legnoarchitettura 37

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legnoarchitettura incontri Logistica all’italiana progetti Jackson Clements Burrows Architects Tracks Architectes Flansburgh Architects Murado y Elvira Arquitectos Waechter + Waechter Architekten BDA Ennead Architects Tectoniques Architectes Dietrich | Untertrifaller Architekten in pratica Rice House techné Emergency Homes panorama Abruzzo e Marche: repertorio di aziende di costruzioni in legno

EdicomEdizioni

ISSN 2039-0858

Trimestrale anno X n° 37 ottobre 2019 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD


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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno 10 – n. 37, ottobre 2019 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile Ferdinando Gottard redazione Lara Bassi, Lara Gariup editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO) redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone - Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com progetto grafico Lara Bassi, Lara Gariup stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD) Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno

incontri

Logistica all’italiana

04

techné103

Un esoscheletro di legno e riso Nuovi modi per riqualificare

Emergency Homes

Unità abitative per situazioni di emergenza

panorama

copertina Ennead Architects. Denning House, Stanford University. ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

Abruzzo e Marche

È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore

Foto: © Imagen Subliminal

in 95 pratica

Repertorio di aziende di costruzioni in legno

Foto: Peter Clarke

40 08

110 Foto: Thilo Ross Fotografie, Heidelberg


62 Foto: ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

08 progetti Monash Peninsula Student Accomodation

08

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Jackson Clements Burrows Architects

École La Ruche Tracks Architectes

18

Perles Family Studio @ Jacob’s Pillow Dance

28

Flansburgh Architects

Murado y Elvira Arquitectos

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Akademie der GIZ am Campus Kottenforst

Foto: William Henrion

Baiona Public Library

52

Waechter + Waechter Architekten BDA

62

Groupe Scolaire Tectoniques Architectes Scuola elementare Unterdorf 84 Dietrich | Untertrifaller Architekten

84

Foto: Robert Benson

18

28

Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat

52

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Foto: © Bruno Klomfar

Denning House Ennead Architects


incontri

Logistica all’italiana

In questo numero pubblichiamo un edificio realizzato in Australia, lo studentato della Monash University di Melbourne. Un progetto, realizzato in X-lam, con una particolarità: le strutture sono state realizzate in Italia e quindi trasportate, letteralmente, dall’altra parte del mondo. Per capire il motivo di tale scelta, abbiamo voluto intervistare l’ing. Albino Angeli, CEO di XLam Dolomiti, la ditta italiana che ha prodotto gli elementi portanti e che quindi è stata coinvolta direttamente nell’esecuzione, a più di 16.000 km di distanza!

In queste pagine, alcune immagini di cantiere e di trasporto degli elementi in X-lam prodotti in Italia da XLam Dolomiti e inviati via mare fino a Melbourne, in Australia, per realizzare lo studentato della locale Monash University, dello studio australiano Jackson Clements Burrows, di cui approfondiamo il progetto nell’articolo successivo.

Nella pagina a fianco, un’immagine di cantiere avanzato, in cui si sta ultimando la posa della finitura esterna in alluminio anodizzato e verniciato.

Foto: XLam Dolomiti

Qui a fianco, la produzione di una parete in X-lam nella fabbrica di Castelnuovo, in provincia di Trento.

Come è iniziata la collaborazione con l’Australia?

4 legnoarchitettura_37

Perché, secondo lei, l’X-lam è ancora – relativamente

La collaborazione è iniziata in modo quasi casuale,

– poco usato in quella parte di mondo, pure tecno-

con l’arrivo nella sede di Castelnuovo da parte di un

logicamente avanzato?

team di manager dell’impresa di costruzioni Multiplex,

In Australia, come in molte altre parti del mondo, tutta

che poi ha gestito di fatto la costruzione a Melbourne.

l’edilizia fino a 3-4 piani di altezza in legno è realizzata

Il gruppo, dopo aver visitato tutti i grossi produttori au-

ormai da tempo mediante sistemi a telaio molto leggeri

striaci, con lo scopo di individuare il giusto partner eu-

e molto economici. L’X-lam, invece, va a “insidiare”,

ropeo per il loro primo progetto in X-lam, sono capitati

per così dire, il settore del cemento armato e dell’ac-

in Trentino alle 7 di sera, subito prima di prendere l’ae-

ciaio (a telaio) per edifici a partire dai 4-5 piani in su.

reo per ritornare in Australia. E hanno scelto noi.

Questo vuol dire che, a differenza di quanto succede

incontri


Foto: courtesy of Jackson Clements Burrows Architects


Foto: XLam Dolomiti

Sopra, uno dei corpi scala. Nella pagina a fianco, il contenuto di uno dei container pronto per essere spedito.

in Italia, questa tecnologia viene scelta principalmente

queste dimensioni e tipologia costruttiva certificato

per grandi progetti e quindi i tempi di maturazione sia

Passivhaus in Australia. Un edificio che aveva quindi

tecnologica che culturale sono stati più lunghi. A oggi

delle aspettative che travalicavano la sola richiesta le-

l’interesse è molto alto, fuori dall’Italia, e ci sono mol-

gata alle componenti costruttive. Il punto fondamen-

tissimi progetti già avviati e altri che partiranno a breve

tale, che ci ha permesso di vincere, è stata sì la

anche in Australia.

padronanza delle caratteristiche del prodotto – ovvero

Per quale motivo un paese come l’Australia deve ap-

trasferimento di questa al costruttore locale (quella

poggiarsi alla produzione europea? (cfr. per esempio

Multiplex il cui team ci aveva fatto visita in tarda se-

il Macquarie University Incubator, pubblicato su le-

rata!) ma anche la conoscenza dell’edificio passivo e

l’X-lam – la sua ingegnerizzazione e produzione e il

gnoarchitettura 34, realizzato con elementi X-lam

dei requisiti richiesti dalla committenza. Una cono-

provenienti dall’Austria).

scenza che siamo stati in grado di trasmettere sia con

In Europa, oltre alla materia prima “legno”, è presente

la parte progettuale – elaborata qui in Italia – sia con

un forte know-how (mi riferisco nello specifico proprio

un supporto a Melbourne per le fasi di costruzione

alla tecnologia X-lam e a tutte le sue varianti) che in

vera e propria dell’edificio. Ovviamente un’azienda,

stati ‘neofiti’ riguardo questa tecnologia risulta vin-

per lavorare su mercati come quello australiano, deve

cente. In Australia è presente e attivo da quasi 2 anni

essere strutturata a differenti livelli: dal produttivo-tec-

un solo produttore che non riesce a soddisfare la do-

nico passando per quello legale e finanziario, altri-

manda del mercato locale.

menti il solo complesso di cognizioni ed esperienze può risultare, alla fine, ben poca cosa.

Quali sono i requisiti che una ditta, italiana o euro-

6 legnoarchitettura_37

pea, dovrebbe avere per poter intraprendere un’ini-

Ci sono state difficoltà, prima nella produzione e poi

ziativa così importante?

nel trasporto?

Lo studentato della Monash University, di cui si parla

Ovviamente sì! In questi casi la logistica risulta fonda-

nella pagine successive, è stato il primo edificio di

mentale per la riuscita della commessa. La produzione

incontri


dei pannelli per lo studentato della Monash University

è fortemente danneggiata durante il montaggio ma che

è stata per noi la prima sfida di una fornitura a lunga

si è potuto sostituire, lavorando la trave di scorta pre-

distanza, per la quale abbiamo dovuto studiare molto

sente e risolvendo il problema in meno di una giornata.

e predisporre internamente nuove procedure in ogni settore dell’azienda (carico container, certificati ne-

Quale è stato il momento più difficile dell’intero iter

cessari per le dogane australiane, protezione dei pan-

produttivo-costruttivo e per quale motivo?

nelli faccia vista per i 40 giorni in nave ecc.).

L’inizio della produzione. Benché ci fossero delle pre-

Avete riscontrato delle differenze nel modo di lavo-

zio il design non era ancora completato in quanto

cise date di consegna da rispettare, a 5 giorni dall’inirare australiano rispetto a quello italiano-europeo?

l’ingegnere australiano di riferimento non accettava al-

Assolutamente sì; la loro è un edilizia molto organiz-

cune delle nostre proposte tecniche. Abbiamo quindi

zata e strutturata, del tutto diversa rispetto all’edilizia

dovuto modificare il progetto fino a 24 ore prima del-

italiana e molto simile a quella del Nord Europa.

l’avvio della produzione.

Le tempistiche richieste dall’appalto sono state suf-

Cosa avete imparato da questa esperienza? Ovvero,

ficienti?

cosa c’è da migliorare, dal momento che avete in

La Multiplex (il General Contractor, ovvero l’appalta-

programma la realizzazione di altri progetti dello

tore generale) aveva già pensato una pianificazione

stesso tipo?

temporale precisa che teneva conto del trasporto dal-

Al momento stiamo gestendo la fornitura per 3 progetti

l’Europa. Pertanto noi abbiamo “solo” dovuto rispet-

in Australia, di cui 2 più grandi dello studentato della

tare il loro piano di consegne.

Monash. Grazie a queste esperienze abbiamo appreso un bagaglio di nozioni tecniche, logistiche e pratiche

Foto: XLam Dolomiti

Come vi siete organizzati per far fronte a eventuali

di cui fino a 18 mesi fa non eravamo a conoscenza e

contrattempi? Per esempio, il rifacimento di una pa-

per le quali si potrebbe stilare un elenco di alcune pa-

rete danneggiata durante il trasporto o durante il

gine. Tuttavia, ciò di cui possiamo andare orgogliosi è

montaggio...

soprattutto la consapevolezza che, nonostante i luoghi

Questo rischio è stato analizzato a fondo ed è stato de-

comuni dilaganti anche all’estero, noi italiani siamo in

ciso di fornire una serie di elementi X-lam e in lamellare

grado di rispondere con successo a sfide di carattere

di scorta pronti all’uso per ogni evenienza. Cosa che, in

internazionale, esportando conoscenze e capacità tec-

effetti, è accaduta proprio per una trave lamellare che si

niche largamente apprezzate.

I container, partiti dal Trentino, una volta giunti a Melbourne, sono stati depositati all’interno di un capannone per poi essere caricati sui camion destinati al cantiere con la giusta sequenza di assemblaggio. Un tecnico di XLam Dolomiti è stato inviato a Frankston per fare da consulente durante le settimane iniziali di lavori. Il primo pannello è stato messo in opera nella seconda metà di giugno 2018 e la fine del montaggio dell’intera struttura in X-lam e relative connessioni è avvenuta all’inizio di settembre 2018. Precedentemente, ai piani inferiori, erano già iniziate le opere di finitura. A gennaio 2019 l’edificio è stato ultimato e gli studenti sono entrati per l’avvio del semestre universitario.

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Jackson Clements Burrows Architects

Monash Peninsula Student Accomodation

Frankston – VIC (AU)


Foto: Peter Clarke


_1 Una vista dello studentato nel Campus Peninsula da sud-ovest. _2 L’angolo più a sud-est dello studentato.

1

Foto: Peter Clarke

Foto: Peter Clarke

Oltre alla scelta del legno come materiale costruttivo principale e allo standard Passivhaus come criterio guida per la progettazione, lo studio Jackson Clement Burrows ha adottato altre misure di sostenibilità tra cui sistemi di raccolta dell’acqua piovana e la creazione di un dry creek bed, ovvero una sorta di ‘letto asciutto di torrente’ per gestire i flussi di acqua, anche con le spesso abbondanti ma brevi precipitazioni, e per collegarli ai corsi naturali presenti nel campus.

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10 legnoarchitettura_37

progetti


Ubicazione: Frankston - VIC (AU) Progetto architettonico: Jackson Clement Burrows Architects, Melbourne (AU) Strutture in legno: XLam Dolomiti, Castelnuovo (TN - Italia) Ingegneria: AECOM, Melbourne (AU) Appaltatore generale: Multiplex, Melbourne (AU) Lavori: 2018 Superficie utile: ca. 5.185 m2

Know-how italiano, architettura australiana La Monash University, nella cittadina australiana di Frankston, fa parte di un vivace distretto che integra salute e istruzione e che sembra destinato a diventare uno tra i principali centri statali di istruzione e ricerca proprio sul benessere psico-fisico e sulle cure mediche. Il campus di Peninsula, così chiamato proprio per il fatto che sorge sulla penisola di Mornington, nella parte sud di Melbourne, è il terzo più grande dei 6 campus urbani dell’università presenti nello stato di Victoria e con la maggiore presenza di studenti universitari della zona. Per questo motivo la direzione dell’ateneo decise, qualche anno fa, di ampliare l’offerta di alloggi per i discenti, dando il via alla progettazione di uno studentato che avrebbe fatto da biglietto da visita per gli obiettivi ecologisti dell’istituzione stessa la quale aveva dichiarato l’intenzione che tutti i suoi edifici concorressero al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2030. Da qui l’incontro con lo standard Passivhaus, una vera sfida per le condizioni climatiche australiane in quanto opposte a quelle europee. Alla luce delle richieste della committenza relative a sostenibilità e bassissimi consumi energetici, la sfida progettuale, accolta e vinta dallo studio Jackson Clements Burrows della stessa città di Melbourne, ha portato alla realizzazione di due corpi edilizi molto compatti di 6 piani totali di altezza, con un fattore di forma S/V ideale per evitare dispersioni termiche, senza rinunciare a piccoli movimenti dei volumi originati da leggere sfasature della griglia di base: sbalzi ortogonali da un lato, un delicato sfalsamento in pianta dall’altro. Sopra i locali comuni del piano terra realizzati in c.a., sono disposti 5 piani in X-lam, che ospitano monolocali per circa 120 studenti con interni in legno a vista. L’aspetto più caratteristico della struttura è che gli elementi in X-lam e in lamellare che la compongono sono stati prefabbricati in Trentino, spediti via mare a Frankston e quindi assemblati in loco da un appaltatore locale. L’intero iter della commessa ha impegnato le maestranze italiane per circa un anno, dalla stipula del contratto nel gennaio 2018 alla consegna dell’edificio finito nel gennaio 2019, in tempo per l’inizio del semestre universitario. Gli accorgimenti architettonici e tecnici impiegati hanno permesso di raggiungere lo standard Passivhaus, decretandolo come il primo manufatto edilizio australiano di questo tipo e con questa struttura ad aver ottenuto la relativa certificazione.

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pianta piano terra

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne, U = 0,306 W/m2K copertura, U = 0,129 W/m2K solaio contro terra, U = 0,843 W/m2K serramenti, Uw = 1,28 W/m2K

_prestazioni energetiche________ fabbisogno energetico per riscaldamento (PHPP), 2,6 kWh/m2a fabbisogno di energia primaria (PHPP), 135 kWh/m2a carico di calore (PHPP), 58 W/m2 produzione di energia da fonti rinnovabili, 63 kWh/m2a tenuta all’aria, n50 = 0,57 h-1

pianta piano terzo

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progetti


Una delle zone comuni al piano terra.

Foto: Peter Clarke

Prima dell’avvio del progetto del Peninsula Campus della Monash University, l’università annunciò l’intenzione di utilizzare energia rinnovabile al 100% entro il 2030, eliminando il gas come fonte energetica e ponendosi l’obiettivo di applicare lo standard Passivhaus per tutti i suoi nuovi edifici. La riduzione dei costi energetici dovuta all’implementazione dello standard Passivhaus rende gli alloggi finanziariamente più abbordabili per gli studenti, senza contare i benefici derivanti dall’ottimo comfort indoor, garantito dalla VMC e dalla presenza del legno.

sezione trasversale corpo di collegamento

sezione trasversale corpo a est

CLT ROOF

LEVEL 06

LEVEL 05

LEVEL 04

LEVEL 03

LEVEL 02

3

FOYER LEVEL 01

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attacco solaio in legno su parete in legno

Poiché il progetto si prefiggeva come obiettivo di essere il primo di questo tipo certificato Passivhaus realizzato in Australia, la progettazione dei dettagli costruttivi si è dimostrata essere molto importante e strategica all’interno della trattativa commerciale. Tra un elemento costruttivo e l’altro sono stati inseriti nastri e guarnizioni di una ditta italiana, al fine di migliorare le prestazioni acustiche della struttura. Nel dettaglio in basso nella pagina, colorato in rosso, tra solaio e pareti è stato inserito un profilo in mescola poliuretanica. Pensato per l’isolamento acustico, funge anche da strato di desolidarizzazione e di interruzione meccanica tra le parti, riducendo la trasmissione del rumore per via aerea e strutturale fino a oltre 15 dB.

Foto: XLam Dolomiti

attacco solaio in legno alla parete in c.a.

attacco solaio in legno alla parete in legno

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progetti


Foto: Peter Clarke

3

_3 Una delle camere per gli studenti. Il legno non solo è lasciato a vista ma è stato ampiamente utilizzato anche per la realizzazione del mobilio dalle linee semplici, ricavato in parte dallo sfrido delle lavorazioni dei pannelli X-lam. _4 Uno dei corpi scala in fase di cantiere.

Anche le rampe delle scale e i relativi parapetti di contenimento sono stati prefabbricati interamente in Italia e spediti nei container assieme ai componenti strutturali. 5

Foto: Peter Clarke

4

Foto: courtesy of Jackson Clements Burrows Architects

_5 Un dettaglio del vano scala al piano terra (si intravede la parete in cemento sullo sfondo) a fine lavori.

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A lato, gli sviluppi strutturali dei due volumi dello studentato, dal primo piano al 6°. Più in basso le due assonometrie mettono in evidenza i vani scala, anch’essi in legno (lamellare e X-lam) e il loro inserimento nella struttura.

__Progettazione e prefabbricazione_________

Dal punto di vista impiantistico, oltre alla presenza di pannelli FV sulla copertura, la gestione del comfort indoor dello studentato del Campus Pensinsula della Monash University è demandata unicamente a un impianto di VMC. Date le condizioni climatiche, infatti, non si è reso necessario installare alcun sistema di riscaldamento, grazie anche alle soluzioni architettoniche, strutturali e termotecniche adottate in fase di progetto.

