l’ingresso dell’edificio sullo sfondo; un asse visivo ininterrotto da sud a nord caratterizza gli ambienti interni
A lato, posa dei primi pannelli al piano terra sul basamento in c a
A sinistra, dettaglio dell’ancoraggio alle fondazioni dei pannelli prefabbricati con piastre di acciaio
A destra, fissaggio delle travature orizzontali.
A sinistra, posizionamento dei pannelli in legno sul lato sud. Contrariamente agli altri tre lati, i cui pannelli sono arrivati in sito completi di isolamento e rivestimento, questi verranno completati in opera poiché sono posizionati in corrispondenza del camino interno
A destra, il primo solaio
A sinistra, al primo piano i lavori proseguono con l’ancoraggio delle pareti perimetrali e interne
A destra, posa dei serramenti e della barriera al vento sui pannelli della facciata sud prima della messa in opera del rivestimento
A sinistra, vista verso il giardino: lo spazio a doppia altezza a destra identifica il grande lucernario creato in copertura per portare luce naturale alle due unità
A destra, stessa vista dell’immagine a sinistra, con le superfici finite
Il colore chiaro della finitura amplifica l’effetto della luce che entra dal lucernario
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Caribimbi Parma
1
Veduta esterna dei due padiglioni che accolgono le classi affacciate verso l’area verde I diversi volumi sono accomunati dalla variegata colorazione del rivestimento in doghe di legno.
2 L’ala riservata ai bambini di 1 anno
Ubicazione: Centro Servizi Cavagnari, Parma
Committente: Cariparma Crédit
Agricole, Parma
Progetto: ZPZ Partners, Modena
Strutture: ing Pier Luigi Cigarini, Reggio Emilia
Direttore dei lavori: ZPZ Partners: arch. Claudia Zoboli con arch. Michele
Zini e arch Sara Michelini
Arredi: Play+Reggio Emilia; Soncini
Quintavalla, Parma
Appaltatore: MDE s r l , Piacenza
Date progetto: 2008-2009
Lavori: 2010-2011
Superficie fondiaria: 3 530 m2
Superficie utile: 867 m2
Superficie verde: 2 340 m2
Il legno è pedagogico!
Coniugare architettura e intenti pedagogici con la sostenibilità in una struttura insieme privata e pubblica è stato l’intento che ha portato alla costruzione di questo asilo aziendale, realizzato all’interno del Centro Servizi Cavagnari di Cariparma a Parma L’asilo nido per i figli dei dipendenti della banca è fruibile anche dagli iscritti alle graduatorie comunali rispondendo così anche alle esigenze del quartiere e della città La sfida progettuale è stata costruire un ambiente per l’infanzia dove la funzionalità e l’estetica fossero di supporto allo sviluppo creativo dei piccoli utenti, in modo tale che lo stesso fabbricato assumesse un valore pedagogico Il tutto a partire da una progettazione consapevolmente sostenibile; l’asilo è concepito per usare risorse rinnovabili, contenere la dispersione energetica grazie al forte isolamento e all’inerzia termica della struttura in pannelli in X-lam e impiegare sistemi passivi a protezione dall’irraggiamento solare
Tra l’interno e l’esterno dell’edificio si instaura un continuo gioco di contrasti tra colori e volumi: l’esterno è monocromatico, materico, con un rivestimento in doghe di legno verticali di tre toni diversi posate secondo uno schema casuale ed è racchiuso da un tetto dalla geometria variabile, a richiamare un foglio di carta spiegazzato (forma pensata originariamente per ottimizzare l’esposizione dei pannelli fotovoltaici) L’interno è invece contraddistinto da una palette di colori luminosi, è complesso, variegato, ricco di linguaggi differenti e di stimoli sensoriali diversi Dal punto di vista compositivo il fabbricato è costituito da una serie di padiglioni collegati dalla grande copertura e da una piazza centrale coperta – illuminata dalle aperture sui lati e dal grande occhio centrale –, fulcro dell’edificio e luogo per la socializzazione e il gioco tra i bambini di differente età Uffici e spazi di servizio si affacciano sulla strada, a nord, creando una separazione acustica per i tre padiglioni con le sezioni e gli atelier che si aprono a raggiera verso sud per privilegiare l’illuminazione naturale e la vista sul verde
Legenda: 1 ingresso 2 ufficio 3 meeting
pranzo
trasmittanza media elementi costruttivi
pareti esterne: U = 0,162 W/m2K
solaio contro terra: U = 0,226 W/m2K
copertura: U = 0,190 W/m2K
superfici trasparenti: Uw = 1,7 W/m2K
prestazioni energetiche
per riscaldamento: 9,72 kWh/m3 anno per acqua calda: 1,3 kWh/m3 anno
3
La piazza centrale, dove i bambini di diverse età si incontrano, è stata pensata anche per eventi, attività per i genitori o per piccoli gruppi
4
L’aula per i bambini di 12 mesi
5
L’ufficio utilizzato anche per il ricevimento dei genitori
Sotto, da sinistra, la struttura di copertura della piazza centrale; geometrie dinamiche per il lungo e stretto volume dei servizi a nord; dettaglio del rivestimento esterno caratterizzato da tre colori differenti.
sistema costruttivo
La struttura portante è in pannelli multistrato (X-lam) di grande formato, realizzati mediante la sovrapposizione di strati incrociati di tavole di legno di conifera di provenienza nord Europea, classificate secondo la norma EN 338 con contenuto di umidità compreso tra 8 e 12 % (± 2%) In tal modo, utilizzando cioè unicamente legname essiccato, si abbatte il pericolo di attacco da parte di agenti biologici e si incrementa la stabilità e la robustezza dell’elemento La disposizione incrociata delle lamelle longitudinali e trasversali permette di ridurre a valori trascurabili i fenomeni di rigonfiamento e ritiro del pannello, aumentandone notevolmente la resistenza statica e la stabilità dimensionale
Il pannello utilizzato è composto da cinque strati di tavole, tre trasversali e due longitudinali, assemblati mediante incollaggio e chiodatura permanente con chiodi zigrinati Lo spessore delle tavole è di 24 mm per ogni strato e la larghezza è compresa tra 95 e 150 mm La struttura in legno poggia su una fondazione a platea in c a La copertura a falde di diversa pendenza, costituita da un’orditura primaria e una secondaria, è pannellata in legno, coibentata con lana minerale e impermeabilizzata con guaine bituminose
struttura primaria e secondaria della copertura
struttura esterna copertura
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5 due tiranti in legno
) bordo (20x70 cm) a lli (4x5 cm)
l’esterno: nto esterno verticali di legno
ra rivestimento 2 cm)
ccia, densità
70 kg/m3 (8 cm)
- telo traspirante impermeabile
- parete in legno X-lam multistrato incrociato (16,8 cm)
- lana di roccia, densità 40 kg/m3 (6 cm)
- aria (2 cm)
- doppia lastra cartongesso (1,25 + 1,25 cm)
8 lastra cartongesso (1,5 cm)
9 infisso in legno
I servizi igienici per i bambini di 12 mesi
7
I servizi igienic per i bambini di 3 anni
8 L’aula per i bambini di 3 anni d’età.
finiture interne e arredi
Colore
Per progettare le finiture e gli arredi in un asilo è indispensabile considerare le qualità spaziali e sensoriali - architettura, arredi, acustica, colore, luce, paesaggio materico - in quanto esse sono determinanti nell’influenzare le capacità percettive e cognitive dei bambini Nel caso del Caribimbi è stata creata una gamma cromatica ricca di sfumature, lontana dalla semplificazione dei colori primari e indirizzata, invece, verso un sistema composto da tanti colori accostati tono su tono, da colori intrinsechi e colori filmici, da colori in contrapposizione tra loro L’ambiente presenta anche una gerarchia cromatica: colori a bassa saturazione, con alcuni colori di accento, a livello ambientale, negli arredi colori mediamente protagonisti e più accesi per gli oggetti
Luce
L’illuminazione è realizzata attraverso differenti sorgenti luminose - fluorescenti, alogene, LED - per meglio sfruttarne le diverse caratteristiche, quali la fedeltà nella resa cromatica e la capacità di generare ombre e di produrre ombre colorate: sorgenti luminose con diverse temperature colore e corpi illuminanti con differenti solidi fotometrici creano luce diffusa o concentrata, diretta o indiretta È possibile variare la intensità delle luci tramite dimmer e modificare la loro tonalità cromatica grazie a sistemi a base RGB
Materiali
Il paesaggio all’interno dell’asilo è articolato, un ambiente multi sensoriale che unisce superfici lisce e ruvide, umide e secche, opache e lucide, traslucide e trasparenti; si sono utilizzati: legno a doghe di tre colorazioni in sfumatura, legno rosso, legno industriale a pavimento, legno sbiancato a soffitto; cemento con inerte a vista in pavimentazione; ceramiche lucide, a rilievo, opache; tessuti; laccature; elementi morbidi di diverse densità; materiali con caratteristiche diverse che cambiano nel tempo (legno) o rimangono invariati (vetro, acciaio)
A sinistra, posa dei primi pannelli in legno
A destra, i volumi degli spazi di servizio a nord
A sinistra, scorcio della piazza centrale: si notano gli agganci e gli incastri dei pannelli alla platea e le travi di copertura.
