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legnoarchitettura

incontri

Localarchitecture progetti

Localarchitecture

Manuel Benedikter

andreas gehrke . architekt

diverserighestudio elii [architecture office]

SKP Architecture furlan&pierin architetti techné LCT One design

The Wish List dettagli ermeticità della copertura

EdicomEdizioni

Trimestrale

anno V n° 17 ottobre 2014 Euro 15,00 Registrazione Trib Gorizia n 4 del 23 07 2010 Poste italiane S p A Spedizione in a p D L 353/2003 (conv in L 27/02/2004 n 46) ar t 1, comma 1 NE/UD
17 I S S N 2 0 3 90 8 5 8

legnoarchitettura

rivista trimestrale

anno V – n 17, ottobre 2014 ISSN 2039-0858

Numero di iscrizione al ROC: 8147

direttore responsabile

Ferdinando Gottard

redazione Lara Bassi, Lara Gariup

editore

EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)

redazione e amministrazione

via 1° Maggio 117

34074 Monfalcone - Gorizia tel 0481 484488, fax 0481 485721

progetto grafico

Lara Bassi, Lara Gariup

stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)

Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate

prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri

Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro

Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno

distribuzione in libreria

Joo Distribuzione

Via F Argelati 35 – Milano

copertina

Scuola Steiner, LOCALARCHITECTURE

Foto: Matthieu Gafsou

È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore

Life Cycle Tower One

Dalla miniera al bosco, un nuovo paradigma costruttivo per le città del nuovo millennio

Foto M guel de Guzmán Foto Matthieu Gafsou
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Foto Marion Lafogler
12 22 LOCALARCHITECTURE 6 87 95 105
The Wish List ermeticità della copertura incontri techné
dettagli
design

Scuola Steiner LOCALARCHITECTURE 12

Casa KaTo Manuel Benedikter 22

Mensa Academica andreas gehrke . architekt 32 acupuncture #3 diverserighestudio 42

House of Would elii [architecture office] 52

Habitat Groupé SKP Architecture 64

Scuola materna furlan&pierini architetti 74

64 42 74 52 F o t o © U l c h S c h w a z B e r n F o o D a v d e M e n s Foto: SKP Arch tecture F o t o E o e S t e a n o C o
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progetti

incontri

LOCALARCHITECTURE

Fondato nel 2002 da Manuel Bieler, Antoine Robert-Grandpierre e Laurent Saurer, lo studio di Losanna si caratterizza per l’attenzione al contesto e lo stretto rapporto che i progetti instaurano con il luogo, rivelandone il carattere e le contraddizioni in modo che l’edificio possa affermare la propria presenza e il senso della sua funzione

Da anni, inoltre, lo studio è impegnato in un’architettura che fa ampio utilizzo del legno, ottenendo numerosi riconoscimenti in questo ambito e in quello della sostenibilità, aspetto sottolineato anche da Manuel Bieler in questa intervista

Chapelle de St-Loup, Pompales (CH), 2008

Come è nato localarchitecture? Cosa vi ha unito e vi unisce?

Localarchitecture è nata da un progetto, l’Étable de Lignières (la stalla di Lignières nel Cantone di Neuchâtel) Questo progetto ha posto le basi del nostro

approccio architettonico, che seguiamo ancora oggi La preminenza dei materiali, la spazialità della struttura, la forma nel suo contesto; questi sono alcuni degli elementi che accompagnano ognuno dei nostri progetti, dalla piccola alla grande scala

6 legnoarchitettura 17 incontri
F o o : M o K e l e / w w w m i o k e e c o m

Residenza bifamiliare, Maracon (CH), 2006-2009

F o o M l o K e l e / w w w m i o k e e c o m

Benché il vostro sia uno studio giovane, fin dai primi anni della vostra attività avete ricevuto diversi premi, soprattutto nell’ambito della sostenibilità e delle costruzioni in legno. Per quale motivo avete scelto questo materiale?

Che significato ha, per voi, il legno?

Nella maggior parte dei nostri progetti, il materiale è un elemento chiave del processo di progettazione L’utilizzo di un materiale, il legno in particolare, concorre all’espressione della struttura, della spazialità o della luminosità Per noi, il legno rappresenta un materiale nobile e caldo che, all’interno di una realizzazione contemporanea, consente di esprimere forme nuove di progettazione strutturale

Il fatto di costruire in legno è legato a un concetto più ampio di sostenibilità oppure ci sono altre motivazioni, soprattutto in un Paese alpino come la Svizzera, che vi hanno spinto a utilizzarlo?

I motivi dell’utilizzo del legno nei nostri edifici non sono da ricercarsi principalmente nell’attenzione allo sviluppo sostenibile La scelta di usare il legno in un progetto, piuttosto che un altro materiale, nasce spesso da ragioni di semplicità o di rapidità di posa in opera, come anche dalle possibilità di prefabbricazione Queste caratteristiche ci permettono anche di sviluppare, grazie a software di disegno e progettazione, forme strutturali innovative e performanti

Nei vostri progetti avete esplorato tecniche di costruzione in legno tradizionali e contemporanee: quanto, e in che modo, influisce la scelta della soluzione costruttiva sul progetto?

Le soluzioni costruttive sono di solito alla base di tutti i nostri progetti Noi diamo una particolare importanza all’espressione degli elementi costruttivi di un progetto

La struttura, il tetto, la facciata la messa in opera degli elementi sono il vocabolario base della nostra architettura

Edifici come ad esempio la stalla di Lignières o la Cappella di St-Loup hanno geometrie particolari: qual’è il processo di ideazione, progettazione, realizzazione? Che ruolo ha il software di calcolo l’utilizzo e delle macchine a controllo numerico per il taglio del legno?

Il processo di progettazione e di costruzione grazie ai software è centrale per tutti i nostri progetti in legno La Cappella di St-Loup o la scuola di Bois-Genoud sono state completamente sviluppate e progettate sulla base di un modello computerizzato È lo stesso modello informatico che è servito all’ingegnere per calcolare e dimensionare la struttura portante della costruzione Ed è lo stesso modello utilizzato per programmare la macchina CNC per la lavorazione degli elementi di legno Nel caso della scuola di Bois-Genoud, questi elementi sono stati preassemblati in sta-

8 legnoarchitettura 17 F o o D a p h n s L a o t
pedonale, Burgdorf (CH), 2011 incontri
Passerella

bilimento prima di essere trasportati sul sito L’edificio di tre piani è stato poi montato in tre settimane Un tale processo di progettazione/costruzione è estremamente semplice da realizzare in legno e la filiera industriale è molto adatta allo scopo

Quali sono le potenzialità che un materiale come il legno ha nel settore delle costruzioni?

Il potenziale del legno nel settore delle costruzioni è enorme Il legno è infatti in grado di rispondere a una vasta gamma di utilizzi Come elemento strutturale o come materiale di finitura, il suo uso è già molto diffuso e, in una forma meno nobile, può essere usato come materiale per l’isolamento termico, come riempitivo o per il riscaldamento In paesi alpini come la Svizzera o l’Italia, dove la produzione di legname è abbondante, l’utilizzo di questo materiale può facilmente essere ulteriormente implementato

Dal punto di vista architettonico, cosa apporta il legno a un progetto?

Da un punto di vista architettonico, in molti dei nostri progetti, il legno ci consente una grande libertà espressiva nella struttura come pure nella forma e nelle finiture Questo utilizzo dello stesso materiale o di uno stesso elemento, quale parte strutturale portante ed elemento di finitura o di rivestimento conferisce al progetto una grande forza espressiva

Le vostre realizzazioni hanno un forte rapporto con il luogo. La scelta del legno è una conseguenza di questo approccio o pensate che il legno possa essere impiegato ormai ovunque?

Stalla per 30 mucche, Ligneres (CH), 2005 Magazzino agricolo, Lignieres (CH), 2010
F o t o M o K e e r w w w m o k e e r c o m F o o M a t h e u G a f s o u F o o M a c o D e F r a n c e s c o
Sauna pubblica a Neuchatel (CH), progetto, 2011

9 padiglioni al Parc de Rives, Yverdon-les-Bains (CH), 2005-2007

È vero che l’uso del legno è in parte legato al territorio in cui abbiamo sviluppato i nostri primi progetti e ai criteri di sviluppo sostenibile che a esso sono legati Tuttavia, quando abbiamo tenuto una conferenza in Libano, a Beirut, abbiamo constatato immediatamente che l’utilizzo del legno in un Paese che ha subito una severa deforestazione non potrebbe fornire gli stessi risultati e, anzi, potrebbe essere anche in contrasto con i principi dello sviluppo sostenibile

No, il legno non può essere usato ovunque in modo intercambiabile in qualsiasi costruzione All’interno di un progetto, l’idoneità di un materiale, la sua espressività, la struttura e i luoghi in cui esso si inserisce rendono la scelta dei materiali un fattore fondamentale del processo di progettazione Il legno porta spesso a una risposta ovvia a tutti questi parametri, ma la questione deve essere riportata a ogni singolo progetto e la scelta dei materiali deve essere fatta senza alcun dogmatismo

Come viene percepito l’utilizzo del legno da parte dei vostri committenti? Hanno dei timori riguardo il materiale? Quali sono le caratteristiche che apprezzano maggiormente?

Al giorno d’oggi, in Svizzera il legno ha un’immagine molto positiva Esso unisce i criteri dell’ecologia, della tradizione e della tecnica che lo rendono un materiale molto popolare, soprattutto presso gli enti pubblici A livello dei singoli e dei clienti privati esiste ancora la “sindrome dei tre porcellini” Nella favola, per proteggersi dal lupo, i porcellini costruiscono, di volta in volta, una casa in paglia, una casa in legno e una casa in mattoni Solo la casa di mattoni resiste al lupo Spesso i clienti privati dubitano della durata di un edificio in legno Andrebbe spesso ricordato, invece, che nella tradizione molti edifici sono stati costruiti in legno e che quegli stessi edifici hanno resistito per secoli

Per approfondimenti: www.localarchitecture.ch

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F o o T h o m a s a n s c h e
11 F o o T h o m a s J a n s c h e

Scuola Steiner

Crissier (CH)

LOCALARCHITECTURE

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Il largo porticato sospeso al secondo piano

Il nuovo edificio fa parte di una riorganizzazione di ampio respiro della cittadina di Bois-Genaud. Al momento sono presenti delle sinergie tra la scuola, una fattoria biodinamica e il vicino ristorante, che fornisce i pasti alla mensa, mentre in un secondo step è prevista la realizzazione, per il 2020, di ulteriori padiglioni del complesso scolastico Più avanti dovrebbero essere realizzate anche case plurifamiliari, creando un piccolo ecoquartiere

2 Dettaglio del fronte nord.

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Il fronte sud con i porticati sospesi alla copertura che fungono da estensione delle classi permettendo l’insegnamento all’aperto

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Ubicazione: Crissier, Chemin de Bois-Genoud (CH)

Progetto: Manuel Bieler, Laurent

Saurer, Antoine Robert-Grandpierre, Aude Mermier, Nicolas WillemetLOCALARCHITECTURE, Lausanne (CH)

Strutture: RATIO BOIS Sàrl

Direzione lavori: LOCALARCHITECTURE, Lausanne (CH)

Lavori: gennaio-agosto 2012

Superficie utile: 424 m2

Superficie verde: 16 480 m2

Importo dell’opera: 700 CHF/m3

Fotografie: Matthieu Gafsou

Antroposofia del legno

Localizzato nella fascia verde dell’area metropolitana occidentale di Losanna, il nuovo edificio scolastico di Bois-Genoud si aggiunge ai padiglioni già esistenti del campus scolastico che segue la pedagogia di Rudolf Steiner

L’edificio offre, su 3 piani, spazio per 6 classi, spazi collettivi nonché aule per l’euritmia, la musica e la conoscenza della natura Larghi porticati esterni su ogni piano fungono da collegamento tra i vari ambienti; le vie di fuga sono così semplificate e tutte le classi hanno accesso diretto allo spazio esterno Le gallerie diventano le estensioni delle aule, permettendo in questo modo, in linea con i principi educativi della scuola, un insegnamento in contatto con gli elementi naturali In questo modo si è inoltre ridotto il volume riscaldato diminuendo le necessità energetiche

Interamente realizzato in legno, l’edificio presenta una facciata nord ventilata piuttosto chiusa al fine di fornire protezione contro l’inquinamento acustico provocato dalla vicina autostrada e limitare le dispersioni termiche La facciata sud, invece, è interamente vetrata e, oltre a garantire una buona illuminazione naturale, funziona come un grande collettore solare passivo Durante l’estate, i porticati esterni, coperti dall’ampia tettoia alla quale sono sospesi, schermano la facciata evitando il surriscaldamento dell’edificio, mentre d’inverno permettono alla radiazione solare di penetrare in profondità

Sulla copertura, 160 metri quadrati di pannelli solari fotovoltaici generano energia elettrica ad uso e consumo della scuola Durante i mesi più freddi, una pompa di calore aria/acqua provvede alla produzione di calore necessaria per riscaldare gli ambienti

Fin dalle prime fasi del progetto, e poi durante tutto lo sviluppo dello stesso, gli architetti e la committenza hanno coinvolto imprenditori locali e i membri della scuola Steiner

Il suo completamento, avvenuto grazie al lavoro volontario di molti, simboleggia i valori collettivi della filosofia antroposofica

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3

Vista del nuovo edificio scolastico da nord-ovest

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,088 W/m2K

solaio contro terra, U = 0,103 W/m2K

copertura, U = 0,101 W/m2K

superfici trasparenti, Uw = 1,25 W/m2K

prestazioni energetiche

per riscaldamento, 139,6 MJ/m2 anno

per acqua calda, 25,5 MJ/m2 anno

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16 legnoarchitettura 17 progetti
pianta del piano terra pianta del primo piano pianta del secondo piano
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fronte est fronte ovest fronte sud

Copertura nord (A), dall’estradosso:

- rivestimento in zinco

- pannelli (27 mm)

- controlistelli (50/60 mm)

- isolamento in fibra di legno (80 mm)

- pannello OSB (22 mm)

- isolamento in fiocchi di cellulosa (320 mm)

- travetti (altezza 120/320; lunghezza 650 mm)

- pannello OSB (15 mm)

- barriera al vapore

- spazio tecnico di servizio (30 mm)

- pannello in legno a 3 strati a vista (19 mm)

Parete nord (B), dall’esterno:

- rivestimento in larice dipinto di scuro (25 mm) vuoto per ventilazione (2x27 mm)

- isolamento in fibra di legno (80 mm)

- isolamento in fiocchi di cellulosa (320 mm)

- montanti della struttura portante in legno (60/320), interasse 650 mm

- pannello OSB (15 mm)

- spazio tecnico di servizio (40 mm)

- separazione con rondelle flessibili (16 mm)

- pannello OSB (15 mm)

- pannello in legno a 3 strati a vista (19 mm)

Pareti contro terra (C), dall’interno:

- pannello in legno

a 3 strati a vista (19 mm)

- pannello OSB (15 mm)

- controlistelli (27 mm)

- elementi antivibranti puntuali (16 mm)

- barriera al vapore

- isolamento (75 mm)

- muratura in c.a. (220 mm)

- isolamento rigido (120 mm)

- drenaggio

schema tridimensionale della struttura portante - fronti sud e ovest schema tridimensionale della struttura portante - fronti nord ed est

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A B C

Copertura sud (D), dall’estradosso:

- pannelli fotovoltaici

- rivestimento in zinco

- pannelli (27 mm)

- controlistelli (50/60 mm)

- isolamento in fibra di legno (80 mm)

- pannello OSB (22 mm)

- isolamento in fiocchi di cellulosa (spessori tra 320 e 600 mm)