Nel gennaio 2018 è stato confermato alla trentina X-Lam Dolomiti l’incarico per il design strutturale dell’edificio, partendo dal progetto statico già realizzato da AECOM, società americana di ingegneria di fama internazionale con sedi in varie parti del mondo. Le tempistiche prevedevano 8 settimane per la progettazione e relativa conferma da parte della committenza, 4 settimane per l’inizio della produzione (ovvero per preparare e “settare” i macchinari per la produzione), 10 settimane per la produzione e spedizione di tutte le componenti lignee. Le connessioni e la componentistica varia per la tenuta all’aria e l’acustica sono state fornite da un’altra azienda italiana ma in questo caso direttamente dalla loro sede australiana. Lo studentato è stato concluso e consegnato alla Monash il giorno di Natale 2018. Le richieste da parte dell’appaltatore generale Multiplex, in fase di progetto, riguardavano: - l’ottimizzazione strutturale generale, - l’ottimizzazione delle connessioni e dei relativi dettagli architettonici, - la riduzione dei tempi di montaggio, - la riduzione dei trasporti, grazie a una progettazione molto accurata della parte logistica che ha tenuto conto dell’ottimizzazione delle dimensioni dei pannelli che avrebbero dovuto viaggiare in container via mare, - il progetto di dettaglio per la tenuta all’aria e l’acustica, - il rispetto delle tempistiche. La produzione e la conseguente spedizione sono state effettuate in 8 settimane. Sono stati impiegati container del tipo ‘open top extra high’ (ovvero con tela cerata a chiusura superiore per carichi di grande formato) per permettere la disposizione in verticale delle pareti, che avevano un’altezza media di 3,2 m. Tutte le ottimizzazioni in fase di fabbricazione sono state eseguite per massimizzare il caricamento del container e la diminuzione dei tempi di montaggio. Particolare attenzione, durante la fase di carico dei container, è stata posta alla protezione e al posizionamento dei singoli pannelli per evitare danni da urto e ristagni di umidità con la possibile conseguente formazione di muffe durante il trasporto.

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progetti


Un’immagine di cantiere durante il montaggio delle pareti X-lam. Imballati con teli bianchi, i box dei bagni, completamente prefabbricati e pronti per l’allacciamento. Più in basso, una fase più avanzata del montaggio delle strutture.

Foto: XLam Dolomiti

Foto: XLam Dolomiti

Alcuni dati relativi al progetto: 1.668 m3 di legno impiegato per produrre i pannelli X-lam; 12.000 m2 di pannelli X-lam, di cui 6.500 qualità a vista; 74 m3 di legno lamellare; 36 container; data spedizione primo container: 23 aprile 2018.

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Tracks Architectes

École La Ruche

Perthes-en-Gâtinais (F)


Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat


_1 Il prospetto principale della scuola si presenta con un rivestimento in doghe di legno a giunto aperto che segue l’inclinazione delle falde. Sui frontoni delle aule sono riprodotti insetti che si ritrovano nella regione e che permettono ai piccoli fruitori di riconoscere, già dall’esterno, la sezione a cui appartengono.

1

Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat

Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat

_2 Il cortile annesso all’asilo riprende la sagoma del tetto pur essendo completamente aperto sul giardino a uso non solo della scuola ma anche degli abitanti.

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progetti


Ubicazione: Perthes-en-Gâtinais (F) Progetto: Tracks Architectes, Parigi (F); capo progetto: arch. Moïse Boucherie; team di progetto: arch. Jérémy Griffon; Mathieu Lamour Strutture in legno: CBS, Choisy-le Roi (F) Appaltatore: Lifteam, La Rochette (F) Fine lavori: 2018 Superficie utile: 675 m2 Superficie esterna: 1.326 m2

A misura di bambino A Perthes-en-Gâtinais, località sita all’interno del parco naturale di cui porta il nome, nel dipartimento della Senna e Marna, la nuova scuola materna “La Ruche” sorge su un’area pedonale, di cui rafforza la natura bucolica e intima, creando uno spazio generoso e adatto a tutti gli abitanti del paese, piccoli e grandi. Costruito in soli 10 mesi per non arrecare disturbo alle persone e pensato secondo uno schema lineare, l’edificio prende in prestito da un lato la geometria archetipica delle abitazioni del cuore storico della cittadina francese e dall’altro l’immagine della casa come disegnata da un bambino: una forma che, seppur semplice, risulta grafica e iconica. Il susseguirsi di corpi di fabbrica crea un’identità volumetrica compatta, ma allo stesso tempo distinta dalle differenti altezze e dimensioni, come previsto dal programma compositivo, e la sequenza di timpani, a imitazione della sagoma dei denti di una sega per legno, identifica le funzioni didattiche della scuola. Ciascun fabbricato accoglie una classe o uno spazio dedicato all’insegnamento e si contraddistingue nel prospetto principale esterno per un rivestimento in doghe di legno che, posate a giunto aperto, seguono l’inclinazione delle falde del tetto con un andamento a spina di pesce. Sui frontoni delle aule sono presenti dei rombi di legno traforati al cui interno sono riprodotte le immagini degli insetti tipici del parco di Gâtinais; tali simboli permettono ai piccoli frequentatori di riconoscere immediatamente le sezioni di appartenenza e di destreggiarsi con facilità nella scuola in quanto essi sono stati usati anche come segnaletica. Due sono le aree ricreative, una per gli scolari più grandi e l’altro per i bambini delle prime classi dell’asilo, costituite da un’ampia corte aperta che riprende la struttura in legno delle coperture prolungandone l’effetto visivo. Vista la collocazione all’interno di un parco naturale e la volontà di realizzare un edificio dalle alte ambizioni ambientali, la scuola è stata totalmente costruita in legno con finanziamenti pubblici in quanto ricadente in un TEPCV, Territoire à Énergie Positive pour la Croissance Verte (Territorio a energia positiva per la crescita green).

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Legenda spazi: 1 corte 2 classe scuola elementare 3 classe scuola materna 4 dormitorio 5 sala del movimento 6 ufficio direzione 7 zona soggiorno 8 locale termico 9 scuola elementare 10 scuola materna 11 giardini pedagogici

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3

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planimetria

Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat

Le funzioni dei volumi si distinguono dall’esterno anche per la diversa altezza e dimensioni; nella foto, due aule con i simboli degli insetti, l’ingresso e uno dei due cortili di pertinenza.

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3

sezione longitudinale

La scuola è stata nominata nella categoria Opera prima (Première œuvre) al premio Equerre D’Argent nel 2018 e ha vinto il primo premio nel Prix National de la Construction Bois 2019 nella categoria Apprendre – Se Divertir a pari merito con il centro ricettivo-didattico Domaine de Menez Meur di Hanvec, la mediateca di Sud Sauvage di La Réunion e il Groupe scolaire intercomunal di Champagnole, un progetto pubblicato, tra l’altro, su questo numero a pag. 72.

L’area dedicata alla raccolta delle piogge crea un ambiente favorevole per lo sviluppo della biodiversità. L’approccio biocompatibile del progetto è caratterizzato inoltre dalla scelta di utilizzare materiali naturali e una caldaia alimentata da trucioli di legno provenienti dagli alberi del Parco Regionale del Gâtinais.

2

progetti

6 6 7

7

8

3

3

11

5


Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat

La scuola è dotata di due giardini. Il primo, antistante l’ingresso, è un’estensione del cortile di pertinenza; esso comprende anche le aree periferiche a uso pubblico, ricoperte da chips di legno a garanzia del comfort dei bambini e del miglioramento delle condizioni di vita degli alberi, alcuni dei quali sono stati piantati ex novo per consentire un graduale rimboschimento. Dietro la scuola c’è invece il secondo giardino, quello educativo per i più piccoli, formato da vassoi da giardinaggio sopraelevati la cui irrigazione viene effettuata con l’acqua piovana.

Il giardino didattico con i vassoi da giardinaggio dove gli utenti più piccoli iniziano a familiarizzare con il verde. Il prospetto retrostante mostra un pattern di rivestimento differente da quello dell’affaccio principale; la foto mette in evidenza anche il lungo corridoio di distribuzione.

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Copertura, dall’esterno: - copertura in zinco pre-patinato - listelli - contro listelli - telo impermeabile - pannello OSB (18 mm) - trave in legno e isolamento in lana di legno (200 mm) - barriera al vapore - pannello OSB (18 mm) - pannello acustico a vista in lana di roccia (50 mm) + lana di legno (25 mm)

EXT.

1

1 travi di colmo 2 grondaia in metallo autoportante, pendenza 0,5% 3 travetto in legno a supporto della grondaia

EXT.

INT.

0.5%

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3

415

INT.

Una delle classi in fase di costruzione. Per rispettare i tempi stretti di cantiere l’edificio è stato realizzato con elementi prefabbricati costituiti da un telaio di legno isolato e chiuso da lastre a base legno.

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progetti

Parete esterna, dall’esterno – parete sud-est: - rivestimento in legno in doghe di larice, posato a giunto aperto verticalmente (spess. 50 mm, sezione 50x50 mm) e trattato con saturatore di pori - listelli secondari in legno (30 mm) orizzontali dipinti di nero - listelli verticali (25 mm) dipinti di nero - telo tessile impermeabile di colore nero e con trattamento anti UV - pannello OSB (18 mm) - montanti in legno (60x200 mm) e isolamento in lana di legno (200 mm) - barriera al vapore - isolamento in lana di legno (80 mm) - cartongesso idrofugo fissato di montante a Ω (80 mm) con finitura in pittura


1 2 3 4 5 6 7 8 9

davanzale interno in legno grezzo su misura battiscopa in legno (50 mm) pavimentazione soffice in PVC finestra doppio vetro con telaio in legno di larice davanzale esterno in legno a formare un contro telaio scossalina in alluminio pre-laccata (10/15 mm) griglia anti-roditori finitura marciapiede in cemento spazzolato isolamento periferico della platea incollato al cemento con trattamento di tenuta all’aria e materiale drenante (intonaco con rete di rinforzo, malta adesiva idrofobica a base cementizia, intonaco di finitura su rete di rinforzo, pittura) 10 struttura di fondazione in c.a. 11 isolamento sotto platea

Parete esterna, dall’esterno – parete nord-est: - rivestimento in legno in doghe di larice, posato a giunto aperto e a spina di pesce (spess. 30 mm, sezione 30x100 mm) e trattato con saturatore di pori - listelli verticali (25 mm) dipinti di nero - telo tessile impermeabile di colore nero e con trattamento anti UV - pannello OSB (18 mm) - montanti in legno (60x200 mm) e isolamento in lana di legno (200 mm) - barriera al vapore - isolamento in lana di legno (80 mm) - cartongesso idrofugo fissato di montante a Ω (80 mm) con finitura in pittura

380

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battiscopa in legno (50 mm) pavimentazione soffice in PVC griglia anti-roditori scossalina in alluminio pre-laccata (10/15 mm) finitura marciapiede in cemento spazzolato isolamento periferico della platea incollato al cemento con trattamento di tenuta all’aria e materiale drenante (intonaco con rete di rinforzo, malta adesiva idrofobica a base cementizia, intonaco di finitura su rete di rinforzo, pittura) 7 platea di fondazione in c.a. 8 isolamento sotto platea 9 plinto di fondazione in c.a.

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même nu

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INT.

même nu

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dettaglio parete nord-est

dettaglio parete sud-est

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_3 I simboli degli insetti presenti sui timpani esterni sono utilizzati anche per la segnaletica interna così da facilitare l’orientamento degli alunni.

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_sistema costruttivo________ Per rispettare i tempi di cantiere e ridurre il più possibile l’impatto dei lavori, la scuola è stata edificata con elementi prefabbricati composti da montanti e travi, isolati con lana di legno flessibile (200 mm tra i montanti + 80 mm all’esterno esterno per le pareti e 100 mm per la copertura) e chiusi lastre di OSB; il solaio controterra sopraelevato è realizzato con travi in lamellare come pure la struttura della corte coperta. Il rivestimento a doghe delle pareti esterne è di legno massiccio di larice, mentre quello della copertura è in lamine di zinco.

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progetti

Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat

_4_5 Due aule della scuola (a sinistra per i bambini più piccoli, a destra per i ragazzini più grandi). Vista la destinazione d’uso, in ogni locale è stato curato con attenzione l’aspetto acustico: pannelli fonoassorbenti migliorano il riverbero delle voci.

Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat

Foto: ® Tracks - photos ® Guillaume Amat

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Alcune immagini della costruzione della scuola. Dopo l’arrivo e il corretto stoccaggio delle componenti prefabbricate, si è provveduto alla loro installazione su dormienti in legno fissati alla platea impermeabilizzata. Con il solo aiuto di una piccola autogru, tutta la struttura – pareti e coperture – è stata montata e completata con i teli di tenuta all’acqua e al vento, i massetti, le finiture interne e i rivestimenti esterni in doghe di legno di larice.

Un Territoire à Énergie Positive pour la Croissance Vert, come quello in cui ricade la scuola, è un territorio di eccellenza di transizione energetica ed ecologica in cui la collettività si impegna a diminuire i propri bisogni in tutti i settori proponendo nuovi modelli di sviluppo. I finanziamenti ministeriali per interventi/progetti in un TEPCV sono concessi a condizione di: ridurre il consumo di energia; diminuire gli inquinanti e sviluppare mezzi di trasporto comuni; utilizzare fonti rinnovabili; preservare la biodiversità; ridurre i rifiuti; promuovere l’educazione ambientale nelle scuole.

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Foto: Robert Benson


Flansburgh Architects

Perles Family Studio

@ Jacob’s Pillow Dance Becket - MA (USA)


_1 Il fronte che guarda a est può essere considerato quello principale del Perles Family Studio, non solo perché contiene l’ingresso ufficiale al pubblico (sulla sinistra, sotto la tettoia retta da un vero tronco d’albero) ma anche perché, durante la stagione calda, le grandi porte finestre centrali si aprono sull’ambiente circostante, fondendo lo spazio interno con la natura.

Lo Studio prende il nome dalla famiglia Perles, come riconoscimento della donazione più importante fatta proprio dalla Claudia and Steven Perles Family Foundation. Il progetto è stato però anche sostenuto da altri privati e da una sovvenzione di 225.000 USD del Massachusetts Cultural Facilities Fund.

Foto: Robert Benson

_2 Uno scorcio del lato est da nord.

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Foto: Robert Benson

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Ubicazione: Becket - MA (USA) Progetto: Flansburgh Architects, Boston - MA (USA) Strutture: Roome & Guarracino, Somerville - MA (USA) Appaltatore: Allegrone Construction, Lenox - MA (USA) Lavori: 2016-2017 Superficie utile: 560 m2

Let’s dance (in the barn)! Molti probabilmente ignorano che a Becket, bucolica cittadina del Massachusetts, esiste una vera e propria istituzione della danza: il campus Jacob’s Pillow Dance. Fondato negli anni ‘30 del secolo scorso, è costituito da edifici che rispettano e rispecchiano l’architettura vernacolare della contea di Berkshire, ovvero una serie di barns, grandi costruzioni in legno adibiti a fienili o granai, i quali si inseriscono armoniosamente nell’ambiente collinare oltre che nello sviluppo planimetrico dell’intero complesso, evocando, nel loro insieme, l’immagine di una tipica fattoria americana. A questi spazi, dedicati a master e workshop di danza cui partecipano ogni anno centinaia di ballerini da tutto il mondo e che è sede di un importante festival durante i mesi estivi, se ne è aggiunto nel 2017 uno nuovo, il Perles Family Studio. Un’architettura che nasce e serve innanzitutto come area prove ma si trasforma facilmente in locale didattico in occasione di corsi o di performances, soprattutto per gli artisti che aderiscono ai programmi di visita organizzati da Jacob’s Pillow. Il nuovo Studio, che si colloca su un lotto in pendenza di 0,25 acri (ca. 1.012 m2), è immerso in una fitta vegetazione ed è incastonato tra due edifici esistenti già adibiti a sala prove. Il fabbricato presenta una struttura portante in legno di douglasia, secondo modalità costruttive tipiche del Nord America, ed è rivestito esternamente con pannelli e listelli di legno di cedro, creando così una “estetica da fattoria”. L’ambiente più importante, la sala da ballo, misura circa 325 m2, quasi il doppio di quella utilizzata principalmente fino a poco tempo prima, nel vicino Sommers Studio. Oltre alle caratteristiche architettoniche che lo avvicinano al vernacolo locale fatto di fienili e fattorie in legno, il Perles Family Studio presenta anche alcune soluzioni tecnologiche considerate innovative rispetto alle altre costruzioni – romantiche ma non modernamente attrezzate – come pavimenti radianti, illuminazione naturale controllata, ventilazione con movimento dell’aria a bassa velocità e, aspetto importante, gestione professionale dell’acustica. L’edificio rientra infatti in un piano di sviluppo quinquennale del campus che si concluderà nel 2022, Vision ‘22, e che ne prevede l’uso durante tutto l’anno.

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Foto: Robert Benson

La sala prove nella parte che guarda a ovest, dove si trova anche la terrazza esterna pensata come spazio a uso esclusivo dei ballerini.

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne, U = 0,169 W/m2K copertura, U = 0,123 W/m2K serramenti, Uw = 2,385 W/m2K

_prestazioni energetiche________ per riscaldamento: 15,1 kWh/m2 anno per acqua calda: 2,4 kWh/m2 anno per raffrescamento estivo: 5,7 kWh/m2 anno emissioni di CO2 evitate: 2.300 kg/anno

Il Perles Family Studio fa parte del campus di danza Jacob’s Pillow. Con una superficie di 7.373 piedi quadrati (ca. 685 m2), l’edificio ospita sessioni didattiche, prove e spettacoli informali. La struttura ha una sala centrale per le prove di 50x70 piedi (ca. 15x21 m), circondata da una serie di spazi più intimi. Cedro rosso occidentale per l’esterno, abete Douglas e pino per gli elementi portanti verticali e orizzontali e acero tinto per il pavimento antitrauma ne caratterizzano gli ambienti.

planimetria di Jacob’s Pillow

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progetti


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pianta piano terra del Perles Family Studio

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Perles Family Studio ingresso visitatori sedute portico per i visitatori Sommers Studio ufficio ufficio di gruppo portico ad uso dei ballerini 9 magazzino 10 portico di attraversamento 11 Studio Rose

sezione trasversale del Perles Family Studio

sezione longitudinale del Perles Family Studio

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esploso assonometrico

L’esploso assonometrico a fianco evidenzia gli elementi compositivi e strutturali del Perles Family Studio. Il volume del fabbricato è stato suddiviso in più parti, sfalsate e ruotate le une rispetto alle altre, rendendolo quasi una naturale aggiunta agli edifici esistenti: un fienile con un ambiente principale che funge da sala prove, sala didattica o da spazio per spettacoli informali, attorniato da luoghi di servizio più piccoli, come portici e rientranze. Pur sviluppandosi attorno al grande spazio centrale che può ospitare fino a un massimo di 200 spettatori, l’intero Studio non è un semplice rettangolo: gli angoli e le facciate, la cui definizione è dettata in parte dalla topografia, lo fanno sembrare un edificio nato adattandosi “casualmente” al luogo e quindi perfettamente integrato in esso.

