legnoarchitettura
incontri
rue royale architectes progetti
rue royale architectes
ARX Portugal JDA
ANA architecten
Mirko Franzoso architetto
Maximilian Eisenköck Proarh techné un padiglione cucito Super Tall Timber Project
srutture
Centro multifunzionale
EdicomEdizioni
Trimestrale
“Il
Maggiore” di Verbania
anno VII n° 24 luglio 2016 Euro 15,00 Registrazione Trib Gorizia n 4 del 23 07 2010 Poste italiane S p A Spedizione in a p D L 353/2003 (conv in L 27/02/2004 n 46) ar t 1, comma 1 NE/UD
24 I S S N 2 0 3 90 8 5 8
legnoarchitettura
rivista trimestrale
anno VII – n 24, luglio 2016 ISSN 2039-0858
Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile
Ferdinando Gottard
redazione Lara Bassi, Lara Gariup
editore
EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)
redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone - Gorizia tel 0481 484488, fax 0481 485721
progetto grafico
Lara Bassi, Lara Gariup
stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)
Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate
prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri
Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro
Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno distribuzione in libreria Joo Distribuzione Via F Argelati 35 – Milano
copertina
ICD/ITKE Research Pavilion 2015-16
Foto: © ICD/ITKE University of Stuttgart
È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore
ICD/ITKE Research Pavilion 2015-16
Foto: Foto Benoît Rav er-Bollard / stud o Erick Sail et foto: Mi jenko Bernfest Foto Fernando Guerra | FG + SG 24 legnoarchitettura
rue royale architectes 04 85 103 95
il legno dei “sassi”
“Il
Super Tall Timber Project incontri techné strutture techné 74 20
Centro multifunzionale
Maggiore” di Verbania
Lycée LEGTA André Paillot 10
rue royale architectes
Centro socio-culturale ARX Portugal 20
Cinque Ports Street JDA 32
Woodlofts ANA architecten 42
Casa sociale Caltron 52
Mirko Franzoso architetto
Casa sul lago Maximilian Eisenköck 64
Hiža Proarh 74
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52 64 42
F o t o O v e r P e r o t F o o M a x m a n E s e n k ö c k Foto: Mar ano Da lago fotografo
10 progetti F o t o L u u k K a m e r 32
rue royale architectes
Da oltre 20 anni lo studio lionese realizza architetture la cui qualità è frutto di un lavoro collettivo e di un costante confronto di idee tra tutti i soggetti coinvolti nel progetto L’utilizzo del legno è spesso legato all’inserimento del progetto nel contesto o, utilizzato senza particolari trattamenti, per sfruttarne la matericità nei rivestimenti esterni, con un effetto di contrasto o complementarietà con gli altri materiali utilizzati, frutto di una costante ricerca L’attenzione al design delle facciate trova nel legno alternative in grado di arricchirne l’espressività e l’effetto grafico L’architetto Didier Richard, socio fondatore e projetc manager dello studio, ci illustra il metodo di lavoro dello studio e l’approccio qualitativo a uno sviluppo sostenibile
A destra, “Sticky Fingers” (2012): centro sociale, culturale e sportivo a Lione (F) Inserito in una collina, il centro è caratterizzato dalle facciate principali interamente rivestite in legno per favorire l’integrazione con il contesto.
Nell’altra pagina: “La queue du lézard” (2014): particolare della facciata
Come nasce Rue Royale Architectes e quali sono le idee alla base del vostro lavoro?
Fin dal 1994, quando lo studio di architettura rue royale è stato fondato, un modus operandi collettivo è stato fondamentale per il suo ethos Ogni progetto incorpora molteplici proposte che sono, a loro volta, elaborate, criticate e migliorate Tutti i punti di vista sono
espressi liberamente, senza alcun riguardo per la gerarchia, e questo genera un confronto di analisi e idee che si traduce nell’ottimizzazione del progetto finale Il processo può essere turbolento, vivace, e in verità frustrante per alcuni, ma si è dimostrato fruttuoso rue royale non aderisce pedissequamente ad alcuna specifica linea formale Un approccio metodico al-
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incontri
F o t o © E r c k S a e
F o o : u e o a e a r c h i e c t e s
Sopra, “La queue du lézard” (2014): centro sociale, biblioteca per giochi e spazi pubblici a La Rochelle (F) Il centro è concepito come una struttura in evoluzione secondo un concetto di sostenibilità a cui non è estraneo l’utilizzo del legno
l’analisi dei programmi e dei siti, e lo loro interrelazione, è ciò che determina la specifica identità di ogni sviluppo progettuale C’è una certa sobrietà nei concetti, ma nessun accenno di ripetitività stilistica E si potrebbero anche citare le indagini in corso nello studio sull’uso di nuovi materiali
Rue royale coinvolge anche talenti esterni nella partecipazione a determinati progetti, a seconda delle problematiche Lighting designer, artisti e paesaggisti possono tutti proporre punti di vista in grado di contribuire al successo di un determinato progetto
Nella certezza che la nostra generazione, più di qualsiasi suo predecessore, deve tener conto delle trasformazioni della società, del suolo e dell’habitat, lo studio rue royale è essenzialmente interessato a uno sviluppo sostenibile Ma più che il rispetto delle norme e degli standard, sono il processo ideativo e le proposte ad aver a che fare con gli stili di vita, l’uso dell’energia e la funzionalità L’approccio è, prima di tutto, qualitativo
Infine, e in particolare, rue royale crede che la qualità
dell’edificio dipenda da un incontro fra le menti di un architetto, di uno studio di progettazione e di un cliente con delle ambizioni
Quale approccio seguite quando iniziate un nuovo progetto?
Rue royale presta particolare attenzione al programma architettonico e al contesto urbano e paesaggistico Questo approccio, all’intersezione tra le aspettative del cliente e l’ambiente circostante il progetto, genera una concezione concettuale e contestuale
Molti vostri edifici sono costruiti interamente in legno oppure lo utilizzano come materiale di finitura: da dove nasce questo interesse per il materiale “legno”?
Tutti i sistemi costruttivi devono essere esplorati Rue royal non è specializzata nella costruzione in legno Il legno è a volte una scelta ovvia in relazione al paesaggio del sito di progetto Ad esempio, il convitto del Lycée André Paillot è vicino a un antico edificio di pietra e si trova in un contesto agricolo Per noi il legno è stata una risposta pertinente all’inserimento del progetto nel suo ambiente
Quali sono i vantaggi del legno come materiale strutturale e quali invece le difficoltà?
Il legno ha molti vantaggi In primo luogo, la filiera a secco permette una gestione più semplice del cantiere: riduzione dei tempi di costruzione, pulizia del cantiere, prefabbricazione È un’opportunità per innalzare le prestazioni termiche con facciate in legno ben isolate Però, dobbiamo fare attenzione alle connessioni tra materiali differenti e alla tenuta all’aria delle giunzioni L’isolamento acustico potrebbe essere un problema, se si devono raggiungere alte prestazioni
Avete utilizzato spesso il legno come rivestimento esterno in abbinamento ad altri materiali: come nascono questi accostamenti e cosa aggiunge il legno in questo caso?
Usiamo il legno come materiale grezzo nei rivestimenti esterni Cerchiamo di sfruttare la materialità del legno, che ha un aspetto “naturale” È interessante il confronto fra il legno e alcuni materiali molto più “lavorati” Si crea così un contrasto o una complementarietà più che una mera alternanza di colori Siamo molto attenti al design della facciata Il legno offre molteplici alternative; le facciate risultano ricche e grafiche
Come si integra la costante ricerca di nuovi materiali nel percorso progettuale che porta alla definizione di un edificio?
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incontri F o t o r u e r o y a e a c h t e c e s
La ricerca di nuovi materiali e nuovi modi di costruire con i materiali usuali fanno parte del nostro processo ideativo Per le facciate, il materiale scelto crea una particolare relazione luce/ombra che può essere immateriale o molto grafica
Avete realizzato molti edifici destinati a Social Housing: come è cambiato il vostro approccio verso fabbricati con questa destinazione d’uso rispetto alle prime esperienze progettuali? È vero, abbiamo costruito molti Social Housing Ora abbiamo alle spalle una grande esperienza e sappiamo ciò che i clienti si aspettano Questo tipo di edifici si è evoluto nel corso degli anni a diversi livelli La scelta dell’ubicazione, con costruzioni in centro città, è oggi più rilevante che in passato Gli interventi sono più piccoli e le norme sulle prestazioni termiche hanno aumentato il livello di qualità dell’ideazione
Nel vostro lavoro l’attenzione agli aspetti della sostenibilità è molto sentita: cosa significa per voi pro-
In alto e a sinistra, “Carré brûlé” (2005): fabbricati annessi all’edificio municipale principale, ripristino di due edifici esistenti e ampliamento a Feyzin (F) Il rispetto del vernacolo e la “scrittura” contemporanea si esprimono principalmente nella facciata del nuovo blocco il cui rivestimento in legno opera anche come un filtro alla luce e alla vista verso la corte.
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F o t o © E r c k S a e t F o o © E c k S a i e t
Sopra, due immagini di dettaglio di “1+1=1” (2012): 56 unità abitative a canone sociale a La Confluence, Lione (F) La trama costruttiva e il rivestimento in legno della parte destinata all’affitto a canone sociale rispondono all’idea di una possibile futura mutazione
gettare secondo criteri sostenibili?
Più che le normative, che sono probabilmente necessarie per accelerare il cambiamento nel settore edilizio, costruire in modo sostenibile è mettere in discussione la concezione e il processo costruttivo
Non esistono ricette o tecniche magiche Dobbiamo considerare molteplici alternative durante la fase di ideazione per adattare il progetto al suo ambiente
L’obiettivo è presentare all’utente un edificio salubre
Quanto le normative che impongono sempre di più la realizzazione di edifici a bassissimo consumo energetico influenzano la vostra progettazione?
Per raggiungere l’obiettivo di un edificio passivo, le norme sono molto stringenti È necessario avere una
conoscenza globale delle differenti regole, leggi e tabelle di riferimento per effettuare delle scelte pertinenti Per esempio, nel progetto del Lycée André Paillot abbiamo scelto di disporre ogni camera da letto sul lato sud: i frangisole passivi consentono di beneficiare dei guadagni solari in inverno e di evitare il surriscaldamento in estate Ma l’edificio non può essere c o m p a t t o ! È s e m p r e u n a q u e s t i o n e d i e q u i l i b r i o q u a n d o s i t r a t t a d i r
siva
Per approfondimenti: www rueroyalearchitectes com
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a l i z z a r e u n a c o s t r u z i o n e p a
e
s
incontri F o t o © E i c k S a e t F o t o © E r c k S a e
“tissus”: 64 unità abitative a canone sociale a Cébazat (F) (2013-2016) la sfida è stata conferire un carattere urbano a un complesso situato in un contesto che conserva ancora visibili i segni della sua ruralità Una doppia pelle “tessuta” in legno ingloba i balconi, le terrazze, i brise-soleils e le recinzioni.
