legnoarchitettura
incontri
Alejandro Soffia
progetti
Gabriel Rudolphy, Alejandro Soffia
College of Environmental Design UC Berkeley
Wingårdhs
Arkitektkontor AB Burobill
3+1 architekti
Hewitt Studios LLP
Andrea Martinelli techné
Il legno all’Expo 2015 sistemi sistema massiccio MHM
dettagli
isolamento acustico dei solai lignei
EdicomEdizioni
legnoarchitettura
rivista trimestrale
anno VI – n 19, aprile 2015 ISSN 2039-0858
Numero di iscrizione al ROC: 8147
direttore responsabile
Ferdinando Gottard
redazione Lara Bassi, Lara Gariup
editore
EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)
redazione e amministrazione
via 1° Maggio 117
34074 Monfalcone - Gorizia
tel 0481 484488, fax 0481 485721
progetto grafico
Lara Bassi, Lara Gariup
stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)
Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate
prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri
Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro
Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno
distribuzione in libreria
Joo Distribuzione
Via F Argelati 35 – Milano
copertina
Nest, College of Environmental Design UC Berkeley
Foto: Shinkenchiku-sha Co , Ltd
È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore
Alejandro Soffia 4
Il legno all’Expo 2015
Una scelta di sostenibilità sistema massiccio MHM isolamento acustico dei solai lignei
Foto Stijn BollaertHostal Ritoque Gabriel Rudolphy, Alejandro Soffia 08
Nest we grow 20
College of Environmental Design UC Berkeley
Strandparken Sundyberg 30
Wingårdhs Arkitektkontor AB
Matryoshka
Training
Alejandro Soffia
Architetto ed entomologo cileno, Alejandro Soffia si occupa da sempre di sviluppare progetti per migliorare la vita delle persone dal punto di vista economico, della sostenibilità e dell’equità sociale I suoi lavori sono caratterizzati dall’attento utilizzo delle risorse e dalla semplicità dei dettagli, caratteristiche che si ritrovano anche nei progetti realizzati in legno, materiale che Soffia ha testato in diversi progetti e con diverse modalità di applicazione
Da naturalista e da architetto, se le proponessero di riscrivere la definizione del materiale “legno”, quale sarebbe?
Cerco di esporre la mia idea nel modo seguente Innanzitutto, ho cercato di capire la forma del mondo attraverso un metodo dialettico È solo qualcosa che è successo, senza alcun piano Sono molto vicino all’ambiente naturale – sono un entomologo – ma mi piace anche l’ambiente costruito Posso entusiasmarmi tanto nel guardare un coleottero quanto nel sedermi su una sedia Thonet Penso che ciò che fa la differenza tra questi due mondi è la costante evoluzione della forma naturale, attraverso la vita dei loro esemplari e attraverso il passare del tempo Allora ho interpretato il legno come il movimento della natura all’interno della creazione abiotica degli uomini Un luogo speciale in cui entrambi gli ambienti hanno un dialogo
Il sistema casa prêt-â-porter è il risultato della sua tesi di laurea, sviluppata assieme a Nicolás Rebolledo Bustamante. Ci spiega da dove nasce questa idea, cosa intende per casa prêt-â-porter e quali sviluppi essa può avere nel futuro dell’abitare, in special modo in Cile?
L’interesse principale durante la mia carriera professionale è stato l’obiettivo di erogare prestazioni di progettazione il più possibile estesa L’architettura è uno strumento culturale per migliorare qualsiasi tipo di dimensione della vita umana E l’Housing (intesa come
abitazione comunitaria) può aiutare molte persone ad avere una vita migliore Quindi sono interessato a qualsiasi strategia di design che può aumentare il numero di coloro che ne beneficiano Casa prêt-a-porter significa che un cliente si può prendere e costruire una casa ogni volta che vuole Basta scegliere tra le tue esigenze o i tuoi desideri in base a un sistema di componenti, e puoi avere la tua casa in maniera veloce come un cappotto o un’automobile Al giorno d’oggi penso che il tipo di abitazioni che può trarre vantaggio da questa idea siano le case di emergenza, relativamente sia alla tipologia del disastro sociale o naturale
In molti dei suoi lavori ha utilizzato il legno: quali sono le potenzialità di questo materiale in architettura e quale valore aggiunto ha apportato ai suoi progetti?
Da una parte, in un paese come il Cile, il legno come materiale da costruzione è più economico del cemento o dell’acciaio Mentre i mattoni o altri materiali a basso costo hanno un potenziale limitato per leggerezza o distribuzione Dall’altra parte, il legno dà risultati migliori in termini di standard di progettazione sostenibili Così a volte uso il legno nei miei progetti per raggiungere costi più bassi possibile I componenti in legno sono facili da unire, non hanno bisogno di alta competenza tecnica, molte persone possono costruire con il legno È facile da trovare Ed è biodegradabile!
La ricerca sulla prefabbricazione di case low cost ha portato allo studio e costruzione di una casa con
pannelli SIP. Quali sono le particolarità del progetto e i vantaggi nell’utilizzo di questo sistema costruttivo?
Quando ero studente, il mio ultimo laboratorio di laurea è stato diretto da Rodrigo Pérez de Arce e Alejandro Aravena Portava il titolo di “Elemental House” ed è stato il luogo dove l’internazionalmente conosciuto progetto di Aravena1 è iniziato Ma è stato anche il luogo dove è iniziato il mio interesse per la prefabbricazione come un modo di portare la progettazione a quante più persone possibile Sono arrivato ai pannelli SIP dopo aver abbandonato il desiderio di progettazione bottom-up dei componenti prefabbricati È troppo costoso per l’industria cilena I pannelli SIP erano già sul mercato delle costruzioni, hanno anche un supporto del prodotto se qualcosa va storto dopo
ma, soprattutto, integrano l’isolamento e le questioni strutturali nello stesso oggetto Ciò ha reso più facile, e quindi più veloce, il processo di progettazione E permette di costruire molto velocemente, con un minor numero di parti speciali Considerando tutti questi vantaggi all’interno dell’elemento costruttivo, la nostra sfida era quella di rompere l’immagine pubblica dei noiosi box modulari Così abbiamo rispettato la griglia relativamente alle dimensioni del materiale, riducendo qualsiasi tipo di intervento su di esso, e accettando un modello spaziale minimo da ripetere quanto necessario per trasformarlo in una sorta di stanza; poi il risultato è stato l’incontro di tutti i tipi di stanze della casa Ecco perché si può riconoscere in tutta la casa la dimensione di 1,22 x 2,44 m e apprezzarla come un volume aggregato in forma libera
Quali sono le difficoltà nella realizzazione di progetti con budget ridotti in una realtà come quella del Cile e che tipi di scelte progettuali comportano?
La cosa difficile è proprio avere grandi budget! Io di solito lavoro con un budget di 700-900 USD/m2 Ma una volta mi è stato chiesto di progettare una casa da 2500 USD/m2 e mi sono reso conto che non potevo farlo Sono abituato a lavorare con un sacco di costrizioni, situazione che definisce il progetto per me, dando forma solo al necessario Nient’altro A volte vedo splendidi edifici con tecniche sofisticate, materiali di lusso Penso che non sia necessaria quella quantità di energia, meglio se la si risparmia Penso che l’architettura cilena contemporanea abbia molto a che fare con questo Stiamo facendo della buona progettazione con meno risorse Quindi, le scelte progettuali hanno sempre a che fare con dettagli semplici e la riduzione degli elementi strutturali L’ottimizzare i materiali da costruzione o i componenti E, infine, provare ancora a giocare ancora con essi
Il progetto che pubblichiamo in questo numero, Hostal Ritoque, ideato assieme all’architetto Gabriel Rudolphy, è caratterizzato da una forte attenzione
alla sostenibilità. Che cosa significa per lei progettare in modo sostenibile?
Buon senso Voglio dire, sviluppo sostenibile (Bruntland, 1987) e design sostenibile (Mc Donough, 1996) sono entrambi concetti recenti e poi – quasi – uno stile Ma i problemi legati alla sostenibilità hanno iniziato a esistere molto tempo fa Non ho una particolare attenzione alla sostenibilità, se la mettiamo così, mi attendo solo di vedere me stesso impegnato in una forte attività di ricerca e sviluppo nel posto giusto (università, imprese innovative ) Ma lavoro solo nel mio piccolo ufficio, con una forte responsabilità per l’ambiente naturale, cercando di fare progetti economici e fattibili e concentrandomi sui problemi delle persone comuni alle quali l’architettura può dare un aiuto
CASA EN A, a Nueva Braunua (RCH)
Superficie: 34 m2, in corso di realizzazione
Nota
1 Aravena è attualmente direttore di Elemental S A , un’organizzazione con fini sociali che propone progetti di infrastrutture, trasporto, spazi pubblici e alloggi La Elemental S A è associata con l’Università Cattolica del Cile e la Compagnia Petrolifera COPEC
Per approfondimenti: www alejandrosoffia cl
Gabriel Rudolphy
Alejandro Soffia
Hostal Ritoque Playa de Ritoque (RCH)
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Sopraelevati su pali di legno, i tre volumi a due piani, collocati nella metà est del lotto, accolgono la zona notte Sullo sfondo si intravede il fabbricato dell’area comune con la terrazza calpestabile.
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Lo spazio destinato a soggiorno e salotto con le vetrate che si aprono verso la spiaggia L’elemento a croce ha funzione di controventamento
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Ubicazione: Playa de Ritoque, Quintero, Valparaíso (RCH)
Progetto: arch Gabriel Rudolphy, Vitacura - Santiago (RCH) + arch Alejandro Soffia, Vitacura - Santiago (RCH)
Appaltatore: Juan Tapia, Francisco
Tapia, Diego Arenas, city (RCH)
Lavori: 2014
Superficie lotto: 402 m2
Superficie costruita: 183 m2
Importo dell’opera: 650 USD/m2
Fotografie: Alejandro Soffia, Pablo Casals-Aguirre, Juan Durán-Sierralta
La rivincita dell’austerità
L’Hostal Ritoque, collocato all’estremità nord della spiaggia cilena che porta il suo stesso nome, dove negli anni ‘70 è nata la “Ciudad Abierta”, una città fondata da poeti, filosofi, pittori, scultori e architetti per diventare un laboratorio delle arti in continua evoluzione, è la dimostrazione che è possibile lavorare con un budget ridotto ma ottenere buoni risultati sfruttando tecnologie semplici e ottimizzando al meglio quanto il contesto offre anche in termini di possibilità e conoscenze costruttive Da qui l’utilizzo del legno, tipologia costruttiva tra le più economiche in Cile, e l’adozione da parte degli architetti di soluzioni tecniche caratteristiche degli edifici della zona e che rientravano nelle capacità delle maestranze locali per tenere basso il costo della realizzazione (circa 650 $/m2), impiegando a tal fine segati standard e definendo sulla base di questi la larghezza degli edifici che compongono il complesso L’ostello è articolato in cinque corpi di fabbrica posti uno accanto all’altro, ma indipendenti dal punto di vista planimetrico, e collegati da un’unica piattaforma sopraelevata Viste infatti le caratteristiche del sito, un lotto molto lungo e poco profondo ma con una forte pendenza nella metà posteriore, tutti i fabbricati si elevano su pali per circa 3 metri, con la quota zero che varia di 40 cm Da ovest a est i volumi accolgono l’appartamento dei proprietari (l’unico fabbricato a un piano), lo spazio living, sfalsato verticalmente, con la retrostante lavanderia e una terrazza accessibile sul tetto piano e tre unità di appartamenti a due livelli con le zone servizio verso l’entroterra
Il sistema strutturale, un telaio costruito in opera, è stato realizzato con legno standard di pino segato, acquistato in un magazzino della zona; il materiale è stato impregnato contro l’umidità e trattato con due mani di antitarlo esternamente, operazione che ha donato un colore verde scuro a tutte le facciate, le piattaforme e i pali esterni All’interno il legno a vista delle pareti, dei pavimenti e dei soffitti è stato trattato con due mani di vernice semilucida che crea un effetto giallastro Il risultato visivo che ne consegue è un contrasto marcato tra la ruvidità esterna e la finitura interna levigata e calda al tatto
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Il rivestimento esterno a doghe verticali dei corpi delle camere, con affaccio diretto sul mare, è stato trattato solamente con antimuffa e antitarlo, conferendo al legno un tono verdastro che armonizza il complesso con il contesto.
La terrazza praticabile sulla copertura.
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Una delle terrazze affacciate sul mare
sistema costruttivo
Il sistema strutturale sembra molto semplice, ma a ben guardare ogni volume è composto da tre piani e da una copertura accessibile e calpestabile il che rende un po’ più complicata una struttura che integra brillantemente esigenze statiche, architettoniche e di budget all’interno di una scelta di austerità caratterizzata da tecniche semplici e ampiamente collaudate
In considerazione delle caratteristiche del lotto e dell’impianto volumetrico che vede i cinque blocchi dell’ostello indipendenti l’uno dall’altro, si è deciso di sopraelevare il complesso su pali di legno del diametro di 8 pollici (poco più di 20 cm), a loro volta connessi a plinti in calcestruzzo di 80x80x120 cm e consolidati con pali obliqui, così da creare un livello 0 pressoché costante La struttura dei corpi di fabbrica è di tipo “balloon frame”, costituita da montanti e catene di 2x4 pollici (circa 5x10 cm) e stabilizzata da diagonali della stessa sezione L’intelaiatura è realizzata su un solaio composto da travi, trasversali alla lunghezza, della misura standard di 3,20 m, soluzione che ha consentito di ottimizzare la quantità di materiale utilizzato e ridurre gli scarti Questo tipo di solaio è comune anche ai piani intermedi e alla copertura
Incontrando la pendenza del terreno i volumi scorrono verso l’alto subendo uno sfalsamento verticale che segna la distribuzione interna degli spazi, con le aree di servizio disposte verso la collina e le zone giorno con l’affaccio sul mare Questa separazione tra aree costituisce il primo tipo di piano di stabilizzazione trasversale Anche in questo caso la struttura intelaiata è del tipo ballon frame I fronti laterali dei volumi sono quasi completamenti ciechi e l’irrigidimento della struttura è garantito dalle tavole del rivestimento interno ed esterno
Il secondo tipo di rinforzo trasversale è garantito dalla parete completamente vetrata lato mare Per non interferire con la vista si è optato per un sistema di rinforzo basato su elementi lineari anziché su piani Questo lato è stato suddiviso in tre sezioni uguali, mantenendo la porta vetrata al centro e alternando la posizione delle fine-
stre e dei montanti e traversi Il necessario irrigidimento è assicurato da un elemento a croce per ogni piano collegato agli elementi strutturali orizzontali superiore e inferiore; una struttura composta da due elementi lignei con una placca metallica posta all’interno così da ridurne lo spessore, favorire la vista e ridurre i costi La placca è avvitata a uno dei piani e poi l’altro piano è avvitato al primo formando una figura collaborante Nelle coperture, la struttura è inclinata del 3%, così da consentire il deflusso delle acque meteoriche, ed è sovrastata da un’intelaiatura di circa 5 cm coperta da assi di pino distanziate di 2 cm che la chiudono orizzontalmente rendendola calpestabile
L’ultimo elemento architettonico rilevante è costituito dalle terrazze fronte mare la cui struttura primaria è costituita dal prolungamento delle travi longitudinali del piano del solaio, mentre quella secondaria da travetti (92x8 pollici) che fungono anche da tavolato calpestabile Per ridurre il momento alle estremità dei balconi, è stata inserita una placca metallica che funziona come un tensore, vincolando la trave principale al corpo rigido del volume Tutta la struttura è isolata con lana di roccia Il rivestimento esterno è a giunto aperto con tavole separate approssimativamente di 1 cm che permettono il passaggio di aria e luce, il controllo dell’abbagliamento e un gradevole effetto visivo notturno
La scelta del legno è dovuta a due ragioni principali: la necessità di ridurre i costi (questo tipo di costruzione è una delle più comuni ed economiche in Cile) e il fatto che nella zona costiera dove è ubicato l’Hostal è questo il sistema più usato, aspetto che ha portato con sé sia risvolti pratici sia legami profondi con la realtà culturale del luogo
La collaborazione con i carpentieri è stata decisiva, sfruttando la loro esperienza costruttiva molti elementi sono stati “disegnati” e decisi in opera e integrati nel progetto Un lavoro in situ che ha consentito di rispettare il budget e realizzare l’idea iniziale di progetto integrando le capacità tecniche delle maestranze nel risultato finale
sezioni trasversale con in evidenza la struttura a telaio
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La sala da pranzo nella zona living
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La camera matrimoniale al piano rialzato del volume all’estremità est del lotto
Contrariamente a quanto scelto per l’esterno, le doghe interne sono posate parallelamente al piano di calpestio per dilatare gli spazi e condurre la vista verso il mare
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Dalla zona del salotto è possibile salire alla terrazza calpestabile soprastante, uno spazio totalmente fruibile dagli ospiti dell’ostello
La vetrata al piano superiore consente inoltre di illuminare la parte retrostante destinata ai servizi.