- travetti 180 (altezza tra 320 e 600 mm; lunghezza 700 mm)

- barriera al vapore

- spazio tecnico di servizio

- pannello in legno a 3 strati a vista (19 mm)

Solai del 1° e del 2° piano (E), dall’intradosso:

- neon da incasso

- solaio in legno massiccio a vista (200-220 mm)

- sigillatura

- cemento armato (160 mm)

- isolamento acustico (30+20 mm)

- foglio in PE

- massetto a vista, cerato (80 mm)

Camminamenti esterni del 1° e del 2° piano (F), dall’estradosso:

- pannello in gessofibra (12,5 mm)

- travetti C24 (120x260), interasse 600 mm

- pannello in legno a 3 strati a vista (19 mm)

- sigillatura

- listelli su nastro elastico (55 mm)

- pavimento perforato in larice grigio fumé (40 mm)

struttura

L’edificio è stato completamente realizzato con una struttura a telaio di legno rigorosamente di provenienza alpina

La necessità di tempi ridotti di costruzione e la volontà della committenza di utilizzare solo materiali sostenibili hanno portato gli architetti a optare per un sistema prefabbricato in legno Ciò ha permesso la realizzazione della scuola in soli 6 mesi, dalle fondazioni alle finiture

I solai, che coprono l’intera profondità dell’edificio, dalla facciata nord fino ai pilastri portanti di legno lungo quella sud, sono elementi compositi in legno-calcestruzzo gettato in opera, in cui le travi lignee formano una cassaforma permanente Hanno buone prestazioni acustiche e la massa, che garantisce inerzia termica, contribuisce al comfort indoor Elementi di compensato si appoggiano alla facciata meridionale e formano la struttura del tetto a capriate, rivolto a sud, e della tettoia sporgente A questa, tramite corde di acciaio relativamente sottili, sono appesi gli sbalzi sottostanti

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D F E

Due ambienti all’ultimo piano, con il legno a vista sia sulle pareti che sui soffitti

La Scuola Steiner di Crissier è stata insignita nel 2012 del “Swisscanto Swisstainability Innovation Award” e ha ottenuto la menzione di merito nella categoria “edifici pubblici” nel “best architects 15 award”

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20 legnoarchitettura 17 progetti 6 5
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Alcune immagini del cantiere durante la fase di montaggio delle strutture prefabbricate costituite da elementi intelaiati

Manuel Benedikter

Casa KaTo Caldaro

F o t o M a i o n L a o g e
1 Il fronte sud-ovest 2 Il fronte rivolto a nord 3 Il fronte nord-ovest 24 legnoarchitettura 17 progetti 2 1 F o t o M a r o n L a o g e r F o t o M a o n L a f o g l e

3

Ubicazione: Caldaro (BZ)

Progetto e direzione lavori:

arch. Manuel Benedikter, Bolzano

Strutture: ing Thomas Larcher, Caldaro (BZ)

Struttura in legno: Aster Holzbau

GmbH, San Genesio (BZ)

Impianti: Michael Ruedl, Bolzano

Produttore rivestimento: PREFA, Bolzano

Lavori: maggio-dicembre 2013

Superficie lorda: 161 m2

Fotografie: Marion Lafogler Fotografie, Manuel Benedikter

Ampliamento con bonus

Immersa tra verdi vigneti con affaccio privilegiato verso il lago di Caldaro questa casa è il risultato dell’ampliamento e riqualificazione energetica di un edificio risalente agli anni ‘80, soddisfacendo l’esigenza dei proprietari di un’abitazione maggiormente confortevole e spaziosa Sfruttando un bonus di cubatura concesso per gli interventi di riqualificazione energetica è stato così possibile aggiungere un piano con struttura in legno, in sostituzione del tetto, all’edificio esistente in muratura, ridefinendo così l’architettura dell’intero fabbricato e sfruttare i vantaggi della felice collocazione

L’accesso alla casa avviene dal lato nord; su questo fronte, un gioco di pieni e vuoti accoglie la scala esterna che dà accesso diretto al primo piano, dove trova posto il piccolo appartamento indipendente per gli ospiti Vista la migliore esposizione solare che consente di sfruttare il calore del sole nei mesi invernali, il prospetto principale si apre al piano terra verso est con grandi vetrate sulla vallata, mentre al livello superiore una terrazza panoramica, riparata dallo spiovente del tetto a due falde, è rivolta in direzione del lago; dal primo piano si accede al tetto dove è stata ricavata un’altra grande terrazza esposta a sud

Particolare attenzione è stata riservata alla scelta e all’impiego di materiali locali come il legno, utilizzato non solo per la struttura, ma anche come rivestimento del timpano e delle pareti preesistenti La parte superiore della casa è caratterizzata dalla lamiera antracite che riveste i fronti nord e sud proseguendo lungo le due falde del tetto

Per raggiungere la classe B CasaClima è stato fondamentale realizzare l’ampliamento, con struttura a telaio in legno, con un buon livello d’isolamento e raccordarlo alla muratura esistente, coibentata con lana di roccia, al fine di garantire la continuità dell’isolamento termico

Per ottenere maggior comfort e migliori prestazioni, si è resa indispensabile la sostituzione di tutti gli infissi esterni mentre, per quanto riguarda gli impianti, sono stati installati riscaldamento a pavimento, ventilazione meccanica controllata e pannelli solari termici

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F o t o M a r o n L a o g e r
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pianta del piano terra pianta del primo piano
5 F o o M a o n L a f o g e r
pianta del secondo piano (terrazza)

trasmittanza media elementi costruttivi

parete esterna ampliamento, U = 0,13 W/m2K

parete esterna esistente, U = 0,19 W/m2K

solaio verso scantinato non riscaldato = 0,39 W/m2K

copertura, U = 0,21W/m2K

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Un dettaglio della terrazza a est

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La facciata rivolta a est

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La zona cucina al primo piano.

serramenti, Uw = 0,83 W/m2K - Ug = 0,6 W/m2K; Uw = 1,2 W/m2K - Ug = 1,1 W/m2K

prestazioni energetiche

indice termico dell’edificio = 43 kWh/m2 anno

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6
prospetto nord prospetto sud prospetto ovest
7 F o o : M a r o n L a f o g e r F o o M a r o n L a o g e r
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sezione longitudinale
B
dettaglio copertura (B) C1
A
dettaglio copertura (A) C2

Dettaglio copertura (A), dall’intradosso:

- fibrogesso

- sottostruttura per pannelli

- solaio in legno (160 mm)

- isolamento (200 mm)

- tavolato in legno con pendenza

- telo di tenuta all’aria

- pavimento in legno

Stratigrafia copertura (B), dall’esterno:

- rivestimento in lamiera color antracite (25 mm)

- tavolato in legno (24 mm)

- camera di ventilazione

- telo di tenuta all’aria e al vento su tavolato

- fibra di legno (40 mm) e tavolato

- fibra di legno (16 mm) e struttura portante copertura

- OSB

- sottostruttura dei panneli

- fibrogesso (20 mm)

Stratigrafia solaio primo piano (C2), esterno, dall’estradosso:

- pavimentazione

- massetto

- OSB

- struttura in legno (160 mm) con isolamento in fibra di legno

- tavolato in abete (24 mm)

- pannello in fibra di legno (40 mm)

- telo di tenuto all’aria

- sottostruttura per rivestimento

- rivestimento in legno

Stratigrafia solaio primo piano (C1), interno, dall’estradosso:

- pavimentazione in legno

- riscaldamento a pavimento

- isolamento acustico

- massetto impianti

- OSB

- struttura in legno (160 mm) con isolamento in fibra di legno

- tavolato in legno (40 mm)

- fibra di legno (40 mm)

- telo di tenuto all’aria

- sottostruttura per rivestimento

- rivestimento in legno

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L’edificio prima della riqualificazione

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Posa delle pareti in legno dell’ampliamento al primo piano

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Impermeabilizzazione e tenuta all’aria della terrazza sulla copertura.

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Dettaglio del sistema a telaio della struttura lignea

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dettaglio solaio primo piano (C)
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10 11

Un dettaglio del rivestimento esterno in alluminio color antracite della facciata est

dettaglio attacco terrazza-parete esterna

sezione trasversale

Stratigrafia parete esterna, dall’esterno:

- rivestimento in legno

- camera di ventilazione con sottostruttura (40 mm) per rivestimento in legno

- telo di tenuta all’aria e al vento

- isolamento in fibra di legno (100 mm)

- controventamento in legno a 45° della struttura in legno (24 mm)

- struttura portante a telaio con isolamento in fibra di legno (160 mm)

- tamponamento interno in OSB (10 mm)

- passaggio impianti (40 mm)

- pannelli in fibro gesso (15 mm)

30 legnoarchitettura 17 progetti
F o o M a r o n L a o g e r

A sinistra, il cantiere dal lato di ingresso

A destra, le grandi aperture a est verso la valle

A sinistra, le strutture intelaiate delle tramezzature interne

A destra, elemento prefabbricato della parete ovest.

A sinistra, montaggio dei nuovi cassonetti al piano terra.

A destra, isolamento in lana di roccia dell’involucro esistente.

A sinistra, il telo traspirante di tenuta all’aria, all’umidità e resistente ai raggi UV.

A destra, impermeabilizzazione e tenuta all’aria della terrazza sulla copertura

A destra, posa in opera delle scandole in alluminio color antracite

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Mensa Academica

Eberswalde (D)

andreas gehrke . architekt
F o o © U r c h S c h w a z B e r n

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Il fronte est La facciata, in legno di larice, assumerà con il tempo una lucentezza argentea.

1
ovest
Dettaglio della facciata
34 legnoarchitettura 17 progetti 1 F o o © U r c h S c h w a r z B e l n

Ubicazione: Eberswalde (D)

Progetto e direzione lavori: andreas gehrke architekt, Berlin (D)

Strutture: Niehues Winkler Ingenieure, Berlin (D)

Lavori: 2011-2013

Superficie utile: 1 710 m2

Superficie verde: 820 m2 (tetto verde)

Importo dell’opera: 3 900 000 €

Un luogo d’incontro

Da marzo 2014, quella che si definisce come la“scuola più verde della Germania”, la Hochschule für nachhaltige Entwicklung (Scuola Superiore per lo Sviluppo Sostenibile) di Eberswalde, nel Land del Brandeburgo, dispone non solo di un campus dedicato alle attività forestali (Waldcampus) ma anche di una mensa, un nuovo spazio che funge anche da luogo di ritrovo per gli studenti grazie agli spazi esterni terrazzati e attrezzati con panchine

Le riflessioni progettuali dello studio berlinese andreas gehrke architekt sono partite dalla topografia del luogo: il Waldcampus si estende su una collina e nel punto in cui è stato deciso di collocare la mensa è presente un pendio con un dislivello di circa 3 m Grazie a questa caratteristica si sono creati due livelli di accesso: chi arriva dall’auditorium a sud, entra in quello superiore; l’accesso da nord, dal livello inferiore, porta direttamente nella mensa

A questo piano, accanto alla cucina e agli spazi accessori, si trova una zona free flow, uno spazio con 125 posti a sedere che gode di una buona illuminazione naturale grazie alla doppia altezza e alle ampie aperture In più, ci sono 30 posti in una parete attrezzata a gradoni che sfrutta l’accostamento del muro alla collina e rende leggibile all’interno la topografia del luogo Al livello superiore si trovano 4 aule per seminari e due uffici per i professori ospiti, oltre a una zona separata in cui gli studenti possono accudire autonomamente fino a 8 bambini

La decisione di realizzare due livelli accessibili si è rivelata particolarmente vantaggiosa poiché così si sono create le necessarie vie di fuga senza dover realizzare percorsi e vani scala ad hoc Fin dall’inizio, inoltre, la scuola auspicava di poter collegare il già esistente auditorium a sud con le nuove aule per i seminari e la mensa La soluzione è stata trovata tracciando un percorso coperto, di fatto già esistente, che attraversa l’auditorium e conduce fino al piano superiore dell’edificio della mensa terminando in una loggia, inizialmente non prevista, di circa 50 m2 che si apre sui boschi della catena montagnosa del Barnim

La struttura della mensa è stata realizzata con un sistema a telaio, isolato con fiocchi di cellulosa insufflati, rivestimento esterno in doghe di larice e solai Brettstapel (pannelli costituiti da elementi in legno accostati) spessi 24 cm

35 2 F o o : © U r c h S c h w a z B e l n

Gli ambienti interni e quelli esterni risultano strettamente correlati

A est della mensa, come suo corrispondente ambiente esterno, è prevista la realizzazione di una “agorà”, una piazza che reagisce in forma concava al semicerchio dell’auditorium e con le sue tre terrazze costituisce anche l’origine della parete interna attrezzata con i gradoni La piazza vuole essere luogo d’incontro non solo per studenti e collaboratori scolastici, ma anche un luogo per eventi

3

L’ingresso all’auditorium, da sud

Doghe in legno regolabili sono poste sul lato sud della sala da pranzo mentre lamelle di legno fisse si trovano sul lato ovest (sala seminari e asilo).

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piano terra inferiore piano terra superiore sezione trasversale sulla mensa

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,177 W/m2K solaio contro terra, U = 0,368 W/m2K copertura, U = 0,15 W/m2K superfici trasparenti, Uw = 1,40 W/m2K

prestazioni energetiche

per riscaldamento, 188,5 kWh/m2 anno

per acqua calda, 98 kWh/m2 anno

Schizzi concettuali

A fusione tra topografia e costruzione attraverso l’integrazione della collina all’interno dell’edificio - il terreno scivola sotto l’edificio e attraverso di esso

B varie possibilità di utilizzo della parete interna gradonata, sia come palcoscenico sia come tribuna

C il bosco è il riferimento formale dell’edificio

D bosco visibile ovunque: grazie al collegamento visivo trasversale creato all’interno dell’edificio

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ABCD F o o : © U r c h S c h w a z B e l n

Dettaglio d’angolo al piano

terra inferiore:

1 costruzione in legnoalluminio a travi e montanti

2 doga di rivestimento con funzione di isolamento acustico

3 doghe verticali di rivestimento in legno di larice

4 membrana freno al vapore

5 pluviale

sezione orizzontale
38 legnoarchitettura 17 progetti 4 4 3 2 1 5 F o o : © U r c h S c h w a z B e r n

Una delle aule per i seminari

5

Lo spazio di collegamento, al piano superiore, tra l’auditorium e le aule per i seminari

I massicci solai in Brettstapel, a vista e verniciati di bianco, inglobano le canaline degli inpianti e gli apparecchi d’illuminazione, coniugando estetica e funzionalità in maniera economicamente vantaggiosa Garantiscono, inoltre, una buona qualità acustica nonché un ambiente confortevole

4
39 5 F o o © U r c h S c h w a z B e r n
40 legnoarchitettura 17 progetti 6
7
7 6 F o o : © U r c h S c h w a z B e l n F o o © U r c h S c h w a z B e r n
Due immagini dello spazio della mensa al livello inferiore.

A sinistra, la struttura seminterrata in c a

A destra, posa in cantiere di una delle travature reticolari miste in acciaio-legno

Le travature reticolari a lavori avanzati

A sinistra, una delle stanze al piano superiore, con i solai Brettstapel a vista. A destra, lo spazio della mensa.

