legnoarchitettura 15

Page 1

legnoarchitettura

incontri

Andrea Boz

progetti

Andrea Boz

A+ ARCHITECTURE

Mauro Frate Architetto

oa.sys baut, Jürgen Hagspiel

Hironaka Ogawa & Associates

M3H architecten NOTCH

Diego Bortolato Architetto techné

certificazioni ambientali degli edifici

sistemi Kreuzlagenholz - KLH

dettagli ancoraggio della copertura

EdicomEdizioni

Trimestrale anno V n° 15 aprile 2014 Euro 15,00 Registrazione Trib Gorizia n 4 del 23 07 2010 Poste italiane S p A Spedizione in a p D L 353/2003 (conv in L 27/02/2004 n 46) ar t 1, comma 1 NE/UD I S S N 2 0 3 90 8 5 8
15

legnoarchitettura

rivista trimestrale

anno V – n 15, aprile 2014

ISSN 2039-0858

Numero di iscrizione al ROC: 8147

direttore responsabile

Ferdinando Gottard

redazione Lara Bassi, Lara Gariup

editore

EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)

redazione e amministrazione

via 1° Maggio 117

34074 Monfalcone - Gorizia

tel 0481 484488, fax 0481 485721

progetto grafico

Lara Bassi, Lara Gariup

stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)

Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate

prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri

Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro

Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno distribuzione in libreria

Joo Distribuzione

Via F Argelati 35 – Milano

copertina Garden Tree House, Hironaka Ogawa & Associates

Foto: Daici Ano

È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore

Certificazioni ambientali degli edifici

Il contributo del legno come materiale ecosostenibile KreuzlagenholzKLH ancoraggio della copertura

Foto © Mar e Caroline Lucat Foto: Andrea Avezzù Foto Mill e Harvey 15 legnoarchitettura
Andrea Boz 6 89 97 105
incontri techné sistemi dettagli 70 22

Cjase dal Len Andrea Boz 10

Teatro Jean-Claude Carrière 22 A+ ARCHITECTURE

Nuovo Centro Diurno per Anziani 34

Mauro Frate Architetto

Casa di caccia oa.sys baut, Jürgen Hagspiel 4

Garden Tree House

Hironaka Ogawa & Associates 52

Wenslauerstraat 65-69 M3H architecten 60

Sill to Sill - Farm Shop NOTCH 70

Casa SSM Diego Bortolato Architetto 78

4 4 10 60 F o t o D a c A n o F o o A n d e a B o Foto oa sys baut 10 progetti F o o T o b a s B a d e r 52
34
4

incontri

Andrea Boz

Titolare dello Studio arkBoz – Associato 4AD, esperto e docente CasaClima, esperto progettista Passivhaus è membro del comitato scientifico del PHI Italia per le costruzioni in legno e sviluppo del progetto “Casa stufa” Si è formato presso le Università di Venezia e di Copenaghen, specializzandosi in Urban Wood (Costruzioni lignee in ambienti urbanizzati) presso i Politecnici di Dresda, Torino e Vienna Si occupa di edilizia sostenibile e a basso consumo energetico, prestando attenzione sia al recupero del patrimonio architettonico esistente sia alle costruzioni in legno

In queste due pagine, La cjase dal Len, Sutrio (UD), 2013 Foto di Andrea Boz

Può darci una definizione del materiale legno?

Un “caro amico” di cui si deve ben conoscere il ‘carattere’ e le eventuali ‘bizze’ in modo da poterne apprezzare appieno i molteplici pregi e, al contempo, accettarne alcuni difetti, così come normalmente avviene nei confronti dei migliori amici

Quali sono le potenzialità di un materiale come il legno nel settore dell’edilizia?

A seguito dell’alta ingegnerizzazione che ha interessato l’edilizia in legno negli ultimi 20/30 anni, partendo dalla realizzazione di grandi strutture in legno lamellare per poi passare a quelle in X-lam, ad oggi si può

6 legnoarchitettura 15 incontri

tranquillamente affermare che è possibile realizzare in tempi e costi certi architetture dall’alta valenza formale e strutturale anche da parte di piccole carpenterie e/o imprese artigiane locali, magari utilizzando addirittura le risorse boschive locali presenti praticamente in tutte le regioni italiane

Dal punto di vista delle prestazioni energetiche, quali sono i vantaggi delle costruzioni in legno?

A mio avviso il maggior vantaggio consiste nell’annullare praticamente la presenza di grossi ponti termici senza dover così ricorrere alle onerose e spesso ingombranti soluzioni adottate in caso di costruzioni tradizionali, dopodiché va da sé che la sua stessa natura di materiale “caldo” ne implichi quasi l’ovvietà d’utilizzo nel caso di costruzioni particolarmente performanti sotto il profilo energetico

Che differenze ci sono nel progettare edifici con struttura portante in legno rispetto alle strutture “tradizionali”?

La principale consiste negli ingombri dimensionali delle membrature portanti che condizionano necessariamente anche l’aspetto architettonico formale dell’opera, dal momento che ogni elemento strutturale ha una dimensione minima inversamente proporzionale alle sue sollecitazioni; mentre, nel caso soprattutto delle costruzioni in cemento armato, l’adozione di diverse quantità di armature a parità di sezione, danno luogo a diverse resistenze strutturali, spesso “mascherate” all’interno di una serie di elementi formalmente tutti uguali Ciò ha come conseguenza la semplificazione della progettazione architettonica, che quindi si può scindere da quella strutturale, e che, nel caso di costruzioni normali, viene svolta in piena autonomia durante fasi progettuali successive e magari indipendenti

Quanto è importante la fase di cantiere nella realizzazione di un edificio in legno, anche ai fini della qualità energetica?

Vista la sua natura di materiale ‘vivo’ e sensibile le cui prestazioni strutturali ed energetiche vengono particolarmente influenzate dalla presenza di umidità, sia sotto forma di vera e propria acqua superficiale che di condensa interstiziale, la pianificazione e il controllo delle varie fasi di cantiere è fondamentale al fine di assicurare la durabilità delle costruzioni in legno, prestando particolare attenzione a tutta una serie di possibili criticità che normalmente non avviene nel caso di tradizionali attività di cantiere

In questa pagina, sopraelevazione in X-lam della Casa Capriata, Paluzza (UD), 2013.

Foto di Andrea Boz.

8 legnoarchitettura 15
incontri

Nel progetto della Cjase dal Len, che pubblichiamo in questo numero, è intervenuto su un edificio esistente Quali problematiche ha dovuto affrontare nel recuperare le strutture lignee?

Dal momento che normalmente le vecchie strutture lignee risultano sottodimensionate nei confronti soprattutto delle verifiche delle resistenze a flessione e correlate frecce d’inflessione, i principali interventi di recupero delle membrature portanti sono consistiti nell’incremento delle loro prestazioni strutturali grazie per lo più all’adozione di sistemi di accoppiamento a scomparsa di elementi lignei con viti collaboranti atte a creare nuove sezioni portanti notevolmente più prestanti, ma conservandone d’altro canto le originarie strutture a vista

A livello poi di rispetto dei requisiti di tenuta all’aria dell’involucro isolato, le criticità operative maggiori si sono palesate al momento di dover intervenire su tutta una serie di elementi originari passanti, caratterizzati da sezioni irregolari e profonde fessurazioni sulle quali dover porre particolare attenzione e cura operativa, il tutto però attestato alla fine dal gratificante raggiungimento di un valore di tenuta all’aria N50 pari a 0,71 vol/ora

www.4ad.it

In questa pagina, l’ampliamento in X-lam di Casa Dafne, Priola di Sutrio (UD), 2012 Foto di Andrea Boz

9
F o t o A n d r e a B o z

Andrea Boz Cjase dal Len Sutrio

1

Dettaglio del lato ovest, con la parete curva dell’ampliamento in X-Lam

2 L’ingresso al nuovo corpo rivestito in tavole di larice

3 Una delle sale interne ristrutturate.

12 legnoarchitettura 15 2 1 F o t o A n d r e a B o z F o t o A n d r e a B o z

Ubicazione: Sutrio (UD)

Progetto: arch. Andrea Boz, Paluzza (UD)

Strutture: arch Andrea Boz, Paluzza (UD); ing Andrea Bonanni, Timau di Paluzza (UD)

Direttore dei lavori: arch. Andrea Boz

Appaltatori: Gaspari Srl, Sutrio (UD); Premiate Falegnamerie Sutrio; Elettrocasa Snc, Villa Santina (UD); Ferigo Paolo elettricista, Paularo (UD)

Lavori: giugno 2011-giugno 2013

Superficie fondiaria: 10 000 m2

Superficie utile: 850 m2

Superficie verde: 8.000 m2

Importo dell’opera: 2 000 000 €

Recuperare le origini

La “casa del legno” di Sutrio è il risultato del recupero, per lo più conservativo, del complesso dell’ex segheria Marsilio e dell’attiguo mulino seicentesco e della loro riconversione a funzioni didattico-museali Le strutture e le superfici dei diversi corpi, sviluppatisi dal XVII secolo ai giorni nostri, sono state restaurate recuperandone la tessitura originaria o, in alternativa, ricostruite con altre nuove ma analoghe per materiale, funzione e forma, con particolare attenzione alla conservazione delle strutture portanti lignee dei solai e della copertura Compatibilmente con la riconversione funzionale della vecchia segheria, si è reso necessario risolvere la questione dei percorsi e della distribuzione ai vari piani del complesso nonché della collocazione dei servizi igienici e degli impianti tecnologici necessari per rendere interamente usufruibile il vecchio manufatto senza stravolgimenti formali e strutturali

Da qui la scelta di realizzare, al posto di un volume posticcio realizzato nel secondo dopoguerra, un corpo ligneo a due piani dove concentrare le scale, l’ascensore, i servizi igienici e i vani tecnici, evitando pesanti interventi sulle parti preesistenti Il nuovo blocco, leggermente curvo, si stacca dal corpo principale originario grazie a uno spazio vetrato a tutta altezza La struttura in X-lam è rivestita in tavole di legno di larice destinate a ingrigirsi nel tempo richiamando la colorazione delle murature in pietrame ma distinguendosi per la trama, segnata da marcapiani in alluminio, e per la presenza di tavole colorate Si è scelto, inoltre, di non abbattere la torretta della centrale elettrica aggiunta nel secondo dopoguerra al corpo del vecchio mulino, ormai anch’essa parte integrante della storia dell’edificio, bensì di sopraelevarla con una struttura in legno per utilizzarla come torre di osservazione per ammirare da un punto preferenziale il paesaggio circostante e il sottostante complesso della segheria Nel complesso il legno è stato utilizzato in triplice veste: rinforzo statico di alcune delle parti murarie, attraverso strutture lignee intelaiate sia interne che esterne; materiale da costruzione per la parte dei servizi, realizzata in X-lam, e come finitura (pavimenti in larice, abete e rovere e rivestimenti per lo più in larice e abete) Il legname, certificato PEFC, è di provenienza locale o dalla vicina Austria Oltre al legno, buona parte dei materiali impiegati sono di origine naturale: isolanti in fibra di legno, malte, betoncini di calce pura o con pozzolana

13
F o o A n d e a B o 3

del primo piano

4

La sala polifunzionale modulabile, direttamente collegata, sulla destra, con il nuovo corpo di servizio in X-Lam

5

Riposizionamento dell’originaria sega multilama “Gatter” all’interno del volume vetrato a doppia altezza tra nuovo e vecchio edificio

14 legnoarchitettura 15 4 0 17 1 3 B D G G' H I' C H I F A E L L +3,90 +3,90 +2,85 4,30 +3,50 +3,50 +10,00
pianta del piano terra
F o o D e n s Z a g h
pianta

prospetto est

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,185 W/m2K solaio contro terra, U = 0,2 W/m2K copertura, U = 0,222 W/m2K superfici trasparenti, Uw = 0,981 W/m2K

prestazioni energetiche

per riscaldamento, 29,44 kWh/m2 anno per acqua calda, 12,57 kWh/m2 anno per raffrescamento estivo, 4,98 kWh/m2 anno emissioni di CO2 evitate, 85 t/anno

,70 ,60 ,50 ,65 ,00 3,50 -2,80 ,00 3,50 -4,60 -3,40 10,00 +3,90 +1,00 +0,00 7,00 15
3,90 6,75 4,30 2,85 -0,35 1,25 +3,90 +1,00 +0,00 +7,00 +10,00
sezione trasversale zona a tre piani sezione LL
5 F o o A n d e a B o z
sezione HH

Una parte del telaio in legno rimane a vista anche all’esterno

strutture

Circa il 90% delle orditure principali sono state conservate e, nel caso, rinforzate con collegamenti metallici, sia a livello di solai interni che di coperture, adottando tecnologie di rinforzo strutturale a secco come l’accoppiamento a scomparsa di travi ribassate in legno lamellare a quelle originarie, lasciate a vista, tramite apposite viti inclinate a doppio filetto

Le orditure secondarie a livello di alloggio del custode (1° piano) sono state tutte sostituite e, parzialmente, anche quelle a livello degli spazi museali, fatta eccezione per il solaio della zona amministrativa che è stato totalmente conservato e rinforzato con elementi in legno lamellare Nel complesso, circa 2/3 delle travature portanti sono originarie così come il 35-40% dei tavolati, sia a livello di solai sia di rivestimenti esterni

Schema delle tirantature e controventature metalliche

Le unioni di contatto dei nuovi elementi lignei con colonne, banchine e/o catene di capriate preesistenti sono realizzati con tirafondi zincati verniciati di nero (diam 12x300/400, passo 250 mm asse centrale)

I piatti d’unione dei singoli elementi lignei sono sagomati al laser in acciaio zincato (120x10 mm) con n. 4 spinotti o bulloni per elemento (diam 12x180 mm) I montanti, i traversi e le diagonali dei telai di controventamento sono realizzati in legno massiccio

C24 con sezione standard 200x200 mm Gli spigoli dei lati interni non a vista sono intagliati (20x20 mm) per fissare i tavolati di chiusura

Le piastre e i fazzoletti di collegamento sono in acciaio zincato verniciato di nero, se a vista.

Dove necessario, anche le murature sono state rinforzate con telai lignei, collegati a elementi metallici con funzione di tiranti e controventi Solo per il nuovo volume curvo dell’entrata a sud-ovest si è optato per una nuova costruzione in X-lam In X-lam è stata realizzata anche un’altra piccola costruzione del complesso

assonometria dei telai lignei d’irrigidimento

16 legnoarchitettura 15 progetti
6
6

dettaglio della campata e connessioni tipo dei telai lignei (spessore elementi telai lato a vista 200 mm; incavi perimetrali lati non a vista 20x80 mm)

A sinistra, uno dei telai di legno pronto per il montaggio in cantiere.

A destra, posa dei telai che andranno a formare una delle pareti del vano tecnico all’interno dello spazio espositivo permanente

A sinistra, un dettaglio della struttura intelaiata in legno con il telo di tenuta al vento

A destra, la struttura intelaiata del vano tecnico, destinata a rimanere a vista, con il tamponamento in legno

17

A fianco, realizzazione delle fondazioni in c a per il nuovo ampliamento in X-Lam

A destra, i pannelli X-Lam prefabbricati in fase di assemblaggio

A fianco, la struttura portante in X-Lam completata.

