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legnoarchitettura incontri Mole Architects progetti Mole Architects Christian Schwienbacher Canzi – Redaelli Ruca Projectos Jimmi Pianezzola Architetto Skylab Architecture Claudio Cortella, Sintec Home Steven Holl Architects techné Il sistema di monitoraggio S.A.L.E. La cappella di Anoalite topic Luoghi per l’anima
EdicomEdizioni
ISSN 2039-0858
Trimestrale anno IX n° 30 gennaio 2018 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD
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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno IX – n. 30, gennaio 2018 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile Ferdinando Gottard
incontri Mole Architects
redazione Lara Bassi, Lara Gariup editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)
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redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone - Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com
Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno
Il sistema S.A.L.E.
techné La cappella di Anoalite Mungbere, Congo
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distribuzione in libreria Joo Distribuzione Via F. Argelati 35 – Milano copertina Ex of In House, Steven Holl Architects Foto: ©Paul Warchol
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Luoghi per l’anima
È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore Foto: Alberto Sinigaglia
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Il monitoraggio negli edifici in legno
progetto grafico Lara Bassi, Lara Gariup stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)
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Foto: ©Skylab
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Foto: Massimiliano Rosa
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Houseboat Mole Architects
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Case B Christian Schwienbacher
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La Quimera House Ruca Projectos
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Strawbale House Jimmi Pianezzola Architetto Taft House Skylab Architecture
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Foto: Jürgen Eheim
4House Canzi – Redaelli
Foto: Rory Gardiner
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Ampliamento di una residenza
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Foto: Veronica Riva
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Foto: ©Paul Warchol
Ex of In House Steven Holl Architects
Foto: Ignacio Santa Maria
Claudio Cortella, Sintec Home
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Mole Architects
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Unicità, originalità e personalità sono i caratteri distintivi dei progetti dello studio britannico pluripremiato Mole Architects che fin dai primi lavori coniuga sostenibilità e avanguardia, innovazione e buon senso. Tutti i loro edifici sono il frutto di progettazioni collaborative che integrano la partecipazione di tutte le figure coinvolte nel processo progettuale, in primis il committente. Risponde alle nostre domande l’arch. Meredith Bowles, direttore dello studio che, dopo le esperienze lavorative a New York, Taiwan e Londra, ha fondato Mole Architects nel 1997 a Cambridge.
Foto: John Donat
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In queste due pagine, The Black House, Cambridgeshire (UK), 2004. La casa ha vinto il RIBA Award 2004 e la RIBA Manser Medal 2004 ed è stata finalista nei Daily Telegraph/Homebuilding and Renovating Awards 2003 (Best Eco-Hous), al RIBA Spirit of Ingenuity Awards 2003 (Best New House) e al Bauwelt Prize 2005.
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Questa è una rivista che si occupa di edifici realiz-
perché – credo – sia evidente.
zati in legno: pur sapendo che non avete preferenze
Per Semplicità intendo la facilità con cui il materiale
per un particolare materiale costruttivo, cosa vi
può essere lavorato, il modo in cui può essere trasfor-
spinge a scegliere il legno come materiale struttu-
mato in componenti fuori dal sito di costruzione e la
rale in alcuni dei vostri progetti? Viene scelto solo
velocità di assemblaggio ed esecuzione in cantiere,
perché è un materiale sostenibile?
che richiede molta manodopera. In merito al Carattere
Ci piace costruire in legno per tre ragioni: Sostenibi-
mi auguro che il materiale parli da sé; non ho ancora
lità, Semplicità e Carattere. Relativamente alla Soste-
incontrato qualcuno che non apprezzi la versatilità di
nibilità, non è necessario approfondire la motivazione
un materiale naturale, che sia pietra o legno.