Due immagini con la struttura ancora al grezzo: i solai Brettstapel a vista e le pareti intelaiate prima della posa del rivestimento

A sinistra, posa della finitura esterna in doghe di larice regolabili (a sud)

A destra, una vista d’insieme dell’ampliamento della mensa, a lavori avanzati

41

acupuncture #3

Altedo di Malalbergo

diverserighestudio
1 Dettaglio
esterne rivestite in listelli di larice naturale 2
44 legnoarchitettura 17 progetti 1
delle parti
Il fronte sud

2

Ubicazione: Altedo di Malalbergo (BO)

Progetto e direzione lavori: arch.tti

Simone Gheduzzi, Nicola Rimondi, Gabriele Sorichetti, diverserighestudio, Bologna

Collaboratori: Marco Ciavatti, Giuliana Gigante, Riccardo Castaldini, Simone Veronese, Alice Marzola

Strutture: ing Lucio Fierro, Granarolo (BO)

Progetto impianti elettrici e meccanici: Massimo Giunta, Stefano Donini, Guido Rossi – enargo, Bologna

Appaltatore: pro holz emilia, Bologna

Impianti meccanici: fb impianti, Bologna

Impianti elettrici: nuove energie, Bologna

Lavori: 2010-2011

Superficie fondiaria: 600 m2

Superficie lorda: 350 m2

Fotografie: Davide Menis

Dinamiche intersezioni

La dinamica dei percorsi che caratterizzano il passaggio da un’attività all’altra della vita quotidiana è l’elemento generatore di questa residenza bifamiliare Il risultato è un’intersezione di spazi e volumi che possono essere letti come la sintesi del dialogo con i clienti e come risposta a un’esigenza di flessibilità familiare che lascia aperta la possibilità a future modifiche della configurazione a due nuclei odierna L’intersezione dei volumi interni crea una serie di rapporti tridimensionali che consentono di fruire degli ambienti interni secondo successivi e diversi punti di vista La contrazione e dilatazione dello spazio che ne deriva, evidenzia la vocazione multidimensionale dell’edificio, presentando per entrambe le unità abitative spazi a doppia altezza e sovrapposizioni in corrispondenza delle zone giorno che costituiscono il cuore dell’edificio e sulle quali si affacciano sia il ballatoio al primo piano, sia la zona ludico-relax posta nel sottotetto La configurazione planimetrica degli ambienti avviene lungo una poligonale spezzata che separa, ma al contempo intreccia fortemente, le due residenze costituendo la rappresentazione grafica dell’intrecciarsi della vita sociale, individuale e familiare degli abitanti I percorsi interni fungono da punti di osservazione verso il soggiorno, verso il giardino e la campagna con le aperture vetrate che creano all’interno coni di luce dalla forme e tonalità sempre differenti Anche i prospetti suggeriscono percorsi e visuali preferenziali tra interno ed esterno grazie alle aperture vetrate che si aprono strette a tutta altezza verso il giardino a sud e ovest, con le relative porzioni del prospetto protette dallo sporto della copertura e marcate dal caldo rivestimento in larice lasciato al naturale che contrasta, sottolineando ulteriormente la vivacità dei volumi, con l’intonaco bianco delle altre superfici Questo contrasto si ritrova anche all’interno, con la struttura portante in pannelli X-lam lasciati a vista e i rivestimenti in legno dei pavimenti e delle scale che, insieme alle superfici intonacate, contribuiscono all’ulteriore scomposizione e ricomposizione degli spazi e dei volumi Dal punto di vista energetico l’edificio è stato concepito per essere indipendente: scollegato dalla rete del gas è alimentato dai pannelli fotovoltaici, alloggiati sulla copertura in zinco-titanio, collegati a un impianto a pompa di calore con sonde geotermiche verticali

45

sezione trasversale

sezione longitudinale

46 legnoarchitettura 17 progetti
pianta del piano terra pianta del piano superiore
47
3 4 Lo spazio distributivo in tripla altezza dell’unità più grande.
prospetto nord prospetto ovest
3 4
48 legnoarchitettura 17 progetti 5

controllo dell’irraggiamento

ventilazione e ombreggiamento

5

6

Il fronte sud con l’impianto fotovoltaico in copertura.

49
clima: clima: energia: ciclo invernale energia: ciclo estivo studio solare La zona giorno a doppia altezza dell’unità più piccola
6

Stratigrafia copertura (A), dall’esterno:

- pannelli fotovoltaici

- profilati metallici di sostegno

- zinco-titano (2 mm)

- rete fonoassorbente (5 mm)

- strato di ventilazione (50 mm)

- travetto in legno (40x50 mm)

- fibra di legno (80+80 mm)

- freno a vapore (2 mm)

- struttura in X-lam (147 mm)

- pannello OSB (15+15 mm)

- listello in larice naturale (30x40 mm)

Stratigrafia parete (B), dall’esterno:

- listello in larice naturale (30x40 mm)

- montante in larice naturale (60x60 mm)

- rasatura (10 mm)

- fibra di legno (60+60 mm)

- struttura in X-lam (147 mm)

- lana di roccia (27 mm)

- pannello in abete naturale (25 mm)

Stratigrafia solaio interno contro terra (C), dall’estradosso:

- listoni in larice naturale fiammato (20 mm)

- massetto autolivellante su impianto a pavimento (60 mm)

- isolante styrodur (80 mm)

- massetto alleggerito (80 mm)

- solaio in c a (150 mm)

- vespaio areato

Stratigrafia solaio esterno contro terra (D), dall’estradosso:

- pastina di cemento (50/100 mm)

- solaio in c a (150 mm)

- vespaio areato

- tessuto non tessuto (2 mm)

1 frangisole a pacchetto

2 infisso in alluminio tipo ASW65 vetrocamera

50 legnoarchitettura 17 progetti
1 2 A B D C
51

House of Would Pedrezuela (E)

elii [architecture office]
1 1 Vista del patio interno dalla copertura dell’angolo ovest 2 Vista da nord-ovest 54 legnoarchitettura 17 progetti 2

Ubicazione: Pedrezuela, Madrid (E)

Progetto e direzione lavori: elii

[architecture office] Uriel Fogué + Eva Gil + Carlos Palacios, Madrid (E)

Strutture: Mecanismo S L

Appaltatore: Dionisio Torralba)

Appaltatore opere in legno: Altermateria

Lavori: maggio 2011-luglio 2012

Superficie utile: 210,9 m2

Superficie verde: 1 216 m2

Fotografie: Miguel de Guzmán

Sette moduli attorno a una corte

La House of Would è il risultato dei desideri, dei ricordi spaziali e delle esperienze espresse dal committente e che lo studio Elii ha tradotto in una abitazione organizzata attorno ad una corte e aperta verso il paesaggio e che risponde alle richieste di una casa spazialmente flessibile, per potersi adattare a future necessità funzionali, sostenibile e prefabbricata L’edificio è costituito da 7 moduli in legno, che circondano una corte centrale, ognuno dei quali dedicato a un differente ambiente domestico La struttura modulare, così come la scala delle singole stanze, comporta un’organizzazione funzionale flessibile che renderà possibile eventuali cambiamenti della distribuzione delle stanze

Collocata su un lotto di 1316 m2 in pendenza nella località di Pedrezuela, 45 km a nord di Madrid, la casa si adatta al terreno seguendo i diversi gradi di privacy dei singoli ambienti: le stanze private sono nascoste dalla strada, quelle pubbliche, leggermente più elevate, si aprono invece verso il paesaggio circostante Piccoli passaggi servono da elemento di transizione e collegamento tra le differenti zone

Per rendere efficace il processo produttivo e completare il lavoro in pochi mesi, gli architetti hanno utilizzato una tecnica di industrializzazione per i pannelli X-lam della facciata Due camion hanno portato le pareti e le varie parti delle coperture, pronte per essere assemblate, e pochi operai sono stati sufficienti per eseguire il lavoro di montaggio I pannelli, costituiti da legno compensato di pino e abete incollato, formano la struttura principale, con un rivestimento ventilato in doghe di legno verticali senza soluzione di continuità tra facciate e copertura, tranne che nei fronti rivolti verso la corte e alcune parti del tetto rivestite, all’esterno e internamente, da un doppio elemento traslucido in policarbonato cellulare L’effetto è quello di una lanterna cinese che avvolge il cortile e permette ai membri della famiglia di godere di questa sorta di stanza esterna

Le finiture interne sono volutamente semplici, poiché è l’utente finale che, in un momento successivo, concluderà la casa secondo le proprie esigenze

55
56 legnoarchitettura 17 progetti 3
pianta

3

Il patio della casa, con la finitura in policarbonato cellulare

I tetti in legno sono disposti in maniera tale che, in conformità alle normative locali, consentono di raccogliere l’acqua piovana e convogliarla verso la corte per l’irrigazione.

4

Il fronte nord e quello ovest con le persiane ad apertura verticale integrate nella facciata

57
nord
prospetto
AA 4
sezione

1 terreno naturale modificato e compattato in strati di 30 cm di spessore, fino a raggiungere il 95% di compattezza

2 pilastri e placche metalliche secondo progetto strutturale

3 tessuto geotessile antiradice posto sotto il substrato

4 solaio di copertura in pannelli strutturali di legno lamellare (146 mm), qualità non a vista

5 isolamento termico formato da un pannello di XPS (30 mm), sulla base del rivestimento

6 listelli di legno e tavola OSB, base del rivestimento

7 pavimentazione

industriale, tipo legno, posata mediante adesivo secondo le specifiche del produttore

8 zoccoli in legno massiccio laccati di bianco opaco (7x2 cm)

9 lastra in cartongesso (15 mm), controsoffitto, finitura e tipo secondo specifiche

10 lastra in cartongesso (15 mm), controsoffitto, finitura e tipo secondo le specifiche

11 partizione composta da due pannelli in cartongesso

(2x15 mm), elemento a omega in acciaio zincato (49 mm) per il tipo di partizione, finitura e tipo secondo specifiche

12 finitura interna in policarbonato alveolare (40 mm); intercapedine per la sostituzione degli apparecchi illuminanti

13 isolamento termico formato da due pannelli in XPS (2x30 mm), pannelli e montanti incrociati, giunti sovrapposti per evitare ponti termici nella facciata ventilata

14 membrana impermeabilizzante e traspirante con

protezione ai raggi UV (0,5 mm)

15 elementi di legno del foro finestra, con caratteristiche simili alle doghe verticali della facciata (architrave superiore, stipiti, lato esterno davanzale)

Tutte le parti devono allinearsi esternamente al resto della facciata

16 carpenteria delle finestre e delle porte esterne secondo il piano della carpenteria

17 persiane

18 persiana e cassa della persiana

19 facciata traslucida in policarbonato cellulare (40 mm)

58 legnoarchitettura 17 progetti
sezione trasversale BB 31 30 29 28 7 6 14 5 4 27 21 20 26 19 11 2 1 26 26 14 2 26 33 20 26 26 16

20 sottostruttura di fissaggio della facciata di policarbonato in profilati di alluminio, (40x30 mm; spess. 3 mm)

21 finiture della facciata di policarbonato in alluminio laccato

22 grondaia nascosta in alluminio laccato, ancorata al supporto, con membrana impermeabilizzante sovrapposta ai bordi

23 sistema di fissaggio della finitura di copertura mediante doppio strato di listelli incrociati in legno (40x30 mm)

24 finitura della copertura in lamelle di legno (50x22 mm) collocate

nella direzione della massima pendenza in continuità con i giunti verticali della facciata mediante fissaggio meccanico ai listelli con giunti aperti. Protezione del legno con primer per esterno

25 griglia di protezione anti-insetto, a protezione dell’intercapedine della facciata ventilata

26 travi principali di legno lamellare (80x200 mm)

27 finitura di copertura in policarbonato cellulare (40 mm)

28 malta impermeabilizzante speciale per piscine e/o bagni e membrana bituminosa

per la costruzione della vasca da bagno

29 finitura di pareti e pavimenti in gres smaltato ad alta resistenza

30 muretto per la chiusura laterale della vasca da bagno (spessore max 8 cm)

31 vetro stratificato (5+5) con PVB (polivinilbutirrale)

32 luce fluorescente situata nell’intercapedine tra i due strati di policarbonato

33 chiusura in lamelle di legno (50x22 mm) poste in verticale con fissaggio meccanico al listello

Parete esterna (A), dall’interno: - lastra in cartongesso (15 mm) e profilo a omega di fissaggio - pareti portanti in pannelli di legno lamellare (spessore 78 mm), qualità e finitura (non a vista o industriale) secondo la pianta del progetto e il piano dei muri, isolamento termico formato da due pannelli in XPS (2x30 mm) con giunti sovrapposti - membrana impermeabilizzante e traspirante con protezione dai raggi UV (0,5 mm) - sistema di fissaggio della facciata con listelli di legno (40x30 mm) - rivestimento esterno della facciata in doghe di legno verticali (50x22 mm) a giunto aperto con fissaggio meccanico ai listelli

59
32 13 14 22 3 10 4 9 8 25 18 24 17 24 16 23 15 18 21 20 13 7 6 5 4 2 2 1
60 legnoarchitettura 17 progetti
61
62 legnoarchitettura 17 progetti
La zona giorno con la terrazza sullo sfondo Uno dei collegamenti tra un modulo e l’altro lo sviluppo dei diversi moduli delle pareti e delle coperture
63
Alcune immagini del cantiere della House of Would: fasi di montaggio avanzato della struttura in pannelli Xlam

SKP Architecture

Habitat

1

Il patio sul retro della casa B, più in fondo

2

Il retro della casa A, che si affaccia sulla strada

3

Il fronte su strada.

I listelli di rivestimento della facciata filtrano la trasparenza nelle logge del primo piano

Al piano terra, le viste dirette sono protette dagli alberi

Il termine Habitat Groupé

deriva dal fatto che si tratta di un progetto per 2 case diverse per 2 clienti diversi che condividono il terreno, realizzate dalla stessa impresa, allo stesso tempo e con il medesimo metodo di costruzione.

Entrambe le case sono progettate in termini “evolutivi”, poiché permettono l’aggiunta di due piani

66 legnoarchitettura 17 progetti 2 1

3

Ubicazione: Bagnolet (F)

Progetto e direzione lavori: Jonny

Sturari, Johan Kohls, Camille PetitSKP Architecture, Paris (F)

Appaltatore: Gatinais, Villemandeur (F)

Lavori: settembre 2010-aprile 2012

Superficie fondiaria: 260 m2

Superficie utile: 144 m2

Superficie verde: 200 m2

Importo dell’opera: 340 000 €

Fotografie: SKP Architecture

Su un unico lotto nella semi-periferia di Parigi

La finalità dello studio SKP Architecture di Parigi era quella di costruire due edifici residenziali a basso consumo energetico a Bagnolet, località alla periferia nord-est di Parigi, su un unico e stretto lotto diviso in due proprietà distinte Gli edifici avrebbero non solo dovuto integrarsi quanto più armoniosamente possibile con il contesto ma, anzi, arricchirlo dal punto di vista della qualità ecologica

Consapevole dell’apparente contraddizione tra la costruzione di case singole e lo sviluppo sostenibile della città, questo progetto ha voluto seguire le tendenze ecologiche imposte dall’amministrazione parigina, cercando di realizzare una costruzione che fosse sostenibile e all’altezza delle sfide energetiche attuali, adattabile per permettere eventuali future estensioni o cambiamenti d’uso degli spazi e che conservasse la qualità ambientale del sito e, naturalmente, l’integrazione dell’architettura in esso

Il progetto doveva adattarsi ai cambiamenti e alle necessità degli utenti, crescere ed evolvere con loro nel corso degli anni (si tratta di due giovani famiglie con bambini piccoli) Per questo motivo, gli spazi interni sono stati progettati per essere modulabili e cambiare facilmente funzione senza dover rivedere l’intera pianta della casa

Le case di Bagnolet sono organizzate in modo da definire spazi comuni al piano terra e spazi privati al primo e al secondo piano; l’accesso principale è ubicato sotto lo sbalzo ed è comune alle due abitazioni Realizzate con struttura e rivestimento in legno, le case garantiscono un buon isolamento e ponti termici ridotti Il rivestimento è in doghe verticali di legno a giunti aperti con una spaziatura che si fa più rarefatta in corrispondenza delle aperture vetrate in modo da proteggere la vista dall’interno e dall’esterno Per salvaguardare la tipologia edilizia esistente della zona, semi-periferica e semi-industriale, piano terra e tetto hanno un rivestimento in zinco nero Le coperture dei vari volumi sono accessibili per approfittare di viste particolarmente apprezzabili e, a sud, sono predisposte per accogliere dei pannelli fotovoltaici Dal punto di vista energetico entrambe le case rientrano nei criteri del basso consumo energetico definiti dallo standard BBC-Effinergie e hanno un livello di permeabilità all’aria inferiore a 0,6 m3/h/m2

67

La casa A è posta sul lato lungo la strada dello stretto lotto condiviso con l’altra abitazione (B), posizionata sul fondo del lotto

4

Il giardino tra le due case.