A destra, la sotto struttura sporgente per l’ancoraggio del rivestimento inclinato a coronamento e protezione della parete
A sinistra, dettaglio della copertura di uno dei padiglioni. A destra, il grande “occhio” della piazza centrale
A sinistra, coibentazione, impermeabilizzazione e finitura della copertura
A destra, posa del rivestimento della facciata in doghe di legno a giunto aperto
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Yellow Treehouse Restaurant
Warkworth (NZ)
1 Vista complessiva del ristorante: a destra il “Balcone di Giulietta” si affaccia sul bosco
2
La struttura a bozzolo del ristorante e la lunga passerella sopraelevata che si snoda tra gli alberi.
2
Ubicazione: Warkworth, Auckland (NZ)
Progetto architettonico: Peter Eising & Lucy Gauntlett - Pacific
Environments Architects, Auckland (NZ)
Responsabili del progetto: Gareth Skirrow, Blair Wolfgram, Joe Holden, The Building Intelligence Group, Auckland (NZ)
Ingegneria: Chris MacKenzie & John Worth, Martin Feeney, Holmes
Consulting - Holmes Fire, Auckland (NZ)
Appaltatori: Shane Brealey, Paddy Molloy, Megan Roberts, NZ Strong, Auckland (NZ); Jim Bellamy, Citywide Construction Ltd, Mulgrave - Victoria (AUS)
Finiture in legno: Owen Griffiths, Sandy Sandiford, McIntosh Timber Laminates, Auckland (NZ)
Luci: Renee Kelly, ECC Lighting & Furniture, Auckland (NZ)
Fotografie: Lucy Gauntlett
A cena sull’albero
Questo singolare ristorante temporaneo sospeso su un albero a quasi 10 metri da terra e smontabile per un potenziale riutilizzo futuro è il risultato di una campagna pubblicitaria lanciata dalle Yellow Pages neozelandesi con l’intento di dimostrare che qualsiasi incarico può essere completato attraverso l’elenco, compresa la costruzione e la gestione di un ristorante come questo
Per il concept architettonico dell’edificio, che si trova in un bosco di sequoie in una zona rurale a nord di Auckland, i progettisti si sono ispirati a forme presenti in natura riprendendo, in particolare, le sembianze ovali di un bozzolo organicamente abbracciato a un tronco, che racchiude e protegge una crisalide e che richiama una lanterna quando si illumina all’imbrunire In pianta il progetto rivisita la forma della conchiglia marina di un Nautilus, una spirale che si divide lungo l’asse est-ovest creando i due livelli del bar e del ristorante sopraelevato di qualche gradino Questo slittamento della pianta permette di collegare l’edificio verso sud alla lunga passerella sopraelevata di accesso che si snoda per 60 metri attraverso la natura e di aprire a nord un balcone panoramico – detto “Balcone di Giulietta” – con vista sul bosco di sequoie I locali di servizio e la cucina sono posti a livello del terreno, all’inizio della passerella Lamelle verticali, dimensionate in base al soleggiamento dell’area, avvolgono e chiudono tutta la struttura, che rimane comunque permeabile verso l’esterno consentendo anche la ventilazione naturale all’interno del ristorante
Scegliere l’albero più adatto a soddisfare la miriade di requisiti funzionali del piccolo ristorante non è stato facile: dopo un’attenta ricerca e studio, che ha coinvolto anche agronomi e consulenti, a sostenere il peso dei materiali, delle persone (clienti e camerieri) e delle attrezzature e a reggere l’ancoraggio della struttura, di circa 10 m di diametro e altezza di circa 12 m, è una sequoia alta 40 m con un fusto di 1,20 m
planimetria
Nella planimetria è possibile inviduare la struttura che sostiene il complesso della passerella e delle piattaforme: in nero sono evidenziate le sezioni degli alberi, mentre in grigio sono indicate le sezioni dei pali di legno; in rosa, la sequoia su cui è stato costruito il Tree Restaurant.
L’interno del ristorante con il “Balcone di Giulietta” La struttura primaria è costituita dalle lamelle esterne e quella secondaria dai brise soleil In alto lo scheletro ligneo orizzontale che sostiene le strutture portanti triangolari
Legenda sezione:
1 alette minori (280x42 mm) di legno lamellare a tutta altezza
2 alette maggiori (450x42 mm) di legno lamellare a tutta altezza
3 copertura acrilica
4 tende schermanti
5 elementi portanti fissate con 150 tasselli, pavimento in legno (40 mm)
6 sagoma esterna delle alette minori
7 sagoma esterna delle doghe di pioppo a tutta altezza
8 collare strutturale in acciaio
9 illuminazione verso l’alto
Diametri del tronco:
1,5 m altezza = 1,6 m diam
7 m altezza = 1,3 m diam
8 m altezza = 1,25 m diam
10 m altezza = 1,20 m diam
11 m altezza = 1,15 m diam
Legenda pianta:
1 doghe di pioppo a tutta altezza lungo l’intera facciata posteriore
2 alette maggiori (450x42 mm) di legno lamellare a tutta altezza
3 alette minori (280x42 mm) di legno lamellare a tutta altezza
4 corrimano (diam 45 mm)
5 doghe di pioppo non continue
6 asse centrale degli elementi portanti
7 strisce di LED fissate alle alette maggiori
8 doghe di pioppo che corrono a tutta altezza esternamente, a est dell’entrata
Sopra, in senso ora partire da sinistra, g dello sviluppo strutturale del Yellow Treehouse Restaurant
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Tre collari di acciaio fissati al tronco della sequoia sostengono le strutture portanti triangolari in legno, costituite da doppi elementi di dimensioni 300x50 mm, realizzando così i due solai del bar/ristorante e della copertura
Ancorate ai solai, una serie di alette curve in legno lamellare di pino – le più piccole con dimensioni 280x42 mm, quelle più grandi di 450x42 mm – formano l’involucro esterno dell’edificio Una guida fissata a questi elementi consente l’installazione dell’illuminazione notturna a led sulle travi di maggiore dimensione Doghe curvate di pioppo, essenza coltivata in Nuova Zelanda come frangivento e di poco valore commerciale, di 20x30 mm, completano la struttura fungendo da frangisole; a sud esse sono a tutta altezza, mentre a partire dal “Balcone di Giulietta” hanno un’altezza massima di 1 100 mm dal piano del pavimento, così da consentire la vista del paesaggio Il rivestimento della passerella di accesso è realizzato con doghe di sequoia recuperate e fresate in sito
A protezione dagli agenti atmosferici sono state inserite lastre trasparenti in Perspex® (metacrilato) in copertura e tende verticali a schermare l’irraggiamento solare La conformazione curvilinea delle alette permette alla pioggia di scorrere verso il basso e di non penetrare all’interno della sala
rivista rivista
Sezione verticale di dettaglio:
1 doghe di pioppo continue (a tutta altezza e non); quelle non a tutta altezza, in corrispondenza dell’entrata, arrivano a 1,1 m dal piano pavimento
2 alette maggiori (lamellare)
3 bordo esterno alette minori (lamellare)
4 doghe di pioppo (20x30 cm)
5 listello di sicurezza (75x50cm)
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o di legno cm)
ti portanti ti a seguire zione delle alette lare
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maggiori fissate direttamente alla struttura portante e quelle minori unite tra loro da fasce metalliche
A sinistra, costruzione delle piattaforme della passerella sopraelevata
A destra, i collari di acciaio che sostengono i solai
A sinistra, realizzazione delle alette ricurve esterne in laboratorio
A destra, le strutture portanti triangolari che formano i solai e su cui si agganciano le alette.
A sinistra in alto, le lamelle, le tavole di rivestimento del pavimento del primo solaio e le assi in pioppo dei brise soleil.