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Foto: Ray Main
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Foto: Nils Peter Dale
Uno dei vostri progetti è la Dune House a Thorpe-
tura. Questo comportamento ha un effetto sulle nostre
ness, pubblicato sul nr. 8 di questa rivista nel 2012
responsabilità morali verso il pianeta, ma anche sulle
e disegnata dallo studio norvegese Jarmud/Vigsnæs
nostre capacità di apprezzare l’ambiente che ci cir-
AS Arkitekter: come siete stati coinvolti e qual è
conda. Essere consapevoli che dobbiamo prenderci
stato il vostro ruolo in questa casa in legno, letteral-
cura delle risorse limitate è l’altra faccia della medaglia
mente sospesa sul vetro?
per capire che vivere con la luce del sole e gli alberi è
Abbiamo collaborato in qualità di architetti inglesi in
meglio per il nostro benessere.
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Sopra, Dune House, Suffolk (UK), 2010; in collaborazione con lo studio norvegese Jarmud/Vigsnæs Architects. L’abitazione, finalista per il RIBA Manser Medal 2011, è stata premiata con il RIBA Award 2012.
grado di assistere Jarmud/Vigsnæs lungo tutto l’iter progettuale, amministrativo e costruttivo, in particolare
Quanta importanza hanno il paesaggio, il contesto
grazie alle competenze di Ian Bramwell del nostro stu-
in cui si inserisce l’edificio, i materiali e i dettagli
dio (Mole Architects) che ha lavorato a stretto contatto
nella realizzazione di un edificio ecosostenibile?
con Anders Granli di JVA.
Gli edifici ecosostenibili assumono significati diversi per persone diverse. A livello astratto, un edificio so-
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Nei vostri lavori vi ispirate all’Eco-living: cosa signi-
stenibile potrebbe essere misurato in termini di ener-
fica progettare edifici secondo il principio Eco-living
gia e di risorse – lo standard Passivhaus, ad esempio,
di Mole Architects? E quale sarà l’evoluzione di que-
prende in considerazione solamente l’energia in uso
sto concetto nel tempo?
e rappresenta quindi un concetto ancora più restrit-
Per me è semplice: essere più a contatto con la na-
tivo. Il benessere è, allo stato attuale, presente nelle
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agende politiche, visto che si è capito quale profondo effetto esso abbia sulla società e sulla salute. Così l’accesso alla luce naturale, un posto soleggiato in cui sedersi, la veduta di un bosco sono solo alcuni aspetti fondamentali nel mio modo di concepire un edificio sostenibile. In molti dei vostri progetti, come ad esempio The Houseboat che pubblichiamo su questo numero, il legno ha una funzione strutturale e di rivestimento: l’uso del legno come materiale costruttivo è solitamente una richiesta del committente oppure è una vostra proposta? Dipende, ma spesso l’iniziativa parte da noi. In effetti,
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molti dei nostri clienti che abbiamo istruito durante il processo progettuale capiscono le ragioni che ci por-
tano a usare ed esprimere un sistema costruttivo come quello del legno strutturale, convertendosi rapida-
mente a questa pratica. Ma facciamo uso anche di materiali più pesanti (quali, ad esempio, il calcestruzzo
nel corpo scala della Houseboat) per ottenere una massa termica all’interno di un telaio in legno.
Il vostro impegno nel realizzare “edifici verdi” è una costante in tutti i vostri progetti. Da dove nasce que-
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sta attenzione per le case a basso consumo energe-
tico e quali sono, secondo voi, le possibilità di sviluppo di questi edifici? Ne avete in progetto qualcuno?
Nell’ambito dell’edilizia residenziale privata abbiamo già incontrato qualche cliente personalmente convinto
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dei vantaggi della casa a zero emissioni e zero consumi, cosa che diventa più difficile nell’ambito dell’edilizia commerciale. A questo proposito, stiamo per
Wabi Tea House, Cambridgeshire (UK), 2008.
Foto: David Butler
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completare uno sviluppo urbano per la University of
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Foto: Rory Gardiner
Cambridge con una centrale termica combinata a una
negli ultimi 20 anni e, se dovessi pensare ai risultati
elettrica e con una rete di distribuzione del calore con-
raggiunti come a un inizio di qualcosa di nuovo, allora
divisa e abbiamo ultimato un progetto di edilizia resi-
questo punto di partenza è il risultato di quello che è
denziale sociale che risponde ai criteri energetici
successo in precedenza.