A destra, posa dei travetti joist per la realizzazione del cappotto sulla struttura in legno Il telo per il freno al vapore è stato opportunamente nastrato

A fianco, vista dall’alto dello spessore della struttura portante in X-Lam e dei travetti per l’insufflaggio del materiale isolante; a chiusura è stato posto un tavolato

A fianco, la posa dell’isolamento esterno

Più a destra, la facciata dell’ampliamento completata con il rivestimento in doghe di larice grezzo

impianti

Dal punto di vista impiantistico, l’edificio è stato dotato di un sistema radiante a pavimento, con alimentazione diretta alla rete comunale di teleriscaldamento a biomasse, abbinato a un impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore pari al 79% e distribuzione dell’aria a pavimento attraverso canalizzazioni e griglie di emissione ed estrazione Tende esterne a funzionamento manuale o automatico proteggono le grandi vetrate evitando il surriscaldamento estivo degli ambienti

Un impianto per il recupero delle acque piovane consente il loro riutilizzo sia per l’alimentazione degli sciacquoni dei WC sia per lo stoccaggio a fini di prevenzione incendi

Per l’illuminazione, sia interna che esterna, si sono utilizzate per lo più lampade a Led o comunque a basso consumo energetico, mentre le distribuzioni impiantistiche più invasive, prima tra tutte le condotte dell’impianto di ventilazione e quelle antincendio, sono state nascoste entro appositi cavidotti e/o intercapedini impiantistiche, lasciando a vista esclusivamente i terminali

18 legnoarchitettura 15 progetti

1 disgiuntore fonoisolante in striscia elastomerica zigrinata in EPDM

2 tavolato grezzo nuovo misto (10-25 cm) in legno di larice solo trattato e lasciato a vista (30 mm); listelli reggitavolato fissati direttamente alla controlistellatura salvagoccia (5x3 cm)

3 doppi pannelli isolanti sovrapposti e sfalsati in XPS ad alta compressione (80+80 mm)

4 pannello portante X-lam a tre strati incrociati in legno d’abete tipo BBS faccia interna qualità a vista (13 cm)

5 trattamento superficiale interno con finalità antincendio a base di sali di boro

6 profilato continuo metallico lungo il perimetro basamentale in alluminio naturale ancorato ai controlistelli

7 membrana bituminosa basamentale autoadesiva per fondazioni applicata con primer bituminoso (1,5 mm)

8 guaina bituminosa basamentale autoadesiva contro la risalita capillare d’umidità (1 mm); disgiuntore orizzontale fonoisolante piano di partenza in striscia zigrinata elastometrica estrusa in EPDM (95,8x5 mm); strato regolarizzatore e di appoggio su caldana in malta a ritiro compensato e alta resistenza (20/30 mm)

9 guarnizione punto chiodo

19
basamento parete in X-lam a vista con rivestimento esterno in tavolato di larice 1 2 3 4 5 6 2 3 4 6 7 8 9
nodo parete e solaio ampliamento in X-lam con rivestimento esterno in tavole grezze di larice

Muratura esterna in pietrame

lasciato a vista e isolata internamente in cellulosa

1 muratura portante in pietrame mantenuta esternamente a vista

2 consolidamento in rinzaffo di betoncino di calce idraulica pozzolanica (30/40 mm) con armatura in rete di fibre di vetro alcalino resistenti AR (66x66 mm) collegata con n 6 forcelle in FRP al m2

3 isolamento sommitale in materiale insensibile all’umidità

sezione

Sistema di isolamento interno della parete, dall’interno:

- rivestimento a parete in lastre in gessofibra avvitate, stuccate e dipinte a base di silicati di potassio (15 mm)

- isolamento interstiziale termoacustico in fibre di legno a bassa densità (45 kg/m3, 40 mm)

- intelaiatura autoportante (int. 60 cm) in legno massiccio d’abete reggi-rivestimenti interni (4x4 cm)

- disgiuntore perimetrale fonoisolante anticalpestio in striscia zigrinata elastometrica estrusa in EPDM (47,5x5 mm)

- telo in polipropilene a traspirabilità igrovariabile di tenuta all’aria nastrato

- banchina in legno massiccio d’abete per fissaggio a pavimento e a soffitto dei profilati lignei (16x8 cm)

- membrana bituminosa basamentale autoadesiva contro la risalita capillare d’umidità (1 mm)

- fissaggio banchine di ancoraggio con barra filettata resinata previa interposizione di guarnizione (diam 12x250 mm; passo 100 cm)

- disgiuntore orizzontale fonoisolante inferiore e superiore in striscia zigrinata elastomerica estrusa in EPDM (95,8x5 mm)

- isolamento sommitale anticondensa intercapedine con triangoli in XPS (16x16 cm)

- guarnizione di giunzione fonoisolante fra pareti e traverse in striscia zigrinata elastomerica estrusa in EPDM (75x1,5 mm)

- profilati lignei verticali a taglio termico con anima in trucciolare reggi-tavolato (int 60 cm; 16 cm)

- isolamento interstiziale in fiocchi di pura cellulosa ad alta densità (100 kg/m3; 16 cm)

- tavolato grezzo nuovo in legno d'abete per tamponamento strutturale solo trattato (20 mm)

- nastratura a scomparsa idrorepellente ed ermetica per tenuta al vapore delle giunzioni lignee (60x0,4 mm)

- membrana traspirante e impermeabile in poliacrilato risvoltata internamente

20 legnoarchitettura 15 progetti 1
pianta
3 2

A sinistra, la parete in pietra da isolare è stata approntata con travetti joist per la realizzazione di una controparete nella quale insufflare cellulosa

A destra, uno dei travetti utilizzati per il sistema di coibentazione dall’interno delle murature in pietrame.

Due delle pareti coibentate dall’interno; sui travetti è stato inchiodato del tavolame e poi insufflato l’isolante Il rivestimento finale sarà dato da una pannellatura in lastre di gessofibra, stuccate e dipinte.

A sinistra, un dettaglio del sistema di rinforzo dei solai lignei.

A destra, rinforzo di uno dei solai tramite l’accoppiamento alle travi originarie di travi in lamellare solidarizzate con viti inclinate

Una volta rinforzata la struttura primaria, viene realizzato il pacchetto (a secco) del solaio

Vista d’insieme da est del complesso in una fase avanzata dei lavori

21

Teatro Jean-Claude Carrière

Montpellier (F)

ARCHITECTURE
A+
F o o © M a i e C a o n e L u c a t

1

Il lungo lato rivolto a ovest, con il rivestimento in legno a losanghe che ricorda il costume di Arlecchino

2

Dettaglio del lato sud Sopra la pensilina, la griglia di rivestimento esterna si sovrappone a quella della struttura portante del foyer d’entrata creando un gioco d’intrecci.

Al rosso delle facciate, che richiama l’ocra del sito, fanno da contrappunto i pannelli luminosi romboidali di diverso colore inseriti nel pattern della struttura in legno

L’accesso al teatro avviene attraverso un’ampia piazza pubblica che offre respiro all’architettura creando un luogo di incontro per tutto il quartiere.

3

L’angolo sud-est con l’ingresso al teatro

24 legnoarchitettura 15 2 1 F o t o © M a r e C a r o n e L u c a F o o : © M a i e C a o l n e L u c a t

Ubicazione: Montpellier (F)

Progetto: A+ ARCHITECTURE, Montpellier (F)

Strutture: Calder Ingénierie, Montpellier (F)

Direttore dei lavori: Arteba, Montpellier (F)

Appaltatore: SPIE Sud-Ouest, Montpellier (F)

Lavori: giugno 2012-giugno 2013

Superficie utile: 2630 m2

Superficie verde: 23 ha

Un Arlecchino sostenibile

Intitolato allo sceneggiatore francese Jean-Claude Carrière, il nuovo teatro di Montpellier, che affianca quello esistente del quartiere del Domaine d’O, si colloca in un parco centenario della città, caratterizzato da una macchia ancora mediterranea Situato al centro del parco, il teatro appare come un vistoso volume rosso con un’entrata principale piuttosto dinamica Ciò che architettonicamente caratterizza l’edificio, però, non è solo l’aspetto esteriore, che ricorda il pattern di un costume di Arlecchino, tema ripreso anche all’interno, ma è l’intento sostenibile che ha accompagnato la progettazione fin dai primi schizzi L’edificio è pensato per raggiungere un alto livello di qualità energetica e ambientale con soluzioni votate alla massima riduzione dell’impatto globale della costruzione Si è così tenuto conto dell’energia in fase d’uso nonché di quella necessaria alla costruzione e ai materiali, prevedendo anche la possibilità di smontare e ricostruire altrove la struttura Il legno, certificato PEFC, è impiegato massicciamente (1 200 m3) con l’intera struttura portante in pannelli in Xlam lamellare (solai, tetto, pareti interne, telai delle vetrate) L’impiego di elementi prefabbricati in legno non solo consente il riutilizzo di ogni singolo pezzo ma ha permesso anche tempi rapidissimi di montaggio riducendo gli impatti legati al cantiere

Dal punto di vista impiantistico, rispetto ai teatri convenzionali, la nuova struttura necessita di una quantità nettamente minore di energia (rientra nello standard BBC - Bâtiment de basse consommation énergétique, consumando due volte meno di un edificio standard) per il riscaldamento, il raffrescamento, la ventilazione, l’illuminazione Tutte le luci, anche quelle del palcoscenico, sono a LED, primo esempio del genere in Francia Inoltre, grazie anche alle simulazioni termiche dinamiche effettuate in fase di progetto, è stato possibile sfruttare il clima mediterraneo di Montpellier ed evitare l’uso sistematico dell’aria condizionata

La scelta del legno come materiale principale, insieme all’attenta valutazione di tutti gli altri materiali impiegati, ha avuto importanti ricadute dal punto di vista dell’analisi del ciclo di vita: secondo i progettisti, l’energia necessaria per realizzare un progetto simile equivale a quella spesa in 30-50 anni di utilizzo, ma in questo caso il quantitativo è ridotto a soli 7 anni

25 3 F o t o © M a r e C a r o n e L u c a

Carrière ha ricevuto

una Menzione Speciale nella categoria

“teatri e sale artistiche” del premio architizer A+ Awards 2014

26 legnoarchitettura 15 progetti
piano terra primo piano
N
secondo piano Il teatro Jean-Claude

4

Un dettaglio del lato sud, con gli spazi dedicati agli ambienti ausiliari del teatro, tra cui una zona ristorazione

sezione longitudinale sulla sala

sezione trasversale sui vani tecnici posteriori alla sala

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,137 W/m2K solaio contro terra, U = 0,335 W/m2K copertura, U = 0,123 W/m2K superfici trasparenti, Uw = 1,46 W/m2K

prestazioni energetiche

per riscaldamento, 39,93 kWhep/m2 anno per raffrescamento estivo, 6,34 kWhep/m2 anno emissioni evitate di CO2, 5 kg eq CO2/m2 anno

sezione trasversale sull’entrata principale

27
4
F o o © M a e C a o i n e L u c a t

La sala può assumere diverse conformazioni a seconda delle esigenze: in alto, la configurazione per concerti e, sotto, quella con posti a sedere

Alle pareti è ripreso il disegno a losanghe dell’esterno con funzioni acustiche, qui su sfondo nero anziché rosso

7

La scala che dal primo livello porta al secondo, nel foyer d’entrata

8

Il vano scala che conduce ai camerini nella zona di servizio collocata dietro la sala del teatro.

5 6
28 legnoarchitettura 15 5 6 7 8 F o o © M a e C a o i n e L u c a t F o t o © M a r e C a r o n e L u c a F o o © M a i e C a o n e L u c a t F o o © M a i e C a o n e L u c a t

1 pannello in X-lam lamellare (140 mm)

2 pannello in X-lam lamellare (90 mm)

3 listello in legno (40x60 mm)

4 strato impermeabilizzante

5 rivestimento esterno in larice americano (60x60 mm)

6 vite (diam. 8 mm; lungh 260 mm)

7 legname di supporto (50x80 mm) interasse m + 12 punzoni (diam 4x50 mm)

8 lana di roccia (200 mm)

Parete esterna, dall’esterno:

- pannello di rivestimento a base di fibre di legno e resine termoindurenti

- pannello in X-lam lamellare (90 mm)

- lana di roccia (tra 150 e 250 mm)

- barriera al vapore

- pannello in X-lam lamellare (90 mm)

1 vite (diam 8 mm; lungh 180 mm) interasse 50 cm

2 vite (diam. 12 mm; lungh. 320 mm) interasse 100 cm

3 angolo impermeabilizzato

4 cemento dipinto a vista

5 pavimento in legno (3 mm)

29
sezione di dettaglio del collegamento tra le pareti laterale e di fondo nella sala delle rappresentazioni
attacco a terra della parete esterna 1 2 3 4 5 6 7 8 8 1 2 3 4 5 interno esterno

9

Il foyer d’entrata; il pattern a losanghe è ripreso non solo nella struttura portante delle pareti rivolte a sud e a est, ma anche nelle decorazioni a soffitto

Sopra, un dettaglio di cantiere della struttura portante dell’angolo sud-est del foyer d’entrata, realizzata con un sistema a incastro di travi in legno lamellare

Legenda:

1 angolare metallico

2 bulloni (diam. 16 mm, lungh. 55 mm)

3 membrane di rivestimento del legno lamellare (140x401 mm)

4 4 perni

dettagli dell’assemblaggio della struttura in legno massiccio nell’angolo del foyer

sistema costruttivo

Il sistema costruttivo utilizzato per il nuovo teatro di Montpellier è una variante del sistema X-lam Si tratta infatti di pannelli portanti prefabbricati in legno lamellare a strati incrociati realizzati sovrapponendo strati di assi di abete rosso La disposizione incrociata ha il fine di ridurre il più possibile fenomeni di ritiro e rigonfiamento del pannello con la conseguenza di aumentarne la resistenza statica e la stabilità dimensionale Gli strati vengono incollati con colla PUR priva di solventi e formaldeide

I 640 pannelli necessari, realizzati in officina su progetto, sono stati trasportati in cantiere e lì montati con l’ausilio di gru La costruzione è stata piuttosto rapida: un solo anno tra l’idea iniziale e il fine cantiere

Per l’angolo di sud-est del foyer d’entrata è stata realizzata una struttura a telaio romboidale a incastro in legno lamellare tamponata con elementi vetrati

30 legnoarchitettura 15 progetti
9
1 sezione verticale sezione orizzontale 2 3 4 1 2 3 4
F o o © M a e C a o n e L u c a F o t o © D r o n e S u d o
10
Il foyer d’entrata; sulla destra, il ballatoio al primo piano
11
31 10 11 F o t o © M a r e C a r o n e L u c a F o o © M a i e C a o n e L u c a t
Il locale del ristorante a sud

Copertura, dall’estradosso:

- strato impermeabilizzante

- pannello in compensato di legno (22 mm)

- lana di roccia (280 mm)

- pannello in X-lam lamellare (720 mm)

1 travi in legno lamellare (2x90x270 mm)

2 perni (diam. 12 mm; lungh 140 mm)

3 punzoni LC (140x135 mm)

4 struttura in acciaio (60 diam 3 mm; ep 3,2 mm)

5 754 punzoni (diam 4 mm; lungh 60 mm)

6 12 bulloni (diam 16 mm; lungh 360 mm + rondelle)

7 asse (diam 12 mm, lungh. 70 mm)

32 legnoarchitettura 15 progetti
1 2 3 4 5 6 7 2 2 F o o © D r o n e S t u d o

A sinistra, la realizzazione delle fondazioni in c a

A destra, l’erezione dei pannelli in X-lam lamellare che costituiscono le pareti portanti del teatro

Alcune fasi di avanzamento del cantiere della struttura

Il processo di costruzione a secco, con il consistente utilizzo di parti prefabbricate, ha consentito di ridurre i tempi e gli impatti del cantiere riducendo al contempo scarti e rifiuti così da minimizzare l’impatto ambientale

A sinistra, mano a mano che si procede con l’erezione delle pareti, vengono anche posate le capriate della copertura A destra, gli elementi in X-lam lamellare prefabbricati montati in sito