Le scelte architettoniche e tecniche mostrano la volontà di costruire nel rispetto dell’ambiente con le performance di un edificio a basso consumo (standard BBC - bâtiment basse consommation)
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F o o : E r c k S a e / s u d o E i c k S a e t
Lycée LEGTA André Paillot
Saint-Genis Laval (F)
rue royale architectes
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Vista del nuovo convitto dal giardino del liceo
Si nota la differente posa delle doghe – orizzontale per il blocco dei servizi e di collegamento, verticale nel foyer e nello studentato In quest’ultimo volume il rivestimento si dirada in alcune fasce verticali lasciando scorgere la sottostante membrana impermeabile di colore rosso
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Il lato nord dell’ala occupata dalle camere del convitto
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12 legnoarchitettura 24 progetti 2 F o o B e n o t R a v e rB o l a d s u d o E c k S a i e t
Ubicazione: Saint-Genis Laval (F)
Progetto: rue royale architectes, Lione (F)
Strutture: Iliade Structure Génie Civil, Caluire-et-Cuire (F)
Pianificazione, supervisione e coordinamento: TPF I, Marsiglia (F)
Fine lavori: luglio 2015
Superficie lorda: 2 104 m2
Superficie calpestabile: 1 695 m2
L’ultima tessera del puzzle
Inserito in un ambiente agricolo a qualche chilometro da Lione questo studentato è l’ultima tessera di un complesso eterogeneo con edifici costruiti nel tempo per far fronte alle esigenze crescenti del Lycées d'enseignement général, technologique et professionnel agricole (LEGTA) André Paillot
E proprio l’adattamento al paesaggio, oltre alla connessione con gli edifici adiacenti esistenti, ha dettato il programma planimetrico del convitto scolastico con una suddivisione della volumetria in tre edifici: due lunghi parallelepipedi disposti secondo l’asse est-ovest, convergenti leggermente verso la casa padronale esistente, e un blocco perpendicolare a essi che organizza gli accessi verticali Questa disposizione forma due corti giardino, una più piccola all’ingresso e l’altra più ampia, ma intima, verso lo studentato che ospita 96 posti letto, aree comuni per lo studio e per il personale e gli spazi a servizio dell’insegnamento
Con i suoi tre piani è il convitto a dominare il raggruppamento architettonico, chiudendo, come l’ultima tessera di un puzzle, l’intera area del complesso scolastico Della vecchia casa padronale esistente adibita ad aule, il volume richiama, seppur in chiave contemporanea, il passo ritmico delle aperture vetrate che, orientate a sud, consentono alle camere di giovarsi della miglior illuminazione naturale possibile, seppur schermate al fine di evitare fenomeni di surriscaldamento estivo, e di godere della vista sulla piazza e il giardino interno Sul lato nord, i corridoi e le scale sono rischiarati da vetrate di minori dimensioni e poste a diverse altezze per offrire la vista sui frutteti adiacenti e favorire la ventilazione naturale
I prospetti sono completamente rivestiti con doghe di legno, disposte verticalmente sui fronti verso il giardino interno e in orizzontale sul blocco servizi e sui prospetti esterni; anche la struttura portante prevalente dell’edificio è in legno: telai per il foyer e facciate autoportanti per il convitto Ulteriore elemento distintivo è lo standard passivo, garanzia di comfort e ridotti consumi energetici
13 F o t o B e n o î R a v i eB o l a r d / s t u d o E r c k S a e t
Ogni camera ha una superficie di 30 m2 ed è progettata per 3 persone; è dotata di armadi separati, singole scrivanie allineate e di un bagno con doccia e due lavabi L’obiettivo di queste unità è creare una sensazione di armonia domestica che consenta a ogni persona di avere la propria privacy in uno spazio piacevole, seppur condiviso Ogni dettaglio è stato pensato al fine di ottimizzare l’uso dello spazio, assicurarne la personalizzazione e garantire la facilità di utilizzo delle aree comuni
1 camere convitto
2 locale tecnico
3 area living
4 laboratori/sale studio
5 entrata
pianta del piano terra
14 legnoarchitettura 24 progetti pianta
piano superiore facciata sud con foyer 1 2 3 4 5 1 4
del
A sinistra, la planimetria del complesso scolastico con evidenziata la collocazione del convitto rispetto al resto degli edifici
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facciata sud
facciata nord
Parete, dall’esterno:
- doga in larice (40x40 mm) con fissaggi nascosti
- controlistello in larice colorato su tre facce (30x40 mm)
- listello in larice (21x50 mm)
- guaina impermeabile per facciate con cappotto
- OSB (9 mm)
- isolamento in lana di vetro (120 mm)
- pannello in lana di roccia (30 mm; densità 70 kg/m3)
- pilastro in c a (200 mm)
- isolamento interno (30 mm)
- intonaco (18 mm)
Parete autoportante sotto
finestra, dall’esterno:
- doga in larice (40x40 mm) con fissaggi nascosti
- controlistello in larice colorato su tre facce (30x40 mm)
- listello in larice (21x50 mm)
- guaina impermeabile per facciate con cappotto
- OSB (9 mm)
- isolamento in lana di vetro (120 mm)
- pannello in lana di roccia (30 mm; densità 70 kg/m3)
- coibentazione in lana di vetro (180 mm) tra montanti strutturali in legno
- OSB (12 mm)
- isolamento interno
- intonaco di finitura (18 mm)
1 adesivo acrilico con armatura in PE per tenuta all’aria
2 larice a tre strati (19 mm)
3 schermatura solare riflettente
4 davanzale in alluminio laccato
5 infisso triplo vetro
6 dormiente
4
Il fronte sud del convitto
Le doghe del rivestimento sono posate a intervalli variabili lasciando intravedere la membrana rossa impermeabile
struttura
Nel progetto sono state utilizzate due diverse soluzioni strutturali, a seconda delle prestazioni statiche a esse richieste Nel foyer, ad esempio, visti i bassi carichi, si è preferita una struttura a portali in legno lamellare su fondazioni e solaio in calcestruzzo armato In considerazione delle richieste di sicurezza, per lo studentato si è optato invece per un sistema a travi e colonne in c a con facciate autoportanti costituite da una struttura lignea a telaio coibentata con lana di vetro e lana di roccia La coibentazione suddivisa in tre strati ha consentito di eliminare i ponti termici della facciata e dei nodi critici strutturali
Il rivestimento è realizzato in doghe di larice massiccio, posate in orizzontale sul fronte est, ovest e nord del convitto e in verticale sul fronte sud dello stesso edificio e su tutti gli affacci del volume del foyer Questa opposizione crea un effetto di contrapposizione e allo stesso tempo di complementarietà tra gli affacci: verso sud le tavole verticali sono posate a intervalli variabili e sono evidenziate dalla barriera all’acqua e dagli spazi delle aperture; a nord, est e ovest, l’orizzontalità è enfatizzata dalle finestre a nastro situate a varia altezza
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sezione
- dettaglio in corrispondenza del serramento 1 1 1 2 3 4 5 6
sezione verticale convitto - dettaglio in corrispondenza del serramento
orizzontale convitto
3 Una delle stanze del convitto
prestazione energetica
L’edificio è stato progettato per soddisfare gli standard energetici previsti da BEPAS (Bâtiment à Energie PASsive), basati sulla certificazione del Passivhaus Institut di Darmstadt; per questo edificio scolastico gli obiettivi individuati, e conseguiti, erano un fabbisogno di energia per riscaldamento inferiore a 15 kWh/m2 anno e di energia primaria inferiore a 120 kWh/m2 anno, oltre a un’ottima tenuta all’aria Per raggiungere questi risultati i progettisti hanno ideato tre blocchi molto compatti e ben isolati, con poche e piccole aperture vetrate a nord e più grandi a sud per godere dei guadagni solari in inverno, raggruppando gli accessi orizzontali e verticali così da evitare dispersioni di calore
La ventilazione naturale consente di gestire anche l’evacuazione dei fumi in caso d’incendio attraverso le aperture e i corridoi posti sul lato nord La struttura a trave e pilastro con facciata autoportante favorisce possibili ampliamenti futuri.
1 rivestimento in doghe di larice non trattato
2 schermature solari fisse per la protezione delle facciate dall’irraggiamento solare
3 le aperture del foyer poste a nord e a sud favoriscono la ventilazione trasversale
4 protezione solare delle finestre
5 serramenti con doppio vetro a sud
6 parete esterna con struttura in legno e triplo strato isolante per evitare i ponti termici di facciata
7 serramenti con triplo vetro a nord
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sezione nord sud /trasversale
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I portali in legno lamellare e la struttura della copertura del foyer
A sinistra, vista dall’interno della struttura dello spazio comune
A destra, la facciata a nord: sulla membrana di tenuta all’aria e all’acqua, listelli e controlistelli sono pronti a sostenere il rivestimento in legno di larice
Applicazione dei listelli in legno sulla facciata sud
A sinistra, la barriera colorata sul prospetto sud prima del fissaggio del rivestimento; in prossimità delle finestre, visto il diradarsi del passo delle doghe, la membrana rimarrà a vista
A destra, installazione degli elementi di ombreggiatura sulle finestre delle camere situate a sud.
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F o o u e o y a l e a r c h t e c t e s F o o r u e o y a e a r c h t e c e s F o t o r u e r o y a e a c h e c t e s F o o © F a v a F o o © F a v a F o o r u e o y a e a r c h t e c e s
Centro socioculturale
Costa Nova, Ìlhavo (P)
ARX Portugal
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Il fronte a ovest completamente aperto alla vista sull’Oceano Gli edifici sullo sfondo, colorati a strisce verticali, richiamano i tradizionali palheiros da cui il Centro ha preso ispirazione.
La struttura in legno poggia su fondazioni semi sepolte nella sabbia.
2
L’affaccio verso il mare del corpo centrale che ospita sulla copertura la terrazza calpestabile, mentre a destra emerge il volume più basso dell’area assistenziale
La finitura esterna in doghe orizzontali in legno scuro contrasta con la struttura portante completamente bianca.
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Ubicazione: Costa Nova, Ìlhavo (P)
Progetto: Nuno Mateus e José MateusARX Portugal, Lisbona (P)
Team di progetto: João Dantas, Ricardo Guerreiro, Sofia Raposo, Emanuel Rebelo, Fábio Cortês, Filipe Cardoso, Bruno Martins, Fábio Rosado, Sara Nieto, Héctor Bajo, Baptiste Fleury, Ana Fontes, Luís Marques, Joana PedroARX Portugal, Lisbona (P)
Supporto tecnico: SAFRE, PEN, António
Paiva Fernandes
Lavori: 2015
Superficie lorda: 1 420 m2
Fotografie dell’edificio finito: FERNANDO GUERRA | FG + SG FOTOGRAFIA DE ARQUITECTURA
Fotografie di cantiere: ARX Portugal
Paesaggio costruito
Al limitare della spiaggia di Costa Nova, popolare località balneare portoghese sulla costa atlantica, sorge il nuovo centro socio culturale della cittadina, destinato ad accogliere il punto di assistenza sanitaria, il circolo sociale e uno showroom per mostre e altri eventi pubblici Tra la rete di pedane di legno che si sopraelevano e tagliano le dune per permettere ai turisti di raggiungere il mare, l’edificio si inserisce nel paesaggio con il suo profilo articolato seguendo un percorso fisico e visivo che conduce all’acqua A livello dell’ingresso, sul lato della strada pubblica, non c’è infatti una vista sull’oceano – se ne percepisce la presenza dietro alle dune grazie al suono delle onde e all’odore di salsedine –, ma il centro con i suoi percorsi pubblici pavimentati in legno invita fluidamente a salire verso la copertura che termina in una terrazza da cui godere di una veduta completamente libera; in questo modo lo stesso edificio, allungandosi verso le dune, diventa una passerella adatta a fornire un accesso al mare Dalla parte opposta, in contrapposizione, la passeggiata pubblica entra nell’edificio, creando una nuova piazza che, come una corte interna, protegge il visitatore dal vento mentre lo conduce al cuore del centro socio culturale Questa dicotomia emerge anche in corrispondenza delle aperture: se dal fronte strada i volumi appaiono quasi completamente chiusi, viceversa verso il mare si spalancano con ampie vetrate a tutta altezza che lasciano vedere la complessa struttura portante
L’articolato volume, costituito da tre ali (il grande spazio della hall racchiuso tra l’area assistenziale e quella sociale), interpreta la tradizionale tipologia costruttiva delle zone costiere portoghesi, i palheiros, ovvero le antiche case dei pescatori del 1600 dalla tipica struttura in legno e tetto in paglia; nel corso degli anni questi fabbricati, evolvendosi, hanno dato origine a edifici che si contraddistinguono per la colorazione a righe verticali od orizzontali del rivestimento esterno Tuttavia, dei palheiros in questo progetto viene soprattutto ripreso l’impianto strutturale totalmente in legno, appoggiato su fondazioni in c a affondate nella sabbia quasi a voler stabilizzare l’edificio che si libra sulle dune
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sezione longitudinale
sezione longitudinale
i palheiros
I palheiros (dal portoghese pagliai/fienili) sono antichi fabbricati a un unico piano a servizio dei pescatori, che qui conservavano tutta l’attrezzatura da pesca, realizzati con una struttura a montanti e travi su pali infissi a secco nella sabbia Il fasciame esterno di rivestimento veniva posto in orizzontale, ma già dalla fine dell’Ottocento, a testimonianza del miglioramento del tenore di vita dei pescatori, l’assito iniziò a essere posato in verticale Una successiva evoluzione ha portato a costruire i palheiros a livello del suolo e a colorarli di rosso Solo più tardi sono stati costruiti edifici il cui fasciame veniva dipinto di due colori freschi e vivaci, solitamente bianco e blu, bianco e rosso, bianco e verde ecc I palheiros più recenti sono invece realizzati con tecniche moderne, ma nel rispetto delle antiche caratteristiche architettoniche, soprattutto per quanto riguarda la facciata principale che mantiene la colorazione e la texture verticale del rivestimento
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pianta del piano terra
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Il Centro visto dall’alto dal lato strada
Il complesso si propone come elemento finale dell’abitato e un “paesaggio costruito” grazie all’articolazione dei volumi, delle coperture e dei percorsi La corte antistante l’ingresso diventa uno spazio pubblico riparato dal vento e aperto sulla passeggiata lungo la strada.
La terrazza sul tetto è un luogo privilegiato per guardare la spiaggia e l’oceano
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pianta del primo piano
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La scala interna della parte
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Lo spazio destinato a mostre ed eventi pubblici
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Il grande atrio di ingresso che inquadra la corte interna formata dai tre corpi dell’edificio Il colore bianco caratterizza tutto l’interno e contrasta con il colore scuro del rivestimento esterno
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In fondo allo spazio espositivo l’ampia vetrata a tutta altezza si spalanca verso le dune e il mare Il rivestimento acustico dei soffitti crea un comfort ottimale.