Il giardino è irrigato con l’acqua piovana recuperata e stoccata in una cisterna di 5 000 litri

68 legnoarchitettura 17 4
pianta del piano terra - casa A pianta del primo piano - casa A pianta del secondo piano - casa A
B
A

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,21 W/m2K solaio contro terra, U = 0,15 W/m2K copertura, U = 0,16 W/m2K superfici trasparenti, Uw = 0,21 W/m2K

prestazioni energetiche

per riscaldamento, 36 kWh/m2 anno per acqua calda, 19 kWh/m2 anno emissioni di CO2 evitate, 1 282 kg/anno

69
5
La zona living al piano terra della casa A
5
sezione AA - casa A sezione CC - casa A

1 listello 70x85

2 guarnizione

3 profilo 20x50

4 giunto in silicone

5 pannello di rivestimento a 3 strati verniciato di nero 3 (204 mm)

6 rivestimento in lattoneria

7 tassello di supporto in douglas (20x40), classe 4, dipinto di nero

8 listellatura orizzontale in douglas (40x60), classe 4, dipinta di nero

9 rivestimento in listelli di douglas (40x60), classe 4, disposizione variabile

10 controlistelli (40x88) + isolamento (60 mm)

11 freno al vapore e tenuta all’aria

12 cartongesso

13 membrana impermeabile traspirante nera, resistente ai raggi UV, per la realizzazione di facciate a giunti aperti

14 ossatura portante in legno (145 mm) + isolamento in lana di roccia + pannello in fibra di legno (16 mm)

15 cartongesso

16 controlistelli (40x63) + isolamento

17 pannello OSB senza incasso (12 mm) / pannello in fibra di legno (16 mm) con incasso

18 ossatura portante in legno (145 mm) + isolamento in lana di roccia + OSB (12 mm)

19 tassello d’angolo in douglas (20x40), classe 4, dipinto di nero

20 rivestimento d’angolo in douglas (60x60), classe 4

orizzontale del nodo d'angolo delle pareti esterne

Fasi avanzate del cantiere, con la posa della membrana di tenuta all’aria e del rivestimento esterno in doghe di legno

I pannelli di doghe sono prefabbricati, semplificando così la posa in opera delle stesse

70 legnoarchitettura 17 progetti
sezione orizzontale della finestra sezione
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 7 8 9 11 13 15 16 17 18 19 20 9

sistema costruttivo

La casa è realizzata con una struttura prefabbricata in legno a telaio appoggiata su una soletta in calcestruzzo armato, con sottostante vespaio, e isolata tramite uno strato di poliuretano di 10 cm accoppiato a un ulteriore strato di 2 cm di poliuretano espanso

Le pareti esterne hanno struttura a telaio con isolamento tra i montanti (16 cm) più un cappotto di 6 cm e rifinitura interna con cartongesso

Anche i solai sono costituiti da elementi prefabbricati con ossatura in legno, coibentati con pannelli di fibra di legno di 14 cm di spessore più ulteriori 6 cm di fibra di legno

Il solaio intermedio, tra il piano terra e il primo piano, è in legno massiccio e ha lo spessore di 12 cm

La struttura in legno è coadiuvata da alcune travi in acciaio per evitare un aumento dello spessore delle sezioni

5

Il living al piano superiore della casa A, con la scala che collega i diversi piani dell’abitazione

Le grandi aperture garantiscono una ventilazione naturale ideale tra i piani mentre l’illuminazione è controllata dai frangisole in alluminio compresi tra la struttura e i serramenti

71
5

ete ventilata in listelli isce un’aerazione te dei muri esterni e la rottura del ponte co tra solaio e balcone a serramenti muratura permette di avere migliori prestazioni.

A sinistra, il fronte strada della casa A con l’elemento a sbalzo. In blu sono evidenti le giunzioni ermetiche tra i pannelli.

L’edificio fuori terra è realizzato in legno mentre il piano interrato della cantina è in blocchi di cemento e soletta in c a

72 legnoarchitettura 17 progetti
sezione della facciata sulla loggia

Montaggio delle partizioni prefabbricate in telaio di legno con il tamponamento esterno già presente

Fasi di cantiere che mettono in evidenza la struttura a telaio della casa

Mancano ancora gli isolamenti e i tamponamenti interni. I controventamenti garantiscono la stabilità della struttura in attesa dei setti interni

Montaggio dei setti interni in agpan e della scala in acciaio. Le putrelle in acciaio rinforzano la struttura in legno permettendo anche l’eventuale aggiunta di due piani

A sinistra, in evidenza l’isolamento del solaio con pannelli di lana di roccia e la posa del cartongesso sulle pareti

A destra, fase della posa della membrana di tenuta all’aria

La finitura esterna in doghe di legno, fissata su una struttura portante secondaria

73

Scuola materna Sequals

furlan&pierini architetti
1
La
ovest con l’ingresso principale 2 La
76 legnoarchitettura 17 progetti 2
1
facciata
facciata est

Ubicazione: Sequals (PN), frazione Lestans

Progetto: Ado Furlan, Vittorio Pierinifurlan&pierini architetti, capogruppo, Pordenone

Collaboratore: Gianluca Zanette

Committente: Comune di Sequals (PN)

Direzione lavori: Ado Furlan, furlan&pierini architetti

Strutture: ing. Angelo Salamon, Prata di Pordenone (PN)

Sistema serramenti: facciate continue

Unitherm by Uniform SpA, Minerbe (VR)

Impianti: ing Gianni Mirolo, Tavagnacco (UD)

Acustica: ing Matteo De Colle, Udine

Lavori: 2012-2014

Superficie lotto: 3.650 m2

Superficie lorda: 830 m2

Fotografie: Elio e Stefano Ciol

Guardando i monti e il cielo

Il paesaggio, caratterizzato dai rilievi dell’arco prealpino, è stato il riferimento principale per il progetto di questa scuola materna in una frazione del Comune di Sequals (PN)

La pianta a C è contraddistinta dalla corte aperta verso i monti e dal salone destinato alle attività libere con le due grandi vetrate a nord e sud che catturano l’ambiente circostante e il suo mutare in base alle stagioni fornendo ai piccoli fruitori un ulteriore momento di apprendimento didattico La scuola è sviluppata su un solo piano con un asse distributivo est-ovest che unisce l’ingresso principale a quello di servizio organizzando i diversi ambienti Un lucernario, realizzato prolungando la falda che copre le aule, porta la luce naturale nella parte centrale del salone in prossimità dell’ingresso principale, offrendo una vista verso il cielo a chi entra e rafforzando il percorso distributivo degli ambienti destinati alla didattica e ai servizi

Le aule sono disposte a sud-ovest, mentre le due mense e gli ambienti per la preparazione dei pasti sono sul lato opposto Giustificati dall’impianto planimetrico e dall’orientamento, i prospetti si caratterizzano per un disegno molto diverso tra loro: ciechi a nord-est e sud-ovest (tranne la corte e i portici del salone principale), scanditi da aperture quadrate che si ripetono per tutta la lunghezza del fabbricato gli altri Questi fronti sono contrassegnati dalla ripetizione di un unico modulo che definisce ambienti con funzioni diverse e differenziati solo dal disegno del serramento La costruzione dei due prospetti per estrusione di porzioni di pareti e la posizione arretrata del serramento rispetto al filo del fabbricato conferiscono spessore alle aperture trasformandole in veri e propri cannocchiali aperti verso il paesaggio, riparandole, inoltre, dall’irraggiamento diretto e dagli agenti atmosferici I fronti est e ovest hanno falde di copertura di dimensioni e inclinazioni diverse che caratterizzano spazialmente i vari ambienti e rimandano allo skyline delle vicine montagne

Certificato CasaClima A, l’edificio è realizzato con struttura in X-lam e dotato di pompa di calore, riscaldamento a pavimento e ventilazione meccanica controllata con recupero di calore di tipo entalpico che garantisce il ricambio d’aria di tutti gli ambienti

77
3
78 legnoarchitettura 17
Vista nord-ovest
pianta
sud 3
prospetto

trasmittanza media elementi costruttivi

pareti esterne, U = 0,164 W/m2K solaio contro terra, U = 0,160 W/m2K copertura, U = 0,161 W/m2K superfici trasparenti, Uw = 1,23 W/m2K

prestazioni energetiche

per riscaldamento, 6,55 kWh/m3 anno per acqua calda, 5,90 kWh/m3 anno per raffrescamento estivo, 2,42 kWh/m3 anno

79
sezione BB sezione CC sezione AA sezione FF sezione GG

1 gronda (10/10 mm)

2 tavolato in legno (2,5 mm)

3 isolamento acustico (3 cm)

4 distanziatori in legno per pendenza grondaia

5 profilo a L in X-lam (12,5 cm)

6 lana di vetro (12 cm) + intonaco (0,5 cm)

7 profilo di partenza per cappotto in alluminio con gocciolatoio

8 lana di vetro (5 cm) + intonaco (0,5 cm)

9 trave in legno (20x20cm)

10 controparete autoportante in lastre di silicato di calcio (1,5+1,5 cm)

11 serramento a montanti e traversi in legno alluminio

Da sinistra: dettaglio dell’attacco della struttura alle fondazioni (con le guaine di impermeabilizzazione) mediante hold-down che ancorano le pareti in legno al solaio controterra; lo strato freno vapore nastrato posto sotto l’isolante minerale; posa della barriera al vento sopra il tavolato e il coibente

1 pavimento in pietra (3 cm)

2 caldana (4-6 cm)

3 pavimento ventilato con cappa in cls

4 muretto in c a (20 cm)

5 muretto in c a (15 cm)

6 guaina bituminosa impermeabilizzante (0,4 cm)

7 isolamento (12 cm) + intonaco (0,5 cm)

8 profilo di partenza per cappotto in alluminio con gocciolatoio

9 pavimentazione in ciotoli

10 prato

dettaglio del nodo di copertura, lato est
80 legnoarchitettura 17 progetti
dell’attacco a terra, lati est e ovest 1 234 5 6 7 8 9 10 11 1 2 3 45 6 7 8 9 10
dettaglio

sistema costruttivo

L’edificio è realizzato con una struttura portante in pannelli prefabbricati di legno lamellare incrociato e stratificato (X-lam) con contropareti interne a doppia lastra in cartongesso e coibentazione in lana minerale in intercapedine; l’isolamento esterno a cappotto è in pannelli di lana di vetro dello spessore medio di 16 cm Anche la struttura di copertura è in X-lam con isolamento termico all’estradosso in pannelli di lana di vetro (18 cm) e controsoffitto interno in pannelli fonoassorbenti I serramenti sono in legno alluminio con triplo vetro con ottime proprietà termiche (Uw = 0,80 W/m2K) e isolamento acustico diretto di 48 dB Sull’intera struttura è stato effettuato uno studio acustico per la protezione dai rumori esterni sia sulle facciate, sia in tutti gli ambienti interni, in particolare nelle aule didattiche, nell’ambiente destinato alle attività libere e nei refettori

Stratigrafia copertura, dall’esterno:

- lamiera di alluminio (7/10 mm) cucita su materassino acustico (5 mm)

- tavolato in legno (2,5 mm)

- struttura in morali di legno (5x5 mm)

- membrana traspirante impermeabile

- lana di vetro (8+10 cm) con annegati morali in legno (10x10 cm)

- barriera al vapore

- solaio in X-lam (21 cm)

- barriera al vento

- controsoffitto in cartongesso forato fonoacustico (1,25 cm) con feltro insonorizzante

Stratigrafia parete esterna, dall’esterno:

- intonaco (0,5 cm)

- cappotto in lana di vetro (12 cm)

- parete in X-lam (12,5 cm)

- barriera al vento

- camera d’aria (2 cm)

- isolamento in lana di vetro (4,5 cm)

- controparete autoportante in lastre di silicato di calcio (1,5+1,5 cm)

- intonaco

Stratigrafia solaio contro terra, dall’estradosso:

- pavimento in gomma (0,2 cm) con guscia di raccordo

- massetto per posa pavimento (5 cm)

- riscaldamento radiante (3+3 cm)

- caldana con cls alleggerito (8 cm)

- isolamento in polisterene espanso (12 cm) + strato separatore

- cappa in cls (5 cm)

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dettaglio delle pareti lati interno corte est e ovest

lo studio del colore

Al fine di realizzare una precisa funzione formativa sia dal punto di vista psicologico che fisiologico e per creare una forte relazione tra il bambino e gli ambienti della scuola è stato effettuato uno studio cromatico degli interni I colori scelti funzionano come un codice di utilizzo dell’edificio e di riconoscimento degli spazi di relazione, quali aule didattiche, laboratori, servizi igienici, mensa La scelta di caratterizzare cromaticamente i soli pavimenti e i soffitti lascia a disposizione della didattica tutte le pareti che, come la pellicola di un film, racconteranno l’attività giornaliera dei bambini, attraverso i disegni, le parole e i lavori, permettendo a tutti di personalizzare e allestire con grande libertà le stanze della scuola

Sulla pavimentazione esterna prospiciente l’ingresso principale è stata riprodotta, tramite luci a led incassate a terra, la costellazione di Pegaso, simbolo di libertà

82 legnoarchitettura 17 progetti 4

4

La sala attività motorie vista dall’ingresso verso il corridoio refettori

5 Vista della sala attività motorie verso sud

6 Dormitorio.

7

Lo spazio distributivo dei refettori con la vista sulla corte interna

83 5 6 7

Stratigafia parete interna

doppia, da sinistra a destra:

- intonaco

- controparete autoportante in lastre di silicato di calcio

(1,5+1,5 cm)

- isolamento acustico in lana di vetro (4,5 cm)

- camera d’aria (2 cm)

- parete in X-lam (12,5 cm)

- camera d'aria (5 cm)

- parete in X-lam (12,5 cm)

- camera d'aria (2+5 cm, spessore struttura parete autoportante)

- controparete autoportante in lastre di silicato di calcio (1,5+1,5 cm)

- intonaco

1 aeratore centrale in lamiera di alluminio (10/10 mm)

2 griglia parapasseri

3 piastre per fissaggio pareti X-lam

4 impermeabilizzazione appoggio parete in X-lam

5 vespaio ventilato con cappa in cls (32 cm)

6 muretto in c a (30 cm)

7 magrone (10 cm)

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Ancoraggio della struttura in X-lam al cordolo attraverso angolari metallici, nastratura delle connessioni tra le pareti, protezione dall’acqua L’isolamento a cappotto è in lana di vetro

9 Posa del serramento sul controtelaio

84 legnoarchitettura 17 progetti 8 9 dettaglio del nodo inferiore e superiore della parete interna doppia in X-lam 1 2 3 4 5 6 7

A sinistra, posa dei primi pannelli prefabbricati in X-lam

A destra, l’ossatura delle grandi aperture verso ovest

A sinistra, la coibentazione a cappotto in lana minerale

A destra, posa dell’isolante sulla copertura

A sinistra, le tubazioni della ventilazione meccanica.