A sinistra, la realizzazione della finitura esterna procede di pari passo con la costruzione della struttura portante

A destra, l’angolo sud-est dell’entrata principale, caratterizzata da una struttura in legno lamellare a losanghe inserita nella struttura delle pareti in X-lam

33
F o o © D o n e S t u d i o F o t o © D r o n e S u d o F o t o © D o n e S u d o F o o © D r o n e S t u d o F o o © D r o n e S t u d o F o t o © D r o n e S u d o F o t o © D r o n e S u d o F o o © D o n e S u d o

Frate Architetto

Mauro Nuovo Centro Diurno per Anziani Mirandola
1 Ingresso del personale da ovest 2 Fronte est 3 Vista del fronte ovest dal giardino pertinenziale. 36 legnoarchitettura 15 progetti 2 1

Ubicazione: Mirandola (MO)

Progetto: arch Mauro Frate, arch Ludovico Sternini, arch. Simone Visentin - MFa architetto, Venezia

Strutture: ing Andrea Rigato, Treviso; con ing. Giorgio Carraro

Consulente progettazione acustica: Benedetti & Santini ingegneri associati, Cesena

Consulente energy Engineering: Protecno Engineering SRL, Grisignano di Zocco (VI)

Consulente progettazione del verde: Emanuele Morselli - Garden Vivai

Morselli, Medolla (MO)

Direttore dei lavori: arch M Frate

Appaltatore: Consorzio Stabile ARCALE, Firenze

Strutture in legno: Sistem Costruzioni srl, Solignano (MO)

Lavori: marzo-ottobre 2013

Superficie coperta: 952,74 m2

Superficie utile: 285 m2

Fotografie: Andrea Avezzù

Lo spazio del welfare

Inserito in un grande spazio verde destinato a parco, entro il quale insistono diverse strutture di servizio alla collettività, il nuovo Centro Diurno per Anziani costruito a Mirandola è una struttura di carattere semi-residenziale rivolta ad anziani non autosufficienti affetti da patologie tipiche dell’età senile o con problematiche relazionali e/o sociali

La realizzazione del Centro, immaginata da A S P Comuni Modenesi Area Nord immediatamente dopo il sisma che ha colpito l’Emilia centro-settentrionale nel maggio 2012, è stata l’occasione per riproporre la dimensione dello spazio come strumento attivo delle politiche di welfare, un ambito senza soluzione di continuità, privo di recinti, fittamente alberato, collocato subito a ridosso del limite meridionale del centro antico di Mirandola L’edificio fa parte di un più ampio sistema di spazi verdi pubblici e privati che nell’insieme media le relazioni fra il centro consolidato e quel tessuto urbano di edilizia residenziale a bassa densità che caratterizza la quasi totalità dell’espansione urbana al di fuori del contesto storico L’articolazione volumetrica è quella di un fabbricato a un piano fuori terra con impianto a “L”, organizzato attorno a un cortile definito dall’edificio stesso, da una lunga vasca di terra che lo connette alla centrale termica e da un sistema di recinzione La stereometria e l’introduzione di alcuni dispositivi passivi, tra cui il pergolato di relazione fra l’interno e il giardino, rappresentano il risultato di una ricerca volta all’ottimizzazione dell’apporto solare nel periodo invernale e alla protezione dai raggi incidenti nel periodo estivo L’inclinazione delle falde di copertura, predisposte ad accogliere in forma integrata elementi fotovoltaici o solari termici, è volta alla ricerca della massima performance nella captazione dei raggi del sole Il sistema strutturale è costituito da pareti multistrato di legno con funzione portante (X-lam), e solai di copertura realizzati con moduli prefabbricati in legno: tale concezione costruttiva ha permesso il conseguimento di una forte integrazione tra l’edificio e gli impianti in fase di progettazione, oltre a una realizzazione della struttura in tempi, 180 giorni, estremamente contenuti

37
3
planimetria bu sola d'ingresso centrale termica giardin pertinenziale cuci rapeutica antibagno bagno non utosuff. area tecnica macchine esterne zona soggiorno zona pranzo zona riposo corridoio distribuz. antibagno bagno non utosuff. antibagno bagno non utosuff. zona soggiorno zona pranzo sala riunioni ufficio operatori spogliatoio p ale avanderia terapeutica parcheggi pertinenziale N 0 1 5 m 4
38 legnoarchitettura 15 4
Vista del complesso dall’alto (fronte ovest).

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,16 W/m2K (pannello in legno con isolamento a cappotto); U = 0,15 W/m2K (media) solaio contro terra, U = 0,13 W/m2K (pavimento contro terra); U = 0,13 W/m2K (media) copertura, U = 0,20 W/m2K (tetto in legno); U = 0,20 W/m2K (media) superfici trasparenti, Uw = 1,60 W/m2K (legno+vetrocamera); Uw = 1,77 W/m2K (media)

prestazioni energetiche

involucro edilizio, 19 836 kWh/anno (regime invernale)

involucro edilizio, 13 307 kWh/anno (regime estivo)

015 m
5
Fronte nord
6
39
Vista sud (da via Dante Alighieri)
015 m 015 m prospetto sud-ovest
sezione trasversale sulle parti comuni (verso nord-ovest)
5 6
sezione trasversale sulle parti comuni (verso nord-est)

particolare della sezione longitudinale di dettaglio sulle zone comuni

40 legnoarchitettura 15 progetti 7

Parete esterna (A), dall’esterno:

- lastra silicio calcarea / fibrocemento (12 mm)

- listello (48x58 mm, interasse 500 48 mm)

- membrana traspirante antivento (1 mm)

- foglio polietilene (1 mm)

- listello (38x58 mm, interasse 640 mm) con isolante interposto (38 mm)

- listello (48x78 mm, interasse 650 mm) con isolante interposto (78 mm)

- parete X-lam 3 strati (95 mm)

- struttura metallica con isolante interposto (50 mm)

- pannello in gessofibra (12,5 mm)

- pannello in cartongesso (12,5 mm)

Copertura inclinata tipo 1 (B), dall’esterno:

- manto di copertura in alluminio (22 mm)

- freno antirombo (5 mm)

- listello (38x58 mm, interasse 640 38 mm)

sistema costruttivo

- pannello OSB (15 mm)

- travetto in KVH (80x200 mm) con interposto isolante (200 mm)

- freno vapore (1 mm)

- pannello OSB (15 mm)

- struttura metallica pendinata per controsoffitto con interposto isolante (25 mm)

- pannello in cartongesso (12,5 mm)

Solaio controterra parti comuni (C), dall’interno:

- pavimentazione in gres

(10 mm)

- massetto autolivellante additivato (65 mm)

- pannello isolante (40 mm)

- foglio polietilene (1 mm)

- massetto in cls alleggerito (150 mm)

- cappa in cls (50 mm)

- igloo (300 mm)

- platea in c a (250 mm)

- magrone (100 mm)

Copertura inclinata tipo 2 (D), dall’esterno:

- manto di copertura in alluminio (22 mm)

- freno antirombo (5 mm)

- listello (38x58 mm, interasse 640 38 mm)

- pannello OSB (15 mm)

- travetto in KVH (80x160 mm) con interposto isolante (160 mm)

- freno vapore (1 mm)

- pannello OSB (15 mm)

- struttura metallica pendinata per controsoffitto con interposto isolante (50 mm)

- pannello in cartongesso (12,5 mm)

Le fondazioni sono del tipo a platea, con muretti di contenimento e irrigidimento lungo il perimetro; sopra la platea è stato realizzato un vespaio prefabbricato in blocchi modulari in materiale riciclato con sovrastante soletta armata per il fissaggio della struttura lignea Pareti in legno multistrato X-lam con funzione portante costituiscono il sistema strutturale, mentre la copertura si compone di moduli prefabbricati in legno, in cui le orditure della struttura primaria sono contenute tra lastre piane in legno

Gli elementi verticali costituiscono una struttura scatolare e sono realizzati con diaframmi in legno massiccio, molto rigidi e resistenti, a 3 strati incrociati incollati (spessore complessivo pari a 95 mm); le pareti perimetrali e centrali portanti svolgono anche funzione di controventamento Il collegamento delle pareti del piano terra alle fondazioni in c a , e delle pareti superiori ai solai in legno, è stato effettuato con staffe angolari in acciaio inchiodate al legno e fissate alle strutture in c a mediante tasselli meccanici e chimici Tutto il Centro è rivestito esternamente con pannelli in fibrocemento

Il pergolato lungo il fronte ovest

41
7

9 Zona soggiorno/riposo 10 I serramenti e la boiserie delle pareti verso il giardino.

dal
dell’ingresso secondario
42 legnoarchitettura 15 10 8 9
8 Vista del giardino
portico

A sinistra, la fondazione

a platea in c a

A destra, posa degli elementi parietali prefabbricati

A sinistra, la posa delle pareti prefabbricate

A destra, fissaggio delle pareti in X-lam tramite hold-down metallici

A sinistra, verifica dell’allineamento delle pareti in X-lam.

A destra in alto, un momento della lavorazione del tetto

A destra in basso, posa del telo antivento sulle pareti, con strato di ventilazione, dell’edificio

43

oa.sys baut, Jürgen Hagspiel

Casa di caccia

Egg (A)

Il lato ovest chiuso

dal “velo” continuo di listelli di larice non trattato

2

Il lato rivolto a sud

Alla costruzione dell’edificio, durata soli 3 mesi, hanno preso parte esclusivamente imprese della regione.

1
1 46 legnoarchitettura 15 progetti
2

Ubicazione: Egg (A)

Committente: Siegfried Kohler, Schwarzenberg (A)

Progetto: oa sys baut, Alberschwende (A); Jürgen Hagspiel, Lingnau (A)

Direttore dei lavori: Dominik Baldaufoa sys baut, Alberschwende (A)

Appaltatore: oa sys baut, Alberschwende (A)

Lavori: maggio-settembre 2011

Superficie fondiaria: 1.600 m2

Superficie utile: 171 m2

Superficie verde: ca 500 m2 + ca. 900 m2 di superficie boschiva

Fotografie: oa sys baut

Dentro l’archetipo

L’idea che si ha di una casa di caccia è di solito quella, un po’ romantica, di una baita Questo edificio dimostra, invece, che può essere qualcosa di diverso Semplice e minimal, la casa si trova in una zona boschiva non lontana da Egg, nel Vorarlberg, Land austriaco dalla lunga tradizione di edifici in legno, alla fine di un insediamento di case di vacanza Il committente, il costruttore e il progettista, che ha seguito la realizzazione della casa di caccia dalle prime fasi concettuali fino alla realizzazione, sono la stessa persona – coadiuvata nel progetto dallo studio Jürgen Hagspiel Nel realizzare l’edificio, si è ritenuto importante lavorare i materiali da costruzione nel modo più naturale possibile Per questo si ritrova solo legno a vista sia all’interno sia all’esterno; l’unica variazione è data dall’utilizzo di 4 colori RAL che danno una nota di colore qua e là ad una costruzione altrimenti monocromatica

La struttura del livello interrato è in calcestruzzo armato a vista, mentre il piano terra e il primo piano sono stati realizzati con un sistema in legno a telaio isolato con cellulosa in fiocchi; l’intera facciata – tranne il lato rivolto a sud – e il tetto a due falde sono rivestiti con correnti di larice non trattato; una sorta di “pelle” che unifica il volume (richiamando la figura archetipica della casa) e celando le aperture vetrate e l’arretramento del filo di facciata degli spazi abitati che genera una sorta di portico Le grandi superfici vetrate consentono l’ingresso della luce e della radiazione solare dando l’impressione di vivere direttamente in mezzo alla natura Una sensazione resa ancora più forte dalla presenza di legno non trattato e dal profumo dell’abete bianco che pervade tutta la casa

Per avere un clima indoor sano ed “ecologically correct” sono state utilizzate delle pannellature in abete bianco, un impianto di VMC e una stufa in lastre di arenaria di Schwarzach Realizzato in soli tre mesi l’edificio è stato insignito del Vorarlberger Holzbaupreis 2013 nella categoria “case unifamiliari” e ha vinto anche la prima edizione dell’Internationaler “Weisstannenpreis”

47

Piano terra:

1 garage

2 sauna

3 bagno

4 corridoio

5 bagno

6 camera da letto

7 zona living (cucina, soggiorno, pranzo)

Vista da nord-ovest: con i portoni e le persiane chiuse risalta l’unitarietà e semplicità del volume

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,18 W/m2K

solaio contro terra, U = 0,25 W/m2K copertura, U = 0,16 W/m2K superfici trasparenti, Uw = 0,89 W/m2K

Primo piano:

8 magazzino

9 cabina armadio

10 bagno

11 camera da letto

12 corridoio

13 magazzino materassi

14 galleria che dà sulla doppia altezza della zona living del piano terra

15 doppia altezza

pianta
3
del piano terra
48 legnoarchitettura 15 progetti
pianta del primo piano 3 N 1 3 6 4 7 8 9 11 10 12 13 14 15
2 5

4

La zona living a doppia altezza al piano terra

Le grandi superfici vetrate rivolte a sud, nonostante gli alberi circostanti, consentono l’ingresso della luce e della radiazione solare per gran parte del giorno.

5

Il piano seminterrato, con le superfici in cls a vista e non dipinte In alcune parti del piano terra, invece, le finiture interne sono realizzate con pannelli OSB a vista

sezione longitudinale sulle scale

prestazioni energetiche

per riscaldamento, 35 kWh/m2 anno per acqua calda, 15 kWh/m2 anno per riscaldamento e acqua calda, 50 kWh/m2 anno

49 4 5

Copertura (A), dall’estradosso:

- finitura esterna in listelli di larice (40 mm)

- listellatura di supporto della finitura (30x25 mm)

- strato impermeabilizzante

- rivestimento con tavole in legno (24 mm)

- strato di ventilazione (30 mm)

- membrana permeabile al vapore

- OSB imbullonato (18 mm)

- travi portanti in legno con interposto isolamento (280 mm)

- OSB (18 mm)

- pannellatura in legno (20 mm)

- finitura in pannelli di abete bianco a vista (20 mm)

Solaio interpiano (B), dall’estradosso:

- parquet rustico (15 mm)

- pannello isolante in fibra morbida (8 mm)

- travi portanti in legno (140 mm)

- sospensioni controsoffitto (40 mm)

- controsoffitto in pannelli di abete bianco (20 mm)

Solaio su cantina (C), dall’estradosso:

- parquet rustico (15 mm)

- massetto (65 mm)

- isolamento (140 mm)

- solaio in c a (250 mm) sezione trasversale

Fase di innalzamento della struttura del lato sud, con le aperture per le grandi vetrate a doppia altezza

50 legnoarchitettura 15 progetti A
B C

Due immagini delle pareti prefabbricate a telaio di legno, realizzate dalla ditta del committente

A sinistra, il piano seminterrato della cantina in c a

A destra, posa del solaio interpiano In primo piano, la pannellatura in OSB dell’intradosso con l’elemento isolante

Una fase di posa delle pareti prefabbricate in cantiere.