In questa pagina, vista complessiva del cantiere
Si notano la struttura di sopraelevazione a pali verticali e obliqui e la posa del rivestimento esterno che diventa elemento di irrigidimento per il sistema balloon frame.
Nella pagina accanto, a sinistra: l’ossatura intelaiata dei solai e delle pareti vista dall’interno I piani presentano delle diagonali, sempre in legno, per aumentare la robustezza dell’involucro A destra, la struttura dei tre volumi della zona notte
sezione trasversale spazio comune
Copertura tetto-terrazza volume comune, dall’esterno:
- pavimento in assi di legno di pino (ca 3,8x10 cm) separate di 2 cm e con trattamento antiumidità e antitarlo
- listelli di sottostruttura per pavimento
- travetti della struttura secondaria ad altezza variabile per appoggio pavimento terrazza
- membrana impermeabilizzante su copertura (pendenza 3%)
- lastra OSB (1,8 cm)
- trave portante in legno di pino (ca 5x20 cm)
- isolamento in lana minerale (8 cm)
- rivestimento interno in doghe di pino (ca. 3,8 cm)
Parete esterna volume comune, dall’esterno:
- rivestimento in assi di pino con trattamento antiumidità e antitarlo (spessore ca 2,5 cm, larghezza ca 10 cm)
- membrana in feltro
- trave portante in pino e isolamento termico in polistirene (4 cm)
- barriera al vapore in polietilene
- rivestimento interno in doghe di pino (ca. 2 cm)
Solaio su pali, dall’estradosso:
- pavimento in legno a incastro trattato con vernice semitrasparente (spessore ca 2,5 cm, larghezza ca 10 cm)
- trave portante in legno di pino (ca 5x20 cm)
- isolamento in lana minerale (8 cm)
- tavolato in OSB (1,8 cm)
1 rivestimento in alluminio zincato (0,05 cm)
2 tubo dei doccioni in PVC dipinto di nero
3 trave di pino (ca 10x25 cm)
4 travetto in legno (5x5 cm) per appoggio travi trasversali
5 palo grezzo (diametro ca 20 cm)
6 trave di pino (ca 5x20 cm)
Nest we grow
Taiki (J)
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Vista da sud del Nest
L’involucro non completamente chiuso e il rivestimento in policarbonato donano all’edificio una sensazione di fluidità spaziale, collegando l’ambiente esterno rurale con gli spazi interni.
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Nest we grow è stato ideato per essere permeabile alla vista e per poter offrire una visuale a 360° dell’area del centro di ricerca Memu Meadows, che accoglie già altri progetti sperimentali, tra cui anche la Casa sperimentale di Meme dell’architetto Kengo Kuma
Nome del progetto: College of Environmental Design UC BerkeleyNest we grow
Ubicazione: Memu Meadows, Taiki-cho, Hiro-gun, Hokkaido (J)
Committente: LIXIL JS Foundation
Gruppo di progettazione: Hsiu Wei Chang, Hsin-Yu Chen, Fanzheng Dong, Yan Xin Huang, Baxter Smith, Max Edwards - College of Environmental Design, UC Berkeley (USA); docenti: Dana Buntrock, Mark Anderson
Supervisione del progetto: Takumi Saikawa - Kengo Kuma & Associates, Tokyo (J)
Strutture: Masato Araya, Waseda University, Tokyo (J)
Ingegneria meccanica: Bumpei
Magori, Yu Morishita, Laboratorio di Tomonari Yashiro presso l’Istituto di Scienze Industriali dell’Università di Tokyo (J)
Appaltatore: Takahashi Construction Company, Obihiro, Hokkaido (J)
Lavori: 2014
Superficie utile: 85 m2
Fotografie: Shinkenchiku-sha Co , Ltd
Una casa di cibo per il cibo
Taiki, un piccolo paesino agricolo della regione di Hokkaido, ospita il Memu Meadows, un centro di ricerca sulle tecnologie ambientali della LIXIL JS Foundation che, da oltre cinque anni, realizza progetti architettonici sperimentali e innovativi, contestualizzati al luogo, alla cultura e alla tradizione attraverso competizioni internazionali L’edizione 2014 del concorso – il tema era il “Giardino produttivo” – è stata vinta dall’Università di Berkeley, con la supervisione di Kengo Kuma & Associates, con il progetto Nest we grow: A house of food, for food cercando di riunire all’interno di un unico luogo fisico le persone della comunità per produrre, raccogliere, conservare, preparare e consumare il cibo
Per realizzare l’edificio, il gruppo di progettazione ha focalizzato l’attenzione su un sistema in legno massiccio, tipico degli Stati Uniti e basato su elementi strutturali di larga sezione, adattandolo alle abitudini costruttive locali Ne è nato un edificio che richiama l’esperienza spaziale delle foreste giapponesi di larici grazie a una serie di grandi pilastri centrali che formano la struttura portante, a partire da un basamento in cemento, circondato da pareti in calcestruzzo costruite per mitigare il vento prevalente da nord-est che si sviluppano per creare superfici di cottura, scale e contenitori per le piante
La fitta trama di colonne e travi in lamellare, su cui il cibo è appeso ad asciugare, è racchiusa all’interno di un involucro trasparente in policarbonato che, oltre a trasformare il volume in un faro immerso nella natura di notte, consente alla luce, vitale per le piante che qui vengono coltivate, di penetrare nell’edificio e al calore di riscaldare lo spazio nei mesi più freddi Pannelli scorrevoli in facciata e in copertura consentono di ventilare il fabbricato nelle ore più calde del giorno e in estate l’apertura verso l’ambiente naturale circostante Il tetto a forma di imbuto permette la raccolta e l’immagazzinamento dell’acqua piovana e della neve sciolta da riutilizzarsi nell’irrigazione delle piante poste alla base del fabbricato
Lo spazio interno non è completamente chiuso, ma le varie zone con differenti funzioni sono contraddistinte da quote diverse e, al centro, da una piattaforma, un’area per il tè che crea un luogo di ritrovo dove la comunità può godere del cibo, visivamente e fisicamente, attorno a un camino aperto e incassato
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Le passerelle posizionate sul perimetro dell’edificio consentono di rafforzare l’intera struttura come se fossero delle travi di bordo
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L’area per il tè è definita da una piattaforma, dai montanti e da una cornice superiore, elementi che sembrano fluttuare all’interno del volume Questo spazio si apre attorno a un focolare aperto ed è delimitato ai lati da fioriere
sistema costruttivo
Su una platea di fondazione in calcestruzzo nove basamenti in c a sostengono nove colonne composite in legno lamellare che danno vita alla struttura principale, il nucleo del Nest Ogni colonna è formata da quattro elementi (150x150 mm) che, connessi tra di loro mediante piastre di acciaio, generano un montante dalla sezione larga che ricorda visivamente un pilastro in legno massiccio Ciascun elemento è stato opportunamente sagomato dagli artigiani locali al fine di creare una dentellatura atta ad accogliere una doppia travatura in lamellare (75x250 mm); la sagomatura tra colonna e trave dà luogo a una connessione a momento che aiuta a rafforzare la stabilità strutturale del sistema Le piastre in acciaio di connessione fungono anche da collegamento per le barre in acciaio utilizzate per la controventatura al primo e al secondo piano, fondamentale per sopportare le forze sismiche; l’irrigidimento orizzontale è stato ottenuto sfruttando le passerelle che corrono tutto intorno alla struttura primaria La combinazione di queste due tecniche assicura stabilità strutturale rispetto ai carichi dovuto al vento e alle sollecitazioni sismiche Le colonne perimetrali sono di soli 150x150 mm, dimensione scelta per ragioni architettoniche in quanto doveva adattarsi alla distanza delle doppie travi che si incastrano nei nove pilastri centrali; le colonne non hanno alcun contatto con il terreno/fondazione, pur fornendo stabilità alle doppie travi che sostengono la pelle esterna in policarbonato Un sistema a telaio secondario in legno massiccio, posto sulla travatura principale, definisce il solaio della sala da tè, irrigidito da una struttura scatolare e dal rivestimento del piano di calpestio; da questo livello dipartono montanti che si collegano a una cornice superiore, anch’essa in legno massiccio e poggiante sulle travi, a definire lo spazio del tè come un volume flottante nel cuore del Nest
La copertura è stata attentamente progettata e calcolata e si caratterizza per un sistema di arcarecci, che sorreggono il rivestimento in policarbonato e il carico della neve (Hokkaido, la zona in cui sorge il Nest, è conosciuta per i suoi inverni nevosi), e che sono in leggera pendenza verso l’interno al fine di raccogliere l’acqua piovana o l’acqua derivante dallo scioglimento della neve e immagazzinarla nei serbatoi al piano terra per utilizzi futuri
1 tetto inclinato con rivestimento in pannelli corrugati trasparenti (20 mm)
2 pilastri portanti compositi in legno lamellare
3 doppia trave in legno lamellare (75x250 mm x2)
4 struttura in c.a. del basamento
5 rivestimento in policarbonato corrugato trasparente
6 fioriera alta (465 mm): le fioriere sono fissate mediante angolari in acciaio avvitati a un supporto in legno a T incastrato e ancorato alle doppie travi e appese a tale supporto con corde di canapa
7 fioriera bassa (365 mm): le fioriere basse sono posizionate una sopra l’altra e collegate da corde di canapa, la prima al livello del piano di calpestio, l’altra più in alto e appesa con lo stesso sistema della fioriera alta Dalla fioriera più bassa pendono segmenti di bambù
La sezione mostra la sala del té centrale chiusa da corde, che al momento non sono però ancora state installate. L’obiettivo dei progettisti è quello di far crescere piante di fagioli, seminate nelle fioriere presenti nella struttura del solaio, attorno alle corde stesse così da creare uno spazio verde semichiuso
A sinistra, armature del muro al piano terra e delle fondazioni
A destra, la muratura di cemento riempita di terra che funge anche da fioriera
A sinistra, preparazione dei pezzi in loco
A destra, immagine della costruzione in fase di montaggio.
A sinistra, dettaglio degli elementi lignei prefabbricati
A destra, le connessioni metalliche per la controventatura.
A sinistra, un’immagine della struttura in una fase avanzata dei lavori.
Si nota la doppia travatura che si incastra sui pilastri compositi e i montanti esterni che forniscono stabilità alle doppie travi su cui verrà installato il rivestimento
A destra, in alto, la struttura del solaio della stanza del té al primo livello; in basso, posa del rivestimento esterno in pannelli di policarbonato traslucido.
Strandparken Sundbyberg
Stockholm (SE)
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L’angolo sud-est
Le terrazze che affacciano sulla strada a est sono protette da schermi acustici trasparenti
Sullo sfondo, il secondo dei quattro edifici in legno in fase di realizzazione.
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Scorcio di una delle terrazze con il rivestimento in legno e il tirante di sostegno del piano del balcone
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Il rivestimento in scandole di cedro, ancora caratterizzato da toni caldi, corre su file parallele su tutte le superfici opache, interrotto solo dal vetro dei serramenti che riflettono l’ambiente cittadino circostante.