A destra, l’ancoraggio dei tre collari di acciaio alla sequoia
A sinistra in alto, collegamento delle strutture triangolari ai collari e realizzazione del primo solaio
A sinistra in basso, le strutture delle passerelle rivestite con doghe di sequoia prima del montaggio in opera
A destra, fissaggio delle alette esterne alla struttura triangolare portante
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iSartorazzi Ala
2 Vista del fronte d’ingresso a nord
Ubicazione: Ala (TN)
Progetto: KREJ engineering srl, Ala (TN)
Strutture: CSC engineering srl, Riva del Garda (TN)
Termoidraulica e solare termico, impianto elettrico: AITEC engineering, Ala (TN)
Direttore dei lavori: arch Brunella Avi, KREJ engineering srl, Ala (TN)
Appaltatore strutture lignee e finiture: Lignotec srl, Redagno-Aldino (BZ)
Date progetto: 2010-2011
Lavori: 2011-2012
Superficie fondiaria: 720 m2
Superficie utile: 240 m2
Superficie verde: 210 m2 2
Un’idea green in testa
Migliorare, promuovere l’attività e proporre un’offerta più qualificata alla clientela sono stati gli obiettivi che hanno indirizzato i committenti verso la richiesta di un ambiente green per il loro nuovo salone di parrucchiere La costruzione, con struttura in legno, è realizzata sul sedime di un edificio preesistente (demolito) di proprietà della stessa committenza, scelta motivata dalla localizzazione dello stabile, che fronteggia il principale asse viario di attraversamento della cittadina di Ala
I vincoli urbanistici molto restrittivi – la fascia di rispetto stradale e cimiteriale, il volume massimo edificabile, la distanza dagli edifici limitrofi – hanno determinato la sagoma della pianta, stimolando, al contempo, la ricerca di una forma caratterizzante l’alzato, la copertura e i rivestimenti Il salone si presenta con una grande falda che si protende verso sud per proteggere le facciate sottostanti e che si piega a nord per diventare paramento murario Vetro, legno e metallo danno carattere all’edificio, separando, al piano terra, la parte pubblica del salone, completamente vetrato e costruito in adiacenza alla parete in sasso della cinta muraria del XIII secolo, da quella più riservata del salone e della grande terrazza al piano superiore, protetta e schermata da brise soleil in doghe di legno La terrazza consente di godere della vista sulla valle e permetterà al committente di svolgere la propria attività – o qualche manifestazione – all’aperto
L’edificio rientra in Classe Energetica A secondo la classificazione in vigore nella provincia di Trento, risultato reso possibile grazie a soluzioni e impianti finalizzate al risparmio energetico, ovvero: isolamento dell’interrato sotto la platea di fondazione, elevata coibenza dei pacchetti dell’involucro, facciate continue a vetri accostati in vetrocamera, impianti termici radianti a soffitto, ventilazione meccanica controllata, collettori solari, pannelli fotovoltaici in copertura e illuminazione a LED
sezione longitudinale
trasmittanza media elementi costruttivi
pareti esterne: U = 0,143 W/m2K solaio contro terra: U = 0,161 W/m2K copertura: U = 0,171 W/m2K superfici trasparenti: Uw = 1,0 W/m2K
prestazioni energetiche
per riscaldamento: 7,32 kWh/m3 anno per acqua calda: 1,47 kWh/m3 anno per raffrescamento estivo: 8,74 kWh/m3 anno
3
Vista del salone con l’ingresso sullo
4
La terrazza rivolta a sud e la grande vetrata dello spazio al piano superiore con la vista sul paesaggio.
Solaio interpiano
1 carter in alluminio (4 mm) con aggancio nascosto fissato su pannello in legno, compreso di impermeabilizzazione e coibentazione
2 piatto in acciaio su profili
5
Montaggio dei pannelli X-Lam del primo solaio
6
Vista del piano terra a posa ultimata dei pannelli X-Lam del primo solaio
7
Assemblaggio della struttura in acciaio dei pilastri e delle travi, necessaria per sostenere l’ampio sbalzo del tetto
8
Dettaglio dell’appoggio del solaio in legno sulla trave in acciaio
a C contrapposti, agganciati all'anima della trave
3 profili in acciaio fermavetro con inserito giunto plastico quale taglio termico
4 aggancio parapetto in vetro, fissato al piatto del punto 2
5 trave HEA 240
6 binario per tendaggio
7 piatto in acciaio per aggancio brise soleil
e cassonetto tenda scorrevole
8 cassonetto tenda scorrevole
9 canale di scolo acque meteoriche
10 pannello OSB
con sottostruttura per formazione pendenze 11 impermeabilizzazione
12 pavimento galleggiante in legno
13 controsoffitto radiante
sistema costruttivo
L’edificio prevede tre livelli di costruzione dei quali il primo è interrato e realizzato interamente in cemento armato, a partire da una platea poggiata su 25 cm di ghiaia di vetro cellulare atti ad assicurare un perfetto isolamento termico Essendo l’edificio costruito in aderenza a un muro storico, è stato necessario realizzare una palificata (tipologia “micropalo” – fino ad una profondità di circa 6,00 m rispetto la quota 0,00 m) per salvaguardare la preesistenza muraria Il solaio del piano terra è costituito da una soletta piena in c a per uno spessore totale di 20 cm; su di esso sono stati predisposti gli inghisaggi delle strutture verticali in acciaio e sono state appoggiate le strutture verticali in X-lam I solai del primo piano, sempre in X-lam, hanno spessore di 16 cm L’orditura secondaria serve a sostenere il tavolato in OSB sul quale sono stati posati 30 cm di isolamento in fibra di legno
La copertura è composta da un graticcio di travi in legno sagomate, il cui spessore varia da un massimo di circa 58 cm fino a rastremarsi a 28 cm alle estremità, è sorretta da 5 pilastri perimetrali in acciaio zincato con diametro 27 cm e dagli elementi verticali in c a del corpo scala che garantisce la risposta sismica dell’edificio
ancoraggio per acciaio n Piatto scorrevoli tende e brise-soleil
tutta a fissa Vetrata K W/mq 00 1 Uw selettivo con
Pannelli
240 HEA Trave
acciaio in Piastra fissaggio di Sistema acciaio in piastra
per Fori dadi serraggio
bentazione Co e impermeabilizzazione carter per supporti chiusura d
Tenda
esploso assonometrico della struttura al primo piano (schermatura fissa sul terrazzo)
passaggio per a Aso aio acc in piatto brise- fissaggio per tenda e soleil
l brise-sole Sistema in Carter nio allum
Le immagini a lato corrispondono al dettaglio in alto a destra della pagina accanto
Nell’esploso assonometrico sono evidenziate le connessioni tra i vari elementi che costituiscono il nodo costruttivo
Sotto a sinistra, il prospetto mette in evidenza il passo dei sostegni del brise soleil, della tenda e della vetrata
A destra, un rendering del dettaglio assemblato
per leggere l’articolo completo
Solaio copertura, dall’estradosso, (A - guaina in PVC - pannello OBS
- intercapedine d - isolante in fibra di legno
- pannello OBS
- intercapedine d’aria
- pannello di finitura in multistrato d’abete sbiancato
alleggerito
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- solaio in X-lam (16 cm)
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- spazio per alloggiamento impianti
- pannello radiante per riscaldamento e raffrescamento a soffitto
- finitura in cartongesso - poliureteno pendenzato - solaio in X-lam (16 cm)
- XPS
- pannello multistrato di abete sbiancato
- caldana in cemento alleggerito
- soletta in c a (20 cm) no (E): stre
- letto di sabbia
- XPS (10 cm)
- guaina in PVC
- soletta in c a sp 20 cm
A sinistra, posa dell’isolamento in ghiaia di vetro cellulare alla base dell’edificio
A destra, la struttura metallica fuori terra
A sinistra, vista d’insieme del primo piano
A destra, dettaglio dell’aggancio della struttura metallica alla lama strutturale in cemento armato del vano scala e delle pareti verticali in X-Lam.
A sinistra, fase di montaggio delle travi della copertura.
A destra, ultimazione dell’orditura secondaria
A sinistra, dettaglio della posa e della sigillatura dei pannelli in poliuretano sul primo solaio
A destra, dettaglio dell’isolamento della copertura in fibra di legno da 30 cm
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Georg Bechter Haus Simma
Egg (A)
Il fronte sud
L’angolo nord-est
Il fronte est con la vetrata della zona living.
La Haus Simma è stata insignita del Vorarlberger Holzbaupreis 2011 per la categoria
“Risanamento/Ampliamento”
3
Ubicazione: Egg (Austria)
Progetto: Georg Bechter
Architektur+Design, Langenegg (A)
Direttore dei lavori: Doris e Jodok
Simma
Appaltatore opere in legno: Kaspar Greber, Bezau (A)
Lavori: 2007-2011
Superficie fondiaria: 874 m2
Superficie utile: 169,5 m2
Un cappotto di paglia per tutte le stagioni
Questa residenza austriaca, vicino al confine con la Germania, è un interessante esempio di ristrutturazione ecologica di un fabbricato degli anni ’60 il cui comfort e isolamento non erano più rispondenti agli standard odierni Pur mantenendo l’obsoleta struttura originaria, l’edificio è stato interamente risanato dal punto di vista energetico ridefinendone gli spazi, la distribuzione interna e l’architettura in una fusione di vecchio e nuovo che genera una nuova identità della casa
Sono stati mantenuti i muri portanti in laterizio ampliando la costruzione con l’innalzamento (con pareti e tetto in legno) di mezzo piano dell’edificio originario il cui il fronte d’ingresso è stato ricollocato a sud ruotando anche la disposizione della copertura a falde Lo spesso strato esterno che coibenta la costruzione è in balle di paglia (una scelta altamente ecologica e a basso impatto ambientale ma sicuramente non comune per una ristrutturazione) con struttura in legno e rivestimento nelle tipiche scandole della tradizione locale Eliminati aggetti e rientri, così come le sporgenze del tetto, la casa si presenta con un volume definito e compatto, fattore che, insieme anche all’elevato isolamento, riduce notevolmente le dispersioni energetiche Al muro originale, dello spessore di 36,5 cm, sono stati aggiunti ulteriori 45 cm di paglia per uno spessore totale di quasi un metro La profondità della collocazione delle aperture ha suggerito di intervenire con forti strombature, così da aumentare la luminosità all’interno e al contempo caratterizzare architettonicamente le facciate Tutti i materiali impiegati nella costruzione hanno origine naturale: la paglia dell’isolamento e la struttura lignea delle facciate, i rivestimenti interni in tavole di legno provenienti dai boschi vicini, gli intonaci in argilla nelle stanze da letto che garantiscono un ambiente estremamente confortevole date le caratteristiche igroscopiche dell’argilla
Alla drastica riduzione del fabbisogno energetico, oltre al massiccio isolamento, contribuiscono anche le scelte impiantistiche (ventilazione meccanica con recupero di calore, stufe in maiolica per il riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria attraverso una pompa di calore ad aria) che hanno portato consumi pari a quelli di un edificio passivo
Lo spessore dell’involucro e la compattezza volumetrica sono evidenti sia in pianta che nei prospetti
Il nuovo valore del rapporto S/V è di 0,61
4
L’edificio così come si presentava prima dei lavori di recupero e riqualificazione.