Qui a lato, la foto ritrae due “curiosi” che sbirciano nello Studio dalle vetrate del lato sud.

Foto: Robert Benson

Le grandi dimensioni di porte e finestre creano un forte legame con il paesaggio ma anche un senso di comunità per ballerini e visitatori. Alcove, affacci, portici e corridoi consentono agli spettatori di assistere alle lezioni e alle prove senza disturbare o interrompere ballerini e docenti.

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Foto: Robert Benson

_struttura________ Il Perles Family Studio è costituito da una struttura di legno massiccio che evoca i tradizionali fienili del New England, molto simile a quelle strutture che si sarebbero potute trovare sul sito quando c’era ancora una vera e propria fattoria. I pilastri principali hanno una sezione da 20 cm2, mentre gli elementi primari della capriata hanno dimensioni di 20x35 cm. La copertura è stata realizzata con pannelli in legno strutturali coibentati (SIPs - Structural Insulated Panels), cosa che ha accelerato e semplificato la costruzione dell’involucro. Le pareti tra i massicci pilastri in legno sono costituite da un telaio di montanti verticali 10x20 cm tamponato con pannellature di legno o lastre di vetro. Le partizioni interne sono state rifinite a doghe, che ricordano il r ivestimento dei tetti ventilati tipici delle strutture più vecchie, e che forniscono al contempo assorbimento e diffusione acustici ideali per lo studio della danza. L’ingresso pubblico e l’area di attesa per l’osservazione dei ballerini si trovano lungo il bordo sud del grande volume, al di sotto di una copertura inclinata più bassa che si relaziona alla massa dell’adiacente Sommers Studio. Era necessario che il nuovo edificio entrasse in sintonia non solo con le preesistenze architettoniche e ambientali ma anche con la tecnologia moderna, motivo per cui sono stati installati doppi vetri per le superfici trasparenti e un sistema di climatizzazione con pompa di calore per il raffrescamento e il riscaldamento degli ambienti. Una lanterna, collocata a più di 9 m sopra il pavimento dello spazio centrale, è provvista di finestre che si aprono automaticamente, facilitando e favorendo la ventilazione naturale e riducendo al minimo la necessità di aria condizionata. Il Perles Family Studio è stato realizzato nel suo insieme impiegando quattro tipi di legno: acero, abete, cedro e pino, la maggior parte dei quali non trattati.

Sopra, la terrazza a ovest seminascosta da listelli di legno cela uno spazio prove esterno a cui hanno accesso solo i ballerini.

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Parete esterna tipo A, dall’interno - tavole di legno di cedro e assi di raccordo (1x6 e 1x8) disposti in maniera irregolare - listelli verticali di supporto (1x3) allineati con i listelli esterni verticali - isolamento rigido - barriera al vapore continua - rivestimento in compensato di legno (1/2’’) - isolamento tra i montanti della struttura in legno - montanti (2x6 a 16’’ di interasse) - cartongesso (5/8’’) - rivestimento di cablature/condutture - doghe in legno (1x3)

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1 pilastro 2 montanti in douglasia (2x4)

_Jacob’s Pillow________ È innanzitutto una storica istituzione nonché sede del festival internazionale di danza più antico d’America ma è anche un riconosciuto National Historic Landmark (una classificazione ufficiale attribuita a luoghi, o monumenti, considerati di interesse storico a livello nazionale negli USA, ndr) che, nel 2017, ha festeggiato gli 85 anni di attività. Infatti l’ex fattoria funge da sede del complesso dal 1931, quando le prime sale di prova si trovavano nei vecchi edifici agricoli in legno. Le manifestazioni si svolgono nel periodo estivo e coinvolgono ogni anno più di 50 compagnie di danza nazionali e internazionali con 350 tra spettacoli, visite guidate, workshop, mostre ed eventi di vario tipo. Concentrare corsi ed eventi durante l’estate è stata, fino a poco tempo fa, una scelta obbligata dal fatto che gli edifici non erano – e la maggior parte di essi ancora non lo è – allestiti per le stagioni più fredde, ovvero non avevano né isolamento né un’impiantistica aggiornata. All’interno di Jacob’s Pillow, The School (La Scuola) è uno dei più prestigiosi centri di formazione professionale per danza negli Stati Uniti e comprende diverse discipline legate a quest’arte performativa, dalla tradizionale a quella contemporanea, al teatro musicale, oltre a un programma di tirocini in varie discipline legate all’amministrazione, al design, alla videoproduzione in campo artistico; il tutto articolato in quattro programmi di avanzamento professionale. Gli ampi Archivi del Pillow, aperti tutto l’anno, raccontano più di un secolo di danza in fotografie, programmi, libri, costumi, supporti audio e video. Il Perles Family Studio è il nuovo ampliamento, costato 5,5 milioni di USD, di questo rinomato centro e la prima struttura del campus che può funzionare 365 all’anno.

Foto: Robert Benson

_3 Una foto centrale della lanterna che esalta il gioco strutturale dato dagli elementi portanti a vista.

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progetti

_4 La sala prove durante un’esibizione. Lo specchio sul fondo può essere coperto da un tendaggio che trasforma lo spazio in un palco.


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Parete esterna tipo B, dall’esterno - tavole di cedro con battente di raccordo - listelli verticali (1x3) - isolamento rigido - barriera al vapore continua - rivestimento in compensato di legno (1/2’’) - isolamento tra i montanti della struttura in legno - montanti (2x6 a 16’’ di interasse) - cartongesso (5/8’’) - pannellatura con elementi in legno sovrapposti

Foto: Robert Benson

All’interno dell’organizzazione di Jacob’s Pillow, VISION ‘22 è un approccio strategico per lo sviluppo del campus per i prossimi cinque anni, fino al 2022. Il piano fornisce un programma per consentire al Pillow di diventare un centro di danza attivo tutto l’anno e di servire così più efficacemente artisti e pubblico. Tre sono le aree chiave di intervento: rafforzare il nucleo artistico e la leadership civica, coinvolgere la comunità, rinnovare le strutture essenziali del complesso. Il Perles Family Studio si inserisce nell’ultimo di questi punti programmatici perseguiti dall’amministrazione, risolvendo anche una delle preoccupazioni principali: la mancanza di spazio per le esercitazioni.

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10 sezioni di dettaglio della copertura

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Copertura tipo A 1 rivestimento metallico con elementi aggraffati 2 feltro per copertura in metallo 3 pannello strutturale coibentato SIP 4 pannello in cartongesso 5 elementi spaziatori in legno (2x4) 6 rivestimento tubazione da 1 pollice di diam. 7 perlinatura in legno massiccio 8 travi secondarie (2x6) 9 arcareccio fra le capriate per il supporto delle travi secondarie 10 capriata

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dettaglio della parete tra vetrata e tenda copri-specchio

Dettaglio parete tra vetrata e tenda copri-specchio 1 specchio a tutta altezza su parete a telaio e guide metalliche a J 2 elemento di chiusura in legno 3 tenda mascherante su binario sospeso al soffitto 4 raggio dei binari per la tenda 5 barriera al vapore e isolamento 6 davanzale finito in legno 7 vetro 8 parete tipo A

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Dettaglio del nodo parete-fondazione 1 parete tipo A 2 base di legno sopra il pavimento finito 3 soletta incassata per pavimento da ballo antitrauma sospeso 4 barriera al vapore 5 elemento in legno massiccio 6 tavole di legno trattato in autoclave (per uso esterno) 7 lattoneria in rame 8 rivestimento in pietra grezza della fondazione 9 isolamento rigido 10 impermeabilizzazione 11 isolamento rigido

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dettaglio del nodo parete-fondazione

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A sinistra, un’immagine delle fondazioni su cui si erge la struttura in legno del Perles Family Studio. A destra, la costruzione delle capriate che poi verranno innalzate sul telaio.

A sinistra, l’interno durante una fase di cantiere. A destra, un’immagine ravvicinata di una parte della struttura, nella quale sono visibili gli elementi metallici di collegamento tra le parti in legno e il passaggio di una cablatura, che rimarrà nascosta alla vista.

A sinistra, la parete est dall’interno in fase di cantiere. A destra, la lanterna centrale. Il tetto è in fase di costruzione e in azzurro si possono vedere i pannelli strutturali coibentati SIPs.

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Foto: © Imagen Subliminal


Murado y Elvira Arquitectos

Baiona Public Library Baiona (E)


_1 Nella biblioteca, per sedersi e leggere con tranquillità, sono state costruite delle nicchie, dotate di panche, nella doppia parete di legno. _2 Il lungo corridoio di ingresso vede, da una parte, un muro di blocchi di granito in cui sono state ricavate cavità per ospitare i reperti archeologici ritrovati sul sito mentre, dall’altro lato, la parete in legno nasconde gli uffici e i luoghi di servizio.

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Foto: © Imagen Subliminal

Foto: © Imagen Subliminal

_3 Al piano sottostante anche le aree per i bambini sono caratterizzate dalla presenza del legno, utilizzato con forme diverse per nascondere il perimetro non del tutto regolare degli ambienti.

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Foto: © Imagen Subliminal

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Ubicazione: Baiona - Pontevedra (E) Progetto: arch.tti Clara Murado e Juan Elvira - Murado y Elvira Arquitectos, Madrid (E); collaboratori: Eugenia Concha, Marta Colón de Carvajal (gara); Cristina Gutiérrez Chevalier, Francesco Martone (esecutivo) Strutture: Ezequiel Fernández Grinda – Obradoiro, Compostela (E) Direttore dei lavori: Óscar López Alba OLA Arquitectos, La Coruña (E) Appaltatore: Orega Coviastec, Ourense (E) Lavori: marzo 2016 – dicembre 2017 Superficie utile: 1.076,5 m2

Origami di legno A Baiona, città della Galizia posta lungo la strada per Santiago di Compostela, dietro l’abbazia di Santa Maria, nel 17° secolo è stato eretto l’ospedale Sancti Spiritus che, nonostante il suo inserimento nella lista dei Bien de Interés Cultural, è stato oggetto di diverse modifiche nel corso degli anni. Nel 1970, in particolare, durante i lavori di ristrutturazione, la planimetria originale dell’edificio di cura è stata notevolmente alterata e il giardino e il cortile interno hanno perso gran parte del loro significato originario. È questa una premessa doverosa per capire qual era lo stato di fatto del fabbricato quando, nel 2010, l’amministrazione della cittadina spagnola indisse un concorso, vinto dallo studio madrileno Murado y Elvira Arquitectos, per trasformare gli spazi interni in biblioteca comunale. I progettisti hanno mantenuto pressoché intatto l’involucro esterno, se non per il ripristino degli intonaci, esprimendo la loro creatività all’interno, dove un’inaspettata sequenza geometrica di elementi e di arredi in legno definiscono lo spazio. Al piano terra un lungo corridoio attraversa l’immobile come una strada che, collegando l’ingresso principale alla corte e al giardino, è racchiusa da un lato da un muro di granito, in cui delle nicchie accolgono reperti archeologici ritrovati nel sito, e dall’altro da una lunga parete in legno che accoglie l’archivio storico e tutte le stanze di servizio. Oltre il muro di pietra, aperta sul cortile, trova posto la biblioteca dei bambini, dove l’originale perimetro irregolare è nascosto da pareti curve in legno che, adattandosi ai volumi, integrano librerie e zone mascherate, come il guardaroba e il teatro per burattini. Il piano superiore si articola invece attorno alla corte con una doppia pelle in legno che su due lati dà vita a una serie di ambienti integrati destinati a studioli, sale di lettura, uffici e bagni. L’area centrale è invece completamente libera e ospita i grandi tavoli per la lettura; sulle altre pareti, scaffalature a tutta altezza completano la nuova immagine della biblioteca. Con lo stesso legno delle pareti sono stati realizzati il pavimento e il soffitto la cui superficie, adattandosi alle esigenze dimensionali e tecnologiche, crea un origami mono materiale.

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pianta piano superiore

pianta piano terra

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Foto: Š Hector Santos-Diez

sezione est-ovest

Qui sopra, gli esterni sono stati restaurati e sono stati sostituiti solamente gli intonaci. Sulla corte e sul giardino, riportati alla loro originaria funzione centrale, si affacciano gli spazi per i piĂš piccoli. Vecchio e nuovo qui si incontrano e collaborano per ripristinare le antiche gerarchie spaziali; tutto l’impianto compositivo infatti è baricentrico alla corte che quindi si riappropria del ruolo perso nel corso degli anni a causa di incongrui interventi di ristrutturazione.

sezione est-ovest

sezione nord-sud

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_4 L’area principale della biblioteca al piano superiore non ancora arredata consente di identificare tutti i punti salienti del progetto: la doppia pelle in legno che ricopre completamente la struttura originaria, formando a destra gli studioli e creando superfici spezzate sul soffitto per vivacizzare il volume altrimenti omogeneo; il dialogo tra la pietra e il legno; il rivestimento che è anche arredo; la luce naturale proveniente da aperture a soffitto e laterali.

Foto: © Imagen Subliminal

_6 La zona dei bambini al pian terreno è contraddistinta da un uso particolare del legno che qui non solo costituisce le scaffalature per libri ma diventa, ad esempio, una porta (sulla destra), o nasconde un piccolo teatro di burattini (a sinistra).

Foto: © Imagen Subliminal

_5 Vista di una sezione studio della biblioteca dove si nota come i lucernari, supportati da grappoli di lampade artificiali a filo soffitto, e le finestre sull’esterno illuminano naturalmente i luoghi di lettura senza abbagliare.

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Foto: © Imagen Subliminal

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Nella biblioteca è ben evidente il dialogo contrastante, ma allo stesso tempo armonioso e affascinante, tra la pietra di granito della muratura esistente e della pavimentazione del piano terra e il legno di acero. La prima riecheggia la materialità dello spazio esterno della città, mentre il secondo lieve, soave e caldo dà vita a superfici e spazi inusuali come, ad esempio, la porta travestita da libreria nell’area dei bambini o le pareti della doppia pelle al piano superiore, ritagliate e perforate per fornire continuità visiva.

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1 doppio lucernario circolare chiaro e serramento con telaio in eucalipto e doppio vetro 2 rinforzo trave di copertura 3 dormiente in legno (200x50 mm) 4 ancoraggio per cls 5 cordolo in c.a. trave perimetrale in c.a. 7 isolamento in lana di roccia (60 mm) 8 rivestimento in acero (10 mm) 9 muro esistente 10 radiatore in acciaio (h 400 mm) 11 cartongesso per la formazione dell’intradosso (180 mm) 12 condotti di climatizzazione 13 isolamento (20 mm) 14 isolamento (150 mm)

A. Copertura Il rivestimento è realizzato con tegole tradizionali in laterizio e ceramica, fissate a onduline sottotegola, supportate a loro volta da listelli per la ventilazione sotto manto; l’isolamento è stato eseguito con coibente a base di polistirene estruso (100 mm) accoppiato a pannello truciolare impregnato in autoclave. La struttura portante è costituita da travi primarie in lamellare (180x350 mm) e secondarie (100x150 mm). Il rivestimento del soffitto e delle pareti in tavole di acero (20 mm) verniciate è fissato a una struttura di listelli in legno di pino trattato in autoclave (50x50 mm), creando così uno spazio per il passaggio degli impianti meccanici e di ventilazione. B. Parete interna La parete interna della doppia pelle è costituita da un’ossatura in montanti e travetti di pino con trattamento ignifugo (50x50 mm) su cui sono ancorate le lastre di acero (20 mm) verniciate. C. Finestra La schermatura delle finestre è data da persiane in legno (40 mm) collocate a filo con il rivestimento della parete. Nell’elemento è presente una lamina in metacrilato trasparente (38 mm) con bordo in legno (1+1 mm); il serramento ha telaio in legno di eucalipto e doppio vetro. D. Solaio interpiano Il solaio interpiano ha visto il recupero della struttura esistente con finitura in lastre maschio femmina di acero (45 mm), posate mediante incollaggio.

F. Muro di granito Il muro di granito è formato da blocchi (120x10 cm, spess. 12 cm) in cui sono state ricavate delle nicchie per alloggiare reperti archeologici dalle dimensioni variabili e anche per dotare la biblioteca di sedute formate da gradini (20x43 cm, spess. 20 cm) recuperati dalla scala esistente.

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Foto: © Imagen Subliminal

E. Solaio contro terra Il solaio contro terra è realizzato in cemento spazzolato, gettato sopra la pavimentazione originaria. Al di sotto, il pacchetto verso l’esterno vede un massetto additivato, un pannello isolante, le tubazioni (16 mm) e lo strato di livellamento con rete elettrosaldata su cassaforma non recuperabile in cls.

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_sistema costruttivo________ La ristrutturazione dell’ex ospedale riprende il concetto di “scatola nella scatola”, attuato attraverso la costruzione di un sistema a telaio portante in legno dentro l’involucro in pietra. Quest’ultimo è stato isolato dall’interno, non potendo intervenire dall’esterno per i vincoli a cui è sottoposto l’edificio in quanto bene di interesse culturale. La posa del fitto reticolo di legno della sottostruttura, eseguita in opera, ha consentito la formazione di spazi tra le murature e le pareti in legno e sopra il soffitto per i passaggi impiantistici. Tutti i pannelli in acero che rivestono gli interni del primo piano, dal pavimento alla doppia pelle, sono stati progettati appositamente, ingegnerizzati e tagliati con macchine a controllo numerico.

_7 Le aree studio, collocate su due lati, sono state progettate appositamente, ingegnerizzate e prodotte con macchine a controllo numerico.

Foto: © Hector Santos-Diez

_8 All’angolo della doppia parete, il grande lucernario rischiara l’ambiente interno coadiuvato da finestre e da apparecchi illuminanti, nella foto spente. Il rivestimento delle superfici in acero amplifica l’effetto della luce naturale.

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_la luce________ Un ruolo importante nella riqualificazione dell’ex ospedale e nella riorganizzazione degli spazi è stato svolto dalla luce, elemento fondamentale in un luogo di lettura. Per ovviare alla profondità degli ambienti, ogni componente strutturale o di arredo è stato pensato per alleggerire le superfici; anche la doppia pelle, che a prima vista poteva originare luoghi bui in quanto posti lungo le pareti, qui viene appositamente sagomata per lasciare passare la luce naturale. Quest’ultima proviene dalle finestre strombate e dai lucernari che creano un’illuminazione naturale quasi uniforme, seppur supportata da adeguate apparecchiature artificiali. Davanzali, spallette e intradossi delle aperture completamente rivestiti di legno di acero e l’importante spessore dei muri originali rivelano l’idea che sta alla base del progetto ovvero quella di inserire una struttura omogenea all’interno di un edificio antico, come se fosse un unico grande pezzo di arredo.