Posa degli elementi prefabbricati della copertura

51

Garden Tree House

Takamatsu (J)

Hironaka Ogawa & Associates

1

Utilizzati come grandi pilastri di supporto che si diramano all’interno dell’edificio, gli alberi fungono anche da vere e proprie sculture a tutt’altezza

2

I rami degli alberi sono utilizzati come supporto per le lampade a sospensione e gli elementi decorativi

3

La doppia altezza della zona living vista dal soppalco raggiungibile attraverso una scala a pioli

progetti
54 legnoarchitettura 15 1 2

3

Ubicazione: Takamatsu, Kagawa (J)

Progetto: Hironaka Ogawa & Associates, Tokyo

Strutture: Takashi Manda Structural Design, Hyogo (J)

Appaltatore: Uehara Construction Co.Ltd., Kagawa (J)

Lavori: agosto 2009-febbraio 2010

Superficie totale: 699,54 m2

Superficie verde: 235,68 m2

Fotografie: Daici Ano

Una forte presenza

Questa moderna residenza dello studio Hironaka Ogawa & Associates è un progetto di rinnovamento realizzato nel 2010 a Kagawa, in Giappone L’ampliamento, commissionato dai committenti per la loro figlia e il marito, si sarebbe realizzato nel giardino adiacente la casa dei genitori in cui si trovavano due alberi da almeno 35 anni, da quando cioè era stata costruita la casa dei genitori La loro rimozione era però indispensabile per la realizzazione dell’ampliamento

Gli alberi, una Zelkova e una Canfora, avevano vegliato sulla famiglia accompagnandola nella sua crescita con la loro forte presenza; la figlia, poi, aveva dei bei ricordi di quando, da piccola, si arrampicava sui loro rami Così, utilizzare le due piante nella nuova costruzione e creare un nuovo luogo per il committente è diventato il tema centrale della progettazione L’architetto Hironaka Ogawa ha fatto tagliare gli alberi – mantenendone i rami più grossi – e li ha fatti essiccare per due settimane, al fine di eliminare quanta più umidità possibile dalle loro fibre Il processo di affumicatura ed essiccazione, tra l’altro, è stato fatto praticamente “a km zero”, poiché è stato utilizzato un forno all’interno della Prefettura di Kagawa, la stessa dove si trova anche la casa Dopodiché gli alberi sono stati restituiti al loro sito d’origine, collocandoli proprio nel luogo che occupavano prima di essere tagliati, con funzione di colonne portanti ausiliarie al centro dello spazio a doppia altezza della zona living, sala da pranzo e cucina Le due piante collaborano così con il legno della struttura portante a telaio dell’edificio Per inserirli all’interno del volume a doppia altezza è stato abbassato di 70 cm il livello del piano terra; questo espediente ha permesso di mantenere comunque contenuta l’altezza dell’edificio e inferiore a quella della casa principale Dal soppalco del living si gode una ulteriore vista dei due alberi che, con la loro silenziosa presenza, continuano a caratterizzare questo luogo

55
56 legnoarchitettura 15 progetti 4 4 Il fronte est. 5 Il fronte sud. 6 Vista da nord-est 7 La zona living vista dall’ingresso 5 6 Esploso assonometrico degli elementi architettonici che costituiscono la casa
closet dining living kitchen extending passage terrace entrance toilet loft parking lot bathroomlavatory garden 57
living diningliving kitchen bathroom lavatory loft
pianta del piano terra pianta del soppalco sezione longitudinale
7
sezione trasversale

Copertura (A), dall’estradosso:

- membrana impermeabilizzante

- silicato di calcio (10 mm)

- polistirolo espanso

- pannello di legno compensato (24 mm)

- struttura portante in legno

Parete esterna (B), dall’esterno:

- stucco

- malta su rete

- strato ventilato (18 mm)

- strato impermeabilizzante

- pannello di legno compensato (9 mm)

- lana di vetro (100 mm)

- struttura portante in telaio di legno

- carta da parati come finitura su pannelli in legno

Solaio controterra (C), dall’estradosso:

- pavimento in legno con finitura a olio (20 mm)

- pannello in legno compensato (12 mm)

- pannello in legno truciolare (12 mm)

- pannelli di cemento precompresso impermeabilizzato (150 mm)

- polistirolo espanso (30 mm)

- barriera al vapore (0,2 mm)

- cls (50 mm)

- platea in c a (100 mm)

1 elemento di chiusura in metallo

2 lucernario con elementi scorrevoli: doppi vetri con telaio in alluminio

3 elemento metallico resistente alle intemperie

4 finitura in legno (20 mm)

5 polistirolo espanso (30 mm)

6 tubo perforato (diam. 100 mm)

7 ancoraggio del tronco tramite viti

Collocamento di uno dei due tronchi all’interno della struttura portante intelaiata in legno

58 legnoarchitettura 15 progetti
A C B 5 6 7 6 1 2 3 4 3 1 sezione
di dettaglio
trasversale

Nelle due immagini a sinistra, il giardino con gli alberi prima della costruzione della casa A destra, gli alberi vengono fatti essiccare

I tronchi dei due alberi hanno una parziale funzione portante della struttura piana della copertura.

59

Wenslauerstraat 65-69

Amsterdam (NL)

M3H architecten
F o t o A l a r d v a n d e H o e k

1

Il fronte su strada (Wenslauerstraat) dei numeri civici 65, 67 e 97

2

Il retro degli edifici, con i patii di pertinenza

Il piano di sviluppo per la Wenslauerstraat e i suoi edifici è stato modellato e modificato proprio per soddisfare il carattere unico, diverso e su piccola scala, del quartiere Bellamy di Amsterdam

Le caratteristiche architettoniche della strada sono definite dalle sue facciate sfalsate, dalle dimensioni irregolari della trama e dalle altezze variabili dei suoi edifici. Lotti commerciali si alternano a piccoli e grandi lotti residenziali

Le diverse altezze degli edifici della zona trovano le loro radici nel carattere di quartiere-villaggio

62 legnoarchitettura 15 progetti 1 F o o T o b a s B a d e r

2

Ubicazione: Amsterdam (NL)

Progetto: M3H architecten, Amsterdam (NL)

Strutture: TenTij Bouwadviesbureau, Heemskerk (NL)

Direttore dei lavori: Machiel SpaanM3H architecten

Appaltatore: Structure Building Ltd , Amsterdam

Lavori: estate 2012-marzo 2013

Superficie utile: 220 m2

Superficie verde: 85 m2

Importo dell’opera: 660,000 €

Ampliare con il legno

Negli ultimi 10 anni la Wenslauerstraat, nel quartiere Bellamy di Amsterdam, si è molto trasformata In collaborazione con l’amministrazione cittadina, la cooperativa per l’edilizia residenziale Stadgenoot, privati, architetti e developers vari, sono state riqualificate decine di case nella piccola strada, altre sono state abbattute e sostituite da nuovi edifici Il quartiere Bellamy, da sempre a funzione mista, residenziale e terziaria, presenta una grande varietà di edifici, sia tipologicamente che architettonicamente Al fine di rendere interessante la riqualificazione per gli abitanti del quartiere, sia dal punto di vista finanziario che economico, è stato data la possibilità di realizzare ampliamenti, o sopraelevazioni, anche di piccoli edifici Possibilità raccomandata in uno studio del 2005, parte di una più ampia analisi, basato anche sulle condizioni di soleggiamento della strada, invero piuttosto stretta Lo studio prendeva in considerazione anche il mantenimento della varietà esistente, delle suddivisioni irregolari della strada, così come dell’impatto visivo delle altezze sfalsate degli edifici Il volume dei numeri civici 65, 67 e 69, oggetto di progettazione da parte dello studio M3H, è stato definito proprio in base a quest’analisi I numeri 65 e 67, due unifamiliari con giardino, presentano sul lato strada una sopraelevazione di un solo piano con tetto a falda Grazie al tetto inclinato è garantita la luce naturale nella stretta via mentre la finestra sul tetto provvede a far entrare i raggi solari anche verso la zona nord, dove si trovano la cucina e la camera da letto Per il numero 69, invece, che si trova a fianco di un edificio di 4 piani, è stata resa possibile una sopraelevazione di due piani, per un totale di 3 piani fuori terra e 3 appartamenti, ognuno dei quali con una zona all’aperto

Tutto l’insieme è stato costruito in modo ibrido La struttura portante del complesso è stata realizzata con comuni blocchi di sabbia calcarea e un’ampia fondazione in c a Le facciate, i lucernari/abbaini e i tetti spioventi hanno invece una struttura in legno a telaio Nonostante il budget limitato, lo studio M3H ha cercato di utilizzare il legno per il maggior numero di elementi possibile, anche in una città come Amsterdam che, per tradizione, è fatta di mattoni

63
F o o A a d v a n d e r H o e k

I due appartamenti al piano terra (tipo A) hanno un piccolo patio a sud, su cui si affaccia la zona living Lungo il patio pavimentato corre una sorta di “linea visiva”che attraversa gli appartamenti dal fronte al retro L’appartamento al primo piano del nr 69 (tipo C) ha una terrazza rivolta a sud, mentre l’appartamento al terzo piano del nr. 69 (tipo D) ha una terrazza sul tetto. Questo appartamento ha, inoltre, una particolare finestra ad angolo sulla parte antistante, con vista sull’intera strada Nella parte posteriore di entrambi gli appartamenti, al primo (tipo C) così come al secondo piano (tipo D), le finestre ad angolo offrono viste sul cortile interno Nonostante si tratti di appartamenti piuttosto piccoli (si va, infatti, dai ca 48 m2 a 84 m2), si è riusciti ad avere una buona illuminazione naturale, una bella vista sull’ambiente circostante nonché spazi aperti dignitosi

Nel caso dei due appartamenti più grandi (tipo A) gli abbaini della copertura provvedono a fare entrare i raggi solari anche verso la zona nord, dove si trovano la cucina e la camera da letto

sulla Wenslauerstraat

appartamento tipo A (nr 65 e 67) - primo piano

appartamento tipo A (nr 65 e 67) - piano terra

appartamento tipo B (nr 69) - piano terra

appartamento tipo C (nr 69) - primo piano

appartamento tipo D (nr 69) - secondo piano

64 legnoarchitettura 15 progetti ?
fronte
appartamento tipo D (nr 69) - secondo piano
N

Vista interna dall’ingresso al piano terra dell’appartamento tipo B, al numero civico 69

Vista interna dalla zona living dell’appartamento tipo B, al numero civico 69 A destra la vetrata che dà sul patio interno

longitudinale sull’appartamento tipo A (nr 65 e 67)

3
65 3 4
4
sezione
F o o T o b a s B a d e r F o o T o b a s B a d e r
sezione longitudinale sugli appartamenti tipo B, C, D (nr 69)

1 profilato in acciaio inox con perforazione per il drenaggio dell’acqua

2 rivestimento in legno di Sucupira Amarela, non trattato, della falda del tetto (27x50 cm)

3 cappa in alluminio su listelli, colore nero

4 listellatura in pendenza (38x89 cm)

5 struttura prefabbricata a telaio

6 grondaia in zinco-titanio

7 supporto della grondaia

8 ventilazione

9 doghe posteriori in legno per il drenaggio dell’acqua

10 trave in acciaio UNP-200

11 angolare in acciaio (150x150x10 mm)

zincato e verniciato a polvere

12 serramento con telaio in alluminio, verniciato a polvere

dettaglio copertura/parete - sezione verticale
66 legnoarchitettura 15 progetti 5 F o o T o b a s B a d e r 6 11 12 3 4 9 10 1 2 7 8
A sinistra, dettaglio dalla strada del civico 65.

il rivestimento in legno

La struttura delle facciate e della copertura è in legno a telaio, interamente rivestita (compresi gli abbaini e le superfici inclinate del tetto) con doghe di legno L’effetto è quello di un volume quasi scultoreo, unificato dall’unico materiale del rivestimento e dai caratteri semplici e chiari, che ben si adatta alla diversità architettonica delle case nella Wenslauerstraat Il legno di Sucupira Amarela utilizzato per i rivestimenti non è trattato, è certificato FSC e ingrigirà in modo uniforme nell’arco di due anni Fondamentale per l’utilizzo di legno non trattato nel clima olandese è che la facciata sia ben ventilata, così che il legno, dopo la pioggia, possa asciugarsi rapidamente Per questo motivo è stato posato un doppio strato di correnti sulla struttura in legno della facciata oltre, ovviamente, a uno strato bituminoso impermeabilizzante Grazie a questa soluzione, è stato possibile nascondere dietro la facciata lignea le grondaie e i canali di scolo della copertura contribuendo al risultato scultoreo del complesso

A sinistra, l’interno di uno dei due appartamenti a un piano (tipo A), con il lucernario fisso e la falda pendente del tetto

Copertura, dall’estradosso: - rivestimento in legno di Sucupira Amarela, non trattato (27x50 cm) - controlistellatura orizzontale agganciata a profilati in acciaio inox - listellatura in pendenza (38x89 cm) con cappa in alluminio di colore nero sulla struttura portante del tetto, incollata alla membrana in EPDM - membrana in EPDM - struttura prefabbricata a telaio in legno (201 mm): compensato (18 mm) arcarecci (171x71 cm) isolamento (170 mm) barriera al vapore compensato (12,5 mm)

1 profilato in acciaio inox perforato per il drenaggio dell’acqua

2 guida in legno superiore, a vista

3 elemento in acciaio per l’appoggio della trave

4 legno a vista

5 telaio della finestra in alluminio con vetro fisso

6 finitura in legno compensato (12 mm)

67
dettaglio della copertura
F o t o W o u e r K r o e z e 5 6 3 4 1 2 1

Parete esterna abbaino, dall’esterno:

- rivestimento in legno di Sucupira Amarela, non trattato (27x50 cm)

- controlistellatura orizzontale (30x70 cm), colore nero

- listellatura verticale (20x44 cm), colore nero

- pannello in fibra di legno, colore nero (7 mm)

- listellatura verticale (36x44 cm)

- membrana permeabile al vapore

- montanti in legno (154x38) con interposto isolante

- barriera al vapore

- compensato (12 mm)

1 angoli ed elementi di giunzione ricoperti con membrana in EPDM

2 telaio in alluminio; verniciato a polvere, montato all’interno

3 vetro isolante

4 angolare metallico (150x75x10 mm)

5 ringhiera zincata e rivestita

parete - sezione orizzontale

1 parete di separazione tra due appartamenti in blocchi in cls

2 guarnizione di tenuta

3 serramento in alluminio, verniciato a polvere

4 vetro isolante

5 davanzale in pietra dura

6 angolare metallico (150x75x10 mm)

7 guaina in EPDM per rendere le connessioni del serramento a tenuta d’acqua

8 parte rimovibile per manutenzione grondaia

9 giunto di separazione tra gli appartamenti 5

68 legnoarchitettura 15 progetti
dettaglio parete dell’abbaino - sezione orizzontale dettaglio
3 4 1 2 5 6 3 4 9 1 2 7 8

A sinistra, la realizzazione delle fondazioni in c a

A destra, il rivestimento delle pareti con la struttura a telaio in legno

A sinistra, in alto, il rivestimento delle pareti con la struttura a telaio di legno del lato interno, verso i cortili

A sinistra, in basso, la realizzazione della struttura in legno sul lato verso strada.

A destra, posa del telo impermeabilizzante sulle pareti

La posa della finitura finale in doghe di legno sulla doppia listellatura.