5
Inizia la fase di recupero dell’edificio
trasmittanza media elementi costruttivi
pareti esterne: U = 0,067-0,124 W/m2K
solaio contro terra: U = 0,278 W/m2K
copertura: U = 0,066 W/m2K
superfici trasparenti: Ug ≤ 0,60 W/m2K
prestazioni energetiche
per riscaldamento: 14,76 kWh/m2 anno (certificata nella classe ÖKO 5 secondo le linee guida austriache per l’efficienza energetica - OIB-Richtlinie 6, Ausgabe April 2007)
Tutto il processo di riqualificazione edilizia non ha lasciato dietro di sé (quasi) alcun rifiuto e tutti i materiali utilizzati potranno essere reintegrati in un ciclo di vita naturale
6
La zona living al piano terra, con la grande finestra il cui davanzale interno, dato lo spessore del muro, funge anche da seduta. Sulla destra si intravede la stufa in maiolica verde
Per i pavimenti è stato utilizzato asfalto colato, lisciato e cerato, per le pareti abete bianco piallato proveniente dai dintorni Caratterrizzano l’interno elementi e dettagli di colore verde accentuato in diverse variazioni: la seduta del vano finestra, le piastrelle in maiolica della stufa al piano terra e, in alcuni spazi, anche i tappeti e i rivestimenti in feltro di alcune porte
1 viti a vista
2 sagomatura per alloggio pannello in cartongesso lungo tutta l’apertura della finestra
3 membrana di tenuta al vapore
4 finestra per tetto (78x140 cm) con vetri con effetto anti-rugiada
5 elemento di rafforzo collegato diagonalmente tramite viti
6 cartongesso (1,25 cm)
7 freno al vapore
8 pannello di legno a 3 strati con funzione di trave (4 cm)
9 elemento di rafforzo con collegamento a tenuta di vapore
sezione perpendicolare alla pendenza del tetto
1 profilo metallico sottotegola di finitura
2 apertura di ventilazione
3 pannello in legno a 3 strati
4 lattoneria in rame
5 cartongesso (1,25 cm)
6 tavolato di supporto (3 cm)
7 barriera al vapore
Stratigrafia copertura (dall’estradosso):
- tegole in cotto
- listelli (3 cm)
- controlistelli (6 cm)
- telo sottotegola
- tavolato in legno massiccio (2,4 cm)
- isolamento in paglia (75 cm)
- barriera al vapore
- pannello in legno a triplo strato (2,7 cm)
Stratigrafia parete esterna (dall’esterno):
- scandole in legno (spess 2,5 cm)
- tavolato in legn massiccio (2,4
- strato di ventila (4 cm)
- pannello DWD ( - isolamento in p (38 cm)
- barriera al vapo
- tavolato posato diagonalmente
- parete portante (16 cm)
- vano impianti (3
- rivestimento in (3 cm)
1 freno al vapore senza soluzione di continuità sulla muratura in mattoni
2 strato di ventila sottoscandole
3 seduta nel vano
4 nuovo solaio in massiccio (14 c con intradosso in cartongesso
5 arcareccio
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A destra, due immagini di cantiere relative alla costruzione del piano sottotetto, realizzato ex novo con un sistema a telaio in legno.
Alcune casseforme dell’isolamento in balle di paglia vengono riempite in officina
I pacchetti dell’isolamento sono pronti per essere portati in cantiere e quindi montati attorno alla casa
Una fase del rivestimento della casa con le balle di paglia.
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Timber Wave
Bella e ambiziosa, l’installazione Timber Wave ha accolto i visitatori del Victoria and Albert Museum durante il London Design Festival del 2011, ospitato per il terzo anno dallo stesso museo britannico.
L’onda è stata creata per dare visibilità al Festival e ha incorniciato l’ingresso principale del Museo, offrendo, con la sua presenza, scorci e viste sempre differenti.
Frutto di una collaborazione tra AHEC (American Hardwood Export Council), Amanda Levete Architects, Arup e Cowley Timberwork, l’opera introduce nuove idee e tecniche sull’utilizzo del legno di latifoglia, quercia rossa americana in questo caso, come materiale strutturale, spingendo quasi al limite le potenzialità del design e dell’ingegneria
Una struttura complessa generata a partire da piccoli elementi in legno uniti in una sequenza di strutture triangolari che si avvolgono a spirale e risultato di un fitto dialogo tra architetti e ingegneri per far armonicamente convivere necessità tecniche e formali.
techné
Timber Wave
Un’installazione per il Victoria and Albert Museum
Dettaglio dell’installazione: in primo piano sono visibili le connessioni in acciaio tra le corde e le aste diagonali
La struttura in legno della Timber Wave, massiccia e sinuosa allo stesso tempo, è un’opera speciale: possiamo definirla un virtuosismo architettonico, una sperimentazione delle potenzialità della progettazione con il legno e anche una vetrina dell’essenza legnosa utilizzata, la quercia rossa americana, molto abbondante nel continente nord americano, ma poco utilizzata in Europa L’idea architettonica che sta alla base dell’installazione trova origine nella volontà di generare una struttura complessa attraverso la ripetizione di un elemento semplice, oltre che dimostrare le proprietà tecniche e concettuali del materiale legno e offrire visuali diverse ai passanti Pensata, infatti, per poggiare sulle scale dell’ingresso principale del Museo e diventata con i suoi 12,5 metri di altezza il
simbolo del London Design Festival, la Timber Wave è una struttura costituita da piccoli elementi in legno che creano uno schema chiaro e ripetitivo, pur non immediatamente intellegibile L’opera si compone essenzialmente di traverse e corde, che gli architetti hanno deciso di curvare allo scopo di realizzare un elemento che è assimilabile alla progettazione di un ponte, piuttosto che a una costruzione in cui la struttura rimane nascosta Essa è frutto di un’intensa collaborazione e di un fitto scambio di idee tra architetti e ingegneri: a ogni cambiamento di forma è corrisposto un nuovo calcolo statico, atto a verificarne la stabilità, e nuovi sistemi di giunzione, che hanno consentito di raccordare i componenti, standardizzati in termini di spessori degli elementi e di curvature, visto che sarebbe stato impossibile differenziare ogni singola parte e ogni connessione I collegamenti tra le parti sono stati realizzati utilizzando la minor quantità possibile di acciaio per mantenere chiara, integra e pulita la struttura lignea
La progettazione
La storia del progetto della Timber Wave può essere fatta risalire al 1998, quando Sir Michael Hopkins decise di usare la quercia bianca americana per il tetto della grande corte interna della Portcullis House Fino ad allora la quercia era stata raramente utilizzata come materiale strutturale in Europa e lo studio Arup, che seguì la statica dell’intero progetto, decise di intrapren-
dere un programma di test e collaudi del materiale in scala 1:1; le prove dimostrarono che la quercia bianca possedeva una resistenza doppia rispetto ai legni dolci normalmente utilizzati all’epoca in edilizia, permettendo così ad Arup di usare nell’edificio travi con spessori di 200 mm per 20 m di campata Questi risultati spinsero l’AHEC (American Hardwood Export Council), che promuove a livello internazionale l’uso del legno di latifoglia americana, a testare le potenzialità strutturali di altre specie legnose quali il tulipifero, il frassino americano e la quercia rossa americana e quest’ultima, pur avendo minore densità, dimostrò di essere più resistente della quercia bianca
Alla proposta della Amanda Levete Architects (AL A) di realizzare un’installazione all’ingresso del Victoria and Albert Museum per il London Design Festival, Arup suggerì di utilizzare, quale forma strutturale staticamente efficiente, un semplice arco reticolare e, come materiale, la quercia rossa americana, la cui robustezza avrebbe permesso di dar vita a una struttura molto leggera Dopo aver deciso l’aspetto principale dell’opera, una sequenza di strutture triangolari, costituite da corde e traverse che si avvolgono a spirale, è stato necessario determinarne i dettagli Nelle prime fasi di progettazione, infatti, lo studio Amanda Levete Architects (AL A) ha utilizzato solamente modelli fisici tridimensionali, mentre successivamente, per la definizione dei particolari, gli architetti hanno usato il programma Gra-
La Timber Wave installata di fronte all’ingresso del Victoria and Albert Museum