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1 braccioli con rivestimento in acero (16 mm) su entrambi i lati visibile superiormente e inferiormente 2 braccioli con rivestimento in acero (16 mm) su entrambi i lati visibile superiormente, anteriormente e inferiormente 3 seduta con rivestimento in acero (16 mm) su entrambi i lati visibile anteriormente 4 appoggio in tavolato di acero (19 mm x2) 5 giunto (0,8 mm) 6 rivestimento parete in acero (16 mm)

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Nell’ampia sala lettura il soffitto che si piega, quasi a dar vita a un origami, crea una sensazione di continuità tra tutte le superfici e le scaffalature.

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Foto: Š Imagen Subliminal

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La sottostruttura del rivestimento è un vero e proprio telaio, fitto e isolato, dietro cui scorrono tutte le canalizzazioni degli impianti e sopra cui sono fissati i pannelli in acero.

Dettaglio del soffitto con le lastre sagomate per lasciar entrare la luce naturale dalle finestre del tetto.

Ultimazione dei lavori interni con la posa degli ultimi pannelli degli studioli laterali e l’installazione delle lampade a soffitto.

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Foto: Thilo Ross Fotografie, Heidelberg


Waechter + Waechter Architekten BDA

Akademie der GIZ am Campus Kottenforst Bonn-Rรถttgen (D)


_1 L’ingresso alla Akademie für Internationale Zusammenarbeit - AIZ avviene da nord.

Foto: Thilo Ross Fotografie, Heidelberg

Foto: Thilo Ross Fotografie, Heidelberg

_2 Una vista dell’esterno da una delle aule del primo piano. Le vetrate a tutta altezza sono schermate da doghe verticali di legno di larice non trattato, coadiuvate nella protezione dal sole da tende collocate internamente. Lo stesso tipo di tende a rullo è presente anche sui lucernari triangolari della copertura, “scomparendo” nella costruzione quando non vengono utilizzate.

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Ubicazione: Bonn-Röttgen (D) Progetto: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt (D) Strutture: merz kley partner, Dornbirn (A) Direttore dei lavori: Waechter + Waechter, Darmstadt (D); ap88 Architekten Partnerschaft, Heidelberg (D) Appaltatore lavori in legno: Grossmann Bau, Rosenheim (D) Lavori: 2014-2017 Superficie lorda: 6.245 m2 Superficie fondiaria: 22.120 m2 Importo dell’opera: 9,46 milioni €

L’irrequietezza dell’apprendimento Un lotto ai margini della foresta di Kottenforst nel Parco Naturale della Renania, 1.045 km2 di natura teutonica, ospita oggi un’istituzione di interesse – è il caso di dirlo – mondiale: i nuovi spazi della Akademie für Internationale Zusammenarbeit – AIZ, l’Accademia per la Cooperazione Internazionale, che fa capo alla Società Tedesca per la Collaborazione Internazionale, Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit – GIZ. Lo scopo di tale ente è di qualificare professionisti e dirigenti della cooperazione internazionale per la crescita sostenibile della società in varie parti del mondo, con un interesse particolare a quelle in via di sviluppo. Per fare ciò al meglio è importante disporre di spazi didattici e pedagogici adatti alla formazione di tutti coloro che sono coinvolti in progetti di questo tipo e, quindi, necessitano di un addestramento, spesso intensivo, per prepararsi alla loro missione nel nuovo Paese. Una funzione educativa bisognosa di grande apertura – innanzitutto mentale – ben rappresentata dall’architettura dei nuovi locali che qui vogliono trasmettere una modalità di apprendimento curiosa ma riflessiva. La Akademie è una struttura simile a un alveare che beneficia della contraddizione tra il rigore dello schema distributivo e la libertà della struttura in legno con cui è stata costruita. Apertura, flessibilità spaziale e sostenibilità si sono concretizzati in uno spazio multiforme, poliedrico e sfaccettato come il mondo, senza fronti rigidamente unitari. Ciò è stato realizzato grazie alla scelta di una griglia compositiva di base, impiegando il legno come materiale da costruzione, sia per la struttura portante che per il rivestimento, affiancandolo a grandi superfici vetrate, che inondano gli interni di luce naturale e permettono allo sguardo di immergersi nella natura del Kottenforst. La costruzione si erge – con un piano terra molto trasparente, un piano superiore schermato da doghe esterne e tanti tetti piramidali quanti sono i moduli – sopra un seminterrato in c.a. All’aspetto compositivo ragionato dallo studio Waechter + Waechter Architekten si affianca poi quello impiantistico che, grazie alle soluzioni tecnologiche innovative ma rispettose dell’ambiente, ha permesso alla Akademie di ottenere la certificazione Gold dello standard tedesco per il costruire sostenibile DNGB.

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Credits: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

planimetria

Il seminterrato e il parcheggio sotterraneo, i nuclei dei servizi e dei collegamenti verticali posti ai lati delle due ali e che fungono da irrigidimento sono realizzati in cemento armato.

Credits: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

sezione trasversale ala ovest

_impianto planimetrico________ La struttura portante dell’AIZ di Bonn è stata pensata e realizzata allo scopo di “alleggerire” il progetto, sia dal punto di vista concettuale che architettonico. L’ordine planimetrico sembra funzionare in modo casuale pur essendo modulare: un sistema di sbalzi e rientranze, chiarito dalla pianta, costituita da 78 “campi”, di cui 56 quadrati e 22 più stretti ma con la stessa lunghezza. La figura che si viene a creare presenta due “ali” e nasce accoppiando un “grappolo” (cluster) con una controparte quasi specchiata, al centro di ognuna delle quali, due elementi della griglia lasciati aperti, formano due cortili. Dall’ingresso principale, posto a nord, che accoglie nel mezzo della costruzione i visitatori e gli utenti, si diramano gli spazi per seminari e lezioni; questi non sempre sono rigidamente definiti ma consentono una certa flessibilità, grazie non solo alla griglia ma anche alle pareti e agli interni mobili.

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progetti


Credits: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

Credits: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

pianta piano terra

pianta piano superiore

La Società tedesca per la cooperazione internazionale GIZ (Deutsche Gesellschaft fur Internationale Zusammenarbeit) opera in tutto il mondo in nome del Ministero federale per la cooperazione e lo sviluppo economico dello stato mitteleuropeo e i suoi dipendenti, svolgendo gli incarichi all’estero, vengono formati presso l’Accademia per la cooperazione internazionale AIZ (Akademie fur Internationale Zusammenarbeit) di cui si parla in queste pagine. La struttura, sia giuridica che architettonica, è organizzata al fine di formare circa 2.000 dipendenti ogni anno tra quelli del GIZ e di altre 30 organizzazioni attive a livello internazionale le cui operazioni li portano in oltre 120 paesi, spesso in regioni di conflitto e crisi. Di conseguenza, oltre ai corsi di geografia generale e delle circa 70 lingue, nel programma didattico la formazione sulla sicurezza è esplicitamente inclusa.

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1

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2

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Copertura, dall’estradosso - lastra in materiale plastico impermeabile per coperture (1,8 mm) - pannelli di lana minerale (220 mm) - barriera al vapore bituminosa in elastomero (4 mm) - costruzione in legno con elementi scatolari cavi prefabbricata (200 mm): • pannello a 3 strati in abete rosso (20 mm) • trave lamellare qualità GL24h (160 mm) • isolamento in fibra minerale nelle cavità (40 mm) • pannello a 3 strati in abete rosso (20 mm), perforato • vernice trasparente minerale, bianca

Solaio interpiano, dall’estradosso - finitura in cemento (25 mm) - massetto cementizio di sottofondo (55 mm) - pellicola PE a 2 strati - pannello portante del pavimento a elementi cavi (18 mm) - struttura portante del pavimento sopraelevato (197 mm) - pannelli cementizi posati con collante bituminoso (30 mm) - solaio portante in elementi scatolari cavi in legno, prefabbricato: • pannello a 3 strati in abete rosso (30 mm) • trave lamellare qualità GL24h (240 mm) • isolamento in fibra minerale nelle cavità (140 mm) • pannello a 3 strati in abete rosso (30 mm), perforato • vernice trasparente minerale, bianca 1 lucernario: telaio in legno-alluminio con vetratura obliqua; triplo vetro isolante con funzione di protezione dal sole; vetro con protezione

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anticaduta 2 schermo a difesa dal sole, posato internamente 3 serramento in legnoalluminio con vetro triplo isolante e funzione di protezione dal sole 4 tenda interna Parete esterna, dall’interno - rivestimento con tavole OSB4, incollati a tenuta d’aria (15 mm) - montanti in legno 80/200 C24 con interposto isolamento in fibre minerali (200 mm) - pannello DWD con funzione di tenuta al vento (60 mm) - strato di ventilazione in elementi in legno massiccio 40/100 (40 mm) - rivestimento esterno in legno di larice: pannelli a 3 strati non trattati

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_gli impianti________ Il concetto energetico combina misure di tipo passivo (triplo vetro per le parti trasparenti, brise soleil esterni, tende e schermi interni per evitare il surriscaldamento) con tecnologie impiantistiche attive che sfruttano fonti di energia rinnovabile. Al riscaldamento provvedono due pompe di calore geotermiche acquaglicole (COP 4,3; potenza termica 116 kW) che assicurano il carico di base. Per le richieste di punta invernali, è disponibile un impianto di cogenerazione a gas con una potenza elettrica di 20 kW e una potenza termica di 45 kW. Entrambe le unità funzionano in modo integrato e hanno serbatoi di accumulo con un volume rispettivamente di 1.500 l (pompa di calore) e 2.000 l (CHP). La distribuzione del calore è garantita poi dagli impianti radianti a pavimento, che svolgono anche funzione raffrescante durante i mesi estivi e la cui efficacia è maggiorata grazie alla massa data dalla finitura a terrazzo. La qualità dell’aria indoor è regolata da un impianto di VMC, le cui tubature scorrono nel pavimento cavo; in ogni ambiente sono presenti, nel solaio, delle aperture che garantiscono l’afflusso di aria fresca mentre il deflusso di quella viziata viene gestito in modo centrale.


_la struttura e il sistema costruttivo________

Uno degli ambienti open space al primo piano. Al fine di ottenere una buona acustica ambientale, non solo le pareti divisorie tra le sale ma anche i soffitti sono rivestiti con lastre perforate a 3 strati in abete rosso.

Foto: Thilo Ross Fotografie, Heidelberg

Il sistema strutturale è costituito da uno scheletro portante di travi e montanti in legno lamellare di abete, realizzato con collanti privi di formaldeide, nel quale sono stati inseriti pareti e solai prefabbricati con un telaio in legno massiccio. Per adempiere ai requisiti di progetto e sfruttare al massimo i vantaggi economici dati dalla modularità, gli architetti, in collaborazione con gli ingegneri dello studio austriaco merz kley partner, hanno progettato la pianta in modo che fossero sufficienti solo due diverse dimensioni (525x525 cm e 350x525 cm). Il telaio è un gioco di incastri tra i pilastri a pianta cruciforme (formati da 4 pilastrini in lamellare che lasciano uno spazio quadrato cavo al loro interno) e le travi in lamellare. Questi singoli elementi sono sagomati precisamente alle estremità per poter essere collegati tra di loro mediante parti metalliche. Le pareti esterne prefabbricate hanno struttura a telaio in legno massiccio da 20 cm di spessore, isolato con lana minerale inserita tra i montanti. All’esterno, un pannello in fibra di legno morbida da 80 mm e un telo per la protezione dagli agenti atmosferici accolgono lo strato ventilato sovrastante sul quale è stata avvitata una sottostruttura da 30 mm per il rivestimento con pannelli a tre strati di spessore 16 mm realizzati in legno di larice resistente agli agenti atmosferici. All’interno, lastre OSB da 18 mm incollate al telaio fungono da barriera al vapore e da appoggio alla finitura interna finale data da pannelli a tre strati in legno di abete. Il solaio è invece realizzato con componenti prefabbricati scatolari di dimensioni 525x175×30 cm, il cui bordo è costituito da pannelli a tre strati in legno di abete rosso da 16 mm. Tali componenti cavi, isolati al loro interno con tappetini in lana minerale da 140 mm, sono stati posati sulle travi in lamellare e fissati con apposite viti. Per il solaio del piano terra, costruito con la stessa modalità, gli elementi sono stati collocati in tasche di supporto irrigidite ricavate nelle pareti in cemento armato e fissati con angolari in acciaio o tramite una connessione metallica. All’estradosso della struttura portante (ovvero delle parti scatolari cave) è stato posato un pavimento sospeso che supera i 30 cm di spessore e nel quale vengono fatti passare cablaggi e tubature. Le partizioni interne di separazione sono, infine, pareti leggere in cartongesso non portanti, con lane minerali al loro interno, ulteriormente isolate dal punto di vista acustico con un feltro e rifinite con pannelli in legno a 3 strati di abete rosso che rimangono a vista e che sono stati opportunamente forati per migliorare le prestazioni acustiche indoor. Lo stesso trattamento è stato riservato anche al rivestimento dei soffitti.

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Esploso assonometrico della struttura di un modulo. I pilastri in legno con configurazione a croce modellano inevitabilmente la forma delle superfici e consentono di installare semplici connessioni per i sistemi di partizione interna (che devono essere mobili e flessibili). Parte degli elementi portanti è addirittura progettata in modo da integrare il deflusso dell’acqua piovana sulla superficie del tetto.

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Credits: merz kley partner ZT GmbH, Dornbirn

Il livello Gold di certificazione di sostenibilità edilizia DGNB (Deutsche Gesellschaft für Nachhaltige Bauen) è stato raggiunto rispettando i criteri del sistema tedesco, che prevede una maggiore efficienza energetica rispetto alle prassi usuali del costruire, minori richieste di energia primaria e di domanda energetica finale dell’edificio, l’utilizzo di materiali e tecnologie rispettose dell’ambiente ed ecologiche. Nell’AIZ sono stati utilizzati materiali ecologici e privi di inquinanti, il cui impiego è stato valutato di volta in volta. Particolare attenzione è stata prestata alla limitazione delle concentrazioni di formaldeide mediante l’uso di un legame a bassa o nulla percentuale di tale inquinante, impiegato anche nella realizzazione degli elementi scatolari di legno, dei pannelli OSB e di quelli di rivestimento a 3 strati. Inoltre, il concetto strutturale stesso, basato su un sistema a telaio, consente un’elevata variabilità e flessibilità degli spazi. Una funzione che permette un uso dell’edificio in chiave sostenibile, poiché questo potrà ben adattarsi alle esigenze e ai bisogni futuri relativamente ai concetti di istruzione e insegnamento.

Piano superiore: lo spazio attorno a uno dei cortili interni.

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Foto: Thilo Ross Fotografie, Heidelberg

esploso assonometrico della struttura di un modulo della griglia


Non soddisfatti dei soli aspetti teorici, nel luogo di produzione degli elementi prefabbricati, i progettisti hanno allestito un mock-up in scala 1:1 di un intero elemento di griglia, compreso il tetto, al fine di ottenere un alto livello di precisione nella realizzazione dei moduli in legno, sviluppando tutti i dettagli di pari passo con la ditta costruttrice e verificandoli così di volta in volta.

Foto: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

Foto: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

Qui a fianco, due immagini del mock-up realizzato.

Foto: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

Foto: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

Anche gli elementi di copertura sono stati prefabbricati singolarmente e connessi in cantiere a ogni modulo della griglia.

Foto: Waechter + Waechter Architekten BDA, Darmstadt

Alla sinistra, nella foto, si intravede una delle parti in c.a. dell’AIZ, che funge da elemento di appoggio e di irrigidimento dell’intera struttura. Si riconosce la sagoma cruciforme dei pilastri in legno lamellare.

Il collante alternativo con cui sono stati realizzati gli elementi in lamellare dello scheletro portante è a base poliuretanica (PUR) ed è lo stesso utilizzato per produrre i pannelli a tre strati di finitura e quelli OSB impiegati nella costruzione.

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Foto: Š2018 Tim Griffith. All rights reserved


Ennead Architects

Denning House

Stanford - CA (USA)


_1 A est un fitto elemento schermante in legno di cipresso protegge coloro che salgono la scala esterna per raggiungere direttamente il terrazzo.

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Foto: ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

Foto: ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

_2 Il prospetto nord, dove è collocato l’ingresso. Accanto alla passerella si nota la scultura di Ursula von Rydingsvard “MOCNA” – Mocna in polacco significa “forte” – realizzata in bronzo e alta poco più di 5 m (17 ft). Essa può essere facilmente scambiata per un tronco di un albero ed è stata appositamente commissionata come opera inaugurale della collezione di arte contemporanea in divenire di Denning House.

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progetti


Foto: ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

_3 Il ballatoio esterno, antistante il Lago Lagunita, corre lungo tutto l’affaccio sud, fortemente caratterizzato dalla presenza delle finestre cielo terra che espandono lo spazio interno verso il paesaggio circostante.

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Ubicazione: Stanford - CA (USA) Progetto: Ennead Architects, New York (USA); team di progetto: Richard Olcott, Timothy Hartung, Emily Kirkland, Margarita Calero, Charles Wolf, Ann Wright, Haitao Zhou Strutture: Degenkolb Engineers, San Francisco (USA) Appaltatore principale: Devcon Construction, Milpitas (USA) Lavori: 2018 Superficie utile: 18.000 sf (ca. 1.672 m2)

Una nuova casa per i “Cavalieri” Da poco più di un anno Ennead Architects hanno completato Denning House, una “casa” per studenti laureati che accedono al programma internazionale Knight-Hennessy Scholars della Stanford University, il cui ambizioso obiettivo è preparare i partecipanti a rivestire ruoli di leadership in diverse discipline al fine di ricercare soluzioni creative in complesse questioni globali. Come richiesto dalla committenza, il nuovo edificio doveva rispondere alla necessità di spazi di incontro in cui condividere idee, affrontare sfide complicate e crescere come leader, rappresentando altresì la filosofia della scuola di specializzazione ossia attuare un impatto positivo su larga scala mediante strategie sostenibili. Situato al margine ovest del campus del prestigioso ateneo californiano, il lotto di progetto, dapprima usato come parcheggio, ospita dunque un fabbricato su due livelli in cui gli architetti hanno trasferito le esigenze dei clienti creando aree meeting, aule e sale da pranzo, formali e informali, ampie e piccole, adatte allo studio individuale, a brevi riunioni e a grandi eventi. Le zone pubbliche – pranzo, classi, salette studio e relax – sono poste al piano superiore dove godono di viste spettacolari sui dintorni, mentre l’amministrazione, altri spazi conferenza e gli impianti di servizio si trovano al pian terreno. L’accesso a Denning House, immersa in un bosco di querce autoctone sulle sponde del Lago Lagunita, avviene tramite una passerella che, salendo in direzione di un portico, immette nella lobby di ingresso; qui un corpo scala si innalza verso il primo piano, rivelando gradualmente il panorama esterno fino a quel momento nascosto. La grande vetrata leggermente curva e affacciata sul lago plasma un ambiente fluido e ininterrotto, trasformando la dimensione intima del piano terra in una superficie più grande e comune che si affaccia su un lungo terrazzo. Queste soluzioni progettuali e la presenza ben definita del legno – abete Douglas per le superfici interne e per la struttura portante con i solai a vista, cipresso per le doghe del rivestimento esterno – rendono l’edificio quasi una casa sull’albero che, lontano dal campus e nascosta tra gli alberi, guarda oltre l’iconico paesaggio della California.