Ubicazione: Sundyberg, Stockholm (SE)
Progetto: arch Anna Höglund, Wingårdhs Arkitektkontor AB, Stockholm (SE)
Strutture: Martinsons Byggsystem, Bygdsiljum (SE)
Direttore dei lavori: Arne Olsson, Folkhem (SE)
Appaltatore: Folkhem, Stockholm (SE)
Lavori: 2012-2014
Superficie lotto: 1 598 m2
Superficie utile: 2 740 m2
Fotografie: Tord-Rickard Sîderstrîm
Il più alto edificio in legno di Stoccolma
Dall’incontro tra un giovane uomo con la passione per l’ecologia, diventato poi amministratore delegato di un’impresa di costruzioni, e lo studio Wingårdhs Arkitektkontor, vincitore della gara di pianificazione urbana dell’area di Sundbyberg a Stoccolma, è nato il progetto di quattro alti edifici costruiti completamente in legno Il primo fabbricato, nove piani complessivi, è stato completato lo scorso autunno e accoglie 31 appartamenti che si affacciano su un’insenatura dell’arcipelago nord della capitale svedese
La forma richiama in maniera esplicita l’archetipo della casa, con il tetto a doppia falda e il timpano, ed è chiaramente influenzata dalle tipiche case in legno svedesi Il massiccio telaio portante non è a vista ma il rivestimento esterno rivela immediatamente la natura del materiale chiave del progetto Piccole scandole di cedro scendono dalla copertura spiovente lungo le facciate fino a terra, avvolgendo i parapetti dei terrazzi e donando un effetto pixelato ai prospetti L’intero edificio è una tavolozza di differenti specie legnose, ognuna delle quali scelta in base alla funzione rivestita nel fabbricato; le cornici delle finestre, così come le pavimentazioni, sono in frassino, le balaustre dei balconi in cedro e i serramenti in pino colorato L’obiettivo è stimolare negli abitanti anche una sensazione tattile verso il legno, oltre a garantire la qualità dell’aria indoor e una casa asciutta e senza umidità fin dall’inizio grazie alla costruzione a secco
Un aspetto che è stato accuratamente studiato, su particolare richiesta dei futuri abitanti dell’edificio, è la questione antincendio e tutte le misure di sicurezza che questa comporta; il telaio strutturale è stato dimensionato per garantire tempi di sicurezza adeguati alle normative e ogni unità immobiliare è dotata di un impianto con sprinkler Ulteriore protezione è garantita dai serramenti e dal sistema di facciata studiati per proteggere dal calore proveniente dall’esterno in caso d’incendio
Vista dell’edificio verso Bällstaviken, insenatura del lago Mälaren
5 Dettaglio del rivestimento in scandole di cedro
la struttura
Fin da subito, il committente ha richiesto un edificio che fosse simbolo di sostenibilità ambientale e tale concetto doveva essere percepito immediatamente guardando il fabbricato La scelta è dunque ricaduta sul legno e in particolare su una facciata in scandole senza nodi che, senza trattamenti specifici, doveva essere duratura, resistere all’acqua, alla risalita capillare e alle muffe; l’essenza di cedro ingloba tutte queste caratteristiche assieme a una vastissima gamma cromatica che dall’iniziale rosso scuro/marrone offre, con il tempo, sfumature di grigio a creare una facciata screziata e cangiante
Il legno si ritrova anche nella struttura portante, compreso quella del vano ascensore; un telaio che è stato realizzato con moduli prefabbricati in legno massiccio, ancorati alle fondazioni in c a mediante barre d’acciaio spesse 23 mm che risalgono fino all’ottavo piano; i solai sono in elementi massicci Gli elementi prefabbricati, alti un piano, delle pareti esterne sono intelaiati con interposto isolamento e strato in fibra minerale al di sotto del rivestimento in scandole premontato Dopo il messa in opera la finitura esterna è stata completata con le scandole necessarie per coprire i giunti verticali e orizzontali fra gli elementi
Le unità immobiliari sono isolate acusticamente le une dalle altre grazie a doppie pareti in legno massiccio con intercapedine interposta mentre il controsoffitto è appeso alle pareti, tramite una struttura a travetti, per evitare la trasmissione del rumore attraverso il solaio
Come abituale nel mondo delle costruzioni scandinavo, il cantiere è stato protetto dalle intemperie da una grande copertura temporanea (un tendone bianco) che veniva spostata verso l’alto al crescere della struttura
Dettaglio copertura-gronda
1 fine tetto in scandole per raccordo con lucernario
2 doppia aggraffatura
3 rivestimento in lamiera di zinco titanio fissato in continuo con elementi in acciaio inox
4 telo di impermeabilizzazione
5 triplo strato di compensato
6 profilo gronda
7 rete parainsetti
8 aerazione (20 mm)
9 listelli verticali della sottostruttura del rivestimento
e dell’intercapedine di ventilazione della facciata
10 viti di fissaggio della staffa della struttura di gronda
11 staffa a L
12 struttura linea di bordo della copertura
13 blocco della parte inferiore della struttura della linea di bordo della copertura
14 serpentine di riscaldamento
Parete esterna, dall’interno:
- lastra in gesso fibra
- struttura portante a telaio massiccio con interposto isolante
- isolante esterno in fibra minerale
- telo di tenuto all’aria impermeabile
- listelli e controlistelli per fissaggio scandole e ventilazione sotto facciata
- rivestimento in scandole di cedro
Nodo porta finestra-parete superiore
1 cornice della portafinestra in frassino
2 portafinestra in triplo vetro
3 rivestimento spallette in cedro
4 cornice superiore avvitata ai listelli
Sezione del balcone, dall’estradosso:
- piano di calpestio
- sotto manto
- impermeabilizzazione
- soletta
- correntini
- feltro acustico
- pannello di legno all’intradosso
Sezione del parapetto, dall’esterno:
- scandole in cedro
- controlistelli chiodati
- listelli chiodati
- struttura in acciaio
- listelli
- rivestimento in legno termotrattato per esterni
1 porta finestra scorrevole
2 tirante di sostegno
3 schermo acustico trasparente
6
Panoramica del cantiere dall’esterno Nei Paesi scandinavi molto spesso viene utilizzato questo sistema di protezione dell’involucro in legno, costituito da una copertura telata impermeabile sorretta da tralicci: essa consente di lavorare con qualsiasi condizione atmosferica, ottimizzando le tempistiche di costruzione e mantenendo sempre asciutta la struttura lignea
7 I lavori di costruzione al riparo della struttura di protezione
8 Uno dei due atrii di ingresso dell’edificio.
9 Interno della zona giorno di uno degli appartamenti
Matryoshka house
Antwerp (B)
1
Il fronte sul retro Il piccolo giardino su questo lato, circa 16 m2, è irrigato con l’acqua piovana raccolta in un serbatoio interrato della capacità di 3000 l
2
Il fronte su strada.
Ubicazione: Antwerp (B)
Progetto: Peggy Geens - Burobill, Antwerp (B)
Strutture: Burobill, Antwerp (B)
Direttore dei lavori: Patrick Van Bogaert BVBA, Beveren (B)
Appaltatore: Patrick Van Bogaert BVBA, Beveren (B)
Lavori: aprile 2011-agosto 2012
Superficie utile: 90 m2
Superficie verde: 16 m2
Una casa nella casa a fianco di una casa
È una piccola casa a schiera di città, la Matryoshka House di Anversa, scherzosamente soprannominata così perché si compone di una casa in legno (nuova) costruita all’interno di una struttura di mattoni preesistente
Il committente aveva acquistato l’edificio, adiacente alla sua abitazione, per aumentarne la metratura e realizzare un garage L’idea della casa nella casa è stata dello studio Bill il quale, in seguito all’analisi della struttura esistente e in combinazione con i desideri del cliente, ha proposto una costruzione in legno da realizzarsi all’interno delle facciate in mattoni esistenti Al piano terra dell’ampliamento c’è un posto auto coperto, al primo piano due camere da letto e al piano superiore una sala da pranzo e una piccola terrazza rivolta a sud
Per dare unitarietà ai due corpi – l’abitazione principale e l’ampliamento – le facciate sono state dipinte di nero e un giardino verticale le ricoprirà in futuro
La nuova struttura in legno è rivestita in gomma nella parte a contatto con la muratura in mattoni, e in legno all’interno I mattoni esistenti delle vecchie facciate sono rimasti visibili in alcune parti dell’interno: la vecchia generazione ospita la nuova
Tutti i solai esistenti dell’edificio, compreso quello della copertura, sono stati demoliti mantenendo solo le facciate esterne in mattoni, opportunamente rinforzate In questo guscio è stata quindi eretta una struttura di legno autoportante a telaio, tamponata con pannelli OSB, dotata di barriere all’aria e membrane impermeabilizzanti e rivestita da contropareti Particolare attenzione è stata posta alla copertura con uno strato di gomma nera incollata su una pannellatura in OSB in continuità cromatica con il resto dell’involucro All’interno, invece, il rivestimento ha il tono caldo della betulla dei pannelli impiallacciati posati su tavole di legno, sia per le parti verticali sia per quelle orizzontali
3
La sala da pranzo si apre sulla piccola terrazza ricavata all’ultimo piano Sulla destra, la zona cucina che, planimetricamente, fa parte dell’edificio adiacente in mattoni
4 Il concept con il corpo in legno inserito nell’involucro in mattoni esistente
5 Il collage fotografico mostra come sarà la facciata sul lato strada quando saranno cresciute le piante rampicanti previste dal progetto Lo stesso trattamento è riservato anche per la facciata sul retro.
del piano terra
trasmittanza media elementi costruttivi
pareti esterne, U = 0,39 W/m2K
solaio contro terra, U = 0,31 W/m2K
copertura, U = 0,27 W/m2K
serramenti, Uw = 1,68 W/m2K
del primo piano
Una delle camere dei bambini al primo piano, lato strada
7
La camera matrimoniale, al primo piano, si affaccia sul giardino retrostante.
Per i mobili è stato usato lo stesso materiale di finitura di pareti e pavimenti: impiallacciato di betulla Il rivestimento del pavimento è di maggior spessore per far fronte all’usura
8
La sala da pranzo all’ultimo piano
Copertura, dall’esterno:
- strato di rivestimento in gomma EPDM nera
- isolamento in PIR (100 mm)
- barriera al vapore in PE (0,25 mm)
- pannello OSB (22 mm)
- struttura principale in legno (8x23 ogni 60 cm)
- listellatura in legno per passaggio impianti (70 mm)
- pannello in compensato di betulla (18 mm)
Parete divisoria, dall’esterno:
- muratura esistente in mattoni
- membrana traspirante, impermeabile antipioggia
- struttura portante in telaio di legno (38x140 mm) con interposta lana minerale
- pannello OSB (22 mm)
- listellatura in legno per passaggio impianti (70 mm)
- rivestimento interno con pannello compensato di betulla
1 lattoneria di protezione in alluminio
2 pannello in compensato di betulla
3 tegole
4 grondaia nascosta
5 rivestimento con pannello in compensato di betulla
6 copertura esistente
Solaio interpiano, dall’estradosso:
- pavimentazione in compensato di betulla
- isolamento acustico per pavimenti (30 mm)
- pannello OSB (18 mm)
- struttura principale in legno (8x23 ogni 60 cm) con interposta lana minerale e barriera al vapore
- listellatura in legno per passaggio impianti (90 mm)
- rivestimento controsoffitto con pannello in compensato di betulla
Rivestimento parete interna, dall’interno:
- rivestimento interno con pannello in compensato di betulla
- listellatura in legno per passaggio impianti (70 mm)
- pannello OSB (22 mm)
- struttura in legno (38x140 mm)
- membrana impermeabilizzante
Sopra, a sinistra, la facciata principale, non ancora rivestita con il colore nero
A destra, una fase avanzata dei lavori al primo piano, con il telaio strutturale di separazione tra una delle camere dei bambini e la camera matrimoniale
Qui a fianco, due fasi dei lavori al primo piano
A sinistra, l’edificio sventrato, visto dal lato strada
A destra, l’edificio svuotato dai vecchi solai con le murature perimetrali in mattoni
La copertura è stata demolita in una fase successiva per proteggere dalle intemperie e garantire la stabilità del fabbricato
Due momenti delle lavorazioni al piano terra
A sinistra, la costruzione della struttura portantea telaio, a destra, il tamponamento con pannelli OSB
A sinistra, lavorazioni della struttura interna in legno In evidenza i correnti verdi della controparete per l’alloggiamento delle reti impiantistiche
A destra, una delle pareti della terrazza all’ultimo piano, tamponata con pannelli in OSB A sinistra, sono visibili le nastrature per la tenuta all’aria, nella parte che risulterà all’interno.
1
La vista da sud del centro mette in evidenza il recupero del muro in pietra esistente, i grandi ingressi vetrati e la parte superiore caratterizzata dal rivestimento in doghe di legno.
2
Il profilo seghettato del volume superiore emerge tra la natura incolta del lotto verso nord; ampi lucernari sulle falde rivolte a ovest e una terrazza permettono di illuminare naturalmente le zone comuni
3
Il muro esistente e il nuovo complesso del centro di formazione si rapportano fra di loro per ridefinire lo spazio costruito del lotto.
3
Ubicazione: Predlice, Ústí nad Labem (CZ)
Progetto: Pavel Plánic ˇ ka, Mate ˇ j Páral, Bruno Panenka - 3+1 architekti, Ústí nad Labem (CZ)
Collaboratore: ing Luboš Chýle, Ústí nad Labem (CZ)
Lavori: 2014
Superficie lotto: 6 066 m2
Superficie lorda: 892 m2
Volume: 3 500 m3
Fotografie: Pavel Plánic ˇ ka
Imparare a lavorare il legno
Incaricati di progettare e realizzare un centro di formazione per un’azienda che produce semilavorati in legno, lo studio 3+1 architekti ha convinto il committente a recuperare e ampliare una casa colonica, abbandonata e in rovina, nella periferia di Pr ˇ edlice, una cittadina ceca al confine con la Germania Nonostante la devastazione dell’area, il senso del progetto originario era ancora ben chiaro grazie alla presenza, lungo il perimetro del lotto, di volumi massivi che definivano la scala dello spazio costruito E proprio il muro di un fienile sul lato sud ben si adattava alle prime idee progettuali e, in particolare, alla modularità della struttura in legno, scelta fin da subito come sistema costruttivo per l’ampliamento
Da un punto di vista progettuale, l’interruzione del margine originario della muratura in pietra sui lati corti ha permesso di connettere visivamente la zona della corte interna con l’area non urbanizzata mediante una nuova apertura, mentre i lati lunghi delle pareti in pietra sono stati usati come supporto naturale per il terreno disconnesso e come facciata stabile e solida per il nuovo edificio Le aperture esistenti sono state mantenute e sono diventate le entrate e le grandi finestre del nuovo fabbricato Riflettendo l’attività del cliente, l’ampliamento al secondo livello è stato realizzato con pannelli massicci di legno e rivestito con strisce verticali di legno caratterizzate da profondità e colori differenti Il tetto, con il suo profilo a sega che richiama l’atmosfera industriale della periferia, è originato dalla presenza di ampi lucernari che portano la qualità della luce naturale all’interno; le aperture integrate nella struttura rivolte a est permettono un consistente livello di illuminazione diurna nelle classi, mentre quelli rivolti a ovest rischiarano lo spazio di comunicazione e la grande sala convegni Anche le finiture interne – perline nodose alle pareti, pavimenti verdi, scrivanie e archivi gialli – contribuiscono a enfatizzare questo senso di luminosità
A completamento del progetto di recupero dell’area, gli architetti hanno convertito le vecchie stalle al limitare del lato ovest in uno spazio espositivo per eventi dedicati alla lavorazione del legno, mantenendo inalterate le proporzioni originali dello spazio interno
Piano terra
1 aula esercitazioni pratiche
2 aula insegnamento
3 aula insegnanti
4 corridoio
5 ripostiglio
6 cucina
7 atrio ingresso
8 bagni
9 spogliatoio
10 showroom
11 locale tecnico
12 magazzino
Piano primo
1 terrazza
2 aula esercitazioni pratiche
3 aula insegnamento
4
Dettaglio
5
Sul fronte dell’ingresso principale i colori del rivestimento del corpo in legno riprendono le tonalità del muro perimetrale in pietra
del fronte nord con la vetrata dello showroom.Copertura, dall’esterno:
- rivestimento della copertura
- lastra OSB di chiusura
- telo di tenuta all’aria e impermeabilizzante
- struttura portante in travi di legno con isolamento interposto (32 cm)
- lastra OSB di chiusura
- freno al vapore
- controsoffitto appeso su struttura metallica (8 cm)
Solaio contro terra, dall’estradosso:
- pavimento in linoleum
- massetto in calcestruzzo
- isolamento termico
- piastra in c.a su plinti in c a
- terreno
Solaio su volte esistenti, dall’estradosso:
- pavimento in linoleum
- massetto in calcestruzzo
- isolamento termico
- lastra di rinforzo strutturale in c a
- volta esistente (40 cm)
1 mattoni in calcestruzzo
2 fondazioni in calcestruzzo
3 parete acustica
4 muro originale in pietra
Parete esterna, dall’esterno:
- doghe di legno (2-6 cm)
- sottostruttura in legno (4 cm)
- intercapedine d’aria aperta (4 cm)
- isolamento in fibra di legno (20 cm)
- parete in X-lam (9 cm)
- rivestimento interno in perline di abete
1 rinforzo struttura in calcestruzzo armato
2 nuova muratura
sistema costruttivo
Al piano terra è stata conservata, consolidata e rinforzata la struttura esistente in pietra e si sono ricostruite le parti mancanti utilizzando laterizio e pilastri e cordoli in c a Il livello superiore, a eccezione del corpo centrale (anch’esso in laterizio) che accoglie il vano scala e le aree di servizio e gli spazi centrali di connessione, è realizzato con pareti in X-lam, mentre i solai di copertura sono in travi, isolati, irrigiditi e chiusi da lastre di OSB Il rivestimento esterno della sopraelevazione è caratterizzato da listelli e doghe di differente larghezza, spessore e colore, così da movimentare la superficie e riprendere la varietà cromatica del muro sottostante
6
I due volumi in legno massiccio che accoglieranno gli spazi comuni e le aule di formazione
7 8
Due immagini della posa del rivestimento esterno sulla sottostruttura in listelli di legno della camera di ventilazione
La sala riunioni con l’ampio affaccio vetrato a ovest
10 Il disimpegno all’esterno delle aule al piano superiore
11
Uno degli uffici. I colori degli arredi e dei pavimenti enfatizzano la naturale luminosità degli spazi
A sinistra, installazione dei moduli delle pareti in legno massiccio del piano superiore
A destra, il lato nord in fase di cantiere con i diversi sistemi costruttivi e i materiali adoperati: laterizio al piano terra e per il corpo centrale dei servizi, vani scala e locali tecnici, legno per le aule e gli spazi collettivi
A sinistra, montaggio delle pareti di una delle aule
A destra, il lungo corridoio che dà accesso ai vari locali al livello superiore.