sshopper integrato con Rhino, quale strumento di modellazione tridimensionale della forma; tale software permette di esplorare nuove configurazioni e di descrivere la relazione tra gli elementi del progetto, la loro dimensione e anche altre variabili come, ad esempio, i costi Il software è altresì usato per standardizzare il numero dei componenti del progetto
L’idea dello studio AL A – un arco che si avviluppava su se stesso come una grande onda circolare e che accompagnava i visitatori fino all’ingresso del museo – ha rappresentato una sfida ingegneristica per lo studio Arup di Londra che ha dovuto cercare le soluzioni per raccordare elementi curvi di piccole dimensioni, in compressione e in tensione: i primi che tendevano a piegarsi e a rompersi, gli altri a raddrizzarsi La struttura è composta da corde esterne e interne unite da aste diagonali a cui si aggiungono delle traverse dritte, che connettono tra di loro le corde esterne; nella Timber Wave gli elementi verso il livello del terreno sono stati quelli più sollecitati, in particolar modo le corde esterne che dovevano resistere ai venti autunnali Grazie a un software specifico, architetti e ingegneri sono stati in grado di valutare il comportamento della struttura al variare delle dimensioni dei pezzi e a seconda del grado di oscillazione, decidendo alla fine di mantenere un’oscillazione della forma di 150 mm e di modificare le dimensioni dei componenti (da 60 x 60 mm a 140 x 80 mm)
In alto, fase di assemblaggio: si nota l’asta di acciaio inserita nella parte terminale di una corda
Sopra, un modello iniziale che mostra come lo studio
AL A abbia iniziato a studiare gli effetti della curvatura su una capriata convenzionale, normalmente costituita da elementi dritti
A destra, fasi di lavorazione della curvatura del legno per la realizzazione delle corde
Varie anche le ipotesi considerate riguardo le tipologie di lavorazione del legno Per arcuare il materiale ligneo, si è scartata la curvatura al vapore, poiché il legno con solo l’8% di umidità risultava troppo secco, mentre si è preferita una laminazione a pressa che ha permesso di ottenere elementi curvi con raggio di 1 m, utilizzando lamelle di 6 mm rispetto ai 30/40 mm delle lamelle del glulam, di solito usato per gli archi; la laminazione, inoltre, è un metodo che consente alle fibre resistenti del legno di seguire la forma data al singolo elemento
Nello specifico, le corde sono state prefabbricate in sette lunghezze e aste di acciaio sono state ancorate alle parti terminali degli elementi per agevolarne l’assemblaggio, avvenuto direttamente sul sito In fase progettuale si era pensato di utilizzare nell’assemblaggio cerniere allentate o connessioni bullonate per la tenuta all’attrito, ma questa soluzione avrebbe implicato una complessa fase di montaggio Ogni corda è stata costruita a partire da laminati di 6,4 mm di spessore, segati a nastro e incollati secondo le forme richieste Le corde sono state prodotte a metà della loro lunghezza finita o a un terzo nel caso delle parti inferiori a contatto con il basamento 27 tipi differenti di maschere pressanti hanno permesso di realizzare 165 pezzi di corde, unite tra di loro con giunti a pettine e incollate per creare le 77 corde di diverse lunghezze che hanno dato forma alla spirale della Timber Wave
A differenza delle corde, i controventamenti diagonali sono stati lavorati con macchine a controllo numerico (CNC, Computer Numerical Control) a partire da tavole piatte, segate ed essiccate, di 200 mm di larghezza e
25 mm di spessore, ridotto a 20 mm dopo la piallatura; le assi sono la base grezza dei controventamenti, costituiti, infatti, da tre tavole da 20 mm (spessore 60 mm), la cui larghezza (80 mm) si ricava dalla segagione a metà delle tavole da 200 mm In questo caso la robusta venatura della quercia non segue la forma dell’elemento per cui, al fine di evitarne il raddrizzamento sotto carico, in corrispondenza della metà di ogni singola componente sono state inserite delle piastre d’acciaioche si comportano come rinforzi attraverso l’intera zona curva del controventamento stesso, prevenendo possibili rotture Ogni controventamento è fissato a un giunto di collegamento I 500 controventamenti così ottenuti hanno potuto rispondere alla geometria variabile della struttura
352 piastre con funzione di connettore legano i controventamenti alle corde interne ed esterne: ognuna di queste piastre è stata tagliata al laser, piegata e saldata secondo processo MIG (Metal Inert Gas), un processo di saldatura in cui si forma un arco elettrico tra un pezzo di metallo e un anodo consumabile, un filo; l’arco che si crea riscalda il metallo e l’anodo, fondendoli e unendoli Connettori a cerniera, invece, uniscono le parti terminali delle sezioni alla corda successiva formando un giunto a perno La progettazione di questa connessione è stata particolarmente importante in quanto ha consentito a ogni campata di scendere al livello vicino, più basso, senza sforzi meccanici, determinando l’effetto complessivo a spirale della struttura Gli altri elementi metallici utilizzati includono 460 paia di placche di rinforzo e 170 legami a piastra, oltre a viti,
aste e perni Tutti gli elementi metallici della Timber Wave sono stati realizzati con acciaio inossidabile allo scopo di evitare le macchie scure che si formano quando la quercia, dal pH acido, viene a contatto con l’acciaio, dolce, in presenza di umidità
La produzione e l’assemblaggio
Dopo l’assegnazione dell’incarico della costruzione della Timber Wave alla Cowley Timberwork sono state effettuate nuove modifiche al progetto che hanno riguardato, ad esempio, la tipologia di lavorazione della quercia rossa La scelta di utilizzare legno laminato è stata dettata dal fatto che la venatura della fibra corre sempre nella direzione del legno, rendendo il materiale più resistente; tuttavia, creare pezzi di legno laminato comporta molto tempo e ciò ha motivato la decisione di realizzare le corde con laminazione a pressa e le diagonali con macchine a controllo numerico La prima fase di produzione ha previsto l’ispezione delle tavole, eliminando quelle che presentavano grandi nodi e venature irregolari, e la successiva piallatura per ottenere lamelle di 6 e 20 mm Un successivo esame del materiale ha consentito di scartare le lamelle inutilizzabili, mentre quelle di qualità leggermente inferiore sono state poste in posizione centrale, dove il peso da sostenere era minore (quelle migliori sono usate per le parti esterne) Le lamelle sono state cosparse di collante e i pezzi ancora impregnati di colla sono stati posti nelle presse che ne hanno modellato la forma In seguito gli elementi ottenuti sono stati trasferiti in morse più grandi e sottoposti a elevate temperature per seccare la colla
A lato: le connessioni a pettine delle corde arcuate e l’incollaggio del giunto a pettine
Qui sopra, a sinistra: le 77 corde curvate sono state create con sottili strati di legno incollato; ci sono 27 tipi di corde con una lunghezza che varia da 2600 mm a 4600 mm Al centro: le 500 diagonali ricurve sono state tagliate da tavole di legno; ci sono 45 tipi di diagonali con una lunghezza che varia da 500 mm a 1400 mm A destra: le 96 traverse, necessarie per una maggiore stabilità, sono diritte e presentano estremità squadrate e sezioni centrali circolari: le traverse hanno una lunghezza variabile da 150 mm a 1600 mm
A sinistra, gli elementi verso la base dell’onda subiscono maggiori forze assiali sotto la spinta del vento e la cosa si riflette nella diversa ampiezza degli archi
Uno scorcio notturno dell’installazione all’ingresso del museo
Sotto, rendering e fotografia delle connessioni tra corde, aste e traverse
Rimossi dalle morse, i pezzi venivano tagliati e carteggiati per ottenere la finitura desiderata Successivamente gli elementi curvati sono stati uniti a due a due con incastri a pettine per formare elementi più lunghi
Un processo di lavorazione simile è stato attuato anche per le diagonali e le traverse Per migliorare la durabilità all’esterno, la quercia rossa è stata trattata con un olio stabilizzante biocida che non altera il colore del legno A tal proposito l’AHEC sta continuando i test con questo olio e i primi risultati dimostrano che, con accurate e regolari applicazioni, il legno può essere mantenuto all’esterno per lunghi periodi