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Qui sopra, The Houseboat, Poole (UK), 2015. La casa ha vinto il Stephen Lawrence Price ai RIBA Awards 2017 e il RIBA South West Regional Award 2017; è stata progetto finalista nella categoria ‘Small Works Prize’ al World Architecture Festival.
In alto, a destra, Stackyard, Suffolk (UK), 2013. Questa casa, progettata secondo standard PHPP, è risultata vincitrice dei RIBA East Sustainability Award 2015, RIBA East Regional Award 2015 e dell’Ideal Show Blue Ribbon Awards, quale Casa dell’anno, ed è stata selezionata, come Casa dell’anno, per i RIBA.
previsti dallo standard Passivhaus. Ci vogliono clienti illuminati che riconoscano i benefici a lungo termine di
Vorremmo porvi un’ultima domanda: qual è il pro-
questa edilizia a zero consumo.
getto a cui siete più legati e perché? E se doveste
Quali sono le possibilità espressive che il legno è in
Il progetto a cui sono più legato come Mole Architects
grado di offrire all’architettura contemporanea? La
è probabilmente casa mia – The Black House – che,
prefabbricazione degli elementi in legno è una limi-
dopo 15 anni e due varianti, piace ancora. Il mio pro-
tazione al linguaggio dell’architettura?
getto favorito al mondo? Un’unione tra la cappella
La creatività è costituita dall’esplorazione immagina-
Sumtvig di Peter Zumthor e una delle straordinarie
tiva dei limiti.
case di Peter Stutchbury.
Possiamo affermare che il 2017 è stato per voi un anno ricco di soddisfazioni, visto che molti dei vostri progetti sono stati premiati dal RIBA: è questo il punto di arrivo – o di partenza – per la carriera di un
Nella pagina a fianco, Marsh Hill, Suffolk (UK), 2016.
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scegliere un progetto a livello internazionale?
architetto? Spero che sia il punto intermedio! Ho imparato molto
incontri
Per approfondimenti: www.molearchitects.co.uk
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Foto: David Butler
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Foto: David Butler
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Foto: Rory Gardiner
Mole Architects
Houseboat
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Poole (UK)
_1 La facciata retrostante è completamente vetrata, soluzione che permette di godere di una buona illuminazione naturale e delle viste sulla baia.
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_2 Sul fronte principale la casa si presenta con le due pareti laterali curve che convergono verso il centro e sono rivestite di doghe scure a richiamare la forma di due scafi appena calafatati.
Foto: Rory Gardiner
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Houseboat ha vinto il RIBA Stephen Lawrence Award 2017 e il South West RIBA Award 2017, oltre a essere stata selezionata per il World Architecture Festival Awards.