A sinistra, posa della struttura delle contropareti interne per il passaggio impianti
A destra, l’aula meeting controsoffittata e chiusa da una grande vetrata
A sinistra, il fronte verso nord-ovest con l’ampia area vetrata dei laboratori
A destra, posa del rivestimento sul lato nord-ovest
Limpley Stoke Eco-House
Limpley Stoke (UK)
1
Il fronte principale si sviluppa in lunghezza aprendosi a sud verso la vallata
Il piano inferiore seminterrato, in muratura rivestita con pietra locale, ha un aspetto massiccio che sottolinea la sua funzione di basamento della costruzione
2
La terrazza a sud, con il panorama del Wiltshire
Sulla destra, si intravedono i pannelli in vetro con celle fotovoltaiche che fanno anche da schermatura
Nello stesso lotto su cui sorge la casa è stato costruito anche un altro piccolo edificio, con struttura a telaio di legno isolato con balle di paglia, che funge da studio dei proprietari
Ubicazione: Bath (UK)
Progetto: Hewitt Studios LLP, Bath (UK)
Strutture: Integral Engineering Design, Bath (UK)
Direttore dei lavori: Ridge LLP, Bristol (UK)
Appaltatore: E R Hemmings, Bristol (UK)
Lavori: Aprile 2012-Gennaio 2014
Superficie edificabile: 365 m2
Superficie verde: 5 200 m2
Fotografie: Hewitt Studios LLP
Una vista rispettosa e sostenibile
Un progetto sostenibile a 360° quello di Hewitt Studios per la Limpley Stoke Eco House Questa casa unifamiliare, sita in un piccolo paese nel sud dell’Inghilterra, costituisce un possibile modello di riferimento per costruzioni di questo tipo; un’abitazione a zero emissioni di carbonio in fase d’uso, realizzata facendo largo uso di materiali locali e con una architettura rispettosa dei vicini, del paesaggio e dell’ambiente in cui è inserita senza limitare il godimento dello spettacolare panorama consentito dal sito Quest’ultimo, in forte pendenza e bene in vista ha rappresentato una sfida significativa nel processo di progettazione, anche perché all’interno di un’area verde protetta; un ambiente sensibile che ha richiesto un approccio attento agli aspetti paesaggistici La forma dell’edificio deriva dai particolari vincoli ambientali ed è leggermente ‘piegata’ a livello del piano superiore, così che il bordo occidentale è rivolto all’ingresso del sito, mentre il bordo orientale presenta la maggior parte delle viste verso la valle Il piano inferiore segue la stessa linea sul bordo occidentale, ma si estende sul lato est in modo da formare una terrazza esterna Il progetto è basato su una griglia triangolare che asseconda le rotazione della pianta ed è ripresa nella struttura Diversamente dal piano seminterrato, in calcestruzzo armato e rivestito in pietra locale, quello superiore è contraddistinto da grandi vetrate e realizzato con una struttura lignea in pannelli a telaio, integrata da pilastri in acciaio e legno che reggono la copertura in pannelli X-lam
La parte anteriore della casa presenta vetri fotovoltaici che contribuiscono alle zero emissioni di carbonio e alla ricarica dell’auto elettrica, oltre ad ombreggiare le zone living in estate consentendo guadagni passivi nella stagione invernale con accumulo nella massa del solaio in c a
La scelta dei materiali e degli impianti è stata fortemente influenzata dal programma sostenibile del progetto e dalla sua posizione geografica, con il risultato che, nell’edificio, sono stati utilizzati diversi materiali e tecniche costruttive, tra cui pannelli in legno, isolati con balle di paglia, per le pareti, il tetto verde a sedum su una struttura in pannelli X-lam, nonché impianti altamente performanti, come la ventilazione meccanica controllata per il ricambio dell’aria, i collettori solari per la produzione dell’acqua calda e i già citati pannelli FV
Lo schema progettuale sostituisce quello di una casa esistente, poiché al nuovo edificio non era permesso di estendersi oltre i limiti di quello originario Il lotto digrada in maniera piuttosto forte, di più di 3 metri rispetto all’area di progetto, e l’accesso è molto angusto.
Il sito di progetto si trova alla periferia di Bath, città Patrimonio dell’Umanità, all’interno di un’Area of Outstanding Natural BeautyAONB (area di straordinaria bellezza naturale) Questo acronimo descrive zone in Inghilterra, Galles o Irlanda del Nord designate per la conservazione grazie al loro significativo valore paesaggistico. L’area è anche un Site of Special Scientific Interest (SSSI), cioè una delle aree protette britanniche
pianta del piano inferiore (seminterrato)
pianta del piano superiore
trasmittanza media elementi costruttivi
pareti esterne, U = 0,13 W/m2K
solaio contro terra, U = 0,14 W/m2K
copertura, U = 0,14 W/m2K
serramenti, Uw = 1,14 W/m2K
3
Scorcio da ovest con il terrazzamento del Belvedere, una superficie a prato ornata da sculture e con vista sulla vallata
4
Veduta dal basso del fronte principale. Nella parte terminale a ovest, verso l’ingresso della proprietà, la finitura in legno arriva fino al piano inferiore mentre il resto del basamento è rivestito in pietra locale
L’open space al piano superiore con la zona cucina, l’enorme vetrata panoramica sulla valle e, sul fondo, la terrazza esterna
Internamente, rimane a vista la struttura portante mista del piano fuori terra: pilastri metallici, pilastri in legno binati, pannelli X-Lam per il tetto
In queste due pagine, dettagli della terrazza esterna
Il grande open space al piano superiore, con la cucina e la zona living, è aperto a sud, verso la vallata.
Le vetrate sono costituite da pannelli scorrevoli di grandi dimensioni, volti a ridurre l’interruzione delle viste
I pannelli hanno struttura in alluminio e doppi vetri, con telai e binari a scomparsa Tripli vetri sono stati montati su parte delle finestrature per massimizzare le prestazioni termiche Balconi e balaustre sono in vetro strutturale a sbalzo
strategie e tecnologie sostenibili
La Limpley Stoke Eco House è una dimora a basse emissioni di carbonio che soddisfa i criteri per il Code 5 britannico in termini di consumo di energia, grazie a una combinazione di tecnologie sostenibili attive e passive: materiali da costruzione a sequestro di carbonio (essenzialmente legno); isolamento in paglia; ventilazione meccanica con recupero di calore supportata da ventilazione naturale; pannelli solari fotovoltaici; sistema solare termico per la produzione di acqua calda; stufe a biomassa (a legna); guadagno solare passivo; massa termica; punto di ricarica per elettroveicoli; raccolta dell’acqua piovana; servizi igienici a compostaggio; supporto della biodiversità sul lotto
Copertura con grondaia
1 vetro su misura con pannelli fotovoltaici
2 raccordo del pannello sul supporto
3 supporto in acciaio a sezione cava rettangolare verniciato in polvere di poliestere (60x100 mm)
4 canalina portacavi in alluminio per FV architettonicamente integrato (72x44 mm)
5 membrana impermeabile in un unico strato
6 canale di acciaio al carbonio verniciato in polvere di poliestere (400x110 mm)
7 isolamento rigido (60 mm)
8 membrana impermeabile girata sotto gronda
9 legno compensato impermeabile (18 mm)
10 aggraffatura zincata
11 scossalina in alluminio verniciato in polvere di poliestere
12 angolare in alluminio che circonda il serramento
13 triplo vetro
14 pietra di fiume lavata (10 mm)
15 blocco di pietra Cotswold
16 trave di bordo perimetrale del tetto in legno lamellare (165x225 mm)
17 telaio in legno prefabbricato
18 salvabordi (15 mm)
19 listello in legno (20 mm)
20 rivestimento perimetrale interno del serramento in legno massiccio (15 mm)
21 veneziana interna
22 luce fissa
Attacco copertura/parete
23 elemento speciale in legno per bordo
24 isolamento rigido (160 mm)
25 barriera al vapore
26 elemento portante del solaio in X-lam (165 mm)
27 isolamento rigido (75 mm)
28 lattoneria in alluminio
Parete esterna, dall’esterno:
- rivestimento in cedro
- listellatura orizzontale in legno (25x50 mm)
- listellatura verticale in legno (25x50 mm)
- membrana impermeabilizzante traspirante
- isolamento rigido (150 mm)
- parete in c.a. (180 mm)
- rivestimento interno (parziale) in cartongesso
Solaio 1° piano, dall’estradosso:
- pavimento in rovere (19 mm)
- massetto con impianto
- radiante sottopavimento (75 mm)
- isolamento rigido (25 mm)
- solaio in c.a. rinforzato bidirezionale (225 mm)
Solaio controterra, dall’estradosso:
- pavimento in rovere (19 mm)
- massetto con impianto radiante sottopavimento (75 mm)
- isolamento rigido (25 mm)
- piastra in c.a. rinforzato (300 mm)
- membrana DPM (sovrapposizione minima 150 mm)
- isolamento rigido (200 mm)
- strato di ghiaia (50 mm)
- lastra di fondazione compattata (200 mm)
1 telaio in legno
2 scossalina in alluminio
3 membrana impermeabile in un unico strato
4 guaina di bordo (9,2 mm)
5 isolamento in paglia (356 mm)
6 pannello OSB (12 mm)
7 vetro doppio
8 telaio in legno prefabbricato
9 listello in legno (20 mm)
10 battiscopa in legno massello (15 mm)
11 pietra Cotswold (120 mm)
12 riempimento (50 mm)
13 membrana impermeabile all’umidità di risalita
14 lastra di pavimentazione di bordo
15 margine di ghiaia (100 mm)
16 isolamento rigido (100 mm)
17 blocco di cemento cellulare
Solaio 1° piano, dall’estradosso:
- pavimento in pietra di Purbeck (12 mm)
- adesivo a strato sottile (6 mm)
- massetto con impianto radiante sottopavimento (75 mm)
- isolamento rigido (25 mm)
- solaio in c.a. rinforzato bidirezionale (225 mm)
- rivestimento interno (parziale) in cartongesso
Parete esterna, dall’interno:
- cartongesso (12 mm)
- listellatura orizzontale in legno (25x50 mm)
- pannello OSB (12 mm)
- isolamento in paglia (356 mm)
- guaina di bordo (9,2 mm)
- membrana impermeabile traspirante
- listellatura verticale in legno (25x50 mm)
- listellatura orizzontale in legno (25x50 mm)
- rivestimento esterno in legno di cedro
1 piastra di base in legno prefabbricata (livellata in loco e fissata con malta per la tenuta all’aria)
2 scossalina in alluminio
Il vano scala che collega i due livelli Le casseforme in legno grezzo sono state usate appositamente per ammorbidire l’apparenza del calcestruzzo e relazionarlo al rivestimento in legno usato nel resto della casa
L’open space al piano superiore con la zona cucina e il caminetto, alimentato con legna raccolta nel bosco incluso nella proprietà.
I pannelli X-Lam della copertura con i binari incassati dell’illuminazione evidenziano la griglia triangolare così come il disegno della pavimentazione
A destra, alcune immagini di cantiere relative alla costruzione del piano superiore, realizzato con elementi prefabbricati a telaio, isolati con paglia
Sottoprodotto dell’industria agricola, la paglia è un materiale rinnovabile abbondante, che dà ottimi risultati quanto a isolamento e inerzia termica, combinata a un valore negativo di carbonio incorporato I pannelli in paglia sono anche traspiranti, consentono all’umidità di fuoriuscire dalla struttura evitando problemi di condensa
materiali
A fianco, la casetta dello studio, anch’essa realizzata in legno, presente nel giardino e indipendente dall’edificio principale
A destra, vista aerea della casa in fase di costruzione
Il piano semi interrato, compreso il solaio del primo piano, è stato realizzato con calcestruzzo gettato in opera al fine di contenere la spinta della collina e aumentare la massa termica Il calcestruzzo impiegato contiene PFA –pulverised fuel ash – un prodotto di scarto delle centrali elettriche a carbone che consente di ridurne l’energia grigia Per il piano superiore, fuori terra, è stato utilizzato invece il legno: pannelli prefabbricati isolati con balle di paglia (fornita da aziende agricole locali per quanto possibile) per le pareti ed elementi massicci (X-lam) per la copertura poggianti su pilastri in legno e in acciaio
Tutto il legname, anche quello utilizzato per il rivestimento esterno del piano superiore, è per lo più di provenienza locale e non trattato; con il tempo la finitura esterna assumerà un colore grigio/argento riducendo l’impatto visivo della costruzione La varietà principale utilizzata è il cedro rosso occidentale (Western Red Ceddar), coltivato in Inghilterra
La griglia triangolare del progetto è ripresa nella struttura della copertura, formata da una serie di triangoli isosceli di pannelli in X-lam a vista realizzati con legno proveniente da fonti sostenibili I collegamenti a incastro dei pannelli hanno un rientro che permette l’inserimento di un binario per le luci ed evidenzia la geometria triangolare riflessa anche nel disegno della pavimentazione in pietra calcarea di Purbeck
Il tetto verde, ricoperto con un mix di sedum composto da 16 varietà, coltivato in Yorkshire e molto resistente, con una bassa crescita e una ridotta manutenzione, contribuisce all’integrazione visiva dell’edificio nel contesto e alla riduzione delle emissioni di CO2 attraverso una migliore regolazione della temperatura e un aumento dell’isolamento, oltre a diminuire il deflusso delle acque piovane
La costruzione delle fondazioni e del piano seminterrato, in c a
Prime fasi di realizzazione del piano superiore, in legno A sinistra, la posa della trave di bordo sui pilastri in metallo; a destra, l’arrivo in cantiere dei pannelli in X-Lam della copertura.