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ingresso sala riunioni amministrazione uffici sala conferenze locali tenici e di servizio aula area studio sala relax sala pranzo

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pianta piano terra

Foto: ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

Dal terrazzo, utilizzato anch’esso come area di studio, relax e di relazione, si gode di una vista privilegiata che spazia dal lago e dalle querce fino alle alture che coronano a ovest questa parte della California.

La realizzazione di Denning House è stata possibile grazie alla donazioni di Roberta Bowman Denning, ex presidente del Comitato consultivo per le arti di Stanford, e di Steven A. Denning, ex presidente del Consiglio di amministrazione di Stanford. Visto che le arti sono parte integrante dell’esperienza dei KnightHennessy Scholars, opere di acclamati artisti contemporanei sono esposte all’esterno e in tutto l’edificio.

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pianta piano primo

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3

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2 4

5 sezione trasversale

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_Sostenibilità________ La sostenibilità progettuale richiesta per Denning House contempla innanzitutto l’uso di una struttura in legno massiccio proveniente da foreste del nord-est dello stato nordamericano gestite in modo sostenibile (1), scelta effettuata in virtù della capacità del legno di sequestrare carbonio durante la sua crescita. È stata sfruttata nel miglior modo possibile la luce naturale (2), controllando l’eccessivo irraggiamento mediante adeguati sporti orizzontali e diminuendo in tal modo il consumo energetico dovuto all’illuminazione artificiale. Il minor utilizzo di energia è stato anche il punto cardine dell’impianto di climatizzazione dell’edificio che vede un sistema ibrido di ventilazione naturale e meccanica (3); il risparmio di acqua viene invece attuato mediante la raccolta delle acque piovane così da non effettuare eccessivi prelievi dalla rete pubblica e da prevenire l’erosione del suolo (4). Cercando di impattare in modo positivo sull’ambiente, le ampie vetrate a sud sono dotate di un coating che riflette i raggi UV al fine di evitare possibili collisioni degli uccelli (5) e, nella gestione del delicato habitat, la progettazione del paesaggio ha incluso la protezione del terreno riproduttivo per le salamandre qui presenti che rischiano l’estinzione (6).

A sinistra, schizzo dell’arch. Richard Olcott, team leader del progetto e design partner di Ennead Architects, il quale delinea la circolazione nel sito e nell’edificio. È infatti un percorso unico e fluido che dall’esterno a nord tramite la passerella porta all’interno di Denning House dove, salendo le scale, si giunge nuovamente all’aperto, a sud, verso il lago grazie alle ampie vetrate che si aprono sul terrazzo.

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Dida

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Foto: ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

Vista all’imbrunire di Denning House dall’angolo sud-ovest. L’edificio è stato realizzato completamente in legno e poggia su plinti in modo tale da non danneggiare il suolo, habitat per molte specie animali autoctone, e la vegetazione nativa, scelte queste che hanno dato risposta a parte delle richieste di sostenibilità del committente.

Lake Lagunita è un lago artificiale, ora asciutto, collocato sul lato ovest del campus di Stanford. In passato, in inverno, con le normali piogge esso veniva riempito fino a circa tre metri di profondità deviando momentaneamente il corso del San Francisquito Creek, permettendone un uso ricreativo agli studenti; dal 1990 questo non avviene a causa della fragilità delle sponde e degli sforzi richiesti per la manutenzione. Oggi serve come bacino di drenaggio, ospita stagni effimeri (stagni primaverili) diventando terreno vitale per molti anfibi e il suo perimetro scenografico (1,4 km) è sfruttato dagli studenti per correre o camminare.

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_Sistema costruttivo________ Costruita interamente con legno proveniente dalle foreste degli Stati del nord-est del Paese caratterizzate da una gestione sostenibile, Denning House presenta una struttura portante a telaio con montanti e travi in lamellare (solaio interpiano e copertura); tutti i tamponamenti opachi sono in legno, isolati e rivestiti esternamente con doghe di diversa dimensione in essenza di cipresso. La scala laterale metallica, che consente un accesso diretto al terrazzo del primo piano a sud, è schermata da una stretta griglia, anch’essa in legno, che richiama gli articolati telai delle aperture trasparenti che si aprono sullo stesso terrazzo.

Denning House è il sesto progetto di Ennead Architects completato a Stanford dal 1994. Il lavoro dello studio newyorkese all’interno del campus comprende: Anderson Collection, Bing Concert Hall, Iris and B. Gerald Cantor Center for Visual Arts, Denning House, Stanford Law School William H. Neukom Building e la Stanford Law School Crown Hall. I prossimi progetti saranno Stanford Chemistry, Engineering and Medicine for Human Health (ChEM-H), Wu Tsai Neurosciences Institute e il Bass Biology Building.

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esploso assonometrico della struttura

progetti


Foto: ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

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_4 La zona relax, situata accanto le scale, non è solo un luogo per rilassarsi, ma anche per scambiarsi idee. L’edificio infatti è stato pensato affinché i suoi confini fisici non appaiano tali affinché ogni luogo incentivi la crescita personale degli studenti e le loro interazioni.

Foto: ©2018 Tim Griffith. All rights reserved

_5 Grazie al disegno articolato dei serramenti in legno, la facciata vetrata a tutta altezza dilata lo spazio interno all’esterno, permettendo allo sguardo di perdersi nella natura circostante.

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Tectoniques Architectes

Groupe Scolaire

Foto: William Henrion

Champagnole (F)


_1 L’ingresso principale della scuola è posto a nord-est e si presenta lineare, pulito e caratterizzato dal rivestimento in zinco aggraffato. Lo sporgere della facciata nella parte superiore è dovuta alla necessità di inserire gli oscuranti delle finestre.

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Foto: Jérôme Ricolleau

La scuola ha vinto il primo premio nel Prix National de la Construction Bois 2019 nella categoria Apprendre – Se Divertir a pari merito con il centro ricettivo-didattico Domaine de Menez Meur di Hanvec, la mediateca Sud Savage a La Réunion e la scuola materna “La Ruche” di Perthes che è pubblicata su questo numero a pag. 18.

Foto: Jérôme Ricolleau

_2 L’impianto compositivo del complesso didattico è organizzato attorno a un cortile rettangolare, la cui copertura invece assume una forma ellissoidale per consentire viste sulle vicine colline del Giura.

2

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progetti


Ubicazione: Champagnole (F) Progetto: Tectoniques Architectes, Lione (F) Strutture: Perrin & Associés, Orchamps-Vennes (F) Impianti: Tectoniques Ingénieurs, Lione (F) Struttura in legno: Laurent Pontarlier, Bulle (F) Fine lavori: gennaio 2019 Superficie utile: 1.400 m2

Inside-out Nel cuore delle colline del Giura il nuovo centro scolastico intercomunale di Champagnole sorge su un’area relativamente isolata, poco connessa agli immediati dintorni e caratterizzata dalla presenza di villette, piccole palazzine e strutture commerciali. Il sito, che precedentemente ospitava un campo da calcio, e il contesto urbano appena descritto hanno fortemente influenzato i progettisti i quali hanno proposto un edificio basso su un unico livello dalle forme e dai volumi chiari e definiti. Le aule e gli spazi di servizio si dispongono attorno a un cortile interno rettangolare che, circondato da una galleria con funzione di filtro tra lo spazio ricreativo e quello dell’insegnamento, è il vero e proprio cuore della scuola. Il tetto a unica falda si abbassa verso la grande corte interna, come i compluvi delle domus romane, ed è definito da una forma ellittica la quale crea un disco di luce che si sposta nell’arco della giornata e permette, paradossalmente, al fabbricato di aprirsi all’esterno. Infatti l’area ricreativa e l’inclinazione della copertura non rappresentano soluzioni difensive o di protezione, bensì plasmano il disegno dell’architettura per liberare le viste sulle sommità delle colline circostanti e per immergere l’istituto didattico nel vasto paesaggio naturale del Giura. Le classi inoltre, pur essendo identiche per dimensioni, sono però differenti poiché le ampie finestre di cui sono dotate incorniciano panorami solo all’apparenza banali, dando vita a istantanee sempre variegate. Le superfici esterne sono sottolineate dal rivestimento in zinco e dalla mancanza a sud di due volumi agli angoli, scelta sì stilistica ma soprattuto atta a comunicare simbolicamente la soppressione di due classi avvenuta in fase progettuale ma, allo stesso tempo, a segnalare la possibilità di un’estensione futura. Alle facciate lineari e precise che accolgono i giovani studenti si contrappone la struttura portante in legno lasciata a vista così da rivelare metodi e tecnologie costruttive utilizzate; il telaio in legno assieme ai pavimenti in cemento spazzolato, ai soffitti acustici e agli arredi realizzati su misura – elementi tutti lasciati rigorosamente al grezzo – concorre a formare un ambiente calmo e tranquillo, enfatizzato dalle decorazioni dai toni neutri.

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Vista la collocazione urbanistica questa è una scuola che con il tempo dovrà creare la propria identità nel quartiere, contrapponendosi alla presenza del grande impianto sportivo, grazie al suo volume e al suo cortile ellittico che ne affermano la finalità di infrastruttura pubblica della zona, creando un’area accogliente per i piccoli utenti.

pianta

sezione longitudinale

Foto: Jérôme Ricolleau

sezione trasversale

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progetti


Foto: William Henrion

_3 Da est appare evidente come i prospetti della scuola siano diversificati; qui, in particolare, si nota il lato di ingresso piuttosto chiuso e quello rivolto a oriente, dove si collocano parte delle classi, aperto da lunghe finestre che incorniciano il paesaggio circostante, offrendo vedute sempre diverse a seconda dell’ora, della stagione e delle condizioni climatiche.

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facciata sud-est/sud-ovest

_4 Negli angoli sud-est e sudovest l’edificio appare incompleto, come se mancasse qualcosa; effettivamente è così, poiché in fase di progettazione il numero delle classi è stato ridotto e i progettisti, piuttosto che ripensare a una nuova disposizione planimetrica, hanno preferito lasciare due vuoti che potranno essere completati in futuro, se si ripresentasse la necessità di ulteriori spazi di insegnamento. _5 Anche a sud ampie aperture vetrate caratterizzano l’affaccio sull’area esterna la quale fa parte di un complesso sportivo molto grande. Ai lati, i vuoti delle classi non costruite.

facciata nord-est/nord-ovest

facciata sud

L I B E R T E E G A L I T E F R AT E R N I T E

5

Foto: Jérôme Ricolleau

facciata sud

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A D C

E

B

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9 Dettagli A-B-D 1 griglia anti roditori e per ventilazione sotto rivestimento 2 scossalina metallica 3 dormiente (60x200 mm) 4 barriera anti-risalita capillare e anti-termiti comprimibile, rivoltata di 100 mm da ciascun lato della parete 5 travetto di chiusura (50x150 mm) 6 travetto (60x100 mm) per aggraffatura OSB 7 traversa in lamellare GL24 (100x280 mm) 8 trave legno (60x240 mm) 9 travetto superiore parete in legno (60x200 mm) 10 montante verticale per schermatura in facciata 11 travetto (60x80 mm) per aggraffatura OSB 12 vite per fissaggio travetto (diam. 8/120) 13 piastra metallica per assemblaggio trave a coda di rondine 14 traversa in lamellare GL24 15 travetto (60x60 mm) fissato a traversa in lamellare con vite (diam. 8/120) 16 staffa metallica per fissaggio traversa 17 traversa in lamellare GL24 (100x240 mm) 18 vite per fissaggio traversa (diam. 8/120) 19 fissaggio trave su traversa con tre viti filettate (diam. 6/180) 20 grondaia

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dettaglio B

dettaglio A

1 3 2

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4

Parete esterna (A), dall’esterno - rivestimento in zinco aggraffato - controlistello in abete (20 mm) - listello in abete (40x40 mm) - membrana antipioggia - controventamento in OSB (15 mm) - telaio portante in legno (60x200 mm) e lana di roccia semi-rigida interposta (200 mm) - lana di roccia semi-rigida - freno vapore - montante - pannello rivestimento ad alta densitĂ

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6 7

dettaglio C

Dettaglio C 1 travetto facciata esterna per alloggiamento schermatura (50x150 mm) 2 schermature esterne in lamelle di alluminio anodizzato 3 griglia anti roditore 4 trave partenza parete in legno (60x200 mm) 5 trave in lamellare GL24 6 raddoppio dell’isolamento 7 finestra triplo vetro con telaio in alluminio anodizzato


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12

1 2

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dettaglio D

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16 17 18

dettaglio E

Copertura (B), dall’esterno - rivestimento in zinco aggraffato - controlistello in abete (20 mm) - listello in abete (60x80 mm) - membrana antipioggia traspirante - pannello fibra di legno per tetti (160 mm) - pannello lana di roccia per tetti (80 mm) - freno vapore - pannello in OSB (25 mm) - pannello per isolamento acustico in lana di legno mineralizzata e calcecemento e lana di roccia (50 mm) - trave legno a vista (60x240 mm), fissata con scarpa metallica nascosta, trattamento incolore Copertura su corridoio (E), dall’esterno - rivestimento in zinco aggraffato - controlistello in abete (20 mm) - listello in abete (40x60 mm) - membrana antipioggia traspirante - trave, disposizione a raggiera sul cortile (80x360 mm) - lana di vetro flessibile (240 mm) - freno vapore - listello in abete (40x40 mm) - rivestimento in legno Parete esterna verso cortile (F), dall’interno - pannello rivestimento ad alta densità - montante - freno vapore - lana di roccia semi-rigida (200 mm) - telaio portante in legno (60x200 mm) - controventamento in OSB (15 mm) - membrana antipioggia - rivestimento esterno in legno

dettaglio F

4

3

79


Foto: Nome Cognome

Uno scorcio del cortile su cui si affaccia il corridoio di distribuzione che corre lungo i quattro lati del fabbricato. L’alternanza di spazi pieni e vuoti distingue la scuola mettendo in costante contatto le stanze interne con l’esterno.

_6 Il porticato dell’area giochi protegge la struttura portante che è realizzata in legno e che è lasciata a vista. Tutto il legno è di provenienza locale, anche quello utilizzato per fabbricare le travi lamellari della parte coperta del cortile.

Foto: William Henrion

_7 Il corridoio interno permette l’accesso da un lato alle aule e dall’altro al cortile, allargandosi come una galleria continua per ospitare i guardaroba integrati in piccole nicchiealcova.

80 legnoarchitettura_37

6

progetti


Foto: William Henrion

Foto: William Henrion

7

8

_sistema costruttivo________ La struttura della scuola si compone di un telaio in legno lasciato a vista all’interno, isolato e rivestito da lastre di zinco su una facciata ventilata. La scelta dei materiali e dei metodi di costruzione ha privilegiato in particolare canali di distribuzione corti e si è avvalsa delle conoscenze e delle esperienze locali. Il telaio in legno infatti è stato progettato per essere costruito con componenti molto piccoli che hanno potuto essere prodotti con legno proveniente dai vicini boschi; l’edificio è dunque stato realizzato interamente con legname del Giura, comprese le travi in lamellare della copertura. Esternamente si distinguono tre livelli, quello del basamento in calcestruzzo e altre due pelli metalliche ventilate di cui quella più in alto maggiormente sporgente per integrare le schermature a lamelle mobili delle aperture vetrate. Lo zinco usato per le facciate esterne e per la copertura è un esplicito richiamo ai frontoni dei tipici edifici del Giura. Il pavimento interno in calcestruzzo lucidato è composto da aggregati recuperati da zone limitrofe (ghiaia fine di calcare) e alcuni elementi, come ad esempio le panche, sono state prefabbricate per garantire un aspetto impeccabile.

Foto: William Henrion

_8 Nelle aule i pavimenti in cemento spazzolato, l’ossatura portante, i soffitti acustici e gli arredi fatti su misura creano un ambiente calmo e tranquillo. In questi spazi, come anche nel corridoio e nella biblioteca, grande cura è stata posta all’aspetto acustico utilizzando un soffitto a doghe di legno che nasconde pannelli in fibra di legno mineralizzata.

9

_9 La decorazione nelle classi usa toni neutri per enfatizzare anche la luce naturale che entra dalle lunghe finestre (720x180 cm), le quali inquadrano un paesaggio che potrebbe sembrare banale, componendo invece scorci esterni sempre molto vari.

81


Particolare attenzione è stata prestata all’acustica negli spazi di uso frequente installando controsoffitti in legno a doghe. Nelle sale delle attività, tra le travi sono state posate lastre acustiche per soffitti composte da fibra di legno mineralizzata per migliorare il comfort dell’utente. Sia il rivestimento che le lastre possono essere smontate.

assonometria della struttura

82 legnoarchitettura_37

progetti

Foto: Jérôme Ricolleau

Anche nella biblioteca a est le aperture vetrate incorniciano i dintorni, generando nuove visuali e connettendosi al quartiere.


Grazie alle tecnologie, in questo caso un drone, è possibile ottenere una vista complessiva dell’intero edificio scolastico, di cui ben si identifica la struttura a telaio, al fine anche di controllare la qualità del lavoro eseguito.

La struttura del tetto si abbassa fino all’altezza di 2,5 m verso il cortile con l’ultimo tratto della falda inclinata, sostenuta da esili colonne metalliche.

Qui a fianco, dall’alto si comprende bene come la copertura a unica falda si interrompe e si ribassa fino a formare l’ellisse che copre il porticato interno.

In basso a sinistra, fasi di completamento della struttura in facciata con la chiusura del telaio portante e della camera di ventilazione prima dell’aggancio delle lastre verticali di zinco. A destra, ultimazione di una delle aule; si vedono gli armadi in legno realizzati su misura, i pannelli acustici tra il telaio portante e gli impianti (in alto a sinistra).