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destinata al circolo sociale
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La corte pubblica con l’ingresso al Centro socio-culturale e la rampa, a sinistra, che conduce alla terrazza sulla copertura
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L’ossatura a telaio dei volumi che compongono il Centro: semplici pilastri, travi e traverse diagonali compongono e danno forma alle aree interne
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Il fronte nord
strutture
I tre volumi che costituiscono il Centro socio-culturale di Costa Nova sono costruiti con un fitto telaio in legno, costituito da montanti e traverse diagonali a sostegno delle travi dei solai e delle coperture; grandi elementi in lamellare sorreggono la struttura secondaria e il pacchetto di coibentazione e di impermeabilizzazione dei tetti Dal punto di vista statico le tre ali sono indipendenti, pur sembrando un unico corpo in virtù dell’articolata copertura, con la struttura lignea che poggia su fondazioni puntuali inserite nella sabbia
L’esterno, richiamando la tradizione costruttiva dei palheiros, è stato rivestito con doghe di pino posate in orizzontale e trattate con oli vegetali per scurirle e dotarle di un aspetto leggermente invecchiato L’intelaiatura in legno è dipinta di bianco, colore che caratterizza anche tutte le superfici interne esaltando la luminosità degli spazi, dotati di ampie aperture che favoriscono l’ingresso della luce naturale e la vista del panorama
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I portali della struttura in legno – pilastri e travi in lamellare – dell’ampia zona centrale
Installazione dei montanti sulle fondazioni in c a e posa delle travi di copertura.
Completamento della struttura del tetto.
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Cinque Ports Street
Rye (UK)
JDA
1
Il fronte su strada ha un rivestimento in legno che cela alla vista grondaie e profili dei serramenti Al piano terra sono presenti due negozi e l’accesso carrabile alla corte interna
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A sud gli appartamenti, rivestiti con intonaco, hanno terrazze che consentono di godere della vista sulla città e sulla valle del fiume Rother
Il Cinque Ports è uno dei sei vincitori del RIBA South East Awards 2016, premio che riconosce l’eccellenza architettonica nelle regioni del Kent, del Surrey, dell’East Sussex, del West Sussex e delle Channel Islands.
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Ubicazione: Rye (UK)
Progetto: JDA, Londra (UK)
Strutture: JM Loades & Associates Ltd, Londra (UK)
Appaltatore: Jenners, Folkestone (UK)
Ispettore archeologico: Chris Butler, Polegate (UK) / South East
Archaeological
Lavori: 2015
Superficie utile: 1 050 m2
Fotografie edificio finito: Oliver Perrott
Fotografie cantiere: Pierre Devlin
Un complicato mix tra le mura medioevali e la strada
Un lotto abbandonato nel cuore dell’antica cittadina di Rye è stato il teatro di questo intervento che ha ridato nuova vita a un’area ricavata dalla demolizione di alcuni fabbricati industriali adibiti a garage e da tempo dismessi Il sito è caratterizzato dalla presenza di parte delle mura medioevali della città che corrono lungo il lato interno dell’area Scavi e studi archeologici, effettuati prima dell’inizio del progetto e dei lavori, hanno evitato qualsiasi alterazione dei resti, diventati parte integrante dell’impianto planimetrico contribuendo a definirne chiaramente i confini Appartamenti, singole unità residenziali, spazi di lavoro e superfici commerciali si sviluppano in tre edifici attorno a una corte interna che enfatizza il percorso delle mura e separa il blocco principale lungo la strada principale dai due volumi posteriori più piccoli Il tutto garantendo viste, privacy, accessibilità e parcheggi in un sito piuttosto stretto e con un esteso mix abitativo e funzionale I tre fabbricati, realizzati con struttura in legno a telaio, riprendono elementi tipici dei magazzini storici dei vicini cantieri navali e della caratteristica architettura costiera dell’East Sussex La drammatizzazione della linea del tetto sul fronte strada unita alla sobrietà del trattamento della facciata e dei dettagli, come i profili dei serramenti e le grondaie abilmente nascosti alla vista, sottolinea la semplicità delle forme e dei materiali tradizionali la cui gamma è stata limitata al legno scuro per il rivestimento, all’ardesia e all’intonaco, ma con un tocco contemporaneo nel trattamento
La posizione quasi casuale delle grandi aperture vetrate sul fronte strada massimizza la luce e le viste rientrando nel ritmico ripetersi delle tavole verticali del rivestimento ed evitando così ritagli e sprechi di materiale Verso nord, sulla strada, la disposizione dei fori finestra è stata progettata per massimizzare l’apporto di luce naturale e la vista sulle ampie distese verdi della pianura dell’Essex; le finestre sulla corte a sud si affacciano invece sulla valle del fiume
Rother, ricca di parchi e di riserve naturali Su questo lato, verso la città, si aprono anche i balconi, garantendo spazi privati all’aperto alle singole residenze, negati sul fronte pubblico opposto sul quale affacciano i due negozi presenti al piano terra
2 35
Gli spazi commerciali previsti dal progetto sono sistemati al piano terra del blocco con affaccio sulla strada Attorno alla corte si sviluppano altri due piccoli volumi: il primo, a sud, accoglie i garage a livello 0 e superiormente un appartamento; il secondo, a est, ospita un’abitazione singola.
36 legnoarchitettura 24 progetti
pianta piano terra
pianta piano primo
pianta piano terzo
3
La cucina aperta sulla zona giorno di un appartamento del blocco su strada
4
Il pianerottolo all’ultimo piano dell’edificio fronte strada.
5
Una delle scale di collegamento tra i vari piani
6
Sul retro del blocco principale si aprono terrazze e logge che si affacciano sulla corte interna
7
Vista della corte interna e dell’unità immobiliare indipendente, a sinistra della quale si intravedono i resti delle mura medioevali della città.
37 4 5 3
38 legnoarchitettura 24 progetti 6
39 7
9
L’edificio a due piani che ospita i garage e un’abitazione al primo piano visto da una loggia del blocco allineato alla strada. 10
Le mura medioevali che delimitano una parte del lotto
40 legnoarchitettura 24 progetti 8 Vista notturna del fronte strada
8 9 10
I tre volumi che costituiscono il complesso di Cinque Ports Street sono stati realizzati con un sistema a telaio prefabbricato che ha consentito di realizzare il prospetto sulla via pubblica in modo pressoché ininterrotto limitando i disagi dovuti ai lavori, oltre a utilizzare una risorsa rinnovabile e limitare gli sprechi di materiale Tutti gli elementi portanti e non sono giunti in cantiere già coibentati, richiedendo quindi le sole operazioni di montaggio e sigillatura Prima di procedere alla realizzazione degli edifici si è dovuto provvedere alla bonifica del sito rimuovendo alcuni serbatoi interrati per lo stoccaggio di benzina.
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ANA architecten Woodlofts
Amsterdam (NL)
F o o L u u k K r a m e
1
Lo spazio a doppia altezza al primo piano di uno dei loft con le grandi porte vetrate scorrevoli che danno sulla terrazza La struttura in legno lamellare è a vista all’interno
2
Una terrazza al piano terra. Durante la stagione fredda, la terrazza può essere chiusa e diventare un ‘giardino d’inverno’, nella migliore tradizione nordeuropea
Le 4 unità residenziali ‘sorelle’ sono state realizzate in sole tre settimane, grazie alla costruzione con elementi prefabbricati assemblati in loco L’intero processo, dal primo schizzo al completamento, è durato solo 9 mesi.
44 legnoarchitettura 24 progetti 1 F o o L u u k K r a m e
Ubicazione: Bosrankstraat, Amsterdam (NL)
Progetto: ANA architecten, Amsterdam (NL)
Strutture: ANA architecten, Amsterdam (NL)
Appaltatore: Bouwbedrijf van Engen, Kockengen (NL)
Lavori: gennaio-dicembre 2015
Superficie utile: 750 m2
Superficie verde: 226 m2
Quattro loft nella periferia di Amsterdam
Buiksloterham, un quartiere nella zona nord di Amsterdam, è una zona mista industriale e residenziale, che vedrà ancora grandi cambiamenti nei prossimi anni e che, proprio per questo, non possiede al momento le caratteristiche di un quartiere prettamente residenziale
Anche per questo motivo, i progettisti di questi quattro loft a schiera della Bosrankstraat, hanno deciso di puntare molto sulla qualità degli spazi interni
Il progetto, infatti, sfrutta il voluminoso involucro, donando alle residenze (ognuna diversa dalle altre) grandi spazi vuoti che connettono tra loro i vari livelli, creando un’elevata qualità interna in termini di spaziosità e luce Il lato sud di ogni residenza si affaccia sul relativo giardinetto, prospiciente la strada, che può essere adibito anche a posto auto
Tutte le residenze sono dotate di una o più terrazze su ognuno dei piani più alti, utilizzate come stanze esterne in parte anche durante i mesi più freddi
Dal punto di vista strutturale, è stato impiegato un telaio di legno con elementi lamellari di 6 m di larghezza, suddivisa in due campate da 4 e da 2 m L’orditura di travi e pilastri è a vista all’interno e rivestita da doghe orizzontali e verticali esternamente, con la struttura che rimane perfettamente leggibile Pareti divisorie, solai (eccetto il piano terra in c a ) e copertura sono stati prefabbricati mentre gli elementi del telaio sono stati realizzati in loco
Gli appartamenti sono riscaldati da una pompa di calore geotermica presente in ogni singola unità abitativa, mentre un impianto di VMC con recupero di calore permette un elevato comfort termoigrometrico In copertura, 24 m2 di collettori solari termici e 70 m2 di pannelli fotovoltaici permettono di coprire il fabbisogno di acqua calda e, parzialmente, quello di elettricità
F o o L u u k K r a m e 45
2
planimetria
trasmittanza media elementi costruttivi
pareti esterne, 0,17 W/m2K solaio contro terra, 0,15 W/m2K copertura, 0,20 W/m2K finestre, 1,3 W/m2K
prestazioni energetiche
per riscaldamento, 2 355 kWh all’anno per acqua calda, 2 134 kWh all’anno per raffrescamento, 2 498 kWh all’anno emissioni di CO2 evitate, 728 kg/a
pianta del primo piano
46 legnoarchitettura 24 progetti
pianta del secondo piano
pianta del terzo piano
sezione AA’
sezione BB’
ivuotieledoppiealtezzeinterne
leterrazzeesterne
A sinistra, gli schemi dei 4 loft che evidenziano, a sinistra, i vuoti interni e, a destra, le terrazze esterne. Pur avendo una volumetria pressoché simile, le 4 unità abitative presentano soluzioni differenti
3
Particolare del fronte su strada con la struttura portante rivestita da doghe orizzontali e verticali
F o o L u u k K a m e r
3 47
sezione CC’
sezione DD’
Solaio interpiano, dall’estradosso:
- massetto in cemento - pannello OSB - trave portante in legno - travatura secondaria in legno - controsoffitto in cartongesso
1 schermatura di facciata a 3 binari con lamelle in alluminio anodizzato
sezione verticale di dettaglio nodo solaio interpiano/serramento
4 5
Dettagli del fronte su strada con la listellatura di rivestimento e le schermature scorrevoli con lamelle in alluminio
sezione orizzontale di dettaglio pareti separatorie tra due unità abitative
Sezione orizzontale parete divisoria, dall’esterno verso la metà della parete: - stucco - cartongesso - pannello in fibra di legno - OSB - isolamento in lana di vetro - telaio in legno (184 mm) - pellicola permeabile al vapore - listellatura
1 serramento con telaio in alluminio e doppio vetro HR++
1 1
48 legnoarchitettura 24 progetti
1
1
4 F o t o L u u k K a m e r
F o o L u u k K r a m e 5 49
Le residenze non sono connesse al teleriscaldamento cittadino ma il calore è fornito, per ogni unità abitativa, da una pompa di calore geotermica In più, sono stati installati un sistema di VMC con recupero di calore e un sistema radiante a pavimento; gli elementi solari schermanti sono integrati nel progetto, riducendo così il fabbisogno di raffrescamento durante i mesi estivi In copertura sono presenti pannelli fotovoltaici e collettori solari.
50 legnoarchitettura 24
Schematizzazione delle soluzioni ‘sostenibili’ adottate per ridurre il consumo di risorse 6 7
6 7
F o o L u u k K r a m e F o o L u u k K r a m e
Due viste del piano terra con, a sinistra, il blocco dei servizi
In questa pagina, alcune immagini del cantiere
La struttura portante è costituita da travi e pilastri in legno lamellare Le pareti divisorie, i solai e la copertura sono realizzati con elementi lignei a telaio prefabbricati.