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progetti
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Foto: Rory Gardiner
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Upside down
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Ubicazione: Poole (UK) Progetto: Meredith Bowles, Ian Bramwell - Mole Architects, Cambridge (UK) Progetto esecutivo: Rebecca Granger Rebecca Granger Architects, Poole (UK) Strutture: Sinclair Johnston - Sinclair Johnston & Partners, Londra (UK) Paesaggista: Jenny Coe - Coe Design Landscape Architecture, Weymouth (UK) Appaltatore legno: Will Bateman e Jim Blackburn - The Timber Frame Company, Bruton (UK) Lavori: luglio 2013 - luglio 2016 Superficie lorda interna: 221 m2 Area verde: 745 m2
Situata alla fine di una strada secondaria e affacciata sulla baia di Studland e sul porto di Poole, Houseboat è una casa vacanza che sorge su un terreno adiacente alla dimora di famiglia del committente. Quest’ultima, chiamata Boathouse e rivestita internamente negli anni Sessanta con legno recuperato da un’imbarcazione della Cunard Line, è un’abitazione modernista del 1930 la cui disposizione spaziale richiama proprio gli ambienti di una nave; l’ingresso è posizionato al primo piano, dove sono ospitate le camere, e al livello inferiore l’ampia sala, quasi un salone da ballo, permette l’accesso alle zone giorno con le loro grandi aperture che incorniciano le viste sul mare. La nuova Houseboat ha le stesse potenzialità della Boathouse, ma declinate all’incontrario. È infatti una casa “sotto sopra” con accesso al piano terra, in cui si trova la zona notte, e con un’ampia zona giorno a pianta aperta che, distribuita su tre livelli da un corpo scale centrale, offre la sensazione di essere sul ponte di una nave grazie alle sue splendide vedute sulla baia e sulla brughiera. Adattandosi al contesto paesaggistico, la pianta della casa, con le due curve simmetriche, si stacca dal fronte strada, permettendo di demarcarsi dal modello residenziale tipico della regione. Anche in alzato, due curve convergono verso il centro ricordando due scafi rovesciati che si appoggiano l’uno all’altro su una solida base di calcestruzzo; una parte si staglia più in alto dell’altra a seguire la sezione sfalsata del terreno, ma ad accogliere anche l’idea del committente di poter usare la casa come se fosse costituita da due unità immobiliari, separate e unite solo dallo spazio centrale di collegamento. Sul fronte principale, Houseboat è piuttosto chiusa, quasi a proteggere ciò che vi è conservato, e presenta un rivestimento in doghe di larice dipinto di nero, come il catrame utilizzato per impermeabilizzare le chiglie in legno delle barche. E proprio all’interno, salendo dal piano terra, si approda alla zona giorno che, sostenuta da alti portali in legno di abete, è completamente illuminata dalle pareti vetrate a tutta altezza che si aprono sulla baia.
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pianta piano terra
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_3 Il livello del soggiorno nell’ampia zona giorno è racchiuso dalla parete curva che diventa copertura e si affaccia sul mare. Le grandi “costole” dei portali strutturali rimangono a vista e il rivestimento in listelli chiari – orizzontali per la copertura, verticali per le pareti – enfatizza la luce naturale che entra nell’abitazione.
sezione trasversale
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progetti
Foto: Rory Gardiner
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pianta piano primo
pianta piano secondo
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prospetto nord
prospetto sud
Foto: Rory Gardiner
prospetto ovest
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_4 Sul prospetto posteriore sono collocate alcune aree all’aperto che diventano estensioni abitative esterne della casa. _5_6 Il legno e l’ispirazione nautica si ritrovano in molti dettagli, dai rivestimenti in legno delle pareti alle lampade a muro.
Foto: Rory Gardiner
Foto: Rory Gardiner
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prospetto est
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an Foto: Rory Gardiner
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progetti
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L’ampia zona giorno aperta è contraddistinta dai diversi spazi abitativi (cucina, pranzo, soggiorno, salotto) sfalsati su più livelli. In particolare, l’ultimo livello si affaccia sullo spaziopranzo sottostante, restando più arretrato a garantire una maggiore privacy. L’organizzazione spaziale degli ambienti su più piani sfalsati riprende quella sviluppata dallo studio di progettazione del committente, che concettualizza le azioni quotidiane del vivere secondo varie configurazioni spaziali che permettono di sfruttare appieno i volumi e la luce di ogni contesto studiato.
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_struttura________ L’edificio si caratterizza per una struttura mista calcestruzzo-legno. Il calcestruzzo, che viene lasciato a vista e trattato in modo da evidenziare l’aggregato, è stato utilizzato per il piano terra, l’elemento centrale del blocco scala e per i solai interpiano. Il legno, nell’essenza di abete Douglas, forma una serie di portali che definiscono i due “scafi” dell’abitazione; essi sostengono gli elementi di chiusura, costituiti da cassettoni di legno prefabbricati coibentati con poliuretano espanso rigido. Il rivestimento esterno è realizzato in doghe verticali di larice colorate di scuro che contrastano con la finitura interna in doghe chiare di compensato di betulla.