83


Dietrich | Untertrifaller Architekten

Scuola elementare Unterdorf Hรถchst (A)


Foto: Bruno Klomfar


_1 Il foyer d’entrata, a ovest. _2 L’area esterna di uno dei cluster, rivolti a est. _3 Il dettaglio più a nord della facciata che guarda a ovest è rappresentato dalla grande vetrata che permette di sbirciare nella palestra, per metà ipogea.

1

Foto: Bruno Klomfar

Foto: Bruno Klomfar

L’edificio in legno a un piano della scuola elementare Unterdorf è caratterizzato da trasparenza e da grande varietà spaziale, elementi distintivi che rendono possibile un insegnamento flessibile in piccoli gruppi. Le pareti sono costituite da pannelli in legno massiccio multistrato (X-lam) che, così come i solai in travi lamellari, rimangono a vista.

2

86 legnoarchitettura_37

progetti


Foto: Bruno Klomfar

3

Ubicazione: Höchst (A) Progetto: Dietrich | Untertrifaller, Bregenz (A) Calcoli strutturali per il legno: merz kley partner, Dornbirn (A) Appaltatore lavori in legno: Dobler Holzbau GmbH, Röthis (A) Lavori: 2015-2017 Superficie utile: 2.530 m2 Superficie verde: ca. 9.600 m2 Importo dell’opera: ca. 9 milioni €

Legno e Passivhaus per una scuola inclusiva L’obiettivo di una scuola moderna dovrebbe essere quello di supportare, anche architettonicamente, nuove forme di insegnamento, favorendo la partecipazione di tutti gli alunni ma rendendo possibile lo svolgimento di lezioni su misura anche per esigenze individuali, facilitando quindi l’inclusione di tutti. Scuole di questo tipo, definite anche a “cluster”, sono state a lungo uno standard nei Paesi Scandinavi e ora stanno lentamente guadagnando terreno in Austria. Il concetto pedagogico di fondo si basa sull’insegnamento in piccoli gruppi, che deve avvenire in spazi flessibili e aree open space diversificate, preferibilmente all’aperto. Una scuola siffatta da 8 classi per 200 bambini è proprio quella progettata per sostituire un vecchio immobile degli anni ‘70 dallo studio austriaco Dietrich | Untertrifaller Architekten e realizzata nella cittadina di Höchst, nel Vorarlberg austriaco. L’edificio di legno a un piano presenta una pianta lineare, semplice ma molto efficace, data da una forma rettangolare orientata nord-sud sul lato maggiore, a cui aderiscono, a est, quattro gruppi di ambienti – i cluster di cui si parlava poco sopra – che si replicano. Sulla stecca allungata a ovest si collocano le classi di educazione speciale e la zona amministrativa, collegate alla palestra da uno spazioso foyer che funge da ingresso. I singoli cluster comprendono due aule, un’area di gruppo e una sala relax, nonché servizi igienici e armadi; tutti ambienti che si snodano attorno a un salone illuminato attraverso un tetto a piramide tronca. Vetri di grandi dimensioni sono presenti ovunque nell’edificio, sia rivolti verso l’esterno sia come divisori interni, permettendo così agli insegnanti di avere sempre un contatto visivo con i propri alunni, anche se in spazi diversi. Parti delle superfici esterne sono pubbliche, ovvero disponibili ai locali come area gioco e di svago liberamente accessibile. L’intera scuola è stata costruita con un sistema prefabbricato in pannelli massicci multistrato (X-lam) realizzati con legno di provenienza regionale, che rimane a vista ovunque, e secondo lo standard Passivhaus, con cui è certificata. Dal punto di vista impiantistico, una pompa di calore collegata a sonde geotermiche gestisce il comfort indoor sia per il riscaldamento che per il raffrescamento.

87


Früh lin

gsstr

ße

tra

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ßa Gai

e

planimetria

_trasmittanza media elementi costruttivi________

_prestazioni energetiche________ fabbisogno energetico per riscaldamento (PHPP), 18 kWh/m2a fabbisogno di energia primaria (PHPP), 72 kWh/m2a carico di calore (PHPP), 10 W/m2 tenuta all’aria, n50 = 0,32 h-1

Foto: Bruno Klomfar

OL

OL

OL

OL OL

OL

OL OL

OL OL OL

OL

OL OL

.505

pareti esterne, U = 0,16 W/m2K copertura, U = 0,13 W/m2K solaio contro terra, U = 0,15 W/m2K serramenti, Uw = 0,77 W/m2K

4

OL

OL OL

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OL

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OL

98.30

OL

La planimetria combina quattro cluster identici che si estendono su tutto il lato est dell’edificio e sono separati l’uno dall’altro da aree esterne che si ripetono. Ogni unità mette assieme due aule con due sale, un nucleo servizi igienici e uno spazio aperto attorno a un salone centrale con un tetto a piramide troncato da un lucernario. Questa stanza di gruppo può essere utilizzata in modo flessibile. Vetrate di grandi dimensioni creano collegamenti visivi tra i singoli ambienti e la superficie esterna. Sul lato ovest dell’edificio, accanto alle aree amministrative e alle aule speciali collocate più a sud, ci sono l’aula magna, disposta quasi centralmente, e a nord la palestra. Questa è seminterrata, così che la scuola appare dall’esterno come un unico volume monolitico.

OL


_4 La nuova scuola elementare vista dal parchetto giochi posto a nord-ovest.

Foto: Bruno Klomfar

_5 L’area all’aperto del cluster più a sud.

5

Le 8 classi, a due a due, sono alloggiate nei loro cluster sul lato est del lotto. 2 aule per le lezioni ordinarie, una sala per i gruppi e un ambiente relax sono disposte intorno a uno spazio centrale accentuato da un tetto rialzato a piramide tronca, con un lucernario proprio al centro. A ogni locale è direttamente collegato un (suo) giardino posto a sud, completato con una zona open space adibita a classe all’aperto.

pianta piano terra

pianta piano interrato

Il rettangolo della palestra è seminterrato. Ciò permette al suo volume di non superare l’altezza totale dell’edificio, mimetizzandosi nell’ambiente – e nell’architettura – in modo naturale.

89


vista prospettica della struttura da nord-est

vista prospettica della struttura da nord-ovest

Foto: Bruno Klomfar

Sotto, uno degli spazi comuni all’interno di uno dei cluster, dalla caratteristica copertura a piramide tronca. Sul soffitto si può notare il rivestimento in pannelli in legno forati ad hoc per limitare le distorsioni acustiche di un ambiente di queste dimensioni e che ospita ogni giorno dei bambini.

90 legnoarchitettura_37

progetti


A sinistra, un’assonometria della struttura piramidale della copertura in legno lamellare.

8

623

4.22 4.30

3.516 3.596

2.813 2.893 623

623

8

1.65

8

1.226

26 1626 72

585

658

739

72 384

212

73

12

12

504

8

384

26 1626

8

8

72

623

454

8

574

623

8

667

623

8

2.11 2.19

0 8

703 783

1.407 1.487

Più in basso, lo sviluppo lineare dei singoli elementi lignei.

1.60

8

2.78°

8

16

1.598

4.30

8

416

494 8

1.226

8

8

416

494

8

8

1.60

16 1.438

8

454

1.518 1.598

0 8

212

8

623

16

8

623

623

8

8 4.22 4.30

8

3.516 3.596

623

2.813 2.893

703 783

0 8

8

2.11 2.19

623

8

1.407 1.487

623

8

4.30

16

4.248

6

2

6

2 16

1

3.1

4 4.1

53.8 0°

5

7

8° 37.7

1.208

8

587

8

587

8

587

8

587

8

587

8

587

8

587

8

587

8

587

8

587

8

587

9.631

8.542 8.622

7.875 7.955

7.208 7.288

6.542 6.622

5.875 5.955

5.208 5.288

4.542 4.622

3.875 3.955

3.208 3.288

2.542 2.622

1.875 1.955

0

1.208 1.288

9.79

1.009

8

7.274

2.00

1.049

2.00

8

1.896

2.00

8 8 587 8

3.189 3.269

7.40 4.522 4.602

5.189 5.269

37.00°

8

2.00

1.726

2.00

6.522 6.602

7.267

0

587

8

9.79

587

8

587

8

587

8

587

8

587

8

1.02 9.654

8

8.554 8.634

587

7.888 7.968

8

7.221 7.301

587

6.554 6.634

8

5.888 5.968

587

5.221 5.301

8

4.554 4.634

587

3.888 3.968

8

3.221 3.301

587

2.554 2.634

8

1.888 1.968

587

1.221 1.301

8 554 634

0

554

4.2

5.856 5.936

587

1.06

665

2.00

2.00

8

1.928 oben

2.00

2.038

2.00

1.371

2.004

1.337

8

2.00 unten

13

587

8

8

587

3.856 3.936

587

636

63

71 63

1.278

8 8

°

2.522 2.602

587 8 587

8

8

8

594

587

1.377 1.297

47.00 1.856 1.936

587

587

2.00 unten

8

4.908

587

4.193 4.273

8

3.526 3.606

587

2.859 2.939

8

2.193 2.273

587

1.526 1.606

0

8

2.00

8

587

587

2.044 1.964

8

193 273

193 2.71 2.63

859 939

587

2.00

2.00 oben

8

7.40 3.377 3.297

1.189 1.269

587

2.00 1.226

8

4.248

587

4.044 3.964

2.00

2.00 oben 2.00 unten

8 587

4.71 4.63

3.4 57

587

8 8 587

5.377 5.297

522 602

587

1.27

2.582 unten

1.716

2.00

587

6.044 5.964

2.00

1.937

8 587

6.71 6.63

2.00

1.229

564

522

0

1.915 oben

Per garantire il comfort dell’aria indoor, unità di ventilazione decentralizzate con aree di ventilazione a dislocamento e specifiche zone di transito della stessa sono presenti in ogni classe; il foyer e la palestra hanno un sistema di ventilazione centrale comune. La produzione del calore è demandata a una pompa di calore collegata a un impianto geotermico (1.000 metri di sonde che si snodano nel terreno) e la distribuzione dello stesso – e del fresco – avviene tramite pannelli radianti a pavimento con sistema di raffrescamento diretto.

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Copertura, dall’intradosso - parete X-lam (9,5 cm) - isolamento (26 cm) - barriera al vento - strato di ventilazione: controlistellatura (3 cm) + listellatura (3 cm) - rivestimento esterno in legno (2 cm) Solaio contro terra, dall’estradosso - pavimento in parquet di legno massiccio (1,5 cm) - massetto cementizio (8,2 cm) - freno al vapore - EPS 25 (16 cm) - leggero riempimento con materiale isolante (5 cm) - membrana impermeabilizzante a base bituminosa (0,4 cm) - cemento armato (25 cm)

_Kommunalgebäudeausweis (KGA)________ La 2010/31/UE definisce come standard per tutti i nuovi fabbricati pubblici nei paesi dell’UE a partire dal 2019 “edifici a energia quasi zero, i cui bassissimi fabbisogni energetici siano in gran parte coperti da fonti rinnovabili”. A fronte della direttiva europea, il desiderio dello stato austriaco e delle corrispondenti autorità locali è stato di creare agevolazioni per raggiungere gradualmente tali requisiti attraverso un sistema di sussidi, concretizzatosi nel cosiddetto “KGA – Kommunalgebäudeausweis”, una sorta di “pass energetico degli edifici pubblici”, obbligatorio per i Comuni del Vorarlberg. L’idea di base consiste nel differenziare i mezzi di allocazione di finanziamenti con incentivi per le qualità energetiche ed ecologiche degli edifici in questione. Ciò significa che i progetti meno ambiziosi ricevono meno supporto economico rispetto a quelli più virtuosi in senso ecologico e di risparmio delle risorse. Il KGA, attualmente utilizzato per certificare uffici municipali, scuole dell’obbligo, palestre polivalenti e multifunzionali, sale culturali e case di cura nonché asili nido, si esplicita attraverso un catalogo dei criteri per le nuove costruzioni e uno per la ristrutturazione generale mentre non vengono prese in considerazione le ristrutturazioni di singoli componenti edilizi e quelle parziali. Le regole da rispettare sono 14, con ponderazioni diverse in 4 categorie di valutazione, ciascuna con parametri obbligatori o facoltativi. Le strutture certificatorie di base per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni sono identiche poiché in entrambi i casi si utilizza un sistema a 1000 punti. Vengono esaminati: • il processo e la pianificazione di qualità (max. 200 punti) • l’energia e il suo approvvigionamento (max. 500 punti) • la salute e il comfort (max. 150 punti) • i materiali da costruzione e la struttura (max. 150 punti). La scuola di Unterdorf ha ottenuto un punteggio di 940/1000, il più alto finora raggiunto da un edificio pubblico di nuova costruzione.

sezione di dettaglio di una delle aule relax rivolte a nord, con affaccio sul cortile del proprio cluster

92 legnoarchitettura_37

progetti


Alcune immagini della scuola in fase di montaggio degli elementi prefabbricati. Un gruppo di lavoro composto da insegnanti, rappresentanti della comunità e consulenti è stato coinvolto fin dall’inizio, già in fase di concorso (2013) e nella pianificazione vera e propria, partecipando poi regolarmente alle riunioni sulla costruzione. Inclusività dunque anche nel processo progettuale e non solo nella metodologia didattica.

La scuola elementare di Unterdorf, nel Vorarlberg, è stata insignita dei seguenti premi: • The Plan Award 2018; • Big See Wood Design Award 2018; • Wood, Design & Building Award 2017 (Canadian Wood Council); • Vorarlberger Holzbaukunst 2019 (menzione nella categoria Edifici Pubblici).

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riso e legno La riqualificazione energetica di un edificio esistente non è mai una progettazione standard poiché ci si trova di fronte a situazioni sempre differenti che richiedono soluzioni studiate ad hoc. Come questa abitazione per la quale, vista l’impossibilità strutturale di sostenere un cappotto esterno, i progettisti hanno ideato un nuovo involucro esterno, separato staticamente da quello esistente e costituito da portali di legno lamellare. Questi ultimi fungono da vera e propria protezione, come un guscio, per la casa accogliendo l’isolamento in ballette di paglia di riso, realizzato in opera per gli elementi verticali e prefabbricato invece per la copertura. Un nuovo modo di coniugare il concetto di “terza pelle” che unisce solo materiali naturali in un edificio che diventa anche una casa attiva, producendo più di quello che richiede.

in pratica


Tiziana Monterisi Architetto

Un esoscheletro di legno e riso Nuovi modi per riqualificare

Tiziana Monterisi Specializzata in Architettura naturale. Si avvicina al mondo delle costruzioni in paglia e con un approccio professionale e imprenditoriale progetta e costruisce edifici a elevata efficienza energetica. Nel 2014 realizza un orto sociale a Milano e fonda l’associazione Coltivare la Città di cui è la presidente. Dal 2016 è CEO della società ricehouse srl, una startup innovativa che crea prodotti per l’edilizia derivanti da filiera del riso.

96 legnoarchitettura_37

Molte volte su questa rivista abbiamo pubblicato progetti che hanno visto il recupero di un fabbricato mediante la realizzazione di una struttura portante in legno all’interno del volume da riqualificare, una scatola nella scatola per intenderci. Questa volta, invece, vi presentiamo un caso in cui, per recuperare un’abitazione, è stata realizzata un’ossatura lignea esterna, un esoscheletro svincolato dalle strutture in elevazione esistenti. Ma non solo; per effettuare questo intervento i progettisti dello studio Tiziana Monterisi Architetto hanno utilizzato tutta una serie di materiali provenienti dal recupero degli scarti agricoli, in particolare quelli derivanti dalla coltivazione del riso. Prima però di capire da dove nasce questo lavoro e come si è sviluppato, è necessario fare una doverosa premessa per capire qual è la filosofia progettuale dello studio biellese, che dà al concetto di sostenibilità un ben preciso significato. Secondo gli architetti, la sostenibilità è soprattutto un investimento sul capitale intellettuale umano, in quanto la consapevolezza dell’impatto che le nostre scelte possono inevitabilmente ripercuotersi su tutto ciò che ci circonda è l’atteggiamento necessario del vivere sociale. Ciò che si definisce “Architettura naturale” è un momento non solo formale, ma anche tecnologico nell’approccio progettuale in quanto integra la forma architettonica con l’apporto del progresso tecnologico affrontando il tema in maniera strutturata e ragionata e che, inoltre, dovrebbe rispettare due fondamenti indispensabili, il rispetto per l’uomo e la cura per l’ambiente che si concretizzano in: - recuperare, il più possibile, il patrimonio edilizio esistente, poiché è ormai convinzione comune che il consumo indiscriminato di suolo a fronte di un sempre più preoccupante abbandono e degrado dei centri storici sia alla base del decadimento che attanaglia la nostra società; - porre al primo posto la vita degli esseri viventi e la loro salvaguardia attuale e nel tempo; - usare materiali ecocompatibili, di origine naturale o riciclati, considerando in maniera sostenibile l’intero ciclo di vita (LCA) sia del singolo elemento che dell’intero edificio, dalla fase di produzione, posa, utilizzo, fino alla dismissione;

in pratica


- utilizzare preferibilmente materiali locali; - prevedere il minimo consumo di energia e di materie prime (smaterializzazione: meno materiali per ottenere le stesse o migliori prestazioni); - migliorare la qualità della vita degli individui cercando di soddisfare sia i bisogni di benessere strettamente fisici che quelli psicofisici. Architettura naturale e sostenibile L’attenta valutazione delle potenzialità dell’edificio da riqualificare e il grado di applicabilità delle tecniche di risparmio energetico, attuato con sapienza e conoscenza, ha portato a un intervento di miglioramento che ha tenuto in giusta considerazione la diversa concezione attuale del bene edilizio e la maggiore consapevolezza da parte degli utenti del concetto di sostenibilità legato al benessere dell’abitare (comfort igro-termico, qualità dell’aria, benessere luminoso e acustico degli ambienti interni). Vediamo quale era lo stato di fatto. L’abitazione, un immobile a uso residenziale risalente agli anni ‘70 situato nel comune di Sciolze a circa 25 km da Torino, era ed è completamente circondato da un terreno di proprietà raggiungibile dalla strada attraverso un accesso sul lato sud-ovest, ed è collocato in posizione panoramica rispetto alla valle del Po con un’ampia vista a nord-est. Il fabbricato, di cui è stato mantenuto l’intero involucro originario, era inizialmente composto da un primo volume su due livelli realizzato con pannelli a elementi strutturali in legno isolati internamente in lana di roccia

e chiusi da lastre di cartongesso; esternamente, mostrava un rivestimento in mattoni intonacato a calce e gesso e una copertura, caratterizzata da una forte pendenza (prossima ai 45°), rivestita con tegole cementizie. I serramenti esistenti erano in legno e non presentavano peculiarità tali da soddisfare gli standard termici odierni; in posizione più interna rispetto ai serramenti erano disposti dei sistemi fissi di regolazione della luce e antieffrazione, realizzati in legno con anima metallica. A questo corpo ne era stato successivamente aggiunto un secondo con struttura in cemento armato e tamponamento in mattoni forati, destinato ad autorimessa, il cui tetto, pur essendo piano, non era accessibile se non dall’esterno per interventi di manutenzione e non possedeva alcun tipo di finitura oltre alla la guaina bituminosa impermeabilizzante. Dal punto di vista tecnologico l’abitazione era dotata di un sistema di riscaldamento a gasolio, coadiuvato da una stufa a legna; ogni stanza era dotata di termosifoni allacciati a una caldaia posizionata nel locale tecnico interrato e l’impianto elettrico, inoltre, era unico per l’intero immobile, non consentendo così la gestione separata delle diverse zone della casa. Il progetto ha consentito di trasformare l’edificio originario in un microcosmo eccellente completamente autonomo in completo equilibrio con i sistemi presenti in natura, elevando il concetto di casa come “terza pelle” e di sostenibilità non solo nella costruzione, ma nell’intero suo ciclo di vita. Dalla produzione dei materiali alla restituzione alla natura della porzione di suolo presa “in

Involucro edilizio riqualificato in attesa degli ultimi interventi al giardino esterno.