51
Casa sociale Caltron
Cles
Mirko Franzoso architetto
1
Il volume della Casa Sociale si innalza su un basamento che sostiene e avvolge tutto l’intervento In basso l’ingresso al garage al piano interrato
2
Il prospetto principale è segnato dalla sequenza ritmica dei pilastri in lamellare di larice
3
Da nord est si intravedono al piano terra gli spazi destinati alle aree di servizio (zona cottura, deposito, servizio igienico) sottolineati dalla colorazione scura del rivestimento
Il progetto è risultato vincitore del concorso a inviti bandito nel 2012 per la realizzazione della nuova casa sociale per l’abitato di Caltron a Cles
54 legnoarchitettura 24 progetti 2 1
Ubicazione: Cles (TN)
Progetto: Mirko Franzoso architetto, Cles (TN)
Strutture in legno: ing. Sergio Marinelli, Bolzano
Appaltatore: F lli Borghesi, Cles (TN)
Lavori: aprile 2014-agosto 2015
Superficie complessiva: 1 120 m2
Superficie coperta: 440 m2
Fotografie: Mariano Dallago fotografo
Tra i meli della Val di Non
La nuova casa sociale dell’abitato di Caltron sorge al limitare della piccola frazione di Cles, in un ambito che segna il passaggio tra l’edificato e il verde agricolo dominato dalla forte presenza degli alberi da frutto Con l’obiettivo di integrarsi con i fabbricati esistenti e con le trame dei meleti che disegnano il territorio della Val di Non – necessità dovuta anche alla posizione dominante che garantisce ampia visibilità al manufatto, oltre a viste panoramiche –, il progetto integra aspetti paesaggistici e storici, seguendo l’orientamento dettato dai filari di alberi, il cui ritmo detta anche la scansione della facciata, e riprendendo la tradizione costruttiva e i materiali locali, reinterpretando gli schemi, i colori e le tessiture che la natura offre Il fabbricato, adagiato sul terreno e sostenuto da un massiccio basamento, propone un’architettura proporzionata e contemporanea che garantisce continuità con le abitazioni della borgata, fondendosi allo stesso tempo con i meleti sullo sfondo Le facciate principali, rivolte a est e a ovest, sono scandite dai pieni e vuoti dei pilastri, in continuità con la successione degli alberi di mele circostanti e richiamandone tonalità e materia I lati nord e sud, invece, sono completamente ciechi e rivestiti da lunghe doghe verticali in legno I serramenti sono arretrati e protetti dal piano di facciata per generare una continuità di rapporto tra interno ed esterno, oltre a mitigare l’effetto del sole nelle sale interne Un’ampia nicchia in legno accoglie e protegge chi entra nella casa alleggerendo la presenza del lungo muro in calcestruzzo Rispondendo alle esigenze dell’amministrazione comunale di un luogo di incontro sostenibile e adatto agli abitanti di tutte le età, il volume si articola su tre piani, ospitando all’interrato un piccolo garage e un deposito, al piano terra l’area adibita a casa sociale e al primo livello uno spazio coperto utilizzabile come terrazza e belvedere All’esterno si trovano un parcheggio, un ampio giardino e un parco giochi L’interno è funzionale, flessibile e facilmente modificabile a seconda delle esigenze, usufruisce di abbondante luce naturale grazie alla facciata vetrata a est e consente di godere del panorama dell’intera valle I pilastri perimetrali che sostengono la copertura fungono anche da frangisole e aumentano la privacy degli spazi in-
55
3
56 legnoarchitettura 24 progetti
pianta del piano terra
4
pianta del piano superiore
4
La sala riunioni al piano terra è completamente rivestita in larice lasciato al naturale Bagno, deposito e cucina, sullo sfondo, sono invece rifiniti in intonaco colorato
5
Veduta complessiva del fabbricato. Il volume interrato è realizzato in calcestruzzo a vista, lavato in opera e colorato con granulati di porfido
6
Vista da sud con i frutteti sullo sfondo; a destra il blocco che accoglie un garage e un piccolo deposito A sinistra la scala che conduce all’ingresso del grande spazio belvedere all’ultimo piano
sezione trasversale sulla scala
5 6 57
sezione trasversale sul grande spazio aperto al piano superiore
Parete sud piano terra (A), dall’interno:
- doghe di larice (60x32 mm)
- controlistelli in legno (40x40 mm)
- telo in polipropilene impermeabile all’acqua e al vento
- muratura in c.a. (400 mm)
- telo in polipropilene impermeabile all’acqua e al vento
- listelli in legno (40x40 mm)
- controlistelli in legno (40x40 mm)
- doghe di larice (60x32 mm)
Parete interna vano scala (B), da destra:
- perline di larice I scelta (20 mm)
- controlistelli in legno (50x30 mm)
- isolante in fibra di canapa (50 mm)
- telo di tenuta all’aria
- isolante termico (80 mm)
- pannello multistrato in legno (95 mm)
- isolante in fibra di canapa (40 mm)
- controlistelli in legno (40x40 mm)
Parete esterna (C), da destra:
- perline di larice (10 mm)
- controlistelli in legno (50x30 mm)
- isolante in fibra di canapa (50 mm)
- telo di tenuta all’aria
- pannello multistrato in legno (95 mm)
- isolante termico (80 mm)
- listelli in legno (60x20 mm)
- controlistelli in legno (60x20 mm)
- perline di larice (10 mm)
58 legnoarchitettura 24 progetti 7 A B
sezione orizzontale di dettaglio dell’ingresso
7
Il grande spazio coperto al primo piano funge da belvedere
8 L’ingresso all’edificio
Parete nord piano terra (D), dall’interno:
- perline in larice prima scelta (10 mm)
- listelli in legno (50x30 mm)
- isolante in fibra di canapa (50 mm)
- telo di tenuta all’aria
- isolante termico (80 mm)
- muratura in c a (80 mm)
- isolante termico XPS (80 mm)
- telo in polipropilene impermeabile all’acqua e al vento
- listelli in legno (40x40 mm)
- controlistelli in legno (40x40 mm))
- doghe di larice (60x32 mm)
La tenuta all’aria delle connessioni è garantita da guaine autoespandenti e da nastri di tenuta
8 C D
59
Copertura, dall’esterno:
- manto di copertura doghe in larice (32 mm)
- listelli in legno (40x40 mm)
- controlistelli in legno (40x40 mm)
- lamiera zincata 6/10
- tavolato grezzo (25 mm)
- listoni (160x120 mm)
- perline in larice prima scelta (20 mm)
Parete ovest, dall’interno
- perline di larice (20 mm)
- controlistelli in legno (40x40 mm)
- listelli in legno (80x60 mm)
- distanziatori in legno (220x80 mm)
- pannello multistrato in legno (95 mm)
- telo in polipropilene impermeabile all’acqua e al vento
- listelli in legno (40x40 mm)
- controlistelli in legno (40x40 mm)
doghe in larice (60x32 mm)
Parete ovest contro terra, dall’interno
- finitura interna in perline di larice (20 mm)
- listelli in legno (40x40 mm)
- isolante in fibra di canapa (40 mm)
- muratura in c.a. (400 mm)
- membrana bituminosa impermeabilizzante (4 mm)
- isolante termico XPS (80 mm)
- telo geotessile drenante
Parete ovest interrata, dall’interno
- muratura in c a (400 mm)
- membrana bituminosa impermeabilizzante (4 mm)
- isolante termico XPS (80 mm)
- telo geotessile drenante
Solaio contro terra, dall’interno
- pavimento industriale antiusura levigato cls (150 mm)
- sottofondo con legante Ø 0-30 mm (100 mm)
- reinterro drenante Ø 30-70 mm (400 mm)
1 canale in lamiera zincata 6/10 e materassino di lana di roccia (min. 20 mm)
2 lamiera zincata 6/10
3 colmo in lamiera zincata 6/10
4 trave di colmo in legno di larice lamellare (688x240 mm)
5 strato separatore tessuto non tessuto
6 ghiaia lavata di drenaggio granulometria 60-100 mm
7 trave in legno di larice
8 malta autoespandente
9 scala con struttura in pannelli di legno (150 mm) con finitura superficiale in legno di larice (20 mm)
10 solaio in c a (400 mm)
11 fondazione in c.a. (400 mm) su magrone (100 mm)
12 waterstop
13 tubo drenante Ø 150 mm
sezione trasversale di dettaglio sulla scala
60 legnoarchitettura 24 progetti 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
-
1 barriera antipassero in lamiera
2 trave in larice massello con rompigoccia
3 trave in legno lamellare di larice (60x440 mm)
4 tubo per la raccolta delle acque meteoriche
5 trave in larice massello con rompigoccia
6 striscia luminosa a LED per esterni
7 trave in legno lamellare di larice
8 serramento fisso in legno di larice con triplo vetro e vetro di sicurezza
9 pilastro in legno di larice (300x160 mm)
10 pavimento industriale antiusura (150 mm)
11 tubo di drenaggio Ø 150 mm
12 manto erboso: terreno intensivo (200 mm), strato separatore tessuto non tessuto, ghiaia drenante (100 mm), antiradice
13 striscia luminosa a LED per esterni
14 controsoffitto e finitura esterna in doghe di larice (32 mm) e listelli in legno
Solaio primo piano (su entrata), dall’estradosso (A):
- magatelli in legno (38 mm) annegati nel massetto
- massetto (70 mm)
- foglio di polietilene
- isolante termico XPS (80 mm)
- pannello OSB a giunti nastrati (22 mm)
- travatura in legno abete
- isolante termico fibra di legno (100+100+100+20 mm)
- pannello OSB a giunti nastrati (18 mm)
- listelli in legno (40x40 mm)
- isolante in fibra di canapa (50 mm)
- rivestimento in perline di larice I scelta (20 mm)
Solaio primo piano (su porticato) dall’estradosso (B):
- pavimento in doghe di larice (27 mm)
- magatelli in legno (38 mm) annegati nel massetto
- massetto (70 mm)
- foglio di polietilene
- isolante termico XPS (80 mm)
- pannello OSB a giunti nastrati (22 mm)
- isolante termico XPS (60+60 mm)
- perline in legno di larice prima scelta (20 mm)
- travatura in legno di larice massello
Solaio piano terra su garage, dall’estradosso (C):
- pavimento in doghe di larice (27 mm)
- magatelli in legno (38 mm) annegati nel massetto
- massetto (70 mm)
- foglio separatore in polietilene
- pannello di fibrogesso (15 mm)
- isolante termico XPS (240 mm)
- soletta in c.a. (400 mm)
1 2 3 4 5 6 7 89 10 11 12 13 14
A C B 14 61
A fianco, la realizzazione
della struttura primaria della copertura dell’edificio collegata all’ossatura a montanti della facciata e ai pannelli in X-lam delle pareti cieche
struttura
Il fabbricato è stato realizzato con una soluzione mista costituita da pareti portanti in X-lam e struttura a telaio con pilastri e travi in lamellare Il piano terra ha 3 pareti contro terra realizzate in c a , protette esternamente da una guaina bituminosa e isolate con 10 cm di polistirene All’interno è stato posato un isolante in fibra di legno da 8 cm, un telo di tenuta all’aria, 5 cm di fibra di canapa e lo strato di finitura in perline di legno di larice dello spessore di 2 cm La parete libera dal terreno, esposta a est, è completamente vetrata e caratterizzata dalla struttura a travi e pilastri mentre le altre pareti del piano superiore sono in pannelli X-lam
Il solaio che divide il piano interrato dal piano terra è in c a , isolato superiormente con 24 cm di XPS, mentre quello tra piano terra e primo piano è in travi di legno con interposti 30 cm di fibra di legno La copertura a tre falde ha travi di colmo in lamellare che poggiano, nella sala principale, su un unico pilastro con sezione a Y
Il rivestimento esterno è in doghe sottili di larice posate in verticale; anche la copertura è rivestita da doghe di larice, posate su listelli e controlistelli sopra uno strato impermeabilizzante costituito da lamiera metallica
L’interno della casa sociale è definito dal calore, dal profumo e dal colore del legno: pavimento, facciate e soffitto, infatti, sono completamente rivestiti in legno di larice privo di trattamenti per garantire le variazioni naturali del materiale nel corso del tempo
62 legnoarchitettura 24 progetti
A sinistra, i pilastri a livello dell’ingresso sono ancorati al cordolo con elementi metallici puntuali
A destra, la differente direzione della travatura del solaio interpiano sovrastante la sala riunioni, le zone di servizio e il portico.
A sinistra, la scala di accesso al primo piano è in X-lam, come anche il corrimano realizzato con un pannello massiccio a tre strati
A destra in alto, costruzione delle partizioni interne del piano terra.
A destra in basso, isolamento delle pareti con fibra di canapa
A sinistra, posa della pavimentazione in listelli di legno del belvedere.