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Parete in legno, dall’esterno: - rivestimento in larice dipinto di nero (19x125 mm), tavola su tavola e sfaccettate per seguire la curvatura della struttura - listelli e controlistelli - cassettoni prefabbricati in legno con isolamento interno in PIR - assicelle (verticali a parete, orizzontali a soffitto) in compensato di betulla telaio a portali in legno di abete Douglas strato termo-acustico dietro le assicelle di rivestimento finestra a triplo vetro struttura in calcestruzzo lasciato a vista all’esterno con presenza di ritardanti e lavato a pressione dopo il getto per esporre gli aggregati
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La zona pranzo si affaccia su un terrazzo esterno dal quale è possibile raggiunge il livello del terreno e scendere fino al mare.
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Foto: Rory Gardiner
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progetti
A sinistra, Boathouse, la casa di famiglia a cui Houseboat si ispira.
Foto: Rory Gardiner
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Foto: Alan Williams
A destra in alto, le opere in calcestruzzo della casa, ovvero il basamento e il corpo centrale delle scale; in basso i portali di legno che formano l’ossatura portante delle pareti e della copertura.
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Completamento della struttura secondaria in legno della casa.
A sinistra, realizzazione del solaio a sbalzo della zona chiamata eyrie, costituito da travi metalliche a I e legno e agganciato con lunghi elementi metallici al corpo centrale in cls. A destra, ultimazione della struttura della parete/copertura interna.
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Christian Schwienbacher
Case B
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Novacella
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Canzi – Redaelli
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Foto: Veronica Riva
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Ruca Projectos
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Foto: Ignacio Santa Maria
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Jimmi Pianezzola Architetto
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Vicenza
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Taft House Portland - Oregon (USA)
Foto: ©Skylab
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Claudio Cortella, Sintec Home
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Ampliamento di una residenza
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Ledro
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Steven Holl Architects
Ex of In House
Foto: ŠPaul Warchol
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Rhinebeck (USA)
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KLIMAHOUSE
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Il sistema S.A.L.E. per il monitoraggio
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Nell’ambito del protocollo S.A.L.E., Assolegno ha sviluppato di concerto con Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero) e LogicaH&S (società specializzata nel campo dei controlli di processo e dei dispositivi di rilevazione e misura) un sofisticato sistema di monitoraggio per gli edifici in legno volto al controllo nel tempo del contenuto di umidità degli elementi strutturali. Il sistema è costituito da una serie di sonde igrometriche da installare direttamente sull’ossatura dell’edificio, in grado di avvertire in tempo reale il proprietario dell’immobile e il costruttore qualora si presentino anomalie nel contenuto di umidità delle partizioni strutturali dell’edificio. Le sonde possono essere cablate o funzionare via radio garantendo massima flessibilità di utilizzo e installazione. Il sistema, in uso già dal 2016, ha lo scopo di ottimizzare l’utilizzo e la manutenzione dei fabbricati in legno contribuendo a ridurre i costi di gestione e a estenderne la vita.
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Marco Luchetti, Alberto Cavalli
Il monitoraggio negli edifici in legno
Marco Luchetti Responsabile Normativa & certificazione FederlegnoArredo Alberto Cavalli Area Tecnica Legno Strutturale - Conlegno
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Credits: CASA S.p.A.
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Il sistema S.A.L.E.