69
F o o A a d v a n d e r H o e k F o o T o b a s B a d e r
NOTCH Sill to Sill Farm Shop Londra (UK)
F o o M l e H a r v e y

2

Dettaglio della facciata con le cassette di stoccaggio chiuse con lucchetti

Lo scopo di un negozio come il “Sill to Sill” è di promuovere l’agricoltura urbana esponendo le piante in un ambiente il più possibile familiare: “comprate dal nostro davanzale e fate crescere sul davanzale della vostra finestra”

1 1
Il fronte principale del negozio
2 F o t o M i e H a v e y

Ubicazione: Hackney, Londra (UK)

Progetto: NOTCH - Sigrid Bylander, Julian Bond, Lucy Paton and Benedetta Rogers, Londra (UK)

Strutture: BUILT Engineers, Londra (UK)

Volontari: Robert Hindle, Anthony Staples, Seainin Passi, David Hood, Ricarda Wolf, Sara Mellone, Luke Jones, Anna Mill, Geraldine Holland, Madiha Ahmad, Garbiel Warshafsky, Tom

Borsay, Joe Brimson, Johanna Ibbotson, Lilli Hoikka, Jessica Clements, Amanda Rashid, Tierney Lovell, Mina Gospavic, Nadia Wikborg, Georgina Walker, Wai

Ching, Kamil Konca, Steve Goodey, James, Miguel, Chris Watkins, Jane Lambert, Dan, Richard, Hackney Laces, ArtsAdmin Make Space project, corporate volunteers from UBS, RBS, Bank of England

Lavori: 2013

Superficie utile: 17 m2

Di davanzale in davanzale

Il progetto del negozio “Sill to Sill” è il risultato di un concorso indetto dalla Hackney City Farm, una fattoria urbana che da decenni offre la possibilità di sperimentare l’agricoltura e la vicinanza con gli animali nel cuore di Londra Il bando riguardava la progettazione di un nuovo negozio di piante, frutta e verdura, incoraggiando l’esplorazione di tecniche di costruzione con materiali riciclati al fine anche di dimostrare il potenziale dei rifiuti urbani come materiale da costruzione I NOTCH, team vincitore, hanno trovato ispirazione nell’architettura del quartiere, caratterizzata dalle facciate in mattoni e dalle finestre a ghigliottina delle tipiche case a schiera vittoriane, oggetto negli ultimi anni di numerosi trasferimenti di proprietà e ristrutturazioni Nel progetto sono state riutilizzate proprio le finestre di legno dismesse, ricollocate scherzosamente su tutta la facciata del nuovo negozio in qualità di vasi per fiori e piante o come banconi, abbaini, bacheche o ripiani

La struttura della piccola costruzione è costituita da semplici telai in legno chiusi con vecchie tavole di ponteggi da cantiere impilate l’una sopra l’altra e inchiodate L’orizzontalità della texture richiama la geometria dei fabbricati agricoli circostanti costruiti con i London Stock bricks (mattoni fatti a mano usati nella maggior parte di Londra e nel sud-est dell’Inghilterra fino all’inizio del XX secolo) I bordi delle tavole accuratamente piallati e dipinti in colori vivaci sottolineano ulteriormente l’andamento orizzontale e guidano lo sguardo verso i davanzali, anch’essi vivacemente colorati, delle finestre La semplicità delle soluzioni costruttive e dei materiali utilizzati (in gran parte donati) ha fatto sì che l’edificio potesse essere montato da una squadra di volontari senza particolari competenze Il progetto, del resto, aveva tra gli scopi primari il coinvolgimento della comunità in tutte le fasi del progetto, dall’ideazione alla costruzione fino all’uso, oltre all’intento di promuovere l’agricoltura urbana suggerendo alle persone la possibilità di coltivare il proprio cibo anche sui davanzali delle finestre

73 F o o M l e H a r v e y

1 Entrata al negozio Sill to Sill

2 Bacheca realizzata con tappi di sughero riciclati

3 Panca: posto a sedere sul davanzale della finestra

4 Finestra rimovibile e porta vasi

5. Cornice della finestra a ghigliottina recuperata: crea un davanzale per mostrare piante e vegetali per la vendita

6 Lavello e piano di lavoro collegato al serbatoio e al pozzo perdente

7 Scaffalatura realizzata con tavole di ponteggi e sorretta da cinture di sicurezza recuperate da un vecchio taxi londinese

8 Armadietti per i contenitori dei vegetali e per gli attrezzi del programma “Growing Communities”.

9. Armadio di sicurezza.

10. Negozio esistente della Hackney City Farm

11 Ingresso principale alla fattoria

12 Edificio principale della fattoria

planimetria

sezioni trasversali

74 legnoarchitettura 15
3
3 Interno del negozio. 2 Dettaglio dei blocchi finestra.

1 Finestre recuperate e rinnovate

2 Controtelai delle finestre realizzati con due strati di 9 mm di compensato e assemblati fuori opera

3 Le strutture che sorreggono le finestre sono state levigate e dipinte fuori dal sito

4 Fondazioni in calcestruzzo gettato in opera con interruzione per la soglia

5 Singola tavola di partenza posata di piatto al muro –fissata al basamento di calcestruzzo con ancoranti chimici controbordo per una penetrazione di 150 mm.

6. Tavole posate tra i montanti avvitati alla piastra.

7. Due tavole di ponteggi tagliate a misura (38x140 mm) e avvitate assieme a formare i montanti verticali della struttura Una tavola è tagliata più corta per consentire la giunzione del travetto di copertura

8 Montanti avvitati alle tavole orizzontali sui due lati

9 Montanti e travetti di copertura sono fissati con 4 connettori filettati da 8 mm

10 Connessione con il retrostante muro esistente per il collegamento con gli elementi verticali

11 Rivestimento: tavole da ponteggio recuperate e inchiodate, pitturate su ogni lato e piallate sui bordi 12 Rivestimento avvitato ai montanti con 5° di inclinazione per permettere il deflusso dell’acqua.

13. Le strutture scatolari delle finestre sono avvitate alla struttura principale.

14. Stoccaggio per le cassette delle verdure, realizzate con legno recuperato La porta del box verdure è fatta con scarti di tavole da ponteggio dipinte ed è pensata per adattarsi al rivestimento circostante

15 I box di stoccaggio, all’interno del negozio, sono rivestiti con pannelli di compensato (da donazioni) e dipinti di nero per fungere da lavagne Un ripostiglio a tutta altezza, accessibile dall’interno, è integrato con il sistema di stoccaggio

16 I ripiani, realizzati con tavole lunghe da ponteggio, sono fissati alla parete tramite cinture di sicurezza recuperate da un vecchio taxi londinese

17. Travi del tetto realizzate con tavole da ponteggio recuperate. Travi secondarie di rinforzo sfalsate per consentire un semplice assemblaggio con viti alle travi principali.

18 Apparecchi di illuminazione inseriti nello spessore delle travi Pannelli di perspex opaco per diffondere la luce fissati alle travi secondarie con telai in legno

19 L’abbaino è fissato alle travi del tetto

20 Lastra in PVC corrugato

75
4

A fianco, una vecchia finestra in legno mentre viene piallata per essere riutilizzata

A destra, la nuova veste delle vecchie finestre recuperate

assonometrico di una delle finestre

Qui a fianco, legno di recupero viene assemblato per formare i nuovi blocchi finestra del fronte su strada

A destra, una fase di cantiere con l’inserimento di uno di questi blocchi nella facciata

1. Finestre recuperate e rinnovate fuori opera: la pittura esistente è stata rimossa, nuovi vetri sono stati installati quando necessario, i telai sono stati pitturati di bianco

2 Controtelai delle finestre costituiti da due strati di 9 mm di compensato tagliato su misura Le finestre sono realizzate con un’inclinazione di 5° dall’alto verso il basso

3 Montanti verticali della struttura costituiti da 2 tavole di ponteggi tagliate a misura (38x140 mm) e avvitate assieme. Una tavola è tagliata più corta per consentire la giunzione del travetto di copertura

4 Montanti e travi di copertura fissati con 4 connettori filettati da 8 mm

5 Rivestimento: tavole da ponteggio inchiodate, piallate sui bordi e dipinte su ogni lato con pitture di recupero.

6. Travi del tetto realizzate con tavole da ponteggi recuperate.

7 Lastre corrugate vistalux Grondaie e sistemi di raccolta per il riutilizzo dell’acqua piovana

8 Listello (50x50 mm)

76 legnoarchitettura 15 progetti
F o o M i e H a v e
dettaglio

A sinistra, alcune fasi di realizzazione dei semplici telai in legno della struttura portante che sul lato opposto alla strada poggia su un muro in mattoni

La struttura portante in legno viene tamponata con tavole provenienti da vecchi ponteggi, piallate e dipinte lungo i bordi con diversi colori.

A sinistra, un fase avanzata della realizzazione della facciata su strada A destra, un’immagine dei box di stoccaggio delle verdure

77

Casa _ SSM

San Salvatore Monferrato

Diego Bortolato Architetto

L’affaccio a sud. 2

Dettaglio della villa; in primo piano le vetrate della cucina

3

La vista da ovest Il grande sporto del tetto sostenuto da pilastri a tutta altezza consente il controllo solare durante tutto l’anno

1
80 legnoarchitettura 15 progetti 2 1

3

Ubicazione: San Salvatore Monferrato (AL)

Progetto: Diego Bortolato Architetto, Valenza (AL)

Strutture: ing Claudio Valenzano, Fubine (AL)

Impianti termici: ing Giacomo Beretta, San Michele (AL)

Impianti elettrici: p i Flavio Doglione, Asti

Direttore dei lavori: arch. Diego Bortolato

Appaltatore struttura in legno: Lignoalp - Damiani-Holz&Co S.p.A., Bressanone (BZ)

Logistica, opere esterne, cementi: Agest Srl, Mezzana Bigli (PV)

Lavori: settembre 2011-maggio 2012

Superficie fondiaria: 5 000 m2

Superficie utile: 348 m2

Superficie verde: 4 000 m2

Fotografie: Daniela Bortolato

Sotto un unico tetto

Inserita nelle colline del Monferrato, questa abitazione dialoga apertamente con le architetture rurali della zona richiamandone i caratteri tipologici, a partire dalla grande copertura a doppia falda che riprende le inclinazioni e le altezze dei cascinali rurali adiacenti, evitando soluzioni mimetiche attraverso le scelte architettoniche contrassegnate anche dal sistema costruttivo prefabbricato in legno

I due corpi di fabbrica – l’abitazione padronale e la dépendance di servizio – sono uniti dall’ampia copertura che si sviluppa lungo l’asse est-ovest del declivio collinare Il fronte principale del complesso è così rivolto a sud La copertura e i porticati a doppia altezza massimizzano l’apporto solare invernale riducendo l’irraggiamento durante il periodo estivo Brise soleil e tende a rullo comandate elettronicamente provvedono alla schermatura del fronte ovest A nord, un’area cortilizia incassata è ricavata da un taglio del terreno, del quale viene sfruttata anche la vegetazione preesistente, con impalco arboreo di circa 35 anni, allo scopo di mitigare le correnti fredde L’andamento lineare dell’edificio, oltre 36 m, ha consentito di disporre le aperture principali su lati opposti al fine di sfruttare la ventilazione naturale passante in caso di necessità Un terzo fabbricato, separato dall’abitazione e realizzato fuori terra, accoglie la rimessa delle auto

La casa, realizzata con un sistema a telaio di legno lamellare, è dotata di un impianto solare a tubi sottovuoto (30 tubi, 3 m2), che consente di integrare la produzione di ACS fino al 60%, e di un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore entalpico a flussi incrociati e batteria di post trattamento La distribuzione del calore è demandata ai pannelli radianti a pavimento, mentre la climatizzazione estiva avviene grazie alla deumidificazione adiabatica con distribuzione aeraulica mediante le canalizzazioni della ventilazione meccanica Due serbatoi interrati, da 10 000 litri ciascuno, raccolgono l’acqua piovana utilizzata per l’irrigazione delle aree esterne

81

longitudinale

82 legnoarchitettura 15 progetti
piano terra primo piano prospetto ovest prospetto est sezione

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,22 W/m2K solaio contro terra, U = 0,166 W/m2K copertura, U = 0,196 W/m2K superfici trasparenti, Uw = 1,2-1,4 W/m2K

prestazioni energetiche

per riscaldamento, 36 kWh/m2 anno per acqua calda, 15 kWh/m2 anno per raffrescamento estivo, 24 kWh/m2 anno

83
fronte nord fronte sud assonometria

1 tegole piane in klinker

ceramizzato con finitura

satinata

2 grondaia in metallo

verniciato e goffrato

3 scossalina in lamiera

verniciata e goffrata

4 lastre di fibrocemento finito, stuccato e tinteggiato con pittura murale

5 pilastro in legno

lamellare strutturale

6 perlinatura di finitura in legno di pino mordenzato naturale

Dettaglio B:

7 intercapedine tecnica per impianti di VMC

8 solaio in legno

9 zanzariera

10 frangisole in alluminio

11 pannello OSB (15 mm)

Parete esterna (A), dall’esterno:

- intonaco a base calce (doppio strato, colorato, in pasta)

- pannello portaintonaco in lana di legno dotato di telo traspirante

- assito grezzo

- telaio strutturale di legno e isolamento con pannelli di fibra di legno (120 mm)

- pannelli OSB (15 mm)

- sottostruttura in listelli di legno e pannello di legno (40 mm)

- pannello in fibra di gesso - finitura interna

12 perlinatura di finitura in legno di pino mordenzato naturale

13 lastre di fibrocemento finito, stuccato e tinteggiato con pittura murale

14 tegole piane in klinker ceramizzato con finitura satinata

15 grondaia in metallo verniciato e goffrato

16 scossalina in lamiera

verniciata e goffrata

17 canale displuvio inserito nel pilastro

18 pilastro in legno

lamellare strutturale

84 legnoarchitettura 15 progetti A 3 2 4 5 7 6 8 1 9 10 11

sistema costruttivo

Tutti i materiali utilizzati sono stati selezionati per le loro caratteristiche di sostenibilità e per l’assenza di collanti e agenti inquinanti La struttura è a pareti a telaio in legno con isolamento interno in fibra di legno e fibra di canapa La casa si innalza su un basamento a platea in cemento armato, poggiante su 32 pali ed è priva del piano cantina Le finiture esterne sono in intonaco a base calce, colorato in pasta, i serramenti sono in legno Il cemento finito a cera è stato preferito per i pavimenti del piano terra e delle aree esterne, mentre al piano superiore si è scelto legno di rovere oliato

Materie sintetiche sono state impiegate esclusivamente per le guaine di protezione delle fondazioni e per le impermeabilizzazioni

Solaio interpiano (B), dall’intradosso:

- pavimento in rovere oliato

- massetto in conglomerato cementizio

- pacchetto radiante con guaina e isolamento anticalpestio

- pannello XPS (60 mm)

- pannelli OSB (15 mm)

- struttura solaio in legno

- veletta tecnica in cartongesso

- lampade lineari su profilo esterno

- rullo tenda interna

Solaio controterra (C), dall’intradosso:

- getto unico in conglomerato cementizio finito a quarzo e cera

- pacchetto radiante con guaina e isolamento anticalpestio

- pannello XPS (60 mm)

- sottofondo grezzo alleggerito (100 mm)

- soletta strutturale

85
C B 17 13 16 12 18 15 18 14 13

La zona giorno con i grandi affacci vetrati sul paesaggio circostante

5

Il soggiorno: in fondo si nota la boiserie che riveste il muro di separazione tra la sala pranzo e la cucina

6

Il vano scale che conduce alla zona notte al primo piano.

86 legnoarchitettura 15
4
5 4 6

A sinistra, sulla platea di fondazione vengono fissati i dormienti sui quali verranno posate le pareti in legno con struttura a telaio

A destra, posa delle pareti del piano terra

A sinistra, si inizia a realizzare il tetto sulla villa padronale Le pareti arrivano in cantiere con il telo antivento già installato: di seguito, in cantiere si effettua il sormonto tra i teli e la necessaria nastratura.

A destra, il tetto è stato costruito anche sulla dépendance e si completa il montaggio dei grandi pilastri a sud

A sinistra, listelli per la ventilazione del tetto sulla guaina sottomanto. A lato, realizzazioni delle tramezze di separazione interna con il passaggio dei corrugati per l’impianto elettrico

A sinistra, completamento delle finiture esterne

A destra, vista del cantiere quasi ultimato da nord: l’edificio in primo piano è il garage

87

Certificazioni ambientali degli edifici

Negli ultimi dieci anni, si è assistito a un intenso fenomeno di diffusione e sviluppo di sistemi di certificazione energetico-ambientale, grazie ai quali oggi è possibile valutare le performance di una costruzione nell’arco di tutto il suo ciclo di vita (ad esempio, in termini di impatto sul sito di costruzione, consumo di risorse per la produzione di elementi edilizi, salubrità degli spazi interni, oltre che in termini di consumo energetico).