La posa dei pannelli portanti della copertura sui pilastri Nella foto a destra si notano, sulla sinistra, i doppi pilastri in legno lamellare, protetti da teli impermebaili in attesa del montaggio dei pannelli X-Lam
Due immagini del grande open space al piano superiore con la struttura portante in legno A destra, posa della pavimentazione in pietra
A sinistra, il tetto verde, che riduce l’impatto visivo dell’edificio e aumenta l’isolamento e l’inerzia termica della copertura
A destra, il rivestimento esterno in doghe di legno (Western Red Ceddar)
Andrea Martinelli
Centro diurno e sede ACLI
Cordenons
1
Vista da sud-est con l’ampia vetrata della sala polivalente I due volumi, con la sede direzionale della cooperativa sociale e il centro diurno, si distinguono per la differente finitura esterna: il primo è caratterizzato da nastri verticali in alluminio verniciato grigio antracite, il secondo da doghe di legno orizzontali
2
Particolare del fronte sud, con la vetrata della sala convegni
Ubicazione: Cordenons (PN)
Committente: Cooperativa Sociale ACLI
Progetto: arch Andrea Martinelli, Udine
Strutture: ing. Marco Piva, Porcia (PN)
Progettazione CasaClima: ing Domenico Pepe, Pordenone
Impianti: ing Fabio Rosso, Monfalcone (GO)
Ditta strutture in legno: WoodCape srl, Silea (TV)
Direttore dei lavori: arch Renzo
Puiatti, Pordenone
Sicurezza e contabilità: geom Renato Pessotto, Pordenone
Appaltatore: Spagnol Costruzioni, Fiume Veneto (PN)
Lavori: ottobre 2011-maggio 2013
Superficie lotto: 6 147 m2
Superficie utile: 1 180,30 m2
Una corte per favorire le relazioni sociali
Organizzare in un unico volume le diverse funzioni direzionali e di coordinamento, di formazione, di occupazione e terapia di un Centro diurno e di una sede Acli a volte può essere complesso, soprattutto quando queste attività devono interagire tra di esse ma allo stesso tempo essere indipendenti Le opposte esigenze, ma anche la volontà di favorire e valorizzare le relazioni e l’incontro delle persone, hanno trovato soluzione in un impianto planimetrico organizzato attorno a una corte che unisce e separa il blocco in linea su due livelli a est, dove sono distribuite le funzioni pubbliche (uffici e aree per la formazione), e il corpo dei laboratori, più arretrato e rivolto a ovest, che per le sue funzioni terapiche necessita di maggiore riservatezza
Un fabbricato basso unisce le due parti tramite gli spazi comuni della caffetteria e della sala mensa, mentre i locali di servizio, la cucina con annessi deposito e dispensa e la sala termica sono collocati a nord alle spalle delle aree comuni Gli uffici sono difficilmente accessibili ai non addetti, ma permeabili alla vista facilitando in tal modo il coordinamento delle attività con gli operatori dei diversi settori; sul lato interno della corte un corpo parallelo ai laboratori completa gli spazi logistici del Centro Tutto si concentra e si affaccia sull’area centrale a prato, un piccolo parco e giardino che costituisce la continuazione ideale degli spazi interni, ovvero un luogo dove le persone possano incontrarsi L’intero complesso è costruito con pannelli in X-lam ed elementi in legno lamellare con isolamento a cappotto in lana di legno, intonaco a calce o cementizio e rasatura finale colorata ai silossani Su alcuni fronti, in particolare del corpo che ospita i laboratori terapici, è stata preferita una facciata ombreggiata con rivestimento in listelli orizzontali di larice, mentre la soluzione della facciata ventilata è stata adottata nel volume direzionale ma con un paramento esterno in alluminio Particolare cura è stata posta, viste anche le dimensioni, all’esposizione delle aperture vetrate, schermandole con pensiline e sporti di gronda sufficientemente profondi da impedire l’irraggiamento interno da maggio a settembre I parcheggi esterni sono ombreggiati da pensiline con impianto fotovoltaico installato sulle coperture
trasmittanza media elementi costruttivi
pareti esterne: 0,16 W/m2K
solaio con intercapedine verso il basso: 0,23 W/m2K
copertura: 0,16 W/m2K
superfici trasparenti: Uw 1,4 W/m2K
prestazioni energetiche
consumo energetico per riscaldamento 45 kWh/m2 anno
consumo energetico per acqua calda 9,228 kWh/m2 anno
pianta del piano terra Vista del complesso da ovest con la pensilina fotovoltaica che ombreggia i posti auto pianta del piano superiore sezione AA sezione BBCopertura corpo uffici, dall’esterno:
- manto di copertura in nastri di alluminio preverniciato con guarnizione impermeabile
- feltro antirombo e anticondensa
- tavolato planare su telaio in morali di legno incrociati a formare la pendenza (2,5 cm)
- intercapedine di debole ventilazione (15 cm) formata da morali in legno di abete (interasse 80 cm) a supporto anche della copertura
- membrana traspirante impermeabile con rivestimento PVC sul velo
- pannelli strutturali in legno a strati incrociati (24 cm)
- membrana traspirante impermeabile con nastro acrilico
- perline in abete preverniciate maschiate (2,4 cm)
- arcarecci in in legno di abete bilama (10x22 cm) piallati e trattati con impregnante (interasse 60 cm)
Solaio interpiano corpo uffici, dall’intradosso:
- pavimentazione in parquet industriale levigato e lucidato (1,5 cm)
- massetto radiante in sabbia e cemento (4 cm)
- pannello per pavimentazione radiante (6 cm)
- massetto in cls alleggerito e impianti (7,8)
- membrana impermeabile/barriera al vapore
- pannelli strutturali in legno a strati incrociati (16,7 cm)
Solaio contro terra, dall’intradosso:
- pavimentazione in gres porcellanato (1 cm)
- membrana antirumore/anticalpestio
- massetto radiante in sabbia e cemento (4 cm)
- pannello per pavimentazione radiante (6 cm)
- isolamento in XPS (3,5+14 cm)
- membrana antiradon
- cappa in cls armata con rete elettrosaldata (5 cm)
- vespaio aerato con casseri a perdere in plastica riciclata, getto di cls armato, canali di ventilazione in PVC con sfiati sulle murature e griglia di protezione (30 cm)
- magrone (10 cm)
Parete esterna corpo uffici, dall’esterno:
- rivestimento in nastri di alluminio aggraffato (1 cm)
- tavolato planare su telaio in morali di legno per facciata ventilata e griglia antinsetti (3 cm)
- membrana tenuta al vento resistente ai raggi UV
- isolamento in fibra di legno (16 cm)
- pannelli strutturali in legno a strati incrociati (9,7 cm)
- isolamento in lana minerale (5 cm) e passaggio impianti
- pannello in fibro gesso su telaio metallico (1,25 cm)
Parete esterna laboratori, dall’esterno:
- rivestimento in listelli di larice (2,5 cm) trattati con idrorepellente, fissati su morali di legno per parete ventilata (3 cm) e telo antinsetti
- membrana tenuta al vento resistente ai raggi UV
- isolamento in fibra di legno (16 cm)
- pannelli strutturali in legno a strati incrociati (9,7 cm)
- pittura semitrasparente per legno
Nelle immagini al centro, da sinistra, lavori di impermeabilizzazione delle fondazioni; posa delle tubature sul solaio del piano terra (si noti l’isolamento delle piastre metalliche di base dei pilastri); posa dell’isolamento esterno in XPS; struttura del solaio dall’intradosso; struttura metallica di supporto del controsoffitto con posa intermedia di fibra di legno.
3
Il laboratorio del centro diurno
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La scala nella hall d’ingresso del corpo uffici
A sinistra, la platea di fondazione e il cordolo perimetrale in blocchi di calcestruzzo aerato autoclavato
A destra, platea e cordoli impermeabilizzati
A sinistra, la struttura in legno con i pannelli in X-Lam, i pilastri e la travatura primaria e secondaria della copertura
A destra, isolamento puntuale tra la platea di fondazione e la piastra metallica di sostegno del pilastro
A sinistra, isolamento tra le travi del tetto mediante fibra di legno al di sopra del freno vapore. A destra, nastratura del freno vapore.
A sinistra, la struttura in X-Lam della sala polivalente
A destra, montaggio del rivestimento ventilato in nastri di alluminio verniciato
techné Il legno all’Expo 2015
Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi Dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, Milano, e quindi l’Italia, sarà sotto i riflettori di tutto il mondo, grazie all’Esposizione Universale dal tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione.
Per sei mesi l’area designata, a nord-ovest di Milano, sarà una ‘vetrina’ in cui i Paesi partecipanti mostreranno il meglio delle proprie tecnologie e della propria cultura in ambito nutrizionale e gastronomico. Ma non solo. Il messaggio di fondo dell’Expo, su cui sono chiamati a dibattere i partecipanti, sarà per gran parte anche demandato all’architettura dei padiglioni con cui i vari Paesi si mostreranno al mondo. Alcuni di essi hanno deciso, complice quasi obbligata la sostenibilità, di realizzare questi edifici di rappresentanza, per quanto effimeri, in legno, o con strutture miste in legno.
Expo 2015
Il legno all’Expo 2015
Una scelta di sostenibilità
L’area di Expo 2015, con i rendering dei vari padiglioni
Le Esposizioni Universali, e il concetto che le accompagna fin dalla loro nascita nel 1851, nascono spinte dall’idea di progresso, nel senso più vasto del termine, per arrivare a trattare temi di carattere, appunto, universale e che, oggigiorno, sono sempre più legati alla salvaguardia dell’ambiente e del pianeta
Nel 1851, 28 nazioni parteciparono alla prima esibizione internazionale, organizzata a Londra, dove per l’occasione venne costruito il Crystal Palace, e dove, con la parola ‘progresso’ s’intendeva soprattutto ‘progresso dell’industria e delle manifatture’
Quasi quarant’anni più tardi, nel 1889, fu la volta della Francia a organizzare a Parigi l’Esposizione Universale, la quale, in concomitanza con il centenario della Rivoluzione Francese, lasciò come eredità quello che ancor oggi è il simbolo internazionale della città, la Tour Eiffel
Le Esposizioni Universali operano una frattura con le fiere fino ad allora organizzate, di carattere per lo più locale, diventando globali Inizialmente un fenomeno europeo, si allargano nella prima metà del ‘900 agli Stati Uniti per comprendere poi anche l’Oriente dopo la Seconda Guerra Mondiale
Ma cos’è che caratterizza questi eventi?
Senza entrare nel merito delle questioni tematiche, sociali e politiche che ancora oggi rappresentano il filo conduttore di ogni Esposizione Universale, e che cambiano a ogni evento, si nota fin da subito l’interesse a realizzare architetture che rappresentino al meglio da una parte il tema dell’Esposizione e, dall’altra, l’immagine che il singolo Paese partecipante vuole dare di sé
Le varie strutture realizzate per le Expo sono per lo più effimere, temporanee, costruite per essere smantellate appena finito l’evento Tuttavia alcune di esse hanno lasciato il segno e da temporanee sono diventate permanenti Prima tra tutte la già citata Tour Eiffel ma anche il Padiglione Tedesco del 1929, a firma di Mies van der Rohe, che, seppure dismesso, è stato ricostruito fedelmente nel 1986 e ora è uno dei luoghi d’interesse di Barcellona O ancora, per rimanere sull’italico suolo, la soluzione di Renzo Piano per l’Expo di Genova del 1992, che ha dato un assetto alla città tuttora visibile e fruibile
È interessante porre poi l’accento sull’aspetto ‘materico’ delle Expo che si sono susseguite nel corso degli anni, se non per tutti almeno per alcuni
In quello di Londra del 1851 regnarono incontrastati il vetro e il ferro (simboli della potenza industriale), in quello di Parigi del 1889, il ferro la fece da padrone per arrivare, nel 2015, alla (ri)scoperta del legno che, nella maggior parte dei casi, è legata al messaggio ecologico sia del tema di Expo 2015 (Nutrire il pianeta, Energia per la vita) sia delle intenzioni del singolo Paese E il legno è proprio il trait d’union dei padiglioni che verranno illustrati nelle prossime pagine e che, dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, saranno gli ambasciatori dei Paesi che hanno deciso di concretizzare la propria presenza all’Expo sfruttando ed esaltando le caratteristiche di questo materiale
Expo 2015
Tra tutti i Paesi del mondo, invitati a partecipare a ogni occasione di questo tipo, 145 hanno deciso di essere
presenti alla manifestazione che quest’anno tratta il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” I padiglioni costruiti dai Paesi saranno 54: un record nella storia della manifestazione E più di 80 Paesi saranno raggruppati in 9 Cluster, in base a specifici prodotti alimentari (caffè, riso, cacao ) Ci saranno anche 3 Organizzazioni Internazionali, Organizzazioni della società Civile e padiglioni cosiddetti “corporate”, cioè di aziende che partecipano con una propria struttura per presentare soluzioni innovative legate al tema La riflessione sul tema ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ si sviluppa lungo diversi percorsi tematici che collegano le aree e gli spazi del sito espositivo, interconnessi tra di loro dalle due grandi direttrici del Cardo e del Decumano, con chiari riferimenti all’urbanistica delle città romane
Ogni Paese partecipante è chiamato a proporre soluzioni in merito al duplice tema dell’alimentazione e dell’energia attraverso soluzioni di carattere organizzativo ma anche espressivo, demandando dunque al proprio padiglione, alla sua costruzione e articolazione, l’onere di trasmettere il messaggio
In linea di massima, coerentemente con il tema di base legato a ecologia e sostenibilità, i padiglioni saranno smontabili, riciclabili e con quanti più possibili spazi aperti e/o verdi Ciò non impedirà tuttavia che alcuni di essi rimangano sull’area mentre per altri è già previsto che verranno smontati e rimontati altrove
Nelle pagine seguenti approfondiremo alcuni dei padiglioni nazionali realizzati in legno, in particolare quelli di: Francia, Giappone, Spagna, Slovenia, Belgio, Polonia e Austria
Lungo il Decumano sono allineate le presenze internazionali mentre, allo stesso modo, il Cardo sviluppa attorno a sé gli spazi espositivi curati dall’Italia
Padiglione Francia – Un ‘mercato coperto’ del XXI secolo
Progetto architettonico: XTU Architectes, Paris (F)
La Francia, da decenni impegnata in prima fila sulle questioni legate alla fame nel mondo e a come nutrire il pianeta, si presenta con un Padiglione totalmente in legno, mostrando il suo biglietto da visita come candidata a ospitare l’Esposizione Universale del 2025
Il progetto prende le mosse dalla considerazione che la Francia è caratterizzata, vista anche la sua estensione, da un’ampia varietà di suoli che le ha permesso di sviluppare un patrimonio gastronomico variegato di alta qualità Compositivamente, dunque, l’edificio vuole rappresentare proprio una porzione del suolo francese capovolta Al concetto del suolo si sovrappone e si fonde quello del luogo dove si scambiano i prodotti gastronomici, cioè il mercato e, nella fattispecie, il mercato coperto È, infatti, un ampio spazio coperto quello all’interno del padiglione in cui poter gustare le delizie della gastronomia francese ed esperire i suoi progetti in merito al tema della nutrizione del mondo
Il padiglione francese per Expo2015 è proprio questo: all’esterno il suolo, all’interno un grande mercato coperto, in cui esporre – e degustare – tutto quello che la Francia può mettere a disposizione
Architettonicamente si tratta di una struttura di 3 piani, principalmente in legno lamellare, che poggia su 4 ‘pilastri’, che simboleggiano i 4 pilastri con cui la Francia si presenta a Expo2015: 1 il contributo alla produzione alimentare mondiale, grazie alle potenzialità del tessuto produttivo francese; 2 lo sviluppo di nuovi modelli alimentari capaci in risposta alla necessità di produrre meglio; 3 il miglioramento dell’autosufficienza dei Paesi in Via di Sviluppo con una politica di trasferimento di competenze e tecnologie; 4 l’alleanza della quantità con la qualità in tutti gli ambiti, sanitario, nutritivo, culinario Data la temporaneità dell’edificio, è stata scelta una costruzione leggera che, una volta terminata l’esibizione, verrà smontata e rimontata altrove, nonché una forma “libera”, in cui i giunti dei vari elementi sono invisibili e la complessa geometria è realizzata mediante taglio con macchine a controllo numerico