97


Nella pagina a fianco, dall’alto: involucro edilizio con intonaco di finitura esterno esistente rimosso per permettere la successiva posa di un intonaco anti umidità, applicato prima del posizionamento dell’isolamento a cappotto in balle di paglia di riso; il cappotto con le balle di paglia di riso posizionate in modo da non lasciare intercapedini d’aria lungo il perimetro murario; rifilatura manuale in cantiere delle balle di paglia di riso; schema della nuova intelaiatura lignea prefabbricata, svincolata dalla struttura esistente e posizionata mediante autogru.

pianta piano terra

sezione longitudinale

prestito”, è stato effettuato un ulteriore salto “energeticamente superiore” rispetto ai ben noti edifici passivi che utilizzano tecnologie e metodi che possono far diventare queste case a “emissioni zero”. Si è infatti cercato di rendere l’abitazione una casa attiva che è in grado di catturare o produrre più energia rispetto a quella necessaria agli occupanti, energia divisa fra calore ed elettricità. In particolare può arrivare a generare abbastanza energia da annullare entro 30 anni i costi energetici per la sua costruzione, con un’impronta ecologica quasi inesistente. Il progetto di casa attiva realizza interamente il processo sostenibile da un punto di vista sociale, economico e dell’ambiente e, pertanto, non si tratta semplicemente di una casa passiva, ma è davvero un edificio a impatto zero in quanto, grazie alle scelte architettoniche ed energetiche, è in grado di catturare e produrre più energia, sia termica che elettrica, rispetto a quella indispensabile per gli utenti/fruitori. Non solo un esoscheletro in legno In seguito a un accurato studio compositivo, statico ed energetico dell’edificio in fase di progettazione, si è notato come la sua struttura non avrebbe consentito l’aggiunta di carichi dovuti alla coibentazione; si è così deciso di realizzare una nuova intelaiatura lignea contenente una copertura isolata, svincolata dal tessuto murario esistente. L’immobile, con un’altezza di circa 6,65 m e dimensioni in pianta di 7,70 m x 14,90 m, è stato pertanto avvolto e protetto termicamente da un esoscheletro indipendente in legno lamellare di abete che, seguendo l’an-

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damento del vecchio impianto architettonico, funge da contenitore per l’isolante. L’ossatura portante del nuovo tetto è costituita da 4 portali in legno di sezione 16x36 cm collegati in copertura da pannelli prefabbricati formati da un telaio in legno con elementi di sezione 8x36 cm, riempito di ballette di paglia di riso chiuso da elementi di controvento. Ulteriori 4 pilastri in legno sono stati inseriti al fine di stabilizzare in tutte le direzioni il nuovo scheletro che grava direttamente sulle fondazioni esistenti, costruite in calcestruzzo armato, causando un incremento dei carichi globali in fondazione inferiore al 10%; cosicché non si è reso necessario procedere all’adeguamento sismico della costruzione. A completamento del pacchetto isolante sul tetto sono stati posizionati un telo traspirante, un’orditura di listelli in abete per la formazione di un’intercapedine ventilata e le tegole in cotto, apposite per elevate pendenze. La copertura è caratterizzata anche dalla presenza di un nuovo abbaino in legno – dimensione elementi 8x24 cm – che è situato in corrispondenza di uno dei servizi igienici. Il lucernario esistente è stato avviluppato e coibentato con telai prefabbricati in legno e balle di paglia di riso e successivamente rivestito interamente con lamiera preverniciata. L’eliminazione dello sporto del tetto e l’integrazione del canale di gronda all’interno della faldaleria di chiusura della copertura hanno permesso di ottenere un volume pulito e moderno, seppur pienamente integrato con il contesto. Anche l’involucro verticale dispone di un isolamento eseguito in opera con balle di paglia di riso interposte tra assi da cantiere fissate alla muratura esistente tra-


mite supporti “a L”. Lastre di vetro cellulare, ottenute da vetro riciclato e applicate sull’intradosso del vespaio aerato accessibile da una scala posta all’interno di un vano tecnico e sull’estradosso della copertura piana del volume dell’autorimessa, completano la chiusura termica di tutte le parti opache, riducendo le dispersioni invernali e gli apporti di calore estivi. Quindi, partendo dalla stratigrafia del telaio costituente la copertura e dalla coibentazione a cappotto delle pareti perimetrali, il progetto ha visto l’impiego unicamente di materiali di origine naturale e lo sfruttamento delle caratteristiche termiche e acustiche della paglia di riso che, oltre a essere un ottimo isolante, garantisce la perfetta traspirabilità degli elementi in cui viene utilizzata; la massa termica della paglia, inoltre, favorisce anche un naturale controllo microclimatico interno. I nuovi serramenti, posati con fibra di legno in corrispondenza delle spallette esterne per evitare i ponti termici dovuti alla presenza del telaio, sono costituiti da triplo vetro e doppia camera con gas argon e trattamento basso emissivo; internamente sono in legno di abete lamellare mentre la finitura esterna è in alluminio laccato. La chiusura ermetica è garantita da un sistema a quattro guarnizioni di tipo passivo; questo sistema gode infatti della certificazione termica classe “A” del Passivhaus Institut. I davanzali con profilo in alluminio verniciato riprendono per materiale e colore il rivestimento esterno delle finestre e anche per l’ingresso e per la serranda del garage sono stati scelti serramenti a basso valore di trasmittanza termica ed elevata tenuta all’aria. Scuri in alluminio ad anta unica regolano la luce solare e fungono da sistema antieffrazione. Gli intonaci esterni, realizzati con una miscela biocomposita a base di calce e sottoprodotti derivanti dalla coltivazione del riso, conferiscono alle superfici un aspetto materico e riducono ulteriormente l’energia grigia generata dall’edificio, regalando agli ambienti una sensazione di comfort e benessere abitativo. L’isolamento, insieme all’installazione di chiusure trasparenti ad alte prestazioni, ha consentito di ottenere un fabbricato che minimizza le dispersioni e sfrutta gli apporti solari passivi, vera fonte di riscaldamento naturale della casa, grazie all’ottima esposizione del lotto. Pertanto l’abitazione non necessita di allaccio alla rete gas metano per il riscaldamento in quanto, grazie alle caratteristiche dell’involucro, riduce al minimo i costi di climatizzazione invernale e l’unico approvvigionamento di calore è dato da una stufa a biomassa specifica per case passive con canalizzazione diretta dell’aria di combustione. La gestione dell’umidità interna, soprattutto durante il periodo invernale, è demandata alla VMC puntuale con recuperatore di calore, mentre la climatizzazione estiva è gestita grazie alla ventilazione naturale e all’elevata inerzia termica della stratigrafia. L’impianto elettrico è stato completamente rinnovato poiché non soddisfaceva le esigenze della committenza e in corrispondenza del fronte sud è stata installata una pensilina fotovoltaica, a struttura metallica con 11 moduli inclinati di 45° rispetto al piano orizzontale in grado

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Copertura, dall’esterno - tegole piane in cotto bruno (40 mcm) - listelli per aerazione (35x35 mm) - listellatura per aerazione (60x60 mm) - telo traspirante (3 mm) - tavolato in abete (22 cm) - balle di paglia di riso (360 cm) - tavolato in abete (22 cm) - tavolato in abete (20 cm) - lana di roccia deteriorata (170 cm) - barriera al vapore (5 mm) - tavolato in abete (20 mm) - cartongesso in lastre (12,5 mm)

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Parete, dall’esterno - intonaco calce-pula di riso (5+5 mm) - intonaco calce-lolla di riso (40 mm) - balle di paglia di riso (360 mm) - spazio tecnico tra struttura nuova ed esistente (ca. 5 mm) - intonaco calce-gesso (10 mm) - mattone forato (120 mm) - intercapedine non ventilata (18 mm) - pannello truciolare (12,5 mm) - lana di roccia deteriorata (115 mm) - barriera al vapore (3 mm) - cartongesso in lastre (12,5 mm)

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Marciapiede, dall’estradosso - pavimentazione (30+10 mm) - sottofondo (40 mm) - struttura in cls (100 mm) - pietrisco - magrone 1 griglia parapassero 2 faldale di gronda 3 tavola in legno per supporto gronda (27x250 mm) 4 fibra di legno 5 travetto GL24 (12x51 mm) 6 spazio tecnico tra struttura nuova ed esistente (ca. 40 mm) 7 foglio sottotegola bitume polimero traspirante 8 copertura esistente (ca. 250 mm) 9 parete esistente 10 asse da cassero (27 mm) 11 rinzaffo (15 mm) 12 angolare 13 rinzaffo (20 mm) 14 cordolo in cls (200x300 mm) 15 cordolo in cls (260x400 mm) 16 XPS (60 mm)

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Rivestimento della superficie dei telai e dell’abbaino con un telo barriera al vapore applicato prima della posa del manto di copertura.

Progetto architettonico e direzione lavori: Tiziana Monterisi Architetto, Andorno Micca (BI) Team di progetto: arch. Tiziana Monterisi, arch. Bordogni Francesco, Simone Bruni, arch. Elia Sbaraini Project Manager: arch. Elia Sbaraini Strutture: ing. Costante Bonacina, Bergamo Consulente energetico e coordinatore per la sicurezza: geom. Andrea Mantovani, Tollegno (BI) Gestione economica: Simona Totaro, Andorno Micca (BI) Impresa edile: Costruzioni Edili Tre Effe sas, Sagliano Micca (BI) Struttura in legno: Novello case srl, Oggiona con Santo Stefano (VA) Serramenti: Hausplus, Trescore Balneario (BG) Progetto e lavori: marzo 2017 - luglio 2018 Superficie utile: 202 m2 + 63 m2 terrazzo Fabbisogno energetico: < 15 kWh/m2 anno

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di sviluppare una potenza di picco totale di 2.750 Wp; essa svolge la duplice funzione di creare uno spazio riparato per lo stoccaggio della legna da ardere e di contribuire a rendere l’edificio energeticamente indipendente. In cantiere Le prime analisi sull’involucro hanno rilevato un evidente problema legato al deterioramento della lana di roccia all’interno dei pannelli strutturali perimetrali e della copertura, concretizzatosi in una notevole diminuzione del volume dello stesso e in una conseguente perdita del potere isolante. La committenza segnalava infatti grosse difficoltà nella gestione del microclima interno dell’edificio, caratterizzato da valori di temperatura e umidità tali da impedire il comfort abitativo se non a fronte di grosse spese di gestione. La volontà di non intervenire nella parte interna dell’abitazione, se non con piccoli lavori perlopiù puntuali, è stata alla base della ricerca della soluzione progettuale più idonea. Come già accennato, visto che la struttura esistente non consentiva l’aggiunta di carichi per una coibentazione dall’esterno e in seguito a un accurato studio compositivo, strutturale ed energetico, si è deciso di progettare un’intelaiatura secondaria di portali in legno lamellare di abete che, seguendo l’andamento dell’edificio esistente, potesse circondarlo e proteggerlo scaricando il peso su plinti in calcestruzzo armato posti alla base degli elementi verticali. Per l’isolamento della copertura fortemente inclinata si è optato per telai prefabbricati in legno lamellare di abete e tamponamento in balle di paglia di riso, chiusi su entrambe le facce con un tavolato, anch’esso in legno di abete, posto a 45° e avente anche funzione di controventatura. Ciò ha consentito una notevole riduzione dei tempi di cantiere e una maggiore semplicità di posa. Sulle pareti perimetrali è stato invece preferito un isolamento realizzato in opera con balle di paglia di riso compresse all’interno di una struttura definita da assi da cantiere fissate all’involucro esistente attraverso elementi angolari. Per una gestione ottimale dell’attacco a terra e dell’eventuale umidità di risalita e pescaggio d’acqua, la finitura presente sulle superfici è stata rimossa fino a un’altezza di circa un metro, si è gettato un cordolo di calcestruzzo armato in continuità con i plinti dei portali e il tutto è stato rivesto con un intonaco naturale a calce avente la funzione di barriera antisalina e di assorbimento dell’umidità dalla muratura mediante un complesso sistema di micro-pori. In corrispondenza delle bucature di finestre, portefinestre, portoncino e serranda dell’autorimessa, sono stati realizzati gli imbotti destinati a riquadrare e ospitare i nuovi serramenti a elevate prestazioni termiche e acustiche. In interventi di questo tipo è infatti fondamentale che il vano di posa della finestra sia collocato in corrispondenza del cappotto e non della muratura esistente poiché ciò consente di evitare la creazione di ponti termici e di zone fredde nella muratura dove è possibile la

formazione di condense e muffe. Una fase che ha assunto grande importanza è stata l’operazione di nastratura per la tenuta all’aria nel collegamento tra involucro esistente e involucro nuovo. Per risolvere completamente gli eventuali ponti termici residui dati dalla presenza della struttura in legno, tutta la superficie muraria è stata intonacata direttamente su paglia con intonaco termoisolante biocomposito a base di calce naturale e lolla di riso applicato a pompa, e successivamente rasata con una seconda tipologia di intonaco biocomposito a base di calce naturale e pula di riso. Al contrario degli intonaci cementizi, quelli a base calce evitano la creazione di una barriera, consentendo la traspirabilità della parete e scongiurando problemi di umidità e marcescenza all’interno della paglia. Ciò ha permesso di raggiungere valori di trasmittanza pari a 0,103 W/m2K per le murature sovrapposte al volume originario a due livelli, e 0,119 W/m2K per quelle del volume dell’autorimessa. Un’ultima curiosità: durante tutte le fasi dell’intervento i committenti hanno continuato ad abitare nella casa oggetto di riqualificazione!

Qui sotto, termointonaco biocomposito di fondo a base di calce naturale e lolla di riso, applicato a pompa direttamente sulla paglia di riso. L’aggrappo è assicurato mediante la posa di una rete biorientata a maglia quadrangolare. Più in basso, esecuzione delle rasature esterne interamente realizzate con intonaco di finitura biocomposito a base di calce naturale e pula di riso.

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Emergency Homes Il progetto Emergency Homes nasce all’interno del corso di Architettura del Legno presso la facoltà di Ingegneria Edile/Architettura dell’Università di Trento; lo scopo del workshop consiste nello sviluppo del progetto preliminare di unità abitative da impiegare in situazioni di emergenza. La proposta di progetto viene fatta dal corso in collaborazione con Habitech (Distretto Tecnologico Trentino), che diventa a tutti gli effetti il committente con il quale confrontarsi per rispondere a richieste ben precise. Emergency Homes è una sfida per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, mettendosi in gioco, provando e sperimentando, con l’intenzione di essere un punto d’incontro tra le tante richieste senza trovare compromessi. Il Progetto vuole sensibilizzare l’approccio nei confronti del tema emergenza, sfruttando al massimo le potenzialità del materiale legno, vicino e attento alle esigenze degli users ma anche curioso nella tecnica e nella modalità di realizzazione.

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Veronica Pais Marden Nanon

Emergency Homes Unità abitative per situazioni di emergenza

G.OTTO Gruppo di lavoro che ha elaborato Emergency Homes, nato nel 2018 in occasione della collaborazione tra il corso del quinto anno di Architettura del Legno e il Distretto Tecnologico del Trentino Habitech. È composto dagli studenti: Veronica Pais Marden Nanon Massimo Zeni Michela Lazzarin Daniela Zanzotti

Il workshop Emergency Homes nasce con lo scopo di ideare un’abitazione da impiegare in caso di calamità naturali e/o di eventi sismici ma anche accoglienza temporanea. I requisiti da rispettare sono molteplici così come le sfide da affrontare in situazioni di emergenza: innanzitutto la rapidità di esecuzione o di montaggio delle strutture; la trasportabilità, quindi dimensioni standard e mezzi scelti per il trasporto; la necessità di posare le unità su terreni di varia natura, anche non pianeggianti; l’autonomia, ossia corpi indipendenti dal punto di vista energetico almeno per un paio di giorni, data la mancanza di allacciamenti; non meno importante il comfort, ovvero l’importanza di garantire a chiunque, soprattutto nei momenti di difficoltà, la possibilità di alloggiare in ambienti salubri e accoglienti. Da considerare inoltre l’ipotesi che queste abitazioni diventino da temporanee a permanenti, come spesso accade, garantendo pertanto la durabilità delle strutture e dei materiali impiegati e parimenti anche l’eventualità che le unità d’emergenza possano essere non più necessarie e pertanto dismesse senza lasciare impronte gravose sul territorio. Modularità La cellula abitativa per l’emergenza proposta è composta da moduli pre-assemblati in stabilimento, partendo dalla struttura portante per passare agli impianti, all’architettura con serramenti e materiali isolanti, fino agli arredi e agli elettrodomestici.

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I blocchi che, composti assieme, andranno a creare lo spazio abitativo, vengono ideati tutti con lo stesso ingombro per facilità di trasporto e di stoccaggio e sono studiati nel dettaglio per raggiungere le dimensioni minime di vivibilità e massime di trasportabilità. La ripetitività rende fattibile realizzare quattro tipologie tra living, zona notte e zona servizi, così da organizzare al meglio lo stoccaggio in stabilimento e massimizzare il processo di produzione in serie. L’aggregazione di tre moduli consente la realizzazione di una piccola casa per due persone, che può essere integrata immediatamente, o in un secondo momento, con altre due parti per raddoppiare la capacità abitativa.