A destra, dettaglio della serpentina del sistema radiante a pavimento su pannelli prefabbricati presagomati; si nota la striscia di dilatazione perimetrale lungo i muri

A sinistra, realizzazione delle contropareti interne con doppia lastra di cartongesso su struttura metallica

A destra, la coibentazione delle contropareti interne con lana minerale in intercapedine

A sinistra, il falso telaio posto all’interno rispetto al filo muro

A destra, posa dei serramenti con nastri espandenti

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techné Life Cycle Tower One

Sebbene le tecnologie prefabbricate in legno rappresentino oggi una soluzione consolidata per la costruzione di edifici multipiano, si tratta usualmente di adattamenti e applicazioni di tecnologie nate e sviluppate per edifici di piccole dimensioni, con le conseguenti limitazioni e difficoltà tecniche, oppure di soluzioni ad hoc sviluppate per uno specifico progetto. Il sistema costruttivo prefabbricato sviluppato da CREE insieme a Kaufmann e Wiehag - applicato come prototipo dimostrativo a scala reale nell’edificio LCT One - nasce appositamente per la realizzazione di edifici alti e costituisce allo stesso tempo una sfida alle soluzioni tradizionali e una proposta visionaria per le città del futuro, in cui la dimensione costruttiva si coniuga a una progettazione olistica mirata al massimo risparmio di energia e risorse e alla possibilità di riuso e riciclo dei materiali utilizzati. Con ogni probabilità si tratta della più significativa e innovativa proposta concreta per la rigenerazione sostenibile delle città avanzata negli ultimi anni, la vera sfida a questo punto è replicarne e diffonderne l’applicazione e l’esempio.

Life Cycle Tower One

Dalla miniera al bosco, un nuovo paradigma costruttivo per le città

del nuovo millennio

Corrado Curti

Ingegnere e Architetto, è esperto di progettazione costruttiva e strutturale di sistemi e involucri a secco, di cui si occupa come Responsabile di Progetto presso la società IngeMBP. È docente a contratto presso il Politecnico di Torino

LCT One è un edificio ma è anche una miniera urbana; è alto otto piani ma potrebbe essere alto 30, oppure potrebbe essere un edificio a stecca – come il “fratello” Illwerke Zentrum Montafon (IZM); ospita uffici ma potrebbero essere abitazioni, negozi, un albergo o una residenza sociale, in ogni caso è sempre possibile trasformarlo adattandolo per altri usi perché la pianta è completamente libera Soprattutto, LCT One è una visione per il futuro dell’edilizia e del modo di costruire i nostri edifici e le nostre città

LCT One è il prototipo realizzato nel 2012 dalla innovativa società Austriaca CREE nella cittadina di Dornbirn per ospitare la propria sede e altri uffici, utilizzando un sistema costruttivo prefabbricato con tecnologia ibrida in legno e calcestruzzo concepito e sviluppato, nel corso di una ricerca durata oltre 3 anni, per attivare una vera e propria “rivoluzione” nel modo di costruire le città

La filosofia su cui si basa il progetto CREE è sintetizzata dal significato dell’acronimo LCT: Life Cycle Tower Secondo molti storici e sociologi le città sono il principale motore di sviluppo della società umana e oggi la maggioranza della popolazione mondiale vive in aree urbane; allo stesso tempo, le città sono diventate negli ultimi tre secoli le principali fonti di emissioni inquinanti nell’atmosfera e le maggiori responsabili del consumo di energia, mentre il metabolismo urbano, e l’industria delle costruzioni in particolare, è responsabile della produzione di una enorme massa di rifiuti In questi ultimi aspetti l’edilizia gioca un ruolo significativo Il tentativo “sovver-

Corrado Curti
88 legnoarchitettura 17 techné F o t o © 2 0 1 2 N o r m a n A M u e

sivo” di CREE è quello di agire sulle modalità e sulle tecnologie di costruzione degli edifici – dunque delle città – attraverso un approccio integrato e olistico applicato al processo di produzione-vita-smaltimento di un edificio per minimizzarne l’impatto nell’intero ciclo di vita

Dal punto di vista tecnologico il sistema costruttivo prefabbricato ibrido in legno e calcestruzzo sviluppato da CREE è costituito dal nucleo scale-ascensori, progettato in legno ma realizzabile anche in calcestruzzo o acciaio, dai pannelli di solaio ibridi in legno e calcestruzzo e dai pannelli di parete che inglobano anche le strutture verticali in legno; è concepito per realizzare edifici a pianta libera con manica semplice compresa tra 8 m e 10 m, eventualmente raddoppiabile, ed altezza fino a 30 piani

Dal punto di vista strutturale il sistema costruttivo è basato su uno schema semplice ed efficace, per molti aspetti classico: il blocco che ospita ascensore e scale rappresenta il nucleo di controvento dell’intero edificio rispetto alle azioni orizzontali, a questo si ancorano i solai misti in legno-calcestruzzo che svolgono il ruolo di diaframmi di piano e che poggiano su colonne pendolari in legno Il nucleo è stato progettato e sviluppato per essere realizzato in legno a pannelli (X-lam), ma nel caso specifico dell’LCT One è stato realizzato in calcestruzzo armato gettato in opera per accelerare le pratiche autorizzative

I pannelli di solaio, di larghezza 2,7 m e lunghezza compresa tra 8,1 m e 9,45 m, sono costituiti da travi accoppiate in legno lamellare di sezione 240x280 mm disposte a passo 1,35 m e soletta collaborante in calcestruzzo armato di spessore 80 mm Tra le travi è inserito un controsoffitto in lamiera d’acciaio microforata di spessore 2 mm, applicato al filo dell’intradosso travi per lasciare adeguati cavedi impiantistici I pannelli di tamponamento esterni, di larghezza 10,8 m e altezza 3,3 m, pari all’interpiano, hanno struttura costituita da elementi in legno a telaio e sono controventati sul lato interno con pannelli di OSB di spessore 18 mm e sul lato esterno da pannelli particellari in legno legati con cemento di spessore 18 mm I pannelli particellari cementizi sono caratterizzati da ottima resistenza all’umidità ed elevata resistenza meccanica e risultano dunque particolarmente adatti a fungere da supporto della facciata ventilata esterna (nel caso LCT One realizzata in pannelli di alluminio riciclato), mentre l’elevato peso specifico garantisce adeguata massa termica e isolamento acustico al pannello-parete L’isolamento termico di spessore 320 mm è interposto tra i montanti della struttura a telaio, mentre sul lato interno dei pannelli è presente ed è già assemblata in stabilimento una controparete in gessofibra per la realizzazione dell’intercapedine di servizio per il passaggio degli impianti Anche i serramenti sono inseriti nei pannelli di facciata direttamente in stabilimento I pannelli parete sono inol-

Nella pagina a fianco, vista complessiva dell’intervento A sinistra, uno degli uffici di LCT One al 7° piano

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In questa pagina, fasi di montaggio delle strutture prefabbricate di LCT One

tre preassemblati con i doppi pilastri in legno lamellare, aventi sezione di dimensioni 240x240 mm, disposti a passo 2,7 m e accoppiati mediante connettori metallici La griglia di organizzazione della facciata è impostata sul modulo di passo 1,35 m e altezza pari all’interpiano e nel caso dell’LCT One è stata “riempita” alternativamente con parti opache e trasparenti secondo uno schema compositivo dei prospetti a scacchiera, ma può essere personalizzata a piacere sia in termini compositivi sia in termini di materiali di finitura Dal punto di vista della costruzione l’assemblaggio avviene secondo un metodo “a piattaforma”, ovvero piano per piano Una volta eseguito il getto delle fondazioni e del basamento in calcestruzzo armato, la struttura in elevazione viene posata in opera collocando le pareti portanti di ogni piano – di norma solo quelle perimetrali esterne – e procedendo poi a collocarvi sopra le plance di solaio Dopo la posa dei pannelli di parete e delle relative colonne al piano soprastante avviene il getto di chiusura e solidarizzazione tra i pilastri dei due livelli e tra le plance di solaio L’appoggio delle travi lignee sulle colonne, sul nucleo e sulle travi di bordo avviene secondo un semplice ma efficace aggancio del tipo a tenone e mortasa, mentre le colonne sono provviste di connettori metallici di estremità con barre filettate tipo Rebar che permettono il centraggio e la stabilizzazione dell’intera struttura senza necessità di attendere la maturazione dei getti nei nodi, i quali svolgono principalmente il ruolo di chiusura dei compartimenti antincendio

In considerazione degli obbiettivi e della filosofia di CREE, ovvero minimo impatto sull’intero ciclo di vita del fabbricato, la scelta del legno come principale costituente dell’intero organismo edilizio appare obbligata e non ideologica: si tratta del materiale da costruzione caratterizzato dal più basso impatto ambientale per la produzione e la messa in opera, deriva da fonti rinnovabili e, se adeguatamente impiegato, può essere recuperato e riutilizzato al termine della vita utile del fabbricato in cui è inserito Allo stesso tempo l’ottica del riuso, della possibilità di recupero dei materiali costituenti un edificio per un successivo riutilizzo, è stata adottata come principio guida per lo sviluppo dell’intero progetto, ed è evidenziata attraverso la metafora dell’edificio a fine vita utile come miniera urbana Non più rifiuto ma risorsa: potenziale giacimento di materiali e semilavorati da “scavare” e reimpiegare, in una sorta di “staffetta” di risorse con le generazioni future

La metafora della miniera urbana ben si adatta anche ad un altro e meno noto aspetto in cui il legno eccelle: la riduzione del quantitativo di terreno che deve essere scavato per la produzione di ogni materiale Mentre la produzione di legno non richiede di fatto alcuna attività mineraria, per ogni chilogrammo di acciaio è necessario movimentare 8 kg di roccia e terreno, che diventano 37 kg nel caso dell’allumino e ben 348 kg per ogni chilogrammo di rame Come appare evidente, la montagna di detriti che deve essere prodotta e smaltita per realizzare un edificio tradizionale risulterebbe con ogni

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Sopra, dall’alto, sollevamento della plancia di solaio tipica; dettaglio di posa della plancia con in evidenza le sedi nelle travi per la realizzazione degli appoggi; sollevamento del modulo di facciata tipico

A destra, dettaglio del modulo di facciata tipico con in evidenza le colonne binate in legno e le barre di ancoraggio interpiano

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Sopra, una vista d’angolo dell’LCT One
F o t o © D a k o T o d o o v c P h o o g r a p h y a d o k n e t F o o : © D a r k o T o d o r o v c P h o t o g a p h | a d r o k n e F o t o © D a r k o T o d o r o v c P h o t o g r a p h y a d o k n e F o o © D a r k o T o d o r o v c P h o t o g r a p h | a d r o k n e F o t o © 2 0 1 2 N o r m a n A M u e

Prospetto principale di LCT One a Dornbirn (progetto di Hermann Kaufmann per CREE)

A destra, vista del cantiere “al grezzo” prima della posa degli impianti e dei controsoffitti in acciaio; vista del cantiere finito prima dell’allestimento degli spazi interni.

probabilità ben più grande dell’edificio stesso Rispetto a queste considerazioni appare quasi secondario e parte ormai di una prassi ordinaria il fatto che l’involucro, costituito da pannelli prefabbricati in legno a telaio, è stato concepito per raggiungere lo standard passive house così come il fatto che una consistente quota dei listelli impiegati per le strutture secondarie

deriva da legno di azobé riciclato

Anche la scelta della prefabbricazione ha precise ragioni: il processo di produzione in stabilimento consente un maggiore controllo delle risorse utilizzate, della qualità delle lavorazioni e dunque prestazioni migliori e certe con minori sprechi rispetto alla costruzione assemblata in situ Non solo: la prefabbricazione in stabilimento consente di ridurre significativamente (fino a metà) i tempi di costruzione mentre il numero limitato di operazioni da eseguire in opera consente di ridurre significativamente l’emissione nell’ambiente di polveri, rumori e vibrazioni Anche rispetto alla prefabbricazione, il legno presenta vantaggi significativi rispetto ai materiali tradizionali e alle relative tecnologie: le macchine e i processi di lavorazione del legno hanno raggiunto un livello di integrazione con i software di progettazione estremamente elevato, macchine a controllo numerico relativamente “semplici” sono in grado di realizzare lavorazioni complesse con precisione superiore al millimetro ed è dunque possibile operare una sistematizzazione e ottenere un controllo degli elementi, delle lavorazioni e dei processi impensabile con i sistemi tradizionali

L’impiego di una cappa cementizia per l’impalcato dei solai potrebbe apparire come un “nota stonata” in un altrimenti armonioso e ambizioso inno alla sostenibilità Tuttavia, anche in questo caso la risposta è perfettamente in linea con l’approccio pragmatico e non ideologico di CREE, il cui obbiettivo è quello di proporre e realizzare un sistema costruttivo a basso impatto ambientale sicuro, efficiente e vantaggioso sotto ogni punto di vista Trattandosi di un edificio a struttura lignea, uno degli aspetti relativi alla sicurezza su cui lo sviluppo del progetto si è concentrato maggiormente è la resistenza al fuoco, che deve essere garantita in maniera durevole, con il minor numero di operazioni manutentive nel tempo, senza pregiudicare la possibilità di riuso dei materiali Le membrature in legno sono state quindi dimensionate per garantire una resistenza al fuoco superiore alle due ore senza impiego di impregnanti o rivestimenti protettivi, mentre un diverso approccio si è

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F o o : © 2 0 1 2 N o m a n A M u e F o o © 2 0 1 2 N o m a n A M u l e F o o © D a r k o T o d o r o v c P h o t o g r a p h | a d r o k n e

reso necessario per i solai che svolgono anche la funzione essenziale di compartimentazione del fabbricato

La soluzione più semplice, efficace e durevole è risultata quella di prevedere a livello di ogni solaio un “taglio minerale” che, realizzato con una caldana in calcestruzzo collaborante con le travi, ha consentito anche una significativa riduzione delle sezioni di legno delle travi e il contenimento dello spessore complessivo del solaio e, dunque, dell’altezza complessiva di interpiano

La sicurezza al fuoco è stata testata mediante una campagna di test sperimentali su elementi a scala reale che hanno ampiamente superato le due ore di esposizione al fuoco senza cedimenti strutturali e senza propagazione di fiamme, fumo e calore tra compartimenti diversi

I dati dimensionali del prototipo LCT One sono notevoli: 8 piani su un impronta rettangolare di 13x24 m per un totale di 2500 m2 di superficie di pavimento utile, e per comprendere quanto la ricerca di CREE sia stata fruttuosa è sufficiente fornire i principali dati a disposizione relativi all’LCT One rispetto a un analogo edificio realizzato con tecnologie convenzionali: riduzione di emissioni di CO2 pari al 90%, riduzione del consumo di risorse pari al 39% e standard passivo E questo è solo l’inizio: l’edificio Illwerke Zentrum Montafon, commissionato a CREE come propria sede dalla società austriaca Illwerke AG e realizzato col sistema LCT proprio a Montafon (A), promette di essere ancora più sorprendente: una stecca di 120 m di lunghezza alta 5 piani, per una di superficie di pavimento utile di 10 000 m2

Un ultimo, ma forse il più importante, aspetto di interesse del progetto CREE-LCT riguarda la composizione della compagine che lo ha sviluppato La società CREE, acronimo per Creative Resource & Energy Efficiency, è una spin-off del Gruppo Rhomberg, attivo nell’ambito delle costruzioni dal 1886 È proprio la volontà di continuare a giocare un ruolo fondamentale nel settore delle costruzioni che ha convinto Rhomberg della necessità di attuare ricerche e sviluppare modelli alternativi e più radicalmente innovativi rispetto alle pratiche consolidate e perfino rispetto alle buone pratiche contemporanee Per questo motivo Rhomberg ha costituito una società ex-novo e ha individuato quali partner strategici due veri e propri fuoriclasse delle costruzioni prefabbricate e delle costruzioni in legno Il primo è lo studio di progettazione di Hermann Kaufmann, famoso nel mondo per una serie di edifici e moduli prefabbricati, per lo più in legno, sviluppati nel corso di oltre 30 anni di ricerche e realizzazioni Il secondo è la società Wiehag, leader assoluto a livello mondiale nella tecnica e nella tecnologia delle costruzioni in legno Dunque tutti i principali attori di questo pionieristico e visionario progetto non solo sono austriaci, ma provengono dalla medesima regione, il Voralberg, secondo un principio di

visione globale e azione locale che è stato tradotto anche nel sistema costruttivo LCT L’imponente lavoro di ricerca, sistematizzazione e ingegnerizzazione, esteso non solo al progetto ma all’intero processo costruttivo, ha avuto come esito un modello efficiente che si basa su tecnologie relativamente semplici, potenzialmente replicabile localmente anche in termini di produzione e installazione, che dunque supera il tradizionale approccio di centralizzazione della produzione e conseguente incremento esponenziale dei costi economici e ambientali di trasporto e logistica Ciò che CREE oggi può esportare, prima e più ancora che edifici, è conoscenza, ed è forse questo l’aspetto del progetto LCT più innovativo e rivoluzionario per il settore delle costruzioni

Prospetto laterale con il nucleo dei collegamenti verticali

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The Wish List

The “Wish List” è un progetto che vede la collaborazione di alcuni fra i nomi più conosciuti del design internazionale e giovani designer emergenti, organizzato dall’American Hardwood Export Council (AHEC) e da Benchmark Furniture per creare un’installazione di grande impatto, esposta al Victoria and Albert Museum di Londra Il progetto è nato da una semplice domanda (“Che cosa avresti sempre voluto a casa tua ma non sei mai riuscito a trovare?”) formulata da Terence Conrad, cofondatore di Benchmark ad alcuni suoi amici progettisti e designer.