L’ancoraggio della struttura al suolo ha rappresentato un’altra questione nodale del progetto, in quanto non è stato possibile imbullonare la Timber Wave alla pavimentazione esterna al museo La questione è stata risolta realizzando una struttura autoportante: si è fissato il legno a un basamento di 20 mm di spessore e sono stati usati 13 singoli pesi da una tonnellata per fissare l’installazione al suolo
Nell’insieme, le tolleranze nell’assemblaggio sono state minime, nonostante il numero ingente di pezzi che hanno costituito l’opera Il metodo utilizzato per facilitare il montaggio della struttura è una semplice tecnica, conosciuta fin dai tempi del Medioevo, ovvero è stato sufficiente fornire a ogni nodo da assemblare un numero crescente, da 0 a 258, e a ogni componente, che terminava con un nodo, un numero corrispondente alla rispettiva estremità In questo modo è stato possibile anche verificare costantemente la corretta inclinazione di ogni parte Le campate non portanti dell’arco sono state sostenute da impalcature, mentre una gru provvedeva a spostare e posizionare i pezzi di chiusura
Le connessioni tra le campate della Timber Wave e gli spostamenti degli elementi hanno rappresentato una vera e propria sfida (risolta brillantemente da Cowley Timberwork, tenendo conto sia della posizione centrale del Museo, e quindi del traffico della strada adiacente all’ingresso, sia dei venti sostenuti durante le giornate di montaggio dell’opera
La quercia rossa americana
La quercia rossa costituisce il 30% di tutti gli alberi di latifoglie delle foreste americane ed è una specie legnosa che combina resistenza e duttilità È facilmente lavorabile a macchina e da essa, essendo un albero che raggiunger altezze rilevanti, si possono ricavare tavole molto lunghe con venature regolari Si caratterizza per un colore molto chiaro, da bianco a marroncino, e, a volte, presenta una sfumatura rosa Il legno è simile per l’aspetto generale a quello della quercia bianca, ma con un disegno leggermente meno pronunciato a causa dei raggi midollari minori La fibra è piutosto diritta con venature marcate È un legno duro e pesante con media rigidezza e resistenza alla curvatura ed elevata resistenza alla compressione
Grazie ai test strutturali effettuati nel 2001 da Arup e dal BRE (Building Research Establishment) per il progetto Portcullis House, si sono evidenziate le proprietà strutturali di questa essenza L’AHEC (American Hardwood Export Council), inoltre, sta effettuando uno studio sul ciclo di vita della quercia rossa per dimostrarne il basso impatto ambientale tenendo in considerazione anche il trasporto del legname La Timber Wave è stata realizzata grazie al legname donato da otto produttori di quercia rossa americana, membri dell’AHEC
Un’immagine della Timber Wave Sono ben visibili le strutture triangolari base che danno forma alla struttura e i due basamenti con i pesi per l’ancoraggio dell’intera installazione
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Elementi in lamellare
Dalla tecnologia del legno lamellare e dalla tradizione storica dell’utilizzo del legno per la costruzione delle case, nasce questo sistema costruttivo che assembla il lamellare di abete, prodotto con colle prive di solventi e formaldeide, per ottenere pareti massicce e monolitiche con tecnologia CNC a controllo numerico Una struttura portante a I ancorata al pannello monolitico consente a questo metodo, grazie all’incremento dello spessore di isolamento, di raggiungere prestazioni energetiche tipiche delle case passive
Nonostante la prefabbricazione del sistema sia molto spinta – in fase di cantiere si realizzano solamente l’assemblaggio e le ultime lavorazioni non possibili in stabilimento – gli edifici sono costruiti su misura, lasciando ampio spazio alla progettazione architettonica.
sistemi
Elementi in lamellare
Questo tipo di tecnologia costruttiva utilizza il legno lamellare per creare una parete monolitica, costituita da lamelle di abete piallate e incollate fra di loro di piatto, fino ad altezza e lunghezza di progetto Il legno di abete massiccio deve possedere uno specifico livello di umidità (10 ± 2%) per essere assemblato, formando elementi dello spessore compreso tra 100 e 160 mm, leggermente levigati sulla faccia interna, di solito lasciata a vista
La giunzione di incollaggio, effettuata con Purbond HB 110 senza solventi e formaldeide secondo la norma DIN 1052, è orizzontale: la parete pertanto non necessita di una barriera al vapore ed è aperta orizzontalmente alla diffusione
Le pareti monolitiche sono realizzate in stabilimento con tecnologia a controllo numerico, CNC, (essiccazione, incollaggio, piallatura) e incorporano un dormiente in legno di larice, di dimensioni 100x50 mm, incollato alla base della parete stessa, così da facilitarne la posa in opera e contribuire alla protezione dall’umidità di risalita
In fase di produzione all’interno di ogni elemento vengono predisposti dei fori di 32 mm per le canalizzazioni dell’impianto elettrico e realizzate le asole per l’inserimento delle scatole elettriche
L’isolamento delle pareti avviene mediante cappotto esterno in fibra di legno che, a seconda della densità (da 140 a 270 kg/m3), è in grado di fornire sfasamenti termici anche molto elevati (ad esempio, 13 ore con 60 mm di isolamento) e prestazioni termiche ottimali sia nelle stagioni calde che in quelle più fredde (ad esempio, U = 0,27 W/m2K con 60 mm di isolamento) Oltre alla fibra di legno è possibile coibentare la parete anche con altri materiali isolanti rigidi che garantiscono stabilità dimensionale, come la lana di roccia, mentre gli isolanti morbidi o sfusi, quali lana di pecora e fiocchi di cellulosa, sono utilizzati per la coibentazione delle pareti all’interno Esternamente la parete può essere completata da una facciata ventilata in doghe di legno, o rivestita con pietra, metallo, laterizio, materiali che consentono varie combinazioni estetiche, o finita con intonaco posato sull’isolamento termico In caso di finitura a intonaco, due sono gli strati di rinzaffo con interposta rete portaintonaco in materiale plastico, realizzati direttamente in stabilimento di produzione Lo strato di finitura viene applicato in cantiere per uno spessore totale di 6-8 mm
Arcadia Biocase srl (Busca, CN) fa parte di un gruppo che opera da 30 anni nel settore del legno, realizzando case prefabbricate e strutture in bioedilizia nel rispetto dell’ambiente e all’insegna del risparmio energetico Innovazione, tecnologia e qualità sono i punti di forza della ditta, partner in Italia dell’azienda slovena Riko®
La Società Riko Hiše d o o (Lubiana, SLO), che fa parte del Gruppo Riko, dal 1997 ha sviluppato un sistema di prefabbricazione di pannelli in legno lamellare, realizzati a controllo numerico e preassemblati, metodo che due anni più tardi ha permesso all’azienda di ottenere un brevetto operativo per la costruzione di case in legno monolitiche.
Nel caso di edifici a più piani con finitura a intonaco, nell’assemblaggio dei pannelli è prevista una giunzione orizzontale in gomma tra i piani; negli edifici pluripiano con facciata ventilata rivestita in doghe di legno, invece, viene inserito un listello sagomato
Coperture
Le coperture possono essere formate semplicemente da una struttura a travi portanti e passanti, lasciate a vista o meno, oppure da un tetto combinato che ottimizza le quote esterne, diminuendo lo sviluppo delle lattonerie: quest’ultimo metodo prevede la realizzazione del solaio del tetto con le travi e il perlinato a vista verso l’interno, mentre le sporgenze della falda vengono ancorate nel pacchetto isolante È tuttavia possibile utilizzare gli elementi monolitici (100-160 mm) sia nella realizzazione di coperture piane che per tetti a falda In questo caso l’elemento del solaio viene fissato direttamente alla parete monolitica e isolato termicamente Al di sopra della coibentazione viene sistemata una listellatura per creare la giusta pendenza, al fine di convogliare l’acqua piovana verso le gronde e garantire una ventilazione della copertura
In basso, da sinistra, esempi di edifici realizzati: biocasa a Busca (CN); interno di una casa realizzata a Novara; interno di un’abitazione costruita in provincia di Pisa
Qui sotto, due immagini di cantiere. Una casa a Orciatico (PI) e il dettaglio di un edificio a Cherasco (CN).