L’articolo analizza un campione di enti italiani e stranieri, proponenti differenti protocolli di certificazione, al fine di comprendere come l’uso di prodotti edilizi a base di legno possa influire sulla valutazione ambientale di una costruzione e per verificare se, a loro volta, tali strumenti siano effettivamente adeguati a certificare l’ecocompatibilità degli edifici realizzati con sistemi costruttivi lignei. Gli esiti di questa analisi confermano come la scelta del legno influisca positivamente sul risultato finale della certificazione, sia in maniera diretta grazie alle sue caratteristiche naturali e fisico-tecniche, sia indirettamente attraverso le modalità di applicazione e di posa in opera da esso richieste

techné

Certificazioni ambientali degli edifici

Il contributo del legno come materiale ecosostenibile

Chiara Piccardo

Dottore di ricerca

in Architettura nel 2013 presso l’Università di Genova con una tesi sullo sviluppo dei prodotti a base di legno nel contesto edilizio italiano. Collabora a progetti di ricerca inerenti alla sostenibilità ambientale in edilizia

Il perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale da parte del settore edilizio pare assurgere a imperativo, alla luce delle politiche ambientali intraprese a livello internazionale (Summit della Terra del 1992, Protocollo di Kyoto del 1997 e rinnovo del 2012 ecc ) e, in particolare, dei dati ambientali europei, secondo cui gli edifici sono responsabili del 42% del consumo totale d’energia nell’UE, del 35% circa delle emissioni di gas a effetto serra, di oltre il 50% dei materiali estratti e del 30% del consumo d’acqua1

Le politiche ambientali intraprese a livello comunitario, pur rimanendo sostanzialmente invariate negli obiettivi, hanno evoluto la propria strategia d’azione: da iniziative del tipo command and control fondate su una normativa di carattere cogente e standard da rispettare, in atto fino agli anni Novanta, per arrivare a un atteggiamento favorevole a meccanismi di adesione volontaria, dove il soggetto (l’operatore che agisce all’interno del processo produttivo o di consumo) possa liberamente decidere il proprio percorso di sostenibilità, in un atteggiamento di prevenzione, piuttosto che di compensazione, rispetto a eventuali criticità ambientali

Proprio questa seconda categoria di approccio ha interessato da vicino il settore edilizio, venendo incontro alla richiesta “dal basso” di creare strumenti armonizzati e condivisi di green marketing, come le etichette ecologiche dei prodotti o le certificazioni ambientali degli edifici L’adozione di tali meccanismi svolge una duplice azione all’interno del mercato: stimolare gli attori del processo edilizio (dai produttori, ai costruttori, agli investitori immobiliari) a investire in adeguamento tecnologico e sperimentazione per ottenere un prodotto finale con un maggior grado di ecocompatibilità; promuovere la diffusione dell’informazione ambientale rivolta ai consumatori, a

90 legnoarchitettura 15 techné F o o : R e n é R e

garanzia delle prestazioni di ecocompatibilità dichiarate dagli operatori dell’offerta, orientando i primi nelle loro scelte di acquisto e – nel caso di pubbliche amministrazioni – i decisori pubblici nelle loro politiche premiali (incentivi economici, procedurali ecc )

Tra i meccanismi di adesione volontaria diffusi nel settore edilizio, le certificazioni ambientali degli edifici hanno conosciuto un recente successo, proponendo sistemi di valutazione volti a considerare l’impatto di una costruzione nell’arco del suo intero ciclo di vita e a confrontare le sue performance con standard di riferimento prestabiliti2

Tali certificazioni, perciò, si differenziano da quelle energetiche in quanto valutano in maniera più completa il comportamento ambientale dell’edificio, non solo in termini di consumi energetici, ma anche, ad esempio, in termini di impatto sul sito di costruzione, consumo di risorse per la produzione di elementi edilizi e salubrità degli spazi interni

Inoltre, differentemente da ciò che avviene in un rigoroso bilancio degli effetti ambientali dovuti a un processo edilizio, come nel caso dei sistemi basati sul Life Cycle Assessment3, gli strumenti di certificazione qui illustrati adottano un approccio semplificato, basandosi sull’individuazione di alcuni temi ambientali principali, ed emettono un giudizio di qualità finale facilmente interpretabile (generalmente nella forma di un punteggio)

Allo stesso tempo, i prodotti e le tecnologie oggi offerti dal settore legno-edilizia sembrano rispondere a molti

dei requisiti di ecocompatibilità richiesti dagli strumenti di certificazione ambientale Il legno possiede, infatti, alcune caratteristiche ecologiche innegabili, come la rinnovabilità della risorsa naturale e la capacita di stoccare carbonio nella biomassa attraverso il processo di fotosintesi, sottraendolo alla CO2 presente in atmosfera (uno dei maggiori responsabili dell’effetto serra) Si aggiungono, inoltre, il basso consumo di energia normalmente spesa nei processi di trasformazione dei prodotti lignei (e conseguentemente le basse emissioni inquinanti) e il ridotto consumo d’acqua dovuto all’utilizzo di tecnologie “a secco” Alla luce di queste considerazioni e sulla base degli schemi proposti dai principali enti di certificazioni, ci si domanda come l’impiego di prodotti edilizi a base di legno possa influire sulla valutazione ambientale di una costruzione; ma anche se tali strumenti siano effettivamente adeguati a certificare l’ecocompatibilita di edifici realizzati con sistemi costruttivi in legno Si ricorda, infatti, che – per loro natura – tali sistemi si fondano su procedure di per se stesse limitate, rispetto agli innumerevoli aspetti di sostenibilità ambientale considerabili, e intrinsecamente soggettive, nella misura in cui si attribuiscono giudizi di valore ai requisiti ambientali prescritti e al grado di soddisfacimento degli stessi da parte del processo edilizio oggetto di certificazione Le certificazioni ambientali prese in considerazione fanno capo ad alcuni fra i più importanti e conosciuti marchi attivi sul territorio europeo: Protocollo ITACA,

Nella pagina a fianco, le residenze Lochbaur a Merano, dell’arch altoatesino Michael Tribus, sono certificate CasaClima e consumano meno di 15 kWh/m2anno per il riscaldamento

Qui a sinistra, una casa a Racine, nel Wisconsin (USA), progettata dallo studio Johnsen Schmaling Architects e certificata LEED Platinum

91
F o o o h n J M a c a u l a y

Sotto, contributo percentuale offerto dal legno sul punteggio totale massimo dei diversi sistemi di certificazione

Si veda anche il grafico della pagina accanto

LEED, SB100 e Certificazione Bioarchitettura® (fra gli italiani); BREEAM, MINERGIE ECO®, NF - Logement e Nordic Ecolabelling (fra gli stranieri)

Tali certificazioni presentano un sistema di valutazione “a punteggio”; ciò significa che il grado di ecocompatibilità di un progetto si esprimerà attraverso la sommatoria dei punteggi di volta in volta assegnati all’edificio (in riferimento alle specifiche scelte progettuali o alle tecnologie adottate) sulla base di determinati indicatori Analizzando le check-list di criteri e i relativi punteggi ottenibili, ci si rende immediatamente conto di come il legno sia notevolmente tenuto in considerazione dai sistemi di certificazione per le sue caratteristiche di ecocompatibilità

Si possono individuare alcune voci, strettamente dipendenti dalla scelta di materiali e tecnologie costruttive, dove l’impiego di prodotti e soluzioni tecnologiche in legno può essere premiante ai fini del risultato finale (diversamente da altre soluzioni tecnologiche)

Tra i contributi che il legno può apportare nella valutazione ambientale di un edificio, si possono distinguere:

- contributi “diretti”: contributi che un prodotto edilizio a base di legno può certamente offrire per le sue proprietà caratteristiche (ad esempio, in quanto proveniente da fonte rinnovabile);

- contributi “indiretti”: contributi che non derivano dalle

caratteristiche naturali o fisico-tecniche proprie di un prodotto edilizio a base di legno, bensì dalle modalità di applicazione e di posa in opera degli elementi stessi all’interno del “sistema edificio” (ad esempio, i vantaggi legati all’utilizzo di un sistema a secco);

- contributi “vincolati”: contributi che un prodotto edilizio a base di legno può offrire solo se sono rispettati alcuni prerequisiti indispensabili (ad esempio, reperimento locale della risorsa, certificazioni forestali o di prodotto)

Nei grafici in queste pagine è stato quantificato il contributo offerto dall’impiego di prodotti a base di legno in termini di percentuale sul punteggio complessivo, immaginando di compilare le check-list di certificazione dei rispettivi enti (consultabili on-line) Inoltre, rispetto al punteggio massimo ottenuto grazie al legno, sono stati calcolati i risultati parziali dei diversi tipi di contributi precedentemente individuati (“diretti”, “indiretti” e “vincolati”) Ad esempio, nel caso del Protocollo ITACA, il contributo offerto dal legno sul punteggio massimo totale è pari al 9% e interessa particolarmente la categoria di valutazione denominata “Consumo di risorse”, con le seguenti voci: “Materiali riciclati/recuperati” (contributo “diretto”), “Materiali da fonti rinnovabili” (contributo “diretto”), “Materiali locali per finiture” (contributo “vincolato”), “Materiali riciclabili o smontabili” (contributo “indiretto”)

Sebbene l’ambito delle certificazioni ambientali degli edifici sia ancora in fase di sviluppo e non sia soggetto a disposizioni normative cogenti, come nel caso della certificazione energetica, è importante riflettere sulle prospettive future offerte da questi sistemi e sulla possibile definizione dei criteri di ecocompatibilità degli edifici, rispetto ai quali l’impiego del legno gioca un ruolo molto importante

In primo luogo, i grafici mostrano come la sola applicazione di prodotti a base di legno possa incidere per valori compresi fra il 9 e il 19% del punteggio finale massimo delle certificazioni ambientali Questo dimostra una notevole considerazione da parte degli enti di certificazione analizzati delle qualità ambientali di questo materiale Data poi la somiglianza riscontrabile fra le liste di criteri dei diversi sistemi di valutazione, si può affermare che il contributo offerto dall’uso del legno si evidenzia particolarmente nelle categorie inerenti ai materiali e alle risorse, oltre che in quelle inerenti alla salubrità degli ambienti interni (valutate sulla base di criteri come la riduzione delle emissioni di VOC e fibre ecc )

In secondo luogo, per tutte le certificazioni ambientali analizzate, il legno può garantire un effettivo contributo, al massimo delle potenzialità, solo se rispetta alcuni prerequisiti indispensabili (contributi “vincolati”), riassumibili nei seguenti principi:

- la materia prima deve provenire da foreste gestite in maniera sostenibile, se possibile dotate di certificazione forestale (ad esempio, FSC o PEFC);

- il reperimento della materia prima deve essere possibilmente “locale”, per ridurre le emissioni e i consumi

92 legnoarchitettura 15 techné

di fonti fossili legati al trasporto (i protocolli di certificazione, nell’indicare la distanza fra sito di produzione e cantiere, vanno da parametri più restrittivi, come 100 km nel caso di SB100, fino a valori come 350 km nel caso di GBC Home);

- gli elementi edilizi a base di legno devono subire processi produttivi e trattamenti ecocompatibili, senza compromettere la salubrità del prodotto finito e la qualità dell’aria negli ambienti interni, dove essi possono essere collocati

Fra i diversi requisiti elencati, i primi due possono comportare uno svantaggio per tutte quelle regioni geografiche d’Italia dove non vi sia una filiera produttiva del legno adeguatamente strutturata e dove la risorsa legno sia scarsamente reperibile o non idonea per la produzione di elementi edilizi (strutturali o di finitura) In tali casi, inoltre, la fornitura dei prodotti a base di legno può facilmente comportare distanze superiori a quelle indicate dalle certificazioni ambientali per definire il concetto di “locale” Questo potenziale limite alla valorizzazione dei prodotti lignei dovrebbe rappresentare tuttavia un’occasione di stimolo per istituzioni, enti di ricerca e produzione, al fine di intraprendere programmi e progetti pilota volti a indagare più a fondo e ottimizzare le risorse territoriali a disposizione Per quanto riguarda il terzo requisito elencato, si deve ricordare che i prodotti marchiati CE rispettano già le norme internazionali e nazionali che regolano il conte-

nuto di sostanze nocive, tuttavia il processo di ingegnerizzazione dei prodotti in legno, e in particolare di quelli strutturali, finalizzato a un progressivo miglioramento delle prestazioni meccaniche, ha reso sempre più difficile la conservazione delle caratteristiche di biocompatibilità del materiale (ad esempio, compromettendo la biodegradabilità o il riciclo dei prodotti finiti) In questo senso, una risposta ai requisiti di basso impatto ambientale e salubrità è ricercata nelle certificazioni di prodotto, che attualmente cominciano a interessare, seppur in maniera ancora limitata, il settore del legno (alcuni esempi sono l’etichetta europea Ecolabel, che certifica pavimenti e arredamento in legno, il marchio ICEA-ANAB per prodotti di bioedilizia e il sistema di “mappatura” LEED, che fa capo al Green Building Council e attesta la conformità di un prodotto rispetto ai criteri ecologici stabiliti dalla certificazione LEED)

Nella prospettiva di ottimizzare la qualità ambientale dei prodotti in legno, la ricerca in ambito tecnologico e architettonico potrebbe muoversi verso la rivalutazione dell’utilizzo del legno massiccio in edilizia (come alcune certificazioni ambientali invitano a fare), lo studio di strategie progettuali per la protezione fisica degli elementi costruttivi lignei oppure lo sviluppo di nuovi prodotti chimici (collanti e preservanti) a basso impatto ambientale

Bisogna comunque tenere in considerazione i limiti di tali sistemi di valutazione Ad esempio, nelle certifica-

Sopra, contributo percentuale offerto dal legno suddiviso per “diretto”, “indiretto” e “vincolato”, rispetto alle categorie di valutazione dei diversi sistemi di certificazione

93

Una residenza trifamiliare a Berna (CH), dello studio Halle58 Architekten, certificata Minergie-P-Eco.

zioni ambientali italiane, la definizione di alcuni criteri è legata a fattori culturali legati alla tradizione costruttiva locale o diffusa, i quali influenzano – e spesso limitano – gli “apporti” del legno nell’assegnazione dei punteggio finale Si fa riferimento, in particolare, ad alcune voci rilevate nelle liste di criteri che escludono a priori il contributo potenzialmente offerto dal legno impiegato per usi strutturali (ad esempio, nel caso di sistemi a telaio, a pannelli X-Lam ecc ), o piuttosto che suggeriscono strettamente l’impiego di materiali legati alla tradizione locale (rispetto alla quale, in Italia, spesso il legno è estraneo) A tal proposito, si può ipotizzare che alcuni criteri siano dettati dalla necessità di armonizzare i sistemi di valutazione con la realtà costruttiva prevalente del proprio paese di appartenenza (nel caso italiano, riconducibile per lo più alla muratura portante e al calcestruzzo armato) Rispetto ai temi della prestazione energetica e del com-

fort termico, non è stato quantificato il possibile contributo (ottenibile in termini di punteggio) dei sistemi costruttivi lignei: sarebbero necessari studi più approfonditi in merito, tali da poter comparare fra loro le diverse soluzioni costruttive

Alla luce di quanto osservato, le certificazioni ambientali degli edifici possono suggerire interessanti spunti di riflessione sulla qualità ambientale dei prodotti a base di legno, favorendone un uso consapevole