A destra, la posa del tavolato sopra la struttura primaria di copertura
A sinistra, la listellatura sopra lo strato di lamiera della copertura prima della posa del rivestimento a doghe
A destra, il manto di copertura in doghe di larice
63
Maximilian Eisenköck
Casa sul lago
Neufeldersee (A)
1
Il lato interno al giardino che guarda verso sud Le vetrate scorrevoli delle zone giorno annullano la barriera con l’esterno
2 Vista del lato ovest dalla riva del lago.
Il Neufelder See, a circa 50 km a sud di Vienna, è un lago di recentissima costituzione, risultato dell’allagamento nel 1932 di una vecchia miniera di carbone di proprietà
La zona ha offerto fin da subito condizioni ideali per il relax del fine settimana, o delle vacanze estive, ed è per questo che i piccoli lotti con giardino che bordano le sue rive sono così richiesti. Capita ogni tanto che un lotto, o addirittura due adiacenti come in questo caso, si liberino
Un’occasione colta al volo da tre fratelli, i cui genitori hanno già una casa sul lago, per realizzare un unico edificio suddiviso in tre unità
La Casa sul Lago Neufeld ha vinto l’Holzbaupreis 2016 del Burgenland nella categoria “case uni- e plurifamiliari”
1
66 legnoarchitettura 24 progetti 2
Ubicazione: Neufeldersee (A)
Progetto: Maximilian Eisenköck, Vienna (A)
Strutture: Mathias Kronreif, Werfen (A)
Costruzione in legno: Zimmerei
Lottermoser, Pfarrwerfen (A)
Appaltatore: Pfleger Bau GmbH, Oberpulka (A)
Lavori: 2015
Superficie utile: 220 m2
Superficie fondiaria: 919 m2
Importo dell’opera: 580 000 €
Fotografie: Maximilian Eisenköck
Mondrian monocromatico
Il Neufeldersee è un piccolo lago a circa 30 minuti da Vienna, tra la zona del Leithagebirge e l’altipiano dell’Hohe Wand È un luogo ideale per il relax estivo o durante il fine settimana Qui, il giovane architetto viennese Maximilian Eisenköck ha progettato una casa vacanze per tre fratelli che sembra un edificio singolo ma in realtà contiene 3 unità abitative con accesso unico ma entrate separate L’edificio si trova proprio sulla sponda del lago e si apre verso questo con una corte centrale su cui affacciano i tre appartamenti, uno spazio comune all’aperto che lascia spaziare la vista e ammirare il tramonto la sera
Il legno è stato scelto fin dall’inizio perché, con un altro materiale da costruzione, questa geometria e alcune soluzioni minimaliste non si sarebbero potute realizzare senza ponti termici Il processo costruttivo ha previsto la prefabbricazione di alcuni elementi in una carpenteria locale e quindi il loro montaggio in loco su fondazioni in c a
Le facciate di ispirazione giapponese, così caratteristiche per rivestimento e colore, sono state realizzate con pannellature nere di legno Okumé africano, racchiuse da cornici che danno modularità e ritmo ai prospetti Verso il cortile interno e il lago le pareti hanno ampie vetrate a tutta altezza, scorrevoli su triplo binario al piano terra; sono collocate soprattutto a nord e a est, mentre l’unica grande superficie vetrata rivolta a sud si trova nella zona d’ombra creata dalla casa stessa Si è così garantita luce naturale e protezione dal soleggiamento senza rinunciare a un’ampia vista
L’astrazione dei prospetti a pannelli, che ricordano quasi un dipinto di Mondrian ma monocromatico, è sottolineata dalla smaterializzazione dei solai e della copertura La rastremazione del solaio verso le vetrate e il prolungamento in altezza di queste ultime fino a raggiungere il bordo superiore dell’edificio, così come il ridotto spessore dei montanti dei serramenti, collocati a filo del rivestimento, contribuiscono a un aspetto minimalista ma ricercato che rivela l’attenzione ai dettagli del progettista e l’abilità delle ditte che li hanno realizzati
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- living
- camera
- atelier
4 - sauna 5 - locale tecnico
- patio 7 - terrazza
68 legnoarchitettura 24 progetti 3
Legenda
1
2
3
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pianta del piano terra
pianta del piano superiore
3
L’open space con zona living e cucina dell’appartamento al piano terra del blocco a nord Le vetrate scorrevoli consentono di aprire gli ambienti verso la corte e il lago.
4
La cucina dell’appartamento al piano superiore nel blocco a sud
In contrasto con le facciate nere, all’interno predominano colori chiari Come per l’esterno, anche qui il legno è il materiale dominante e riveste pareti, soffitti, porte, imbotti delle finestre, mobili realizzati su misura e mobili della cucina.
sezione nord-sud
4 prospetto est prospetto ovest 69
5
L’angolo vetrato del living al piano terra dell’ala nord
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Il fronte rivolto verso il lago dell’ala nord
La scelta del rivestimento esterno è ricaduta sull’Okumé dato che, pur essendo un legno originario dell’Africa, è molto resistente alle basse temperature
7
L’affaccio sul lago al tramonto
costruzione
L’edificio è costituito da due “ali” laterali a due piani e un tratto di collegamento centrale a un piano, sovrastato da una terrazza calpestabile La struttura portante è un sistema con pareti a telaio prefabbricato da una locale carpenteria, poggiante su una fondazione in calcestruzzo armato I solai del primo piano e quello di copertura sono in X-lam Le pareti esterne hanno montanti in legno profondi 160 mm; le intercapedini tra i montanti sono riempite con un isolamento in fibra di legno insufflata in cantiere La struttura all’interno è chiusa da pannelli OSB, all’esterno da pannelli in fibra di legno morbida, su cui sono applicati i pannelli di Okumé di spessore 15 mm Per evitare ponti termici sopra le vetrate nella zona dei solai di copertura, è stato inserito uno strato isolante da 25 mm di pannelli sottovuoto, in modo da compensare la rastremazione del solaio verso l’esterno Le coperture piane e le terrazze sono isolate con EPS, il cui spessore (con pendenza) è di 17 cm, nel mezzo, per il tetto e di 14 cm sulla terrazza Il solaio di fondazione è coibentato con 10 cm di XPS, materiale di cui è costituito anche l’isolamento perimetrale (8 cm) nella zona della fondazione in c a Il fabbisogno energetico annuo è di 36 kWh/m2
70 legnoarchitettura 24 5
1 finestre scorrevoli su 3 binari
2 colonna in acciaio
3 solaio in X-lam
4 membrana bituminosa
5 pannellatura interna: compensato a 3 strati
6 massetto con riscaldamento a pavimento
7 pannellatura in legno di Okumé
8 finestra in alluminio
9 strato di isolamento con pannelli sottovuoto
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72 legnoarchitettura 24 progetti 7
La struttura è costituita da pareti a telaio, prefabbricate presso una carpenteria locale pronte per il montaggio L’isolamento in fibra di legno tra i montanti degli elementi prefabbricati è stato insufflato in cantiere.
A sinistra, il lato verso il lago.
A destra, il fronte nord prima della posa del rivestimento in pannelli di Okumé
Vista del cantiere con la struttura al grezzo ormai completata.
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Hiža
F o o M e n k o B e n e s t
Proarh
Kumrovec (HR)
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Il sentiero di tronchi d’albero che porta all’ingresso della casa
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Il fronte nord, caratterizzato dal cubo di vetro “apribile”
3
Il fronte ovest con la grande parete vetrata aperta e la terrazza
1
76 legnoarchitettura 24 progetti
F o t o M e n k o B e n f e s t F o o M e n k o B e n e s t
2
Ubicazione: Kumrovec, Zagorje (HR)
Progetto: arch Davor Matekovic´–
PROARH, Zagabria (HR)
Lavori: 2012
Superficie utile: 230 m2
Superficie verde: 3.865 m2
Reinventare, rinnovare, reinterpretare
Il recupero strutturale di una casetta di campagna in una rigogliosa regione collinare della Croazia ha fornito l’occasione agli architetti per ripensare alle caratteristiche culturali e progettuali che contraddistinguono i fabbricati del luogo Di fatto, le tradizionali case contadine, pur essendosi evolute nel corso dei secoli, hanno mantenuto immutati lo schema compositivo di base e la destinazione d’uso dei locali e si è resa necessaria, quindi, una loro rivisitazione per venire incontro alle esigenze della vita contemporanea
L’ispirazione per l’intervento è stata trovata nell’architettura tipica della regione, riscoperta grazie alla ricerca effettuata sui documenti storici e sul campo L’impianto originario della piccola abitazione, coperta da un tetto in paglia, è stato conservato, mentre il portico è stato sostituito da un parallelepipedo vetrato che fuoriesce dal volume compatto preesistente aumentando l’esposizione a sud e dotando la casa di un nuovo ingresso Il corpo trasparente accoglie una piccola area living consentendo l’interazione tra l’abitazione e il paesaggio circostante La casa si sviluppa su tre livelli: l’interrato, il piano terra e la zona notte al piano superiore; le aree principali – cucina, pranzo e relax – sono articolate con essenzialità secondo la tradizionale organizzazione delle stanze, con le diverse funzioni distribuite attorno a un “cuore”, in questo caso rappresentato da un moderno camino a legna
La copertura in paglia, sostituita con una totalmente nuova, si estende fino a terra anche sulle pareti più lunghe della costruzione, mentre i fronti laterali sono stati nuovamente rivestiti con assi di legno, posate in verticale; la casa, in questo modo, diventa “organica”, facile da gestire e da manutenere grazie alle risorse del luogo, ai materiali e la manodopera L’uso innovativo della paglia, considerata dai più un materiale arcaico, unito alla struttura in legno e al cubo vetrato dell’ingresso, ha trasformato questo fabbricato in un omaggio alla ricchezza culturale della regione croata di Zagorje, con un’architettura che si inserisce con discrezione in un contesto naturale ancora intatto
F o o M j e n k o B e r n e s 77
3
sezione trasversale AA
sezione trasversale BB
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La vista sulla vallata dallo spazio vetrato del living.
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L’ampia zona pranzo al piano terra con la cucina sullo sfondo
pianta del piano terra
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pianta del piano superiore
A A F o o M l e n k o B e r n f e s B B C C
La zona relax si affaccia sull’area soggiorno; questi due spazi – assieme alla cucina – sono articolati attorno al cuore tradizionale dell’edificio rappresentato da un camino aperto
6 F o o M l e n k o B e r n f e s 5 7 6
F o o : D a m i F a b a n c F o t o M e n k o B e n e s t 79
7 Dettaglio della cucina con le pareti in tavole di quercia originarie.
Dettaglio A:
1 trave struttura di copertura (14x12 cm)
2 trave di banchina (16x12 cm)
3 listelli e controlistelli
4 rivestimento in paglia
Dettaglio B
1 profilo a C in acciaio
2 lamiera di protezione
3 isolamento contro terra in EPS
4 profilo di bordo a L
sezione trasversale BB
sezione longitudinale CC
80 legnoarchitettura 24 progetti A B C
1 2 3 4 1 2 3 4 F o o D a m F a b j a n c 81
Dettaglio C:
1 trave del frontone (12x14 cm)
2 sigillatura
3 travetto interno
4 spallette finestre in legno
5 facciata in larice
6 protezione
7 persiane in larice
8 davanzale interno in legno
9 trave (12x14 cm)
10 tavole di rafforzamento della trave
11 trave di banchina (16x12 cm)
12 trave (10x15 cm)
struttura
Prima dell’intervento di ristrutturazione e riqualificazione, il piccolo cottage si trovava in pessime condizioni strutturali e statiche Gli interventi di ripristino hanno previsto il consolidamento dello zoccolo in pietra, la sostituzione delle parti strutturali verticali ammalorate e il completo rifacimento della copertura (sia l’ossatura portante che il rivestimento)
Le tavole portanti di quercia delle pareti, poste di taglio e connesse tra di loro da grandi tasselli di legno, sono state sostituite dove necessario e protette da ulteriori fenomeni di degrado mediante teli di tenuta all’aria e all’acqua e da una intercapedine ventilata che accoglie anche la sottostruttura del rivestimento in paglia
La tecnica della copertura con paglia e canne palustri, meglio conosciuta come th a tc h in g , utilizzata anche per rivestire le pareti, ha causato qualche problema legato alla ricerca di artigiani esperti in questa tecnica e, in particolare, nel fissare la paglia sul tetto e sulle pareti in modo tradizionale ma con dettagli aggiornati ai nostri giorni
A lato: il solaio che separa la zona pubblica dal sottotetto, destinato a zona notte, è stato completamente sostituito, mentre la struttura portante verticale è stata mantenuta e ristrutturata
Sotto: il posizionamento del rivestimento in thatching in facciata in corrispondenza di un’apertura vetrata
82 legnoarchitettura 24 progetti
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 2 5 6
Rifacimento della struttura della copertura e posa dei teli di impermeabilizzazione della struttura Listelli e controlistelli consentono la posa delle fascine di canne e paglia
Le tavole in quercia che formano le pareti della piccola casa sono irrigidite e tenute assieme a due a due da piccoli inserti lignei Nella foto a sinistra si vedono i fori d’incastro di una parete interna che è stata eliminata. L’impiantistica è stata rifatta e le partizioni interne in legno recuperate
Il porticato esistente è stato sostituito con una struttura metallica, completata poi da pareti vetrate a chiusura della nuova area living. I diversi rivestimenti delle facciate: la paglia e le cannucce sui prospetti lunghi e doghe di legno verticali sui fronti più corti
Rivestimento delle pareti e del tetto con la tecnica del thatching. La sottostruttura in legno dello strato di paglia crea un’intercapedine ventilata
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ICD/ITKE Research Pavilion 2015-16
Come è ormai tradizione da qualche anno, l’Institute for Computational Design (ICD) e l’Institute of Building Structures and Structural Design (ITKE) dell’Università di Stoccarda hanno realizzato, nello scorso aprile, un nuovo padiglione di ricerca che, questa volta, impiega la cucitura per l’assemblaggio e l’unione degli elementi lignei tridimensionali Dimostra così come tecniche tessili e processi di fabbricazione robotizzati possano essere combinati e utilizzati in strutture leggere, in questo caso costituite da gusci a placche ispirati a un particolare riccio di mare Il padiglione si inserisce nella serie di prototipi dell’Università di Stoccarda, che indagano le nuove possibilità delle tecniche di progettazione, di simulazione e di realizzazione su base computerizzata applicate all’architettura.