Lo sviluppo delle costruzioni in Italia Dopo decenni di presenza marginale, a partire dagli anni ‘80, si è potuto assistere a un graduale ritorno dei sistemi costruttivi in legno nel panorama edile italiano. La produzione domestica di legno lamellare ha reso disponibile sul mercato nazionale, già dalla fine degli anni ‘70, un prodotto ingegnerizzato che, a piccoli ma veloci passi, ha conquistato la fiducia di progettisti e committenti, soprattutto nell’ambito delle coperture. Parallelamente, i sistemi di prefabbricazione per case e piccoli edifici in legno sviluppavano le tecnologie block-haus e telaio per l’edilizia residenziale, che tuttavia rimarrà ancora per lungo tempo ancorata ai sistemi costruttivi tradizionali del cemento armato e del laterizio. Gli anni ‘90 hanno visto la maturazione del settore legno nelle costruzioni e la nascita di numerosi operatori industriali e artigianali, ma è con l’avvio del nuovo millennio che una vera e propria rivoluzione tecnologica avviene nel modo di costruire con il legno. Diversi sono i fattori che intervengono. La comparsa sul mercato del CLT – o X-lam – dà un notevole impulso all’edilizia in legno che vede l’utilizzo dei pannelli a strati incrociati di tavole dapprima negli edifici a due-tre piani per estendersi poi anche agli edifici più alti. La crisi internazionale del 2008 interessa fortemente anche il nostro paese e in particolare il set-
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Nella pagina a fianco, il fronte su Viale Giannotti a Firenze dell’edificio E.R.P., oggetto di monitoraggio con il sistema S.A.L.E. Qui sotto, il retro dell’edificio in linea. L’edificio E.R.P. è stato progettato da: arch. V. Esposito - CASA S.p.A. (RUP); arch. M. Barone - CASA S.p.A. (RUP); prof. C. Canepari, arch. M. Canepari - Studio Canepari.
Credits: CASA S.p.A.
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Uniti venne avviata un’attenta campagna di monitoraggio strutturale di ponti in legno. A quei tempi il monitoraggio aveva lo scopo di verificare il comportamento di alcuni ponti realizzati sulla base di nuove tecniche costruttive. Le prime attività erano basate sulla ripetizione, normalmente a distanza di anni, di misure e ispezioni, al fine di rilevare nel tempo eventuali scostamenti rispetto alle situazioni/misurazioni iniziali (monitoraggio periodico). In altri casi il controllo strumentale veniva utilizzato per verificare – all’occorrenza – lo stato di conservazione di una struttura (monitoraggio occasionale). Questi due sistemi di monitoraggio (periodico e occasionale) hanno il limite di fornire informazioni e misurazioni solo nel momento in cui vengono realizzati, mentre non offrono nessun dato nel periodo che intercorre tra un evento e il successivo, che può avvenire anche a diversi anni di distanza. Tali tipi di osservazione trovano ancora oggi giustificazione ma, grazie alle moderne possibilità tecnologiche, sono stati affiancati da un monitoraggio che può, almeno potenzialmente, seguire l’edificio per tutta la sua vita ed è in grado di acquisire dati e informazioni a intervalli molto brevi (monitoraggio continuo). Il monitoraggio continuo sfrutta la possibilità di utilizzare sistemi in grado di effettuare misurazione a intervalli anche brevissimi, qualora necessario, in totale I sistemi di monitoraggio: un po’ di storia Le prime esperienze di controllo strumentale di strut- autonomia. Un tale tipo di sistema è formato da senture in legno risalgono agli anni ‘80, quando negli Stati sori, sistemi di acquisizione dei dati, unità di immagaztore immobiliare, tuttavia l’industria delle costruzioni in legno, sia pur con qualche scossone e convulsione, conquista fette di mercato importanti, mostrando grande dinamismo e vedendo la nascita di nuovi operatori. La consapevolezza crescente che le costruzioni debbano rispondere sempre più a criteri di sostenibilità e di efficienza energetica contribuisce a creare un terreno favorevole per il settore del legno da costruzione non solo tra gli addetti ai lavori ma anche in una vasta fascia dell’opinione pubblica in generale. L’importanza del costruire bene – in una fase così dinamica e cruciale, nella quale gli indicatori di fiducia dei consumatori, dei progettisti, degli imprenditori, delle assicurazioni e persino delle banche nei confronti delle costruzioni in legno continuano a crescere – diventa essenziale, così come è essenziale mantenere e incrementare il livello di qualità del costruito. Notevoli sforzi sono stati compiuti in questi ultimi decenni da parte delle aziende e dalle associazioni di categoria per stimolare l’impiego del legno come materiale da costruzione. È in questo processo di continua ricerca e di miglioramento da parte di Assolegno, rivolto alle aziende costruttrici di tecnologie costruttive in legno, che si inserisce il sistema di monitoraggio S.A.L.E. (Sistema Affidabilità Legno Edilizia).