Da una domanda così generica è nata una grande varietà di risposte e la sfida è stata quella di produrre ognuno degli oggetti desiderati in un unico materiale, il legno di latifoglie americane, per dimostrarne la versatilità e l’enorme varietà di risultati che si possono ottenere utilizzando un solo materiale. Oltre agli aspetti estetici e tecnologici va messo in luce il processo di realizzazione che ha riservato un’attenzione particolare all’impatto dei singoli manufatti misurato attraverso l’analisi dell’intero ciclo di vita.

design

Sotto, da sinistra: Garden Shed (progetto di Paul Smith con Nathalie de Leval); Workspace (progetto di Terence Conran con Sebastian Cox); Long Fruit Bowl (progetto di Amanda Levete con Win Assakul); Kitchen Stools (progetto di Alison Brooks con Felix de Pass); Room Fittings (progetto di John Pawsoin con Studio Areti)

Nella pagina a fianco, Ladder (progetto di Richard and Ab Rogers con Xenia Moseley).

Desideri a basso impatto ambientale

“Che cosa avresti sempre voluto in casa tua ma non sei mai riuscito a trovare?” Questa è la domanda da cui nasce

The Wish List, what I have always want is , un progetto che ha visto la collaborazione di alcuni dei nomi più conosciuti del design e dell’architettura internazionali con giovani designer emergenti allo scopo di creare una serie di oggetti da esporre al Victoria and Albert Museum durante il London Design Festival 2014

Dalla semplice richiesta di Terence Conrad, cofondatore di Benchmark Furniture che, in collaborazione con l’American Hardwood Export Council (AHEC) ha contribuito alla realizzazione della mostra, sono nati una serie di oggetti in legno di latifoglie americane a dimostrazione dell’estrema versatilità della materia legno e della grande varietà di risultati ottenibili dall’utilizzo di un unico materiale

Le richieste dei dieci nomi illustri coinvolti nell’iniziativa – Paul Smith, Norman Foster, Amanda Levete, John Pawson, Alison Brooks, Zaha Hadid, Alex de Rijke, Richard e Ab Rogers e Allen Jones – hanno offerto ai giovani designers l’opportunità di lavorare a stretto contatto con i loro committenti nello sviluppo dei progetti e di costruire personalmente i loro pezzi, realizzati nel corso di una intensa settimana di lavoro, chiamata “Making Week”, sotto l’attenta supervisione e guida dei maestri ebanisti di Benchmark

Durante la produzione, le squadre coinvolte hanno contabilizzato e registrato tutte le quantità e le tipologie dei materiali usati e l’ammontare dell’energia consumata al fine di valutare l’impatto ambientale di ciascun oggetto realizzato, utilizzando la ricerca dell’AHEC sulla valutazione del ciclo di vita (LCA – Life Cycle Assessment) effettuata su 19 specie di latifoglie americane L’elaborazione dei dati ha consentito di controllare l’impatto del processo di creazione di ciascun prodotto secondo sei categorie, tra cui il Potenziale di riscaldamento globale (GWP) e l’impronta del carbonio

Il legno per la realizzazione degli oggetti (quercia bianca, noce, tulipier e ciliegio americani, frassino americano termotrattato) è stato fornito dall’AHEC, relativamente alla gestione delle foreste di provenienza dei propri legni The Wish List dimostra come anche il design d’autore può abbracciare la sostenibilità con grandi risultati non solo estetici, alcuni dei quali sono approfonditi nelle pagine successive

96 legnoarchitettura 17 design The Wish List

AHEC (American Hartwood Export Council) All’avanguardia nella promozione del legno in Europa, dove promuove i legni di latifoglia americani

BENCHMARK Azienda di artigiani e designers, fondata 30 anni fa da Terence Conran e Sean Sutcliffe nel West Berkshire Oggi il team conta 50 persone e oltre 3700 m2 di officine per le attività di lavorazione del legno

LONDON DESIGN FESTIVAL Inaugurato nel 2003, il suo ruolo è quello di celebrare e promuovere Londra come capitale del design e portale di accesso alla comunità internazionale del design Nel 2014, il festival si è tenuto dal 13 al 21 settembre

JAMES LATHAM Fondata nel 1757, la ditta importa e distribuisce legno per costruzioni in tutto il regno Unito.

Tutte le fotografie di questo articolo sono di ©Petr Krecji.

Sostenibilità

Tra il 1953 e il 2007, il volume di latifoglie presente nelle foreste americane si è più che raddoppiato L’area coperta da foreste di latifoglie e miste negli USA, ancora possedute per la maggior parte da piccoli proprietari, è di circa di 120 milioni di ettari (il 12% dell’intero territorio agricolo statunitense) Gli ultimi dati dall’analisi dell’USDA Forest Inventory rivela che la crescita delle foreste di latifoglie è di 271 milioni di metri cubi l’anno, mentre la raccolta è solo di 141 milioni di metri cubi Negli ultimi anni, la AHEC si è impegnata poi molto sul fronte del Life Cycle Assessment, in sintonia con l’etica sostenibile della Benchmark L’LCA è uno strumento per misurare tutti gli impatti della produzione e dell’uso dei materiali, dalla produzione (crescita, nel caso di alberi) attraverso il trattamento, il trasporto, la finitura, l’uso e infine il posizionamento Gli impatti considerati nell’LCA includono la carbon footprint (impronta ecologica), l’acidificazione, l’eutrofizzazione, la produzione di ozono fotochimico (POCP) e la domanda di energia L’LCA è un approccio che sta ormai guadagnando un crescente riconoscimento in diversi ambiti Per monitorare i propri legni su questo fronte, l’AHEC ha lavorato con un organismo indipendente, il PE International, per la produzione di informazioni su tutti i suoi legni, dalla foresta fino all’arrivo in fabbrica; più recentemente, a queste sono state aggiunte analisi relative alle impiallacciature Una volta che il materiale raggiunge la fabbrica, vengono eseguite delle misurazioni sul prodotto che in quel momento viene realizzato Esse devono prendere in considerazione il tempo utilizzato dai macchinari e il consumo energetico, i rifiuti

e come questi vengono usati, i materiali aggiuntivi utilizzati e il loro trasporto, una stima verosimile sulla durata di vita del prodotto

Al fine di rendere possibile tutto questo per The Wish List, i designers hanno dovuto soppesare e misurare quanto utilizzavano e registrare il tempo passato su ogni macchina, in modo che questi dati potessero essere forniti a PE International per le analisi (tutti i risultati si possono trovare su www wishlistldf info) L’impronta ambientale dalla culla alla tomba di ogni prodotto è stata espressa con la distanza percorsa da un’auto media del Regno Unito che produce un quantitativo equivalente di emissioni di carbonio, assumendo una media di 224 g/mile

The Wish List Table Turned

Alex de Rijke con Barnby & Day

L’architetto Alex de Rijke (dRMM Architects) ha sempre desiderato un tavolo rotondo in legno che sembrasse intagliato da un unico tronco, poiché, secondo l’architetto stesso, un tavolo rotondo è “ più democratico, non c’è nessuno a capotavola e gli adulti e i bambini sono sullo stesso piano ” Per la realizzazione del tavolo, de Rijke ha scelto due giovani de-

signers inglesi, Rob Barnby e Lewis Day di Barnby and Day che avevano alle spalle una buona esperienza nella fabbricazione di mobili artigianali

Il design del tavolo, elaborato da de Rijke, è stato in seguito sviluppato con Barnby e Day, proponendo un manufatto che richiama nella forma un albero massiccio, con una base di circa un metro di diametro, un piano di appoggio di due metri di diametro e un piedistallo curvilineo che si rastrema al centro, al fine di lasciar spazio per le gambe dei commensali, e che si allarga in alto fino al piano superiore La solidità espressa dal manufatto finito è solo apparente in quanto la struttura del piedistallo e della base è cava A enfatizzare ancor di più l’illusione di robustezza del tavolo, che sembra essere ricavato da un unico elemento di legno lamellare, vi è una concavità centrale utilizzata come porta frutta o, inserendovi un cestello, per tenere in fresco il vino Il processo di produzione è stato messo a punto con grande accuratezza risolvendo diverse problematiche legate alla lavorabilità di un manufatto di tali dimensioni, tra queste l’impossibilità per le macchine tornitrici di sopportare e sostenere il peso del tavolo nel suo insieme (circa 170 kg)

Il tavolo è costituito da 13 anelli di CLT (Cross Laminated Timber) di Tulipier americano a tre strati; questi sono stati disegnati mediante il router delle macchine a controllo numerico e tagliati con seghetti elettrici in differenti misure a formare tre sezioni – inferiore, centrale e piano di appoggio – che avrebbero costituito il tavolo

Ogni sezione è stata lavorata al tornio (l’elemento più grande girava a una velocità di quasi 100 km/h all’esterno), lisciata con levigatrici orbitali che hanno rimosso anche le parti interne al fine di ridurne il peso, e finita a mano con carte abrasive Solo alla fine i tre elementi sono stati assemblati assieme e ulteriormente rifiniti

Alex de Rijke

Direttore e fondatore di dRMM Architects nonché decano della Facoltà di Architettura al Royal College of Art di Londra

Barnby & Day

Rob Barnby e Lewis Day realizzano mobili nel loro laboratorio fuori Hay-onWye. Barnby ha sviluppato il suo stile alla Trent University di Nottingham nel 2012 mentre Day ha studiato ingegneria degli sport a motore e ha esperienza di produzione

La massa di tulipier utilizzata per il tavolo domina l’impatto ambientale, sia positivamente che negativamente Da un lato, l’energia generata dagli scarti di legno durante la fabbricazione e alla fine del ciclo di vita bilancia la maggior parte delle emissioni di carbonio. Il fatto che il tulipier sia un legno duro ad asciugatura rapida aiuta ulteriormente a ridurre l’impatto ambientale D’altra parte, il volume relativamente grande di tulipier usato nel tavolo contribuisce a impatti più significativi di acidificazione e di eutrofizzazione durante il trasporto nonché a un potenziale relativamente elevato di produzione di ozono fotochimico (POCP). A compensare parzialmente tali impatti è il potenziale del tavolo di rimanere in uso per molti anni, riducendo al minimo la necessità di sostituzione

Carbon footprint calcolato in miglia d’auto: 601

98 legnoarchitettura 17 design

The Wish List The Hole Chair

Allen Jones con Lola Lely

Da almeno 10 anni lo scultore e artista pop britannico Allen Jones teneva sui suoi scaffali il progetto e il modello di una sedia che aveva pensato di realizzare in metallo, nonostante non fosse il miglior materiale per una seduta Quando Terence Conran di Benchmark contattò Jones per il progetto The Wish List, l’artista pensò immediatamente al suo bozzetto

L’idea era quella di una struttura personalizzata, adattata alla forma del suo corpo, ma che fosse anche deliberatamente androgina La poltrona si è evoluta quindi da reclinabile a chaise long più sollevata

Lola Lely è la designer che ha realizzato il modello a dimensioni naturali e quindi l’ha portato dall’officina alla casa di Jones, a Londra Barbican, così che potesse essere “montata” all’esterno, per il divertimento dei passanti

Del progetto The Wish List, Lola Lely afferma: “Io ero quella che risolveva i problemi Andava bene non essere tanto una designer in questo progetto Questo era quello che Allen voleva e che ha ottenuto ”

La poltrona è in impiallacciato di legno di acero e di noce poiché, secondo Lola Lely, questo era l’unico modo per creare la forma che voleva Il legno principale, l’acero, è di un colore pallido uniforme, in ottimo contrasto con i toni scuri del noce

La Lely ha realizzato la forma con 13 strati di impiallacciato, aggiungendo speciali strati in noce sopra e sotto con intarsi I vari strati “si sono incastrati come i pezzi di un puzzle,” spiega Lola

Allen Jones

Artista britannico che ha studiato al Royal College of Art ed è associato alla genesi della Pop Art Continua a lavorare come sculture e litografo, ispirando molte delle sue opere alla pubblicità e alle arti visive

Lola Lely

Designer operativa a Londra che lavora su esplicite connessioni tra narrativa, materiale e processo

Ha collaborato con svariati esperti, tra cui antropologi, maestri pittori, narratori e argentieri

La grande quantità di MDF (medium density fiberboard) necessaria per la forma fornisce un contributo significativo in tutte le categorie di impatto ambientale Poiché questo è un pezzo unico, in esso si concentra tutto l’impatto Tuttavia, se la poltrona venisse prodotta per il commercio, gli stampi MDF verrebbero riutilizzati e questo impatto sarebbe ripartito tra più prodotti Il rifiuto di produzione associato a questo prodotto è minimo e i crediti ricevuti dallo smaltimento a fine ciclo di vita sono quindi superiori a quelli ricevuti dallo smaltimento degli scarti di lavorazione Il fatto che la poltrona dovrebbe durare tutta la vita riduce al minimo gli impatti associati alla sua sostituzione, ciò significa che il carbonio immagazzinato nel prodotto integra il carbonio accumulato nelle foreste degli Stati Uniti

Carbon footprint calcolato in miglia d’auto: 183

99

The Wish List Ves-el

Zaha Hadid con Gareth Neal

Il desiderio di Zaha Hadid era semplice, quasi generico: articoli per la tavola Il designer Gareth Neal doveva, a questo punto, affrontare due problemi: il primo riguardava il fatto che il legno, con l’eccezione di alcuni piatti, non è un materiale ovvio per gli articoli da tavola e, secondo, è che, avendo la Hadid come cliente, non poteva realizzare nulla di “ordinario” Il designer ha dunque affrontato il progetto partendo da una serie di vasi di forma classica che sono stati poi distorti, allungandoli per un asse e aprendoli alla fine, in ottemperanza alla natura fluida dei lavori della Hadid, unito alla dinamicità dell’elemento funzionale Il primo vaso è stata una sfida, non solo per Gareth ma anche per la Benchmark, la quale ha dovuto aggiornare il suo software CNC per ottenere la complicata forma dei recipienti che Neal ha costruito in due metà teoricamente identiche, ma che, in effetti, non lo erano proprio Questo particolare è così diventato il “marchio di fabbrica” del prodotto stesso Nella lavorazione si sono venute a creare scanalature simili a quelle create dal pollice di un vasaio Dei due vasi realizzati, Neal e la Hadid hanno concordato di tenerne uno nella tonalità naturale della quercia bianca americana, mentre l’altro doveva essere scuro, “ebanizzato”

Zaha Hadid

Ha vinto il Premio Pritzker nel 2004 e il Premio Stirling nel 2010 e nel 2011

I suoi progetti sono caratterizzati da complessità geometrica e, spesso, da forme curve

Oltre a progetti in numerosi paesi ha disegnato anche mobili e calzature.