Il progetto è stato sviluppato e realizzato da ricercatori e studenti in un team interdisciplinare composto da architetti e ingegneri nonché biologi e paleontologi dell’Università di Tubinga.
techné
Un padiglione cucito
spirata alla natura, la struttura esplora
soluzioni
robotizzate e tessili per la produzione e l’assemblaggio
Il padiglione copre una superficie di ca 85 m2 e si compone di 151 elementi prefabbricati, ognuno fatto di 3 strisce di impiallacciato di faggio laminato, tenuti assieme da collegamenti tessili
L’intero manufatto pesa 780 kg con una una luce massima di oltre 9 m
Può un dollaro della sabbia (che appartiene alla famiglia dei ricci di mare) essere il giusto riferimento formale e costruttivo per un padiglione? E può una macchina da cucire essere il macchinario giusto per collegare tra di loro dei pannelli di legno? Pare proprio di sì, visto che l’Institute for Computational design (ICD) e l’Institute of Building Structures and Structural Design dell’Università di Stoccarda l’hanno fatto per il Padiglione di Ricerca 2015/16, studiando se e come fosse possibile combinare metodi di realizzazione robotizzata e tessile che hanno trovato poi applicazione in una costruzione leggera a guscio a placche
Punto di partenza per lo sviluppo del padiglione è stata l’indagine bionica di elementi strutturali a guscio suddivisi per placche così come si presentano in natura (grazie alla collaborazione di due dipartimenti dell’Università tedesca di Tubinga), a cui è seguito uno studio sull’applicazione di metodi di realizzazione robotizzati di ultima generazione in cui impiegare la cucitura industriale, in questo caso di sottili pannelli di compensato di faggio
L’Università aveva già studiato i ricci di mare per sviluppare metodi di costruzioni in legno a pannelli per un padiglione “a placche” nel 2011 (vedi legnoarchitettura 10) e un padiglione espositivo realizzato in pannelli di compensato nel 2014
86 legnoarchitettura 24 techné ICD/ITKE Research Pavilion 2015-2016
© C D / T K E U n v e r s t o S u t g a r
Indagini bioniche e biomimetiche preliminari
Il progetto del padiglione si basa sull’analisi della morfologia che costituisce il guscio del “dollaro della sabbia”, una sottospecie del riccio di mare Precedenti indagini effettuate dai partner dell’Università di Tubinga avevano già portato alla trasposizione di principi costruttivi bionici in placche “architettoniche” realizzate con pannelli di legno uniti da giunzioni a incastro Dal gruppo degli Echinoderm ata (un phylum di deuterostomi marini) sono state scelte due specie della classe degli Echinoidea (ricci di mare) e dell’ordine dei Clypeasteroida (tra cui il dollaro della sabbia), che sembravano particolarmente adatte per la trasposizione tecnico-architettonica di principi morfologici e procedurali di crescita Le immagini ottenute con un microscopio a scansione elettronica di diverse specie di ricci di mare e di dollari della sabbia hanno permesso di comprendere meglio le loro complesse strutture interne, mettendo in evidenza che le congiunzioni tra le placche del guscio di questo animale sono costituite non solo da incastri tipo code di rondine ma anche da ulteriori collegamenti fibrosi Si è supposto che questi
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Il confronto tra lo studio biomimetico degli elementi caratterizzanti il dollaro della sabbia e la loro trasposizione nel processo costruttivo automatizzato. © C D / T K E U n v e s t y o S u t g a r © C D T K E U n v e s t y o S u t g a r
Come sfruttare l’anisotropia del legno: le possibilità di curvatura dei fogli impiallacciati a seconda dell’orientamento delle fibre
Il padiglione fa parte di una serie di “prototipi”, o meglio di “edifici sperimentali”, che ogni anno vengono sviluppati all’Università di Stoccarda e che sperimentano possibilità e tecniche di progettazione, simulazione e realizzazione computerizzate in architettura Il progetto è stato pianificato e concretizzato da ricercatori e studenti all’interno di un team interdisciplinare di architetti, ingegneri, biologi e paleontologi
collegamenti elastici abbiano la funzione di garantire l’integrità del guscio del dollaro della sabbia durante il processo di crescita e a protezione dalle forze esterne
Da tali considerazioni si è evinto, dunque, che la capacità di resistenza del guscio del dollaro della sabbia si basa anche sulla differenziazione delle caratteristiche dei materiali all’interno della sua struttura a due strati
Impiego del legno e logica strutturale
Sulla base di queste considerazioni bioniche nonché delle caratteristiche del materiale legno, il team ha sviluppato un sistema costruttivo che, con una struttura a doppio strato, ripropone le forme che, nel caso del dol-
laro della sabbia, si creano durante la crescita Come materiale di partenza sono state utilizzate sottili strisce di impiallacciato di faggio, che sono state laminate fino a diventare pannelli piani di 3-5 mm di spessore Questi elementi sfruttano l’anisotropia del legno, per differenziare le diverse direzioni degli elementi impiallacciati e i diversi spessori del materiale Così i componenti, inizialmente piani, possono essere deformati elasticamente in modo che, già solo attraverso la laminazione controllata, è possibile creare una geometria segmentata specifica, con raggi di curvatura anche non uniformi, che viene poi mantenuta attraverso una cucitura robotizzata
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Le forze di taglio vengono sopportate principalmente nei collegamenti delle placche attraverso le giunzioni a pettine, le forze di trazione vengono scaricate, invece, dai cordini che tengono assieme le placche Si viene quindi a creare una struttura a guscio complessa, con una capacità portante di fatto garantita da semplici strisce piatte di impiallacciato
Tecniche di cucito robotizzato
Il progetto ha studiato l’impiego di tecniche di realizzazione di tipo tessile per sviluppare nuovi collegamenti per il legno In particolare, per pannelli sottili di compensato di legno, si è visto che sono da preferire collegamenti continui anziché collegamenti puntuali, perché indeboliscono di meno la struttura del legno È questo il motivo per cui solitamente, in caso di costruzioni realizzate con impiallacciati sottili, viene utilizzata colla per le congiunzioni Inoltre, spesso, in caso di parti curve in-
collate, le pressioni necessarie per la laminazione possono essere ottenute solo utilizzando costosi strumenti di formatura
Per questo motivo, nel Padiglione di Stoccarda, è stato sviluppato un processo robotizzato che ha reso possibile i collegamenti e la loro forma, la cucitura e la laminatura dei singoli pannelli di impiallacciato curvi utilizzando una macchina da cucire industriale Tutto questo è stato reso possibile grazie all’utilizzo di un robot che è stato d’aiuto sia durante l’assemblaggio temporaneo delle strisce di impiallacciato mentre venivano curvate nella configurazione geometrica desiderata, sia nel bloccare il segmento preassemblato in forma facendolo passare attraverso la macchina da cucire, collegando con il filo tutti gli elementi Il metodo di giunzione prevedeva anche la cucitura di strisce di PVC rivestite di fibra di poliestere, provviste di buchi, sui bordi che hanno permesso in seguito di “allacciare” i
L’analisi strutturale mostra la deformazione degli elementi, che è massima nella parte di maggiore appiattimento della struttura (colore gialloarancione)
I fogli di compensato, già tagliati con giunti a pettine e, a sinistra, le diverse inclinazioni delle fibre per ottimizzare la curvatura di un elemento
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Il padiglione è il primo del suo genere a impiegare un tipo di cucitura industriale di elementi di legno alla scala architettonica.
vari elementi a doppio strato con cordini di Kevlar Sono proprio questi cordini che sopportano le forze di trazione tra i singoli elementi La gestione del robot e della macchina da cucire sono state gestite da un software dedicato, che ha consentito al robot di conoscere sempre sia la posizione del pezzo in lavorazione sia lo stato della macchina da cucire, sincronizzando così il movimento
Il padiglione è costituito, in totale, di 151 differenti segmenti prefabbricati roboticamente Ognuno di essi consta di 3 singole strisce di legno di faggio impiallacciato laminato individualmente I singoli segmenti, con raggi di curvatura tra i 30 e i 75 cm, sono stati adattati, per forma e secondo l’orientamento delle fibre, ogni volta alle esigenze statiche e geometriche locali L’intera costruzione pesa 780 kg, ha una luce di 9,3 m e copre una superficie di 85 m2 Da ciò si evince un rapporto tra spessore del materiale e luce di appena 1/1000 nel mezzo e un peso medio della costruzione di 7,85 kg/m2 I collegamenti tessili di nuova generazione hanno qui dimostrato che è possibile rinunciare a qualsiasi tipo di
Nel processo di produzione degli elementi sono stati utilizzati robot per il taglio degli elementi in impiallacciato di faggio, per il loro assemblaggio e curvatura e per la cucitura a macchina delle strisce di PVC rivestite con fibra di poliestere lungo i bordi dei moduli tridimensionali I buchi lungo le strisce sono serviti per la cucitura tra loro dei diversi elementi con cordini di kevlar (foto nella pagina a fianco)
unione metallica, per strutture leggere di questo tipo
E dal punto di vista compositivo-architettonico? Premessa l’importanza dello studio biomimetico e computazionale, il padiglione crea uno spazio a metà tra interno ed esterno, adattandosi alla topografia del luogo, aprendosi agli edifici universitari circostanti e, soprattutto, mostrando gli effetti dell’interazione tra materiale, forma, spazio, struttura e realizzazione robotizzata e come questa possa portare a innovativi sistemi costruttivi in legno L’approccio di ricerca multidisciplinare ha reso possibile una costruzione leggera che è risultata resistente ai carichi, risparmiando sul materiale ed esplorando al contempo anche nuove possibilità spaziali e tettoniche
Il padiglione è il frutto di una collaborazione tra l’Institute for Computational Design (ICD - Prof Achim Menges) e l’Institute of Building Structures and Structural D e s ig n (ITKE - Prof Jan Knippers) dell’Università di Stoccarda (D) ed è stato reso possibile grazie al supporto di numerosi sponsor, tra cui Deutsche Forschun-
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gsgemeinschaft (DFG), GETTYLAB, BW-Bank, Edelrid, Frank Brunnet GmbH, Forst BW, Groz-Beckert KG, Guetermann GmbH, Hess & Co , KUKA Roboter GmbH, Mehler Texnologies GmbH
La direzione del progetto e il suo sviluppo scientifico sono di Simon Bechert, Oliver David Krieg, Tobias Schwinn e Daniel Sonntag
Il team di progetto ha compreso: Martin Alvarez, Jan Brütting, Sean Campbell, Mariia Chumak, Hojoong Chung, Joshua Few, Eliane Herter, Rebecca Jaroszewski, Ting-Chun Kao, Dongil Kim, Kuan-Ting Lai, Seojoo Lee, Riccardo Manitta, Erik Martinez, Artyom Maxim, Masih Imani Nia, Andres Obregon, Luigi Olivieri, Thu Nguyen Phuoc, Giuseppe Pultrone, Jasmin Sadegh, Jenny Shen, Michael Sveiven, Julian Wengzinek e Alexander Wolkow; con il supporto di Long Nguyen, Michael Preisack e Lauren Vasey
Infine, la fondamentale collaborazione di: Departement of Evolutionary Biology of Invertebrates (Prof Oliver Betz), Departement of Palaeontology of Invertebrates (Prof James Nebelsick), entrambi dell’Università di Tubinga (D)
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Super Tall Timber Project
È stata presentata al sindaco di Londra la proposta di progetto per la costruzione di quello che sarà, se realizzato, il primo grattacielo in legno del mondo.
Con i suoi 80 piani, la Oakwood Tower, collocata nel Barbican di Londra, fa parte del Super Tall Timber Project, risultato delle ricerche di un team guidato dal Centre for Natural Material Innovation (NMI) dell’Università di Cambridge e dagli studi londinesi PLP Architecture e Smith and Wallwork engineers
Finalità del progetto è quello di realizzare un grattacielo con struttura portante in legno dimostrando le qualità strutturali della risorsa legno e i vantaggi di costruire, in ambito urbano, utilizzando materiali naturali
techné
Robert Foster, Michael Ramage
Super Tall Timber Project Un grattacielo di legno a Londra
Robert Foster
Ingegnere, sta frequentando il post-dottorato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Cambridge, in collaborazione con il Centre for Natural Material Innovation (NMI)
Michael Ramage
Strutturista e Senior Lecturer presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Cambridge (UK).
È direttore del Centre for Natural Material Innovation (NMI) dello stesso ateneo.