Oltre alla scelta della filiera corta del legno come materiale costruttivo e di finitura, anche per pavimenti e facciate, si è optato per un sistema di ventilazione naturale all’interno del padiglione, un basso consumo energetico, il riciclo dei rifiuti e la depurazione delle acque
Padiglione Giappone – Diversità Armoniosa
Progetto architettonico: Atsushi Kitagawara Architects, Tokyo (J)
A Expo2015 il Giappone si presenta con un padiglione parzialmente in legno che, nella forma e nella struttura, sintetizza l’estetica e la sostenibilità millenarie del paese del Sol Levante, legate anche al cibo, alla sua diversità e al modo, armonioso, con cui è possibile procurarlo rispettando la natura
L’uso del legno, risorsa rinnovabile, connette il padiglione direttamente alle questioni legate al mantenimento e alla protezione delle foreste le quali favoriscono la formazione di acqua ricca di nutrienti, che verrà poi restituita alla terra e ai mari, stimolando la creazione di quella diversità di cibo di cui, appunto, si nutre il mondo Sin dai tempi più antichi, gli alberi e lo stile di vita dei giapponesi convivono strettamente nei s a toy a m a , aree boscose che convivono con aree densamente popolate; in queste comunità si è favorita la formazione di società ideali orientate al riciclaggio
Il Padiglione Giapponese presenta così una griglia tridimensionale di legno che incorpora il concetto di so-
stenibilità, simbolizzando l’origine della diversità giapponese – le 4 stagioni, la natura, l’ecosistema e il cibo Le tradizionali tecniche costruttive giapponesi del legno – simboleggiate nel tempio Horyuji – usano il cosiddetto “metodo di tensione compressiva” in cui i pezzi di legno sono connessi assieme con attacchi e giunti per ottenere il giusto supporto Il padiglione, creato su una griglia di legno tridimensionale, sarà il primo che usa sia le regole della costruzione tradizionale riguardo i telai di legno sia le moderne tecniche di analisi e applicazione usate per il “metodo di tensione compressiva”, con il risultato di una costruzione innovativa che fonde la cultura tradizionale giapponese con la tecnologia più avanzata La griglia in legno, oltre a ridurre al minimo l’impatto ambientale e a conferire al padiglione una confortevole abitabilità, svolgerà anche una funzione scenica Di notte il padiglione apparirà come una grande lanterna di carta che emana all’esterno una luce morbida e soffusa
Il doppio padiglione dalla forma archetipica ricorda l’architettura produttiva dei capannoni tradizionali ma al contempo anche quella delle serre più avanzate
Tutto il processo costruttivo, anche per quanto riguarda i portali metallici della parte dedicata all’innovazione, si basa sull’assemblaggio a secco
Padiglione Spagna
Prog architettonico: b720 Fermín Vázquez Arquitectos, Madrid (E)
Lo scopo del padiglione spagnolo è mostrare chiaramente la fusione tra due delle qualità che la Spagna esporta: tradizione e innovazione, rappresentate dalle due campate a doppia falda identiche ma realizzate con materiali diversi Nella parte della tradizione, un telaio strutturale di legno abbraccia e supporta le ‘scatole’ sopraelevate che ospitano la superficie espositiva vera e propria Le finiture delle scatole si riferiscono alla cultura tradizionale del cibo, alla ricerca legata alla sua produzione e all’innovazione culinaria L’innovazione è, invece, rappresentata dalla parte in metallo Il richiamo è all’architettura dei tradizionali capannoni rurali e delle serre La disposizione ordinata crea un oggetto facilmente riconoscibile in lontananza, la cui struttura a telaio ha un effetto di ripetizione che rafforza la sua singolarità La semplicità volumetrica si arricchisce grazie alla percezione delle ‘scatole’ contenute nel pa-
diglione e al rivestimento traslucido Lo spazio interno, benché apparentemente distinto in due parti, è di fatto permeabile Le due campate non sono divise ma si passa dall’una all’altra senza soluzione di continuità
Il padiglione, realizzato con materiali riciclati e naturali quanto più possibile, è prefabbricato e assemblato in loco, garantendo qualità e risparmio di tempi e costi
La parte della ‘tradizione’ è data da portali di legno lamellare distanti 1,5 m, fissati tra di loro da una sequenza di volumi prismatici irregolari realizzati con elementi in X-Lam Pannelli leggeri in policarbonato tra i portali proteggono le aree esterne sottostanti mentre aperture fisse sul tetto permettono la fuoriuscita del calore dall’alto e la ventilazione naturale
Profondità e distanza tra i portali sono calcolate per fornire una confortevole ombreggiatura alle aree semiesterne sottostanti riducendo il consumo energetico
Padiglione Slovenia
Progetto architettonico: SoNo arhitekti, Ljubljana (SLO)
L’idea per il padiglione sloveno si basa sullo slogan “I feel sLOVEnia Green Active Healthy”, puntando su quello che è anche il motto turistico del piccolo Paese: verde, attività all’aria aperta, salute
Cinque strutture prismatiche, posizionate sulla superficie in modo geometrico e dinamico, la cui forma vuole richiamare le vette che caratterizzano buona parte del territorio della Slovenia, rappresentano il suo variegato paesaggio e simboleggiano idee fondamentali di sviluppo sostenibile
Il padiglione, che si estende su una superficie espositiva di 1 910 m2, vuole esemplificare il forte legame tra un ambiente sano e un alimento sano prodotto localmente, con metodi che non pesano sull’ecosistema
Nelle intenzioni del messaggio, le risorse naturali sono la chiave per un’alimentazione sostenibile e una buona qualità della vita La Slovenia si propone dunque di sti-
molare i sensi del visitatore, offrendo una vetrina della sua diversità culinaria
Il padiglione è stato progettato per essere costruito con materiali naturali, principalmente legno e vetro D’altro canto, la Slovenia è uno dei paesi più boscosi d’Europa, e nella sua economia il legno è un materiale strategico La struttura è stata completata con pareti verdi all’interno e, parzialmente, anche sulle facciate esterne Il disegno è complesso e costituito da una composizione caratterizzata da grandi fasce; una costruzione ibrida che unisce telai in legno con elementi portanti in X-Lam e pilastri metallici La facciata ovest è caratterizzata da grandi finestre triangolari che permettono di guardare all’interno degli spazi espositivi Le altre facciate, meno aperte, sono rivestite da listelli in legno, intervallati casualmente da profili in acciaio bianchi a richiamare l’aspetto della superficie delle foglie
La vastità delle sue foreste, l’abbondanza dei suoi laghi e dei suoi corsi d’acqua, il fascino del mare e delle sue coste, la ricchezza delle sue riserve naturali, la sua varietà di flora e fauna: durante l’Expo Milano 2015, la Slovenia sembra riflettere l’immagine della sua bellezza naturale, ideale per una vita attiva e sana
I volumi del padiglione, che si sviluppa su un totale di ca 2500 m2 e 4 livelli, sono anche differenti allusioni all’architettura agriculturale e orticulturale del Belgio: il grande volume della calotta geodetica presenta se stesso come una referenza delle grandi Serre Reali di Laeken, e il primo volume, la Fattoria, reinterpreta la morfologia tradizionale della fattoria belga, allungata con un tetto a capanna
La cupola geodetica è composta da una struttura tubolare d’acciaio con un involucro vetrato con telaio in alluminio Il 50% della superficie è coperta da pannelli fotovoltaici, mentre la restante metà utilizza un doppio vetro performante bassoemisivo (low-E).
Padiglione Belgio
Progetto architettonico: Patrick Genard y Asociados, Barcelona (E) Il progetto del padiglione del Belgio per l’EXPO2015 di Milano è il risultato di tre grandi temi di riflessione: il tema della mostra “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica e, infine, il padiglione come vetrina dell’identità belga Questi 3 temi si incontrano nella questione dello sviluppo del territorio Il progetto propone, infatti, di fare del Padiglione il modello ridotto di una soluzione di pianificazione urbana, la “Lobe City”, già applicata in città come Copenhagen, in cui degli inserti verdi separano i quartieri e ossigenano il centro città, mantenendo al contempo una rete concentrica di anelli che uniscono i differenti quartieri I quartieri residenziali sono i volumi costruiti, dove dappertutto circola la luce e si ha la vista sul verde circostante Il centro storico della città diventa l’atrio, il cuore del progetto, formalizzato in una grande struttura geodetica in acciaio e vetro
Il consumo inutile di energia è evitato grazie all’applicazione di basilari principi bioclimatici: compattezza degli edifici e buon orientamento, controllo della luce naturale, efficiente isolamento, uso di strategie passive per il raffrescamento dell’aria
Una filosofia ‘verde’ perseguita a tutti i livelli del progetto e, quindi, anche nella scelta dei materiali e del tipo di costruzione: naturali, facilmente riciclabili, isolanti, modulari per un facile smantellamento Questi materiali sono essenzialmente il legno (sotto forma di pannelli sandwich, passando per una struttura metallica riciclabile e OSB) e il vetro (la cupola geodetica in vetro serigrafato con celle solari sul lato meridionale) Il legno trova diversi impieghi nel padiglione, tra cui quello strutturale della Fattoria, con i portali a forma di timpano in legno lamellare (sezione 60x16 cm) e di altezza variabile, progettati e prodotti da una società
belga I solai sono composti da una struttura principale con travi metalliche HEA e struttura secondaria, inclusa nell’altezza, in travi in legno (150 mm) Pannelli in OSB riciclato (30 mm) costituiscono il pavimento finito Anche il rivestimento esterno delle parti opache è dato da un sistema di pannelli sandwich prefabbricati (130 millimetri) composti da OSB ignifugo C1, isolamento, pannello compensato I pannelli sono poi rivestiti con una membrana impermeabilizzante situata sotto le traversine in legno che servono come struttura per i pannelli fin-ply esterni, un compensato multistrato di qualità elevata e con un alto grado di finitura, privo di giunti di accostamento tra i pannelli
Padiglione Polonia
Progetto architettonico: 2pm Architekci, Warszawa (PL)
L’idea che supporta ill progetto per il Padiglione Polacco di Expo2015 si riferisce direttamente ai meleti e, in generale, all’orticoltura, ambito agrocolturale decisamente importante per il paesaggio e l’economia polacchi Il padiglione è stato quindi realizzato utilizzando un motivo quantomeno evocativo: le cassette in legno, quelle normalmente usate nei trasporti come packaging di frutta e verdura
L’idea architettonica si sviluppa, concettualmente, su due livelli Alla microscala, attraverso l’uso del muro esterno traforato e modulare del padiglione, che visivamente fa riferimento alle cassette delle mele sopra menzionate, e, alla macroscala, trasmettendo l’idea del padiglione a sua volta come una grande cassetta, biglietto da visita dell’agricoltura del Paese centroeuropeo
Il layout del padiglione accompagna i visitatori attraverso un giardino ‘segreto’ simbolico, nascosto in modo labirintico dietro il lavoro di traforo della struttura ‘a cassetta’, giardino che consiste di file di alberi di mele
L’immagine del padiglione però non viene svelata al vi-
sitatore in un’unica volta L’illusione dell’espansione e dell’infinità del giardino al livello superiore è creata usando degli elementi specchiati, realizzati con metallo lucido cromato, di cui è rivestita tutta la superficie interna del muro al fine di moltiplicare le riflessioni in ogni possibile direzione Ciò crea un ambiente pieno di luce, libertà e spazio, quasi una ‘piazza italiana’, una di quelle attorno cui si concentra la vita delle città italiane, qui collocata però al centro di un meleto di Mazovia In quest’area sarà possibile organizzare vari eventi come parte integrante del programma della mostra
L’esposizione offre, in pratica, una passeggiata virtuale durante la quale i destinatari saranno in grado di conoscere al meglio l’agricoltura della Polonia e familiarizzare con il suo paesaggio
Strutturalmente l’edificio si regge su una struttura a telaio in acciaio, ma l’involucro è dato dai muri autoportanti realizzati con i moduli delle “cassette della frutta”
Gli elementi modulari, progettati ad hoc per il padiglione, sono resi solidali tramite montanti in legno lamellare ed elementi di acciaio passanti
Il Padiglione austriaco
a Milano combina la struttura e l’ambiente in un unico contributo integrato: tramite la vegetazione del boschetto il team di progetto realizza una rete di collegamenti a vari livelli fra uomo, ambiente e clima.
Il bosco del padiglione austriaco dell’EXPO lavora come una centrale di “produzione aria”: in un’ora produce una quantità di ossigeno sufficiente per 1 800 visitatori
L’evapotraspirazione attivata dal terreno boschivo farà percepire ai visitatori un ambiente più fresco di circa 5 ºC, un toccasana ‘green’ nel clima afoso dei mesi estivi che caratterizza la pianura padana.
Padiglione Austria: un bosco come skyline dell’Expo
Progetto architettonico: terrain:breathe austria, Graz (A)
L’Austria, Paese del legno, si presenta all’Expo2015 con un padiglione dalla forma semplice ma originale nel contenuto Un padiglione che, di fatto, è un pezzo di bosco austriaco (54 alberi da fusto, 12 000 piante boschive e da boscaglia, arbusti) trasferito a Milano
La proposta per il tema dell’Expo prende le mosse da quello che è l’elemento, considerato anche alimento, che permette la vita: l’aria, la quale, si sa, viene purificata costantemente dagli alberi di cui il suolo austriaco è abbondantemente ricoperto
Il bosco all’interno del padiglione dell’EXPO si estenderà per tutta la superficie interna di 560 m2
Per la costruzione che circonda il bosco sono stati utilizzati 180 metri lineari di pareti di legno, alte 6 metri, con le chiome degli alberi che fuoriescono dai bordi superiori caratterizzando il profilo del padiglione Come materiale strutturale è stato usato il compensato multistrato (cross laminated timber) con funzione portante Una struttura, quindi, che alla fine della vita del padiglione, potrà essere smantellata senza produrre rifiuti Il padiglione forma una cornice attorno a un corpo vegetativo di ampie dimensioni, fungendo da contenitore per la realizzazione del paesaggio all’interno Con misure relativamente naturali sarà possibile ottenere il clima percepito in un fitto bosco austriaco, basato sull’effetto rinfrescante dell’evapotraspirazione delle piante che, negli afosi mesi estivi della pianura padana, saranno di sicuro comfort
Il Padiglione pone al centro dell’attenzione la competenza tecnica ed ecologica dell’Austria, non solo costruttivamente ma anche tecnologicamente Per la produzione di energia elettrica verrà sfruttata una tecnologia, installata su una grande area della facciata, basata sull’effetto Grätzel, un’applicazione della nanobionica che prevede la produzione di elettricità partendo dal processo di fotosintesi La superficie vetrata dell’impianto fotovoltaico (90 m2) è responsabile della produzione dell’energia elettrica Con una media di sei ore di sole al giorno è prevista una produzione energetica giornaliera di 24 kWh
Sistema massiccio MHM
Il sistema costruttivo in legno massiccio non trattato MHM (Massiv-HolzMauer) utilizza elementi realizzati con tavole incrociate collegate tra di loro con chiodi grippati in alluminio.