Gareth Neal I suoi progetti spaziano da singoli pezzi per il mercato internazionale dei collezionisti a lavori personalizzati per clienti privati e pezzi di produzione per l’industria

Gran parte del legno necessario per fabbricare i vasi non è finito nel prodotto finale. Questo riduce il potenziale di stoccaggio del carbonio a lungo termine, ma significa anche che vi è un significativo volume di rifiuti di legno dirottato verso la produzione di energia La massa complessiva dei rifiuti di legno risultanti durante la produzione è molto maggiore rispetto alla massa finale del prodotto Come risultato, i crediti derivanti dalla lavorazione

sono maggiori di quelli di fine vita. Una parte significativa delle emissioni di anidride carbonica collegate ai vasi è dovuta all’uso dell’energia di rete per alimentare la macchina CNC Questa supera il totale delle emissioni di carbonio derivanti da raccolta, lavorazione e trasporto del legno di latifoglia americano al Regno Unito

Carbon footprint calcolato in miglia d’auto: 341

100 legnoarchitettura 17 design

The Wish List Tulipifera Sharpeners

Norman Foster con Norie Matsumoto

Benché Norman Foster gestisca uno degli studi più tecnologicamente avanzati al mondo, non ha perso l’amore per il disegno “Da quando riesco a ricordare io e la mia matita siamo compagni inseparabili Fare schizzi e scarabocchi è parte integrante del mio modo di vivere ”

Nel descrivere il suo desiderio dice che vorrebbe “un temperamatite per tre diametri, da appoggiare sulla scrivania, e dotato di contenitore per raccogliere lo scarto” Poiché il baronetto ha diverse scrivanie, il desiderio si è allargato ed è diventato una vera e propria famiglia di temperamatite, ciascuno per una sede diversa

Sir Foster e Norie Matsumoto hanno dunque scelto di realizzare i temperamatite in tulipier americano, spesso considerato un legno di bassa qualità, abbondante e poco costoso, che però l’architetto ha molto apprezzato per le variazione cromatiche, proprio perché, dopo aver esaminato diverse essenze, il tulipier era l’unico con un colore chiaro e le cui venature assomigliavano quasi a quelle del marmo Il cubo, il cilindro e la sfera sono stati ricavati da pezzi di legno massello di tulipier; il tetraedro, però, doveva misurare dieci centimetri ed era, quindi, più grande dello spessore delle tavole di legno a disposizione Per risolvere il problema, Matsumoto ha tagliato singoli pezzi triangolari di legno e li ha uniti successivamente prestando grande cura alle giunzioni e agli angoli Le parti metalliche su misura sono in ottone con finitura opaca

Norman Foster Fondatore e presidente della Foster + Partners Dalla sua fondazione, nel 1967, lo studio è stato insignito di oltre 680 premi e ha vinto più di 100 concorsi a livello nazionale e internazionale.

Norie Matsumoto Designer giapponese con studio a Londra ed esperienze nel design e nella produzione di arredi Ha studiato al Royal College of Art e nel 2012 ha ricevuto il Conran Foundation Award

I temperamatite hanno un alto profilo ambientale. La tulipifera è una latifoglie abbondante e poco usata che beneficia di un tempo di essiccazione relativamente breve, cosa che si traduce in basse emissioni durante l’essiccazione stessa Tutto ciò rende il set dei quattro temperamatite quasi carbon neutral L’utilizzo del legno assicura una rilevante compensazione del carbonio grazie all’energia prodotta con l’incenerimento degli scarti, che sostituiscono i combustibili fossili I temperamatite sono di poco inferiori alla carbon neutrality solo a causa delle quantità di energia elettrica relativamente grandi utilizzate durante la lavorazione

Dato che questa valutazione ambientale del ciclo di vita (LCA) è una misura del primissimo tentativo per la fabbricazione di questo prodotto, se questo progetto fosse commercializzato, dovrebbe essere una questione relativamente semplice aumentare l’efficienza produttiva e garantire benefici significativi in termini di emissioni di carbonio

Carbon footprint calcolato in miglia d’auto: 79

101

The Wish List LCA e impatti ambientali

L’LCA prevede la raccolta e la valutazione di dati quantitativi relativi a tutti gli input e gli output dei flussi di materiale, energia e rifiuti associati a un prodotto durante tutto il suo ciclo di vita così da poter determinare il suo impatto ambientale, quantificando gli effetti ambientali su un range di categorie d’impatto Può anche provvedere a una valutazione qualitativa, come per esempio riguardo la biodiversità e l’uso del territorio, meno facili da quantificare L’LCA della Wish List è basata su uno studio di 2 anni, commissionato dall’AHEC e sottoscritto da PE International per valutare gli impatti ambientali associati alla distribuzione del legno di latifoglia americano nel mercato mondiale Questo coinvolge una valutazione indipendente di largo respiro di pratiche forestali collegati alle latifoglie e un’indagine delle centinaia di compagnie statunitensi coinvolte nel processo e nell’export dei relativi prodotti

Le informazioni sull’LCA del legno di latifoglia americano sono state combinate con i dati raccolti durante la manifattura dei prodotti alla Benchmark e con il database LCA già esistente presso il PE International

Per modellare l’impatto cradle-to-grave (dalla culla-alla tomba) della Wish List, sono stati definiti i seguenti presupposti riguardanti lo smaltimento dei rifiuti durante la produzione e alla fine della vita del prodotto: - l’80% di rifiuti di legno di latifoglie è usata come carburante per caldaie a biomassa, andando a sostituire l’olio combustibile leggero, - il rimanente 20% di rifiuti di legno di latifoglie è riutilizzato per altri prodotti, - altre parti (incluse colle, rivestimenti, accessori ecc ) vengono bruciate, con recupero di energia termica Questi presupposti sono basati su informazioni fornite dalla Benchmark riguardo le sue procedure standard per l’uso dei rifiuti e da fonti secondarie riguardo le pratiche relative allo smaltimento dei rifiuti in generale nel Regno Unito L’LCA di ogni prodotto della Wish List è stata modellata separatamente e i risultati dettagliati per ognuno sono disponibili su www wishlistldf info L’LCA del legno di latifoglie americano intrapresa da PE International ha valutato l’impatto della raccolta del legno sull’uso del suolo e la biodiversità, attingendo dal database dell’United States Forest Service e altri report indipendenti PE International afferma che “nel sistema sotto indagine il materiale principale – il legno – proviene da foreste che si rigenerano naturalmente” I dati mostrano che i legni di latifoglie statunitensi crescono di 271 milioni di m3 l’anno, mentre il raccolto medio è di 141 milioni di m3 l’anno Ciò significa che, anche dopo la raccolta, si accumulano annualmente 130 milioni di m3 di legno di latifoglie nelle foreste USA In pratica, ci vogliono meno di due secondi per rinnovare i 13 m3 di tronchi di latifoglie americane necessari per tutti i manufatti della Wish List!

Carbon Footprint

Da un’analisi completa from cradle-to grave, la carbon footprint di tutti i prodotti della Wish List è di 0,61 tonnellate di CO2 equivalenti, che è inferiore alla carbon footprint di una persona su un volo di andata e ritorno da Londra a New York Il doppio ruolo del legno come materiale per la fabbricazione di prodotti e come biocarburante per la produzione di energia ha importanti conseguenze per la carbon footprint Le emissioni di carbonio durante tutti i momenti di raccolta e di processo del materiale, di realizzazione e di trasporto per tutti i prodotti ammontano a 4,15 ton di CO2 equivalente Di queste emissioni, 2,48 tonnellate sono associate alla fornitura del legno Tali emissioni sono compensate a loro volta da 3,54 ton di CO2 equivalenti risultanti dalla sostituzione di carburante fossile attraverso l’uso dei rifiuti generati sia durante la produzione sia durante la fine della vita

I vantaggi associati all’uso di scarti di legno come combustibile effettivamente superano gli impatti associati alla produzione e al trasporto del legno Questo ha come conseguenza interessante che, più legno si usa, più si abbassa la carbon footprint Per questa ragione, i prodotti più grandi della Wish List non hanno necessariamente una carbon footprint significativamente più alta rispetto ai prodotti più piccoli

Poiché il legno usato per i prodotti della Wish List è addirittura più che carbon neutral, altri materiali meno visibili hanno un impatto spropositatamente più grande sulla carbon footprint Nella scala di Xenia Moseley per Richard e Ab Rogers, ad esempio, i 700 g di pellame verde utilizzato per la seduta in cima alla

102 legnoarchitettura 17 design

Sopra, la lavorazione del legno per lo studiolo Getting away from it all Le tavole di ciliegio sono state lasciate a imbibirsi d’acqua in un torrente, per poter essere poi tagliate in listelli più facilmente lavorabili e piegabili

scala ammontano da soli alla metà della carbon footprint totale del prodotto! La sostituzione di questo singolo componente con legno ridurrebbe in modo significativo il carico ambientale Similmente, anche una piccola riduzione nel numero degli elementi metallici di fissaggio usati per il capanno di Nathalie de Leval per Paul Smith lo renderebbe carbon neutral

Potenziale di acidificazione

Il potenziale totale di acidificazione di tutti i prodotti della Wish List è di 20,8 kg di anidride solforosa (SO2) equivalente L’acidificazione è causata soprattutto dal consumo di carburanti fossili e la scala dell’impatto è direttamente correlata al loro contenuto di zolfo Più della metà del potenziale di acidificazione dei prodotti della Wish List è dovuto alle emissioni durante il trasporto per mare del legno dagli USA all’Europa e riflette il contenuto di zolfo relativamente alto del carburante usato per le navi La misura in cui tale impatto può essere ridotto per i prodotti spediti da oltreoceano dipende molto dai progressi internazionali nella riduzione del tenore di zolfo di questi combustibili In questa direzione si stanno compiendo sforzi per rafforzare progressivamente i requisiti ai sensi della Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato dalle navi (MARPOL); l’obiettivo definito è un limite dello 0,5% del tenore di zolfo di ogni olio combustibile usato sulle navi a partire dal 2020 Questo obiettivo è ben lungi dall’essere soddisfatto a livello internazionale e lo studio della Wish List utilizza una percentuale del 2,7%, che attualmente viene assunta come media globale

Potenziale di creazione di ozono fotochimico (POCP)

I prodotti della Wish List hanno un potenziale di POCP di 5,23 kg di etilene equivalente La maggior parte è dovuta alle emissioni di terpene rilasciato naturalmente dalle resine del legno, durante la crescita degli alberi; tuttavia, i processi in cui il legno viene riscaldato (come nei forni di essiccazione) risultano molto più significativi relativamente alle emissioni

I terpeni hanno una vita breve nell’atmosfera e le più alte concentrazioni di foto-ossidanti sono attese entro cinque ore dall’emissione ed entro una distanza di 50 km

L’impatto ambientale dei terpeni varia ampiamente anche in base alla presenza locale di altri inquinanti, in particolare ossidi di azoto

Ciò nonostante, i foto-ossidanti creati a causa delle emissioni di terpeni possono causare danni alle foreste e alle colture, oltre a essere nocivi per l’uomo, causando possibili irritazione del tratto respiratorio e in parti sensibili dei polmoni Questo risultato evidenzia la necessità di maggiori studi per capire gli impatti specifici delle emissioni di terpeni nel contesto delle strutture americane di essiccazione del legno e le azioni necessarie per mitigare questi impatti

In basso, un’immagine della lavorazione del capanno per giardino Paul’s Shed, su progetto di Paul Smith con la designer Nathalie De Leval, in frassino americano termicamente modificato

Potenziale di eutrofizzazione

Il potenziale totale di eutrofizzazione di tutti i prodotti della Wish List è di 2,43 kg di fosfato equivalente – quasi uguale a quello provocato ogni anno dalla coltivazione convenzionale di 0,1 ettari di terreno a frumento nel Regno Unito Quindi, pur non essendo trascurabile, il potenziale di eutrofizzazione non è poi un problema così significativo per i prodotti della Wish List come il potenziale di acidificazione o il POCP Quasi nessuno dei fenomeni di eutrofizzazione dovuto ai prodotti della Wish List è direttamente legato alla crescita delle latifoglie degli Stati Uniti I fertilizzanti, infatti, sono necessari molto raramente per favorire la crescita di latifoglie americane in quanto queste prosperano in condizioni naturali Invece, quasi tutti i potenziali di eutrofizzazione della Wish List sono dovuti alle emissioni di nitrati durante la combustione dei combustibili per il trasporto e la lavorazione dei materiali

Un fattore importante che mitiga gli effetti ambientali della Wish List è la lunga aspettativa di vita di ciascuno dei prodotti: minore necessità di sostituzione, meno ripetizione degli impatti

Nel caso del legno c’è l’ulteriore vantaggio che i prodotti di lunga durata completano lo stoccaggio di carbonio nella foresta e aiutano a mantenere la CO2 fuori dall’atmosfera

103

ermeticità della copertura

La funzione di una copertura è quella di riparare e preservare l’involucro edilizio Per svolgere adeguatamente tale compito la struttura del tetto deve essere a sua volta protetta dalle piogge, dal gelo e dal calore estivo, al fine di conservare al meglio i materiali che costituiscono il pacchetto costruttivo e garantire nel tempo le caratteristiche fisiche, termiche, acustiche e statiche dello stesso.

In questo secondo approfondimento ci occupiamo della tenuta all’acqua, al vento e all’aria delle coperture, analizzando alcuni prodotti atti a conservarne l’integrità non solamente a cantiere finito, ma anche in fase di costruzione Vengono proposte, inoltre, alcune possibili stratigrafie costruttive di tetti piani o a falda che rappresentano soluzioni standard da adottarsi nelle costruzioni in aree omogenee dal punto di vista climatico; per altre condizioni, è consigliabile valutare e scegliere le soluzioni di volta in volta più idonee.

dettagli

Tenuta all’aria, al vento e all’acqua delle coperture

Nel 1991 rothoblaas inizia la propria attività nello sviluppo e nella fornitura di soluzioni tecnologiche per il settore dell’edilizia del legno, quali i sistemi di fissaggio (viti, giunzioni, angolari, scarpe, tasselli), l’impermeabilizzazione e i sistemi anticaduta Oltre alla fornitura delle soluzioni tecnologiche, rothoblaas offre un servizio di consulenza tecnica al progettisti e, grazie alla sezione rothoschool, anche corsi specifici.