Sarebbe comunque auspicabile che tali strumenti fossero progressivamente aggiornati dagli enti di certificazione in funzione degli avanzamenti tecnologici e del mercato edilizio, così da mantenere la loro efficacia e attualità (si pensi alla recente diffusione dei sistemi costruttivi in legno sul territorio nazionale, non sempre adeguatamente considerati dai protocolli di certificazione italiani) In questo modo, tali strumenti possono diventare realmente promotori di tecnologie innovative

Note

1 COM(2007) 860, COM(2011) 571, COM(2012) 752

2 Al momento, non esiste una definizione univoca e istituzionalizzata di sostenibilità ambientale per gli edifici, e neppure un sistema armonizzato di criteri di valutazione, ma sono gli enti di certificazione a proporre i loro schemi

3 Il metodo LCA (Life Cycle Assessment) rappresenta l’approccio più completo alla valutazione di un prodotto (anche complesso, come un edificio), poiché ne quantifica i carichi energetici ed ambientali durante tutto il suo ciclo di vita

Bibliografia

Bruno Stefano, 2009 Manuale di Bioarchitettura, Dario Flaccovio Editore, Palermo Filippi Marco, Rocco Valeria Marta, 2010 “Considerazioni sulla sostenibilità ambientale/energetica delle costruzioni in legno”, in: Perino Claudio, a cura di, 2010 Giornate di studio sulla tecnologia e sull’architettura di legno Novembre-Dicembre 2009, A&RT, anno LXIV, n 1-2, pp 40-47 Giachetta Andrea, Magliocco Adriano, 2007 Progettazione Sostenibile, Carocci Editore, Roma

94 legnoarchitettura 15 techné
F o o : C h i s n e B a s e r

Lavagna Monica, 2008 Life Cycle Assessment in edilizia, Hoepli, Milano Magliocco Adriano, Ardissone Eleonora, Piccardo Chiara, 2010 “La selezione dei materiali nei sistemi di certificazione energetico ambientale”, ilProgettoSostenibile, n 27, pp 68-71 Neri Paolo, a cura di, 2008 Verso la valutazione ambientale degli edifici, Aliena Editrice, Firenze Novi Fausto, a cura di, 2007 La valutazione della sostenibilità degli interventi sul territorio: esperienze di ricerca, Alinea Editrice, Firenze Peitz Sigrid, a cura di, 1993 Bioarchitettura: un’ipotesi di bioedilizia, Maggioli Editore, Rimini Santonico Daniela, Raspar Anna, 2005 “Elementi di edilizia sostenibile: progettare e costruire in sintonia con l’ambiente”, in Qualità dell’ambiente

urbano - II Rapporto APAT, APAT, Roma

Sperzel Nicole, a cura di, 2004 Edifici energeticamente efficienti costruiti con legno regionale nello spazio alpino, CIPRA International, Schaan

Tiezzi Enzo, 1984 Tempi storici, tempi biologici, Donzelli Editore, Roma Comunicazione della Commissione europea, Mercati guida: un’iniziativa per l’Europa, COM(2007) 860 Comunicazione della Commissione europea, Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, COM(2011) 571

Relazione della Commissione europea, Stato dell’integrazione del mercato unico 2013 - Contributo all’analisi annuale della crescita 2013, COM(2012) 752

Qui a sinistra e nella pagina a fianco, informazioni generali sugli enti di certificazione e i rispettivi sistemi di valutazione analizzati

Principali categorie e criteri di valutazione soggetti al contributo del legno (caso dei sistemi di certificazione italiani)

95

Kreuzlagenholz - KLH

Il legno lamellare multistrato a strati incrociati (Kreuzlagenholz - KLH), una variante della più nota dicitura X-Lam, è prodotto con tavole di abete rosso essiccate artificialmente, sovrapposte a strati incrociati e incollate. L’incollaggio avviene mediante colla PUR, certificata per la fabbricazione di componenti portanti in legno e strutture speciali secondo le norme DIN 1052 e EN 301.

La finitura superficiale è in tre qualità: a vista, industriale e non a vista. Il taglio e le rifiniture sono effettuati all’interno dello stabilimento in Austria e i pannelli consegnati in cantiere pronti per il montaggio. Tra le caratteristiche principali delle costruzioni in X-lam KLH si ricordano il breve tempo di costruzione dell’edificio nonché la rilevante libertà progettuale e realizzativa che questo tipo di prodotto consente.

sistemi

Legno lamellare a strati incrociati KLH

Il legno lamellare a strati incrociati (Kreuzlagenholz - KLH) viene realizzato sovrapponendo, in maniera incrociata, strati di assi di abete rosso, incollati tra di loro con colla PUR priva di solventi e di formaldeide a una pressione di 6 N/mm2, per costituire elementi in legno massiccio di grandi dimensioni, utilizzabili come elementi verticali e orizzontali portanti (pareti e solai), di rinforzo o non portanti È possibile realizzare pannelli a 3, 5, 7 o anche più strati, a seconda delle esigenze statiche

Nel rispetto di quanto disposto nel Benestare Tecnico Europeo, per la realizzazione dei pannelli KLH, si impiega esclusivamente legname – certificato PEFC – essiccato artificialmente, con un’umidità del 12% (+/-2%), escludendo così il pericolo di attacco da parte di parassiti, funghi o insetti

Le dimensioni dei pannelli arrivano fino ai 16,50 m di larghezza per un’altezza di 2,95 m e con uno spessore massimo di 50 cm, altre dimensioni possono essere realizzate su richiesta

Il taglio e la sagomatura avvengono in stabilimento con macchine a controllo numerico, sulla base dei progetti di produzione e dei piani di taglio approvati dal cliente o dal costruttore I pannelli sono forniti in cantiere e qui montati in tempi rapidi, per mezzo di gru, da aziende specializzate in costruzioni in legno o imprese edili

La struttura delle pareti esterne, quasi sempre di tipo stratificato, deve garantire la diffusione del vapore; in questo modo si riesce a ovviare alla formazione di condensa all’interno della costruzione La costruzione in pannelli a strati incrociati, che costituisce la parte portante e rigida nella stratificazione della parete, può fungere anche da strato resistente al vento, purché le giunzioni siano eseguite a regola d’arte e a patto che venga posta particolare attenzione ai giunti con le parti in calcestruzzo armato Gli spigoli degli elementi costruttivi, nonché tutti i giunti tra gli elementi costruttivi o adiacenti a questi, vengono sigillati (ad es con nastri coprifuga precompressi); la tenuta della costruzione dipende, tuttavia, non tanto dal pannello in sé, quanto dai giunti di raccordo con gli altri elementi costruttivi e le piastre di collegamento Infine, tutti i punti di giunzione degli elementi costruttivi, i giunti di testa, le perforazioni ecc devono, chiaramente, essere sigillati a regola d’arte

98 legnoarchitettura 15 sistemi sistemi costruttivi

La ditta KLH Massivholz GmbH, con sede a Katsch an der Mur (A), da decenni si occupa di elementi in legno di grandi dimensioni (X-Lam), commercializzati come elementi costruttivi per pareti, solai e coperture Dal 2000 è presente in Italia e dal 2006 con la Ka-Konstrukt Srl di Quarto d’Altino (VE), che ha fornito i disegni e le immagini di queste pagine

Per quanto riguarda le caratteristiche di reazione al fuoco del pannello, queste sono definite nel Benestare Tecnico Europeo ETA-06/0138 e corrispondono all’infiammabilità del legno massello

Protezione strutturale del legno

Un’attenzione particolare meritano le superfici di contatto tra gli elementi in legno e le superfici fredde (ad es fondazioni e solai delle cantine) Accorgimenti costruttivi, come la posa di traverse in larice o l’esecuzione del basamento con soluzioni a regola d’arte, consentono di sollevare il pannello in legno separandolo dalla zona critica ed evitare danni a lungo termine delle strutture lignee

A seconda della posa, il legno può essere esposto, in misura diversa, all’attacco di organismi Poiché per la produzione dei pannelli vengono utilizzati esclusivamente legnami non trattati, un eventuale trattamento protettivo deve essere eseguito dopo il taglio dei pannelli Con l’aiuto delle classi di rischio definite nelle norme è possibile valutare il tipo e la portata del trattamento chimico preventivo da adottare e scegliere se eseguirlo in cantiere o in stabilimento

Calcolo statico e spessore dei pannelli KLH

Gli spessori dei pannelli dei singoli elementi costruttivi (parete, solaio, tetto) devono essere stabiliti a seconda delle esigenze strutturali Nel caso dell’edilizia residenziale, le pareti dei locali di normali dimensioni possono avere spessori compresi tra i 94 mm e i 128 mm mentre i pannelli per solai possono avere spessori compresi tra i 140 mm ca e i 182 mm Una verifica statica è comunque sempre indispensabile

Oltre alla deviazione dei carichi verticali, occorre prestare attenzione anche a una buona dissipazione delle forze orizzontali e, a seconda dell’ubicazione del progetto, alle forze del vento e alle forze sismiche

Mentre nelle strutture a pannelli di piccole dimensioni sono spesso necessari, per il consolidamento, ancoraggi – che comportano un deterioramento acustico –, l’impiego di pannelli in legno di grandi dimensioni consente di considerare, per il trasferimento del carico, anche le aree delle pareti con porte e finestre: i bracci della leva delle pareti aumentano notevolmente, ovviando spesso agli ancoraggi

Insonorizzazione

I valori di abbattimento acustico richiesti di volta in volta dalle norme si ottengono solo in combinazione con disaccoppiamenti acustici, come l’installazione di cuscinetti elastici tra gli elementi costruttivi delle pareti e dei solai e facendo ricorso, ad esempio, alle contropareti Nei rilevamenti fonometrici si tiene conto anche dei dispositivi di fissaggio (staffe, collegamenti a vite) eventualmente utilizzati nella costruzione I risultati della misurazione valutano anche gli effetti dei collegamenti a vite sui cuscinetti elastici

Nella pagina a fianco, da sinistra, Banca Popolare Etica, Padova (progetto: tamassociati; costruzione: Kompatscher Holz and co ); edificio residenziale a Merano (progetto: arch George Klotzner; costruzione: Holzbau Brida s.r.l.).

Qui sotto, Park hotel Junior a Quarto d’Altino (progetto: arch Lucatello; costruzione: Cooperativa Meolese e Ka-Konstrukt); più sotto, Ludoteca Decima-BO (progetto: Studio Arco, Bologna; costruzione: Ka-Konstrukt s.r.l).

99

legno lamellare a strati incrociati finitura pareti

Finiture finali pareti

I pannelli in legno KLH vengono proposti in qualità non a vista, a vista industriale e a vista residenziale La qualità non a vista è consigliata esclusivamente per elementi costruttivi rivestiti su entrambi i lati Le assi sono selezionate in base alla resistenza e raggiungono sostanzialmente la classe di resistenza C 24: impiego conforme a certificazione tecnica Gli strati longitudinali sono giuntati a pettine Normalmente, la qualità industriale a vista, eseguita su un lato o, a richiesta, anche su due lati, è indicata per superfici industriali, ma non per superfici a vista in ambito residenziale Per le superfici a vista industriali si impiegano lamelle di abete rosso di qualità B, lavorate su un lato e, a volte, giuntate a pettine Per la qualità a vista residenziale, infine, vengono impiegati pannelli di paniforte incollati, di larghezza standard pari a ca 1,20 m o lamelle di qualità AB, giuntate a pettine e incollate sulla larghezza La qualità a vista residenziale viene normalmente eseguita sul lato frontale del pannello; su richiesta sono realizzabili superfici a vista su entrambi i lati

Parete esterna/soletta divisoria all’interno di una stessa unità immobiliare

Parete esterna/soletta divisoria tra appartamenti diversi

sezione

sezione

esterno

interno esterno interno

pianta

Parete esterna, dall’esterno (R’w > 47 dB): - facciata in legno - parete ventilata - lana minerale (dens > 90 kg/m3) - KLH pannello legno massiccio - rivestimento interno in cartongesso

Parete interna:

- rivestimento in cartongesso

- KLH pannello legno massiccio

- rivestimento interno in cartongesso

pianta

Parete esterna, dall’esterno (R’w > 47 dB):

- facciata in legno

- parete ventilata - incannucciata con viti distanziali

- lana minerale (> 100 mm, dens > 90 kg/m3)

- KLH pannello legno massiccio

- rivestimento interno in cartongesso

1 supporto in Sylomer®, poliuretano microcellulare studiato per l’isolamento dalle vibrazioni

100 legnoarchitettura 15 sistemi
1

legno lamellare a strati incrociati struttura pareti

All’esterno del pannello KLH viene applicata, a seconda del materiale isolante e della composizione della facciata, una barriera contro la dispersione di calore per convezione o una barriera al vapore Questo strato deve coprire tutta la superficie, mentre i giunti vanno incollati e collegati agli elementi di connessione (cemento armato/cantina e finestre/porte)

A condizione di una corretta esecuzione dell’impermeabilizzazione dei giunti (fughe tra parete/solaio, solaio/parete, parete/parete, parete/finestra o porta, giunzioni solaio, perforazioni ecc ), le costruzioni con pannelli KLH possono essere realizzate anche senza l’aggiunta di uno strato impermeabile esterno Il pre-requisito è rappresentato da una struttura della parete a pori aperti per la diffusione del vapore e l’impiego di un pannello a 5 strati di qualità non a vista oppure di un pannello a 3 strati di qualità a vista industriale

Per la giunzione con gli elementi in calcestruzzo la soluzione con dormiente rappresenta la variante più sicura Particolare attenzione va rivolta agli elementi costruttivi aggettanti che passano dai locali interni “caldi” a un ambiente esterno ”freddo” Riguardo al rivestimento di tenuta, è necessario impermeabilizzare correttamente e in modo permanente le fughe tra i singoli elementi (ad es realizzando un collegamento con incastro a gradino o con una tavola di copertura tra gli elementi orizzontali)

Successivamente, si procede all’applicazione dello strato di coibentazione e della facciata Se i materiali isolanti sono sufficientemente consistenti, possono essere fissati direttamente alle pareti, senza supporti intermedi Ovviamente, il tipo di fissaggio deve essere conforme al materiale scelto per la facciata Oltre a facciate rivestite in legno è possibile eseguire anche facciate esterne intonacate, a pannelli e in metallo Quanto più compatti sono questi materiali, tanto più importante sarà l’inserimento di uno strato di retroventilazione o di una barriera al vapore a tenuta d’aria

Le installazioni elettriche all’interno dell’edificio (prese o interruttori), spesso vengono incassate nei pannelli, rispettando la distanza minima di 10 cm dal bordo del pannello, fresando solamente in direzione del rivestimento Per installazioni elettriche più consistenti è necessario, invece, applicare l’impiantistica direttamente su pannello, il quale può essere rivestito con cartongesso, piastrelle ecc

1 parete prefabbricata al primo piano

2 striscia isolante integrata in loco

3 barriera contro la dispersione di calore per convezione (durante il trasporto della parete prefabbricata)

4 chiusura della barriera contro la dispersione di calore per convezione

5 nastro sigillante

6 pannello KLH per solai

7 parete prefabbricata al piano terra

8 pannello KLH per parete

9 rivestimento di tenuta

10 fissaggio con viti secondo necessità statiche

11 barriera contro la dispersione di calore per convezione

12 listello orizzontale solo sul piede e sulla testa del muro, listello verticale autoportante tra questi due listelli

13 fissaggio con viti dei listelli secondo necessità statiche

14 2 strati di coibentazione (fra l’uno e l’altro: una struttura in legno)

15 telo di tenuta antivento

16 facciata retroventilata

Struttura della parete esterna, dall’esterno (R’w = 51 dB):

- facciata in legno (pannello con tavole a tenuta d’aria)