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Ampliamento La modularità dei vari nuclei consente di ampliare l’abitazione da 2 a 4 persone anche in un momento diverso dalla prima costruzione; ciò è reso possibile dall’apertura già predisposta nella zona pranzo-cucina, che nel modulo piccolo prevede un serramento smontabile, e dal pacchetto di finitura esterna che è anch’esso removibile e lascia spazio all’accostamento dei due elementi aggiuntivi con living, bagno secondario e camera doppia. Unità abitativa x2 L’unità abitativa per due persone offre una superficie di 34,6 m2, con una lunghezza di 7,2 m e una larghezza di 5 m. È caratterizzata da un ingresso e disimpegno, nel quale è presente il generatore per acqua calda sanitaria e per il riscaldamento a pannelli radianti a pavimento. Dall’ingresso si accede al bagno, alla zona living e alla camera da letto matrimoniale. La zona living presenta un angolo cottura con tutti i principali elettrodomestici, un tavolo per quattro persone e un piccolo divano. La camera da letto matrimoniale ospita al suo interno incassati nell’armadiatura il quadro elettrico generale e la batteria di accumulo.

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A fianco, in verticale, un esploso assonometrico che mette in evidenza tutte le componenti del modulo: dalla struttura portante in X-lam, alle finiture, all’impiantistica. 1 copertura in alluminio 2 pannelli per facciata 3 isolante in fibra di roccia 4 impianti integrati 5 struttura portante in X-lam 6 basamento su pali Lo schema a sinistra evidenzia la possibilità di eseguire un upgrade delle strutture portandole dall’ospitare da 2 a 4 persone, anche in un secondo momento. 3 blocchi sono considerati sufficienti per soddisfare le necessità di 2 persone.

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Sopra, possibili aggregazioni per ospitare 2 o 4 persone, partendo dall’assemblaggio di 3 moduli.

Unità abitativa x4 L’abitazione per quattro persone, invece, è composta dall’unità abitativa per due individui più l’aggiunta di altri due moduli che, nel complesso, creano uno spazio di 57,6 m2 per un totale di 12 m di lunghezza e 5 m di larghezza. I due volumi aggiuntivi vengono disposti accanto alla zona living; il corpo adiacente a quest’ultima va ad ampliare il soggiorno inserendo un divano più ampio e un mobile libreria di supporto per la televisione. L’altra parte del blocco è occupata dal bagno mentre l’ultimo aggregato costituisce la camera doppia.

lazione alle caratteristiche geotecniche del suolo e alle proprietà meccaniche e geometriche della vite. Per la messa in opera dei pali viene pre-forato il terreno e successivamente al suo interno viene inserita una boiacca cementizia in cui viene posizionata e messa a livello la vite di fondazione. I moduli vengono quindi appoggiati e agganciati alle viti mediante una fresatura sagomata nel solaio in X-lam e connettori metallici. Utilizzando il sistema a viti di fondazione, si riesce a sfruttare qualsiasi tipo di terreno, anche non pianeggiante e in pendenza, in modo rapido e immediato. Un altro vantaggio fondamentale riguarda la possibilità di sistemare il modulo senza eseguire un basamento regolare in calcestruzzo armato, permettendo la riduzione dei tempi in maniera drastica nonché una reversibilità delle operazioni in caso di smontaggio dell’unità abitativa senza lasciare tracce evidenti sul terreno e limitando quindi anche l’impronta ecologica. In aggiunta, la palificazione permette di collocare le unità sollevate dal terreno senza contatto con esso, andando quindi a proteggere ulteriormente la struttura in legno.

Trasportabilità I moduli abitativi vengono pre-assemblati in stabilimento per essere in seguito fatti pervenire in loco e lì uniti. È stato ipotizzato il trasporto su gomma, in modo che si possano raggiungere delle località anche impervie e strade sterrate, senza ricorrere all’uso di elicotteri. Utilizzando un semirimorchio è possibile portare 2 moduli completi per volta, con l’eventualità di poterli coprire e riparare dagli agenti atmosferici lungo il tragitto. Le dimensioni massime da rispettare dovute alla larghezza del cassone sono di 3,40 m per l’altezza, 2,40 Lavorazione in stabilimento m per la larghezza e 5 m per la lunghezza. I moduli sono formati da un solaio CLT (cross laminated timber) o X-lam a cinque strati da 200 mm, da pareti perimetrali in X-lam a tre strati da 90 mm, mentre Posa su terreno irregolare Una volta giunti in sito, si procede con la posa dei mo- le tramezze interne e i pannelli disposti sul lato che duli su pali a vite di fondazione in acciaio da infiggere verrà congiunto con il modulo successivo sono pannelli per avvitamento nel terreno, in grado di sostenere in X-lam a tre strati da 60 mm. Le pareti e i solai sono conmodo stabile e sicuro qualsiasi tipo di costruzione in re- nessi tra loro mediante connettori metallici disposti a

A destra, la preparazione del terreno per ospitare i moduli, partendo dalla realizzazione dei fori sul tracciato con trivella, passando all’inserimento delle viti di fondazione e messa in quota. L’ultimo step prevede l’alloggiamento del primo modulo e il relativo fissaggio.

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montaggio delle chiusure verticali

posa della chiusura orizzontale

montaggio delle travi reticolari

posa del sostegno di copertura

disposizione dei montanti

ogni angolo delle pareti e un ulteriore connettore dedicato disposto sui solai in modo che sia garantita la resistenza a taglio e momento senza l’utilizzo di angolari e holddown. Sopra il solaio di copertura è presente una seconda sottostruttura formata da tre leggere travi reticolari in legno che sorreggono il tetto inclinato e che sono collegate al solaio mediante degli angolari. Sulla superficie esterna dei moduli sono posizionati i pannelli in lana di roccia per l’isolamento termico, con un ottimo valore della conducibilità termica λ di 0,033 W/mK. Viene fatta attenzione nel ridurre i ponti termici in corrispondenza dei giunti tra i vari elementi strutturali utilizzando un materiale coibente più performante, in modo da ottenere una trasmittanza della parete in corrispondenza dei giunti di 0,19 W/m2K. Successivamente, a protezione del pacchetto, viene predisposto il rivestimento costituito da una lamiera grigia aggraffata, con ottima resistenza meccanica, che, sorretta da staffe metalliche, avvolge l’intera unità percorrendo i lati lunghi dell’edificio e la copertura. I lati corti dell’abitazione sono invece caratterizzati da pannelli colorati in fibre naturali e resine più piccoli che creano un prospetto movimentato. Assemblaggio in cantiere Il punto cardine del progetto sta proprio nella posa immediata in cantiere dei moduli prefabbricati, perché permette di alloggiare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile. Una volta infisse le viti di fondazione che fungono da supporto, l’assemblaggio in sito tra i moduli avviene mediante quattro operazioni semplici e veloci: • Accostamento: avvicinamento degli elementi che presentano pareti e solai con giunzioni a mezzo legno, per creare un incastro maschio-femmina che renda la connessione solidale; • Guarnizione: tra un modulo e l’altro viene installato in stabilimento un complesso di guarnizioni che corre lungo tutto il perimetro di contatto e che è indispensabile per il sistema di tenuta all’aria; • Giunzione: serraggio tramite bullone-dado che rende la struttura compatta e solidale; • Aggraffaggio: collegamento della superficie di rivestimento in alluminio, una volta innestati i moduli per una perfetta sigillatura. Si è fatta una stima approssimativa dei tempi necessari per il posizionamento in sito delle unità, considerando come già realizzate le palificazioni di fondazione su cui ap-

posa dello strato isolante

4 installazione dei pannelli di facciata

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installazione dei serramenti

posa della copertura

ASSEMBLAGGIO 1 accostamento: operazione rapida di cantiere, area di collegamento collaborante su cui verrà applicata una guarnizione per garantire continuità e tenuta all’aria, collegata tramite barre filettate e bulloni. 2 aggraffaggio: modalità di collegamento della superficie di copertura in alluminio, una volta innestati i moduli. 3 giunzione: il collegamento avviene tramite sistema bullone-dado; per collegare due moduli si impiegano circa 9 bulloni. 4 guarnizione: tra un modulo e l’altro viene installato un sistema di guarnizioni, che corre lungo tutto il perimetro di contato, indispensabile per garantire il sistema di tenuta all’aria.

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I disegni soprastanti illustrano, da sinistra: il dettaglio di giunzione tra i moduli relativo al sistema di riscaldamento/raffrescamento a pavimento; il sistema di impianto idraulico ed elettrico; giunzione impianto elettrico e impianto acqua calda sanitaria a innesto rapido.

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poggiarsi. Per lo scarico e il posizionamento di un modulo tramite camion gru si considerano 25 minuti. Per la fase di ancoraggio al volume successivo, con serraggio dei bulloni e aggraffaggio, si contano 30 minuti in più. Dunque si stima che il tempo totale di montaggio per l’abitazione a 3 moduli si aggiri attorno ai 135 minuti, mentre per l’abitazione da 5 moduli occorreranno circa 245 minuti. Impianti La questione impiantistica è stata affrontata riducendo al minimo il fabbisogno energetico giornaliero di una famiglia composta da due e da quattro persone. Gli impianti sono stati dimensionati in modo tale che l’abitazione sia autosufficiente per circa tre giorni nel primo periodo di emergenza. Per questo motivo, ad esempio, sono stati utilizzati serbatoi di accumulo per l’acqua potabile e per il deposito di acque nere, pannelli fotovoltaici, batteria di accumulo, impianto di depurazione delle acque grigie ed elettrodomestici di classe energetica molto elevata (A++). Tutto questo porta ad avvicinarsi molto alle prestazioni di una casa passiva: è infatti rispettato l’aspetto energetico, con un consumo molto esiguo, il comfort abitativo, la tenuta all’aria, un ottimo isolamento termico, l’assenza di ponti termici e l’utilizzo di finestre molto performanti. Ne consegue un’ottima durabilità della costruzione oltre che un basso costo per il riscaldamento e un ridotto impatto ambientale. L’impianto di riscaldamento, dotato di una pompa di calore alimentata a energia elettrica ricavata dai nastri fotovoltaici disposti sulla copertura delle unità, è del tipo a pavimento, composto da pannelli prefabbricati per costruzioni a secco con lamiere dissipanti in cui alloggiano le serpentine; ogni modulo ha il proprio circuito che viene posto in parallelo con il blocco adiacente. La connessione dei tubi tra i vari volumi avviene mediante un giunto rapido a pressione. Nei bagni è presente un aggiuntivo radiatore scalda-salviette elettrico per portare la temperatura oltre i 20 °C.

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Ogni unità abitativa è dotata di sistema idraulico indipendente, collegabile in caso di emergenza a una cisterna di acqua potabile di riserva disposta nella parte inferiore allo spazio vuoto presente fra il terreno e il solaio delle strutture, in modo tale che sia facilmente raggiungibile e integrabile. Lo stesso ragionamento è stato fatto per la tanica che raccoglie le acque nere, disposta perimetralmente in modo che per gli utenti sia facile lo svuotamento. È inoltre presente un sistema di depurazione delle acque grigie, all’esterno dell’abitazione, da utilizzare successivamente per lo sciacquone del water. Per quest’ultimo, seguendo la logica del consumo minimo delle risorse, è stato scelto un modello con un unico scarico da 2 litri, in modo da diminuire lo spreco di acqua; motivo per cui si è predisposta la pressione della stessa nelle tubazioni sanitarie pari a 2 litri al minuto. L’impianto elettrico è alimentato da una batteria di accumulo, che funziona in modo integrato con i pannelli solari fotovoltaici, per immagazzinare l’energia in eccesso generata durante il giorno e renderla disponibile quando necessario, riducendo al minimo la dipendenza dalla rete pubblica. La batteria di accumulo alloggiata nel cavedio esterno sottostante tra i vari pali è dotata di una capacità massima di 13,5 kWh, di cui 5 kW di potenza continua che può arrivare fino a 7 kW di picco. Apparecchiature plus La scelta delle apparecchiature di categoria superiore alla A porta un effettivo risparmio energetico, consentendo quindi di dimensionare l’impianto elettrico su misura, stimando i consumi effettivi di ogni singolo elettrodomestico, comprese le luci a LED. Per rendere l’abitazione quanto più autonoma, l’uso dei pannelli fotovoltaici abbinato alla batteria soddisfa i bisogni giornalieri e può immagazzinare energia. Allo stesso modo l’impianto di recupero delle acque grigie con accumulo permette di riusare le acque provenienti da lavandino e doccia e, depurandole, ne consente il riutilizzo per lavatrice e sciacquone; le apparecchiature


e i sistemi scelti hanno effettivamente un costo di mercato superiore ma rendono l’abitazione autonoma e sicuramente sostenibile.

Una sezione di dettaglio del modulo abitativo tipo.

Sostenibilità Un altro punto chiave del progetto è la sostenibilità, caratterizzata dall’utilizzo di materiali ecologici e riciclabili una volta dismessa la struttura. Ad esempio il legno, che per sua natura è 4 volte meno pesante del cemento, ha una buona resistenza statica e la cui minore massa consente un aumento della sicurezza antisismica, con cantieri molto più puliti, meno rumorosi e con bassa produzione di rifiuti. Un materiale che può garantire una sicurezza al fuoco pari alle strutture in muratura e superiore alle strutture in cemento armato. Così come l’alluminio, materiale di alta qualità, durevole nel tempo, leggero ma resistente anche agli agenti atmosferici e alla corrosione, con possibilità di essere riciclato una volta dismessa la struttura realizzata. Sono inoltre stati adottati accorgimenti progettuali per assicurare la massima resa di tutti gli elementi, ponendo particolare attenzione all’isolamento termico e acustico, alla protezione dal calore, alla sicurezza antincendio, alla traspirabilità, alla tenuta all’aria, al vento e all’acqua nonché al benessere abitativo. Certificazione Durante la fase di progettazione è stato adottato come base e spunto tecnologico il protocollo di certificazione ARCA per il raggiungimento della classe Green; i 47 punti ottenuti equivalgono alla somma dei prerequisiti sommati a quelli ricavati dall’utilizzo di serramenti e dal legno lamellare certificati ARCA, dagli elementi lignei orizzontali e verticali certificati REI 60 e dalla progettazione della struttura, considerando un periodo di ritorno del sisma compreso tra i 75 e i 100 anni. Ottenendo tale punteggio, non si ricade più quindi nella certificazione ARCA Green, ma nella certificazione superiore: ARCA silver. Un livello ancora migliore sarebbe possibile solo una volta realizzata l’unità abitativa, andando a verificare così la qualità della fase di montaggio, ad esempio tramite blower-door-test. Aggregabilità Il progetto è stato pensato con la possibilità di poter aggregare le abitazioni in modo da condensare i servizi principali di fornitura dell’energia e degli impianti secondari, come quello di depurazione delle acque grigie. L’intento è quello di creare un piccolo quartiere, soprattutto nel caso in cui l’insediamento diventi permanente, disponendo le varie unità secondo uno schema flessibile, senza una maglia rigida ortogonale, con percorsi che si snodano in maniera dinamica, per ottenere spazi di qualità. La volontà è creare zone verdi e zone di comunicazione tra le diverse case, vialetti e spazi per l’interazione e la socializzazione degli abitanti, un luogo confortevole e che sappia dare serenità, attraverso l’uso di colori e texture, armonia e senso di appartenenza.

Parete, dall’esterno - rivestimento in alluminio (0,7 mm) - sottostruttura a montanti in alluminio - guaina impermeabilizzante - isolante in lana di roccia (140 mm; conducibilità 0,033 W/mK) - pannello in X-lam 3 strati (90 mm) Solaio, dall’interno - pavimentazione in legno (5 mm) - materassino anticalpestio (3 mm) - riscaldamento a pavimento a pannelli prefabbricati - solaio in X-lam 5 strati (200 mm) - isolante in lana di roccia (140 mm; conducibilità 0,033 W/mK), - guaina impermeabilizzante

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Panorama

Abruzzo e Marche

repertorio di aziende di costruzioni in legno A.M. Legno s.r.l. Sede dell’azienda: Pianella (PE) Siti web:

www.amlegno.it

Contatti:

(+39) 085 972548 info@amlegno.it

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam; telaio in legno

Architettura Lamellare Sede dell’azienda: Torrevecchia Teatina (CH) Siti web:

www.architetturalamellare.com

Contatti:

(+39) 0871 362611 info@architetturalamellare.com

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam; telaio in legno

Eramo Legno System srl Sede dell’azienda: Pescina (AQ) Siti web:

www.legnolamellare.net

Contatti:

(+39) 0863 898166 info@legnolamellare.net

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam; telaio in legno; Blockhaus

Idea Legno Costruzioni srl Sede dell’azienda: Paglieta (CH) Siti web:

www.idealegnocostruzioni.it

Contatti:

(+39) 348 8743441 (+39) 338 4901765 info@idealegnocostruzioni.it

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam; telaio in legno

Canducci Group srl Sede dell’azienda: Pesaro Siti web:

www.canducci1940.it

Contatti:

(+39) 0721 34323 canduccigroup@canduccigroup.it

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam

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Centrolegno srl Sede dell’azienda: Fano (PU) Siti web:

www.centrolegnosrl.com

Contatti:

(+39) 0721 855937 info@centrolegnosrl.com

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam

Dorica Legnami Castellani case in legno Sede dell’azienda: Ancona Siti web:

www.castellanicaseinlegno.it

Contatti:

(+39) 071 2861500 info@doricalegnami.it

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam; telaio in legno; BioHABITAT

Man dei F.lli Mariani s.r.l. Sede dell’azienda: Loreto (AN) Siti web:

www.manlegno.com

Contatti:

(+39) 071 977183 (+39) 071 7500466 commerciale@manlegno.com

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam; telaio in legno; Blockhaus

Progettolegno srl Sede dell’azienda: Fano (PU) Siti web:

www.case-in-legno-progettolegno.it

Contatti:

(+39) 0721 883031 info@progettolegnocase.it

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam; telaio in legno

Subissati S.r.l. Sede dell’azienda: Ostra Vetere (AN) Siti web:

www.subissati.it

Contatti:

(+39) 071 964200 (+39) 071 964283 info@subissati.it

Sistemi costruttivi: pannelli X-Lam; telaio in legno

Wooden Buildings srl Sede dell’azienda: Castelfidardo (AN) Siti web:

www.woodenbuildings.it

Contatti:

(+39) 071 2916313 info@woodenbuildings.it

Sistemi costruttivi: telaio in legno

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Foto: Gui Rebelo

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Foto: Sindre Ellingsen

Foto: © Renaud Araud

The House of the Three Trees JK-AR


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