Il più alto albero nel mondo è l’”Hyperion”, una sequoia di 115 m L’edificio moderno in legno più alto al mondo raggiunge, al momento, meno della metà di tale altezza Perché dovrebbe essere così? Oakwood Tower è, in parte, una risposta a questa semplice domanda Concepita come un’opportunità per mettere insieme ricercatori e progettisti al fine di ri-immaginare ciò che è possibile fare con il legno come materiale strutturale, il progetto è stato capace di superare molte delle tradizionali barriere all’innovazione nell’ambito della progettazione di edifici in legno Nel raggiungere i 300 m di altezza richiesti per la classificazione come ‘supertall’ (cioè ‘superalto’), il concept progettuale ha stabilito un nuovo standard per il legno strutturale dimostrando che non c’è nulla nel legno come materiale da costruzione che ne precluda il suo utilizzo in un edificio a torre che metterebbe l’Hyperion veramente in ombra
Una progettazione guidata dalla ricerca e una ricerca guidata dalla progettazione
Al fine di affrontare la sfida di progettare il primo Supertall in legno al mondo (+ 300 m) era necessario un nuovo approccio Mentre i prodotti in legno ingegnerizzato sono diventati sempre più comuni nella costruzione di edifici bassi, il loro uso in quelli alti e super-alti non è ancora ben compreso
Oltre a ciò, non era chiaro se ci fossero progettisti con esperienza di progettazione di edifici alti in legno quanto
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qualcosa che si avvicinasse ai 300 m Per questo motivo, il Dr Michael Ramage, Direttore del Centre for Natural Material Innovation – NMI ha istituito il programma di ricerca Super Tall Timber, finanziato dal Engineering and Physical Sciences Research Council del Regno Unito (con contributo EP/M01679X/1), mettendo assieme un team di importanti designer con le capacità di ricerca del NMI, al fine di esplorare le possibilità offerte dal legno ingegnerizzato per la costruzione di edifici alti e Supertall Come parte di questo programma di ricerca, il NMI ha invitato lo studio PLP Architecture e Smith and Wallwork engineers a collaborare al primo di questi progetti: la Oakwood Tower Il team ha scelto di collocare l’edificio, un po’ provocatoriamente, all’interno dell’iconico complesso londinese di Barbican Come spiega il Dr Ramage, “il Barbican è stato progettato nella metà del secolo scorso per portare la vita residenziale all’interno della città di Londra – e ha avuto successo Abbiamo inserito le nostre proposte nel Barbican in modo da immaginare a cosa il futuro delle costruzioni potrebbe assomigliare nel 21° secolo” Dopo la fase iniziale di progettazione, la proposta per la Oakwood Tower è stata presentata all’allora sindaco di Londra, Boris Johnson La reazione alla proposta da parte del sindaco, così come quella del pubblico e dei deve-
lopers, è stata oltremodo positiva, indicativa del fatto che vi è una vera e propria fame di edifici alti in legno in contesto urbano Come Simon Smith della Smith e Wallwork engineers è pronto a sottolineare: “il legno è il nostro unico materiale da costruzione rinnovabile e nella sua moderna forma ingegnerizzata può lavorare accanto all’acciaio e al calcestruzzo per rigenerare le nostre città È solo una questione di tempo, il momento in cui verrà costruito il primo grattacielo di legno”
Il legno come materiale architettonico per edifici super-alti Una forte spinta per il crescente utilizzo del legno nell’ambiente costruito è la sua potenzialità di moderare il rapporto tra le persone e il loro ambiente urbano Kevin Flanagan, partner di PLP Architecture, osserva: “oggi viviamo prevalentemente nelle città e quindi le proposte [relative alla Oakwood Tower] sono state progettate per migliorare il nostro benessere in un contesto urbano Gli edifici in legno hanno il potenziale, architettonicamente, di creare un’esperienza urbana più piacevole, rilassata, socievole e creativa Il nostro studio sta attualmente progettando molti edifici alti a Londra e l’uso del legno potrebbe trasformare il modo in cui si costruisce in questa città” Mentre alcuni degli edifici alti più iconici sono espres-
I rendering della Oakwood Tower mostrano la struttura in legno e le quattro torri più piccole che fungono da contrafforti
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sione del materiale strutturale con cui sono costruiti
la Torre Eiffel a Parigi, il John Hancock Center a Chicago, i ‘brutalisti’ edifici a torre del Barbican a Londra – questo non è generalmente il caso Sembra che ci sia una particolare riluttanza a esporre la struttura all’interno dell’edificio, laddove l’architettura, il più delle volte, mira a nascondere piuttosto che rivelare la rilevanza strutturale Indipendentemente dalle ragioni e dai torti di questa tendenza rispetto all’acciaio e agli edifici in calcestruzzo armato, è evidente che nel caso del legno vi è sia un’opportunità sia un beneficio nel rivelare il materiale strutturale
È anedotticamente ben riconosciuto (e prove scientifiche stanno cominciando a emergere) che le persone rispondono in modo positivo al legno a vista Mentre non vi è alcuna prova diretta, riguardo questo, che le persone distinguano tra legno strutturale e non strutturale, è difficile non percepire che l’esposizione a un materiale ‘che lavora’ è più interessante, e più autentica, che l’esposizione a finiture in legno puramente decorative
Il legno come materiale strutturale per edifici super-alti Come materiale strutturale, il legno ha un’ottima resistenza e rigidità specifica Questo significa che, quando la resistenza e la rigidità sono confrontate con la massa del materiale utilizzato, il legno fornisce prestazioni analoghe all’acciaio e molto migliori del cemento Gli edifici in cemento, per esempio, hanno una densità apparente tipica (una misura approssimata determinata dividendo la massa di un edificio per il suo volume lordo) di circa 300 kg/m3, mentre gli edifici in acciaio, che di solito hanno solai in cemento, normalmente hanno una massa di circa 160 kg/m3 Al contrario, un edificio in legno con solai in legno, come la Oakwood Tower, potrebbe avere una massa di poco più di 70 kg/m3 Anche se questa riduzione della massa della costruzione presenta nuove sfide relativamente alle depressioni e alle risposte al vento o all’eccitazione sismica, i risparmi di materiale sono considerevoli e le opportunità di ridurre le fondazioni o riutilizzare fondazioni esistenti sono significative
Diversamente dalla maggior parte dei materiali strutturali convenzionali, il legno è altamente anisotropo Mentre la resistenza del legno e la sua rigidità nella direzione parallela alle fibre sono eccellenti, la resistenza e la rigidità perpendicolare alle fibre sono di un ordine di grandezza inferiore Ciò significa che, mentre grandi elementi in legno possono reggere carichi assiali elevati, i sistemi strutturali in cui questi elementi sono disposti devono essere studiati e dettagliati per trasferire i carichi alle connessioni Diversamente dall’acciaio o dal calcestruzzo, è spesso la resistenza o la rigidità delle connessioni che governa il comportamento delle strutture lignee Per un edificio alto, l’effetto di movimenti anche molto piccoli nelle connessioni ai livelli inferiori può portare a spostamenti laterali alla sommità dell’edificio parecchie volte più grandi di quelli previsti da una semplice previsione di deformazione elastica
L’influenza del legno sulla forma degli edifici super alti
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vari piani e uno dei prospetti C o p y r g h P L P C o p y g h t P L P
piante dei
Un obiettivo chiave del programma di ricerca Super Tall Timber è quello di esplorare nuove potenzialità di progettazione con gli edifici in legno, piuttosto che semplicemente copiare le familiari forme della costruzione convenzionale in acciaio e calcestruzzo La ricerca è guidata dal riconoscimento del fatto che la transizione verso l’uso diffuso di legno e altri materiali naturali in edilizia ha il potenziale per guidare cambiamenti positivi negli ambienti urbani e nell’estetica degli edifici, nonché di innovazione delle tecnologie edilizie strutturali e ambientali In particolare, il legno è visto come un potente mezzo per affrontare la sfida di densificazione delle città in un modo rispettoso dell’ambiente e degli abitanti della città stessa Come osserva il Dr Ramage, “se Londra vuole sopravvivere, ha bisogno di incrementare la densificazione Una strada è quella di prendere attentamente in considerazione edifici più alti Crediamo che le persone abbiano una maggiore affinità con edifici alti realizzati con materiali naturali piuttosto che edifici a torre in acciaio e calcestruzzo La premessa fondamentale è che legno e altri materiali naturali sono ampiamente sottoutilizzati e non diamo loro abbastanza credito” Tuttavia, non esiste un materiale perfetto Accanto ai potenziali benefici, il legno presenta una serie di sfide per i progettisti della Oakwood Tower Appena gli edifici diventano più alti, il momento ribal-
tante alla base aumenta di una potenza di due e la deformazione alla sommità dell’edificio aumenta di una potenza di quattro Ciò significa che la progettazione di edifici super-alti è spesso guidata dalla progettazione del sistema di resistenza ai carichi laterali Generalmente è desiderabile che un edificio sia in grado di resistere al ribaltamento sotto forti carichi laterali a causa del suo solo peso proprio, ed essere per questo capace di resistere ai normali carichi di servizio senza subire un rovesciamento Dal momento che gli edifici superalti sono, di solito, piuttosto slanciati – avendo in genere rapporti di snellezza maggiore di sette – sono geometricamente svantaggiati nel resistere ai momenti di ribaltamento Per ovviare a questo inconveniente geometrico fondamentale, è importante dirigere i carichi verticali dell’edificio nel sistema resistente ai carichi laterali e posizionare questo il più vicino possibile al perimetro dell’edificio La massa ridotta di un edificio in legno, rispetto a un edificio convenzionale in acciaio o in calcestruzzo, comporta che i carichi verticali permanenti su cui si può fare affidamento per resistere al ribaltamento sono proporzionalmente ridotti Dirigere il peso proprio in modo efficace in un sistema perimetrale resistente ai carichi laterali è, quindi, particolarmente importante
Per la Oakwood Tower, le eccellenti proprietà del legno
In queste pagine, due viste della Oakwood Tower dal Tamigi e, sotto, il modello
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100 legnoarchitettura 24 techné C o p y g h t S m t h a n d W a w o r k e n g n e e s
parallelamente alle fibre hanno suggerito l’utilizzo di elementi lineari, piuttosto che planari, come principali percorsi di carico verticale e laterale Allo stesso modo, la necessità di dirigere il carico a un sistema perimetrale resistente ai carichi laterali ha portato in modo naturale a un design che ha cercato di massimizzare la luce delle campate attraverso la piastra principale del solaio, trasferendo il carico quasi interamente al sistema perimetrale della mega-travatura reticolare che caratterizza l’espressione architettonica e strutturale dell’edificio
Costruendo delle torri più piccole che agiscono come sostegno della torre centrale, aumenta la profondità dell’edificio a disposizione per resistere al ribaltamento ai livelli critici più bassi, fornendo al contempo una leggerezza di presenza che compensa la grande altezza delle torri L’incremento a spirale delle altezze delle torri minori alleggerisce ulteriormente la composizione architettonica, fornendo allo stesso tempo un profilo variabile al vento, progettato proprio per migliorare la dinamica strutturale della torre L’ubicazione della costruzione a Londra comporta che il vento è il carico laterale principale e che la progettazione sismica non è necessaria
I componenti dell’edificio
Le mega-colonne e i mega-elementi di rinforzo che compongono la mega-struttura a traliccio rinforzata sono progettati utilizzando legno lamellare a una scala straordinaria Colonne superiori ai due metri quadrati sono richieste ai livelli più bassi, sebbene colonne di dimensioni simili sarebbero necessarie anche per il calcestruzzo Legno lamellare di conifera è stato scelto per i principali elementi strutturali, sia per la disponibilità del materiale – la Oakwood Tower utilizzerebbe circa 65 000 m3 di legno strutturale – sia per le sue favorevoli doti di resistenza e rigidità rispetto all’acciaio Le enormi membrature lignee sono protette dai capricci del tempo britannico grazie alla facciata dell’edificio, permettendo agli elementi strutturali di essere progettati per sollecitazioni più elevate e agli occupanti di interagire con la materia che caratterizza l’espressione dell’edificio
La grande dimensione e la spaziatura dei mega-elementi reticolari svolge un ruolo chiave nella strategia antincendio dell’edificio In caso di incendio, la superficie esterna degli spessi elementi lignei comincia a carbonizzarsi, formando uno strato protettivo isolante per il legno portante sottostante Ci si aspetta così che i principali elementi lignei della struttura mantengano la loro integrità strutturale in presenza di un incendio grave e prolungato, anche senza altre forme di protezione In aggiunta, sistemi attivi di spegnimento degli incendi sarebbero ovviamente necessari in un edificio di questa altezza, indipendentemente dal materiale strutturale Mentre una ulteriore ingegnerizzazione antincendio del concept della Oakwood Tower è in corso, le indicazioni iniziali sono che la strategia strutturale adottata fornisce una solida base per l’ulteriore progettazione
La fase successiva del progetto Oakwood Tower sarà un’ambiziosa serie di studi sperimentali condotti presso lo Structures Research Lab dell’Università di Cambridge, al fine di comprendere il comportamento degli elementi in legno costruiti a una scala pensata per essere senza precedenti negli edifici Questi risultati saranno poi inseriti nel processo di progettazione, consentendo alla progettazione strutturale di essere ulteriormente migliorata Il team capisce la portata delle sfide che lo attendono, ma il Dr Ramage rimane cautamente ottimista: “abbiamo progettato l’architettura e la struttura e dimostrato che starà in piedi, ma questa è a una scala alla quale nessuno ha tentato di costruire prima Stiamo sviluppando una nuova comprensione delle principali sfide riguardo la struttura e la costruzione C’è un sacco di lavoro da fare, ma siamo fiduciosi di riuscire a far fronte a tutte le sfide davanti a noi”
Sopra, la Oakwood Tower nel contesto londinese.