La copertura è l’elemento che protegge l’involucro dalle intemperie e in un edificio in legno la durabilità della struttura e dei materiali che la compongono è un punto cardine della progettazione Ma, oltre alla tenuta all’acqua, il tetto deve regolare il flusso del vapore che si forma all’interno degli ambienti e che è strettamente correlato alle attività svolte quotidianamente e alla temperatura dell’aria; esso deve altresì trattenere il calore durante i mesi più freddi e smaltirlo in estate Una corretta progettazione della copertura deve dunque garantire una adeguata gestione termo-igrometrica del pacchetto che la costituisce, raggiungibile attraverso una idonea scelta dei materiali, l’approfondita analisi fisico-tecnica della stratigrafia e la verifica della compatibilità e della complementarietà dei prodotti e degli accessori

L’obiettivo ultimo è, infatti, quello di conferire sia alla parte strutturale sia alla parte isolante il massimo dell’efficienza e della stabilità nel tempo, fornendo condizioni di comfort abitativo attraverso il controllo del rapporto tra umidità e temperatura Si ricorda infatti che l’aria è veicolo di calore e di umidità, che la quantità di vapore acqueo è connessa alla temperatura e che per evitare fenomeni di condensa è necessario controllarle entrambe combinandole

Si deve inoltre tener conto che il vapore, così come il calore, tende ad attraversare i materiali da costruzione secondo un processo di “diffusione”, dovuto alla differenza di pressione tra l’ambiente interno e l’esterno, e che tale passaggio deve essere bloccato o controllato in particolare in corrispondenza dei punti di interruzione e di connessione con altre parti strutturali, dove si possono formare criticità

Gli sviluppi tecnologici hanno messo a disposizione dei progettisti una serie di prodotti che consentono di risolvere tali problematiche, organizzando la stratigrafia di copertura in modo ottimale, regolando la quantità di vapore acqueo, in entrata o in uscita, la tenuta all’aria e all’acqua, e assicurando, contemporaneamente, le caratteristiche statiche e di sicurezza

106 legnoarchitettura 16 dettagli ermeticità della copertura

Membrane per coperture

Come già sottolineato sullo scorso numero (n d r legnoarchitettura, n 16, luglio 2014) in riferimento all’ermeticità delle pareti, anche in copertura per regolare l’ingresso dell’umidità nel coibente e per proteggere la struttura durante il montaggio, si posa sul lato caldo una membrana che controlla il flusso del vapore, mentre sul lato freddo dell’isolante viene posta una membrana aperta alla diffusione del vapore che permette di scaricare il vapore immagazzinato nell’isolamento per assorbimento di umidità durante la posa o per flusso dal freno vapore La membrana traspirante viene anche utilizzata solo come protezione dello strato isolante e come strato sottotegola nel caso di una tipologia costruttiva senza assito Se la stratigrafia del tetto è più complessa, con tavolato di protezione dello strato di ventilazione, o nelle coperture in metallo, si utilizzano membrane a matrice bituminosa altamente resistenti alla pioggia battente e al gelo e con capacità di autosigillatura degli elementi di fissaggio Tra le membrane altamente traspiranti si annoverano anche i teli riflettenti che, oltre a garantire impermeabilità e traspirabilità, riflettono il calore, intercettando una buona parte della quota di irraggiamento, che in fase estiva è corresponsabile dell’incremento di temperatura nello strato isolante e di conseguenza nel sottotetto, migliorando sensibilmente il comfort abitativo Grazie a teli, membrane e accessori appositamente studiati e sviluppati si garantiscono un’ottima tenuta all’aria, un comportamento corretto dei flussi di vapore e una protezione adeguata dalle precipitazioni meteoriche, sia nelle fasi di montaggio della struttura sia nelle fasi di esercizio dell’edificio, anche nel caso di malfunzionamento del manto di copertura È buona prassi, inoltre, scegliere accessori e sistemi di fissaggio opportuni al fine di assicurare l’integrità del pacchetto costruttivo nel tempo e raggiungere gli obiettivi di prestazione termica, senza rinunciare ad aspetti fondamentali quali, ad esempio, la resistenza a compressione dello strato isolante e quindi della struttura stessa

107

freno vapore membrane traspiranti

Sopra, da sinistra, rotoli di freno vapore e rendering della posa del freno vapore su copertura inclinata

Sotto, dall’alto, sovrapposizione di due membrane traspiranti; nastratura della membrana traspirante in alcuni punti della struttura.

Il freno vapore monolitico può essere realizzato con una mescola di polimero su un doppio supporto in poliestere; la pellicola esterna assume la funzione di impermeabilizzante all’acqua e al vento (è idrorepellente e possiede alta resistenza alla pioggia battente) e regola la diffusione del vapore, mentre il tessuto di supporto agevola una posa rapida, pur bloccando la membrana al tavolato di legno La posa deve prevedere il corretto sormonto della membrana in funzione della pendenza del tetto, con sigillatura mediante nastri e colle adesive In presenza di aperture vetrate le membrane devono essere ripiegate, protette agli angoli dei controtelai con elementi in LDPE e adeguatamente nastrate in corrispondenza di tutti i giunti

Caratteristiche tecniche

Grammatura (g/m2)

Trasmissione del vapore d’acqua, Sd (m)

Resistenza a trazione MD/CD (N/50 mm)

Resistenza a lacerazione da chiodo MD/CD (N)

Impermeabilità all’acqua (classe)

Stabilità UV (mesi)

Resistenza al fuoco (classe)

Resistenza al passaggio dell’aria (m3/m2 h 50Pa)

Conduttività termica, λ (W/mK)

ca 150 ca 6 >200/>150/W1 6,00 E <0,02 0,2

ca 200 ca 6 >300/>225/W1

6,00 E <0,02 0,2

Le membrane traspiranti monolitiche aperte alla diffusione del vapore in poliuretano termoplastico TPU assicurano un’ottima resistenza alla pioggia battente e un’alta lavorabilità Il telo è composto da due strati: esternamente, un film monolitico impermeabilizza l’isolamento sottostante da acqua e vento, pur essendo totalmente aperto alla diffusione del vapore, e impedisce lo slittamento del posatore grazie alla speciale conformazione superficiale; la faccia interna offre una buona presa ai pannelli isolanti fibrosi limitando lo scivolamento prima della listellatura Anche in questo caso sono da prevedersi sormonti orizzontali a seconda della pendenza della falda e il doppio risvolto del giunto verticale, come pure in presenza di displuvi e compluvi

Caratteristiche tecniche

Grammatura (g/m2)

Trasmissione del vapore d’acqua, Sd (m)

Resistenza a trazione MD/CD (N/50 mm)

Resistenza a lacerazione da chiodo MD/CD (N)

Impermeabilità all’acqua (classe)

Stabilità UV (mesi)

Resistenza al fuoco (classe)

Resistenza al passaggio dell’aria (m3/m2 h 50Pa)

Conduttività termica, λ (W/mK)

ca 150

ca 0,07-0,1 >200/>150/W1

6,00

E <0,02 0,2

ca 200

ca 0,07-0,1 >300/>225/W1

6,00

E <0,02 0,2

ca 250

ca 0,07-0,1 >300/>225/W1 6,00

E <0,02 0,2

108 legnoarchitettura 16 dettagli
impermeabilizzazione - ermeticità
2 1
posizione del freno vapore nel pacchetto di copertura posizione della membrana traspirante nel pacchetto di copertura

guaina bituminosa membrana riflettente

In alto, due rendering della posa della barriera al vapore bituminosa su copertura inclinata; sopra, rotoli di barriera al vapore.

Sotto, membrana riflettente

La barriera al vapore in bitume elastomerico si differenzia dai prodotti tradizionali per la qualità del bitume della faccia superiore, per le performance dell’armatura, ma soprattutto per le due tipologie di finitura superficiali

La prima tipologia si caratterizza per un tessuto tridimensionale 3D che crea una microventilazione, favorendo la posa diretta dei manti metallici; la seconda, diversamente, è realizzata grazie a una tecnica speciale con punti ad aderenza migliorata che garantisce una maggiore stabilità e sicurezza del posatore anche nelle situazioni ambientali più sfavorevoli, soprattutto in inverno

Caratteristiche tecniche

Tipologia

Grammatura (g/m2)

Trasmissione del vapore d’acqua, Sd (m)

Resistenza a trazione MD/CD (N/50 mm)

Resistenza a lacerazione da chiodo MD/CD (N)

Impermeabilità all’acqua (classe)

Stabilità UV (mesi)

Resistenza al fuoco (classe)

Conduttività termica, λ (W/mK)

rivestimento inferiore in PP e finitura superiore in PP idrofobo con foratura in 3D 1100 152 740/460 220/230 W1 4,00 E 0,17

rivestimento inferiore in PP e finitura superiore in PP con SPOT talcati antiscivolo

Le membrane riflettenti a 3 strati possiedono una superficie di alluminio metallizzata che riflette fino al 70% il calore sottotegola, dovuto dall’irraggiamento solare Tale membrana, altamente traspirante, viene applicata direttamente sul lato freddo dell’isolante termico di tetti a falda (o pareti) o su supporto continuo (ad es un tavolato di legno) in combinazione con una camera di ventilazione di almeno 5-6 cm La capacità riflettente si traduce in un maggior sfasamento dell’onda termica a causa dell’aumento indiretto della capacità termica del coibente che riceve meno calore

Caratteristiche tecniche

Spessore (mm)

Massa areica (g/m2)

Trasmissione del vapore d’acqua, Sd (m)

Resistenza a trazione MD/CD (N/50 mm)

Resistenza a lacerazione da chiodo MD/CD (N)

Allungamento MD/CD (%)

Impermeabilità all’acqua (classe)

Stabilità UV (mesi)

Resistenza al fuoco (classe)

Emissività

109
impermeabilizzazione
ermeticità
-
4,00 F 0,17
700 95 650/360 200/200 W1
0,5 150 0,05 315/250 255/270 61-66 W1 4,00 E 0,3
posizione della barriera al vapore bituminosa nel pacchetto di copertura

Tetto piano in legno a telaio

copertura piana

Caratteristiche fisico-costruttive protezione dal fuoco (REI) 60 trasmittanza termica U 0,17 W/m2K sfasamento Ф 6,04 h potere fonoisolante Rw* 45-47 dB * prestazione teorica da laboratorio

Tetto piano in legno a telaio

Caratteristiche termo-fisiche

Stratigrafia dall’esterno

Membrana bituminosa autoadesiva ardesiata (3 mm)

Membrana bituminosa autoadesiva (3 mm)

Assito in abete di legno (24 mm)

Listellatura in abete (60 mm)

Viti e accessori per isolamento

Membrana traspirante

Travi portanti (200 mm)

Isolamento tra le travi in lana di vetro (200 mm)

Assito in legno di abete (20 mm)

Freno vapore

Guarnizione elastica per profili

Listellatura in abete (24 mm)

Lastra in cartongesso (25 mm)

Tetto piano in legno massiccio calpestabile

Caratteristiche fisico-costruttive protezione dal fuoco (REI) 90 trasmittanza termica U 0,13 W/m2K sfasamento Ф 20,5 h potere fonoisolante Rw* 57-59 dB

* prestazione teorica da laboratorio

Tetto piano in legno massiccio calpestabile

Caratteristiche termo-fisiche

Stratigrafia dall’esterno

Pacchetto terrazza

Membrana bituminosa autoadesiva ardesiata (3 mm)

Membrana bituminosa autoadesiva (3 mm)

Assito in abete di legno (24 mm)

Listellatura in abete (60 mm)

Viti e accessori per isolamento

Membrana traspirante

Isolamento in fibra di legno ad alta densità (22 mm)

Isolamento in fibra di legno a bassa densità (200 mm)

Freno vapore

Pannello massiccio in legno a 5 strati (100 mm)

Guarnizione elastica per profili

Listellatura in abete (70 mm)

Isolante in lana

110 legnoarchitettura 16 dettagli
dettaglio
λ (W/mK) 0,20 0,20 0,13 0,13 0,30 0,13 0,04 0,13 0,30 0,13 0,25 μ (min-max) 84000 100000 50 5050 1 5050 10 ρ (kg/m3) 1167 1000 500 500500 40-50 500500 800 c (kJ/kg) 4,20 4,20 1,60 1,60 1,80 1,60 1,03 1,60 1,80 1,60 1,05
minerale (50 mm) Lastra
cartongesso (30 mm) λ (W/mK) 0,20 0,20 0,13 0,13 0,30 0,05 0,04 0,30 0,13 0,13 0,04 0,25 μ (min-max) 84000 100000 50 505 550 50 1 10 ρ (kg/m3) 1167 1000 500 500200 110470 500 18 900 c (kJ/kg) 4,20 4,20 1,60 1,60 1,80 2,10 2,10 1,80 1,60 1,60 1,03 1,05
in

copertura inclinata

Tetto inclinato con struttura in pannelli massicci, ventilato con vano tecnico

Caratteristiche fisico-costruttive

protezione dal fuoco (REI) 60 trasmittanza termica U 0,11 W/m2K sfasamento Ф 22,83 h potere fonoisolante Rw* 58-60 dB

* prestazione teorica da laboratorio

Tetto inclinato ventilato con struttura in travi a vista

Caratteristiche fisico-costruttive

protezione dal fuoco (REI) 30 trasmittanza termica U 0,14 W/m2K sfasamento Ф 12,09 h potere fonoisolante Rw* 46-48 dB

* prestazione teorica da laboratorio

Tetto inclinato con struttura in pannelli massicci, ventilato con vano tecnico

Caratteristiche termo-fisiche

Stratigrafia dall’esterno

Tegole in cemento o laterizio

Controlistellatura in abete (50 mm)

Listellatura in abete per ventilazione (60 mm)

Viti e accessori

Schermo barriera al vapore bituminoso

Assito in abete di legno (24 mm)

Listellatura in abete per ventilazione (60 mm)

Viti e accessori

Freno vapore

Isolamento in fibra di legno ad alta densità (22 mm)

Isolamento in fibra di legno ad bassa densità (240 mm)

Freno vapore

Pannello massiccio in legno a 5 strati (100 mm)

Guarnizione elastica per profili

Listellatura in abete (70 mm)

Isolante in lana minerale (50 mm)

Lastra in cartongesso (30 mm)

Tetto inclinato ventilato con struttura in travi a vista

Caratteristiche termo-fisiche

Stratigrafia dall’esterno

Tegole in cemento o laterizio

Controlistellatura in abete (40 mm)

Listellatura in abete per microventilazione (40 mm)

Membrana traspirante

Isolamento in lana di roccia (260 mm)

Freno vapore

Assito in abete (24 mm)

Travi portanti (240 mm)

1,60 1,60

111
dettaglio
λ (W/mK) 0,13 0,13 0,17 0,13 0,13 0,30 0,05 0,04 0,30 0,13 0,13 0,04 0,25 μ (min-max) 50 5050 505 550 50 1 10 ρ (kg/m3) 2100 500 500500 500200 110470 500 18 900 c (kJ/kg)
0,85 1,60 1,60 1,80 2,10 2,10 1,80 1,60 1,60 1,03 1,05
λ (W/mK)0,13 0,13 0,30 0,04 0,30 0,13 0,13 μ (min-max)50 50150 50 ρ (kg/m3) 2100 500 500180500 500 c (kJ/kg)1,60 1,60 1,80 1,03 1,80 1,60 1,60

Ristorante mammaròssa

Studio Candeloro Architects

Peanuts Nursery

UID – Keisuke Maeda

Split View Mountain Lodge

Reiulf Ramstad Arkitekter AS

Wild Turkey Bourbon Visitor Center

De Leon & Primmer Architecture Workshop

Kew House 3

Vibe Design Group

Elisabeth and Helmut Uhl foundation

Fabio Cibinel, Roberto Laurenti, Giorgio Martocchia

18
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