Le tavole che compongono gli elementi parietali, e che derivano dal materiale rimanente una volta ricavate le travi dal tronco, vengono lavorate con tante piccole scanalature a formare un cuscinetto d’aria.
Questi strati d’aria aumentano la capacità isolante degli elementi di parete di ca il 30% rispetto al legno massiccio semplice
A integrazione degli elementi verticali MHM, è stato brevettato un sistema di chiusure orizzontali PHE (Profil-Holz-Elemente) in cui le tavole che compongono l’elemento orizzontale sono accostate di taglio e giuntate con chiodi grippati in alluminio.
La costruzione che ne deriva, essendo composta da legno massiccio, ha il vantaggio di creare un accumulo di calore maggiore rispetto ad altri sistemi costruttivi, con un isolamento migliorato dalla presenza dei cuscinetti d’aria creati dalle scanalature delle singole tavole e soprattutto uno sfasamento termico eccezionale per via della grande massa
Ai vantaggi di un sistema prefabbricato, in cui tutti gli elementi sono gestiti da macchinari CNC, si aggiunge il risparmio economico dovuto anche all’accorciamento dei tempi di montaggio
sistemi
MHM e PHE: pannelli massicci per pareti e solai
Sotto, Klaus Fuchs DA Sanspareil Weinberg. Nella pagina a fianco, in alto, edificio residenziale a Monaco di Baviera (arch Uwe Klose); in basso, dettaglio di un edificio residenziale nella zona di Rhön (Germania)
Legno massiccio per pareti con sistema MHM (Massiv-Holz-Mauer)
Il sistema costruttivo Massiv-Holz-Mauer® è caratterizzato da pareti portanti costituite da strati incrociati di tavole di legno connesse da chiodi in alluminio Le tavole sono dotate di profili a incastro laterali e lavorate su una faccia con molte piccole scanalature a formare una sorta di cuscinetto d’aria, grazie al quale il potere isolante aumenta del 30% ca rispetto a una parete di legno massiccio Grazie a questa particolarità lo spessore della parete può essere ridotto a parità di prestazioni
Il materiale di base è il legno ‘laterale’ del tronco di conifera, prodotto in grandi quantità nelle segherie come materiale residuo della lavorazione di travi; ciò consente un’ottimizzazione del materiale dei tronchi riducendo la necessità di abbattere ulteriori alberi
Le tavole di legno, una volta giunte in fabbrica, vengono modellate in modo automatico, poste in maniera incrociata le une sulle altre e collegate tra di loro, strato dopo strato, con chiodi grippati in alluminio A ogni incrocio di tavole vengono inseriti due chiodi in alluminio, sempre in diagonale e quanto più possibile distanti Questi chiodi permettono una lavorazione senza problemi dell’elemento parete, senza elevata usura degli strumenti di lavoro e senza pregiudicare le caratteristiche statiche Con una percentuale di alluminio di solo lo 0,04%, la quantità di metallo presente nella parete è ridottissima Grazie alla traspirabilità di cui godono le pareti così realizzate, è possibile rinunciare totalmente ai freni o alle barriere a vapore
Per quanto riguarda la protezione degli elementi, negli ambienti interni non è necessario alcun trattamento chimico poiché, attraverso l’essiccazione, il legno è stabile dal punto di vista della forma e resistente ai parassiti Negli ambienti esterni, invece, soluzioni costruttive ad hoc della struttura possono limitare al minimo l’utilizzo di sostanze di protezione
Una volta realizzati gli elementi parete al grezzo, essi vengono lavorati tramite macchinari a controllo numerico
La Massiv-Holz-Mauer Entwicklungs GmbH, con sede a Hawangen in Baviera (D), è attiva da decenni nel mondo del legno; la ditta originaria, la Hans Hundegger AG, produceva infatti già alla fine degli anni ‘70 macchinari per la lavorazione del legno Dal 2004 si costruiscono edifici con sistema MHM, integrati dal 2009 con elementi PHE
Tutte le immagini e i disegni di queste e delle prossime pagine sono stati forniti dalla ditta Massiv-Holz-Mauer Entwicklungs GmbH.
effettuando i ritagli di porte e finestre, tutte le scanalature delle installazioni per gli impianti elettrico e sanitario, così come incassi e fori particolari, oltre ai fori necessari per la movimentazione Il sistema permette di realizzare anche in seguito, con semplici macchinari e attrezzi, intagli e prese per la corrente, così che ulteriori vani per le installazioni (per es contropareti) risultano superflui Il livello di prefabbricazione e l’elevata precisione dei pezzi consentono una riduzione dei tempi di montaggio, con conseguenti risparmi economici
Legno massiccio per solai con sistema PHE (Profil-Holz-Elemente)
I “Profil-Holz-Elemente” (PHE) completano il sistema MHM relativamente ai solai e alle coperture e permettono di realizzare un edificio al grezzo totalmente in legno massiccio
Gli elementi PHE sono costituiti da tavole di legno di conifera affiancate di taglio e collegate le une alle altre con chiodi grippati in alluminio Per non dipendere da una lunghezza minima o massima, le tavole possono essere unite tra di loro in una lunghezza predefinita liberamente e, a scelta, variabile Grazie a questo, elementi massicci piani e a pannelli verticali possono essere realizzati praticamente con larghezza e lunghezza a piacere L’impiego dei chiodi di alluminio grippati come elementi di collegamento crea la premessa affinché gli elementi possano essere lavorati facilmente e in modo pulito in ogni momento, con normali attrezzi e senza grandi scarti
Il software dei macchinari comunica le lunghezze richieste per garantire una sistemazione ottimale degli incastri delle lamelle e minimizzare lo scarto
Le tavole grezze spesse 24 mm (lunghezze possibili dai 2 ai 5 m) vengono lavorate di testa con il macchinario per le giunzioni, dopodiché i denti vengono incollati e pressati In questo modo, senza particolare impegno, è possibile lavorare una tavola in un unico passaggio
Gli elementi impiegabili, massicci, a elevata resistenza, di molteplice uso, possono essere realizzati con spessori da 7,5 a 25 cm, larghezza fino a 1,2 m e lunghezza dai 4 ai 12 m
L’essiccazione tecnica delle tavole grezze di ca 8 ore a 65 °C sostituisce la protezione chimica del legno di conifera utilizzato per la loro realizzazione
Con una variazione di umidità del legno di +/- 1%, la lamella in legno dell’elemento PHE si ritira, e si gonfia, nella direzione della lunghezza dello 0,01%, nella direzione radiale (larghezza dell’elemento) dello 0,16% Queste variazioni sono consentite dal fatto che gli elementi non sono incollati e ogni singola lamella può lavorare Le larghezze degli elementi rimangono comunque molto costanti
A differenza degli elementi in legno massiccio MHM, gli elementi PHE, a causa della loro costruzione, non sono in grado di garantire una sufficiente tenuta all’aria e al vento Quindi, se questi vengono utilizzati come elementi verticali (cosa possibile) per l’involucro esterno, è necessario adottare misure supplementari per la tenuta all’aria e al vento
1 - le scanalature servono per creare un cuscinetto d’aria che migliora il valore l della tavola; 2 - chiodi grippati in alluminio; 3 - profili a incastro, se necessario; 4 - 15 strati; 5 - disponendo diagonalmente i chiodi di alluminio, si raggiunge un’elevata stabilità dell’elemento 1 2 3 4 5
sistema massiccio pareti esterne
In alto, a partire dall’elaborazione del progetto con un programma 3D-CAD, le superfici delle pareti vengono suddivise in singoli elementi su cui realizzare, tramite macchinari CNC, le aperture previste per finestre o porte, frontoni o le scanalature per l’impiantistica
Qui sopra, un dettaglio del solaio PHE e delle tavole accostate che lo compongono
Solaio PHE interpiano, dall’estradosso:
- pavimentazione in legno o piastrelle
- pannello per sottofondo a secco
- isolamento dai rumori di calpestio
- massetto in cemento
- solaio in PHE con intradosso a vista
1 nastratura di tenuta all’aria
2 elemento ligneo di aiuto per il montaggio
3 membrana di tenuta all’aria aperta al vapore da collocare sotto la struttura del solaio
4 rivestimento esterno in legno
5 pannello isolante in fibra di legno morbida (6 cm)
6 letto di malta per formazione di attrito
7 isolamento perimetrale dello zoccolo
8 intonaco sullo zoccolo (altezza min 30 cm)
9 muratura della cantina
10 soglia in durame di legno (per es larice)
11 soglia di orientamento della parete da durame di legno (10-8 cm)
12 solaio della cantina in c a
13 membrana di tenuta all’aria
14 fissaggio secondo statica
15 parete esterna MHM (25 cm)
16 rivestimento interno in cartongesso o pannello in argilla
sistema massiccio pareti divisorie interne
Un’impresa specializzata, con pochi di operai, non ha bisogno di più di 2-3 giorni per una casa unifamiliare incluso il tetto, a partire dalle fondamenta o dalla cantina
Un camion trasporta gli elementi massicci delle pareti fino al cantiere; i singoli elementi parietali grezzi vengono quindi montati in base alla loro numerazione e collegati tra di loro
In questo modo la casa viene protetta dal suo stesso tetto già dopo 2-3 giorni e si può dare inizio alle lavorazioni interne
La velocità dei tempi di costruzione è dovuta al fatto che le parti di parete vengono fornite già pronte e con un’elevata precisione delle misure, grazie alla gestione tramite macchinari CNC.
1 isolamento ignifugo
2 cavità da riempire con siolante, per es fiocchi di cellulosa
3 perlinatura a vista
4 falso puntone a vista
5 pannello in gessofibra
6 isolamento in fibra di legno morbida
7 freno al vapore
8 parete MHM (20,5 cm)
9 rivestimento interno in cartongesso o pannello in argilla
10 impermebailizzazione da fare in cantiere
11 fissaggio secondo statica
12 cantina
13 soglia di orientamento della parete da durame di legno (10-8 cm)
14 nastratura di tenuta all’aria
15 letto di malta per formazione di attrito
sistema massiccio solai
In questa pagina, alcune fasi di posa e montaggio di elementi PHE di un solaio interpiano di forma tonda
Grazie alla superficie profilata, gli elementi PHE riducono il tempo di riverbero, migliorando così l’acustica della stanza
Nella pagina accanto, in basso a destra, la posa di elementi rettangolari.
In basso, due immagini della posa di una struttura in PHE utilizzata come solaio del piano terra, direttamente su travetti in acciaio
I vari elementi possono essere utilizzati anche indipendentemente dal sistema MHM in tutti gli ambiti di una costruzione in legno, non solo come elementi per tetti e solai, ma anche per pareti
Gli elementi vengono prodotti a partire da tavole di 24 mm di spessore e collegate tra di loro con chiodi grippati di alluminio a formare gli elementi
Il brevetto per gli elementi PHE esiste da marzo 2009
sistema massiccio solai e coperture
1 rivestimento in doghe di legno a vista sotto lo sporto del tetto
2 falso puntone dello sporto, avvitato alla struttura
3 intonaco traspirante sul sistema di coibentazione a cappotto
4 pannello in fibra di legno morbida (6 cm)
5 parete esterna MHM (25 cm)
6 panello in cartongesso o in argilla
7 trave di bordo (16/22)
8 elemento portante della copertura in PHE (12 cm)
9 puntone in legno a vista
10 trave di colmo
11 doghe di legno a vista
12 parete interna MHM (16 cm)
Copertura con struttura in PHE, dall’estradosso:
- rivestimento esterno in tegole - listellatura per tetto - controlistellatura
- pannello isolante in fibra di legno morbida
- isolamento in fibra di legno morbida - freno al vapore
- struttura portante in PHE a vista
Copertura con struttura in travi di legno, dall’estradosso:
- rivestimento esterno in tegole - listellatura per tetto - controlistellatura
- pannello isolante in fibra di legno morbida
- isolamento in fibra di legno morbida
- struttura portante in travi di legno a vista con interposto isolamento (per es fiocchi di cellulosa) - freno al vapore - doghe di legno a vista
- puntone a vista
dettagli Isolamento acustico dei solai lignei
Le profonde differenze delle tecnologie costruttive in legno rispetto a quelle tradizionali impongono una particolare attenzione sia in fase di progettazione sia di posa in opera. In particolare, l’elevato grado di prefabbricazione rende necessaria una progettazione acustica integrata dell’edificio sin dalla sua concezione.
Problemi di isolamento acustico sono difficilmente risolvibili o rimediabili a posteriori all’interno di strutture in legno e sono spesso riconducibili a errori di progettazione e/o esecuzione in opera
Per un ottimale comfort acustico è fondamentale una progettazione integrata a diversi livelli:
• progetto architettonico e impianto distributivo dell’edificio;
• progettazione esecutiva dei dettagli tecnologici e scelta dei materiali;
• progetto strutturale (interruzione degli elementi strutturali fra unità abitative differenti);
• progetto degli impianti (posizione dei cavedi e tipologia degli impianti).