elementi in lamellare parete monolitica e a telaio
La parete a telaio
Il lamellare, oltre che per la parete monolitica, viene utilizzato anche per costruire una parete prefabbricata più leggera, a telaio, con travi e montanti, i cui volumi interni sono riempiti di fiocchi di cellulosa (U = 0,19 W/m2K) Lo spessore della parete (da 160 a 240 mm) è determinato dalle esigenze energetiche e dalle necessità della committenza Sul lato esterno uno strato isolante in fibra di legno chiude il sistema che può essere dotato di facciata ventilata e delle medesime finiture previste per la parete monolitica Il lato interno è completato da un pannello in OSB con funzione di barriera al vapore e di controventamento Una controparete costituita da un singolo o doppio strato di lastre in gesso fibra montate su una sottostruttura in legno consente il passaggio delle tubazione degli impianti
Elemento monolitico standard con rivestimento esterno in legno (dall’esterno)
- rivestimento esterno in legno (35 mm) - sottostruttura in legno per facciata ventilata - doppio strato di isolante termico a cappotto (160-260 mm) - parete monolitica in lamellare (100 mm)
isolamento (mm)
60+60
100+60
160+60
200+60
conduttività termica (W/m2K)
sfasamento termico (h) 13
parete esterna con struttura lamellare e facciata intonacata
Elemento a telaio standard con facciata intonacata (dall’esterno)
- intonaco (6-8 mm)
- isolamento in fibra di legno (60 mm)
- struttura portante in legno a telaio con isolamento interposto (160, 200, 240 mm)
- lastra OSB (15 mm)
- controparete per passaggio impianti (40 mm)
- lastra in gesso fibra (12,5 mm)
isolamento (mm)
160+60 200+60 240+60
conduttività termica (W/m2K)
0,19 0,17 0,15 sfasamento termico (h)
Attacco a terra
1 isolante in fibra di legno idrorepellente
2 dormiente in larice (100x60 mm)
3 guaina bituminosa
4 guaina isolante della platea
5 isolante idrorepellente della platea
6 pannello maschio-femmina in fibra di legno idrorepellente
parete esterna con struttura portante a telaio e facciata intonacata
elementi in lamellare parete passiva
La parete passiva
La parete passiva è realizzata in due versioni, monolitica e a telaio La prima tipologia è costituita da un elemento pannellare composto dalla parete monolitica di base dello spessore di 100 mm in lamelle di abete a cui vengono fissati montanti a I con chiusura verso l’esterno costituita da un pannello di fibra di legno e finitura a intonaco o facciata ventilata Nell’intercapedine, tra i montanti, vengono insufflati fiocchi di cellulosa La parete ha una trasmittanza termica pari a 0,0961 W/m2K, uno sfasamento termico oltre le 23 ore e fornisce un isolamento acustico superiore a 59 dB La seconda tipologia, quella a telaio, si differenza strutturalmente dalla parete a telaio standard solo per un maggiore spessore e per valori decisamente performanti, ovvero: trasmittanza termica pari a 0,1 W/m2K, sfasamento termico di 17,8 ore e isolamento acustico superiore a 51 dB
parete passiva monolica con facciata ventilata e rivestimento in doghe di legno
parete passiva monolica con rivestimento a intonaco
Parete passiva con isolante in cellulosa tra la struttura portante a I
isolamento (mm)
parete monolitica parete a telaio
parete passiva a telaio con facciata ventilata e rivestimento in doghe di legno e controparete interna
300+60 300+80 conduttività termica (W/m2K) 0,1 0,1 sfasamento termico (h) 20,2 17 fonoassorbenza Rw (dB) ≥ 46 ≥ 46 resistenza al fuoco (REI) 60 90
sezione verticale
Stratigrafia parete (dall’interno)
- parete monolitica (100 mm)
- primo strato isolante termico (200 mm; λ = 0,038 W/mK)
- secondo strato isolante termico (60 mm; λ = 0,047 W/mK)
- guaina traspirante resistente ai raggi UV (0,3 mm)
- listelli di ventilazione (100x35 mm)
- finitura parete
parete passiva a telaio con rivestimento a intonaco e controparete interna
Tetto passivo con isolante in cellulosa tra la struttura portante a I
isolamento (mm)
360+60 400+60
conduttività termica (W/m2K) 0,098 0,09
sfasamento termico (h)
18,2 20 trave a I 360 trave a I 400
sezione orizzontale
1 nastro espandente
2 isolante termico idrorepellente (20 mm)
3 materiale isolante ad alta densità e basso spessore
4 schiuma isolante
5 serramento (U = 0,8 W/m2K)
6 triplo vetro (Ug = 0,7 W/m2K)
7 guarnizione a nastro a tenuta di pioggia
8 guarnizione a nastro per giunti, permeabile alla diffusione del vapore
9 nastro di butilene
10 schiuma in poliuretano
elementi in lamellare solaio
Solaio interpiano con struttura portante in pannelli lamellari
Solaio in pannelli di legno lamellare con qualità a vista su una faccia Lo spessore varia da 100 a 160 mm in funzione delle luci e l’elemento base ha larghezza di 1250 mm Sono posati sulle pareti monolitiche o su elementi portanti
Solaio interpiano con struttura portante in travi lamellari
Solaio con travi in legno lamellare d’abete con qualità a vista Le dimensioni standard sono 140x200 mm e sono poste a interasse di 1000 mm, mentre la lunghezza si determina in base alle esigenze di progetto Per alloggiare le travi, le pareti possono essere opportunamente sagomate Le travi sono coperte da perlinato con incastro maschio femmina e con spessore di 32 mm
Rivestimento di facciata: legno
Rivestimento esterno e solaio interpiano
Rivestimento di facciata: intonaco
1 Nelle facciate in legno, montate sempre con intercapedine ventilata, la giunzione della facciata tra i piani è assicurata da un listello di dilatazione che permette la protezione da eventuali infiltrazioni d’acqua Esternamente la giunzione è finita con un elemento di legno o di metallo È possibile giuntare la facciata anche sovrapponendo i rivestimenti
2 Il solaio è in appoggio alla parete portante monolitica e fissato con viti controfilettate
3 Nelle facciate intonacate tra i piani viene inserita orizzontalmente una gomma di separazione
Un elemento metallico evita l’infiltrazione delle alle acque meteoriche consentendone lo scorrimento lontano dalla connessione fra i pannelli
elementi in lamellare copertura
Tetto a falda tipo 1 (dall’estradosso)
- tegole
- listelli porta tegole (40/60 mm)
- listelli di ventilazione (45/100 mm)
- guaina traspirante
- perlinato (19/22 mm)
- isolante termico
- trave - barriera al vapore
- sottocostruzione per solaio ribassato
- isolante termico
- lastra in cartongesso
a falda tipo 2 (dall’estradosso)
- tegole
- listelli porta tegole (40/60 mm)
- listelli di ventilazione (45/100 mm)
- guaina traspirante
- isolante termico
- barriera al vapore
- perlinato (32 mm)
- trave
Tetto piano ventilato - elemento base (dall’estradosso)
- finitura di copertura
- guaina impermeabile
- lastra OSB (22 mm)
- listelli inclinati per ventilazione
- guaina traspirante
- travi e isolamento termico
- barriera al vapore/lastra OSB (15 mm)
- soffitto ribassato
per tutte
le tipologie di tetto
Tetto piano ventilato - elemento con pannello in lamellare (dall’estradosso)
- finitura di copertura
- guaina impermeabile
- lastra OSB (22 mm)
- listelli inclinati per ventilazione
- guaina traspirante
- isolamento termico
- barriera al vapore
- pannello in legno lamellare
Tetto a falda tipo 3 (dall’estradosso)
- tegole
- listelli porta tegole (40/60 mm)
- listelli di ventilazione (45/100 mm)
- guaina traspirante
- perlinato (19 mm)
- isolante termico
- trave a spessore
- barriera al vapore
- perlinato (32 mm)
- trave interna
Tetto piano ventilato - elemento con travi (dall’estradosso)
- finitura di copertura
- guaina impermeabile
- lastra OSB (22 mm)
- listelli inclinati per ventilazione
- guaina traspirante
- travi e isolamento termico
- barriera al vapore/lastra OSB (15 mm)
- perlinato
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dettagli angolo pareti esterne
elementi monolitici in legno lamellare
elementi prodotti con tecnologia a controllo numerico e costituiti da un unico blocco di tavole di abete lamellare, unite fra loro con colla senza formaldeide
travi e montanti
elementi portanti lineari in legno con tamponamenti piani leggeri di irrigidimento
pannelli portanti
legno massiccio a strati incrociati e incollati, connessi con giunto a pettine
elementi in legno-calcestruzzo
pareti preassemblate in legno-calcestruzzo, costituite da una struttura interna intelaiata in legno unita a una lastra esterna in cls
mattoni in legno
elementi modulari cavi di legno massiccio affiancati e sovrapposti a incastro mediante spine di accoppiamento e incastri a tenone e mortasa
elementi massicci uniti con viti di faggio
tavole orizzontali, verticali e diagonali unite a strato – con travetti portanti interni – mediante viti di legno senza colle e parti metalliche
elementi monolitici in legno lamellare
1 nastro espandente
Stratigrafia parete
(dall’interno):
- parete monolitica (100 mm)