- strato di retroventilazione (listellatura in KLH fissata con viti)

- lana di roccia (2x80 mm)

- pannello KLH a 3 strati (94 mm)

- cartongesso autoestinguente (15 mm)

101

legno lamellare a strati incrociati nodi

intersezione solaio divisorio – parete divisoria tra appartamenti

intersezione solaio divisorio (con intercapedine) – parete divisoria tra appartamenti

1 pannello KLH per parete

2 parete divisoria tra appartamenti

3 applicare nastro per giunti

4 pannello KLH per solai

5 fissaggio con viti conforme ai principi della statica

6 supporto elastico

7 controsoffitto (ca 7 cm di spazio sovrastante con isolamento dell’intercapedine)

8 rivestimento in cartongesso

9 struttura del pavimento

Solaio divisorio tra gli appartamenti, dall’intradosso (R’w > 60 dB):

- 5-7 cm di massetto

- pellicola per massetto

- 3 cm pannello di isolamento anticalpestio

- 6 cm materiale di riporto sciolto

- barriera antipolvere (se necessaria)

- pannello KLH per solai

- controsoffitto

Parete divisoria tra gli appartamenti, (R’w > 64 dB):

- 15 mm cartongesso autoestinguente

- pannello KLH per parete

- strato impermeabile

- 60 mm lana di roccia parete divisoria

- 12,5 mm cartongesso

- 60 mm lana di roccia parete divisoria

- pannello KLH per parete

- 15 mm cartongesso autoestinguente

1 pannello KLH per parete

2 pannello KLH per solai

3 fissaggio con viti conforme ai principi della statica

4 supporto puntuale della cellula tridimensionale superiore su 20 mm di appoggio elastomerico (superficie in conformità ai requisiti statici)

5 nastro per giunti

Solaio divisorio tra gli appartamenti, dall’intradosso (R’w = 58 dB):

- massetto a secco

- elemento da sottofondo in gessofibra (12,5 + 15 mm)

- pannello di isolamento anticalpestio (35 mm)

- pannello KLH per pavimento

- spazio sovrastante

- cartongesso (12,5 mm)

- pannelli isolanti (12 cm di distanza complessiva tra pannelli KLH)

- pannelli KLH per solai

Parete divisoria tra gli appartamenti, (R’w > 65 dB):

- 15 mm cartongesso autoestinguente

- pannello KLH per parete

- lana di roccia (2x60 mm)

- pannello KLH per parete

- 15 mm cartongesso autoestinguente

102 legnoarchitettura 15 sistemi

legno lamellare a strati incrociati nodi

collegamento parete – tetto

intersezione solaio divisorio – parete divisoria tra appartamenti

1 copertura antiumidità

2 riporto di ghiaia

3 isolamento termico (lana di roccia)

4 barriera al vapore

5 pannello di copertura KLH

6 soffitto in cartongesso o con controsoffitto

7 eventuale strato impermeabile

8 pannello KLH per pareti

9 parete di lastre isolanti montate su orditura metallica semplice autoportante (distanti 15 mm dalla parete KLH)

10 collegamento a vite: fissaggio e trasmissione dello sforzo di taglio copertura-parete

11 riempimento della fuga tra pannelli con schiuma fonoassorbente

Parete divisoria tra gli appartamenti, (R’w > 58 dB):

- 15 mm cartongesso autoestinguente

- lana di roccia parete divisoria su orditura metallica o listellatura indipendente (60 mm)

- spazio vuoto

- pannello KLH a 3 strati (94 mm)

- spazio vuoto

- lana di roccia parete divisoria su orditura metallica o listellatura indipendente (60 mm)

- 15 mm cartongesso autoestinguente

Struttura del tetto (senza ghiaia), dall’estradosso (R’w = 49 dB):

- manto in PVC

- pannello in lana di roccia, fissato con sistemi meccanici ai pannelli KLH (80 mm)

- barriera al vapore

- pannello KLH in legno massello (secondo le necessità statiche)

- listello in legno lamellare incollato a un pannello KLH in legno massello

1 struttura del pavimento

2 pannello KLH per solai a 5 strati

3 controsoffitto

4 staffa in metallo per il fissaggio puntuale delle contropareti

5 controparete indipendente posta davanti al pannello KLH

6 pannello KLH per parete secondo le necessità statiche

7 dispositivi di fissaggio conformi ai principi della statica

8 striscia elastica alla base

9 controparete autoportante:

- 12,5 pannello in cartongesso - 35 mm Heraklith BM

- 15 mm pannello in cartongesso, incollaggio a pacchetto dei 3 strati, indipendente e davanti al pannello KLH

10 pannello isolante

11 strato impermeabile

Solaio divisorio tra gli appartamenti, dall’intradosso (R’w > 60 dB):

- 5-7 cm massetto

- pellicola per massetto

- pannello di isolamento anticalpestio (3 cm)

- materiale di riporto sciolto (6 cm)

- barriera antipolvere (se necessaria)

- pannello KLH per solai

- controsoffitto

103

ancoraggio della copertura

La copertura è la parte di un fabbricato che assolve al compito di proteggere gli spazi interni e lo stesso edificio dagli agenti atmosferici; inoltre, deve consentire la fuoriuscita del vapore formatosi all’interno dell’edificio, trattenere il calore dell’ambiente interno e smaltire il calore dovuto all’irraggiamento solare. Quando il tetto è realizzato con una struttura in legno, è indispensabile curare, con particolare accuratezza, i nodi critici, rendendo l’edificio impermeabile attraverso una serie di elementi di sigillatura e resistente alla compressione e garantendo, al contempo, la durabilità del materiali che costituiscono il pacchetto di copertura. Ma prima di tutto, un tetto deve essere sicuro staticamente: vediamo nelle pagine che seguono quali sono gli elementi che consentono di assemblare una copertura

dettagli

L’ancoraggio delle coperture nelle costruzioni in legno

Nel 1991 rothoblaas inizia la propria attività nello sviluppo e nella fornitura di soluzioni tecnologiche per il settore dell’edilizia del legno, quali i sistemi di fissaggio (viti, giunzioni, angolari, scarpe, tasselli), l’impermeabilizzazione e i sistemi anticaduta Oltre alla fornitura delle soluzioni tecnologiche, rothoblaas offre un servizio di consulenza tecnica al progettisti e, grazie alla sezione rothoschool, anche corsi specifici.

Le unioni nelle strutture in legno devono essere progettate e realizzate esattamente, poiché questo determina il corretto funzionamento dell’edificio, dal comportamento statico alla resistenza al sisma, dalla resistenza al fuoco alla durabilità

Prima di approfondire nelle pagine che seguono quali sono le soluzioni di giunzione per una copertura, riassumiamo brevemente le tipologie di collegamento in una struttura in legno che, a seconda della loro modalità di realizzazione e del loro funzionamento, si suddividono in unioni metalliche, incollate e di carpenteria

Le unioni metalliche rappresentano il sistema più utilizzato nell’assemblaggio dei componenti strutturali lignei e a loro volta possono essere ulteriormente distinte in collegamenti a gambo cilindrico (chiodi, spinotti, bulloni e viti) o in connettori di superficie (ad anello, a caviglia, piastre, piastre chiodate e dentate) Gli adesivi di origine chimica – soprattutto resine epossidiche che consentono anche lavorazioni in opera – vengono impiegati per incollaggi strutturali di elevate prestazioni meccaniche e durabilità nel tempo Tali materiali permettono di realizzare collegamenti legno-legno, legno-metallo, legno-calcestruzzo Le unioni di carpenteria, infine, sono usate per trasmettere gli sforzi solamente mediante il contatto diretto legno-legno: la realizzazione di queste connessioni, a volte supportata da elementi metallici, è necessaria al fine di evitare l’apertura dei giunti Possono essere classificate in funzione della modalità di trasmissione delle sollecitazioni di taglio, compressione, trazione o flessione

Sono molteplici gli elementi che consentono di connettere una struttura di copertura – piana, a una o due falde – alle pareti in elevazione Sia in sistemi massicci che a telaio viene utilizzata una vasta gamma di viti autoforanti (a testa svasata, a testa larga) che permettono di unire i pannelli massicci della copertura, o le travi di orditura, ai pannelli portanti verticali o le travi stesse tra di loro Piastre a scomparsa per i collegamenti di taglio legno-legno, scarpe ondulate, nastri forati per collegamenti a trazione, connettori a disco per giunzioni legno-legno ad angolo

106 legnoarchitettura 15 dettagli connessioni della copertura

retto, connettori a scomparsa a doppio filetto autoforanti e sistemi a tutto filetto autoforanti per rinforzi strutturali sono solo alcuni degli elementi che entrano in gioco quando si tratta di montare una copertura e di renderla sicura dal punto di vista statico

Una copertura, vista la sua funzione protettiva della struttura e degli ambienti interni dagli eventi meteorologici, deve essere sigillata al fine di impedire infiltrazioni di acqua e aria che potrebbero provocare, col tempo, anche l’ammaloramento della struttura stessa

Non da ultimo, sono da considerare i componenti che consentono di proteggere le sporgenze dai volatili mediante dissuasori metallici o, nel caso di tetti ventilati, griglie di protezione che impediscono l’entrata di volatili e insetti nello strato di ventilazione, garantendo la pulizia all’interno dell’intercapedine Nelle pagine che seguono, analizziamo alcuni elementi necessari al montaggio di una copertura

Qui sotto, dall’alto: il dissuasore che impedisce ai volatili di posarsi sulle sporgenze; la griglia di protezione della camera ventilata che non permette l’ingresso di insetti, foglie, uccelli ecc

107

Spinotto autoforante

1

Inserimento del connettore nelle piastre di connessione

2

Foratura dell’elemento ligneo al fine di agevolare l’avvitamento del connettore.

3 Connettori.

4

Avvitamento dei connettori sull’orditura principale del tetto

Per unire i differenti elementi strutturali in legno si utilizzano staffe e/o connettori metallici a scomparsa (vedi legnoarchitettura 14, pag 111) giuntati mediante spinotti autoforanti; essi sono caratterizzati da un filetto sottotesta per l’inserimento e lo sfilamento, al fine di evitare il deterioramento dell’elemento, e da un piccolo diametro che ne consente un utilizzo duttile; gli spinotti, infatti, perforano il legno e le lamiere di acciaio (fino a un numero di 3 da 5 mm) con una singola operazione, riducendo i tempi di lavoro e la preforatura Il foro viene infine chiuso con tappi in abete

Tipologia fissaggi WS Tipologia

Numero piastre di spessore 5 mm ciascuna 1 2 3

108 legnoarchitettura 15 dettagli
fissaggi
spinotto WS 1 2 3 Materiale spinotto Acciaio al carbonio Diametro spinotto (mm) 7 Lunghezza spinotto (mm) 73 93 113 133 153 173 193 213 233 Spessore legno (mm) 80 100 120 140 160 180 200 220 240
4

Nastro forato fissaggi

1 2 3

Alcune applicazioni del nastro forato in copertura

4

Il nastro metallico forato viene utilizzato per realizzare i collegamenti di trazione legno-legno È realizzato con acciaio ad alta resistenza di spessore ridotto, è disponibile in diverse larghezze ed è predisposto con marcatura metrica, consentendo di realizzare in modo semplice ed economico i controventi di piano

Rotolo di nastro forato Valori statici nastro (spessore 1,5 mm)

Caratteristiche geometriche nastro

Spessore 1,5-3,0 mm

Larghezza 40-60-80 mm

Lunghezza rotoli da 50 mm

Resistenza minima a snervamento 420 N/mm2 (s = 1,5 mm); 330 N/mm2 (s = 2 mm)

Allungamento a rottura 16% (s = 1,5 mm); 19% (s = 2 mm)

Larghezza (mm)

N° fori sezione massimi

Larghezza netta (mm)

Area totale (mm2)

Area netta (mm2)

Resistenza ammissibile, Namm, (kN)

Resistenza plastica caratteristica, N1,k - γM0, (kN)

Resistenza a rottura caratteristica, N2,k - γM2, (kN)

Valori statici nastro (spessore 3 mm)

Larghezza (mm)

N° fori sezione

Larghezza netta (mm)

Area totale (mm2)

Area netta (mm2)

Resistenza ammissibile, Namm, (kN)

Resistenza plastica caratteristica, N1,k - γM0, (kN)

Resistenza a rottura caratteristica, N2,k - γM2, (kN)

109
123
40 2 30 60 45 9,55 21,00 17,01 60 3 45 90 67,5 14,32 31,50 25,52 80 4 60 120 90 19,09 42,00 34,02
40 2 30 120 90 13,64 30,00 26,73
4

Adesivo epossidico bicomponente

Applicazioni dell’adesivo epossidico bicomponente a rinforzo degli elementi lignei portanti di copertura

L’adesivo epossidico bicomponente viene utilizzato per uso strutturale nella realizzazione di giunti con inserti a scomparsa nel legno e per incollaggio di rinforzi in c a , legno, acciaio e con reti strutturali di Fibre Rinforzate Polimeriche (FRP) Presenta ottime caratteristiche di colabilità, bagnabilità e adesività, oltre a invariabilità volumetrica e affidabilità nel tempo; è disponibile in diverse densità e formati Si impiega con temperature comprese tra i 10 e i 35 °C Sono necessarie la sigillatura dei giunti e la pulizia e/o sabbiatura degli elementi metallici 1 2 3

Caratteristiche di test* dell’adesivo

Peso specifico a 23 ± 2 °C (kg/dm3)

Tempo di lavorabilità della miscela a 23 ± 2 °C (minuti)

Coefficiente di dilatazione termica lineare (°C-1)

Carico unitario di rottura per compressione (MPa)

Carico unitario di rottura a flessotrazione (MPa)

Carico unitario di rottura a trazione (MPa)

Carico unitario di rottura a taglio (MPa)

Modulo elastico per compressione (MPa)

Adesione su legno (abete rosso) a strappo (tipo di rottura)

Carico unitario di rottura a flessotrazione legno/ferro (tipo di rottura)

* i valori dei test sono ottenuti in laboratorio e sono indicativi per l'utilizzo del materiale

1,40 ca 25-30

7x10-5 ca ≥ 75 ≥ 45

≥ 30

≥ 45 ≥ 6500

100% coesione legno

100% coesione legno

110 legnoarchitettura 15 dettagli
fissaggi
1 2 3

Nastro in schiuma espandente

1 Rotolo di nastro espandente

2 Posa del nastro in corrispondenza di un serramento in copertura

3 4

Il nastro espandente a sigillare le travi del solaio del tetto.

Le giunzioni rappresentano, in una struttura in legno, le parti più problematiche se non adeguatamente progettate e realizzate Al fine di sigillare i giunti fra i diversi elementi e materiali che costituiscono un fabbricato, come ad esempio l’interfaccia degli elementi lignei con calcestruzzo e laterizio, o la connessione tra le stessi parti di legno, è consigliabile l’uso di nastri in schiuma espandente che garantiscano la sigillatura del giunto Possono essere impiegati sia all’interno sia all’esterno su serramenti, facciate, elementi strutturali ecc e sono resistenti alla pioggia battente

Caratteristiche geometriche nastro

111
tenuta all’aria
larghezza (mm) 10 15 15 15 20 lunghezza (mm) 13 13 8 4,3 3,3 espansione (mm) 10 10 20 30 45 spessore (mm) 1-4 1-4 4-10 6-15 9-20 1 2 3 4

Tete en l’air KOZ architectes

Tecnopolo a Reggio Emilia studio cittaarchitettura

La Fresque Ithaques + Atelier WRA

Villa Rieteiland Egeon Architecten

16 next F o o S e r g o G r a z a F o t o C e c e S e p t e F o t o K aU w e S c h u t eB u n e t

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.