L’acustica nelle strutture in legno
Dal 1976 TecnasfaltiIsolmant opera con successo nel mercato dell’edilizia, dapprima nel settore dell’isolamento acustico e, in seguito, anche in quello dell’isolamento termico Una presenza forte ed importante che ha fortemente contribuito a introdurre e affermare concetti che oggi sono particolarmente sentiti e valorizzati da tutti gli operatori dell’edilizia e delle costruzioni. L’azienda ha fatto proprio, attraverso la filosofia “GreenPlanet by Isolmant”, il concetto di edilizia sostenibile, proponendo sul mercato prodotti certificati che confermano in opera il raggiungimento delle prestazioni ottenute in laboratorio
L’acustica è un tema molto delicato negli edifici in legno, trattandosi di strutture stratificate
Quando un’onda sonora incontra una struttura genera in essa una vibrazione Più la struttura vibra, più il suono è trasmesso Le strutture leggere possono essere più facilmente sollecitate, soprattutto alle basse frequenze, e di conseguenza vibrano di più trasmettendo maggiormente il suono
L’isolamento acustico in una struttura in legno è fortemente condizionato dalle caratteristiche acustiche di ogni singolo componente edilizio in funzione delle diverse tecnologie costruttive, della tipologia dei giunti strutturali e non strutturali, della modalità di posa in opera
Isolamento acustico dei solai in legno
Un solaio in legno è una struttura multistrato e il suo comportamento acustico differisce significativamente da quello di un solaio massivo omogeneo A motivo della sua leggerezza e dei dettagli strutturali, l’isolamento acustico ai rumori impattivi di un solaio in legno è peggiore alle base frequenze rispetto a un solaio massivo; al contrario, alle alte frequenze, il comportamento può essere migliore
Per frequenze molto basse, l’intervento acustico più importante sui solai in legno è dato dall’applicazione di un controsoffitto acustico fissato in modo elastico all’intradosso della struttura, permettendo così un guadagno, a frequenze inferiori a 100 Hz
Nella gamma di frequenze dai 100 Hz in su, i metodi per intervenire nella correzione acustica di un solaio in legno sono analoghi a quelli di solai massivi: la realizzazione di un pavimento galleggiante (massetto di pavimentazione su strato resiliente) e il rivestimento elastico della superficie pedonabile (sottoparquet acustici per parquet flottante o sistemi sottopiastrella idonei per l’incollaggio delle pavimentazioni in ceramica o legno) A oggi, la progettazione
Nella pagina a fianco, un’immagine del cantiere della Ex Centrale del Latte di Pavia, ristrutturata con struttura in legno e resa performante acusticamente grazie alla posa attenta di materiali fono-isolanti e fono-assorbenti
con metodi di calcolo non garantisce stime sufficientemente rappresentative, in quanto sono ancora poco diffusi dati di letteratura Un supporto importante può essere trovato nelle schede tecniche e nei certificati di prova (eseguiti in laboratorio o in opera) dei produttori di materiali isolanti o di sistemi costruttivi
Collaudi in opera
Come approccio al mondo delle costruzioni leggere, si propongono i risultati in opera conseguiti su una serie di strutture di diversa composizione e materiali L’efficacia delle soluzioni è comprovata dai collaudi particolarmente positivi che si possono raggiungere con una adeguata progettazione dei materiali e della stratigrafia L’attendibilità dei risultati e la loro ripetibilità può essere garantita dalla elevata standardizzazione dei processi costruttivi degli edifici in legno e dalla realizzazione dei componenti prefabbricati, che permette di estendere i risultati ottenuti su un cantiere a edifici di tipologia simile, ove siano mantenuti gli accorgimenti di una progettazione e realizzazione acusticamente corretta
1
Il dettaglio di uno dei solai della Ex Centrale del Latte di Pavia
2
Posa della fascia tagliamuro sotto una tramezza leggera
3 4
Posa dell’isolamento acustico su un solai e della fascia tagliamuro con pezzi speciali dedicati.
Per una corretta progettazione acustica
• tenere in considerazione il principio massa-molla-massa ove di possibile applicazione (pavimenti galleggianti o pareti);
• desolidarizzare gli elementi rigidi che potrebbero trasportare il rumore attraverso l’utilizzo di materiali resilienti nei giunti di connessione strutturali e non strutturali (nodi solaio/solaio, parete/solaio, parete/parete);
• aumentare laddove possibile la massa per migliorare il comportamento degli elementi alle basse frequenze Quando una struttura è molto leggera, infatti, il suo potere fonoisolante può essere significativamente incrementato con una piccola aggiunta di massa
• differenziare le masse degli elementi stratificati leggeri che costituiscono le partizioni (per evitare fenomeni legati a frequenza di coincidenza);
• realizzare sigillature dei giunti o connessioni con materiali resilienti;
• combinare materiali fono-isolanti con materiali fono-assorbenti nei sistemi costruttivi di solai e pareti
isolamento acustico su solaio in legno
Massetto galleggiante
Massetto galleggiante su solaio in legno con assito in legno (sp 215 mm):
1 pavimento in ceramica (10 mm)
2 massetto in sabbia e cemento (50 mm)
3 strato resiliente Isolmant UnderSlim (5 mm)
4 livellamento impianti in cls alleggerito (80 mm)
5 solaio in legno con cappa strutturale in c a e assito in legno (50+20 mm)
Livello di rumore di calpestio, secondo la ISO 717-2: L’nw = 59 dB valutazione basata su risultati di misurazioni in opera ottenute in terzi di ottava mediante il metodo tecnico progettuale UNI EN ISO 140-7
Nell’esempio sopra illustrato è stato utilizzato uno strato resiliente in polietilene reticolato fisicamente, espanso a celle chiuse ad alta densità (50 kg/m3 circa), goffrato e serigrafato sulla faccia superiore e accoppiato sul lato inferiore con una speciale fibra agugliata per migliorare la prestazione acustica Il telo, da posizionare con la fibra rivolta verso il basso, è battentato, ha uno spessore di ca 5 mm e una rigidità dinamica 21 MN/m3 È indicato per la realizzazione di pavimenti galleggianti con massetti di spessore ridotto (non inferiore a 5 cm)
Massetto galleggiante su solaio in legno con assito in legno (sp 233 mm):
1 massetto in sabbia e cemento (60 mm)
2 strato resiliente Isolmant UnderSpecial (8 mm)
3 livellamento impianti in cls alleggerito (100 mm)
4 isolamento termico in EPS (50 mm)
5 solaio in legno con cappa strutturale in c a e assito in legno (60+20 mm)
Livello di rumore di calpestio, secondo la ISO 717-2:
L’nw = 56 dB
valutazione basata su risultati di misurazioni in opera ottenute in terzi di ottava mediante il metodo tecnico progettuale UNI EN ISO 140-7
In questo secondo esempio è stato utilizzato uno strato resiliente in polietilene reticolato fisicamente, espanso a celle chiuse, goffrato e serigrafato sulla faccia superiore accoppiato sul lato inferiore con una speciale fibra agugliata per migliorare la prestazione acustica Il telo, da posizionare con la fibra rivolta verso il basso, è battentato e ha una rigidità dinamica s’ pari a 11 MN/m3 Isolmant UnderSpecial è particolarmente indicato nei sottofondo bistrato e richiede spessori del massetto di finitura pari almeno a 6-7 cm, a seconda del suo spessore Per spessori inferiori è consigliabile armare i massetti con idonea rete o con fibre
Massetto galleggiante su solaio in legno con doppio assito in legno del tipo Platform Frame (sp 405 mm):
1 pavimento in parquet incollato (10 mm)
2 massetto autolivellante base anidrite (60 mm)
3 pannello per sistema radiante (20 mm)
4 strato resiliente Isolmant Biplus (9 mm)
5 lastra in legno truciolare (25 mm)
6 struttura portante in travi di legno (220x70 mm) con interposta fibra Isolmant JUST GreenPlanet (80 mm)
7 lastra in cartongesso (12,5 mm)
8 listonatura per integrazione impianti (30x50 mm)
9 finitura estradosso in cartongesso (18 mm)
Livello di rumore di calpestio, secondo la ISO 717-2:
L’nw = 56 dB
valutazione basata su risultati di misurazioni in opera ottenute in terzi di ottava mediante il metodo tecnico progettuale UNI EN ISO 140-7
Lo strato resiliente di questo pacchetto è in polietilene reticolato fisicamente, espanso a celle chiuse, accoppiato sul lato superiore a uno speciale tessuto serigrafato con funzione anti-lacerazione e sul lato inferiore a una fibra agugliata prodotta su specifiche calibrate per un migliore abbattimento acustico Dotato di battentatura e con una rigidità dinamica s’ pari a 11 MN/m3, questo tipo di telo è consigliato in tutti i casi in cui, oltre al comfort acustico, sia richiesta la resistenza alla pedonabilità e alla lacerazione Adatto sia per le strutture monostrato che bistrato, richiede spessori del massetto di finitura pari almeno a 6 o 7 cm, a seconda del tipo di telo utilizzato
strato resiliente spessore abbattimento acustico al calpestio rigidità dinamica
resistenza termica
formato
Isolmant UnderSlim
5 mm circa
DLw = 25 dB*
s’ = 21 MN/m3
Rt = 0,168 m2K/W
rotoli da 1,5x50 m (hxL) = 75 m2
* valore certificato secondo le vigenti norme UNI EN ISO 140/8
** valore certificato; per entrambe le versioni
Isolmant UnderSpecial
8-13 mm circa DLw = 34 dB**
s’ = 11 MN/m3 (8 mm)
s’ = 9 MN/m3 (13 mm)
Rt = 0,234 m2K/W (8 mm)
Rt = 0,376 m2K/W (13 mm)
rotoli da 1,5x50 m (hxL) = 75 m2 (8 mm) rotoli da 1,5x25 m (hxL) = 37,5 m2 (13 mm)
Isolmant BiPlus
8-13 mm circa DLw = 34 dB**
s’ = 11 MN/m3 (9 mm)
s’ = 9 MN/m3 (14 mm)
Rt = 0,260 m2K/W (9 mm)
Rt = 0,400 m2K/W (14 mm)
rotoli da 1,5x50 m (hxL) = 75 m2 (9 mm)
rotoli da 1,5x25 m (hxL) = 37,5 m2 (14 mm)
isolamento acustico su solaio in X-lam
Doppio strato resiliente
Massetto realizzato in legno (OSB) su solaio in X-Lam (sp 446 mm):
1 parquet incollato (15 mm)
2 doppia orditura incrociata in pannelli OSB (44 mm)
3 listelli con strato resiliente con inteprosta fibra Isolmant JUST GreenPlanet (80 mm)
4 Isolmant Fascia Tagliamuro (60 mm)
5 solaio portante in X-Lam (210 mm)
6 listelli in legno per integrazione impianti (25 mm)
7 finitura dell’intradosso con lastra in cartongesso (12,5 mm)
Livello di rumore di calpestio, secondo la ISO 717-2:
L’nw = 55 dB valutazione basata su risultati di misurazioni in opera ottenute in terzi di ottava mediante il metodo tecnico progettuale UNI EN ISO 140-7
Nell’esempio sopra illustrato sono stati utilizzati due prodotti per migliorare le prestazioni acustiche del solaio in legno: uno strato resiliente, interposto a listelli, in fibre di poliestere riciclate al 100% e delle fasce tagliamuro ad alta densità (50/70 kg/m3) posate sotto i suddetti listelli
I pannelli in fibre di poliestere IsolFIBTECH MBI 100% , fibra in tessile tecnico 100% riciclata costituita per il 40% da materiale di pre-consumo (scarto industriale nuovo da filiera corta) e per il 60% da materiale di post-consumo (scarto industriale usato rilavorato) Sono un prodotto che, esente da prodotti chimici (additivi, colle), contribuisce al conseguimento dei crediti per la certificazione ambientale di un edificio secondo i protocolli LEED o ITACA ed è indicato per l’isolamento acustico e termico La posa avviene a secco
Caratteristiche tecniche del pannello Isolmant JUST GreenPlanet
Potere fonoisolante, secondo la ISO 717-1: R’w = 55 dB
valutazione basata su risultati di misurazioni in opera ottenute in terzi di ottava mediante il metodo tecnico progettuale UNI EN ISO 140-4
Spessore 40, 60, 80 mm
Densità 25 kg/m3
Conducibilità termica l = 0,038 W/mK
Calore specifico c = 1200 J/kgK
Fattore di resistenza al vapore µ = 12
Reazione al fuoco Euroclasse B-s2,d0
Formato pannelli da 0,6x1,5 m (hxL) = 0,9 m2
Le fasce tagliamuro ad alta densità in polietilene reticolato fisicamente, espanso a celle chiuse, sono pensate in realtà per l’isolamento acustico sotto le tramezze, funzione svolta, in questo caso, dai listelli sotto pavimento Il loro uso si rende necessario per desolidarizzare tutte le partizioni verticali dell’edificio (compresa la sola partizione interna della parete perimetrale) al fine di evitare il fenomeno di connessione rigida fra i diversi piani del fabbricato La densità calibrata delle fasce permette sia la necessaria resistenza meccanica sia l’effetto molla anti-vibrante richiesto per escludere il ponte acustico
Caratteristiche tecniche della Fascia Tagliamuro Standard/Strong
Spessore 4 mm circa (versione Standard); 6 mm circa (versione Strong)
Formato 10 cm x 50 m; 15 cm x 50 m; 30 cm x 50 m
Carico di rottura (ISO 1926)
Longitudinale - Trasversale
Forza di compressione (ISO 844)
Schiacciamento 10%-25%-50%
Deformazione residua (ISO 1856-C)
22 h carico, 23 °C, schiacciamento al 25%
0,5 h/25 h dopo il rilascio
Standard 50 kg/m3
kPa 675 - 465
kPa 30-55-125
16%-7%
Massetto a secco
Massetto galleggiante realizzato a secco su solaio in legno (sp 337 mm):
1 pavimento in parquet incollato (20 mm)
2 massetto in cls prefabbricato (40 mm)
3 strato resiliente Isolmant Fibra HD (10 mm)
4 strato di livellamento in graniglia di marmo per impianti (50 mm)
5 struttura portante del solaio in X-Lam (180 mm)
6 listelli in legno per integrazione impiantistica (25 mm)
7 finitura dell’intradosso con lastra in cartongesso (12,5 mm)
Livello di rumore di calpestio, secondo la ISO 717-2: L’nw = 59 dB valutazione basata su risultati di misurazioni in opera ottenute in terzi di ottava mediante il metodo tecnico progettuale UNI EN ISO 140-7
Lo strato resiliente utilizzato nell’esempio sovrastante è un pannello in fibra di poliestere FIBTECH PHD, riciclata al 70% da materiale di post consumo, a elevata densità, per l’isolamento dai rumori di calpestio, in particolare nei sottofondi a secco Oltre a essere di durata illimitata, atossico ed ecologico, questo pannello contribuisce al conseguimento dei crediti per la certificazione ambientale dell’edificio in cui viene utilizzato secondo i protocolli LEED o ITACA Il suo utilizzo è previsto in particolare nei sistemi a secco con sottofondi granulari e lastre di gessofibra, fibrocemento o pannelli a base legno Lo spessore sottile permette di realizzare sistemi di altezza ridotta Per l’utilizzo sotto massetto tradizionale in sabbia e cemento (di spessore non inferiore ai 5 cm) è richiesta la posa di un film separatore in PE prima del getto
Spessore 10 mm e 20* mm circa
Densità 140 kg/m3 circa
Conducibilità termica l = 0,032 W/mK
Resistenza termica Rt = 0,313 m2K/W (versione 10 mm) Rt = 0,625 m2K/W (versione 20 mm)
Calore specifico cp = 1200 J/kgK
Fattore di resistenza al vapore µ = 3
Caratteristiche tecniche di Isolmant Fibra HD
Rigidità dinamica apparente s’t = 13 MN/m3 (versione 10 mm) - s’t = 4 MN/m3 (versione 20 mm)
Rigidità dinamica reale s’t = 24 MN/m3 (versione 10 mm) - s’t = 9 MN/m3 (versione 20 mm)
Resistività al flusso d’aria r = 25,3 kPa s/m2
Classe di comprimibilità CP 2
Abbattimento acustico del massetto a secco DLw = 20 dB - valore certificato stratigrafia 33 mm: lastra gessofibra 23 mm, Isolmant Fibra HD 10 mm, solaio normalizzato in cls
DLw = 27 dB - valore calcolato stratigrafia 43 mm: lastra gessofibra 23 mm, Isolmant Fibra HD 20 mm, solaio normalizzato in cls
Abbattimento acustico del massetto gettato
DLw = 25 dB (versione 10 mm)
valore calcolato secondo UNI EN ISO 12354-2, con massetto sabbia e cemento 5 cm
DLw = 32 dB (versione 20 mm)
valore calcolato secondo UNI EN ISO 12354-2, con massetto sabbia e cemento 5 cm
Formato pannelli da 1x1,2 m = 1,2 m2
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