- primo strato isolante termico (200 mm)
- secondo strato isolante termico (60 mm)
- guaina traspirante resistente ai raggi UV (0,3 mm)
- listelli di ventilazione (100x35 mm)
- finitura parete
Valori prestazionali tipo per la parete (isolamento 200+60 mm):
U = 0,1 W/m2K
Rw ≥ 46 dB
REI = 60
interno esterno
sezione orizzontale
Da sinistra: nelle prime due immagini si nota la connessione metallica che unisce le due pareti; a destra l’angolo interno finito di un’abitazione a Cavallermaggiore (CN)
Disegno e foto:
Arcadia Biocase, Busca (CN), partner in Italia della Società
Riko Hiše d o o (Lubiana, SLO)
Il collegamento d’angolo tra le pareti monolitiche passive, realizzate con lamelle di abete piallate e incollate fra di loro di piatto, avviene mediante la sagomatura delle due pareti e il successivo incastro Un nastro espandente viene posto tra gli elementi al fine di stabilizzare la connessione Il doppio strato di isolamento in pannelli di fibra di legno, posati a giunti sfalsati, è supportato da montanti di legno verticali, mentre la coibentazione più esterna, a maggiore densità, chiude la parete, irrigidendo tutta la componente dell’isolamento
Le pareti sono connesse meccanicamente con giunzioni metalliche, barre filettate, come visibile nelle foto sottostanti
travi e montanti
Stratigrafia parete (dall’esterno):
- finitura con intonaco ai silicati (ca 8 mm)
- strato portaintonaco composto da isolante in fibra di legno (densità ca 190 kg/m3, 40 mm)
- tavolato grezzo di irrigidimento (25 mm)
- travetti DUO (60x140 mm) con interposto isolante in fibra di legno (densità ca. 45 kg/m3, 140 mm)
- tavolato di irrigidimento in OSB (15 mm)
- vano impianti con struttura in listelli (60x60 mm) coibentato con isolante in fibra di legno (densità ca 45 kg/m3)
- pannello di rivestimento in gessofibra (12,5 mm)
Valori prestazionali tipo per la parete:
U = 0,17 W/m2K
Rw = 51 dB R30/R60
Da sinistra: il montante d’angolo, ripreso da distanza ravvicinata nella seconda immagine; a sinistra, il cappotto termico posto esternamente
Disegno e foto:
LignoAlp, marchio registrato della DAMIANI-HOLZ&KO S.p.A., Bressanone (BZ), Nova Ponente (BZ)
Le pareti con struttura a telaio, formate da montanti verticali e orizzontali irrigiditi sul lato esterno da tavole in legname grezzo e sul lato interno da pannelli OSB, sono coibentate con fibra di legno e vengono fornite in cantiere già pronte alla posa Il collegamento, e quindi la stabilità, tra due pareti di questo tipo avviene tramite l’ancoraggio dei montanti d’angolo con viti opportunamente dimensionate
All’interno, una controparete di pannelli in gessofibra con struttura a listelli verticali e riempita di materiale isolante costituisce anche la sede per l’alloggiamento degli impianti La sezione è completata da una coibentazione esterna (cappotto termico) e finitura secondo progetto
elementi massicci uniti con viti di faggio
1 fresature per impianti
2 nastro adesivo di tenuta all’aria
3 fresatura per connessione d’angolo tra le lastre nelle due direzioni
Stratigrafia parete (dall’interno):
- intonaco di argilla su canna palustre
- carta di tenuta all’aria - parete in legno massiccio Nur-Holz
- freno al vapore - doppio strato di isolamento termico in fibra di legno (10 cm) del tipo scanalaturaincastro + tenuta al vento
- intonaco di rifinitura di calce traspirante
Valori prestazionali tipo per la parete:
U = 0,13 W/m2K
sezione orizzontale
Da sinistra: le prime due immagini mostrano la costruzione di un angolo retto tra due pareti in cui è ben visibile la fresatura/sagomatura che facilita l’incastro tra le due pareti; nella foto a destra, la realizzazione di un angolo non retto che presuppone una sagomatura precisa di entrambe le pareti
Disegno e foto:
CasaSalute srl, Bolzano
La connessione delle pareti portanti Nur-Holz in giunzione ad angolo avviene tramite sagomatura delle stesse, che varia da progetto a progetto a seconda della forma La stabilità del sistema viene garantita dal collegamento/fissaggio dei singoli elementi con viti metalliche opportunamente dimensionate All’interno la parete può rimanere a vista oppure rivestita, mentre all’esterno, sul cappotto isolante è sempre previsto un rivestimento di protezione (parete ventilata, legno, intonaco )
I vari strati di legno che costituiscono l’elemento parete sono uniti tra di loro con viti in legno di faggio, senza l’utilizzo di colle e/o chiodi, aspetto questo che garantisce elevata salubrità nonché massima stabilità
Stratigrafia parete (dall’interno):
- parete Steko
mattoni in legno
- strato di tenuta all’aria (sd < 0,12 m)
- listellatura verticale di legno con interposto isolamento termico
- listellatura orizzontale di legno con interposto isolamento termico (d > 60 kg/m3)
- strato di ventilazione facciata ventilata
- rivestimento esterno in pannelli
Valori prestazionali tipo per la parete:
U = 0,15 W/m2K
Rw = 45 dB
REI = 30-90
Sotto, edificio costruito con mattoni di legno e la soluzione d’angolo applicata
Nella foto a destra, la posa del rivestimento sul cappotto esterno
Disegno:
Holzer sas, Silandro (BZ)
Foto e progetto: arch. Marcello Mazza, Abbadia Lariana (LC)
Il sistema costruttivo dei mattoni di legno prevede un’alternanza di disposizione delle file di mattoni che compongono la parete, non distintamenete visibile nel disegno (tratteggio), ma chiara nelle immagini sottostanti
Una volta realizzata la parete portante, essa viene rivestita all’esterno con una membrana di tenuta all’aria sulla quale verrà posato un doppio strato di isolamento (solitamente in fibra di legno) con densità differenti, oppure pannelli di natura minerale (come lana di roccia) Il rivestimento finale esterno può essere di vario tipo: facciate ventilate, rivestimento in pietra (come nella foto in basso a destra) o intonaco
pannelli portanti
Stratigrafia parete (dall’esterno):
- finitura con intonaco ai silicati (ca 8 mm)
- strato portaintonaco composto da isolante in fibra di legno (densità 150 kg/m3, 120 mm)
- pannello multistrato portante (85 mm)
- vano impianti con listelli (60x60 mm) riempito con isolante in fibra di legno (densità ca. 45 kg/m3)
- pannello di rivestimento in gessofibra (12,5 mm)
Valori prestazionali tipo per la parete:
U = 0,28 W/m2K
Rw = 47 dB
R30/R60
sezione orizzontale interno esterno
Da sinistra: un’immagine dell’attacco a terra dell’angolo tra le pareti in cui sono visibili le viti di fissaggio; la fase di realizzazione del cappotto isolante esterno; vista della soluzione d’angolo a livello della copertura
Disegno e foto:
LignoAlp, marchio registrato della DAMIANI-HOLZ&KO S p A , Bressanone (BZ), Nova Ponente (BZ)
I pannelli portanti, realizzati da tavole di legno incrociate e incollate tra di loro, vengono forniti in cantiere già pronti alla posa Il collegamento tra due pareti avviene tramite l’ancoraggio attraverso viti opportunamente dimensionate e la sagomatura delle teste delle pareti, come si vede nel disegno Il sistema è completato da un vano impianti realizzato con listelli posti verticalmente, riempito di materiale isolante e chiuso con pannelli in gessofibra La struttura portante è isolata esternamente con un cappotto termico, di solito con fibra di legno, e quindi rifinita secondo progetto
elementi in legno-calcestruzzo
1 doppia lastra in cartongesso
2 montante 100*240
3 nastro di tenuta
4 giunto pannelli realizzato con malta tixotropica fibrorinforzata
5 guarnizione di tenuta
Stratigrafia parete
(dall’esterno):
- finitura
- caldana in calcestruzzo Rck 400 (50 mm)
- camera d’aria ventilata (40 mm)
- pannello tecnico (0,6 mm)
- isolamento in lana di roccia (200 mm; densità 100 kg/m3) tra i montanti (100x240 mm)
- pannello MFP (15 mm)
- camera d’aria non ventilata (80 mm)
- doppia lastra in cartongesso (12,5+12,5 mm)
Valori prestazionali tipo per la parete:
U = 0,17 W/m2K
Rw = 68 (-2; -7) dB
REI = 60
Da sinistra, raccordo superiore delle due pareti; il giunto di malta tixotropica fibrorinforzata; nastratura per la tenuta all’aria nell’angolo interno
Disegno e foto: Wood Beton spa, Iseo (BS)
sezione orizzontale esterno interno
Le pareti del sistema legno-calcestruzzo giungono in cantiere già pronte per essere assemblate tra di loro e la giunzione d’angolo avviene mediante l’appoggio della testa di una parete alla faccia interna del secondo elemento portante Le pareti sono fissate alle fondazioni e legate tra di loro Una guarnizione di tenuta è posta tra le due pareti (5), mentre nell’angolo all'interno è previsto un nastro di tenuta (3)
Il giunto esterno tra i pannelli è realizzato con malta tixotropica fibrorinforzata
Haus Brunner
Norbert Dalsass
Centro Sociale Polifunzionale
Abnorma studio
Residenze
Volpe, Vanella, Rossaro
Casa Unou
Katsutoshi Sasaki + Associates
MOTAT
Studio Pacific Architects
BOX:09
Viereck Architekten