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Roberto De Bortoli
La cappella di Anoalite
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Mungbere, Congo
Roberto de Bortoli Architetto, fa parte dello studio Progetto6AssociatiLaboratorio architettura sostenibile.
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Un’esperienza di volontariato internazionale, che ha visto coinvolta un’intera famiglia tra il 2013 e il 2015, è stata l’occasione per progettare e costruire una piccola cappella in legno nella Repubblica Democratica del Congo, coinvolgendo abitanti e maestranze del luogo. L’occasione si presenta durante la permanenza del progettista della cappella, l’architetto Roberto De Bortoli, e della moglie, che ha prestato servizio come medico dei reparti di pediatria, maternità e sala parto presso l’ospedale di Mungbere. Qui l’architetto inizia una proficua collaborazione con il responsabile dell'ospedale Gianmaria Corbetta, medico e prete Comboniano, e fratel Genesio Maroso, tecnico Comboniano addetto alla parte dei lavori edili. Il villaggio di Mungbere si trova nella Provincia Orientale della R.D.C., vicino all'Uganda, nella grande foresta dell'Ituri, in zona climatica tropicale, con una lunga stagione piovosa e una secca più corta. È possibile raggiungere il villaggio grazie a un’agenzia protestante americana che si impegna con piccoli aerei a elica a trasportare i volontari e i medicinali necessari all’attività dell’ospedale. Un seconda modalità per arrivare è via terra lungo sentieri o strade sterrate dissestate utilizzando motociclette o semplici biciclette, utili anche per il trasporto delle merci poi vendute nei mercati e nei negozi del villaggio. Ogni primo dicembre viene celebrata all’interno dell’Ospedale la festa dedicata alla martire congolese Anoalite, uccisa durante la ribellione dei ribelli Simba nel 1964. In questa occasione viene solitamente allestito uno spazio coperto temporaneo necessario alla celebrazione religiosa. In questo contesto matura l’idea di pensare un luogo dedicato alle funzioni religiose all’interno del blocco dell’ospedale di Mungbere. Il progetto si propone di mettere insieme le esigenze delle celebrazioni con gli elementi
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Nella pagina a fianco e qui sotto, due immagini degli esterni della cappella dell’ospedale di Mungbere, dedicata alla martire Anoalite.
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Il nuovo progetto Il progetto parte dalla modalità costruttiva tradizionale che prevede un sistema di carpenteria principale portante del tipo tetto a capanna semplice, appoggiato su piedritti in legno infissi nel terreno, al quale viene ancorato un sistema secondario di rami che sorreggono la copertura molto inclinata, formata da fasci di paglia legati con cordini vegetali elastici. I piedritti vengono successivamente racchiusi dai rami intrecciati più leggeri che fanno da perimetro murario esterno per sostenere il tamponamento in fango, mentre le aperture laterali consentono l'illuminazione e il raffrescamento dell'ambiente. Nel progetto per la nuova cappella, pochi ma importanti elementi evocano questi archetipi coniugandosi alle necessità liturgiche, in particolare con la doppia
funzione della cappella: le 12 porte-diaframma permettono, quando sono chiuse, il raccoglimento di un numero contenuto di fedeli; quando sono aperte, è possibile far partecipare al culto un numero maggiore di fedeli in molte occasioni, quali ad esempio la ricorrenza della festa per la martire Anoalite a dicembre. Lo spazio interno ha dimensioni di 6 metri per 7,50 metri di lunghezza ed è ritmato da 6 coppie di portali/capriate in legno di mogano della foresta di Mungbere, posti a interasse di 1,50 metri. All’ingresso questi elementi si impostano a una quota di 4,50 metri, aumentando in modo costante fino all’abside, a quota 5,50 metri, dove l’inclinazione delle falde di copertura forma un angolo retto. La capriata di ingresso, essendo più bassa, crea con l’aggetto il protiro che accoglie i fedeli prima di varcare il limite sacro; questo “respiro”, così plasmato, si amplia dietro l’altare con il punto più elevato che sottolinea l’importanza della lastra del Crocefisso. La permeabilità della struttura è ben visibile all’esterno:
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della cultura costruttiva del luogo, ispirandosi alle costruzioni a pianta rettangolare delle chiese locali e utilizzando elementi costruttivi geometrici e simbolici della tradizione congolese.