A fianco, i primi studi della struttura della Oakwood Tower dello studio Smith and Wallwork engineers
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Il futuro della Oakwood Tower
C o p y g h t P L P
Il legno dei “sassi” strutture
Recentemente inaugurato, il Centro Multifunzionale “Il Maggiore” di Verbania si staglia sul Lago Maggiore ispirandosi nella forma proprio ai sassi che si trovano sulle sue rive. Una struttura il cui concept progettuale scaturisce dalla matita di un architetto spagnolo, ma la cui realizzazione è avvenuta grazie a un team di professionisti italiani che ha saputo trasformare le intenzioni del concept in un’architettura “reale” e non solo disegnata. I quattro “sassi” che caratterizzano il centro hanno un nucleo strutturale in calcestruzzo armato ma la loro forma curva è ottenuta con una centinatura in legno lamellare agganciata alla struttura in c a e caratterizzata dall’unicità di ognuno degli oltre 120 elementi, vista la necessità di seguire i diversi raggi di curvatura. Su questa è stato posato un assito in tavoloni di abete che supporta il rivestimento in lamiera di zinco titanio che definisce esternamente i quattro scultorei volumi.
Centro multifunzionale “Il Maggiore” di Verbania
Le forme della struttura prendono ispirazione dai sassi e quindi dalla geologia del luogo, nel tentativo di realizzare un inserimento riguardoso e rispettoso nell’ambiente circostante Il complesso, infatti, sorge in un’area con vincolo paesaggistico
Il Centro Multifunzionale Il Maggiore di Verbania è un’architettura-scultura che, pur concepita dal gruppo Stones, coordinato dall’architetto madrileno Salvador Perez Arroyo con il londinese Peter Chester Cook, è stata realizzata grazie al progetto esecutivo sviluppato da un raggruppamento di esperti italiani, guidato dagli architetti Fabrizio Bianchetti e Giancarlo Marzorati Le indicazioni iniziali sono state trasposte in un progetto esecutivo e costruibile che ha comportato un profondo lavoro di “scavo” nell’essenza stessa del progetto, arricchendolo di esperienze e competenze attribuibili sostanzialmente al gruppo estensore del progetto esecutivo
Il raggruppamento italiano per il progetto esecutivo è stato formato da studi professionali autonomi che, già in passato, hanno maturato diverse esperienze di lavoro in comune sviluppando, di conseguenza, un’abitudine a integrare tra loro esperienze e attitudini progettuali.
Il Centro è modellato in funzione del paesaggio, quello del Lago Maggiore: quattro grandi volumi ispirati alla forma dei sassi e distribuiti intorno a un ampio e basso parallelepipedo I volumi contengono una grande sala da 500 posti, una sala da 200 posti, un ampio foyer di ingresso e distribuzione, funzioni di servizio e di supporto, biglietteria, camerini, uffici, sale prova, bar, ristorante, magazzini, depositi Il sistema interno, composto da piattaforme mobili con movimentazione elettromeccanica, permette allestimenti multipli e trasformabili, consentendo anche di raccordare la sala grande al foyer e definire uno spazio flessibile e multifunzionale in grado di accogliere conferenze con circa 1000 persone Il teatro è dotato di un ampio palcoscenico, largo 20 metri, con torre scenica alta 20 metri all’interno e una fossa orchestrale che permette di ospitare rappresentazioni liriche con anche 60-65 elementi
L’effetto scultoreo è ottenuto attraverso la particolare finitura della lamiera metallica che si estende su tutta la facciata I quattro “sassi” dialogano con la luce naturale che lambisce le pareti dei gusci metallici e penetra tra i volumi principali attraverso superfici rivestite in lamiera di zinco titanio microforata o stirata che creano un effetto di lieve vibrazione nella texture, unica variazione rispetto alla continuità dell’involucro Questo trattamento di estese parti del rivestimento esterno consente la ventilazione e l’illuminazione naturali, soprattutto frontalmente alle finestre dei nuclei interni Una soluzione che garantisce la continuità dell’involucro e della percezione volumetrica d’insieme e permette di filtrare e proteggere gli affacci finestrati Unica eccezione in questo involucro è data dalla facciata sud del foyer, costituita da una superficie trasparente
104 legnoarchitettura 24 strutture strutture
Ubicazione: Verbania (VB)
Committente: Comune di Verbania (VB)
Progetto preliminare e definitivo: Gruppo Stones (arch Salvador Perez Arroyo, arch. Peter Cook, S.B. arch. Bargone Associati, ing. Massimo Mariani, archh Enrico Auletta, Bianchini e Lusiardi Associati, ing A Sandelewski, Garcia-BBM, arch Anelinda Di Muzio, arch Flavia Brenci)
Progetto esecutivo: arch Giancarlo Marzorati, Sesto San Giovanni (MI); arch Fabrizio Bianchetti (progetto architettonico-scenografico, ambientale), Omegna (VB); ing Stefano Rossi (progetto strutture), Piacenza; ing Guido Davolgio - Tekser srl (progetto impianti elettrici e meccanici), Milano; geol. Fulvio Epifani (indagini geologiche), Arona (NO) Strutture in legno: Moretti Interholz, Pedergnano (BS)
continua in vetro che delimita lo spazio climatizzato da quello esterno Trattandosi di un complesso dedicato essenzialmente alle rappresentazioni teatrali e musicali, l’architettura dell’interno è stata pensata considerando le caratteristiche acustiche necessarie per diffondere il suono, evitare focalizzazioni e fenomeni di eco, assicurando una buona qualità di ascolto in ogni ordine di posti
L’involucro in legno e lamiera di zinco titanio
Per l’involucro, come già anticipato, il progetto si ispira al disegno di grandi “sassi” adagiati sull’argine Così, le strutture in calcestruzzo dei corpi di fabbrica funzionali sono completate da una struttura che supporta il rivestimento definendo gli scultorei volumi visibili esternamente
La loro forma tondeggiante è ricavata mediante una centinatura ricurva in legno lamellare (ogni centinatura ha una diversa curvatura in ragione della morfologia architettonica del volume) su cui è applicato un tavolame in legno, a propria volta rifinito, verso l’esterno, da un rivestimento in lamiera di zinco titanio Tale lamiera presenta una colorazione che esalta l’espressività delle forme e riconduce alla memoria dei “sassi”
La sottostruttura a sostegno del rivestimento è realizzata con un tavolato in legno di 3 cm di spessore, appoggiato su travi in legno lamellare di dimensione massima pari a 18x35 cm
Le travi in legno lamellare si appoggiano in sommità sulla soletta di copertura e lungo le pareti sono sostenute da un reticolo di travi in acciaio di sezione variabile in funzione delle sollecitazioni presenti Le travi in acciaio sono controventate mediante un sistema di funi in acciaio e morsetti ad attrito con tenditori e sono fissate alle pareti, in conglomerato cementizio armato gettato in opera, mediante piastre in acciaio e ancoranti meccanici
Materiali e componenti
I principali materiali utilizzati, oltre al calcestruzzo armato, sono la pietra, il legno, la gomma e lo zinco
La tipologia dei materiali impiegati soddisfa requisiti quali la reperibilità in loco, la non nocività e il fatto che non siano stati resi inquinanti da trasformazioni che ne abbiano stravolto la loro composizione chimica Inoltre, in ogni fase di realizzazione dell’opera, essi hanno conservato il loro carattere di riciclabilità e sostenibilità ambientale
Nella scelta, dunque, si è accuratamente evitato l’uso di materiali nocivi in fogli o strati impermeabili, che rallentano o bloccano l’evaporazione, e l’impiego di materiali polverosi e fibrosi come le fibre minerali per l’isolamento termico e acustico, l’accumulo di radon, proveniente dalla radioattività dei materiali edili come pomice, granito e quarzo e l’impiego di alcuni gessi tecnici o materiali da costruzione ottenuti da scorie
Direzione lavori: studio Amati architetti, Roma; Errevia Ricerca Viabilità Ambiente S.r.l., Trezzano sul Naviglio (MI); arch Marcello Lezzi
Imprese esecutrici: Notarimpresa S.p.A., Novara; Tecno Costruzioni S r l , Verbania (VB); CDL s r l , Crevoladossola (VB)
Progetto esecutivo: ottobre 2012-febbraio 2013, validazione agosto 2013
Lavori: settembre 2013-dicembre 2015
Inaugurazione: giugno 2016
Volume totale: 22 100 m3
Tutti i disegni e le fotografie di questo articolo sono stati forniti dallo studio dell’architetto Fabrizio Bianchetti.
Le strutture portanti dei “sassi” sono in cemento armato a cui sono ancorate centine in legno lamellare, che danno alle superfici la curvatura voluta
Ne sono state impiegate più di 120, tutte di forma diversa; su di esse è stato posato un assito di tavoloni di abete rifinito con 40 tonnellate di lamiere in zinco titanio
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Centro multifunzionale il Maggiore piante
1 bar
2 atrio
3 deposito scene
4 fossa orchestrale
5 locale tecnico
6 centrale termica
7 foyer - sala polifunzionale
8 sala convegni
9 palcoscenico
10 sala teatrale 11 camerini
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pianta piano terra
pianta piano primo
1 sasso 2 sasso 3 sasso 4 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 A B A B C C
sasso
Centro multifunzionale il Maggiore sezioni
I quattro Sassi
Il Sasso 1 è quello che ospita il locale del bar (livello zero – 160 m2), il ristorante con terrazza panoramica (90 posti esterni, 84 interni) e gli uffici al secondo livello nonché uno spazio di circa 100 m2 utilizzabile in maniera polivalente, ad esempio per mostre
L’ingresso al teatro vero e proprio, tuttavia, è nel Sasso 2, con un atrio di 143 m2 e un vestibolo che può fungere da spazio mostre e che immette nella sala polifunzionale, che
sezione AA
BB
CC
costituisce l’elemento di congiunzione dei quattro sassi nonché l’ambiente più ampio dell’intera struttura, modulabile per diverse esigenze con la sala teatrale da 500 posti (Sasso 3, quello più alto che contiene il palcoscenico) e due sale più piccole da 150 e 250 posti
Il Sasso 4, all’ultimo livello, ospita la sala giovani (circa 200 m2), cinque camerini, due cameroni, una delle quattro sale prove
Nei sotterranei, 400 m2 potranno essere fruibili in futuro in vario modo: area gioco per bambini, biblioteca per giovani, palestra d’arrampicata, il cosiddetto “buldering”
All’esterno, fronte lago, una serie di gradoni possono essere utilizzati anche per spettacoli all’aperto
107
sezione
sezione
Centro multifunzionale il Maggiore i sassi e le centinature
I nove anni che separano il primo concept progettuale dalla chiusura del cantiere sono caratterizzati da diversi cambi di programma e di location, visto che l’edificio “si sposta” dal centro della città di Verbania sulle rive del lago e da teatro cittadino diventa centro multifunzionale Il progetto si adegua quindi alle nuove esigenze e la costruzione, i cui tempi di esecuzione risultano inferiore ai 28 mesi, si conclude alla fine del 2015
Tra i nuclei interni dei volumi e l’involucro esterno – composto da centine in legno lamellare e strutture reticolari metalliche di supporto e ancoraggio alle pareti – le grandi intercapedini assumono la funzione di spazi tecnici di ventilazione e per il passaggio dei canali, dei pluviali e il posizionamento delle Unità di Trattamento Aria Le intercapedini sono accessibili dall’interno dei diversi nuclei, permettendo così di liberare le superfici funzionali interne
Il rivestimento di uno dei Sassi e, in primo piano, una delle centine ancora da fissare
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sasso 1 - pianta e assonometrie
Particolari dell’ancoraggio delle saette
alla struttura portante in c a del sasso 3:
1 centina lamellare (10/12x40)
2 guanciali lamellare (8 cm)
3 saetta interna (10/12x20)
4 guanciali esterni (8x16)
5 scarpa testa
6 bordo c a (sollevato di 18 cm rispetto al piano interno)
7 montante (10/12x24)
8 perni (diam 12)
9 bulloni M12
10 barra (M16x500) con resina e rondella speciale
11 guanciali esterni (8/10x12)
12 bullone M12 e perno (diam 12) di assemblaggio ogni metro
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Vista aerea del cantiere con le strutture in c a e le centine del Sasso 1 in gran parte già fissate
1 5 2 6 9 10 3 3 7 7 4 8 11 12 1
sasso 3 - pianta e assonometrie
Elizabethan Theatre
Studio Andrew Todd
La Llena Centro Equestre
Vicente Sarrablo, Jaume Colom
Casa vacanze
Rever & Drage
K Valley House
Herbst Architects
25 next F o o T o m A u g e r F o t o J o s é H e v a F o t o M a t n A g r o g o