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luoghi per l’anima
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Alle abitazioni, che occupano la prima parte della rivista, fanno da contrappeso nelle ultime pagine luoghi dedicati al culto cristiano. Nelle pagine seguenti, alcuni esempi di edifici progettati per la cura dell’anima che vedono il realizzarsi della loro vocazione anche grazie all’impiego del legno, nella maggior parte dei casi lasciato a vista.
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Foto: Yao Li
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Nanjing Wanjing Garden Chapel AZL architects
Realizzata qualche anno fa dallo studio AZL architects diretto da Zhang Lei, la Wanjing Garden Chapel, situata nell’omonimo giardino presso il lungofiume della città di Nanchino, nella Cina orientale, si presenta come un luogo di culto cristiano dotato di leggerezza e solidità al contempo, grazie all’uso sapiente di acciaio e legno, quest’ultimo impiegato sia per la struttura che per il rivestimento. A pianta centrale, la cappella si presenta internamente con una forma ottagonale, circondata da un deambulatorio esterno limitato da 4 facciate in legno “semitrasparenti” che le conferiscono una forma quadrata. Da lontano, e a seconda delle condizioni luminose, esse sembrano compatte ma, avvicinandosi, permettono alla vista di penetrare oltre la cortina di tavole in
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SPF (acronimo di spruce, pine, fir, 3 tipi di conifere di provenienza canadese), disvelando la forma dello spazio sacro centrale. Questi elementi lignei hanno un’altezza che arriva fino ai 12 m, a fronte di una sezione di appena 38x89 mm, uniti al tetto e al pavimento alle estremità con parti metalliche che, oltre a garantire il collegamento, li mantengono nel loro stato di allungamento, così come collegati da elementi metallici a U sono pure le piccole tavole orizzontali di irrigidimento posate tra una tavola verticale e l’altra. Costruttivamente, la cappella del Wanjing Garden di Nanchino, 200 m2 in pianta, è un telaio sorretto da pilastri in acciaio, con elementi di tamponamento e finitura in legno e con una copertura che presenta una struttura primaria in legno a vista, dalla complessa
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Foto: Yao Li Foto: Yao Li
Foto: Yao Li
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Ubicazione: Nanjing, Provincia di Jiangsu (PRC) Progetto architettonico: Zhang Lei - AZL architects, Nanjing (PRC) Team di progetto: Zhang Lei, Wang Ying, Jin Xin, Cao Yongshan, Hang Xiaomeng, Huang Longhui; collaboratore: ADI-NJU Superficie utile: 200 m2 Fine lavori: 2014
geometria. Il tetto, infatti, è dato da due grandi falde rovesciate, organizzate “a farfalla”, che convergono verso il centro, dove intersecano un altro tetto a 2 falde ma convesso, il cui colmo è caratterizzato da una fenditura-lucernario che permette alla luce – tema importante nell’espressione religiosa di questo ambiente – di penetrare all’interno dello spazio sacro, dato da una navata unica con i banchi per i fedeli rivolti a est, verso la parete con la croce. Questo interno, totalmente bianco, riflette la luce naturale che arriva, oltre che dal lucernario, anche attraverso apposite aperture presenti nelle pareti e che seguono la geometria del progetto. La strategia della costruzione “leggera”, cioè il telaio misto in acciaio-legno, è stata perseguita al fine di rientrare in un programma di progetto che era stretto nelle tempistiche e con un budget limitato a disposizione.
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Foto: Tectoniques
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